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MMM - ovvero la celebrazione di una annata trionfale per la Grande Rivoluzione Universale
Lando - 31/10/2009 alle 08:34

CKC 2009 Caedagne 2009 Girada 2009 UCI World Championship 2009 Colli Euganei, 5 eroi della G.R.U., il ciclismo. L'ultima battaglia dell'anno per la liberazione ciclistica di tutti, dai non praticanti ai ciclonottambuli. :) Lunga vita al LandoTeam!


W00DST0CK76 - 31/10/2009 alle 10:44

Che 3D inutile, quasi quasi lo chiudo! :bll:


EugeRambler - 31/10/2009 alle 10:56

MMM - ovvero noi ci proviamo in tutti i modi a darci un tono e cercare di essere fighi, ma quei fottuti kazaki ne sanno una più del diavolo e ci fanno passare sempre per i soliti sbruffoni pieni di spocchia che però se la fanno nelle mutande se bisogna pedalare con la luce spenta. Non temete piccoli miei, vi lasciamo accesa una lampadina per la notte :bll:


mestatore - 31/10/2009 alle 23:35

c'è chi può pedalare solo con la luce spenta almeno nessuno lo vede di giorno fa sbellicare dalle risa gli avversari alla luce del giorno i paracarri è meglio che si nascondano o che restino nel loro luogo naturale, sul ciglio della strada al centro passa il lando, che spiana i Muri del vero Ciclismo c'è il libro mastro del Ciclismo e lì scrive il lando, c'è "lo strano ma vero" sulla settimana enigmistica e lì c'è posto per vitelli a tre teste, nani , ballerine, escort e cicloesploratori notturni kazzakia zeru tituli mesty, che si onora di scortare da gregario 2 ( due) campioni del mondo lando, la grande rivoluzione universale


claudiodance - 01/11/2009 alle 08:04

Il sole ha baciato la seconda edizione della Muri Muri Muri. Un magnifico percorso disegnato da Andrea lungo i profili dei colli Euganei ci ha reso felici di faticare e stuzzicarci vicendevolmente per un paio d'ore abbondanti. Cos'é la Muri Muri Muri? E' una specie di campionato sociale del Lando team, che si ritrova prima della pausa invernale per l'ultima battaglia in bicicletta. Palestra d'esercizio un percorso con molte e feroci salite brevi. Di quelle che ci fanno più sognare in assoluto, i "muri" appunto. Ogni muro un traguardo, fino a sfinire muscoli e cuore, poi un pranzo risoratore. Ci sarebbe anche una classifica avulsa, con handicap, punteggi e vincitore finale, ma sebbene le volate le abbia vinte praticamente tutte Andrea, è stato Lorenzo Zanarkelly la grande rivelazione di giornata. Il neo acquisto di Lando rende orgoglioso tutto il team. Con poco allenamento e molta zavorra addominale ha concluso degnamente tutto il percorso, finendo ogni muro in progresso, solido e convinto. Onore a Zanna. L'influenza e infortuni di vario tipo hanno decimato la partecipazione, ma già si parla e si sogna di una edizione 2010 da ricordare. Percorso e luogo sono già stati scelti... Adesso a nanna le biciclette. L'inverno arriva anche per i Landoboy. Personalmente metto la bici in pensione per qualche mese. Felice di questo sabato pedalato con tutta l'energia rimasta. Amici-rivali da staccare, da sbeffegiare, da amare. Ho pedalato con una motivazione forse più grande del solito. Ogni muro un sfida e una risata. Il ciclismo può essere molto allegro e profondo. Ringrazio pubblicamente tutti i miei compagni di squadra. Ieri è stata una bella giornata. ciao belli, viva il Lando team claudio Ps. Nota negativa della giornata: il maledetto Guido mi ha battuto nell'unico muro in pavè del percorso. E questa, non la mando giù facilmente...


Andrea_Web - 01/11/2009 alle 21:29

Che bella giornata di ciclismo pedalato e soprattutto che belle risate. Grazie a tutto il LandoTeam, presenti ma anche assenti. Rotopressa a manetta per tutti. :Od: P.S. Sono molto contento che il percorso e soprattutto il ristorante sia piaciuto a tutti voi. :drink::gruppo:


Zanarkelly - 02/11/2009 alle 19:21

Ringrazio tutto il Lando Team per il caloroso benvenuto in squadra e per la giornata di sabato. Bel percorso, duro, ma molto scenografico; d'altronde se si chiama MuriMuriMuri... Credo comunque che varie salite siano state evitate proprio per non rendere troppo faticoso il percorso, probabilmente a mio vantaggio; non finirò mai di ringraziare Andrea per questo e anche per avermi aspettato e scortato sulle ultime salite, quando ogni tanto sputavo qualche pezzo di polmone. La classe non è acqua e per diventare campione del mondo su caedagne di classe ne serve tanta. Comunque vedere le accellerazioni di Andrea sui muri è impressionante. Ora devo cominciare un buon programma di allenamento per arrivare in forma nella prossima stagione: ho già preso contatti tramite Mesty col preparatore di Ravanelli che, a forza di rotopressa e dieta dissociata, mi ha garantito risultati strepitosi. :O--


uffa - 02/11/2009 alle 19:25

tse. garucola misconosciuta. in quanti eravate, in quattro? :Od:


claudiodance - 02/11/2009 alle 19:51

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] tse. garucola misconosciuta. in quanti eravate, in quattro? :Od: [/quote] no, in cinque! Ma controzebedeinatissimi!


stress - 02/11/2009 alle 20:36

Senza un pò di stress e, soprattutto, tanta carne arrosto con gli zebedei ci fai "solo" gli zebedei!!! Ps: mi sarebbe piaciuto molto esserci ma voi avete fatto una cosa da carbonari. Comunque sia Pisenlov


ProfRoubaix - 02/11/2009 alle 20:36

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] P.S. Sono molto contento che il percorso e soprattutto il ristorante sia piaciuto a tutti voi. :drink::gruppo: [/quote] Grazie anche a te, soprattutto per averci seguito in moto ... ah, eri in bici? [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] che si onora di scortare da gregario 2 (due) campioni del mondo [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Zanarkelly la grande rivelazione di giornata. Il neo acquisto di Lando rende orgoglioso tutto il team. [/quote] Oh yeah!!


Andrea_Web - 03/11/2009 alle 10:02

[quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] Senza un pò di stress e, soprattutto, tanta carne arrosto con gli zebedei ci fai "solo" gli zebedei!!! Ps: mi sarebbe piaciuto molto esserci ma voi avete fatto una cosa da carbonari. Comunque sia Pisenlov [/quote] Le rivoluzioni nascono da un manipolo di carbonari... a cui piace la carbonara. :D Per i ritrovi aperti a tutti c'è la Kobram e da quest'anno il Mondiale su Caedagne, ma tu manchi sempre sia all'uno che all'altro... :Od: Sarà per l'anno prossimo dai Mauro, non te incazza'. :hippy:


Bob Fats - 04/11/2009 alle 17:14

Determinatissimo ad eliminare l'aggettivo "virtuale" a fianco del sostantivo attribuitomi "gregario", avevo preparato camper e famiglia per la trasferta Euganea ma si è messa di mezzo la famigerata SUINA !!!! Fatto sta che in rapida successione si è ammalata tutta la famiglia, già pronta con giochi, guide e passatempi vari a seguire il loro capo e guida attraverso la fredda Padania per raggiungere e finalmente conoscere gli altri appartenenti al Lando Team. Dopo aver portato la figlia più grande dal pediatra il martedì precedente il tenzone ed aver ricevuto la funesta notizia della obbligatoria somministrazione antibiotica, anche il capo è venuto meno ed un grosso raffreddore si è impadronito del naso del prode pedalatore che vi scrive. Certo, sarà per un'altra volta ma il dispiacere è stato veramente grande ... :grr:


claudiodance - 11/11/2009 alle 17:58

- Fine ottobre 2009. Da qualche parte, sui colli Euganei. ......Gianni affonda i pedali e la fila si costituisce sulla fettuccia sconnessa. Sposto automatico la mia linea fino ad appoggiarla alla linea sua. Dietro di lui, mi accuccio un po’, faccio sfiorare i nostri copertoncini. La strada sale, ma sto meglio così. Coperto. Siamo in fila e l’asfalto corre. Si comincia. C’è un linguaggio per tutto. Questo si impara con il fiato lungo e le stelline negli occhi. Io l’ho imparato già. Ero ragazzo e apprendevo stolido, senza afferrare davvero, ma le cose si fissavano dentro lo stesso. Come impronte, come calli sulle mani. La lingua è semplice e si ripete uguale. La ripasserò volentieri anche oggi, su queste colline gialle e brune. In questo ultimo giro prima di un lungo inverno. In questa piccola battaglia che mi concedo, prima di una lunga sosta. Questa lingua distende la sua sintassi primitiva. Si fa leggere nei volti e nelle schiene piegate. Mi dice che si comincia adesso e che per le chiacchiere da amici ci sarà tempo fra un paio d’ore. Ciondolo il mio corpo da un lato e dall’altro. Sotto una macchina risponde agli impulsi e restituisce movimento. Adesso mi ciondolo di qua e di là. Aspetto di ascoltare qualcosa da me stesso e se sarà quello che spero, chiederò qualcosa di più, pretenderò ancora qualcosa di più. È passata solo una mezzora, da quando scattavamo foto nel parcheggio di Torreglia. Prima i saluti, gli abbracci, le valutazioni occhiute sullo stato di forma degli amici. Sei magro, sei grasso, bella bici, belle ruote, cosa ti metti, ti metti il termico? Schermaglie amorose e manovre d’avvicinamento. La strada reclamava il suo spazio e siamo partiti. Subito le chiacchiere e la prima aria puntuta che ferisce le gole. Le mani fredde e le braccia dure. Fila di due, occupiamo metà del percorso indifferenti ai clacson e al traffico. Pianura, dossi lievi sul profilo della bolla. Poi due colline brevi a tornanti. Ma è ancora niente e l’accelerazione lungo la seconda è un prologo e niente più. Adesso comincia la storia vera. Impariamo questa lezione e mandiamola a memoria. La strada si impenna, l’asfalto brutto imbruttisce, peggiora e il rotolamento è deviato da componenti che sarebbero anche misurabili, mi trovo a pensare. Gianni distende falcata e pensiero. Va davanti superando il mio passo che avevo scelto blando. Comincia, mi dico. Zippo in giù il colletto della maglia e metto un pò di sangue negli occhi. Andrea segue poderoso, lo avverto, spunta mezza ruota dal mio lato sinistro. Gli altri? Giro mezza testa. Dietro il ragazzo Guido, accovacciato. La sua buffa espressione di tenacia sembra un sorriso bloccato dal gelo. La bocca non è ancora inchiavardata agli angoli degli zigomi. E vede che lo guardo. È a mezzo gas. Vorrà risparmiare le forze per dopo. Me l’ha detto in effetti. Lorenzo si sfila già. Tutto previsto, queste non sono storie coi colpi di scena, si somigliano tutte, fino alla noia. Il bosco ceduo sporge le sue mani verso di noi, rami che vogliono graffiare, ci mettiamo al centro. Di là una valletta e vigneti e poi giardini e boschetti aranciati e gialli dal freddo. Riprendo a ciondolare me stesso. Andrea mi dimostra, esponendosi, la sua superiore vigoria. Partirà quando vuole e ci sarà solo da osservarlo, mentre ci stacca. Forse Gianni è il mio traguardo. Mi convinco di poterlo infilare. Aumenta la sua forza e muove di più le spalle. Io dietro sto ancora in linea, metto in fila i polsi, controllo la distanza e ascolto il mio respiro che spinge fuori lo sterno, ma senza offendere e togliere già coscienza. Sporgo la testa fuori per controllare la fine della salita. La strada dritta scavalla in mezzo a un fitto di piante giovani. L’ultimo pezzo si impenna bene. Sarà fra poco. Quattrocento metri, giudico. Mi scappa da ridere. Penso a casa, ai quarant’anni, alla famiglia, al lavoro e a tutto il mare di casini che lascio indietro oggi, in questa provincia di Padova. Che follia. Siamo dunque bambini infiniti, che giocano tutta la vita, cambiando solo di gioco e di paesaggi? Sì, forse. Dovrei pensarci e parlarne con Guido, discuterne e approfondire il tema, cercare riferimenti, confronti, appoggi, esperienze. Certo, le infinite chiacchiere di ciclismo al telefono, mentre torno dal lavoro. La noia e la stanchezza combattute col ciclismo. A parole. Chissà se sospetta che lo chiami quando il sonno mi assale. Ma adesso no. Adesso comincia, è cominciata. Adesso solo movimento e fluidi che ruscellano nel mio corpo. Gianni si alza sui pedali. E anche io. Quattro tempi di oscillazione. Tam-tam-tam-tam e ritorno in posizione. Ormai il respiro affanna e vorrei sputare qualcosa dalla bocca. Bastardo penso. Bastardo. Guarda che ne ho ancora. Sono ancora qui. Sposto le mani dalle leve. Ce le rimetto. Cambio. Giù un dente. I metri come frustate. Sparo fuori saliva per essere più leggero. Trecentocinquanta metri. Fra poco metto le mani sotto e parto. C.ulo in alto e fuori. Li spavento un po’ e prendo qualche metro. Poi sentirò male da impazzire, ma mi comporto come se non lo sapessi. Aspetto ancora. Ecco. Ecco….. Gianni ha buttato giù il dente e aumenta i giri. Mi alzo sui pedali mentre i pensieri vengono aspirati da qualche parte lontano. Eccolo. Eccolo che vuole schierarmi qua, davanti a tutti. Levarmi dalla sua ruota come fossi uno Jalabert a una Liegibastonliegi. Soffia fuori anidride e rabbia. Vuole la stessa cosa che voglio io. Vincere questa battaglia di soldatini. Spara le sue cartucce e avanza i suoi plotoncini di marines. Mi alzo, riaggancio la ruota. Si siede. Sono a tutta. Perché Andrea non sfreccia via? Trecento metri. Metto le mani sotto e stringo. Passerò a destra. Sposto il peso, pesto le caviglie. Aumento velocità e il movimento si arrotonda. Ondeggio stretto. La testa ancora avanti, scoppia. Ecco le stelline. Sono arrivate. Me le terrò negli occhi fino in cima. Come no.


EugeRambler - 11/11/2009 alle 23:28

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Siamo dunque bambini infiniti, che giocano tutta la vita, cambiando solo di gioco e di paesaggi? [/quote] Sì, finchè passione e fantasia ci sono compagne. E guai se facciamo sì che c'abbandonino. Bella Dance, nonostante l'aritificioso eroismo, costruito più a parole che a suon di giri di ruota e pedale.


claudiodance - 12/11/2009 alle 10:39

[quote][i]Originariamente inviato da EugeRambler [/i] [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Siamo dunque bambini infiniti, che giocano tutta la vita, cambiando solo di gioco e di paesaggi? [/quote] Sì, finchè passione e fantasia ci sono compagne. E guai se facciamo sì che c'abbandonino. Bella Dance, nonostante l'aritificioso eroismo, costruito più a parole che a suon di giri di ruota e pedale. [/quote] Grazie ciccio. Niente eroismi e niente artifici alla MMM. Solo ciclismo.:bll:


mestatore - 12/11/2009 alle 23:29

e claudio , alla MMM andava forte,molto forte scrive bene, ma pedala alla grandissima con altrettanto stile e non è poco claudio, un grande solo ciclismo ma pedalato con cupidigia.... ciclismo di bambini un po' invecchiati che sanno ancora giocare conosciamo proporzioni, dimensioni e limiti ma quando si gioca, solo in quell' attimo,si dimenticano se no, non è gioco. noi giochiamo con grande cupidigia grandissima cupidigia mesty


robby - 13/11/2009 alle 08:08

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] solo ciclismo ma pedalato con cupidigia.... ciclismo di bambini un po' invecchiati che sanno ancora giocare [/quote] Che frase meravigliosa mesty!


