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Giro D'Italia 2012 : partenza dagli USA: UNA VERGOGNA
roberto79 - 17/11/2009 alle 17:05

Avete sentito che Zomegnan sta trattando la partenza del Giro da Washington? E' previsto il cronoprologo e poi una tappa in linea... perchè snaturare questa corsa in questo modo? :hammer:


Monsieur 40% - 17/11/2009 alle 17:06

Nel 2010 difatti si chiamerà: "Giro di Taglia (sempre più alta)" :Od:


plata - 17/11/2009 alle 17:17

Gran Kobram 2010 "La crono del sabato nel labirinto del giardino di Boboli a Firenze" Nievole: è una proposta imperdibile Plata: nessun problema per il trasferimento, tanto per domenica mattina nessuno sarà ancora uscito dalle siepi di bosso


roberto79 - 17/11/2009 alle 17:18

se continua così diverterà più divertente il Giro del Ruanda....


roberto79 - 17/11/2009 alle 17:19

si parla pure di una partenza del Giro 2013 dall'Antartide...:( "ZomeGNAM" SVEGLIATI IL GIRO DEVE RISPETTARE LA TRADIZIONE !!!!!


plata - 17/11/2009 alle 17:21

[quote][i]Originariamente inviato da roberto79 [/i] se continua così diverterà più divertente il Giro del Ruanda.... [/quote] Ma no dai... in fondo le partenze europee ci hanno riempito i corbelli. Questa è talmente folle che è pure bella. E poi almeno per qualcosa l'italia sarebbe all'avanguardia... :Od:


Lupo - 17/11/2009 alle 18:15

Io sono sempre favorevole a quel che può portare soldi in cassa e notorietà, e quindi far crescere il Giro d'Italia. Certo che una partenza dagli USA, però, mi pare che ponga grossi problemi logistici.


plata - 17/11/2009 alle 18:22

Che poi a quel punto devi per forza fare almeno un paio di tappe negli states, e visto che nella zona ci sono philadelphia e new york credo che la scelta andrebbe a ricadere non molto lontano da queste. Per la logistica potrebbero fare una partenza anticipata. Mi spiego. Invece che partire di sabato, fare il prologo il venerdì e poi due tappe oltreoceano. A quel punto potrebbero inserire due, anzichè uno, giorni di riposo dopo il rientro. Ma questo è molto fanta e poco ciclismo.


il cannibale - 17/11/2009 alle 18:51

Siiii, nel 2014 si parte da Urano!!! :cool: Fonte: il mio cervello bacato...


sceriffo - 17/11/2009 alle 19:15

zomegnanate


Frank - 17/11/2009 alle 19:37

[quote][i]Originariamente inviato da il cannibale [/i] Siiii, nel 2014 si parte da Urano!!! :cool: Fonte: il mio cervello bacato... [/quote] Nel 2015 si parte con una gara di cycling manager :pss:


Maìno della Spinetta - 17/11/2009 alle 20:10

Chissà cosa starà sognando Zome adesso che la Nasa ha trovato l'acqua sulla Luna...


meriadoc - 17/11/2009 alle 20:36

ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il jet set ci vogliono almeno 4-5 giorni


Lu Sbroga - 17/11/2009 alle 20:49

per me è impossibile


Monsieur 40% - 17/11/2009 alle 20:57

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il [b]jet set[/b] ci vogliono almeno 4-5 giorni [/quote] Hahahahahhahahahahahha!! Questo è uno dei lapsus freudiani più belli e divertenti della storia del forum!!! :D


meriadoc - 17/11/2009 alle 21:06

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il [b]jet set[/b] ci vogliono almeno 4-5 giorni [/quote] Hahahahahhahahahahahha!! Questo è uno dei lapsus freudiani più belli e divertenti della storia del forum!!! :D [/quote] perchè lapsus freudiano?


maglianera - 17/11/2009 alle 21:53

potrebbero, da Washington, attraversare tutti gli States fino alla costa occidentale; poi salire in Canada, quindi in Alaska. Poi atraversare lo stretto di Bering con un ponte di chiatte o,se possibile, sul ghiaccio. Quindi proseguire in Siberia con una serie di tappe che costeggiano la transiberiana (favoriti i velocisti). Fare una deviazione a sud verso l'Himalaya dove naturalmente dovrebbe situarsi la cima Coppi. Fare anche qualche tappa in Afghanistan per salutare i militari italiani. Poi Iran,Medio oriente, Turchia, Balcani, Grecia (cronoscalata del monte Athos), Albania, costa Dalmata e rientro in Italia da Trieste. Ultime tappe decisive sulle Dolomiti e tradizionale circuito finale a Milano. Partenza nel 2010 e arrivo nel giugno 2011, così si potrebbero organizzare due giri in uno e risparmiare nei costi di presentazione. :Od:


SHORT ARM - 17/11/2009 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il [b]jet set[/b] ci vogliono almeno 4-5 giorni [/quote] Hahahahahhahahahahahha!! Questo è uno dei lapsus freudiani più belli e divertenti della storia del forum!!![/quote] perchè lapsus freudiano? [/quote] Perché si dice [i]jet lag[/i], mentre a me la parola "set" evoca più qualcosa di filmico, scenico, non certo ciclistico. Poi secondo il Sabatini - Coletti il "jet set" è "l'alta società internazionale ironicamente contraddistinta dall'abitudine a viaggiare in jet". Tornando in topic, questa abitudine dei GT di andare a cercare i soldi all'estero e le partenze intelligenti dall'Olanda (quest'anno) o da altri posti più o meno lontani dalla zona di gara non è mai molto piaciuta. Dice, sei antico. Oggi c'è da fare bisniss. Certo, la moneta sonante conta, come no. Se c'è da fare lo sconfinamento per organizzare una tappa interessante (ho detto interessante...) non mi schifo proprio, ma il Giro che parte da Washington no, per favore, tutto ma questo no! Non era poi così lontana dalla verità quella news del'ultimo Ciclope che ipotizzava la partenza del Tour of Qinghai Lake 2010 dall'Olanda... :D Povero ciclismo! Povero in senso figurato, s'intende.

 

[Modificato il 17/11/2009 alle 22:07 by SHORT ARM]


W00DST0CK76 - 17/11/2009 alle 22:14

Intanto Zomegnan è già partito sull A-pollo 17 per verificare la fattibilità di una partenza del Giro 2015 nientemeno che dalla luna. Naturalmente Armstrong non potrebbe lasciarsi scappare una simile occasione!


Frank VDB - 17/11/2009 alle 22:45

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il jet set ci vogliono almeno 4-5 giorni [/quote] Tanto per cominciare potrebbero pensarci loro stessi e i loro sindacati. A parte questo mi chiedo se il ritorno in Italia avverrà via Atlantico con un volo verso l'Italia o via Pacifico facendo scalo in Cina con 8 tappe verso gli Urali e poi trasferimento in Olanda in cui fare due - tre tappe prima del gran finale in Italia. Ah, è anche valida l'opzione Grandi Laghi, Canada, Alaska, Stretto di Bering (probabilmente si può fare in modo che a maggio sia ancora attraversabile su ghiaccio), Siberia, Urali per poi innestarsi sul percorso di cui sopra. Quelli di Overland stanno pensando a seguire il Giro per farne un docu-film.


Frank VDB - 17/11/2009 alle 22:45

[quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] potrebbero, da Washington, attraversare tutti gli States fino alla costa occidentale; poi salire in Canada, quindi in Alaska. Poi atraversare lo stretto di Bering con un ponte di chiatte o,se possibile, sul ghiaccio. Quindi proseguire in Siberia con una serie di tappe che costeggiano la transiberiana (favoriti i velocisti). Fare una deviazione a sud verso l'Himalaya dove naturalmente dovrebbe situarsi la cima Coppi. Fare anche qualche tappa in Afghanistan per salutare i militari italiani. Poi Iran,Medio oriente, Turchia, Balcani, Grecia (cronoscalata del monte Athos), Albania, costa Dalmata e rientro in Italia da Trieste. Ultime tappe decisive sulle Dolomiti e tradizionale circuito finale a Milano. Partenza nel 2010 e arrivo nel giugno 2011, così si potrebbero organizzare due giri in uno e risparmiare nei costi di presentazione. :Od: [/quote] Scusami per la parziale sovrapposizione, ma non aveva letto il tuo post prima di inviare il mio. Chiedo venia. :cincin:


meriadoc - 17/11/2009 alle 23:18

[quote][i]Originariamente inviato da SHORT ARM [/i] Perché si dice [i]jet lag[/i], mentre a me la parola "set" evoca più qualcosa di filmico, scenico, non certo ciclistico. [/quote] si, della natura dell'errore mi ero accorto, non tanto del "lapsus freudiano" nel passare tra jet set e jet lag a meno che non si voglia con questo intendere ironicamente che la carovana del Giro e' ormai un fenomeno da baraccone (anche se comunque jet set ha un'accezione diversa, e non necessariamente negativa)


Monsieur 40% - 17/11/2009 alle 23:50

Sì, Meriadoc, pensavo intendessi/ti fossi confuso con quell'accezione là. Ovviamente, se così non è, il tutto è più triste e meno ironico... :(


North Wind - 18/11/2009 alle 00:14

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] ma ai corridori chi ci pensa? per smaltire il jet set ci vogliono almeno 4-5 giorni [/quote] E anche al personale. Una trasferta del genere sarebbe veramente sfiancante. Al Giro come in tutte le altre gare c'è sempre la corsa nella corsa. Scusate il gioco di parole..


W00DST0CK76 - 18/11/2009 alle 00:23

[quote][i]Originariamente inviato da North Wind [/i] Scusate il gioco di parole.. [/quote] Scusate??? Ma noi su queste cose ci viviamo!!! :D


Bartoli - 18/11/2009 alle 01:35

Sogno già la prima edizione della Tirreno - Atlantico :D


robby - 18/11/2009 alle 07:55

scusate eh, ma sta notizia è una bufala oppure è vera? ho provato a cercare qualcosa ma non ho trovato niente...avete la fonte di questa indiscrezione? Se fosse una cosa vera stiamo arrivando a livelli davvero fantaciclistici che mai mi sarei immaginato


Laura Idril - 18/11/2009 alle 07:58

Robby come non hai trovato niente?!??! Su cyclingnews, su tuttobiciweb... c'è ovunque questa notizia ehehehe


robby - 18/11/2009 alle 08:53

eh, ma io guardo solo cicloweb! :) :gruppo: minkia allora è una cosa vera??!!?? tristezza cosmica!!!


Morris - 18/11/2009 alle 09:48

Pazzesco, vivo isolato come fossi in conclave sperando di….. eppure ricevo telefonate di sdegno verso l’ennesima “pirlata”, che, in realtà, altri non è che una logica conseguenza al risaputo (contenuto in silenzio nelle viscere dell’intelligenza)… Vergogna? A me sembra solo una manifestazione ulteriore di sudditanza verso l’impero che grava su questa disciplina da 11 anni… Ciclismo = “Sport” sempre meno credibile. Ci restano solo grumi di emozioni, ormai concentrate sulla pista e sulle classiche, il resto, se si è visto il ciclismo precedente il colpo mortale…. è meglio dimenticarlo in fretta. :gluglu:


Serpa - 18/11/2009 alle 12:34

Non avete capito... "prenderà il VIA (da) Washington" è criptico...siccome milano l'hanno bocciata quest'anno, si rifaranno nel 2012. [img]http://img690.imageshack.us/img690/1669/milanomiacom001jpg.jpg[/img] (milanomia.com)

 

[Modificato il 18/11/2009 alle 15:38 by W00DST0CK76]


pitoro - 18/11/2009 alle 13:15

Quiz per Serpa (se lo leggono Elisa o Herbie indovinano al volo): quale delle due torrette fa parte del miniappartamento di Donadoni? Per tornare in Topic: pare che per tacitare quegli scassamaroni dei ciclowebbisti, la volpe Zome abbia deciso di invitare la redazione e una trentina di forumisti alla partenza a stelle e strisce. Basterà?


