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Inchiesta - Il ciclismo al tempo della crisi
Admin - 28/01/2009 alle 03:17

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09ciclocrisi1.jpg[/img] [b]Spese, tagli e tanti guai[/b] - Intervista a Feltrin, gm Katusha Buona lettura :) http://www.cicloweb.it/


herbie - 28/01/2009 alle 05:55

se effettivamente le difficoltà sono queste, perchè non provare a rimpinguare un pochino le casse delle squadre incrementando la distribuzione e la vendita di materiale tecnico delle squadre, magari anche a prezzi concorrenziali rispetto alle maglie delle squadre di calcio (logico che se devo spendere 180 euro per un completo estivo...). Continuo a constatare che è già difficile trovare nella grande distribuzione di articoli sportivi i completi estivi, praticamente impossibile quelli invernali, per non parlare di altri gadget tipo guantini manicotti cappellini ecc.ecc. Provate ad appendere una maglia di una squadra prof a fianco di una altra anonima, fa sempre una bella figura, anche la meno riuscita, dovrebbe invitare all'acquisto... Allo sponsor non può che far piacere avere gente in giro con la loro maglia anche i non professionisti.


Laura Idril - 28/01/2009 alle 08:00

Complimenti a Grassi per l'intervista. Mi è piaciuta soprattutto l'osservazione riguardo alla professionalità dei Team Manager. Del resto su Cicloweb lo diciamo da mesi e mesi e mesi.


Serpa - 28/01/2009 alle 09:00

Alcune domande che mi sono fatto leggendo l'intervista: 1) Lamentarsi ora, perchè? I costi si sono sostenuti da sempre, la Katiusha, ex tinkoff è entrata ora, anche il cambio di nome (pur rimanendo lo stesso TM) ha un suo perchè in termini fiscali, sono costi anche quelli. Perchè si è deciso il cambio nome? 2) Siamo proprio sicuri che gli sponsor scappano solo per i motivi economici come detto nell'intervista? 3) Perchè si vuole più pulizia e poi ci si lamenta dei costi dell'antidoping? 4) Se non si hanno le potenzialità per affrontare tutti i costi, perchè si sceglie di avere una squadra ProTour invece che continental? Mi viene da dire: hai voluto la bicicletta...e mo' pedala...


53.11 - 28/01/2009 alle 09:41

A me viene da dire che il ciclismo si sta cucinando nel suo brodo.... quello messo in pentola da Ceruti nel 1999 e portato a bollore da tutti gli organi di informazione, dalla giustizia sportiva e INGIUSTAMENTE, da quella ordinaria negli anni successivi........ Buon appetito!!!


W00DST0CK76 - 28/01/2009 alle 18:25

Davvero interessante quest'intervista che ha messo in luce alcuni aspetti della gestione di un team che personalmente non conoscevo. E' vero che gli sponsor si allontanano dal ciclismo per motivi economici ma bisogna vedere anche cosa c'è alla base di questi problemi, un ruolo decisivo l'ha avuto la gestione del movimento che ha portato il ciclismo ad essere il più vituperato degli sport, sempre preoccupato a sbandierare ai quattro venti le proprie miserie piuttosto che a risolverle. Certo che se si lamentano i russi che in questo momento sembrano i paperoni del ciclismo, sarei curioso di vedere come se la passano i piccoli team, ma per questo credo bisognerà solo attendere le prossime puntate.


il cannibale - 28/01/2009 alle 18:41

complimenti, intervista davvero interessante, però, secondo me non è SOLO per problemi economici che gli sponsor scarseggiano, ci sono anche interessi di immagine che vengono indubbiamente a mancare quando, come negli ultimi tempi, ci sono casi legati al doping (pultroppo) che scoraggiano molte aziende che potrebbero entrare (o rientrare) nel mondo del ciclismo

 

[Modificato il 28/01/2009 alle 18:48 by il cannibale]


Monsieur 40% - 29/01/2009 alle 02:11

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09ciclocrisi2.jpg[/img] [b]Più miseria che nobiltà[/b] - Per le Donne parla Brunello Fanini http://www.cicloweb.it/

 

[Modificato il 29/01/2009 alle 02:40 by Monsieur 40%]


Monsieur 40% - 30/01/2009 alle 03:08

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09ciclocrisi3.jpg[/img] [b]Quando l'UCI rema contro[/b] - Magni (UC San Marco) e i giovani http://www.cicloweb.it/