Andrea_Web - 13/11/2009 alle 08:27

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] e claudio , alla MMM andava forte,molto forte scrive bene, ma pedala alla grandissima con altrettanto stile e non è poco claudio, un grande solo ciclismo ma pedalato con cupidigia.... ciclismo di bambini un po' invecchiati che sanno ancora giocare conosciamo proporzioni, dimensioni e limiti ma quando si gioca, solo in quell' attimo,si dimenticano se no, non è gioco. noi giochiamo con grande cupidigia grandissima cupidigia mesty [/quote] Io mi sento ancora bambino, in tutto. :(


Lando - 04/11/2010 alle 23:07

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] solo ciclismo ma pedalato con cupidigia.... ciclismo di bambini un po' invecchiati che sanno ancora giocare [/quote] Che frase meravigliosa mesty! [/quote] Avversario, ma Leale. Leale, ma AVVERSARIO. Ronde Van West-Gardasee, MMM 2010: scatenate l'inferno! :drink:


robby - 05/11/2010 alle 16:11

Ronde Van West-Gardasee: MMM 2010 il nome è davvero fico! :OO:


Andrea_Web - 05/11/2010 alle 17:00

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] Ronde Van West-Gardasee: MMM 2010 il nome è davvero fico! :OO: [/quote] Lo è anche la magnanimità del Lando ad ammettere i suoi NEMICI alla disfida! E al lauto banchetto che seguirà! :Od:


Morris - 05/11/2010 alle 17:44

Ho letto il fondo sul “El Correo de O.K. Corral”, che da primario risalto alla vicinissima Ronde Van West-Gardasee - MMM 2010 e la presenta come una sfida fra due eminenti figure del vero ciclismo universale del Lando. Incredibile la pignoleria dell’articolista, tal Paracelsius Teofrastus (quale sarò l’agnomen, è un mistero!), nel descrivere gli eletti protagonisti del duello: Doc Mesty di Piemonte e Arch Dancell di Lombardia. Del piemontese ad un certo punto dice: “….La sua età non si conosce: pare nasconderla, affinché tutto su di lui graviti sullo stile. Confonde l’intorno con l’appellativo di Mestatore, agitando l’organizzata confusione del silenzio, per promuovere il contrario della dottrina del Fascetti. Quanto basta per passare inosservato sulla sostanza, lasciando come figurata sirena l’efficacia del suo passaggio. Tutti la ricordano e la spendono, senza sapere dove sia. Un capolavoro depistante, vissuto sull’apparenza della concretezza. Per questo può divenire letale in bicicletta. C’è, ma di lui si vede solo l’alone; non scatta per non rompere l’incantesimo e lascia alle progressioni stilisticamente ineccepibili, il confondente per andarsene. E vi riesce di sovente, perché accanto a lui sono tanti gli avversari, quasi tutti per verità, ad adagiarsi su automatiche pedalate d’attesa. Già, perché sono intinti e coinvolti dall’enigma di come faccia ad esser sì “stiloso”, ed intanto il tempo passa a vantaggio del passista Mesty. Sul mezzo più che secolare, il suo umano motore è buono, ma non eccelso, s’adagia sulla pianura trasportandolo idealmente sulla salita; non ama salire sui pedali e quando lo fa si guarda intorno, come a dire: “guardatemi bene, perché son composto e produttivo pure qui”. La sua postura esalta l’equilibrio degli arti, la pedalata rotonda e di punta, rappresenta il suo modo, discreto e naturalmente silenzioso, per inneggiare il culto del ciclismo degli Anquetil, dei Baldini e dei Bracke, alla faccia dell’ovale moltiplica di tal Bradley Wiggins. Le volate le aborra (anche se disprezza Mughini), considerandole volgari modi per stabilire gerarchie. Quanto sia vincente non si sa, ma l’importante della sua morale è, come detto, lo stile. E quando vede colleghi, osservatorio e popolino, disquisire sulle sue pedalate, sulla cura da precisione svizzera negli portare gli indumenti e quel casco che è un faro per non far veder calvizie, si sente appagato e riverito come Sean Yates, il corridore del suo copione”. ...segue...


Morris - 05/11/2010 alle 17:50

Del lombardo Arch Dancell, Teofrastus, giunge a scrivere: “…Proviene da una famiglia che ha fatto del ciclismo una vocazione, con risultati pure esaltanti, ma non per lui. Perlomeno fino a quando, spinto dall’avversione verso la china alchimistica della disciplina, non è diventato l’icona della Grande Rivoluzione Universale, tradottasi nel Lando Team. Sugli orizzonti del vero ed immortale ciclismo a base di banane e frutta discreta, Arch Dancell, s’è imposto come siamese all’iride di Caedagne, Girade ed “Insiemi”. Un fuoriclasse, insomma. Anche se gli manca ancora la Kobram-Janjanssen. Nel suo approccio all’agonismo sulla bicicletta, ha trasportato l’effervescenza e la genialità che sono sue compagne nell’ogni giorno, alle quali ha potuto aggiungere l’eredità di una profonda conoscenza del ciclismo: dalle sue bellezze, alle sue leggi, fino a quella montagna di segreti che stanno nel mestiere. Nel suo modo di avvicinarsi agli eventi ci sta un allenamento suppletivo, consistente in quella carica che va a crearsi attraverso un protagonismo vocale, spesso tinto di spocchioso, di gaiezza apparentemente eccessiva e la precisa volontà di essere il centro dell’attenzione. In questo modo fa il pieno di stimoli verso i proprio centri nervosi, elevando con ciò l’insicurezza negli avversari. In altre parole un agonista a tutto tondo, che sa comunque mantenere sempre altissima la sua onestà di base. Già, perché è corretto in gara e, soprattutto, in fuga. Un leale avversario di chiunque dunque, anche se è stato capace, in ogni vigilia, attraverso l’estro della sua loquela, di giungere ad appannargli qualche decisivo watt. Tecnicamente non eccelle su nulla, ma essendo un artista, mette a frutto il summa del suo non eccelso, per divenire un vincente. Ricorda il leggendario pugile Salvador Sanchez, anch’egli privo di punte divine, ma alla fine, grazie all’intelligenza dell’insieme, capace di ergersi a migliore. I titoli del “Lumbard”, che detesta il Senatur, non sono dunque un caso". Dopo gli zoom sui due ciclisti più attesi, Paracelsius Teofrastus, s’è poi lasciato andare ad una previsione sulla Ronde Van West-Gardasee - MMM 2010, che ha evidenziato un finale inatteso e, per taluni aspetti, beffardo. ...lo so che lo aspettate...ed arriverà tra poco....;)

 

[Modificato il 05/11/2010 alle 18:05 by Morris]


Morris - 05/11/2010 alle 18:13

Scrive Teofrastus: …"L’annunciata copiosa pioggia, lo spessore, le passioni e le caratteristiche dei principali protagonisti, portano alla memoria del vostro cronista, le condotte e lo svolgimento della Gand Wevelgem ’89. Certo, non è bello confrontare un’insigne corsa come la Ronde Van West-Gardasee, con una garetta come la “Gand”, ma le morfologie del percorso e il maltempo, spingono per sincerità di convinzione, all’accostamento. Doc Mesty, approfitterà presto del brusio musicale dell’acqua con ruote e razze, per portare il suo silenzioso portamento e il celeberrimo stile, ad un allungo che spera decisivo. Si sentirà come sempre e non per convenuto paragone, “il Sean Yates del Lando Team”, e pedalerà convinto senza disperdere le forze nella trasmissione, come sempre fa il “capretto sulla bicicletta” Damiano Cunego. Stavolta però, al suo silenzioso allungo risponderà l’attento e furbo Arch Dancell, dallo stile sulla bici di un Gerrit Solleveld, ma non nella avarizia dell’olandese. Il Dancell, onorerà la divenuta fuga con cambi regolari anche se meno efficienti del nobile Mesty, il quale, a sua volta, col passare dei chilometri, cercherà sul siamese stile, di calmare il crescente nervosismo per la presenza dell'intruso compagno. Dietro, lasceranno fare, convinti come sono dell’impossibilità dell’ardito tentativo. Ad onor del vero crederanno a lungo che l’avanscoperta stia tutta nel "Lumbard Pluricampéon", perché il piemontese, come sempre, è passato inosservato come presenza reale, lasciando spazio, altrettanto come sempre, al sogno imitativo del suo stile figurato. Solo l’urlo d’una bresciana tifosa della pista, li sveglierà, molto avanti nella corsa, dal loro torpor di chimere e sicurezze. Ma qui, ugualmente, si comporrà l’inaspettato, o meglio, l’imprevedibile. Mentre davanti il Mesty Yates, sempre più al rallentatore, cercherà lo stile adatto per togliersi l’intruso compagno, e Dancell Solleveld attenuerà la velocità delle tirate pensando alla volata che lo vede favorito; dietro, fra gli ormai eletti battuti, si scatenerà un duo altrettanto inaspettato e variopinto per caratteristiche: Andrea Web Daems e Robby Galera. Il primo, un trottolino compatto, composto e formidabilmente redditizio sulla bici come Emile Daems, tirerà da par suo per giungere ad uno sprint, dove uno stanco Dancell, non potrebbe far altro che inchinarsi. Il secondo, un kazako per passione ciclistica, un tempo Louis Proost per peluria sulle gambe, nonché Joquim Galera per le virtù da camoscio, spingerà sui pedali per giungere a giocarsi l’assolo sul dentino, ad un paio di chilometri dal traguardo. Quattro figure dunque, tre del Lando e il cuculo kazaco. E sarà proprio quest’ultimo a determinare lo sconvolgente epilogo che rende sovrapponibile solo al 95% la Gand Wevelgem ’89, alla illustre Ronde Van West-Gardasee 2010. Robby Galera, coi due davanti ad una manciata di secondi, si produrrà in un deciso attacco sull’erta finale, ma non potrà essere questa ascesa a lanciarlo solitario. Riuscirà però a mescolar le carte, per la stilosa stizza del buon Mesty, il ringraziamento del meritevole Andrea Daems e la sbuffante incavolatura di Dancell. Sul vialone giungerà insieme questo poker e qui lo scatto e la conseguente progressione del Web Daems, ricordando una grandiosa Kobram, farà sua la Classicissima d’Inverno “Van West-Gardasee”. Al posto d’onore il Pluricampéon, al terzo lo Yates Mesty che soffocherà internamente un dispregiativo alle volgari volate, ed al quarto il kazako Robby Galera. L’onere del Lando, dopo aver vacillato sulle pedalate del cuculo d’Astanà, sarà salvo”. Buana Corsa a tutti, compresi i non menzionati da Paracelsius Teofrastus! Morris