Serpa - 18/11/2009 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da pitoro [/i] Quiz per Serpa (se lo leggono Elisa o Herbie indovinano al volo): quale delle due torrette fa parte del miniappartamento di Donadoni? Per tornare in Topic: pare che per tacitare quegli scassamaroni dei ciclowebbisti, la volpe Zome abbia deciso di invitare la redazione e una trentina di forumisti alla partenza a stelle e strisce. Basterà? [/quote] A parte che Zome m'ha chiamato se potevo fare la parata in bici tenendo la bandiera rosa della gazzetta e sto valutando l'ipoterisi di farlo...la torretta è chiaramente quella a destra perchè ci sono le finestre schierate col 4-3-3 (in primo piano si vedono i 3 di centrocampo)


Cacciatore di tappe - 09/12/2009 alle 21:36

IL ZOME FA SUL SERIO!!! Dal sito della Gazzetta: Giro 2012 negli States Missione Washington Fenty, il sindaco-triatleta amico di Obama, chiede la partenza della corsa rosa: le bici davanti alla Casa Bianca MILANO, 9 dicembre 2009 - La prima email a giugno. "Washington vuole ospitare la partenza del Giro d’Italia". E la capitale degli Usa vuol dire Casa Bianca, cioé il presidente Obama, e il sindaco Adrian Fenty, 39 anni, suo amico, appassionato di triathlon e bici. "Perché no?" ha risposto subito Angelo Zomegnan, direttore della corsa Gazzetta. Domani, dopo due incontri preparatori, ci sarà il faccia a faccia con Fenty: sul tavolo il progetto, concreto, di attraversare l’Atlantico e portare per la prima volta una grande corsa a tappe negli States. Impresa mai riuscita neanche al Tour. TRACCIATO — Il percorso, segretissimo, c’è già. Ed è contenuto in un Dvd che il sindaco Fenty mostrerà a Zomegnan. Come dire: noi siamo pronti. Le ipotesi sono diverse, ma quella più gettonata è un prologo che tocchi i luoghi simbolo di Washington: partenza dal Jefferson Bridge, poi il museo Smithsonian, The Mall, il Campidoglio, il Lincoln Memorial (qui Martin Luther King fece il famoso discorso "I have a dream") e la Casa Bianca, che verrebbe costeggiata per tre lati. DAMA BIONDA — Zomegnan vedrà due volte il sindaco: in mezzo, un incontro più tecnico con le persone che stanno collaborando al progetto. Tra loro Robin Morton, la "dama bionda" del ciclismo a stelle-e-strisce, che nel 1984 guidò al Giro la prima squadra professionistica americana sponsorizzata da Gianni Motta. IPOTESI NEW YORK — "C’è grande entusiasmo in America per il Giro, ne siamo lusingati. Ha sicuramente contribuito anche la partecipazione di Armstrong quest’anno alla corsa del Centenario — prosegue Zomegnan —, con un’emittente, la Universal Sports, che l’ha trasmessa negli Usa con ottimi risultati. Non nego che per il Giro la partenza del 2012 farebbe epoca. Non da una colonia italiana all’estero, ma dalla capitale della nazione più importante del mondo. All’estero il Giro ha preso quota: oltre a Belgio e Olanda, da dove siamo partiti in passato e partiremo nel 2010, abbiamo richieste per il via del Giro da Liechtenstein, Danimarca, Spagna, Germania e Francia. La nostra corsa ha ormai raggiunto una potenzialità mediatica importante". Ma non c’è soltanto Washington nell’agenda di Zomegnan: portare la corsa in America significa, oltre al viaggio aereo per 400-500 persone, preparare 3-4 giorni di gara. Filadelfia, New York e Boston sono in pole. Senza dimenticare la canadese Toronto, dove c’è una comunità italiana di 750 mila persone.


il cannibale - 10/12/2009 alle 09:15

:doh: :boh: Questo è un pò :crazy:


pedalando - 10/12/2009 alle 09:47

[i]Cresce l'interesse per la traferta americana del Giro d'Italia. Il famoso regista-attore Silvester Stallone ha fatto trapelare che sta lavorando al copione di un film che tratterà il tema ciclismo. Massimo riserbo sulla trama ma fra gli addetti circolano indiscrezioni su una probabile collaborazione con il campione Lance Armstrong. [/i] fonte: www.cassandra.org


plata - 10/12/2009 alle 09:51

Sarà, ma a me quest'idea megalomane piace :D


robby - 10/12/2009 alle 09:55

allora andrebbe cambiato il nome della corsa "Giro del mondo in 22 giorni" :gluglu:


wing - 10/12/2009 alle 09:56

Finalmente,era ora,chi non ha vissuto negli states o non li conosce bene non può immaginare neanche lontanamente quanta fame ci sia di Italia(quella buona)e di come il marchio "Giro" abbia un valore altissimo sia dal punto di vista storico/romantico/culturale sia dal punto di vista commerciale per tutto l'indotto nazionale che qualitativamente non ha rivali al mondo.Bravo Zomegnan,finalmente qualcuno che fa del marketing su un prodotto tipico italiano,i ragazzi di "All american boys"esistono eccome


plata - 10/12/2009 alle 10:06

Bè che Zomy puntasse molto sul marketing e sulla costruzione di un "prodotto" sempre più appetibile si sa, solo che tutto ciò va spesso e volentieri contro i corridori (con trasferimenti massacranti) e contro di noi, con percorsi non troppo all'altezza (in generale) e posizionamento delle tappe più belle durante la settimana lavorativa. Se noi ci possiamo fare poco ben poco, almeno i corridori potrebbero farsi sentire tramite le loro associazioni. Visto che questa cosa non succede (Milano 2009 è una baggianata a parer mio, non conta) Zomy continua a fare come vuole. E io la trasferta america l'approvo, almeno vedrei qualcosa di interessante rispetto a un prologo a Venezia dove Venezia non si vede, non c'è un anima a vedere la prova e le bellezze da ammirare lungo il percorso sono file di alberi palustri.


desmoblu - 10/12/2009 alle 11:10

Mah...che i corridori si facciano sentire è pura illusione. Per il resto...certo, potrebbe essere un prologo diverso e affascinante (o, con maggior disincanto, un modo per attirare Armstrong), rimane il fatto che sarà una spesa folle sia per soldi sia (soprattutto) per energie.. e cioè le energie dei ciclisti (e squadre, meccanici, addetti, giornalisti), con voli intercontinentali, uno [i]jet lag[/i] doppio nel giro di tre giorni (diciamo che recuperare un totale di 10-12 ore di sbalzo in verso orario e antiorario non è la cosa più semplice del mondo) e il primo giorno di riposo letteralmente bruciato all'inizio (come i vecchi jolly di Jeux sans frontières). Certo, dire che si vuole combattere il doping e poi si fanno queste cose massacranti è una scusa, o una cretinata, perchè non ci si dopa per far fronte a un trasferimento, rimane il fatto che dal punto di vista mediatico può essere una scelta discreta o buona o ottima, dal punto di vista organizzativo e agonistico può essere pessima, cattiva o disastrosa. Se ero perplesso per via delle partenze dall'estero o dalle isole (si sottraggono giorni a tapponi di montagna e riposo), è superfluo dire cosa ne penso adesso..


claudiodance - 10/12/2009 alle 14:57

Un bel po’ di tempo fa davo dell’orrido a Zomegnan quando, più o meno, tutti ne tessevano le lodi. Non cambio idea, l’uomo non mi piace e lo trovo menzognero. Però questa cosa della partenza americana non riesco a farmela apparire come una catastrofe. Problemi logistici? Li risolveranno. Soldi da spendere? Li tireranno fuori sponsor americani immagino. Jet lag? Sarà uguale per tutti. Sfacchinata per il personale? Ok. Ci può stare, anche le olimpiadi sono una sfacchinata per migliaia di volontari….e allora? In compenso un grande ritorno pubblicitario, una “prima volta” che rimarrà negli anni e una vittoria nei confronti del TDF. Insomma, accettando il fatto che i soldi non hanno odore, ben venga l’approdo al più grande mercato del momento. Il movimento americano si espande e un Giro che parte da “the capital” sarà ricordato a lungo. No, l’unica cosa che non funziona è la perdita di senso. Perché un giro d’italia deve partire dall’estero? Un vero motivo non si trova (a parte l’interesse) e quindi, se va bene la grecia, l’olanda etc., perché no gli USA? A mio parere, fra le vigliaccate propinateci da ZOmegnan negli anni, questa è sicuramente una buona idea. Anzi, una Good Idea!! Meglio il trasferimento, il Jet lag e tre gg. di sosta, dell’arrivo a Plan de Corones o delle tappe storiche decurtate in modo menzognero. 3-4 tappe Americane, un prologo, una cronosquadre, una volata e una tappa mossa. Why not? 2012, se il giro dovesse partire veramente dagli Usa, immagino il parterre di partenza e il riscontro dei media internazionali. Non volevamo tutti più soldi per il ciclismo? Beh, io no, veramente, ma stando così le cose, meglio pensare in grande. Ciao belli claudio


Frank VDB - 10/12/2009 alle 15:47

Rimango fermamente contrario. Unico effetto positivo che posso scorgere è una maggiore internazionalizzazione delle squadre italiane. Cioè, con un Giro che fa tre giorni negli USA potrei pensare che una grande banca o un marchio del made in Italy siano maggiormente interessati a sponsorizzare una squadra che una ditta di ceramiche o di lamiere... ma lo so, è una pia illusione.


desmoblu - 10/12/2009 alle 17:25

E qui c'è da pensare se TANTISSIMI soldi possano fare il bene di uno sport (tanti sì, ma tantissimi?-- v.calcio).. Claudio hai ragione sul fatto che a livello concettuale è lo stesso di una partenza da Olanda, Belgio o Grecia.. quello che mi lascia molto perplesso è però il fatto che davvero si snatura il concetto di 'corsa a tappe su tre settimane'. Vero che il jet lag ci sarà per tutti, non è questo che intendevo: anzi, proprio perchè sarà uguale per tutti avremo tre tappe oltreoceano (meno non avrebbe senso) più il riposo più qualche giorno dove non si potrà pretendere nulla dai corridori, nemmeno un attacco, un gpm degno di questo nome. Vuol dire che per una vetrina ameregana metà Giro non sarà una corsa a tappe. Poi avremo anche vinto la corsa all'allunaggio, ma potremo tranquillamente avere un percorso e uno spettacolo inferiore al Tour (e appunto il miglior tracciato, la maggior difficoltà delle salite e uno spettacolo maggiore erano finora il nostro vanto- da provinciali, chi lo nega- nei confronti dei francesi).. e inferiore di molto. ps: ai tempi del prologo sardo ero incappato in una piccola (beh..) polemica.. mi si diceva che i soldi possono tutto, e avevo replicato che allora quando (e se) a Dubai avessero deciso che il Giro era appetibile la truppa rosa si sarebbe presumibilmente trasferita a Dubai per tre o quattro o magari sei tappe.. Come spesso accade la realtà ha superato la fantasia.


