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Autore: Oggetto: Eddy Merckx, a 30 anni da un punto che mai ci sarà…

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 20/05/2008 alle 23:26
Lo ricordo oggi perché ieri e l’altro ieri mi è mancato il tempo. Lo vorrei fare come merita, ma le lancette mi sono ancora tiranne. Lo farò così in maniera anomala, nella consapevolezza che ogni giorno che verrà sarà sempre prodigo, se insisterà a monte il potere della riflessione, per capire quanto l’ammirazione e il tifo per le gesta di quest’uomo, si possano sublimare in una incancellabile base di grandiosità.
Chi lo conosceva bene, lo dava per scontato, chi, come me, cresciuto sui percorsi dei suoi successi e di quelle essenze che rasentavano la perfezione agonistica, non si dava pace: era un primo segno del tempo che passava inesorabile, anche per un giovane che si avviava ai ventitré anni. Il 18 maggio 1978, Eddy Merckx, non potendo più essere il simbolo concreto e tridimensionale della corsa in testa, del dominio, dell’impronta sulle proiezioni, metteva fine alla sua carriera, per entrare imperioso ed imperiale nell’olimpo ristrettissimo dei leggendari dello sport.
Quel giorno era un giovedì, conobbi la notizia attraverso la radio, mentre in automobile tornavo a casa dopo otto ore di fabbrica, già frastornato al pensiero di dovermi sobbarcare la lettura di quella “palla” di Talcott Parsons, per un esame di Sociologia che avrei dovuto sostenere il lunedì seguente. La vita dello studente universitario e dell’operaio era sostenibile, bastava solo concepire gli studi con la convinzione dell’arricchimento che viene della lettura, senza la pretesa, sempre cefala, del trenta e/o della lode a tutti i costi, e senza snaturare o uccidere se stessi scansando le passioni, nonché quella voglia di vivere la gioventù, che non è solo la comunque basilare componente dettata dalla mente e dal corpo di una bella donna. Vivevo così, ero nel mio massimo fisico e intellettuale, un leader senza saperlo, ed anche se dopo, giunsi a quei successi per lunghi tratti proporzionali ai chili in crescita costante, mai mi sono sentito sazio e vivo come allora.
Vissi, come detto, l’abbandono di Eddy come una rasoiata in faccia, nonostante avessi per settimane e mesi preparato me stesso a quella possibilità. La mia reazione si dipanò per giorni sul filo conduttore della ricerca di emozioni con lo scopo di attenuare il dolore di quella ferita, senza dimenticare gli appuntamenti ed il convivio. Sostenni l’esame senza riaprire quel libraccio, mi lanciai su albe, dì e sere d’amore fisico, con le ragazze con le quali insisteva il reciproco richiamo a darsi senza abbracciare l’ipocrisia di chiamare amore quegli amplessi. Certo, anche con colei che veniva definita fidanzata, per accontentare senza vivere l’imbarazzo ed il fastidio dei sempre presenti (puntualmente evasi) bacchettoni sermoni dell’anima cattolica di mia madre.
Ripassai i fotogrammi della carriera di Merckx: quegli scatti, quelle progressioni, quella determinazione, che erano parte fondamentale della mia crescita sportiva. Sì, proprio quella pazzia che mi aveva aiutato a capire anche le volèe ed il rovescio di Ken Rosewall, gli acuti di Tommie Smith, lo scivolamento sull’acqua del crawl di Don Schollander, il dorso di Roland Matthes, il coraggio e l’abilità al volante di Jim Clark, il supremo equilibrio e la sensibilità sul mezzo di Mike Hailwood. Tutti grandi, tutti artisti per me che avevo visto e concepito fin da piccino lo sport, come una forma espressiva evidente, passionale, persino più profonda ed onesta delle altre. Insomma, una cosa seria per la mia vita, perlomeno sufficiente a parare i colpi, sempre presenti, di un resto su cui l’errare ed il dispregio delle azioni umane, si confondevano con le polveri dell’ipocrisia, nell’illusione di non illudere, o di cambiare l’ordine convenzionale dei colori. Lo sport era il mio pane, il deterrente quotidiano ad un crepuscolarismo crescente che viveva nella politica un lumicino di speranza ulteriore.
Eddy, nel mio piccolo universo, s’era dunque eletto a faro, anche nella contemporanea crescita di un’altra figura icona del mio vagare interessato su queste espressività, come Gilles Villeneuve. Per quest’ultimo, quattro anni dopo, nella tragedia di un mito che imprimeva sugli orizzonti come nessuno la poetica del rischio, piansi copiosamente. Non fu così per Merckx: in fondo per quanto a lui legato, il suo abbandono era nelle cose e, di mezzo, non c’era una vita perduta. Restava l’amarezza, la rabbia del tempo che scorreva, il punto di un supremo che si doveva sciogliere per abbracciare il ricordo e fu proprio col ritiro di Eddy che capii, quanto fosse importante, anche per me, dare spago al visto attraverso la bicicletta del racconto.
Oggi, a 30 anni di distanza, mi sento di dire che son stato coerente con quella genesi e mi posso lasciare andare al ringraziamento per aver visto e vissuto il massimo e l’impareggiabile dell’universo del ciclismo: la perfezione agonistica e tecnica di Eddy Merckx e la poesia di Marco Pantani.
Niente è stato come loro.
Due poli insuperabili ed ineguagliabili che non oscurano o azzerano le qualità e grandiosità degli altri, di cui ho pure scritto e mi sono esaltato. Ma quei due erano diversi, unici, anche considerando il pingue mazzo di corridori inespressi potenzialmente da leggenda, che molti, soprattutto giornalisti, ignorano, oppure omettono.
Due supremi, punto.
Ma due giorni fa, era l’anniversario dell’abbandono del belga, ed è a lui che mi voglio riferire.

Fra le tante discipline sportive che ho seguito e che ancora mi emozionano, un atleta come Eddy Merckx non l’ho mai visto. Più volte mi sono chiesto da dove partire in un confronto interdisciplinare e ad ogni scelta, il finale dava sempre lo stesso risultato: Merckx non è stato solo il ciclista più forte di tutti i tempi, ma il più forte d’ogni sport. Anche qui si levano i metri soggettivi, ma i numeri di questo atleta e le morfologie stesse del ciclismo, non possono tradire: non c’è niente di simile o di paragonabile. Quanto basta per dire che se non fosse stato corridore, anche in altre discipline, magari in maniera meno evidente sarebbe stato protagonista. E le premesse, scomodando la leggenda, nell’adolescenza di Eddy c’erano tutte. Era imbattibile nel podismo, abile nel tennistavolo, fortissimo nel calcio, perlomeno quando la poca volontà di ragionare di squadra riusciva a determinarne la calzatura di scarpe bullonate. Provò per scherzo la boxe, quanto basta per salire sul ring e vincere, in Belgio, l’equivalente italiano di un titolo novizi, o cadetti come oggi si chiamano. Insomma le stimmate c’erano e pure la sua faccia da cinesino, per i neri e fittissimi capelli sempre tenuti cortissimi ad ornamento di una bocca che esprimeva la smorfia della grinta, aiutavano a caratterizzarne un distinguo agonistico superiore, da predestinato. Poi, l’incontro con la bicicletta, per vincere chiaramente, ma anche seguire più da vicino colei che il ciclismo dovrebbe ringraziare per essere stata decisiva nella permanenza sulla disciplina di un simile fuoriclasse: Claudine Acou. Certo, perché la ragazzina era la figlia di Lucien, un buon corridore dei primi anni del dopoguerra, più bravo su pista che su strada, giunto all’epoca del Merckx ragazzino, al ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale belga dei dilettanti. Farsi vedere o interessare Acou, significava per Eddy incontrare più da vicino colei che poi diverrà la sua moglie e la madre dei suoi figli, eletta a quel tempo, come traguardo perlomeno pari a quelli che via via il futuro enorme campione macinava ad ogni spinta di pedali. Diciamolo pure: grazie Claudine!

Ricordo quando gli dissi dei meriti grandiosi che andavano alla moglie: lui mi guardò con gli occhi che brillavano, ed il suo faccione s’allargò in un sorriso che non dimenticherò mai. Poi, aggiunse quel “sì”, che per me, proveniente da anni di studi, osservazioni e ammirazione sul suo pianeta, significava una laurea. Quando aggiunsi che stimavo suo figlio Axel, come uno degli sportivi più significativi del presente, per quella dignità con la quale svolgeva la professione del corridore, sottoponendosi ogni giorno ad abissali ed impietosi confronti con l’inimitabile padre, il brillio degli occhi di Eddy, lasciò posto a quella patina lucida che anticipa sempre le lacrime.
Sì, il “cannibale sportivo”, che la superficialità dei giudizi tinti pure dei per me stupefacenti idiotismi del nazionalismo, aveva eletto tale, è un uomo buono, cordiale, generoso; un uomo che non dimentica i valori su cui ha fondato il suo segmento di vita, nonché quei compagni che lo hanno aiutato, i gregari nel gergo ciclistico, con gli atti di un distinguo solidale che sarebbe impossibile per egoismo e valenza umana, a taluni suoi avversari, superficialmente coperti di giudizi positivi da una sempre grossa fetta di quell’osservatorio capace di diventare, specie se italiano, insipiente popolino.
Sì, Eddy Merckx, fuoriclasse lo è stato e lo è anche fuori dalla bicicletta: molti lo sanno, ma l’odio sportivo fa ancora novanta, al punto che in troppi non lo vogliono ammettere. L’Italia, strano e per nulla “Bel Paese”, anche qui, si distingue in negativo.



La sintesi estrema dei suoi numeri (non citando corse che renderebbero fulgida una carriera).

Su strada ha corso in totale 1793 corse, vincendone 525 (426 da professionista).

Ruolino anno per anno:
1961 (Allievo) – 7 corse 1 vittoria
1962 (Allievo) – 55 corse 23 vittorie compreso il Campionato Belga per Allievi.
1963 (Dilettante) – 72 corse 28 vittorie
1964 (Dilettante) – 72 corse 24 vittorie compreso il Campionato Mondiale a Sallanches (Fra)
1965 (Dilettante) – 5 corse 4 vittorie

1965 (Professionista) – 69 corse 9 vittorie
1966 – 95 corse 20 vittorie
1967 – 113 corse 26 vittorie
1968 – 129 corse 32 vittorie
1969 – 129 corse 43 vittorie
1970 – 138 corse 52 vittorie
1971 – 120 corse 54 vittorie
1972 – 127 corse 50 vittorie
1973 – 136 corse 51 vittorie
1974 – 140 corse 38 vittorie
1975 – 151 corse 38 vittorie
1976 – 111 corse 15 vittorie
1977 – 119 corse 17 vittorie
1978 – 5 corse 0 vittorie

Nel suo palmares ci sono relativamente alle corse in linea: quattro Titoli Mondiali (tre da professionista nel '67, '71, '74; ed uno fra i dilettanti nel ’64), un Titolo Nazionale (’70); sette Milano-Sanremo su dieci disputate (’66, ’67, ’69, ’71, ’72, ’75, ’76), cinque Liegi-Bastogne-Liegi (’69, ’71, ’72, ’73, ’75), tre Parigi-Roubaix '68, '70, '73; due Giri delle Fiandre (’69, ’75); due Giri di Lombardia ’71, ’72); tre Freccia Vallone (‘67, ’70, ’72); tre Gand-Wevelgem (‘67, ’70, ’72); due Amstel Gold Race (’73, ’75), una Parigi Bruxelles (’73), un G.P. di Francoforte (’71); due Het Volk (’71, ’73).