mestatore - 05/11/2010 alle 20:40

un simile onore dal sommo maesro. nemmeno nei miei sogni piu' belli potevo tanto. grazie maestro, grazie. qualunque cosa, dipinta dal tuo tratto potente diventa epos, mito, leggenda. sommo maestro, un abbraccio di cuore mesty


claudiodance - 05/11/2010 alle 21:10

Bello Maurizio, bello. Bello, divertente, ironico, sentito e, per quanto mi attiene, anche pieno di puntute verità. Insomma, sono contento. Lo saranno tutti quelli che leggeranno il tuo scritto. Ti ringraziamo per il generoso omaggio al nostro gioco. Lo sai, giochiamo, e siamo molto, ma molto seri quando giochiamo al ciclismo. E' prevista pioggia, e sia. Sono previsti muri in sequenza, e sia. E' previsto un pranzo conviviale, terzo tempo del team e teatro d'esibizione di Mesty. La Muri Muri Muri, ribattezzata quest'anno Ronde Van West-Gardasee, è un evento del lando team, che ogni anno "apre" a qualche gradito ospite che abita la regione di svolgimento della pedalata. Quest'anno saranno Robby e Diego, mica due pedalatori da poco. Morris, è tardi, ma se tu volessi (e potessi)essere con noi, sarebbe un motivo di orgoglio e felicità. Comunque adesso lo sai, ogni anno, nell’autunno inoltrato, il ciclismo più bello si vede alla MMM! Ciao baffo, claudio ps. domenica, volare come una farfalla e pungere come un'ape..:bll:


claudiodance - 05/11/2010 alle 21:14

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Del lombardo Arch Dancell, Teofrastus, giunge a scrivere: “…Proviene da una famiglia che ha fatto del ciclismo una vocazione, con risultati pure esaltanti, ma non per lui. [/quote] ah, com'è vero!!


pedalando - 05/11/2010 alle 23:40

mannaggia.... dopo il sommo intervento di Morris che scrivo io? :? semplice, sarà battaglia! Peggio per la pioggia se sceglierà di mettersi in mezzo... W la Grande Rivoluzione Universale


claudiodance - 05/11/2010 alle 23:45

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] mannaggia.... dopo il sommo intervento di Morris che scrivo io? :? semplice, sarà battaglia! Peggio per la pioggia se sceglierà di mettersi in mezzo... W la Grande Rivoluzione Universale [/quote] Ben detto! Peggio per lei, a noi belgi non ci sposta niente, anzi è tonificante! GRU-GRU-GRU


Zanarkelly - 06/11/2010 alle 21:38

Dialogo di poco fa con mia moglie: Tamagotchi: "Ma domani allora vai in bicicletta sui muri?" Zanarkelly: "Certo. E' la MuriMuriMuri; la gara sociale del LandoTeam" T: "E se piove vai lo stesso?" Z: "Certo" T: "Ma non hai il raffreddore?" Z: "Domani mi passa" T: "Ma non ti ho più visto andare in bici" Z: "Non vado più dal Caedagne" T: "Quindi probabilmente vai a fare una figura di merda" Z: "Probabilmente" T: " Ma scusa, chi te lo fa fare? Perchè non stai a casa con me e tuo figlio?" Z: "Perchè domani non è tempo per la famiglia, non è tempo per il riposo domenicale. Domani è tempo per la MMM. E' tempo di tirare fuori le palle ed agganciarle ai pedali. E' tempo (almeno per me) di sputare fuori l'anima anche solo per non mettere il piede a terra. E anche qualora mettessi il piede a terra, è tempo per me di compiacermi per avere fatto di tutto per evitarlo" T: "Sì, ma però ogni domenica c'è n'è una..." Z: "Zitta, donna! che devo concentrarmi" MMM 2010 - Ronde van West-Gardasee ... e sei protagonista! ... e magari ci scappa anche una bella birra trappista in cima al Mastignagemberg


Andrea_Web - 07/11/2010 alle 19:30

Spettacolo oggi! Bei muri scelti da Claudio e bravi tutti! Da rivedere il mio traction control in uscita di curva. :Od:


robby - 07/11/2010 alle 20:23

spettacolo davvero...e adesso non venite a dirmi che son un ciclista finito...tiè. :D I muri erano tutti davvero belli e nonostante io fossi di zona ne conoscevo solo la metà. quando ho capito cosa frullava in mente a claudio per andare a fare il Mastignagemberg mi son venuti i brividi....un muro totale di 500 metri buoni direi (forse più) che conoscevo alla perfezione ma che mi sembrava impossibile da scalare con l'umido...un muro che ha poco da invidiare al koppenberg...l'ho preso alla Boonen, poi il buon Dancelli mi ha ripreso, mi son accodato ma mi ha anticipato sul finale di qualche metro... sti cazzi! bellissimo i lsecondo muro di giornata che mi son divorato molto volentieri e l'aggiunta (voluta da me e Dancelli) sul murettone di Polpennazze con l'ultimo tratto di 50 metri al 20% mi son trovata con una bella gamba e soprattutto con bellissima gente....cacchio Mesty ci sei mancato davvero però!!! grazie a tutti per la giornata anche dalla mia mogliettina


robby - 07/11/2010 alle 20:26

ahhh....e quel muro del paesino "Palude"??? ne vogliamo parlare?? parte andre cattivissimo, mi fiondo alla ruota, rimaniamo io e lui curva a destra, mani basse a scattare alla morte per arrivare in cima per primi strada umida sbandata clamorosa del Sacconi che non si capisce come faccia a tener su la bici e non sfracellarsi addosso a me bello bellissimo davvero....avremmo fatto un tutt'uno con le nostre bici!


Andrea_Web - 07/11/2010 alle 21:22

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] ahhh....e quel muro del paesino "Palude"??? ne vogliamo parlare?? parte andre cattivissimo, mi fiondo alla ruota, rimaniamo io e lui curva a destra, mani basse a scattare alla morte per arrivare in cima per primi strada umida sbandata clamorosa del Sacconi che non si capisce come faccia a tener su la bici e non sfracellarsi addosso a me bello bellissimo davvero....avremmo fatto un tutt'uno con le nostre bici! [/quote] Da cappottarsi! Letteralmente direi! :Od:


ProfRoubaix - 07/11/2010 alle 22:54

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] Mastignagemberg mi son venuti i brividi....un muro totale di 500 metri buoni direi (forse più) che conoscevo alla perfezione ma che mi sembrava impossibile da scalare con l'umido...[/quote] A molti continua a sembrarlo tuttora :D Grazie a tutti: giornata favolosa nonostante l'assenza del capitano designato per il terzo tempo. Lando strarulez!


pedalando - 07/11/2010 alle 23:34

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] ... Mastignagemberg mi son venuti i brividi....un muro totale di 500 metri buoni direi (forse più) [/quote] io direi cattivi.... mi è slittata pure la ruota davanti :D