Maìno della Spinetta - 10/12/2009 alle 18:17

Zomegnanata, trasferimento da paura, jet leg. Un airbus colmo di bici e aerei zeppi di persone. La tradizione che va a farsi benedire. Sottoscrivo tutto, questa è stata la mia reazione a leggere Gazzetta.it eppure... Provate per un attimo a immaginarvi che cosa dev'essere, anche per i corridori, un cronoprologo tra la Pennsylvania e la Constitutional Avenue, toccando il Capitol, la White House e attraverso il Potomac arrivare a un traguardo innanzi al monumento della Seconda Guerra mondiale (se non un omaggio ad Obama, almeno pensiamolo come un ideale inchino a chi ci liberò dai Nazi). Per noi, comodi in poltrona tra le 21 e le 23... una bella prima serata. Poi un volatone a Filadelfia, nella città "più città" d'America, col suo finto decumano romano. Poi una tappa mossa, sui colli del New Jersey e dello Stato di New York, prima di un ultimo volatone, nella Grande Mela, dopo aver toccato nel Bronx la Fordham Road, dove tanti italiani hanno oggi casa, attraversato Manhattan, passato il ponte di Brooklyn, per finire nel borough italiano per eccellenza (a Brooklyn, stando all'ultimo censimento, il primo gruppo etnico è quello italiano). Poi dal JFK tutti a casa. Tutte volate e attacchi in prima serata. Dopo San Nicolas e Seraing, altre strade italiane nel mondo che salutano il Giro... Provate a pensarci un attimo, vi sembra così brutta come ipotesi? La sto riconsiderando come buona...


plata - 10/12/2009 alle 18:25

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Zomegnanata, trasferimento da paura, jet leg. Un airbus colmo di bici e aerei zeppi di persone. La tradizione che va a farsi benedire. Sottoscrivo tutto, questa è stata la mia reazione a leggere Gazzetta.it eppure... Provate per un attimo a immaginarvi che cosa dev'essere, anche per i corridori, un cronoprologo tra la Pennsylvania e la Constitutional Avenue, toccando il Capitol, la White House e attraverso il Potomac arrivare a un traguardo innanzi al monumento della Seconda Guerra mondiale (se non un omaggio ad Obama, almeno pensiamolo come un ideale inchino a chi ci liberò dai Nazi). Per noi, comodi in poltrona tra le 21 e le 23... una bella prima serata. Poi un volatone a Filadelfia, nella città "più città" d'America, col suo finto decumano romano. Poi una tappa mossa, sui colli del New Jersey e dello Stato di New York, prima di un ultimo volatone, nella Grande Mela, dopo aver toccato nel Bronx la Fordham Road, dove tanti italiani hanno oggi casa, attraversato Manhattan, passato il ponte di Brooklyn, per finire nel borough italiano per eccellenza (a Brooklyn, stando all'ultimo censimento, il primo gruppo etnico è quello italiano). Poi dal JFK tutti a casa. Tutte volate e attacchi in prima serata. Dopo San Nicolas e Seraing, altre strade italiane nel mondo che salutano il Giro... Provate a pensarci un attimo, vi sembra così brutta come ipotesi? La sto riconsiderando come buona... [/quote] Ti quoto te e Claudio. Condivido tutto. Sarà sbagliato e contro qualsiasi tradizione, ma è pure tremendamente affascinante.


Ottavio - 10/12/2009 alle 18:34

Nel titolo di questo 3d c'è la parola VERGOGNA, io avrei utilizzato il termine BUFFONATA.


desmoblu - 10/12/2009 alle 19:07

Non prendo in considerazione la 'tradizione', per nulla. Io considero solo il fatto che soltanto per soldi (e 'soltanto' per prestigio) dieci giorni di corsa saranno praticamente nulli (tra 3-4 tappe oltreatlantico, il trasferimento, il riposo e qualche giorno di 'ambientamento'). È come fare un Giro d'Italia di 10 giorni... e allora se togliamo qualche tappa di trasferimento, qualche regalo ai velocisti.. quanti tapponi ci saranno? Quante occasioni di vedere una bella lotta per la classifica ci saranno? E (visto anche che di giorni di riposo non ce ne sono a decine, e che i trasferimenti portano via tempo) quanta parte di territorio sarà coperta? Potrebbe essere peggio di questo percorso: [img]http://home.tiscali.nl/edwinsel/pics/races_pro/giro2002,route.gif[/img] Io ricordo quel percorso con..non dico terrore, ma un certo fastidio.


Camoscio Madonita - 10/12/2009 alle 19:24

Hmmm...approfittando del disgelo tardo primaverile un bel cronoprologo in Groenalandia nel 2014, e poi per la prima volta la Messina-Reggio Calabria...ma non sul ponte...in pedalò! Per favore, ora si esagera sul serio...questa della partenza dagli States, dovesse passare, è la più grossa buffonata dell'era Zomegnan Ma per favore! Come rimpiango l'avvocato Castellano!


Maìno della Spinetta - 10/12/2009 alle 20:13

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Non prendo in considerazione la 'tradizione', per nulla. Io considero solo il fatto che soltanto per soldi (e 'soltanto' per prestigio) dieci giorni di corsa saranno praticamente nulli (tra 3-4 tappe oltreatlantico, il trasferimento, il riposo e qualche giorno di 'ambientamento'). È come fare un Giro d'Italia di 10 giorni... e allora se togliamo qualche tappa di trasferimento, qualche regalo ai velocisti.. quanti tapponi ci saranno? Quante occasioni di vedere una bella lotta per la classifica ci saranno? E (visto anche che di giorni di riposo non ce ne sono a decine, e che i trasferimenti portano via tempo) quanta parte di territorio sarà coperta? Potrebbe essere peggio di questo percorso: [img]http://home.tiscali.nl/edwinsel/pics/races_pro/giro2002,route.gif[/img] Io ricordo quel percorso con..non dico terrore, ma un certo fastidio. [/quote] Di quel Giro ricordo un super-garzo cacciato, e le caramelle magiche di Campitello Matese. Non solo il percorso rese infausto quel Giro... Comunque il peggio in quel Giro fu il tappone nei monti della Laga, con nessun attacco e pendenze ridicole... sembrava un Giro per Moser. Se si metterà un tappone vero al posto di San Giacomo, anche partendo dagli USA ne verrebbe fuori una grande corsa.


Admin - 10/12/2009 alle 20:46

Credo che però una cosa del genere debba presupporre una serie di deroghe da parte dell'UCI. Per esempio, l'ipotesi di poter aumentare i giorni di gara... o, più verosimilmente, la possibilità di poter fare 3 giorni di riposo in fila. Sicuramente un Giro che partisse da Washington, non potrebbe iniziare il sabato. Presumo che potrebbe iniziare il giovedì, 4 tappe americane fino alla domenica, poi lunedì-martedì-mercoledì riposo/trasferimento, giovedì-venerdì tappe agili in Italia, dal sabato si prende a far sul serio (con un solo giorno di riposo fino alla fine). O addirittura 4 giorni da destinare a riposo e trasferimento (e quindi anticipo del via al mercoledì). Sì, sarebbe un Giro spalmato su quasi 4 settimane. I ragazzi della redazione potranno confermarvi che avevo confidato loro, tempo fa, la mia idea di spalmare un GT su 4 settimane... per motivi vari, ma più che altro di marketing, esatto. (Ma forse l'avevo scritto pure sul forum...). Si può fare? Un'iniziativa che va incontro alla mondializzazione voluta dall'UCI (che dovrebbe avere l'ultima parola...), orchestrata dal movimento più appetito nel ciclismo (quello americano), magari - se Gabbo va al CIO - in accordo con un presidentissimo Di Rocco... Mah, secondo me si farà di sicuro. E io ne sono contento.


Felice - 10/12/2009 alle 23:28

Il Giro che parte dagli States? Ma sì, perché no? Così il Tour, questione di fare concorrenza, magari partirà dalla Nuova Zelanda. In fondo c'é una vecchia rivalità con gli All Blacks, potrebbe tornare buono... Poi si potrebbe pensare di far partire la Parigi-Roubaix da Amsterdam, questione di cambiare un po'. E il Giro di Lombardia lo si potrebbe far svolgere nel centro Italia. Un'arrivo in salita sul Block House, che ne dite? Il Giro del Lazio si transferirebbe in Sicilia, quanto al Giro dell'Appennino, é ovvio, si svolgerebbe nelle Alpi. Un arrivo a Canazei, dopo essere passati per i Passi che fecero la leggenda di Fausto Coppi. Non sarebbe fantastico? Tutto questo mentre il povero Giro, alla disperata ricerca del famoso "spettacolo", ci ripropone la cronoscalata di una pista da sci, combinata - niene meno - con Zoncolan e Mortirolo nello stesso anno. Sbaglio o é una grande prima questa? Una follia come é la cronoscalata al Plan de Corones a nessuno sarebbe venuta in mente 20-30 anni fa. Quanto allo Zoncolan, non si dice che sia la montagna più dura d'Europa? Quando anche lo Zoncolan lo faranno tutti a 30 all'ora cosa si fa? Magari l'arrivo del Giro in Nepal, con un arrivo su qualche cima himalayana? Sinceramente, se lo scopo é salvaguardare il ciclismo, sport chiaramente anacronistico, la mia impressione é che la strada scelta sia quella sbagliata.


Maìno della Spinetta - 11/12/2009 alle 00:10

ho aperto il sito della gazza e ho trovato che hanno messo un filmato sull'idea del cronoprologo... che finisce proprio davanti al monumento della II guerra mondiale (come avevo scritto sopra). Devo preoccuparmi? Sto cominciando davvero a pensare come Zomme? (In effetti è proprio in mezzo al National Mall... Quindi anche un cetriolo poteva aspettarsi una conclusione del genere... Forse c'è ancora speranza per il mio amor proprio)


plata - 11/12/2009 alle 08:18

Come percorso sarebbe molto bello, e pure completamente pianeggiante (avevo paura che andassera a cercare gli strappetti della Washington vecchia). Quest'idea continua a piacermi sempre di più.


Subsonico - 11/12/2009 alle 17:40

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Credo che però una cosa del genere debba presupporre una serie di deroghe da parte dell'UCI. Per esempio, l'ipotesi di poter aumentare i giorni di gara... o, più verosimilmente, la possibilità di poter fare 3 giorni di riposo in fila. Sicuramente un Giro che partisse da Washington, non potrebbe iniziare il sabato. Presumo che potrebbe iniziare il giovedì, 4 tappe americane fino alla domenica, poi lunedì-martedì-mercoledì riposo/trasferimento, giovedì-venerdì tappe agili in Italia, dal sabato si prende a far sul serio (con un solo giorno di riposo fino alla fine). O addirittura 4 giorni da destinare a riposo e trasferimento (e quindi anticipo del via al mercoledì). Sì, sarebbe un Giro spalmato su quasi 4 settimane. I ragazzi della redazione potranno confermarvi che avevo confidato loro, tempo fa, la mia idea di spalmare un GT su 4 settimane... per motivi vari, ma più che altro di marketing, esatto. (Ma forse l'avevo scritto pure sul forum...). Si può fare? Un'iniziativa che va incontro alla mondializzazione voluta dall'UCI (che dovrebbe avere l'ultima parola...), orchestrata dal movimento più appetito nel ciclismo (quello americano), magari - se Gabbo va al CIO - in accordo con un presidentissimo Di Rocco... Mah, secondo me si farà di sicuro. E io ne sono contento. [/quote] se venisse come dici tu sarebbe quantomeno accettabile. Ma dubito seriamente che Zomegnan abbia pensato a un eventualità del genere.


meriadoc - 11/12/2009 alle 18:23

L'altra settimana e' arrivato un amico indiano da Austin per difendere il dottorato qua in Francia. Non ha dormito per una settimana.


alberto84 - 11/12/2009 alle 18:53

Se fosse vero allora il tour potrebbe anche partire dalla cina.....:Od::Od::Od::Od:


Abajia - 15/12/2009 alle 00:30

L'idea è bella e buona, e tanto basta al buon vecchio Zomegnan. Sì, sta facendo in modo che già si parli d'una possibile partenza dagli States in futuro, ci lascia fantasticare sugli scenari statunitensi, ipotizzare l'eventuale evoluzione di quelle tappe nonché la possibilità di un Giro spalmato su quattro settimane, e così si assicura il suo bel ritorno d'immagine (e di dindini). Non è un caso che l'indiscrezione sia venuta fuori già nel 2009, divenendo poi una notizia a tutti gli effetti, e nel 2010 continueremo a farsi discorsi di questo tenore, il tutto a distanza di anni dal 2012. Lo dico ora, in tempi non sospetti: se partenza dagli United States of America sarà, con relativa settimanella oltreoceano, verrà presentato comunque il "solito" Giro, e a quel punto i nostri attuali ragionamenti cervellotici andranno a farsi benedire. Saranno serviti giusto giusto a far brodo per il Zome. L'idea, di per sé, non mi dispiace. Anzi. E penso che per ora convenga farci bastare questa.


