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Autore: Oggetto: Come incrementare la spettacolarità del ciclismo?

Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2009 alle 17:42
***Se ci fosse 3d analogo, liberi di chiudere e spostare***

La domanda con il quale ho intitolato il 3d nasce da un intervento di Monsieur40% sul 3d delle radioline. Mettendo in campo i suoi dubbi sulla loro eliminazione, Mario diceva che comunque sia si deve trovare un modo per rendere più spettacolare il ciclismo.

Per me le radioline non incrementano lo spettacolo (a meno che non si trasmettano i contenuti durante le dirette tv...), anzi piuttosto lo soffocano. Ma non è qui che voglio soffermarmi (c'è un 3d apposta per le radioline).

Voglio soffermarmi su una constatazione: Mario ha ragione. Il ciclismo negli ultimi anni ha perso di spettacolarità: meno fughe-monstre, meno fughe bidone, tattiche prudentissime, peso eccessivo della squadra rispetto al singolo sia negli sprint (i treni) che nelle salite (i gregari stile "postini" di armstronghiana memoria che spianavano a tutta le salite alpine e pirenaiche). In più ci si è messa la concorrenza di altri sport, che per loro natura presentano maggiori spazi di manovra per incrementare la spettacolarità. Il ciclismo no. Purtroppo ha delle caratteristiche "naturali" oltre le quali non si può andare: si possono fare salite più dure col rischio di scadere nel cicloalpinismo, o si può fare un Fiandre con 34 muri o una Roubaix con 90 km di pavè, ok, ma non è detto che questo renda la corsa più interessante e meno controllata.

O forse siamo noi. Siamo noi che assueffatti dalla televisività di un moto gp o dal carisma di alcuni suoi interpreti (tanto per fare un esempio ma ce ne sarebbero altri), tutto d'un tratto constatiamo che due ore di diretta sono necessarie ma la corsa ha la sua chiave tattica in uno scatto o una caduta, cioè in pochi secondi, o che Cunego può fare Jim Morrison fin che gli pare ma Valentino Rossi è carismatico come forse non lo era nemmeno Cipollini (che stava sulle palle a parecchi).

Insomma: siamo in crisi di spettacolarità.

Quali sono le cause? Cosa possiamo proporre? Cosa si potrebbe migliorare?

Ne parliamo assieme, magari lasciando da parte argomenti che trovano in altri thread il loro giusto spazio?

 

[Modificato il 03/12/2009 alle 19:15 by Seb]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2009 alle 18:03
Comincio io.
Dicendo intanto che la spettacolarità dello sport sta nel contorno prima ancora che nell'evento in sè. Il Tour de France ce lo insegna: una serie di politiche azzeccate lo ha portato ad essere il quarto evento sportivo del mondo dopo i Giochi Olimpici, i Mondiali di calcio e quelli di atletica. Ecco, allora perchè le altre 10-11 corse "pilastro" del ciclismo (3 GT, 5 grandi classiche, i mondiali) non curano come il Tour la comunicazione dell'evento e tutto il contorno?

Altro esempio: perchè i mondiali sono stati "spacchettati" in tante manifestazioni? Ma lo immaginate lo spettacolo che offrirebbe ogni anno una kermesse della bici di due settimane? Tutto insieme: pista, mtb, strada, bmx, uomini e donne, èlite e prof. In una sola città. Sarebbe un evento. La copertura tv sarebbe enorme. I giornalisti accreditati tanti come al mondiale di atletica. Il medagliere, i resoconti di giornata, le città che lottano per farsi assegnare l'evento. Invece ora ci troviamo con i mondiali di pista semi-clandestini e quelli su strada che durano 7 giorni ma in realtà sono solo uno o due...

Poi: la tradizione. Cosa c'è di meglio che valorizzare la tradizione come elemento di spettacolarità? Le Olimpiadi sono ungigantesco businness, altro che De Coubertain! Però appoggiano la loro forza sulla tradizione: Olimpia, gli antichi greci, Maratona... gli slogan d'epoca "citius altius fortius", etc. Anche il ciclismo ha la sua tradizione: le grandi montagne, le corse storiche, l'associazione dell'evento a un periodo dell'anno (Tour=estate; Giro=tarda primavera). Ha senso volere imporre corse senza storia al pari di altre con una enorme tradizione? No. Che non significa negare l'espansione del ciclismo in California o a Dubai. Significa valorizzare l'argenteria senza trascurare il resto dei preziosi che si hanno in casa.