Nelle corse a tappe: cinque Giri d'Italia (’68, ’70, ’72, ’73, ’74); cinque Tour de France (’69, ’70, ’71, ‘72, ’74); una Vuelta (’73); un Giro di Svizzera (’74); tre Parigi Nizza (’69, ’70, ’71); quattro Giri di Sardegna (‘68, ’71, ’73, ’75).

Zoomando, limitatamente al professionismo: 32 classiche, 14 giri nazionali, 18 corse a tappe, 82 tappe in linea, 51 a cronometro, 10 prove a cronometro, 33 prove in salita, 164 fra criterium, circuiti, kermesse.


Su pista da dilettante e professionista ha corso 143 manifestazioni vincendone 98.

Il record dell'ora con km 49,431 stabilito a Città del Messico il 25 ottobre 1972 unitamente a quelli dei 10 e 20 chilometri, sono da considerarsi i più prestigiosi titoli sui velodromi, ma non si devono dimenticare altre performance di grande valore. Esattamente:
17 Sei Giorni (16 con Patrick Sercu ed una con Ferdinand Bracke)
1 Campionato Europeo dell’Omnium nel 1975
1 Campionato Europeo dell’Americana (con Patrick Sercu) nel 1978
3 Campionati Nazionali nell’Americana (con Patrick Sercu) fra i dilettanti (’63-’64, ’65).
5 Campionati Nazionali nell’Americana (con Patrick Sercu) fra i prof. (’66-’67, ’73, ’75, ‘76).

Ha praticato anche il ciclocross correndo 3 manifestazioni e vincendone 2.

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2008 alle 18:14
Eddy Merckx, il migliore di sempre. Inarrivabile!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2008 alle 19:18
Una domanda: è noto il curioso primato di famiglia di Axel, che ,a differenza del padre, è riuscito a vincere una medaglia olimpica, strano ma vero.

Morris, che tu sappia, Eddy Merckx ha partecipato a Tokyo 1964 (ndr per chi non lo sapesse correvano i dilettanti fino al 1992)?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2008 alle 22:51
Originariamente inviato da Subsonico

Una domanda: è noto il curioso primato di famiglia di Axel, che ,a differenza del padre, è riuscito a vincere una medaglia olimpica, strano ma vero.

Morris, che tu sappia, Eddy Merckx ha partecipato a Tokyo 1964 (ndr per chi non lo sapesse correvano i dilettanti fino al 1992)?

Eh sì, e c'era anche Gimondi. Purtroppo Memoire du cyclisme non è più consultabile "aggratis", ma ho trovato questo trafiletto: http://qn.quotidiano.net/2000/08/26/pages/artI1230088.html

PS: ho risposto io per Morris... non so comunque come andò la gara, e come vinse l'italiano Zanin.

 

[Modificato il 21/05/2008 alle 22:54 by Bitossi]

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2008 alle 23:08
Originariamente inviato da Bitossi

Originariamente inviato da Subsonico

Una domanda: è noto il curioso primato di famiglia di Axel, che ,a differenza del padre, è riuscito a vincere una medaglia olimpica, strano ma vero.

Morris, che tu sappia, Eddy Merckx ha partecipato a Tokyo 1964 (ndr per chi non lo sapesse correvano i dilettanti fino al 1992)?

Eh sì, e c'era anche Gimondi. Purtroppo Memoire du cyclisme non è più consultabile "aggratis", ma ho trovato questo trafiletto: http://qn.quotidiano.net/2000/08/26/pages/artI1230088.html

PS: ho risposto io per Morris... non so comunque come andò la gara, e come vinse l'italiano Zanin.


OT: c'è un sito da qualche parte in rete che ha praticamente copiato i risultati di memorie du cyclisme e li ha messi in formato txt. Non appena lo trovo, lo metto tra i siti interessanti. Grazie assai cmq!

 

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Livello Tour




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  postato il 21/05/2008 alle 23:24
Su merckx nn c'è null'altro da aggiungere, sulla fotografia della giovinezza, invece..... applausi per Morris....Ho 23, sono uno studente e se pure sono altri tempi, rispetto a 30 anni fa, nella tua descrizione di pensieri emozioni e prospettive, Morris, mi ci ritrovo in pieno!

 

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 22/05/2008 alle 04:35
La gara olimpica giapponese si concluse con un volatone.

Ecco l'ordine d'arrivo:

1° Mario ZANIN (ITA) in 4h 39' 51" alla media di 42.837 km/h
2° Kjel AKERSTROM RODIAN (DEN) "
3° Walter GODEFROOT (BEL) "
4° Raymond Victor BILNEY (AUS) "
5° Jose Manuel LOPEZ RODRIGUEZ (ESP) "
6° Wilfried PEFFGEN (GER) "
7° Gosta A. R. PETTERSSON (SWE) "
8° Delmo DELMASTRO (ARG) "
9° Roberto Florencio BREPPE (ARG) "
10° Laurence John BYERS (NZL) "
11° Erik Hakan PETTERSSON (SWE) "
12° Eddy MERCKX (BEL) "
13° Rubén Dario GOMEZ BEDOYA (COL) "
14° Jan Antoni KUDRA (POL) "
15° Michael HOLLINGSWORTH (AUS) "
16° Ole Hojlund PEDERSEN (DEN) "
17° Hans LUTHI (SUI) "
18° Richard Elsdon JOHNSTON (NZL) "
19° Roger SWERTS (BEL) "
20° Johny SCHLECK (LUX) "
21° Hubertus Balthazar ZOET (NED) "
22° Flemming Gleerup HANSEN (DEN) "
23° Daniel GRAC (TCH) "
24° Jose Manuel LASA URQUIA (ESP) "
25° Janos JUSZKO (HUN) "
26° Colin LEWIS (GBR) "
27° Gerben KARSTENS (NED) "
28° Severino ANDREOLI (ITA) "
29° Burkhard EBERT (RFA) "
30° Erwin JAISLI (SUI) "
31° Derek John HARRISON (GBR) "
32° Mariano DIAZ DIAZ (ESP) "
33° Felice GIMONDI (ITA) "
34° Jorge MARINE TORRES (ESP) "
35° Andras MESZAROS (HUN) "
36° Masashi OMIYA (JPN) "
37° Joseph BOONS (BEL) "
38° Louis PFENNINGER (SUI) "
39° Henri STEEVENS (NED) "
40° Gainan SAIDKHUZHIN (URS) "
41° Andrzej BLAWDZIN (POL) "
42° Johannes Aloysius Maria PIETERSE (NED) "
43° Rajmund ZIELINSKI (POL) "
44° Ricardo VAZQUEZ GOMEZ (URU) "
45° Martin Emilio RODRIGUEZ GUTIERREZ (COL) "
46° Antal MEGYERDI (HUN) "
47° Francisco PEREZ (URU) "
48° Ruben PLACANICA (ARG) "
49° Sven HAMRIN (SWE) "
50° Michael Joseph COWLEY (GBR) "
51° Sture H. V. PETTERSSON (SWE) "
52° Immo RITTMEYER (GER) "
53° Pablo Enrique HERNANDEZ LOPEZ (COL) "
54° Anatolij OLIZARENKO (URS) "
55° Gabriel MOICEANU (ROM) "
56° Constantin CIOCAN (ROM) "
57° Ion COSMA (ROM) "
58° Yuri MELIKHOV (URS) "
59° Richard Douglas THOMSON (NZL) "
60° Alexei PETROV (URS) "
61° Heinz HEINEMANN (SUI) "
62° Vid CENCIC (URU) "
63° David Brian HUMPHREYS (AUS) "
64° Max William GRACE (NZL) "
65° Jiri DALER (TCH) "
66° Malcolm Robert MCCREDIE (AUS) "
67° Rubén Dario GOMEZ BEDOYA (COL) "
68° Frantisek REZAC (TCH) "
69° Ole RITTER (DEN) "
70° John Cotton ALLIS (USA) "
71° Gunter HOFFMANN (DDR) "
72° Mashallah AMINI-SARVAR (IRI) "
73° Jan MAGIERA (POL) "
74° Laszlo MAHO (HUN) "
75° Melesio SOTO SOTO (MEX) "
76° Edy SCHUTZ (LUX) "
77° Cornelio A. PADILLA (PHI) "
78° Said-Esmail HOSSEINI (IRI) "
79° Michael Beckwith HILTNER (USA) "
80° Akbar POUDEH (IRI) "
81° Wilde H. BARIDON RICCA (URU) "
82° Buudai LUVSAN (MGL) "
83° Francisco CORONEL ROMERO (MEX) "
84° Hiroshi YAMAO (JPN) "
85° Toshiro AKAMATSU (JPN) "
86° Sun Bai LEE (KOR) "

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 22/05/2008 alle 07:59
Da ragazzino, prima ancora che al calcio e alla mia Inter, mi sono appassionato al ciclismo e alle imprese sportive del grandissimo Eddy Merckx di cui sono stato accanito tifoso pur ammirando il bravo ed irriducibile Felice Gimondi.
E questo bellissimo intervento di Morris, oltre a risvegliare molti ricordi, mi strappa un grande

 

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"Per quanto l'uomo sogni di valere, il difficile è
rimanere con i piedi per terra"

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/05/2008 alle 08:18
Il rapporto giorni di corsa-vittorie del 1971 è "mostruoso" (come altro definirlo, sennò): praticamente una vittoria ogni due giorni di corsa.
Neppure Gaggioli ....in America ....

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/05/2008 alle 09:09
Sono daccordo.

Originariamente inviato da Zpaolo

Su merckx nn c'è null'altro da aggiungere, sulla fotografia della giovinezza, invece..... applausi per Morris....Ho 23, sono uno studente e se pure sono altri tempi, rispetto a 30 anni fa, nella tua descrizione di pensieri emozioni e prospettive, Morris, mi ci ritrovo in pieno!

 

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FANTACICLISMO 2008 Campione Olimpico in linea - S. Sebastian - Parigi Bruxelles - Vincitore classifica generale grandi giri (10° Giro - 10° Tour - 4° Vuelta) 1 tappa al Tour - 4 tappe alla Vuelta 9° classifica finale.
FANTACICLISMO 2009 Liegi-Bastogne-Liegi 2° classifica finale Giro d'Italia - 2 tappe - 1 giorno in maglia rosa - Best Belgio - 5° classifica finale

66 punti (nel 2008) + 115 punti (nel 2009) di vantaggio su Frejus: la mia nemesi!

 
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Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




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  postato il 22/05/2008 alle 09:34
Questo merita di stare in cima. Come sempre grazie Morris!