Zanarkelly - 07/11/2010 alle 23:35

Confermo tutte le bellissime impressioni sulla giornata di oggi, che forse non potrà essere ricordata tra quelle cosidette di "grande sport" (almeno per quanto mi riguarda!, ma di sicuro è ai primi posti tra quelle più divertenti. Il mio obiettivo si può considerare raggiunto: pur facedno una fatica immonda, non ho mai messo il piede a terra, se non sul Mastignagemberg (che per la verità ho fatto per metà a piedi) e non sono neanche arrivato ultimo su tutte le salite. Il Mastignagemberg è stata un'esperienza bellissima, ancorchè allucinante: con le pietre bagnate sembrava di pedalare sul sapone. Arrivato in cima non ho potuto fare a meno di pensare: "Ma come diavolo fanno quelle ostie di belgi?" Solo due rimpianti, proprio sul muro principe: 1. aver trovato in mezzo alla "strada" (le virgolette sono d'obbligo) quei due incapaci di Andrea e Robby :Od: che mi hanno costretto a scendere dalla bici molto presto, perchè sarei stato curioso di vedere dove arrivavo (di sicuro sarei sceso di sella anche io, non mi illudo, però...) 2. avre dimenticato di portare le birre trappiste da bere in cima al muro insieme alla focaccia genovese


robby - 08/11/2010 alle 16:08

non si vince alla MMM direte voi...ma facendo un banale giochino assegnando rispettivamente 5,3 e 1 punto ai primi tre transitati su ogni muro viene fuori quanto segue 1. Montanina * Dance, Robby,Andrea e Diego, tutti insieme senza volata 1 punto ai primi 4 2. Monte Croce * 1. Robby 2.>Dance 3.Andrea 5 robby - 3 Dance - 1 Andre 3. Cisano * 1. Diego, 2 Robby e Andrea (che hanno sbagliato strada) 5 Diego - 3 robby e Andre 4.Mastignagemberg * 1. Dance, 2. Robby, dietro l'ecatombe. 3°mi pare Guido 5 Dance - 3 robby - 1 Guido 5.>Monte Acuto * 1. Andrea, 2. Robby, 3. Dance 5 Andre- 3 robby - 1 Dance 6. Palude * 1. Andrea, 2.>Robby, 3. Diego 5 Andre- 3 robby - 1 Diego 7. Mura * 1. Robby, 2. Dance, 3. Diego 5 robby - 3 Dance - 3 Diego 8. Picedo Piazza * 1. Andrea, 2. Robby, 3. Diego, 4. Dance 5 Andre - 3 robby - 1 Diego 8. bis Picedo, fine salita (Loc. Mura) 1. Dance, 2. Robby, 3. Andrea, 5 Dance - 3 robby -1 Andre CLASSIFICA INDIVIDUALE FINALE robby 29 punti Andrea_web 21 punti Claudiodance 18 punti Diego 9 punti Guido 1 punto CLASSIFICA A SQUADRE FINALE LANDOTEAM 40 punti EI FU PELO TEAM aka KAZZAKI 38 punti a voi la vittoria per squadra, a me l'onore di "vincere" il ritrovo annuale organizzato dai miei acerrimi nemici...evviva!


Zanarkelly - 08/11/2010 alle 16:20

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] non si vince alla MMM direte voi...ma facendo un banale giochino assegnando rispettivamente 5,3 e 1 punto ai primi tre transitati su ogni muro viene fuori quanto segue 1. Montanina * Dance, Robby,Andrea e Diego, tutti insieme senza volata 1 punto ai primi 4 2. Monte Croce * 1. Robby 2.>Dance 3.Andrea 5 robby - 3 Dance - 1 Andre 3. Cisano * 1. Diego, 2 Robby e Andrea (che hanno sbagliato strada) 5 Diego - 3 robby e Andre 4.Mastignagemberg * 1. Dance, 2. Robby, dietro l'ecatombe. 3°mi pare Guido 5 Dance - 3 robby - 1 Guido 5.>Monte Acuto * 1. Andrea, 2. Robby, 3. Dance 5 Andre- 3 robby - 1 Dance 6. Palude * 1. Andrea, 2.>Robby, 3. Diego 5 Andre- 3 robby - 1 Diego 7. Mura * 1. Robby, 2. Dance, 3. Diego 5 robby - 3 Dance - 3 Diego 8. Picedo Piazza * 1. Andrea, 2. Robby, 3. Diego, 4. Dance 5 Andre - 3 robby - 1 Diego 8. bis Picedo, fine salita (Loc. Mura) 1. Dance, 2. Robby, 3. Andrea, 5 Dance - 3 robby -1 Andre CLASSIFICA INDIVIDUALE FINALE robby 29 punti Andrea_web 21 punti Claudiodance 18 punti Diego 9 punti Guido 1 punto CLASSIFICA A SQUADRE FINALE LANDOTEAM 40 punti EI FU PELO TEAM aka KAZZAKI 38 punti a voi la vittoria per squadra, a me l'onore di "vincere" il ritrovo annuale organizzato dai miei acerrimi nemici...evviva! [/quote] Ma da quando in qua nel ciclismo conta non solo il vincitore, ma anche chi si piazza? ah, sì, da quando all'UCI governano persone povere di spirito che volevano trasfomare il ciclismo in una sorta di Formula 1. No, signori, non cediamo anche noi a questo vezzo post-moderno della classifica a tutti i costi. No, nel ciclismo (o per lo meno nella MMM) conta solo chi vince; chi arriva dietro è solo una comparsa. E quanto a comparsa io me ne intendo: oltre la metà delle fotografie scattate dall'ammiraglia sono mie. A detta del fotografo (Supergiovane, che Dio lo fulmini!) erano le uniche a non venire mosse.


Zanarkelly - 08/11/2010 alle 17:52

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Solo due rimpianti, proprio sul muro principe: 1. aver trovato in mezzo alla "strada" (le virgolette sono d'obbligo) quei due incapaci di [b]Andrea e Robby[/b] :Od: che mi hanno costretto a scendere dalla bici molto presto, perchè sarei stato curioso di vedere dove arrivavo (di sicuro sarei sceso di sella anche io, non mi illudo, però...) 2. avre dimenticato di portare le birre trappiste da bere in cima al muro insieme alla focaccia genovese [/quote] Faccio una doverosa rettifica nel pieno rispetto dell'avversario Robby, che ha dimmostrato il suo valore: l'incapace in mezzo alla strada non era lui, ma Diego. Purtroppo il secondo incapace rimane comunque il mio imborghesito capitano AndreaWeb :D


pedalando - 08/11/2010 alle 18:14

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] 4.Mastignagemberg * 1. Dance, 2. Robby, dietro l'ecatombe. 3°mi pare Guido [/quote] 3° credo sia arrivato Bob fra l'altro tirando dritto e facendosi anche i due metri verticali perpendicolari alla statale. P.S.: nessuno ha ancora citato le campane a morto alla fine dell'ultima salita :D


claudiodance - 09/11/2010 alle 07:52

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] 4.Mastignagemberg * 1. Dance, 2. Robby, dietro l'ecatombe. 3°mi pare Guido [/quote] 3° credo sia arrivato Bob fra l'altro tirando dritto e facendosi anche i due metri verticali perpendicolari alla statale. P.S.: nessuno ha ancora citato le campane a morto alla fine dell'ultima salita :D [/quote] Uau Alberto, grande Avatar, il primo a destra chi è? A. Schleck? :D


Bob Fats - 10/11/2010 alle 16:58

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] 4.Mastignagemberg * 1. Dance, 2. Robby, dietro l'ecatombe. 3°mi pare Guido [/quote] 3° credo sia arrivato Bob fra l'altro tirando dritto e facendosi anche i due metri verticali perpendicolari alla statale. P.S.: nessuno ha ancora citato le campane a morto alla fine dell'ultima salita :D [/quote] Bravo Alberto, rimettiamo le cose a posto. Sto Mastignagenberg è stata una vera scalata. Da fare in punta di sella ma mai fuori, per evitare lo slittamento ed il famigerato piede-a-terra. Era fondamentalmente questo il mio obiettivo: superare indenne il muro fiandristico. E' dell'ultima ora l'accettazione della candidatura per la MMM2011 della proposta della Collina Morenica di Rivoli, ridente località nei pressi di Torino. Sarà infatti questo l'evento clou dei 150 anni dell'Unità d'Italia, a cui si aggiungeranno vari eventi collaterali, tra cui la partenza di un giro ciclistico minore che attraverserà tutta la penisola ... sembra ... :D


Lando - 11/11/2010 alle 21:11

Ed ecco a voi i paladini della Grande Rivoluzione Universale [img]http://img825.imageshack.us/img825/2574/attentiaquei6.jpg [/img]