Ancora: le regole del gioco. Il ciclismo è uno sport individuale. Che fonda il suo successo e la sua spettacolarità sul mito, che travalica lo sport e arriva al vero senso della vita dell'uomo solo al comando. Negli ultimi anni si è fatto di tutto per trasformarlo in sport di squadra. In cui non esiste più il capitano e i suoi "sherpa" che fanno da fedeli portatori d'acqua, registi, etc. La gerarchia si è molto orizzontalizzata. Basso può essere fermato per Pellizzotti. Contador deve rivaleggiare con Armstrong. Gli ex-gregari hanno libertà di fuga. Oppure ottimi corridori come Hincapie sacrificati alla causa del Capo. Eppure il ciclismo era popolarissimo al tempo del capitano unico, della squadra votata tutta per lui. Coppi. Bartali. Gimondi. Moser. Saronni. Fino a Pantani, l'ultimo, non a caso diretto da Luciano Pezzi, mica da certa gente di oggi.
La gente si identifica nel capitano unico, non nella squadra. Per identificarsi nella squadra (rappresentativa di altri aspetti della vita) ci sono già altri sport. Se cerco la squadra "trascinata" da un goleador o da un allenatore o da un fantasista, tifo Milan, Manchester, Juventus, Real, mica Banesto, Liquigas o Gis Gelati. O no?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2009 alle 18:09
Mah, secondo me ci si può far ben poco, o perlomeno io non avrei idee in proposito. Per quando riguarda le cause credo che nel ciclismo sia entrata troppa matematica e troppi numeri. Le corse, gli allenamenti sono diventati x e y, da valutare attraverso sofisticate macchine che calcolano il motore di un atleta e da dottori che rielaborano tutti i dati per fare delle tabelle di allenamento personalizzatissime e scientifichissime. Prima il cardio, poi i rilevatori di potenza, utilissimi si, ma grandi limitatori in corsa. I percorsi sono gli stessi del resto, cambia solo l'approccio agli stessi.
Un altro fattore potrebbe essere il livellamento (al ribasso, ma con le dovute eccezioni) dei talenti, sempre più uguali fra loro sia come motore che come fantasia.

 

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Fabio

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/12/2009 alle 18:59
Io diminuirei i componenti per squadra nelle corse a tappe, il che obbligherebbe i capitani a scoprirsi prima e renderebbe meno impossibili le fughe da lontano. Credo che anche recuperare i vecchi tapponi di più salite consecutive renderebbe le corse più imprevedibili.
Sono anche d'accordo con le proposte di Frank VDB, soprattutto quella sulla "comunicazione" e il "mondiale unico".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2009 alle 19:25
l'idea del mondiale unico e di diminuire i corridori per squadra sembrano anche a me buone idee.

un'altra a mio avviso potrebbe essere recuperare le tappe vallonate nei grandi giri (e sperare che gli organizzatori li disegnino un po' meglio).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2009 alle 22:07
Io sono convinto che la squadra e le radioline per comunicare sono un'evoluzione del ciclismo moderno di cui non mi priverei. L'aspetto tattico aggiunge qualcosa in più rispetto ad un ciclismo fatto di pendenze smisurate o lunghe fughe scriteriate. Spesso accade che la troppa tattica sfoci in attendismo, ma spesso capita che le squadre pongono in essere azioni corali davvero molto interessanti.
Io credo che se qualcosa si deve fare, dovrebbe essere una strategia per ridare lustro alle corse in linea italiane, magari lasciando libero il kilometraggio oltre i 200km. forse anche i palmares sarebbero un po' più nobili.
Magari ridurre il n. di corridori per squadra aiuterebbe, soprattutto nelle gare di un giorno.
Per il mondiale, a me piacerebbe vederlo, almeno una volta in notturna.

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 00:40
le radioline le eliminerei completamente....basta ricordare Cunego alla Vuelta(sembravo alla Play Station....)
poi le squadre a 4-5 persone nelle classiche e nei grandi giri

e poi....clonerei Di Luca

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 01:09
Originariamente inviato da plata

Mah, secondo me ci si può far ben poco, o perlomeno io non avrei idee in proposito. Per quando riguarda le cause credo che nel ciclismo sia entrata troppa matematica e troppi numeri. Le corse, gli allenamenti sono diventati x e y, da valutare attraverso sofisticate macchine che calcolano il motore di un atleta e da dottori che rielaborano tutti i dati per fare delle tabelle di allenamento personalizzatissime e scientifichissime. Prima il cardio, poi i rilevatori di potenza, utilissimi si, ma grandi limitatori in corsa. I percorsi sono gli stessi del resto, cambia solo l'approccio agli stessi.
Un altro fattore potrebbe essere il livellamento (al ribasso, ma con le dovute eccezioni) dei talenti, sempre più uguali fra loro sia come motore che come fantasia.


caro plataa sono d'accordo con quello che dici....troppi numeri, tabelle e tabelline....ormai gli squadroni come Columbia, Garmin e compagnia curano anche il capello del ciclista....
comunque credo che lo spettacolo sia una cosa abbastanza soggettiva, come a me non piaceva un Basso che saliva sempre seduto, ma staccava tutti....qualche volta anche una disfatta può essere spettacolo

a me negli ultimi due anni è mancata una cosa sola...ricordo quando anni fa il sabato tornavo da scuola all'una più o meno e c'era il collegamento con già i primi salitoni dell'ultimo tappone del Giro, ci stava chi nell'ultimo giorno di corsa voleva ribaltare il Giro....quindi vogliamo i tapponi con tante salite, non cicloalpinismo dove non si può scattare....

se non ci sono i tapponi, deve crearsi una super rivalità in un grande giro che crei quell'atmosfera da fiction televisiva, quando ogni giorno i due arrivano insieme e si aspetta con ansia il giorno dopo per fare fuoco....nel 2009 questo c'è stato, ma mancavano le salite....ci sta poco da fare....
invece nel 2008 ci stavano i salitoni, ma la paura di Riccò l'ha fatta da padrone....era il più forte nelle gambe, ma faceva uno scatto solo dopo gli altri....

