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Pantani
laperla - 14/02/2005 alle 12:18

Un anno dalla morte di Marco Pantani, ma il ricordo fresco come una rosa...Ad un uomo che ha fatto sognare noi tifosi ma anche tutto il mondo. Al uomo più GRANDE che col nostro piccolo, terremo il suo ricordo vivo x SEMPRE!!! [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image3.jpg[/img] [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image11.jpg[/img] [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image6.jpg[/img] [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image10.jpg[/img] [img]http://sport.virgilio.it/it/gallery/images/20050214/pantani6.jpg[/img] [img]http://sport.virgilio.it/it/images/features/20057/20480pantani_home.jpg[/img] [img]http://www.corriere.it/speciali/gallerie/2004/febbraio/funerali_pantani/galleria/jpg/image14.jpg[/img] [img]http://www.corriere.it/speciali/gallerie/2004/febbraio/funerali_pantani/galleria/jpg/image9.jpg[/img] Oggi in sua memeoria i ciclisti della nostra società durante gli allenamenti porteranno la famosa bandana del "PIRATA"! Ciao MARCO!


superalvi - 14/02/2005 alle 12:26

Il Pirata s'è ne andato e con lui tante delle emozioni che ci sapeva dare nelle tappe di montagna,nelle alpi francesi o fra i picchi dolomitici, ricordiamolo pensando alle sue grandi imprese e lasciando da parte almeno per oggi teorie sui complotti, il suo periodo nero e la questione doping.


france85 - 14/02/2005 alle 12:45

Faccio anch'io in silenzio un omaggio al Pirata Pantani, in queste situazioni non si sa mai cosa dire che non sia già stato detto e quindi preferisco meditare in silenzio pensando ai suoi trionfi.


giampalax - 14/02/2005 alle 12:54

OGGI MORIVA IL CAMPIONE, MARCO X ME SEI STATO MA SOPRATTUTTO SEI...UN CAMPIONE, LE TUE IMPRESE RESTERANNO INDELEBBILI NELLA MIA MEMORIA..HAI SCRITTO LA STORIA DEL CICLISMO MA X SFORTUNA TUA E NOSTRA HAI PAGATO CON LA VITA I GIOCHI CHE SI SONO FATTI SULLA TUA PERSONA. Non t dimenticherò mai....PIRATA


Umbi - 14/02/2005 alle 12:59

Gia', almeno oggi abbandoniamoci semplicemente ad un ricordo forte e ad una preghiera per lui e chi gli ha voluto e gli vuole bene. A tutti noi che amiamo il ciclismo e' rimasto nel cuore e vi rimarra' per sempre per com'era: un campione con le ali maestose ma fragili. Ciao Marco, riposa in pace. Amen.


nocentini - 14/02/2005 alle 15:13

Dopo un anno dalla sua scomparsa MARCO l'ho voglio ricordare cosi... [img]attack agai, with'96 Giro[/img] [img]11[/img] [img]Pantani battled with Armsrtong throughout the 2000 tour de france COURCHEVEL2000[/img] L'anno scorso quando ho saputo la notizia che Marco era morto ci ero rimasto malissimo. Proprio lui che mi aveva avvicinato a questo magnifico sport fatto di fatica,sofferenza,gioia e delusioni mi ha lasciato un vuoto insuperabile. Per me sei stato più di un'idolo giovanile, mi hai regalato emozioni che non avevo mai provato nella vita. Grazie Marco per sempre ti rispetterò.


Guglielmo Tell - 14/02/2005 alle 21:01

omaggio a Marco Pantani


cyclingchecco - 14/02/2005 alle 23:00

... Stavo per andare a letto, la mattina dopo avevo una gara di ciclocross. Distrattamente capii che era successo qualcosa ma ero a mezza notizia... "Purtroppo il ciclismo e lo sport in genere hanno perso un grande campione..." Subito appizzai le orecchie: "Marco Pantani è stato trovato morto". Rimasi sconvolto, senza capire veramente quel che era successo.. Riuscii a spegnere la tv attorno alle 2:30 (la mattina dopo dovevo gareggiare). Le voci si rincorrevano, i commenti... le lacrime di Cassani, il forte dispiacere di Guidolin e di tutti quelli che lo avevano conosciuto. E in quei momenti io.... ero lì, fissavo il tutto come fossi un'automa, ma non capivo o non volevo. Il giorno dopo non riuscii a concentrarmi per la gara (e dire che mi bastava partire per avere la certezza di aver vinto il torneo....) La mente era altrove. Tornai a casa con la coppa, con il prosciutto... ma senza Marco. Poi le immagini, nel pomeriggio, di quando caricarono il corpo del Pirata dentro quel furgone, coperto da quel telo bianco. Lo guardavo e dicevo "E' orribile!" Solo questo riuscivo a dire. E poi l'emozione fu tanta. Ero a Pesaro per delle gare di campionato nazionale. Saltai la gara più importante per prendere la macchina e fiondarmi a Cesenatico: c'era il primo Memorial e fu l'occasione buona. Vidi la partenza e poi via, a rendergli omaggio. Fiori dappertutto. Gente raccolta in preghiera attorno a quella tomba... e lungo i viali tutto conduce a quella tomba, perché è tanta la gente che ha voluto fare come me... Ed io lì con un mazzo di fiori, rosa e gialli, vestito da ciclista. "Ora sono qui, Marco" - pensai - "non sei stato uno qualunque, nemmeno riesco a immaginarti dietro questa lapide, perché tu non sei qui, ma sei ancora in ognuno di noi... Mi hai dato la spinta per andare verso la vita dei grandi, per prendermi le mie responsabilità, perché anche essere cicloamatore comporta responsabilità. Lo sport è metafora della vita, il ciclismo è stato per me l'oggetto di questa metafora, tu sei stato l'esempio. Grazie Marco"! C'erano altre gare in programma, la vacanza non era finita, ma allontanandomi dal cimitero mi accorsi che se fossi tornato a Roma sarei stato contento uguale... Mi accorsi che le gare di campionato nazionale erano la scusa, ma che il vero motivo per cui ero venuto fin lassù era rendere omaggio al grande campione.


canguro - 15/02/2005 alle 13:58

Ragazzi andate a vedrvi questo articolo, ne vale veramente la pena http://www.comedonchisciotte.luogocomune.net/modules.php?name=News&file=article&sid=585


Pirata x sempre - 15/02/2005 alle 14:09

ottimo artcolo..ricco di verita' e di illuminanti riflessioni...al riguardo riporterei anche questo splendido ed amaro"racconto verita'"e ripeto ancora,RACCONTO-VERITA'....su un certo marco: http://www.ilciclismo.it/dev/index.php?app=ilciclismo&ilciclismoID=edf0ae3e 00f68de0309aef7e285f290b&mod=pages_news_details&page_id=5346&chapter_id=2& ilciclismoID=edf0ae3e00f68de0309aef7e285f290b leggetelo attentamente,rifletteteci un attimo e poi vedrete che sara'inutile porsi ulteriori domande....:mad::(

 

[Modificato il 26/02/2007 alle 16:04 by Monsieur 40%]


canguro - 15/02/2005 alle 15:37

Bello. Complimenti


aranciata_bottecchia - 15/02/2005 alle 19:10

Ciao Canguro, io sinceramente penso che questo "John Kleeves" che ha scritto gli articoli da te linkati sia uno che si é montato la testa. É vuoto, é patetico, banale, il suo prossimo passo sará scrivere che il complotto contro Pantani é stato ordito dai marziani e che Lèns é uno di loro. Va bene tutto, io stesso dico il peggio del dicibile sul conto del texano, ma scrivere certe argomentazioni significa far cadere il tutto nella dimensione della burla, significa far perdere credibilitá ai sospetti che aleggiano sulla vicenda del Pirata, si sconfina nel luogo comune, o nell’iperbole fantastica. Mi disgusta, davvero, oltretutto si tratta di una persona che non conosce bene il ciclismo e anche come anti-americano fa ridere i polli, é una macchietta, secondo me é pagato da Bush per mettere in ridicolo i suoi detrattori (ovvio, scherzo, ma questo é un fesso), mi sembra un emulo di Capodacqua, ma in "acido". Se volete ne riparliamo scendendo nei dettagli, ma credo che simili sciocchezze meriterebbero il silenzio. Ps non nascondo che avrei voluto fare uno scherzetto a Ciclgian, copiando sul forum l’articolo e spacciandolo come un mio elaborato, mizzeca come mi sarebbe piaciuto vedere la reazione di Ciclgian! Ma nemmeno io arrivo a tanto.


canguro - 16/02/2005 alle 11:46

Ciao Aranciata John Kleeves (non so se sia uno pseudonimo) è un giornalista e scrittore autore di numerosi libri di politica e controinformazione, ovviamente non è un esperto di ciclismo difatti la sua "ipotesi" è politica. In ogni caso io ho linkato l'articolo proprio perchè propone delle "ipotesi" su troppe cose che non quadrano, e per come stanno andando le cose del mondo penso che pochi "polli" abbiano da ridere.


aranciata_bottecchia - 16/02/2005 alle 15:01

Ciao Canguro Premetto che hai fatto benissimo a linkare l’articolo, le informazioni devono circolare, va da sé che alcune saranno accettate ed altre respinte. Ci sono numerosi passaggi dell’articolo di Kleeves che mi nauseano, e vado ad elencarteli: «ma ciò che è davvero importante è il fatto che egli rivelava che nel midollo osseo di Pantani non c'erano tracce di un uso né massiccio né protratto di sostanze dopanti : in breve Pantani non era mai stato un atleta " dopato ". E allora come mai il 5 giugno 1999 era stato trovato positivo a un controllo antidoping ?» Ma che sciocchezza é? Sappiamo tutti che non c’é contraddizione tra il midollo pulito del Pirata e i fatti del 5 giugno, perché non si trattó affatto di positivitá ai controlli anti-doping ma di sospensione cautelativa per eccesse del tasso d’ematocrito. « Il medesimo dottor Vittorio Bianchi solo qualche mese dopo è incorso in un infortunio professionale clamoroso : è stato messo pubblicamente alla gogna dal programma della TV di regime Canale Cinque " Striscia la notizia ", che lo aveva filmato di nascosto mentre apparentemente prescriveva farmaci dopanti proibiti a un atleta. » E allora? Colpevolizziamo pure chi ha messo la pulce nell’orecchio degli autori di striscia la notizia, rimane il fatto che il dottore in questione ha prescritto sostanze anabolizzanti con la complicitá di un farmacista disponibile, é un fatto meno grave solo perché qualcuno ha fatto la spia? Non sarebbe meglio dire che un personaggio del genere avrebbe fatto bene a tacere attorno al caso Pantani, perché il Pirata di simili difensori non ha bisogno? « complotto scaturito da interessi finanziari connessi a contratti con Assicurazioni ....... Orbene, sono tutte ipotesi chiaramente incongrue » É fantastico, il fatto che le magistrature si sono accanite contro Pantani significa che le altre ipotesi vanno in vacca (responsabilitá della rcs eventi, della federazione con i suoi sponsor). E bada bene, le altre ipotesi perché sarebbero incongrue? Ma via, solo per sostenere l’ipotesi imperialista? Se accettassi l’ipotesi politica del Kleeves dovrei allora accettare che le indagini di Guariniello sono orchestrate dai "comunisti" tanto cari a Emilio Fido. Caro Canguro, quando gli avvoltoi fiutano la preda non significa necessariamente che quella preda é stata uccisa dagli avvoltoi. «Pantani è stato boicottato da strutture governative statunitensi per fare largo a Lance Armstrong, quel Lance Armstrong che " sa vincere anche nel nome del suo Paese » Ma dai, io credevo che Pantani fosse stato boicottato dalla ASO per interessi commerciali, legati all’appetibilitá di un prodotto dove a suonarsele sono uno yankee e un crucco. «Non c'è che una spiegazione possibile. Fosse stata anche una ipotesi balorda, qualcuno l'avrebbe pur sempre ripresa : è proprio perché l'ipotesi è giusta che non viene nominata da quelle entità. Perché è giusta, ma è anche paurosa. Essa implica la presenza di un Potere straniero superiore che su richiesta il miserabile Potere locale che c'è in Italia soddisfa in silenzio, anche se si tratta di richieste infami, che non riguardano la politica o l'economia ma un settore così innocuo e anche così personale come lo sport » A parte il delirio di onnipotenza (giudica giusta la propria ipotesi perché gli altri non ne parlano!), che hanno gli americani, la sfera di cristallo per predire il futuro? Sapevano giá che Lèns avrebbe vinto sei Tour e che Pantani avrebbe costituito un ostacolo? Al limiti la Us Postal Service avrebbe potuto foraggiare successivamente gli organizzatori del Tour perché lasciassero a casa lo scalatore romagnolo, questa sí sarebbe un’ipotesi accettabile (sempre per interessi commerciali e d’immagine), ma vederla implicata nei fatti di Campiglio é per me un’ipotesi priva di fondamento. « Invece niente. Ma non un niente qualunque : un niente come quello del Cermis, di Ustica, di Argo 16 e dei non pochi altri casi, per non parlare della intera strategia della tensione straniera che ha agito per anni in Italia facendo decine e decine di vittime» A parte che é disgustoso servirsi di argomenti, che sono accuse pesanti e condivisibili contro gli USA, per cercare di rafforzare la sensazione dell’ingerenza americana nei fatti del ’99 (come dire, se hanno abbattuto l’aereo di Ustica possono anche aver taroccato le provette di Pantani e possono anche aver avvelenato il gatto dei miei vicini), trova tutta la mia ostilitá quando riconduce gli "anni di piombo" ad una semplice strategia della tensione ordita dagli americani (non la nego, ma é intellettualmente disonesta una citazione di questo tipo). «Già è un fatto inquietante che un ministero, cioè un governo, diventi uno sponsor dello sport,» In Italia il governo tiene in vita numerossissime attivitá sportive, banalmente lo sci, l’atletica leggera, la scherma e altri sport sono al 90% finanziati e tenuti in vita dalla Guardia Forestale o dalla Guardia di Finanza o dai Carabineiri o dalla Polizia (tutti enti che dipendono dal Ministero dell’interno o da quello della difesa), quindi la straordinarietá di una sponsorizzazione US Postal non la vedo affatto, ma anche in questo caso il Kleeves pare essersene dimenticato. « Poco prima, anche se non è certo se in previsione proprio di Armstrong, il suo Ministero delle Poste aveva creato un gruppo ciclistico » Come se fosse una bazzecola di poco conto la mancanza di certezze attorno ad Armstrong, é invece la chiave di volta che fa crollare tutto il castello di carte costruito da Kleeves. « lo stesso si assicurò Armstrong e gli mise a disposizione un vero squadrone, così pieno di professionisti di livello internazionale come negli USA non si era mai visto. Con questo squadrone, appunto l'US Postal, nel 1998 Armstrong vinse il Giro del Lussemburgo e il Giro d'Olanda ; non partecipò, quell'anno, al Tour de France ma è chiaro che era proprio quello l'obiettivo che gli era stato assegnato » Eccolo qui lo squadrone straboccante di professionisti di livello internazionale: Andreu, Derame, Hamilton, Hincapie, Livingston, Meinert, Vandevelde, Vaughters. Calcolando che Hamilton e Hincapie hanno cominciato a mostrare qualcosa di discreto solo nel ’98, io tutto questo squadrone non lo vedo. Poi il caro Kleeves fa passare le vittorie del Lussemburgo e dell’Olanda come corse capaci di preconizzare il futuro vincitore del Tour de France, ma sappiamo tutti che si tratta di una forzatura clamorosa. Ma il Kleeves su questa forzatura costruisce l’ipotesi del complotto contro Pantani, perché sarebbe stato un impiccio sulla strada di Lèns. Io ho costruito le accuse contro Lèns partendo dal presupposto che il corridore del "prima" e del "dopo" la cura siano eccessivamente differenti, ho costruito le mie accuse partendo dalla considerazione che nessuno avrebbe mai potuto pensare che quel pur talentuoso cacciatore di classiche (Mondiale, San Sebastian, Freccia) avrebbe un domani vinto non dico sei ma anche solo un Tour de France. Evidentemente in America, per quanto digiuni di ciclismo, hanno le idee molto piú chiare degli Europei. « ( il belga Breuking, mi disse ) » Ma chi é? Breukink é olandese, forse voleva scrivere Bruyneel. « Il fatto è che l'idea " mentale " che la gente comune ha degli USA è troppo radicalmente diversa da quella reale. » Eccolo qui il solito pseudo-intellettuale di sinistra, il paternalista letterato che va dall’operaio e gli dice "tu sei una persona comune e non puoi capire le cose che capisco io". Provo profondo disgusto per certe espressioni. PS che vuol dire "idea mentale"? «Perché dal 1999 in poi il Tour è stato disegnato in modo da favorire i campioni più forti nelle cronometro come Armstrong rispetto ai campioni più forti nelle salite come Pantani ?» Una frase del genere fa un figurone, peccato che la situazione era identica o piú pesante fino al 1995, forse che i servizi segreti di Spagna pagavano la ASO per coltivare l’immagine di un paese vincente grazie ad Indurain? Tutto ció é maccartismo alla rovescia, io lo rigetto.


superalvi - 16/02/2005 alle 15:07

condivido tutto con aranciata è che avevo troppo da scrivere contro Kleeves(rovina dell'opposizione all'america come tanti altri che alla fin fine fanno il gioco dei potenti) e ho fatto il superiore non mischiandomi in una polemica del genere tuttavia ritengo opportuno ora approvare ciò che aranciata ha scritto


ruskita - 16/02/2005 alle 15:07

Invece alla stessa tesi di Kleeves avevo già pensato anch'io, anche se mi sembrava di esagerare...ora invece sono più convinta. E' certamente vero il rapporto strettissmo tra sport e politica (oggi stesso ho sostenuto un esame di Storia del Pensiero Politico con il ciclismo del dopoguerra e la politica italiana), e poi chi era all'Alpe d'Huez l'anno scorso non può non aver notato il contrasto mai così evidente e profondo tra francesi e in europei in genere e la squadra di Lance. Non so certo dove e quale sia la verità, ma purtroppo questa non è fantascienza...


superalvi - 16/02/2005 alle 15:11

su questo sono d'accordo ma arrivare a dire che Pantani è stato fatto fuori dalla CIA è onestamente davvero troppo


Pirata x sempre - 16/02/2005 alle 15:19

concordo con te aranciata,i miei complimenti erano assolutamente piu'generali e prescindevano dal contenuto,tutt'altro che condvisibile,ma erano per un modo e soprattutto una volonta'di analizzare una situazione come quella di pantani prescindendo da dichiarazioni e situazioni riportate come ufficiali,visto che si sa che mai come in questo caso bisogna nn credere a cio'che ci e'stato detto e ripetutto(sappiamo tutti da chi..),ma formulando ipotesi,in questo caso un po'visionarie e ricorrendo a quel mondo parallelo,sotteraneo di cui parla anche il"racconto verita'"da me riportato(quello si che se letto nella giusta chiave fa capire tante cose,per nn dire tutto)ed in cui spesso si trova la verita'di come siano andate le cose,sia in marco che in tanti altri misteri dove ci si sbriga ad ufficializzare una favoletta cui far abboccare tutti quelli che vogliono farlo.....cioe'la(grande)massa purtroppo ignorante! insomma nn e'un articolo di comodo o di facciata,e di per se va apprezzato solo per questo"coraggio"(che badate bene nn e'poco)!

 

[Modificato il 16/02/2005 alle 15:25 by Pirata x sempre]


superalvi - 16/02/2005 alle 15:24

dimenticavo la gazzetta nazionale lunedì ha dedicato mezza pagina al ricordo di marco: questo conferma una mia personalissima teoria: è servito quando era un campione da elogiare è servito quando era un campione dopato da screditare ora che non c'è più e non serve più a nulla quasi non si ricorda nemmeno


Pirata x sempre - 16/02/2005 alle 15:26

aggiungerei anche che quella mezza pagina e'stata scritta da un certo immacolato accannato....ops scusate candido cannavo'....;) ma la diginta',la coscienza,la faccia!?!?!?!?!? che tristezza...:mad::mad::mad:


cyclingchecco - 16/02/2005 alle 15:49

[quote][i]Originariamente inviato da superalvi [/i] dimenticavo la gazzetta nazionale lunedì ha dedicato mezza pagina al ricordo di marco: questo conferma una mia personalissima teoria: è servito quando era un campione da elogiare è servito quando era un campione dopato da screditare ora che non c'è più e non serve più a nulla quasi non si ricorda nemmeno [/quote] Si sa che i giornali scrivono solo di calcio, di motori e roba varia. Che vuoi che sia... In parte la famiglia stessa ha chiesto che non se ne parlasse troppo, che lo lasciassero in pace. Noi appassionati non lo dimenticheremo mai, i non addetti ai lavori... facciano pure le loro scelte, ma nessuno ci impedirà mai di ricordarlo.


Pirata x sempre - 16/02/2005 alle 15:54

ma nn dimentichiamoci che la famiglia ripete dal primo giorno della tragedia che e'meglio parlarne poco se lo si deve ricordare e discutere in modo cosi ipocrita...tanto che si aggiunge sempre dopo questa frase"vogliamo la verita'"....insomma e'un amara considerazione nn il chiedere di certo un favore a chi l'ha massacrato!!!

 

[Modificato il 16/02/2005 alle 16:21 by Pirata x sempre]


aranciata_bottecchia - 16/02/2005 alle 16:18

Per Ruskita: innanzitutto colgo l’occasione per scrivere il mio benvenuta. Vorrei farti notare che io non nego assolutamente il legame tra sport e politica (la dinastia Agnelli, il Silvio, il Carraro, il Montezumalo, la fabbrica di dopati targati est ed ovest indifferentemente) nego il legame tra sport e fanta-politica, é differente. Non ho ben capito a cosa ti riferisci in merito all’episodio dell’Alpe d’Huez. Se lo scopo era ammaliare il pubblico, direi che la combutta ipotizzata da Kleeves é miseramente fallita, ma qualunque esperto di marketing, anche il piú scalcagnato, ti direbbe che é un’impresa alla Tafazi quella di cercare di guadagnarsi le simpatie europee attraverso le vittorie USA nello sport, si ottiene esattamente il contrario. Se invece ti riferisci alle performances dei corridori, allora ti faccio notare che nei primi dieci dell’Alpe d’Huez c’erano: 3 corridori t-mobile 2 corridori us postal service 2 corridori csc 1 corridore phonak 1 corridore illes balears 1 corridore cofidis Non ci vedo questa gran differenza tra i postini e gli altri, al limite (fantasticando) si puó fare una mappa approssimativa della distribuzione del doping, ma non ci vedo lo zampino della CIA. PS Diciamoci la veritá, la guerra in Iraq ha insegnato che gli americani, quando devono fare delle sporcaccionate, ricorrono per lo piú ad aziende private, magari addirittura aziende petrolifere di proprietá di alcuni membri del governo, ma anche le azioni di guerra piú "sporche" vengono commissionate a mercenari privati per evitare scandali politici. E sarebbero cosí fessi da coinvolgere la Poste Federali in una banale congiura contro Pantani? Non é che sono stati gli americani a travolgere Hermann Maier per favorire Bode Miller? Kleeves ha bisogno di una supposta di uniplus, o una tachipirina. Per Pirata: certamente anche io lo giudico un articolo non é di "facciata" se penso alla televisione, ma se penso alla stampa allora le cose cambiano, moltissimi quotidiani "sinistroidi", magari foraggiati da DeBenedetti, non attendono altro che articoli come quelli di Kleeves, perché c’é un pubblico che si attende esattamente quegli articoli, che partono da alcune premesse condivisibili, come un’ostilitá verso certa politica imperialista e verso il liberismo economico piú cinico, per fondare poi conclusioni campate in aria. Questo estremismo non mi piace, é l’altra faccia del perbenismo, atteggiamenti che si rivolgono a porzioni differenti del pubblico ma hanno il medesimo scopo: far accettare supinamente tesi e teorie. Kleeves non é differente da Emilio Fido, fa propaganda politica e nulla piú. Non é giornalismo. Su Cannavó condivido. Uno dei motivi per i quali non ho comprato la nuova rivista cycling-pro (oltre alla pessima recensione che ne ha fatto Zillo) é stata la presenza in copertina della scritta "la pagina di Cannavó". Vade retro! L’articolo che avevi segnalato tu devo ancora leggerlo, poi ti faccio sapere. Ciao! Davide


ruskita - 16/02/2005 alle 20:44

D'accordo, d'accordo, non l'ho scritto io, mi limito a dire che secondo me è asasolutamente plausibile, non vero, plausibile! Ognuno ha le sue idee. ...Le mie sono quelle di Kleeves...! :P L'Alpe d'Huez dell'anno scorso mi ha colpita xchè non sono mai stata ad una corsa in cui la gente fischiasse e insultasse (se non peggio) i corridori. Di solito se non tifo ho sempre trovato rispetto x tutti. Invece su quella salita, dove mai nella mia certo limitata esperienza ho visto tanti americani, la gente era (almeno a 3 km dal traguardo) cattivissima verso sti poveri ragagazzi che avevano solo la colpa di vestire la maglia dalla USP!:o


superalvi - 16/02/2005 alle 21:17

X aranciata penso che i giornali "sinistroidi" come li definisci tu abbiano ben altri giornalisti ad occuparsi del caso Pantani(fra Kleeves e Capodaqua 1000 volte il secondo:D:D) sull uguaglianza col cagnolino di rete4 condivido al 100% Per quanto riguarda il ricordo è possibile anche fare una semplice pagina con le foto delle imprese da Pian di pezze allo scato di cascata del toce....


Dax - 26/02/2007 alle 13:08

[quote][i]Originariamente inviato da laperla [/i] [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image3.jpg[/img] [/quote] SCUSATE RIPETO QUANTO SCRITTO CENTINAIA DI VOLTE EPPURE NON MI DA PACE: PANTANI POSITIVO AL GIRO D'ITALIA INDAGATO DA 7 (SETTE) PROCURE RIINA CRIMINALE PERICOLOSO E FAMOSO NEL MONDO INDAGATO DA 3 PROCURE TROVANO UN GIOCATORE POSITIVO NEL MILAN O NELLA SAMPDORIA E NESSUNO DICE UN C@ZZO


Admin - 26/02/2007 alle 13:20

Non "positivo", Dax. Con l'ematocrito alto.


Dax - 26/02/2007 alle 17:19

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Non "positivo", Dax. Con l'ematocrito alto. [/quote] TROVANO POSITIVO UN CALCIATORE IN SERIE "A" E NESSUNO, DICO NESSUNO DICE NIENTE


Monsieur 40% - 26/02/2007 alle 17:23

Non è vero, Dax. Per Borriello, prima sospeso poi derogato agli allenamenti adesso di nuovo sospeso, tanti giornali (Gazzetta in primis) hanno provato a far diventare la positività del giovane attaccante rossonero in una burletta, dando la "colpa" ad una crema vaginale, contenente cortisone, della di lui fidanzata. D'altronde, la capacità del ciclismo di farsi male da solo (Uci e Fci - eh sì, anche la Fci in questo deve migliorare -, per non parlare dell'Accpi, avrebbero permesso la gogna mediatica del ciclista di turno da parte di tutta la stampa) è innata e cresce, anzi, sempre di più.


cunego.91 - 26/02/2007 alle 18:41

ciao a tutti! è tanto che non scrivo a questo forum ma mi sento di dire il mio parere......... il 22 febbraio sulla gazzetta dello sport (piccolo riquadro a destra di una pagina) ho trovato scritto "....proposta l'analisi antidoping a 2 giocatori(nn ricordo il nome) del siena e del palermo per presunto traffico di sostanze dopanti e presunto uso di cellule staminali." [dopo qualche riga]"....i 2 calciatori però si sono per ora rifiutati di fare i dovuti accertamenti e controlli.." Io dico..... se fosse stato 1 ciclista di 1 qualsiasi squadra a rifiutarsi di fare le analisi sicuramente sarebbe scattato subito 1 processo e sarebbe intervenuta la procura stessa ma soprattutto il ciclista in questione sarebbe stato sputt..... su qualsiasi canale televisivo e su qualsiasi quotidiano. Non a caso circa 1 mese fà, a pochi giorni dal campionato italiano di ciclocross, la Lampre Fondital è stata sottoposta ad analisi per 1 presunta soffiata a riguardo di traffico di sangue conservato e uso di doping. Il ciclista Franzoi si è momentaneamente rifiutato di fare le analisi proposte dai medici piombati al ritiro nel mezzo della notte perchè tra circa 2 giorni aveva il campionato italiano di ciclocross e il medico sociale aveva già certificato l'uso da parte del ciclista di cortisone perchè era stato malato e aveva bisogno di guarire in tempo per la manifestazione nazionale. Naturalmente il giorno seguente la Gazzetta dello Sport ha pubblicato 1 pagina intera sull'accaduto fornendo anche qualche informazione che darebbe a pensare che il ciclista Franzoi era già stato sorpreso varie volte positivo al doping.:OIO:grr::nonono::OIO:grr::nonono:


fuente - 24/07/2007 alle 10:39

per curiosita, io ho letto qui a pantani le piaceba molto le pizza di nutella, como si chiama le pizza di nutella


meriadoc - 24/07/2007 alle 10:41

[quote][i]Originariamente inviato da fuente [/i] per curiosita, io ho letto qui a pantani le piaceba molto le pizza di nutella, como si chiama le pizza di nutella [/quote] pizza di nutella? magari era una piadina


fuente - 24/07/2007 alle 10:47


Carrefour de l arbre - 24/07/2007 alle 10:49

secondo me era una crèpe. E' una specie di piadina arrotolata, e uno dei "gusti" è tipicamente proprio la nutella.


fuente - 24/07/2007 alle 10:49

in una rivista spagnola lo diceba ma non ricordo in nome di la pizza, pizza di nutella (in spagna se dice nocilla qui e oltri marca)


Abajia - 30/07/2007 alle 15:28

Come fate a parlare della pizza e della piadina con la nutella sul thread di Pantani!!!:o Scherzo! :cincin:


Cascata del Toce - 30/07/2007 alle 16:34

Cos'è lesa maestà??:Od::D:)


Abajia - 31/07/2007 alle 00:37

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Cos'è lesa maestà??:Od::D:) [/quote] Eh sì! Decisamente! ;):Od:


David Bowman - 31/07/2007 alle 02:13

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Cos'è lesa maestà??:Od::D:) [/quote] SI. :mad: :nonono:


53.11 - 14/08/2007 alle 11:59

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Cos'è lesa maestà??:Od::D:) [/quote] Su questa pessima battuta direi........ no comment!!!!


Cascata del Toce - 14/08/2007 alle 12:28

Fammi una cortesia...quello che scrivo io ignoralo !!!


omar - 14/08/2007 alle 12:30

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Fammi una cortesia...quello che scrivo io ignoralo !!! [/quote] Cascata, certe persone non meritano neanche una risposta, non spreccare tempo perchè non ne vale la pena


Cascata del Toce - 14/08/2007 alle 12:36

Vai tranquillo Omar... Il giustiziere della notte lo sa che se vuole mi trova!!


Abajia - 24/09/2007 alle 11:54

Il processo riguardante la morte del Pirata sta per emettere le proprie sentenze, finalmente. Stamattina è in programma l'udienza finale al Tribunale di Rimini, dove verranno prima riesaminate le deposizioni di Miradossa e Veberuso, i principali pusher di Pantani, e poi avrà inizio la discussione definitiva del caso tra il pm Berardi e Fabio Carlino


Frank VDB - 24/09/2007 alle 11:59

O.T. Abajia, benvenuto, almeno da parte mia che manco da due mesi. Scusa, ma come ca..o fai a scrivere una media di 30 post al giorno? Complimenti per la dedizione!


Abajia - 24/09/2007 alle 12:18

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] O.T. Abajia, benvenuto, almeno da parte mia che manco da due mesi. [...]Complimenti per la dedizione![/quote] Grazie! :cincin: [quote]Scusa, ma come ca..o fai a scrivere una media di 30 post al giorno?[/quote] Eh, diciamo che mi piace parlare di ciclismo (e non solo)! :D Chiuso OT! ;)


Frank VDB - 24/09/2007 alle 12:44

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] O.T. Abajia, benvenuto, almeno da parte mia che manco da due mesi. [...]Complimenti per la dedizione![/quote] Grazie! :cincin: [quote]Scusa, ma come ca..o fai a scrivere una media di 30 post al giorno?[/quote] Eh, diciamo che mi piace parlare di ciclismo (e non solo)! :D Chiuso OT! ;) [/quote] :boh:


il cannibale - 14/01/2008 alle 19:35

non so se è il 3d giusto se i moderatori ne trovano uno più appropriato spostate pure ;) RIMINI, 14 gennaio 2008 - Quattro anni e sei mesi per Fabio Carlino, ex manager di discoteche, condannato per spaccio e morte come conseguenza dello spaccio, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e 300 mila euro ai genitori di Marco Pantani per danni morali. Assoluzione per non aver commesso il fatto per Elena Korovina, modella e prostituta russa, accusata di spaccio. Dopo cinque ore di arringhe fra pubblico ministero, avvocati dell’accusa e della difesa, e dopo tre ore di camera di consiglio, è stata emessa la sentenza sulla morte del Pirata, avvenuta il 14 febbraio 2004 per overdose di cocaina nel Residence le Rose di Rimini. "TROPPI MISTERI" - Era l’ultimo capitolo del processo che riguardava la tragica fine del vincitore del Giro e Tour nel 1998. Gli altri imputati - gli spacciatori Fabio Miradossa, Ciro Veneruso e il peruviano Ramirez Cueva, oggi liberi - avevano patteggiato la pena con condanne da quattro anni e 10 mesi a un anno e 11 mesi. Ma non finisce qui. Perché contemporaneamente alla chiusura del procedimento alla Procura di Rimini, sono cominciate le indagini della Procura di Forlì. E a questa si affidano le speranze dei genitori di Pantani. Mamma Tonina: "Ci sono ancora troppi misteri. A cominciare da quello che è successo fra il 9 febbraio, quando mio figlio ha acquistato cocaina, al 14 febbraio, quando è morto per edema polmonare e cerebrale. Cinque giorni in cui probabilmente hanno agito altre persone e altre sostanze. L’espianto del cuore, la mancanza di rilevamento delle impronte digitali, i segni sul suo corpo... Ma non mi arrendo. Voglio la verità". Papà Paolo: "Speculavano su mio figlio quando era vivo, continuano a speculare su mio figlio anche da quando è morto. Vogliamo che sia rispettato, che sia rivalutato". fonte: gazzetta.it


Garda Bike - 14/02/2008 alle 12:09

a 4 anni dalla morte del Pirata, desidero scrivere il mio ricordo personale. Marco ci manchi! :(:^o^


Tallo - 14/02/2008 alle 12:13

[quote][i]Originariamente inviato da Garda Bike [/i] a 4 anni dalla morte del Pirata, desidero scrivere il mio ricordo personale. Marco ci manchi! :(:^o^ [/quote] Hai ragione.Il pirata manca molto anche a me!:(


peteribbetson - 14/02/2008 alle 12:17

Questo dolore mi perseguita.


Abajia - 14/02/2008 alle 12:52

Quattro anni. Quattro anni senza Marco. Ciao, mitico Pirata. :^o^


Abruzzese - 14/02/2008 alle 16:27

Ci manchi Marco! Ci manchi...:^o^


gigio83 - 14/02/2008 alle 16:48

per ricordare Marco vi inserisco un brano dei Nomadi a lui dedicato: http://www.youtube.com/watch?v=nUskOAAGejU


simone89 - 14/02/2008 alle 18:11

:^o^


Pirateattack - 14/02/2008 alle 19:59

Vorrei dire tante cose ma non mi vengono proprio le parole... Marco...come te nessuno mai


pony - 14/02/2008 alle 20:07

per chi, come me, ha iniziato a correre, bambino, guardando marco, il ciclismo è quasi senza senso... si va avanti con la speranza che qualcuno ci faccia emozionare come lui, pur sapendo che non sarà così... non sapete la mia gioia nel sentir dire da un mio professore universitario, ieri, che "quando scattava con quelle mani basse, riuscivo solo a gridare di gioia"... e quanti la pensano così... non lo dimenticheremo mai:clap:


Moserone - 14/02/2008 alle 20:19

Ovviamente non ho mancato di omaggiare Marco, con apposito pezzo che andrà in onda stasera all'interno dei notiziari di Sportitalia, credo per la prima volta attorno alle 21. Moserone


ale - 14/02/2008 alle 21:21

D'accordissimo con voi, però oltre a tutte le cose belle che si dicono...io non posso non dire che ogni anno che passa, sempre più si sente il vuoto lasciato da Marco, nel ciclismo mondiale! :(


thepirate87 - 14/02/2008 alle 21:21

Rincorrerlo alla Cascata del Toce con in mano il cartello "orgogliosi del pirata", senza sapere che quello sarà il suo ultimo scatto, è un immagine che ho stampato nella memoria e che mai si cancellerà. Così come purtroppo quella terribile sera di san Valentino 2004... Qualsiasi cosa verrà fuori da indagini e ricerche, rimarrai sempre il mio più grande Mito. Ciao Marco...:yes:


miro.68 - 14/02/2008 alle 21:40

sono passati già 4 anni da quando il Pirata se n'è andato...lasciando un grande vuoto materiale,E' e sarà sempre nel mio cuore:yes::^o^ nelle mie uscite è come se fosse alla sua ruota.


il cannibale - 15/02/2008 alle 09:57

commemoro oggi il pirata perchè ieri è mancato mio nonno pultroppo, lo stesso giorno del pirata, quindi ne approfitto per salutare entrambi: ciao nonnino :^o^ , ciao panta :^o^


Garda Bike - 15/02/2008 alle 17:23

sul sito www.ciclismoblog.net ho scritto un articolo su Marco Pantani. Per non dimenticarlo mai.


ale - 17/02/2008 alle 20:56

Qualcuno ha visto/registrato la diretta di SanMarinoTV del 15 febbraio alle 21.00, su Marco (so che facevano anche la diretta online...)? Sapete se c'è qualche modo per poterla guardare? grazie!


ale - 20/02/2008 alle 19:11

toc toc?!?...nessuno nessuno???


finegara - 02/06/2008 alle 21:06

[quote][i]Originariamente inviato da Dax [/i] [quote][i]Originariamente inviato da laperla [/i] [img]http://www.gazzetta.it/gazzetta/common/area_gazzetta/gallerie/ciclismo/2004/febbraio/pantani/galleria/jpg/image3.jpg[/img] [/quote] SCUSATE RIPETO QUANTO SCRITTO CENTINAIA DI VOLTE EPPURE NON MI DA PACE: PANTANI POSITIVO AL GIRO D'ITALIA INDAGATO DA 7 (SETTE) PROCURE RIINA CRIMINALE PERICOLOSO E FAMOSO NEL MONDO INDAGATO DA 3 PROCURE TROVANO UN GIOCATORE POSITIVO NEL MILAN O NELLA SAMPDORIA E NESSUNO DICE UN C@ZZO [/quote] :italia: Scusate se rispolvero questo topic, in effetti, son nuovo e sto scoprendo ora questo splendido sito. Riccò, mi ha riportato emotivamente a MARCO....Nella mia stanza, ci sono 3 posters: Coppi-Bartali( passaggio della bottiglia),Burruni(ex pugile)e.....Marco Pantani.


meriadoc - 02/06/2008 alle 22:45

mi manchi sempre. Non riesco più a guardare nessun tuo video, ormai.


Brajkovic87 - 10/06/2008 alle 15:00

Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più..


Abajia - 10/06/2008 alle 15:07

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Armstrong era più forte di Pantani in salita[/quote] Complimenti, hai appena vinto il premio "Caxxata del secolo" :xxo


plata - 10/06/2008 alle 15:09

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] :OIO:OIO:OIO


Il Pirata - 10/06/2008 alle 15:24

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] :no::bll:


Subsonico - 10/06/2008 alle 15:27

[quote][i]Originariamente inviato da Il Pirata [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] :no::bll: [/quote] Perchè ridete? E' la verità! E ora vi saluto, la marmotta che confezionava il cioccolato s'è fratturata il polso e devo sostituirla...


Ottavio - 10/06/2008 alle 15:35

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] Utilizzo per la prima volta il quote per sottolineare una delle più divertenti battute che abbia mai sentito!


Il Pirata - 10/06/2008 alle 15:37

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Il Pirata [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] :no::bll: [/quote] Perchè ridete? E' la verità! E ora vi saluto, la marmotta che confezionava il cioccolato s'è fratturata il polso e devo sostituirla... [/quote] opinioni diverse ma quell'affermazione categorica mi senbrava un pò forzata e per questo ridicola ;)


Abajia - 10/06/2008 alle 15:39

[quote][i]Originariamente inviato da Il Pirata [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Il Pirata [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] :no::bll: [/quote] Perchè ridete? E' la verità! E ora vi saluto, la marmotta che confezionava il cioccolato s'è fratturata il polso e devo sostituirla... [/quote] opinioni diverse ma quell'affermazione categorica mi senbrava un pò forzata e per questo ridicola ;) [/quote] Infatti la risposta di Sub è ironica. :D


babeuf - 10/06/2008 alle 16:35

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] Considerazione veramente inutile, a che serve ora stabilire se era più forte Lance o Marco? Ogni tentativo di confrontarli non ha proprio senso. Sono e rimarranno per sempre due monumenti della storia del ciclismo, punto e basta


Camoscio Madonita - 11/06/2008 alle 11:13

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita [/quote] si, e Basso (non me ne voglia) era più forte di Savoldelli in discesa


super cunego - 11/06/2008 alle 11:27

[quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita per non parlare a cronometro...quindi Marco avrebbe anche vinto 2-3 Giri o Vuelta se fosse andato avanti,ma di Tour non ne vinceva più.. [/quote] Sarà stato per quello che nel 2000 nonostante non fosse uno dei suoi anni migliori lo staccò a Curchevel...infatti me lo son sempre chiesto sto fatto...


gru-nt - 12/06/2008 alle 07:22

[quote][i]Originariamente inviato da Camoscio Madonita [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita [/quote] si, e Basso (non me ne voglia) era più forte di Savoldelli in discesa [/quote] Il miglior botta e risposta del 2008..COMPLIMENTI!!:crazy::crazy::D:hammer:


tremendo riccò - 12/06/2008 alle 09:21

[quote][i]Originariamente inviato da Camoscio Madonita [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita [/quote] si, e Basso (non me ne voglia) era più forte di Savoldelli in discesa [/quote] E Nibali puo' vincere il giro :D


panzer_division_gibo - 12/06/2008 alle 18:09

[quote][i]Originariamente inviato da Camoscio Madonita [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita [/quote] si, e Basso (non me ne voglia) era più forte di Savoldelli in discesa [/quote] BSAUAUHAHSHUSHUASHUSAHUASHUSHUSHUASHUSHUSAH!!! Comunque nel 1999 persino l'amerrigano ebbe l'onestà di ammettere che la sua vittoria al Tour era dovuta anche all'assenza di Pantani.


babeuf - 12/06/2008 alle 18:11

[quote][i]Originariamente inviato da panzer_division_gibo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Camoscio Madonita [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Brajkovic87 [/i] Comunque Armstrong era più forte di Pantani in salita [/quote] si, e Basso (non me ne voglia) era più forte di Savoldelli in discesa [/quote] BSAUAUHAHSHUSHUASHUSAHUASHUSHUSHUASHUSHUSAH!!! Comunque nel 1999 persino l'amerrigano ebbe l'onestà di ammettere che la sua vittoria al Tour era dovuta anche all'assenza di Pantani. [/quote] Il che conferma la sostanziale sportività del campionissimo texano, nonostante qualche brutto episodio (tipo con Simeoni) :IoI


Monsieur 40% - 12/06/2008 alle 18:12

Ragazzi, cerchiamo di trattenere l'impeto di scrivere qualsiasi boiata, soprattutto nei thread che - visto il soggetto - dovrebbero essere commemorativi? Brajkovic87, sicuro di non poter fare le tue provocazioni altrove? (è una domanda retorica, non serve risposta). Torniamo nei ranghi.


danilodiluca87 - 01/07/2008 alle 21:17

ciao giovani ho visto oggi ee ieri mattina al programma di Alda D'Eusanio, Ricomincio da qui, la mamma di Pantani, però a giudicare da alcuni mesi, sembrava fosse una replica.... queste mattine mi ha appassionato molto sentire sulla vita di Pantani, cose che non sapevo, in quanto lo conoscevo più dal punto di vista sportivo, anche se sò che in confronti ad altri amici del forum non sò niente, come Morris ee Donchisciotte che sembrano quelli più esperti.... porca miseria ha fatto un ritratto della Ronchi, ma è veramente una persona così skyfosa....e poi parlava di un suo amico, questi due sono stati i due grandi nemici???? ma quando nelle lettere c'è scritto che la persona a lui più vicino lo sta rovinando, a chi si riferisce???? hanno parlato di Bruynel(ma questo è il marito della De Stefano????) queste cosee le avevo già sentite.... però il fatto che la famiglia avesse abbandonato Pantani, mi è sempre sembrato strano, poi vacci aa capire di chi era la colpa.... se qualcuno di voi che conosco bene la vita di Pantani vorrebbe raccontarmi qualcosa al riguardo, sarei moltoo felice.... ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo


Subsonico - 09/07/2008 alle 13:56

La buona notizia è che stasera ci sarà uno speciale de "La Storia siamo noi" dedicato a Marco Pantani, a 10 anni dal suo anno d'oro. La brutta (?)notizia è che il servizio è curato da Marino Bartoletti. Interpellati tra gli altri Pino Roncucci, Davide Boifava, Manuela Ronchi.


Donchisciotte - 10/07/2008 alle 01:11

Non male come programma, solo che io ne ho le palle piene di programmi così. Va beh…. Sono mesi che si dicono queste cose, adesso o succede qualcosa o me ne sto sul fiume e aspetto che, magari fra 30 anni, la verità venga fuori ( temo,continuando ogni tanto a "raccontare a tutta la gente quello strano incidente" di Campiglio come una specie di disco rotto). Il giudice di Forlì ha detto in trasmissione di aver aperto l’inchiesta per minacce gravi verso Pantani.Brunel nel suo libro fa due controinchieste su Campiglio e Rimini e ancora nessuno ( che si sappia) l’ha sentito a Forlì. E nelle due controinchieste ne dice di cose e di fatti su cui ci sarebbe da indagare. Poi non sopporto più questo parlare a vuoto. Sì, bravo Minoli che parli di linciaggio mediatico, di demolizione dell’uomo che non è di granito e bisognerebbe saperlo, solo che uno dei maggiori colpevoli del linciaggio stava in trasmissione a rovinarci la serata con le sue meraviglie ( cosa si poteva fare di più per Marco? Ha osato dire Cannavò per terminare con un pianto che avrei spaccato il televisore). E poi il suo blaterare sui controllori che erano dispiaciutissimi. Solo che dagli atti giudiziari riportati da Brunel risulta che il controllore UCI della regolarità dei controlli era nel corridoio e che quel controllo è avvenuto senza testimoni. Perciò, basta. Mura: bravo, sempre profondo. Solo che Mura è stato zitto anni mentre il suo giornale contribuiva alla grande al linciaggio. Bravo, scrive benissimo solo che anche l’omissione è un peccato. Cassani: bravo, dopo nove anni si ricorda della Federazione che gli ha dato contro e del ciclismo che non l’ha aiutato. E in questi nove anni, mentre Pantani era vivo, tu e i tuoi colleghi quante volte avete parlato di accanimento?Anche l’omissione è un peccato. O no? Andrea Muccioli che ci fa due palle con banalità varie:l’ha detto del suo consiglio del cavolo ( andate via e aspettate che lui vi chiami e riconosca il bisogno di voi) ai genitori di Marco? L’ ha detto che, come scrive Vicennati nel suo libro, mai aveva avuto sentore dell’esistenza di un orgoglio come quello di Marco? La Ronchi lasciamo perdere, abbiamo letto nel suo libro che fior di esperti ha consultato ( solo per restare nell’ambito di quanto detto in trasmissione). Gimondi che non aveva capito nulla della gravità del problema l’ha detto? Ecco, sono solo esempi , solo per dire che questo continuo parlare a vanvera come se Pantani e il suo dramma avessero colpevoli astratti, questo non parlare mai delle PROPRIE colpe mi ha rotto le scatole abbondantemente. La trasmissione si intitolava Pantani che aveva irritato gli dei. Sì, Pantani è andato oltre nell’accendere emozioni,entusiasmi e fantasia ( prima di tutto in se stesso),Pantani era un ossimoro vivente di razionalità e irrazionalità,Pantani era la dismisura ,la hybris, gli dei si sono irritati e lo hanno distrutto servendosi di piccoli,insignificanti, mediocri, FEROCI esseri umani. Solo la verità zittirà tutti ma , temo, si saprà fra 30 anni.

 

[Modificato il 10/07/2008 alle 01:28 by Donchisciotte]


Subsonico - 10/07/2008 alle 09:31

Questa puntata di "La storia siamo noi la dovevano fare nel 2014, non nel 2008.


grilloparlante - 10/07/2008 alle 09:37

E io che, a dirla col cantante Baccini, sono uno spirito maligno, il pianto di Cannavò me lo spiego finalmente con quel rimorso schiacciante che da sempre spero si abbatta sulle coscienze di coloro che condannarono il Panta, sapendo di commettere un abuso. Cannavò scrisse parole pesanti come il piombo e anche ieri ha continuato a fare accostamenti fra il doping di Merckx e il controllo della salute di Pantani. Cannavò cavalcò il doping e non si spese per capire cosa fosse successo, né si spese in seguito quando l'Uci riformò il controllo e di fatto... riabilitò Marco. Cannavò che dice: "Riposi in pace" mi auguro che sia un uomo che a volte di notte si sveglia sudato e di soprassalto per quello che ha combinato. Certo, non basta ancora: il punto di arrivo è che si svegli tutte le notti. Ma per quello è necessario continuare a raccontare al mondo intero in che modo Marco è stato ammazzato. Con i libri, i dvd, gli articoli, i racconti e tutto quello che può servire per diffondere la verità. Due miei amici, un commercialista e un alto dirigente della Telecom, hanno letto il libro di mamma Tonina e da due mesi non fanno altro che chiedere e studiare la vita del Panta, La cortina fumogena creata a uso del Coni, dell'Uci, della Mapei, dei pavidi del gruppo e di tutti gli invidiosi, a forza di soffiare, presto di diraderà...


Serpa - 10/07/2008 alle 09:43

Io mi sono addormentato davanti la televisione e non ho finito di vederlo. Personalmente l'ho trovato noioso e scontato, che non mi ha detto niente di più niente di meno di quanto si sapeva. Per come sono fatto io avrei evitato di parlare dei libri su Pantani, io continuo a ricordarmelo mentre scatta sui pedali, non nella sua immagine iconografica che rasenta il "padrepiismo". Riposi in pace per sempre, e basta con queste trasmissioni piene di lacrime di coccodrillo. Scusate la franchezza, ma ogni 3 per 2 esce qualcosa di non nuovo su Pantani. E' stato un mito, è andata come è andata, non facciamone un Che Guevara sulle bandiere che alla fine sminuisce ciò che era e lo fa diventare un simbolo modaiolo. Ciao Marco, per me non sei quello dei programmi o dei libri, per me sei il più grande ciclista che mi sia mai capitato di vedere, e come te so che non ce ne saranno altri a meno di reincarnazioni future. Tu per me eri quello che vedevo, nient'altro. Un grande, e come tale lo conservo nei miei ricordi.


grilloparlante - 10/07/2008 alle 10:17

Sì, ma il ricordo nudo e crudo del campione (che pure va conservato, ci mancherebbe) è un po' poco visto il trattamento ricevuto dall'uomo. Sembra quasi che tu abbia voglia di dimenticare in fretta, io invece credo che occorra continuare a martellare, meglio che sia possibile, perché la gente non dimentichi. E' vero, piano con i paragoni, l'Olocausto è un'altra cosa. NMa se gli storici avessero fatto come te, dicendo che si è trattato solo di un grosso massacro, nulla avrebbe potuto impedire che la storia si ripetesse e che i bastardi nazisti venissero puniti per l'orrore delle loro opere. Pantani non si sono limitati ad ammazzarlo, l'hanno voluto umiliare e distruggere. E' stato l'Olocausto di un uomo che viveva il suo sport come gli altri, ma con una tonnellata di talento più di loro. Limitarsi a ricordarlo come un grande campione è a mio avviso un po' poco.


Serpa - 10/07/2008 alle 10:26

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Limitarsi a ricordarlo come un grande campione è a mio avviso un po' poco. [/quote] Per carità, punti di vista. Io il Pantani uomo non l'ho conosciuto personalmente, fosse stato mio amico sicuramente ne parlerei in modo diverso, io l'ho conosciuto come campione sportivo e come tale lo ricordo. Lo ricordo per le sue gesta atletiche. E, sarò limitato, ma tanto mi basta. Mi dispiace si faccia di lui un uso mediatico che va oltre il semplice racconto di chi era, si arriva al voyerismo, e sinceramente di vedere i plastici dell'albergo in trasmissioni come porta a porta, o vedere lacrime facili, sempre postume ovviamente, francamente mi fa schifo. Poi rispetto chi invece porta avanti la sua causa in buona fede e senza altri scopi che quello di cercare la verità, ma su ste cose sono sempre scettico di natura, e sono davvero pochi quelli che possono permettersi di parlare di Pantani ed essere a posto con se stessi. Tutto il resto per me è spettacolarizzazione di una tragedia e niente più. Per dirti, preferisco mille volte Sfide su Pantani che un programma come quello di ieri.


Donchisciotte - 10/07/2008 alle 12:34

Il rimorso di Cannavò.... mah, certo tutto quello che aveva detto in precedenza andava verso l'idea della conferma del suo operato e della sua discesa dal pero il 5 giugno 1999 ( la Gazzetta aveva pubblicato il rapporto Donati nel 1996 e cannavò doveva aspettare il 1999?). Però, certo magari chi ha sulla coscienza quella morte deve continuamente ripetersi che era tutto dovuto, che ha sbagliato Pantani, che ha tradito e scemenze varie, altrimenti altro che pianto. Sono anche d'accordo che occorra dirlo, ridirlo e stradirlo quello che è successo perché alla fine la gente capisce qualcosa anche se è sfiancante e parecchio frustrante ( ma ieri sera chi non sapeva nulla di Campiglio e è capitato sulla trasmissione facendo zapping ha visto solo un povero vecchio che piangeva, bisognerebbe pure spiegare chi era). La trasmissione, in realtà, è stata buona, meglio di tante altre , ma io personalmente preferirei che qualcuno cominciasse a dire: ecco, io ho sbagliato qua. E preferirei che qualcosa si muovesse a Forlì. Comunque ben vengano trasmissioni come queste. Non sono d'accordo sul ricordare solo il campione. A qualcuno potrà venire la curiosità di sapere come mai quel meraviglioso campione , a 29 anni, è improvvisamente diventato un mostro. Qualche domanda bisogna pure farsela. Anche Sfide ha detto molto su Campiglio, come poteva non farlo? E' vero la storia di Pantani non è la storia dell'Olocausto, non è la storia delle stragi di Stato o delle vittime di Bhopal. però non è che tutto quello che, per ingiustizia e gravità, sta sotto l'Olocausto può essere accettato o si può alzare le spalle e dire: beh... non è l'Olocausto. E' sempre un uomo che è stato stritolato e demolito e che ha sofferto come un cane. Anche di lui si può dire: Se questo è un uomo. Anche di lui si può dire e testimoniare: questo è stato. E anche se viene fuori la verità su di lui questo paese sarà un paese un po' migliore. In attesa che venga fuori la verità, ben vengano, comunque, libri,dvd, trasmissioni, tutto a diradare l'immondizia che gli hanno buttato addosso.


roberto79 - 01/08/2008 alle 15:32

Sabato scorso sono stato al concerto di Ligabue, è stato davvero uno spettacolo incredibile BELLISSIMO. alla fine ha suonato "BUONA NOTTE ALL'ITALIA" sullo sfondo sono apparse delle immagini significative di Italiani rappresentativi, della Politica, del Cinema, etc... ad un certo punto sullo sfondo sono apparsi pure Bartali e Coppi , e infine la foto di Marco Pantani a braccia alzate a Plan di Montecampione.... Ragazzi non esagero se vi dico che mentre lo sto scrivendo qui mi viene la pelle d'oca.... dei momenti davvero bellissimi e intensi... (per non parlare anche di altri personaggi importantissimi) chi ha visto il tour di Ligabue sa di cosa parlo...


Aug 82 - 05/08/2008 alle 16:19

A me la pelle d'oca per Marco viene ogni qualvolta ascolto la canzone dei Stadio " e mi alzo sui pedali".., a mio modesto avviso è la canzone nettamente e di gran lunga la più vibrante tra quelle dedicate al grande pirata. Comunque anche l' omaggio del Liga nel suo video di "Buonanotte all' Italia" è stato di una lungimranza acuta, ha manifestato con un emblematico fotogramma ciò che Marco è stato in quel momento della recente storia del nostro Peaese : un' autentico eroe moderno.:italia::italia::italia:


tonymontana - 05/08/2008 alle 16:57

io mi ricordo un sondaggio commissionato da repubblica, sullo sportivo italiano più popolare degli ultimi 30 anni: ebbene sì, marco vinse di netto e la compagnia era ben nutrita, insieme a lui c'era gente come rossi e baggio. qualunque suo video di youtube mi fa piangere, che talento, il migliore che il nostro ciclismo abbia mai sfornato dai tempi di coppi. mai visto un corridore forte, con il gusto dell'impresa e spettacolare come lui, un grimpeur unico, il numero 1 nella storia di questo bellissimo sport. e ci manca, come figura, ci manca tantissimo. il suo dramma umano è una della pagine più nere nella storia di questo paese, un mito lasciato solo, abbandonato da tutti. l'ho sempre amato e lo amerò per sempre. quando avrò dei figli, appena saranno in grado di capire e forse anche prima, gli racconterò la storia di un uomo con il sorriso da bambino che mi fece innamorare del ciclismo. ciao marco, che la terra ti sia sempre lieve.


nino58 - 05/08/2008 alle 17:41

Tony, aridacce Al Pacino.