Admin - 31/01/2009 alle 04:22

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09ciclocrisi4.jpg[/img] [b]Amici miei, si fa così![/b] - Il GS Emilia guida gli organizzatori http://www.cicloweb.it/


forzainter - 02/02/2009 alle 19:17

Molto interessante la vostra inchiesta (soprattutto per quanto riguarda giovani e organizzatori) Sul movimento giovanile trovo che non sia normale determinati budget (soprattutto tra gli juniores) Ulissi (o Capecchi ecc) sarà pure fortissimo ma non puo' prendere 40000 euro all'anno da juniores (Visconti campione Italiano Pro , ne prendeva il doppio da pro alla Quick Step..) I 40000 euro dovrebbero esser il budget delle squadre non di un corridore Negli Juniores per i corridori non dovrebbero girare proprio i soldi (ma ormai l'attività giovanile ciclistica è uguale a quella calcistica.. pure in prima categoria prendono soldi) In Belgio e In Francia cifre del genere se le sognano e giustamente , spesso i dilettanti lavorano.. 1991 Tour du Vauclouse (gara open), Alex Zuelle (uno dei miei corridori preferiti) è ancora dilettante (lavora mezza giornata al giorno..) nella crono arriva secondo , battuto da Miguel Indurain (tre mesi dopo vincitore del Tour) Gia' ma Zuelle non prendeva 40000 euro all'anno (nemmeno nel 1993 con la Once..) , aveva altri interessi e attività oltre il ciclismo.. uno che prende quella cifra ha solo il ciclismo (poi ovviamente nei pro non farà nulla.. come i vari China , Palumbo ecc) Sull'UCI ho le conferme di quello che penso , pretende tanto (soldi) sia a organizzatori che a federazioni che a squadre ma non da nulla (manco le regole certe..), l'esatto contrario della Fifa.. che i soldi li distribuisce..


Admin - 04/02/2009 alle 02:48

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09ciclocrisi5.jpg[/img] [b]Un uragano ci seppellirà[/b] - Impietosa analisi di Marcel Vulpis http://www.cicloweb.it/


Admin - 04/02/2009 alle 02:49

(Pensavate che fosse finita, l'inchiesta, eh! E invece la ginocchiata nelle gengive doveva ancora arrivare...) :(


Laura Idril - 04/02/2009 alle 07:56

Oh mio dio.... :S


W00DST0CK76 - 04/02/2009 alle 10:21

Già sto influenzato, mi sveglio, apro la finestra e diluvia così penso di leggere qualcosa su Cicloweb e cosa ti trovo? Mammamà! Io comunque un rimedio scientifico contro la crisi l'ho trovato: [img] http://img18.imageshack.us/img18/9633/cornettite7.jpg[/img] (dal web) Intervista inquietante ma coraggiosa, solo preparandosi al peggio si può affrontare un periodo simile, la realtà è questa. E solo Cicloweb poteva proporre un simile approfondimento :clap:


Sardo - 04/02/2009 alle 12:03

Ciao a tutti, Finalmente un esperto di economia dello sport, fa un'analisi della situazione e ci dice come stanno le cose. Sappiamo tutti molto bene che il ciclismo professionistico è annacquato, squadre che di professionale hanno ben poco e che in altri sport potrebbero competere alle sagre di paese, nel ciclismo si buttano dentro il grande business, ragranellano sponsorizzazioni di tutti i generi vendendo uno spettacolo che tutto sommato non da ritorno, l'unico vantaggio sembrano proprio queste fatturazioni gonfiate. Ma se un'azienda il prossimo anno non fara utili da ammortizzare con i costi inesistenti, cosa se ne farà delle fatture gonfiate? Parecchie aziende di livello mondiale chiudono stabilimenti e lasciano a casa i dipendenti ( Panasonic. Microsoft, toyota, general motors, alitalia,.... potrei continuare), pensiamo veramente che sceglieranno di sponsorizzare una fantomatica XYZ cyclig team, guidata da un ex professionista che sarà anche stato un bravo corridore ma per stare in sella dai 15 ai 35 anni ha frequentato ben poco le aule universitarie di economia. Secondo me è proprio vero che si dovrà riorganizzare il tutto, lasciando il ciclismo professionistico a quelle 20 squadre di alto livello tecnico ed economico, ridimensionando le altre ad un ciclismo dilettantistico, adesso il dilettantismo lo fanno le squadre giovanili under 23 ed elite, i ragazzi non hanno altro in mente che passare, passare, passare.... ma passare dove? da under 23 ti pagano un rimbosrso di 1000 euro al mese, da professionista li devi portare tu per pagare il gasolio delle ammiraglie. questo è sport professionistico? questa è solo una situazione che era appena sostenibile ieri, domani con la vera crisi economica, sara una catastrofe.