 

[Modificato il 04/12/2009 alle 01:13 by danilodiluca87]

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 04/12/2009 alle 08:03
Originariamente inviato da plata

Mah, secondo me ci si può far ben poco, o perlomeno io non avrei idee in proposito. Per quando riguarda le cause credo che nel ciclismo sia entrata troppa matematica e troppi numeri. Le corse, gli allenamenti sono diventati x e y, da valutare attraverso sofisticate macchine che calcolano il motore di un atleta e da dottori che rielaborano tutti i dati per fare delle tabelle di allenamento personalizzatissime e scientifichissime. Prima il cardio, poi i rilevatori di potenza, utilissimi si, ma grandi limitatori in corsa. I percorsi sono gli stessi del resto, cambia solo l'approccio agli stessi.
Un altro fattore potrebbe essere il livellamento (al ribasso, ma con le dovute eccezioni) dei talenti, sempre più uguali fra loro sia come motore che come fantasia.


Hai ragione, la tecnologia per quanto ha aiutato in alcuni ambiti, però ha rovinato la spettacolarità e la poesia di alcuni sport tipo appunto ciclismo, tennis e anche formula 1

 

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"Qui devi spingere con le tue gambe vecio" Davide Cassani a Gilberto Simoni alla ricognizione di Plan De Corones

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30 maggio 2007 ultima vittoria al giro sullo Zoncolan. 30 Maggio 2010 la fine di un lungo sogno duranto 15 anni fatto di tante gioie e tante delusioni, grazie di tutto Gibo!



 
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  postato il 04/12/2009 alle 09:37
bell'argomento!

Non sono sicuro che modificare le regole di uno sport sia il
principale accorgimento per aumentarne la spettacolarità.
E' vero che qualche miglioria potrebbe aiutare ma si correrebbe
il rischio di snaturarlo.

Parlare di spettacolo significa parlare dei media e di come
loro spettacolarizzano lo sport.
Senza arrivare a trasmettere in diretta le comunicazioni delle
radioline, la tv potrebbe "investire" di più sul ciclismo.
Mi correggo: meglio.
Faccio solo confronto fra Giro e Tour.
noi abbiamo il processo alla tappa che, forse, riesce ad essere
seguito da qualche appassionato.
In Francia, finita la tappa, c'e' una serie interminabile di interviste
e di servizi su ciò che è successo nelle tappa corrente (stile moviola
di Cassani), nelle tappe scorse e nelle vecchie edizioni.

Per riassumere, a mio parere, dovrebbero essere i media a
spettacolarizzare lo sport lavorando a 360 gradi piuttosto
che semplificare il loro compitoeleggendo l'idolo del momento
per poi abbandonarlo non appena cade in discrazia.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 04/12/2009 alle 12:37
Originariamente inviato da Lupo

Io diminuirei i componenti per squadra nelle corse a tappe, il che obbligherebbe i capitani a scoprirsi prima e renderebbe meno impossibili le fughe da lontano. Credo che anche recuperare i vecchi tapponi di più salite consecutive renderebbe le corse più imprevedibili.
Sono anche d'accordo con le proposte di Frank VDB, soprattutto quella sulla "comunicazione" e il "mondiale unico".


Sono senz'altro d'accordo. Se non erro ne avevamo già accennato qualche tempo fa con Mario. Con 7 corridori per squadra, ai GT ed alle classiche, sarebbe quasi impossibile ingessare le corse. L'deale sarebbe poi ridurre il numero dei corridori degni di correre nel circuito professionistico in modo che i partenti per ciascuna gara non siano piu di 120/130, solo i migliori. E gare piu' dure, per lunghezza e difficoltà di percorso. Farla finita una volta per tutte con tappe ridicole e cicloalpinismo.
Insomma, una elite selezionata di corridori con l'obbligo di partecipare a 2 GT (da, minimo, 4000 km), a tutte le grandi classiche e ad un numero selezionato di classiche storiche (tipo, per esempio, Giro dell'Appennino). Un ciclismo di serie A, possibilmente fuori dal controllo delle federazioni o, per lo meno, dove le federazioni dovrebbero avere solo il compito di organizzare le nazionali e gli eventi cui partecipano le nazionali. In questo modo i professionisti correrebbero per una settantina di giorni l'anno, da Marzo a Ottobre; che non sono tantissimi.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 04/12/2009 alle 12:49
in altro 3d si parlava (non mi ricordo più con chi) di 5 massimo 6. Perchè no? si inviterebbero più squadre e ci sarebbero meno scuse per effettuare certe esclusioni assurde che abbioamo visto qualche anno fa...

