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Autore: Oggetto: Inchiesta - Fine pena: mai?

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  postato il 20/11/2008 alle 19:03




Radiazione sì, radiazione no - Un'inchiesta per capire se serve

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Tour




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  postato il 20/11/2008 alle 19:55
Originariamente inviato da Monsieur 40%


Radiazione sì, radiazione no - Un'inchiesta per capire se serve

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1 anno la prima volta...
che ci puo' stare l'errore umano...
radazione la seconda...
che perseverare e' diabolico.
senza altre vie di mezzo.
Ciclista avvisato...
mezzo salvato.

 

[Modificato il 22/11/2008 alle 20:09 by pepp]


 
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Livello Mondiali




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  postato il 20/11/2008 alle 20:20
la radiazione, se mai verrà applicata, non risolverà il problema del doping ma servirà ad eliminare dal ciclismo persone disoneste e a rendere le corse più credibili.
Io sono favorevole con alcune precisazioni: radiazione alla prima positività solo per certe sostanze, senò alla seconda, a partire dagli juniores; radiazione anche per il medico di squadra, il ds e il team manager, o quantomeno lunga sospensione del loro operato in ambito ciclistico (purtroppo il fornitore spesso non è neanche tesserato), sospensione per uno/due/tre mesi dell'intera squadra e pesanti sanzioni economiche a seconda della sostanza riscontrata (soldi che devono servire per la lotta al doping soprattutto in ambito giovanile).
Tutte le situazioni andranno valutate a fondo da una commissione di provata imparzialità e competenza in seno agli organi federali.

 
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  postato il 20/11/2008 alle 21:29
se continuano a frequentare i "preparatori"
i ciclisti diventeranno davvero radioattivi.
Quindi sono contro la radiazione.
(e ditemi se questo non e' cerchiobottismo )

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/11/2008 alle 22:57
come ho già detto in mille altre occasioni, impedire a uno sportivo, che ha dedicato tutta la sua vita a uno scopo, di fare il suo mestiere, solo perchè una volta si è lasciato andare, è assurdo e irrispettoso, e non fà bene alla credibilità dell'ambiente, anzi. Francamente starei male alla sola idea di non vedere più Riccò in gruppo, e come me centinaia di migliaia di appassionati.

Quelli che andrebbero davvero radiati sono i medici che forniscono il doping, i direttori sportivi che sanno tutto e cascano dalle nuvole quando i loro corridori vengono trovati positivi, prendendoli a insulti, e poi anche e soprattutto i procuratori antidoping e i magistrati che commettono errori PALESI nelle indagini, tipo Torri. ecco, perchè nessuno propone la radiazione per i giudici quando sbagliano?

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 20/11/2008 alle 23:45
le pene molto severe non hanno mai risolto i problemi, io sono per punizioni certe adatte alla scorrettezza commessa, diversi sono caffeina e epo e per un educazione al non doping nelle categorie giovanili. Contrariissimo alle radiazioni, già 2 anni è una pena eccessiva. Chi sbaglia deve pagare ma non essere rovinato senno' siamo solo ipocriti.
claudio santi

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 01:10
Originariamente inviato da jeanclaude

per un educazione al non doping nelle categorie giovanili.


questa è una delle più grosse banalità che ho letto da quando frequento Cicloweb: se davvero pensiamo di risolvere il problema doping con questi sistemi, stiamo freschi.


Contrariissimo alle radiazioni, già 2 anni è una pena eccessiva. Chi sbaglia deve pagare ma non essere rovinato senno' siamo solo ipocriti.
claudio santi


benissimo: due anni son troppi e chi sbaglia non deve essere rovinato.
E pazienza poi se è lui a rovinare colleghi, massaggiatori, meccanici e tutti coloro che rischiano di restare a spasso perchè non si trovano più sponsor disposti a mettere soldi nel ciclismo.
Avanti così, che tanto di spazio per ampliare la lista dei disoccupati ce n'è in abbondanza.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 01:36
la radiazione non serve a niente.
E poi sarei proprio curioso di vedere come verrebbe applicata.
Per quali sostanze scatterebbe? in quali circostanze? e la semplice detenzione o il tentato doping sarebbero ancora equiparati al doping vero e proprio?
Ad esempio come verrebbe valutata la posizione di un corridore che non si fa trovare ad un controllo a sorpresa?

Nel panorama attuale, dove le zone grigie sono la netta maggioranza e dove l'applicazione del regolamento antidoping è diversa a seconda della nazione di appartenenza, sarebbe un rimedio peggiore del male.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 07:11
Trovo eccessivi i due anni, ma vengono già applicati percui non tornerei più indietro, non lo trovo corretto, ma non andrei neppure oltre.
Allargherei il procedimento in seno alla squadra.
Imposterei una serie di misure preventive e di verifiche da effettuare di competenza di medici e direttori, innalzerei il livello qualitativo delle squadre professionistiche, pretendendo la massima formazione e delegando maggiori responsabilità.
Al momento di una positività, verificherei la preparazione di medici e DS, la qualità della società e lo svolgimento di tutte le pratiche. Controllerei bilanci, contatti e movimenti di denaro.

Se la squadra non ha mancato alle proprie responsabilità, gli anni di squalifica sono per il corridore, da ridurre se fornisce informazioni (quali informazioni?) altrimenti se delle responsabilità verranno contestate alla squadra, parte della pena sarà imputata agli elementi specifici della società e dove possibile tramutati in multa.