Maìno della Spinetta - 15/12/2009 alle 15:59

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] L'altra settimana e' arrivato un amico indiano da Austin per difendere il dottorato qua in Francia. Non ha dormito per una settimana. [/quote] Sarà stato un po' agitato per il dottorato... Di fusorario non si muore... Comunque nel 2012 il mondo non esisterà più, quindi possiamo anche progettare di partire dalla Luna.


claudiodance - 15/12/2009 alle 16:03

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] L'altra settimana e' arrivato un amico indiano da Austin per difendere il dottorato qua in Francia. Non ha dormito per una settimana. [/quote] Sarà stato un po' agitato per il dottorato... Di fusorario non si muore... Comunque nel 2012 il mondo non esisterà più, quindi possiamo anche progettare di partire dalla Luna. [/quote] :D Ottima questa, bravo!


plata - 15/12/2009 alle 16:04

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Comunque nel 2012 il mondo non esisterà più, quindi possiamo anche progettare di partire dalla Luna. [/quote] Mi pare dovremo schiattare verso dicembre, quindi il giro ce la facciamo a vederlo. Zomy vuole chiudere con il botto

 

[Modificato il 15/12/2009 alle 16:08 by plata]


Abruzzese - 18/12/2009 alle 21:00

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohgiro1.bmp [/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09girowashington1.jpg [/img] [b]Americanata? Forse, ma...[/b] - Perché ci piace l'idea Washington http://www.cicloweb.it/ http://www.cicloweb.it/art1665.html


rizz23 - 19/12/2009 alle 13:59

Un contributo audio su ciò che penso del Giro in partenza da Washington (più avanti magari approfondirò, anche se molto già dissi in coincidenza della Vuelta 2009) (e sì, il gruppo è un po'... o un po' tanto paraculo, ma su questo e altri pezzi ci presero)

 

[Modificato il 19/12/2009 alle 14:03 by rizz23]


meriadoc - 19/12/2009 alle 15:00

mi fa ridere chi pensa che la partenza da Washington sia la morte del ciclismo. Il ciclismo è già morto, ora si infierisce sulla carcassa in putrefazione.


meriadoc - 19/12/2009 alle 15:07

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] ho aperto il sito della gazza e ho trovato che hanno messo un filmato sull'idea del cronoprologo... che finisce proprio davanti al monumento della II guerra mondiale (come avevo scritto sopra). Devo preoccuparmi? Sto cominciando davvero a pensare come Zomme? (In effetti è proprio in mezzo al National Mall... Quindi anche un cetriolo poteva aspettarsi una conclusione del genere... Forse c'è ancora speranza per il mio amor proprio) [/quote] concordo sul fatto che anche un cetriolo potesse immaginare un arrivo al National Mall, trattandosi di Washington. Ma poi chi se ne frega se ci sono tanti italiani a NY, gli italiani hanno una tradizione di emigrazione spaventosa, è questo il pretesto per giustificare le prossime partenze da San Paolo, Buenos Aires, Phucket?


mattewhawk23 - 20/12/2009 alle 20:08

Guardandola da chi ha parenti emigrati ed avendo vissuto in parte all'estero,credo che sia un modo come un altro di far festa e di dare un minimo di identità. Certo che la fuga di uno della Cervelo nelle prime tappe darebbe adito a chi dice che l'Italia contribuisce alla fuga dei Cerveli all'estero...;-)) L'idea Americana è comunque bella molto turistica.Non vorrei pero vedere calssifiche designate da un arrivo sugli Appalachi,dossier del quale avevo letto qualche anno addietro. La classifica deve esser comunque decisa in Italia è il il cuore del discorso.Poi credo che lo sport sia fatto unire non per dividere non solo dentro confini geografici ma anche culturali


desmoblu - 20/12/2009 alle 20:44

Per me turismo e sport non possono (devono) coincidere. Un tracciato è in genere disegnato in modo che sia duro, bello, spettacolare. Lo spettacolo è dato innanzitutto dalla competizione, dai corridori, e incidentalmente puoi scoprire scenari e posti che mai ti saresti aspettato. Magari vedi una bella salita tra i faggi, e prima o poi ci andrai, forse a pedalare. Ma quando disegni un tracciato in base all'appeal turistico, o in base ai soldi, tutto il discorso sulla 'meritocrazia' va a farsi benedire. E lo spettacolo è dato dal posto turistico, non dalla corsa. Tutto legittimo, per caritò, se non si trattasse della seconda corsa a tappe del mondo (con ambizioni e rivendicazioni sulla prima posizione). Togliendo la 'cartolina' e gli 'italiani all'estero' (ma appunto: secondo questo concetto bisognerebbe partire dall'Argentina prima di tutto, dal Canada, dal Venezuela, dal Brasile, dal Sudafrica, da..) il percorso previsto ha qualche particolarità? Per intenderci: se le stesse tappe fossero in Italia, sarebbero considerate belle tappe? No: dal punto di vista agonistico sono assolutamente nullo, e anzi hanno un'aggravante: fossero in Italia non ruberebbero energie, giorni di riposo e quindi spazio ai tapponi. E invece.. Mentre noi penseremo a 'colonizzare' l'America, proprio come i pionieri e la 'corsa al west', magari al Tour non faranno nulla di tutto questo: per una volta, senza distrazioni, punteranno sul percorso. E, per una volta, questo potrà essere migliore di quello del Giro (di solito è stato uno dei pochi punti di vantaggio sui 'cugini'), con una bella organizzazione, belle salite, spettacolo dato dalla corsa. Insomma: la competizione sportiva l'avranno vinta loro, quella turistica la vincerà l'italico manipolo. Bene: neglli States magari ci sarà un incremento dei ciclisti e delle vendite di bici, nelle tasche della rcs ci saranno tanti dollari e avremo finalmente un Giro brutto (anche perché per i francesi l'unico modo di 'superarci' sarebbe una partenza da Pechino: credo- e spero, per loro e per il ciclismo in generale- che non ci seguano nelle nostre minc*iate).


Admin - 20/12/2009 alle 23:24

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Per me turismo e sport non possono (devono) coincidere. Un tracciato è in genere disegnato in modo che sia duro, bello, spettacolare. Lo spettacolo è dato innanzitutto dalla competizione, dai corridori, e incidentalmente puoi scoprire scenari e posti che mai ti saresti aspettato. Magari vedi una bella salita tra i faggi, e prima o poi ci andrai, forse a pedalare. Ma quando disegni un tracciato in base all'appeal turistico, o in base ai soldi, tutto il discorso sulla 'meritocrazia' va a farsi benedire. E lo spettacolo è dato dal posto turistico, non dalla corsa. Tutto legittimo, per caritò, se non si trattasse della seconda corsa a tappe del mondo (con ambizioni e rivendicazioni sulla prima posizione).[/quote] Non credo sia facile trovare una corsa disegnata senza badare all'appeal turistico o - per meglio dire - ai soldi. In realtà le due cose sono strettamente vincolate. [quote]Togliendo la 'cartolina' e gli 'italiani all'estero' (ma appunto: secondo questo concetto bisognerebbe partire dall'Argentina prima di tutto, dal Canada, dal Venezuela, dal Brasile, dal Sudafrica, da..) il percorso previsto ha qualche particolarità? Per intenderci: se le stesse tappe fossero in Italia, sarebbero considerate belle tappe? No: dal punto di vista agonistico sono assolutamente nullo, e anzi hanno un'aggravante: fossero in Italia non ruberebbero energie, giorni di riposo e quindi spazio ai tapponi. E invece..[/quote] Insomma, è difficile trovare nelle prime 4-5 tappe di un GT un arrivo in salita al Mortirolo. Saranno comunque frazioni interlocutorie, come le prime 4-5 di quasi tutti i grandi giri della storia; e immagino che tutto verrà realizzato (SE verrà realizzato) in modo da non nuocere alla forma dei corridori. Lo immagino perché il contrario non sarebbe logico. [quote] Mentre noi penseremo a 'colonizzare' l'America, proprio come i pionieri e la 'corsa al west', magari al Tour non faranno nulla di tutto questo: per una volta, senza distrazioni, punteranno sul percorso. E, per una volta, questo potrà essere migliore di quello del Giro (di solito è stato uno dei pochi punti di vantaggio sui 'cugini'), con una bella organizzazione, belle salite, spettacolo dato dalla corsa. Insomma: la competizione sportiva l'avranno vinta loro, quella turistica la vincerà l'italico manipolo.[/quote] Scusa, questa è del tutto inaccettabile, pura e semplice speculazione basata su nessun dato di fatto. :D Semmai il Tour, con le sue ripetute partenze dall'estero (la prima data addirittura 1954, Amsterdam; ma poi: '58 Bruxelles, '59 Mulhouse, '65 Colonia, '68 Vittel, '71 Mulhouse, '73 Scheveningen, '75 Charleroi, '78 Leiden, '80 Francoforte, '82 Basilea, '87 BERLINO OVEST [!], '89 Lussemburgo, '92 San Sebastián, '96 Hertogenbosch, '98 DUBLINO [!], '02 Lussemburgo, '04 Liegi, '07 Londra, '09 Monaco. Dio mio quante, uno scempio della tradizione che vorrebbe che il Tour de France si svolgesse in Francia... quale tradizione? Per l'appunto. La stessa di cui parlo nel pezzo pubblicato in home l'altro giorno), dicevo, semmai il Tour, con le sue ripetute partenze dall'estero, dovrebbe spingere Zome a stringere i tempi, visto che se non sarà il Giro 2012, sarà il Tour 2013 o 2014 a fare la magata, la casistica parla chiaro. [quote] Bene: neglli States magari ci sarà un incremento dei ciclisti e delle vendite di bici, nelle tasche della rcs ci saranno tanti dollari e avremo finalmente un Giro brutto (anche perché per i francesi l'unico modo di 'superarci' sarebbe una partenza da Pechino: credo- e spero, per loro e per il ciclismo in generale- che non ci seguano nelle nostre minc*iate). [/quote] Anche che il Giro debba venire necessariamente brutto, lo dici tu basandoti su nessun dato di fatto. Quest'anno è stato un brutto Giro, dal disegno molto insufficiente, pur essendo (quasi) tutto in Italia. Mentre il Giro più duro (quindi spettacolare, se vogliamo) forse di sempre (quello del 2006) partiva dal Belgio... Ma veniamo agli altri fattori, che liquidi con grande serenità. " Bene: neglli States magari ci sarà un incremento dei ciclisti" O di gente che segue il ciclismo, pronta a seguire il Giro. Ti pare poco penetrare, per il Giro, un mercato, un pubblico che conosce solo il Tour? "e delle vendite di bici," Immagino già i lacrimoni dei più grandi costruttori di biciclette (che caso strano, sono italiani! Zome patriota!!! :D). "nelle tasche della rcs ci saranno tanti dollari" Allora, mettiamoci in testa che se Zome volesse, potrebbe disegnare 18 Giri uguali a quello del 2004 (che va tristemente famoso, ma a me piacque molto anche come percorso), tutti in Italia, coi nostri bravi Gavia e Mortirolo a svettare. Se invece l'obiettivo è ridurre le distanze dal Tour, e l'obiettivo è questo, lo sappiamo tutti (e lo condividiamo!), bisogna inventarsi qualcosa (tipo l'americanata di cui parliamo) e non bisogna storcere il naso se aumenteranno sponsor e quindi soldi a disposizione di Rcs, perché questo vorrà dire anche avere una partecipazione più qualificata, e le distanze dal Tour le riduci anche in questo modo. Quando poi Contador e Andy Schleck duelleranno per vincere il Giro 2012, e magari qualcuno di questi pezzi grossi - non italiano - dirà "quest'anno faccio il Giro, non il Tour", vorrò essere presente per vedere chi riuscirà a non gongolare. Voglio dire: sto ancora cercando di capire dov'è lo scandalo, la vergogna (dal titolo del thread), la controindicazione a una partenza del Giro da Washington. Le opposizioni fin qui espresse (non solo dall'ottimo Desmo) mi paiono abbastanza fragili.