Subsonico - 04/02/2009 alle 12:31

Me l'immaginavo che l'nba entrasse in ballo, prima o poi... Marco, rassegnati: per entrare in quei modelli non ci vorrebbe solo una diversa impostazione manageriale ma proprio un'altra cultura. "Non siamo mica gli americani" diceva quello.


miky70 - 04/02/2009 alle 14:22

Che la situazione sia insostenibile oggi è certo, eppure nessuno abbassa visibilmente gli stipendi dei calciatori, i biglietti degli stadi, si continua a fare finta di niente, solo la gente si indigna. Credo che ci sarà sempre la cassa aperta per lo sport, altrimenti la gente con cosa la distrai? Se non saranno sponsor privati, ma dubito che certi si tireranno indietro, ci sarà sempre il CONI che investirà. Non riesco a vedere campionati di volley, basket e calcio minore proseguire barcollando con una metà delle squadre a casa per mancanza di budget. Lo stesso vale per il ciclismo, anche se la crisi si sentirà più avanti, io penso che lo sport essendo ormai un solido intrattenimento culturale e sfogo per i cittadini europei, non entrerà nel buio totale, sarà sorretto in tutti i modi. Che i team manager non siano all'altezza questo lo si sapeva da tempo. Ma non solo nello sport, nelle aziende spesso sanno solo prendersi i meriti che sono di chi produce. E scappano quando arrivano i problemi.


Sardo - 04/02/2009 alle 16:17

Si, Miky, è vero lo sport non verrà mica cancellato, io parlavo di livello professionistico ridimensionato e riportato alla giusta misura di uno sport fatto per professionisti e cioè gente che fa dello sport la propria professione e di dilettanti, che oltre a fare il loro lavoro, si dilettano nella pratica del ciclismo. Anche perche sappiamo bene che in mezzo al gruppo di quei 200 corridori saranno 100 a portare a casa la pagnotta, gli altri 100 sono sostenuti da qualche piccolo sponsor personale e dalle famiglie. le famiglie potranno ancora sostenere un figlio fuori di casa spesato di tutto come se fosse all'universita, in un settore dove con molta probabilità nel giro di pochi anni sarai tagliato fuori? Lo sport del ciclismo è chiaro che non morirà, io andro sempre a vedere i giovanissimi, gli allievi e gli juniores che corrono, e in qualche modo il sostegno economico per loro si troverà. Cio che non regge sono le finte squadre professionistiche, vogliono stare in gruppo a tutti i costi, vendono fumo agli sponsor parlando di crescita, di iscrizioni professional e poi non hanno le garanzie neanche per gesire una continental, credo che per questi personaggi, non ci sia più posto per mangiare nel piatto del ciclismo professionistico.


miky70 - 04/02/2009 alle 16:47

Ciao Sardo, io commentavo l'inchiesta di Admin, non mi permetto di contestare una tua giustissima opinione. E' vero, credo le squadre minori si allontaneranno dall'Europa storica e aumenteranno quelle affiliate all'est, dove la crisi non si avvertirà (credo), già tante lo stanno facendo. La crisi dell'attività è già in atto, negli ultimi anni sempre meno volontari si sono dedicati all'attività giovanile e amatoriale, questo condiziona sempre più la realizzazione di gare provinciali e regionali. Di 100 squadre circa sul territorio pesarese, solo la metà è attiva, della restante solo metà organizza gare, le altre si sono affiliate pagando il tesserino ma non hanno praticato nè organizzato niente, causa difficoltà economiche e mancanza di volontari. Conosco ciclisti che ancora vivono con i genitori, corrono in squadre minori al minimo stipendio, spesso sono pagati dopo 6 mesi, ma insistono, si vede per passione, perchè un lavoro fisso di 8 ore al giorno annullerebbe la loro passione e fino a quando possono avere l'aiuto della famiglia non rinunciano al ciclismo. Questi ci saranno ancora, fin tanto che ci sarà qualcuno che li assume. Sarà l'occasione per gli sponsor di chiedere la partecipazione nei diritti televisivi? Sarà l'occasione per gli sponsor di chiedere la realizzazione di settori a pagamento per le tappe più belle dei Giri e delle classiche?


