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Circuit Cycliste Sarthe - Pays de la Loire
lolloso - 07/04/2009 alle 11:02

ecco le tappe April 7, Stage 1: Noirmoutier - Ancenis, 191.9 km April 8, Stage 2: Ancenis - Angers, 93.8 km April 8, Stage 3: Angers, ITT, 6.1 km April 9, Stage 4: Angers - Pré-en-Pail, 180.8 km April 10, Stage 5: Pré-en-Pail - Le Mans, 200 km


ruotalibera - 07/04/2009 alle 15:29

SUPERRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR ROSSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!!!!:D:D:D


lolloso - 07/04/2009 alle 15:31

eh si è riuscito ad imporsi dopo una fuga di 152 km finalmete è riuscito a vincere dopo tanti tentativi falliti complimenti!!


robby - 07/04/2009 alle 15:33

Bene, bene. mi piace sempre più sto Rossi...Bravo!


ruotalibera - 07/04/2009 alle 15:36

http://www.circuitcycliste.sarthe.com/ActusDirect.asp?seg=100&rub=134 Che gara!!! Zomeeeeeeee.....


Abajia - 07/04/2009 alle 15:54

Ma quant'è bravo questo ragazzo? Complimenti, Enrico! :clap:


lolloso - 08/04/2009 alle 11:55

David Le Lay dell'agritubel ha vinto la semitappa con una fuga solitaria con 40" di vantaggio sul gruppo dovrebbe aver preso anche la maglia di leader


lolloso - 08/04/2009 alle 21:54

risultati della crono di 6 km 1) Engoulvent 2) Kloden 3) Rabon Le Lay mantiene la testa della classifica con 9" di vantaggio su Rossi


peek - 08/04/2009 alle 23:00

Rossi ha fatto anche un ottimo quinto posto nella breve cronometro.


Abajia - 08/04/2009 alle 23:08

Che bravo Enrico, ha chiuso la breve crono in quinta posizione, a 5" da Engoulvent, peraltro davanti a specialisti quali Rasmussen, Gutierrez Palacios, Morabito (magari non proprio uno specialista, ma comunque un ottimo passista), Martin, Coppel (recente vincitore della Route Adélie, quindi in buona condizione, peraltro proprio davanti all'attuale maglia di leader, Lelay). Ha ancora un paio di tappe per cercare di recuperare i 9" che lo separano dalla testa della classifica. Forza! :)


lolloso - 09/04/2009 alle 15:38

vince la 4° tappa Antony Roux (FdJ)


lolloso - 09/04/2009 alle 16:12

risultato 4° tappa 1) Roux 2) Vaugrenard 3) Simon 4) El Fares 5) Rolland Le Lay mantiene la testa della classifica


Subsonico - 09/04/2009 alle 18:17

Occhio a Roux, è la sua prima vittoria da pro' ed è uno dei tanti rampolli del new deal francese.


peek - 10/04/2009 alle 15:20

Che sfiga Tony Martin era davanti con il francese demaret con un minuto di vantaggio agli ultimi dieci km ed ha forato.


peek - 10/04/2009 alle 15:22

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Occhio a Roux, è la sua prima vittoria da pro' ed è uno dei tanti rampolli del new deal francese. [/quote] In effetti ci sono un sacco di buoni corridori tra i giovanissimi francesi. Molto più che in Italia. Chissà che non sia la volta buona anche per loro che poveretti negli ultimi anni non hanno avuto gran soddisfazioni.


peek - 10/04/2009 alle 15:37

Ha vinto Demaret.