desmoblu - 20/12/2009 alle 23:51

Ma vedi, io do per scontato che per battere una partenza dagli States (hai presente la corsa alla conquista dello spazio tra USa e Urss?), per suscitare più scalpore e conquistare un territorio 'vergine', il Tour dovrebbero farlo partire da un'area compresa tra India, sudest asiatico e Polinesia. Come ipotesi mi sembra remota, poi non mettiamo limiti alla provvidenza come si dice.. E quindi, se rinunciano alla partenza 'clamorosa', mi pare che l'unica altra battaglia sia sul percorso difficile, bello, spettacolare. Se noi già ci siamo presi la palla, loro potranno prendere il campo.. e cioè: avere un Tour 'normale', su tre settimane, con giorni di riposo nei giorni giusti e trasferimenti non traumatici, e magari per una volta salite belle e dure (già che la tendenza è diminuire le crono, già adesso). Se noi ci si gioca una settimana a scopo turistico, organizzare un buon Giro su due settimane mi sembra difficile. Tu parli dell'ipotesi 4 settimane, ma secondo me non è così proponibile per i corridori..che di solito arrivano già ben stanchi dopo 20 giorni, un emse sarebbe forse chiedere troppo. Poi certo, le mie sono ipotesi e legate a tanti 'se', do per scontate molte cose e lo so. per esempio la 'corsa agli armamenti', un Tour che non segue il Giro in questa deriva populista (;) ) e che fa un percorso bello, un Giro che non arriva alle 4 settimane etc etc. Però se lo scenario sarà effettivamente questo io mi sono già portato avnti col lavoro.. Per il resto, credo che comunque il Tour avrà sempre un fascino particolare oltreoceano, e che anche in caso di 'americanata' il Giro rimarrà nell'attenzione media dell'aericano medio per ben poco tempo. E per le bici...dimentichi Specialized e Trek (credo che di Wilier e Colnago se ne facciano poco, questi americani). Faccenda soldi: per carità, niente di male (anzi, forse si: i soldi quando sono pochi non bastano, quando sono troppi rovinano tutto.. vedi il calcio o la formula1), fa bene lo Zome a intascarsi i dollari sonanti. Però se questo non va a rovinare la qualità del Giro, che dovrebbe essere il primo interesse (prima di charme e partecipazioni, l'effettivo valore atletico del tutto). Parli di fascino, e di attirare i corridori: ma siamo sicuri che l'unico modo sia una partenza dagli USA? E sul piano turistico: anche qui, nulla di nuovo. Già in Italia molte volte gli interessi erano quelli di importanti (e facoltose, munifiche) località turistiche. Il guaio è quando il turismo soffoca o rovina la gara (ma hai ragione: non serve una partenza dagli US per ottenere un pessimo percorso, ce la possiamo fare benissimo da soli). Non parlo di vergogna o scandalo, personalmente dico che è una decisone perfetta sul piano marketing ma quantomeno illogica sul piano sportivo, potenzialmente disastrosa. Hanno più di due anni per organizzarsi, hanno soldi e agganci, quindi ce la possono fare. Rimango scettico, in ogni caso.. ma vedremo. Insomma, chi vivrà vedrà. O meglio, per rimanere in tema: che serà serà/whatever will be will be.. ;)

 

[Modificato il 20/12/2009 alle 23:57 by desmoblu]


Felice - 21/12/2009 alle 00:35

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Semmai il Tour, con le sue ripetute partenze dall'estero (la prima data addirittura 1954, Amsterdam; ma poi: '58 Bruxelles, '59 Mulhouse, '65 Colonia, '68 Vittel, '71 Mulhouse, '73 Scheveningen, '75 Charleroi, '78 Leiden, '80 Francoforte, '82 Basilea, '87 BERLINO OVEST [!], '89 Lussemburgo, '92 San Sebastián, '96 Hertogenbosch, '98 DUBLINO [!], '02 Lussemburgo, '04 Liegi, '07 Londra, '09 Monaco. Dio mio quante, uno scempio della tradizione che vorrebbe che il Tour de France si svolgesse in Francia... quale tradizione? Per l'appunto. [/quote] Abbi pazienza, ma perché Mulhouse sarebbe una partenza "dall'estero"? E Vittel? L'Alsazia e la Lorena sono regioni francesi non ti pare? E Monaco? Certo, é l'estero. E' un po' come far partire il Giro da San Marino. Pensi che ci sarebbe tutta questa polemica? E poi, Lussemburgo, Belgio, suvvia, sarebbe come lamentarsi di qualche sconfinamento. A ben guardare, fra i siti da te citati, tolto Berlino, Dublino e forse Londra, non resta mica un granché... [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Quando poi Contador e Andy Schleck duelleranno per vincere il Giro 2012, e magari qualcuno di questi pezzi grossi - non italiano - dirà "quest'anno faccio il Giro, non il Tour", vorrò essere presente per vedere chi riuscirà a non gongolare. [/quote] Guarda, Zomegnan ha già provato ad accapparsi Contador. Gli ha fatto un grandissimo favore: l'ha fatto correre anche a costo di spezzare quella famosa alleanza tra i Grandi Organizzatori per la quali si erano profuse lodi sperticate qui nel forum. Utilizzando, a tal fine, metodi non proprio ortodossi. Ebbene, Contador come l'ha ringraziato? Con sonanti ceffoni! Un bel no per il Giro del 2009, reiterato, ovviamente, per il 2010. Quanto a Andy Schleck, lui é uomo di Riis. E per Riis il Giro vale quanto il due di briscola. Conclusione: ammesso - e non concesso - che per un Giro che parte dagli States lor signori si scomodino per venire, non é detto che lo corrano seriamente. E se anche lo corressero seriamente, non é detto che lo corrano l'anno successivo. No, invece di prostituirsi per avere un po' di soldi in più o per avere un campione (o presunto tale) in più alla partenza, meglio pensare a fare un percorso giusto e equilibrato. Opinione mia, s'intende.


GiboSimoni - 21/12/2009 alle 07:59

Secondo me è sbagliatissimo partire da lì, si snatura quello che è o forse, sarebbe più giusto dire quello che era il ciclismo. Per me non me lo toglierà nessuno dalla testa, Zomegnan vuole far diventare il Giro importante come il Tour o forse anche di più, un ambizione che a me sta bene ma i modi con cui farlo no, ma altri non penso purtroppo c'è ne siano e quindi gioco forza deve fare queste che nella patria di Dante vengono chiamate "bischerate". Poi un'altra cosa che mi dà fastidio oltre al fatto che sta facendo diventare il Giro un business che ai corridori non ci pensa ma questo ormai è un dato di fatto (vi rendete conto che stress per i corridori? molti devono fare le ardenne per poi qualche giorno dopo partire per l'America e poi tempo 5-6 giorni ritornare nuovamente in Europa). In alcune interviste fa tanto il patriottico, il Giro è un mezzo importante per l'Italia fa conoscere questo splendido paese, riconggiunge il nord e il sud e poi negli ultimi 15 anni se ci son state 2-3 edizioni che hanno avuto 4-5 tappe dal sud è pure assai. In definitiva non sono d'accordo con questa idea, preferisco che dia più risalto al sud Italia, piuttosto che ambire al blasone del tour. p.s. Volevo far notare un ultima cosa, senza far polemica con nessuna persona, però negli anni scorsi prima dell'avvento di Zomegnan si criticava il giro perchè se lo giocavano gente come Simoni, Garzelli, Savoldelli, Frigo, Honchar, Popovych, Belli, Garate, Figueras ecc correvano squadre come Team De Nardi, Index Alexia, Team Tenax, Formaggi Pinzolo e altre formazioni medie che erano poco più che delle comparse e si criticava questo "provincialismo" ora che Zomegnan ha dato lusto (questo lo ammetto e sono anche contento in parte) cerca di farlo ancor di più si critica anche questa scelta, e questo è curioso e fa capire come ormai in tutti gli ambiti l'italiano non faccia altro che lamentarsi...

 

[Modificato il 21/12/2009 alle 08:06 by GiboSimoni]


desmoblu - 21/12/2009 alle 08:33

Ah, personalmente ammetto senza problemi che nell'era-Zomegnan il Giro è molto meno provinciale, con corridori di livello anche dall'estero, e ne sono contento. D'altronde già qualche mese fa (e ancora di più l'anno scorso) criticavo chi faceva il discorso 'bisogna tifare l'italiano, contro gli stranieri', quasi che grandi campioni dall'estero dovessero fare da comparse etc etc. No,questo no. È una cosa che riconosco a Zomegnan, insieme ad altri meriti che obiettivamente ha. Certo, ad essere onesti molti stranieri, molti big, sono venuti come diversivo o per allenamento.. vedi Contador, Schleck, Armstrong e compagnia cantante. Ecco, qui bisogna migliorare. Ma appunto, non credo che una partenza dagli States possa convincere per magia i vari Contador, magari Armstrong si.. ma al momento della partenza, se correrà ancora, avrà 42 anni. Felice ha parlato di 'prostituirsi', e non è andato tanto distante come concetto.