La radiazione per gli atleti è assurda. I medicinali assunti sono provati da medici che ne attestano l'efficacia sugli atleti e poi creano il loro commercio. Sono loro i responsabili iniziali, loro devono essere radiati.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Greg Lemond
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  postato il 21/11/2008 alle 08:22
Ma davvero c'è qualcuno che auspica siano inasprite le pene nel ciclismo?
Secondo me è come voler sostenere che la "sharia" è troppo indulgente verso le donne .
Il ciclismo è una professione, come lo sono tante altre denominate "sportive" ove il doping è "permesso".
Un certo spagnolo, senza far nomi , mi sembra che abbia vinto nel gioco del ping-pong un torneo chiamato (mi pare) Wimbledon .
Nel calcio la gente muore in modo strano, ma il controllo si fa a quelli segnati con dei cerchietti! Lo so bene perché seguivo l'Empoli quando scoppiò, si fa per dire, perché poi non ebbbe seguito, l'affare appunto dei cerchietti o pallini

 

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Fanno festa i musulmani il venerdì
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e i barbieri il lunedì

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 09:56
Originariamente inviato da miky70
La radiazione per gli atleti è assurda. I medicinali assunti sono provati da medici che ne attestano l'efficacia sugli atleti e poi creano il loro commercio. Sono loro i responsabili iniziali, loro devono essere radiati.

Scusa, ma mi sembra che la responsabilità sia quanto meno da dividere in modo equo tra le due parti; perchè è vero che sono i medici che creano le sostanze dopanti e le commercializzano, ma sono i ciclisti che se li mettono in corpo.
Poi si dice che i ciclisti non vanno radiati perchè sono dei professionisti e non sarebbe giusto privarli del diritto di esercitare il loro lavoro, ma allora (provocazione) i medici non sono professionisti anch'essi? Perchè per loro il discorso che si fa non deve valere?
La verità è che la responsabilità è di tutti e sono d'accordo con te quando auspichi che anche le squadre vengano indagate (anche se si rischierebbe di paralizzare la giustizia sportiva).
In linea di principio io penso che uno sbaglio si possa concedere a tutti, dove per sbaglio non intendo necessariamente una positività, ma anche un non rispetto delle regole (e lo stesso sarebbe da applicare anche a tutti quelli che stanno intorno ai ciclisti, medici compresi); al secondo sbaglio, il corridore, o il ds, o il medico, ecc, cambia lavoro.

 

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Livello Tour




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  postato il 21/11/2008 alle 15:49
Chi assume sostanze dopanti, in qualsiasi sport, non è un debole, ma è una CONSAPEVOLE canaglia.
In questo momento, il gioco vale la candela, se va male mi becco 2 anni ma non faccio altro che fare 2 anni di vacanza con un contratto gia' in tasca per tornare. Ma se va bene.... Quindi RADIAZIONE !!!! senza mezzi termini, chi Imbroglia paga.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 15:50
Se parliamo in senso pratico senza dare importanza al ruolo sociale del medico, possiamo dire che il medico sfrutta la sua laurea ed i suoi appoggi, sperimenta i prodotti delle case farmaceutiche e mette a disposizione del furbo di turno tutto il suo sapere in cambio di un grosso guadagno. Se il furbo non usa la bomba, il medico non fa danni, come quando lo scienziato inventa l'arma distruttiva e il cattivo la mette in pratica. Tutti puniscono il cattivo e lo scienziato è un innovatore.
Mi può star bene. Ma allora perchè prendersela con Santuccione o Cecchini o Fuentes?

Se guardiamo il ruolo del medico come ad un santone o ad una guida, il medico ha grandi responsabilità.
Se lo sport deve avere grandi ideali, anche il medico che contribuisce a falsare i risultati va allontanato dall'ambiente.

 

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  postato il 21/11/2008 alle 16:22
Ma io sono senz'altro d'accordo col punire il medico che si rende colpevole di passare al corridore sostanze dopanti, però mi sembra un controsenso il discorso che facevi diradiare il medico per questo e non prendere neanche in cosiderazione la radiazione del corridore che imbroglia.
Per quanto riguarda i medici io penso che il reato sia sicuramente penale, perchè somministrare medicinali non necessari è considerato una grave violazione del codice, oltre che un pericolo per gli assistiti.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 18:43
dire che la responsabilità principale è dei medici o dei preparatori, è una tesi di comodo.
I corridori sono quelli che danno spettacolo, che portano la gente sulle strade o davanti alla tv, ed è più facile prendersela con chi sta dietro le quinte piuttosto che con loro.
Però Bettini è stato molto chiaro in materia: è sempre l'atleta a fare il primo passo; se il corridore non ha intenzioni truffaldine può star tranquillo che nessuno andrà a cercarlo.
E nell'era di internet, quando si sa tutto su qualsiasi argomento, è difficilmente sostenibile la tesi del corridore ignaro o del corridore plagiato, a meno di non volerlo definire un minus habens.
La radiazione per i medici? c'è già, ma nella pratica non serve quasi a niente: stando a quel si dice, i vari Ferrari e/o Santuccione continuano a lavorare tranquillamente benchè risultino radiati da un pezzo, ed i corridori continuano a chiedere il loro aiuto, quindi....