Lando - 11/11/2010 alle 21:12

Cartolina ricordo: [img]http://img574.imageshack.us/img574/702/ottocopia.jpg [/img]


claudiodance - 12/11/2010 alle 08:37

[quote][i]Originariamente inviato da Lando [/i] Ed ecco a voi i paladini della Grande Rivoluzione Universale [img]http://img825.imageshack.us/img825/2574/attentiaquei6.jpg [/img] [/quote] 6 ragazzi molto belli.


claudiodance - 12/11/2010 alle 08:52

[quote][i]Originariamente inviato da Lando [/i] Cartolina ricordo: [img]http://img574.imageshack.us/img574/702/ottocopia.jpg [/img] [/quote] 6 ragazzi molto belli, Diego, e uno con delle sopracciglia imperdonabili.


leo - 12/11/2010 alle 09:09

Cacchio Dancelli nella foto sul muro mi ha ricordato Bartoli sulla Redoute, figata i guanti bianchi (altro che Barredo e i suoi gaunti tribord da sub presi da decathlon che usa quando c'e' pioggia..)


claudiodance - 12/11/2010 alle 14:01

[quote][i]Originariamente inviato da leo [/i] ....Dancelli nella foto sul muro mi ha ricordato Bartoli sulla Redoute...[/quote] Leo, posso mettere questo tuo post sulla mia carta intestata? :hammer: Comunque sì, in quella foto sono molto meglio di Robby, che ostenta sicurezza, ma alla fine dell'ascesa verra umiliato da un avversario....in guanti bianchi!:bll:


Morris - 12/11/2010 alle 22:16

Ritorno un poco (anzi pochissimo per tiranno tempo) su questi lidi e non potevo che partir da qui, dagli echi dei Muri, celeberrimi ed incantatori, della Ronde Van West Gardasee! Mi corre il sentito obbligo di ringraziare Mesty, protagonista mancato e, con ciò, ispiratore della principale mia stecca nei pronostici, nonché il grande Pluricampéon Mundial, l’estroso Dancelli, per le parole fin troppo buone che mi hanno indirizzato testé sopra, nonché per la tolleranza verso gli strafalcioni che l’esigenza di raccontare velocemente, mi ha fatto compiere. Ringrazio ulteriormente l’amico iridato, per quell’invito che anche se in ritardo m’ha fatto tanto piacere, ed aggiungo che non si deve rincrescere di nulla, perché le mie ormai costanti miserie, non m’avrebbero reso possibile l’accoglimento, anche con un preavviso di due settimane. La grandezza della corsa, summa finale e chicca della Grande Rivoluzione Universale del Lando, nella giocosità ciclistica della filosofia migliore d’un esempio a mo’ d’“Amici Miei”, non sta nella linea passata per primo, ma nell’efficienza del copione-simposio degli otto magnifici che vedo sopra. Ognuno con caratteristiche rispondenti a figure del grande romanzo della bicicletta, ovvero il mezzo del loro gioco-supercazzula, nonché quintessenza di felliniani suggerimenti per chi volesse raccontare, oggi, come ieri d’altronde, il meglio del meglio dello sport che gravita attorno a ruote spinte a motore umano. Insomma, dei Lucillo Lievore passati su soffusi Bassotti, Cuneghini o Deluchini, impreziositi dalla simpatia che la plicometria ingrata ed invadente, si ostina a voler cancellare, chissà per quale vergognosa invidia. Ne emergono figure anche sorprendenti, quasi pronte per il ciclismo che fa urlare i Marco Grassi, o i Mario Casaldi, o altri ancora, ma, onestamente, velò di serie B-C, rispetto al tempio della Kobram-Janjanssen, della Girada, del Caedagne e della MMM. Ed allora, da questo vortice di mescolanze, fra stupore, storia, realismi e somiglianze, nonché una buona dose d’allegoria da cattiva digestione, o seriosità da fumo, m’accingo ad un brevissimo dettaglio di comparazioni fra i magnifici otto innalzati al rango universale del Lando, come fossi ancor quel ragazzino che giocava e fantasticava sui “quarcì”. ...segue....


Morris - 12/11/2010 alle 22:20

Piove a me, da sinistra, [b]l’imperiosa “V” del Claudio Pluricampéon [/b]. Certo, così proporzionata di architettura fisica, da far saltare il plicometro nello sconforto della delusione. Anche lo stile sul Muro dell’avatar dell’ispiratore del Lando, mostra Bartoliane composizioni, ma conoscendo la testa di gran spessore ed il portamento effervescente e non da “lamentone” o “scaricacolpe” del Pluri-iridato, non potrei mai fare un compiuto accostamento Bartoliano. Fisicamente e stilisticamente ci sta, ma sul resto proprio no e la conoscenza d’ispirazione Merxiana insistente nel Claudio, con corpose tinte del Dancelliano sanremese o vallone, nonché la cura nel look e nella determinazione di un atto Devlaemico, me lo fanno propendere per un attualissimo [b]Philippe Gilbert [/b]. In altre parole, un signore del ciclismo tanto dentro, quanto fuori, meno Slecchiano di quanto pensi la sua naturale vocazione e ben più letale nel sopraggiungere al successo. Un armadio di protagonismo stiloso e redditizio, sufficiente per elevarsi a Totem del Lando, dimenticando con ciò il copione di modestia agonistica, in un “Che fu”, per abbracciare un’attualità da Pluriocampéon, con la consapevolezza tecnica che il vino, invecchiando, diventa sempre più buono. Proseguendo, sempre da sinistra, per collocazione di foto e vocazione di vita, giungiamo alla sempre sinistrorsa vocazione del [b]Lorenzo, un “Kelly” strapazzato nelle risate dell’invidiosa plicometria e nei confondenti occhiali, versione moderna, degli un tempo “Marc Gomez”. [/b] Che sia un comprimario che vive la filosofia prima che la rozza testimonianza dell’agonismo è certo, ma da par suo, c’è il recupero simpatetico e riverente, che viene all’autoctono osservatorio, nel rimembrare l’amico “doc”, quando, col solo pollice e l’indice azionati a pinza, anticipava con chirurgica precisione, senza bisogno d’acquisto, le risultanze del plicometro; nonché nella possibilità di quelle divagazioni che l’hanno eletto “Dottor Divago”, perché tanto, il Lorenzo, è sempre ritardatario. In altre parole, una gioia per gli speaker che si divertono a parlare in attesa dell’ultimo. E come diceva Gaber “….non è di grande compagnia, ma il più simpatico che ci sia”. ....segue....


Morris - 12/11/2010 alle 22:25

E veniamo [b]all’Alberto Sommo Ispirator del Lando, quindi un tempio, un calice, un distinguo[/b]. Poco valgon le parole degli amanti dei calici inversi, vissuti nelle brocche di terracotta, che fanno da fotografi al ciclismo d’altri beoni, quando dicon che l’Alberto, non è altri che “un ciclistico macinino misto-lento, adattator di strade fregandosene del tempo”. Tanto meno son credibili quando sostengon che usa mestiere per dire che c’è fra i presenti e possibili protagonisti…. Lui però, ha ispirato un filosofo narrator e architetto del pensiero come il Pluricampeon, verso la Grande Rivoluzione Universale e, come tutti i grandi, senza saperlo, continua ad ispirare. La plicometria anche per lui ridente, l’andamento lento e non di Piscopiana memoria, sono solo dettagli tormentosi e tormentati per le malelingue del romanzo che circonda la bicicletta e…. lui, Pedalando, sotto sotto se la ride, perché intanto è nel ciclismo con ben più grossi meriti di quel [b]Jean Jourden [/b], al quale la “tormenta dell’osservatorio” lo vorrebbe accostar per “volgare” somiglianza. Al centro un [b]Bob Lando’s che i Fatti li fa distribuendo come orizzontale, una verticale sulla statale, al termine del terribile Mastignagemberg [/b]. E per smentire le involontarie rime che non ricordano anche la sua evidente adesione al plicometro, sa improvvisarsi dispensatore di consigli e linee, su come ogni rotondetto di realciclismo, possa affrontare in sella le aspre pendenze. Una vocazione all’insegnamento superiore di gran lunga al somigliante [b]Edgard Sorgeloos [/b]e non solo perché di militanza su un pedale di spessore o perché più alto di postura e con una effervescenza molto italiana. Insomma, un suggeritore, speleologo, rilevatore e guida per l’escursionismo ciclistico del Lando. Un ruolo vissuto con famelica prospettiva, già pronta a mostrar nelle vicinanze di Torino, fra un anno, il terreno di conquista per la Grande Rivoluzione Universale. ...segue...