Di mio aggiungerei le squadre nazionali, in ogni caso creano più tifo ed interesse intorno a qualunque manifestazione (oltre al fatto che le tv nazionali sono quasi costrette a dare una buona copertura dell'evento): se ne era parlato per il GIro o per il Tour. L'idea non mi dispiacerebbe, ma io le nazionali le vedrei meglio nelle grandi classiche ex coppa del mondo, dove non si toglierebbe a dei giovani promettenti la necessaria possibilità di fare esperienza come in un gt se ci fossero le nazionali. In fondo anche se uno non ha mai fatto un Fiandre l'esperienza di muri e pavè se la fa anche nelle altre corse del periodo, più difficile fare esperienza di Giro o Tour solo in corse di una settimana.
Ripristinerei la Coppa del Mondo con una classifica per nazionali ad esempio

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 13:51
Io credo che il ciclismo sarà sempre un gradino sotto ad altri sport, rispetto a spettacolarizzazione, parlando meramente della sua promozione e non solo dell'aspetto tecnico, e questo per due motivi.
Il primo è dovuto al fatto che è uno sport non di gioco ma di fatica e resistenza. Particolare non da poco, se si pensa che buone parte delle campagne pubblicitarie sul calcio riguardano proprio le abilità tecniche dei principali protagonisti.
Il secondo motivo è dovuto al fatto che le aziende principali che investono e vivono sul ciclismo non siano dei brand famosi: se la Nike decidesse di investire seriamente sui materiali (tessuti per divise, caschetti, scarpini) sono convinto che il ciclismo verrebbe molto più pompato (anche se non è detto che sia un bene!)
In poche parole, il ciclismo non è mediaticamente griffato, ma è elegantemente "no logo".

Per renderlo maggiormente spettacolare, tralasciando alcuni aspetti che riguardano più l'aspetto tecnico-tattico (e che poi diventerebbe più spettacolare di conseguenza), credo che Davide intendesse anche un discorso di "prodotto". Ho un prodotto vendibile ma che ritengo poco appetibile, come fare per renderlo più accattivante?

Tempo fa, nel thread dei filmati di ciclismo, vennero postati alcuni video "promozionali" realizzati da semplici utenti di youtube. Spezzoni di corsa uniti a brani musicali particolarmente emozionali (ne ricordo uno, ad dir la verità incentrato molto sulla figura di Jan Ullrich, con il sottofondo di Hurt di Jhonny Cash: bellissimo!). Ecco, io credo che realizzare prodotti similari, che probabilmente non costerebbero neppure granchè, sottolinendo certe peculiarità proprie del ciclismo, potrebbe giovare alla RAI per pubblicizzare la trasmissione di Giro e classiche, cercando di stimolare l'interesse per la visione di queste corse anche a chi non mette il cerchiolino rosso degli sport preferiti sul ciclismo. Maggior auditel vuol dire maggiore pubblicità, maggiore pubblicità=più soldi che entrano nel circuito (e più madonne da parte di chi guarda la corsa e si vede interrotto: ricordate il Giro 1993, trasmesso fininvest? Ogni due minuti di corsa ce n'erano tre di pubblicità - e il gatorade non lo comprerò MAI, neppure sotto tortura, proprio per questo motivo - ma regia e promozione del prodotto erano tutta un'altra cosa rispetto alla rai).

P.S. Tra l'altro, il ciclismo ha un'altra grossa sf.iga: è uno sport povero ma per ricchi (dotarsi di un'attrezzatura media, senza diventare necessariamente dei "ciclosuonati" è già un discreto sforzo economico, rispetto a sport di prestazione come possono essere nuoto o corsa) in cui tra l'altro serve un sacco di tempo libero per poterlo praticare in un modo sufficientemente continuativo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 16:03
Concordo pienamente con l'intervento di Carrefour (con cui sono sempre in debito della famosa pizza "mediopadana" che dobbiamo fare!!!).
Nulla da aggiungere, se non una cosa: se il ciclismo è essenzialmente sport di fatica e resistenza, perchè non provare a investire proprio su questo elemento peculiare? Del resto è inutile provare a lavorare sull'immagine trendy dei corridori: sì, ogni vent'anni ti spunta un fighetto come De Vlaeminck o come Cipollini, ma c'è poco da fare, i ciclisti sono abituati da quando avevano 16 anni ad andare a letto presto e a non bere Negroni al Twiga, per cui ok, sfruttiamo Cipo, ma quando questi si ritira? Auspichiamo un suo rientro? Su via...
E allora proviamo a comunicare la fatica e la resistenza come valore. Lo so, erano valori che sfondavano nell'Italia pre-industriale, non in quella terziarizzata di oggi. Ma uno spin-doctor della comunicazione potrebbe provarci a rimettere in buona luce queste doti. Se penso che qualcuno è riuscito a veicolare come sport spettacolare planetario un non-sport come il golf i cui valori di fondo (tempo libero, lusso, ricchezza, circoli esclusivi) appartengono allo 0,1% della popolazione occidentale, penso che possiamo ancora riuscire a veicolare l'esatto opposto.

Come ha giustamente sottolineato Pedalando, io volevo focalizzarmi più sulla comunicazione del ciclismo che sulle sue regole (che ripeto: sono riformabili solo entro spazi ristretti). Ma se proprio vogliamo parlare di regole, perchè non torniamo a squadre ristrette? Ad esempio, io imporrei alle Pro Tour non più di 20 corridori. Con l'implicazione che in media ognuno si deve fare due gt e un numero complessivo di giorni-gara superiore alle medie attuali.
La popolarità del ciclismo è stata altissima fino ai primissimi anni '90 anche (ma non solo, lo so bene, ahimè) perchè se il cittadino medio accendeva la tv e si imbatteva nella trasmissione di una corsa o una gara passava sotto la sua finestra era certo che a pedalare in gruppo c'era Moser o Gimondi o Merckx o Coppi, a seconda delle epoche. Ora i grandi big corrono un mese ai massimi livelli (due se fanno corse in linea: aprile e settembre o ottobre) e poi vanno in vacanza. Valentino Rossi veicola il motociclismo 9 mesi l'anno. Schumacher faceva lo stesso in formula1. Totti è sulla breccia 10 mesi l'anno...