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 19:09
Originariamente inviato da antonello64

dire che la responsabilità principale è dei medici o dei preparatori, è una tesi di comodo.
I corridori sono quelli che danno spettacolo, che portano la gente sulle strade o davanti alla tv, ed è più facile prendersela con chi sta dietro le quinte piuttosto che con loro.
Però Bettini è stato molto chiaro in materia: è sempre l'atleta a fare il primo passo; se il corridore non ha intenzioni truffaldine può star tranquillo che nessuno andrà a cercarlo.
E nell'era di internet, quando si sa tutto su qualsiasi argomento, è difficilmente sostenibile la tesi del corridore ignaro o del corridore plagiato, a meno di non volerlo definire un minus habens.
La radiazione per i medici? c'è già, ma nella pratica non serve quasi a niente: stando a quel si dice, i vari Ferrari e/o Santuccione continuano a lavorare tranquillamente benchè risultino radiati da un pezzo, ed i corridori continuano a chiedere il loro aiuto, quindi....


sulla radiazione dei medici che già c'è e non funziona hai ragione Antonello, ma sul resto non condivido.

Caso mai è più facile prendersela con chi ci mette la faccia, ossia proprio i corridori. Purtroppo il sistema antidoping non funziona, ci sono sostanze lecite, sostanze vietate e sostanze consentite solo entro certi parametri... dimmi tu come fà un corridore a capirci qualcosa... molte volte il limite tra lecito e illecito è molto sottile, vedi i casi recenti Petacchi e Bastianelli, i quali sono caduti nella rete dell'antidoping nonostante la loro buona fede. E anche se siamo nell'era di internet, come giustamente fai notare, purtroppo non tutti hanno voglia di usare la propria testa, soprattutto perchè servirsi della testa altrui è più comodo.

Nessuno sta dicendo che i corridori non hanno colpe, ma proporre la radiazione è troppo. I medici hanno più colpe. Perchè? perchè loro sono laureati, sono consapevolissimi di quello che fanno, mentre il corridore dice "vabbè pigliamo questo che dopo fatico di meno" il medico invece ci guadagna sopra, mette la sua cultura al servizio del male, rovina la vita degli atleti.

 
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  postato il 21/11/2008 alle 19:22




Sanzioni hard, risultati light - Parla la sociologa Raffaella Sette

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/11/2008 alle 19:33
Originariamente inviato da babeuf
purtroppo non tutti hanno voglia di usare la propria testa, soprattutto perchè servirsi della testa altrui è più comodo.


se fosse vero, solo per questo meriterebbero la radiazione.
Posso capire l'imbroglione, ma lo stupido proprio no.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/11/2008 alle 19:41
Questa parte è molto interessante: "Nella sottocultura ciclistica la sopravvalutazione della meta culturale (il successo sportivo, in questo caso) viene dall'ambiente. Perché punire solo il corridore? Lui si limita (parlo in una prospettiva sociologica) a trovare l'adattamento più comodo da usare in quella determinata sottocultura, non è quindi più responsabile di tutti quanti concorrono a tenere in piedi tale subcultura."

E complimenti per questa inchiesta. Bravi!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 00:38
Originariamente inviato da babeuf
Caso mai è più facile prendersela con chi ci mette la faccia, ossia proprio i corridori. Purtroppo il sistema antidoping non funziona, ci sono sostanze lecite, sostanze vietate e sostanze consentite solo entro certi parametri... dimmi tu come fà un corridore a capirci qualcosa... molte volte il limite tra lecito e illecito è molto sottile, vedi i casi recenti Petacchi e Bastianelli, i quali sono caduti nella rete dell'antidoping nonostante la loro buona fede. E anche se siamo nell'era di internet, come giustamente fai notare, purtroppo non tutti hanno voglia di usare la propria testa, soprattutto perchè servirsi della testa altrui è più comodo.

Nessuno sta dicendo che i corridori non hanno colpe, ma proporre la radiazione è troppo. I medici hanno più colpe. Perchè? perchè loro sono laureati, sono consapevolissimi di quello che fanno, mentre il corridore dice "vabbè pigliamo questo che dopo fatico di meno" il medico invece ci guadagna sopra, mette la sua cultura al servizio del male, rovina la vita degli atleti.


Scusa, ma come giustificazione per i corridori che ricorrono al doping tu dici in sostanza che sono dei pigri sempliciotti che non sanno decidere da soli e che faticano a raccapezzarsi in mezzo a centinaia di farmaci diversi e sostanze più o meno lecite che lipo ssono aiutare a "faticare meno"? Ho capito bene? Che tristezza!!!

E per contro i medici, dall'alto della loro laurea, avrebbero quindi colpe maggiori perchè lo fanno per guadagnare sulla pelle dei corridori?

Io questo discorso lo capirei se stessimo parlando, non so..., dei cavalli del palio di Siena e di veterinari senza scrupoli che li drogano per la gloria della contrada. Ma i ciclisti non sono animali, sono persone pensanti, che coscientemente decidono di ricorrere al doping o, se preferisci, coscientemente decidono di disinteressarsi delle regole per affidarsi ai famosi "santoni" che gli promettono chissà cosa.