Bazzia - 04/02/2009 alle 16:52

In realtà il ProTour partiva con l'obiettivo di copiare il sistema sportivo sportivo americano, con una lega chiusa. Ma ad Aigle si sono scordati le peculiarità dello sport europeo come ad esempio il sistema "promozione-retrocessione". Inoltre la persona intervistata ha voluto dare una impronta fortemente pessimista.. altre persone o meglio professori universitari parlano di ben altri scenari. Chi frequenta o ha frequentato dei corsi universitari di "Sport Management" sa di cosa parlo..


Monsieur 40% - 09/02/2009 alle 00:35

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohcrisi1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09renatodirocco1.jpg[/img] [b]Un bilancio per Di Rocco[/b] - Intervista al presidente della FCI http://www.cicloweb.it/ (sesta ed ultima puntata dell'inchiesta)


Fabioilpazzo - 09/02/2009 alle 09:35

Un convincente Di Rocco in generale, ma come al solito sui soliti argomenti le stesse parole...E troppo evasivo sul CONI...


Admin - 09/02/2009 alle 12:02

[quote][i]Originariamente inviato da Fabioilpazzo [/i] Un convincente Di Rocco in generale, ma come al solito sui soliti argomenti le stesse parole...E troppo evasivo sul CONI... [/quote] Hai perfettamente centrato il punto.


Donchisciotte - 09/02/2009 alle 13:16

Ho letto solo adesso l'intervista di Admin a Di Rocco ( disattenzione colpevole): Intanto ringrazio Admin per aver posto a Di Rocco due questioni ( almeno posto perché la latitanza di Dirocco è palese nelle risposte): la credibilità di un Coni gestito da Petrucci e Pagnozzi e la questione di Madonna di Campiglio. La risposta sul Coni è patetica,basta leggere le motivazioni della sentenza Conconi o le intercettazioni su Calciopoli. Quella su Pantani mi fa rabbia ( poverino, lontano dal ciclismo non gli è arrivata l'eco di certi dubbi), sul fatto che tutti lo amino e lo rispettino, sì le cose sono migliorate ma se muore un ciclista o viene beccato un ciclista, Pantani è sempre in prima linea nella gogna. Ma l'importante è porle ,le domande, perché anche le risposte come quelle di Di Rocco fanno capire parecchie cose. Anche perché lui con un ente se la prende davvero, l'Uci di cui dice:Intendiamoci, la valenza scientifica del passaporto biologico c'è, è chiara e non mi sognerei mai di metterla in dubbio. Quello che metto in discussione è la trasparenza della gestione di questo programma, che è troppo dipendente dall'UCI: se mi è permesso farlo, io qualche remora la avanzo, perché se non c'è un soggetto esterno che sia sopra le parti (come potrebbe essere la WADA), c'è semplicemente un'UCI che usa il passaporto biologico come uno strumento di pressione e di ricatto, per decidere chi corre chi no, per tenere in scacco anche gli organizzatori, che sono succubi di questa situazione. Come, l'antidoping e il passaporto biologico come strumenti di pressione e ricatto per decidere chi corre e chi no? Pensavo di essere fra i pochi mentecatti a pensarlo e, invece, lo pensa il presidente della FCI. Purché non si tocchi il Coni, of course. E pensare che mi stavo convincendo di quanto dice Toni Lo Schiavo nell'ultimo numero di Bs intervistando un medico: il doping non c'è piiù. Adesso la scampi magari una volta ma la seconda ti beccano inesorabilmente, il doping è finito, il ciclismo è ripulito e solo qualche baro demente ancora ci prova ma lo beccano subito. Mi stavo convincendo( :Od:) e adesso mi dicono che quello che ho sempre pensato di passaporti biologici (e analisi sulle autoemotrasfusioni che vanno avanti da sei mesi e ogni tanto escono voci) e antidoping in generale lo pensa pure Di Rocco. :boh: Ecco, quando le domande si pongono, anche dalle risposte latitanti qualche idea uno se la fa... E aggiungo che queste sonointerviste degne di un giornalista. Ma Admin già lo sa come la penso.