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 22/05/2008 alle 23:31
Questo 3d è per me un regalo enorme. Credo che lo possa essere anche per i molti giovani appassionati di ciclismo.
Non si può prescindere da Eddy. Va studiato.
Grazie baffo. So che Eddy ha significato molto per te e, in piccola parte, anche per me.

Preparerò un piccolo contributo per questo argomento, al più presto, perchè credo che questo 3d sia uno dei fondamentali di cicloweb. Eddy Merckx, il Merckxismo, sono l'evento sportivo più rivoluzionario del dopoguerra. I numeri, i meravigliosi numeri parlano da soli e bene ha fatto Morris a isolarli alla fine del messaggio.

Dieci anni di rivoluzione. Ne sono passati 30.
Grazie Eddy.
Claudio

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/06/2008 alle 14:54
Il vento (e la tigre).
Varazze, pensione Rivabella, Marzo 1976

Settimana scorsa. Il tuo compleanno.
Hai fatto la festa a casa. Una torta con le candeline e papà ha scattato le foto. Una festina con i compagni di scuola. Al sesto piano del tuo condominio, con la torta, “esprimiundesiderio”, “spegnilecandeline”, la canzone e le facce contente di tutti. E poi siete partiti per la Liguria. Gli amichetti liquidati da mamma in tutta fretta, le valigie già pronte dalla sera prima. Hai visto il condominio diventare piccolo piccolo nel lunotto posteriore della Giulia Special. Autostrada, Turchino, mare e pensione Rivabella. Il condominio lontano.
Il tuo condominio è in una zona popolare di Brescia. Periferia verso il fiume Mella. Il palazzo è brutto, alto e brutto. I muri già scrostati e panni economici distesi dappertutto. Il tuo condominio sorge in mezzo a un piazzale asfaltato dalla geometria imprecisata. Ai lati del piazzale altri due stabili. Alti anche quelli, ma di forma e colore diversi. Il tutto ti appare disordinato anche se non lo capisci ancora bene. Una cosa bella è la sagoma scura dei Ronchi, le montagnole verso nord. Brescia è incastrata nelle prealpi. Quelle attorno alla città si chiamano Ronchi e il monte Maddalena è la montagna di Brescia. È bello verde, pieno di alberi e di case di gente ricca. Qualche volta siete andati a fare dei pic-nic, ma siete tornati subito perché tua mamma aveva paura delle vipere. Nelle immediate vicinanze del tuo palazzo non c’è niente di bello. La circonvallazione di via Oberdan, le caserme e le fabbriche. Ci sono molte fabbriche attorno. Grandi e piccole. Dietro i tuoi palazzi ce ne sono un paio di piccole. Spesso, davanti, ci sono bandiere rosse e uomini in tuta blu con lo sguardo truce e volantini in mano.
- E’ lo sciopero Claudio. Non ti fidare, è pericoloso. Cammina svelto, dai.
Ha detto tua madre mentre ti stringeva la mano e allungavate il passo davanti agli operai. Tu li hai guardati . Non avevano l’aria così truce da vicino. Uno mangiava pane e salame e avrà avuto cinquant’anni. Parlava di suo nipote a un gruppo di altri coi panini e con bicchieri di carta. Sembravano abbastanza allegri.
Al settimo piano, sopra di voi, c’è una famiglia di calabresi. Sono dei maleducati. Dal pianerottolo scendono odori di roba da mangiare. Fritture, untumi che riempiono le scale. Hanno il terrazzo e bambini che giocano e fanno rumore. Loro, i genitori, non chiedono neanche scusa. Papà c’ha già litigato forte un paio di volte e forse sono volate anche delle manate in faccia. Lui, il calabrese, ha una faccia da delinquente che mette paura. Sembra Ahuanagana, il capellone simpatico di Telemontecarlo. Però cattivo, non simpatico.
Però il tuo condominio ti piace. Ti piace lo stesso. Brutture, scioperi, asfalto con le buche e calabresi a parte, il tuo condomino è il tuo e te lo fai andare bene. Ci sono i tuoi amici. Giocate a pallone nel cortile dei garage e andate in bici fino ai campi di erba alta. Sarà meno di un chilometro, la strada è piena di buche e si ferma di fronte ai prati. Non è pericoloso andarci in bici, perché macchine non ne passano. Avete cominciato a fare delle volate, verso i campi. L’arrivo proprio davanti allo stabilimento e lo striscione con scritto “lotta operaia” è giusto giusto per segnalare il traguardo.
Uffa, hai pensato, si sarebbe potuti scendere a fare una biciclettata. È vero, e la volata l’avresti vinta facile anche oggi. Gli altri bambini non sanno niente di volate e tu invece hai già imparato come farle alle gare di amatori di tuo papà. Invece niente: si va al mare, e siete partiti a metà pomeriggio. Una settimana a Varazze, per l’aria buona, che tu, lo sai bene questo, sei ancora un bambino dalla salute debole. Sempre con la tosse o il mal di testa.
- Eh, il mare fa bene, signora, lo porti al mare. Lo iodio, la salsedine…ci vada appena possibile. Vedrà che torello che le diventa questo Claudio qui, vedrà! Lo faccia respirare in spiaggia, mi raccomando.
Un torello. Aveva detto il dottore. E i tuoi han messo via i soldi, anche quest’anno, per una pensioncina e adesso sei lì. In Liguria a fine Marzo, che non c’è un cavolo di nessuno. Solo vecchi e bambini in carrozzina. Era meglio avere i terroni sulla testa e le corse in graziella fino allo striscione. A Varazze la cosa più bella da fare è prendere il gelato. Tua mamma ti porta in gelateria un giorno sì e uno no. La gelateria si chiama K2 e ci sono dei gelati che in via Reverberi, a Brescia, non li ha mai visti nessuno. Però non è che si possa essere contenti mezzora ogni due giorni. Passeggiate, passeggiate e ore in spiaggia a scavare trincee tutto da solo. C’è il solito nonno con la nipotina, c’è il solito tipo che dipinge di celeste le cabine dei “Bagni Marina”, c’è il solito straccione senza una gamba che chiede l’elemosina vicino al tabacchino, la solita spiaggia e le solite giornate di sole che alle due fa già un bel caldino. La solita Varazze dell’anno scorso. Ti rompi le palle, ecco cosa.
Tranquillo, hai solo sette anni. Tutte queste faccende prenderanno presto un’altra piega. Solo che prima bisogna raggiungere la condizione di “torello”. Ora come ora sei un vitellino, niente di più.
Ieri sera è arrivato tuo papà. Insomma, meglio che solo con mamma, che dei due è quella più apprensiva. I soldi per una settimana tutti e tre non c’erano, ma questo fine settimana se lo passa al mare anche tuo padre.
In effetti i primi vantaggi si sono già visti. Stamattina le trincee in spiaggia le avete scavate insieme e poi papà è scomparso con una faccia furba. Dopo cinque minuti è tornato con una retina piena di biglie. Quelle con le foto dei ciclisti.
- Corriamo la Sanremo? Ha detto.
Avete fatto la pista usando una parte delle trincee, poi papà ti ha trascinato per le caviglie, mentre il tuo sedere scavava tornanti e rettilinei. Poi è cominciata la prima gara. Tu hai scelto Gimondi per via della filastrocca (…arriva Gimondi, con gli occhi rotondi, la ruota quadrata, la bici tutta scassata...) e tuo papà ha preso Merckx. Hai vinto tu la prima, papà la seconda (con grande vantaggio) e ancora tu la bella, grazie a un errore grossolano di papà all’ultima parabolica. È un po’ che lo sospetti: papà ti lascia vincere. Un po’ ti scazza questa cosa, ma oggi hai deciso di prenderla bene. La vittoria alle biglie è sempre qualcosa che mette la bocca al sorriso. A pranzo la pensione ha preparato la pastasciutta con il sugo verde. Il “pesto” lo chiamano. Il pesto l’anno scorso ti faceva schifo e invece quest’anno lo mangi volentieri. È buono. Cioè, è incredibile, ma ti piace. Mamma ti dice che un giorno mangerai volentieri anche l’insalata, ma tu questo non lo hai potuto credere. Ad ogni modo hai la pancia piena, hai vinto alle biglie e ora, per essere solo un pelo più vicino ad essere felice, ci starebbe un gelato dal K2. Solo che non è giorno. Prevedi riposino, giornalino e passeggiatina fino alle giostrine. Invece accade una cosa. Non una cosina, roba grossa.
Si sente un rumore di clacson, motori, casini vari. Che cos’è?
- Eccoli, arrivano! Dice tuo padre.
- Arrivano chi?
- I corridori, la Sanremo…

Uscite di corsa sul marciapiede dell’Aurelia. Te lo saresti mai immaginato? Ecco una sorpresa di quelle che prepara papà. La Sanremo vi passa sui piedi. Eccoli. C’è un gran casino. Gente accalcata sul marciapiede. È uscito anche il cuoco della pensione, con il grembiule tutto sporco. Passano poliziotti in moto, macchine colorate, gruppi di moto con sopra due ciccioni e quello dietro ha una macchina fotografica. E poi il gruppo. Più che gruppo, gruppetti. Passano come il vento e sono già a pezzi.

- Sono già in battaglia. Andiamo, vediamo se c’è una televisione, fra un’ora si collegano. Dice tuo padre.

Alla pensione la televisione c’è, ma è rotta. Papà si spazientisce e chiede una riunione per risolvere il problema. Non si comincia neanche: tu ti ricordi di un televisore bello grande nella saletta interna della gelateria e, alzando la voce, lo comunichi a tutta la pensione, camerieri compresi. E’ deciso, più tardi si andrà tutti a prendere il gelato. E seduti, sui divanetti damascati. Inutili le proteste di tua madre. L’argomento: “il gelato l’abbiamo già preso ieri” non viene nemmeno preso in considerazione, l’argomento: “..il gelato seduti costa troppo!” viene soppesato per qualche istante e risolto con la frase: “Risparmieremo sulle sigarette!”

È proprio vero. Mai giudicare dalle apparenze. La gelateria dentro è proprio elegante. I divanetti sono comodi, tavolini bassi di vetro hanno gambe di legno laccato di nero e i quadretti acrilici alle pareti sono astratti. Epperò, in questo zucchero di ambientino chi ti ci ritrovi? Il barbone. Quello che gli manca una gamba e raccatta i soldi vicino alla tabaccheria. Ti domandi come possa fare a pagare il conto, ma poi fissi un portafogli posato sul tavolino. È gonfio di soldi. Letteralmente gonfio. Si vedono i margini dei biglietti da diecimila uscire di lato. Hai capito il mendicante del cazz.o? È seduto vicino alla televisione, si ciuccia un “Banana Split” colossale e fissa la sigla dell’eurovisione. Quando vi vede vi fa: “Io guardo la Sanremo, se vi va bene: bene. Se no, mi dispiace, ma io, comunque, guardo la Sanremo!”. Stabilito l’accordo con l’abbiente accattone vi accomodate e ordinate: Cioccolato e pistacchio per te, solo cioccolato (cacao, come lo chiama lui) per tuo papà. La mamma è in fuga verso le giostrine. Il gruppo, voi, non fa niente per raggiungerla.
Ecco una fetta di felicità. La voce di De Zan, tuo padre che pretende di spiegare la corsa a un disgraziato senza una gamba e cucchiaiate di gelato buonissimo che finiscono nella tua bocca. C’è una giustizia, c’è un ordine nel mondo, cominci a capirlo.
La tv manda immagini azzurrate. Si vedono ciclisti piegati in due che si alternano al comando. De Zan dichiara che Capo Berta ha fatto selezione ed in effetti è un gruppetto di venti uomini quello che vedi animarsi sullo schermo.