E allora perchè non pensiamo ad un sistema di incentivi e disincentivi (regole no, perchè fanno presto a by-passarle) che obblighi i primi 20-30 della classifica UCI a correre almeno un x-percento delle 10-12 grandi competizioni del calendario?

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 04/12/2009 alle 16:56
Originariamente inviato da Frank VDB
...
Come ha giustamente sottolineato Pedalando, io volevo focalizzarmi più sulla comunicazione del ciclismo che sulle sue regole (che ripeto: sono riformabili solo entro spazi ristretti). Ma se proprio vogliamo parlare di regole, perchè non torniamo a squadre ristrette? Ad esempio, io imporrei alle Pro Tour non più di 20 corridori. Con l'implicazione che in media ognuno si deve fare due gt e un numero complessivo di giorni-gara superiore alle medie attuali.
...

Riprendo questo perché, secondo me, il problema risiede nella pochezza qualitativa del ciclismo odierno. Mi spiego, troppe squadre, con troppi atleti. Questo comporta uno scadimento di tutto: partecipazione di qualità alle corse importanti, stipendi dei ciclisti, proliferare di garette per impiegare un po' tutti.
La tradizione del ciclismo non dev'essere messa in discussione, quindi sono contrario a diminuire i componenti delle squadre nei grandi giri, ma si deve tornare a poche compagini composte da massimo 20 corridori. Si, molti dovranno trovarsi un nuovo lavoro ma così avremo più qualità e quindi più spettacolo.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 17:55
Originariamente inviato da Frank VDB

La popolarità del ciclismo è stata altissima fino ai primissimi anni '90 anche (ma non solo, lo so bene, ahimè) perchè se il cittadino medio accendeva la tv e si imbatteva nella trasmissione di una corsa o una gara passava sotto la sua finestra era certo che a pedalare in gruppo c'era Moser o Gimondi o Merckx o Coppi, a seconda delle epoche. Ora i grandi big corrono un mese ai massimi livelli (due se fanno corse in linea: aprile e settembre o ottobre) e poi vanno in vacanza. Valentino Rossi veicola il motociclismo 9 mesi l'anno. Schumacher faceva lo stesso in formula1. Totti è sulla breccia 10 mesi l'anno...


quindi li facciamo correre 10 mesi all'anno????
se quelli più forti li fanno fuori....l'anno prossimo il diluchiano quale motivo avrà di andare a vedere il Giro????
e l'anno scorso quelli di Riccò, e l'anno prima quelli di Basso ecc.ecc.
ci andranno solo i veri appassionati....

quest'anno Janson Button ha potuto fare anche grandi sorpassi, ha vinto, ha stravintoo, tutto quello che volete, ma la gente non lo ha visto, non si è emozionata....la gente vuole vedere i grandi nomi combattere....non le scartine che vincono perchè non ci sono quelli forti....

questa cosa la dicevo anche io....il tifoso preferisce innamorarsi di un giovane calciatore di 20 anni perchè è sicuro di goderselo fino a fine carriera....invece se uno si affezziona ad un ciclista dopo pochi anni di solito viene beccato ed il tifoso abbandona ciclista e ciclismo....

uno come Cunego avvicina un tifoso al ciclismo???? a cosa serve????

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 18:05
Originariamente inviato da danilodiluca87
uno come Cunego avvicina un tifoso al ciclismo???? a cosa serve????

Il Giro 2004 aveva avuto un enorme seguito. Il doppio del Giro di quest'anno.. L'attacco sul Furcia a piu' di 50 all'arrivo , Bormio 2000 , la Tappa della Presolana quello è il vero ciclismo
Non gli auricolari , srm o il cardio , gli abbuoni o il secondo in classifica che tira per il primo (stile Rominger al Tour 93 , Ullrich a vari Tour di Armstrong , Di Luca al Giro di quest'anno)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 18:11
....o il Cunego per PS3 della Vuelta 09

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2009 alle 18:22
Si il Cunego che si ritira alla Vuelta , dopo aver vinto due tappe non fa bene al ciclismo.Per cosa ? Per preparare i mondiali.. poi chi li ha vinti? Evans che la Vuelta l'ha finita. Ti ritiri solo se non ce la fai piu'. Purtroppo è una delle mode del ciclismo moderno come il non correre..
Sulla Gazzetta c'era un intervista sui programmi di Basso per il prossimo anno.Prima del Giro , non lo vedremo quasi mai , correrà due gare a tappe (il Trentino e una corsa Spagnola..)e stop.
Lo spettacolo è vedere Di Luca , Cunego , Basso che si diano battaglia dal Laigueglia a Lombardia , non due volte all'anno
Troppo professionalismo distrugge la fantasia

 
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  postato il 04/12/2009 alle 18:32
Originariamente inviato da danilodiluca87

....o il Cunego per PS3 della Vuelta 09


Ma tu sai parlare solo di Cunego? E lascialo stare, tiene già i suoi bei problemi!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Tour




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  postato il 04/12/2009 alle 21:00
Inizierei col limitare il numero di corridori per squadra. La mossa successiva si vedrà.
 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 04/12/2009 alle 22:32
per quanto riguarda le riprese televisive, io vorrei che venisse lasciato aperto l'audio sulla strada, anche se a volte può sovrastare le voci dei telecronisti. Secondo me ciò influisce molto sulla spettacolarità.
per i percorsi: ritorno ai 240 - 250 km anche per le classiche non protour; meno piattoni per velocisti nelle corse a tappe.
A roposito del Giro dell'Appennino: c'è anche il rischio che l'anno prossimo non venga disputato, pare ci siano difficoltà di finanziamento. Speriamo bene.