Abajia - 10/04/2009 alle 15:57

Molto più che in Italia? Non credo proprio. Il fatto è che da noi i giovani di talento maturano un po' più tardi, perché solitamente passano pro' a 23-24 anni e hanno bisogno di un paio d'anni di ambientamento e rodaggio, mentre tendenzialmente in altri paesi vengono messi sotto contratto da squadre professionistiche ancor prima, col rischio di 'bruciarli'. Per questo tutti quei giovanotti francesi che a 21-22 anni sembrano campioncini (e lo potrebbero pure essere, se non fosse per la "smania di crescere" che inculcano loro la gente che ronza attorno) poi non sempre riescono ad avere carriere degne delle premesse; vuoi per le assurde aspettative, vuoi per le eccessive pressioni, spesso succede questo. Anche in Italia molti giovani corridori vengono sfruttati, abusati e svuotati ancor prima di permetter loro di maturare gradualmente, ma la cosa è forse meno accentuata da noi piuttosto che altrove, proprio perché generalmente i ragazzi rimangono dilettanti (almeno; quantomeno per quelli più bravi [e fortunati] è così) un paio d'anni in più. Ad ogni modo, tornando al paragone Italia-Francia, corridori come Ginanni, Guarnieri, Finetto, Riccio, Frapporti (senza andare a scomodare gli U23, ma potrei farlo, a ragione) ecc ecc, i francesi se li sognano.


Tranchée d’Arenberg - 10/04/2009 alle 16:08

[quote][i]Originariamente inviato da peek [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Occhio a Roux, è la sua prima vittoria da pro' ed è uno dei tanti rampolli del new deal francese. [/quote] In effetti ci sono un sacco di buoni corridori tra i giovanissimi francesi. Molto più che in Italia. Chissà che non sia la volta buona anche per loro che poveretti negli ultimi anni non hanno avuto gran soddisfazioni. [/quote] In effetti pare che stia venendo su una generazione di giovani promettenti transalpini: Rolland, Lhotellerie, Di Gregorio, Coppel, Hivert, Pauriol... Se manterranno le premesse (o promesse) il ciclismo francese potrebbe risollevarsi un pochettino dal quasi-baratro in cui è caduto negli ultimi 2-3 lustri...


peek - 10/04/2009 alle 16:12

Beh si, più che in Italia era un po' un'iperbole, però Coppel, Lhotellerie, Rolland, Roux, Bouet, era da un po' che la Francia non aveva un vivaio così vivace, dopodiché non è detto che diventino campioni, potrebbero anche diventare semplicemente degli ottimi Voeckler.


Subsonico - 10/04/2009 alle 17:26

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Molto più che in Italia? Non credo proprio. Il fatto è che da noi i giovani di talento maturano un po' più tardi, perché solitamente passano pro' a 23-24 anni e hanno bisogno di un paio d'anni di ambientamento e rodaggio, mentre tendenzialmente in altri paesi vengono messi sotto contratto da squadre professionistiche ancor prima, col rischio di 'bruciarli'. Per questo tutti quei giovanotti francesi che a 21-22 anni sembrano campioncini (e lo potrebbero pure essere, se non fosse per la "smania di crescere" che inculcano loro la gente che ronza attorno) poi non sempre riescono ad avere carriere degne delle premesse; vuoi per le assurde aspettative, vuoi per le eccessive pressioni, spesso succede questo. Anche in Italia molti giovani corridori vengono sfruttati, abusati e svuotati ancor prima di permetter loro di maturare gradualmente, ma la cosa è forse meno accentuata da noi piuttosto che altrove, proprio perché generalmente i ragazzi rimangono dilettanti (almeno; quantomeno per quelli più bravi [e fortunati] è così) un paio d'anni in più. Ad ogni modo, tornando al paragone Italia-Francia, corridori come Ginanni, Guarnieri, Finetto, Riccio, Frapporti (senza andare a scomodare gli U23, ma potrei farlo, a ragione) ecc ecc, i francesi se li sognano. [/quote] Abajia, mi permetto di dissentire. Io queste pressioni da parte dei team francesi non la vedo proprio. Anzi, la Francia ha la fortuna di avere tanti team pro tour che permettono ai ragazzi di crescere e di farsi le ossa correndo in giro per il mondo, nelle corse più importanti o comunque in mezzo a corridori forti, come avviene nel pro tour, il tutto senza particolari pressioni (a parte Di Gregorio al quale è successo l'esatto contrario, ovvero se ne parla tanto e non fa niente). Lo vuoi un esempio? Lovkvist. Lovkvist non è francese, però ha corso 4 anni alla Francaise De Jeux. Nel 2007, l'ultimo anno alla fdj, è stato il corridore che ha corso di più nel pro tour! Evidentemente i dirigenti, avendo a che fare col cosiddetto predestinato, gli han detto: quest'anno facciamo così: corri un po' tutte le corse, senza pretese, alla fine dell'anno tiri le somme e vedi cosa riesci a far meglio o peggio. Lovkvist quell'anno non ha ottenuto grandi risultati (ha vinto una crono e fatto un 2°alla vuelta), ma ha corso 2 GT, 5 corse a tappe del pro tour, 2 classiche monumento e il mondiale. Parigi-Nizza a parte nel quale l'ultima tappa è mancato, le ha finite tutte! Si è fatto un condensato di esperienza che altri corridori si fanno in un lustro... La Cofidis quest'anno ha venduto tutti i big che aveva ed ha puntato sui giovani. Tutti a criticare (anch'io), e intanto siamo ad aprile e son venuti fuori el-fares, demaret, taaramae (ed è mancato pauriol, ma solo perchè si è rotto ...alla nizza era in formissima) In Italia chi abbiamo? la Lampre fa un ottimo lavoro sui giovani, la liquigas più o meno, poi il buio. O meglio. Le piccole soffrono, volontariamente o meno, di provincialismo, se poi c'è gente come Reverberi che non ha rinnovato a gente come Pagoto e Colli per mancanza di risultati (!!!) beh non mi puoi dire che da questa parte delle alpi c'è meno pressione. Il Pro tour sta aiutando la francia ad uscire dalla crisi, dovuta anche a un certo provincialismo all'epoca, quando le squadre francesi o erano multinazionali o snobbavano le corse oltralpe. A noi, adesso, potrebbe succeder lo stesso.