Il medico và punito dalla giustizia ordinaria perchè mette in pericolo la salute dei suoi assistiti, ma il ciclista, anche se è un interdetto, va punito dalla giustizia sportiva e, se recidivo, è giusto radiarlo, secondo me.

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 23/11/2008 alle 01:21
Originariamente inviato da Seb





Sanzioni hard, risultati light - Parla la sociologa Raffaella Sette

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Secondo una lettura sociologica del fenomeno del doping, che prende come modello quello funzionalista di Merton, come ha proceduto Raffaella Sette nell'impostare le proprie argomentazioni, i nostri ciclisti si trovano in una condizione di tensione tra gli scopi socialmente accettati e la limitatezza dei mezzi disponibili per perseguirli.
Nell'elenco delle cinque possibili risposte per la risoluzione della tensione individuate da Merton, e riportate da Raffalla Sette, il fenomeno sportivo in questione, se voglio mantenere lo stesso approccio teorico sociologico, lo devo collocare nella risposta degli “Innovatori”.
Per Merton sono coloro che accettano i valori socialmente approvati, ma nel perseguirli ricorrono a metodi illegittimi e a titolo di esempio riporta la categoria dei criminali, in quanto orientati ad ottenere la ricchezza attraverso attività illegali.

Qualche considerazione
Trovo piacevole discutere di questioni sportive in chiave sociologica e pertanto ringrazio Raffaella Sette per essersi prestata a portare i suoi contributi sul nostro giornale web.
Ho alcune resistenze a considerare la teoria della “Tensione strutturale di Merton”, costruita per una società industrializzata e qui applicata al fenomeno del doping, in quanto la trovo, per questo problema sportivo, piuttosto debole.
Spiega il fenomeno solo parzialmente. Serve a giustificare (e Merton in quanto funzionalista giustifica) soltanto il comportamento di un gruppo di individui coinvolti nel fenomeno del doping, cioé i ciclisti. Non é in grado di toccare, in una visione più sistemica, il fenomeno del doping.
Ne sono escluse altre categorie sociali, quelle con soggetti già altolocati e arrivati, che risultano, noi sappiamo, anch'essi responsabili del fenomeno doping. E se si volessero far rientrare anch'essi nella teoria della tensione strutturale, questa apparirebbe uno strumento inadeguato: il presupposto di partenza, ossia la spinta al raggiungimento del “successo materiale” per la categoria dei “già arrivati”, in quanto già conosciuto e possibile di mantenimento attraverso altre attività economiche, non sussisterebbe.
Proviamo a far riferimento anche ad altre teorie sociologiche per capire il fenomeno del doping
Ora vado a nanna

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 08:19
Il medico diventa medico perchè ha il desiderio di curare il malato.
Quando presta la propria capacità per modificare i valori naturali di un atleta allo scopo di raggiungere risultati migliori, esce dalla categoria del medico e diventa un ricercatore. Se praticando questa attività va alla ricerca di facili guadagni, non rispetta la legge e mette in pericolo la salute dell'atleta, secondo me perde il diritto di tornare a curare.
Vengono mandati in galera quei medici che truffano lo Stato eseguendo operazioni allo scopo di defraudare i conti della sanità e arricchirsi, che cosa dovrebbero fare a quelli che vendono medicinali sottobanco agli atleti?
Santuccione continua a seguire gli atleti?
Qualcuno collabora con lui, gli offre la strumentazione, gli vende i medicinali.... Stanno collaborando con un truffatore, perchè? Perchè sanno che non saranno mai perseguitati dalla legge, a pagare sarà quello che vuole vincere e guarda caso è quello che ci mette i soldi. Perchè i soldi sono del ciclista, non sono di Santuccione o del farmacista o di pincopallino.
Il medico dalla sua ha la capacità di ottenere ottimi risultati grazie alla sua formazione. Più lavora sulla ricerca e maggiori saranno le sue conoscenze, oltre al fatto che userà la propria capacità per il più forte come per il più debole, essendo pagato dall'atleta e non dalla squadra.

E' il ciclista che fa la prima mossa, certo, come lo studente che vuole capire se è più adatta per lui la Scuola Agraria o il Liceo Scientifico, o una donna che non si decide tra due uomini, un atleta vorrà capire cosa c'è di diverso tra il medico sociale ed il preparatore. Poi quando l'ha capito quasi sempre va oltre.

Ma l'atleta è conscio del fatto che se viene beccato paga per tutti, invece anche il medico mentre lavora deve sapere che se l'atleta verrà beccato anche lui pagherà e dovrà rinunciare ai suoi clienti, quindi il suo atteggiamento sarà diverso. Deve esserlo.