“…Demeyer, Maertens, Moser, De Vlaeminck, Kuiper, Vandenbroucke….ed ecco Eddy Merckx che passa a condurre…”
- Vai Eddy, grande! Vai!
- Ah, non è il suo anno. U l'e' vegiu, oramai. Io le ho viste tutte, ma non è più quello degli altri anni, quando faceva la volata anche per il traguardo volante che c’è qui, a Varazze. L’ho visto io. Sprintare, vincere davanti ai gregari italiani di Motta e di Gimondi e poi staccare tutti sul Poggio. Ma quest’anno no. Non era davanti quando son passati qua davanti. E glielo dico io, caro signore, la settima Sanremo se la scorda. Gliele fanno pagare tutte adesso. Fan bene. U l'e' vegiu!
- Tsee. Vedrà se è vecchio, il “mostro”. Vedrà…
Tu questa cosa non la capisci. Ci deve essere un record di mezzo e questo Merckx è un vecchio campione sul viale del tramonto. Si è fatto voler male, sostiene il barbone, ma tuo padre lo smentisce. Argomenta poco, assorbito dalle immagini, ma sembra sicuro di se.

La corsa ti piace. È la prima corsa che vedi così bene in tv. La guardi e capisci cosa succede. I cambi in testa, il vantaggio che aumenta, gli scatti. Ecco una corsa. Venti tori che si danno battaglia. Una lunghissima volata fino allo striscione degli scioperanti. La strada è sempre strada. Periferia di Brescia o riviera ligure. Grazielle o bici da corsa. Lo striscione è sempre rosso. Ecco una cosa per cui vale la pena. Lo avevi già capito alle corse di tuo padre, ma questo è diverso. Questo è il mondo che si mostra a te con un volto che non immaginavi. La gloria, l’onore e il combattimento esistono. Esistono. Non è il gioco “indiani e cauboi” e neanche i soldatini americani dietro al carro armato. È una gara in bici, ti è appena passata davanti e quindi esiste. Adesso è in televisione e quindi esiste ed è famosa per un sacco di gente. La gente li riconosce, li ammira, li chiama per nome. Vanno in bici come siluri e stanno per combattersi in una guerra che non lascia morti. Quelli sono eroi, non c’è dubbio.
Il gelato è quasi finito, ma è stato buonissimo. Anche la Banana Split del barbone è andata. La bocca storta del tizio è inzaccherata di panna montata. Senza staccare lo sguardo dallo schermo, richiama una cameriera e ordina un frappè alla fragola. Il ciclismo richiede zuccheri, si capisce.
De Zan cantilena un commento che ti rimarrà nelle orecchie anche per i prossimi anni. La corsa si avvicina al traguardo. Le immagini rimandano orizzonti di mare e giardini di agavi dietro le schiene curve degli eroi. Qualcosa sta per succedere. E succede.

Un proiettile attraversa la tv. Tutto si confonde perché l’operatore in moto si è voltato di scatto per seguire l’azione e quello che si vede è la riviera ligure che esplode e si ribalta come se si fosse scatenata, improvvisa, la tempesta di un quadro di Turner. Tuo padre deve avere scorto, ribaltata, una sagoma familiare perché sibila fra i denti le lettere “EDDI” con aria trasognata.
Infatti. La tv è tornata in quiete e ora inquadra una strada vuota. Invece no, c’è qualcosa in fondo alla strada. Si avvicina ed ecco: un sedere umano che sormonta una bici, pompa due stantuffi-gambe e si allontana in fuga prospettica verso il fuoco di bordo strada, righe di mezzeria e marciapiedi. Spalle, schiena, braccia; scomparse. Nascoste dalla postura dell’uomo che si chiude come una conchiglia sul telaio della bicicletta. È bellissimo, pensi.
- Eddy-sìììì!
Tuo padre ha riconosciuto, e ora è sicuro, i lombi del beniamino. Scatta in piedi con fare di scherno. Brandisce un pugno in aria e ti guarda soddisfatto! La cannuccia del frappè rimane a mezzaria e gocciola tracce rosa pallido sull’unica gamba dello storpio. Lo vedi incupirsi, deglutire e sillabare sbilenco: “cazzomerckx”. Ancora la tv ti conquista. Qualcuno è sceso sulle piste del vecchio e la schiena con scritto MOLTENI si rialza qualche grado sull’orizzontale. Scivola dietro. La mano di Eddy al telaio, toglie una borraccia e la porta alle labbra. Scompare in fondo al gruppetto. La faccia da cinese, gli occhi socchiusi. È questo Merckx? Ti domandi.

Il barbone si riprende dall’apnea e tuo padre si è riseduto, ma eccolo balzare su ancora. Eddy è ripartito. De Zan lo ha visto subito e urla qualcosa. Adriano De Zan ha capito, ha capito qualcosa. Qualche cosa avviene nel televisore, sulla strada. C’è un uomo magico che torna ad essere una tigre. Lo vedi aggredire la strada, lo vedi trasformarsi e assumere sembianze di fiera. I cacciatori dietro inseguono e la stanno riprendendo. La tigre si rialza. I cacciatori si aprono a ventaglio e ondeggiano le teste. Sguardi che si incrociano con le gambe ferme, l’aria sembra immota, Adriano non parla più. Ecco un altro scatto. Sempre Merckx. Di nuovo Merckx. Ancora Merckx….
….Manca poco al Poggio, l’ultima salita prima dell’arrivo. Il mendicante appare più stanco di Freddy Maertens. Allunga diecimila alla cameriera e sussurra: “Una millefoglie, con la panna…”.
Eddy è appena stato ripreso per l’ennesima volta. De Zan confonde il numero di attacchi in sequenza, cinque, sei, sette, tuo papà dice unidici, ma nessuno ha pensato di tenere il conto. La recita di Merckx sorpassa ogni immaginazione. Eccolo sfilare il gruppetto: la smorfia ancora disegnata, smette di pedalare, la caviglia sinistra a martello in un gesto abituale di allungamento. Gli altri viaggiano con la sconfitta disegnata in volto. Tutto sembra sospeso. Manca poco. Pochissimo. Quasi niente.
Ecco…

La sagoma della tigre passa ancora una volta. Di lato, scartando. Artiglia l’aria e lo spazio. Il motociclista deve aver mangiato la foglia e non si sorprende. L’inquadratura cattura la belva di lato. Mio Dio. So cosa stai pensando. So cosa hai pensato in quel momento, Claudio, piccolo Claudio. Adesso, di lato, lo vedi. È forza e bellezza. È quello che manca a tutti per essere come lui. Siepi di alloro e Buganvillea che scorrono dietro quella schiena orizzontale. Anzi di più, più che orizzontale, la testa è incassata e bassa, sotto il profilo della colonna vertebrale. Lo vedi. Gli angoli della bocca in giù. Rughe come cicatrici. Muscoli, vene, tendini. Gli occhi fissi, strizzati più del solito. Lo spander in bocca. Il torace immenso, rotondo, schiacciato sulle cosce. Le braccia piegate e le mani serrate. E i capelli scuri, un poco lunghi, sembrano pettinati da una mano amorosa di madre. Con la riga in mezzo e un ciuffetto che si sposta di qua e di là. Ma la riga in mezzo non l’ha fatta una mamma innamorata. È stato il vento. Il vento che si è innamorato di Merckx e lo avvolge. Lo accoglie, si apre davanti lui e si offre a essere violato come una vergine vogliosa che ha trovato il suo uomo. E lui avanza, avanza, spinge, spinge, sempre più basso, allungato e feroce, come un amante mai sazio, indiavolato e santo.
Indiavolato e santo.

Quello che accade dopo. È un di più che non aggiunge nulla alla verità che si è costruita davanti a tuoi occhi di bambino troppo cresciuto.
Gli inseguitori di Eddy rinunciano alla battaglia. Spossati. Sfibrati dal combattimento con la ferocia fatta uomo. Rientra solo un giovane, Vandenbroucke, che accompagnerà il campione fino al traguardo. Merckx vince la sua settima Milano-Sanremo, sull’orlo della sua fine di campione inimitabile. Ha sparato un pugno nel cielo, come fosse la prima vittoria di un novizio, ha vinto l’ultima battaglia campale, ha posseduto l’ultimo vento puro di ponente. E tu. Tu hai visto quello che volevi, senza saperlo.


Tu e tuo padre uscite mano nella mano, verso le giostrine. Camminate sulle piastrelle nuove del lungomare.
- Bello eh? Ti è piaciuto?
- Sì, tanto.
- Bene, bene. Grande Eddy. Adesso andiamo, la mamma ci aspetta.
- Sì….Papà.
- Sì.
- Camminiamo sulla spiaggia?
- Sì, va bene. Perché?
- Per respirare l’aria buona. Devo guarire bene, diventare un torello. Giusto?
- Sì…sì, giusto. Andiamo. Andiamo sulla spiaggia


Claudio Dancelli - giugno 2008




Un ringraziamento particolare a Alberto-Pedalando per i preziosi consigli sul dialetto ligure. Bellalì, Alba.
Grazie anche a Morris, che mi ha confermato che il telecronista era proprio il grande Adriano. Grazie baffo

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2008 alle 21:37
prafo,bellissima

ciao

mesty

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/06/2008 alle 21:40
Originariamente inviato da mestatore

prafo,bellissima

ciao

mesty

grazie Mesty, ci vediamo domenica

 

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Moderatore




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  postato il 06/06/2008 alle 01:50
Maledetto Dancelli.
Spero tu sia ingrassato un po', perché uno così bravo deve essere almeno un po' bello.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 06:28
Bravo Morris! L'enciclopedia più appassionante che ci sia!
Fai diventare Eddy ancora più grande!!!


Grazie Claudio, sei tu il bambino? Sei sempre più bravo!

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 08:06
Bravissimo Claudio (e Morris, ovviamente).
Aggiungo qualcosa (di personale).
Può un bambino odiare ?
Può, come tutti, ed anche più intensamente perchè lo stesso odio, in un corpo piccolo, ha peso specifico maggiore.
Confesso, da bambino ho odiato Eddy Merckx.
E parecchio.
Oggi la cosa mi fa sorridere, allora le sue vittorie mi facevano male.
E parecchio.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 08:43
Nino,
devi aver sofferto un bel pò!

Claudio,
chapeau!