Donchisciotte - 21/08/2008 alle 00:10

Ho visto questo comunicato, spero sia una buona iniziativa. Da un’idea della “Pantani Forever srl” Sabato 23 agosto 2008 sarà online PANTANI CHANNEL WEB - TELEVISION http://www.pantanichannel.it Il mondo odierno è segnato dalla fretta, da una frenesia che s’è trasformata in antropologia. Tanto di ciò che può apparire moderno, di fatto, è già passato. Fra le vittime più evidenti di questa fenomenologia, ci sono senza dubbio le tecnologie comunicative (materiale cartaceo, radio, televisione, internet...). Complessità e costi di queste tecnologie, rappresentano spesso un tabù per la stragrande maggioranza delle persone. Saper scegliere la via comunicativa più opportuna, gratificante ed esaustiva, diviene oggi una fonte di peculiarità. Nel caso della Pantani Channel, per esperienze e ruolo, il contesto comunicativo, si materializza amplificato dallo spessore dell’immagine mondiale di Marco e dalla miriade di iniziative (autorizzate e non) oggi giorno a lui riconducibili. E’ vitale per la “Pantani Forever” aprire una finestra che si volga al mondo che ha visto in Marco Pantani uno straordinario interprete delle essenze sportive, dello spettacolo a loro siamese e di quanto il suo essere personaggio mai banale, possa contribuire ad ergersi sentiero, per chi è chiamato a continuare a tracciare la sua originalità. La Pantani Channel, sarà l’occhio sul cielo dei suoi orizzonti, che si calerà, tanto sulla storia del campione, quanto sull’attualità del ciclismo e dello sport. Nelle pagine luminose, come in quelle più oscure. Il vernissage, avverrà in occasione del Memorial Cycling Marco Pantani di Les 2 Alpes (Francia), in programma il 23 e 24 agosto p.v. (http://www.lapantani-les2alpes.com)


grilloparlante - 25/08/2008 alle 18:23

Un altro sito su Pantani, ma questo si chiama Channel e vi si scrive che Marco fu mandato a casa il 4 giugno del 1999... Dopo il rinato e subito morto www.pantani.it e quello della sua Fondazione, ecco un altro sito che mi riempie di tristezza. E' come se il latte non fosse stato munto del tutto e c'è ancora chi si attacca e tira e tira, finché non sia tutto uscito e dall'altra parte non resti che il dolore. I libri. I dvd. Le presentazioni. Le trasmissioni televisive. Io non so perché, ma faccio fatica, al di là di un paio di eccezioni, a convincermi che non sia tutto per far soldi alla faccia, in barba e alle spalle della famiglia Pantani. Cara signora Tonina, posso permettermi di darle un consiglio? Prenda la Bibbia e vada a guardarsi che cosa fece Gesù nel tempio. Prese un bel bastone e cacciò i mercanti. Bene, sarei orgoglioso di conoscerla, se facesse una cosa del genere. Lei ha già fatto tanto mettendolo al mondo, ora non si faccia usare per ammazzarlo ancora. Lei ha il compito di ricordarlo alla gente comune, a parole, con il gesticolare delle mani e il balenare degli occhi. Scappi dalla logica dei soldi. E' meglio venire a incontrarla di persona al cimitero che vederla in una scatola di ferro e vetro, dietro a uno schermo, a parlare come un fenomeno da baraccone. Basta, vi prego, basta. Si faccia del bene, nel nome di Marco. Ma basta invenzioni nuove ogni anno. Chi tanto ha sofferto, a un certo punto, ha anche bisogno di ritrovare la dignità del suo dolore. Basta palcoscenico ed esternazioni. Secondo me il Pantani Channel non è proprio una cosa utile.


pantaniforever - 02/09/2008 alle 09:11

[img]http://img87.imageshack.us/img87/523/logochannelhy9.jpg [/img] [b]Da sabato 23 agosto 2008 la “Pantani Forever srl” è lieta di presentarvi: http://www.pantanichannel.it (Web Television) Presentazione. [/b] Il mondo odierno è segnato dalla fretta, da una frenesia che s’è trasformata in antropologia. Tanto di ciò che può apparire moderno, di fatto, è già passato. Fra le vittime più evidenti di questa fenomenologia, ci sono senza dubbio le tecnologie comunicative (materiale cartaceo, radio, televisione, internet...). Complessità e costi di queste tecnologie, rappresentano spesso un tabù per la stragrande maggioranza delle persone. Saper scegliere la via comunicativa più opportuna, gratificante ed esaustiva, diviene oggi una fonte di peculiarità. Nel caso della [b]Pantani Channel [/b], per esperienze e ruolo, il contesto comunicativo, si materializza amplificato dallo spessore dell’immagine mondiale di Marco e dalla miriade di iniziative (autorizzate e non) oggi giorno a lui riconducibili. E’ vitale per la “Pantani Forever” aprire una finestra che si volga al mondo che ha visto in [b]Marco Pantani [/b]uno straordinario interprete delle essenze sportive, dello spettacolo a loro siamese e di quanto il suo essere personaggio mai banale, possa contribuire ad ergersi sentiero, per chi è chiamato a continuare a tracciare la sua originalità. La [b]Pantani Channel [/b], sarà l’occhio sul cielo dei suoi orizzonti, che si calerà, tanto sulla storia del campione, quanto sull’attualità del ciclismo e dello sport. Nelle pagine luminose, come in quelle più oscure. Il vernissage, è avvenuto in occasione del [b]Memorial Cycling Marco Pantani[/b] di [b]Les 2 Alpes (Francia) [/b] del 23 e 24 agosto scorsi. Sulle pagine e sullo schermo di [b]Pantani Channel [/b], oltre a storia, palmares e dati di Marco, chi si collegherà potrà trovare i video: [b]Presentazione “Isola del Pirata” [/b] (Interventi di Sergio Piumetto e Tonina Pantani) [b]L’Isola del Pirata al Giro d’Italia 2008 [/b] (Excursus su una grande avventura) [b]Cerimonia – Il ricordo di quel giorno [/b] (Interventi di Paolo Pantani, Jean Noel Chalvin, Marc Dode, Maurizio Ricci, musiche di Fabio Nobile) [b]La gara – Marco Pantani Memorial Cycling [/b] (Les 2 Alpes 23-24 agosto 2008) [b]Le traduzioni in lingua francese ed inglese, saranno disponibili dal 21 settembre prossimo venturo. [/b] Anticipiamo inoltre che [b]“l’Isola del Pirata” sarà presente sul circuito iridato di Varese, per l’intera settimana dei Campionati Mondiali di ciclismo [/b]. Nell’occasione produrremo video e servizi sulla manifestazione. Al termine di questo importante appuntamento, il periodo di rodaggio della Web Television, potrà considerarsi finito e …arriveranno tante sorprese…. Sulle altre novità, seguiranno specifiche mail informative… Con cordialità. [b]Ufficio Stampa, Ricerche e Studi Pantani Forever srl [/b]


Donchisciotte - 13/01/2009 alle 13:26

13 gennaio 1970 / 13 gennaio 2009. Buon compleanno Capitano. hasta siempre.:IoI


grilloparlante - 13/01/2009 alle 13:59

Trentanove anni, chissà cosa sarebbe se tutto fosse andato secondo natura. Altri due Giri, un paio di Tour. Poi avrebbe tirato i remi in barca, perché lo diceva sempre che non avrebbe corso per sempre. Chissà, magari avrebbe la sua squadra in cui far correre quel ragazzino, quel Riccò, con cui gli era capitato di allenarsi negli ultimi anni di carriera. Chissà... Ad agosto sarebbe andato in crisi. Lui la bici avrebbe continuato a usarla, va bene, ma così, per qualche sfida tra amici. E poi quel giorno avrebbe letto che Armstrong si stava allenando per tornare e gli sarebbe venuta voglia di farlo anche a lui, perché ad Armstrong non si deve concedere mai neppure un metro di vantaggio. Chissà... Chissà se saremmo qui a parlare di come andrà al Tour Down Under... Trentanove anni, ma Marco in realtà ha fatto appena in tempo a veder l'alba dei suoi trentaquattro. Mi capita spesso di pensarci e qualche volta, lo ammetto, di commuovermi. C'era più ciclismo in un suo scatto, che in cinque anni di ciclismo senza di lui.


Admin - 13/01/2009 alle 14:06

Io ci sono, sempre dalla sua parte. Per quanto ciò, in questo riflusso che ci sommerge, possa servire.


cunego - 13/01/2009 alle 14:31

:IoI


53.11 - 13/01/2009 alle 15:01

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] 13 gennaio 1970 / 13 gennaio 2009. Buon compleanno Capitano. hasta siempre.:IoI [/quote] SI Mariarita......... Buon compleanno capitano........ 39 anni, come me.... io qualche mese in più capitano....... chissà davvero se ti staresti ripreparando per sfidare di nuovo Armstrong al tuo rientro, come dice grilloparlante...... chissà. Ma forse la tua coerenza l'avrebbe fatta da padrone anche in questo caso e non avresti accettato il compromesso, il compromesso che tutti oggi sembrano accettare, addirittura con entusiasmo, addirittura pensando tutto questo sia lotta al doping, addirittura ponsando che si può tornare a correre a 38 39 anni dopo 3 4 di stop, come niente fosse, e si aspettano anche che si torni per vincere ( la cronometro ligure disegnata su misura per robocop ), e se la vincerà robocop quella cronometro, tutti a spellarsi le mani, invece di strapparsi i capelli, pensando che sarà l'ennesimo calcio in culo al ciclismo. Buon compleanno capitano.... oggi e per sempre.......... buon compleanno.


meriadoc - 13/01/2009 alle 15:44

buon compleanno pirata, ormai gli "anta" si avvicinano, eh


babeuf - 13/01/2009 alle 15:49

Marco Pantani non sarà mei dimenticato, le sue imprese in bici gli hanno garantito la gloria sportiva eterna. Se ripenso che il mio primo approccio al ciclismo da bambino fu grazie a lui... ho ancora negli occhi l'impresa di Courchevel del 2000, non si può dimenticare una corsa del genere. Grazie di tutto Marco :IoI


Dreams - 13/01/2009 alle 17:07

Quando penso a cosa avrebbe fatto in questi ultimi 10 anni e cosa sarebbe oggi in vita senza il drammatico giorno di Giugno, allora mi viene da pensare che il pirata avrebbe sicuramente continuato a vincere per vari anni, almeno sino al 2005. Oggi, quasi certamente, sarebbe artista, cantante, personaggio noto che fa parlare di se anche senza la bicicletta. Lo voglio ricordare così, atleta e artista.


Monsieur 40% - 13/01/2009 alle 17:13

Tanti auguri Pirata!!! :cincin:


Bridge - 14/01/2009 alle 09:37

Sotto il vetro della mia scriva ho il Pirata che taglia il traguardo dell'Alpe d'Huez, urlando: che immagine! Ogni giorno non posso fare a meno di guardarla, anche ora. Marco ogni giorno, con quello sguardo, con quel suo urlo mi da una carica incredibile ogni giorno...mi da la forza di ripartire sempre.


Maìno della Spinetta - 15/01/2009 alle 11:18

Anche se in ritardo, buon compleanno. Ricordo a Oropa, un km sotto l'arrivo, quando una moto si fermò, bloccata dalla gente, ed alla radiolina uno sconfortato ed allibito poliziotto comunicò ai compari "di qui non ci passeranno mai". Poi arrivarono gli elicotteri, comparve Pantani piegato in avanti sul manubrio, e tutta la gente stava in strada, sulla ripa o appoggiata ai tronchi. La folla si era aperta, e la corsa era riuscita a passare. Quel Giro per il tifo sembrava un mondiale di calcio.


nino58 - 15/01/2009 alle 12:06

Bridge, io la sto guardando adesso, appesa in Ufficio su di un armadio.


Bridge - 15/01/2009 alle 22:52

... e quando finisce una giornata di lavoro o di studio, di festa o di ferie, d'inverno o d'estate, se quella giornata non mi ha dato quello che volevo, se mi ha tolto il sorriso, la speranza, la felicità, un sogno... allora prendo un filmato di Marco, una sua tappa, una sua intervista, un suo speciale, e mi metto nel mio letto e lo guardo pedalare, soffrire,... "credere nell'impossibile ... e di realizzarlo!" E' questo che più mi insegnato. Per tutto questo e molto altro ancora GRAZIE MARCO! Ora scusate ma oggi ho perso un sogno ed ho bisogno di lui...


pinkd - 19/01/2009 alle 12:22

Nel 2000 , dopo la vittoria di Courchevel , quel giorno che al Tour andò via per far saltare tutto , quella folle fuga senza apparente criterio mostrò che immense visioni possono tormentare un uomo.La Grandezza è nella Visione , pochi riescono a sopportarla, pochissimi gli vanno dentro da samurai. Pirata , per me sarai sempre la stessa vertigine che fa della vita un poter andare oltre


piccolo san bernardo - 20/01/2009 alle 20:28

lo ho persino messo in firma questo mio pensiero,ma voglio che venga letto da tutti nel topic ad esso più appropriato. "Nell'anno di grazia 1969,mentre era in maglia rosa,Eddy Merckx fu fermato da un controllo antidoping.Eppure nessuno so sognerebbe mai di definire il belga un dopato... Con lo stesso atteggiamento Pantani adesso sarebbe ancora vivo,eppure lui dopato non fu mai trovato (autocit) "

 

[Modificato il 20/01/2009 alle 20:30 by piccolo san bernardo]


pedalando - 20/01/2009 alle 22:56

[quote][i]Originariamente inviato da Bridge in un 3D gemello [/i] Introduco questo thread riportando quanto segue: [quote][i]Originariamente inviato da Bridge [/i] Sotto il vetro della mia scriva ho il Pirata che taglia il traguardo dell'Alpe d'Huez, urlando: che immagine! Ogni giorno non posso fare a meno di guardarla, anche ora. Marco ogni giorno, con quello sguardo, con quel suo urlo mi da una carica incredibile ogni giorno...mi da la forza di ripartire sempre. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Bridge, io la sto guardando adesso, appesa in Ufficio su di un armadio. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Bridge [/i] ... e quando finisce una giornata di lavoro o di studio, di festa o di ferie, d'inverno o d'estate, se quella giornata non mi ha dato quello che volevo, se mi ha tolto il sorriso, la speranza, la felicità, un sogno... allora prendo un filmato di Marco, una sua tappa, una sua intervista, un suo speciale, e mi metto nel mio letto e lo guardo pedalare, soffrire,... "credere nell'impossibile ... e di realizzarlo!" E' questo che più mi insegnato. Per tutto questo e molto altro ancora GRAZIE MARCO! Ora scusate ma oggi ho perso un sogno ed ho bisogno di lui... [/quote] Anche questa sera ho osservato ancora questa foto, anche domani lo farò, anche dopodomani. Ma stasera mi è sorta una domanda. Chi di voi c'era ha sentire quell'urlo? Chi ha sentito il pirata urlare? Cosa ha urlato? Scusate la mia curiosità... spero qualcuno mi riesca ad aiutare. [/quote]


pedalando - 20/01/2009 alle 22:58

[quote][i]Originariamente inviato da robby in risposta, sempre nel 3D gemello[/i] sto 3d sicuramente verrà spostato da qualche altra parte, cmq sia se si legge il labiale del Panta all'arrivo dell'Alpe nel 97 si nota che non dice niente di particolare e' solo un urlo liberatorio, si vede prima la volata fino agli ultimi dieci metri poi Marco si alza dapprima quasi per esultare normalmente e poi con un cenno quasi di "cattiveria" stringe i pugni e urla con tutta la foga..un vero e proprio urlo di liberazione contro la sfortuna che lo aveva perseguitato iniziando da quella caduta prima del giro 95 fino alla caduta durante la discesa dal Chiunzi [/quote]


pedalando - 20/01/2009 alle 22:58

[quote][i]Originariamente inviato da Bridge ancora nel 3D gemello :) [/i] Grazie Robby! Tu eri presente al traguardo? Se si,che emozione hai provato, cosa ti ha trasmesso viverlo..... [/quote]


robby - 21/01/2009 alle 07:34

no no Bridge, non ero presente. ero a casa con famiglia riunita davanti alla tv...esserci sarebbe stato fantastico


53.11 - 21/01/2009 alle 14:04

oggi, visto che piove e che pedalando pedalando mi sono rotto i c..ni...... entrando in questo 3D, mi sono accorto che è fisiologico del verbo infinito, allora sono a andato a rivedermi la tappa di Montecampione; ed ho pianto, impossibile non farlo. il ciclismo è morto nel 1999........ con buona pace di chi si ostina a dire il contrario.


cristi - 21/01/2009 alle 17:58

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] oggi, visto che piove e che pedalando pedalando mi sono rotto i c..ni...... entrando in questo 3D, mi sono accorto che è fisiologico del verbo infinito, allora sono a andato a rivedermi la tappa di Montecampione; ed ho pianto, impossibile non farlo. il ciclismo è morto nel 1999........ con buona pace di chi si ostina a dire il contrario. [/quote] Per buona pace tua il ciclismo non è morto nel 1999, nemmeno mai morrà. Il ciclismo si rigenera, cambia, trova nuovi eroi e questo si, ritrovarne uno come Pantani non sarà molto facile.


53.11 - 24/01/2009 alle 16:17

[quote][i]Originariamente inviato da cristi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] oggi, visto che piove e che pedalando pedalando mi sono rotto i c..ni...... entrando in questo 3D, mi sono accorto che è fisiologico del verbo infinito, allora sono a andato a rivedermi la tappa di Montecampione; ed ho pianto, impossibile non farlo. il ciclismo è morto nel 1999........ con buona pace di chi si ostina a dire il contrario. [/quote] Per buona pace tua il ciclismo non è morto nel 1999, nemmeno mai morrà. Il ciclismo si rigenera, cambia, trova nuovi eroi e questo si, ritrovarne uno come Pantani non sarà molto facile. [/quote] Nuovi Eroi?!!!! La Canzone di Ramazzotti?!!! ha si, quella si.....


Dreams - 24/01/2009 alle 18:01

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da cristi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] oggi, visto che piove e che pedalando pedalando mi sono rotto i c..ni...... entrando in questo 3D, mi sono accorto che è fisiologico del verbo infinito, allora sono a andato a rivedermi la tappa di Montecampione; ed ho pianto, impossibile non farlo. il ciclismo è morto nel 1999........ con buona pace di chi si ostina a dire il contrario. [/quote] Per buona pace tua il ciclismo non è morto nel 1999, nemmeno mai morrà. Il ciclismo si rigenera, cambia, trova nuovi eroi e questo si, ritrovarne uno come Pantani non sarà molto facile. [/quote] Nuovi Eroi?!!!! La Canzone di Ramazzotti?!!! ha si, quella si..... [/quote] :Od: Beh si. Nuovi eroi non se ne sono più visti. Ragionieri e attendisti, invece, ce ne sono a beaucoup...


Donchisciotte - 03/02/2009 alle 16:48

Il 14 febbraio 2009, debutterà a Vicenza uno spettacolo teatrale tratto dal mio studio sulle vicende giuridico-mediatiche di Marco Pantani: Il capro espiatorio. Alessandro Albertin , un attore che ha già lavorato in diverse rappresentazioni teatrali, un giorno si è imbattuto nei libri su Pantani e ne è rimasto folgorato. Ha cominciato a cercare su internet e ha trovato il mio blog, ha letto Il capro espiatorio , mi ha scritto e mi ha chiesto di poterlo rappresentare. Ha lavorato con passione in questi mesi , si è documentato su Pantani, ha raccolto tutti i giornali di cui si parla nel Capro espiatorio, è stato piacevolmente puntiglioso nel chiedermi precisazioni, chiarimenti ecc. Sono contenta che questo spettacolo si faccia, auguro ad Alessandro tutto il successo che merita, sono contenta che proprio il 14 febbraio si ricordi Marco testimoniando che “questo è stato”, testimoniando la sua ansia di giustizia. Stamattina quando Alessandro mi ha mandato la locandina, mi sono commossa, ho pensato: Caro Marco, avevi detto che i ragazzi che credevano in te devono parlare, ovviamente non pensavi certo a una tifosa un po’ matta che dopo dieci anni non ha mai smesso di crederti, però, caro Marco, nel mio piccolissimo, anch’io ho parlato, come volevi tu. Ovviamente parlo di questo spettacolo perché mi fa piacere farlo, non ci guadagno assolutamente nulla, perché un tifoso fa le cose per passione e la passione non fa commercio di sé. Se facessi il giornalista o lo scrittore o il regista, o lavori così,sarebbe giusto averne anche un guadagno, ma un tifoso no, mai un pensiero al denaro ( all’amore e al cielo, sì). Ricopio qua la locandina ( ovviamente essendo imbranata col computer verrà una schifezza), Hasta siempre comandante Marco, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai ( scusate il tono romantico di questo post ma il mio stato d’animo oggi, su Marco, è questo). Associazione culturale Overlord presenta in Prima Nazionale MARCO PANTANI il campione fuori norma di Alessandro Albertin da uno studio di Maria Rita Ferrara con A. Albertin e M. Ottolini scene di Piero Ottusi Regia di Michela Ottolini ___________________________________________ Durante una tappa del Giro d’Italia, Marco Pantani scala il Passo del Mortirolo come fosse una semplice collina ed entra prepotentemente nel cuore dei tifosi italiani. È il 5 giugno 1994. Comincia da lì una carriera straordinaria, costellata da una serie impressionante di infortuni e fatta di poche ma storiche vittorie. L’apice viene raggiunto nel 1998, con la conquista del Giro d’Italia e del Tour de France. L’anno seguente è quello della definitiva consacrazione, del più che probabile secondo Giro d’Italia. A Madonna di Campiglio, a due tappe dalla fine, viene fermato: il suo sangue presenta valori fuori norma. È il 5 giugno 1999: esattamente cinque anni dopo, la favola finisce. Da qui comincia un accanimento mediatico e giudiziario nei suoi confronti che non ha precedenti. Pantani diventa per molti “il dopato d’Italia”. Si può dire che il tutto sia servito a qualcuno? Che abbia fatto comodo a certi meccanismi di potere? Si può dire che Marco Pantani sia stato un capro espiatorio per lo sport italiano? Partendo da queste domande abbiamo cercato di capire se quanto successo dopo Madonna di Campiglio fosse normale. Oppure no. ______________________________________________________________________________________ TEATRO SPAZIO BIXIO via Mameli, 4 - VICENZA SABATO 14 FEBBRAIO 2009 - ore 21.00 DOMENICA 15 FEBBRAIO 2009 - ore 17.00 ____________________________________________________________


53.11 - 04/02/2009 alle 16:56

Finalmente una notizia positiva Mariarita, speriamo che questa rappresentazione teatrale non sia limitata solo a quel di Vicenza, ma che possa iniziare a girare il paese per far conoscere anche in ambienti diversi da quelli del ciclismo la verità, quella vera. Mi rattrista un po però non vedere alcun commento a questa notizia! Il forum è troppo impegnato a seguire la fine del ciclismo.... State tranquilli.. non finirà poi così presto........in realtà è già finito!


53.11 - 09/02/2009 alle 16:49

porto su questo 3d visto che oggi se n'è accorto anche tuttobiciweb di questo spettacolo.. ma il silenzio che c'è qui dentro è assordante!!! del resto come dice un certo De Sanctis su tuttobiciweb, il ciclismo, un giorno sport più popolare d'Italia, secondo solo al calcio ( ad Agosto del 1998 non era secondo a nessuno), adesso è sceso in basso, talmente in basso, che la vittoria di Petacchi a Donoratico è stata mostrata in differita e persino dopo gli sport per disabili e il superboul americano, sport popolarissimo anche in italia, e praticato in ogni angfolo di strada tanto da meritarsi il primo posto nella scaletta di rai 3 sport sabato scorso. E pensare che una volta si poteva vedere in diretta ( o quasi) la presentazione della Mercatone Uno!!! Però sembra che se ne sono accorti in pochi!!!

 

[Modificato il 09/02/2009 alle 16:58 by 53.11]


Donchisciotte - 09/02/2009 alle 21:26

No, va bene così, io spero solo per Marco ( che merita che si parli di lui e del suo desiderio di giustizia, che merita che si ricordi l'orrore senza fine che ha passato, prima di una fine orrenda) e per Alessandro che si è trovato in questo mondo pantaniano di cui non aveva idea, spero solo che vada tutto bene. Mi aspettavo di più dalla Fondazione ma non si può avere tutto dalla vita. Come diceva Manzoni?


Admin - 14/02/2009 alle 02:06

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09logohpantani1.bmp[/img] [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2009/09marcoenzo1.jpg[/img] [b]E io ti sento, amico fragile.[/b] Marco, Enzo, noi, un altroquando http://www.cicloweb.it/ Una lunga, profonda, appassionata conversazione tra Enzo Vicennati e la nostra Maria Rita Ferrara, per tutti Donchisciotte. Mi piacerebbe che tutti voi leggeste questa (sorta di) intervista, una delle più belle che io abbia mai letto. Grazie Maria Rita, grazie Enzo. Di cuore.


Bartoli - 14/02/2009 alle 03:11

Oggi non è San Valentino Oggi è la 5^ giornata della memoria Sembra strano essere qui ogni anno a ricordarlo, a inneggiare a lui e a pensare sempre alla sua fine, a ciò che non meritava Eppure in quel luglio 1998 mi sembrava maestoso, imbattibile, un puntino giallo irraggiungibile per tutti e che nessuno avrebbe mai potuto sconfiggere Era arrivato all'apice, il suo punto massimo, nel 1999 quando ad Oropa un salto di catena gli fece perdere il contatto dal gruppo die migliori e da una cinquantina di corridori E in quei 10 km di tornanti lui li riprese uno dopo l'altro, andando a vincere Poi Madonna di Campiglio, la terza botta, quella che fa male piu di ogni caduta e l'inizio della fine Maledirò sempre quel giorno, li inizio il nuovo ciclismo, quello dei sospetti e delle malelingue Inizia il calvario giudiziario, poi nel 2000 il rientro e una piccola risalita, prima al Giro dove fa vincere Garzelli, poi al Tour batte 2 volte Armstrong, la prima regalata, la seconda vera, originale, autentica Nel 2001 e nel 2002 il trend torna inesorabilmente verso il basso. Pantani è finito dicono tutti Lui invece ci riprova di nuovo nel 2003, e sembra rinascere piano piano Finisce il Giro dopo 3 anni, e anche nelle corse che lo precedono fa buoni risultati E' un 14° posto, con annesse grandi prove sullo Zoncolan e nell'ultima tappa di salita verso le Cascate del Toce, dove prova l'ultimo scatto della carriera, nulla però per uno dal suo palmares E infatti 2 settimane dopo il Giro viene pubblicata quella foto che non avrei mai voluto vedere, di nuovo in una clinica per curare la depressione Pantani muore il 14 febbraio 2004 Quando lo seppi rimasi sbigottito Non fu una morte da eroe, sul campo da battaglia, o in un letto circondato dai suoi cari E' una morte tormentata, in una buia camera in uno squallido residence della costa Adriatica Cocaina si dice Ma nulla potrà mai farmi cancellare la sua eterna memoria "Un vero pirata non muore mai" Muro a Cesenatico "E' meglio perdersi che non esserci mai incontrati" Fabrizio de Andrè http://www.youtube.com/watch?v=ffssywdmG_w [img]http://www.digital-sat.it/UserFiles/pantani.jpg[/img]


Donchisciotte - 14/02/2009 alle 08:32

Grazie a Marco Grassi ( Admin) , prima di tutto. E grazie a Enzo Vicennati per la disponibilità, la sensibilità, la capacità di raccontare che dimostra anche in questo ritratto di Marco che, io credo, per merito di Vicennati, sia davvero intensissimo, da leggere e ricordare. Lo ringrazio anche per la foto, di cui mi aveva raccontato Tonina, che mostra, anche con l’immagine , un aspetto, per certi versi, insolito di Marco. Ringrazio Vicennati anche perché ha parlato ,con parole splendide, di verità, di Campiglio, di come ricordare Marco e renderlo vivo nella realtà e non un monumento, di cosa penserebbe Marco di doping e altre vicende. E grazie anche per non aver chiuso del tutto le porte a quell’idea di romanzo. E ,infine, pure perché il file di quel romanzo l'ha intitolato " Ninetto" e chi, come me, ama Pasolini non può non commuoversi di quel nome dato a quel bambino che ci rappresenta tutti. Ninetto "dagli occhi ridarelli" diceva Pasolini, come gli occhi di Marco nella foto. Prima che si spegnesse la luce.


Salvatore77 - 14/02/2009 alle 08:56

Sembra successo ieri, invece sono passati 5 anni. Com'è volato il tempo!


nino58 - 14/02/2009 alle 09:05

Maria Rita, sai se questa rappresentazione girerà ? O se comunque sarà filmata per essere diffusa ? Grazie per la tua incessante opera di ricerca sui fatti nascosti. nino.


pony - 14/02/2009 alle 09:14

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Grazie a Marco Grassi ( Admin) , prima di tutto. E grazie a Enzo Vicennati per la disponibilità, la sensibilità, la capacità di raccontare che dimostra anche in questo ritratto di Marco che, io credo, per merito di Vicennati, sia davvero intensissimo, da leggere e ricordare. Lo ringrazio anche per la foto, di cui mi aveva raccontato Tonina, che mostra, anche con l’immagine , un aspetto, per certi versi, insolito di Marco. Ringrazio Vicennati anche perché ha parlato ,con parole splendide, di verità, di Campiglio, di come ricordare Marco e renderlo vivo nella realtà e non un monumento, di cosa penserebbe Marco di doping e altre vicende. E grazie anche per non aver chiuso del tutto le porte a quell’idea di romanzo. E ,infine, pure perché il file di quel romanzo l'ha intitolato " Ninetto" e chi, come me, ama Pasolini non può non commuoversi di quel nome dato a quel bambino che ci rappresenta tutti. Ninetto "dagli occhi ridarelli" diceva Pasolini, come gli occhi di Marco nella foto. Prima che si spegnesse la luce. [/quote] cara donchisciotte, dissento spesso e silenziosamente dai tuoi post, tuttavia non posso fare a meno di complimentarmi con te per questo splendido incontro con quella splendida persona di vicennati. sarà "colpa" di quest'ultimo, sarà che c'è di mezzo quel pantani che per pudore non definisco "mio" ma è come se lo fosse, ma adesso sei fra le penne che almeno una volta mi hanno saputo commuovere grazie davide


Raf Benson - 14/02/2009 alle 09:58

Complimenti Maria Rita. Ho finito di leggere l'articolo trattenendo a stento le lacrime.


Lore_88 - 14/02/2009 alle 10:04

Bellissima intervista, Donchisciotte. Grazie.


piccolo san bernardo - 14/02/2009 alle 10:07

Quoto,toccante intervista Comunque Pantani lassù secondo me è felice,è insieme a tutti i grandi del CICLISMO,e secondo me fa particolare comunella con Charly Gaul,lo scalatore che più gli somigliava!


thepirate87 - 14/02/2009 alle 10:14

Cinque anni passano in fretta, la memoria resta. Sei stato il corridore che mi ha "portato" al ciclismo, il mio mito nei momenti belli e brutti. La prima corsa che ho visto a bordo strada, alla Cascata del Toce, è stata quella del tuo ultimo scatto... Ricordo la tensione per la tua caduta del giorno prima e la paura di non poterti gridare "vai Marco". Poi, quando sei sbucato all'ingresso della galleria a due km dall'arrivo, ormai staccato dai primi, lo scatto alla Bolt che ho fatto per seguirti. In mano avevo un cartello con scritto "orgogliosi del Pirata". Lo hai guardato con un'espressione che non dimenticherò mai, un misto di sensazioni indescrivibile a parole. Quel maledetto 14 febbraio 2004 piansi, ora ti dico solo una cosa. Riposa In Pace Pirata.


laperla - 14/02/2009 alle 10:23

Bellissima l'intervista nella homepage! Devo dire che hopianto. Marco ci manchi tanto!


luke - 14/02/2009 alle 11:38

Intervista strepitosa, non commuoversi è impossibile. Credo sia il più grande omaggio al Pirata che io abbia modo di ricordare, sono certo che ne sarebbe fiero anche a lui. Ciao Marco, son già cinque anni ma è come fosse un giorno....


antonello64 - 14/02/2009 alle 12:25

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Grazie a Marco Grassi ( Admin) , prima di tutto. E grazie a Enzo Vicennati per la disponibilità, la sensibilità, la capacità di raccontare che dimostra anche in questo ritratto di Marco che, io credo, per merito di Vicennati, sia davvero intensissimo, da leggere e ricordare.[/quote] sei troppo modesta: l'intervista è bellissima e gran parte è merito tuo. Vivissimi complimenti:clap::clap:


dietzen - 14/02/2009 alle 12:43

l'intervista è splendida, una delle cose più belle lette negli ultimi tempi, grazie a maria rita e a vicennati. :clap:


Subsonico - 14/02/2009 alle 12:46

Già San Valentino di suo è un giorno triste. Da 5 anni a questa parte, poi... Grazie Maria Rita e grazie Enzo.


elisamorbidona - 14/02/2009 alle 13:16

che bello provare a pensare a quello che Marco direbbe e farebbe oggi, anche perchè possiamo dirlo e farlo noi. Fa male a volte sentire appassionati di questo sport parlare come se a Campiglio si fosse "fatta giustizia" e non si fossero perseguiti dei meri interessi economici. Una persona però non è mai persa ma è sempre misteriosamente presente, per chi ci vuole credere, naturalmente. Nessuno è obbligato a crederci, però non è giusto nemmeno tapparsi le orecchie alla voce del cuore. E a San Valentino nel cuore di tante persone Marco c'è sempre come c'era già prima di quel giorno. E lui che pensava di essere solo e dimenticato da tutti. L'intervista anche per me è proprio molto bella.


53.11 - 14/02/2009 alle 14:28

Magica intervista......... grazie Mariarita.. sei unica, e grazie anche ad Enzo Vicennati......... Grazie davvero!


plata - 14/02/2009 alle 14:42

Mi è piaciuto troppo il pezzo dove si parla come se MArco ci fosse anche oggi. Ho immaginato per un attimo come sarebbe stato tutto senza il 5 maggio.. un sogno bellissimo, seguito poi da un'amarezza incredibile... :(


Dreams - 14/02/2009 alle 15:21

[quote][i]Originariamente inviato da plata [/i] come sarebbe stato tutto senza il 5 maggio.. [/quote] Senza il 5 maggio, l'inter avrebbe uno scudetto in più. :Od: Scherzi a parte. Molto bella l'intervista. :clap:


piccolo san bernardo - 14/02/2009 alle 15:34

Ma non era il 5 giugno il fatto di Madonna di Campiglio?? Senza domanda,era il 5 giugno:yes:


miky70 - 14/02/2009 alle 16:09

Questo pezzo mi ha toccato il cuore! :gluglu:


simociclo - 14/02/2009 alle 16:19

Mi associo ai complimenti. E' difficile, molto difficile, riuscire a trasmettere emozioni così grandi senza "scadere" nella retorica e rimanendo nell'ambito di un ottimo giornalismo. Ci siete riusciti, chapeu! :clap::clap:


Bartoli - 14/02/2009 alle 17:19

Bella intervista, davvero !


Abruzzese - 14/02/2009 alle 20:27

E' stata un'intervista stupenda,in tutto e per tutto. Già...5 anni sono già trascorsi ma il ricordo di Marco non può e non deve morire mai.


W00DST0CK76 - 14/02/2009 alle 23:16

Tutta la mia giornata è stata avvolta in un alone di malinconia, come non pensare a ciò che accadeva 5 anni fa. Poi torno a casa, leggo la straordinaria intervista di Donchisciotte ad Enzo Vicennati e mi sento più sereno perché, ne momento in cui leggevo, si materializzava il vero Marco, libero da ogni retorica e agiografia. Ciò mi ha dato grande sollievo, perché mi ha regalato la consapevolezza che, finché ci saranno persone in grado di conservarla nel loro cuore, la memoria di Marco vivrà in eterno. Grazie di cuore.


Maìno della Spinetta - 14/02/2009 alle 23:24

Quante cose ho imparato, inconsciamente, aspirandole, facendole mie, guardando quell'omino di ferro, Marco Pantani. Sotto riporto semplicemente una giornata campale, forse quella che più lo rese grande, che attraversò ore e ore, e appassionò tutti a un giovane semi sconosciuto http://www.youtube.com/watch?v=UFdJjieth64&feature=related Ciao Marco


Morris - 14/02/2009 alle 23:51

Maria Rita ed Enzo, un meraviglioso duo sull’orizzonte del poeta più profondo della storia del pedale. Ogni riga di questo capolavoro, rappresenta uno spaccato di ciò che era, e che è, Marco. Dalle emozioni fortissime, a quella commozione che sa sublimarsi tanto nelle gioie quanto nel dolore, fino alla rabbia per una tragedia che qualcuno ha sulla coscienza. I significati del 14 febbraio degli sportivi e di quell’uomo che non sarà mai dimenticato, hanno trovato la cornice più pregiata e meritata. :clap::clap::clap:


pinkd - 14/02/2009 alle 23:55

5 anni , è impossibile dimenticarti ,grandissimo...troppo grande . M'hai lasciato un vuoto di Galibier..


pinkd - 15/02/2009 alle 00:35

veramente toccante e carica di significato l'intervista di Mariarita a Vicennati , ne riemergono significati essenziali del mondo di Pantani ... Bellissima


yashin1917 - 15/02/2009 alle 01:59

Ciao Marco, Hasta siempre... arrivano questi giorni di febbraio e c'è sempre una inquietudine che non mi riesco a spiegare, e poi ricordo il perchè. Complimenti a cicloweb per la bellissima intervista.


grilloparlante - 15/02/2009 alle 07:53

Lasciando stare ambiti personali che forse vanno ancora esplorati a fondo, alla luce delle vostre parole, il danno sportivo fatto dalla Ronchi è stato devastante... Non rendersi conto che la fine dello stimolo sportivo in qualche modo avrebbe significato la fine dell'anima è stato l'errore che a un team manager non si può perdonare. Tanto più a un team manager che si è vantata di essere anche cara amica del campione. Pensare a Marco costretto a elemosinare un posto al Tour fa davvero male al cuore. Pensare al agazzino ricciolino con la cicatrice che veniva da così lontano, costretto in squadrette da due soldi mentre rivali meno degni sfoggiavano maglie da primi della classe, è un'umiliazione che gli doveva essere risparmiata. Resta sull'isola capitano, ma scrivilo tu un libro. Affinché il mondo sappia che sei stato grande anche nella rovina, coprendo la pochezza delle persone cui avevi dato fiducia. Ci mancherai per sempre. Ai capi di Cicloweb: visto che Donchisciotte è stata così sensibile e brava a "stanare" Vicennati, proviamo a fare la stessa cosa con Manuela Ronchi? Qualche domandina l'avrei anch'io...


Dreams - 15/02/2009 alle 13:30

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Lasciando stare ambiti personali che forse vanno ancora esplorati a fondo, alla luce delle vostre parole, il danno sportivo fatto dalla Ronchi è stato devastante... Non rendersi conto che la fine dello stimolo sportivo in qualche modo avrebbe significato la fine dell'anima è stato l'errore che a un team manager non si può perdonare. Tanto più a un team manager che si è vantata di essere anche cara amica del campione. Pensare a Marco costretto a elemosinare un posto al Tour fa davvero male al cuore. Pensare al agazzino ricciolino con la cicatrice che veniva da così lontano, costretto in squadrette da due soldi mentre rivali meno degni sfoggiavano maglie da primi della classe, è un'umiliazione che gli doveva essere risparmiata.[/quote] La Ronchi non ha mai capito un emerito azzo di ciclismo indi per cui non ha saputo capire e gestire nel modo più giusto un ciclista.


plata - 15/02/2009 alle 13:48

[quote][i]Originariamente inviato da piccolo san bernardo [/i] Ma non era il 5 giugno il fatto di Madonna di Campiglio?? Senza domanda,era il 5 giugno:yes: [/quote] Si si scusate l'errore. Tra l'altro questi due giorni costituiscono un il più brutto della mia vita da tifoso (5 giugno, insieme al 28 maggio), e uno il più bello (5 maggio per lo scudetto, e il 9 luglio) ;)


Monsieur 40% - 15/02/2009 alle 16:34

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Ai capi di Cicloweb: visto che Donchisciotte è stata così sensibile e brava a "stanare" Vicennati, proviamo a fare la stessa cosa con Manuela Ronchi? Qualche domandina l'avrei anch'io... [/quote] "Stanammo" Manuela Ronchi in occasione dell'anniversario di due anni fa, con questa intervista firmata da Elisa Marchesan: http://www.cicloweb.it/art503.html


Donchisciotte - 15/02/2009 alle 20:38

Intanto grazie a tutti, sono contenta che questo ricordo di Marco abbia suscitato interesse ed emozione, ripeto che il merito è di Vicennati non per modestia ( non sono modesta o, meglio, particolarmente umile, solo cosciente dei miei limiti) ma perché è la verità. A Nino 58 che chiedeva dello spettacolo: intanto già ieri notte Alessandro mi ha chiamata ed era entusiasta. Tutto esaurito anche per la replica di stasera, ieri applausi interminabili ( così mi ha detto) e , alla fine, erano tutti in lacrime e coscienti di quanto Marco abbia subito. Il che era lo scopo dello spettacolo, per me ( cioè la coscienza). Anche perché c'è una specie di piccola mostra con ritagli di giornali,pezzi di sentenze e vario materiale. Sulla ulteriore diffusione, non lo so, speriamo, il teatro, con la crisi, è parecchio fragile. So da Alessandro che si sta muovendo per questo. Anche per diffonderlo in modo diverso. Perché, originariamente, lo spettacolo aveva un altro titolo, poi lui ha letto di un libro ( che io non ho letto e nemmeno lui) che si intitolava Pantani, il campione fuori norma. Colpito del titolo ha rintracciato l'autore e la casa editrice per sapere se poteva utilizzare il titolo, hanno risposto sì e la casa editrice ha detto che si può pensare di allegare al libro non so bene se un dvd o il testo dello spettacolo. Non so vedremo, queste cose sono talemnte condizionate dallo stato del teatro e dell'editoria che , fino a che non si fanno, non si può dire. Io mi tengo la gioia di aver contribuito con il capro espiatorio al successo di ieri e oggi a Vicenza, alla presa di coscienza di chi ha assistito allo spettacolo,che è un successo di Marco e del suo bisogno di verità e di aver contribuito, nel mio piccolo, a far conoscere un bellissimo, fondamentale ritratto di Marco, come quello fatto da Vicennati. P.s: Monsieur, credo che Grilloparlante si riferisse al fatto che, da allora, molta acqua è passata sotto i ponti, nei rapporti tra la famiglia e la Ronchi e in quello che si sa della gestione di Marco ( attraverso quanto detto da Tonina e scritto in alcuni libri).


cunego - 15/02/2009 alle 22:22

Molto interessante lo spunto della lettera(immaginaria) di Marco a Bicisport. Dalle parole di Vicennati si capisce che tra loro due c'era un rapporto molto speciale, di amicizia e soprattutto di fiducia.


Carrefour de l arbre - 15/02/2009 alle 22:40

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] ripeto che il merito è di Vicennati non per modestia ( non sono modesta o, meglio, particolarmente umile, solo cosciente dei miei limiti) ma perché è la verità. [/quote] No, il merito è di entrambi. Complimenti sinceri ad entrmabi perchè l'intervista è davvero molto bella


Monsieur 40% - 16/02/2009 alle 00:44

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] P.s: Monsieur, credo che Grilloparlante si riferisse al fatto che, da allora, molta acqua è passata sotto i ponti, nei rapporti tra la famiglia e la Ronchi e in quello che si sa della gestione di Marco (attraverso quanto detto da Tonina e scritto in alcuni libri). [/quote] Sì, sì, ho riportato il link solo perché poteva anche essere utile - come hai detto tu - verificare quanto dichiarato dalla Ronchi due anni fa alle domande che Elisa gli fece. In ogni caso, ne approfitto per ringraziarti per questa bellissima intervista a Vicennati: ma, se permettete entrambi (intervistatrice ed intervistato), il merito per avermi fatto venire un groppo in gola grosso come una casa lo attribuisco né ad una né all'altro, bensì a quello straordinario campione che risponde al nome di Marco Pantani.


Donchisciotte - 16/02/2009 alle 00:51

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] il merito per avermi fatto venire un groppo in gola grosso come una casa lo attribuisco né ad una né all'altro, bensì a quello straordinario campione che risponde al nome di Marco Pantani. [/quote] Assolutamente d'accordo, per essere un grande raccontatore bisogna anche avere un racconto straordinario e Marco lo è. D'altronde, dopo tutto quello che è successo dal 5 giugno 1999, solo una persona straordinaria come Marco poteva conservare carisma, capacità di coinvolgere e di emozionare.


Donchisciotte - 16/02/2009 alle 19:02

Ricevo da Marcobecks, che collabora con la Fondazione Marco Pantani,con l'invito a farlo conoscere, questo racconto/ notizia: Cappotto > lungo e bavero ben alzato, capelli rasati ,magro ,Micheal Rasmussen > stava di fianco al suo amico confuso tra le persone che hanno > affollato il giorno di S. Valentino lo Spazio Pantani. Il rituale > era quasi uguale agli altri , silenzio ossequioso ,sguardi intensi e > profondi, e quelli piu' giovani quasi increduli davanti ai video e > alla sublime bellezza del Pirata che aggredisce i tornanti delle > piu' impervie salite. L'ho guardato piu' volte, ho incrociato il > suo sguardo per fugare i miei dubbi, ma quel ragazzo chiuso dentro > un cappotto scuro era l' ex maglia gialla. Ha atteso l'orario di > chiusura e poi con lo stesso silenzio si e' messo di fianco al > bancone ha fatto un gesto con la mano verso Paolo Pantani, e si > e' presentato........ "Sono Rasmussen......e ha tirato fuori una > busta con dentro una maglia, la sua ultima maglia gialla. Si sono > scambiati qualche parola, nel loro silenzio quasi a divedere i loro > diversi tormenti.La maglia gialla era scritta e firmata . Anche il > suo amico che lo seguiva come un 'ombra e ala protettiva era > introverso, ci siamo scambiati quattro parole, giusto per > raccontarmi che Rasmussen a luglio e' pronto per correre non si sa' > con chi, e non si sa come, visto che l'aria che tira verso certi tipi > di vittime del ciclismo moderno. Mi ha raccontato di un durissimo > primo anno di sofferenza, ma che ora Micheal sta meglio ed e' > pronto a correre. Il dono della sua maglia gialla e' un gesto > verso un campione amato, con tanto di dedica per ogni tappa vinta al > tour. Lo voglio raccontare perche' e' un gesto che mi ha commosso > molto. La sua vicenda giudiziaria e sportiva e' nota ai piu', a > tratti ha sfiorato il grottesco, ed a fare i carnefici di questi > tempi si fa presto,se ha sbagliato e' giusto che dopo aver pagato, > torni e corra come gli altri, come fa' al giro ed in giro per il > mondo Ivan Basso per esempio. Rasmussen ha sfiorato la gloria > (sportiva)direi eterna, ed ora ha la faccia di un ragazzo impaurito > che quasi si nasconde. Il suo gesto ai miei occhi assume piu' alto > valore perche' fatto con umilta' e in silenzio e con sincero affetto > ed ammirazione verso un campione irripetibile ,icona di quel senso > sublime che ti da una salita quando ci sali in bicicletta. La > maglia gialla e' esposta all' ingresso alla Spazio Pantani, a > Micheal Rasmussen auguro di cuore la miglior fortuna. > marcobecks >


grilloparlante - 16/02/2009 alle 22:52

Rasmussen, benedetto Rasmussen... Michael deve aver riletto la sua storia e quella di Pantani e magari ha pensato: "Cavoli, anche a me mi hanno cacciato da una grandissima corsa quando vestivo la maglia di leader a un passo dalla fine. Se la gente ha amato tanto Pantani anche dopo che lo hanno cacciato dal Giro, magari adesso amerà anche me...". Fratelli di sangue, quasi quasi mi commuovo. Mi commuovo? No, non ci casco, anche se mi è capitato di incontrare Rasmussen sulle strade di una corsa che ero andato a vedere e mi fece anche un po' pena. Ci sono differenze. Pantani lo cacciarono dal Giro per un controllo sballato, Rasmussen lo mandarono pure a casa per motivi assurdi e ingiusti, salvo poi scoprire che era positivo alla Dynepo (come Riccò e Piepoli, insomma, siamo sullo stesso piano del Cera). Pantani quei numeri insalita li faceva da quando era un ragazzo, Rasmussen li ha fatti a quel livello da quando s'è imboscato sulle Dolomiti (vedi la grottesca storia della mancata reperibilità svelata casualmente da Cassani) e chissà cosa ha fatto, se è vero che poi l'hanno pizzicato. Allora, quando leggo notizie come quelle e amici più saggi di me mi dicono che l'amico con cui gira Rasmussen è solitamente il suo procuratore, mi viene da pensare che Rasmussen è andato al Museo di Pantani il 14 febbraio perché sapeva che lì avrebbe potuto trovare giornalisti. Perché se io ho un sentimento forte verso Pantani e voglio dirgli che mi ha ispirato, ci vado quando non c'è una folla da carnevale di Rio, ma quando c'è silenzio. E poi, e qui la chiudo, che senso ha avergli dato una maglia gialla che era finta come i capelli di Berlusconi? E che valore spirituale può avere per chi gestisce la memoria di Marco prendere il simbolo di un primato così fasullo? Questo sono manovre di opportunismo, abboccare significa volerci credere o non essere capaci di guardare dentro il significato delle cose. Nonostante ciò, spero che Rasmussen ritrovi il suo posto in gruppo: tanto ormai sono tornati proprio tutti...


grilloparlante - 17/02/2009 alle 10:14

P.S. Ne so poco, ma da qualche anno, cioè da quando è morto e non può più dire nulla, ho visto moltiplicarsi il numero delle persone che sano dire cosa avrebbe pensato Pantani di questa o di quella situazione. Mi viene spontaneo tentare di ricordare che persona fosse Marco quando tutto andava bene e ricordo abbastanza chiaramente che ha sempre tenuto le distanze da personaggi discutibili e discussi: non per opportunità, ma perché mi par di capire che avesse dei valori sani. I sui compagni fino al 1999 erano gente sana, di cui nessuno avrebbe potuto sospettare. E pur mostrando il massimo rispetto per tutti, non lo ricordo aver mai fraternizzato con corridori che in qualche modo fossero invischiati in storie di doping. Per Virenque, ad esempio, ha sempre avuto parole neutre dopo la positività e non ricordo foto di Marco che andasse ad abbracciarlo al rientro dalla squalifica. Perciò credo che sarebbe stato alla larga anche da Rasmussen. Ripeto, lo credo io che immagino situazioni e non altro. Ergo, vorrei dire, prima di magnificare l'umanità di Rasmussen che viene a portare una maglia gialla quantomeno sospetta a casa del Panta, proverei a chiedermi: ma il Panta quella maglia, se fosse stato vivo, l'avrebbe accettata? Lui che una maglia gialla l'ha vinta con un'impresa vera, cosa avrebbe pensato di questo omaggio? Ecco il perché della mia freddezza sull'episodio descritto da Marcobecks. Perché non credo nella necessità di simili riconoscimenti, per un campione scomparso che era all'altezza dei più grandi e quindi molto più su del danese. E poi perché Rasmussen, ma qui esprimo un giudizio di simpatia esclusivamente personale, non mi è mai piaciuto...


marcobecks - 17/02/2009 alle 14:44

Piccola premessa. sono un semplice tifoso di Pantani, parlo e scrivo a mio nome. I proverbi nascono e si usano perche da soli danno l'idea di un concetto, e si possono usare per tanti altri casi diversi da loro.Mi viene in mente... A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. E' molto probabile che ci indovini Grilloparlante (non so il nome di battesimo) nella sua ferma diciamo condanna o non manifesta benevolenza verso il gesto di Rasmussen. Non sono dentro la sua coscenza, mi sono per caso trovato davanti ai suoi occhi.A me sono parsi quelli di uno impaurito ,impacciato, lungi da cercare giornalisti o interviste, l' abbigliamento e il comportamento mi hanno convinto di cio'.Ho rivisto in lui il senso di vergogna che raccontava Petacchi durante la sua squalifica ad un dopo tappa. Poi nello specifico, la sua squalifica ed in seguito la non negativita' hanno creato molti dubbi, e io non voglio essere comunque il suo difensore sportivo che sia chiaro. Saro' ingenuo o sognatore, ma a volte gli sguardi penso trasmettano ancora i sentimenti.Pantani....ahhhhh..... tutto quello che si dice ,si scrive ,si legge e si fa', rischia di essere inadeguato. Ho sempre pensato che il suo dono sia stata la sua condanna. Un 'incredibile talento unito ad un carattere straordinario ,hanno creato quel fenomeno che 900 ciclististo ha visto eguali solo in Fausto coppi.Da campiglio in poi,l'uso e abuso e' di tale nome, e' sport vigliaccamente nazionale.Chissa'...forse avrai ragione te, lo avra' fatto anche Rasmussen. Ti cito un esempio. Dalla stupefacente penna o tastiera ,dello stimatissimo dottor Eugenio Capodacqua sono comparse parole tipo...."... Anche lui protagonista di una vita sregolata e trasgressiva ben prima che, nel 1999, fosse fermato a Madonna di Campiglio per valori ematici fuori dalla norma." Mi chiedo, si basera' senz' altro a fatti e situazioni inconfutabili,viste di persona o raccontate, al livello altissimo della loro amicizia, o alla sindrome lapidatoria post madonna cieca????? Avrai ragione te grillo, ma io ho visto e voluto raccontare gli occhi di un ragazzo impaurito, probabile che mi sbagli,mi sarebbe piaciuto tanto raccontare di Ivan Basso esempio,che dopo aver giurato la sua innocenza e messosi allo stesso piano di Pantani, nella persecuzione, nell 'ingiustizia subita, che e' partita da campiglio sino alle 7 procure degne di 100 Provenzano,bene Basso non ha mai chiesto scusa a Pantani, per averlo citato e usato impropiamente. Comunque ti ringrazio per la leale onesta' critica che e' sempre ben accetta. P.s. uso queste righe per ringraziare M. Rita, per il contributo che da semplice sportiva e tifosa come me sta dando, nonche' alle mosche bianche di questo sport, cioe' Enzo Vicennati, Davide Dezan (splendido servizio a S Valentino)e Xavier Jacobelli(meraviglioso articolo il giorno Prima)per il loro semplice e sincero modo di vivere e raccontare Marco Pantani. P.s.2 per il dott capodacqua...in quanti leggono il suo blog? nessuno le ha suggerito che nel 1966 Johan Museeuw, era troppo piccolo per vincere un mondiale?


Monsieur 40% - 18/02/2009 alle 16:19

Riceviamo e più che volentieri pubblichiamo: ************ Ciao Cicloweb! Sono Alessandro Albertin, l'attore che ha portato in scena lo spettacolo su Pantani lo scorso week-end. Ci tenevo ad informarti ufficialmente che lo spettacolo è andato benissimo! Non dovrei essere io a dirlo, ma lo dico lo stesso... in virtù della passione e dell'amore che c'ho messo nel realizzarlo. Sabato sera a me e Michela (la mia fidanzata, regista dello spettacolo e impegnata in scena con me in qualità anche di attrice) tremavano letteralmente i polsi! Ogni debutto porta con se la sua tensione e agitazione, ma sabato c'era qualcosa nell'aria a cui non riuscivo a dare un nome: l'aspettativa da parte del pubblico, il teatro strapieno, le decine di persone mandate via perché non avevano prenotato e non sapevano del tutto esaurito, l'anniversario della morte di Marco... insomma un insieme di cose che dava sempre più la consapevolezza che stavamo facendo qualcosa di grande. Lo spettacolo è andato via liscio come l'olio, con i suoi momenti divertenti e i suoi momenti toccanti. E alla fine gli applausi non finivano mai. Parte del pubblico si è alzata in piedi, per applaudire. Molti avevano le guance rigate da una lacrima. Tantissimi gridavano: "Grazie!" Lo stesso dicasi per la replica di domenica, finita la quale ho ricevuto un abbraccio commosso da una ragazza che mi ha detto che lavorava per uno degli sponsor di Marco nel 1999 (non mi ha detto quale), che conosceva bene Marco e che tutto quello che abbiamo raccontato nello spettacolo altro non è che la pura verità. Ci ha detto che siamo stati coraggiosissimi a realizzare uno spettacolo del genere, ma che ce n'era bisogno. Poi le veniva da piangere... mi ha abbracciato di nuovo e se n'è andata... E' stata un'esperienza meravigliosa che sono fiero e orgoglioso di aver portato a termine. La speranza è ora quella che l'evento abbia il seguito che noi speriamo. Se già tu vuoi inserire questa mail o parte di essa nel sito... mi faresti cosa graditissima! (continua...)


Monsieur 40% - 18/02/2009 alle 16:20

(...segue...) Ti riporto di seguito alcune impressioni di chi ha visto lo spettacolo, arrivatemi via mail. Probabilmente ne arriveranno altre nei prossimi giorni; intanto leggi queste. Tranne una, sono tutte di amici e vanno lette alla luce di questo. C’è da dire, però, che i miei amici non hanno bisogno di adularmi: se fanno un complimento è sincero, se fanno una critica è intelligente e costruttiva. Ti indico anche i loro nomi e qualche piccolo riferimento, così… a titolo informativo. Giovanni (amico d’infanzia, grafico pubblicitario, la locandina l’ha creata lui): Serata memorabile, commovente, emozionante, unica! Grazie Ragazzi!!! Roberto (marito di una vicina di casa, vende computer, mi vuole bene): Oltre che uno spettacolo oserei dire un TRIBUTO ad un campione dello sport. Bravi Miky e Ale fate sempre centro. Spero la tua rappresentazione incuriosisca ancora un maggior numero di pubblico per il futuro, ve lo meritate alla GRANDE. Una lezione di vita, che dovrebbe fare meditare di più, prima di giudicare il nostro prossimo. Manuela (attrice amatoriale di Verona, amica di una ragazza conosciuta di recente): Grazie per l'intensa emozione che mi avete trasmesso. Spettacolo intenso che rende giustizia a Marco Pantani con comprensione e compassione, senza retorica. Ilaria (somellier, ragazza simpaticissima e colta, coorganizzatrice con un mio amico di una rassegna teatrale estiva a Soave, Verona): Cari Alessandro e Michela, BRAVISSIMI! Complimenti... non sappiamo che cosa dire in più. Siete stati favolosi. Complimenti non solo per la performance - eravate in splendida forma entrambi - ma anche per il taglio che avete dato allo spettacolo. Siete riusciti a riportarci in bicicletta, nelle stanze dell'hotel, al bar, nella lettura dei giornali, sovvertendo completamente quella che era l'idea... perchè purtroppo, come avete detto voi, eravamo un po’ tutti dalla parte di quelli che si sono permessi di dire "era normale che facesse quella fine lì...". Quindi grazie per l'occasione che ci avete dato per cambiare la prospettiva... e complimentissimi ancora per lo spettacolo. Voglio assolutamente che venga inserito nella rassegna Soavemente Teatro 2009!!!! Noris (l’unica che non conosco): Ciao mi presento visto che vengo dal nulla e che ieri sera per caso ho assistito alla prima del tuo spettacolo su Pantani. Come spesso capita, almeno per quanto mi riguarda, le cose migliori arrivano per caso, in un momento qualunque di un giorno qualunque. E così è capitato ieri sera, in quel piccolo teatro dove tutto scompariva mentre tu e Michela stavate sul palco. Le voci, il racconto, l'intensità, il rapporto che create con il pubblico mi hanno completamente stregata. Ho apprezzato molto come avete strutturato lo spettacolo e la linea seguita nel raccontare la vicenda, quella che dava tanti spunti e poche certezze se non quelle palesi. Non avete creato confusione, come può capitare in vicende ingarbugliate come questa, ma avete seguito un percorso chiaro e ben spiegato. Voi siete le persone in grado di far amare il teatro, quello non basato su fastose scenografie o teatri d'elite ma per tutti noi che siamo molti di più e molto interessati a vivere così il teatro. Io ho sentito la passione che c'avete messo! Grazie e spero che vi aspettino ancora tante soddisfazioni da ciò che fate. (...continua...)


Monsieur 40% - 18/02/2009 alle 16:23

(...segue...) Ti allego anche la Prima recensione ufficiale allo spettacolo, fatta dal Giornale di Vicenza. Se vuoi, metti anche questa nel sito! Si sta già muovendo qualcosa per alcune repliche: al 99% lo faremo al Teatro san Massimo di Verona e probabilmente anche all'interno del Palio del Recioto a Negrar di Valpolicella, in concomitanza con la gara ciclistica under 23. Martedì, 17 Febbraio 2009 SPAZIO BIXIO. IN PRIMA NAZIONALE LO SPETTACOLO DEDICATO AL CICLISTA MORTO NEL 2004 Pantani, la discesa - La bici come croce. “Il campione fuori norma” di Albertin e Ottolini si focalizza su stranezze e contraddizioni della vicenda di Marco «Ma andate a vedere cosa è un ciclista... e quanti uomini vanno in mezzo alla torrida tristezza». La frase di Marco Pantani, scritta nella sua ultima lettera, quella affidata alle pagine del passaporto, acquista uno spessore ben diverso quando arriva nel bel mezzo dello spettacolo dedicato al ciclista, dopo che Alessandro Albertin e Michela Ottolini hanno inanellato una serie impressionante di circostanze strane, di contraddizioni, di reticenze, che a partire dal 5 giugno 1999 hanno reso la carriera del Pirata, che amava le scalate, un’inarrestabile discesa verso il 14 febbraio 2004 e quella stanza di un residence a Rimini. “Marco Pantani, il campione fuori norma”, in prima nazionale sabato scorso allo Spazio Bixio, sceglie, tra i tanti modi possibili di raccontare il campione di Cesenatico, quello di focalizzarsi sugli episodi che hanno fatto nascere i sospetti, per qualcuno certezze, che il ciclista fosse dopato, come si usa dire con un orrendo neologismo. Lo fa collocando i puri dati di cronaca o meglio, gli aspetti meno noti della vicenda, ma sempre contenuti in documenti inoppugnabili nel quadro della teoria del capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. C’era una situazione di conflitto e disagio, nel mondo sportivo del 1999?, si chiedono Albertin e Ottolini. Pantani era un personaggio dotato di caratteristiche uniche e di carisma? È stato progressivamente isolato dalla comunità, stabilendo una differenza mitica, come la chiama Girard, tra lui e gli altri atleti? A partire dalla note affermazioni di Zeman del 1998, il mondo sportivo era sempre più scosso dalla presunta presenza del doping, nonostante le altrettanto note smentite di Mario Pescante. Pantani era all’apice della notorietà, consacrato dalla storica doppia vittoria di Giro e Tour nel 1998. Tutto cambia durante il Giro dell’anno dopo: a Madonna di Campiglio, il 5 giugno, gli viene riscontrato un valore di ematocrito (i globuli rossi nel sangue) superiore al consentito. Esce dall’albergo accompagnato da otto carabinieri: Riina e Provenzano, commenta Albertin, ne avevano due a testa. Scavando negli articoli e nelle carte processuali, si scopre una valanga di incongruenze. I controlli a Madonna di Campiglio non seguirono il protocollo; Pantani aveva valori di ematocrito ben più alti dopo l’incidente del ’95, ma nessuno se ne era scandalizzato. La siringa con cui fu accusato, durante il Giro del 2001, di essersi iniettato insulina, non venne mai analizzata: bastò il fatto di averla trovata nella sua stanza a Montecatini, quando la squadra aveva già lasciato l’albergo. Gli ultimi minuti, poi, sono pieni di misteri insoluti. Bussarono alla porta della stanza del residence dieci ore dopo la sua prima chiamata di aiuto. In un cestino c’era un contenitore di cibo cinese, da lui mai ordinato. La stanza stessa era devastata, ma nessuno aveva sentito nulla, e le mani di Pantani non presentavano segni. L’autopsia escluse che il ciclista avesse fatto uso prolungato di eritropoietina, sostanza che può essere responsabile dell’ematocrito alto. «Non vogliamo dipingerlo come un santo», ripetono Albertin e Ottolini, che non nascondono infatti l’ingresso della sostanza, la cocaina, nella vita di Marco e i suoi effetti devastanti. Però gli indizi sono tanti, troppi per liquidare la storia di Pantani come un semplice caso di doping e di droga. La narrazione è costruita con ottimo ritmo, in un alternarsi di spiegazioni e di siparietti anche comici, ma non guastano affatto, dove i due attori interpretano i vari personaggi cambiando accento e postura, e lasciando giustamente modo, con spazi di silenzio, allo spettatore di digerire l’informazione. Fanno pensare e trasmettono emozioni, forse il massimo per chi calca le scene. Lo spettacolo, che s’inserisce nel filone del teatro civile fortunatamente sempre più presente, merita di essere conosciuto, anche per la scenografia evocativa di Piero Ottusi, che utilizza rottami di bicicletta come i frammenti di una vita. Non sono pochi i momenti di grande intensità, ma merita una citazione il finale. Imitando il cronista De Zan senior, Albertin racconta un’immaginaria scalata con protagonisti Pantani, Zaina, Coppi e Anquetil. Pantani e Zaina staccano tutti, poi il Pirata, con un gesto di grande stile, lascia andare alla vittoria Zaina. «Svegliati Marco, ci sono i controlli!», e la bici diventa una croce. Gianmaria Pitton - Il Giornale di Vicenza


Subsonico - 18/02/2009 alle 18:28

spero l'abbia registrato, mi sta venendo una curiosità scimmiesca.