Monsieur 40% - 10/04/2009 alle 20:22

[b]Concluso in Francia il Circuit de la Sarthe con Enrico Rossi secondo in classifica generale[/b] [i]Il corridore della Ceramica Flaminia - Bossini Docce ha vinto comunque la classifica a punti[/i] E' sfuggito di poco il successo ad Enrico Rossi nel Circuit de La Sarthe che si è concluso oggi a Le Mans. Il corridore riminese del team Ceramica Flaminia - Bossini Docce, vincitore per distacco nella prima tappa e poi secondo della classifica generale dalla seconda tappa in poi, ha provato il colpaccio nella quarta e ultima frazione, disputata in parte sotto la pioggia e con un circuito finale molto impegnativo: "E' successo che nel finale si è avvantaggiato un drappello e Rossi è riuscito ad agganciarsi a loro e a staccare il leader della classifica nonostante una foratura - ha raccontato il diesse Petito - . Poi però nella salita finale Rossi si è staccato ed è stato raggiunto dal gruppo di David Le Lay della Agritubel, che ha vinto la classifica generale". Enrico Rossi ha comunque concluso il Circuit de La Sarthe in secondo posizione conquistando la maglia della classifica a punti. (ufficio stampa)


Abajia - 10/04/2009 alle 20:44

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Io queste pressioni da parte dei team francesi non la vedo proprio. Anzi, la Francia ha la fortuna di avere tanti team pro tour che permettono ai ragazzi di crescere e di farsi le ossa correndo in giro per il mondo, nelle corse più importanti o comunque in mezzo a corridori forti, come avviene nel pro tour, il tutto senza particolari pressioni (a parte Di Gregorio al quale è successo l'esatto contrario, ovvero se ne parla tanto e non fa niente).[/quote] Vuoi o non vuoi, ad un giovane si mettono pressioni addosso se lo fai passare pro' a 21 anni. A prescindere da come possa essere gestito, un ragazzo di quest'età ha bisogno di altro tempo per poter maturare la prima fase della crescita fisico-sportiva (la completa maturazione si ha molto più avanti, generalmente intorno ai 28-31 anni), quindi personalmente ritengo prematuro mettere sotto contratto professionistico un giovane 21enne che, per quanto bravo e fisicamente più avanti dei suoi coetanei, ha comunque bisogno di crescere ancora un po' prima di potersi cimentare seriamente e degnamente nella massima categoria. [quote]Lo vuoi un esempio? Lovkvist. Lovkvist non è francese, però ha corso 4 anni alla Francaise De Jeux. Nel 2007, l'ultimo anno alla fdj, è stato il corridore che ha corso di più nel pro tour! Evidentemente i dirigenti, avendo a che fare col cosiddetto predestinato, gli han detto: quest'anno facciamo così: corri un po' tutte le corse, senza pretese, alla fine dell'anno tiri le somme e vedi cosa riesci a far meglio o peggio. Lovkvist quell'anno non ha ottenuto grandi risultati (ha vinto una crono e fatto un 2°alla vuelta), ma ha corso 2 GT, 5 corse a tappe del pro tour, 2 classiche monumento e il mondiale. Parigi-Nizza a parte nel quale l'ultima tappa è mancato, le ha finite tutte! Si è fatto un condensato di esperienza che altri corridori si fanno in un lustro...