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 05/12/2009 alle 19:30
L'audio sulla strada, i pochi corridori nei GT, il mondiale unico... Tutte proposte che STRASOTTOSCRIVO, bel thread. Queste le sottoscrivo e non mi ripeto.

Di mio ho un sogno,
vedere una volta ad un mondiale la staffetta.

Mondiale, circuito di 20 km, 4 per squadra, si disputa 1 o 2 giri, e poi cambio. Magari su un percorso più breve, ma vedere 4 corridori impegnati a tutta su un giro solo, o magari due, sarebbe eccezionale.

 
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  postato il 06/12/2009 alle 10:16
Abolire le radioline, limitare il numero dei corridori dei 'treni' dei velocisti, valorizzare le classiche (calcolare per esempio una proporzione minima tra gt e classiche... basta corridori 'alla Armstrong'), migliorare il calendario e la copertura tv, sistemare la diatriba protour/no-protour e aumentare il prestigio del ranking e del vincitore finale, promuovere e far conoscere il ciclismo su pista (la situazione velodromi in Italia è drammatica ma si può migliorare, in Europa siamo su un altro pianeta).
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/12/2009 alle 12:34
Io proporrei anche di far delle prove tipo biathlon: i ciclisti si fermano in delle postazioni alla fine delle salite e sparano a delle borracce. Se falliscono più di 2 bersagli su 5 devono rifarsi la salita!

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/12/2009 alle 13:09
Originariamente inviato da desmoblu

...valorizzare le classiche (calcolare per esempio una proporzione minima tra gt e classiche... basta corridori 'alla Armstrong'...


Questo sarebbe molto interessante, ma bisogna capire come attuarlo. Obbligare i corridori a fare Roubaix e Tour non sarebbe nemmeno giusto, perchè alla fine quello che conta è il piglio con cui corrono le gare di un giorno gli uomini per i GT. Lemond nei primi anni '90 ha corso la Roubaix, Bugno il Fiandre ecc. ecc.
Liegi, Lombardia, Freccia, Amstel sono corse adattissime per i corridori come Contador, ma non sempre le corrono.
Anni fa i corridori lo facevo e non erano obbligati, forsè è la troppa importanza che ha acquisiti il Tour la causa di quello che accade oggi, forse sarà anche la troppa specializzazione, il troppo equilibrio verso l'alto fra corridori che non ti permette di essere competitivo già se sei al 90%. Forse un po' di tutti questi fattori.
Secondo me occorre valorizzare un po' di più le corse oltre Tour, Mondiale e le 5 monumento (anche se il Lombardia già conta unpochetto di meno delle altre a causa della sua collocazione).

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
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  postato il 06/12/2009 alle 14:04
Si, ma guarda tutti i grandi del passato. Oltre ai GT, nella stragrande maggioranza dei casi troviamo vittorie nelle classiche e in altre corse oggi considerate 'minori'. I primi nomi che mi vengono in mente, oltre a Bartali Coppi e Merckx (ovviamente), sono Hinault, Gimondi, Anquetil, Magni, addirittura Moser e Bugno. Altri magri non hanno vinto classiche monumento, ma hanno corso contemporaneamente Giro e Tour e vinto decine di altre corse. parlavi di LeMond, si potrebbero citare anche Gaul, Poulidor etc etc.
Allora diciamo subito che il fascino di una corsa è dato da molti fattori insieme: la difficoltà, la bellezza del percorso, il pubblico, la tradizione, la copertura mediatica e il parco partenti. Per esempio: se a un Fiandre non partecipasse alcun big, l'interesse calerebbe enormemente; solo gli ultra-appasionati lo guarderebbero, e nemmeno tutti.
Quindi sarebbe bello non vedere la nuova generazione di corridori post-Armstrong, e cioè irrimediabilmente assolutamente incurabilmente stitici.
Se non ci arrivano loro, snobbando qualsiasi corsa che non sia un GT (e preferibilmente il Tour), forse sarebbe opportuno lavorare sul regolamento.
Vuoi correre il Tour? Va bene, però fatti anche Liegi e Fiandre..

