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Autore: Oggetto: Stijn, Luis, Serguei e il coraggio di provarci

Livello Fausto Coppi




Posts: 1795
Registrato: Sep 2005

  postato il 21/04/2009 alle 12:56
Questi primi mesi del 2009 mi suscitano una riflessione sul modo di correre di molti ciclisti di vertice: ma non è che in un ciclismo sempre più snaturato da tatticismi eccessivi a vincere ormai sia spesso chi ha il coraggio di buttarsi all'attacco senza paura?

Partiamo dalla Parigi-Nizza, c'è un Contador che sembra invincibile, domina il cronoprologo con distacchi da cronometro del Tour, e sull'arrivo in salita rifila un altro minuto tondo tondo agli avversari più pericolosi. Sembra una storia già scritta, ma LL Sanchez ci prova a giocare la carta sorpresa, visto che non può vincere di forza, parte in discesa, quando Alberto non se lo aspetta proprio, e va nel pallone, forse non abituato, nel ciclismo tattico e inquadrato di oggi, ad un'azione a sorpresa, e paga quasi 3', Sanchez si va a prendere il primo successo di peso in carriera.

Anche la Tirreno viene vinta da Scarponi con un'azione da lontano, ma per quello che voglio intendere io ha poco peso, visto che Kloeden lì non aveva le gambe per rispondere all'attacco del marchigiano, e si è dovuto arrendere.

Arriviamo alla Sanremo, ancora attendismo, le squadre di Pozzato e Rebellin, gli uomini più in palla del momento invece di fare fuoco e fiamme fin dalle Manie controllano la corsa come per arrivare in volata (e non portano uomini come Serpa e Pfannberger, utilissimi a momvimentare la corsa, preferendogli passistoni per ineguire), facendo poi partire i loro capitani sul Poggio, in uno scatto più per i fotografi che altro.

E allora via al Fiandre, il bis di Stijn Devolder, come l'anno prima, sorprende tutti e va a vincere in solitaria, parte ai -25, e incredibilmente nessuno ha il coraggio di seguirlo, non Pozzato, non Haussler, non Gilbert, tutti i favoriti restano lì, fermi, mentre Stijn si invola verso il successo. Poi tutti a dire, vebbè, i Quick Step erano superiori, noi facevamo corsa su Boonen, ma perchè, invece di regalare la corsa a Devolder non provare a seguirlo, rischiando sì di essere fregati da gioco di squadra Quick, ma dopo aver cercato di di contrastarlo. E' vero, forse Devolder con Pozzato (o Gilbert) a ruota non avrebbe proseguito, ma allora si era neutralizzato uno scatto pericoloso, oppure si poteva proseguire con il fiammingo a ruota (tanto in volata è fermissimo). L'unico a provarci sul serio è Serguei Ivanov, e tutti a criticarlo per non essere stato al fianco del suo "capitano", per non aver cercato di riportare la corsa nei binari già scritti.

Saltiamo la Roubaix, corsa troppo particolare per poter essere considerata in questa sede.

E arriviamo all'Amstel, e ritroviamo il già citato russo. Già, perchè Serguei intanto ha trovato la forma buona, e decide che a 36 anni è il momento dopo una vita da gregario, di portarsi a casa una bella classica. E ci prova una prima volta, prende pochi metri, poi si rialza. Poi ci prova di nuovo, seguendo Kreuziger, ma lì la Liquigas lo coinvolge nel suo suicidio tattico, applicando uno schema assurdo, è vero, spesso chi ha un compagno davanti non tira, ma non quando si sarebbe 2 contro 1 e con un'Amstel in tasca. Serguei non si arrende, e ci riprova, seguendo Gesink e portandosi appresso Kroon. E dietro il gruppo sta a guardare, Cunego non ha squadra, Valverde non ha gambe, Andy Schleck e Kolobnev hanno Kroon davanti, e così è la Silence a prendere in mano la situazione, con due passisti formidabili come Dekker e Vansummeren, e ai piedi del Cauberg ai tre restano 5", e sembrano anche stanchi dopo 10km a tutta. Basterebbe che Cunego o Gilbert facessero uno scattino per riprenderli, invece nulla, si controllano, e Karsten e Serguei tirano dritto, e si giocano la corsa, e vincere è il russo, quello che due settimane prima aveva mancato l'aggancio a Devolder, e ora può finalmente esultare, mentre Cunego resta a dire:"Beh, io la corsa la facevo sui miei avversari, mica potevo marcare Ivanov".