Serpa - 21/12/2009 alle 08:54

Non è che sta cosa era stata inserita nel contratto della partecipazione di Armstrong al Giro? C'ho sto sospetto...tu vieni al giro e poi noi si viene a casa tua...sapendo il potere illimitato dell'ammeregano non mi stupirei della cosa.


mattewhawk23 - 21/12/2009 alle 09:03

Credo altresi che un maggior interessamento del pubblico Americano al proseguo della gara porterebbe anche maggior ciclisti sulle nostre strade cosa che gia avviene con moltissimi turisti olandesi(ne son testimone ogni stagione)e belgi.Avvicinerebbe molta piu gente anche alle nostre località Mi sorprendo della banalita di coloro che dicono bisogna partire anche dall'Argentina e dal Sudafrica,dove peraltro ho vissuto.è ovvio ma bisogna pur iniziare da qualche parte e perche non proprio uin un luogo che garantisce un ritorno economico?volete partire dal Brasile?va bene ma troviamo cosi tanti sponsor?se si cicca la rpima volta è molto piu pesnate che ciccare la seconda o la terza...


desmoblu - 21/12/2009 alle 10:02

No, secondo me non bisogna iniziare da nessuna parte, è questo quello che dico. Non c'entra la tradizione o l'italianità o altre belinate, c'entra il rischio di danneggiare la corsa stessa (e questa dovrebbe essere la priorità). Se in Francia facessero il discorso 'fancesi all'estero' dovrebbero partire da praticamente tutto il mondo: metà dei Paesi africani, sudamerica, Canada, Stati Uniti, India, Cina, Giappone, Cambogia, Thailandia, Vietnam, Laos, Polinesia... finora sono partiti soprattutto da Belgio (è come la Svizzera per noi, ma senza le Alpi in mezzo), Lussemburgo (idem), Olanda (idem) e dalle regioni contese dell'Alsazia/Lorena, oltre a Monaco/Montecarlo. Come già visto, le uniche partenze estere degne di questo nome sono state Londra (per commemorare l'Eurotunnel, tra l'altro.. tunnel utilizzato nei trasferimenti, per cui..) e Berlino.. Noi abbiamo già fatto peggio con Belgio e Olanda (per loro si parla di distanze di 100 km, si può andare e tornare dall'Olanda in una tappa, per noi sono 2000 km), circostanza che- a parte un'eccezione- ha creato dei Giri spezzati, disomogenei, bruttini.. e ora ci accingiamo ad andare ancora più distante solo per piantare la bandierina e dire 'Primi!'. Non lo so.. siamo sotto le feste e si brinderà a destra e a manca, allora ci sta un esempio enogastronomico. Lo champagne è un grande vino, ma in realtà i vitigni usati non sono il massimo, e il metodo è vagamente semplicistico (ci sono delle scorciatoie, di qualità per carità, ma..). Ci sono degli spumanti italiani qualitativamente superiori a molti champagne (e in alcuni casi allo champagne in generale), spesso più buoni (le due cose non vanno sempre assieme, e poi il gusto è soggettivo): a parte certe varianti del 'metodo classico', i produttori, non potendo puntare sulla fama e sullo charme dello champagne, hanno puntato sulla qualità effettiva, sul metodo a volte 'di nicchia', forse più difficile ma, dal punto di vista prettamente enologico, più corretto e pertinente. Bene, dopo qualche anno (decennio?) di sudditanza, finalmente questo 2009 vede un boom (coronamento di un incremento progressivo, tendenza sempre più solida negli ultimi anni) delle esportazioni di spumante (anzi, dei vari tipi di spumante, sono decine). In questo caso, i produttori hanno cercato di scimmiottare lo champagne- nei pregi e nei difetti, soprattutto nei difetti- oppure hanno puntato su un qualcosa di diverso? In ogni caso sono stati premiati.. Potremmo fare anche altri esempi, vini barricati a caso contro vini prodotti tradizionalmente ma di qualità superiore.. oppure ancora... Io sono scettico sulla proponibilità delle 4 settimane (gli sforzi di un mese di GT sarebbero troppo elevati, lo spettacolo ne risentirebbe di sicuro) e sulla validità delle tre settimane con partenza dagli US (perchè si tratterebbe di due settimane effettive, senza giorni di riposo e quindi con qualche tappa di trasferimento in più, e con una copertura territoriale giocoforza limitatissima). Poi appunto, hanno tempo e soldi per organizzare al meglio..lascio fare (l'alternativa era urlare 'Non sapete chi sono io! Avrete mie notissie!' in faccia a Zomegnan, uscire con gesto regale dalla stanza e contattare un buon avvocato) e aspetto di vedere se questo 'meglio' sarà buono oppure no. ps: questo post susciterà l'interesse e la competenza di Uribe (sui vini: sei liberissimo di smentirmi o di correggermi se ho scritto cretinate) e anche quella di Lemond (credo abbia notato l'allitterazione della 'ch' parlando delle altrui bollicine). pps: credi davvero che con questo dollaro gli americani (o meglio: un numero consistente di americani) faranno la fila per venire sulle italiche strade solo perché hanno visto un Giro spezzatino in tv, con qualche tappa anche bruttina- non si può pretendere che dopo la partenza charme le tappe possano essere tutte belle ed avvincenti? La maggior parte si accontenterà di aver visto un paio di tappe in casa, magari se ci saranno volate spettacolari e sorrisi di Armstrong rifaranno il percorso fino al Mall, ma.. La differenza con gli olandesi, i belgi e i tedeschi (che hanno già una enorme tradizione ciclistica e usano motlissimo questo mezzo, che ci fanno già le vacanze, che se non vengono in bici se la portano sul camper, che vengono in Italia anche e comunque per prendere il sole e trovare il Mediterraneo con uno spostamento dai 1000 ai 2000 km e una spesa di poche centinaia di euro) è lampante: un americano dovrebbe appassionarsi, decidersi, spendere 3000 euro di volo a/r portandosi la bici smontata, magari moltiplicando il tutto per moglie e prole, quando magari le spiagge della California sono a 50 km.. Non so, mi sembra molto improbabile che una significativa massa di americani medi faccia questo discorso. Magari ci ritroveremo gli stessi che troviamo ogni anno tra Toscana, Liguria, Campania e Sicilia.

 

[Modificato il 21/12/2009 alle 10:14 by desmoblu]


Maìno della Spinetta - 21/12/2009 alle 17:26

In molti parlano di italiani all'estero e ritorno economico. Queste cose fanno da contorno ad altro, ad un fatto che a mio avviso è principale. Washington e New York sono il centro del mondo, e se il Giro potesse un anno, uno solo, svolgersi IN ITALIA, ma partire dal centro del mondo, sarebbe una cosa BELLA DI PER SE'. Poi, gli USA sono un mercato pazzesco perché sono dei fissati del fitness e in California pagano una Colnago 12.000 dollari pur di averla? Questo fattore permetterà che Rcs non sia sola nel perseguire l'idea, ma investitori ci metteranno un aiutino. Questo vuol dire che il Giro sarà di nuovo mediaticamente esposto agli USA dopo che Armstrong, nel 2009, già aveva portato l'attenzione a stelle e strisce su quest'evento? Verissimo, ma anche questi sono fattori di SUPPORTo dell'idea. E l'idea secondo voi è brutta? Per me è bella. Correre negli USA, raggiungere gli USA, è un'idea affascinante. In più, portavo A SUPPORTO del fascino di tale iniziativa il fatto che a New York (e agli USA) l'Italia ha dato molto. Vero che anche a San Paolo e in Thailandia abbiamo aperto villaggi vacanze, ma ragazzi... citare un set di Vanzina contro i sindaci di New York LaGuardia, Cuomo, Impellitteri, Giuliani... e contro lo stuolo di attori e cantanti che abbiam dato a Hollywood, mi sembra ridicolo. Correre negli USA qualche giorno è una grande idea; fare, invece, mezzo giro noioso oltre atlantico è una cagata pazzesca. Gli stessi spettatori USA (nonché quelli italiani) finirebbero ammazzati di noia. Spero che Zome vada fino in fondo con questa idea, proponendo SOLO qualche tappa (4 o 5 e non di più) sulla east cost (Upstate NY ha colline stupende, ne verrebbe una tappa bellissima!) così da "fecondare" col pedale rosa il continente di Colombo. E poi? e poi una terza settimana da urlo, tutta per noi, dove con i nostri rapportini possiamo arrampicarci sui colli e andare ad applaudire e urlare (e spingere, basta che le moto sian lontane) accanto ai corridori, con un paio di tapponi tutti italici, in cui lo spettatore a stelleestrisce, una volta familiarizzato -quasi fosse un nuovo reality, a loro fanno impazzire ancor più che a noi- col Giro si renda conto che gli indiani sul cucuzzolo del Finestre e la ressa nel Maracanà del Mortirolo non sono né dei teledipendenti ammosciati sul sofà, né dei turisti olandesi banali in trasferta vacanziera in Francia a Luglio, bensì dei tenaci amatori come noialtri, che meritiamo le Alpi in fondo al Giro.


desmoblu - 21/12/2009 alle 19:37

Quindi 4-5 tappe in America, il trasferimento e un giorno o due (tre?) che partono tra riposo etc (vuol dire 7-8 giorni su 20...ma non di più, per carità, non siamo esosi), poi tappe ovviamente di trasferimento e una settimana di Giro 'vero', con magari anche un tappone o persino due. Bello, mi piace. Forse pretendiamo troppo, forse guardiamo troppo in là, forse puntiamo troppo in alto.. però così facendo potremmo fare una grande concorrenza al Giro della Svizzera, a quello del Delfinato e magari al Romandia! (Finalmente!)


mattewhawk23 - 21/12/2009 alle 22:16

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] In molti parlano di italiani all'estero e ritorno economico. Queste cose fanno da contorno ad altro, ad un fatto che a mio avviso è principale. Washington e New York sono il centro del mondo, e se il Giro potesse un anno, uno solo, svolgersi IN ITALIA, ma partire dal centro del mondo, sarebbe una cosa BELLA DI PER SE'. Poi, gli USA sono un mercato pazzesco perché sono dei fissati del fitness e in California pagano una Colnago 12.000 dollari pur di averla? Questo fattore permetterà che Rcs non sia sola nel perseguire l'idea, ma investitori ci metteranno un aiutino. Questo vuol dire che il Giro sarà di nuovo mediaticamente esposto agli USA dopo che Armstrong, nel 2009, già aveva portato l'attenzione a stelle e strisce su quest'evento? Verissimo, ma anche questi sono fattori di SUPPORTo dell'idea. E l'idea secondo voi è brutta? Per me è bella. Correre negli USA, raggiungere gli USA, è un'idea affascinante. In più, portavo A SUPPORTO del fascino di tale iniziativa il fatto che a New York (e agli USA) l'Italia ha dato molto. Vero che anche a San Paolo e in Thailandia abbiamo aperto villaggi vacanze, ma ragazzi... citare un set di Vanzina contro i sindaci di New York LaGuardia, Cuomo, Impellitteri, Giuliani... e contro lo stuolo di attori e cantanti che abbiam dato a Hollywood, mi sembra ridicolo. Correre negli USA qualche giorno è una grande idea; fare, invece, mezzo giro noioso oltre atlantico è una cagata pazzesca. Gli stessi spettatori USA (nonché quelli italiani) finirebbero ammazzati di noia. Spero che Zome vada fino in fondo con questa idea, proponendo SOLO qualche tappa (4 o 5 e non di più) sulla east cost (Upstate NY ha colline stupende, ne verrebbe una tappa bellissima!) così da "fecondare" col pedale rosa il continente di Colombo. E poi? e poi una terza settimana da urlo, tutta per noi, dove con i nostri rapportini possiamo arrampicarci sui colli e andare ad applaudire e urlare (e spingere, basta che le moto sian lontane) accanto ai corridori, con un paio di tapponi tutti italici, in cui lo spettatore a stelleestrisce, una volta familiarizzato -quasi fosse un nuovo reality, a loro fanno impazzire ancor più che a noi- col Giro si renda conto che gli indiani sul cucuzzolo del Finestre e la ressa nel Maracanà del Mortirolo non sono né dei teledipendenti ammosciati sul sofà, né dei turisti olandesi banali in trasferta vacanziera in Francia a Luglio, bensì dei tenaci amatori come noialtri, che meritiamo le Alpi in fondo al Giro. [/quote]Maino sei un grande hai il dono della sintesi e dell'efficacia .quoto appieno.Sugli Indiani sul Finestre andiamoci piano se no la Lega blocca il tutto Vorrei ricordare che con 1000 dollari si fanno una bella vacanza in italia cosa che ogni estate in quel di Bormio...:Od::Od:


Maìno della Spinetta - 24/02/2010 alle 15:00

Giro d'italia 2012, partenza dagli USA, UNA REALTA' (anticipazione del Sole 24ore tratta da tuttobiciweb) La partenza della prima tappa del Giro d’Italia 2012 è decisa: da Pennsylvania Avenue, a Washington, davanti agli Archivi nazionali, a poca distanza dalla Casa Bianca. Anche il percorso è deciso. Si scenderà davanti al palazzo della Fbi, Freedom Plaza, l’Ellise, subito dietro la Casa Bianca, e poi via, lungo le strade della capitale americana, davanti al grande Obelisco, al Dipartimento di Stato, Virginia Avenue, il Watergate, Rock Creek Park e ritorno. Ci sarà anche un prologo, davanti al Memorial Bridge che si apre sul Lincoln Circle, dietro al Monumento dedicato al grande presidente ucciso e che dall’altra parte del Potomac porta ad Arlington: un prologo molto simbolico, le due enorme statue di bronzo che segnano l’ingresso al ponte, “Valore” e “Sacrificio” di Leo Friedlander sono state commissionate nel 1925 e donate all’America dal popolo italiano nel 1951. Già a dicembre c’erano state le prime indiscrezioni: si voleva dare maggiore risalto al Giro d’Italia che in America resta in secondo piano rispetto al Tour de France. E visto che gli addetti ai lavori e i milioni di ciclisti americani conoscono invece il Giro e soprattutto le meraviglie delle nostre biciclette, l’idea era quella di attirare l’attenzione del pubblico con qualcosa di forte: trasferire la partenza negli Stati Uniti, un migliaio di persone fra ciclisti e personale tecnico, partenza formale il sabato della «data x» del 2012, ritorno in Italia la domenica, il lunedì riposo e poi da martedì di nuovo il Giro sul nostro territorio. Dall’idea all’annuncio: lo diranno domani all’ambasciata d’Italia il sindaco di Washington Adrian Fenty e il nostro ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, in compagnia del patron del Giro, Angelo Zomegnan, per cercare sponsor americani e pubblicizzare la notizia sui media nazionali. Fenty, appassionato di ciclismo, deciso, energico, brillante, un atleta che concorre nel thriatlon, appena 40 anni e già da tre sindaco della Capitale è, come Barack Obama, il simbolo stesso del successo del “melting pot” americano. Con un tocco nostrano. E’ di padre afropanamense e di madre italiana. «I nonni erano di Frosinone. Uno dei due nonni si chiamava Bianchi, come la marca di biciclette - ci dice a Washington dove lo abbiamo incontrato - questo Giro sarà fantastico, per me, poterlo avere nella mia città è un motivo di orgoglio». da Il Sole 24 Ore a firma di Mario Platero


Basso90 - 24/02/2010 alle 15:34

:help: Da film horror


W00DST0CK76 - 24/02/2010 alle 16:14

Il fatto l'anticipazione provenga dal quotidiano economico "il sole 24 ore" la dice lunga sulle motivazioni che portano il Giro a partire dagli States. Io penso che si tratterà di un evento una tamtum, senza nessuna ripercussione sulla popolarità del ciclismo negli Usa, agli americani non interessa il ciclismo, ma Armstrong e le sue vicende. Tanto per fare un esempio credo che solo 2 o 3 americani su 100 saprebbero dire chi sono Leipheimer o Van de Velde. Per questo vedo la cosa come una nuova prostituzione del Giro al dio denaro (al dollaro in particolare), come avvenuto nella scorsa edizione. Posso immaginare che Zomegnan stia già prendendo contatti con qualche sceicco...


W00DST0CK76 - 24/02/2010 alle 16:40

Fondamentalmente penso che la partenza dagli USA del Giro 2010 avrà lo stesso effetto benefico avuto dai mondiali di calcio '94 sullo sviluppo del "soccer" negli States. Magari si potrebbe riadattare all'evento questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=PB_sL2bQkNo


pitoro - 24/02/2010 alle 18:38

Non sarei così negativo Franz. Partire dall'Olanda o da Washington potrebbe non essere tanto differente, dipende da come sarà organizzata la cosa, riposi e trasferimenti. Certo, anch'io vorrei sempre un Giro tutto italiano. Ma questa gestione della corsa è improntata all'internazionalizzazione, non se ne esce. Nemmeno la pecunia è stata decisiva, una somma simile poteva arrivare anche da altre parti. Più comode. Eppoi se per una volta diamo uno schiaffo al Tour non piango. A mio parere il problema del Giro non è una partenza dagli States, ma l'intero sistema percorso-trasferimenti nell'arco delle tre settimane. (PS: Ovvio che dico così perché ho già viaggio e ospitalità garantita, anche per la granfondo che anticiperà di un giorno il Giro:D)[i] [/i]


W00DST0CK76 - 24/02/2010 alle 19:04

[quote][i]Originariamente inviato da pitoro [/i] Eppoi se per una volta diamo uno schiaffo al Tour non piango. [/quote] Io non penso che il Giro, per affermarsi abbia bisogno di scimmiottare il Tour cercando di superarne la grandeur. Se vogliamo metterla su questo punto allora facciamo premiare i vincitori da miss in topless, sai che effetto catalizzante avrebbe la cosa sull'evento? Però poi credo che, una volta coperte le ghiandole mammarie, l'interesse tornerebbe lo stesso di sempre, che negli Usa è zero o poco più.


mattewhawk23 - 24/02/2010 alle 21:06

Credo sia doveroso internazionalizare una realtà come il Giro. aldila di una nazione come l'olanda o il belgio. Il giro pi non è una classica ma è molto piu flessibile. Secondo questa teoria non si sarebbe mai dovuto andare a Trieste... I mondiali di calcio?beh intanto han dato avvio a delle competizioni e ora gli states hanno una squadra nazionale che prima sostanzialmenten non esisteva. Negli states sopratutto negli stati del mid west e west il ciclismo è molto.conosciuto e diffuso.è chairo che la distanza influisce


Ottavio - 24/02/2010 alle 21:36

E' l'inizio della fine.


Maìno della Spinetta - 25/02/2010 alle 10:41

[quote][i]Originariamente inviato da Ottavio [/i] E' l'inizio della fine. [/quote] Non lo credo, il Giro ha una tale tradizione che può sperimentare. Solo chi è forte di una tradizione può lanciarsi in avanti, e il Giro farà questo perché sa che può cadere e rialzarsi. Se andrà male non sarà la fine, si tornerà a partire da piazza Duomo, e si arriverà con una volata al Vigorelli (Zome, questa non l'avevi pensata...). Continuo a credere che è il Giro negli USA ha fascino. Il Giro d'Italia non finirà per le zomegnanate, ma il giorno in cui non ci sarà più l'Italia.


Serpa - 25/02/2010 alle 10:49

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Se vogliamo metterla su questo punto allora facciamo premiare i vincitori da miss in topless, sai che effetto catalizzante avrebbe la cosa sull'evento? [/quote] Dove si firma? :D pitoro partire dall'olanda o da washington per me è diverso, l'olanda ha tradizione ciclistica, ci sono molti italiani, e poi si va in belgio ecc... In america è tutto fatto pro-armstrong l'ho scritto sopra, lui magari viene stavolta anche controvoglia, e poi tutti insieme andiamo a casa sua a vedere la scalinata dove rocky balboa saltellava allegramente. Sono daccordo con chi la ritiene una buffonata.


superandyweb - 26/02/2010 alle 13:03

[quote][i]Originariamente inviato da roberto79 [/i] si parla pure di una partenza del Giro 2013 dall'Antartide...:( "ZomeGNAM" SVEGLIATI IL GIRO DEVE RISPETTARE LA TRADIZIONE !!!!! [/quote] già puo benissimo essere visto che dal 21-12-2012 verrà la fine del mondo e come dal film ci trasferiremo tutti verso sud... Non sono daccordo nemmeno io che il GIRO parti dall'estero, poi non parliamo dall'altra parte dell'oceano, ma scherziamo??? Anni fa si diceva che il GIRO non andava in sicilia e sardegna perchè esistevano problemi logistici ecc... ed ora invece i problemi logistici per andare in America non ci sono??? Meglio mostrare il passaggio del GIRO per tutta l'italia che portare via tappe e farle all'estero!!! Capisco le questioni economiche però cosi il significato di quella corsa va a svanire.


Abruzzese - 26/02/2010 alle 18:20

[b]WASHINGTON SEMPRE PIU’ INNAMORATA DEL GIRO[/b] [i]Terminata la due giorni di lavori che ha segnato un nuovo punto a favore affinché la Corsa Rosa parta dagli USA nel 2012[/i] E’ rientrata oggi da Washington la delegazione italiana di RCS Sport volata negli Usa per incontrare i potenziali sponsor della partenza del Giro d’Italia in terra statunitense, ipotizzata nel 2012. Nella due giorni americana, oltre a riunioni con gli investitori locali ed i vertici dell’amministrazione di Washington, sono proseguiti i contatti con le organizzazioni di promozione turistica avviati lo scorso dicembre. Michele Acquarone, direttore generale di RCS Sport, ha dichiarato: “E’ la prima volta che una grande manifestazione ciclistica europea di lunga tradizione, come il Giro d’Italia, ha la possibilità di far partire la propria competizione da un altro continente. Senza dubbio gli ostacoli sono tanti e ci vorrà tempo per superarli tutti. Ricordo infatti che, prima di ogni altra cosa, RCS Sport ha il dovere di salvaguardare gli aspetti sportivi legati alla tutela degli atleti che sono il patrimonio fondamentale dei nostri eventi. Per queste ragioni, il progetto di far partire il Giro da Washington è e sarà sempre condiviso con le federazioni, le squadre e gli atleti stessi. Si tratta però di un’occasione unica per esportare passione e competenza professionale, una tradizione del Made in Italy che è diventata patrimonio della comunità sportiva internazionale. Il progetto presenta molte opportunità per il nostro Paese, ci sono ancora diversi temi da affrontare e risolvere, ma siamo confidenti nella forza della nostra professionalità e nell’entusiasmo dei nostri partner americani per portare a termine anche questa impresa, il tempo non ci manca...” Adrian M. Fenty, sindaco di Washington, entusiasta sostenitore del progetto, ha sottolineato che “Attraverso il Giro d’Italia voglio rinsaldare i rapporti già ottimi tra americani e italiani” Nel fare gli onori di casa, alla presenza della comunità economica italo-americana, l'ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, in qualità di promotore dell’incontro e rappresentante del governo italiano, ha sottolineato i valori del Giro d'Italia, evento capace di coniugare internazionalmente sport e cultura. Gregory A. O'Dell, presidente dell'Autorità per lo sport a Washington, ha annunciato di voler mettere a disposizione del “Progetto – Giro” tutte le energie e le risorse indispensabili a raggiungere l'obiettivo della municipalità: avere in Città la Corsa Rosa. Al ricevimento tenutosi ieri per promuovere la candidatura della capitale federale ad ospitare il Giro d'Italia nel 2012, c’era anche il famoso cestista Danilo Gallinari, stella dei New York Knicks, che ha voluto onorare l'invito dell'ambasciatore Terzi. Chiamato in causa dai giornalisti presenti, Angelo Zomegnan, direttore ciclismo di RCS Sport, ha dichiarato: “Sono fiducioso ma anche realista, si tratta di un progetto molto ambizioso e fino a che ogni aspetto non sarà valutato e risolto, non si può dare niente di certo. Allo stato attuale mi sento di poter dichiarare che prima di tre mesi da oggi non si potrà sapere nulla di ufficiale...” (ufficio stampa RCS Sport)