53.11 - 19/02/2009 alle 10:00

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] (...segue...) “Marco Pantani, il campione fuori norma”, in prima nazionale sabato scorso allo Spazio Bixio, sceglie, tra i tanti modi possibili di raccontare il campione di Cesenatico, quello di focalizzarsi sugli episodi che hanno fatto nascere i sospetti, per qualcuno certezze, che il ciclista fosse dopato, come si usa dire con un orrendo neologismo. Lo fa collocando i puri dati di cronaca o meglio, gli aspetti meno noti della vicenda, ma sempre contenuti in documenti inoppugnabili nel quadro della teoria del capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Gianmaria Pitton - Il Giornale di Vicenza [/quote] Caro Monsieur, in questo sito è buona abitudine citare la fonte delle notizie vero? Bene, credo che sarebbe anche buona educazione dire chi è che da 5 anni nel modo più gratuito del mondo ha messo insieme tutto quell'immenso lavoro chiamato "il Capro Espiatorio" utitlizzando appunto le teorie di Girard!!! Sarebbe buona cosa ricordarlo sia all'ALbertin e sia al giornalista Pitton del giornale di Vicenza. So bene che questa mia uscita non sarà condivisa da MAriarita che non ci tiene affatto alla visibilità, tutt'altro, però un po di gratitudine per tutto il lavoro svolto credo che gli vada di diritto!! Caro ALbertin non ti conosco, e mi scuso, non ho dubbi sulla bontà della rappresentazione ( conoscendo benissimo tra l'altro la fonte ispirativa), ma questa dimenticanza mi ha fatto male!


Donchisciotte - 19/02/2009 alle 11:08

Lorenzo, ti ringrazio perché sei sempre molto affettuoso, ma stavolta, veramente non è così. Mario ha solo pubblicato delle e mail di Alessandro. Davvero Alessandro ha citato il capro espiatorio anche molto più di quanto avrei voluto ( perché io, per timidezza, non sto bene in una situazione di visibilità), ha fatto una specie di mostra divisa per punti ( di cui mi manderà le foto perché non riesco a immaginarla) mettendo persino l’indirizzo del blog e infatti molta gente mi ha mandato messaggi privati all’indirizzo del blog. E la sera del 14, finita la rappresentazione, mi ha mandato un sms dicendo che mi aveva dedicato lo spettacolo. Nell’articolo pubblicato il giorno stesso del 14 il Giornale di Vicenza citava il capro espiatorio, come Tuttobiciweb e altri giornali. No, davvero, anche troppa visibilità, molta più di quanto avrei voluto. Comunque, almeno nel Veneto, per ora, lo spettacolo girerà e la cosa importante è questa: che quello che Marco ha dovuto sopportare è veramente troppo e desta molte domande.


rizz23 - 19/02/2009 alle 13:13

Che spettacolo di intervista, quella di Mariarita a Vicennati. Come vorrei avere 4-5 anni di più e aver potuto vivere pienamente Pantani e la sua storia.


53.11 - 19/02/2009 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Lorenzo, ti ringrazio perché sei sempre molto affettuoso, ma stavolta, veramente non è così. Mario ha solo pubblicato delle e mail di Alessandro. Davvero Alessandro ha citato il capro espiatorio anche molto più di quanto avrei voluto ( perché io, per timidezza, non sto bene in una situazione di visibilità), ha fatto una specie di mostra divisa per punti ( di cui mi manderà le foto perché non riesco a immaginarla) mettendo persino l’indirizzo del blog e infatti molta gente mi ha mandato messaggi privati all’indirizzo del blog. E la sera del 14, finita la rappresentazione, mi ha mandato un sms dicendo che mi aveva dedicato lo spettacolo. Nell’articolo pubblicato il giorno stesso del 14 il Giornale di Vicenza citava il capro espiatorio, come Tuttobiciweb e altri giornali. No, davvero, anche troppa visibilità, molta più di quanto avrei voluto. Comunque, almeno nel Veneto, per ora, lo spettacolo girerà e la cosa importante è questa: che quello che Marco ha dovuto sopportare è veramente troppo e desta molte domande. [/quote] Meglio così Mariarita :) su certe cose adoro sbagliarmi. Bene chiedo scusa all'albertin allora, ma non al giornalista che sull'articolo è stato superficiale comunque. Chiedo scusa anche a Monsieur, ma non ce l'avevo affatto con lui che ha semplicemente riportato quanto inviatogli. bene... speriamo davvero che questa rappresentazione abbia un grosso seguito!!


pinkd - 19/02/2009 alle 21:22

cannavò :O--


53.11 - 04/03/2009 alle 20:33

Il primo Marzo è finalmente riaperto il forum di Marco Pantani sul nuovo sito allestito dalla fondazione, ci ho appena dato un'occhiata ma mi è parso di vedere che è stato fatto davvero un buon lavoro, Forza Pirati.......si riparte!!!


Donchisciotte - 04/03/2009 alle 21:09

Sì, il forum è gestito da Enzo Vicennati, a titolo gratuito, per amicizia verso Marco e la sua famiglia. Spero possa essere la persona giusta per un forum che ha attraversato tante traversie. E il fatto che abbia citato, nel suo primo intervento, Cicloweb come modello di forum, me lo fa sperare con più ragione.


53.11 - 21/03/2009 alle 17:33

Riscrivo di nuovo il post sperando di non urtare la suscettibilità dei moderatori e non farmelo cancellare di nuovo. Quasi per caso mi sono imbattuto con questa roba scritta da Cascata del Toce in un'altro post, la maledizione dell'iride, dove un'altro utente riteneva indegna la vittoria mondiale di Borochard alla luce delle successive vicende doping che lo coinvolsero. "Mi risulta che Fondriest, anzi ne sono certo, abbia sempre dichiarato il contrario su Renaix... altro che rassegnato... Beh.. ce ne sono molti di ciclisti che sono stati pizziccati, giustamente o meno, per doping... hanno pagato per questo.. Secondo te se uno ha sbagliato, ed il francese che comunque nemmeno a me piace, ha sbagliato, è indegno in tutto quel che ha vinto? Esempio che pesa. Pantani ha vinto il Giro ed il Tour, non credo che siano vittorie indegne perchè nel 1999 su mandato a casa dal Giro... Brochard era li davanti..corse un bel mondiale e lo vinse con merito.. almeno quel giorno..." Sicuramente il buon cascata non si rese conto che l'esempio non è solo azzardato.. ma addirittura infondato. Non entro nel merito della dignità o meno di Brochard di essere campione del mondno, ma è EVIDENTE CHE MARCO PANTANI NON E' MAI STATO TROVATO POSITIVO A NESSUN CONTROLLO ANTIDOPING, MENTRE BROCHARD VIRENQUE E TUTTA LA FESTINA, COINVOLTI NEL 1998 FURONO REI CONFESSI. c'è una gran bella differenza, ma pare che, nonostante lo abbiamo ripetuto migliaia di volte in questi anni, proprio non ci si riesca a non fare degli accostamenti improri con Pantani quando si parla di doping. Questo tanto per fare chiarezza.


Donchisciotte - 22/03/2009 alle 20:02

Ma come? cascata del Toce, proprio tu che se qualcuno sfiora anche di striscio un giornalista, magari proprio uno di quelli che che, dopo Campiglio, ha messo in dubbio tutta la carriera di Pantani, contribuendo alla sua deriva, insorgi indignato, proprio tu te ne esci con questo esempio offensivo verso Marco? Proprio tu che che sei insorto contro chi, parlando di Cannavò e la sua memoria, faceva notare qualche cosetta, proprio tu metti in mezzo la memoria di Pantani? Perché non è un giornalista? Va da sé, mi tocca ripetere: Campiglio non era un controllo antidoping e su Campiglio ci sono dubbi grandi come una casa.


Laura Idril - 22/03/2009 alle 20:10

Donchi risale a mesi e mesi fa sta cosa... =_= magari ha scritto anche sovrappensiero...


Donchisciotte - 22/03/2009 alle 20:50

Sì, ma io la leggo adesso che è stata ripresa da 53.11. Mi dispiace ma non posso non dire nulla quando distrattamente si mette Pantani sempre sotto la cappa del doping. Comunque, detto quello che pensavo, chiudo, da parte mia, la polemica.


53.11 - 28/03/2009 alle 14:36

Mi va di portarlo su!


Donchisciotte - 17/04/2009 alle 12:26

Riporto quanto scritto, sul forum di Pantani, da Thomas Casali,della Fondazione Marco Pantani onlus: E' da qualche tempo che con Tonina e Paolo stavamo progettando un'asta benefica da fare su ebay con cimeli ed oggetti appartenuti a Marco ed avevamo prenotato lo spazio su Ebay, nella sezione Aste Benefiche, per l'ultima settimana del Giro d'Italia. In seguito alla tragedia che ha colpito l'Abruzzo, ci era già venuta voglia di fare qualche iniziativa a sostegno dei bambini delle zone colpite, ma ancora non avevamo le idee ben chiare su cosa poter fare di concreto. L'esortazione di Enzo, ed il cuore di Tonina ci ha aperto la strada. Così dopo aver letto il post di Enzo ed essermi confrontato con Tonina ho provveduto a contattare i responsabili di Ebay, per chiedere se era possibile anticipare l'asta e fare qualcosa di specifico per l'Abruzzo. La risposta è stata immediata, ed Ebay ci ha messo a disposizione (devo dire con entusiasmo) lo spazio per la settimana prossima (20 - 27 aprile) spostando altre iniziative da loro ritenute di secondaria importanza. Ho quindi il piacere di preannunciarvi che da lunedì prossimo sarà possibile partecipare a diverse aste benefiche che riguarderanno oggetti appartenuti ed utilizzati da Marco (bandane, cappellini, scaprini, maglie, etc). Contemporanenamente verrà aperta una raccolta fondi sul sito della Fondazione per tutti i tifosi che vogliono contribuire direttamente senza partecipare all'asta su ebay. Tutti i soldi raccolti da queste 2 iniziative verranno interamente impiegati per l'acquisto di materiale o di strutture necessarie per risistemare le scuole o gli asili colpiti dal terremoto. Ovviamente sarà importante far conoscere a tutti l'iniziativa per cui già da ora vi chiedo di aiutarci a diffondere la notizia su tutti i canali possibili. Sono certo della vostra collaborazione, e sono altrettanto certo che faremo una bella ed importate raccolta! ThomasThomas Casali


Donchisciotte - 20/04/2009 alle 21:49

E questo è il comunicato ufficiale: Le parole non danno da mangiare e non ricostruiscono i muri. La tragedia del terremoto in Abruzzo ha scosso i nostri cuori, come avrebbe scosso il grande cuore di Marco. Il Pirata amava i bambini e amava l’Abruzzo. Sul Gran Sasso scrisse una delle pagine più belle della sua leggenda. E diede proprio sulla pista de L’Aquila le prime pedalate dopo la vittoria del Tour. E’ giusto allora che tutti noi facciamo qualcosa di concreto per aiutare quelle fantastiche e coraggiose persone, amanti della vita, di Marco e del ciclismo, a risollevarsi. E’ per questo che la Fondazione Marco Pantani, sulla spinta di mamma Tonina e delle altre iniziative di solidarietà promosse da Danilo Di Luca e altri campioni del ciclismo, ha indetto un’asta online che si aprirà su www.ebay.it nella mattinata di lunedì 20 aprile e si protrarrà per sette giorni. All'asta verranno messe delle bandane e degli oggetti utilizzati da Marco, quali cappellini, salopette, maglie a partire dalla cifra base di 1 euro. Contemporaneamente a questa iniziativa verrà aperta una raccolta fondi tramite il sito www.pantani.it con la quale si vogliono raccogliere tutti i contributi dei tifosi che vogliono sostenere l'iniziativa anche senza impegnarsi nell'asta su ebay. Lo scopo della raccolta fondi è comunque quello di comprare attrezzature per le scuole o gli asili colpiti dal terremoto. Daremo una mano alla ricostruzione a apporremo sui luoghi che aiuteremo a ripristinare una targa con il simbolo del Pirata e i nomi dei suoi amici che ci hanno aiutato a raggiungere questo prezioso obiettivo Per ulteriori informazioni: info@pantani.it cell. 3939361114 Thomas Casali


Donchisciotte - 22/04/2009 alle 11:29

Una notizia che mi rattrista molto, neanche mi va di dire perché. Verità vo' cercando ch'è sì cara... e perduta. Aspettando la recita di Cunego e Rebellin, poi anche di Basso e degli altri, tra Freccia Vallone e Liegi­Bastogne- Liegi si torna a parlare di lui, di Riccardo Riccò. Sono stati gli stessi corridori presenti alle clas­siche, sono stati tecnici e manager in questi giorni a sussurrare progetti e inten­zioni per il futuro del gran­de assente. L’hanno visto pe­dalare con profitto e concen­trazione sulle colline mode­nesi, ore ed ore in sella. Tra un anno sarà nuovamente in gruppo. Gli scadrà la squalifica alla vigilia della Sanremo 2010. L’hanno vi­sto pedalare su di una bici­cletta gloriosa, col marchio Carrera, quella che fu di Battaglin e poi di Visentini e Roche, di Chiappucci ma soprattutto del giovane Pan­tani. Ed ecco l’indiscrezione, il progetto, le novità raccolte nel differenti ambienti, da segnalare perchè esistono struggenti analogie fra il passato di Pantani e il futu­ro prossimo di Riccò. E non è il caso di lasciarsi andare a facili ironie, quasi scontate. C’è piuttosto in assoluto una suggestione speciale. Nel 2010 quasi certamente Riccò pedalerà su bici Pan­tani. Un nuovo marchio, una bici che provocherà certe emozioni a tutti coloro - e non sono pochi - che hanno ancora il Pirata nel cuore. BOIFAVA Cerchiamo di spiegare quel che accadrà. La famiglia Pantani, Paolo e Tonina, i genitori di Marco, stanno per cedere il marchio per la costruzione delle bici con quel glorioso nome a Da­vide Boifava, che seppe cre­scere alla grande il giovane Pantani al debutto tra i prof. Il tutto con la regia del tec­nico che guidava con profit­to Pantani fra i dilettanti, Pino Roncucci, che adesso presiede la Fondazione de­dicata al Pirata. Boifava è il manager che nel tempo ha diretto campioni come Bat­taglin, Visentini, Roche, Bontempi, Chiappucci, Pan­tani, ma anche i giovani Bettinie Bartoli. E possiede un’azienda che costruisce bi­ci Carrera. Boifava, solleci­tato da più parti, è pronto a concedere una seconda e ul­tima chance a Riccardo Riccò, in cerca di un riscatto dopo le nefandezze del do­ping. E come per incanto at­torno al rilancio ed al recu­pero di Riccò sul piano pro­fessionale e sul piano uma­no, si stanno muovendo per­sonaggi importanti del mon­do politico e industriale sino al professor Veronesi, che già s’era mosso per tentare il recupero di Ivan Basso, prima che questi per il rilan­cio scegliesse la Liquigas. CENNI Un progetto di gran­de fascino con strutture ine­dite, con un centro medico e scientifico di notevole tra­sparenza per la preparazio­ne, con il coinvolgimento di altri corridori di rango e di giovani promesse nell’alle­stire un gruppo sportivo im­portante. E sempre per re­stare legati a Pantani, po­trebbe tornare sulla scena un altro marchio pieno di suggestioni, la Mercatone Uno di patron Romano Cen­ni, una figura importante per il Pirata, un grande ap­passionato di ciclismo. Le trattative sono in corso, pre­sto ci saranno sviluppi su questo progetto. Per il mo­mento la certezza è legata alle biciclette e a quel glorio­so marchio di notevole sug­gestione: Riccò su bici Pan­tani. Un motivo in più per non deludere la gente, per tentare la rinascita con grande concentrazione e massimo impegno. Del resto crediamo che nella vita sia doveroso concedere a tutti una seconda chance, anche a coloro che hanno commes­so errori enormi e molto gra­vi. Riccò garantisce d’aver fatto tesoro degli sbagli com­messi. Vive a Serramazzoni, sulle colline modenesi, in una nuova casa assieme a Vania Rossi, ex ciclista che fra tre mesi gli darà un fi­glio. Un motivo in più per ri­nascere. RIDUZIONE Il Tas gli ha ri­dotto la squalifica di quattro mesi, scadrà il 18 marzo prossimo, la Sanremo è in programma il 20. In una re­cente video intervista con­cessa a velobike.it, Riccardo aveva confessato: « Volevo chiudere col ciclismo, volevo proprio smettere. Ho soffer­to tanto per gli errori com­messi, ma col tempo ho sco­perto che questo sport è dav­vero la mia vita e credo sia giusto concedermi una se­conda possibilità. Rientrerò a 26 anni e mezzo e avrò an­cora molto da dire. Ho un ca­rattere particolare, me ne rendo conto, le persone at­torno a me o mi amano o mi odiano. Per fortuna c’è chi mi è rimasto vicino e crede ancora in me. Ho sofferto tantissimo a guardare le corse in tivù, ho capito tan­te cose e adesso mi alleno e fatico con grande intensità, ore ed ore in sella. Potrei già essere pronto per il prossi­mo Giro d’Italia. Ma a parte le battute, voglio rientrare invece la stagione prossima più forte di prima, per tor­nare a vincere in fretta». da «Tuttosport» del 21 aprile 2009 a firma Beppe Conti


robby - 22/04/2009 alle 12:16

mi sembra solo un discorso di suggestioni...ma io continuo a trovare st'accostamento tra Pantani è Ricco semplicemente sbagliato tutto qui. Lo scatto di Pantani era lo scatto di Pantani, quello di Riccò non è uno scatto alla Pantani, è uno scatto alla Riccò. Panta non è MAI stato trovato positivo ad un controllo anti doping, Riccardo sì...e poi sinceramente Panta con gli avversari non era così "sbruffone", in corsa attaccava e non aveva paura di nessuno, ma giù dalla bici era uno rispettato e che rispettava, onestamente e obiettivamente Riccardo è diverso Tutta sta coincidenza tra questi due corridori non c'è....è chiaro che le suggestioni e gli accostamenti vengono fatti per il fatto che Riccardo è l'unico che coi suoi scatti si avvicina a ciò che faceva Marco. La cosa che mi dà nu po' fastidio è questa voglia quasi maniacale di trovare il successore di Pantani..nel 2004 c'era gente che diceva che il nuovo Pantani era Cunego, l'anno scorso c'era gente che diceva che il nuova Pantani era Riccò...ma perchè tutto questo bisogno del "nuovo Pantani"? Pantani ha fatto la sua storia e ha contribuito a fare la storia del ciclismo ed è indubbio che è (e rimarrà) uno dei più grandi scalatori della storia del ciclismo, Riccardo avrà il tempo di rifarsi e di cercare di pulire quella macchia nella sua carriera cercando di fare le sue imprese Riccò non è il nuovo Pantani, è semplicemente un corridore che ora sta pagando per i suoi errori e che quando tornerà dovrà cercare di emergere in un mondo che (purtroppo son convinto) non credo lo vedrò di buon occhio


Donchisciotte - 22/04/2009 alle 12:24

no, mi dispiace acqua. Ma non è un gioco,meglio, per me, pensare ad altro.


forzainter - 04/06/2009 alle 18:24

Oggi è un giorno importante per la storia del ciclismo Il 4 Giugno 1994 Pantani vinceva la sua prima tappa al giro la Lienz - Merano 5 anni dpo il 4 Giugno 1999 vinceva la sua ultima tappa la Predazzo - Madonna di Campiglio Son passati gia' 10 anni ma il mito rimane


Donchisciotte - 05/06/2009 alle 02:24

5 giugno 1999 / 5 giugno 2009 Madonna di Campiglio Ci pensi, ci ripensi, dieci anni, la vigilia di Campiglio, il giorno di Campiglio, il giorno che Pantani… Pensi a quel mattino pieno di promesse, pensi a quando ti sei detta, subito, quella mattina stessa: mollalo, scordati il suo nome, lo massacreranno, sarà solo dolore. Pensi a quando non hai potuto non restare. Pensi a quello che gli devi per l’emozione potente che ti ha regalato in quella breve avventura dal 4 giugno 1994 al 5 giugno 1999. Pensi a quello che gli devi per l’impegno che ci hai messo, dopo il 5 giugno 1999, perché volevi che,almeno in questo caso, tutto fosse ricordato e a tutto fosse posto riparo. Pensi a quello che hai capito su Campiglio ( che sta ne Il capro espiatorio), pensi e ti sorprendi per come eri veramente pronta a tutto ( o quasi) per quella battaglia di civiltà, perché il suo nome scintillasse di nuovo in faccia ai maligni e ai superbi, pensi alla faccia tosta che ci hai messo ( e che nella vita non hai) per percorrere ogni strada possibile. Anche quei sentieri che pensavi non avresti mai imboccato. Pensi alle idee che ti sei fatta ( quelle che non possono stare ne Il capro espiatorio). Pensi alla sua ossessione, autodistruttiva, feroce,terribile, totalizzante: Madonna di Campiglio. Pensi che è morto là, perché “ mi sono sempre rialzato ma stavolta no, stavolta …è stato toccato il fondo”. Lucido, come sempre. Pensi a quello che poteva fare lui, quello che potevano fare gli altri che gli erano vicini, pensi ai percorsi e alle strategie che erano possibili. A quello che non è stato e che non sarà. Pensi all’offesa mortale di Madonna di Campiglio. Pensi all’insipienza. Pensi che ci dovremmo inchinare di fronte al suo dolore, come padre Zosima di fronte a Dimitri, pensi che si dovrebbe chiedergli scusa perché non siamo stati capaci di trovarla davvero la verità. Di provarla. Perché la verità…. “ Io so”. Pensi a quell’idea su facebook: Ridategli la maglia. Impossibile senza prove. Pensi che magari, un giorno, sua sponte, qualcuno parlerà e allora non il Giro ( che nessuno può ridargli, ovviamente) ma quella maglia della mattina del 5 giugno 1999, quella che nessuno ha portato, quella maglia gli venga ridata, portata nella tomba, a Cesenatico, in faccia ai maligni e ai superbi. Pensi che hai letto troppi romanzi . Pensi che non ci credi a una vita dopo la morte, ma poi pensi che stai sperando che si sia liberato da quell’ossessione. "Anche adesso, come allora, nessuno sapeva dove lei si trovasse. Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno.Ma lei non stava più aspettando." Paolo Giordano - La solitudine dei numeri primi – " Per la violenza della caduta le manette si erano spezzate. E le mani di Demba, quelle mani che nella paura si erano nascoste, nel rancore erano insorte, nella rabbia si erano strette a pugno e nel lamento impennate, che mute avevano tremato nel loro nascondiglio, disperate avevano lottato con il destino e sfidato caparbie le catene - le mani di Stanislaus Demba finalmente erano libere." Leo Perutz - Dalle nove alle nove - Adelphi Hasta siempre comandante Marco..............


miky70 - 05/06/2009 alle 07:10

Io ci penso e mi sale nuovamente la rabbia


robby - 05/06/2009 alle 08:28

10 anni :( e io che quella mattina andando a scuola pensavo. "oggi le ultime cose a scuola e poi gran tappa, Marco arriva da solo anche oggi, non vedo l'ora di vederlo sul mortirolo" e poi...le lacrime una volta tornato a casa. Mi manchi Marco


plata - 05/06/2009 alle 08:51

10 anni fa, una delle batoste più tremende che ricordi di aver subito. avevo 11 anni e molte cose le avrei capite diversi anni dopo...


criab - 05/06/2009 alle 08:59

Ricordo che quella mattina ero in cima al Mortirolo, ero salito con amici la sera prima in una cascina, mangiando e bevendo tutta la notte in allegria con altre migliaia di sconosciuti come solo in queste occasioni succede. Dopo un breve sonno la mattina ci siamo sistemati su uno dei tornanti della salita quando è arrivata la notizia. All'inizio nessuno ci credeva, sembrava uno scherzo. Poi invece.... Ricordo che alcuni coglioncelli mezzi sbronzi continuavano a gridare "Pantani dopato...drogato..." ecc. Ad un certo punto arriva uno in bici che aveva salito il Mortirolo e sentendoli si è fermato ed è sceso incazzato come una bestia gridandogli contro "Cosa dite ! Come vi permettete ! Io ho corso con Marco ed è sempre stato il più forte di tutti, attenti a come parlate altrimenti vengo lì e...." Già 10 anni....


roberto79 - 05/06/2009 alle 12:44

Lo ricordo ancora quel giorno... ero su di giri.... la mattina mi ero svegliato che sarebbe stata la giornata del Gavia e del Mortirolo.... la consacrazione finale con la vittoria del più forte di tutti : MARCO PANTANI. Quella mattina appena alzato mi andai a sistemare davanti al televisore per vedere come facevo sempre Tg5 PRIMA PAGINA, il tg del primo mattino (credo fossero le 7.30) .... come prima notizia è arrivata questa pietrata... non volevo crederci.... volevo pensare che si fosse trattato di un errore, allora pensai , vabbene alle 11 mi collego su Raitre e sarà tutto chiarito .... Purtroppo era solo un illusione mi collegai che i corridori erano sul tratto sterrato del Gavia... purtroppo Marco Pantani non c'era e non c'era neanche la maglia Rosa...... Mi disgustò il comportamento di Cannavò.


roberto79 - 05/06/2009 alle 13:10

articolo su pantani nel bicisport di giugno


Admin - 05/06/2009 alle 13:19

Mi crollò il mondo addosso... :(


nino58 - 05/06/2009 alle 13:44

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Mi crollò il mondo addosso... :( [/quote] Il bersaglio fu lui. Ma odiavano anche noi.


Abajia - 05/06/2009 alle 17:22

Ero un pupo, e non potevo non amare Pantani. Facevo le elementari, e due volte la settimana c'era il rientro pomeridiano. Io restavo a mangiare a scuola, e certe volte mi nascondevo nella stanzetta del bidello per rubare qualche minuto di corsa, rimanendovi rintanato anche a lezione iniziata, qualche volta. Sì, qualche volta, quando c'era da seguire Pantani che volava in salita. Quel giorno feci finta di sentirmi male e mia mamma venne a riprendermi. Aspettavo la quinta vittoria di Marco, e quando tornai a casa i corridori stavano per attaccare le rampe del Mortirolo. Non scorgendo la maglia rosa, chiesi: "Papà, ma Pantani?!" ... e lui, con tono spento e cupo: "Pantani non c'è... l'hanno buttato fuori...". Ero piccolo, ma apprezzai molto il gesto di Savoldelli di non indossare il simbolo del primato. Il primato restava del Panta, sì. Ero piccolo e lì per lì mi chiesi il motivo della squalifica, ma poi lasciai perdere. Ero piccolo e papà preferì non parlarmene più, di quell'accaduto. Ero piccolo e non capivo quale fosse la verità. Con Marco. Sempre.


bianconiglio - 05/06/2009 alle 17:23

Quel giorno sul Mortirolo c'ero anch'io ad aspettare Marco, e anch'io come tutti voi non ci volevo credere che l'avevano fermato: il pirata che mi aveva fatto conoscere ed amare il ciclismo. Ma si sa che gli anarchici e i pirati non a tutti piacciono... "Io sono un Principe libero, ed ho diritto di fare guerra al mondo come chi ha mille navi in mare." (Samuel Bellamy, pirata delle Antille XVIII sec.)


Morris - 05/06/2009 alle 22:05

[b]5 giugno 1999 [/b] Doveva essere un giorno radioso un segno aggiunto alle tue alate stimmate un pegno per chi ha un cuore. Lassù un caleidoscopio di colori s’univa ai paesaggi tuoi dioscuri intingendo di passioni e di gioie la profondità dei sentimenti: arrivavi tu che eri tutto questo per tanti. Quel tuo pedalare verso la cima che simboleggiava la vita ed il suo corso di sofferenze perché anche tu facevi fatica per le menti vere che aborran freddezze eran messaggi che cercavan un’altra giornata di glorie. Dovevi dipingere il cielo per donare come l’istinto t‘ha sempre detto ma per l’invidia e gli interessi celati sui lustrini del giusto apparente quali perfide lame delle nostre diffuse decadenze il tuo essere Marco Pantani non poteva star bene. Come i cinici che tracce non posson lasciare per l’ovvietà del fetore di scopo t’hanno sfregiato il cuore ben sapendo che agli artisti veri un urto a quell’organo scatena torture di morte. Ma le leggende non muoiono nello spirito e nei significati e per chi le ha volute colpire ci sarà la perenne angoscia d’esser stato carnefice. Morris Rileggendola, mi son reso conto di quanto fossi ottimista. Con l’ottimismo dei fessi, tra l’altro, perché i carnefici, l’angoscia la provano solo quando stanno per morire. Per la paura che viene dal nostro essere microscopici di fronte all’irreparabile. Quando seppi del fermo di Marco, pensai subito a quello che poi…. è stato. Un atto voluto e costruito. Col tempo, la convinzione s’è moltiplicata nella certezza e sento sempre più forte la pacca e le parole di quel dottore incontrato un anno dopo: “Lei che è impegnato nel ciclismo, è giusto che sappia che Pantani è stato fregato, perché il suo ematocrito non superava il 47%”. Sono passati dieci anni, ed il suo sacrificio, non è servito a nulla. I motivi sono ancora tutti lì. Anzi, con tutto quello che s’è visto e con la sempre minore credibilità di chi, con fesseria, definisce istituzioni delle autentiche cloache, amaramente, è inevitabile constatare quanto gli imbecilli continuino a tessere la loro tela. Stanno nell’osservatorio, nei media, fra i dirigenti e persino sotto quei buffi mantelli neri che significano sempre meno buon senso, perché di imbecilli, il potere, ha bisogno come il pane, ed ogni argomento o settore, è utile alla produzione di imbecillità. Marco volò grandioso sul nido del cuculo. Lo dovevano uccidere, perché nel suo campo d’azione, rischiava di fermare quell’infausta produzione. E l’han ammazzato due volte.


prof - 06/06/2009 alle 11:55

la cosa di gran lunga piu' bella che ho trovato nel recente giro d'italia è stato quello sventolare di bandiere e striscioni inneggianti ancora al piu' grande di tutti. Basterebbe questo a spiegare che cos'è il ciclismo vero e perchè ci se ne innamora. Un abbraccio a tutti.


rizz23 - 02/07/2009 alle 20:40

Bel ricordo nella presentazione del Tour della Saxo. Un esempio lampante di quanto significhi tuttora il Pirata nell'immaginario collettivo del ciclismo. http://www.team-saxobank.com/ny_news.asp?lang=uk&n_id=2411


Subsonico - 04/07/2009 alle 13:18

Ieri sera a Giovinazzo suonava Giorgio Canali (storico membro di CCCP/CSI/PGR nonchè collaboratore dei litfiba). Tra le canzoni che ha suonato c'è "Marco Pantani nella Biglia Gigante", il cui significato era apparso fino ad oggi abbastanza criptico per via anche della presenza solo tangenziale di Pantani. Ho trovato un intervista chiarificatrice: [b]MP nella BG” parla, come dici anche in un comunicato, dell’essersi abituati a non lottare per ottenere quel che vogliamo, il naufragio del motto “tutto e subito” di fronte alla mediocrità della vita. Marco Pantani nel testo è solo un simbolo di quelle cose che ci distraggono e di cui ci accontentiamo per sentirci vivi, come “la curva in festa” e le “due vetture rosse in testa”, o è qualcosa di più?[/b] [i]Ehi, ma Marco Pantani nella canzone è l’eroe positivo…. Oh gente, avete lasciato che riabilitassero Craxi senza battere ciglio, mica mi verrete a stracciare i maroni per la mia personale riabilitazione del Re di noi impasticcati… la biglia gigante sul prato davanti alla sede centrale del Mercatone Uno a Imola, sulla A14, è la cosa più poetica che mi sia capitata di vedere negli ultimi anni… tanto per ricordare che “poesia” è un concetto soggettivo :)… poi nel testo mi diverto a giocare con la gente che sventola l’unica bandiera rossa che conosce: quella della ferrari…[/i]


Donchisciotte - 05/07/2009 alle 01:26

Che palle! Ci mancava il re degli impasticcati, ci mancava che cantanti e gente di spettacolo salisse sul carro della " brutta morte da maledetto". Che palle, che banalità!


criab - 05/07/2009 alle 14:51

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Che palle! Ci mancava il re degli impasticcati, ci mancava che cantanti e gente di spettacolo salisse sul carro della " brutta morte da maledetto". Che palle, che banalità! [/quote] Per forza certa gente sale su un certo tipo di carro, altrimenti chi se lo fila giorgio canali ? e chi é ? Sarà uno dei classici strimpellatori da centro sociale.


Donchisciotte - 14/07/2009 alle 16:21

Fa veramente piacere sentire durante la telecronaca del Tour che non c'è giorno in cui i telecronisti non ricevano messaggi su Marco. Sulle salite ( ha racconato Beppe Conti) ci sono sempre cartelli per lui, anche in Francia, e la gente ne parla e, soprattutto, nel sondaggio della Gazzetta ( non ho capito se cartacea o sul sito) Pantani è il ciclista ancora oggi più popolare. Sono passati nove anni da quando ha vinto l'ultima volta, Ma ,evidentemente, " c'è qualcosa in lui...". In faccia ai maligni e ai superbi il suo nome scintillerà...:IoI


Donchisciotte - 21/07/2009 alle 01:34

Segnalo due cose che riguardano Pantani. Domani, 21 luglio, alle 23,30 su La 7 c’è il programma Complotti dedicato a Marco e alla vicenda di Madonna di Campiglio ( spero nella qualità del programma). Poi, visto che c’è stato un momento di …difficoltà con Alessandro Albertin oggi superato, segnalo che lo spettacolo teatrale Marco Pantani: un campione fuori norma ( tratto da Il capro espiatorio) verrà rappresentato, per ora, con questo calendario ( e mi fa piacere che giri uno spettacolo dove si racconta una parte della via crucis di Marco): 24 luglio ore 21,15 Giardino Villa Serena Ponzano Veneto loc. Paderno (TV) 27 luglio ore 21,00 Giardino teatro Paravento Locarno ( Svizzera) 29 luglio ore 21,00 Villa Venier Sommacampagna (VR) 31 luglio ore 21,00 Borgo Rocca Sveva Soave (VR) 1 agosto ore 21,15 Teatro Arene Torcolo Cavaion Veronese (VR) 7 agosto ore 21,00 teatro Vittoria Borgo Chiesanuova (VR) 8 agosto Teatro Arena di Montemerlo Montemerlo (PD) 19 settembre ore 21,00 Piccolo teatro Don Bosco Padova 24 settembre ore 20,30 Auditorium Santa Chiara Trento 26 settembre ore 21,00 Teatro San Marco Vicenza 02 ottobre ore 21,00 Teatro Santa Giulia Brescia 08 ottobre ore 20,30 Teatro Cristallo Bolzano In questi giorni sto aggiornando il capro espiatorio per un altro progetto che potrebbe realizzarsi e, a distanza di due anni dall'ultima volta che ci ho messo mano, mi fa ancora male l'immersione in tutto quello che è sucesso a Marco "in un paese orribilmente sporco".

 

[Modificato il 21/07/2009 alle 01:42 by Donchisciotte]


Tranchée d’Arenberg - 21/07/2009 alle 02:17

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] mi sembra solo un discorso di suggestioni...ma io continuo a trovare st'accostamento tra Pantani è Ricco semplicemente sbagliato tutto qui. Lo scatto di Pantani era lo scatto di Pantani, quello di Riccò non è uno scatto alla Pantani, è uno scatto alla Riccò. Panta non è MAI stato trovato positivo ad un controllo anti doping, Riccardo sì...e poi sinceramente Panta con gli avversari non era così "sbruffone", in corsa attaccava e non aveva paura di nessuno, ma giù dalla bici era uno rispettato e che rispettava, onestamente e obiettivamente Riccardo è diverso Tutta sta coincidenza tra questi due corridori non c'è....è chiaro che le suggestioni e gli accostamenti vengono fatti per il fatto che Riccardo è l'unico che coi suoi scatti si avvicina a ciò che faceva Marco. La cosa che mi dà nu po' fastidio è questa voglia quasi maniacale di trovare il successore di Pantani..nel 2004 c'era gente che diceva che il nuovo Pantani era Cunego, l'anno scorso c'era gente che diceva che il nuova Pantani era Riccò...ma perchè tutto questo bisogno del "nuovo Pantani"? Pantani ha fatto la sua storia e ha contribuito a fare la storia del ciclismo ed è indubbio che è (e rimarrà) uno dei più grandi scalatori della storia del ciclismo, Riccardo avrà il tempo di rifarsi e di cercare di pulire quella macchia nella sua carriera cercando di fare le sue imprese Riccò non è il nuovo Pantani, è semplicemente un corridore che ora sta pagando per i suoi errori e che quando tornerà dovrà cercare di emergere in un mondo che (purtroppo son convinto) non credo lo vedrò di buon occhio [/quote] Quoto tutto al 100%. Bravissimo Robby!!!


lemond - 21/07/2009 alle 08:57

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Fa veramente piacere sentire durante la telecronaca del Tour che non c'è giorno in cui i telecronisti non ricevano messaggi su Marco. Sulle salite ( ha racconato Beppe Conti) ci sono sempre cartelli per lui, anche in Francia, e la gente ne parla e, soprattutto, nel sondaggio della Gazzetta ( non ho capito se cartacea o sul sito) Pantani è il ciclista ancora oggi più popolare. Sono passati nove anni da quando ha vinto l'ultima volta, Ma ,evidentemente, " c'è qualcosa in lui...". In faccia ai maligni e ai superbi il suo nome scintillerà...:IoI [/quote] A me invece non fa per niente piacere, anzi il fatto che sia diventato un'icona lo pone al di là del ciclismo vero e proprio che tu, meglio di me, penso conosca e che è fatto di alti e bassi, sofferenza e gioia, stupidaggini e scelte intelligenti, delusione e vittoria. Se si tolgono i primi che ne è dei secondi? A me Marco piace ricordarlo nella sua intierezza e non come una specie di santo, perché in questi, così come nei martiri non ho mai creduto. Per quanto riguarda la popolarità, secono me "la massa fa massa" :Od: ed infatti ad es. i politici più popolari in Italia sono: Berlusconi, Bossi e Di Pietro :OIO.


Morris - 22/07/2009 alle 01:49

Di fretta.... "Complotti" è stata la miglior trasmissione televisiva proposta sulle due morti di Marco. L'unica che ha scavato su Campiglio. Se fosse stata proposta tre anni fa su una TV più visibile, avrebbe ottenuto pure delle risultanze palpabili. Stavolta, sul mezzo televisivo, non ci si può lamentare. I lati meno efficaci o contraddittori, sono stati infinitesimali, ed un bravo "La7" se lo merita.


robby - 22/07/2009 alle 09:15

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Di fretta.... "Complotti" è stata la miglior trasmissione televisiva proposta sulle due morti di Marco. L'unica che ha scavato su Campiglio. Se fosse stata proposta tre anni fa su una TV più visibile, avrebbe ottenuto pure delle risultanze palpabili. Stavolta, sul mezzo televisivo, non ci si può lamentare. I lati meno efficaci o contraddittori, sono stati infinitesimali, ed un bravo "La7" se lo merita. [/quote] straquoto Maurizio!


Donchisciotte - 22/07/2009 alle 10:54

Hai ragione, Morris. A me la trasmissione è molto piaciuta, certo penso sia stato tagliato molto ma già così è stata un’ottima trasmissione. All’inizio la velocità mi dava un po’ fastidio, poi ho capito che dava quel senso di incalzare degli avvenimenti, dei sospetti e delle certezze che creava il giusto grado di inquietudine, di frantumazione delle certezze che lo spettatore che non sa, che non ha approfondito la cosa, che pensa a Pantani come al dopato morto di overdose, era giusto e positivo che provasse. A me, in questi casi, piace sempre la razionalità perché non si possa dire: va beh… sono paranoie che nascono dal dolore. Comunque efficaci e bravi tutti: Vicennati, Tonina e Thomas. L’unico punto debole è stato quando Mura ha fatto il finto scemo: lanciato il discorso “ politico” da Vicennati ( trasferimento dello scandalo doping sull’unico capo di Pantani) e Brunel ( lotta di Marco ai controlli Coni) e dal preciso filmato di Marco che inveiva al Processo alla tappa contro i controlli Coni, c’è stato Mura che, a occhi bassi perché non ha avuto il coraggio di alzarli, che ha detto: ma no, chi poteva voler colpire la gallina dalle uova d’oro del ciclismo? Mura non può ignorare che il fatto che Marco portasse via sponsor e passione ad altri sport e che modificasse con ciò i rapporti di forza tra le federazioni non stava bene a tutti, ma, soprattutto, il fine non era uccidere Pantani gallina dalle uova d’oro, era immolarlo per salvare lo sport italiano dallo scandalo doping ( Conconi, il calcio coinvolto, il Coni stracoinvolto anche se prescritto) , mostrando al mondo che non si temeva di colpire uno ai livelli di Marco e poi recuperarlo come testimonial dello sport pulito, figliol prodigo pentito per cui uccidere il vitello grasso, come già alla cena della sera prima del 5 giugno gli era stato detto. Il carattere di Pantani che non ha mai smesso di dire che era un agguato e che lo ha atto frantumare ma non piegare al potere, ha impedito la realizzazione completa del progetto che prevedeva, appunto, che la gallina facesse uova di platino ( salvare il potere sportivo) oltre che d’oro.. Comunque, vedendo la bella trasmissione di ieri sera, che non permette a nessuno, dopo averla vista, di continuare a pensare che le cose sono come ci sono state dette per anni, a me è venuta anche rabbia . Tanta rabbia. E tanto dolore. Perché le risorse e le intelligenze che abbiamo visto ieri sera ( Vicennati prima di tutto, che è nell’ambiente, è giornalista , non è “ di parte” come la famiglia ecc. e c’erano altri , penso a Viberti a Jacobelli solo per fare pochissimi nomi ecc.) c’erano pure 10 anni fa, quando Marco era vivo. Se invece di farlo isolare, a coltivare i suoi fantasmi, la depressione e la tossicodipendenza si fosse fatto aprire al mondo, si fossero cercati rapporti, alleanze, si fossero tenute insieme le risorse , le intelligenze, le amicizie disinteressate che c’erano ( insieme a avvocati tipo quelli di Armstrong e psichiatri esperti a curarlo), se qualcuno non avesse pensato di poter essere “tutto”, se qualcuno non avesse puntato sull’approssimazione e il nascondimento, siamo certi che oggi non staremmo raccontando un’altra storia? Trasmissioni come questa, molto bella, utilissima nel ribadire sempre: non è andata come credete, lasciano l’amaro in bocca e la rabbia, per quella solitudine che Marco ha creduto di avere intorno e che poteva essere rotta, facendolo aprire a chi, fra i giornalisti, non aveva detto “ traditore”, campione fasullo o mozzarella di bufala, a chi era amico prima e lo è restato dopo, perché era disposto a sentire le sue ragioni, facendolo aprire ai tifosi che erano tantissimi e non erano solo quelli che gli gridavano “ dopato”, facendolo aprire anche a chi, intorno a lui, magari pochi, potevano fargli capire che non era solo e che non era un traditore di nulla. Tutti hanno colpe enormi ( potere sportivo, magistratura, tanti giornalisti ecc.) nella morte di Marco ma la colpa più grande è di chi non ha organizzato intorno a lui una difesa efficace e potente, una cura giusta e soprattutto di chi ha disperso, respinto, ignorato una rete di intelligenze e persone amiche e disinteressate che potevano aiutarlo a rompere l’accerchiamento. Il fatto che Vicennati nella trasmissione di ieri fosse presentato come “ giornalista e amico di Pantani” mi è molto piaciuto ma anche addolorato per quello che poteva essere e non è stato fatto essere. Adesso non possiamo fare altro che impedire che scenda il silenzio e ribadire: niente è come vi hanno fatto credere.


Frank VDB - 22/07/2009 alle 11:06

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] l’amaro in bocca e la rabbia, per quella solitudine che Marco ha creduto di avere intorno e che poteva essere rotta [/quote] Pantani aveva un carattere alquanto difficile. La solitudine in parte gliela hanno creata attorno, in parte se l'è creata lui. Qualcuno non ha saputo gestirlo, ma lui non voleva essere gestito. E quando entrano in ballo le tossicodipendenze, nessuno ha la bacchetta magica per uscire dalla spirale che si crea. Nè Muccioli nè don Gelmini nè nessun altro. Come sempre... Riposi in Pace


bianconiglio - 22/07/2009 alle 11:08

Purtroppo io il programma di la7 me lo sono perso :( c'è modo di vederlo in rete?


Donchisciotte - 22/07/2009 alle 11:23

Sì, VDB, difficile curare la depressione e le dipendenze, sì Pantani aveva un carattere difficile e si è isolato come fanno i depressi. Ma , appunto, chi ritiene di essere in grado di gestire la situazione, chi non fa un passo indietro dicendo: " scusate, io non ci riesco a farlo curare e non voglio dare alibi a nessuno facendo pensare che si sta curando", una responsabilità se la prende. Se poi si legge ( libro della Ronchi) che fu curato da uno psichiatra senza il titolo prescritto, dallo psichiatra del sert, da un amico gestore di discoteche che pensava di trasformarlo in velocista, da una manager che gli parlava, da una clinica per tre giorni dove, si è letto nelle cronache giudiziarie, si faceva arrivare la cocaina dagli spacciatori del luogo, se permetti qualche dubbio mi viene. Poi a uno che si isola si dice , no, guarda, leggi qua, vediamo questo, vediamo quello, vediamo se possiamo fare sponda con qualche giornalista amico,prendiamo l'avvocato più potente ecc. Se si ribadisce l'isolamento, invece... Riposi in pace? Già riposa in pace, purtroppo, rimangono i doveri dei vivi, rimane il dovere di civiltà.


Subsonico - 22/07/2009 alle 12:16

Vorrei vederlo. PS: Certo che il titolo del programma è un pessimo biglietto da visita.


Bitossi - 22/07/2009 alle 12:41

Depressione o non depressione, ricordiamo che la trasmissione si chiamava "Complotti", ed è su questo aspetto che va maggiormente posta l'attenzione. Se non sbaglio, è la prima volta che l'ipotesi complottista viene sposata abbastanza apertamente da una inchiesta televisiva, giusto? E la trasmissione lo ha fatto molto bene a mio avviso, partendo dal 14 febbraio 2004, risalendo poi, nella seconda parte, al 5 giugno 1999. Come a suggerire che, se c'è stato "complotto" qui, è quantomeno probabile ci fosse stato anche là... In ogni caso è la prima volta, sempre se non sbaglio, che sento in televisione mettere in dubbio apertamente e organicamente la correttezza e la professionalità delle indagini del febbraio 2004. Modalità che definire dilettantesche o superficiali è persino un complimento. Mi pare che di questo si debba dare atto e ringraziare in particolare Brunel e il suo libro. Da qui al complotto ce ne è ancora di strada, però secondo me uno squarcio su questa ipotesi si apre... Se la mia parabola ha un qualche valore... le mie posizioni "distratte" di partenza, nel 1999 e nel 2004, se devo essere veramente sincero, erano state rispettivamente: - 5 giugno: "Una disattenzione, si è fatto beccare, pur facendo quello che fanno tutti" - 14 febbraio: "Povero ragazzo... non pensavo fosse arrivato a quello stadio" Devo ringraziare le letture fatte in questi anni, tra cui quelle fatte in questo forum rivestono particolare importanza e valore, se pian piano le mie idee iniziali sulla questione, che potrei definire "da cittadino medio", si sono arricchite di nuovi particolari e di punti di vista, fino ad arrivare a quelle odierne, che riassumerei in: - complotto o non complotto, l'inchiesta sulla morte di Marco va riaperta, perché la morte di [b]ogni cittadino[/b] va spogliata sempre e comunque da ogni ragionevole dubbio (e qui di dubbi ce ne sono a iosa...) - a Madonna di Campiglio il complotto quasi sicuramente c'era (e non sottovaluterei tanto l'ipotesi "malavitosa", che ricollegherebbe i due avvenimenti) Tornando alla trasmissione di ieri, voglio aggiungere che sono rimasto molto colpito dalla dignità, dalla fermezza e dal coraggio della Signora Tonina, a cui va, per quello che può valere, tutta la mia solidarietà.

 

[Modificato il 22/07/2009 alle 12:47 by Bitossi]


Donchisciotte - 22/07/2009 alle 16:19

E poi scusa VDB, ma perché tutto questo bisogno di pace non sorge quando lo mettono in mezzo a ogni positivo che beccano? Sono anni che si cerca la verità su tanti morti e complotti in Italia, è giusto che si cerchi, non dimentichiamo che , per quanto riguarda Pantani, certi poteri e certe persone sono ancora tutti lì.


Frank VDB - 22/07/2009 alle 16:30

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] E poi scusa VDB, ma perché tutto questo bisogno di pace non sorge quando lo mettono in mezzo a ogni positivo che beccano? Sono anni che si cerca la verità su tanti morti e complotti in Italia, è giusto che si cerchi, non dimentichiamo che , per quanto riguarda Pantani, certi poteri e certe persone sono ancora tutti lì. [/quote] La pace che auspico per lui non è il silenzio della giustizia. Giustizia deve essere fatta, eccome. Indagando sulla morte, sui controlli antidoping, etc. Quando parlo di pace, mi riferisco alla sua storia umana. Recriminare sulla sua solitudine (in parte subita, ma in parte voluta), sulle sue scelte (in parte sue, in parte indotte da altri) porta poco lontano. E rischia di cancellare il profilo umano del Pirata. Un profilo umano che lo ha reso unico a livello di carisma sportivo ma che è stato uno dei suoi maggiori handicap quando le cose hanno girato male. Poi parlo di pace quando in continuo si cerca di rapportare alla sua figura tutto l'universo ciclistico: da quello tecnico, a quello politico-sindacale, a quello dell'immagine. (mi riferisco ad uno scambio che abbiamo avuto pochi giorni fa).


prof - 22/07/2009 alle 17:32

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] E quando entrano in ballo le tossicodipendenze, nessuno ha la bacchetta magica per uscire dalla spirale che si crea. Nè Muccioli ... [/quote] Dici cose sensate ma per Muccioli, secondo me, non vale quanto dici per gli altri ... :)


lemond - 22/07/2009 alle 18:19

Hanno mandato in onda oggi su France2, nella rubrica "Miroir du tour" un servizio su Ugo Koblet che, non sapevo, ha avuto una fine vita simile a quella di Marco: abbandonato da tutti e perso quello che aveva, è andato a schiantarsi volutamente contro un albero. Io, ripeto, non rammentavo niente di quanto accadde quel giorno del 1964. Morris probabilmente sai anche di più. Se volessi ... Grazie.


thepirate87 - 22/07/2009 alle 18:30

Anch'io ho visto il programma su La7. Era veramente ben fatto e tutte le ipotesi di verità fatte erano documentate. In più c'erano i commenti di Tonina, del cugino, di Vicennati, del francese che ha scritto il libro sulla sua morte(scusate mi sfugge il nome) e del grande Gianni Mura. Marco sempre con noi, Tonina non mollare, troverai la verità


Norman - 22/07/2009 alle 18:34

Anche io me lo sono perso. Esiste la possibilità di rivederlo?


asterisco - 26/07/2009 alle 11:20

Una cosa che ancora mi tormenta non è tanto il crollo di Pantani dopo Madonna di Campiglio,ma come non sia riuscito a tornare Pantani dopo il Tour del 2000. A Courchevel aveva distanziato di 58 secondi Armstrong, la Gazzetta e Martinelli dissero che era il Pantani più forte di sempre, lui stesso disse che ora la classifica era compromessa,ma l'anno successivo poteva tornare a vincere. Invece la folle fugas dopo qualche giorno e soprattutto sarebbe servito qualcuno che lo convinceva che la gente gli voleva bene e che lui era tornato il numero uno.


hipergrass - 26/07/2009 alle 11:40

[quote][i]Originariamente inviato da asterisco [/i] Una cosa che ancora mi tormenta non è tanto il crollo di Pantani dopo Madonna di Campiglio,ma come non sia riuscito a tornare Pantani dopo il Tour del 2000. A Courchevel aveva distanziato di 58 secondi Armstrong, la Gazzetta e Martinelli dissero che era il Pantani più forte di sempre, lui stesso disse che ora la classifica era compromessa,ma l'anno successivo poteva tornare a vincere. Invece la folle fugas dopo qualche giorno e soprattutto sarebbe servito qualcuno che lo convinceva che la gente gli voleva bene e che lui era tornato il numero uno. [/quote] asterisco, nella tappa dopo courcheval pantani era andato in fuga sin dall'inizio della tappa per cercare di far saltare il tour e il suo padrone. ma siccome si era alimentato male (pochi solidi e molti zuccheri e liquidi) aveva poi avuto problemi intestinali per questo ha mollato e cmq il pantani di courcheval non era il pantani migliore di sempre, aveva già avuto problemi con la cocaina e non era quindi al top ne fisicamente ne mentalmente, altrimenti altro che 58 secondi o classifica compromessa nel tour del 2000. io mi ricordo un armstrong particolarmente nervoso quel giorno al primo attacco del pirata che ha gestito la stiruazione grazie ai consigli del suo DS ancora una cosa: pantani era una persona molto introversa e chiusa, certo aveva bisogno di persone che lo sostenessero, ma per come era messo mentalmente aveva bisogno di ritrovare gli stimoli lui stesso e poi io, conoscendo pantani, non la considererei una "fuga folle" quella di morzine ma un'impresa alla pantani :)

 

[Modificato il 26/07/2009 alle 11:42 by hipergrass]


asterisco - 26/07/2009 alle 12:35

Si è vero che Pantani aveva già il problema della cocaina, ma a Courchevel battè Armstrong e poi anche Boonen ha vinto la roubaix con il problema. Compagni di allenamento di Pantani ricordano come Marco per mesi riuscisse a starne fuori, poi quando finivano le corse... ricadeva nel baratro. Certamente era un carattere difficile e vi era la cocaina,ma anche l'autopsia ha rivelato un fisico da atleta anche dopo altri 4 anni. Secondo me chi gli stava accanto nel 2000 avrebbe veramente potuto (e dovuto ) farlo tornare il grande Pantani


lemond - 26/07/2009 alle 12:42

In effetti, più ci si pensa e meno si comprende come non si sia riusciti in uno Stato sviluppato a salvare una persona che, secondo me, rappresentava un patrimonio dell'umanità. Certo in Italia anche Coppi è stato ucciso dall'ignoranza medica :OIO


Gabro - 26/07/2009 alle 12:52

[quote][i]Originariamente inviato da asterisco [/i] Si è vero che Pantani aveva già il problema della cocaina, ma a Courchevel battè Armstrong e poi anche Boonen ha vinto la roubaix con il problema. Compagni di allenamento di Pantani ricordano come Marco per mesi riuscisse a starne fuori, poi quando finivano le corse... ricadeva nel baratro. Certamente era un carattere difficile e vi era la cocaina,ma anche l'autopsia ha rivelato un fisico da atleta anche dopo altri 4 anni. Secondo me chi gli stava accanto nel 2000 avrebbe veramente potuto (e dovuto ) farlo tornare il grande Pantani [/quote] Era Pantani che non voleva ritornare il grande Pantani: troppo più facile e comodo il ruolo della vittima di un sistema malato e crudele. Gli amici e i parenti sono fondamentali per coloro che trovano la forza e il coraggio di opporsi alle difficoltà, non per i deboli che non le affrontano. A me i grandi campioni dello sport, dell'arte, dello spettacolo etc. che si sono distrutti con le loro maninon hanno mai suscitato la mia compassione, solo rabbia e disprezzo; Pantani e Bonen sono un pessimo esempio per i giovani, vanno esaltati per le loro imprese sportive ma condannati senza appello sul piano umano.


Admin - 26/07/2009 alle 12:53

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da asterisco [/i] Si è vero che Pantani aveva già il problema della cocaina, ma a Courchevel battè Armstrong e poi anche Boonen ha vinto la roubaix con il problema. Compagni di allenamento di Pantani ricordano come Marco per mesi riuscisse a starne fuori, poi quando finivano le corse... ricadeva nel baratro. Certamente era un carattere difficile e vi era la cocaina,ma anche l'autopsia ha rivelato un fisico da atleta anche dopo altri 4 anni. Secondo me chi gli stava accanto nel 2000 avrebbe veramente potuto (e dovuto ) farlo tornare il grande Pantani [/quote] Era Pantani che non voleva ritornare il grande Pantani: troppo più facile e comodo il ruolo della vittima di un sistema malato e crudele. Gli amici e i parenti sono fondamentali per coloro che trovano la forza e il coraggio di opporsi alle difficoltà, non per i deboli che non le affrontano. A me i grandi campioni dello sport, dell'arte, dello spettacolo etc. che si sono distrutti con le loro maninon hanno mai suscitato la mia compassione, solo rabbia e disprezzo; Pantani e Bonen sono un pessimo esempio per i giovani, vanno esaltati per le loro imprese sportive ma condannati senza appello sul piano umano. [/quote] Condannati a morte, infatti.


meriadoc - 26/07/2009 alle 13:07

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] Era Pantani che non voleva ritornare il grande Pantani: troppo più facile e comodo il ruolo della vittima di un sistema malato e crudele. [/quote] non sono d'accordo. Io, per esempio, sono convinto che sia estremamente più facile e comodo sentenziare in modo banale e qualunquista dietro alla tastiera.


Gabro - 26/07/2009 alle 13:42

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] Era Pantani che non voleva ritornare il grande Pantani: troppo più facile e comodo il ruolo della vittima di un sistema malato e crudele. [/quote] non sono d'accordo. Io, per esempio, sono convinto che sia estremamente più facile e comodo sentenziare in modo banale e qualunquista dietro alla tastiera. [/quote] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile: Pantani ha sbagliato, come tanti altri prima di lui, lui è stato l'unica causa del suo male.


Laura Idril - 26/07/2009 alle 13:45

Anche la mia è una cosa inconfutabile: avere la tastiera non significa affatto che debba essere usata per scrivere.


lemond - 26/07/2009 alle 13:54

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile: Pantani ha sbagliato, come tanti altri prima di lui, lui è stato l'unica causa del suo male. [/quote] Spero che tu sia giovane, perché altrimenti ... Io, come Gaber, non sono certo uno che dà sempre la colpa all'epoca o alla storia, anzi credo nella responsabilità personale. Però il caso di Pantani è, secondo me, un caso emblematico di omicidio sociale. P.S. Ho avuto un allievo morto come Pantani ed era il più intelligente, ma anche quello più sensibile della classe. E dopo la sua morte sono riuscito a far pubblicare un libretto delle poesie che aveva scritto.


meriadoc - 26/07/2009 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile [/quote] ah, ok. mica lo sapevo, bastava dirlo subito.


cunego - 26/07/2009 alle 14:07

Laura e meriadoc ruleZ.


lemond - 26/07/2009 alle 14:08

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile [/quote] ah, ok. mica lo sapevo, bastava dirlo subito. [/quote] Perché fare il Maramaldo? A tutti può scappare un'espressione infelice. Io ad es. ne conosco molti.


Gabro - 26/07/2009 alle 18:39

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Spero che tu sia giovane, perché altrimenti ... Io, come Gaber, non sono certo uno che dà sempre la colpa all'epoca o alla storia, anzi credo nella responsabilità personale. Però il caso di Pantani è, secondo me, un caso emblematico di omicidio sociale. P.S. Ho avuto un allievo morto come Pantani ed era il più intelligente, ma anche quello più sensibile della classe. E dopo la sua morte sono riuscito a far pubblicare un libretto delle poesie che aveva scritto. [/quote] Che il clima che si creò intorno a Marco fosse ingiusto e soffocante è innegabile e lui riuscì anche resistere ai primi oltraggi del destino, ma alle ennesime ferite inferte da un apparato ostile ed insensibile, il male di vivere che aveva offuscato le sue le sue facoltà fisiche e psichiche non lo condusse all'ignomignosa fine che ha addolorato tutti noi. Ora, è comprensibile provare compassione Pantani ed è giusto mantenere viva la memoria della sua drammatica vicenda per denunciare un sistema corrotto che può ancora mietere vittime, ma è sbagliatissimo descriverla con i connotati di un'agiografia come negli ultimi anni stanno facendo i media dalla coscienza sporca e i tifosi bisognosi di un santo laico. Questi ultimi, pur in buona fede, veicolano un messaggio pericoloso: non c'è scampo contro un mondo avverso è inutile opporvisi, l'autodistruzione è l'unica forma di protesta che faccia effetto. No, non è a questa conclusione nichilistica che si deve giungere; il caso Pantani deve essere ricordato come l'emblema del fatto che la fuga dalle proprie responsabilità di uomo sia uno sbaglio fatale. Sì, ognuno di noi ha delle responsabilità verso coloro che ci hanno cresciuto e che ci hanno amato, coloro che ci stanno intorno con amore sincero, arrecargli dolore è la colpa più grave di cui un uomo si possa macchiare e la si realizza scappando da loro per rinchiudersi in sé stessi, trovando un rifugio nel quale l'unico barlume di speranza può scaturire solo dal nulla più oscuro. [i]Lemond[/i], la società che impunemente ha condannato Marco, ha sì minato il suo arbitrio ma non gli ha offerto gli strumenti della sua distruzione, quelli sono stati cercati da lui. I responsabili del del suo dramma sono diversi ma tra loro c'è anche lui.


asterisco - 26/07/2009 alle 20:23

E' indubbio che anche Pantani ha le sue colpe,ma ribadisco secondo me dopo Courchevel 2000 l'occasione del pieno recupero anche come atleta era a portata di mano. Dopo il Giro 2003 bisognava invece insistere ed avremmo avuro un buon atleta per qualche anno ed il recupero di un uomo. Certe occasioni sono a portata di mano poi.... si cade nel baratro


Dreams - 26/07/2009 alle 21:39

[quote][i]Originariamente inviato da asterisco [/i] E' indubbio che anche Pantani ha le sue colpe,ma ribadisco secondo me dopo Courchevel 2000 l'occasione del pieno recupero anche come atleta era a portata di mano.[/quote] Ma io credo che la situazione dopo il Giro 1999 non sia più stata a portata di mano, o meglio, bisognava riportarlo in poche settimane di nuovo ai livelli precedenti. Facendo passare quasi un anno la situazione è scappata di mano, quando si è psicologicamente turbati ci si sente stanchi fisicamente e ci si allena con meno motivazione e alla fine dei conti i risultati non arrivano, così si comincia ad avere la piena convinzione di essere dei rifiuti in una società che è già di x se un rifiuto. [quote][i]Originariamente inviato da asterisco [/i] Certe occasioni sono a portata di mano poi.... si cade nel baratro [/quote] A portata di mano :? dipende da quale personalità hai. Tutto è facile se si vedono le cose da occhio esterno. Poi quando ti capita una cosa simile mi fai sapere se gli eventi successivi sono davvero a portata di mano. ;)


nino58 - 26/07/2009 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile: Pantani ha sbagliato, come tanti altri prima di lui, lui è stato l'unica causa del suo male. [/quote] Posso suggerirti dove andare ?