 
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Livello Gianni Bugno




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  postato il 06/06/2008 alle 10:36
Originariamente inviato da nino58

Bravissimo Claudio (e Morris, ovviamente).
Aggiungo qualcosa (di personale).
Può un bambino odiare ?
Può, come tutti, ed anche più intensamente perchè lo stesso odio, in un corpo piccolo, ha peso specifico maggiore.
Confesso, da bambino ho odiato Eddy Merckx.
E parecchio.
Oggi la cosa mi fa sorridere, allora le sue vittorie mi facevano male.
E parecchio.


Sara' l'eta', similare, il fatto di essere entrambi Liguri, e , come tale, profondamente orgogliosi delle nostre corse, prima fra tutti la Classicissima, ma ognuna di quelle sette vittorie di Merckx me lo resero sempre piu' antipatico all'epoca.
E mi facevano pensare ai nostri come dei piccoli davide che combattessero un immenso Golia.
Oggi, quando lo rivedo , di rado, in TV, col suo faccione sorridente e l'italiano imparato in tanti anni di militanza da noi, peraltro migliore di quello di tanti italiani dei suoi tempi, sorrido e , pensando alla mia prima giovinezza, talvolta mi commuovo anche un pochettino...

 

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"Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita!"

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 10:59

 

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..vince, trionfa! Alza le braccia al cielo!!
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Decalogo http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=7799

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Livello Marco Pantani




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  postato il 06/06/2008 alle 12:37
Originariamente inviato da miky70

Bravo Morris! L'enciclopedia più appassionante che ci sia!
Fai diventare Eddy ancora più grande!!!


Grazie Claudio, sei tu il bambino? Sei sempre più bravo!


grazie! Sì il claudio ero io.
ciao
cla

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2008 alle 12:54
Sì Ottavio, ho sofferto molto.
E direi che il mio disincantato pessimismo ha le sue origini anche in quelle vicende : "è inutile sperare, il tuo avversario vincerà sempre" .
E la mia costanza anche dal comportamento del paladino Gimondi.
Caro gru-nt, non sono ligure ma milanese però ci restavo male anche quando vinceva i giri di Lombardia (meno delle Sanremo, per fortuna).

 

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nino58

 
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  postato il 07/06/2008 alle 00:46
a parte l'usuale scorrevolezza della prosa
questa volta mi e'piaciuto molto il passaggio in cui
il piccolo Claudio ha la "rivelazione".

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 10/06/2008 alle 11:35
Claudio, il bambino osservatore geniale che scopre pian piano le bellezze e le contraddizioni dell’intorno, che trova ragione alle bruttezze e si compone nel determinarsi quei “perché” che sono la vocazione più profonda dell’infanzia, non poteva avere una rivelazione sportiva migliore. L’uomo, la furia agonistica del più forte campione che lo sport abbia mai espresso, nel più maestoso dei canti del cigno, giungono a costruire sull’animo del piccino, un orizzonte, una risposta sulla via della passione e della ragione. Come tutti gli zoom che si dischiudono supremi nelle età più tenere, alla presenza fattiva dell’inconscio idolo rappresentato da un genitore, l’imperiosa settima vittoria di Eddy Merckx alla Sanremo, diventa per il piccolo Claudio un totem.
Oggi, a trentadue anni di distanza, il suo gelato è l’emozione di quel giorno a Varazze, si potrebbe dire: il punto d’incanto tecnico e agonistico del rapporto fra l’adulto architetto Claudio e il ciclismo. Raccontarlo da par suo, una forma di ringraziamento per quel campionissimo ispiratore, ed a se stesso, per l’elevazione prodotta.
Gigantesco Dancelli, per un gigante che, come nelle istantanee di quel 19 marzo 1976 che vado ad allegare, rappresenterà perenne il ciclismo della forza, della determinazione e della quasi perfezione nelle risultanze.

Chapeu!


...Da considerarsi l'emblema dell'azione di Merckx....


....L'arrivo a pugno chiuso, come dal racconto di Claudio...

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/06/2008 alle 19:32
Originariamente inviato da Morris


...Da considerarsi l'emblema dell'azione di Merckx....


....L'arrivo a pugno chiuso, come dal racconto di Claudio...


Eccolo lì. Spianato sul telaio. Il gruppetto dietro che si allontana.
grazie Morris, W Eddy, sempre.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/06/2008 alle 20:50

Questo 3d di Morris merita di essere posto all’attenzione del forum intero. La carriera di Merckx, almeno nei suoi capisaldi, dovrebbe essere conosciuta dai più giovani. Non ci si può accostare alla disciplina prescindendo da quello che è stato il Merckxismo. Ovviamente ci sono altri capitoli della storia del ciclismo agonistico che meritano approfondimenti, ma l’epoca di Merckx si caratterizza per due dati che la rendono doverosa: è relativamente vicina, tratta del campione con il palmares più ricco e con lo stile di gara più aggressivo di tutta la storia del pedale.

Prendo spunto dai dati elencati da Morris.
Rielaborando il palmares di Merckx e distribuendo anno per anno le vittorie più importanti emerge un dato incredibile. Ecco di seguito le straordinarie sequenze di vittorie di prestigio del grande belga nelle diverse stagioni. Vedrete annate in cui Eddy trionfava in 2 gt, 3 classiche monumento, altre gare di grande valore e (nel 72) chiudeva con il record dell’ora a mexico city.
Questi numeri impressionano ancora di più se si tiene conto dell’indubbio valore degli avversari e della condotta di gara (la corsa in testa) sempre generosa del mio amato cinesino.
Leggete e lustratevi gli occhi:


1966 - Milano Sanremo
1967 - Milano Sanremo, Freccia Vallona, Gand-Wevelgem, Campionato del Mondo
1968 - Giro di Sardegna, Parigi-Roubaix, Giro d’Italia
1969 - Parigi-Nizza, Milano Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro delle Fiandre, Tour de France
1970 - Parigi-Nizza, Gand-Wevelgem, Parigi-Roubaix, Freccia Vallona, Giro d’Italia, Titolo nazionale Belga, Tour de France
1971 - Het Volk, Giro di Sardegna, Parigi-Nizza, Milano Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Tour de France, Gp Francoforte, Campionato del mondo, Giro di Lombardia
1972 - Milano Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallona, Gand-Wevelgem, Giro d’Italia, Tour de France, Giro di Lombardia, Record dell’ora (Mexico City)
1973 - Het Volk, Giro di Sardegna, Liegi-Bastogne-Liegi, Parigi-Roubaix, Amstel Gold Race, Parigi-Bruxelles, Giro d’Italia, Vuelta Espana,
1974 - Giro d’Italia, Giro di Svizzera, Tour de France, Campionato del Mondo
1975 - Giro di Sardegna, Milano-Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race
1976 - Milano-Sanremo


Ecco, questi 11 anni caratterizzati da grandi vittorie. Alcune osservazioni:

- il dominio Merckx si apre e si chiude con due annate in cui l’unica grande vittoria è la Milano-Sanremo. In questi 11 anni la Sanremo manca solo in 4 stagioni.
- da segnalare ben 4 doppiette nei Gt: 3 Giro-Tour e una Giro-Vuelta (mancando, peraltro, la doppietta del 1969, anno del “golpe” di Savona) e un totale di 11 GT (record).
- si potrebbe dividere in tre fasi questi 11 anni. Dal ‘66 al ’68 Eddy è uno dei grandi protagonisti del movimento, la vittoria al Giro 1968 in maglia iridata segna l’inizio del dominio vero e proprio (all’inizio Eddy veniva descritto come un velocista di grande forza!), ma non c’è ancora il dominio schiacciante. Dominio che diventa evidente dal ’69 al ’73 in questi 5 anni Merckx annichilisce gli avversari. Si impone in 8 GT, 12 Classiche Monumento, 7 Classiche (Fleche, Amstel…) e stabilisce il record dell’ora. Dal ‘74 al ’76 Merckx sembra selezionare i risultati: gare a tappe nel 1974 e grandi classiche nel 1975. Nel 1975, comunque, Eddy realizza (con l’iride indosso) un filotto di classiche impensabile per chiunque. Sanremo, Fiandre, Liegi e Amstel attraversano un arco di tempo e di tipologia di gara che nessun ciclista iperspecializzato di oggi si può permettere. Eddy Merckx è stato l’ultimo grande campione ciclista non specializzato.
- Gli anni del dominio totale sono 9: dal 1967 al 1975

Chiudo con alcune domande-curiosità per Morris:

- Sembra che Eddy abbia vinto tutto, in realtà noto la mancanza di due gare dal grande fascino: la Bordeaux-Parigi (gara che si corre-correva?-per metà dietro derny) e il GP delle Nazioni a cronometro. Sai dirmi qualcosa di queste due nobilissime gare nella storia di Merckx?
- Ritiri: sapresti dirmi alcuni ritiri eccellenti di Merckx? Io ho il dubbio che raramente abbia abbandonato la corsa.
- Esisteva già il trofeo SuperPrestige? O c’era qualche altra classifica di merito del ciclismo?
- Quante tappe ha vinto nei diversi Gt?
- Quale ritieni la vittoria tecnicamente più significativa di Eddy? Nel mio immaginario è la tappa del Tourmalet nel 1969 vinta indossando la Maillot, con un attacco da lontano e con oltre 7 minuti di vantaggio sul secondo arrivato (Michelino Dancelli!)
- Leggendo il tuo post iniziale un dato che non ricordavo mi ha letteralmente sconvolto: le 5 LBL vinte da Merckx. Potresti parlarcene? Il percorso LBL era simile a quello di questi anni o era meno nervoso?

Ciao belli:
claudio

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/06/2008 alle 02:23
Originariamente inviato da claudiodance
Chiudo con alcune domande-curiosità per Morris:

- Sembra che Eddy abbia vinto tutto, in realtà noto la mancanza di due gare dal grande fascino: la Bordeaux-Parigi (gara che si corre-correva?-per metà dietro derny) e il GP delle Nazioni a cronometro. Sai dirmi qualcosa di queste due nobilissime gare nella storia di Merckx?


La Bordeaux-Parigi non si corre più, purtroppo. Eddy però, non l’ha mai corsa. Forse perchè ai suoi tempi era già decaduta.
Il GP delle Nazioni, invece, l’ha visto partecipare un paio di volte: nel 1966, appena 21enne, giunse terzo, dietro Anquetil (1°) e Gimondi; vinse l'edizione del 1973, davanti a Ocana (2°) e Zoetemelk (3°). La corsa di spessore che gli manca è la Parigi Tours. Vi partecipò 6 volte, senza mai andare sul podio. La Classica dei Castelli della Loira registrò, causa caduta, nel 1974, anche uno dei suoi tre ritiri importanti.

- Ritiri: sapresti dirmi alcuni ritiri eccellenti di Merckx? Io ho il dubbio che raramente abbia abbandonato la corsa.


Oltre a quello della Tours, si ritirò nella Parigi Bruxelles ’76 e nella Freccia Vallone che segnò il suo esordio fra i professionisti, il 29 aprile 1965. In questa occasione, dimostrò subito un temperamento fuori dal comune. Tentò di vincere e solo quando il trio composto da Poggiali (poi vincitore), Gimondi e Simpson riuscì a domarlo, si ritirò. Non lo dimenticherò mai.