 

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  postato il 23/11/2008 alle 11:37
Originariamente inviato da miky70
un atleta vorrà capire cosa c'è di diverso tra il medico sociale ed il preparatore. Poi quando l'ha capito quasi sempre va oltre.


faccio francamente fatica a capire queste tue affermazioni.
Un atleta che va da Santuccione o da Ferrari sa benissimo perchè ci va e cosa può offrirgli quel medico lì.
E' difficile credere che un corridore in buona fede possa rivolgersi a questi personaggi

Ma l'atleta è conscio del fatto che se viene beccato paga per tutti, invece anche il medico mentre lavora deve sapere che se l'atleta verrà beccato anche lui pagherà e dovrà rinunciare ai suoi clienti, quindi il suo atteggiamento sarà diverso. Deve esserlo.


beh, un medico più che squalificarlo a vita non puoi fare: ma la squalifica verso di loro non serve a niente.
Nella peggiore delle ipotesi se ne vanno in Svizzera e continuano a lavorare lì.
Dovrebbe intervenire la giustizia ordinaria per avere qualche effetto, ma di fronte alla giustizia ordinaria occorre portare prove ben più pesanti di quelle necessarie alla giustizia sportiva, senza contare che se un atleta accusa un medico automaticamente accusa anche sè stesso e rischia una condanna penale: e se vanno all'estero neanche la giustizia ordinaria può fare niente.

 

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  postato il 23/11/2008 alle 12:58




L'individuo e il Sistema - Discussione col prof. Di Francesco

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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  postato il 23/11/2008 alle 13:06
Originariamente inviato da annasci

Trovo piacevole discutere di questioni sportive in chiave sociologica


Credo che l'intervista appena pubblicata ti possa offrire una marea di altri spunti

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 16:25
Originariamente inviato da antonello64

a radiazione per i medici? c'è già, ma nella pratica non serve quasi a niente: stando a quel si dice, i vari Ferrari e/o Santuccione continuano a lavorare tranquillamente benchè risultino radiati da un pezzo, ed i corridori continuano a chiedere il loro aiuto, quindi....

Ferrari non è radiato

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 18:19
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da miky70
un atleta vorrà capire cosa c'è di diverso tra il medico sociale ed il preparatore. Poi quando l'ha capito quasi sempre va oltre.


faccio francamente fatica a capire queste tue affermazioni.
Un atleta che va da Santuccione o da Ferrari sa benissimo perchè ci va e cosa può offrirgli quel medico lì.
E' difficile credere che un corridore in buona fede possa rivolgersi a questi personaggi

Ci sono quelli svezzati e quelli ingenui che pensano di poter chiedere solo tabelle di allenamento e diete personalizzate.
Non penso che tutti al primo impatto vadano a chiedere cure al limite della legalità e oltre. Quel momento secondo me arriva dopo.
Oppure vieni indirizzato dal manager o dal procuratore che ha già preso contatti e stabilito il programma e a te spetta solo eseguire e pagare.

Ma l'atleta è conscio del fatto che se viene beccato paga per tutti, invece anche il medico mentre lavora deve sapere che se l'atleta verrà beccato anche lui pagherà e dovrà rinunciare ai suoi clienti, quindi il suo atteggiamento sarà diverso. Deve esserlo.


beh, un medico più che squalificarlo a vita non puoi fare: ma la squalifica verso di loro non serve a niente.
Nella peggiore delle ipotesi se ne vanno in Svizzera e continuano a lavorare lì.
Dovrebbe intervenire la giustizia ordinaria per avere qualche effetto, ma di fronte alla giustizia ordinaria occorre portare prove ben più pesanti di quelle necessarie alla giustizia sportiva, senza contare che se un atleta accusa un medico automaticamente accusa anche sè stesso e rischia una condanna penale: e se vanno all'estero neanche la giustizia ordinaria può fare niente.

Secondo me il medico deve pagare quanto il ciclista, insieme al manager e al medico sociale. Il metodo si trova quando c'è la volontà di farlo. Bisogna stargli con il fiato sul collo, fargli capire che sarà spiato e controllato a vita, perchè si è comportato in modo illegale.
Può scappare dove gli pare, prima o poi la dovrà pagare con gli interessi.

Cecchini dice che non dopa i ciclisti e tutti gli credono, allora anche un ciclista può dire: Sono stato incastrato, io vado da Cecchini e lui rispetta le regole, quindi io sono onesto e qualcuno vuole fregarmi, non merito di essere punito.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 18:55
Oh! Finalmente un'inchiesta seria sul doping!
Cicloweb ed il nostro conducador si dimostrano ancora i migliori.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 23/11/2008 alle 19:45
Sì, benemerito Cicloweb che allarga il discorso sul doping ( un filosofo della scienza no? Non si potrebbe intervistare?) ma è come il tentativo di svuotare il mare con il cucchiaino, anche nel piccolo mondo del forum di cicloweb dove il verso senso del discorso si potrà riprendere quando ( e se, purtroppo) finalmente accadrà una cosa.
A parte il piccolo ( rispetto al vasto mondo esterno) mondo del forum, è un tentativo donchisciottesco quello di cicloweb , perché l’idea che qualcosa non si possa risolvere a calci nel c.., a tolleranza zero, a mielosi discorsi morali, cioè l’idea che le cose sono complicate, non è (più) di questo mondo.
Non sono d’accordo con Miky70: quando si va da certi preparatori si sa benissimo cosa si va a fare, ma quello che mi interessa di più è la percezione che di quello che fa abbia l’atleta.
Heidegger parla di esistenza anonima ( quella del “ si dice” “ si fa” “ si pensa”), parla di deiezione e di essere gettati nel mondo.
Mi sembra una situazione comune, riportandola allo sport professionistico io non credo che nell’atleta ci possa "davvero "essere la percezione di se stesso come colui che “imbroglia”, viola le regole deontologiche dello sport , dico “ davvero essere”, cioè ci possa essere qualcosa di diverso da un tributo retorico e opportunista a queste cose.
Il mondo in cui vive ( lo sport professionistico) e in cui è, in un certo senso, gettato, è quello del “ ci si dopa” nei modi in cui ci SI deve dopare e nascondere e negare e accettare l’anarchia del potere.
Scavare con il pensiero e la riflessione nel muro del "si fa", è impresa improba per tutti, figuriamoci per un atleta professionista.