W00DST0CK76 - 26/07/2009 alle 22:10

Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri.

 

[Modificato il 26/07/2009 alle 22:14 by W00DST0CK76]


Gabro - 26/07/2009 alle 23:26

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione!


Admin - 26/07/2009 alle 23:50

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] "Nel modo peggiore" dal tuo punto di vista. "Anche io credo che l'abbiano fregato e che ci sia voluto più fegato a ripeterlo sino alla fine, di quanto ne sarebbe servito per ripartire facendo finta di niente". Questo tra virgolette per esempio è un punto di vista opposto al tuo, lo trovi qui: http://www.cicloweb.it/art1277.html Anch'io, in coscienza, sono convinto che, nella sua situazione, avrei reagito nel suo stesso modo. Non è il peggiore. Ma è il mio punto di vista. È questione di punti di vista. Altro che inconfutabile constatazione. Non è che un punto di vista, il tuo. Tutti a fare i fenomeni, comunque.


Norman - 27/07/2009 alle 00:24

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] Pantani poteva ripartire dieci giorni dopo Campiglio, se avesse "ammesso le sue colpe" se si fosse "pentito" come chiedeva la gazza e il suo trombettiere. Sarebbe stato accolto a braccia aperte da tutto il sistema, ma ci voleva troppo pelo sullo stomaco, per uno col carattere contemporaneamente duro e fragile di Pantani.


Donchisciotte - 27/07/2009 alle 01:18

Tralascio di rispondere alle sciocchezze su quanto sia comodo fare la vittima come Pantani. Ha già risposto Admin. Invece su quanto è successo al Tour 2000,quale occasione si sia persa di recuperare l'uomo e il campione ( nel 2000 era possibile), riporto un post dal forum di Pantani di Enzo Vicennati ( sì, nauseata dalle prove di giornalismo che ho visto oggi, per poco, poi ho spento, in tv, cito un giornalista vero, con buona pace di ...:Od:). Io sono fra quelli che da anni mitizzano il folle volo di Morzine, ma questa prospettiva aperta da Vicennati mi è sembrata utilissima per ricostruire una storia che ha ancora troppi, oscuri punti interrogativi ( le rette parallele dell'inizio sono Pantani e Armstrong). 24 mar 2009, 13:32 Prima di tutto, se ti dico che erano due rette parallele, è evidente che anche io confermo che alla base erano diversi. Però, lo sai anche tu, gli opposti si attraggono e loro avevano sì l'attrazione dello scontro sportivo, ma al contempo si respingevano, come si respingono gli uguali. La voglia di farsi male sulla bici li attraeva, la consapevolezza di voler essere entrambi i numeri uno li rendeva inconciliabili. E questo, a ben guardare, sarebbe stato il bello del discorso. Secondo punto: credo che Courchevel, ma più in generale i mesi di giugno e luglio del 2000 siano stati un assist provvidenziale che nessuno ha saputo sfruttare. Luglio 2000 era il mese da cui ripartire. Subito mercato. Subito innesti in squadra. Non doveva finire il Tour senza avere la firma sui contratti per l'anno dopo, in modo da poter annunciare alla stampa che l'anno dopo sarebbero andati in Francia per mettere a posto le cose. E intanto, da dentro la corsa, bisognava stare più vicini a Marco. Fargli sentire che la ciurma del Pirata era tutta con lui e pronta a far saltare il banco. C'erano Garzelli, Artunghi, Barbero, Conti, Coppolillo, Fincato, Forconi, Konychev e Napolitano: erano ancora uno squadrone. Dovevano essere loro e soprattutto i tecnici a proporgli di provarci, non doveva essere il colpo di genio e ingestibile di Marco. Bisognava preparare con lui l'attacco di Morzine. Bisognava che la Mercatone quel giorno si mettesse davanti a 60 all'ora. Bisognava fargli sentire che la sua follia era il loro sogno. Stargli dietro con l'ammiraglia e dirgli di mangiarsi un panino e lasciar stare l'Extran. Trovare accordi in gruppo perché nella fuga entrasse qualcuno disposto a tirare alla morte in cambio della vittoria di tappa. Un direttore sportivo fa così, ma Martinelli in quel periodo era nel pallone. Così l'attacco di Marco è finito in vacca. S'è ritrovato in fuga con dei nemici. E' andato in crisi di fame e dissenteria perché ha continuato a mangiare zuccheri. E poi è andato a casa. Poteva essere la posa della prima pietra, diventò una catastrofe. Ma è mai possibile che nessuno di quelli che erano lì abbia ancora trovato il coraggio di ammettere di aver sbagliato e ancora tutti diano la colpa di quel fallimento all'estro imprevedibile del Panta? Perché l'hanno lasciato solo anche nel momento del coraggio e del sogno? Perché non hanno creduto in lui? Non hanno capito che la diffidenza era il motivo per cui stava morendo? Enzo Vicennati e.v. Site Admin Messaggi: 64 Iscritto il: 3 mar 2009, 0:23 Località: Roma


lemond - 27/07/2009 alle 08:24

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] La mia non è un'opinione è una costatazione inconfutabile: Pantani ha sbagliato, come tanti altri prima di lui, lui è stato l'unica causa del suo male. [/quote] Posso suggerirti dove andare ? [/quote] Secondo me non puoi, visto che ha scritto un altro messaggio con argomentazioni ben diverse.


W00DST0CK76 - 27/07/2009 alle 09:34

[quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] E' sempre facile trovare una soluzione a tutti i problemi, purché siano problemi degli altri ... anche questa è una constatazione oggettiva, non trovi?


lemond - 27/07/2009 alle 11:30

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] E' sempre facile trovare una soluzione a tutti i problemi, purché siano problemi degli altri ... anche questa è una constatazione oggettiva, non trovi? [/quote] A me questa frase non sembra il tentativo di trovare una soluzione, ma di constatare un dato di fatto. Poi è ovvio che sarebbe occorso trovare in chi gli stava attorno persone all'altezza del compito improbo di aiutarlo. Di fronte a casi del genere è molto difficile, perché non basta capire, bisognerebbe essere "diversi". Trovare in noi/loro un uomo più grande di quel che siamo/sono. Dopo, purtroppo, è straziante accorgersi di essere diventati poveri come si è/sono e mancanti di quasi tutto quello che occorrerebbe per aiutare un uomo.


Monsieur 40% - 27/07/2009 alle 12:41

A me preme ricordare che oggi - 11 anni fa - Marco Pantani vinceva il suo Tour de France, bissando il Giro d'Italia. Da allora, mai più nessuno c'è riuscito.


nino58 - 27/07/2009 alle 12:57

Hai fatto bene a ricordarlo, Mario. :podio: :clap: :)


meriadoc - 27/07/2009 alle 13:47

intendi la tappa del Galibier?


Monsieur 40% - 27/07/2009 alle 13:51

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] intendi la tappa del Galibier? [/quote] Già! ;)


lemond - 27/07/2009 alle 13:53

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] A me preme ricordare che oggi - 11 anni fa - Marco Pantani vinceva il suo Tour de France, bissando il Giro d'Italia. Da allora, mai più nessuno c'è riuscito. [/quote] Ed io faccio una previsione un po' azzardata: credo che non ci riuscirà più nessuno (anche per interessi diversi, ma non solo) :cincin:


53.11 - 27/07/2009 alle 14:12

[quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] Pantani poteva ripartire dieci giorni dopo Campiglio, se avesse "ammesso le sue colpe" se si fosse "pentito" come chiedeva la gazza e il suo trombettiere. Sarebbe stato accolto a braccia aperte da tutto il sistema, ma ci voleva troppo pelo sullo stomaco, per uno col carattere contemporaneamente duro e fragile di Pantani. [/quote] Pelo sullo stomaco per fare cosa?!!!! Ma vuoi scherzare?!!! cosa stai dicendo?!!! i pelosullo stomaco Marco ne ha avuto proprio per essersi rifiutato di prestarsi a loschi giochi della _Gazza!! Ma è davvero straziante rispondere ancora a certe affermazioni!!! Ma se dopo appena sei mesi il protocollo dei controlli venne cambiato e con il nuovo protocollo Marco non sarebbe stato nemmeno fermato!!!! Ma di cosa si doveva Pentire Marco!!! Di che pelo sullo stomaco stai parlando?!!!


nino58 - 27/07/2009 alle 15:12

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] Pantani poteva ripartire dieci giorni dopo Campiglio, se avesse "ammesso le sue colpe" se si fosse "pentito" come chiedeva la gazza e il suo trombettiere. Sarebbe stato accolto a braccia aperte da tutto il sistema, ma ci voleva troppo pelo sullo stomaco, per uno col carattere contemporaneamente duro e fragile di Pantani. [/quote] Pelo sullo stomaco per fare cosa?!!!! Ma vuoi scherzare?!!! cosa stai dicendo?!!! i pelosullo stomaco Marco ne ha avuto proprio per essersi rifiutato di prestarsi a loschi giochi della _Gazza!! Ma è davvero straziante rispondere ancora a certe affermazioni!!! Ma se dopo appena sei mesi il protocollo dei controlli venne cambiato e con il nuovo protocollo Marco non sarebbe stato nemmeno fermato!!!! Ma di cosa si doveva Pentire Marco!!! Di che pelo sullo stomaco stai parlando?!!! [/quote] Forse non hai capito il senso dell'intervento di Norman.


Norman - 27/07/2009 alle 15:13

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Gabro [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Buono Nino, lascia che sia il GPS a farlo :D @ gabro: non ti sembra presuntuoso spacciare un opinione del tutto personale ed opinabile per una "constatazione inconfutabile"? Lo sarà per te ma non è detto che lo sia per gli altri. [/quote] Che Pantani abbia reagito nel modo peggiore alla dura prova alla quale è stato sottoposto non è un' opinione! [/quote] Pantani poteva ripartire dieci giorni dopo Campiglio, se avesse "ammesso le sue colpe" se si fosse "pentito" come chiedeva la gazza e il suo trombettiere. Sarebbe stato accolto a braccia aperte da tutto il sistema, ma ci voleva troppo pelo sullo stomaco, per uno col carattere contemporaneamente duro e fragile di Pantani. [/quote] Pelo sullo stomaco per fare cosa?!!!! Ma vuoi scherzare?!!! cosa stai dicendo?!!! i pelosullo stomaco Marco ne ha avuto proprio per essersi rifiutato di prestarsi a loschi giochi della _Gazza!! Ma è davvero straziante rispondere ancora a certe affermazioni!!! Ma se dopo appena sei mesi il protocollo dei controlli venne cambiato e con il nuovo protocollo Marco non sarebbe stato nemmeno fermato!!!! Ma di cosa si doveva Pentire Marco!!! Di che pelo sullo stomaco stai parlando?!!! [/quote] Oh passistone! Lo sai leggere l'italiano o no?? Datti una calmata e rileggi per bene.


Abajia - 27/07/2009 alle 15:55

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] A me preme ricordare che oggi - 11 anni fa - Marco Pantani vinceva il suo Tour de France, bissando il Giro d'Italia. Da allora, mai più nessuno c'è riuscito. [/quote] Ed io faccio una previsione un po' azzardata: credo che non ci riuscirà più nessuno (anche per interessi diversi, ma non solo)[/quote] Beh, è una previsione un po' indefinita, quindi meglio precisare: non ci riuscirà più nessun italiano... da qui a vent'anni? Trenta? Cinquanta? Fin quando esisterà il Tour?

 

[Modificato il 27/07/2009 alle 15:58 by Abajia]


Donchisciotte - 27/07/2009 alle 16:33

Sì, hai ragione Mario, è giusto ricordare che 11 anni fa Marco Pantani vinceva la tappa delle Deux Alpes ipotecando il Tour. Chi non ha memoria non ha identità e la memoria di Marco è motivo di orgoglio. Il talento di Pantani, come tutti i talenti, è l'unicità. Tarderà molto a nascere, se nasce, un andaluso così chiaro, così ricco d'avventura. Io canto la sua eleganza con parole che gemono e ricordo una brezza triste negli ulivi. Garcia Lorca Hasta siempre , Capitano.


Gabro - 27/07/2009 alle 16:34

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] "Nel modo peggiore" dal tuo punto di vista. "Anche io credo che l'abbiano fregato e che ci sia voluto più fegato a ripeterlo sino alla fine, di quanto ne sarebbe servito per ripartire facendo finta di niente". Questo tra virgolette per esempio è un punto di vista opposto al tuo, lo trovi qui: http://www.cicloweb.it/art1277.html Anch'io, in coscienza, sono convinto che, nella sua situazione, avrei reagito nel suo stesso modo. Non è il peggiore. Ma è il mio punto di vista. È questione di punti di vista. Altro che inconfutabile constatazione. Non è che un punto di vista, il tuo.[/quote] Ma come può essere considerata un' opinione la mia!? Non è ammissibile giudicare giusto l'uso di droghe, non potrà mai essere giustificata l'autodistruzione! L'omicidio è un crimine, nessuna considerazione differente è ritenuta accettabile, perchè dovrebbe essere giudicato diversamente chi ha deliberato di distruggere la sua vita? L'omicidio può essere talvolta legittimo, il suicidio mai. La mia condanna non riguarda l'uomo e il campione che mi ha fatto amare il ciclismo, ma solo l'uomo che ha ceduto di fronte alle difficoltà. Quel Pantani non è stato un martire che ha deciso di mortificarsi per denunciare con la sua scelta estrema un mondo ingiusto, ma solo uno dei tanti uomini che da quel mondo si è lasciato sopraffare. [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Tutti a fare i fenomeni, comunque. [/quote] Fa parte della natura umana giudicare fatti e persone. Un giudizio espresso dopo aver messo noi stessi nella situazione che stavamo valutando, sarà sempre parzialee arbitrario, solo dalla ragione possono essere tratti giudizi validi.


pacho - 27/07/2009 alle 16:35

Ma l'oratorio a luglio rimane chiuso?


lemond - 27/07/2009 alle 16:39

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] A me preme ricordare che oggi - 11 anni fa - Marco Pantani vinceva il suo Tour de France, bissando il Giro d'Italia. Da allora, mai più nessuno c'è riuscito. [/quote] Ed io faccio una previsione un po' azzardata: credo che non ci riuscirà più nessuno (anche per interessi diversi, ma non solo)[/quote] Beh, è una previsione un po' indefinita, quindi meglio precisare: non ci riuscirà più nessun italiano... da qui a vent'anni? Trenta? Cinquanta? Fin quando esisterà il Tour? [/quote] Nessuno che io potrò vedere, prima cioè che morte mi separi dal ciclismo (né italiano, né straniero). Cosi va meglio?:cincin:


Abajia - 27/07/2009 alle 16:51

Ho fatto bene a chiedere spiegazioni, perché non pensavo intendessi questo. :D Sì, così va meglio, sì. ;) :cincin:

 

[Modificato il 27/07/2009 alle 16:54 by Abajia]


Laura Idril - 27/07/2009 alle 16:53

Gabro anche io mi sto facendo un giudizio su di te e ti assicuro che è una constatazione inconfutabile. Sei davvero pregato di non scrivere più queste cose che non sono offensive solo per Pantani, ma anche per molte altre persone. Ogni altra risposta diretta a questo messaggio sarà cancellata (e vale per tutti).


Laura Idril - 27/07/2009 alle 17:00

Scusate dimenticavo: ogni chiarimento in domande per moderatori, grazie.


Morris - 27/07/2009 alle 17:54

Marco Pantani – Les 2 Alpes, undici anni oggi. Una cittadina-stazione sciistica, tra le più importanti d’Europa che, fra i tanti campioni delle discipline della neve che hanno narrato sui suoi pendii, ha scelto un pittore che ha dipinto col pennello dei pedali, il suo incontro con lei. Là, si vede la gente piangere, quando si parla di Pantanì. Là, il ragazzo con la bandana, è un totem immortale. Al monumento eretto, s’aggiunge la devozione. Ricordarlo, per quelle mille anime che diventano centomila a gennaio e luglio, è un dovere. Il 27 luglio 1998, l’impresa; il terzo week end d’agosto il ricordo sportivo dell’uomo al quale Les 2 Alpes s’è legata per sempre: quest’anno il 22 e 23 del mese del solleone. Ma è quel 27 luglio che continua immutato a scolpire la memoria di tutti, ed è a quel fulcro prezioso di emozioni e significati, che ci siamo voluti rivolgere. Il documentario che segue, si propone in due lingue, è stato registrato in due nazioni, su due località che uniscono l’itinerario sportivo di Marco: Cesenatico e Les 2 Alpes. E’ stato registrato senza modificare o montare gli interventi di Paolo Pantani, di Jean Noel Chalvin e Marc Dode, massimi esponenti della cittadina, e del sottoscritto. Li abbiamo volutamente lasciti come sono venuti, improvvisando nel nostro piccolo, ciò che distingueva Marco nell’immenso. Il tutto, sulle immagini delle gesta del Pirata sul Galibier e di Les 2 Alpes e il sottofondo musicale di Fabio Nobile. Per Marco Pantani, l’immortale. http://www.pantanichannel.it/channel.asp?video=cerimonia.mp4


Laura Idril - 27/07/2009 alle 20:45

A me spiace che non leggete i miei messaggi e poi mi tocca cancellare i messaggi...


nino58 - 27/07/2009 alle 21:06

Ci spiace farti lavorare per niente, però la battuta di pacho era proprio centrata. Spostala, non cancellarla che' due risate non fanno male.


Laura Idril - 27/07/2009 alle 21:07

No quella di Pacho rimane. Erano tutti i messaggi dopo il mio che venivano cancellati ^^


Admin - 28/07/2009 alle 10:52

L'ho scritto nel thread del doping, lo incollo anche qui. Sia fatto strame di me, ma mi devo sfogare. *********** Voglio anche dire un'altra cosa. Da anni sostengo che se non si farà chiarezza sul caso Pantani-Campiglio, il ciclismo non potrà risollevarsi, in quanto macchiato (più di quanto non pensiate) da quel "peccato originale". Se la gente venisse a sapere in maniera provata e certificata che Marco fu incastrato, forse capirebbe quanto sia manipolabile l'antidoping. L'antidoping È manipolabile, È manipolato. L'UCI può tirar fuori quando le pare questo o quel positivo, noi popolo di intorpiditi ci fermiamo sempre al primo livello, anche perché ci ottunde l'interpretazione di regime dataci dalla tv. Pantani fu incastrato. Ormai tutti lo sanno, nell'ambiente, eppure non si riesce a stabilire la verità, perché? Forse perché la famiglia non si dimostra all'altezza di tutto ciò. J'ACCUSE. Tonina, hai sbagliato tutto, la tua inadeguatezza emerge sempre più, sei stata a un passo dallo scoperchiare il calderone, non l'hai fatto perché temevi che ti fregassero dei soldi, capisco che essere sui giornali e in tv sia piacevole, inebriante, ma tu hai contribuito, col tuo fare e disfare insensato, ad appesantire sempre più il velo calato sui fatti di Campiglio. Tonina, sei stata ad un passo dal far parlare un testimone di quei fatti, un uomo "del sistema" che aveva manipolato quel controllo, certo, voleva dei soldi, ma aveva dimostrato di essere attendibile, e invece te lo sei fatto sfuggire. Tonina, come può sfuggirti l'importanza di far luce finalmente su quel che successe a tuo figlio? Non capisci che è stato questo che l'ha ucciso? Non sai che dovresti dare tutto per rendergli la sua onorabilità? Tonina, continui a far terra bruciata intorno a te e intorno alla memoria di Marco, ti mancano gli strumenti culturali per nuotare in questo mondo di squali, e ti manca la sapienza umana per capire chi è veramente degno della tua fiducia. Tonina, eravamo arrivati proprio a un passo, porca miseria. E ora forse è troppo tardi. :gluglu:


nino58 - 28/07/2009 alle 11:48

Marco, un j'accuse importante. Però, e capisco sia alquanto difficile, manca il nome del testimone. Senza quello, purtroppo resta un messaggio quasi privato a Tonina anche se scritto su di un forum.


roberto79 - 28/07/2009 alle 12:36

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Marco, un j'accuse importante. Però, e capisco sia alquanto difficile, manca il nome del testimone. Senza quello, purtroppo resta un messaggio quasi privato a Tonina anche se scritto su di un forum. [/quote] verissimo.


Fabioilpazzo - 28/07/2009 alle 12:56

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] cut[/quote] Se tutto questo è vero, e non ho motivo di credere che non lo sia, mi viene da piangere. Davvero da piangere di dolore.


meriadoc - 28/07/2009 alle 13:48

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] L'ho scritto nel thread del doping, lo incollo anche qui. Sia fatto strame di me, ma mi devo sfogare. [/quote] ti puoi anche sfogare, ma non si capisce nulla. Parli di cose che, nel migliore dei casi, conoscete in due


Admin - 28/07/2009 alle 17:30

Sarò anche di cattivo gusto, come dice Ottavio di là. Ma non m'importa. E mi sta anche bene che quel post passi come un messaggio privato indirizzato a Tonina. Vediamo cosa risponde, nel caso. Poi, chi vuol leggere tra le righe, trae diverse conclusioni, anche senza il nome del testimone. Quello che un po' mi par di capire, però, è che di questa verità su Marco, forse, davvero non frega che a pochi scemi.


Il Pirata - 28/07/2009 alle 17:33

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Sarò anche di cattivo gusto, come dice Ottavio di là. Ma non m'importa. E mi sta anche bene che quel post passi come un messaggio privato indirizzato a Tonina. Vediamo cosa risponde, nel caso. Poi, chi vuol leggere tra le righe, trae diverse conclusioni, anche senza il nome del testimone. Quello che un po' mi par di capire, però, è che di questa verità su Marco, forse, davvero non frega che a pochi scemi. [/quote] e allora W gli scemi! ma continuo a non capire nulla! :OIO


nino58 - 28/07/2009 alle 18:02

Purtroppo non conosco i fatti e quindi non capisco. Dico che è un gesto che può sortire anche effetti positivi, però, con i non-elementi che ho, non posso giudicarlo.


Abajia - 28/07/2009 alle 18:06

Ma solo a me l'intervento-sfogo di Marco pare piuttosto 'immediato' e di non così complicata percezione? Marco esprime tutta la sua frustrazione per una situazione che, di primo acchito, potrebbe sembrare paradossale, ma che, a ben guardare, è segno palese di come vanno le cose nel ciclismo. Pantani fu incastrato, e dice bene Grassi: lo sanno tutti. Eppure, in questi anni, quelli che hanno mosso un dito nella giusta direzione della verità si sono fermati lì. Hanno continuato a muovere quel misero ditino, oppure neppure più quello. Si poteva partire dal dito per cominciare a muovere una mano, un braccio, e invece nulla di quello che doveva esser fatto, in fin dei conti, è stato effettivamente fatto. O quantomeno non è stato fatto da chi aveva la vera possibilità di smascherare e rendere note tutte le porcherie del caso, e qui mi rifaccio al pensiero di Grassi e ai suoi commoventi (è soggettivo: sarà che sono sempre stato insofferente alla schifosa ipocrisia che è stata riversata addosso a Pantani, ma a me le parole dell'Admin hanno fatto venire le lacrime agli occhi...) rimproveri ed esortazioni nei riguardi di Tonina. Neppure io capisco. Ma non la riflessione di Marco, bensì come ci possa ancora essere a tutt'oggi, a dieci anni da Campiglio e a cinque da quel maledetto giorno di San Valentino, un pesante velo di ipocrisia intorno al caso Pantani. La verità è lì. La sanno tutti, eppure sembra che nessuno di quelli che la sanno avrebbe voluto conoscerla, e nessuno di quelli che non la sanno vorrebbe saperla.

 

[Modificato il 28/07/2009 alle 18:11 by Abajia]


Donchisciotte - 28/07/2009 alle 23:53

Da diverso tempo critico la gestione della memoria di Marco, da sempre dico che l’unica cosa che è importante è la verità o meglio, la giustizia. Il forum fu chiuso alla fine del 2008 con un comunicato della Fondazione in cui si diceva che c’erano persone che utilizzavano il forum come palcoscenico di se stesse criticando la gestione della memoria di Pantani e il bersaglio ero soprattutto io. Però, caro Admin, il rispetto per le persone è cosa essenziale. Nella tua durezza c'è sicuramente voglia sincera di verità per marco, insofferenza per lo stallo dopo le tante speranze che erano sorte da novembre 2007 a aprile/ maggio 2008, so che, dietro le parole dure, non c'è cattiveria , ma le parole sono pietre. Tonina è una persona che ha perso un figlio e merita rispetto , io penso che serva un avvocato potente, le persone giuste al posto giusto, un avvocato che sappia riempire l’inchiesta di Forlì di dubbi, della necessità di nuove indagini. Lei pensa che non serve a niente, che il potere è più forte. Però continua a indagare, purtroppo in prima persona.. Quello che vorrei è che se non si può avere una verità giudiziaria ( perché , a mio parere, senza un avvocato potente che conduca le indagini e solleciti l’inchiesta del giudice non ci sarà una verità giudiziaria già obiettivamente difficile da ottenere dopo dieci anni), si apra la strada per la verità della storia ( e qua penso ai giornalisti). Tonina ha il grande merito di aver fatto riaprire l’inchiesta, con i suoi interventi televisivi, con la sua veemenza, con la sua assenza di strategia. L’attacco frontale a lei non è giusto e non serve alla verità per Marco. Tonina ha detto in televisione e in una recente intervista a Bergonzi che c’erano delle persone che potevano parlare, sempre tenendo presente i limiti di un mondo come quello ciclistico che è, secondo me, omertoso e parecchio cialtronesco, approssimativo, pieno di intricati giochi di potere, se Tonina sembra aver lasciato queste strade, io spero che siano altri a farsi e fare domande che non riguardano solo Campiglio ma soprattutto il dopo campiglio dove fu letteralmente massacrato. Tonina è arrivata da A a B, non si può attaccarla frontalmente, si può suggerire ma sempre rispettando. Ci sono diecimila domande che mai sono state fatte a Guariniello, a Vallanzasca ( lo dici ‘sto nome o stai millantando?), a mille altre persone che potrebbero venire fuori a catena, cercando, da giornalisti, quella verità storica che potrebbe essere il grimaldello per quella giudiziaria. Ognuno con le proprie forze, quelle di Tonina sono queste. Repubblica sta facendo una battaglia e un’inchiesta su Berlusconi, lo fa perché è un gruppo potente ( e con avvocati all’altezza), si può non avere il potere di Repubblica ma nemmeno i poteri che hanno incastrato Marco sono potenti come Berlusconi. Il nemico non è Tonina ( che è anche sola nella sua battaglia), i giornalisti possono tentare la via della verità storica, indipendentemente da tutto. E' da questa tua premessa giustissima che bisogna partire, una premessa che tutti coloro che, in questi ultimi anni, sono stati vicini a Tonina e alle sue indagini, sanno quanto sia vera: Da anni sostengo che se non si farà chiarezza sul caso Pantani-Campiglio, il ciclismo non potrà risollevarsi, in quanto macchiato (più di quanto non pensiate) da quel "peccato originale". Se la gente venisse a sapere in maniera provata e certificata che Marco fu incastrato, forse capirebbe quanto sia manipolabile l'antidoping. L'antidoping È manipolabile, È manipolato. L'UCI può tirar fuori quando le pare questo o quel positivo, noi popolo di intorpiditi ci fermiamo sempre al primo livello, anche perché ci ottunde l'interpretazione di regime dataci dalla tv. Pantani fu incastrato. Ormai tutti lo sanno, nell'ambiente, eppure non si riesce a stabilire la verità, perché?

 

[Modificato il 29/07/2009 alle 00:01 by Donchisciotte]


Norman - 29/07/2009 alle 00:52

Admin, così facendo, lanci il sasso e tiri indietro la mano. Sii meno criptico, perché qui nessuno conosce le indagini che evidentemente hai svolto assieme a Tonina. Parli di un testimone da "convincere". Cosa poteva testimoniare? La presenza delle solite "voci di corridoio" stile Vallanzasca? (almeno per quanto riguarda ciò che il bel René dichiarò pubblicamente, se poi c'è dell'altro...). Oppure si tratta di un vero e proprio insider (magari del coni) con nomi, cognomi, prove e fatti concreti? Chi fece fuori Pantani? Il coni? Mapei? La malavita delle scommesse clandestine? Sbagli a sostenere che la vicenda interessa solo noi quattro gatti di questo forum. Il ricordo di Marco è ancora latente nei milioni di persone che in Italia e nel mondo l'hanno ammirato, e se dovessero davvero emergere prove concrete di una cospirazione, credo potrebbe esserci un grosso sussulto nell'opinione pubblica europea. Ti offro un'altra riflessione: che cos'è che ha fermato Tonina? Si tratta davvero dei trenta denari? Non dimenticare mai che lei è la madre, lo ha dato alla luce, lo ha visto muovere i primi passi, imparare ad andare in bici, crescere e diventare un uomo. Le donne cambiano, si trasformano quando diventano mamme, i figli diventano tutto e anche di più. Di sicuro è così anche per Tonina, per cui te lo richiedo: sei davvero sicuro che si tratti dei trenta denari? Io non conosco Tonina, ma sono portato a pensare che non basterebbero neanche trenta milioni di denari. Potebbe invece trattarsi di qualche altro scoglio? Forse ha visto l'entrata di un tunnel senza fine che non avrebbe portato a nulla? Scalare lo scoglio di un'opinione pubblica avversa non dev'essere facile neanche con delle prove in mano, soprattutto in italia. Per non parlare della magistratura, perché alla fine ci si troverebbe inevitabilmente di fronte a un magistrato che dovrebbe sentenziare (anche) su come mai sette procure hanno inquisito Marco in base ad una legge che non esisteva. Utopico direi. Le guerre tra magistrati esistono solo per fini politici, non certo per fare Giustizia. Ti rinnovo l'invito a farci sapere qualcosa di più, perché per quanto mi riguarda, come appassionato di ciclismo, questo è l'argomento che considero più importante di tutti.


yashin1917 - 29/07/2009 alle 00:54

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Pantani fu incastrato. Ormai tutti lo sanno, nell'ambiente, eppure non si riesce a stabilire la verità, perché? [/quote] su, questo è un paese in cui non si vuole sapere: -chi ha messo le bombe a piazza fontana -chi ha messo le bombe alla stazione di bologna -chi ha provato varie volte a rovescire l'ordine "democratico" -chi ha messo le bombe "mafiose" negli anni '90 -chi ha sparato in faccia a dei ragazzi coperto dalla divisa e così via, potrei continuare per ore... onestamente sarò pessimista (e per questo non dico mica che non bisogna cercare la verità) ma penso che gli spazi non ci siano proprio. e forse se ci si concentrasse solo sullo sport non sarei inquietato di meno.


Admin - 29/07/2009 alle 04:30

[quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] Admin, così facendo, lanci il sasso e tiri indietro la mano. Sii meno criptico, perché qui nessuno conosce le indagini che evidentemente hai svolto assieme a Tonina. Parli di un testimone da "convincere". Cosa poteva testimoniare? La presenza delle solite "voci di corridoio" stile Vallanzasca? (almeno per quanto riguarda ciò che il bel René dichiarò pubblicamente, se poi c'è dell'altro...). Oppure si tratta di un vero e proprio insider (magari del coni) con nomi, cognomi, prove e fatti concreti? Chi fece fuori Pantani? Il coni? Mapei? La malavita delle scommesse clandestine? Sbagli a sostenere che la vicenda interessa solo noi quattro gatti di questo forum. Il ricordo di Marco è ancora latente nei milioni di persone che in Italia e nel mondo l'hanno ammirato, e se dovessero davvero emergere prove concrete di una cospirazione, credo potrebbe esserci un grosso sussulto nell'opinione pubblica europea. Ti offro un'altra riflessione: che cos'è che ha fermato Tonina? Si tratta davvero dei trenta denari? Non dimenticare mai che lei è la madre, lo ha dato alla luce, lo ha visto muovere i primi passi, imparare ad andare in bici, crescere e diventare un uomo. Le donne cambiano, si trasformano quando diventano mamme, i figli diventano tutto e anche di più. Di sicuro è così anche per Tonina, per cui te lo richiedo: sei davvero sicuro che si tratti dei trenta denari? Io non conosco Tonina, ma sono portato a pensare che non basterebbero neanche trenta milioni di denari. Potebbe invece trattarsi di qualche altro scoglio? Forse ha visto l'entrata di un tunnel senza fine che non avrebbe portato a nulla? Scalare lo scoglio di un'opinione pubblica avversa non dev'essere facile neanche con delle prove in mano, soprattutto in italia. Per non parlare della magistratura, perché alla fine ci si troverebbe inevitabilmente di fronte a un magistrato che dovrebbe sentenziare (anche) su come mai sette procure hanno inquisito Marco in base ad una legge che non esisteva. Utopico direi. Le guerre tra magistrati esistono solo per fini politici, non certo per fare Giustizia. Ti rinnovo l'invito a farci sapere qualcosa di più, perché per quanto mi riguarda, come appassionato di ciclismo, questo è l'argomento che considero più importante di tutti. [/quote] Solo per chiarire che non ho fatto indagini con Tonina. Quello che so l'ho scoperto da me. Per tutto il resto rinvio a domani, al momento casco dal sonno.


Admin - 29/07/2009 alle 09:24

Norman, ho scritto che ce ne sarebbe stato per squarciare un velo pesantissimo e far filtrare finalmente la luce, tutta la luce. Non parlavo di voci di corridoio. Siamo all'impasse perché chi dovrebbe agire non sa più procedere, certo Donchi, è stato fatto il tragitto da A a B, ma per arrivare a Z servono altre forze, e non che non ci si voglia rendere conto che così non ci si arriverà mai. Forse serve fare pressione, come ho provato a fare io ieri. Sarò querelato? A questo punto lo spero, che sia un giudice a esprimersi su determinate faccende. Rispondo qui anche a Morris, che ha scritto nel thread sul doping: vero Maurizio, è ora che qualcuno sappia che il cerchio si stringe. Lavoriamo per farlo stringere sempre di più.


Donchisciotte - 29/07/2009 alle 09:49

Rispondo a punti: 1) quello che sta dietro al caso pantani non sono poteri come quelli che stanno dietro a Piazza Fontana o altri episodi oscuri d' Italia. E, tuttavia, di tutti gli episodi da te citati ,esiste una ormai accertata verità storica per cui, chiunque non sia analfabeta, sa la verità, da inchieste giornalistiche e giudiziarie, che non è potuta essere una verità giudiziaria con condanne. E sulle stragi degli anni 90, più recenti, si arriverà ,forse, anche a quella. 2) Nel caso Pantani spesso ci si trova di fronte a interessi personali di avere o aspirare ad avere un posto nel ciclismo, a volontà omertose rispetto all'ambiente cui si appartiene, che porta a tacere. Cosa tenace e difficile da rompere ma non sono i poteri deviati dello stato. 3)E' vero, da B a Z, serve uno scarto, le indagini devono essere portate avanti da altri, servono avvocati potenti e decisi da Campiglio a Rimini. Serve partire da un punto e portarlo decisamente fino in fondo, non da mille punti, rapsodicamente. E fino a che non vedrò la ricerca della verità condotta in un certo modo, io non penserò mai che la verità non possa essere raggiunta. Ma per amicizia verso Tonina, per rispetto della persona e del suo dolore, per rispetto del fatto che, comunque, da A a B ci è arrivata con la sua forza, con il coraggio, contro un ambiente ostile, penso che non l'attacccco frontale ma la tenacia delle parole siano sempre la cosa giusta.


cancel58 - 29/07/2009 alle 17:50

Temo che il caso Pantani sia destinato a rimanere irrisolto. Non saranno coinvolti - come dice Donchisciotte- i c.d. poteri forti, ma qualche dubbio in proposito l'avrei. Si può essere d'accordo o meno sulle tesi sostenute dall'autore, ma rileggendo l'articolo di Paolo Franceschetti ( http://paolofranceschetti.blogspot.com/search/label/Marco%20Pantani )è sin troppo facile inquadrare la morte di marco pantani nella lunghissima lista di quelle vicende destinate a rimanere senza soluzione. Non mi aspetto sviluppi significativi nell'ambito giudiziario. Piuttosto mi chiedo come mai non ci sia stato un giornalista italiano che abbia avuto il coraggio di condurre un'inchiesta seria sull'argomento. Possibile che - bene o male non importa- solo il libro di Brunel abbia sollevato dubbi e interrogativi? Il fatto è che in questi casi il sistema non consente che si cerchi o che si dica la verita. racconto una storia vera. Molti anni fa morì, in circotanze mai chiarite sotto il profilo giudiziario(archiviazione, ovviamente), una persona nota, molto nota. a distanza di parecchio tempo un giornalista fu autorizzato a visionare il fascicolo e a estrarre copia degli atti: un operatore filmò le carte processuali, compresa la foto del cadavere. Doveva essere realizzato un servizio, da trasmettere su una rete nazionale. Non mi risulta che il servizio venne mai mandato in onda. Ecco perchè sono pessimista -purtroppo- sul caso Pantani.


elisamorbidona - 30/07/2009 alle 12:30

Anche io penso che siano coinvolti poteri forti e potenzialmente pericolosi, forse gli stessi che "fanno accadere" le cose per lo meno a livello nazionale. Non dimentichiamo che Marco stava "muovendo le folle", l'interesse dell'uomo medio, e questo andava a decentrare somme di denaro molto importanti. D'altra parte quello che ancora sta accadendo con l'antidoping mi pare più simile ad un affaire internazionale. E' un compito arduo quello di mettersi nei panni di Tonina. Non mi pare impossibile che possa avere ricevuto forti minacce di ogni tipo. Dopo aver già perso un figlio in quel modo, è difficile andare avanti con coraggio, mettendo in pericolo se stessi i propri beni e i propri cari. Non credo che in una vicenda del genere non entri un certo potere criminale organizzato. Lo "stile" usato nella vicenda di Marco è proprio quello. Come dice Donchisciotte le servirebbe un appoggio molto forte e qualcosa di incontrovertibile a cui inchiodare gli eventuali ricattatori. Io voglio solo testimoniarle la mia solidarietà e dirle che il tempo cambia i rapporti di potere e alla fine la verità viene a galla.


prof - 30/07/2009 alle 14:44

Premetto che il post di Marco mi ha fatto sobbalzare non poco e mi fa pensare da alcuni giorni. Premetto anche che considero del tutto vero quanto scrive. Curiosamente, la cosa che mi ha da sempre lasciato piu' di un dubbio nella testa fu l'atteggiamento degli ispettori (in particolare uno) nella mattina degli imbrogli. C'è sempre stato, nella mia testa, un che di stonato nei modi eccessivamente spicci ed arroganti di quei due. In buona sostanza, ho sempre avuto il dubbio dell'imboscata. Chiaramente, nella formazione di questo dubbio, hanno concorso anche altri fattori che non sto qui a ripetere perchè sono piu' o meno già noti a tutti quanti, o almeno lo spero. A quei tempi era però proibito esprimere dubbi di questa natura; l'accusa di dietrologismo ti avrebbe subito impallinato e, per uno come me che è per natura portato a vedere sempre il lato positivo delle persone e delle cose, che non è dietrologista per mancanza di strutture mentali di questo tipo, sarebbe stato troppo noioso argomentare. Purtuttavia, ritengo sbagliato profondamente il parlare di "poteri forti". Anche perchè in Italia fa un po' sorridere: dove sono i "poteri forti" ? Esiste un coacervo di piccole e medie lobby, un universo di posizioni di rendita a vario titolo (politico, finanziario, istituzionale) ma di "poteri" veramente "forti" non ne vedo. Ma non è poi tanto importante che si parli di questo, dei cosiddetti "poteri", per l'appunto. Il problema di cui parla Marco, infatti, nasce adesso e a prescindere da quanto accaduto a monte. E' chiaro che qualcosa di poco pulito accadde in quel mese di Giugno ma è altrettanto chiaro che, a partire da allora, la figura di Marco Pantani venne utilizzata direi quasi ad arte e seppur paradossalmente quasi in maniera inconsapevole, per creare il mostro del doping ed il mito dell'antidoping. Da allora si è sviluppata una concrezione di vari piccoli interessi, tutti miserabili, che si reggono l'uno con l'altro fino a rappresentare un moloch: UCI, CONI, WADA, Tour, Giro, e via di questo passo fino al punto in cui, persone fondamentalmente oneste come Cassani e Bulbarelli, giungono a sostenere tesi palesemente assurde e disoneste perchè non possono fare altrimenti. Tutti costoro hanno ricevuto un fortissimo mandato ed una fortissima legittimazione dalla fine terribile di Marco Pantani e, soprattutto, hanno saputo utilizzarli in maniera esemplare per quanto perversa (ecco in che cosa consiste il "complotto"). Costoro, per meriti non loro, si sono trovati a gestire una vera e propria rendita di potere che il loro istinto spinge a conservare con ogni mezzo. Per un po' si sono scannati ma presto ognuno ha trovato il suo ruolo. Questo è accaduto non per un disegno di una qualche mente superiore (chè non ce ne sono proprio) ma cosi', spontaneamente. Ricordo, a questo proposito, che la presa di coscienza attorno a questi termi, anche qui sul forum, non è poi tanto datata. Non è da molto che si è tolto il velo alla falsa coscienza dell'antidoping e ... ma questa è un'altra storia ... Come può allora una povera Signora Tonina combattere, da sola, contro una simile marmaglia ? Per andare in tribunale occorrono soldi, tantissimi soldi ed anche pelo sullo stomaco. Non è impossibile, bada bene, è difficile. Le persone giuste ci sarebbero anche ... ma è tanto difficile ...


Serpa - 30/07/2009 alle 14:56

Ciclismo, Pantani: madre chiede riapertura inchiesta 30 Luglio 2009 13:04 SPORT BOLOGNA - La madre di Marco Pantani chiede la riapertura dell'inchiesta sulla morte del figlio. "La verita' potrebbe essere molto vicina", ha detto Tonina Belletti al settimanale Vivo, in edicola domani. "Marco - ha aggiunto - ha lasciato degli scritti in cui fa nomi e cognomi. E' stata la fidanzata Christine a fornirgli la droga. Se e' vero, come c'e' scritto li', che era lei a dargli quella roba, mi sono sentita in dovere di andare dal procuratore e di farglielo vedere''. "Ho sempre pensato - ha detto la signora Belletti - che mio figlio fosse stato ucciso e le tante mancanze nelle indagini sulla sua morte fanno pensare a una leggerezza, se non a una manchevolezza''. (RCD) (corriere.it)


cancel58 - 30/07/2009 alle 15:10

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Purtuttavia, ritengo sbagliato profondamente il parlare di "poteri forti". Anche perchè in Italia fa un po' sorridere: dove sono i "poteri forti" ? [/quote] Massoneria, ad esempio ;)


prof - 30/07/2009 alle 15:14

[quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Purtuttavia, ritengo sbagliato profondamente il parlare di "poteri forti". Anche perchè in Italia fa un po' sorridere: dove sono i "poteri forti" ? [/quote] Massoneria, ad esempio ;) [/quote] No, dai ... siamo seri :P


lemond - 30/07/2009 alle 15:30

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] Premetto che il post di Marco mi ha fatto sobbalzare non poco e mi fa pensare da alcuni giorni. Premetto anche che considero del tutto vero quanto scrive. Curiosamente, la cosa che mi ha da sempre lasciato piu' di un dubbio nella testa fu l'atteggiamento degli ispettori (in particolare uno) nella mattina degli imbrogli. C'è sempre stato, nella mia testa, un che di stonato nei modi eccessivamente spicci ed arroganti di quei due. In buona sostanza, ho sempre avuto il dubbio dell'imboscata. Chiaramente, nella formazione di questo dubbio, hanno concorso anche altri fattori che non sto qui a ripetere perchè sono piu' o meno già noti a tutti quanti, o almeno lo spero. A quei tempi era però proibito esprimere dubbi di questa natura; l'accusa di dietrologismo ti avrebbe subito impallinato e, per uno come me che è per natura portato a vedere sempre il lato positivo delle persone e delle cose, che non è dietrologista per mancanza di strutture mentali di questo tipo, sarebbe stato troppo noioso argomentare. Purtuttavia, ritengo sbagliato profondamente il parlare di "poteri forti". Anche perchè in Italia fa un po' sorridere: dove sono i "poteri forti" ? Esiste un coacervo di piccole e medie lobby, un universo di posizioni di rendita a vario titolo (politico, finanziario, istituzionale) ma di "poteri" veramente "forti" non ne vedo. Ma non è poi tanto importante che si parli di questo, dei cosiddetti "poteri", per l'appunto. Il problema di cui parla Marco, infatti, nasce adesso e a prescindere da quanto accaduto a monte. E' chiaro che qualcosa di poco pulito accadde in quel mese di Giugno ma è altrettanto chiaro che, a partire da allora, la figura di Marco Pantani venne utilizzata direi quasi ad arte e seppur paradossalmente quasi in maniera inconsapevole, per creare il mostro del doping ed il mito dell'antidoping. Da allora si è sviluppata una concrezione di vari piccoli interessi, tutti miserabili, che si reggono l'uno con l'altro fino a rappresentare un moloch: UCI, CONI, WADA, Tour, Giro, e via di questo passo fino al punto in cui, persone fondamentalmente oneste come Cassani e Bulbarelli, giungono a sostenere tesi palesemente assurde e disoneste perchè non possono fare altrimenti. Tutti costoro hanno ricevuto un fortissimo mandato ed una fortissima legittimazione dalla fine terribile di Marco Pantani e, soprattutto, hanno saputo utilizzarli in maniera esemplare per quanto perversa (ecco in che cosa consiste il "complotto"). Costoro, per meriti non loro, si sono trovati a gestire una vera e propria rendita di potere che il loro istinto spinge a conservare con ogni mezzo. Per un po' si sono scannati ma presto ognuno ha trovato il suo ruolo. Questo è accaduto non per un disegno di una qualche mente superiore (chè non ce ne sono proprio) ma cosi', spontaneamente. Ricordo, a questo proposito, che la presa di coscienza attorno a questi termi, anche qui sul forum, non è poi tanto datata. Non è da molto che si è tolto il velo alla falsa coscienza dell'antidoping e ... ma questa è un'altra storia ... Come può allora una povera Signora Tonina combattere, da sola, contro una simile marmaglia ? Per andare in tribunale occorrono soldi, tantissimi soldi ed anche pelo sullo stomaco. Non è impossibile, bada bene, è difficile. Le persone giuste ci sarebbero anche ... ma è tanto difficile ... [/quote] Non posso fare altro che :clap: e domandarti di nuovo (perché probabilmente l'altra volta non l'avevi vista) con chi abbiamo l'onore di interloquire? Visto che sei stato un ciclista, potrei essere stato un tuo tifoso, caro Alberto ... ;)


cancel58 - 30/07/2009 alle 15:46

Tonina Belletti punta il dito anche contro il giro di scommesse clandestine: "Anche in Procura ho messo in evidenza soprattutto quello che ha detto Renato Vallanzasca, il boss della Comasina, quando in carcere venne invitato da un amico, pochi giorni prima di Madonna di Campiglio, a scommettere sul vincitore del Giro, che sicuramente non sarebbe stato Pantani". fonte:www.sport.sky.it


Donchisciotte - 30/07/2009 alle 16:28

Sono d'accordo quasi su tutto con prof, non ci sono poteri fortissimi dietro ( visto che è stata citata Piazza Fontana, non ci sono servizi segreto o la Cia o cose così), c'è quel potere sportivo che sappiamo, ci sono le scommesse ( certo, la malavita è un potere pericoloso), c'è il mondo del ciclismo. Come dice Pasolini, il potere non agisce sempre con razionalità e con scopi, fa una cosa ( l'agguato di Campiglio), poi si pensa di recuperare Pantani come testimonial dello sport pulito, il figliol prodigo ecc. Pantani non ci sta. poi, da altre parti, succede che il processo a Conconi va avanti perché il momento è giusto e poi succede che tutte le procure d'Italia si sentono legittimate e poi succede che, in fondo, va bene che sul capo di marco si concentri la schifezza del doping e poi succede che nel ciclismo si scannano certi poteri ( non forti) l'Uci, l'Aso ecc. e va bene che il ciclismo venga demolito tanto non si difenderà, lo dimostra Campiglio. A Tonina serve un avvocato potente, che faccia lui indagini, vada dal giudice, solleciti inchieste, solleciti riaperture di indagini ( due anni fa un avvocato pure deputato di destra ,le aveva proposto di chiedere la riesumazione della salma, per esempio, secondo lui, due anni fa si poteva ancora accertare , per i misteri di Rimini, se ci fossero segni, su di lui, del DNA di altre persone. magari poteva essere una cosa da cui partire e approfondire. C'è una colossale, palese omissione di soccorso a Rimini, magari si poteva denunciare quella, magari si poteva partire, come dice prof, da quel controllore di cui si è parlato o dalle macchinette tarate a cavolo o sapere finalmente se nel 1999, in carcere con Vallanzasca, c'era qualcuno legato alle scommesse clandestine, insomma un punto e approfondire quello e vedere che succede.). Ci vuole un avvocato potente, anche perché le persone che volessero parlare possano avere un interlocutore che userà al meglio le loro confidenze. Tutelandoli anche nelle loro paure e dubbi.

 

[Modificato il 30/07/2009 alle 16:31 by Donchisciotte]


roberto79 - 30/07/2009 alle 16:56

Sul sito Gazzetta è comparsa la notizia che la mamma di Marco Pantani avrebbe richiesto la riapertura delle indagini ufficialmente. due giorni dopo lo sfogo di Admin qui sul forum coincidenze o qualcosa si sta muovendo da piu' parti?


grilloparlante - 30/07/2009 alle 17:51

Non c'è scritto che ha chiesto la riapertura, c'è scritto che il settimanale Vivo che esce domani dice questa cosa, che non è proprio la stessa cosa. Tendo a diffidare dei giornaletti da spiaggia che prendono il caso di grande impatto e sparano la mega dichiarazione: insomma, mi sembra una cavolata da ombrellone. A quanto ne so, infatti, Tonina certe cose non le ha mai dette. In quello che ha scritto Admin ieri io leggo dell'altro. L'uomo di palazzo c'è, anche se non fa più parte del palazzo, ma di fronte alla magistratura ha ovviamente negato. Quello che posso dire, quello che posso dire di aver sentito è che non si tratta però di un binario morto. Non può essere Tonina da sola quella che indaga, non tanto per soldi o volontà, ma per inadeguatezza culturale. Da dove cominci a farle le cose se non riesci a guardarle dall'alto? Lei è da anni nel mezzo della tempesta, dà pugni alle onde, si bagna, ma non ne viene fuori. Non so dire se sapremo mai la verità. Non so dire se in realtà la verità la sappiamo già, ma non vogliamo accettarla. So che chi ha creduto nel Panta, vive da quel giorno con le orecchie tese. Può succedere tutto e non può succedere nulla. L'importante è non aver chiuso la porta.


prof - 30/07/2009 alle 18:49

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Ci vuole un avvocato potente, anche perché le persone che volessero parlare possano avere un interlocutore che userà al meglio le loro confidenze. Tutelandoli anche nelle loro paure e dubbi. [/quote] Ciao Maria Rita. Bisogna però sapere anche dove si vuole andare e quali risultati si vogliono ottenere. L'Avvocato (con la A maiuscola) c'è e dovresti sapere anche dove si trova (se vuoi te lo dico in MP) ma temo costi molto caro (io sono sensibile a quell'aspetto, soprattutto quando devo consigliare qualcuno). Credo che abbia tutte le credenziali ed anche qualcosa di piu' per ottenere il risultato. Tra l'altro è persona molto defilata nonostante i clamorosi successi ottenuti alcuni anni fa. Occorre però sapere con chiarezza quali sono gli obiettivi che si intende raggiungere.


Donchisciotte - 30/07/2009 alle 20:02

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] In quello che ha scritto Admin ieri io leggo dell'altro. L'uomo di palazzo c'è, anche se non fa più parte del palazzo, ma di fronte alla magistratura ha ovviamente negato. [/quote] mmmmhhhhhhh D'accordo con grilloparlante, anche sulle sensazioni. Da notare: l'inchiesta è GIA' aperta, a Forlì da un anno e mezzo, proprio grazie agli interventi televisivi di Tonina. Bisogna portare elementi là, ma non Tonina da sola.


Donchisciotte - 05/08/2009 alle 12:19

Ricevo da Alessandro Albertin questa informazione. Sul sito dell'associazione teatrale ci sono anche alcune foto dello spettacolo e una piccola rassegna stampa. Ciao a tutti. Venerdì 7 agosto alle ore 10.30 (minuto più... minuto meno) andrà in onda all'interno della rubrica SUMMER TIME di Radio 24 un'intervista rilasciata da me e Michela qualche giorno fa sullo spettacolo "MARCO PANTANI, il campione fuori norma". Siete tutti invitati all'ascolto e a spargere la voce tra tutti i PIRATI! Collegandovi al sito www.radio24.ilsole24ore.com potrete scoprire quali sono le frequenze della vostra città. N.B. Prestate una particolare attenzione alla "preparazione" in materia dell'intervistatrice Elisabetta Fiorito. Buon ascolto! _________________________ ALESSANDRO ALBERTIN alessandro@associazioneoverlord.it www.associazioneoverlord.it


Donchisciotte - 05/08/2009 alle 17:20

A volte pare che a furia di cercare di svuotare il mare col cucchiano qualche piccolo, microscopico risultato si ottenga. per esempio che qualche spettatore entri con un'idea ed esca con un'altra. Rassegna stampa Pantani MARCO PANTANI MICHELA ALESSANDRO CORRIERE DELLA SERA - Venerdì, 31 Luglio 2009 RICORDARE PANTANI - di Dino Guerrini «Un ragazzo come tanti, un atleta straordinario a cui sono successe cose sulle quali vale la pena far riflettere. Questo per me è stato Marco Pantani». Lo dice Alessandro Albertin, attore che insieme all’interprete e regista veronese Michela Ottolini porta in giro per il Veronese lo spettacolo teatrale «Marco Pantani, il campione fuori norma». La rappresentazione di mercoledì sera, tenutasi all’interno del parco di Villa Venier a Sommacampagna, ha riscosso l’applauso di tutto il pubblico. L’inizio dello spettacolo, per i tifosissimi di Pantani, è da brividi. Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Quella con l’arrivo a Montecampione, che gli valse la maglia rosa due giorni dopo sul traguardo di Milano. Ma ben presto, nella narrazione, il pubblico viene trascinato nel dramma sportivo e umano vissuto dal ciclista romagnolo: la cacciata dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio (per un livello di ematocrito nel sangue al di sopra di quello consentito), la persecuzione mediatica e giudiziaria subita, il dramma della sua dipendenza dalla cocaina, fino alla sua tragica morte nella stanza di un anonimo residence riminese. «Il testo di questo spettacolo - conclude Albertin - ricalca il lavoro di Maria Rita Ferrara, che ha studiato la storia di Pantani dal 1999 partendo dal concetto di capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Da questo punto di partenza, abbiamo cercato di capire se quanto successo da Madonna di Campiglio in avanti fosse normale oppure no». L’altra sera, dopo la fine dello spettacolo a Sommacampagna, molti hanno optato per un secco no.


prof - 06/08/2009 alle 11:01

Complimenti alla nostra Maria Rita. Sono sinceramente commosso ...


lemond - 07/08/2009 alle 10:57

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Venerdì 7 agosto alle ore 10.30 (minuto più... minuto meno) andrà in onda all'interno della rubrica SUMMER TIME di Radio 24 un'intervista rilasciata da me e Michela qualche giorno fa sullo spettacolo "MARCO PANTANI, il campione fuori norma". Siete tutti invitati all'ascolto e a spargere la voce tra tutti i PIRATI! Collegandovi al sito www.radio24.ilsole24ore.com potrete scoprire quali sono le frequenze della vostra città. N.B. Prestate una particolare attenzione alla "preparazione" in materia dell'intervistatrice Elisabetta Fiorito. Buon ascolto! _________________________ [/quote] Ho ascoltato l'intervista al solo Albertin, mi pare. In effetti quello che colpisce di più è l'estrema "ingenuità" dell'intervistatrice. Costei deve aver fatto un corso di preparazione molto intenso e approfondito :grr:


mattewhawk23 - 09/08/2009 alle 11:28

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] A volte pare che a furia di cercare di svuotare il mare col cucchiano qualche piccolo, microscopico risultato si ottenga. per esempio che qualche spettatore entri con un'idea ed esca con un'altra. Rassegna stampa Pantani MARCO PANTANI MICHELA ALESSANDRO CORRIERE DELLA SERA - Venerdì, 31 Luglio 2009 RICORDARE PANTANI - di Dino Guerrini «Un ragazzo come tanti, un atleta straordinario a cui sono successe cose sulle quali vale la pena far riflettere. Questo per me è stato Marco Pantani». Lo dice Alessandro Albertin, attore che insieme all’interprete e regista veronese Michela Ottolini porta in giro per il Veronese lo spettacolo teatrale «Marco Pantani, il campione fuori norma». La rappresentazione di mercoledì sera, tenutasi all’interno del parco di Villa Venier a Sommacampagna, ha riscosso l’applauso di tutto il pubblico. L’inizio dello spettacolo, per i tifosissimi di Pantani, è da brividi. Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Quella con l’arrivo a Montecampione, che gli valse la maglia rosa due giorni dopo sul traguardo di Milano. Ma ben presto, nella narrazione, il pubblico viene trascinato nel dramma sportivo e umano vissuto dal ciclista romagnolo: la cacciata dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio (per un livello di ematocrito nel sangue al di sopra di quello consentito), la persecuzione mediatica e giudiziaria subita, il dramma della sua dipendenza dalla cocaina, fino alla sua tragica morte nella stanza di un anonimo residence riminese. «Il testo di questo spettacolo - conclude Albertin - ricalca il lavoro di Maria Rita Ferrara, che ha studiato la storia di Pantani dal 1999 partendo dal concetto di capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Da questo punto di partenza, abbiamo cercato di capire se quanto successo da Madonna di Campiglio in avanti fosse normale oppure no». L’altra sera, dopo la fine dello spettacolo a Sommacampagna, molti hanno optato per un secco no. [/quote] la storia di Pantani dal 99???!beh tipica usanza italiana di soccorrere i vincitori...quali inesattezze! due giorni dopo?era giovedi la gara finiva 3 giorni dopo. Dopo Montecampione c'era una cronometro decisiva a Lugano Certa gente dovrebbe smetterla di LUCRARE sulla memoria di un campione che è diventato purtroppo per lui MITO e al pari di altri fuoriclasse è stato infangato. leggetevi piuttosto l'enigma CERRo Torre e troverete delle anologie impressionanti con Cesare Maestri

 

[Modificato il 09/08/2009 alle 11:36 by mattewhawk23]


Donchisciotte - 09/08/2009 alle 11:39

Qualcuno mi potrebbe tradurre il post precedente, questo messaggio "alieno"? Sarei corsa sul carro del vincitore il 5 giugno 1999?:o Che c'entra chi lucra su Pantani? E Montecampione e Lugano che sono eventi del 1998? E Cerro torre che sta in patagonia? e Maestri che la scalò, o forse no?:boh:


mattewhawk23 - 10/08/2009 alle 11:58

Non è LUCRARE quello che stanno facendo fra conferenze libri e questa pagliacciata dello spettacolo?come lo chiameresti analisi Psicologica8in parte lo dichiara)?o terapia di gruppo..eh no qua c'è gente che vuole ancora mangiare sul mito non acettare che sia morto e che di soldi non se faccian piu. il pressapochismo di quello spettacolo l ho letto su un giornale locale quando son venuti dalle mie parti e non c'è bisogno che sottolinei che quello era il 98 se vuoi ti dico anche i giorni esatti essendo stato io presente... Salire sul carro del vincitore che nel nostro caso è semplicemente la vuota constatazione di cio che la maggioranza sapeva nel momento dell'esclusione e nel momento dei casi successivi maestri?un parallelismo difficile solo epr sottolineare che gli sportivi di caratura mondiale all'apice del loro trionfo hanno dovuto subire attacchi e vilipendi con metodi assurdi e alquanto parziali questa compagnia tetrale è veramnete l'ultima buffonata credo,senza offesa,vuota come le copie di Elvis che si vedono ogni tanto a las vegas e dintorni.