- Esisteva già il trofeo SuperPrestige? O c’era qualche altra classifica di merito del ciclismo?


Certo, si chiamava Superprestige Pernod (durata 1958-1988), ed era stupendo nella sua correttezza e completezza. Per un giovane merckxiano come me, il Pernod in ghiaccio, non tardò molto a divenire il liquore delle avances con le pulzelle nelle balere: pesavo 63 chili, ed ero un atleta che vinceva parecchio, anche se oggi non si direbbe . Merckx ha il record di vittorie nella rassegna: sette volte, ininterrottamente dal 1969 al 1975.

- Quante tappe ha vinto nei diversi Gt?


Sono 82 nei Giri a tappe, 57 nei tre GT (34 al Tour, 19 al Giro, 6 alla Vuelta).

- Quale ritieni la vittoria tecnicamente più significativa di Eddy? Nel mio immaginario è la tappa del Tourmalet nel 1969 vinta indossando la Maillot, con un attacco da lontano e con oltre 7 minuti di vantaggio sul secondo arrivato (Michelino Dancelli!)


Pur nella lunghissima serie delle papabili, il tuo immaginario è giusto: per il giorno torrido e per le fatiche a cui s’era sottoposto in quel Tour, dove umiliò l’intero lotto.
Allego quanto scrissi in un opuscolo nel 1993, a proposito di quella grande giornata pirenaica di Eddy.

LUCHON-MOURENX-VILLENOUVELLE – 214,5 km (Tour de France 1969)
E' il 15 luglio e la carovana del Tour deve affrontare le più dura tappa pirenaica. La corsa ha un padrone di nome Eddy Merckx. Tutto il suo Tour, fin lì, è stato corso per esaurire la rabbia della squalifica per doping al Giro d'Italia. Una squalifica ingiusta, perché egli sa di esser stato bidonato. Corre pure per schiaffeggiare un indefinibile numero d’idioti, soprattutto italiani, che lo credono "drogato" e avvantaggiato. Ha il Tour in pugno, ma non si accontenta. Vuole distruggere avversari tanto forti, quanto piccolissimi al suo cospetto. Così, dopo aver controllato le velleità dello spagnolo Joaquin Galera sul Peyresourde e l’Aspen, sulle rampe del Tourmalet, lascia tutti per involarsi solitario sui pendii di un mito che sta costruendosi con una regolarità di vittorie, che non hanno paragoni nella storia dello sport. Scala sempre più solo il terribile Aubisque, quel giorno soffocante come mai e, dopo 105 chilometri di fuga, a 15 dal traguardo di Villenouvelle, chiama l'ammiraglia di Guillaume Driessens, per dirgli che è un uomo e non ce la fa più. Driessens, ammirato come non mai, gli risponde: "Non ti scoraggiare Eddy, gli altri sono lontani e più stanchi di te!"
Merckx, richiama il fondo della sua impareggiabile determinazione e giunge a Villenouvelle con quasi otto minuti su Dancelli, Poulidor, Pingeon ecc. e un quarto d’ora su Felice Gimondi. Sul podio sale solo Merckx, perché gli altri non hanno la forza per farlo. Cinque giorni dopo, l'uomo mette piede sulla Luna, mentre sulla terra, ai Campi Elisi, l'umanità incorona un marziano.

Ordine d’Arrivo:
1. Eddy Merckx
in 7h04'28" (Media: 30.320 km/h)
2. Dancelli a 7'56"
3. Vandenbossche a 7'57"
4. Bayssiere
5. Pingeon
6. Theilliere
7. Zimmermann
8. Poulidor
9. Janssen a 14'47"
10. Wagtmans a 14'48"
11. Gutty à 14'49"
12. Letort
13. Labourdette
14. Van Impe
15. Van Schil
16. Vidament
17. Gimondi
18. Izier
19. Dumont
20. Gandarias
21. Agostinho
22. Vianelli
23. M.Galera a 24'26"
24. J.Galera
25. Janssens a 27'38"
26. Zandegu a 32'39"
27. Riotte
28. Perurena
29. Ottenbros
30. Anni
31. Lopez-Rodriguez
32. Beugels
33. Santambrogio
34. Dolman
35. Delisle
36. Gomez Lucas
37. Leman
38. Jimenez
39. Vandenberghe
40. Spruyt
41. Reybrouck
42. Swerts
43. De Boever
44. Karstens
45. Van der Flaas
46. Stevens
47. Poppe
48. Coulon
49. Bellone
50. Bodin
51. Galdos
52. David
53. Abrahamian
54. Raymond
55. Delberghe
56. Aimar
57. Guyot
58. Castello
59. Gabica
60. Hoban
61. Catieau
62. Balmamion
63. Guerra
64. Lazcano
65. Lebaube
66. Berland
67. De Block
69. Cooreman
70. Poggiali
71. Peffgen
72. Ferretti
73. Schutz
74. Wright
75. Rigon
76. Haast
77. Matignon
78. P.In't Ven
79. Van Springel
80. Altig
81. Bouloux
82. Panizza
83. Mintjens
85. Wilhelm
86. Genet
87. Harrison a 44'09"

Ecco una foto di Eddy scattata sull’Aubisque proprio quel giorno (almeno io l’ho nel computer con questa segnalazione)



Note: il buon cremasco Pietro Scandelli, unico italiano nella grande Faema di Eddy in quel Tour, grazie alle prestazioni pigliatutto del capitano, si portò a casa, in soli premi, 3 milioni e novecentomila lire. A quei tempi, circa i soldi di un appartamento.



- Leggendo il tuo post iniziale un dato che non ricordavo mi ha letteralmente sconvolto: le 5 LBL vinte da Merckx. Potresti parlarcene? Il percorso LBL era simile a quello di questi anni o era meno nervoso?


Il percorso è stato reso molto più aspro nel finale, con l’inserimento del St Nicolas, ma per il resto, “La Doyenne” è sempre stata molto dura. Anzi, ai tempi di Eddy, i primi 200 chilometri erano forse un tantino più difficili. La Redoute era l’ultima severa asperità. Lì, dovevi tentare e poi ti aspettavano una trentina di chilometri, da fare in apnea. Le vincenti Liegi-Bastogne-Liegi di Eddy Merckx, hanno avuto tutte un andamento dissimile.
Nel 1969, si presentò al traguardo assieme al compagno di squadra Victor Van Schil. I due avevano fatto il vuoto a metà percorso. Negli ultimi chilometri l’ottimo Van Schil (oggi sarebbe un capitano), non ce la faceva più, ma Eddy non lo staccò. Arrivarono con 8’05” su Barry Hoban (colui che s’è unito in matrimonio con la vedova di Tommy Simpson).
Incredibile ed indimenticabile la vittoria del 1971. Merckx attaccò ad ottanta chilometri dal traguardo e si costruì, fino alla Redoute, un vantaggio abissale: circa cinque minuti. Sulla celebre erta delle Ardenne andò in crisi. Nel frattempo, dagli inseguitori, era uscito con una grande azione il connazionale Georges Pintens, un brevilineo, tozzo, con la faccia da fumetto di Walt Disney, fortissimo sul passo. Il vantaggio di Eddy iniziò a scemare. Ad una manciata di chilometri dall’arrivo, Georges lo raggiunse. Qui Pintens peccò di presunzione, ed anziché cercare la frustata dello scatto, continuò la sua progressione, convinto di avere di fronte un avversario distrutto. Invece Eddy, che aveva passato gli ultimi venti chilometri cercando di riprendere con gli zuccheri un po’ di smalto, riuscì a porsi alla ruota dell’indemoniato connazionale. Georges, tentò lo scatto troppo tardi, dalla testa e fu una telefonata che non poteva certo sciogliere la determinazione imperiale del “Cannibale”. La volata non ebbe poi storia: Merckx, vinse con due macchine abbondanti di vantaggio. Da notare che il terzo, Frans Verbeeck, giunse a 4’51”, quindi Eddy aveva marciato, dalla crisi all’arrivo, pressappoco alla stessa andatura degli inseguitori. La differenza vera l’aveva fatta Pintens (che poi vinse la “Liegi” nel 1974). Di questa vittoria ne parlai col “Cannibale” nell’ultimo nostro incontro e, recentemente, vista la trance agonistica che mi prende quando parlo di lui, con la sua segretaria, Martine, una persona squisita. Cosa mi hanno detto, sarà per una prossima volta, perchè adesso sono cotto.
Il terzo successo di Eddy alla Doyenne si consumò nel 1972 e fu un monologo: attaccò ancor prima della Redoute, ed incrementò via via il vantaggio, giungendo al traguardo con 2’40” su Schepers, 4’35” su Van Springel, 5’26” su Swerts, Pintens, Mortensen e Delisle.
Terzo successo consecutivo e poker di vittorie nel 1973. A giocarsi la “Liegi” allo sprint, furono in tredici, i migliori, ed Eddy con una volata delle sue, anticipò di un soffio Verbeeck, indi Godefroot, Poulidor, Ovion, Thevenet, Mortensen, Pintens, Zoetemelk, Van Schil, Van Springel, Houbrechts e Ocana. La presenza nel drappello di molti corridori da GT, dimostra quanto la Doyenne sia praticamente da sempre, una classica tecnicamente unica.
Merckx suonò la quinta nella Classicissima delle Ardenne, nel 1975, quando rintuzzò gli attacchi a tenaglia di Thevenet e Godefroot, coi quali si era avvantaggiato nel finale e se li tolse di ruota negli ultimi trecento metri.

Che dire? Su Eddy, sui suoi avversari, sulla Doyenne, ci sarebbe ancora tanto, ma …sarà per un’altra volta.

Ciao!

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 11/06/2008 alle 05:20
La gara piu' indimenticabile e piu' bella di Eddy Merckx, per me, fu una tappa del tour apparentemente insignificante. Veniva immediatamente dopo la famosa e terribile tappa alpina di Orcieres Merlette, dove Ocana gli rifilò quasi 9 minuti, a lui ed al gruppo dei migliori che lo accompagnava. All'arrivo, Merckx fu dato in crisi e per spacciato, Tutti dissero che era arrivato il suo declino.

La tappa di cui parlo abbandonava le Alpi per arrivare a Marsiglia, circa 300 km, tutti segnati dal mistral.

Poco dopo la partenza Eddy scatena la bagarre; parte la fuga di 8 o 10 corridori tra i quali, oltre a Merck stesso, due suoi gregari, uno dei quali doveva essere Bruyere, se non mi fa difetto la memoria. Il drapello guadagna circa 3, 4 minuti fino a quando il gruppo, trascinato dalla squadra di Ocana, maglia gialla, non dà inizio ad una rincorsa furibonda.

Tutta la corsa, ore e ore, con il gruppetto Merckx avanti di 3 minuti, 3 minuti e mezzo e cosi' fino all'arrivo, dove giungono in 6, con poco piu' di 3 minuti sul gruppo Ocana.