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 06/12/2009 alle 14:34
E' quello che proponevo anch'io in un altro 3d: secondo me bisognerebbe studiare una percentuale di gare (pro-tour) da fare per avere l'"ammissione" alla gara successiva, in modo che se si vuol fare il Tour o si sia fatto il Giro e due o tre altre classiche, oppure tutte le classiche comprese le brevi corse a tappe. Naturalmente poi ci vorrebbero delle clausole che diano dei margini di elasticità, ma anche attenzione a non lasciare deroghe ai furbi (insomma organi di dirigenza del ciclismo mondiale seri, affidabili e non partigiani....).
Personalmente non credo che i corridori di gran nome (es. un Contador o un Cancellara) andrebbero alle grandi classiche o al Giro a fare male figure prendendo minuti su minuti tutte le volte...
L'idea della staffetta "mondiale" piace tantissimo anche a me.
L'idea della salita rifatta come il giro di pista del biathlon invece è geniale anzi due bersagli falliti due volte la slita da fare

 

[Modificato il 06/12/2009 alle 14:37 by elisamorbidona]

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FANTACICLISMO CICLOWEB 2008

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Vincitrice Memorial Pantani e tappa Alpe d'Huez al Tour

FANTACICLISMO CICLOWEB 2009

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7 TITOLI QUIZ DELLE SALITE

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2009 alle 11:45
Un'idea che aumenterebbe la spettacolarità e l'interesse dei media, è la partecipazione delle squadre nazionali ai GT.
E' difficilmente realizzabile, ma organizzare un GT all'anno (ed a turno) con le nazionali, sarebbe un grandissimo evento e non causerebbe danni agli sponsor.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2009 alle 12:15
Originariamente inviato da Ottavio

Un'idea che aumenterebbe la spettacolarità e l'interesse dei media, è la partecipazione delle squadre nazionali ai GT.
E' difficilmente realizzabile, ma organizzare un GT all'anno (ed a turno) con le nazionali, sarebbe un grandissimo evento e non causerebbe danni agli sponsor.


anche perchè gli sponsor potrebbero sempre sponsorizzare le squadre nazionali..

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 07/12/2009 alle 12:48
Originariamente inviato da Ottavio

Un'idea che aumenterebbe la spettacolarità e l'interesse dei media, è la partecipazione delle squadre nazionali ai GT.
E' difficilmente realizzabile, ma organizzare un GT all'anno (ed a turno) con le nazionali, sarebbe un grandissimo evento e non causerebbe danni agli sponsor.

Si, molto d'accordo su questa cosa.
Non c'entra nulla con la spettacolarità, ma una cosa che farei, all'interno di una più generale razionalizzazione del calendario che elimini un sacco di corse che non aggiungono nulla e che non segue nessuno, è l'abolizione della classifica Pro Tour, assolutamente priva di interesse. Secondo me è proprio sbagliata l'impostazione di questa graduatoria, non solo perchè diverse prove si sovrappongono, ma perchè non si possono mischiare prove in linea e corse a tappe, tanto più nella situazione attuale di ultra specializzazione. Io farei due classifiche separate, una per le gare in linea, come la vecchia Coppa del Mondo, e una per le gare a tappe, includendo in questa oltre ai 3 grandi Giri quelle più importanti, tipo la Parigi Nizza, il Delfinato, il Giro di Svizzera ed anche il Giro di California e il Tour Down Under, in modo da comprendere anche corse di buon livello che si corrono in altri continenti. Ovviamente il Giro di California non darebbe gli stessi punti di quello d'Italia o di Francia e per essere inclusi nella graduatoria finale bisognerebbe portare a termine almeno due grandi Giri più la maggior parte di quelli minori. Sarebbero in questo modo delle classifiche molto più sensate e interessanti.
Poi si, bisognerebbe pure buttare a mare le radioline, o al massimo lasciarle ad un corridore per squadra solamente, e ridurre il numero dei partecipanti per ogni squadra. Le corse sono troppo bloccate e quasi sempre scontate e noiose, vedere in azione squadre come il Team Columbia che ammazzano un sacco di corse, uccide l'interesse di chi segue (sicuramente il mio, almeno) e smonta tutte le velleità dei corridori che volessero attaccare.
Non farò piacere ai disoccupati, ma io poi penso pure che assieme a troppe corse che non segue nessuno e che si possono eliminare tranquillamente, ci sono anche troppe squadre. Io abolirei la terza fascia, quella delle Continental.
Non parlo di spettacolarità quindi, ma di organizzazione interna. Un movimento professionistico per essere credibile deve essere organizzato bene. Tutto questo contorno di squadre e di corse di terza fascia è nato proprio per dare la possibilità di correre a tanta gente che in realtà non ne avrebbe i mezzi, proprio perchè fare ciclismo a livello professionistico sarebbe una cosa per pochi eletti, come in tutti gli sport d'altronde. C'è quindi una concezione sbagliata del professionismo. Poco professionale, in realtà.

 

[Modificato il 07/12/2009 alle 12:50 by mont ventoux]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2009 alle 13:18
L'idea del GT per squadre nazionali è molto bella e suggestiva, ma credo impossibile da realizzare. Gli interessi in gioco sono troppi perchè gli sponsor mollino l'osso e sponsorizzare una squadra nazionale non è la stessa cosa.

Secondo me la strada da seguire per aumentare lo spettacolo potrebbe essere quella di diminuire il numero dei corridori per squadra.

Non sono d'accordo col voler obbligare i big a partecipare a tutte le classiche, anche perchè temo che andrebbero alla corsa solo per onor di firma. Purtroppo bisogna accettare il fatto che il ciclismo è cambiato e la specializzazione esasperata fa parte di questo cambiamento.

 

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"Per aspera ad astra" Seneca o Eros Poli ... non ricordo

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2009 alle 13:19
Oltre alle cose dette da voi e che condivido, mondiale unico e niente radioline, meno corridori e più squadre al GT, aggiungo la richiesta personale di diminuire le corse.
Troppe corse, troppa confusione, corse inutili, corsette dove si parte in 150 e si arriva in 30, corse disputate a Monculandia, ecc.