Donchisciotte - 10/08/2009 alle 12:39

Prima di tutto se scrivessi meglio si capirebbe anche quello che dici che resta piuttosto oscuro. 1) Lo spettacolo è tratto dal mio lavoro sul capro espiatorio e, quindi, quando parli di sfruttamento di Marco devi sapere che io, per esempio, non prendo niente e non prenderò mai niente qualsiasi cosa farò per questa vicenda, compreso un altro progetto che si dovrebbe realizzare fra un po’( forse). Quindi, su questo, stai al tuo posto e muto perché non permetto a nessuno di dire che io sfrutti Pantani. Specifico che non voglio niente perché non faccio né il giornalista né lo scrittore ma la tifosa e la tifosa è passione pura. 2) Ogni cosa che è stata fatta su Pantani ( libri, film, dvd ecc. ) va giudicata per la qualità, è chiaro che nella società del libero mercato ogni cosa genera un guadagno ma quello che conta è la qualità e ci sono cose di ottima, buona, mediocre e pessima qualità. Tutti ricevono un guadagno dal loro lavoro ma questo non ha nulla a che fare con la passione e l’onestà con cui lo si fa. 3)Penso che abbia sfruttato il nome di Pantani soprattutto chi, dal 1999, ha costruito l’immagine del dopato d’ Italia, il mostro, per fini che hanno giovato solo a chi ha fatto questo e a nessun altro. Penso che uno come Pantani da massacrare abbia fruttato ( in immagine, carriera e cc.) mooooolto più che un Pinco palla qualsiasi. E questi sono tanti e fanno diversi lavori. Quindi preferisco un libro, una trasmissione di pessima qualità che ha fatto guadagnare qualcuno piuttosto che chi l’ha massacrato e ci ha guadagnato, minimo, in visibilità. 4) La rassegna stampa locale relativa allo spettacolo la puoi leggere nel sito dell’associazione e non mi sembra che si parli di pagliacciata, anche la cronaca locale del Corriere della sera non parla di pagliacciata, anzi,proprio il contrario. 5) Lo spettacolo l’ho visto in dvd e mi pare uno spettacolo di buona qualità. Che invita a riflettere e a non prendere per buono quello che è stato detto e scritto. 6) I fatti di cui parla lo spettacolo ( sempre che parliamo dello stesso spettacolo,cioè “Pantani, un campione fuori norma” perché mi pare che la tua confusione sia palese) sono relativi a madonna di Campiglio ( 1999) e anni seguenti, l’unico accenno al 1998 è la “ telecronaca “ iniziale di Monte Campione. Approssimazione non ce n'è per niente, visto che Alessandro si è andato pure a recuperare articoli, sentenze, persino un artticolo del Corriere della romagna di cui si parla nel capro espiatorio e che non si trova più nell'archivio on line del giornale si è fatto mandare. Approssimazione zero, semmai acribia notevole. 7) Non capisco la tua animosità che mi sembra un po’ sospetta. Non l’hai visto e ti scalmani tanto? L’ira non è mai buona consigliera e lo si capisce dal fatto che quello che dici è quasi incomprensibile. 8) Ovviamente Maestri non c’entra assolutamente nulla.

 

[Modificato il 10/08/2009 alle 13:05 by Donchisciotte]


mattewhawk23 - 10/08/2009 alle 15:29

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Prima di tutto se scrivessi meglio si capirebbe anche quello che dici che resta piuttosto oscuro. 1) Lo spettacolo è tratto dal mio lavoro sul capro espiatorio e, quindi, quando parli di sfruttamento di Marco devi sapere che io, per esempio, non prendo niente e non prenderò mai niente qualsiasi cosa farò per questa vicenda, compreso un altro progetto che si dovrebbe realizzare fra un po’( forse). Quindi, su questo, stai al tuo posto e muto perché non permetto a nessuno di dire che io sfrutti Pantani. Specifico che non voglio niente perché non faccio né il giornalista né lo scrittore ma la tifosa e la tifosa è passione pura. 2) Ogni cosa che è stata fatta su Pantani ( libri, film, dvd ecc. ) va giudicata per la qualità, è chiaro che nella società del libero mercato ogni cosa genera un guadagno ma quello che conta è la qualità e ci sono cose di ottima, buona, mediocre e pessima qualità. Tutti ricevono un guadagno dal loro lavoro ma questo non ha nulla a che fare con la passione e l’onestà con cui lo si fa. 3)Penso che abbia sfruttato il nome di Pantani soprattutto chi, dal 1999, ha costruito l’immagine del dopato d’ Italia, il mostro, per fini che hanno giovato solo a chi ha fatto questo e a nessun altro. Penso che uno come Pantani da massacrare abbia fruttato ( in immagine, carriera e cc.) mooooolto più che un Pinco palla qualsiasi. E questi sono tanti e fanno diversi lavori. Quindi preferisco un libro, una trasmissione di pessima qualità che ha fatto guadagnare qualcuno piuttosto che chi l’ha massacrato e ci ha guadagnato, minimo, in visibilità. 4) La rassegna stampa locale relativa allo spettacolo la puoi leggere nel sito dell’associazione e non mi sembra che si parli di pagliacciata, anche la cronaca locale del Corriere della sera non parla di pagliacciata, anzi,proprio il contrario. 5) Lo spettacolo l’ho visto in dvd e mi pare uno spettacolo di buona qualità. Che invita a riflettere e a non prendere per buono quello che è stato detto e scritto. 6) I fatti di cui parla lo spettacolo ( sempre che parliamo dello stesso spettacolo,cioè “Pantani, un campione fuori norma” perché mi pare che la tua confusione sia palese) sono relativi a madonna di Campiglio ( 1999) e anni seguenti, l’unico accenno al 1998 è la “ telecronaca “ iniziale di Monte Campione. Approssimazione non ce n'è per niente, visto che Alessandro si è andato pure a recuperare articoli, sentenze, persino un artticolo del Corriere della romagna di cui si parla nel capro espiatorio e che non si trova più nell'archivio on line del giornale si è fatto mandare. Approssimazione zero, semmai acribia notevole. 7) Non capisco la tua animosità che mi sembra un po’ sospetta. Non l’hai visto e ti scalmani tanto? L’ira non è mai buona consigliera e lo si capisce dal fatto che quello che dici è quasi incomprensibile. 8) Ovviamente Maestri non c’entra assolutamente nulla. [/quote] se tu conoscessi la vicenda di Maestri capiresti ma è plaese che non sai nemmeno i punti della disputa e di come venne falcidiato Era un esempio se ne posson citare altri che si son ripetuti nel tempo Non si capisce cosa?chiedi e te lo spiego o riscrivo.ma vedo che anche su questo punto le argomentazioni son scarse Qualità tu vorresti giudicassi lo spettacolo per la QUALITà?lo sto giudicando per la MORALITà. e se proprio ci tieni tanto alla "qualità" lasciati dire che è andato quasi solo in periodo estivo in teatri di seconda se non terza categoria(citta di Albino suvvia....) Testimonianze?mi sembrano solo indirette pur buone che siano. Ti stimo per l'impegno e per la difesa di un qualcosa di particolare ma son io ad insospettirmi.

 

[Modificato il 10/08/2009 alle 15:35 by mattewhawk23]


Donchisciotte - 10/08/2009 alle 23:34

Oddio, non ho capito prima che sei un iracondo, me l'hanno fatto notare due amici invitati a pranzo: ma ti metti a discutere con un iracondo? Hai detto quello che c'era da dire, basta ,lasciagli sfogare l'ira che ha un oggetto qualsiasi come per tutti gli iracondi. Poi loro hanno notato quel 23 nel tuo nick e mi hanno detto: o è del '23 o ha 23 anni, che stai a discutere? Sfoga la tua ira: uno dei più noiosi vizi capitali. Ah, vedo nella tua firma l'irosa (appunto) filippica su quelli che mangiavano la polvere, pare bevessero pure il vino mariani...:Od:


mattewhawk23 - 11/08/2009 alle 12:41

il 23 ,come il nome ,appartiene al vecchio indirizzo email, anti spam, mia cara. L ho inseritoai tempi un numero a cui ci si sente legati o meglio un numero proprio e ricorrente simile alla tradizione della numerologia medievale ripresa dallo stesso Dante,tanto per rimanere negli iracondi per arrivare altri personaggi. Vedo che vai sul personale probbailmente per la vacuità delle tue tesi e per la sorpresa di trovare un opposizione che credevi non avrebbe dovuto esistere,ma ciò fa dei tuoi messaggi precedenti "pubblicità". La mia opposizione,come peraltro il messaggio della fondazione,è volto all' evitareche certe situazioni pregresse vadano ad appannaggio economico di pochi. Oltre a questa questione MORALE mi spiace dirti che certe cose,quali il giornalismo o sua interpretazione mediatica, van vissute non lette su articoli o blog perche poi si cade su errori banali


Overlord - 12/08/2009 alle 09:44

Gentilissimo mattewhawk23 siamo Alessando e Michela dell’associazione culturale Overlord. Siamo onorati di essere al centro di uno ‘scontro’ di opinioni! Le anticipiamo subito che quasi sicuramente non ci saranno altre occasioni da parte nostra di far sentire la nostra voce in questo forum, purtroppo abbiamo capito che è molto difficile comunicare così, con poche righe e nove volte su dieci si arriva a scannarsi per niente. Le spieghiamo brevemente in cosa consiste il nostro lavoro: noi siamo attori e in teatro si raccontano storie. Storie di pura invenzione, storie fantastiche, antiche, contemporanee, vere, storie di vita, storie di uomini… Quest’ultima appunto è la cosa che interessa di più alla nostra associazione, raccontare storie di uomini. Per noi Marco Pantani prima di essere un ciclista, prima di essere un mito è un uomo. Un uomo che, dal nostro punto di vista ovviamente, ha subito delle ingiustizie senza precedenti. Ingiustizie che domani potrebbero capitare a noi. E’ questo che ci ha spinto a fare lo spettacolo. Se noi avessimo voluto ‘lucrare’ VERAMENTE sulla storia di Marco non avremmo prodotto uno spettacolo ‘scomodo’, cioè uno spettacolo di denuncia, dove facciamo nomi e cognomi di potenti, dove descriviamo l’iter che Marco ha dovuto subire da Madonna di Campiglio fino alla fine dei suoi giorni. Sarebbe stato più facile attirare pubblico a teatro raccontando le gesta di Marco, perché più coinvolgenti, meno noiose, più alla portata di un pubblico ‘medio’. Intendiamoci bene, non siamo una compagnia di beneficenza e non lavoriamo gratis, e questo certamente per lei significa ‘lucrare’. Ma raccogliere il materiale, metterlo insieme per uno spettacolo, fare le scenografie, trovare i luoghi per provare, affittarli, spostarsi per le date…per noi sono costi. Ci aggiunga il fatto che è il nostro lavoro e quindi ci dobbiamo anche vivere. Quindi sì, noi ‘lucriamo’. Ma DENUNCIAMO. Con la nostra storia. Con fatti, articoli, sentenze, frasi scritte o dette, interviste…..Noi non siamo giornalisti (che comunque vengono pagati per il loro lavoro…quindi ‘lucrano’), non siamo scrittori di romanzi, non siamo nemmeno tifosi che dedicano quindi il loro tempo libero e la loro energia a sostenere il proprio idolo avendone in cambio solo soddisfazione personale, siamo attori e il nostro lavoro è raccontare storie. Se poi queste possono far aiutare anche solo uno spettatore ad uscire con almeno un dubbio per noi è più che sufficiente. Noi non vogliamo dare nessuna verità, perché non è il nostro lavoro, noi vogliamo raccontare quello che noi abbiamo visto in questa storia. Credere di detenere la verità significa fermarsi e non cercare più, mentre il nostro lavoro è in continua evoluzione. ‘…il pressapochismo di quello spettacolo l ho letto su un giornale locale quando son venuti dalle mie parti..’ Saremmo lieti che ce lo facesse pervenire, o almeno darci gli estremi del giornale cosicché possa essere inserito nel nostro sito, (anche se a detta sua lo definisce una pagliacciata), perché crediamo sia giusto che la gente possa farsi un opinione di noi non univoca. Inoltre saremmo felici che il giornalista (o lei non abbiamo capito bene) che parla del nostro ‘pressapochismo’ ci mettesse a conoscenza di cose, evidentemente a noi oscure, che nel nostro spettacolo non vengono citate ma che possono chiarire ulteriormente la storia che noi raccontiamo. Ci permettiamo però di darle un consiglio visto che lei basa i suoi giudizi o meglio pre-giudizi su quello che un giornale dice di noi. Non si fidi troppo di quello che le dicono gli altri, noi compresi, giornali compresi, si faccia una SUA opinione cercando, leggendo sì giornali, ma anche ascoltando opinioni avverse e poi soprattutto quando può, verifichi di persona, come S. Tommaso; la verità non sta mai da una parte sola e i giornali spesso sono i primi a portarci fuori strada. Ci permettiamo di dirle queste cose perché la storia di Marco noi l’abbiamo vissuta proprio come sta facendo lei adesso con noi, giudicando senza sapere, senza aver visto, senza aver vissuto (come scrive lei), e le assicuro che i giornali ci hanno portato completamente fuori strada. ‘…Il giornalismo o sua interpretazione mediatica, van vissute non lette su articoli o blog perche poi si cade su errori banali’…. (E’ strano, ma riguardo la frase precedentemente da lei scritta, lo spettacolo non l’ha ‘vissuto’) A tal proposito, ci permettiamo di chiederle se non è un ‘errore banale’ (parlando come lei) quello che ha detto riguardo una nostra data ad Albino, luogo che abbiamo conosciuto solo ora sulle mappe di google per capire dove fosse, visto che purtroppo non ci siamo mai stati; purtroppo e ripetiamo purtroppo non ci siamo mai stati, ma che nel caso volessero accoglierci ne saremmo ben felici! Lei infatti parla di teatri di seconda e terza categoria. E noi sì, siamo stati in molti teatri medio-piccoli a fare questo spettacolo. Purtroppo i teatri di ‘prima’ accettano solo grandi nomi o al limite qualche spettacolo con personaggi della TV. Farsi strada per un’associazione nata 2 anni fa con due attori pressoché sconosciuti non è facile, e con questo non ci vogliamo lamentare, ma per noi è normale che per salire una scala si parta dal basso, cioè dai teatri di terza, anzi, a volte direi di quarta stando al suo metro di giudizio. E se un teatro, fosse anche di quinta categoria, ci desse l’opportunità di raccontare le nostre storie, per quale ragione dovremmo snobbarlo? Per rispondere a dei canoni di MORALITA’ che evidentemente non condividiamo? Inoltre le nostre date sono state principalmente d’estate perché è uno dei pochi periodi che ci ritagliamo per poterci dedicare a questi progetti perché purtroppo ‘lucriamo talmente tanto’ con questi nostri spettacoli che durante il periodo invernale andiamo a lavorare in altre compagnie e in teatri di serie A per poterci quindi mantere e permettere di fare spettacoli in teatri di serie B con la nostra piccola e immorale associazione. Noi crediamo però che lei stia confondendo il nostro spettacolo con un altro dal titolo ‘Per abbreviare la mia sovverenza, ovvero dell’eroe perduto MARCO PANTANI di e con Alessandro Pozzetti’ e che spulciando in internet abbiamo visto aver fatto alcune date proprio vicino al suo paese (Presolana, almeno se è scritto correttamente su cicloweb). O forse addirittura si confonde con un altro spettacolo ancora su Pantani di un giornalista della gazzetta dello sport dal titolo ‘Cinque anni senza Pantani.
Viaggio nell'anima del mito’ di Silvio Sarta. Oppure ancora ‘Marco Pantani: ascesa e distruzione di un dio’, uno spettacolo di CTAS inserito nel progetto “Teatri di Indagine” con Giacomo Bono, Francesca Gaiazzi, Giulia Gibbon, Clelia Notarbartolo, Alessandro Veronese, andato in scena a Milano….e credo ce ne siano anche altri! Evidentemente siamo in tanti a voler ‘lucrare’ sull’immagine di Marco! Le consigliamo però di andarli a vedere tutti! Il nostro spettacolo, come più volte è stato scritto sul blog è MARCO PANTANI, IL CAMPIONE FUORI NORMA con Alessandro Albertin e Michela Ottolini dell’Associazione culturale Overlord. Le chiediamo quindi gentilmente di verificare se siamo noi i diretti interessati delle sue sfuriate o se per un ‘accidentale’ scambio di spettacoli ci ha regalato un po’ della sua ira gratuitamente. In ogni caso per non commettere lo stesso errore fatto da noi nel giudicare Pantani come ‘il dopato del ciclismo’ le consigliamo prima di permettersi di GIUDICARE la NOSTRA MORALITA’ di venire a vedere lo spettacolo ed eventualmente nel caso non condividesse alcune o molte cose contenute in esso fermarsi a parlare con noi o scriverci al nostro indirizzo e-mail o telefonarci. Sul nostro sito trova tutti i modi per poterci contattare. Noi siamo felici di ricevere i consigli del pubblico perché siamo sempre alla ricerca di una crescita personale e artistica e tutte le opinioni costruttive (non distruttive) ci aiutano a trovare la strada giusta. Quello che lei invece ha fatto finora nei nostri confronti è giudicarci senza averci né conosciuti né visti e cercare di convincere altre persone della nostra IMMORALITA’…anche se continuiamo ad essere convinti di un suo errore nello scambiare il nostro spettacolo per un altro. La NOSTRA morale però è diversa, e ci spinge a CONOSCERE PRIMA DI GIUDICARE. Le lasciamo quindi, per approfondire la nostra conoscenza, nel caso fosse veramente interessato ad una crescita e ad uno scambio intelligente di opinioni, l’indirizzo del nostro sito: www.associazioneoverlord.it ricordandole comunque che qui noi non risponderemo più. La ringraziamo per l’attenzione che ci ha dedicato e ci auguriamo un incontro futuro. P.s. Ha mai avuto occasione di vedere uno spettacolo di Marco Paolini che si chiama ‘Il racconto del Vajont’? Se noi ‘lucriamo’ sull’immagine di Marco Pantani, Paolini allora come lo definisce? ‘Lucratore incallito’ che sfrutta la morte di migliaia di persone? ‘W Bartali! Voglio tornare al ciclismo fatto di polvere mangiata, bevute di vin rosso ,respiri di sofferenza vera e viaggi di avventura e follia’ Nel nostro spettacolo citiamo una frase detta da Fausto Coppi, il campionissimo, il quale dice: ‘La bomba la prendiamo tutti, fatto sta che io arrivo comunque mezz’ora prima degli altri.’ Fausto Coppi non era dello stesso periodo di Gino Bartali? Ah, se un giorno ci volesse raccontare la storia di Cesare Maestri (che tra l’altro abbiamo cominciato a conoscere oggi su internet e troviamo interessante) forse potremmo pensare di raccontare anche questa storia! Ovviamente ci ‘lucreremo’ sopra! Ci scusiamo ancora se siamo stati 'un po' prolissi, purtroppo però non abbiamo saputo fare diversamente. Grazie Gli IMMORALI Alessandro e Michela dell’Associazione culturale Overlord.


mattewhawk23 - 13/08/2009 alle 11:55

Buongiorno ho riflettuto molto sulle sue parole elenganti e sicuramente piene di significato a differenza del rpecedente utente che vagava su attacchi pesonali. Le do ragione.Perchè come ho scritto le cose van vissute in prima persona e dunque verrò a vedere il vostro spettacolo analizzando e valutandolo aldila di quanto riportato anche da questo quindicinale locale Seriano noto per alcuni strafalcioni.chissa magari era uno fi quelli Lo farò in incognito senza gesti non si preoccupi magari semplicemente stando un poco oltre la fine dello spettacolo,se possibile,per capire quale clima quale atteggiamento vi sia anche aldila dello spettacolo Lasci stare Coppi e Bartali si legga semplicemente l'Europeo di maggio dedicato ai cent'anni del Giroe vedra come i tempi non son cambiati ma solo la scienza si evoluta e come alcuni di questi le sianosaliti in groppa prima degli altri e piu degli altri Lasci stare Maestri se vede misteri nella vicenda Pantani sappia che Maestri è l'Enigma per eccelenza e che ancora oggi a 50 di distanza la scalata di Egger-Maestri(glieli cito in ordine di cordata uomo da ghiaccio il primo rocciatore il secondo) sia la fonte piu viva di fluide polemiche italiche sgorganti da invidia. Li il doping si chiama "parola" .Loro per alcuni altrui per molti lo screditarono gli Inglesi poi noi dicendo che era impossibile. Fino a quando nell'inverno 2005 è stato fatto quello che lui disse di aver fatto sulla ovest. I fenomeni non son ben mai accettati siamo in Italia dobbiamo farcene una ragione.vuole un altro esempio?Messner nella traversata del Diamir dove perse il fratello.o meglio il K2?Bonatti e l'ossigeno(per molti doping)? l'unica differenza che certi aiuti nelle altri parti son conosciuti e forse tollerati e per questo si vede la differenza vera con o senza. e infine loro non ebbero 7 magistrati alle calacagne e il verdetto è potuto esser unico in attesa di vederla all'opera la saluto cordialmente


Donchisciotte - 13/08/2009 alle 14:06

Tutto è bene quel che finisce bene. Quindi avevo visto giusto, non hai visto lo spettacolo, hai letto su un giornale locale noto , dici tu, per gli strafalcioni qualcosa su uno spettacolo che forse non è questo e hai lanciato, con ira funesta, i seguenti giudizi: pagliacciata pressappochista, fatta da gente che ci lucra, immorale,l'ultima buffonata su Pantani, ha girato in posti minori come Albino ( dove non è mai stato) e insulti vari che adesso non ricordo. Complimenti, davvero, mantieniti così. Buone vacanze a tutti ( gli altri)!:cincin:


53.11 - 13/08/2009 alle 14:06

[quote][i]Originariamente inviato da mattewhawk23 [/i] Buongiorno ho riflettuto molto sulle sue parole elenganti e sicuramente piene di significato a differenza del rpecedente utente che vagava su attacchi pesonali. Le do ragione.Perchè come ho scritto le cose van vissute in prima persona e dunque verrò a vedere il vostro spettacolo analizzando e valutandolo aldila di quanto riportato anche da questo quindicinale locale Seriano noto per alcuni strafalcioni.chissa magari era uno fi quelli Lo farò in incognito senza gesti non si preoccupi magari semplicemente stando un poco oltre la fine dello spettacolo,se possibile,per capire quale clima quale atteggiamento vi sia anche aldila dello spettacolo Lasci stare Coppi e Bartali si legga semplicemente l'Europeo di maggio dedicato ai cent'anni del Giroe vedra come i tempi non son cambiati ma solo la scienza si evoluta e come alcuni di questi le sianosaliti in groppa prima degli altri e piu degli altri Lasci stare Maestri se vede misteri nella vicenda Pantani sappia che Maestri è l'Enigma per eccelenza e che ancora oggi a 50 di distanza la scalata di Egger-Maestri(glieli cito in ordine di cordata uomo da ghiaccio il primo rocciatore il secondo) sia la fonte piu viva di fluide polemiche italiche sgorganti da invidia. Li il doping si chiama "parola" .Loro per alcuni altrui per molti lo screditarono gli Inglesi poi noi dicendo che era impossibile. Fino a quando nell'inverno 2005 è stato fatto quello che lui disse di aver fatto sulla ovest. I fenomeni non son ben mai accettati siamo in Italia dobbiamo farcene una ragione.vuole un altro esempio?Messner nella traversata del Diamir dove perse il fratello.o meglio il K2?Bonatti e l'ossigeno(per molti doping)? l'unica differenza che certi aiuti nelle altri parti son conosciuti e forse tollerati e per questo si vede la differenza vera con o senza. e infine loro non ebbero 7 magistrati alle calacagne e il verdetto è potuto esser unico in attesa d i vederla all'opera la saluto cordialmente [/quote] Col traduttore di google non ottengo niente, qualcuno sa indicarmi che genere di tecnologia posso utilizzare per decifrare post del genere?!!


mattewhawk23 - 13/08/2009 alle 17:42

...beh vedo che don chisciotta continua ad attaccare e insultare probabilemnete è capace di fare solo quello Non tollero un comportamente infantile eassurdo del genere guarda dopo un intervento quale quello di Overlord diplomatico e sapiente sei riuscita nuovamente a mettere il becco e a sputar sentenze con un tono assurdo senza che nessuno ti interpellasse.albino via dicendo.informati prima di palrare e possibilmente scrivere dai spara ancora qualcosa è l'unica soddisfazione che ti puoi togliere nella vita???probabilemente si vedendo la frustrazione delle tue parole chi ti ha dato questa confidenza?tinei un tono staccato io sto parlando dell'opera e non di te... Buone vacanze


Admin - 13/08/2009 alle 19:59

Mattehawk, ti segnalo che in questa discussione quello che tiene toni esagitati e fuori dagli schemi sei tu. Nell'ultimo post di Donchisciotte non ci sono insulti, quindi mettiti l'anima in pace e al limite chiedi scusa per le sgangherate e calunniose conclusioni a cui eri giunto nei giorni scorsi.


mattewhawk23 - 13/08/2009 alle 21:16

calunniose????occhio ai termini... Ho semplicemente esposto un punto di vista che è fortemente condiviso da tutti i ciclisti che frequento. Sicurmanete la mancanza di tempo fa si che non esponga,come si dovrebbe errori di battitura generalmenet li correggo in automatico qua tale servizio non c'è e non avendo ne tempo ne voglia non li correggo


mattewhawk23 - 13/08/2009 alle 21:39

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Quella con l’arrivo a Montecampione, che gli valse la maglia rosa due giorni dopo sul traguardo di Milano. [/quote] l'errore a cui faccio riferimento è uguale a quello riportato da Sfide.posso domandarmi allora quale son state le fonti?se il punto di partenza è contaminato e esclude per di piu un episodio fondamentale(Forconi escluso alla penultima tappa e accuse di Tonkov "Mapei") posso dire che credo sia plausibile che vi siano delle superficialità o deli omissis? Questo mi ha portato ad avvalorare la tesi del quindicinale locale il quale non è l'ultimo arrivato,anche se terribilemnte dietrologo,ha anche organizzato una sera con Tonina Pantani Cionostante andrò a vedere lo spettacolo per valutare la bonta e sicuramente la professionalita, dell'associazione Overlord di cui ho Ho gia valutato la disponibilità ad ascoltare,e non insultare un brontolone come,a cui auguro un giorno di ritrovarli in calendario al mio amato teatro Piccolo e credo che vi siano buone possibilita esendo nata solo da due anni.


lemond - 14/08/2009 alle 08:07

[quote][i]Originariamente inviato da mattewhawk23 [/i] calunniose????occhio ai termini... [b]La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar. :D [/b] Ho semplicemente esposto un punto di vista che è fortemente condiviso da tutti i ciclisti che frequento. [b]quelli che conosco io pensano il contrario, ma non sono statistiche :Od: [/b] Sicurmanete la mancanza di tempo fa si che non esponga,come si dovrebbe errori di battitura generalmenet li correggo in automatico qua tale servizio non c'è e non avendo ne tempo ne voglia non li correggo [b]questo dimostra il rispetto che hai per chi vuole leggere :mad: P.s. quel [si] è un errore di battitura? [/b] [/quote]


Lupo - 14/08/2009 alle 19:34

Sono (o saranno) in vendita anche dvd dello spettacolo?


Overlord - 15/08/2009 alle 00:46

I DVD non sono ancora in vendita, i pochissimi che girano sono riprese amatoriali dello spettacolo e a titolo puramente ed esclusivamente riservato e personale. Ci auguriamo però di poter fare a breve una cosa professionale e perchè no magari per la vendita, anche se il teatro in TV fa sempre un po' schifo, perde la magia e la vita che ha dal vivo...ammenoché non ci sia un ottima regia alle spalle ma....beh speriamo!!!!!! Appena li avremo ve lo faremo sapere. Ciaoooo


Overlord - 14/09/2009 alle 16:38

L'associazione culturale OVERLORD è lieta di invitarvi allo spettacolo: "MARCO PANTANI, il campione fuori norma" scritto da Alessandro Albertin da uno studio di Maria Rita Ferrara regia Michela Ottolini scene Piero Ottusi con A. Albertin e M. Ottolini Le prossime date saranno: - 19 settembre ore 21 PADOVA - Piccolo teatro Don Bosco - 26 settembre ore 21 VICENZA - Teatro San Marco - 28 settembre ore 21 VERONA - Teatro Camploy - 9 ottobre ore 21 BOLZANO - Teatro Cristallo Per informazioni sullo spettacolo o sull'associazione o per prenotare i biglietti trovate tutti i recapiti nel sito: www.associazioneoverlord.it Se alla fine dello spettacolo avete piacere di fermarvi con gli attori o scrivere un'e-mail con le vostre impressioni ne saremmo felici. Vi aspettiamo! [img] [/img][img] [/img][img] [/img][img] [/img]


Subsonico - 14/09/2009 alle 17:05

[quote][i]Originariamente inviato da Overlord [/i] I DVD non sono ancora in vendita, i pochissimi che girano sono riprese amatoriali dello spettacolo e a titolo puramente ed esclusivamente riservato e personale. Ci auguriamo però di poter fare a breve una cosa professionale e perchè no magari per la vendita, anche se il teatro in TV fa sempre un po' schifo, perde la magia e la vita che ha dal vivo...ammenoché non ci sia un ottima regia alle spalle ma....beh speriamo!!!!!! Appena li avremo ve lo faremo sapere. Ciaoooo [/quote] hai ragione a dire che il teatro in tv fa un po' schifo, ma sai com è, non è che lo spettacolo può essere in tutte le città d'italia e al sud non ci è ancora arrivato...quindi credo che una tale iniziativa (perchè no) pubblicizzata a dovere, farebbe contenti in tanti, oltre me ;)


Overlord - 14/09/2009 alle 17:48

Hai ragione! Ci stiamo lavorando, anche se non sarà una cosa a breve termine! Se nel frattempo hai qualche contatto da darci nella tua città...si sa mai che tu lo veda in diretta!:D


Donchisciotte - 13/10/2009 alle 20:34

Domenica 11 ottobre è uscito questo articolo su La Voce di Romagna, me lo ha mandato la stessa giornalista in formato pdf, lo trascrivo, titoli compresi. Ormai, con la pubblicazione dell'articolo, dovrebbe essere imminente l'uscita, già mi hanno mandato la copertina e il testo in stampa ,per cui inizio a dirlo, molto timorosamente, ma ho sempre pensato che non deve scendere il silenzio sulla vicenda di Marco Pantani, perché non si dimentichi. Ovviamente grazie a Tonina Pantani e a Enzo Vicennati ( la cui prefazione è molto bella, una spirale quasi ipnotica di domande che risponde alla domandina maliziosa di molti, ultimo Mura nella trasmissione Complotti: a chi faceva comodo sacrificare la gallina dalle uova d'oro?). IL CAPRO ESPIATORIO NEL NOME DI PANTANI. Prefazione di Enzo Vicennati. L’autrice: Dall’ombra doping all’epilogo: un’ingiustizia. La benedizione di mamma Tonina. Un nuovo scritto dato alle stampe nel nome di Marco Pantani. Si intitola “ Il capro espiatorio” facile immaginare quale sia la tematica affrontata in quelle pagine, un lungo filo conduttore che attraversa l’opuscolo attualmente in tipografia. La metodica, però, questa volta è differente dai volumi che l’hanno preceduto: non c’è una storia né un romanzo.. Di pagina in pagina è un continuo di rassegne stampa, articoli a far data da quel 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, di sentenze e pronunce dei giudici davanti ai quali si è seduto Marco Pantani. L’opera, prima “gettata” in modo veloce e senza troppi fronzoli in un sito internet, poi divenuta un fortunato spettacolo teatrale e infine data alle stampe. L’idea è di Maria Rita Ferrara, cinquantenne romana, tifosa di ciclismo ma soprattutto di Pantani, laureata in giurisprudenza. “Quando è scoppiato il caos a Madonna di Campiglio, spiega la Ferrara, sembrava che sotto ci fosse qualcosa di strano, dunque per quelli che sono i miei studi in legge,mi sono messa a cercare informazioni, a raccogliere giornali, a leggere sentenze, deposizioni, insomma gli atti giudiziari dei processi nei quali era coinvolto Pantani. Volevo capirci qualcosa e ho via via raccolto molto materiale che ho trascritto sul mio blog in modo veloce, senza troppi filtri. Da qui è nato “Il capro espiatorio”: in quel preciso momento storico in cui la lunga ombra del doping aveva inficiato l’immagine dello sport, occorreva qualcuno che fosse molto amato e pagasse lo scotto per conto di altri, in maniera tale da spostare l’attenzione solo sul ciclismo anziché su altri sport , per questo è stato scelto Marco. La volontà è che si sappia ciò che ha passato Pantani in quella che fu una crociata contro di lui fino al tragico epilogo”. La prefazione è curata dal giornalista sportivo, nonché da tempo collaboratore della Fondazione Pantani, Enzo Vicennati.. Tonina Pantani ha grandi aspettative su questo volumetto: “ Mi era stato donato diversi anni fa, spiega la mamma del Pirata, da una tifosa di Marco, Maria Rita, poi nel frattempo, sono stati pubblicati altri libri. Questo, intanto, è diventato uno spettacolo teatrale che, a quanto so, sta avendo molto successo, portato in scena da Alessandro Albertin. L’ho letto e ho ritenuto di darlo alle stampe perché questo opuscolo è molto importante per il suo contenuto: : c’è la rassegna stampa dal 1999 ad oggi, una valanga di articoli che visti tutti insieme fanno davvero effetto e si può intuire cosa abbia passato Marco leggendo quelle parole, insieme alle sentenze”. Il volumetto sarà pronto entro Natale e distribuito allo Spazio Pantani e on line, il ricavato andrà a favore della Fondazione Marco Pantani onlus. Nicoletta Brina


nino58 - 14/10/2009 alle 12:44

Vai donchi.


robby - 14/10/2009 alle 13:44

Grandissima Donchi!


Morris - 18/10/2009 alle 14:45

Giusta scelta della Fondazione. Un lavoro certosino e meritevole, che non riporta la verità su Marco Pantani, ma fa capire in maniera incontestabile, perché scritta e documentata, quanto attorno a lui e contro di lui, si siano mossi “il potere”, nonché le di questi siamesi figure a sostegno. Quanto certi personaggi abbiano pesato e quanto non sia esagerazione alcuna, dire che su Marco sia gravata una ineguagliata “gogna mediatica”, aggiunta a pagine più tristi del solito, da parte della Magistratura. Il titolo, è un sunto fedele a quello che si legge, abilmente ed impeccabilmente raccolto da Maria Rita. Serve oggi più che mai, per capire contorni e contesti di un personaggio cardine per spiegare la filologia esistente fra sport e potere. :clap::clap::clap:


Donchisciotte - 18/10/2009 alle 16:14

Grazie Morris ( e Robby e Nino 58), speriamo che sia davvero come dici tu.


Donchisciotte - 31/10/2009 alle 11:23

Scrivo infuriata e trattenendomi a stento dal dire cose davvero pesanti. Leggo su Bicisport che la Astana ha avuto qualche problema ( che si è tradotto in un ritardo) nell'ottenere la licenza Pro Tour per un paio di motivi, uno dei quali era la presenza di Martinelli come tecnico. Il problema è il legame fra Martinelli e Pantani ( Marco, leggo, è considerato uno dei peggiori casi di doping). La soluzione è venuta dalla determinazione della Astana e da un intervento della Federazione italiana che ha detto che non c'è un legame fra le vicende di Pantani e Martinelli e, ma qusto non so perché non si capisce se l'ha detto la FCI o il giornale, per Pantani non si può parlare tecnicamente di doping. 1) Pantani non è mai risultato positivo ad alcun controllo antidoping quindi che l'Uci lo consideri uno dei peggiori casi di doping dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni e considerato quello che l'Uci sa benissimo ( tutti alla grande) è un'affermazione inqualificabile per bassezza e falsità. E per ferocia verso una persona morta. 2) Martinelli è stato DS di Pantani e basta con questa stronzata che il ciclista e il DS non condividano eventuali scelte di un certo tipo ( questo vale per i poveri di spirito che considerano vere le accuse a Pantani di essere il peggio esempio di doping). 3) se non l'ha detto la FCI che il caso di Pantani non è doping non essendo mai risultato positivo è gravissimo. 4) Il silenzio di Martinelli. Capisco la voglia di lavorare alla Astana ma senza Pantani la carriera di Martinelli non credo sarebbe stata la stessa. 5) Non bastano tanti anni di lavacro purificatorio con Cuneghino doping free per rendere puro per sempre Martinelli?:Od: E infine sullo stesso giornale ci sono quattro righe di un'intervista di Lo Schiavo a Cribiori dove Cribiori dice cose definitive su Pantani, su quello che ha rappresentato nel ciclismo e che anche oggi rappresenta. Tutto il resto ( il resto del ciclismo successivo), dice Cribiori, non conta. Hasta siempre comandanete Marco di tutta questa gente piccola e malvagia nella storia non resterà traccia.


meriadoc - 31/10/2009 alle 11:54

Moriranno tutti. E moriranno male.


Monsieur 40% - 31/10/2009 alle 12:17

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] E infine sullo stesso giornale ci sono quattro righe di un'intervista di Lo Schiavo a Cribiori dove Cribiori dice cose definitive su Pantani, su quello che ha rappresentato nel ciclismo e che anche oggi rappresenta. Tutto il resto ( il resto del ciclismo successivo), dice Cribiori, non conta.[/quote] Non ho capito se Cribiori ne parla bene o male.


Donchisciotte - 31/10/2009 alle 13:59

Benissimo, conclude che tutto il resto del ciclismo ( si riferisce al successivo a pantani) non conta.


Monsieur 40% - 31/10/2009 alle 14:23

Lo speravo. Non lo conosco personalmente, ma ho una grossissima stima di Cribiori.


lemond - 31/10/2009 alle 14:36

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Lo speravo. Non lo conosco personalmente, ma ho una grossissima stima di Cribiori. [/quote] Franco ha sempre detto che nemmeno Al Capone ha avuto mai tante procure contro quanto Marco :mad::OIO


Donchisciotte - 17/11/2009 alle 00:14

La Fondazione Marco Pantani onlus comunica l’uscita di un nuovo libro : Il capro espiatorio. Il rituale vittimario: Il caso Marco Pantani. Il libro, scritto da Maria Rita Ferrara e con prefazione di Enzo Vicennati, ripercorre la storia di Marco Pantani, successivamente al 5 giugno 1999, dal punto di vista della cronaca giudiziaria ( giustizia ordinaria e sportiva) e della ricaduta mediatica della cronaca giudiziaria stessa, attraverso la lettura di sentenze, motivazioni di sentenze, articoli e atti giudiziari. La tesi di fondo del libro è che, nel caso di Marco Pantani, si sia realizzata la creazione della figura del “capro espiatorio” così come analizzata e studiata da René Girard. Il libro vuole testimoniare quanto vissuto da Marco dopo l’esclusione dal Giro d'Italia 1999, a Madonna di Campiglio. “ Il capro espiatorio” è in vendita presso lo Spazio Pantani in via Cecchini 2 a Cesenatico (telefono 0547-672886 ), e mail shop@spaziopantani.it e può essere richiesto anche l’invio a domicilio a questo link:http://www.spaziopantani.it/dettagli.asp?Codice=538 Il prezzo è di 8 euro. Il ricavato è interamente devoluto alle attività istituzionali dell'A.S.D. "AMICI di MARCO PANTANI", in particolare alla Scuola di Ciclismo per i Bambini.


robby - 17/11/2009 alle 09:08

Interessante! Adoro sempre ricordare le vicende prettamente sportive e i miei ricordi di marco son tutti legati a quei pomeriggi passati davanti alla televisione, ma credo sia utile conoscere e sviscerare questi casi post campiglio


rizz23 - 17/11/2009 alle 09:42

Ordinato! Per le congratulazioni all'autrice attendo di leggere... anzi no, gliele faccio già :clap::clap::clap:


nino58 - 17/11/2009 alle 10:00

Maria Rita, per averlo per posta basta inviare la mail all'indirizzo sopra ? Si può pagare in contrassegno ? Grazie. nino.


Donchisciotte - 17/11/2009 alle 20:06

Nino, non lo so, degli aspetti commerciali non mi occupo io. Se vuoi, puoi telefonare o mandare un'e mail al Museo Pantani ( cioè, lo Spazio Pantani). Gli indirizzi sono quelli del comunicato. Grazie Rizz! Spero che i complimenti tu non debba rimangiarteli dopo la lettura, ma sono certa che se è temerario mettersi a scrivere senza una vocazione di scrittore, il contenuto di quel libro è una testimonianza che, mi auguro, possa aiutare a capire che se un uomo si demolisce in quel modo, forse qualcosa di grosso è successo. Io lo vedo come un: questo è stato, abbiamo l'obbligo di non dimenticare e di testimoniare. Grazie anche a te Robby!


prof - 18/11/2009 alle 07:45

Grazie a te, Maria Rita, grazie per questo lavoro che hai fatto, dal valore incommensurabile e grazie per l'impegno che profondi ogni giorno, con la tua capacità di infuriarti in faccia all'ignoranza ed all'irragionevolezza. Spero di annoverare anche te, un giorno, nell'esigua (per ora) schiera dei "reduci"


Monsieur 40% - 18/11/2009 alle 10:46

Riceviamo via mail e volentieri segnaliamo: ******************** [b]Evento Pantani[/b] È un evento che noi pirati facciamo per la prima volta, a Cesenatico, per ricordare e mai dimenticare il Nostro capitano MARCO PANTANI. Ci troveremo domenica 29 novembre verso le 9.30 al cimitero di Cesenatico per portare fiori e fermarci in preghiera dove riposa MARCO, poi pranzeremo e nel pomeriggio pensiamo di andare allo Spazio PANTANI. Manuel Magnani


josera - 18/11/2009 alle 11:48

preso! fa tristezza però constatare che, come dice Cribiori, dopo Pantani, almeno in Italia, il ciclismo non conta (in tutte le sue componenti: federazione, pubblico, corridori, appeal: è un declino continuo di un movimento che finchè si porterà sempre appresso la COLPA non riemergerà più)


prof - 18/11/2009 alle 13:50

Sono d'accordo, Josera. Sono andato a leggere quanto ha detto Cribiori (me lo ero perso per mia disattenzione) e debbo dire che non sbaglia mai. L'ho sempre considerato il piu' autorevole conoscitore di ciclismo e non mi ha smentito nemmeno questa volta. Sono sorpreso ed ammirato dalle sue parole. E' stato un corridore intelligente, un ds intelligente (roba rara dalle nostre parti) ed un commentatore intelligente. Ho tradito persino De Zan per seguire i suoi commenti. E' un outsider anticonformista ma le sue parole hanno un peso: bastano pochi come lui a restituire speranza a questo sport.


Donchisciotte - 18/11/2009 alle 23:02

Che intendi per reduce, Alberto? Spero non l'abiura del comunismo perché allora non ci divento reduce.:) La frase di Cribiori, per chi non avesse letto Bs, è questa ( si riferisce alla presentazione televisiva del Giro 2010, in particolare alla presentazione della tappa del Mortirolo). "Capisco Cassani, Bugno è stato un campione, Cunego correrà questo Giro, però se vuoi fare vedere in televisione il Mortirolo, sllors devi trasmettere le immagini di Pantani.Quello è lo spettacolo. Quella è la sublimazione del ciclismo su quella salita. Tutto il resto non conta". Del resto uno striscione molto bello, durante un Mortirolo senza Pantani diceva: Marco, scendi, c'è il Mortirolo.


pitoro - 19/11/2009 alle 00:05

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Del resto uno striscione molto bello, durante un Mortirolo senza Pantani diceva: Marco, scendi, c'è il Mortirolo. [/quote] E' lo striscione più emozionante che mi sia capitato di leggere, semplice e immediato. Hai fatto benissimo a ricordarlo. Per chi non l'avesse mai visto o non lo ricordasse... http://riccardofasoli.spaces.live.com/blog/cns!D5F21A9D03564FCC!1484.entry


marcobecks - 19/11/2009 alle 15:21

quindi , unendo cribiori e quello che si vede nelle strade, io lo striscione lo cambierei in "Marco ti prego ,torna giu' che c'e una salita"


prof - 20/11/2009 alle 07:54

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Che intendi per reduce, Alberto? Spero non l'abiura del comunismo perché allora non ci divento reduce.:) ... [/quote] Guarda, ho appena finito di leggere il libro di un tuo ex compagnuccio, un tipo niente male che parla di gente dell'Appennino. Un tipo che a suo tempo era bello inquadrato e tosto. Mi ha un pochino commosso e forse quella cosa li' l'ho scritta perchè mi sono lasciato un po' andare. Ma, come si dice ? Mai dire mai ... Lo consiglierei anche al tuo sodale amico di Tettamanzi, visto che il tipo in questione è della sua terra, pur se proveniente dal versante opposto, quello reggiano. :^o^


Donchisciotte - 20/11/2009 alle 09:19

Prof, invecchiando capisco sempre meno. Che libro hai letto? Di chi? Chi è il mio sodale amico di Tettamanzi? ( certo fra Ratzinger e tettamanzi non ho ovviamente dubbi). I pentiti del comunismo non li sopport. E, infine, non c'entra nulla ma è una domanda per te: ultimamente mi sta interessando un teologo poco ortodosso , Mancuso, da laica mi interessa quello che dice. A te piace? Me lo compro il suo ultimo libro sulla vita autentica? Ciao Maria Rita


nino58 - 20/11/2009 alle 09:20

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Che intendi per reduce, Alberto? Spero non l'abiura del comunismo perché allora non ci divento reduce.:) ... [/quote] Guarda, ho appena finito di leggere il libro di un tuo ex compagnuccio, un tipo niente male che parla di gente dell'Appennino. Un tipo che a suo tempo era bello inquadrato e tosto. Mi ha un pochino commosso e forse quella cosa li' l'ho scritta perchè mi sono lasciato un po' andare. Ma, come si dice ? Mai dire mai ... Lo consiglierei anche al tuo sodale amico di Tettamanzi, visto che il tipo in questione è della sua terra, pur se proveniente dal versante opposto, quello reggiano. :^o^ [/quote] Un "ex" comunista dell'Appennino ? Fosse fosse... San(to)ndro Bondi ?:^o^


prof - 20/11/2009 alle 13:00

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Prof, invecchiando capisco sempre meno. Che libro hai letto? Di chi? Chi è il mio sodale amico di Tettamanzi? ( certo fra Ratzinger e tettamanzi non ho ovviamente dubbi). I pentiti del comunismo non li sopport. E, infine, non c'entra nulla ma è una domanda per te: ultimamente mi sta interessando un teologo poco ortodosso , Mancuso, da laica mi interessa quello che dice. A te piace? Me lo compro il suo ultimo libro sulla vita autentica? Ciao Maria Rita [/quote] E' un libro che viene dal samizdat, ecco perchè non lo conosci. E' uscito or ora. Senti che incipit : "Giovanotto sono stato agente e succube di un'ideologia falsificante che estirpava, in baldanzosa marcia, ogni legame organico. Pietas, liturgia, vocazione e virtu' ridotti a banalizzazione rancorosa e derisoria della propria storia plasmata con difficoltà, nei secoli, a civiltà della cristianità". L'amico tuo sodale di cui parlo è il pretino lunigiano, quello che mi vuole lefebvriano, che se ci legge me ne dice quattro. Lo sai che per me, voi di sinistra, siete tutti comunisti ... Mancuso ? E ti pareva ... già, dimenticavo ... la Repubblica. Mah, guarda viene dal gruppo del San Raffaele, con Roberta De Monticelli e ... Don Verzè ... Fai tu. In perfetta compagnia con il tuo Galimberti. Ti rispondo con le parole dell'uomo sull'Appennino: "Che Dio c'è è indubitabile, per noi. Non vale la pena discuterne. Nessun apparato scientifico, perorazione, dimostrante il c'è o non c'è m'interessa, figuratevi la [i]nouvelle vague[/i] teologico sociale che: si' c'era, l'han visto ma non si vede piu' e poichè siamo adulti, mettiamoci in cerchio, facciamoci un applauso che siamo buoni bravi, abbracciamoci, stringiamoci la mano, diamoci del tu." Libero Mancuso, nouvelle vague teologico sociale. Non c'interessa. Ah, dimenticavo: non posso dirti il nome del nostro monaco sull'Appennino, sai, le regole del samizdat. Comunque ti dò un indizio: cantava con il suo gruppo ed allora era molto fedele alla linea. Mi permetto, se teologo dev'essere, di darti un consiglio: "Il Signore" di Romano Guardini. Misticismo italiano e rigore tedesco a realizzare un'autentica poesia. Come il nostro Santo Padre.


prof - 20/11/2009 alle 13:05

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Un "ex" comunista dell'Appennino ? Fosse fosse... San(to)ndro Bondi ?:^o^ [/quote] Acqua, acqua, Nino. Noi non siamo piu' tanto interessati alla politica ...


elisamorbidona - 20/11/2009 alle 16:39

colgo l'occasione per manifestare la mia riconoscenza a Donchisciotte per questo libro che continua la sua opera di illuminazione su una della vicende che hanno cambiato purtroppo in negativo non solo la vita di alcune persone, calpestandola senza pietà, ma forse una intera società, oltre naturalmente alle vicende sportive più contingenti. Mi inserisco nel dialogo con prof, che forse si riferisce alla autobiogafia di Ferretti da Cerreto Laghi, mi pare.. se è lui posso dire che mi pare un personaggio di grande umanità e di profondissimi interrogativi, sarebbe comunque (mi permetto un consiglio) un ottimo contraltare in chiaroscuro da accostare alla lettura del conciliante e dialettico Mancuso. Un'ottima accoppiata per approfondire e trasfigurare ciò che si pensa dell'ideale e del reale. Quanto ad umanità, se mi posso permettere un altro consiglio, anche il nostro nino58 è una lettura a tratti commovente. :yes:

 

[Modificato il 20/11/2009 alle 16:43 by elisamorbidona]


Carrefour de l arbre - 20/11/2009 alle 21:12

i miei complimenti a Maria Rita [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Prof, invecchiando capisco sempre meno. Che libro hai letto? Di chi? [/quote] Reduce di Giovanni Lindo Ferretti. Ma a te Maria rita calzano meglio i suoi dischi degli anni 80 :P


Donchisciotte - 21/11/2009 alle 01:48

1) Grazie ad Elisamorbidona, è talmente competente e pacata e per niente tracotante, ha capito così bene che la vicenda Pantani trascende Pantani, che mi fanno proprio piacere le sue considerazioni. Grazie. 2) Prof: Gasp!:o Io credevo che con Mancuso già mi fossi troppo avventurata sulla via di Damasco e, invece, mi rimandi a Ratzinger. No, la gerarchia è l'ostacolo maggiore a qualsiasi mio avvicinamento a problematiche religiose. 3) Non so di chi stiate parlando, ho cercato i nomi che citate su Google, francamente tutti questi pentiti della sinistra che approdano alla destra, non mi interessano, sono umanamente e intellettualmente poverissimi. Sorry, la penso così.


nino58 - 25/11/2009 alle 16:27

Ho ricevuto e letto, l'altro ieri, in un fiato, il libro di Donchisciotte su Marco : Il capro espiatorio . Mi pare un lavoro assai preciso, che mette bene in ordine fatti e misfatti. E che pone al centro il misfatto da cui gli altri originano (l'agguato di Campiglio), ben evidenziando, però, le cause originanti il misfatto stesso. Ho apprezzato che Maria Rita non abbia voluto avventurarsi nei momenti di vita privata di Marco (es. questione Christine)ne' nei momenti riguardanti la sua morte perchè sarebbero stati fuorvianti rispetto allo scopo del libro: smascherare il complotto rivelando la dinamica social-mediatica che l'ha sostenuto, quella del capro espiatorio. La lettura non mi ha affatto annoiato (infatti l'ho letto tutto di seguito). La sequenza di fatti non è una serie fredda di dati, perchè ha inserito al punto giusto alcuni suoi commenti, mai prolissi. E ha dato il senso della persecuzione, un po' come se la vivesse su se stesso ciascuno che legge . Un mattone nella complicata battaglia della ricostruzione dei fatti. Grazie Maria Rita.


Donchisciotte - 26/11/2009 alle 00:23

Ti ringrazio Nino, mi fa molto piacere quello che dici. Perché quando il libro te lo vedi davanti, stampato, non più con stampe occasionali fatte da me o salvato in un file, veramente ho sentito quanto ci si senta esposti,troppo scoperti, vulnerabili nel tarlo di aver fatto una cosa per cui non si aveva la capacità. Non essendo né scrittrice né giornalista. Per cui sapere che non ti ha annoiato, che, a uno sguardo esterno dal mio, non risulta come una serie fredda di dati, che, insomma, tu ci trovi un senso che non si esaurisce nella buona volontà e nella temerarietà mia nell'averlo fatto , mi fa davvero molto piacere. Grazie.


TEX - 26/11/2009 alle 16:24

Ho finito di leggere il libro di Donchisciotte. Non sono sicuramente la persona più adatta per giudicare il libro, in primo luogo perchè non possiedo la cultura necessaria ,poi per l'affetto personale che mi lega a Donchisciotte, compagna di mille battaglie nel forum del Pantani.it. In ogni caso mi associo a quanto già scritto da Nino58. Il libro non annoia senz'altro ed è una fedele ricostruzione della persecuzione subita da Marco Pantani, partendo dai fatti e non dalle opinioni, senza scivolare mai nel gossip. Certo, per un tifoso della prima ora del Pirata è stato un po' come rigirare il coltello nella piaga. In una piaga che non credo si rimarginerà mai. Grazie Maria Rita per l'impegno che ci hai messo, il risultato ti fa onore.


Donchisciotte - 26/11/2009 alle 21:31

Infatti è proprio quello l'effetto che ha fatto anche a me, questa estate quando ho ripreso in mano il vecchio file del Capro quando Tonina mi ha detto della sua intenzione di pubblicarlo. L'angoscia e la meraviglia per tutto quello che era successo, come fatti, che nel loro incalzare a valanga uno non ha sempre presente, tende un po' a rimuovere, io stessa, ovvio. Lavorandoci, questa estate, avevo sempre la sensazione PRESENTE di un'ingiustizia clamorosa, che si è realizzata in mille modi. Mi permetto una nota personale. Quando oggi, caro Tex, parlavamo al telefono dei fatti di Sanremo 2001 che erano, appunto, riemersi nella tua memoria leggendo il libro, mi è venuto, dopo, di pensare a che ne è stato di tutto quel rumore, dove sono quei processi, che è venuto dopo quell'abbassare la testa da parte dei ciclisti, la generosità e la temerarietà di Marco che non si era smossa nemmeno dopo che, al Giro 1999, lo avevano lasciato solo, nella battaglia con il Coni, i suoi stessi colleghi. Una variazione di " Sic transit gloria mundi" (Così passa la gloria di questo mondo). Devo dire, continuando nelle note personali, che mi colpisce sempre il tuo affetto per Marco,dietro quei modi "cattivi" che apparentemente mostri e che ancora ridevo, poco fa, raccontando a mio fratello il tuo ultimo incontro con Pantani, tu tifoso all'Alpe di pampeago 2003, quando gli volevi rubare la bandana dalla tasca posteriore e ti sei fermato perché hai pensato che "questo si ferma e finisce pure a botte" e ti è venuto in mente , in un lampo, quello che avrebbe scritto la Ronchi sul Forum il giorno dopo, visto che tu conducevi, già da allora, una battaglia durissima contro di lei ( e io ti avversavo duramente, avevo torto): Ecco chi è tex, ci ha fatto a botte mentre correva in salita. Scusate di questo indulgere a un racconto personale, ma raccontato da tex , non da me, vi assicuro che si ride a lungo. Grazie Tex, compagno, davvero, di mille battaglie ormai da ben otto anni.

 

[Modificato il 26/11/2009 alle 21:48 by Donchisciotte]


Donchisciotte - 15/12/2009 alle 10:15

Dunque, sapevo che oggi sarebbe uscito un articolo di Marco Grassi su Pantani sul giornale per cui scrive: Il Tempo. Compro il Tempo ( giornale di destra), insieme alla Repubblica, con il giornalaio che mi guarda sorpreso. C'è un articolo che devo leggere assolutamente, su Pantani, gli dico. L'articolo è bello, Marco, davvero. E' una lettera scritta dal Panta quasi quarantenne. Mi colpisce anche che anche tu lo immagini in un'isola, lontano dalle angustie del mondo ( ma quello di Marco Grassi è, in realtà, molto coinvolto ancora dal ciclismo e dal momento del ciclismo). Penso che Marco direbbe le cose che immagina Grassi. A me piace pensarlo sull'isola, mi pare bello , non riesco proprio a immaginarmelo in pace, però. Mi pare sempre che abbia troppi conti in sospeso con la vita. Non me lo immagino in pace, ma in fondo anche il vecchio Marco sull'isola che pesca aveva qualcosa dentro di non acquietato. Il Pantani sull'isola di Marco Grassi guarda al ciclismo ma ancora con rabbia. Ho poi scoperto che l'articolo si può anche leggere on line. Ecco: http://iltempo.ilsole24ore.com/sport/2009/12/15/1104807-pirata_quasi_anni_direbbe_cosi.shtml?refresh_ce


nino58 - 15/12/2009 alle 12:23

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] Quanto ad umanità, se mi posso permettere un altro consiglio, anche il nostro nino58 è una lettura a tratti commovente. :yes: [/quote] Elisa, mi ero perso questo tuo intervento. Devo ringraziarti per il "consiglio". Adesso mi vado a cercare l'articolo di Marco.


Admin - 16/12/2009 alle 11:25

In realtà non ho fatto altro che mettere insieme un po' di cose che ci siamo detti anche su questo forum e un po' di suggestioni che in questi anni sono emerse sulla figura di Marco. Niente di nuovo per noi, ma su un giornale generalista non è facile trovare i giusti spiragli per infilarci un articolo del genere: alla prima occasione ne ho approfittato, nella speranza che qualcun altro (oltre ai pantaniani di ferro come noi) si facesse un'idea di determinate cose.


Maìno della Spinetta - 16/12/2009 alle 15:15

Tanto soffro a leggere di Pantani che non avevo mai aperto questo thread. Non è retorica, lo tenevo lontano come una ricchezza che mi è stata tolta e che faccio fatica a rievocare. "Reduce" lo lessi appena uscito. Grande libro. Quello di Donchi lo ordino su internet. Il pezzo di Admin mi ricorda il rammarico che provo guardando "il calcio moderno"... Il ciclismo moderno, il calcio programmato e infelice della Champions League, senza striscioni e con un banale Beckham da copertina, sono la stessa cosa. Teatrini senza uomini, per compiacere la Mastercard. La verità è che io (come molti di voi) ho avuto la fortuna di crescere, di essere ragazzino e adolescente quando c'erano Maradona, Baggio, Van Basten e Pantani. E' una fortuna, ma anche una sfortuna... tutto ciò che non ha il sapore del San Paolo in festa per un gol del Pibe sembra scolorito. Uno scatto che porta via 30" non può rivaleggiare col tandem Guerini-Pantani all'attacco di Zuelle, con la discesa del Galibier o con Indurain che si crocifigge sul Santa Cristina come il più improvvisato degli amatori. Se Maradona segnava di mano all'Argentina si parlava di isole Malvinas, e si applaudiva, mica come il moralismo transalpino di oggi che "si vergogna" per Henry. Se Baggio era in palla ne metteva per terra 5 solo per il gusto di farlo, e Van Basten me lo ricordo in una foto senza parastinchi, perché se sei capace di giocare non ne hai bisogno, e perché non c'era nessun Nedved pronto ad azzopparlo ogni minuto. Oggi, per quanto mi riguarda, attorno a me vedo solo un orizzonte pantaniano, guarda caso è romagnolo -anche se Tavullia è in provincia di Pesaro si tratta di Romagna-. Per il resto gli Schumacher, gli Armstrong e i Cristiano Ronaldo sono dei programmi di Bill Gates applicati allo sport: efficienti e noiosi. Quando anche Vale si ritirerà, chi resterà sui campi di gioco ad onorarti con la più sana follia, caro Marco?


Donchisciotte - 22/12/2009 alle 19:10

Ringrazio Admin per aver messo sulla home page di cicloweb il link per Il capro espiatorio. Grazie davvero, Marco, per tutta l'attenzione che hai verso la memoria di Marco Pantani. Maino della Spinetta: lo so, spesso accora leggere di Marco.


lemond - 23/12/2009 alle 09:58

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Se Maradona segnava di mano all'Argentina si parlava di isole Malvinas, e si applaudiva, mica come il moralismo transalpino di oggi che "si vergogna" per Henry. [/quote] Concordo per quanto scrivi su Pantani, ma questo passaggio proprio non lo comprendo, a meno che anche tu non pensi (come me) che il calcio è (indicativo e non congiuntivo ;)) solo *imbroglio*, per i suoi regolamenti che dànno all'interpretazione arbitr(i)ale il potere di determinare i risultati. :mad: Ma non credo sia questo il tuo pensiero.


desmoblu - 23/12/2009 alle 14:27

(Lemond: ma è così per tutti gli sport dove è previsto un arbitro: basket, pallavolo, calcio, rugby fino all'avvento della moviola, football fino all'avvento della moviola, baseball, tennis...)


lemond - 23/12/2009 alle 15:27

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] (Lemond: ma è così per tutti gli sport dove è previsto un arbitro: basket, pallavolo, calcio, rugby fino all'avvento della moviola, football fino all'avvento della moviola, baseball, tennis...) [/quote] Non sempre arbitro significa arbitrio come nel calcio, perché solo lì i regolamenti sono fatti per dare le chiavi in mano a costui che, senza errori gravi o addirittura, arbitrando in maniera "giusta", può tranquillamente determinare il risultato "a priori". Il regolamento prevede il "rigore" che significa 0,75 punti di vantaggio non come quando si giocava da ragazzi noi (ogni tre corner un rigore, ma in tutti i calci d'angolo) e sta alla sola valutazione dell'arbitro stabilire se darlo o no. Il fuorigioco è impossibile da vedere (la cosa è provata, l'occhio umano non ...), ma si insiste a tenerlo senza sussidi tecnologici (come se nel ciclismo su pista non si volesse tener conto volutamente del fotofinish) :OIO L'ammonizioni poi per "offese" (la doppia provoca ...) sono, secondo me, tutte da ridere (o meglio erano, perché ormai sono anni che non seguo più il calcio), perché se a rivolgersi all'arbitro con gli stessi toni era Totti o Carneade, il risultato non era per niente simile. Se vuoi posso continuare, anche se mi pare di aver espresso con chiarezza il mio pensiero. P.S. Per non essere completamente fuori tema, aggiungo: evviva Marco Pantani, che rappresenta l'emblema dell'esistenza in Italia della malamagistratura, oltre che il più grande scalatore-scattista di tutti i tempi.