Morris - 12/11/2010 alle 22:29

Il primo del centrodestra, senza voler per questo andare verso infausti richiami alla politica, è un tipo che si porta per nome [b]un simbolo di virtuosismi come Diego, giunto al mio osservatorio raccomandato come un eccellente campione potenziale del ciclismo minore [/b], ma tradottosi nel grande pedale del calendario alla corte della Kobram-Janjanssen, come un raro esemplare di erroracci e scambi di percorso, generosità da spalla devota, ed un corticoide agglomerato di pomate annebbianti la lucidità nei momenti topici. Di lui si aspettan sempre le vette degli incensi, ma continua nel kazako comportamento di kazako nobile, ma perdente. È silenzioso e gentile, il contrario di quel Jan Raas a cui si potrebbe ispirare per somiglianza fisica e facoltà, se decidesse di passare al pedale inferiore, ma si accontenta del ruolo di gaudente creator di simpatia e rispetto, nel ciclismo vero. Si illumina ulteriormente con l’amicizia verso il grande kazako Robby Galera, nell’improba partita con le stimmate universali del Lando. Terzo da destra, [b]la versione tanto silenziosa quanto astuta del Lando, il Prof Roubaix [/b]. Sa lavorare per la squadra, cominciando con la mimetizzazione del nick ciclistico. Infatti, richiamando la classica delle pietre del ciclismo minore, lo si immagina armadio a quattro ante, invece è un sugherino, con qualche percentuale di troppo al plicometro e la faccia e il portamento di uno che lo personifica come nessuno, per somiglianza e caratteristiche, pur appartenente al pedale inferiore: [b] Roland Berland[/b]. Come costui, te lo aspetti protagonista nei percorsi ondulati o sulle salite lunghe, meno nei muri o sul pavé. Si nasconde nel suo ruolo di spalla, ma si può star certi che è presente e se vedrà l’occasione, farà come il suo gemello inferiore: memorizzerà bene un percorso ideale e vincerà anche a distanza di anni, proprio su quel tracciato, un titolo importante. Una colonna dunque, anche se poco evidente, ma perfettamente funzionale allo scopo della Grande Rivoluzione Universale del Lando. ...segue...


Morris - 12/11/2010 alle 22:35

Il secondo da destra è [b]Mister Kobram Janjanssen in carica, in arte Andrea Web Daems [/b]. Di lui si sa tutto, è l’asso affermato che può sfidare chiunque, è un vincente per antonomasia, insomma è l’[b]Emile Daems [/b]del ciclismo maggiore. Qualcuno lo ha visto più somigliante al di questi figlio [b]Corneille [/b], ma è solo per questioni anagrafiche, perché la classe e lo spessore del compatto pedalatore del Lando, non si può equiparare, anche scherzando, alla faticosa rincorsa del fiammingo ai fasti del padre. Il Web Daems però, in questa foto appare un po’ imbolsito. Forse titoli e vittorie lo hanno avvicinato a troppi terzi tempi sulla tavola di Uffa, ma sono solo sensazioni, perché sulla strada s’è visto il solito trita-rapporti, nonché specchio confondente e giudice implacabile, assieme al Pluricampéon, per gli avversari del Lando, in primis i Kazaki. Nella MMM però, ci sono state un paio di vistose incertezze che riportano, stavolta alla versione liquida, della tavola di Uffa. Insomma dubbi che è chiamato a smentire in maniera probante alla prossima occasione di nobile ciclismo. All’estrema destra [b]l’alfiere principe del “Fu Pelo Team” oggi Kazako, Robby Galera [/b]. Che dire? È giunto al ciclismo vero dall’arte d’un padre grandissimo, dimenticando da subito di togliersi dalle gambe ulteriori segni umani e, per questa sua immagine, fece ricordare al mio osservatorio, l’iridato minore [b]Louis Proost [/b]. Poi, da formichina, s’è eletto campione, divenendo con la vittoria nella Kobram Janjanssen, il trasporto superiore di [b]Joaquim Galera [/b], uno che forse non gli piace tanto per l’agnomen, ma era un signor scalatore al punto di spingere chi scrive, su specifica richiesta, a parlarne ad un ventenne Marco Pantani. Il kazako Robby, s’è poi intinto di altri mondi superiori con scalate notturne alla ricerca di Marmotte, ha saputo raccogliere le sfide e non gli sono scappate nemmeno quelle vittorie ai punti che sono poco contemplate nel ciclismo. Gli va inoltre riconosciuta la ciclistica abnegazione che porta giovani mariti ad imporre il mezzo sulle giovani mogli, ma non ha ancora capito che per arrestare la Grande Rivoluzione Universale del Lando, serve stare sul mercato spendendo soldi d’Astanà. Arrivederci Campioni! :clap::clap::clap: Morris


claudiodance - 13/11/2010 alle 11:22

Caro Morris, ormai ringraziare diventa superfluo e stucchevole. Ti abbraccio con forza. Sai, in Belgio ci si abbraccia così! :D Ciao baffo, claudio. ps. La kobram sarà in Campania, ti passiamo a prendere, per la strada sarai costretto a raccontarmi tutto quello che sai di Eddy, io al volante e Guido seduto dietro, che prende appunti e si segna su un foglio xcel tutte le tue "dottor-divagazioni"! Chiaramente tutti vorranno far parte di questo convoglio, converrà noleggiare un pulmino!! Ps2. Ho pianto di rabbia, ragazzino, quando Moser vinceva la seconda Roubaix grazie alle forature del "mio" Roger De Vlaemink e adesso (ok non ci vuole molto) il mio cuore batte soprattutto per Philippe....per dire che ci prendi sempre


Morris - 13/11/2010 alle 21:50

Ricambio l’abbraccio con forza, Campione! Salutami il virtuoso Leo “Jempy” Verdi se lo senti. (Jempy, perché il buon Leo, occhiali a parte, e non per somiglianza di nome anagrafico, mi ricorda Jean Pierre Schmitz, lussemburghese contemporaneo di Charly Gaul, valente corridore e….finisseur) Kobram? Un sogno fare un viaggio simile, speriamo dai… Eh mio caro….Roger De Vlaeminck era un campione a tutto tondo. Nel ciclismo di oggi, vincerebbe anche un GT…. Mentre Philippe Gilbert, nonostante quel che dice l’immenso Merckx (bello l’articolo di Seb, oggi), è meglio che stia a curare le classiche, che non è poco, anzi. Nel pedale odierno è il numero uno, anche se la corte di Mister Quaglia ha eletto Rodriguez…. Sai che non sono facile al tifo, ma confesso che Gilbert è anche il mio preferito… A presto!


pedalando - 13/11/2010 alle 22:14

Grazie Morris e permettimi questa mia piccola precisazione: alla MMM più che ispirare io inspiravo nel vano tentativo di catturare qualche molecola in più di ossigeno che mi desse la lucidità di catalogare come culi quelle macchie annebbiate che danzavano all'orizzonte :D