Mi fa piacere notare, leggendo l’ultima puntata dell’inchiesta di cicloweb con l'intervista al prof. Di Francesco, che, quando qualcuno, anche non espertissimo del problema, si mette a pensare, conviene che l’idea che il doping crea dal nulla il campione ( come l’idea della punizione definitiva) , è la migliore pubblicità del doping stesso e che tutti quelli che passano il tempo a esaltare e descrivere le magnifiche sorti e progressive degli effetti miracolosi del doping ( con l’unica misteriosa incognita dell’effetto individuale, incognita immediatamente risolta da chiunque visto che TUTTI notano un miglioramento della propria prestazione) pubblicizzano il doping. Lo aveva già detto il PM Spinosa che ha indagato su Ferrari e la scuola di Ferrara.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 20:10
Ci sono studi che comprovino che l'inasprimento delle pene sia una risposta adeguata al diffondersi di un determinato crimine?
«L'inasprimento delle pene non limita mai il diffondersi del crimine. Se così fosse, negli stati dove ad esempio c'è la pena di morte, dovrebbero diminuire i crimini sanzionati con detta pena. È noto che non è così. In determinati ambiti, inoltre, come ad esempio quello dell'addiction, cioè dell'assunzione delle sostanze d'abuso, più si inaspriscono le pene, più aumenta il consumo di sostanze stupefacenti, perché, nell'ottica dello sballo, più il prodotto è vietato, più mi libera da una situazione stressante di repressione e di vita standardizzata, più mi fa felice. Allo stesso modo, più un prodotto è proibito, più lo sportivo tenderà a considerarlo utile e buono, e più sarà tentato di usarlo. Ancora una volta, siamo alle prese con meccanismi della società che si riverberano in tutti i gruppi umani: nessuno di noi ama soffrire per niente, se alle undici di sera ci viene un mal di testa non andiamo a dormire, ma prendiamo una pasticca per poter uscire con gli amici».

(fonte cicloweb.it)
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Parole su cui riflettere, e proprio il meccanismo umano che spinge al doping, la voglia di fare meno fatica, la scarsa volontà di sopportare la fatica. Purtroppo l'uomo è debole per sua natura, e quindi l'inasprimento delle pene in questo caso non può fare nulla, se non esasperare la situazione. O si cominciano a diffondere i principi secondo i quali lo sport è fatica da affrontare solo con le proprie energie, senza vitamine integratori pasticche e robaccia varia che vendono in farmacia a TUTTI (e che non usano solo i campioni, quelli che sono due gradini sopra gli altri, ma anche gli atleti mediocri (il "mediocri" ovviamente non include tutti quelli che fanno sport esclusivamente con le proprie forze)), o altrimenti il problema doping ce lo teniamo per sempre, e non c'è radiazione che tenga.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 20:37
Originariamente inviato da miky70
Ci sono quelli svezzati e quelli ingenui che pensano di poter chiedere solo tabelle di allenamento e diete personalizzate.
Non penso che tutti al primo impatto vadano a chiedere cure al limite della legalità e oltre. Quel momento secondo me arriva dopo.


come se io per comprare un televisore mi rivolgessi a qualcuno che ha fama di vendere roba rubata a bassi prezzi, e poi magari portassi avanti la tesi dell'acquisto in buona fede.
Non è credibile.
Chi va dai famosi santoni sa bene chi sono, cosa fanno, cosa hanno fatto, cosa possono dargli e cosa non possono dargli.
Altro che ingenuità!
D'altra parte se questi famosi santoni fossero così bravi da ottenere risultati anche con metodi leciti, perchè dovrebbero ricorrere all'illecito? non avrebbe senso.

Oppure vieni indirizzato dal manager o dal procuratore che ha già preso contatti e stabilito il programma e a te spetta solo eseguire e pagare.


anche qui mi riesce difficile credere ad un procuratore che si muove senza l'input del suo assistito.
Al massimo potrà dare qualche velato consiglio, ma difficilmente andare oltre


Cecchini dice che non dopa i ciclisti e tutti gli credono, allora anche un ciclista può dire: Sono stato incastrato, io vado da Cecchini e lui rispetta le regole, quindi io sono onesto e qualcuno vuole fregarmi, non merito di essere punito.


su Cecchini finora non ci sono prove e quindi chi va da lui non rischia la squalifica e ha buon gioco nel proclamare la propria correttezza.
Però ci sono voci non certo lusinghiere, voci di cui tutti sono a conoscenza, e quindi di fronte ad eventuali problemi sarebbe arduo sostenere la propria buona fede.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/11/2008 alle 20:52
Originariamente inviato da babeuf
la voglia di fare meno fatica, la scarsa volontà di sopportare la fatica.


non è questione di fatica, perchè chi va in bici di fatica ne farà sempre tantissima, doping o non doping.
I motivi che portano a cercare scorciatoie, a mio avviso sono essenzialmente:
a) la volontà di primeggiare sugli altri (e posso dirlo con cognizione di causa, seppur indiretta)
b) il motivo economico, per cui il guadagno è direttamente proporzionale al risultato
c) la voglia di rimanere per forza in un determinato mondo quando invece non se ne hanno le capacità per farlo.