 

[Modificato il 09/02/2009 alle 13:32 by Donchisciotte]


sceriffo - 28/03/2009 alle 18:48

Addio Katusha, Stefano Feltrin si dimette Dopo un brillante inizio di stagione, impreziosito da importanti successi agonistici e l’invito a Giro d’Italia, Tour de France ed alle principali classiche di primavera, il management del team Katusha ha deciso di rinnovarsi. Il General Manager Stefano Feltrin e Katusha Management S.A. - società di gestione del team – hanno deciso di separare le proprie strade professionali. Dopo due anni alla guida di un team professionistico ed aver contribuito alla creazione del primo team pro-tour Russo, l’avvocato Feltrin torna a tempo pieno alla professione forense mentre tutti i poteri operativi nella gestione del team vengono assunti, dal 1 aprile, dal Presidente Andrei Tchmil. Andrei Tchmil e Stefano Feltrin così commentano l’avvicendamento: «Siamo fieri ed orgogliosi del lavoro svolto insieme per la creazione del Team e per i successi già ottenuti. Terminata questa fase di avviamento Il team Katusha continuerà il suo grande progetto politico con alle spalle l’appoggio di un intero paese». ( tuttobiciweb ) -- mi spiace, leggendo le interviste mi sembrava avesse delle idee innovative. insomma un manager/avvocato prestato al ciclismo. evidentemente troppo avanti x qs mondo!


W00DST0CK76 - 02/04/2009 alle 11:01

[quote][i]Originariamente inviato da sceriffo in un altro 3D[/i] Anche Omar Piscina lascia la Katusha Dopo tre anni alla guida della Lpr, due al team Tinkoff, oltre ad un grande passato nel mondo dei dilettanti, Omar Piscina, 32 anni piacentino, uno dei team manager più giovani ed apprezzati al mondo, ha deciso di lasciare il team Katusha diretto da Andreai Tchmil e prendersi una pausa di riflessione in attesa di nuovi e intensi impegni. «Questa decisione - dice a tuttobiciweb.it il tecnico piacentino - per me non è stata facile poiché il team è composto in gran parte da uomini con i quali ho lavorato negli ultimi cinque anni e che per me sono diventati come una seconda famiglia; ma arriva un momento in cui nella vita c¹è bisogno di fare delle scelte, anche forti ed importanti. A Tchmil, così come a Maini, Cozzi, Parsani, Konishev, ai corridori e al personale tutto, auguro una stagione ricca di successi e un futuro pieno di tante cose buone». ( tuttobiciweb ) [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Addio Katusha, Stefano Feltrin si dimette Dopo un brillante inizio di stagione, impreziosito da importanti successi agonistici e l’invito a Giro d’Italia, Tour de France ed alle principali classiche di primavera, il management del team Katusha ha deciso di rinnovarsi. Il General Manager Stefano Feltrin e Katusha Management S.A. - società di gestione del team – hanno deciso di separare le proprie strade professionali. Dopo due anni alla guida di un team professionistico ed aver contribuito alla creazione del primo team pro-tour Russo, l’avvocato Feltrin torna a tempo pieno alla professione forense mentre tutti i poteri operativi nella gestione del team vengono assunti, dal 1 aprile, dal Presidente Andrei Tchmil. Andrei Tchmil e Stefano Feltrin così commentano l’avvicendamento: «Siamo fieri ed orgogliosi del lavoro svolto insieme per la creazione del Team e per i successi già ottenuti. Terminata questa fase di avviamento Il team Katusha continuerà il suo grande progetto politico con alle spalle l’appoggio di un intero paese». ( tuttobiciweb) [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da sceriffo [/i] Oleg Tinkov lascia la Katusha e il ciclismo Oleg Tinkov ha deciso di lasciare la katusha, nata dalle ceneri della Tinkoff Credit Systems, e il ciclismo. «Per me il ciclismo è stato, è e sarà sempre una grande passione, un'emozione unica. Per Para Andrea Tchmil, invece, è solo un affare, un modo per far soldi - ha detto il banchiere russo a Cyclingnews -. La pensiamo diversamente, quindi preferisco fare un passo indietro». ( tuttobiciweb ) [/quote]