Che dire, voi più o meno campioni continuate a fare la corsa sui vostri avversari, io applaudo Stijn, Luis e Serguei, che non saranno dei fuoriclasse, ma hanno gambe e coraggio per farci divertire, e per battere anche chi ha più forza di loro nelle gambe, ma non ha la forza di spezzare gli schemi già previsti della corsa e provare qualcosa di diverso.

 

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Livello Giuseppe Saronni




Posts: 685
Registrato: Sep 2005

  postato il 25/04/2009 alle 16:50
Lopi, che dire? Sottoscrivo ogni singola virgola di quello che hai detto.

E' incredibile come negli ultimi anni i corridori cosiddetti di vertice perdano sempre più occasioni, lasciando la scena a comprimari che non hanno la loro classe, ma hanno molto più coraggio.
Ci sta che un outsider vinca. Ma non che vinca una grande corsa perchè tutti i cosiddetti big sono rimasti a guardarsi per paura di essere fregati dall'altro. Così le corse diventano noiose.

Abbiamo parlato finora di classiche, parliamo di grandi giri.
Ormai le tappe di montagna le vincono corridori di seconda fascia, forti solo in salita, che escono appositamente di classifica per avere il benestare dei big. I quali si guardano fino agli ultimi 2-3 km dell'ultima salita, e partoriscono uno scattino dopo il quale chi è veramente cotto si becca un minuto. Decide la crono, of course.
Esempi, quanti ne volete...il più clamoroso tra quelli recenti è la tappa di Prato Nevoso, quando il gruppo ha lasciato venti minuti sul versante "facile" del Colle dell'Agnello al gruppetto di fuggitivi, che è arrivato nonostante il forcing - o meglio, una crono a squadre - della CSC negli ultimi 30 km...

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Giro di Lombardia




Posts: 105
Registrato: Feb 2009

  postato il 25/04/2009 alle 19:21
wow, che bel topic!
quoto in pieno tutto quello che hai detto, spero che queste tattiche azzardater si vedano anche nei grandi giri
anche se si è paralto solo di ciclisti di vertice, vorrei ricordare, per quest'anno, anche la bella fuga e vittoria di el fares nella prima tappa della tirreno adriatico

 

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"Sono un ciclista
un grido unanime
un grumo di sogni"
Giuseppe Ungaretti

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3502
Registrato: Jun 2007

  postato il 25/04/2009 alle 19:46
Sono daccordo, ma credo un piccolissimo distinguo, senza snaturare le conclusioni, può essere fatto.
Devolder non era il Matrix della situazione, il predestinato.
C'ha provato anche, forse, credo, andando contro le gerarchie di squadra.
LLSanchez e Ivanov possono essere considerati gli uomini di punta delle rispettive squadre per quelle corse.
Il che implica sì, coraggio, ma l'applauso vero, personalmente, lo destinerei all'anarchico Devonder.

 

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Premio Stiloso 2010
Premio These Dicks Award 2010

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2984
Registrato: May 2006

  postato il 25/04/2009 alle 20:12
guarda che LL abbia giocato "la carta sorpresa" mi fa un pò sorridere dato che la mattina stessa aveva preannunciato l'attacco a contador

 

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Originariamente inviato da anonimo

Originariamente inviato da MDL

se le logiche di squadra e di gara lasciano una "relativa libertà", rebellin ma soprattutto ballan hanno le stesse possibilità di bettini (esclusa la volata di gruppone)


ballan ha probabilità di vincere il mondiale come io quella di copularmi melissa satta.

 
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