Di fronte a prospettive del genere anche la radiazione può fare ben poco.
L'unico modo per limitare il problema, secondo me, sarebbe quello di potenziare il sistema antidoping, per cui se fino ad oggi c'era solo un 10% di probabilità di venire beccati, domani questa percentuale salirà al 20% e dopodomani al 30%.
L'atleta dovrà convincersi che le possibilità di farla franca sono molto poche: solo così il problema potrà avviarsi alla soluzione.

 

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  postato il 25/11/2008 alle 05:48




La parola ai protagonisti - Moletta ci racconta la sua storia

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  postato il 25/11/2008 alle 14:43
A me l'intervista al "povero" Molletta ha fatto venire certi conati. La radiazione per i ciclisti? Sì, ma solo dopo aver giustiziato, dopo tortura adeguata (va detto però che io sono contro la pena di morte) i magistrati che sbagliano. Va detto che il popolo italiano vinse un referendum al riguardo, ma i condannati da allora ad oggi, fatta la somma con opportuna calcolatrice risutano uguali a ... zero

P.S.

Una persona che si dopa (secondo me sbagliando, perché non fumo, non bevo, non farei mai sesso non sicuro etc.) opera sul proprio corpo, mentre medici, magistrati, giudici etc. commettono errori sulla pelle degli altri e la differenza non mi sembra di poco conto.

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

Non riesco a comprendere perché Morris non sia assunto da nessuna rete telvisiva come opinionista

 
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  postato il 25/11/2008 alle 19:29
Il Ciclismo è uno dei pochi sport che negli anni si è involuto..ha vissuto momenti epici che mai ritorneranno...il suo male maggiore non è il doping ma bensì il fatto che non è più amato neppure da chi lo segue...
...le pene non vanno inasprite ma bensì mitigate....MERCKX nel 69 fu trovato positivo ad un derivato amfetamico(in quel Giro il 98% del gruppo usava quello),la squadra ed i meccanici non furono licenziati e dopo qualche mese di squalifica vinse il Tour con 18 minuti di vantaggio sul secondo...nessuna ombra...nessun scandalo..nessuna ipocrisia.
La parola sport significa gioco e il gioco trascende la comune etica : Maradona non fu multato o squalificato per aver fatto un gol di mano ed altrettanto Coppi per aver fatto uso delle famose ‘bombe’.
Molti anche fra i ciclisti ragionano più da magistrati che da sportivi..

 
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  postato il 26/11/2008 alle 08:08
Originariamente inviato da pippo6161

Il Ciclismo è uno dei pochi sport che negli anni si è involuto..ha vissuto momenti epici che mai ritorneranno...il suo male maggiore non è il doping ma bensì il fatto che non è più amato neppure da chi lo segue...
...le pene non vanno inasprite ma bensì mitigate....MERCKX nel 69 fu trovato positivo ad un derivato amfetamico(in quel Giro il 98% del gruppo usava quello),la squadra ed i meccanici non furono licenziati e dopo qualche mese di squalifica vinse il Tour con 18 minuti di vantaggio sul secondo...nessuna ombra...nessun scandalo..nessuna ipocrisia.
La parola sport significa gioco e il gioco trascende la comune etica : Maradona non fu multato o squalificato per aver fatto un gol di mano ed altrettanto Coppi per aver fatto uso delle famose ‘bombe’.
Molti anche fra i ciclisti ragionano più da magistrati che da sportivi..


Vedo che scrivi poco, ma quando lo fai, secondo me, colpisci nel segno.
Ciao, sperando di rileggerti più spesso

 

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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente. Dopo 12 anni di carriera io so quello che devo fare e non voglio che una mia vittoria venga messa in dubbio dalla fantasia delle analisi".

(Jacques Anquetil, 4 maggio 1966, intervista a L'Équipe)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/11/2008 alle 09:26
Leggendo Moletta me so' venuti i brividi.

1) Per quanto riguarda l'archiviazione l'ho letto solo qui, non un'agenzia di stampa, non un articoletto da nessuna parte.
A voi giornalisti o pseudo tali che leggete cicloweb. Il vostro mestiere non consiste solo nell'attingere le notizie a scrocco e riportarle poi magari sul giornale, ma consiste anche nel riportate alla ribalta quando una situazione negativa che si era venuta a creare, gettando cacca sul ciclismo, si evolve in maniera positiva e quindi cercando di pulirla la cacca, sempra a vantaggio del ciclismo.
2) Che Moletta, solo per un'inchiesta debba venire "retrocesso" a squadre di livello inferiore (prendo per buone le sue parole ovviamente) lo trovo uno scandalo, perchè vuol dire che i giornalisti di cui sopra, e tutto il sistema mediatico che piano piano distrugge il ciclismo, coglie nel segno e produce effetti nefasti.
3) Che l'associazione ciclisti sia ormai un qualcosa di inutile se non proprio dannosa, lo si evince sempre dalle parole di Moletta, al che viene il dubbio: a che serve? a chi serve?