Maìno della Spinetta - 25/12/2009 alle 22:20

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Se Maradona segnava di mano all'Argentina si parlava di isole Malvinas, e si applaudiva, mica come il moralismo transalpino di oggi che "si vergogna" per Henry. [/quote] questo passaggio proprio non lo comprendo, a meno che anche tu non pensi (come me) che il calcio è (indicativo e non congiuntivo ;)) solo *imbroglio*, per i suoi regolamenti che dànno all'interpretazione arbitr(i)ale il potere di determinare i risultati. :mad: Ma non credo sia questo il tuo pensiero. [/quote] Mi riferivo al mondiale del 1986, quando la semifinale Inghilterra Argentina si intrecciava con le vicende di politica estera dei due paesi, e Maradona sul campo fece la delizia e l'orrore del calcio allo stesso tempo con 2 goals storici per diverse ragioni, ma inondando di passione un campo di gioco di città del Messico.


lemond - 26/12/2009 alle 08:17

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Se Maradona segnava di mano all'Argentina si parlava di isole Malvinas, e si applaudiva, mica come il moralismo transalpino di oggi che "si vergogna" per Henry. [/quote] questo passaggio proprio non lo comprendo, a meno che anche tu non pensi (come me) che il calcio è (indicativo e non congiuntivo ;)) solo *imbroglio*, per i suoi regolamenti che dànno all'interpretazione arbitr(i)ale il potere di determinare i risultati. :mad: Ma non credo sia questo il tuo pensiero. [/quote] Mi riferivo al mondiale del 1986, quando la semifinale Inghilterra Argentina si intrecciava con le vicende di politica estera dei due paesi, e Maradona sul campo fece la delizia e l'orrore del calcio allo stesso tempo con 2 goals storici per diverse ragioni, ma inondando di passione un campo di gioco di città del Messico. [/quote] Codesto l'avevo capito, io mi riferivo "al mica come il moralismo ..." che, secondo me, significa l'approvazione da parte tua che le regole servono solo per gli altri e che uno nel calcio deve accettare tutto, come ad es. fece il portiere della Juventus, Peruzzi, che aveva visto benissimo il gol del pareggio di Bianconi (Empoli-Juventus 0-1), ma si era ben guardato dal dirlo. Il suo non era di certo moralismo, però a me sembra molto più commendevole quest'ultimo. A te no? P.S. Evviva Marco, che è morto forse perché voleva affermare le verità.


Maìno della Spinetta - 26/12/2009 alle 10:33

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Se Maradona segnava di mano all'Argentina si parlava di isole Malvinas, e si applaudiva, mica come il moralismo transalpino di oggi che "si vergogna" per Henry. [/quote] questo passaggio proprio non lo comprendo, a meno che anche tu non pensi (come me) che il calcio è (indicativo e non congiuntivo ;)) solo *imbroglio*, per i suoi regolamenti che dànno all'interpretazione arbitr(i)ale il potere di determinare i risultati. :mad: Ma non credo sia questo il tuo pensiero. [/quote] Mi riferivo al mondiale del 1986, quando la semifinale Inghilterra Argentina si intrecciava con le vicende di politica estera dei due paesi, e Maradona sul campo fece la delizia e l'orrore del calcio allo stesso tempo con 2 goals storici per diverse ragioni, ma inondando di passione un campo di gioco di città del Messico. [/quote] Codesto l'avevo capito, io mi riferivo "al mica come il moralismo ..." che, secondo me, significa l'approvazione da parte tua che le regole servono solo per gli altri e che uno nel calcio deve accettare tutto, come ad es. fece il portiere della Juventus, Peruzzi, che aveva visto benissimo il gol del pareggio di Bianconi (Empoli-Juventus 0-1), ma si era ben guardato dal dirlo. Il suo non era di certo moralismo, però a me sembra molto più commendevole quest'ultimo. A te no? P.S. Evviva Marco, che è morto forse perché voleva affermare le verità. [/quote] :cincin: sic est. siamo d'accordo. Auguri di buone feste, ciao.


Donchisciotte - 11/01/2010 alle 17:55

Da Tuttobiciweb: Mercoledì 13 gennaio Marco Pantani avrebbe compito 40 anni. Nel ricordarlo con commozione ed affetto è stato istituito il primo «Premio Pantani, Sport e Spettacolo». Lo hanno voluto i genitori del campione scomparso, Tonina e Paolo, assieme al suo storico team manager di gioventù, Davide Boifava, il quale adesso costruisce le fiammianti biciclette che portano proprio il nome del Pirata. E siccome Marco era un appassionato tifoso milanista s'è deciso di assegnare la prima edizione del riconoscimento ad un giocatore rossonero, Rino Gattuso, che meglio interpreta la grinta e la capacità di soffrire del grande campione del ciclismo. Il Premio consiste in una splendida bicicletta da competizione di notevole pregio, in carbonio e titanio, con quel glorioso marchio, Marco Pantani. E verrà consegnata dai genitori proprio nel giorno in cui Marco avrebbe compiuto 40 anni, mercoledì alle 18,30 allo stadio di San Siro dopo la partita di Coppa Italia Milan-Novara.


Monsieur 40% - 11/01/2010 alle 18:37

Profonda tristezza.


W00DST0CK76 - 11/01/2010 alle 21:46

Se uno deve essere ricordato in certi modi...meglio essere dimenticato.


Donchisciotte - 11/01/2010 alle 22:27

Perché? Mi pare un premio come un altro, collegato al suo tifo per il Milan. Non sapendo nulla di calcio non conosco bene Gattuso, è lui che non va? O è il Milan? Io sarei una che si dedicherebbe solo ed esclusivamente alla ricerca della verità ( cosa che la famiglia adesso sta facendo), però la memoria di un uomo come Pantani passa anche attraverso altre cose. E questo mi sembra un premio veramente senza controindicazioni.


Ottavio - 12/01/2010 alle 10:21

Da noia solo a me che Boifava & c. sfruttino il nome di Pantani per vendere biciclette?


W00DST0CK76 - 12/01/2010 alle 20:06

Non sei l'unico caro Ottavio.


alberto84 - 12/01/2010 alle 21:59

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Perché? Mi pare un premio come un altro, collegato al suo tifo per il Milan. Non sapendo nulla di calcio non conosco bene Gattuso, è lui che non va? O è il Milan? Io sarei una che si dedicherebbe solo ed esclusivamente alla ricerca della verità ( cosa che la famiglia adesso sta facendo), però la memoria di un uomo come Pantani passa anche attraverso altre cose. E questo mi sembra un premio veramente senza controindicazioni. [/quote] Il giorno dopo la morte di Pantani il milan giocò a lecce e sia i tifosi, con uno striscione, sia i giocatori lo ricordarono in quanto grandissimo tifoso rossonero, quindi è abbastanza logico che il premio vada a gattuso, giocatore che da tutto in campo ed è questa forse la motivazione del premio.


Donchisciotte - 13/01/2010 alle 01:02

13 gennaio 1970 / 13 gennaio 2010 40 anni… “ bello, fiero e caro agli dei”. “con la coscienza di un uccello ferito che mitemente morendo non perdona." “Gilgul, nella Qabbalah ebraica, è il frenetico movimento delle anime vagabonde che ruotano intorno a noi quando la separazione dal corpo è dovuta a circostanze ingiuste o dolorose. Tanto violenti possono essere i conflitti che la tradizione parla addirittura di “scintille d’anime” …..” Gad Lerner – Scintille La verità che hai cercato è l’augurio che ti faccio, Capitano. Hasta siempre.


Laura Idril - 13/01/2010 alle 07:23

Buon Compleanno...


robby - 13/01/2010 alle 07:39

auguri Marco, ovunque tu stia pedalando


TEX - 13/01/2010 alle 08:51

Buon compleanno capitano. Con più rimpianto del solito. Da quando hanno presentato il Giro 2010 mi rimbalza nella testa la tappa di Cesenatico (di sicuro con il Panta in gruppo sarebbe stato meglio non aspettare il 2010, ma tant'è.... Pantani non è in gruppo da un po') Certo, il giro c'era già passato con il Pirata in corsa, ma quest'anno si passa sul Barbotto. Lo so, avrebbe avuto quarant'anni suonati. Probabilmente si sarebbe già ritirato, o forse no? Sogno di no! Quel venerdì sarò in Romagna per l'ennesima Novecolli e avrei avuto l'occasione di vedere l'apoteosi di un campione nella sua terra. Sarebbe stato fantastico: avrei potuto portare il mio bambino (che essendo del 2005, Pantani lo potrà vedere solo alla TV) a salutare quello che è stato l'innamoramento sportivo più grande della mia vita. Quello che mi ha portato sul Mortirolo e sulle Dolomiti, negli anni belli e negli anni bui. Ci penso spesso, quando sarà il momento porterò mio figlio allo stadio per vedere insieme il nostro Milan, ma il Pirata non potrò mai farglielo incontrare, anche solo per una stretta di mano o per un autografo da ex ciclista. Sarò puerile, sarò banale, forse ai figli bisognerebbe pensare di trasmettere ben altri valori..... beh, il non potergli dire "adesso arriva, e' quello li" e gridare con lui "VAI PIRATA" mi manca un sacco. L'ho portato al cimitero di Cesenatico. Mi resta la speranza di potergli spiegare, quando sarà più grandicello, perchè "è già in cielo" come dice lui. Per far questo ho bisogno che la verità salti fuori. Spero che i genitori del Pirata non mollino la presa, che Tonina e Paolo mettano nella ricerca della verità la forza e la grinta del loro immenso figlio!


Donchisciotte - 13/01/2010 alle 09:36

Bellissimo ricordo di Marco Grassi in home page, capace anche di sorridere, politicamente perfetto ( pure nel ricordo di Pasolini, encomiabile ancora di più in una persona giovane come lui) einnamorato del Panta, aspetto le altre puntate. Tex, ieri sera mentre scrivevo i miei auguri, pensavo a quello che avresti scritto tu,leggerli e trovarmi con gli occhi parecchio appannati e con un groppo in gola che non va via è stato tutt'uno. E ho pensato che dono è stato Marco e che cosa bella può essere il tifo. Adelante companero.


faxnico - 13/01/2010 alle 09:48

Auguri Marco.


Maìno della Spinetta - 13/01/2010 alle 10:16

"La terribile generazione del '70", buon compleanno Marco. Può sembrare un'assurdità, ma è successo davvero. Non mi capita proprio spesso di fare sogni ciclistici, anzi, quasi mai, ma stanotte ho sognato che ero a casa, e accendendo a caso la tele mi imbattevo in una tappa con Mortirolo e Santa Cristina... e saltavo nelle scarpe, fremendo, perché a quella tappa sarei voluto e dovuto andare di persona, in bici. Sarà stata un'empatia pantaniana, non lo so, ma le immagini del sogno avevano un vuoto, mi dicevo "ci fosse il Pirata". Sogni da 13 gennaio...


W00DST0CK76 - 13/01/2010 alle 11:07

:^o^


robby - 13/01/2010 alle 11:37

molto bello l'articolo in HP, forse c'è però una piccola imprecisione nella foto che presenta l'articolo, mi sa che non si tratta di Marco al Tour, ma mi pare si tratti di Marco al Giro del 94 nella tappa dell'Agnello, ma non voglio fare il saputello eh.... Complimenti Marco(Grassi), davvero bella idea originale per ricordarlo


W00DST0CK76 - 13/01/2010 alle 12:13

Hai ragione Robby, è proprio la tappa del colle dell'Agnello del 1994, non so quanti accidenti mandai a Buenahora! La maglia che indossa nella foto il Pirata è quella di leader dei giovani al Giro, la maglia infatti è della Santini, quelle del Tour in quegli anni erano della Castelli. In ogni caso, complimenti a Grassi, anche stavolta ha colto nel segno riuscendo a commemorare Marco in modo originale e senza retorica, chapeau!

 

[Modificato il 13/01/2010 alle 12:30 by W00DST0CK76]


Subsonico - 13/01/2010 alle 12:47

ahaha...geniale Marco! Un pelino incentrata sulla musica questa storia...ma è giusto così, alzino la mano quei pochi che pensando a un momento del passato non hanno in testa una canzone!


marcobecks - 13/01/2010 alle 13:58

Forse non saranno i libri di storia a renderti giustizia. Sono le emozioni che hai lasciato, a chi ti ha visto per ore o solo per un secondo sopra una bicicletta,di chi le racconta ,e di chi raccontera' i racconti della tua storia infinita. Dal piu' profondo, Tanti Auguri Marco.


Monsieur 40% - 13/01/2010 alle 14:17

Buon compleanno, Pirata.


meriadoc - 13/01/2010 alle 19:52

anche lui negli anni anta...


meriadoc - 13/01/2010 alle 20:00

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] ahaha...geniale Marco! Un pelino incentrata sulla musica questa storia...ma è giusto così, alzino la mano quei pochi che pensando a un momento del passato non hanno in testa una canzone! [/quote] alzata


nino58 - 13/01/2010 alle 21:53

Non riesco a dire niente. Però leggo volentieri quello che stanno scrivendo gli altri amici.


Donchisciotte - 13/01/2010 alle 22:54

Le iene è una trasmissione che non vedo mai, ci capito stasera per caso facenso zapping pigramente dopo cena, mezza insonnolita. I tre presentatori stanno annunciando una clamorosa intervista a Bani, il ciclista recentemente trovato positivo al controllo antidoping, 19 anni, che ha accusato la squadra di averlo dopato a sua insaputa con una farmacia intera di siringhe e pasticche, naturalmente è uscito subito il nome di Fanini con il quale correrà dopo la squalifica e con cui ha parlato prima di parlare con Repubblica qualche giorno fa. Le Iene arrivano quando ha già detto tutto ( a Capodacqua). Inizio del servizio. la solita solfa sui ciclisti dopati, e poi l'elanco: PANTANI, Di Luca, Riccò, rebellin ecc., tutta gente , dice il cronista, RISULTATA POSITIVA ALL'ANTIDOPING. Pantani quando è risultato positivo all'antidoping, disinformato di un cronista? Poi parte l'intervista. Primo piano di Bani, con una faccia impunita, sorridente, sfrontata, da ragazzino immaturo. Domanda: Pantani perché si dopava? Risposta del ragazzino con la faccia da schiaffi: Perché gli piacevano i soldi. Ora, Bani aveva 13 anni quando Pantani è morto, che "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" ne sa di Pantani? Come sa che si dopava? Ci sono risultati di positività? Che ne sa di Pantani e se gli piacessero i soldi? CHE NE SA? Poi , sempre con la faccia sorridente e sfrontata, risponde alla domanda perché si dopasse lui. Lui , bani, invece,non si dopava, lo dopavano e lui non poteva accorgersene, dato che va fortissimo di suo non si accorgeva di andare più forte, non poteva accorgersene, né gli è mai passato per la testa che quelle decine di iniezioni e pasticche che lo riempivano come un uovo fossero doping, per carità ,lui pensava davvero che fossero ricostituenti e basta. Poi nella sua vita è entrato Fanini, che gli ha fatto capire tante cose e lo salverà, naturalmente correrà con Fanini dopo la squalifica. Da qualche giorno su tuttobiciweb si dice che sia stato Fanini a indirizzare le parole del ragazzo . Poi naturalmente qualche stangata ai compagni di squadra, alla Procura Coni che non gli ha creduto. Ha 19 anni ed è opportunista, impunito, lancia giudizi su un morto per salvarsi il cu... Sono letteralmente basita da tanta furbizia, stronzaggine ( sì, eccedo in parolacce) , viltà ( perchè sparare su un morto che non si conosce che cosa è?). Io sono sempre stata dalla parte dei ciclisti, ma , cavolo, oggi questo ragazzino strafottente, senza memoria e e senza storia, mi ha fatto girare proprio le scatole, se sono minus habens beh... chissenefrega di loro. L'ignoranza e la spietatezza ( sparare contro un morto è ferocia) non meritano pietà. Pure Le Iene e Bani hanno fatto gli auguri a Pantani. Non ci sarà mai pace per Marco se non avrà verità.


Monsieur 40% - 14/01/2010 alle 00:56

Già, Donchi. Quando lessi l'intervista non commentai sul forum, ma agli altri ragazzi della redazione feci notare il mio stupore, perché ciò che diceva Bani mi sembrava interessante, mi sembrava "diverso". Il buon Seb mi ha fatto subito notare che l'intervista era stata realizzata a Lunata, e che evidentemente era stata fatta lo stesso giorno nel quale s'era intervistato Fanini sullo stesso argomento, ovviamente differendo poi il momento della pubblicazione (anche per questioni esterne al giornalista, magari). Detto questo, torno sulla questione Gattuso dopo aver letto l'intervista al milanista su Gazzetta.it e che scrivo ora più in basso. Avevo scritto "profonda tristezza" perché consegnare il Premio Pantani, il 1° Premio Pantani, non solo ad un calciatore, ma a "quel" calciatore, mi sembrava proprio una presa in giro a Pantani. Gattuso infatti anni fa rifiutò di sottoporsi ad un controllo antidoping perché - se ricordo bene - a parer suo le norme igieniche non erano accettabili. Era suo diritto, ma Petrucci poco prima di quel fatto dichiarò che chi si fosse rifiutato di fare i controlli sarebbe uscito dal giro della Nazionale azzurra. Ovviamente a Gattuso non fu fatto nulla, e nella sola conferenza stampa in cui si parlo (di striscio, ovviamente) del fatto, il calabrese commentò con una battuta: "Il mio doping è il peperoncino di Soverato". Ora, dopo aver letto l'intervista a Gattuso, dove nascondo però la testa? Non la nascondo, ovvio, non ci sono abituato. Però faccio marcia indietro. Sebbene io continui a credere che il premio a Gattuso sia più figlio della ricerca di visibilità per un premio al 1° anno di nascita (premiare un calciatore vuol dire far sapere a tutta Italia che quel premio esiste, lo stesso non si può dire se lo stesso premio viene consigliato ad un altro sportivo/un'altra persona), sono costretto a rivedere il mio giudizio su Gattuso e sulla categoria "calciatori", che saranno anche più abituati (e molto meglio indirizzati) ai rapporti con stampa e tv (essendo anche più "tutelati"), ma - vivaddio! - Gattuso parla come dovrebbe parlare qualsiasi ciclista quando si tratta di Pantani. Caz.zo (© Dancelli), questo premio pare proprio meritato! E, anche ripensando a quella che pensavo fosse una presa in giro (i genitori di Marco, ragazzo fottuto dalla macchina antidoping, che premiano Rino, ragazzo che ha potuto fottere indisturbato la stessa procedura), penso anche a quanto il destino e la casualità (non ci credo alla volontarietà, altrimenti l'immagine di Marco sarebbe stata trattata in maniera molto diversa nel corso di questi anni) ci mettano lo zampino. Da un Premio di facciata è nata un'intervista che riabilita molto Marco agli occhi dell'Italia, ben più di quanto non faccia il servizio delle Iene (non l'ho visto, l'ho letto qui). Sulla Gazzetta (magari anche cartacea di domani) parla un calciatore, un idolo degli italiani, un Campione del Mondo, un "esempio" (del peperoncino non ricordava niente neanche Maria Rita, che è un'osservatrice attenta); alle Iene ha parlato il "solito ciclista dopato". E dalle parole (scritte da uno bravissimo come Pastonesi, cosa da non sottovalutare) di Gattuso esce un Pantani grandioso. Anzi, esce Pantani (perché lo era, grandioso). Pantani, anche nella sua sfortuna di aver trovato per strada alcune persone sbagliate. Però, caz.zo, esce il ricordo di un campione. Esce il ricordo di chi ha fatto emozionare la gente, gli adulti e i ragazzini, di chi preferisce tenersi la bici firmata Pantani e devolvere in beneficienza i soldi, perché "la bici Pantani la voglio in casa". Maledetto ciclismo, sport fatto da gente del caz.zo. Mi costringi a ringraziare Gattuso, accidenti a te. ************** [b]Gattuso: "Pantani? Mi faceva impazzire"[/b] [i]Il centrocampista del Milan ha ricevuto dalle mani dei genitori del compianto ciclista, il 1° premio Pantani: una bici da corsa in carbonio 3D. Il rossonero: "Di emozioni come quelle che mi ha regalato Marco non ne ho più avute"[/i] "Mi faceva impazzire. Giro d’Italia e Tour de France, tapponi alpini e pirenaici, prima studiava gli avversari, li guardava in faccia, poi gettava via la bandana, si alzava sui pedali e scattava". Marco Pantani faceva impazzire anche Rino Gattuso. Davanti alla tv. "Io e mio padre — ricorda il centrocampista del Milan e della Nazionale —. E mio padre impazziva ancora più di me: si gasava, ringhiava. Di emozioni come quelle che mi ha regalato Pantani, come quando attaccò sul Galibier e poi vinse a Les deux Alpes staccando Ullrich, non ne ho più avute. È stato un grande, non solo del ciclismo, ma di tutto lo sport italiano". DECOLLO IN SALITA — Gattuso ha ricevuto oggi, dopo la partita di Coppa Italia a San Siro fra Milan e Novara (2-1, e lui è rimasto in panchina), la prima edizione del premio "Marco Pantani - sport e spettacolo": una bici da corsa in carbonio 3D, prodotta dalla Carrera di Davide Boifava (componenti Shimano, sella Selle Italia, ruote Dura Ace), su misura (55), cambio "compact" (50-34 davanti, rocchetto da 11 rapporti dietro), colore bianco e nero con inserti in rosso. "Nello spogliatoio — racconta Gattuso — ho spiegato ai più giovani fra i miei compagni chi fosse Pantani. Era un uomo che in salita decollava. Un campione del calibro di Miguel Indurain: ha vinto di meno, ma ha entusiasmato di più. Ho in mente il terzo posto al Mondiale del 1995, ho negli occhi la doppietta Giro-Tour nel 1998. Ma quello che mi piace ricordare di lui, era il suo sorriso. Per me, Pantani è stato un esempio. È vero che, dopo i trionfi, ha vissuto tempi difficilissimi. Ne ha passate... Ma nella vita ci vuole anche un po’ di fortuna. A volte basta un cattivo incontro e si finisce fuori strada. A volte basta un buon incontro e si ritrova la strada giusta". MARCO È VIVO — A consegnare a Gattuso la bici firmata Marco Pantani c’erano i genitori, papà Paolo e mamma Tonina, e lo stesso Boifava, che del Pirata è stato il primo direttore sportivo, proprio ai tempi della Carrera. "Avrei voluto dare questa bici in beneficenza — ha rivelato Gattuso — ma ci ho ripensato. La compro io, la voglio io, la tengo io. E in beneficenza darò i miei soldi. Voglio che questa bici entri nella stanza dei miei ricordi, con i cimeli cui mi sento più legato, dalle maglie dei campioni alla Coppa del Mondo". Oggi — e la consegna del premio non è casuale — Pantani avrebbe compiuto 40 anni. "Non invecchierà più, non cambierà mai — sostiene Gattuso —. Per me Pantani rimarrà sempre così com’era quando la morte ce l’ha strappato. Per me Pantani è vivo: nel cuore, nella testa. E bisogna ringraziare i suoi genitori: si fa in fretta a dimenticare, invece loro s’impegnano a mantenerne viva la memoria". Marco Pastonesi http://www.gazzetta.it/Ciclismo/13-01-2010/gattuso-pantani-602640788321.shtml


nino58 - 14/01/2010 alle 09:16

Mi sembra che l'assegnazione del premio a Rino Gattuso sia coerente. Rino è genuino nella comunicazione proprio come lo fu Marco.


Donchisciotte - 14/01/2010 alle 09:59

La storia del peperoncino non me la ricordavo, invece il fatto che Gattuso si fosse rifiutato di fare esami ematici lo sapevo. Ma non è che lo ha deciso lui, le aporie ( non casuali) del sistema lo consentono e lui ne ha usufruito, certo se i vessati ( i ciclisti) stanno zitti di fronte a questo e altri fatti( calciatori in ritardo ai normali controlli dell’urina dopo gara,compresi grandissimi campioni, procuratori Coni che si fiondano a Torino a risolvere una situazione incresciosa, calciatori testimoni, non i imputati come Pantani, che fanno una figura imbarazzante al processo ecc.), se stanno zitti i ciclisti e il ciclismo con l’idea che tanto non ci importa, si deve pulire l’orticello nostro, come se fosse possibile mentre il resto del mondo va da un’altra parte, non è che sia colpa di Gattuso. Gattuso può non fare i controlli e non li fa e poi va pure ai mondiali. Diverso è il caso di qualche calciatore o dirigente che si mette a dire che il calcio è pulito e il ciclismo fa schifo. Ma non mi pare il caso di gattuso che, invece, dice cose veramente belle nella sua intervista. Invece ero caduta come una pera cotta, in stupita ammirazione per Bani. E ieri me lo sono visto vispo,sfrontato, strafottente dire che Pantani si dopava per soldi.


W00DST0CK76 - 14/01/2010 alle 10:12

Se fossi un familiare di Pantani querelerei subito le Iene chiedendo un'immediata rettifica e scuse ufficiali per ciò che hanno affermato ieri durante l'intervista a Bani. Sapevo già che ci sarebebro arrivati e infatti, ad un certo punto gli hanno sparato a bruciapelo la domanda "perché Pantani si dopava", pur sapendo benissimo che non c'è nulla che lo dimostri. A questo punto di tratta dell'ennesimo episodio di malafede al servizio del sensazionalismo. Solo un piccolo OT per il ragazzo, dall'intervista sembrava avere personalità, invece mi è sembrato descisamente "telecomandato" da qualcosa più grande di lui, cos'avesse da ridere poi non so...


W00DST0CK76 - 14/01/2010 alle 10:15

Ah, ci tenevo a precisare che il disappunto per il premio a Gattuso non era rivolto al giocatore (nulla contro di lui anzi, mi è sempre stato simpatico) ma verso lo sfruttamento commerciale del nome Pantani.


superalvi - 14/01/2010 alle 10:41

Gattuso ancora una volta dimostra di essere persona sincera e schietta. Direi che ha detto alla perfezione ciò che Pantani è stato davvero. Chapeau


Garda Bike - 14/01/2010 alle 11:49

La scorsa notte ho visto lo speciale su Marco a "La storia siamo noi". E ogni volta che vedo le sue imprese in tv mi commuovo...ciao Marco, buon compleanno, ovunque tu sei.


Subsonico - 14/01/2010 alle 12:42

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Ah, ci tenevo a precisare che il disappunto per il premio a Gattuso non era rivolto al giocatore (nulla contro di lui anzi, mi è sempre stato simpatico) ma verso lo sfruttamento commerciale del nome Pantani. [/quote] ah beh, quello ci sarà sempre. Ma è normale. Sicuramente il modello giallo-verde dell'ei fu Mercatone Uno è il più venduto di sempre in Italia e uno dei più venduti nel mondo..


Maìno della Spinetta - 14/01/2010 alle 13:23

Ecco la puntata di la storia siamo noi, http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=551 PS La bici col marchio Pantani non mi piace, sono andato a vederla sul sito. Non solo sfruttano il marchio, ma lo fanno male. Piuttosto fai una Bianchi replica, venderebbe di più.


robby - 14/01/2010 alle 13:38

Grazie Maìno!! me l'ero persa! Thank you very much!!!!


Ottavio - 14/01/2010 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] PS La bici col marchio Pantani non mi piace, sono andato a vederla sul sito. Non solo sfruttano il marchio, ma lo fanno male. Piuttosto fai una Bianchi replica, venderebbe di più. [/quote] .....la Bianchi non è di proprietà di Boifava.....


marcobecks - 14/01/2010 alle 13:45

Faccio un copia e incolla di quando Enzo Vicennati ha postato poco fa sul Forum del Pantani.it "Scusate, non sarò breve. Non vivo mai bene il compleanno di Marco, come mi capita anche per quello di mio padre: sono due giorni in cui non faccio che pensare alla vita che si sono persi e all’ingiustizia della morte per persone troppo giovani. Volevo scrivere qualcosa, ma credevo di aver esaurito le parole, finché un sms mi ha avvertito che le Iene avevano dedicato qualche… carezza a Marco Pantani. Ero su facebook in quel momento, per l’esattezza in chat con un amico, lavorando su Marco. E lui si è subito accorto che l’intervista era già su youtube: non l’avevo vista in diretta, l’ho vista su internet. Prima di proseguire, una mia riflessione sul caso Bani, perché la merita. Non so da che parte sia la verità, ma ricordo bene quel che accadde nel 2007 in Abruzzo quando un meccanico, negoziante di bici e all’occorrenza direttore sportivo venne radiato per aver dopato con lo stesso prodotto – la gonadotropina corionica – un corridore della sua squadra e il suo stesso figlio. Al primo venne riconosciuta l’inconsapevolezza e gli fu tolta la squalifica, il secondo ha dovuto scontarsela tutta. Ricordo anche un caso mai pubblicato di uno junior toscano di nome Simone, che venne fermato prima del Giro della Lunigiana 1999 per un valore anomalo nel peso specifico delle urine: metodo empirico, primitivo e inaffidabile di ricerca dell’epo. Quando gli feci le domande più dirette, rispose tuttavia che il suo direttore sportivo gli faceva una volta alla settimana delle punture che «frizzavano». Sembrava tutto pronto per la pubblicazione, quando Simone ci implorò di non farlo, rifiutandosi di firmare quanto aveva raccontato. Pare che il team manager della squadra per cui correva, uno che ancora oggi è nel ciclismo, gli avesse intimato di stare zitto o non lo avrebbe fatto passare. Simone poi ha ugualmente smesso di correre e la sua storia è rimasta nel cassetto. Questi due casi mi servono per dire che è possibile essere dopati senza saperlo, ma soprattutto per affermare che l’unico modo per non saperlo è farsi fare le punture senza chiedere: un amico di quello junior, incuriosito dalle punture, prese di nascosto la scatole dall’armadietto dei medicinali e si accorse subito che fosse epo. Alla luce di tutto quello che è accaduto dal 1997 ad oggi, dire di non sapere cosa ci sia nella siringa che qualcuno ti conficca addosso, significa ammettere di non voler sapere e fa di te automaticamente un complice del presunto e/o sedicente medico. Perché? Qui la gamma si allarga. Non conosco Bani, ma ho chiesto in giro. Non è che sia poi il fenomeno di cui si è parlato. E’ un precoce, un uomo fatto già a 16 anni, e grazie a questo fra i più giovani ha sempre vinto molto. Ma è pesante e in salita fra i dilettanti avrebbe sofferto e non ha lo spunto veloce che gli avrebbe consentito di vincere. E’ forte, insomma, ma non brilla in nulla di particolare. Gli auguro di vincere il Giro, il Tour e il mondiale, ma secondo i tecnici al momento desta solo buone speranze: piano a definirlo il campione del domani, a meno che questo non serva per rendere ancora più orribile quel che gli è successo. Che è orribile, sia chiaro, ma secondo me probabilmente diverso da come l’hanno raccontato. Visto il mercato degli juniores in Toscana, Bani il suo stipendiuccio lo ha sempre portato a a casa. Basta questo per non porsi domande? E’ possibile che uno sponsor che paga certe cifre voglia poi il risultato garantito? Non avendo seguito la vicenda, neanche provo a dare una risposta e torno invece a Pantani. Perché Bani, intervistato dalle Iene fa un gioco che non è il suo, ma da chi lo ha eventualmente ispirato. Gli chiedono perché Pantani si sia dopato e lui risponde che per vincere si fa di tutto. Gli chiedono perché l’hanno fatto Di Luca e Basso e lui risponde che per i soldi si fa di tutto. Gli chiedono se i professionisti del Giro d’Italia sono dopati e lui risponde che tanti lo sono di certo. E mi sono chiesto: non manca qualcosa? Dopo la sua risposta su Pantani, perché non gli hanno chiesto se lo avesse conosciuto e come facesse a dire certe cose? E la stessa cosa non gli andava chiesta dopo Basso e Di Luca? E poi non era il caso di chiedergli quanti di quei professionisti del Giro conosce per poter dire una cosa del genere? E allora prima ho pensato alla cameriera dell’hotel di Montecatini, che fece condannare Marco, dicendo che quella era la sua stanza, anche se lei non lo aveva mai visto entrarne né uscirne. E poi m’è venuto addosso un senso di pena. Non per Marco, quello ormai ce l’ho cucito sulla pelle, ma per Bani. Perché Bani chiude l’intervista dicendo che si corre per partecipare, ma che vincere è meglio. E poco prima aveva detto che per vincere si fa di tutto. E aveva anche detto di essere ormai anche lui un professionista, perché Ivano Fanini l’ha fatto passare. Premessa: gli auguro tutto il bene possibile, ma intanto mi chiedevo quel contratto a cosa servisse, a chi servisse, perché gliel’abbiano offerto e perché lui l’ha accettato senza fare domande. Cosa vuole Bani dalla vita? Perché per ottenerlo è disposto a parlare di altri che non conosce, dando in pasto il ciclismo alle Iene? Perché adesso sembra quasi fiero di quel che sta facendo: chi gli ha detto che diventerà un eroe? Se il suo obiettivo era vincere e magari sognava di andare in uno squadrone, perché non sconta la sua squalifica, si rimbocca le maniche e riprende a seguire il suo talento? Perché questa fretta di passare con Fanini? Il gioco conviene più a Bani o di più a Fanini? Non lo so, ma ho pensato a quando con Sergio Neri si passano ore a ragionare e annodarci sul fatto che i corridori siano vittime: di altri che li guidano in direzioni da verificare e di se stessi, del loro non capire il momento in cui si trovano. E a quel punto ho sentito di avere qualcosa da dire su Marco, leggendo nelle parole di Bani e nelle intenzioni di chi gli ha detto di usarle quel solito modo di fare che prevede l’uso gratuito della pelle del Panta. La sensazione di poter scrivere quel che si vuole perché non ci sarà reazione. Bè, forse stavolta non sarà così, forse stavolta la reazione ci sarà e Bani e i suoi angeli custodi dovranno chiedersi se tirare in ballo un morto abbia dato tanto più spessore alle loro tesi. Intanto, pur passata sotto silenzio, va annotata la vittoria di Tonina nella querela che le fu intentata da Michel Mengozzi dopo il processo di Rimini, per le responsabilità che Tonina gli aveva attribuito nel caso. Lui ha denunciato, Tonina ha vinto. Mesi fa, un’intervista estorta in modo scorretto da un settimanale, in cui le venne attribuito che era Christine a dargli la cosa, è stata ritrattata dallo stesso giornale. Il vento è cambiato e le domande, questo è il bello, invece di diminuire aumentano. Non tutto è stato scritto nel modo giusto. Ne ho sentiti tanti di buoni propositi per il 2010. Il mio sarà provare a scrivere giusto." [b] [/b][b] [/b]


Maìno della Spinetta - 14/01/2010 alle 14:24

[quote][i]Originariamente inviato da Ottavio [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] PS La bici col marchio Pantani non mi piace, sono andato a vederla sul sito. Non solo sfruttano il marchio, ma lo fanno male. Piuttosto fai una Bianchi replica, venderebbe di più. [/quote] .....la Bianchi non è di proprietà di Boifava..... [/quote] Ovvio, vero. Ma l'emozione non la dà certo il nome, se no ora saremmo tutti sopra una bici Coppi, che si sa, non è mai entrata nel gotha del ciclismo.


Donchisciotte - 14/01/2010 alle 14:36

Quando Tonina mi disse che aveva vinto la causa con Mengozzi, era felicissima, finalmente qualcuno le dava ragione. Quella causa è importante, secondo me, il giudice ha dato ragione a Tonina sulle sue dichiarazioni al processo di Rimini... Non mi svegliate ve ne prego.


rizz23 - 14/01/2010 alle 15:48

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] E dalle parole (scritte da uno bravissimo come Pastonesi, cosa da non sottovalutare) di Gattuso esce un Pantani grandioso. Anzi, esce Pantani (perché lo era, grandioso). Pantani, anche nella sua sfortuna di aver trovato per strada alcune persone sbagliate. Però, caz.zo, esce il ricordo di un campione. Esce il ricordo di chi ha fatto emozionare la gente, gli adulti e i ragazzini, di chi preferisce tenersi la bici firmata Pantani e devolvere in beneficienza i soldi, perché "la bici Pantani la voglio in casa".[/quote] dài, diciamo che il Milan ha un buon ufficio stampa...


Subsonico - 14/01/2010 alle 15:54

Ah ecco perchè Gattuso diceva che era d'accordo con Bossi su molte cose! Ora sono sollevato :D


Fabioilpazzo - 14/01/2010 alle 16:45

Applausi, per vie traverse, a Vicennati.:clap:


grilloparlante - 14/01/2010 alle 17:54

Non so se scriverlo qua o nel thread su Bicisport, ma da qualche parte devo farlo, un po' perché mi viene da ridere e un po' perché m'è venuto da piangere. Ero sui rulli e giravo le gambe, facendo una ripetuta un po' troppo audace, con i Red Hot Chili Peppers nelle orecchie. Sessanta pedalate, gambe dure, 160 battiti e ancora due minuti. Ero lì a pensare di mollare, quando l'ipod stacca e riparte con una base lenta. Penso: sono spacciato, mi fermo. Quando ecco che dall'auricolare partono gli Stadio che cantano Marco. M'è venuto il luccicone. Ho messo le mani sotto e mi sono alzato sui pedali. Vi giuro che ho fatto tutta la canzone fuori sella, non capivo più niente. E quando è finita e mi sono seduto, avevo 185 battiti e incredibilmente le gambe leggere... E dopo essermi asciugato il sudore e avendo portato via con il sudore anche il luccicone, ho pensato: vedi che gli auricolari nel ciclismo servono pure a qualcosa? P.S. Mezz'ora dopo il mio grande scatto, m'è venuto un mal di gambe feroce. Sarà stata colpa dell'ipod?


Maìno della Spinetta - 14/01/2010 alle 18:05

[quote][i]Originariamente inviato da marcobecks [/i] Faccio un copia e incolla di quando Enzo Vicennati ha postato poco fa sul Forum del Pantani.it " ... Non so da che parte sia la verità, ma ricordo bene quel che accadde nel 2007 in Abruzzo quando un meccanico, negoziante di bici e all’occorrenza direttore sportivo venne radiato per aver dopato con lo stesso prodotto – la gonadotropina corionica – un corridore della sua squadra e il suo stesso figlio. Al primo venne riconosciuta l’inconsapevolezza e gli fu tolta la squalifica, il secondo ha dovuto scontarsela tutta. ... Questi due casi mi servono per dire che è possibile essere dopati senza saperlo, ma soprattutto per affermare che l’unico modo per non saperlo è farsi fare le punture senza chiedere: un amico di quello junior, incuriosito dalle punture, prese di nascosto la scatole dall’armadietto dei medicinali e si accorse subito che fosse epo. Alla luce di tutto quello che è accaduto dal 1997 ad oggi, dire di non sapere cosa ci sia nella siringa che qualcuno ti conficca addosso, significa ammettere di non voler sapere e fa di te automaticamente un complice del presunto e/o sedicente medico. ... [b] [/b][b] [/b] [/quote] Fermo restando che le Iene l'hanno fuori dalla tazza, a Bani (e a Vicennati, all'uno polemicamente, all'altro ragionevolmente) farei notare una cosa: Che un conto è dire che uno da ragazzo fa cose di cui potrebbe pentirsi, ma le fa lo stesso, anche se non conosce le conseguenze, e un conto è dire che i ragazzi non sanno di essere dopati. Ricordo benissimo quando -ancora non tesserato!- l'allenatore mi parlava dei medici. Io ero a disagio. Era il 1994. Ora, scemo io a sentirmi a disagio parlando di medici da ragazzo, oppure scemi quelli che si fan fare delle iniezioni e credono che sia una flebo di zucchero? Bani lo sapeva benissimo, era consapevole di quello che gli succedeva, ma non si faceva tutte le domande-perché era giovane. Per essere colpevoli non basta essere consapevoli (per questo che la giustizia non punisce i ragazzini), ma questo poco importa. Il livello di incoscienza del ragazzino in questione, Bani, emerge da come spara a caso su fatti che nemmeno conosce. Ma sul fatto che non si sia fatto mezza domanda su quanto prendeva... ma mi faccia il piacere.


Donchisciotte - 14/01/2010 alle 23:12

Penso che dire " vittime del sistema" sia un'espressione sbagliata. In realtà sono, tutti, ingranaggi,pezzi, piccoli o grandi,del sistema. Gli atleti sono i pezzi politicamente deboli, si riempiono come uova di Pasqua, pagano solo loro, fanno controlli asfissianti ecc. Quando li beccano reagiscono secondo cultura ( purtroppo scarsa), secondo il ruolo di ingranaggi politicamente deboli, secondo caratteristiche personali. Bani l'hanno beccato, come dice Vicennati, se non si è fatto domande ( SE) è perché non ha voluto farsele o perché sapeva già le risposte, beccato ha reagito mettendosi all'ombra di Fanini, strappando il contratto, con la faccia ridente e eccitata dalle telecamere ha sparato a casaccio su tutto ( e su Pantani, fa sempre brodo), lui guadagna il contrattino da professionista, adesso si riapre il caso alla procura Coni e magari prende la riduzione di squalifica e gli altri guadagnano di più (anche in visibilità e autopubblicità). E' un gioco delle parti e lui fa la sua parte, non edificante , fa la sua parte come la sa fare e, come dire?, vuoi vedere che da un male ( beccato), magari nasce una pacchietta ( contratto ecc.)? E se da una piccola ribalta televisiva deve sparare su un morto e beh...lo fa, ragazzo senza storia, senza memoria, senza paletti. Pasolini si chiedeva: mi domando che madri avete avuto... Ma lui è morto ammazzato 34 anni fa, adesso c'è ben altro: il miliardario ridens, il dopato ridens. Certo Pantani che si macerava per la sua dignità in pasto ai lupi... altra epoca, altra consistenza, altra dignità.


Donchisciotte - 19/01/2010 alle 10:51

Veramente bravissimo Marco Grassi con le sue quattro puntate sui quarant’anni di Pantani che attraversano quarant’anni di storia del mondo. Idea originale ( sempre difficile trovare modi e toni giusti nelle commemorazioni), leggero ma densissimo nei contenuti, politicamente assolutamente perfetto e , con sobrietà un po’ amara, pieno di amore per Marco. Dall’apoteosi di Parigi 1998 all’orrore degli ultimi anni, riesce a dire tutto con sintesi ma mai frettolosamente. I tanti che lo hanno amato e coloro che lo hanno distrutto o che lo hanno, come diciamo a Roma, “aiutato per la discesa”, ma ha ragione Grassi : la presenza in giro di certi elementi è il triste contrappasso che l'umanità paga alla nascita di geni come Mozart, Monet o... Pantani. Marco Grassi, giovane, inquieto , “ disobbediente e infinitamente impaziente” come dice Erri De Luca, è una di quelle persone che onora il suo mestiere. Sono costretta a precisare: non lo dico per piaggeria ( non vedo proprio perché dovrei, mica campo di ciclismo), è che io conservo la mentalità dell’insegnante che, fra tanti difetti, almeno un pregio ce l’ha: sa apprezzare e esaltare il talento degli altri, perché il suo consiste anche nel trovare , nel deserto della mediocrità, qualche raro esempio di eccellenza.


nino58 - 19/01/2010 alle 13:00

Bravissimo Marco. :clap:


robby - 19/01/2010 alle 13:16

Davvero un gran bel lavoro non c'è che dire. Bravo e originale Marco!


Lupo - 19/01/2010 alle 22:40

Lo preferisco quando scrive di ciclismo anziché di politica, ma non si può negare che sappia sempre farsi leggere con interesse. Quindi mi unisco ai complimenti.


Donchisciotte - 23/01/2010 alle 09:47

Stamattina mi è arrivato un sms che mi annunciava un comunicato della famiglia Pantani sulle affermazioni della trasmissione Le iene e di Bani su Pantani, è stato messo su facebook, il sito è un po' trascurato di questi tempi e riportato sul forum di Pantani .it. E' in formato che non so copiare per cui metto il link ( è stato postato da marcobecks). E' finita l'epoca in cui sparare su Pantani era garanzia di sparare contro la croce rossa. Finalmente la famiglia Pantani ha intorno alcune persone giuste, oneste e competenti. E' cambiata l'aria. Speriamo che duri. Intanto a queste persone va la mia gratitudine eterna, oltre che a Tonina che, spesso criticata, comunque non ha mollato e non molla. Hasta siempre capitano Marco. Boh, non riesco neanche a copiare il link , comunque è sul forum di www.pantani.it, stanza Verità e giustizia per Pantani.

 

[Modificato il 23/01/2010 alle 09:50 by Donchisciotte]


W00DST0CK76 - 23/01/2010 alle 10:52

Riporto il comunicato della famiglia Pantani a cui faceva riferimento Donchisciotte: [img]http://img69.imageshack.us/img69/8709/comunicato.jpg [/img] (www.pantani.it) Condivido in pieno l'iniziativa che avevo già auspicato nei giorni scorsi, è giusto che chi infanga la reputazione di una persona si assuma poi le conseguenze del proprio operato. Mi piacerebbe che il giudice condannasse le Iene a porgere pubbliche scuse per quanto fatto.

 

[Modificato il 23/01/2010 alle 10:56 by W00DST0CK76]


nino58 - 23/01/2010 alle 22:07

Una bella denuncia a tutti quelli che parlano solo perchè hanno la bocca.


Donchisciotte - 24/01/2010 alle 13:22

Se qualcuno aveva dubbi sul fatto che agli insulti si risponde con gli avvocati e le querele ecco la prova che, invece, è proprio così che si fa, cosa purtroppo non avvenuta dal 5 giugno 1999, quando si rispondeva, evangelicamente, porgendo l'altra guancia e anche moloto di più. Ieri il comunicato della famiglia Pantani, pubblicato da Tuttobiciweb, stesso giorno le scuse ( certo un po' arrampicate sugli specchi ma d'altronde come giustificare meglio quello che è improvvidamente uscito dalla bocca del figliolo?) del padre di Eugenio Bani. Non avevo letto le scuse, me le ha segnalate stamattina Tonina che era anche contenta. E vvvai, Tonina, prima si vince con Mengozzi poi si ricevono le scuse dal padre di Bani. Mostrare che l'aria è cambiata, è essenziale. Questo quanto scritto dal padre di Bani sempre sul sito Tuttobiciweb: Sabato 23 Gennaio , 17:52 Sono il padre di Eugenio Bani e scrivo queste righe a nome mio e di mio figlio per dire alla famiglia Pantani che non era assolutamente intenzione di Eugenio offendere ne la memoria del “pirata” ne la famiglia Pantani. Io sono stato un tifoso di Marco e restavo incollato alla tv in attesa che si togliesse la bandana e si involasse sulle salite ; tutto questo quando Eugenio neppure pensava alla bici da corsa. Purtroppo le vicende di quest’ultimo periodo hanno provato sia mio figlio che noi genitori e, in riferimento alla iene, la tipologia delle domande e la velocità di risposta richiesta possono aver ingenerato alcune risposte non corrette. E’ vero , Pantani non è mai stato trovato positivo e non era intenzione di mio figlio fare nessun tipo di associazione tra la propria vicenda e quella di Marco per cui chiediamo scusa alla famiglia Pantani se abbiamo , seppure del tutto involontariamente , offeso la memoria di Marco . Fabrizio Bani


marcobecks - 24/01/2010 alle 18:54

Replica alle "scuse" fatte in terza persona. "E stasera ecco il commento firmato dall'avvocato Umberto Salento a nome della famiglia Pantani, un commento che vi proponiamo integralmente: «Egr. Sig. Bani, pubblico questo “commento” in nome e per conto della Famiglia Pantani. Pur prendendo atto delle sue scuse e di quelle, veicolate per il suo tramite, di suo figlio, le preciso che le stesse, per raggiungere la finalità di poter essere considerate pienamente “riparatorie” dell’offesa alla memoria del proprio compiantocongiunto Marco Pantani, realizzatasi nel contesto della nota intervista andata in onda il 13 Gennaio 2010 nel corso della trasmissione televisiva “Le Iene”, dovranno necessariamente superare i ristretti ed angusti confini di visibilità propri di un “commento” ad un articolo pubblicato su un sito internet (per quanto prestigioso), garantendosi, con mezzi idonei, una loro conoscibilità proporzionata all’ampiezza dell’area geografica servita dall’emittente televisiva nazionale sulla quale e’ andata in onda la richiamata intervista. Confidando in un tempestivo e positivo riscontro a quanto innanzi evidenziatole, le porgo distinti saluti. Avv. Umberto Salerno»" Esatto. Anzi io propongo........visto che son scuse le paghi con gli interessi. Platea piu ampia. Striscia la Notizia. Eguenio Bani si presenti con la stessa faccina, contaminata a sua insaputa di ormoni femminili a suo dire, e con intensita pari alla stessa strafottenza usata chieda scusa. Io comnque gli chiederei i danni. Ci sara' bisogno di tante bici ad Haiti .


Donchisciotte - 24/01/2010 alle 19:26

Sì, Tuttobiciweb pubblica l'intervento dell'avvocato Salerno, che ha riportato marcobeks, non fra i commenti ( anche perché la notizia di ieri è, ovviamente, in seconda pagina oggi) ma come nuova notizia, con questa premessa: "Il caso cresce e merita una ribalta superiore rispetto a quella - pur nobile - di un semplice commento. Ricapitoliamo: un piao di giorni fa la famiglia Pantani ha emesso un comunicato nel quale annuncia la decisione di adire per via legale dopo aver visto il servizo dedicato da Le Iene ad Eugenio Bani, nel quale il nome di Marco Pantani veniva accostato per l'ennesima volta a storie di doping. Il signor Bani ha subito inserito sulle nostre pagine un "commento" nel quale chiedeva scusa per l'accaduto, ribadendo l'involontarietà della cosa e addebitandola allo stile incalzante delle interviste tipiche de Le Iene. E stasera ecco il commento firmato dall'avvocato Umberto Salento a nome della famiglia Pantani, un commento che vi proponiamo integralmente..." Il problema è che Bani, se non invitato, non può andare a Le Iene a chiedere scusa, l'unica sede che aveva lui era quella. Il problema adesso è la trasmissione, direttamente chiamata in causa nel primo comunicato, che deve offrire le proprie scuse e, magari, consentire quelle di Bani. Comunque mi piace questa reattività dell'avvocato Salerno, dopo gli anni in cui, con Marco vivo( e questo è un'aggravante per chi lo gestiva), si taceva e lo si facava pestare da chiunque. Bravissimo l'avvocato Salerno ( me lo sentivo che stavolta Tonina aveva scelto bene).:clap:


grilloparlante - 24/01/2010 alle 22:17

Si sa, sarò sempre dalla parte di Pantani e qualcuno sa anche che dopo aver visto le Iene sono stato uno dei primi a dire: questo va querelato. Però adesso che la rabbia s'è posata e della vicenda riesco ad avere un quadro disincantato, mi rendo conto che come al solito a farne le spese sono i corridori. E mi spiego, perché sennò non regge. Marco l'hanno ammazzato mille volte e per qualcuno mille non è ancora abbastanza. Bani, poveraccio, ha appena cominciato a morire e, precipitando, si aggrappa a tutto quello che sporge. Radici. Falsi benefattori. Cespugli. Braccia di morti e quant'altro. Bani l'hanno trovato nella sua sciocca disperazione e hanno cominciato ad abusarne. I suoi complici. I politici che hanno pensato che punendolo si risolvesse il problema. Qualche giornalista che ha visto la possibilità di portare avanti la sua battaglia, senza però indagare oltre le parole del ragazzo. Qualche manager che vi ha cercato il suo tornaconto. E poi gli autori di una trasmissione televisiva, consapevoli che a parlare di Bani dopo un po' la gente cambiava canale, mentre a trascinare giù dalle stelle il nome di Pantani nel giorno del suo compleanno, magari qualcuno restava davanti alla tivù e la pubblicità avrebbe avuto qualche audience in più. E allora mi metto a pensare che alla fine Bani è più simile al Panta di quanto non mi vada di ammettere e allora mi fa ancor più pena. E allora mi verrebbe da dire alla famiglia Pantani: invitatelo, spiegategli quanto sia brutto morire mille volte, fategli toccare con mano la grandezza e la disperazione. E poi fate causa a quelli grossi, a quelli che ci sono dietro. Ai manager e agli autori. Perché è vero che Bani è maggiorenne e responsabile di ciò che dice, ma i ciclisti, poveretti, partono sempre con l'handicap. Hanno bisogno di qualcuno che gli risolva il problema. Un medico che li faccia andare forte. Un procuratore che gli trovi la squadra. Un manager che gli spieghi che spalando cacca si diventa famosi. E allora mi chiedo: Eugenio Bani ha denunciato ai carabinieri i manager-tecnici-medici che a suo dire l'hanno dopato? I suoi nuovi amici gli hanno suggerito l'unica cos davvero giusta da fare? No. E allora, cara Tonina e caro Paolo, pensate a Bani come a un figlio (se potete) e ricordate gli effetti devastanti di un manager inadatto (per non dire di peggio) sulla vita di Marco. Facciamo che per una volta sulla croce ci finisca Erode. Di Cristi depressi, tristi e predestinati al sacrificio, francamente, ne abbiamo tutti abbastanza.

 

[Modificato il 24/01/2010 alle 22:20 by grilloparlante]


Donchisciotte - 25/01/2010 alle 01:20

Sì, d'accordo, si sa che è così, in mezzo ci vanno i ciclisti e solo i ciclisti e logicamente loro diventano anche capaci di tutto ( denunciare compagni, tirare fuori un morto, qualsiasi cosa). Bani non fa eccezione, ha 19 anni in fondo. Però una piccola lezione ( la minaccia di querela e una presa di posizione morale) se la meritava. Con le scuse del padre io non credo ( magari mi sbaglio) che ci siano più gli estremi per una querela a Bani, il padre non può andare a parlare in televisione se non lo invitano. Dove ha potuto scrivere e chiedere scusa l'ha fatto. Ma la trasmissione andrebbe punita se non chiede scusa e rettifica ( Pantani mai trovato positivo, sì, le perizie ma quelle per i giocatori della Juve sono state considerate acqua fresca e erano come quelle di Pantani). Anche perché è recidiva, su Pantani e sul ciclismo. Qualcuno diverso da Bani credo non pagherà, non si è mai verificato e ancora oggi si fatica a scrivere il nome di certi personaggi. Del resto se le galere sono piene solo di poveracci ci sarà una ragione, è più facile che un cammello passi per la cruna dell'ago piuttosto che un potente per le porte di una galera. E Erode non muore mai in croce. Tonina e Paolo dovrebbero invitare Bani? Sì, gli farebbe bene ma io lo inviterei con il padre, anche a lui, magari, farebbe parecchio bene. E là si fermano gli inviti perché invitare Erode sarebbe inutile, non conosce la pena e non la riconoscerebbe. Sul "pantaniano" mi astengo stavolta, l'ultima volta l'ho detto per Di Luca, definito anche, una volta, "hombre vertical". Hombre vertical era Pantani.

 

[Modificato il 25/01/2010 alle 01:40 by Donchisciotte]


nino58 - 25/01/2010 alle 08:11

Nel mio intervento infatti mi riferivo ad una denuncia alle Iene, mica a Bani.


grilloparlante - 25/01/2010 alle 11:10

No Donchi, non volevo dire che Bani abbia punti in comune con Pantani: neanche mi sognerei di pensarlo. Più passa il tempo, più si radica in me la convinzione che non ne nasceranno più, che abbiamo avuto il privilegio di vedere e toccare le gesta di un uomo che nel suo genere passerà alla storia per la sua unicità. Le similitudini che ravviso sono nel contesto, nell'addensarsi di nubi e corvi attorno al ragazzo. Il moltiplicarsi di personaggi interessati che in un modo o nell'altro cercano di trarne un vantaggio personale, infischiandosene di quel che sarà dell'interessato. Il motiplicarsi di giornali e televisioni tesi a massacrare il ciclismo in nome di altri interessi. Oltre non vado, ma siamo matti? Bani e Pantani sono il nulla contro il tutto, neanche stare a dirlo...

 

[Modificato il 25/01/2010 alle 12:06 by grilloparlante]


Donchisciotte - 25/01/2010 alle 12:22

Ho frainteso io, scusa. In effetti mi sembrava un po’ azzardato. Sul contesto è vero che si vedono parecchi avvoltoi intorno a quel ragazzino, solo che mi pare di rilevare ancora una differenza, lui qualche vantaggio ne trae , da quanto scrive Capodacqua si è fatto risentire dalla Procura Coni e pare abbia parlato per cui spera in uno sconto, ha trovato il contratto, insomma da un male una pacchietta. Pantani è affondato sotto i colpi di tanti e qualcuno anche più forte perché più vicino magari, non ha tradito nessuno, se pensava di parlare non era certo per fare il nome del compagno ma per denunciare un sistema ( pensava di non essere più credibile), ha fatto male solo a se stesso e ha lasciato una grande voglia di giustizia per lui. Però è vero che Bani non sa ancora quanto pagherà quello che adesso gli sembra intelligente accettare, come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. ...sì, un invito della famiglia Pantani potrebbe schiarirgli un po’ le idee.


grilloparlante - 25/01/2010 alle 13:47

Dai retta, non avrà vantaggi, ma lui ancora non lo sa. Anche a Pantani proposero di confessare di essersi dopato, fu Ceruti, ricordi? Però Marco fiutò la trappola. Questo è più ingenuo, ha spalle meno forti e si è affidato al primo che gli ha prospettato una via d'uscita, senza però chiedersi se l'uscita ci sia davvero. Lui crede che avendo fatto riaprire l'inchiesta avrà un vantaggio: ma quale? Lo sconto di pena? Possibile, l'hanno dato a Riccò. Ma poi? Poi prenderà la residenza in Ucraina per poter passare professionista nell'Amore e Vita? Ecco, se il babbo ha la testa sulle spalle, dovrebbe consigliargli di fare le sole cose giuste che vedo (opinione mia, magari sono sbagliate). Se l'hanno dopato sua insaputa e ne ha le prove, vada dai carabinieri e lasci stare Torri: il Coni entra in scena automaticamente se l'inchiesta prende piede. Poi si rimbocchi le maniche, smetta di parlare e torni in bici. Magari nel frattempo può anche prendersi un titolo di studio. E poi, se è forte davvero, cerchi di passare in una squadra più grande, ma conquistandosi il posto a suon di risultati. Non rilasciando interviste spazzatura e qualunquiste. Il Panta ha sempre e solo parlato di sé e per sé. L'unica volta che l'ho sentito parlare degli altri è in quel testamento sul passaporto, ma aveva già capito tante cose, forse troppe. E poi Rimini...


Donchisciotte - 25/01/2010 alle 16:23

Ma se va dai carabinieri quelli magari ci vorranno vedere bene chiaro sul fatto che lui si riempisse come una farmacia e non sospettasse nemmeno lontanamente che non fosse tutta roba lecita, né lui né la famiglia, pur essendo arrivato abbastanza avanti nella carriera ciclistica. Solo che la magistratura se ne interesserà lo stesso, perché il doping è reato e lui è maggiorenne e allora forse si accorgerà che la scorciatoia che pensava di prendere ( riduzione squalifica, contratto), è una finta scorciatoia. Resta sempre poi il fatto che vorrei capire perché una squadra debba essere affiliata alla federazione dell'Ucraina. Se non passi per la via stretta della maturità ( certo, anche lo studio) e vai con quell'aria da impunito sorridente alla tua prima intervista televisiva a dire che tu vai così forte che non ti accorgi del doping, invece Pantani per vincere faceva tutto, se ti si prospetta la via larga dell'accorciare le tappe e della creazione dell'eroe ( quello che parla e il mondo gli va contro, ma lui ha coraggio), penso che hai ragione: rischia di perdersi. Perché la scorciatoia non è solo il doping. Forse in questa fase ci vorrebbero davvero, per ragazzi così sprovveduti e così fintamente sicuri di sé, dei bravi maestri.


Admin - 25/01/2010 alle 19:05

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Finalmente la famiglia Pantani ha intorno alcune persone giuste, oneste e competenti. E' cambiata l'aria. Speriamo che duri. Intanto a queste persone va la mia gratitudine eterna, oltre che a Tonina che, spesso criticata, comunque non ha mollato e non molla.[/quote] Faccio solo una piccola ma necessaria precisazione, perché qualcuno, leggendo, potrebbe pensar male. Anche tra i collaboratori del passato la famiglia Pantani aveva alcune persone giuste, oneste e competenti, persone che hanno dato l'anima per la causa anteponendo (e continuando a farlo anche oggi) Marco pure alla loro stessa immagine. Una di loro ho la fortuna di conoscerla personalmente e molto bene, si chiama Maurizio Ricci, qui lo conoscono tutti come Morris.


Donchisciotte - 25/01/2010 alle 19:37

Mi dispiace se si è creato questo equivoco per una mia frase. Morris, a cui rinnovo l'affetto che lui sa, è stato addetto stampa della Fondazione, quindi senza potere decisionale e non spetta a me, in questa sede, parlare della situazione in quel periodo. Con la mia frase intendevo persone che lavorano su un piano diverso, l'avvocato, per esempio, e altre persone. La mia frase non era assolutamente un riferimento a Morris, per motivi vari la storia della memoria di Marco ha attraversato momenti diversi. Ho sbagliato io a dire una cosa che penso ma che non dovevo esprimere qua essendo impossibile articolarla e motivarla meglio, il mio affetto per Morris è lo stesso di sempre, questo ci tengo a dirlo, se le cose sono andate in un certo modo nulla c'entrano la competenza e l'onestà di Morris.


grilloparlante - 26/01/2010 alle 10:53

D'accordo con Donchisciotte. Il punto non è Morris, quanto piuttosto quelli che con il loro operato hanno avuto un riflesso diretto sulla ricerca della verità, condizionandola, fermandola, rallentandola, viziandola. Credo che Maurizio sia abbastanza intelligente da capire che il riferimento non fosse a lui. E a vederla da fuori, tutta questa storia conferma quello che avevo sempre detto ai miei amici: la svolta nel caso di Pantani, se mai ci sarà, avverrà quando ad occuparsi del caso sarà qualcuno che non ha le mani in pasta nel ciclismo. Chissà perché, gli altri (parlo soprattutto di avvocati) partivano tutti a cento, poi si fermavano e smettevano di fare ciò che erano chiamati a fare. Perciò, sbaglia Morris a sentirsi colpito. Sono altri quelli che dovrebbero esserlo, ma loro hanno tanto di quel pelo sullo stomaco, che i sensi di colpa restano impigliati e poi scivolano via...