Merckx non la vincerà neanche quella tappa; andò ad Armani, che era stato tutto il giorno a ruota.

Quella gara fu contrassegnata dal furore, dall'incommensurabile orgoglio di Eddy, da una volontà che non ho mai letto sul volto di nessuno, mai piu'. La rabbia che gli bruciava dentro non voleva, non poteva aspettare i Pirenei per scatenare la sua vendetta su Ocana; l'unico corridore al mondo che l'abbia mai fatto soffrire e piangere.
Luis Ocana; corridore di classe incommensurabile, uomo delicato come il cristallo piu' puro. Un perdente che ebbe paura di vincere.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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  postato il 11/06/2008 alle 05:48
Un piccolo aneddoto che ancora oggi, a tanti anni di distanza, mi porto dentro assieme a chi ne è stato assieme a me protagonista.

Tappa del Giro con arrivo a Modena, in Viale Vittorio Veneto. Io ero dilettante, a quell'epoca e, chissà perchè, ogniqualvolta andavo (e vado) ad assistere all'arrivo di una gara, mi tenevo sempre in disparte e lontano dal centro dell'azione. Ero assieme alla mia ragazza, diventata poi mia moglie e, giunti all'ultimo momento, ci eravamo sistemati un centinaio di metri oltre la linea d'arrivo lontano un po' da tutto e da tutti.

La tappa si concluse con un volatone e, sullo slancio, un solo corridore arrivò dove stavamo noi. Si fermò a neanche mezzo metro. Mia moglie ed io lo guardammo in silenzio, immobili e con la bocca forse aperta: era Eddy, alzò lo sguardo, incontrò il nostro e ci sorrise. Girò la bicicletta e si allontanò.

 

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  postato il 12/06/2008 alle 10:24
Originariamente inviato da prof
La gara piu' indimenticabile e piu' bella di Eddy Merckx, per me, fu una tappa del tour apparentemente insignificante. Veniva immediatamente dopo la famosa e terribile tappa alpina di Orcieres Merlette, dove Ocana gli rifilò quasi 9 minuti, a lui ed al gruppo dei migliori che lo accompagnava. All'arrivo, Merckx fu dato in crisi e per spacciato, Tutti dissero che era arrivato il suo declino.

La tappa di cui parlo abbandonava le Alpi per arrivare a Marsiglia, circa 300 km, tutti segnati dal mistral.

Poco dopo la partenza Eddy scatena la bagarre; parte la fuga di 8 o 10 corridori tra i quali, oltre a Merck stesso, due suoi gregari, uno dei quali doveva essere Bruyere, se non mi fa difetto la memoria. Il drapello guadagna circa 3, 4 minuti fino a quando il gruppo, trascinato dalla squadra di Ocana, maglia gialla, non dà inizio ad una rincorsa furibonda.

Tutta la corsa, ore e ore, con il gruppetto Merckx avanti di 3 minuti, 3 minuti e mezzo e cosi' fino all'arrivo, dove giungono in 6, con poco piu' di 3 minuti sul gruppo Ocana.

Merckx non la vincerà neanche quella tappa; andò ad Armani, che era stato tutto il giorno a ruota.

Quella gara fu contrassegnata dal furore, dall'incommensurabile orgoglio di Eddy, da una volontà che non ho mai letto sul volto di nessuno, mai piu'. La rabbia che gli bruciava dentro non voleva, non poteva aspettare i Pirenei per scatenare la sua vendetta su Ocana; l'unico corridore al mondo che l'abbia mai fatto soffrire e piangere.
Luis Ocana; corridore di classe incommensurabile, uomo delicato come il cristallo piu' puro. Un perdente che ebbe paura di vincere.

Caro Prof, anch'io ho un ricordo vivo di quella tappa, anche se logicamente sbiadito nei particolari.
Così, mi hai fatto venire voglia di andare a controllare: i due compagni di squadra di Merckx in fuga con lui erano Wagtmans e Huysmans; inoltre, il vantaggio finale sul gruppo Ocaña fu qualche secondo meno di 2 minuti.
Il nome di Bruyere ti è rimasto in mente forse per un altro particolare: gli altri compagni di Merckx attesero Bruyere perché aveva forato, e finirono (mi pare tutti) in un terzo gruppo, che non riuscì mai a rientrare sul secondo (non riuscendo quindi neppure a fare lavoro di "ostruzione").
Pare che all'arrivo la tribuna fosse semivuota, perché la gara aveva un'ora di anticipo sulle tabelle!
Un'ulteriore curiosità di quella tappa fu che praticamente tutta la squadra Kas finì fuori tempo massimo (in un altro gruppetto ancora!), Fuente compreso. Vennero riammessi per clemenza della corte, e Fuente poi vinse due tappe nel prosieguo del Tour...

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 12/06/2008 alle 11:13
Originariamente inviato da Bitossi

Originariamente inviato da prof
La gara piu' indimenticabile e piu' bella di Eddy Merckx, per me, fu una tappa del tour apparentemente insignificante. Veniva immediatamente dopo la famosa e terribile tappa alpina di Orcieres Merlette, dove Ocana gli rifilò quasi 9 minuti, a lui ed al gruppo dei migliori che lo accompagnava. All'arrivo, Merckx fu dato in crisi e per spacciato, Tutti dissero che era arrivato il suo declino.

La tappa di cui parlo abbandonava le Alpi per arrivare a Marsiglia, circa 300 km, tutti segnati dal mistral.

Poco dopo la partenza Eddy scatena la bagarre; parte la fuga di 8 o 10 corridori tra i quali, oltre a Merck stesso, due suoi gregari, uno dei quali doveva essere Bruyere, se non mi fa difetto la memoria. Il drapello guadagna circa 3, 4 minuti fino a quando il gruppo, trascinato dalla squadra di Ocana, maglia gialla, non dà inizio ad una rincorsa furibonda.

Tutta la corsa, ore e ore, con il gruppetto Merckx avanti di 3 minuti, 3 minuti e mezzo e cosi' fino all'arrivo, dove giungono in 6, con poco piu' di 3 minuti sul gruppo Ocana.

Merckx non la vincerà neanche quella tappa; andò ad Armani, che era stato tutto il giorno a ruota.

Quella gara fu contrassegnata dal furore, dall'incommensurabile orgoglio di Eddy, da una volontà che non ho mai letto sul volto di nessuno, mai piu'. La rabbia che gli bruciava dentro non voleva, non poteva aspettare i Pirenei per scatenare la sua vendetta su Ocana; l'unico corridore al mondo che l'abbia mai fatto soffrire e piangere.
Luis Ocana; corridore di classe incommensurabile, uomo delicato come il cristallo piu' puro. Un perdente che ebbe paura di vincere.


Caro Prof, anch'io ho un ricordo vivo di quella tappa, anche se logicamente sbiadito nei particolari.
Così, mi hai fatto venire voglia di andare a controllare: i due compagni di squadra di Merckx in fuga con lui erano Wagtmans e Huysmans; inoltre, il vantaggio finale sul gruppo Ocaña fu qualche secondo meno di 2 minuti.
Il nome di Bruyere ti è rimasto in mente forse per un altro particolare: gli altri compagni di Merckx attesero Bruyere perché aveva forato, e finirono (mi pare tutti) in un terzo gruppo, che non riuscì mai a rientrare sul secondo (non riuscendo quindi neppure a fare lavoro di "ostruzione").
Pare che all'arrivo la tribuna fosse semivuota, perché la gara aveva un'ora di anticipo sulle tabelle!
Un'ulteriore curiosità di quella tappa fu che praticamente tutta la squadra Kas finì fuori tempo massimo (in un altro gruppetto ancora!), Fuente compreso. Vennero riammessi per clemenza della corte, e Fuente poi vinse due tappe nel prosieguo del Tour...


Ti ringrazio tanto, carissimo. Hai aggiunto dei particolari fondamentali e che io non ricordavo nemmeno piu'. Grazie, ora il ricordo è completo. Che gara che fu !!!

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 12/06/2008 alle 22:20
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La gara piu' indimenticabile e piu' bella di Eddy Merckx, per me, fu una tappa del tour apparentemente insignificante. Veniva immediatamente dopo la famosa e terribile tappa alpina di Orcieres Merlette, dove Ocana gli rifilò quasi 9 minuti, a lui ed al gruppo dei migliori che lo accompagnava. All'arrivo, Merckx fu dato in crisi e per spacciato, Tutti dissero che era arrivato il suo declino.

La tappa di cui parlo abbandonava le Alpi per arrivare a Marsiglia, circa 300 km, tutti segnati dal mistral.

Poco dopo la partenza Eddy scatena la bagarre; parte la fuga di 8 o 10 corridori tra i quali, oltre a Merck stesso, due suoi gregari, uno dei quali doveva essere Bruyere, se non mi fa difetto la memoria. Il drapello guadagna circa 3, 4 minuti fino a quando il gruppo, trascinato dalla squadra di Ocana, maglia gialla, non dà inizio ad una rincorsa furibonda.

Tutta la corsa, ore e ore, con il gruppetto Merckx avanti di 3 minuti, 3 minuti e mezzo e cosi' fino all'arrivo, dove giungono in 6, con poco piu' di 3 minuti sul gruppo Ocana.

Merckx non la vincerà neanche quella tappa; andò ad Armani, che era stato tutto il giorno a ruota.

Quella gara fu contrassegnata dal furore, dall'incommensurabile orgoglio di Eddy, da una volontà che non ho mai letto sul volto di nessuno, mai piu'. La rabbia che gli bruciava dentro non voleva, non poteva aspettare i Pirenei per scatenare la sua vendetta su Ocana; l'unico corridore al mondo che l'abbia mai fatto soffrire e piangere.
Luis Ocana; corridore di classe incommensurabile, uomo delicato come il cristallo piu' puro. Un perdente che ebbe paura di vincere.


Caro Prof, anch'io ho un ricordo vivo di quella tappa, anche se logicamente sbiadito nei particolari.
Così, mi hai fatto venire voglia di andare a controllare: i due compagni di squadra di Merckx in fuga con lui erano Wagtmans e Huysmans; inoltre, il vantaggio finale sul gruppo Ocaña fu qualche secondo meno di 2 minuti.
Il nome di Bruyere ti è rimasto in mente forse per un altro particolare: gli altri compagni di Merckx attesero Bruyere perché aveva forato, e finirono (mi pare tutti) in un terzo gruppo, che non riuscì mai a rientrare sul secondo (non riuscendo quindi neppure a fare lavoro di "ostruzione").
Pare che all'arrivo la tribuna fosse semivuota, perché la gara aveva un'ora di anticipo sulle tabelle!
Un'ulteriore curiosità di quella tappa fu che praticamente tutta la squadra Kas finì fuori tempo massimo (in un altro gruppetto ancora!), Fuente compreso. Vennero riammessi per clemenza della corte, e Fuente poi vinse due tappe nel prosieguo del Tour...