Detto ciò, io sono sempre convinto che il pesce puzza dalla testa, radiare il ciclista è come nascondete la polvere sotto al tappeto o per dirla alla Tomas Milian, mi sia concesso il francesismo "quando cachi sulla neve e poi la ricopri, quando la neve se scioje la merda riesce fori".

Spero che Moletta e chi ingiustamente paga colpe che non ha, trovino adeguata sistemazione in squadre che sappiano valorizzarli.

(Scusate per i vari francesismi ma certe cose me mandano ai matti, se ritenete opportuno editate a piacimento ovviamente).

 

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  postato il 26/11/2008 alle 21:47




Mission: Impossible - Colloquio con Colombo (ACCPI)

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Quinta puntata della nostra inchiesta: è la volta di sentire Amedeo Colombo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 06:50
Marco perchè dici "Mission Impossible"?
Perchè non gli credi?

Sono sorpresa del fatto che si sia svegliato una mattina è ha scelto di proporre la radiazione! Forse è per provocare i ciclisti? Ma a quanto pare ai ciclisti non gli fa effetto niente.

Sarà vero che Moletta non sapeva a chi rivolgersi? Se lo avesse saputo, avrebbe chiesto aiuto o sarebbe stato zitto sperando di ottenere così un contratto migliore?

 

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  postato il 27/11/2008 alle 07:29
Ottima intervista e molte delle cose dette da Colombo le condivido soprattutto l'ultima frase sul potere contrattuale.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 09:20
Da sindacalista do ragione a colombo su diversi aspetti, e credo a quello che dice perchè ste cose succedono anche nella mia azienda ad esempio.

1) La paura di contattare il sindacato: è reale, si ha sempre troppa paura di ritorsioni, soprattutto chi ha un contratto da precario si comporta così. E i cilisti sono molto precari. Deve cambiare la cultura, devono esserci dei pionieri in questo senso, che fanno poi giurisprudenza (mi viene in mente Bosman nel calcio)
2) Alle assemblee si partecipa in pochi: questo dipende anche dalla distanza, dal fatto che non si sta tutti nello stesso posto e si può fare massa. Esempio FIAT, stanno in migliaia nello stesso posto di lavoro, è sufficiente il passaparola anche improvviso per bloccare tutto. Oppure guardate il caso Alitalia, tutti nello stesso posto, assemblea improvvisata e piena di lavoratori. Cosa impensabile nel ciclismo quando tizio abita a aosta e caio è a brindisi. Anche qui, questione di cultura. Si deve far capire ai ciclisti che le assemblee sono la primaria forma diretta di partecipazione.
Si vince solo uniti.
3) Sul fatto della radiazione: hanno ragione i sociologi. Partendo da Beccaria. Dei delitti e delle pene. E' la certezza della pena il massimo deterrente, non la dimensione della pena.
Nemmeno la pena di morte è un deterrente, e questo è dimostrato dai numeri, oltre che dai sociologi.
Da qui il fatto che la radiazione non è un deterrente.
4) Pensiero personale. Il prossimo presidente dovrà essere scevro da condizionamenti (per dirla alla Lotito :-) ) e soprattutto totalmente inattacabile per il suo passato e i suoi legami con l'UCI.

 

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  postato il 27/11/2008 alle 09:35
Originariamente inviato da miky70

Marco perchè dici "Mission Impossible"?
Perchè non gli credi?


Credo si riferisca a questo passo:

[...]
Ma quante volte li ho invitati alle riunioni e non si sono mai presentati? L'ultima volta si sono presentati in 3, come si fa ad imbastire un discorso costruttivo in queste condizioni?».
Ma non dovrebbe essere proprio impegno dell'Associazione quello di provare a coinvolgere maggiormente gli affiliati?
«Spero che il mio successore riesca in quest'impresa».
[...]

 

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  postato il 27/11/2008 alle 11:09
Originariamente inviato da rizz23

Originariamente inviato da miky70

Marco perchè dici "Mission Impossible"?
Perchè non gli credi?


Credo si riferisca a questo passo:

[...]
Ma quante volte li ho invitati alle riunioni e non si sono mai presentati? L'ultima volta si sono presentati in 3, come si fa ad imbastire un discorso costruttivo in queste condizioni?».
Ma non dovrebbe essere proprio impegno dell'Associazione quello di provare a coinvolgere maggiormente gli affiliati?
«Spero che il mio successore riesca in quest'impresa».
[...]


Esatto Rizz

 

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  postato il 27/11/2008 alle 11:39
Per essere più precisi, il titolo si riferisce alla foto, che rimanda alla solidarietà tra ciclisti, anche se acerrimi rivali.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/11/2008 alle 14:46
Dopo tanti anni di sindacato, ha capito grossolanamente quali sono i problemi, ma non ha mai pensato di andare al Giro, dove li poteva incontrare tutti e organizzare un incontro di 5 minuti, magari alla partenza?
Immagino che qualsiasi altro momento sarebbe stato quello sbagliato, tra cene, massaggi, ecc. ecc.
Ma lì, tutti schierati, poteva parlare insieme ad altri collaboratori e nessun ciclista sarebbe stato in difficoltà, perchè in fondo non si erano proposti, non avevano accettato inviti, non avevano chiamato.

Basterebbe provarci. Cosa ne dici Marco?

 

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