Frank VDB - 28/02/2010 alle 16:52

Pare di capire dai giornali di oggi che il Giro negli USA è cosa certa. Dopo tanto riflettere la ritengo una grossissima put.tan.ata, per diversi motivi. 1) Vi siete mai chiesti perchè, a parte il mondiale di calcio (che ha chiare esigenze tecniche) nessuna grande manifestazioni sportiva di rilevanza internazionale dura più di 15-16 giorni? Nemmeno le Olimpiadi superano questa soglia, eppure avrebbero "materiale" per andare avanti di più. O no? Nemmeno i tornei dello slam di tennis, nemmeno i mondiali di basket... Solo i tre GT arrivano a 22 giorni, anche in questo caso per esigenze tecniche. Il motivo di eventi temporalmente "compattati" deriva dalla regola aurea della comunicazione che "il troppo stroppia" e lo spettatore si annoia. Meglio "bombardarlo" per un tempo circoscritto e poi passare ad altro. Il Giro con partenza Oltreoceano dovrà durare almeno 26 giorni, con le prime tappe dopo il volo di rientro "morbide" (=insignificanti). Le conseguenze? Sì, arriveranno soldini dagli USA ma l'interesse in Italia, non essendo più concentrato, sarà minore. Soprattutto per un evento come il Giro che - paradosso dei paradossi - non viene per nulla "pompato" dalla Rai che lo produce. 2) Mi sta bene l'idea di rilanciare il Giro che negli ultimi anni, insieme al movimento ciclistico italiano, non se la passa bene. Ma il rilancio deve avere per oggetto l'Italia, perchè gli sponsor del Giro sono tutti italiani, perchè il Giro essenzialmente vive del pubblico italiano, delle salite italiane, dei paesaggi italiani. Andare negli USA porterà denari freschi ma "una tantum"; senz'altro il movimento statunitense ne troverà vantaggio, ma lo sviluppo del ciclismo USA prosegue da anni anche senza il Giro, con l'organizzazione di team di prim'ordine, campioni di fama mondiale, corse che si stanno facendo largo in calendario. Nel 2013 il Giro riprenderà la sua fisionomia classica senza avere risolto uno solo dei problemi che lo attanagliano. 3) Immagino che tra le partenti occorrerà fare spazio ad un paio di squadre americane. Ovvio che a rimetterci il posto saranno team di seconda fascia italiani, quelli che puntano tutto su una "comparsata" al Giro. Credo che ai due team americani importerà ben poco di ben figurare quando la corsa sarà tornata nel Belpaese. Si impegneranno a fondo nelle 4 tappe USA e poi se ne staranno buone buonine a centro gruppo, a non sprecare energie in vista del Tour... 4) Prima di andare negli USA, mi spiegano quelli della RCS quali sono le linee di fondo della strategia di promozione del Giro? A parte fare firmare la maglia rosa dagli stilisti (che poi rimane con qualsiasi stilista una maglia, di tessuto sintetico, di colore rosa, a maniche corte, aderente, con una cerniera e tre tasche dietro) e presentarla al Gazzetta Lounge trendy fashon atelier che scappa da piangere solo a pensarci, a parte questo: come si muove la RCS per promuovere la sua creatura? Il sito internet finalmente c'è ma a quello del Tour non è degno nemmeno di allacciargli i sandali. La promozione dell'evento nelle settimane precedenti è sotto zero. Manifestazioni lungo l'anno non se ne fanno (penso alla partecipazione del marchio del Giro alle fiere internazionali del turismo, ad una lotteria nazionale abbinata alla corsa, ad un museo multimediale itinerante che durante i 12 mesi gira l'Italia e l'Europa, ad un merchandising tutt'ora inesistente, ad un tour promozionale della Corsa rosa e della sua storia, del made in Italy e del fascino del Belpaese nelle capitali europee). I fine settimana di corsa sono affollati di tappe inutili. E via andare... ecco: tutti questi problemi finiranno perchè si parte dagli USA dopo che si è partiti da Belgio e Olanda? 5) La macchina organizzativa del Giro è ancora semi-dilettantistica, nel senso più deteriore del termine. Affacciatevi ai comitati tappa locali per rendervene conto: ex ciclisti di piccoli paesi che uniscono la passione all'essere simpatici pasticcioni e assessori/sindaci interessati solo ad un'inquadratura ma incapaci di rendere l'evento-Giro una festa popolare. Al Tour la macchina organizzativa è mostruosa, se ne sono accorti quelli di Prato Nevoso che si sono visti chiedere x seggiole, y metri quadrati, tot vie di fuga se no non se ne faceva di niente. Da noi il Giro arriva a Roma in una via laterale del Colosseo o in uno stradone milanese senza un bar aperto, a Parigi nei Campi Elisi; da noi il podio ha per sfondo il nulla o i buchi del Colosseo, al Tour c'è l'immensa prospettiva con l'Arco di Trionfo (e noi che abbiamo i Fori Imperiali non li sfruttiamo); al Tour arriva il messaggio del Papa in vacanza sulle strade della corsa, al Giro si arriva sotto casa del Presidente della Repubblica ma non si lavora affinchè sia lui a premiare il vincitore; al massimo "chi vuole" sale dopo nella Piazza del Quirinale. Ecco: siamo sicuri che la partenza da Washington spazzerà via tutti questi problemi? Io penso proprio di no.

 

[Modificato il 28/02/2010 alle 16:55 by Frank VDB]


roberto79 - 02/03/2010 alle 13:34

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Pare di capire dai giornali di oggi che il Giro negli USA è cosa certa. Dopo tanto riflettere la ritengo una grossissima put.tan.ata, per diversi motivi. 1) Vi siete mai chiesti perchè, a parte il mondiale di calcio (che ha chiare esigenze tecniche) nessuna grande manifestazioni sportiva di rilevanza internazionale dura più di 15-16 giorni? Nemmeno le Olimpiadi superano questa soglia, eppure avrebbero "materiale" per andare avanti di più. O no? Nemmeno i tornei dello slam di tennis, nemmeno i mondiali di basket... Solo i tre GT arrivano a 22 giorni, anche in questo caso per esigenze tecniche. Il motivo di eventi temporalmente "compattati" deriva dalla regola aurea della comunicazione che "il troppo stroppia" e lo spettatore si annoia. Meglio "bombardarlo" per un tempo circoscritto e poi passare ad altro. Il Giro con partenza Oltreoceano dovrà durare almeno 26 giorni, con le prime tappe dopo il volo di rientro "morbide" (=insignificanti). Le conseguenze? Sì, arriveranno soldini dagli USA ma l'interesse in Italia, non essendo più concentrato, sarà minore. Soprattutto per un evento come il Giro che - paradosso dei paradossi - non viene per nulla "pompato" dalla Rai che lo produce. 2) Mi sta bene l'idea di rilanciare il Giro che negli ultimi anni, insieme al movimento ciclistico italiano, non se la passa bene. Ma il rilancio deve avere per oggetto l'Italia, perchè gli sponsor del Giro sono tutti italiani, perchè il Giro essenzialmente vive del pubblico italiano, delle salite italiane, dei paesaggi italiani. Andare negli USA porterà denari freschi ma "una tantum"; senz'altro il movimento statunitense ne troverà vantaggio, ma lo sviluppo del ciclismo USA prosegue da anni anche senza il Giro, con l'organizzazione di team di prim'ordine, campioni di fama mondiale, corse che si stanno facendo largo in calendario. Nel 2013 il Giro riprenderà la sua fisionomia classica senza avere risolto uno solo dei problemi che lo attanagliano. 3) Immagino che tra le partenti occorrerà fare spazio ad un paio di squadre americane. Ovvio che a rimetterci il posto saranno team di seconda fascia italiani, quelli che puntano tutto su una "comparsata" al Giro. Credo che ai due team americani importerà ben poco di ben figurare quando la corsa sarà tornata nel Belpaese. Si impegneranno a fondo nelle 4 tappe USA e poi se ne staranno buone buonine a centro gruppo, a non sprecare energie in vista del Tour... 4) Prima di andare negli USA, mi spiegano quelli della RCS quali sono le linee di fondo della strategia di promozione del Giro? A parte fare firmare la maglia rosa dagli stilisti (che poi rimane con qualsiasi stilista una maglia, di tessuto sintetico, di colore rosa, a maniche corte, aderente, con una cerniera e tre tasche dietro) e presentarla al Gazzetta Lounge trendy fashon atelier che scappa da piangere solo a pensarci, a parte questo: come si muove la RCS per promuovere la sua creatura? Il sito internet finalmente c'è ma a quello del Tour non è degno nemmeno di allacciargli i sandali. La promozione dell'evento nelle settimane precedenti è sotto zero. Manifestazioni lungo l'anno non se ne fanno (penso alla partecipazione del marchio del Giro alle fiere internazionali del turismo, ad una lotteria nazionale abbinata alla corsa, ad un museo multimediale itinerante che durante i 12 mesi gira l'Italia e l'Europa, ad un merchandising tutt'ora inesistente, ad un tour promozionale della Corsa rosa e della sua storia, del made in Italy e del fascino del Belpaese nelle capitali europee). I fine settimana di corsa sono affollati di tappe inutili. E via andare... ecco: tutti questi problemi finiranno perchè si parte dagli USA dopo che si è partiti da Belgio e Olanda? 5) La macchina organizzativa del Giro è ancora semi-dilettantistica, nel senso più deteriore del termine. Affacciatevi ai comitati tappa locali per rendervene conto: ex ciclisti di piccoli paesi che uniscono la passione all'essere simpatici pasticcioni e assessori/sindaci interessati solo ad un'inquadratura ma incapaci di rendere l'evento-Giro una festa popolare. Al Tour la macchina organizzativa è mostruosa, se ne sono accorti quelli di Prato Nevoso che si sono visti chiedere x seggiole, y metri quadrati, tot vie di fuga se no non se ne faceva di niente. Da noi il Giro arriva a Roma in una via laterale del Colosseo o in uno stradone milanese senza un bar aperto, a Parigi nei Campi Elisi; da noi il podio ha per sfondo il nulla o i buchi del Colosseo, al Tour c'è l'immensa prospettiva con l'Arco di Trionfo (e noi che abbiamo i Fori Imperiali non li sfruttiamo); al Tour arriva il messaggio del Papa in vacanza sulle strade della corsa, al Giro si arriva sotto casa del Presidente della Repubblica ma non si lavora affinchè sia lui a premiare il vincitore; al massimo "chi vuole" sale dopo nella Piazza del Quirinale. Ecco: siamo sicuri che la partenza da Washington spazzerà via tutti questi problemi? Io penso proprio di no. [/quote] Sono d'accordo al 99% eccetto quando dici che da noi il podio ha come sfondo "il nulla o i buchi del Colosseo" ... il Colosseo è pur sempre uno dei momunmenti piu' importanti d'Italia ed è Bellissimo..


Frank VDB - 02/03/2010 alle 20:41

Perbacco, il Colosseo è bellissimo sì! Apposta per questo io avrei costruito il podio sui Fori Imperiali con il Colosseo nella sua maestosità sullo sfondo. Ma sai, tre giorni prima Zomegnan e Rai parlavano della tappa finale di Roma non dicendo "un evento unico a Roma, i romani devono accorrere in massa a godersi lo spettacolo", ma solo in termini di traffico: "i romani possono stare tranquilli, fino alle 12 sarà possibile uscire dalla città in auto"