Ottavio - 03/02/2010 alle 10:55

Su cyclingnews.com, c'è un articolo sulla bici che Pantani utilizzò al Tour del 98 con l'elenco dei componenti e le misure. Ho dei dubbi (come cyclingnews) sul fatto che Pantani al Tour montasse le leve del Record in carbonio. Sapete dirmi se le misure sono esatte? Era il periodo d'oro dell'alluminio, peraltro durato molto poco. La cosa che mi colpisce di più è il peso: 6,9 kg. Non certo molto lontano dalle attuali bici in carbonio. [img]http://cdn.media.cyclingnews.com/2010/02/01/2/pantani_1998_mu_bianchi_full_view_600.jpg [/img] Front brake: Campagnolo Record Rear brake: Campagnolo Record Brake levers: Campagnolo Record Front derailleur: Campagnolo Record Rear derailleur: Campagnolo Record Shift levers: Campagnolo Record Ergopower, 9spd Cassette: Campagnolo Record, 11-23T Chain: Campagnolo Record Crankset: Campagnolo Record, 170mm, 54/44T Bottom bracket: Campagnolo Record Pedals: Time Equipe Mag Wheelset: Campagnolo Electron tubular Front tire: Vittoria Corsa CX TT tubular, 21mm Rear tire: Vittoria Corsa CX TT tubular, 21mm Saddle: Selle Italia Flite, signature edition Seat post: Campagnolo Record titanium Bottle cages: Ciussi stainless steel Critical measurements: Rider's height: 1.72m (5' 8") Rider's weight: 57kg (126lb) Saddle height, from BB (c-t): 710mm Seat tube length, c-t: 505mm Seat tube length, c-c: 470mm Tip of saddle nose to C of bars (next to stem): 520mm Head tube length: 127mm Top tube length: 519mm (actual) Total bicycle weight: 6.96kg (15.34lb)


luca76@ - 03/02/2010 alle 12:16

54 - 44 la guarnitura? anche per i tapponi di montagna? effettivamente, guardando la foto, la corona piccola sembra piuttosto grande (scusate il bisticcio di parole)


robby - 03/02/2010 alle 14:33

le leve erano assolutamente quelle in alluminio! Ma come fanno quelli di BS ad avere dei dubbi? voglio dire, me li ricordo io a memoria e poi basta googlare su quel tour e vedere una qualsiasi foto di panta in sella e le leve che si vedono son quelle in alluminio [img]http://pub.tv2.no/multimedia/TV2/archive/00196/Marco_Pantani__98_1_196667a.jpg [/img] foto presa dal sito "nessunotocchipantani.com" mmmh, il 44??? anche nella tappa del galibier o in quella della madeleine??? mmmh, mi pare una baggianata. Voglio dire, Panta pedalava tosto e duro anche in salita (ma sempre con uno stile da far impazzire) ma mi pare improponibile che anche nelle tappe più dure avesse il 44!


pacho - 03/02/2010 alle 14:43

se non sbaglio le leve in carbonio della campagnolo sono uscite nel 2000. sicuramtne nel 2001 c'erano gia perhce le usavo. sulla moltiplica..dipende da che tappa..non usavano le stesse moltipliceh per tutte per tappe. sicurametne nelle tappe di montanga non usava il 44.


robby - 03/02/2010 alle 15:55

mi sa che leve in carbonio della Campy risalgono al 99 e non al 2000 questa è un immagine di Panta ad inizio stagione 99 ;) [img]http://img198.imageshack.us/img198/3316/1255514526pantanimarco.jpg [/img] fonte: www.dewielersite.net

 

[Modificato il 04/02/2010 alle 23:34 by W00DST0CK76]


Ottavio - 03/02/2010 alle 18:02

Le leve erano ovviamente in alluminio come si vede in tutte le foto di quel meraviglioso Tour. Quelli di cyclingnews.com lo dicono nel loro articolo. Credo che le prime leve in carbonio si siano viste in gruppp alla fine del 98 inizio del 99 e probabilmente sono entrate in commercio nel 2000. Quanto alla guarnitura, cambiava a secondo dei casi. Nelle tappe di montagna montava il 39. Che mi sapete dire delle misure?


pacho - 03/02/2010 alle 18:51

anche a me pareva di ricordare che le leve in carbonio per un periodo, nel 99, c'é le avesseri solo i prof. poi dal 2000,anche i comuni mortali. le misure non ne ho idea. andando a naso e ricordando la posizione in bici del panta, sparo un 53,5 x 54,5 (giuro che non ho guardato su internet!)??

 

[Modificato il 03/02/2010 alle 18:55 by pacho]


Donchisciotte - 10/02/2010 alle 10:01

Non lo posto nel thread di Ballerini, mi sembra giusto. La morte di Ballerini, ovviamente, ha colpito molto, sono persone che uno, anche se non le ha mai conosciute personalmente, sente quasi come conosciute. Poi quando muore una persona giovane, con figli piccoli o adolescenti, il dolore è anche rivolto alla famiglia. Ma fino a ieri sera, insieme al dispiacere, al pensiero di quante persone uno ha visto morire mentre coltivava la propria passione per il ciclismo, Casartelli alla cui morte abbiamo praticamente assistito, Marco e adesso Ballerini, insieme a questi pensieri fino a ieri sera c’era un qualcosa che, forse meschinamente, da tifosa di Marco, un po’ mi rodeva. Come al solito il diverso trattamento. Io leggo Repubblica, ho sentito Beha al Tg3, ho sentito e letto qualche commento, ecco, leggere Capodacqua che parlava di Ballerini come facente parte di un mondo non limpidissimo ma, comunque, lui onesto, pieno di dignità perché umano, sentire Beha più o meno sullo stesso tono e ricordare come sia stata accolta la morte di Marco, con paginate sulle morti per doping o Beha e il suo “ sapeva miscelare se stesso e l’epo”, senza mai un accenno alla dignità e all’onestà di Marco, sia pure in un ambiente non limpidissimo, beh… un po’ mi rodeva. Ovvio che è vero che Ballerini era persona onesta, piena di dignità e con grande amore per il ciclismo ma mi rodeva che venisse citato, da Capodacqua, l’episodio di Ballerini che, dopo la vittoria alla Roubaix, gli fa vedere le mani escoriate e gli dice che può pensare quello che vuole del ciclismo ma poi alla fine il ciclismo è sofferenza, è quelle mani ferite, ecco, forse anche per Marco potevano venir fuori certi ricordi invece delle paginate di morti per doping e le perizie. Ma nello stesso tempo mi sentivo cattiva, meschina, quasi non rispettosa della morte di Ballerini ( cosa non vera,mi dispiace molto della morte di Ballerini). E’ sempre la stessa cosa: i due pesi e le due misure, il diverso trattamento che mi rodeva. Poi ieri sera ho visto a Sky TG 24 un servizio sul funerale di Ballerini, con molto piacere ho visto il padre di Marco Pantani, Paolo, che diceva, con pacatezza, da credente, che adesso Ballerini e Marco sono insieme perché, ha aggiunto, ENTRAMBI SONO STATE PERSONE ONESTE. Grazie, Paolo, per averlo detto, pacato, fiero, col dolore giusto. Con la dignità che era di Marco. P.S. Non giudicatemi meschina o cattiva ma ‘ sta cosa mi rodeva dentro, ieri ne avevamo parlato anche con Tex, anche a lui volevo dire, se non ha visto lo stesso TG che ho visto io, che il padre di Marco, magari non intenzionalmente, ha detto quello che si doveva dire.


nino58 - 10/02/2010 alle 11:16

Bè, anche a me sembra proprio che le parole di Paolo Pantani rispondano bene ai babbei (e cito solo i babbei, quelli in malafede non li considero neppure) che usano più pesi e più misure.


luke - 10/02/2010 alle 14:00

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] P.S. Non giudicatemi meschina o cattiva [/quote] Ma non è assolutamente il caso di ritenerti tale: questo tuo pensiero è giustissimo e, soprattutto, molto bello. Le stesse cose le ho pensate anche io, anche se non l'ho detto prima d'ora, ma è chiarissimo che non si manca di rispetto a Ballerini o a Marco: semplicemente non si può non notare la diversità di comportamento da parte di certi personaggi magistralmente inquadrati da Nino. Nel ringraziare Paolo, dico che le sue parole sono un bellissimo omaggio a Ballerini ed anche a Marco: sono certo che saranno là, in paradiso, ma da credente non riesco ad esserne felice perchè il loro posto era ancora quaggiù e davanti a loro avevano ancora il meglio. C'è tanto da fare, quaggiù, loro erano utili ed importantissimi quaggiù.


Donchisciotte - 10/02/2010 alle 15:56

Infatti anch'io, luca, solo oggi ho tirato fuori questo,prima me lo sono tenuto, ieri Paolo mi ha sdoganato. trascrivo dal forum della fondazione Pantani questo intervento di Vicennati che, mi pare, ha notato anche lui certe differenze. di e.v. » 10 feb 2010, 14:48 Ciao a tutti, vedo che il forum a tratti riprende vita e anche se la circostanza non è di quelle più felici, vuol dire che comunque ci siamo sempre. Scrivo di sfuggita dall'aeroporto di Madrid, sulla via per Tenerife dove dovrò sentire Basso alla vigilia della nuova stagione. Ieri ero anche io in mezzo a quei 5.000 che si sono ritrovati a Casalguidi per salutare il Ballero e devo dire che è stata dura. Il primo pensiero, quando sono arrivato, è stato fare il confronto col funerale di Marco, ma poi ho capito che ogni storia ha il suo finale e sarebbe stato ingiusto soltanto immaginare affinità d'ogni genere. Però c'era Paolo e quindi per me, nella mia percezione, c'era anche Marco. E' stata dura, perché c'era tutto il popolo del ciclismo con gli occhi pesti di lacrime, mentre forse a Cesenatico quel giorno c'erano anche tanti occhi pesti di colpa. Ed io ero lì a tenermi dentro il dolore, finché non hanno fatto parlare Alfredo Martini, forse il nonno che non ho mai conosciuto. Era piegato, stanco, mai avrebbe immaginato di seppellire Franco, lui che diceva che non avrebbe visto tanti dei successi futuri del Ballero, perché il suo tempo prima o poi sarebbe scaduto. Invece si è alzato. Pochi passi ed era davanti alla bara. L'ha toccata con entrambe le mani ed ha chinato il capo. Poi si è voltato e c'era un silenzio come quando entra sulla scena il primo ballerino. Si è inchinato sommessamente davanti all'altare e poi s'è messo davanti al microfono. Piegato sotto gli anni e il dolore, chiedendosi cosa avrebbe potuto dire. Prima di lui il sindaco, Riccardo Nencini e il vicepresidente del Coni, con parole noiose per il primo, studiatamente ad effetto (quindi fredde) per il secondo, inutili per il terzo. E allora Alfredo ha guardato giù, poi ha cominciato a guardare in uno spazio che io ho visto nei suoi occhi, ma non so quanti se ne siano accorti. Alfredo è andato di là, nel mondo dei grandi ed ha cominciato a parlare. Vi riporto il discorso integrale, che ha gentilmente "sbobinato" Alessandra De Stefano per farmi un favore. Ragazzi, lui non sapeva cosa avrebbe detto, ma a un certo punto ha visto Franco e poi a un certo punto li ha visti tutti, anche Marco. E io a quel punto mi sono messo a piangere come uno scemo. «Secondo quanto ha detto il vice presidente del Coni riguardo ai grandissimi risultati ottenuti da Franco, è facile chiedersi se a Franco gli sarebbe piaciuto di piu essere ricordato come corridore campione o come c.t. «Noi lo ricordiamo in entrambe le sembianze. Ricordandolo come campione lo vediamo in quella buia e tragica foresta di Arenberg quando all’uscita vedevamo il suo bel viso tinto di carbone della polvere delle miniere e con gli occhi che fissi lontani, lontani con in mente quel velodromo infinito di cinquecento e piu’ metri, e quando vi entrava in quell’impressionante boato del grande pubblico e lo vedevamo compiere l’ultimo giro a braccia alzate, felice, felice… Contento, mentre il pubblico continuava a gridare il suo nome. «E poi ci piace ricordarlo, ci sembra di vederlo, sporgersi dall’ammiraglia per dare suggerimenti a Mario Cipollini, Paolo Bettini, Alessandro Ballan, perché non sbagliassero niente, perché si concentrassero per andare a conquistare quelle quattro maglie iridate e quell’oro olimpico. «Ma Franco lo vogliamo ricordare, oltre che per lo sport, anche per la persona che era: quest’uomo bello, intelligente, affabile disponibile… Come si fa’… sono quegli uomini che vorresti incontare tutti i minuti, con i quali vorresti andare a prenderci un caffe’ insieme. «Ora lui sta incamminandosi, un cammino che lo portera’ lontano, lontano. Dove lassu’ saranno ad aspettarlo tantissimi amici in quell’immenso azzurro che a lui piaceva tanto. E riconoscerà tra questi amici i Girardengo, i Binda, i Learco Guerra, Bartali, Coppi, Linari e Maspes… E ci saranno un po’ tutti. Anche Sacchi che è toscano di Scandicci e Marco Pantani che correrà, percheélui era sempre un pochino in ritardo lì fra loro, crorera’ per non essere da meno, per salutare Franco. E gli chiederanno: Franco ma che ciclismo hai lasciato laggiù? «E Franco gli risponderà e gli dirà: è un ciclismo che sta migliorando da quando abbiamo intrapreso la battaglia per mandare fuori dal tempio i truffaldini, i mercanti di menzogne. Il ciclismo si sta riprendendo ed è con questo pensiero che noi sentiamo dentro di noi che un uomo così non può essere che nella pace, non può essere che nella pace. Quella pace eterna. Con tutto il nostro amore». Be', ho lavorato tante volte con Alfredo ed ho sempre imparato molto, ogni volta qualcosa. Ieri quel vecchio uomo pieno di una cultura antica, imparata sulla strada e non sui libri, ha viaggiato nel dolore e nella storia con la classe di un grande poeta. E alla fine, quando avrebbe avuto diritto di andarsene, ha persino lanciato l'ennesimo salvagente al ciclismo. Ho pianto e con me tanti altri. Ecoc perché ho sempre pensato che se ci fosse stato Luciano Pezzi accanto a Pantani, forse la storia avrebbe avuto un altro finale. Luciano era come Alfredo, magari più autoritario, ma come lui. E Marco, come Franco, è stato un uomo pulito. che avrà anche commesso i suoi errori, ma senza la protervia e la premeditazione di chi glieli ha fatti pagare con la vita. Enzo Vicennati


Monsieur 40% - 10/02/2010 alle 16:06

Bellissimo post. Grazie a Donchi che l'ha riportato, a Vicennati che l'ha scritto di là, ad Alessandra che ha permesso di poterlo scrivere e - soprattutto - a Martini che l'ha pronunciato senza che nessuno gliel'avesse scritto.


Donchisciotte - 13/02/2010 alle 11:20

Siccome ci sono vigilie che mettono in un cattivo stato d’animo,vigilie in cui pensi, mentre fai le cose del tuo quotidiano, che oggi lui era ancora vivo, che ancora si poteva fare qualcosa, pensi se in quell'albergo, il 13 febbraio, ci fosse stato qualcuno che avesse capito, che avesse fermato la macchina, magari avviata da tempo, che era inesorabilmente in moto, chiamando qualcuno, non lo so, se qualcuno dei tantissimi che amavano Marco fosse stato là, per caso o per disegno divino.... Così mi sono andata a fare una passeggiata nel forum di Pantani e metto qua alcune perle,trovate a caso o forse no, visto che giravo nella pagina di Verità e giustizia. Le perle non si danno ai porci, dice il Vangelo, e è bene che chi le ha avute, le custodisca e ne faccia partecipi anche gli altri. Almeno a chi sa apprezzarle. Eppure, anche nel vederlo portare avanti il suo dolore, quel ragazzo aveva qualcosa di antico e di estremamente dignitoso. Mi chiedo cosa provasse chi lo attaccava ogni giorno a vederlo portare la sua croce, mi chiedevo quanto dolore avesse dentro. Forse per questo trovarlo sorridente al Giro del 2003 fu come illudersi per pochi giorni che il ragazzo fosse riuscito a staccare tutti anche sul Calvario. E forse per questo saperlo morto fu devastante. Credevo di aver imparato che arrivati in fondo alla sofferenza, poi ci si potesse rialzare. Invece Marco mi aveva appena insegnato che non si deve mai abbassare la guardia. Per questo provo un sottile piacere a farli incazzare, a conservare la memoria. Ci sono stati gesti la cui somma ha portato alla tragedia. Ciascuno di noi conosce la verità. Ciascuno di noi deve farci i conti... Enzo Vicennati Questo suo essere irrequieto è esattamente quel che lo rendeva grande e, in parte, anche il motivo per cui stava sulle scatole a buona parte del gruppo. Chi non lo conosceva non riusciva a spiegarsi il perché continuasse ad attaccare. Si erano tutti abituati al campione che vinceva e poi si accontentava di amministrare. Indurain se avesse voluto, sai quanti arrivi in salita avrebbe potuto vincere? Più d'uno, ma si metteva lì a gestire il vantaggio delle crono e lasciava che gli altri vincessero e legittimassero il loro ingaggio. Marco no. Marco aveva dentro qualcosa di incredibile. Era forse il debito con la sorte, ma anche il filo che lo legava alla sua gente. L'ho scritto nel libro di Tonina, lo ripeto: quando Martinelli andò a dirgli di lasciar vincere Guerini a Selva di Val Gardena, il giorno della prima maglia rosa, Marco non voleva saperne. Continuava a ripetere che il gruppo dei suoi tifosi che aveva passato la notte sulla Marmolada voleva vederlo vincere e come poteva lui lasciar vincere un altro? Perché doveva vincere uno meno forte? Ho riflettuto spesso su questo, soprattutto adesso, dopo tanto tempo, con i ricordi che si sovrappongono. Il giorno in cui vinse il Giro dei dilettanti con la fuga tra Cavalese e Pian di Pezzè, Marco si era messo in testa di far vincere la tappa al sudamericano che era stato in fuga con lui per tutto il giorno, ma quello sulla salita finale non ne aveva per andare all'arrivo e Marco nell'aspettarlo per poco non perdeva il suo vantaggio. In quel momento capì che la differenza fra un vincitore di tappa e un campione da Giro sta anche nell'essere cinico e andò a vincere. Quel giorno di sei anni dopo con Guerini fu lo stesso, ma alla fine Pantani accettò di ragionare come Bugno sul Pordoi e, allo steso modo in cui Gianni lasciò la tappa a Mottet, Marco smise di pedalare e lasciò passare Guerini. Al Tour del 1998 fu diverso il perché lasciò vincere Ullrich ad Albertville: avrebbe potuto batterlo allo sprint, ma era stato per tutto il giorno a ruota ed aveva troppo rispetto per quel suo avversario così forte, da lasciarlo passare. Però non disse mai nulla in merito, non disse una sola parola, come invece avrebbe fatto poi Armstrong, sia pure mal informato. Ma perché al Giro del 1999 avrebbe dovuto lasciar vincere qualcun altro? Chi lo aveva aiutato nel fare qualcosa? Non gli erano piuttosto tutti contro? A Oropa lo avevano aspettato quando gli era saltata la catena, magari come anni dopo avrebbero aspettato Armstrong il giorno della caduta verso Luz Ardiden? Perché doveva accettare di perdere a Pampeago e il giorno dopo a Campiglio? Ecco, io credo che questa sua concretezza stonasse molto con l'uniformità mediocre e invidiosa di alcuni. La sua inquietudine, il volere sempre spingersi oltre da un certo punto in poi furono presi per ingordigia e arroganza. Dicono: a Campiglio avrebbe dovuto evitare di vincere. Forse è vero, ma sarebbe allucinante pensare che la coltellata del giorno dopo sia dipesa da una vittoria di troppo. Il Pantani del Giro 1999 era una meravigliosa combinazione di orgoglio, classe, grinta e rabbia, pochissimo disposto a scendere a compromessi. Uno che aveva sentito bene le voci sullo scambio di provette dell'anno prima e se l'era legata al dito. Era dopato? Era nelle regole esattamente come gli altri 200 del gruppo, forse più nelle regole di tanti altri. Eppure la stessa Mapei che puntò il dito contro di lui e la sua squadra, due anni dopo prese Garzelli e nel 2002 si ritrovò con lo stesso Garzelli buttato fuori dal Giro per una positività attorno alla quale la squadra di Squinzi montò un farsesco castello di spiegazioni. Dov'era finita la compagine integerrima di Campiglio? E perché nessuno li attaccò di fronte a spiegazioni (il petto di pollo al diuretico...) al confronto delle quali il complotto ipotizzato da Marco a Campiglio risultava ben più convincente? Da un certo punto in poi però, l'inquietudine di voler cercare il traguardo dopo il traguardo diventò l'inquietudine di cercare il colpevole dietro Campiglio. Mise la stessa determinazione nel cercare una spiegazione che non avrebbe mai trovato. Non c'è ancora riuscito nessuno. Sarebbe bello prima o poi venirne a capo. Enzo Vicennati

 

[Modificato il 13/02/2010 alle 11:23 by Donchisciotte]


josera - 13/02/2010 alle 12:55

se ne deve venire a capo prima o poi. Ciao Marco


Donchisciotte - 14/02/2010 alle 01:52

E' la necessità interiore di ricordare e comunicare agli altri che si ricorda Marco. Anche quando non si trovano le parole, come non le trovo io, fra amerezza, rabbia, ricordo, tentativo di dare senso alle cose. Bisogna trovare un modo per capire, a tutti i costi rendergli quella verità che cercava e conservare la memoria. Ciao Capitano,sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai. Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te, ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà e dove corra il tempo chi lo sa? F. Guccini


luke - 14/02/2010 alle 08:37

Sono passati sei anni, ma ricordo quella sera come fosse ieri: il vuoto che hai lasciato è ancora lì, intatto ed incolmabile. Ma le persone che credono in te hanno fatto grandi cose, restituendoti il più possibile di quella dignità che sentivi esserti stata strappata. Mi riferisco alla tua famiglia, ai tuoi amici (un nome su tutti: Vicennati, davvero grande) ed ai tuoi veri tifosi (un nome su tutti: Maria Rita - Donchisciotte, altrettanto grande). Ci vorrà ancora tempo, ma la verità uscirà alla luce del sole. Hasta siempre, grandissimo Capitano.


Maìno della Spinetta - 14/02/2010 alle 08:41

Ciao Marco


marcobecks - 14/02/2010 alle 09:06

[quote][i]Originariamente inviato da josera [/i] se ne deve venire a capo prima o poi. Ciao Marco [/quote] Piu' che un'esigenza, ora piu' che mai e' una necessita. Per tutti. Porta pazienza Capitano.


Subsonico - 14/02/2010 alle 09:29

un omaggio (casereccio) al pirata http://www.mediafire.com/?1nnlmocnmmq


nino58 - 14/02/2010 alle 09:56

:(


meriadoc - 14/02/2010 alle 11:45


W00DST0CK76 - 14/02/2010 alle 14:26

:^o^


josera - 14/02/2010 alle 18:38

come ogni 14/02 oggi sto pensando molto a quel giorno. Invio questo link del racconto di Fabrizio Ulivieri, meritoriamente riproposto oggi da www.ilpolitico.it, su questo "mistero d'italia" http://www.ilpolitico.it/?p=24976#more-24976


Abruzzese - 14/02/2010 alle 18:57

Mi manchi...


Garda Bike - 15/02/2010 alle 12:51

ciao grande e unico Pirata...


53.11 - 18/02/2010 alle 18:41

Sono latitante da questo forum e non solo da tanto, troppo tempo,ma nel caso dell'anniversario del 14, non ho scritto volutamente, riproponendomi di farlo più avanti, e adesso ne ho voglia. Non riesco più a distinguere i vari"anniversari" di morte, di nascita di vittorie di incidenti..... riguardo a MArco, in quanto io Marco lo penso e lo ricordo tutti i giorni, indosso la bandana nera inforco la mia bici e il pensiero inevitabilmente vola verso lui. Non l'ho mai conosciuto di persona, ma in questi anni quando ne parlo mi sembra di parlare di un vecchio amico che non c'è più, un fratello, in fondo eravamo coetanei solo pochi mesi dividevano le nostre date di nascita, insomma, per me tutti i giorni la sofferenza per la sua assenza è sempre la stessa......Grazie a tutti, a MAriarita, a papà Paolo e mamma Tonina, a Luke, a Vicennati, a tutti quelli che ho in qualche modo conosciuto grazie a Marco, c'è del magico in tutto questo, solo per lui potevano accadere certi avvenimenti. Ora con Il Capro Espiatorio pubblicato, un traguardo è stato raggiunto, e io ci spero ancora.


grilloparlante - 18/02/2010 alle 19:19

Sono totalmente d'accordo con 53.11 sul fatto che a ben pensarci Marco è diventato quasi una chiave per interpretare l'esistenza. Una presenza viva, che certamente va ricordata negli anniversari, ma che insieme rifugge dagli anniversari. L'anniversario è legato alla morte, l'anniversario lega alla morte. Ho letto su facebook l'invettiva di un tifoso di Marco, che se la prendeva con chi il 14 non era a Cesenatico. Bè, io c'ero là in mezzo, ma devo dire che esserci non ha modificato minimamente il mio sentire. Esserci anzi mi ha intristito. Esserci mi ha ricordato quel maledetto funerale. Esserci mi ha allontanato dalla vitalità di Marco e mi ha legato al fatto che sia morto. Ma Marco è vivo, con il suo messaggio e il ricordo delle sue azioni. E mi sono detto che forse quelli che oggi lo celebrano nelle ricorrenze e fanno della presenza alle ricorrenze un motivo di orgoglio forse non hanno colto il fatto che Marco sia così vivo da vivere dentro di noi, sicuramente dentro di me, certamente dentro quelli che gli hanno voluto bene.


Donchisciotte - 19/02/2010 alle 09:52

Ciao Lorenzo ( 53.11) mi fa davvero piacere rileggerti, era da tanto che non scrivevi e,come sempre, quando lo fai scrivi con una passione, una purezza di cuore, un amore verso Marco veramente unici. Sugli anniversari,è chiaro che quando ricorrono il pensiero ne è coinvolto, se è il 5 giugno o il 13 gennaio o il 14 febbraio o il 27 luglio o il 2 agosto ecc. ecc. è normale che il pensiero vada là, poi è chiaro che per tanti di noi il ricordo di Marco è quotidiano, fa parte della nostra vita. Mentre il cimitero è diverso, io non ci vado praticamente mai,nemmeno qua, è un luogo solo di morte, anche quando, nel 2005, sono andata al cimitero di Cesenatico per lungo tempo mi ha oppresso la definitività di quella tomba. Là Marco era morto e basta. Il marmo che lo chiudeva mi sembrava definitivo, invalicabile. Probabilmente chi inveisce sulle mancate presenze a Cesenatico lo fa perché Marco è entrato nella sua vita dopo che era morto, ci si è fatti prendere dalla brutta morte, chi inveisce non ha conosciuto, non ha vissuto, da familiare, da amico, da giornalista o da tifoso, che cosa sono stati quei brevi, intensissimi anni da giugno del 1994. Non ha vissuto quel 5 giugno 1999, non sa che è intollerabile la definitività della tomba quando è così vivo il ricordo degli anni dell’avventura e di quelli della sventura e, perciò, è così viva la speranza che l’ultima parola non sia una porta chiusa di un albergo di Rimini e tutta la voglia di verità che Marco si è portato con sé. La speranza è che Tonina e chi le è vicino vincano, con la loro determinazione, sulla falsità,l’omertà, l’inadeguatezza di tanti.


Donchisciotte - 09/03/2010 alle 13:02

Riporto dal forum della Fondazione Pantani questo intervento di Enzo Vicennati che ricostruisce una stagione importante nella memoria di Pantani e , mi pare di capire, evoca possibilità che ,a chi aspetta da anni, allargano il cuore. Ricordo, nostalgia e fumo negli occhi di e.v. » 9 mar 2010, 12:03 Sono passati sei anni e ne abbiamo viste di tutti i colori. Ci sono stati momenti in cui sembrava di diventare matti, vedendo accadere cose che non avevano senso apparente. Non sapevi neppure più se disperarti per la morte di Marco oppure per quello che stava succedendo alla sua famiglia, nel nome di qualcuno che aveva deciso cosa fosse meglio per loro. Marco era morto al termine di un cammino doloroso iniziato cinque anni prima a Madonna di Campiglio e anche nel momento della morte si era scelto di non credergli. Erano saltati fuori dei colpevoli, ma l’inchiesta era stata chiusa con una tale rapidità e tale pochezza da farti sentire che te lo avevano ammazzato un’altra volta. Nessun segno di reazione. Avvocati che andavano e venivano, incassavano parcelle e poco facevano. Una Fondazione creata dal nulla alla velocità del lampo e con la stessa prontezza integrata in un gioco di olimpiadi e di cuore, in cui esibire il dolore di una mamma ancora poco lucida che avrebbe riempito casse bisognose di sostanze. Il popolo dei tifosi spaccato fra quelli che su un forum avevano già iniziato a denunciare l’andazzo imbarazzante e quelli che difendevano la politica adottata, quasi fosse un crimine dubitarne e per questo dire basta. Eppure, proprio da quel violento discutere si aprì la prima crepa agli occhi di quella mamma poco lucida, che si svegliò dal sogno e cominciò a fare domande. Chiusero il forum, sperando che non fosse troppo tardi, ma ormai la crepa era diventata una faglia e la violenza che di colpo scaturì dal petto di Tonina fece saltare in aria il meccanismo perfetto, creato per proteggerla dai nemici, così si disse, che in realtà le impediva di scorgere il reale fluire delle cose. Come era stato fatto con Marco, in nome di chissà quali interessi, ma a differenza di Marco, Tonina riuscì a reagire. Sono passati quattro anni da quando aprì gli occhi e se ne è sentita dire di tutti i colori. Lei leggeva, chiedeva e capiva e il mondo fuori a dirle di lasciar perdere, che ormai era morto e poi non era così facile. Lei domandava, scavava, piangeva, si concedeva alle interviste perché qualcuno le desse ascolto e tutti intorno a dire che fosse ammattita, montata, desiderosa di apparire. Nel frattempo i tifosi si sono dispersi in mille rivoli. Chi cullando il ricordo nel petto, chi allontanandosi ferito dal dolore, chi impossessandosi rabbiosamente della titolarità del ricordo e sventolandola sotto forma di bandiere e bandane con cui guadagnarsi il rispetto, la considerazione e, perché no, anche qualche spicciolo. In buona fede, magari, ma in modo che al mondo esterno apparisse che il popolo del Pirata fosse composto da nostalgici, facinorosi del ricordo, gente di cuore – questo lo si conceda – pronta a battersi per la memoria di quel piccolo uomo, ma senza avere i mezzi per fare oltre. Con Marco o contro di lui. Boia chi molla. Se ci sei, vali. Se non ci sei, sei un infame. Ma intanto a Marco e alla sua dignità chi ci pensava? Sua madre, solo lei, in cerca di punti di appoggio e conferme per le sue teorie, cadendo ancora una volta in balia di imbonitori che, nel nome della giustizia, proponevano affari d’oro a un Fondazione che si stava incamminando lungo un binario morto. E così venne fuori la condiscendenza. Povera donna, dicevano, c’è da capirla. Stiamole attorno, costruiamo un mausoleo in cui la memoria diventi più importante della verità e, se qualcuno si avvicina troppo, mandiamolo al diavolo. E lei intanto impazziva e schiumava di rabbia, diventando però più cauta. Selezionando le persone. Capendo finalmente che per cavare il ragno dal buco sarebbe servito un avvocato senza interessi nel mondo dello sport. Senza interessi nell’attività della Fondazione. Senza altro interesse diverso dall’interesse della sua cliente. A cosa porterà tutto questo? Presto per dirlo, mai troppo presto per sperarlo. Ma una cosa si può dire, in questo momento di colpi di coda, foto da ultras e iniziative private e sbagliate nel nome di quella mamma e di tutta una famiglia. In questo momento non serve essere divisi. Occorre stare zitti e lavorare per un unico scopo. Nessuno, al di fuori di quella villa muta di via Fiorentina, è titolare del dolore maggiore. Nessuno può permettersi di giudicare perché nessuno, allo stato attuale, è ancora riuscito a portare un solo raggio di sole nelle tenebre che avvolgono Marco e il suo destino. Si evitino i comizi e gli sfoghi, perché la rabbia servirà semmai dopo. E non si cerchi di impossessarsi del ricordo per rivendicare primati che la morte di Marco rende indimostrabili. Ricordiamo com’era fatto Marco Pantani, ricordiamo i suoi silenzi quando si guardava intorno e cercava di capire. Un campione lascia che a parlare siano le sue azioni, il resto lasciamolo a chi non ha di meglio da fare.Enzo Vicennatie.v. Site Admin Messaggi: 79 Iscritto il: 3 mar 2009, 0:23 Località: Roma


Donchisciotte - 11/04/2010 alle 17:20

Mentre cerco di resistere alla telecronaca con Conti, De Stefano e pure Tafi, mi sono andata a guardare ( un occhio al computer e l'altro alla televisione), il forum di Cunego dove scopro come primo thread uno, recentissimo, intitolato a Marco Pantani pieno di sciocchezze, inesattezze e scempiaggini varie tese a dimostrare quanto fosse dopato Marco Pantani. Lo so, sono poveri di spirito di cui non è il regno dei cieli. Ma siccome sono tifosa e il tifoso ha il sangue caldo, a me questa continua diffusione del binomio Pantani/ doping ( che è una delle cause della sua morte) proprio non posso sopportarla, ovunque si dica. Scelgo solo alcuni fiorellini a cui replicare: 1) Il libro di cui vengono riportati stralci è quello di Rendell e non, come dice il tifoso che lo riporta come vangelo, di Brunel. Libro, quello di Rendell mai tradotto in Italia e che viola il diritto alla privacy anche di persone vicine a Marco ( la madre), riporta misteriosamente una specie di perizia psichiatrica ( come ne è venuto in possesso l'autore? Mistero) fatta da un medico poi riconosciuto come non avente titoli e su una persona già decisamente tossicodipendente; Riporta diagnosi assolutamente generiche ( complesso di inferiorità, paranoia,ossessione diagnosi complessa da fare e fatta su una persona che aveva alle calcagna sette procure) da cui può derivare tutto e niente e che vengono interpretate, invece, come causa diretta della morte. 2)La parte dedicata, nel libro, alle perizie che, nei vari processi, hanno messo in piazza la tesi del Pantani dopatissimo sono state giudicate, in altri processi, per altri sportivi, per esempio i calciatori della Juve, come dimostrative che il fatto non sussista. 3) L'anemia di Pantani dopo l'incidente della Milano Torino, come si legge nelle testimonianze dei medici del CTO riportate nelle motivazioni della sentenza ( e che ho riportato nel capro espiatorio) fu dovuta a un'emorragia interna documentata dalla risonanza magnetica in concomitanza con la terapia post operatoria. Non al midollo frantumato dall'epo, come ha mostrato in abbondanza anche l'autopsia e come, ancora una volta,sordi a tutto quello che è accaduto, scrivono questi poveri di spirito. 4) Sul doping Marco Pantani, che era hypocrisy free, ha fatto analisi profonde e lungimiranti. 5) E' profondamente cinico, vile,conformista, ancora una volta, tirare fuori Pantani in coincidenza con una brutta storia uscita in questi giorni da Mantova. Il capro espiatorio Pantani l'ha già fatto, i tifosi di altri ciclisti pensino a medici chiacchierati e farmacie chiacchierate inspiegabilmente legati a doping free. 6) Pantani non è mai risultato positivo. Punto. Attribuire la sua vittoria al Tour ( Tour supercontrollato) al doping al fine di dimostrare una tesi da tifoso cieco, è offensivo e vile. Ancora più schifo m i fa il termine, non so se tratto dal libro o come riassunto dal tifoso, Pantani come "fenomeno chimico". 7) Pantani ha vinto Giro e Tour DOPO che il limite di ematocrito era stato fissato a 50 ( con fine delle meteore Riis, Berzin ecc.) e dopo aver lasciato la scuola di Ferrara.

 

[Modificato il 11/04/2010 alle 18:05 by Donchisciotte]


Donchisciotte - 11/04/2010 alle 17:21

Per completezza di quanto scritto sopra, visto che non me lo posta insieme, riporto questo: Dalle motivazioni della sentenza di Forlì ( il testo integrale si può leggere su www.sportpro.it): La dott. ssa Fiorio: "Dopo l’intervento ,Pantani aveva perso evidentemente del sangue e si era anemizzato. Questo è quello che ricordo come la cosa più eclatante … perché uno, in un intervento chirurgico di quella portata, di sicuro doveva secondo me, con quei valori, aver avuto una sorta di emorragia " udienza 17/11/2000. Ancor più precisi sono stati in proposito il dott. Cacaci, ortopedico che assieme al primario Cartesegna operò Pantani e l’anestesista Vincenzo, i quali all’udienza 28/11/00 hanno dichiarato che Pantani presentava un sanguinamento del canale midollare dell’osso fratturato non violento ma continuo, tale da portare nel tempo, attraverso un perdurante stillicidio, a problemi di anemizzazione,I fenomeni emorragici che colpiscono Pantani nel corso del suo ricovero presso il CTO di Torino sono del resto riscontrabili nei dati obiettivi emergenti dalla lettura della cartella clinica in atti. Nella diagnosi di ingresso si parla, infatti, , " di ematoma post traumatico coscia sinistra". Nella risonanza magnetica alla coscia sinistra del 20/10/95 si legge: "Il muscolo quadricipite appare vistosamente tumefatto con evidenza di un esteso focolaio contusivo del vasto intermedio ove si riconoscono imponente edema e soffusione emorragica, quest’ultima apparentemente organizzata in un piccolo ematoma al terzo medio prossimale… focolai contusivi, anche se di entità assai meno cospicua, sono inoltre riconoscibili a carico dei muscoli, rispettivamente vasto laterale e vasto mediale, nonché dei muscoli aduttore lungo e sartorio…". Il 21/10/95 in consulenza anestesiologica è annotato: "anemizzazione progressiva in paziente con ematoma -quindi con manifestazione emorragica e concomitanza di terapia anticoaugulante e antiflogistica in corso". ". Nel referto della risonanza magnetica al bacino e coscia sinistra del 30/10/95 è scritto infine: "Persiste l’edema congestizio…al controllo odierno risulta meglio delimitabile un voluminoso ematoma con estensione cranio caudale di circa 20 cm situato cranialmente tra il muscolo retto anteriore e il vasto intermedio…". Questa emorragia si è quindi protratta per molti giorni portando alla progressiva anemizzazione del paziente.


TEX - 12/04/2010 alle 16:47

Mah...... Ho l'impressione che sul forum di Cunego stiano rosicando per le rogne che sta avendo la Lampre e quindi non trovino di meglio che attaccare Pantani. Per sviare l'attenzione da possibili coinvolgimenti di Cunego. Però..... Pantani lo si deve paragonare ai grandi. Quando Cunego, tra qualche anno, si sarà ritirato sarà ricordato (poco) come un buon corridore. Null'altro. Che si cerchi sempre di tirare in mezzo il Pirata ogni qual volta emerge una storiaccia di doping è irritante. Che lo si faccia quando i possibili coinvolti sono corridori di secondo piano come Cunego, è addirittura incomprensibile.


Donchisciotte - 17/04/2010 alle 09:18

Beh... dopo aver letto sul forum di Cunego , riferito a Pantani, che "quanto è marcio lo sport moderno, in cui gli sportivi sono le prime vittime, circensi pagati per farci divertire a qualsiasi costo, anche a quello della loro vita.", dopo aver letto della superiorità morale di Riccò che ha parlato ( fatto la spia su un compagno) su Pantani che non ha parlato, di Marco come uomo negativo per tutti, ci voleva uno moooooolto più paziente di me per non iscrivermi in quel forum e andare almeno a dire che erano partiti dal libro sbagliato, che citavano una prova di doping ( quella dell'anemia dopo l'incidente) completamente falsa. Non mi aspetto, ovviamente, che capiscano qualcosa, d'altronde se qualcuno capiva qualcosa là dentro l'avrebbe scritto lui, almeno quello che ho scritto io, uno ha scritto che non ricordava di aver letto sul libro di Brunel ( che aveva letto) quanto riportato dal suo coforumista,ma conclude che senz'altro ha ragione l'altro. AHAHAHAHAH Ma un semino di verità ce l'ho messo, mi raccomando, i tifosi di Cunego, benché ignorantissimi ciclisticamente, sono feroci, ciechi e cattivissimi, se non avete più notizie di me fra qualche giorno, beh... un ricordo qua sul forum mettetecelo, mi sono immolata ( anche in dignità, scrivere in quel forum ... ci vuole coraggio) perché, come diceva Totò, "ogni limite ha una pazienza". Mi dispiace anche che , dato il livello di quel forum, neanche capiranno l'ironia raffinata del nick che mi sono scelta per entrare in quell'antro, in quella fiction permanente: Lucignolo anima grande. Lucignolo, come il cattivo ragazzo che vuole portare Pinocchio nel Paese dei Balocchi ( paese allucinato e di allucinati, come il cattivo esempio di cui delirano i tifosi di Cunego) e che Benigni, genialmente, nel suo film su Pinocchio definisce sempre " Anima grande", perché Lucignolo, cattivo ragazzo e pessimo esempio, è un'anima grande fra tante anime piccine piccine.


luke - 17/04/2010 alle 11:44

Ringrazio Maria Rita di aver difeso Pantani anche in quel forum. E' evidente che chi scrive certe caxxate lo fa perchè, oltre ad essere privo della conoscenza basilare degli avvenimenti, deve in qualche modo portare l'attenzione altrove e distoglierla da quel campioncino (ino ino) che corre col tatuaggino (ino ino pure quello), con il bollino come le famose banane della pubblicità televisiva. Devo essere onesto: credo assai poco che capiscano, perchè per riuscirvi serve qualche neurone in più di quelli che, faticosamente, possono aver messo assieme, ma quel forum è bello che esista perchè regala attimi di assoluto divertimento a chi fatica di trovare il modo di farsi una sana risata.. là ce n'è a volontà. Marco Pantani non ha parlato perchè non aveva niente da dire, Marco Pantani ha vinto un Giro ed un Tour che Cunego se li sogna, Marco Pantani era un fuoriclasse e, rispetto al 'principino', lo è anche adesso. Il resto è aria, fetida e viziata di cui non rimarrà granchè. Piuttosto di scrivere caxxate ed offendere la memoria di un gigante del ciclismo, facciano di meglio e pensino al loro 'campioncino' ed ai mirabolanti risultati che sta ottenendo....


Donchisciotte - 17/04/2010 alle 17:08

Nooo, ci ricasco, SONO ANDATA A RISPONDERE AL NON CAPITO. Lo sapevo che poi prevaleva la tigna. Qualcuno mi fermi. Ecco che ho scritto, come secondo post, sul forum di Cuneghino. Ovviamente quando , ieri notte, l’impulso irrefrenabile di scrivere in un forum che leggo spesso per farmi alcune risate è prevalso, di fronte a quella valanga di insulti, conoscevo il rischio. Se si entra a discutere con chi scrive certe sciocchezze, è difficile non scendere ai loro livelli, ti esponi al rischio che, motivati dalla ferocia che contraddistingue il thread su Pantani, nato in concomitanza dell’inchiesta di Mantova, quelli alzino il tiro e offendano Pantani ancora di più. Per questo ho resistito per giorni. Per questo ho evitato di esprimere cosa io pensi di Damiano Cunego. Infatti qualcuno mi aveva vivamente sconsigliato di scrivere qua, ma a volte prevale l’irrazionalità e il dire: va bene, ma le scemenze non possono prevalere sempre. E , invece, prevalgono. Si continua a delirare. E a non fare ammenda sul fatto da cui tutto parte: il libro di Rendell spacciato per quello di Brunel. Chi ha scritto il libro citato a sproposito ? Rendell o Brunel.? Rimuovere la domanda. Medito di scrivere a Brunel: Signor Brunel le attribuiscono queste affermazioni che spacciano come presenti nel suo libro, le segnalo che ciò avviene nel forum di Damiano Cunego. Ne è contento? Pantani non ha parlato perché non è un pusillanime che, terrorizzato dai processi, fa mercimonio del compagno per strappare uno sconticino di pena. Perché questo è l’altissimo motivo morale che ha determinato le confessioni di gente che viene indicata come esempio di moralità superiore. Lo sconto. Vendere il compagno, altissima moralità, complimenti. A differenza di chi non è hypocrity free, Pantani ha detto chiaramente: Ho fatto quello che tutti si faceva secondo la regola dell’uguaglianza. Sapendo bene che non si diventa Pantani se non si E’ GIA’ Pantani. Ha detto che per frenare il doping servono leggi uguali per tutti in tutti gli sport e in tutti i paesi. Perché il resto è fumo negli occhi e lotta di potere. Ha sfidato l’omertà del calcio nel 1998, al momento del massimo splendore. Se Pantani avesse parlato non avrebbe fatto il nome del compagno che divide con te la sorte, pantani aveva in mente il sistema, ma riteneva che, cocainomane, non fosse più credibile. Sognava, e lo diceva, di essere di nuovo credibile e alzare il sipario. Indicando la luna. Pantani non ha fatto l’atleta di regime col tatuaggio o, come Basso, con l’omaggi a Fanini ( apprezzato sul forum di Cunego tranne quando parla di Cunego stesso), con le parole misurate e false, Pantani ha chiesto fino alla morte la verità su Campiglio. Segue ( tutto non lo prende).


Donchisciotte - 17/04/2010 alle 17:08

Segue dal precedente. L’autopsia , a differenza di quanto si blatera, è un dato fondamentale. Avete capito che l’anemia dopo l’incidente è stata da voi citata a sproposito? Avete capito a cosa fu dovuta? Ah, saperlo… L’esame del midollo fu chiesto da Guariniello, perché si voleva far quadrare il cerchio. Il dopato che muore col midollo a pezzi, midollo di cui si parlava dal 2000, nei tribunali, nelle lettere segrete del Coni. Si voleva la quadratura del cerchio: il superdotato d’Italia, con la prova provata, il midollo frantumato dall’epo. Ma la Pantanata fu che il midollo era sanissimo, recentemente è uscito sul sito dell’amato ( dai tifosi di Cunego, quando non parla di Cunego) Capodacqua uno studio che parla di risultati di autopsia su atleti morti in odore di uso massiccio di epo con danni enormi al cuore e altri organi. Manco questo è emerso in quella su Pantani. Il che dimostra che Pantani fece meno degli altri, anche perché dal 1995 ( PRIMA DI GIRO E TOUR)senza preparatori chiacchierati . L’ematocrito a 60 fu rilevato dopo l’incidente, c’è la controperizia dei consulenti di Pantani che spiega quell’ematocrito, l’avete mai letta? No, perché, a differenza delle perizie citate da Rendell ( non da Brunel, capito almeno questo? Non è difficile ,dai), quelle dei difensori di pantani non sono MAI state pubblicate se non brevissimi stralci e riportati dalle confutazioni dei periti dell’accusa. Scorretto no? Si capisce almeno questo? Non è difficile. Sforzandosi ci si arriva. Pantani è hypocrsy free, un uomo che ha fatto male solo a se stesso, che ha chiesto fino all’ultimo verità e giustizia quando era più facile fare l’atletino di regime come tutti, visto che gliel’avevano pure chiesto. Purtroppo ho ceduto ancora sapendo che è come parlare al muro. Gravissimo che non intervenga lo stesso Cunego, ma, evidentemente, faceva il tifoso solo nel 2004, niente di nuovo. Comunque mi auguro davvero di smettere di scrivere qua dentro. E di continuare a leggere la fiction divertentissima in onda da anni su questi schermi( non su Pantani, quelli sono banali insulti per buttare Marco nel fango in concomitanza di voci sgradite da Mantova). P.S. Mi dispiace anche che , dato il livello, neanche si sia afferrata l'ironia raffinata del nick che mi sono scelta :Lucignolo anima grande. Lucignolo, come il cattivo ragazzo che vuole portare Pinocchio nel Paese dei Balocchi ( paese allucinato e di allucinati, come il cattivo esempio di cui si insulta a vanvera) e che Benigni, genialmente, nel suo film su Pinocchio definisce sempre " Anima grande", perché Lucignolo, cattivo ragazzo e pessimo esempio, è un'anima grande fra tante anime piccine piccine. FERMATEMI!!!!!!!


thepirate87 - 17/04/2010 alle 17:23

:clap::clap::clap: Se mi iscrivessi a quel forum mi arresterebbero subito. Mi affido alle tue perfette risposte. Grazie e che lascino in pace Marco


Donchisciotte - 17/04/2010 alle 21:54

E vvvaiii!!!!! ( terzo post). Sono commossa,con questa insensata incursione, ben due cose sono state capite : una è che il libro è stato scritto da Rendell e non da Brunel ( non si è capito perché conveniva scambiare Rendell con Brunel, ma questo verrà col tempo, pazienza, ho persino ottenuto che si dicesse che non era stato proprio letto il libro, si erano prese delle citazioni a caso su internet e si era detto che era vangelo di Brunel). La seconda cosa che è stata capita è che la prova dell’anemia come dovuta all’epo è una scemenza. Se non intervenivo era una prova a carico. Bravi . Su Fortuni che ha ritrattato, non è esattamente così, ma non è che mi posso mettere a spiegare una vicenda complessa e misteriosa come quella di Pantani dentro al forum di Cunego, dove si lanciano insulti ( bassezza morale, esempio negativo per tutti e dopatissimo) senza sapere nulla della sua storia, scambiando un libro con un altro. Se se ne vuole parlare ( ma non è necessario, limitarsi a Cunego, mi pare più adatto), si studia, si cerca di capire quello che è successo, altrimenti si tace. Non si insulta un morto. Allora si prendono i libri ( possibilmente non confondendoli uno con l’altro), consiglierei Vicennati e T.Pantani “ Era mio figlio”, Il capro espiatorio ( visto che si parla di vicende là spiegate). Altrimenti, si tace, si parla di Cunego che almeno mi diverto ( per questo leggo, si ride). Mi pare anche necessario che si approfondisca il concetto di argomentazione, le mie sono, appunto, argomentazioni. La confutazione del libro citato è un’argomentazione, la dimostrazione di come si produsse l’anemia è un’argomentazione ( dal fatto A , per relazione causale, discende B), ecc. ecc. Certo se si considera argomentazione la superiorità morale della spia per conseguire un vantaggio materiale con tradimento dei compagni, capisco anche che possa risultare difficile capire altri livelli di argomentazione. Va beh, il sabato era, comunque, occupato da internet per aiutare il nipote a fare una tesina di italiano, però, sperando che non mi provochino la tigna di rispondere, la chiuderei qua, tre pos sono già troppi. Due cose capite sono tante, non spero di più.


Donchisciotte - 18/04/2010 alle 00:00

Admin. c'è da dire che alla fine ( a parte le due cose che hanno capito) io ci ho rimediato parecchi insulti ( ma questo ci sta, quando si fa una cosa simile, si danno e si prendono, va bene così, a me interessava che non si diffondesse l'idea che a dire certe cose fosse stato Brunel che ha scritto tutt'altro e che non si diffondesse , ancora!,l'idea della prova dell'anemia), solo che ci sei andato di mezzo pure tu. Purtroppo adesso l'ex forumista di cicloweb ( C.82) scrive che magari io non ci guadagno sul capro espiatorio ma tu che lo pubblicizzi in home page, sì. Che dire? Perdona loro perché non sanno quello che dicono. Mi dispiace di questa cosa, posso solo dire che, ovviamente, tu e cicloweb non ci guadagnate assolutamente nulla.


prof - 19/04/2010 alle 14:02

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] posso solo dire che, ovviamente, tu e cicloweb non ci guadagnate assolutamente nulla. [/quote] Un vero peccato ...


TEX - 19/04/2010 alle 14:55

Si Donchisciotte, hai fatto bene a rispondere sul forum di Cunego. Se poi qualcuno ha capito qualcosa, tanto meglio. Un successo insperato. In ogni caso, "..... meno male che Gilbert c'è......" sicuramente la canzoncina è scopiazzata, però sul momento mi sembra adatta. Chissà perchè?


Donchisciotte - 20/04/2010 alle 11:25

Caro Admin, hai fatto benissimo a intervenire nel modo giusto, corretto e fermo che era necessario. Veramente quelle insinuazioni su te e cicloweb, che provano, ovviamente, l'intento puramente offensivo e cieco di quel thread, erano la cosa che maggiormente mi dispiaceva di questa storia, perché conosco l'intelligenza e l'assoluto disinteresse del tuo stare " dalla parte dl Panta". Mi dispiace moltissimo ,per il resto,dopo averci meditato parecchio in questi giorni,dopo aver pensato a lungo se sia stato saggio agire d'impulso, trascinata dalla rabbia per offese troppo grosse a Marco,penso che fosse necessario un intervento da tifoso su quel forum perché non è più tollerabile che anche in un forum di tifosi si apra un thread per parlare di Pantani come simbolo del doping, mischiando libri e finte prove e associandolo sempre all'immoralità,al fenomeno chimico ecc. Non è più tollerabile. Per cui penso di aver fatto benissimo e l'intervento di uno di quei tifosi, che ho letto adesso, che chiede la chiusura di quel thread e il rispetto per Pantani che, dice, era il più grande e che non va associato al doping, mi sembra importante e dimostra che ovunque, anche in quel forum, possono esserci persone ragionevoli e corrette. E se si è riconosciuto di aver citato libri sbagliati, che la prova addotta era falsa e almeno uno dei tifosi di Cunego chiede la chiusura di quel thread non tollerabile , offensivo e che diffonde l'immagine di Marco che l'ha portato alla tomba, quella del dopato d'Italia( e quel tifoso costringen gli altri a arrampicate spericolate sugli specchi), allora vuol dire che quello che è stato fatto si doveva fare. PERCHE' CI SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI INVOCANDO LA DEMOCRAZIA E LA LIBERTA' DI OPINIONE, QUANDO SI E' USATO SOLO L'ARBITRIO OFFENSIVO DI CONFONDERE UN LIBRO SERIO, DI BRUNEL, CON UNO SCANDALISTICO,SI E' CITATA UNA PROVA ( L'ANEMIA) FALSA E POI SI E' CONTINUATO CON ILLAZIONI SULLA SUPERIORITA' MORALE DI CHI FA LA SPIA PER MERCIMONIO, SI E' PARLATO A VANVERA DI FENOMENO CHIMICO E DI GENTE ( PANTANI) DISPOSTA A UCCIDERSI DI ROBACCIA PER VINCERE. QUESTO E' IL LIVELLO DI DEMOCRAZIA DI QUEL THREAD. Questo applicato a una persona morta ANCHE di offese simili, non è più tollerabile. E per difendere questo si è tirato dentro te, Admin, che hai fatto bene, come dice Michele Serra, non si deve avere paura di rispondere a chi pensa di tramutare tutto in immondizia.


Basso90 - 24/04/2010 alle 16:01

Ma come si fa a non stare dalla "parte del Panta"? Ciao Marco COME TE NESSUNO MAI


Donchisciotte - 01/05/2010 alle 11:49

Lo spettacolo " Marco Pantani: il campione fuori norma" di Alessandro Albertin, regia di Michela Ottolini,tratto da " Il capro espiatorio" continua a girare e a contribuire, insieme a tanti che amano Marco, a diffondere una verità diversa. Mi fa piacere che, finalmente, lo spettacolo arriva in Romagna, in Pantania, nella provincia di Forlì- Cesena. Sul sito di Alessandro Albertin e Michela è visibile un piccolo estratto video dello spettacolo che, soprattutto nel finale, mi piace moltissimo e è la frase che è il senso del libro :http://www.associazioneoverlord.it/video_pantani.html Tournée in corso -------------------------------------------------------------------------------- 7 Maggio 2010 - ore 21.30 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Cine-Teatro Adriatico - Porto Recanati (MC) -------------------------------------------------------------------------------- 8 Maggio 2010 - ore 20.45 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Teatro Dragoni - Meldola (FC) -------------------------------------------------------------------------------- 9 Maggio 2010 - ore 21.00 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Torre dell'Acquedotto - Cusano Milanino (MI) -------------------------------------------------------------------------------- 10 Maggio 2010 - ore 21.00 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Torre dell'Acquedotto - Cusano Milanino (MI) -------------------------------------------------------------------------------- 21 Maggio 2010 - ore 21.00 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Teatro E. Peroni - San Martino Buon Albergo (VR) 27 Maggio 2010 - ore 22.15 MARCO PANTANI, il campione fuori norma Piazza del Mercato - Brescia Associazione Culturale OVERLORD via Brigata Regina, 33 37139 San Massimo all’Adige (VERONA) Alessandro Albertin

 

[Modificato il 01/05/2010 alle 12:15 by Donchisciotte]


Laura Idril - 01/05/2010 alle 11:52

27 Maggio 2010 a Brescia?!? Vuol dire durante la Notte Rosa in occasione dell'arrivo e ripartenza del Giro d'Italia!


Morris - 11/05/2010 alle 22:15

[i]Posto qui, per una parte di quella pertinenza che credevo mi facesse guadagnare un piazzamento di rincalzo, invece.... D’altronde nel thread idoneo, non ci metto piede da mesi, ed intendo proseguire.... [/i] [b]Arriva il Giro in Italia: un volano per l’ipocrisia....[/b] In attesa dei commenti compiaciuti del sulfureo, su quel giornale che è avamposto della sciccheria insita nella moda dell’apparenza, va in scena l’ennesima tappa del doping più palpabile: l’aranciata ipocrita (Tabella A delle sostanze fondamentali per chi fa politica). Trattasi infatti di uno stimolante del coito fra il cervello e l’ignoranza, di indubbio valore ergogenico. Stavolta, a scendere in campo i vertici di quella Italietta che, giova ricordarlo, non s’è mai desta, altrimenti, verrebbe da chiedersi di quali forze fosse posseduta, visti i risultati di simil pochezza! Solito il protagonista-esempio, ovvero il simposio della moltiplicazione delle più estemporanee illusioni atte ad elevare scemenze confondenti, per rendere le masse italiane un Già il titolo dice tutto: “Sport, contro il doping una borraccia trasparente al giro d'Italia”. E poi. Poteva forse mancare il più illustre fra i vertici mossi nell’occasione? Poteva perdere una simile possibilità di darci un cenno della sua luminosità inversa, quel tipo che quando ci viene incontro col sorriso di una lama, ci spinge alla palpazione delle parti indiscrete che vorremmo interessate solo ai “gioielli” di Diderot? Poteva forse non proferir viale costui, che quando è nato s’è subito specchiato sul proprio agnomen concludendo, come in centinaia e centinaia di successive volte, con la più cruda delle disamine: “Letta sì, ma Non Capita”. Certo che no! Ed allora, da quel suo profetico parlare, ignaro delle tante mani stringenti gli indiscreti, è giunto alla più ineffabile delle conclusioni: “Coppi e Bartali erano bianchi come mamma li aveva fatti, mentre Pantani era proprio nero come Calimero”. Già, lui la storia del ciclismo l’ha Letta, ma, come ovunque gli succede, Non l’ha Capita. Suvvia pecore applaudite, perché nelle borracce trasparenti, di torbido non c’è niente, proprie come il niente che le ha pontificate. E leggete la pergamena che segue. Quando però l’avrete Letta ma Non Capita, nonostante la tentazione, non portatevi l’arto del peccato in posizione: è solo fantasia! http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1119683


bianconiglio - 11/05/2010 alle 22:25

Ho appena letto l'articolo di cui parla Morris: non so se essere più triste o incazzato... :nonono:


galibier98 - 11/05/2010 alle 23:33

senza parole....ma c'è chi li vota....continuiamo così facciamoci del male


robby - 12/05/2010 alle 08:36

mi viene il vomito


W00DST0CK76 - 12/05/2010 alle 09:11

Prima di fare il nome di Pantani certa gente dovrebbe lavarsi la bocca col Gled Magic Water.


Serpa - 12/05/2010 alle 09:33

Io credo una cosa, in generale...non è che tutti devono e possono parlare di tutto solo perchè ricoprono incarichi istituzionali. Ecco...come si può dar credito a parole ridicole, mistificatrici della realtà, dette su argomenti che non gli competono, da parte di personaggi che in generale farebbero bene a tacere? Non ti curar di loro ma guarda e passa...


Donchisciotte - 12/05/2010 alle 19:49

Sul sito www.pantani.it è stato pubblicato adesso il comunicato di risposta della famiglia Pantani. Penso che, ovviamente, sia stato mandato ai giornali, ai siti internet e a tutti i media che, mi auguro,lo pubblichino. Con commozione vedo una reattività della famiglia, ovviamente Letta è tra le massime espressioni del potere attuale ma, a volte, capita che Davide vinca su Golia e, comunque, è bene che Davide non stia zitto. Mi piace, di questo comunicato, il tono pacato ma autorevole, lo stile in parte da avvocato, lo sdegno per i dirigenti federali e la provocazione di chiedere a Letta di aiutare ad affermare la semplice verità che Marco non è mai stato positivo. Adesso vediamo che fanno tutti i media, se stanno con Davide o con Golia. Intanto chi getta immondizia su Marco non ha vinto, al Processo alla tappa ogni giorno c'è qualcuno che afferma di amare il ciclismo per le imprese di Pantani, oggi Baccini ( hovisto di sfuggita, in un bar) gli ha dedicato un omaggio musicale con splendide immagini. E, finalmente, sparare su Pantani non è più come sparare sulla Croce rossa. Ce n'est qu'un début, continuons le débat. :clap::clap::clap:

 

[Modificato il 12/05/2010 alle 20:17 by Donchisciotte]


Greg Lemond - 12/05/2010 alle 19:55

BRRRRRRRRRRRR. Per la serie, l'importante è parlare e dare sempre l'impressione di sapere di quel che si dice. Che tristezza. Fossero duri con se stessi e i loro compagni di partito come lo sono con gli altri!


thepirate87 - 12/05/2010 alle 20:05

Veramente... tristezza e rabbia


grilloparlante - 13/05/2010 alle 10:59

Non so se si più fastidioso questo silenzio o il fatto che si continui ad associare il nome di Pantani al doping. Come sul Corriere della sera di oggi, in cui Nibali dice di essersi ispirato alla maglia rosa di Pantani e l'intervistatore, con un colpo di tacco quasi perfetto, lo incalza: a proposito di doping... Ho letto la lettera dei Pantani a Gianni Letta: perfetta, dura il giusto e anche calma e lucida. Ma a parte tuttobiciweb, non l'ha ripresa nessuno. Perché? Perché nessuno si vuole rendere conto che Pantani è ancora vivo e va rispettato? Perché nessuno si decide ad aprire gli occhi davanti al fatto che tutti quelli che in questi giorni sono stati intervistato al Giro d'Italia - artisti e atleti - hanno detto che la loro ispirazione/vocazione al ciclismo la devono al Pirata? L'hanno cacciato dal Giro per un controllo opinabile e non mi va di ripetere il perché. L'hanno messo al centro di una campagna mediatica inusuale e violenta. Lo hanno messo al centro di campagne di magistratura inusuali e volente. Lo hanno escluso dal Tour. E quando è morto ammazzato, qualcosa ha fatto sì che l'inchiesta venisse chiusa in meno di due mesi e che tutte, dico tutte le parti coinvolte nel processo si siano accontentate di chiuderla come un suicidio. Adesso che la famiglia vuole difenderlo dall'ennesima palata di fango, lanciata da uno che farebbe meglio ad occuparsi di tutt'altra onestà, nessuno raccoglie il messaggio. Ma siamo certi che alle spalle di tanto dolore non ci sia stata e ci sia ancora una regia superiore? Non so se mi dia più fastidio il silenzio oppure il continuare ad ammazzarlo. So solo che così non va bene per niente.