[/quote] Sub, hai citato quello che è forse l'esempio peggiore, proprio perché va contro la tua tesi. Tu dici che gestendo in questo modo un giovane si fa sì che questi si ritrovi con tanta tanta tanta esperienza in più, il tutto come una sorta di corso accelerato nella scuola del ciclismo? Io, invece, dico che così facendo il rischio di bruciare quel ragazzo aumenta esponenzialmente. Ne parlavo nel post precedente: questo è il tipico caso di corridore in erba usato, abusato e svuotato. Nello specifico, magari Lövkvist di qui a dieci anni vincerà tutto il vincibile, ma non è questo il modo per permettere ad un giovane di maturare bene. [quote]La Cofidis quest'anno ha venduto tutti i big che aveva ed ha puntato sui giovani. Tutti a criticare (anch'io), e intanto siamo ad aprile e son venuti fuori el-fares, demaret, taaramae (ed è mancato pauriol, ma solo perchè si è rotto ...alla nizza era in formissima) In Italia chi abbiamo? la Lampre fa un ottimo lavoro sui giovani, la liquigas più o meno, poi il buio. O meglio. Le piccole soffrono, volontariamente o meno, di provincialismo, se poi c'è gente come Reverberi che non ha rinnovato a gente come Pagoto e Colli per mancanza di risultati (!!!) beh non mi puoi dire che da questa parte delle alpi c'è meno pressione.[/quote] Anch'io sono critico nei confronti della maggior parte delle squadre professionistiche italiane, ma in questo ambito riconosco al nostro paese il merito (almeno uno...) di non metter generalmente troppa "fretta di crescere" ai corridori, proprio perché tendenzialmente arrivano ad essere pro' ad un'età in cui, pur non essendo ancora 'maturi', ovviamente, sono comunque meglio formati rispetto ad uno-due anni prima. Quindi, il merito maggiore lo riconosco al settore dilettantistico (anche se pure quello non è esente da porcherie, anzi...)


Subsonico - 10/04/2009 alle 22:03

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Vuoi o non vuoi, ad un giovane si mettono pressioni addosso se lo fai passare pro' a 21 anni. A prescindere da come possa essere gestito, un ragazzo di quest'età ha bisogno di altro tempo per poter maturare la prima fase della crescita fisico-sportiva (la completa maturazione si ha molto più avanti, generalmente intorno ai 28-31 anni), quindi personalmente ritengo prematuro mettere sotto contratto professionistico un giovane 21enne che, per quanto bravo e fisicamente più avanti dei suoi coetanei, ha comunque bisogno di crescere ancora un po' prima di potersi cimentare seriamente e degnamente nella massima categoria.[/quote] Ecco. Io sostengo invece che se un atleta è valido debba fare il salto a 20-21 anni, restando incastrato il meno possibile nella categoria dilettanti, specialmente se gareggia in Italia. All'estero il dilettantismo non è esasperato come il nostro proprio perchè si agisce così, e i risultati più in là si vedranno. Forse solo la Spagna fa come noi. [quote] Sub, hai citato quello che è forse l'esempio peggiore, proprio perché va contro la tua tesi. Tu dici che gestendo in questo modo un giovane si fa sì che questi si ritrovi con tanta tanta tanta esperienza in più, il tutto come una sorta di corso accelerato nella scuola del ciclismo? Io, invece, dico che così facendo il rischio di bruciare quel ragazzo aumenta esponenzialmente.[/quote] Ma il ragazzo non si brucia, se corre come ha corso lui. Si bruciano i Popovich, i Grabovsky, i Buts quando corrono e si allenano più dei professionisti loro coetanei.