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I cacciatori di classiche
Mr.Blonde - 02/07/2008 alle 14:29

vorrei aprire un thread di confronto su questo tema: io non li considero al pari di un uomo da corse a tappe. li considero figli di un dio minore come corridori. il fatto stesso che manchino di una dote importante come il recupero, già significa che fisicamente non hanno quella resistenza che invece altri hanno. e poi a livello di emozioni, nello spettatore medio uno scatto sul san nicholas non potrà mai essere paragonato ad una vittoria in salita, altrimenti i vari bartoli, bettini sarebbero nell'immaginario collettivo decisamente più famosi di pantani al quale non è mai minimamente passato per la testa di fare una classica [e giustamente viste le sue doti da scalatore puro] e che come popolarità li surclassa nettamente. è evidente che è molto più famoso un italiano vincitore di tappe di montagna che un italiano vincitore di classiche, e infatti poi dagli ascolti si denota che una tappa di montagna vale 5 liegi come visione complessiva. a me le corse di un giorno mi emozionano relativamente, non ho quell'ansia che mi dà una tappa di montagna nel gt che magari non ci dormo neanche la notte e penso che la stragrande maggioranza la pensi così, basta osservare quanta gente va fissa sulle grandi montagne nei gt e quanta ne va nelle classiche.


Lopi - 02/07/2008 alle 14:56

Nell'immaginario comune questo è abbastanza vero. Le grandi classiche non hanno mai avuto lo stesso fascino delle corse a tappe, sia perchè le grandi montagne delle alpi e i pirenei hanno sempre stuzzicato l'immaginazione molto più delle cotes belghe o del Poggio, sia perchè comunque uno svolgimento su tre settimane rende la sfida fra i protagonisti molto più avvincente di quanto non possa essere una classica che si conclude nel giro di poche ore. Per intenderci nel calcio ad esempio la Supercoppa Europea non conta praticamente nulla, perchè è una partita singola, che non coinvolge più di tanto. Poi le corse a tappe danno ai corridori un ritorno maggiore, molti con qualche piazzamento in un GT ottengono ottimi ingaggi e spesso il posto da capitani, come Pellizotti, Caucchioli o Zubeldia, mentre corridori che pure hanno dei bei risultati in linea, come potrebbero essere Flecha, Bertagnolli o Paolini hanno una gloria ben minore. Dal punto di vista tecnico però non la vedo così, un corridore da classiche deve avere anche una visione tattica notevole, ni GT alla fine il più forte vince, anche se magari sbaglia qualcosa, in una classica perdi l'attimo ed è finita, non ha più spazi per recuperare, oltre ad avere la capacità di correre gli ultimi km davvero in apnea.


panta2 - 02/07/2008 alle 15:00

Anche se NON dovrei risponderti, data la maleducazione già più volte ostentata in altri thread, ho deciso di farlo. Se vuoi un mio personalissimo parere ti dico che a me le Classiche emozionano molto di più delle corse a tappe.


simone89 - 02/07/2008 alle 15:04

il mondiale che sia per velocisti o per scalatori mi emoziona molto di più di una tappa di montagna del giro...............


Mr.Blonde - 02/07/2008 alle 15:06

[quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] il mondiale che sia per velocisti o per scalatori mi emoziona molto di più di una tappa di montagna del giro............... [/quote] beh, per il mondiale penso sia un discorso diverso...


Salvatore77 - 02/07/2008 alle 15:13

Non credo che i vincitori delle classiche siano figli di un dio minore. Io prediligo sicuramente le classiche dal punto di vista spettacolare. Il fascino di una Sanremo, di un Fiandre, di una Liegi o dell'anacronistica Roubaix non hanno paragone rispetto ad una tappa del giro. Però questa è la mia visione del ciclismo e non mi aspetto ASSOLUTAMENTE: - nè che gli altri la pensino come me; - nè tanto meno che quello che penso io sia la realtà oggettiva del pubblico del ciclismo. Io sono anni che seguo il ciclismo e che acquisto riviste, scambio opinioni con persone che oltre a tifare, riescono a vedere il ciclismo con una visione oggettiva. Credo che quello che dici tu non sia molto corretto. Gente come Moreno Argentin, Michele Bartoli, Sean Kelly, J. Museeuw, Paolo Bettini, Davide Rebellin non hanno avuto certo bisogno della visibilità di un grande giro per affermarsi come ciclisti di livello. Sicuramente questa gente è molto più famosa di altri corridori che invece hanno vinto magari giri d'Italia o Vuelta (Savoldelli, Gotti, Tonkov). Inoltre fuori dall'Italia, in paesi come Belgio, USA, Olanda, Australia, Germania, ci sono altre priorità che vincere un grande giro (anche la pista). Domandate ai belgi che cosa ha significato la sconfitta di Museeuw da Bugno nel 1994 al Fiandre. Domandate chi è Ballan o che cosa è stato Argentin per la carriera di Criquelion, o Bartoli il leoncino. In conclusione, ogni ciclista ha delle caratteristiche tecniche ma soprattutto delle ambizioni personali che vuole perseguire, quindi non credo che ci sia una predominanza dei ciclisti per i GT rispetto agli sfigati per le classiche.