Donchisciotte - 13/05/2010 alle 12:37

Grilloparlante, il tuo è davvero uno splendido intervento. Ancora non ho avuto modo di vedere i giornali ma ho chiesto e pare che, al momento, solo Tuttobiciweb abbia pubblicato il comunicato. Ovviamente le dichiarazioni di Letta sono state, invece, diffuse da tutti i media, anche televisivi. La replica della famiglia, invece, al momento è ignorata. Ci sarebbe da chiedersi in che paese si viva e anche quanto sia forte l’immagine di Marco per non essere sommersa da tutto questo, visto che a chiunque si chieda di parlare di ciclismo, parla di Pantani. Io penso che, a parte che in questo caso si tratta di Letta, a parte un’ evidente volontà ( dal 5 giugno 1999) di distruggere Pantani, moto dipenda anche dalla passività che si è avuta negli anni da parte di chi lo gestiva. Si è permesso che si creasse l’idea del dopato d’Italia senza una sola querela o denuncia civile per danni ( parlo di quando Marco era vivo). Si è permesso che lo si paragonasse alla mozzarella di bufala e troppo altro senza, ripeto, una sola querela, una sola reazione. A noi tifosi del vecchio forum si diceva: no, zitti, lo danneggiate. Al processo di Rimini, prima che intervenisse personalmente Tonina ma era tardi, si capisce una fretta di chiudere le indagini come morte per overdose nonostante tanti dubbi che possono sorgere. Pantani è stato per anni come la Croce rossa, spari e quelli non replicano. Adesso l’aria è cambiata ma riparare ai danni sarà lungo e difficile, educare tutti al fatto che c’è una reazione da parte della famiglia richiederà tempo, impegno e dedizione. Lo stesso richiederà il tentativo di scoprire, finalmente, quello che sta dietro tutto questo disegno oscuro. Ma bisogna tentare. Grilloparlante, riporterò il tuo intervento sul sito di Pantani, mi piacerebbe che anche Tonina lo leggesse.


asterisco - 13/05/2010 alle 16:30

Quanto sarebbe stato bello questo Giro con Marco: a questo punto probabilmente sarebbe caduto in uno dei ventagli, avrebbe minuti di distacco, subito una batosta nella cronosquadre, ma con l'ultima settimana... lui che era un diesel, ci saremmo proprio divertiti


Greg Lemond - 13/05/2010 alle 17:19

I difensori d'ufficio del governo all'interno della RAI...Che bello!:(


Morris - 13/05/2010 alle 18:06

Capisco che Letta ma Non Capita sia una “tendenza”vincente e fortemente presente in un paese così brutto e sottomesso come l’Italia, ma oggi abbiamo visto e sentito la negazione dell’evidenza. Premesso che essere ignoranti è un dono siamese a tutti, Letta ma Non Letta ovviamente compreso, l’entrata in scena di quel clown da circo di periferia col sempre più invalido titolo di giornalista appiccicato, ci ha dimostrato ben altro e ben più preoccupante, della visione di una delle tante figure goffe: lo sconfinato confine della genuflessione verso il padrone del vapore, quando si unisce ad una ignoranza che non è chiazza, ma strutturale mancanza di comprensione. Basta aggiungere il nome ed il cognome di quel rampollo dell’inchino, ed abbiamo risposto al quesito su una guinness. Che schifo!


Fanta1959 - 13/05/2010 alle 18:17

Chi voleva avere un esempio riflesso pavloviano, automatico di servilismo e zelo verso un "padrone" politico, oggi l'ha avuto in diretta Rai: più che tristezza, mi metto nei panni del direttore in questione e mi vergogno per lui. Mamma mia...


Bitossi - 13/05/2010 alle 18:22

Hai ragione Morris, quel genuflesso a cognome Preziosi (il nome non lo so) si era già qualificato da solo qualche minuto prima, quando, alla vista dei due figli di Coppi sul palco, aveva avuto un'infelice uscita nel sottolineare "soprattutto Faustino"... (chissà perché, poi! :mad: )


meriadoc - 13/05/2010 alle 18:23

comunque ho Letto ma non Capito nulla. due righe di premessa le potete mettere, per chi, come me, ha la fortuna di non vedere la rai?


thepirate87 - 13/05/2010 alle 18:34

Preziosi: "io c'ero e non ha detto nulla del genere"... Che anche lui non abbia "capito"?:Od:


Donchisciotte - 13/05/2010 alle 19:11

Proprio oggi non ho visto la tappa perché ero fuori, mi hanno telefonato diverse persone e mi hanno detto. Intanto ringrazio veramente di cuore Admin per aver parlato del comunicato e di quanto ha dichiarato Letta, dato che poco fa mi ha chiamata anche Tonina, anche lei voleva ringraziarti perché nel silenzio generale hai rotto quel muro di gomma. Preziosi dice che non ha detto niente del genere. Ecco http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/Page-51fc1 ... 3f42a.html Io credo che non starò zitta, da spettarice con capoccia vagamente pensante.


Bitossi - 13/05/2010 alle 19:55

Scusa Donchi, il tuo link non funziona (l'indirizzo era troppo lungo). Questo dovrebbe andare meglio: http://tinyurl.com/388ebx4 Preziosi: ma va là!!! :Od:


Donchisciotte - 13/05/2010 alle 20:21

Avevo detto che non stavo zitta, insieme a Marcobecks abbiamo preparato questa e maail da mandare alla De Stefano e a Bulbarelli. Anche Tonina si è detta contenta sull'iniziativa. Una cosa da semplici tifosi indignati, se qualcuno volesse aggiungersi, lo dica, noi la mandiamo entro oggi, comunque. Io ho una vecchia mail di De Stefano e Bulbarelli, se qualcuno ne avesse una più recente ... Siamo tifosi di Marco Pantani e spettatori del Processo, l'oggetto non e' > > commentare le parole dei vostri ospiti, da Capossela a Gattuso, da > > Zambrotta a Baccini, sull'affetto verso Marco, ma il limite > imprescindibile > della verità che non può essere negata. > > Oggi il Sig. Preziosi ha smentito seccamente in diretta Marco Grassi di > > Cicloweb che, nel silenzio di tutti i media, aveva parlato del comunicato > > della famiglia Pantani: > > http://www.pantani.it/news-dettaglio.asp?IDNews=80 > in risposta alle affermazioni di Gianni Letta. > > Qui c'e la prova video: > > http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programm ... tItem-5d0b > 5820-f32b-4cf6-b6f5-94ab257964b1-tg2.html?p=3 >> > Ci sembra ci sia il motivo e sostanza per ristabilire su questa vicenda una > verità che > non può essere continuamente conculcata ogni volta che qualcuno > parla di > Marco Pantani. > > E se le parole di Gianni Letta hanno avuto ampia diffusione, anche la > > replica della famiglia Pantani, in un paese normale, dovrebbe averla. > > Oggi al processo e' stato cosi' solo in parte. > > Saremmo grati se venisse ristabilito tale diritto che per voi giornalisti > > si chiama Dovere di Cronaca. > > Saluti > > Marco Alessandro D'ambrosio > > Maria Rita Ferrara > > Gabriele e Mara Guerini > > Catia Salvatori >

 

[Modificato il 13/05/2010 alle 20:53 by Donchisciotte]


augusto.t - 13/05/2010 alle 20:51

A proposito delle dichiarazioni di Letta secondo il quale Coppi e Bartali facevano sport in modo assolutamente puro posso assicurare che nella mia videoteca ho due VHS della LOGOS sulla vita di Coppi in uno dei quali appaiono i due campioni ospiti di Mario Riva ,credo al musichiere del 1958.Sull'aria di una vecchia canzone "come pioveva" Coppi canta pressapoco "Giri d'Italia io ne ho vinti tanti senza mai prendere droghe o eccitanti" replica Bartali "Giri d'Italia si tu ne vincevi ma le prendevi se le prendevi" Allora il doping non era una tragedia ma motivo di ironia e non era logicamente reato e neppure così devastante e determinante come ora.Credo pertanto che l'On.Letta dovrebbe rivedere le proprie teorie sulla differenza morale tra le due epoche citate.


vintage - 13/05/2010 alle 21:33

Voglio solamente ringraziare il sig. Marco Grassi per il suo intervento al processo in difesa del povero Marco, mentre preferisco non dir nulla sulle reazioni avvenute dopo. Spesso mi rendo proprio conto che Pantani ha fatto conoscere il ciclismo a gente che neppure ne sapeva l'esistenza. Ha fatto appassionare tanta gente compreso me, ma purtroppo nessuno da importanza a ciò.


Donchisciotte - 14/05/2010 alle 08:18

Questa l' e mail che Marcobecks ha inviato a Auro Bulbarelli e Alessandra De Stefano. E, per abbondare, l'ho mandata anche a Gianni Mura: Siamo tifosi di Marco Pantani e spettatori del Processo, l'oggetto non e' commentare le parole dei vostri ospiti, da Capossela a Gattuso, da Zambrotta a Baccini, sull'affetto verso Marco, ma il limite imprescindibile della verità che non può essere negata. Oggi il Sig. Preziosi ha smentito seccamente in diretta Marco Grassi di Cicloweb che, nel silenzio di tutti i media, aveva parlato del comunicato della famiglia Pantani: http://www.pantani.it/news-dettaglio.asp?IDNews=80 in risposta alle affermazioni di Gianni Letta. Qui c'e la prova video: http://www.tg2.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5d0b5820-f32b-4cf6-b6f5-94ab257964b1-tg2.html?p=3 e qui l''intera conferenza audio http://www.radio.rai.it/radio1/video/video.cfm?Q_EV_ID=314961 Ci sembra ci sia il motivo e sostanza per ristabilire su questa vicenda una verità che non può essere continuamente conculcata ogni volta che qualcuno parla di Marco Pantani. E se le parole di Gianni Letta hanno avuto ampia diffusione, anche la replica della famiglia Pantani, in un paese normale, dovrebbe averla. Oggi al processo e' stato cosi' solo in parte. Saremmo grati se venisse ristabilito tale diritto che per voi giornalisti si chiama Dovere di Cronaca. Saluti. In FEDE Marco Alessandro D'ambrosio Maria Rita Ferrara Gabriele e Mara Guerini Catia Salvatori Omero Panetta Giulia Scala Luca Bellin Maria Giulia Malavasi Marco Bonserio Alessandro Costantino Lorenzo Pennese

 

[Modificato il 14/05/2010 alle 08:40 by Donchisciotte]


robby - 14/05/2010 alle 08:26

Spero che ne parlino oggi di questa mail in qualche modo, lo spero vivamente! Ho addosso tanta tristezza per sta storia, davvero tanta


Donchisciotte - 15/05/2010 alle 14:29

Visto che il processo non ci si era filati, abbiamo mandato l'e mail sottoindicata a Tuttobiciweb e al Sig. Preziosi. Adesso Tuttobiciweb ha pubblicato la nostra e mail. http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=29309&tp=n Adesso, almeno per i tanti appassionati di ciclismo che leggono Tuttobiciwe, è ufficiale che Preziosi negando quanto stava dicendo Grassi a proposito delle dichiarazioni di Letta ( che fossero state fatte, almeno) ha detto una cosa non vera. A furia di vedersi rompere l'anima, la pianteranno?


Donchisciotte - 20/05/2010 alle 19:19

Domani si arriva a Cesenatico, si scala il Barbotto e si torna lì dopo undici anni, l'ultima volta era il 1999 e mancava poco a Campiglio. Giornata triste domani.


Donchisciotte - 21/05/2010 alle 19:09

C’est un geant. Riemersa dalle lacrime delle immagini finali, c’è da dire solo questo.Un gigante. E’ morto sei anni fa, ha vinto l’ultima corsa dieci anni fa, l’hanno seppellito di merda ininterrottamente dal 1999 ad oggi e la risposta l’abbiamo vista anche oggi, con l’arrivo del Giro a Cesenatico. Tanta gente a ricordarlo, TUTTI a dire che se amano il ciclismo lo amano per Pantani. Pure i turisti francesi lo hanno ricordato ,oggi. Ha vinto Belletti ( stesso cognome di Tonina), che scrive Belletti Manuel come Pantani scriveva Pantani Marco, stordito dalla gioia ha ripetuto come un haiku il suo amore per Pantani, ha seguito le sue imprese e ha deciso di fare il ciclista e ha vinto, lui romagnolo, a Cesenatico davanti al monumento a Pantani. Garzelli, la sua emozione e il suo ricordo vero, Vicennati era là, nella bolgia consueta del Processo dai mille ospiti, ma era là e sapeva di Pantani, Paolo era là,Sacchi ha detto una frase lancinante: il suo affetto per Pantani e il dolore profondo perché è morto e stava molto, molto, molto male. Comunque sia morto, tanti dubbi ci tormentano, stava male, troppo male. Ma i suoi persecutori, quelli che sapeva di avere e quelli che, forse, non sospettava potessero fargli del male, sono niente, non lasceranno traccia, il sorriso di Marco nelle immagini di oggi, la commozione di tutti, le emozioni che ci ha dato, anche oggi, dopo tanti anni,la sua capacità di furibondare il ciclismo, hanno vinto per sempre. In faccia ai maligni e ai superbi il suo nome scintillerà. Marco, diceva Vicennati in un suo libro, è il cavaliere che ha fatto l’impresa per sempre. Mai definizione fu più felice. Oggi è uscito un dvd ( due dvd) su Pantani con la Gazzetta, voluto da un sondaggio e andato a ruba, mi dicono. Cosa volete che conti chi ancora si riempie la bocca a vanvera con il suo nome abbinandolo al doping, maligni e superbi, pieni di mediocre astio per la grandezza. Per una volta la gente è più intelligente dei media e ha già scelto. Pirati, per sempre. Peccato non possa vederlo lui, quanto amore gli abbiamo dato anche oggi. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. In faccia ai maligni e ai superbi. Hasta siempre Capitano! :clap::clap::clap:


thepirate87 - 21/05/2010 alle 21:12

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Domani si arriva a Cesenatico, si scala il Barbotto e si torna lì dopo undici anni, l'ultima volta era il 1999 e mancava poco a Campiglio. Giornata triste domani. [/quote] Che bei giorni quelli, se non ricordo male finì con una incredibile volata tra Pantani e Jalabert, in rosa con qualche centesimo proprio su Marco dopo la crono! Ma forse era il giorno prima e approfittando di uno strappetto Marco aveva provato a vincere per arrivare in rosa tra la sua gente (don Chisciotte dcorreggimi se ho sbagliato qualcosa). Immensamente GRANDE


meriadoc - 21/05/2010 alle 21:14

la volata tra Pantani e Jalabert era a Brescia, non credo che a Cesenatico sia successo qualcosa di particolare


thepirate87 - 21/05/2010 alle 21:26

Grazie Meriadoc, sono andato a rivedere le tappe di quell'anno. Tappe a Brescia nn ce n'erano, forse intendi quella di Lumezzane (16 tappa) che era effettivamente dopo Cesenatico (11 tappa) e vinse Jalabert. Jaja aveva vinto anche la 4 tappa (di sicuro non è quella che dico) e la crono, dopo la quale era finito in rosa davanti a Pantani per meno di un secondo. In ogni caso ricordavo male, era semplicemente una volata atipica dato lo strappetto finale, e Marco era già in rosa


thepirate87 - 21/05/2010 alle 21:32

Confermo Meriadoc, a Cesenatico Pantani era a 4 secondi da Jalabert, mentre la tappa era la Biella-Lumezzane, ordine d'arrivo: Classifica Laurent Jalabert (Fra-Once) in 5h51'36" (media 41,468 km - abbuono 12") Marco Pantani (Ita) st - abbuono 8" Gilberto Simoni (Ita) st - abbuono 4" Roberto Heras (Spa) a 3" Marco Velo (Ita) st Davide Rebellin (Ita) st Oscar Camenzind (Svi) st Paolo Savoldelli (Ita) st Giuseppe Di Grande (Ita) st Nicola Miceli (Ita) a 6" Enrico Zaina (Ita) a 9" Serguei Gontchar (Ucr) st Niklas Axelsson (Sve) st Andrei Zintchenko (Rus) a 11" Roberto Sgambelluri (Ita) st Ivan Gotti (Ita) a 14" Daniel Clavero (Spa) a 23" Olivier Asmaker (Fra) a 10'48"


meriadoc - 21/05/2010 alle 21:34

la crono credo che l'avesse vinta Gonchar


thepirate87 - 21/05/2010 alle 21:34

E questa era l'intervista post-tappa a Pantani, viene il groppo in gola... :-( "Mi sono emozionato molto nel correre sulle strade di casa, quelle che faccio tutti i giorni. Passare davanti alla mia vecchia abitazione e sentire il calore della gente che ti acclama e' stato bellissimo". Ecco come Marco Pantani ha commentato l'arrivo a Cesenatico. Dopo la tappa si e' concesso due ore di riposo a casa, dopo essere passato dal chiosco di mamma Tonina per mangiarsi una piadina alla cioccolata, la sua preferita. a casa ha giocato con i suoi cani, Azzurra ed Ercole e ha trovato ad aspettarlo la fidanzata Cristina. E la corsa? "Non mi sono meravigliato a vedere Jalabert sprintare all'Intergiro. Dimostra quanto tiene alla maglia rosa. Ho preferito evitare rischi e cosi', nel finale, ho messo la squadra davanti".


Donchisciotte - 26/05/2010 alle 12:16

La locandina è più carina, colorata e con la foto di Marco, ma a me, copiano e incollando viene solo la parte scritta. Comunque è solo per ricordare, a chi fosse a Brescia, che durante la Notte rosa ci sarà anche questo spettacolo. GIOVEDIʼ 27 MAGGIO 2010 - ore 22.15 PIAZZA DEL MERCATO - BRESCIA in occasione della NOTTE ROSA ASSOCIAZIONE CULTURALE OVERLORD e FONDAZIONE MARCO PANTANI ONLUS presentano lo spettacolo teatrale MARCO PANTANI il campione fuori norma di Alessandro Albertin liberamente tratto da IL CAPRO ESPIATORIO - IL RITUALE VITTIMARIO: IL CASO MARCO PANTANI, di Maria Rita Ferrara con Alessandro Albertin e Michela Ottolini REGIA Michela Ottolini __________________________________________________________________________________________ 5 giugno 1994, Passo del Mortirolo: scalandolo come fosse una semplice collina, Marco Pantani entra prepotentemente nel cuore dei tifosi italiani. Comincia da lì una carriera straordinaria, il cui apice viene raggiunto nel 1998, con la conquista del Giro d’Italia e del Tour de France. 5 giugno 1999, Madonna di Campiglio: a due tappe dalla fine di un Giro d'Italia che sta dominando, viene fermato perché il suo sangue presenta dei valori fuori norma. Esattamente cinque anni dopo la favola finisce e comincia un accanimento mediatico e giudiziario nei suoi confronti che non ha precedenti. Pantani diventa per molti “il dopato d’Italia”. Si può dire che il tutto sia servito a qualcuno? Che abbia fatto comodo a certi meccanismi di potere? Si può dire che Marco Pantani sia stato un capro espiatorio per lo sport italiano? Partendo da queste domande abbiamo cercato di capire se quanto successo dopo Madonna di Campiglio fosse normale. Oppure no. Info spettacolo www.associazioneoverlord.it


thepirate87 - 27/05/2010 alle 17:09

[quote][i]Originariamente inviato da meriadoc [/i] la crono credo che l'avesse vinta Gonchar [/quote] No, Gonchar ha vinto l'ultima


Donchisciotte - 29/05/2010 alle 09:15

Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri... Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani. C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro. C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca. C'è la grande difesa di Arroyo che , almeno io, non mi aspettavo. C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna. C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura. Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi. C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita. E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere. Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo. Mi è venuto in mente De André, ieri, guardando la tappa, il suo amore perduto. « l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza »


Laura Idril - 29/05/2010 alle 09:20

A Brescia mi son fermata a vedere un pezzo dello spettacolo teatrale però gli attori non mi sono sembrati bravissimi, erano poco coinvolgenti.


mestatore - 29/05/2010 alle 09:35

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri... Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani. C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro. C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca. C'è la grande difesa di Arroyo che , almeno io, non mi aspettavo. C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna. C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura. Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi. C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita. E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere. Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo. Mi è venuto in mente De André, ieri, guardando la tappa, il suo amore perduto. « l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza » [/quote] uno dei l post piu' belli e significativi che hai mai scritto. visto da un altra angolazione è lo stesso tifo che manca a tanti vecchi suiveurs, il tifo per il ciclismo prima di scandali e bici a motore. ciao mesty


Bitossi - 29/05/2010 alle 10:36

Ieri mi sono trovato a fare la seguente riflessione: sembra incredibile, ma il Mortirolo Pantani l'ha scalato una sola volta, e in un Giro che non vinse! Eppure, la salità è concordemente ed indelebilmente associata al suo nome, grazie alla prestazione che fornì in quella tappa indimenticabile... Confesso che all'epoca seguivo il ciclismo distrattamente (fra l'altro il fatto che i diritti fossero passati a Mediaset non l'avevo mai veramente digerito), e quel giorno, accesa per abitudine la televisione, mi ero sorpreso a pensare "Ma il tipo è il pelatino di ieri... è ancora qui?", mettendoci poi poco ad entusiasmarmi, anche per ciò che fu capace di fare nel finale di tappa. Non c'è niente da fare, vale la regola che promuove i grandi artisti: bastano pochi tratti di penna, di pennello, un indimenticabile assolo musicale, per caratterizzarne a volte l'intera opera, e per far loro compiere il misterioso salto dalla storia al mito...


Donchisciotte - 29/05/2010 alle 11:36

Grazie Mestatore. No, Bitossi, Marco non è vero che ha scalato una sola volta il Mortirolo, cioè, è vero, ma c'è soprattutto quella volta che NON l' ha scalato: 5 giugno 1999. Sul Mortirolo è nato ciclisticamente il 4 giugno 1994, non scalando il Mortirolo è morto ( non solo ciclisticamente) il 5 giugno 1999. Mentre è vero ch Pantani, vincendo poco e facendo due sole stagioni intere, ha segnato per sempre il ciclismo. Un gigante.


meriadoc - 29/05/2010 alle 11:46

quoto tutto di questi ultimi post. Io comunque ho visto (si può dire "vissuto") Pantani, tutto, dall'inizio alla fine. tanto mi basta.


meriadoc - 29/05/2010 alle 21:57

penso che ci siano gli estremi per querelare claudio gregori della gazzetta per le dichiarazioni rese durante la tappa di oggi. credo sia doveroso da parte della famiglia


magliarossa - 29/05/2010 alle 22:44

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Da quanti punti di vista si può guardare la tappa di ieri... Il Mortirolo è già un punto di vista in sé per chi ha avuto la fortuna di seguire Pantani. C'è Basso, la sua lunga espiazione e la resurrezione quattro anni dopo esatti, lo scrollarsi di dosso tutto, quando ha detto, con un lievissimo cenno di stizza, all'ennesimo intervistatore che gli ricordava O.P., che , basta, lui non ne vuole parlare più. Se non hanno fantasia e devono rimescolare sempre la stessa minestra, peggio per loro. C'è Scarponi, anche lui che deve riprendersi qualcosa, non un campione ma uno che lotta, che se la gioca. C'è la grande difesa di Arroyo che , almeno io, non mi aspettavo. C'è una tappa di montagna in cui Basso guadagna in salita, perde di brutto in discesa aiutato da Nibali e poi riguadagna. C'è la grandezza, la solitudine,la tortuosità interiore,la rabbia,la fantasia, i fari spenti nella notte, l'eremita Pantani, " bello, fiero e caro agli dei" e c'è Basso ordinato, regolare, progettuale, che teme le discese ardite della strada e dell'anima, che contiene quell'astio che si porta dentro, che sorride garbato e si stizzisce con misura. Da che parte sto e cosa rimpiango, è chiaro: sto con Marco che furibondava la vita, la tappa, il ciclismo e i suoi tifosi. C'è tutto in questa tappa, il ciclismo, i vari modi in cui si declina e la vita, essendo il ciclismo uno specchio della vita. E poi c'è che mi manca tanto l'adrenalina del tifo vero che da troppo tempo non sento, sabato scorso vedevo mio fratello e altri amici tifosi dell'Inter che tifavano davvero, con sofferenza, con passione, esplosi nella gioia, tesi tutta la giornata, quell'adrenalina pura che un tifoso di Pantani ha vissuto dal 1994, quando tutto era costruito, a giugno e luglio, intorno a quei pomeriggi pantaniani, in cui non c'era niente che volevi se non cacciare tutti da casa, accendere la televisione, cercare quel puntino giallo, non mollarlo e poi sentire la marea delle emozioni salire, esplodere dallo stomaco alla testa, mollare la poltrona e farsi invadere. Ecco, il tifo vero ( non quello contro o quello tiepidino quasi freddo) mi manca tantissimo. Mi è venuto in mente De André, ieri, guardando la tappa, il suo amore perduto. « l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza » [/quote] ... niente da aggiungere :clap:


Donchisciotte - 02/06/2010 alle 20:15

Riporto un post di Vicennati sul forum di Pantani, nel thread sulle dichiarazioni di Landis: Una risposta al volo alle ultime righe. Volendo le analisi si potrebbero fare, eccome. Il doping si prescrive dopo nove anni e se i campioni dei Tour di Armstrong sono stati ben conservati, una sbirciatina dentro la si potrebbe anche dare, a volerlo fare, beninteso. Non posso entrare qui in un discorso che richiede altri spazi e altre garanzie, ma ricordo un giorno a casa di Marco, quando Tonina prese da un ripiano una t-shirt rosa, la aprì e mi fece vedere che era piena di scritte fatte con un pennarello. Marco ci aveva scritto sopra tutta una serie di cose e fra queste, si leggeva una frase: è l'americano la rovina del ciclismo, parlate ragazzi. Deve essere terribile, essendo già nell'angolo da mesi, assistere alla beatificazione di un rivale, sapendo che magari proprio lui... Enzo Vicennati e.v. Site Admin Valeva la pena accendere il computer prima di uscire per cena se si trova un post come questo. Dunque Marco pensava questo , tanto più significativo in quanto scritto non per gli altri ma per se stesso, su una maglietta. Mi vengono in mente un po’ di cose, pensieri sparsi e forse senza senso ( perciò non mi accusate di complottismo, di vedere lucciole per lanterne, di voler vedere per forza un disegno), lo dico da sola, forse sono solo assurdità quelle che mi vengono in mente. Così, tanto per parlare. I tempi. 1999. A distanza di un mese e mezzo ( più o meno) un controllo pieno di dubbi condanna Pantani, un altro controllo, senza dubbi, la positività di Lance al Tour 1999, produce un “salvato”, un provvidenziale certificato medico post positività che, contro le regole, assolve Armstrong e è l’inizio di un colossale affare politico-ciclistico. La “ costruzione” del nuovo personaggio del ciclismo mondiale, quello che portava sponsor multinazionali, soldi, amici politici potenti, l’esaltazione della medicina che salva e, forse, costruisce un campione, da quando era iniziata? E se Pantani, vincitore del Giro 1999, fosse andato a guastare la festa in Francia? Se quello che dice Landis è vero, Armstrong è un campione “costruito” dall’Uci? Più uguale degli altri.Molto più uguale. La sua Fondazione è una macchina da soldi anche dopo il ritiro di Armstrong e lo spinge a tornare. Non lo so, ripeto, sono parole in libertà, forse, ma non è che a Campiglio non era solo il Coni a tirare un sospirone di sollievo? Quel Pantani quasi in lacrime che nell’intervista a Minà subito dopo Campiglio dice: Io sono un artigiano… Quel Pantani che si rianimava quando diceva: Voglio battere l’Amerikano, l’uomo può vincere sulla macchina, quel Pantani che era durissimo, al limite della cattiveria, contro la favola a lieto fine di Robocop ( così lo chiamava), così americana, così piena di esibizione del potere, non è che, pur non sentendosi credibile, ne sapeva più di quanto non si sospetti? Quel Pantani che non ha mai perdonato Campiglio, mai accettato il verdetto, che ripeteva di voler tornare credibile e poi parlare, non è che aveva da dire molto più di quello si pensa? Si legge ( qua su Cicloweb sono stati riportati) sui giornali americani che il tappo potrebbe saltare per Armstrong ( e gli americani, si è detto, se sentono odore di scalpo, si esaltano parecchio), se salta il tappo…non è che escono fuori sorprendenti scheletri nell’armadio? Cara Tonina, non mollare mai sulla ricerca di verità, magari succede qualcosa che nessuno si aspetta… Va beh… pensieri da una frase di Marco su una maglietta… Pensieri, ripeto, non costruzione di disegni e complotti.


Admin - 03/06/2010 alle 15:53

Maria Rita, l'altro giorno - finito il Giro e avuta qualche ora libera - ho letto il tuo Capro Espiatorio. Riletto, in qualche modo, visto che alcune parti le avevo già scorse anni fa, quando ne circolava una versione sul web. Che dire, a parte i complimenti perché è scritto benissimo e si legge d'un fiato, che dire? Che è già tutto lì dentro, ce n'è di che per indignarsi e allargare gli orizzonti, tutti quelli che blaterano a vanvera su Pantani dovrebbero leggerselo e magari pure impararlo a memoria. C'è già abbastanza lì dentro (anche senza dipingere gli scenari che suggerisci col tuo ultimo intervento), perché Tonina tragga coraggio e volontà per procedere sul percorso della ricerca della verità: non c'è niente di più importante per noi che piangiamo il Pirata, e non c'era niente di più importante per Marco stesso. La verità deve venire a galla, in maniera chiara, dimostrata e ufficiale: a qualunque costo.


Donchisciotte - 04/06/2010 alle 10:28

Grazie Admin di averlo letto e anche di quello che dici. Anch’io penso che la verità sia davvero importante e anche ristabilire le proporzioni sia importante. Per me rimane intollerabile che alcuni giornalisti, come Gregari della Gazzetta, come ho letto qui, parlino delle vittorie di Marco come di vittorie col trucco. Lo facessero con ogni atleta, squadra di calcio,allenatori,commentatori televisivi ex atleti ecc. ci scrivessero sopra che questo aveva una farmacia nello spogliatoio, quell’altro è risultato positivo anni fa, quell’altro ancora stava nel file Conconi, l’altro presentava strani valori, l’altro ancora ha frequentato preparatori chiacchierati. A tutti, riscrivessero tutta la storia dello sport come il Grande trucco e inganno. Ho letto recentemente l’ultimo libro di Pier Bargonzi; ecco, si legga la storia del record dell’ora di Coppi, cosa fece per migliorare la prestazione. Ecco, questo fatto mi sta facendo davvero incavolare, certa gente appena pronuncia il nome Pantani continua ad attaccarci l’etichetta del dopato, l’attaccassero a tutti. Adesso tutti a parlare di ciclismo finalmente pulito ( ma sul Teide non c’era solo Vinokourov), poi leggo su repubblica, che pure partecipa al grande gaudio, che al Giro si vedevano le facce di certi trafficanti e “spacciatori di lenti”. Erano sempre là tutti per uno solo, l’unico indicato da tutti come falso perfino nella fatica? Va beh, volevo solo dire grazie ma certe cose mi fanno incavolare e mi prendono la mano. Grazie, Admin ( ma non ti piacciono gli scenari che mi vengono in mente?). In bocca al lupo per la Kobram.


luke - 05/06/2010 alle 17:53

Caro Capitano, sono passati undici anni da quel nefasto giorno: era un sabato come lo è oggi ed era una splendida giornata di sole, proprio come oggi. Ma quel giorno ha segnato la tua vita in modo indelebile, come era logico supporre e come, probabilmente, sapevano anche quelli che orchestravano il tutto. Ma c'è chi non ha mai tracannato tutte le fandonie dette su di te da certa 'informazione', c'è chi non dimentica: la verità verrà a galla. Anche se ormai in tanti hanno capito che la verità era ben diversa da quella spacciata per tale in quegli anni.


Donchisciotte - 06/06/2010 alle 01:56

Ogni anno è più difficile ricordare , poi ho letto il tuo post,Luca, e ho pensato che la memoria è un dovere. "Credo che c’è qualcosa di strano, sono ripartito dopo dei grossi incidenti ma moralmente credo che questa volta ...abbiamo toccato il fondo”. 5 giugno 1999/ 5.6.2010: undicesimo anniversario della morte di Marco Pantani.


grilloparlante - 07/06/2010 alle 15:39

A volte penso che abbiamo tutti abboccato al luogo comune di "Campiglio = morte di Marco Pantani". Mi spiego. Non c'è dubbio che qualcosa di molto losco sia accaduto e non c'è dubbio che il colpo sia stato tremendo, ma col passare degli anni e delle letture mi vado convincendo che la morte di Marco Pantani sia iniziata dopo, nel modo in cui fu gestito il dopo-Campiglio. Vado a braccio, se qualcosa dimentico faccio ammenda. Via dal Tour. Assenza di una strategia di cura pur avendo saputo per tempo dell'insorgenza del problema-coca. Assenza di una strategia convincente di difesa processuale. Via Martinelli. Costruzione di una squadra scarsa e a sue spese nel 2002. Fallito accordo con Santoni per la questione dei diritti di immagine. Fandonie raccontate in tutte le salse sull'ultimo periodo. Il venderlo come atleta a sponsor che non sarebbero mai arrivati. Campiglio ha segnato l'inizio di qualcosa di altrettanto torbido. Per cui va ricordata come giorno nefasto, ma non come la madre di tutti i problemi. C'è stato qualcuno che negli anni successivi si è servito dei disagi innescati da Campiglio. Ed è questo, più ancora di Campiglio, che dovremmo ricordare. "Provo tante cose, ma sarebbero parole in piu'. Dopo una lezione di questo tipo, anche a malincuore devo dire che, se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport, c'e' da pensare... Avevo gia' la maglia rosa, avevo 46 di ematocrito e oggi mi sveglio con questa sorpresa... Credo che c'e' qualcosa sicuramente di strano. "Sono ripartito dopo grossi incidenti, ma moralmente stavolta abbiamo toccato il fondo. In questo momento vorrei solamente un po' di rispetto e vorrei fare un saluto ai tifosi. Mi dispiace solo per il ciclismo, che ancora una volta esce in un modo...". Non ha mai detto che si sarebbe ritirato, ha solo detto che sarebbe stato DIFFICILE ripartire, ma non impossibile. Ma allora perché chi avrebbe avuto il dovere di costruire attorno a lui un'impalcatura di sostegno, ha lavorato per legargli una grossa pietra al collo, lasciandolo passeggiare sul parapetto del ponte?


luke - 07/06/2010 alle 22:20

Caro grillo, sono d'accordo con te fino ad un certo punto. La vicenda di Marco è nata a Campiglio, per questo l'equazione 'Campiglio=morte di Pantani' non è poi tanto sbagliata, anzi. Verissimo, da questa vicenda emerge l'inadeguatezza di tante persone che gli stavano a fianco, specialmente di una, ma perdere un Giro in quel modo, venendo cacciato a casa al penultimo giorno, all'alba di quella tappa che avrebbe probabilmente rappresentato la consacrazione del mito Pantani, beh.... ci si può morire anche solo per questo. In tutta la vicenda sono poi emerse piccolezze (come tali, in quei momenti, venivano percepite da molti...) che, una attaccata all'altra, sono diventate tante picconate sferrate per demolire le fondamenta dell'edificio 'Marco Pantani' che, per essere chiari, non mi risulta fosse costruito sulla sabbia ma avesse fondamenta solide. Alla tua cronostoria aggiungerei tante cose: l'aver scoraggiato Marco a partecipare al Tour 1999 (voce emersa in seguito, su autorevole stampa di settore). Ancor prima la strategia difensiva con la famosa conferenza stampa di Monte del re, che qualcuno definì 'l'inciampo'. L'isolamento di Pantani dal suo mondo. La convocazione - 'premio' alle Olimpiadi di Sidney, che premio fu ma per i suoi nemici. Sul problema-coca, ricorderei la scelta di farlo curare dal Sert e mi fermo qui per carità di patria. Ma anche il mondo dorato del ciclismo ha fatto la sua parte: la testardaggine nel negare l'invito al Tour da parte di quel sant'uomo di Leblanc, l'ostilità mostrata da troppa gente nei suoi confronti, ma soprattutto la porcata di Campiglio che ci fa tornare all'inizio della vicenda: senza Campiglio, non sarebbe accaduto tutto ciò. 'Dopo una lezione di questo tipo, anche a malincuore devo dire che, se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport, c'e' da pensare... Avevo gia' la maglia rosa, avevo 46 di ematocrito e oggi mi sveglio con questa sorpresa... Credo che c'e' qualcosa sicuramente di strano.' Secondo te, a chi pensava quando diceva 'se succede questo ad uno sportivo come me che ha dato tanto a questo sport'? Secondo me, non a Notre Dame. Secondo me aveva capito che da quel giorno, per lui, nulla sarebbe più stato come prima. Ripartire sarebbe stato difficile, anche perchè bisognava capire se volevano lasciarlo ripartire. Chi può dimenticare il sarcasmo di certi suoi colleghi, quel mattino a Campiglio? Come dimenticare certi articolacci di giornale, quella gente poi che brindava con quelle luride magliette addosso, chi può dimenticare? Di certo le responsabilità di una parte del suo entourage non si possono cancellare, non si devono cancellare e nulla le potrà cancellare, ma ti chiedo: secondo te, quel che è successo a Campiglio sarebbe accaduto comunque? L'equazione non sarà 'Campiglio=morte di Pantani', ma per lo meno 'inizio della sua morte', quello sì. Quello che è venuto dopo, su questo hai ragione, è stato frutto di scelte errate, ma il nocciolo di tutto è Campiglio.


Donchisciotte - 07/06/2010 alle 23:45

Sono d'accordo con Luca. Nel senso che penso che se non ci fosse stato Campiglio, Marco non si sarebbe trovato completamente in balia di certe persone. Fino al 5 giugno 1999 aveva saputo gestire la sua vita, fra agonismo e movida romagnola, forse frastornato dopo la vittoria al Tour, la popolarità enorme. Là è scattato qualcosa. Se si legge il libro di Vicennati sulla scelta della Ronchi si capisce che marco era mutato, forse spaventato di non essere in grado di gestire una popolarità così grande. Quando dice all'amico di sempre: Sai, Manu dice che devo allontanarmi dai soliti amici... Forse da quello spaesamento è entrata la Ronchi. Ma non ci fosse stata Campiglio io penso che non si sarebbe fatto totalmente gestire, non avrebbe avuto bisogno di essere curato, non sarebbe diventato tossicodipendente. Forse si sarebbe pure stufato di andare a fare Buffalo Bill nelle più improbabili trasmissioni televisive ( Compagni di scuola, Furore:OIO:OIO). Campiglio è stato, come dice Luca, l'inizio della fine. ine che non sarebbe inizita senza quell'agguato. Troppo orgoglioso per sopportare l'onta, sette procure a caccia di lui ( guariniello una settimana dopo Campiglio), la gogna mediatica, è saltato. E allora tutto è potuto accadere. E' stato curato malissimo, gestito malissimo, si è accentuato l'isolamento, si è accresciuto a dismisura il potere di certe persone. Non posso pensare alla squadra del 2002 gestita dalla Ronchi e da lui (basta leggere il libro della Ronchi, dove lei si assolve di tutto, ma racconta di Marco che assume uno degli autisti ed è uno spacciatore). Non ci fosse stata Campiglio la storia di Pantani sarebbe stata diversa, dopo un po' avrebbe distinto il grano dal loglio e, comunque, fino al 5 giugno 1999, il loglio non aveva potuto impedire che arrivasse a un livello di forma altissimo al Giro 1999. Dopo Campiglio è stato un disastro, forse anche più grave di quello che immaginiamo adesso. Se un giorno, speriamo, verrà fuori la verità io credo che ogni giorno, dal 5 giugno 1999 al 14 febbraio 2004, ovviamente di più negli ultimissimi tempi,ci farà drizzare i capelli in testa.


grilloparlante - 08/06/2010 alle 11:19

E se invece - giocando con i se - immaginassimo che tutto quello che è accaduto dopo e il modo in cui è stato raccontato sia servito per altri fini e offrire al mondo l'immagine di un Pantani irrecuperabile fosse funzionale a mantenere il timone su una rotta ben precisa? E se una parte di quel che ci è stato raccontato fosse stata ad esempio inventata ad arte? E se impedirgli di guardare oltre Campiglio, assecondando le sue indubbie angosce, sia servito a svuotarlo della capacità di valutare per primo le situazioni? Pensate che colpo, il giorno in cui per un caso fortuito avesse aperto gli occhi, sollevando finalmente il velo. Avrebbe certamente chiesto risposte, ragione delle scelte. Chissà se gliele avrebbero date. O chissà che a quel punto non fosse più semplice tappargli la bocca...


Donchisciotte - 08/06/2010 alle 23:18

Giocando con i se mi sembrano scenari inquietanti, molto inquietanti e di una tristezza infinita. Un giorno potremo, finalmente, non giocare con i se e sapere, finalmente, che è successo?


ProfRoubaix - 19/06/2010 alle 16:33

Da "La Provincia di Sondrio" del 17 giugno. [img]http://img441.imageshack.us/img441/5655/mazzo.jpg[/img]


Donchisciotte - 20/06/2010 alle 19:36

Ti ringrazio Prof Roubaix della segnalazione. Non so dove trovare questo libro, ho cercato un po’ su Google e forse ho trovato l’autrice, le ho mandato un’e mail per sapere dove comprarlo, vediamo se risponde. Ho visto che c’è una prefazione ( o, comunque, uno scritto) di Zomegnan intitolata a Pantani, il Mortirolo e il ragazzino (lui che andava in vacanza là. Il che è stupefacente sapendo che cosa Zomegnan ha sempre detto su Campiglio . Boh, l’autrice è laureato in filosofia, l’argomento ( creazione e distruzione mediatica del mito Pantani ) mi sembra interessante, sono sempre felice che escano libri su Marco, se possibile leggerò anche questo. Da Tonina Pantani ho anche saputo che è uscito un libro di Bulbarelli su Pantani. Dietro un nome fittizio ( mi pare che sia Raul Belletti) si nasconde Pantani e si racconta la verità di Bulbarelli anche su Campiglio. Il libro si intitola Fuori tempo massimo e ho visto che si trova sulle librerie di internet. Lo leggerò e vediamo.


Donchisciotte - 11/07/2010 alle 18:32

Sono due anni che mi chiedo: che è tornato a fare Lance? Non ne aveva motivo ( almeno non ne vedevo neanche uno che mi convincesse fino in fondo). Oggi ho capito. E’ tornato perché, lui non lo sapeva e non lo sa, Marco lo aspettava a Morzine, perché i conti si regolano a Morzine, perché Morzine è Samarcanda ("Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato io non ti guardavo con malignità, era solamente uno sguardo stupito, cosa ci facevi l'altro ieri là? T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda eri lontanissimo CINQUE ANNI FA , ho temuto che per ascoltar la banda non facessi in tempo ad arrivare qua.”) A Morzine, dieci anni fa, un sognatore attorniato da gente che non sapeva sognare, voleva far saltare il banco. Far perdere il Tour all’Amerikano. L’avventatezza, l’incapacità di sognare di chi lo circondava, il destino cinico e baro glielo impedirono. E Armstrong sembrava aver terminato la carriera, nel 2005,al culmine del successo, leggenda ciclistica per sempre. Oggi si torna a Morzine e abbiamo visto, perché l’Amerikano è tornato, il calvario di Lance, staccato di infiniti minuti ( come Marco 10 anni fa), inseguito da inchieste e voci sempre più minacciose ( come Marco 10 anni fa), sempre più in odore di pagare per tutti lo schifo dell’Uci dal 1999 in poi ( quando lo graziarono di una positività e altri orrori), sempre più palese che gli americani stanno fiutando il suo scalpo, forse si ritira dal Tour ( del resto, che gli frega di arrivare alla fine a questo punto?). Alcuni davano per certo che stavolta Lance avrebbe compiuto l’impresa cosmica di vincere questo Tour, qualche segnale positivo in Svizzera, un bel prologo, Contador che stenta appena un po’, ma gli dei accecano chi vogliono perdere. Marco e il destino lo aspettavano a Morzine, luogo dello spirito. Il folle volo di Morzine 2000, la hybris di un piccolo romagnolo che sapeva sognare, hanno trovato oggi, per me, il loro senso. A Morzine- Samarcanda “ una gabbia andò in cerca di un uccellino” ( Kafka). Lo so, i razionali del ciclismo non apprezzeranno, ma il sogno della ragione di spiegare tutto, genera mostri ( come il sonno della ragione, ovviamente). la verità è contenuta in tanti sogni, non in uno solo.

 

[Modificato il 11/07/2010 alle 18:34 by Donchisciotte]


meriadoc - 12/07/2010 alle 18:28

lo staff di cyclingnews ha stilato una personale classifica dei 10 memorabili momenti del tour nella sua storia. ovviamente queste classifiche rispecchiano quasi sempre episodi piu' recenti, quindi vanno prese per quel che sono. Pantani compare in due di questi episodi: la vittoria all'alpe nel '95 e la tappa del galibier


Donchisciotte - 14/07/2010 alle 11:42

Da pantaniana devo dire che la giornata di ieri mi è piaciuta. Per quanto abbia acceso il televisore con una mezz’ora di ritardo dall’inizio della telecronaca ( ma c'è un colpevole...), ho acceso e c’erano le immagini di Marco a Courchevel e l’intervista in cui dedicava la vittoria alla madre. Ma poi mi hanno detto che poco prima si era parlato di Marco anche con qualche presagio di cose positive ai fini della verità. E questo è, ovviamente, un fatto molto positivo. Poi io e Tex, dopo i fasti di domenica, siamo tornati al lavoro sporco, di manovali,il gufaggio a livello professionistico… La sera ho iniziato il libro di Bulbarelli su Marco ( ma ribadisco che ‘sto vizio di cambiare i nomi mi dà fastidio, Raul Belletti, la Market One ecc.). Devo dire che ho strabuzzato gli occhi, rileggendo più volte un pezzo sorprendente. Sia pure in un romanzo, dubbi enormi su Campiglio e sulla strategia di fondo di una demonizzazione ( anche del ciclismo) sono finalmente scritti anche da una persona che occupa un posto di vertice del potere televisivo. Direi che è decisamente importante. Ma il libro ancora non l'ho finito, anzi appena iniziato. Intanto, RIDATEGLI LA MAGLIA!

 

[Modificato il 14/07/2010 alle 11:51 by Donchisciotte]


Donchisciotte - 16/07/2010 alle 08:56

Ho finito il libro di Bulbarelli, apprezzo l'urgenza e il sentimento che lo hanno spinto a scriverlo. A me ha colpito soprattutto una parte. Nel libro si immagina che nel Giro 2009 Raul Belletti ( Pantani) venga salvato a Campiglio e che lo scandalo scoppi dopo, quando un giornale scopre l'accaduto. Allora quello che il lettore già sa perché la decisione di salvarlo viene dal Presidente Uci e dal direttore del Giro, viene reso pubblico. Si fa una conferenza stampa con il direttore del Giro, il Presidente dell'Uci e un misterioso personaggio, diciamo un uomo di palazzo dell'Uci che svela che Pantani ( va beh... Belletti) è stato salvato perché i controlli sono del tutto inattendibili. Sono inattendibili perché le macchinette nel 32% dei casi ( cioè uno su tre, circa) danno risultati sballati e perché le provette, comprate a pochissimo prezzo e un po' taroccate da usare fino a esaurimento, non garantiscono la conservazione adeguata e la giusta misura di anticoagulante. Per cui, dice l'uomo di palazzo, trattandosi di un grande campione abbiamo seguito la prassi che già da tempo seguiamo, se è sopra 50 facciamo subito un altro prelievo ( contro regolamento)presso una struttura pubblica. Se il risultato è meno di 50 vale quello della struttura pubblica. Perché sappiamo che i nostri controlli non sono attendibili. E l'uomo di palazzo consegna anche una relazione scientifica sull'argomento inattendibilità ddelle macchinette e delle provette. Bulbarelli, prudentemente, lo mette come un'invenzione romanzesca , mischiando la realtà con il romanzo ( la carriera post Campiglio di Pantani), descrive considerazioni sul doping di Pantani alcune delle quali le ha anche dette quando era in vita ( a me ha colpoto una su Conconi e Moser), ci mette in mezzo fatti inventati, fatti veri cioè il ruolo della mapei ( perché Pantani, anche nel libro,sia pure salvato, è convinto che il primo controllo sia frutto di un agguato e là vengono indicati tutti i milioni di dubbi su quel controllo). ( segue)


Donchisciotte - 16/07/2010 alle 08:57

( segue da post precedente). Quella parte, quella dell'uomo di palazzo, io penso che non sia romanzo, si è parlato, anche in un'intervista di Tonina a Bergonzi, di qualche uccellino che cinguettava. Bulbarelli all'inizio del libro parla di un'urgenza che lo ha spinto a scrivere, dice" lo volevano proprio morto il nostro vecchio, caro, amatissimo ciclismo... l'insano proponimento , orchestrato da un manipolo di falsi paladini che credevano di detenere il Verbo...". Alla fine del libro c'è un colossale affare che toglie il Giro alla Gazzetta, mette alle corde e estromette quasi giudiziariamente il capo della multinazionale che voleva Pantani e non avendolo avuto ne diventa nemico giurato ( chi sarà?), pantani vince quel nuovo Giro fatto da squadre nazionali ma in realtà ridotto a puro business dai nuovi padroni del ciclismo che lo riducono a un circo multimiliardario in cui non basta l'impresa di Pantani ma bisogna pagare sottobanco alcuni corridori perché lo aiutino a farla anche più spettacolare. Diciamo che complessivamente, per come è scritto, per il fatto che non può interessare, secondo me, un pubblico che non sia strettamente ciclistico, è un libro che rischia di pasare inosservato o che ci si soffermi troppo sui difetti. Secondo me conta l'urgenza,conta, come dice lo stesso Bulbarelli nel risvolto di copertina,la denuncia e il rimpianto. Conta che un giornalista che occupa un posto importante nel ciclismo, abbia sentito l'esigenza " intima, struggente" di dire che niente è come sembra, sia pure con prudenza, con mille difetti di scrittura e quasi in incognito ( il libro non è stato pubblicizzato nemmeno dai suoi colleghi in Rai). E conta quel particolare, l'uomo di palazzo, l'uccellino che cinguetta. E per questo Bulbarelli per me acquista da oggi uno spessore molto, molto, molto maggiore di quello che aveva avuto. E rivela anche uno spirito insospettato, dopo anni che Capodacqua prendeva per c... lui e Cassani ( Bibì e Bibò), con ironia, durante la conferenza stampa in cui parla l'uomo di palazzo, si alza " Capoterra" infuriato perchè è stato salvato Pantani. E " Capoterra" è " un cronista giudiziario prestato al ciclismo". Il libro è dedicato a Marco Pantani,Jimenez e VDB, perché ci sono rimasti stritolati in questa " operazione mirata di demolizione".


rizz23 - 16/07/2010 alle 10:48

La domanda è: perché ora, con un libro che rischia di essere invisibile o quasi, e non quando poteva raggiungere una grande fetta degli appassionati di ciclismo italiani e anche parte dei non appassionati? Troppo facile così.


Donchisciotte - 16/07/2010 alle 11:01

Lo so, ma tieni conto che magari certe cose possono essere uscite dopo. Comunque naturalmente il Giro a cui si riferisce la storia di Campiglio è quello del 1999 e non 2009 come ho scritto io per errore. Visto che non posso modificare... E aggiungo che il libro è : Auro Bulbarelli- Fuori tempo massimo. Ed. Excelsior 1881

 

[Modificato il 16/07/2010 alle 11:04 by Donchisciotte]


meriadoc - 16/07/2010 alle 11:02

[quote][i]Originariamente inviato da rizz23 [/i] La domanda è: perché ora, con un libro che rischia di essere invisibile o quasi, e non quando poteva raggiungere una grande fetta degli appassionati di ciclismo italiani e anche parte dei non appassionati? Troppo facile così. [/quote] vabbe', ma e' Don Abbondio Bulbarelli, gia' e' tanto


rizz23 - 16/07/2010 alle 11:21

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Lo so, ma tieni conto che magari certe cose possono essere uscite dopo.[/quote] Mah, c'erano dati sufficienti per avere almeno dei dubbi da anni e anni. A quel punto almeno esprimi quei dubbi, prova a far pensare il tuo spettatore, non diffondere una linea di pensiero così semplicistica e rigida. Non capisco se è disistima per lo spettatore o quieto vivere. O entrambe le cose. Tuttimodi, un'occasione persa, il mio giudizio non cambia.


Monsieur 40% - 16/07/2010 alle 11:29

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] E aggiungo che il libro è : Auro Bulbarelli- Fuori tempo massimo. Ed. Excelsior 1881 [/quote] Da quel che leggo, ed aggiungendo anche le considerazioni di Rizz, direi che neanche il titolo è stato scelto a caso. Quando uno arriva fuori tempo massimo, in fondo arriva, mica si ritira o non parte; però, negli ordini d'arrivo, difficilmente comparirà. Magari questo me lo compro, m'ha incuriosito.


Donchisciotte - 16/07/2010 alle 11:36

Mario, ci sono, evidentemente, tempi giusti e tempi che non lo sono. Comunque è uno che, nel momento in cui sale gerarchicamente, dice che qualcosa non va, anzi molto non va. Non penso che, per esempio, uno come Squinzi possa essere proprio contento e lui è uno che potrebbe tornare nel ciclismo. Fuori tempo massimo non lo so, l'importante è partire, anche con difetti. La mia stima di Bulbarelli è, comuque, cresciuta di molto. Non farà lo scrittore, ma qualcosa gli bruciava e l'ha detto.


Donchisciotte - 10/10/2010 alle 19:29

Segnalo la splendida, dovuta, motivata e intensa lettera dei genitori di Marco Pantani al Presidente dell'Uci in merito alla diversa tutela accordata a Contador e negata a Marco con un forte appello alla verità su Campiglio. http://www.pantani.it/news.php?id=146&CATNEWS=5|0|0|0| Risponderà l'Uci? Intanto vediamo se tutti i media la pubblicheranno.


Laura Idril - 10/10/2010 alle 19:36

su Tuttobiciweb c'è.


nino58 - 10/10/2010 alle 21:38

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Segnalo la splendida, dovuta, motivata e intensa lettera dei genitori di Marco Pantani al Presidente dell'Uci in merito alla diversa tutela accordata a Contador e negata a Marco con un forte appello alla verità su Campiglio. http://www.pantani.it/news.php?id=146&CATNEWS=5|0|0|0| Risponderà l'Uci? Intanto vediamo se tutti i media la pubblicheranno. [/quote] Pochissimi media la pubblicheranno (quotidiani anche nessuno) e l'UCI non risponderà.


grilloparlante - 11/10/2010 alle 22:08

Tuttosport l'ha ripresa, non integrale, ma una bella fetta. Che non risponderà l'Uci mi pare abbastanza scontato e questa sarà un'altra figuraccia, l'ennesima del glorioso ente. Però tutti sapranno che la famiglia Pantani ha fatto una domanda cui loro non hanno voluto rispondere e questo comunque farà più rumore del silenzio che c'è stato finora...


TEX - 14/10/2010 alle 13:10

Oggi sulla Gazzetta dello Sport c'era un trafiletto che riferiva della lettera della famiglia Pantani. La lettera non era riportata per intero, c'era un virgolettato di quattro righe. Non sarà moltissimo, ma almeno c'era. In ogni caso valeva la pena scriverla.


Donchisciotte - 04/11/2010 alle 10:00

La famiglia Pantani, in relazione all'ultima novità, l'asta da 250 mila euro su una bici di Marco indetta da un ristoratore di Cervia ha inviato ai media questa lettera:http://www.pantani.it/news.php?id=147&CATNEWS=5|0|0|0|


grilloparlante - 04/11/2010 alle 14:15

Vorrei dire, con tutta la modestia di cui sono capace, che se uno si mette un attimo a ragionare, non è poi così difficile accorgersi che la bici che mettono all'asta non è quella del Tour e nemmeno quella della Sanremo. Basta prendere le tre foto e mettersi a giocare come nella Settimana Enigmistica e cerchiare i particolari differenti. Io l'ho fatto e sono tanti. Tre telai diversi. Tre forcelle diverse. E anche altri particolari. Sarà divertente assistere all'asta. Anzi, appena trovate uno che si compra quella bici per i soldi che chiedono - 250.000 euro, vale a dire 500 milioni di una volta - ditemi chi è, così gli spiego perché ha preso una fregatura...


Donchisciotte - 04/11/2010 alle 17:48

Scusate, mi accorgo solo adesso che cicloweb l'aveva già pubblicata stanotte la lettera e che, quindi, il link avrebbe dovuto essere su cicloweb. Sono un po' distratta. Grilloparlante,hai ragione, poi non si sa come mai ogni volta intorno a Pantani c'è qualcosa che non va.


Donchisciotte - 04/11/2010 alle 19:18

Infatti, come prevedibile, appena la lettera è diventata nota in Romagna, Corsini ha reagito. http://www.romagnanoi.it/News/Romagna/C ... antani.asp Da quello che si legge, secondo me, si capisce che: 1) il certificato di autenticità della Bianchi dice solo che la bici è stata utilizzata da Marco in ambito agonistico ( come, infatti, ammette come possibile la lettera della famiglia). Il valore di 250 mila euro si giustifica, però,ovviamente, solo se quella fosse la bici delle Duex Alpes ( a parte la Sanremo 1999), se l'ha usata in qualche corsa imprecisata è chiaro che non vale 250 mila euro e chiederli con l'affermazione che quella sia la bici della tappa mitica, non è, diciamo così, corretto. bene ha fatto la famiglia Pantani a prendere le distanze a a esprimere dubbi.Per non farsi coinvolgere in questa operazione ( Corsini dice anche di stare contattando la famiglia). 2) La questione NON E' la parola di Marco contro quella dei genitori ( come dice Romagna noi). Il problema è confrontare le foto della bici delle Deux Alpes con quella di Corsini. Io credo che quando nella lettera si parla di verifiche documentali e tecniche ci si riferisse a questo confronto, non alla parola di Marco ( le parole volano) o a quella dei genitori di Marco. C'è l'oggettività delle cose. Io non sarei in grado di fare questi raffronti ma, se la famiglia Pantani parla e esprime dubbi, penso che le verifiche siano state fatte.


Donchisciotte - 07/11/2010 alle 00:51

Non la vedo in home page su cicloweb ( spero di non sbagliare) per cui segnalo il link dove si può vedere la nuova lettera della famiglia Pantani e il documento che prova, con le fotografie a confronto della bici di Corsini, quella delle Deux Alpes e della Sanremo 1999, come le tre bici siano diverse. http://www.pantani.it/news.php?id=148&CATNEWS=5|8|0|0| Non so chi si sia messo con certosina pazienza a fare quel lavoro di confronto fotografico ma veramente mi pare da elogiare tantissimo. E poi mi fa piacere che i punti deboli della difesa di Corsini che avevo individuato due giorni fa non fossero sbagliati. Davvero sgradevole il tentativo di mettere la parola di Marco contro quella dei genitori. Ma le bugie hanno le gambe corte e, come dice un commento su Tuttobiciweb, le biciclette sono state confrontate da chi davvero capisce di ciclismo e di bici e, finalmente,aggiungo, la tutela legale della famiglia Pantani è granitica e puntuale.


Guglielmo Tell - 07/11/2010 alle 07:29

visto che lo cerco da anni nessuno riesce a uploadare su youtube la tappa di Selva di Val Gardena del 1998?


sceriffo - 07/11/2010 alle 16:10

scusate ma chi è 'ste corsini?


21marco21 - 11/11/2010 alle 16:39

Restituite la maglia di Marco! MILANO 11 novembre 2010 – Nella notte fra sabato e domenica è stata sottratta alla collezione del Museo del Ciclismo – Madonna del Ghisallo la maglia giallo di Marco Pantani, conquistata al Tour del 1998. La maglia, donata al museo del Ghisallo dalla Famiglia Pantani il 14 ottobre 2006, era esposta sotto teca presso la mostra “Fiorenzo il MAGNIfico”, dedicata al mitico Leone delle Fiandre”, allestita presso la Fiera di Rho in occasione del Salone del Ciclo e Motociclo. Sono in atto le indagini delle Forze dell’Ordine. Nella speranza che la maglia venga ritrovata, il Museo lancia un accorato appello di diffondere il più possibile la notizia per una ricerca più capillare. Preghiamo chiunque avesse informazioni utili al fine del ritrovamento, di mettersi in contatto con il Museo gazzetta.it