Sardo - 02/08/2009 alle 15:48

Sponsor e fatture false, Iva evasa: Marino Basso e club giovanili nei guai Vicenza - domenica 2 agosto 2009 - Il meccanismo criminale era articolato, anche se noto in certi ambienti sportivi in cui, anziché pensare all'educazione, ai valori e all'agonismo, si pensa al portafogli. Da un lato le fatture per la sponsorizzazione delle associazione sportive erano gonfiate, creando falsi utili e disponibilità di liquidi in nero; dall'altra, un vorticoso giro di fatture false giustificava spese assurde (da detrarre) e il rientro da introiti inesistenti. La guardia di finanza, con l'operazione Sport in black, ha portato alla luce un complesso e illecito sistema di finanziamento dello sport. «Un fenomeno preoccupante - ha detto il colonnello Morelli -, perché riguarda un numero elevato di società che tentano di sottrarre all'erario il dovuto». Ventuno al momento le persone denunciate per le fatture fasulle e la frode fiscale, ma al termine dell'indagine potrebbero essere circa 150. Cinquanta milioni di fatture false accertati, e 9 milioni di iva evasa. SOCIETÀ SPORTIVE - L'indagine riguarda il periodo 2002 - 2008. Tre le associazioni sportive interessate: la Giovani ciclisti Santorso, con presidente Severino Formilan, 75 anni, di Schio; la Uc Schio 2000, di Giovanni Greselin, 71, di Santorso, e la Gcasd Alto Vicentino, poi Utensilnord, di Pietro Zambon, 61, di Torrebelvicino. In base a quanto ricostruito dai militari di Schio, guidati dal tenente Florio (che lascerà il Vicentino, sostituito dal tenente Elia), queste società accettavano la sponsorizzazione di imprenditori e artigiani, emettendo fatture molto più consistenti di quanto incassavano. «Se la fattura era 100, in realtà restituivano all'imprenditore 85». Quale il beneficio? Per gli sportivi incamerare danaro per l'attività; per le aziende quello di scaricare 100 (la legge consente di detrarre tutte i finanziamenti sportivi), e di avere in cassa 85 di liquidità. Meccanismo diffuso anche nel mondo sportivo vicentino. PUBBLICITARI - Più consistente, in termini economici, il giro delle agenzie di pubblicità. Tre quelle finite nel mirino della finanza: la Target pubblicità srl, la Brickell e la Piazza corse srl, tutte con sede a Vicenza e riconducibili alla famiglia Greselin. Dopo la morte, avvenuta qualche mese fa, dell'amministratore Emanuele, 53 anni, di Schio, erano state intestate al padre ultraottantenne, ma la loro attività è poi cessata. Secondo l'accusa, le agenzie compravano spazi (i cartelloni pubblicitari) per gare di ciclismo, superbike e rally, e per le partite di calcio di A, B e coppe. Gli spazi poi li rivendevano a prezzi maggiorati fino al 750 per cento. Il motivo? Consentire alle ditte che li compravano di fingere di pagare cifre astronomiche (che poi potevano scaricare). Dal canto loro le agenzie realizzavano fatture false per milioni per fingere spese inesistenti e tagliare l'imponibile. EX CAMPIONE - Stessa posizione, in base agli accertamenti dei marescialli Pellegrini e Introna, per Marino Basso, 64 anni, di Arcugnano, ex campione mondiale di ciclismo: con le società Gap 72 in Lussemburgo e Cosmos sport organizzava eventi ciclistici e seguiva società vendendo e comprando spazi pubblicitari sovrastimandoli e utilizzando le fatture false. IMPRENDITORI - A finire nei guai, per l'uso delle fatture false, sono ora gli imprenditori-sponsor. Una quindicina quelli indagati nel Vicentino, 150 quelli individuati in tutta Italia. I comandi provinciali della finanza ora li controlleranno uno ad uno, e potrebbero finire sul registro degli indagati. Il Giornale di Vicenza fonte: www.ciclonews.it [b] [/b][b] [/b]


Frank VDB - 03/08/2009 alle 22:11

Anche qui... rimando al thread su chi dirige il nostro sport. Frodi fiscali, falsi in bilancio, fatture e rimborsi gonfiati sono l'impalcatura dell'intero sport italiano. Tutto. Dilettantistico e professionistico. E amatoriale. Giovanile o non giovanile. Ma però... ma però tutto fa notizia solo quando c'è di mezzo il ciclismo....