Calendario ristretto ma più incisivo dal punto di vista mediatico e di partecipazione.
Inoltre migliorerei il ranking e lo utilizzerei obbligando i primi 50 a partecipare ai GT (e quindi le squadre di appartenenza, indipendentemente dalla categoria).

(Oltre al biathlon proporrei anche le gare a tecnica libera (dove tutto è lecito, dal bucare le gomme agli avversari, a versare olio...tipo le corse con Mutley e Dusterdly e penelope pizzo) e tecnica classica dove ovviamente le regole vanno rispettate a discapito dello spettacolo che ne può scaturire in tecnica libera.)

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 07/12/2009 alle 13:44
Originariamente inviato da Serpa



Calendario ristretto ma più incisivo dal punto di vista mediatico e di partecipazione.

Esattamente, è proprio quello che manca.
Ed è anche il motivo per cui poi va a finire che corse di tradizione importante e prestigio, tipo la 3 Valli Varesine o la Parigi Brouxelles, si riducono allo stato pietoso in cui sono ora. Va fatta una pesante razionalizzazione del calendario, anzi, dico pure che questa è una condizione assolutamente necessaria affinchè sia privilegiata la qualità del campo partenti, senza la quale è evidente che poi ne risentano pure lo spettacolo e l'interesse.

 
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  postato il 07/12/2009 alle 20:13
Ma proprio per evitare l'"onor di firma" bisognerebbe secondo me ripensare e potenziare l'attuale classifica 'pro tour', in modo che i grandi corridori siano invogliati (prestigio e soldi) a correre non solo i gt, e soprattutto a partecipare alle classiche per vincerle. E pensare che ci sono corridori che hanno costruito intere carriere sulle classiche, vincendone anche relativamente poche..
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/12/2009 alle 20:45
Originariamente inviato da desmoblu
Ma proprio per evitare l'"onor di firma" bisognerebbe secondo me ripensare e potenziare l'attuale classifica 'pro tour', in modo che i grandi corridori siano invogliati (prestigio e soldi) a correre non solo i gt, e soprattutto a partecipare alle classiche per vincerle. E pensare che ci sono corridori che hanno costruito intere carriere sulle classiche, vincendone anche relativamente poche..


Questo è vero: un ProTour fatto bene potrebbe rilanciare molte corse; il problema è scegliere quelle giuste (ma questo forse è OT).

Io penso però che ormai si sia andati troppo oltre con la specializzazione dei professionisti; le grandi corse alla portata dei corridori da GT sono ormai poche (praticamente solo Liegi e Lombardia) e anche quelle sono quasi sempre appannaggio di pochi specialisti. E' ormai un'idea radicata tra i professionisti, non so con quanta ragione, che chi deve preparare un GT non possa concentrarsi sulle classiche.

Il caso di Andy Schelck è l'eccezione secondo me, una stupenda eccezione, ma sempre eccezione; tra l'altro sono curioso di vedere come sarà impostata la prossima stagione di Andy.

E poi non ho capito perchè ci si debba sempre concentrare solo sui corridori GT? perchè si dice sempre "basta corridori alla Armstrong"?
E dei corridori alla Devolder allora, cosa si deve dire? Non è forse la stessa cosa?

Purtroppo, ripeto, i ciclisti saranno sempre più portati alla specializzazione: forse l'unico modo per rimescolare le carte potrebbe essere quello di limitare il numero di corridori per squadra.

 

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  postato il 07/12/2009 alle 21:19
Questo è vero. Ma se un Devolder non potrà mai vincere un Tour (come un Museeuw non era in grado di vincere un Tour), non è detto (anzi) che un Contador, un Valverde, un Cunego, un Di Luca non possano vincere classiche.
Non vedo un'esatta reciprocità, ecco.
Per questo credo che invogliando i 'recalcitranti' (ma prima bisogna sanare i dissidi pro-tour vs organizzatori) si potrebbe avere uno spettacolo migliore. Poi certo, ci sarebbe da ripensare, come dice il buon Serpa, al calendario e spesso al formato delle corse, e bisognerebbe puntare sul valore e il prestigio delle corse più che sull'argent di sponsor ed enti vari (con corse storiche dimenticate o cancellate, in favore di altre forse meno meritevoli ma più retribuite)..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/12/2009 alle 13:54
Originariamente inviato da desmoblu
Vuoi correre il Tour? Va bene, però fatti anche Liegi e Fiandre.


Questo sarebbe l'ideale, ma come realizzarlo?
Si può obbligare una squadra a correre una corsa (più o mneo questo già avveniva), già la vedo dura far partecipare per forza un corridore ad una gara, ancora più difficile obbligarlo a concluderla ed impegnarsi per la vittoria.
Quando c'era la coppa del mondo, almeno agli inizi c'era un minimo di gare di CdM da fare per concorrere per la classifica finale, altri meccanismi non ricordo.
Andrebbero pensati. Quali potrebbero essere?

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
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66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/12/2009 alle 14:00
premi in denaro combinati, direi...
ovvero, se vinci il tour e fai un 'tot' piazzamento al fiandre, ti diamo un 'quid' in più come premio.

 

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