claudiodance - 15/11/2010 alle 17:20

Fra un chilometro, dico a Guido, prepàrati. La strada panoramica scende verso la baia di Salò, ma con questa nebbiolina non c’è nulla di panoramico da gustare. Il lago che dovrebbe far brillare i suoi azzurri e suoi blu squillanti, oggi stira a malapena un grigio sbiancato, che nemmeno si può dividere dall’aria pesante e bagnata che tagliamo. Da un’ora siamo in giro. Per ora non ha ancora piovuto quell’acqua che le previsioni ci hanno promesso per tutta la settimana. E comunque si, è un tempo da schifo e il pavè della carrareccia di Mastignaga sarà fradicio e disgustoso. Proprio come lo volevamo. Mastignagemberg, l’abbiamo chiamato. Perché il gioco non è solo sui pedali. È anche prima e dopo. Proprio come trent’anni fa, nella bottega di Piero. Le voci urlanti di mio padre, degli zii, di Mario Anni, di Fausto Adami e di tanti altri. Gridavano il loro amore per il ciclismo delle corse, delle sfide, delle domenica mattina col freddo nei polmoni a vivere la vita un tono più in alto. Lo gridavano ridendo, nell’arte, raffinata come un surplace, dello sfottò, della scommessa senza soldi, per il gusto, vincendola, di avere diritto a mesi di privilegio verbale. E noi anche. Come loro. A inventarci i perciò duelli sui muri, che quello che ci piace di più, del velò professionel, è la sfida del verticale breve. I match fra passisti sulle pareti dai nomi sgangherati. Le bandiere gialle e nere, l’urlo della folla, eccoci qua. Vecchi ragazzi con le bici pulite per un quarto d’ora, fino alla prima pozzanghera di gloria bagnata. Eccoci, fra poco il muro di pavè. Quello che ho scovato nei ricordi di ragazzo, sulla via Mastignaga. Quello che con papà facevamo per finire in bellezza gli allenamenti. Quel muro che ho ritrovato questa estate e mi sono fermato tre volte, esausto, esasperato dalla fatica e dal ricordo della fatica, che non era così brutta, a quindici anni. Quel muri che ho fotografato e spedito per spaventare gli altri, i compagni, che gli venisse il cagotto, che capissero che si fa per davvero. Che lo scherzo è serissimo e sputeremo tutti del sangue. Il muro che sarà la summa di tutto il giorno, l’unico per cui valga la pena per davvero. Perché il gioco si decide tutto in una sola mano, anche qui. Scendiamo fra le chiacchiere, alle spalle già tre salite dure. Io e Guido davanti, entreremo sul pavè in testa. Gli ho spiegato quanto sia difficile il muro, quanto sconnesse le pietre, e sappiamo bene quanto possa contare vedere la traiettoria per venti o trenta metri davanti a se. Cinquecento metri Guido, metti la corona piccola. Dietro Roberto e Andrea scherzano ad alta voce. Sul muro precedente si sono dati gran battaglia e io mi sono risparmiato. Non posso competere tutto il giorno con gente che ha meno di trent’anni e percorre il triplo dei miei chilometri all’anno. Ma se scelgo qualche traguardo posso vendere cara la pelle. Almeno credo. Il cappellino sotto il casco sbecca la visiera in mezzo agli occhi. Fuori fuoco, l’ombra grigia a mezzaluna invade il campo visivo in alto, sulla verticale. Con la testa bassa non vedrò bene e allora l’ultima cosa che farò, prima di curvare sui ciottoli, sarà girare la visiera in su. Per vedere tutto al meglio, certo. Eccola Guido, svoltiamo là. Duecento metri. Ai cassonetti giusto? Sibila. Sì, giusto. ---------------------------- Diosanto. La ruota va dove gli pare. Il manubrio sembra montato su cuscinetti di sapone. Le pietre sono verdi e nere. Muschio e terriccio. Ogni tanto la luce fioca rimbalza un lampo bianco. Acqua. Diosanto. --------------------------- (segue)


claudiodance - 15/11/2010 alle 17:22

Ho curvato piano, ma deciso. Sono entrato in testa e ho pestato cinque pedalate robuste prima di accorgermi dell’incubo vertiginoso nel quale ero finito. Il primo tratto è quasi pianeggiante, ma si scivola orrendamente. Il pavè restituisce colpi ai polsi come una mitraglia senza sosta. Sento il rumore delle altre bici allontanarsi dietro, Guido si è sfilato e anche gli altri. Una qualche forza mi spinge sulla sinistra della strada. Improvvisamente avverto un rumore di ferro e la sagoma indiavolata di Roberto mi supera a destra. Merda, va il doppio, mi dico. Vorrei reagire, ma riesco solo a mantenere la stessa velocità. Roberto guadagna cinque, dieci, quindici metri. Proseguo senza guardarlo. Si fotta, penso. Salgo seduto, agile, mi sembra bene. Non avverto nemmeno la fatica del fiato o il dolore acido nei muscoli delle gambe. Tutta la coscienza è negli occhi e nelle mani. Ora, dopo duecento metri la pendenza si accentua. Tutto vibra ancora e non è che capisca davvero cosa fare, ma mi accorgo che è inutile voler controllare a tutti i costi le sbandate laterali. Lasciala andare dove vuole, mi dico, evita solo di sbattere sui muretti laterali o contro i cespugli di rovi. Così salgo. Giro le pedivelle nel caos di un muro di pavè ricoperto di humus e acqua. Salgo e spingo, vagamente esaltato dalla forma che prende l’universo in quel frangente, dalla forma rimbalzante delle immagini che si formano sulla retina, poi nel cervello e nella coscienza. Metà del muro, due semicurve, si può sfruttare una zona di trenta metri senza pavè. Rilancio. Guardo avanti, adesso che l’universo è tornato fermo Roberto è lì, a venti metri da me. Ha smesso di avvantaggiarsi, forse già a da un pò. Dietro non so, non ci penso nemmeno a voltarmi. (segue)


claudiodance - 15/11/2010 alle 17:23

Riprende un pavè tremendo. Vengo rimbalzato da una parte all’altra. Terrore di scivolare, mettere giù il piede. No, caz.zo, no. Invece l’ultima sbandata mi sposta di lato, dove l’erba copre tutte le pietre e le ammorbidisce. Mi accorgo che così va meglio e paradossalmente si scivola di meno. Il pericolo è che non si vede “davvero” dove si mettano le ruote. Salgo. Spingo. Torna l’euforia. Metà del muro è passata. Sarò secondo, dietro Roberto. Onorevole, penso e mi viene da ridere nel fiato spezzato. La sagoma nera di Roberto mi supera ancora, ma all’indietro. Me ne accorgo solo quando lo affianco. Pedala lento, a stantuffo. Troppo duro, penso. Proseguo, ancora una mezza curva. Adesso non c’è più erba che attutisca i colpi. La schiena e le gambe in fiamme. Il cuore urla nella gola. Guardo in su ancora cento metri, questi, molto duri, poi altri sessanta, forse ottanta, di vero delirio, al venti per cento. Proseguo asfissiato. Vorrei richiamare immagini appaganti di campioni in azione sul Koppenberg, sul Muur, sul Bosberg, ma niente. Il cervello riproduce solo scuotimenti. Ecco l’ultimo tratto. La ruota davanti s’impenna. I ciottoli diventano massi. Dovrò forzare per restare in piedi. Rimango seduto, cambio posizione alle mani. Ora afferrano le leve dei freni. Un poco avanti il peso. Ecco cosa genera il mio povero sentimento. Portare un poco avanti il peso per controbattere al ribaltamento. Uh, sei un genio, Dancelli, un genio dei miei due co.glioni. Ecco la casa sulla destra, ci siamo, vedo il nastro di asfalto in alto, della strada statale. Roberto non si sente più. Gli altri non so. Penso che ci vorrebbe del pubblico, ma sono solo nella nebbia e nella pioggia fina. Arrampico senza senso questa mulattiera devastata e marcia. Il petto squarciato, la gola riarsa e la bocca che tracima saliva dagli angoli piegati in giù. Non vorrei essere in nessun altro posto, ora. Ascolto il respiro uscire sbranando il silenzio del bosco di Mastignaga. Peccato stia finendo. Ora però, trenta metri, mancano trenta metri. Resta qui, Dancelli, bisogna pedalare ancora un po’. Dai, da bravo. Curva a destra, ancora più pendenza, brucio fortune di zuccheri in due pedalate sfrenate. Un buco, mi impunto, poi cemento grezzo, slitto, sbando verso il muro. Cado…see, colcazzo. Colcazzo.


mestatore - 15/11/2010 alle 22:36

ma chi è tim krabbe, ghé riàt dancelli....il mio claudione grandissimo ma scrivilo, sto libro di ciclismo un abbraccione mesty


Zanarkelly - 16/11/2010 alle 02:57

Bellissimo il racconto di Claudio che rende l'idea alla grande del sobbalzamento e delle sollecitazioni del pavè: non pensavo fosse una senzazione così violenta. Ed eravamo in salita quasi a passo d'uomo: mi chiedo come dev'essere fare un tratto di pavè pianeggiante a 40 all'oracome alla Roubaix. Per cambiare discorso, vorrei sottolineare i prodigi della letteratura, estrapolando la seguente frase: [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Sarò secondo, dietro Roberto. Onorevole, penso e mi viene da ridere nel fiato spezzato. [/quote] Vorrei far notare come nell'enfasi poetica il secondo posto dietro al kazzako diventi addirittura "onorevole", quando tutti ben sappiamo che nella realtà delle cose un secondo posto sul Mastignagembreg avrebbe procurato al capitano un aumento istantaneo e smisurato delle transaminasi. La splendida preparazione del Dancelli ha scongiurato questa evenienza ed ha donato al LandoTeam una grande vittoria. Per fortuna che Claudio c'è! Bravo, anche per il racconto... :clap:


robby - 16/11/2010 alle 08:17

fantastico davvero Claudio. scrivi meglio di come vai in bici...e in bici non vai affatto piano. Prafo!