babeuf - 02/07/2008 alle 15:15

[quote][i]Originariamente inviato da Mr.Blonde [/i] vorrei aprire un thread di confronto su questo tema: io non li considero al pari di un uomo da corse a tappe. li considero figli di un dio minore come corridori. il fatto stesso che manchino di una dote importante come il recupero, già significa che fisicamente non hanno quella resistenza che invece altri hanno. e poi a livello di emozioni, nello spettatore medio uno scatto sul san nicholas non potrà mai essere paragonato ad una vittoria in salita, altrimenti i vari bartoli, bettini sarebbero nell'immaginario collettivo decisamente più famosi di pantani al quale non è mai minimamente passato per la testa di fare una classica [e giustamente viste le sue doti da scalatore puro] e che come popolarità li surclassa nettamente. è evidente che è molto più famoso un italiano vincitore di tappe di montagna che un italiano vincitore di classiche, e infatti poi dagli ascolti si denota che una tappa di montagna vale 5 liegi come visione complessiva. a me le corse di un giorno mi emozionano relativamente, non ho quell'ansia che mi dà una tappa di montagna nel gt che magari non ci dormo neanche la notte e penso che la stragrande maggioranza la pensi così, basta osservare quanta gente va fissa sulle grandi montagne nei gt e quanta ne va nelle classiche. [/quote] Blonde, ma hai capito di che sport stai parlando? a me non sembra...


ProfRoubaix - 02/07/2008 alle 16:57

[quote][i]Originariamente inviato da babeuf [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Mr.Blonde [/i] vorrei aprire un thread di confronto su questo tema: io non li considero al pari di un uomo da corse a tappe. li considero figli di un dio minore come corridori. il fatto stesso che manchino di una dote importante come il recupero, già significa che fisicamente non hanno quella resistenza che invece altri hanno. e poi a livello di emozioni, nello spettatore medio uno scatto sul san nicholas non potrà mai essere paragonato ad una vittoria in salita, altrimenti i vari bartoli, bettini sarebbero nell'immaginario collettivo decisamente più famosi di pantani al quale non è mai minimamente passato per la testa di fare una classica [e giustamente viste le sue doti da scalatore puro] e che come popolarità li surclassa nettamente. è evidente che è molto più famoso un italiano vincitore di tappe di montagna che un italiano vincitore di classiche, e infatti poi dagli ascolti si denota che una tappa di montagna vale 5 liegi come visione complessiva. a me le corse di un giorno mi emozionano relativamente, non ho quell'ansia che mi dà una tappa di montagna nel gt che magari non ci dormo neanche la notte e penso che la stragrande maggioranza la pensi così, basta osservare quanta gente va fissa sulle grandi montagne nei gt e quanta ne va nelle classiche. [/quote] Blonde, ma hai capito di che sport stai parlando? a me non sembra... [/quote] Prova a spiegarglielo in fiammingo :D


Abajia - 02/07/2008 alle 22:19

[quote][i]Originariamente inviato da Mr.Blonde [/i] vorrei aprire un thread di confronto su questo tema: io non li considero al pari di un uomo da corse a tappe. li considero figli di un dio minore come corridori. il fatto stesso che manchino di una dote importante come il recupero, già significa che fisicamente non hanno quella resistenza che invece altri hanno. e poi a livello di emozioni, nello spettatore medio uno scatto sul san nicholas non potrà mai essere paragonato ad una vittoria in salita, altrimenti i vari bartoli, bettini sarebbero nell'immaginario collettivo decisamente più famosi di pantani al quale non è mai minimamente passato per la testa di fare una classica [e giustamente viste le sue doti da scalatore puro] e che come popolarità li surclassa nettamente. è evidente che è molto più famoso un italiano vincitore di tappe di montagna che un italiano vincitore di classiche, e infatti poi dagli ascolti si denota che una tappa di montagna vale 5 liegi come visione complessiva. a me le corse di un giorno mi emozionano relativamente, non ho quell'ansia che mi dà una tappa di montagna nel gt che magari non ci dormo neanche la notte e penso che la stragrande maggioranza la pensi così, basta osservare quanta gente va fissa sulle grandi montagne nei gt e quanta ne va nelle classiche. [/quote] E se, per assurdo, in futuro Riccardino dovesse dedicarsi anima&corpo alle classiche, che fai? Cambi idea o ti spari? :Od: Vabbé, almeno abbiamo capito che non sei Riccò in persona (come ventilato, mica tanto a sproposito, da alcuni :Od: ), che comunque le classiche non disdegna, pur preferendo evidentemente le corse a tappe. Riguardo l'argomento da te proposto, Mr.Blonde, è una tua opinione, più o meno condivisibile, ma comunque rispettabile. A patto che non venga spacciata per verità assoluta. Ecco.


GiGi111 - 02/07/2008 alle 22:30

Certamente i GT hanno una presa maggiore sul grande pubblico, la maggior parte degli appassionati di ciclismo ha iniziato guardando il Giro o il Tour, magari perche passava per la popria città, ma le Classiche Monumento non sono per niente inferiori e ciò non è discutibile, indipendentemente dai legittimi gusti personali forse la presunta superiorità dei GT è dovuta al fatto che molto raramente sono vinti da un corridore di secondo piano, a differenza delle classiche, ma ciò è dovuto alla capacità del corridore di cogliere il momento adatto o al fatto che si trovava in una giornata di grazia, cosa che è impossibile nell'arco di tre settimane spese a lavorare per il capitano


Tetzuo - 03/07/2008 alle 03:33

paese che vai usanza che trovi, mio cuGGino che vive in belgio da parecchi anni, mi dice che da loro, dv il ciclismo, come ben sapete è una religione, i tifosi adorano corridori come Bettini, Boonen o Cancellara (tanto per dire corridorì in attività) e campioni come Contador, Evans o Riccò(tanto per dire nomi che da noi hanno fatto la fortuna e la fama con le corse a tappe) sono nomi che non sono entrati nel cuore della gente