Ti ringrazio tanto, carissimo. Hai aggiunto dei particolari fondamentali e che io non ricordavo nemmeno piu'. Grazie, ora il ricordo è completo. Che gara che fu !!!


Ringrazio io voi. Non sapevo di questa tappa. Davvero sintomatica, davvero Merckxiana e Tourdefranzosa...ah, magnifico.
grazie ancora.
claudio

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 12/06/2008 alle 22:24
Morris, grazie per le risposte.
Favolose le cronache della Liege, che Merckx ha sempre corso, vedo, col solito piglio.
é bellissimo che Eddy abbini le 7 sanremo e le 5 Liege. Ovvero la più facile e la più difficile delle classiche. Insomma, quando si dice essere completi.

Quando potrai, aggiungi altre storie a questo 3d, che, lo ripeterò a sfinimento deve diventare un classico del forum.

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 12/06/2008 alle 22:58
che peccato non aver vissuto quegli anni... credo che in nessun altro sport un atleta abbia dominato come ha fatto Eddy Merckx.

comunque, dato che si parla della grandezza di Merckx, vorrei fare un plauso ad Axel.
Molti al suo posto, una volta resisi conto di non essere campioni ne tantomeno di potersi paragonare al padre, si sarebbero ritirati o sarebbero divenuti delle caricature schiacciati dal peso del cognome, invece lui ha saputo essere un ciclista "normale" e mantenere la sua dignità ( e ce nevuole tanta per essere gregari e chiamarsi Merckx ) e la medaglia di Atene è il giusto premio alla sua carriera.

 

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« Gli invisibili unicorni rosa sono esseri dotati di grande potere spirituale. Sappiamo questo perché essi sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come tutte le religioni, la fede negli invisibili unicorni rosa è basata sia sulla logica che sulla fede. Noi crediamo per fede che siano rosa; e per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli. »

Fantaciclismo Cicloweb 2009
Vincitore del Giro d'Italia
1 tappa e 9° nella generale al Tour de France

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/06/2008 alle 11:08
Buon Compleanno a Eddy, che oggi compie 63 anni!

In questi giorni si corre il Giro di Svizzera, un evento che si lega a Merckx, per la sua vittoria, proprio nell’intorno del suo ventinovesimo compleanno. Ma ci sono un paio di particolari che molti dimenticano e che rendono il belga ancora una volta unico nella storia del pedale. Egli vinse nel 1974 il Giro d’Italia, il Giro di Svizzera, il Tour de France ed il Campionato del Mondo, inserendo così un distinguo nel confronto con l’irlandese Stephen Roche (il più scarso dei 9 ciclisti che, fra uomini e donne, han fatto la storica doppietta dei GT….), il quale, come il belga, nel 1987 vinse Giro, Tour e Mondiale. Inoltre, nessuno dei colleghi di Eddy nell’olimpo di questi leggendari, ha mai vinto il Tour de Suisse.
Perché?
Si è sempre pensato che la tripletta Giro, Svizzera e Tour fosse umanamente impossibile, proprio per la vicinanza delle tre corse, che imponeva un tour de force di gara asfissiante.
Nel dettaglio, l’impresa di Merckx ci evidenzia un’intensità che mortifica le odierne concezioni dei preparatori del ciclismo e, di conseguenza, dei loro figli corridori. Quelli, per intenderci, che rappresentano, nel nuovo millennio fin qui consumato, la più scarsa generazione di ciclisti da GT dell’intera storia ciclistica.
Ecco i numeri di Eddy nel 1974:

Giro d’Italia – dal 16 maggio all’8 giugno (due vittorie di tappa e classifica finale)
Tour de Suisse - dal 12 giugno al 21 giugno (tre vittorie di tappa e classifica finale)
Tour de France – dal 27 giugno al 21 luglio (otto vittorie di tappa e classifica finale)
Campionati del Mondo il 25 agosto a Montreal (iridato)

Alla faccia della esaltazione dei picchi di forma dei santoni (o, più propriamente, degli “zambottini”) del pedale, dei ciclisti programmatori, di un ambiente che concepisce i tempi cambiati solo per nascondere insipienza, sudditanza e ruffianismi e di un osservatorio sempre più vinto dall’ipocrisia e dalle regole, anche mal interpretate, del business!!!

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Liegi-Bastogne-Liegi




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  postato il 17/06/2008 alle 22:01
Auguri Eddy!!

Anche se ho solo 25 anni e non ho vissuto la sua epoca mi viene la pelle d'oca a leggere le cronache delle sue gare.

 

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Se la fatica supera il gusto, mollo la bici e passo al lambrusco

 
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Moderatore




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  postato il 18/06/2008 alle 01:12
Capita veramente mai che io chieda di fare una foto con qualcuno, a meno che non lo conosca veramente bene e magari ci sia un'amicizia di mezzo.
Solo una volta ho avuto voglia di farlo, ed ero alla partenza della Milano-Sanremo 2007. Lì, a Milano, vidi Eddie Merckx che parlava con Maurizio Fondriest e Valerio Piva. "Quasi quasi gli chiedo una foto", pensai tra me e me. Poi ho desistito, anche perché un altro ragazzo mi aveva anticipato ed Eddie, sicuramente per non entrare nel vortice delle foto (sai in quanti gliela chiederanno?), una volta fatta la foto si era anche allontanato un po'.

Poi capita che al Giro d'Italia, quello 2008, lo incontri dietro al podio premiazioni perché lui, il grande Eddie, deve premiare il vincitore della tappa di Plan de Corones. Sei con Sella, che ha appena vinto due tappe dolomitiche ed ha fatto secondo nella cronoscalata, ed Eddie ferma Sella per dirgli un "Bravo!" e poi, credo vedendo lo scudetto sul giubbino, rivolga un "Complimenti" anche al sottoscritto. Ovviamente sciogliendolo.

Questa foto, scattata sul Plan de Corones da me, è quindi un omaggio alla grandezza di Eddie Merckx. Capace di rendere timido chi di solito timido non è.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
Utente del mese Luglio, Novembre e Dicembre 2009




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  postato il 18/06/2008 alle 12:35
Ieri, nell'ascoltare Panchetti che snocciolava le vittorie più importanti di Merckx, mi veniva quasi da piangere.
Perché non ho potuto vederlo correre.
Perché mai più ci sarà uno come lui. Impossibile.

Auguri al più forte di tutti i tempi.
Auguri, grande Eddy!

 

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« La superstizione porta sfortuna »
(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


Fantaciclismo Cicloweb 2010

Piazzamenti sul podio:


Omloop Het Nieuwsblad Élite: 3°
E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Asso di Fiori

 
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Livello Raymond Poulidor




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Registrato: Mar 2005

  postato il 18/06/2008 alle 15:00
Ringrazio il grande Morris per il profilo su Merckx, che ho utilizzato ieri in diretta, citando ovviamente il grande Morris, "Maurizio Ricci, per gli amici Morris"....

Io ogni volta che vedo Merckx mi emoziono e gli stringo con fierezza la mano...

Ringrazio dunque nuovamente Morris
Moserone

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/06/2008 alle 21:16
a mio parere Merckx non è stato soltanto il numero uno nel ciclismo, ma il numero uno in assoluto nella storia dello sport.
Altri atleti (Alì, Owens) forse sono stati più importanti di lui per quello che hanno rappresentato fuori dallo sport, ma se guardiamo solo al fattore agonistico non c'è nessuno all'altezza di Eddy.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/06/2008 alle 22:50
Mi son letto i resconti. Porca miseria, divertente il ciclismo di una volta! Mancava solo la televisione!

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/06/2008 alle 23:33
Originariamente inviato da Morris

LUCHON-MOURENX-VILLENOUVELLE – 214,5 km (Tour de France 1969)
E' il 15 luglio e la carovana del Tour deve affrontare le più dura tappa pirenaica. La corsa ha un padrone di nome Eddy Merckx. Tutto il suo Tour, fin lì, è stato corso per esaurire la rabbia della squalifica per doping al Giro d'Italia. Una squalifica ingiusta, perché egli sa di esser stato bidonato. Corre pure per schiaffeggiare un indefinibile numero d’idioti, soprattutto italiani, che lo credono "drogato" e avvantaggiato. Ha il Tour in pugno, ma non si accontenta. Vuole distruggere avversari tanto forti, quanto piccolissimi al suo cospetto. Così, dopo aver controllato le velleità dello spagnolo Joaquin Galera sul Peyresourde e l’Aspen, sulle rampe del Tourmalet, lascia tutti per involarsi solitario sui pendii di un mito che sta costruendosi con una regolarità di vittorie, che non hanno paragoni nella storia dello sport. Scala sempre più solo il terribile Aubisque, quel giorno soffocante come mai e, dopo 105 chilometri di fuga, a 15 dal traguardo di Villenouvelle, chiama l'ammiraglia di Guillaume Driessens, per dirgli che è un uomo e non ce la fa più. Driessens, ammirato come non mai, gli risponde: "Non ti scoraggiare Eddy, gli altri sono lontani e più stanchi di te!"
Merckx, richiama il fondo della sua impareggiabile determinazione e giunge a Villenouvelle con quasi otto minuti su Dancelli, Poulidor, Pingeon ecc. e un quarto d’ora su Felice Gimondi. Sul podio sale solo Merckx, perché gli altri non hanno la forza per farlo. Cinque giorni dopo, l'uomo mette piede sulla Luna, mentre sulla terra, ai Campi Elisi, l'umanità incorona un marziano.

Ordine d’Arrivo:
1. Eddy Merckx
in 7h04'28" (Media: 30.320 km/h)
2. Dancelli a 7'56"
3. Vandenbossche a 7'57"
4. Bayssiere
5. Pingeon
6. Theilliere
7. Zimmermann
8. Poulidor


Qui si può trovare un piccolissimo video (purtroppo) dell'arrivo della tappa in oggetto.

http://www.youtube.com/watch?v=B6_9QILf9W0

Complimenti per il thread.

Eddy Merckx è stato senza ombra di dubbio il più grande di tutti ... e soprattutto l'espressione più completa di cosa significa essere un CICLISTA con tutte le lettere maiuscole.

Un velocista, un passista, uno scalatore, un discesista, un cronoman formidabile, una condotta di gara SEMPRE all'attacco, dava spettacolo, era generoso, non lesinava mai il benché minimo sforzo.

Insomma non solo un ciclista completo ma uno straordinario e inimitabile atleta, grandezza amplificata anche dallo spessore notevole degli avversari con cui si è misurato.

Solo e semplicemente il più grande di tutti.

Complimenti a Morris per il thread in onore ad un mito penso ineguagliabile per grandezza sportiva.


 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 23/06/2008 alle 13:54
Avevo visto questo thread ma l'ho letto solo ora.
Bellissimo, veramente,sia perché ricordare queste imprese è sempre una bella lettura sia perché mi riporta indietro nel tempo con i racconti di vita di Morris e Claudiodance.
Io , purtoppo, stavo dalla parte sbagliata, come nino58, tifavo Gimondi.
E mi riconosco in quello che dice nino 58, forse dalle sconfitte continue degli anni di Merckx mi viene quel senso fatalistico della vita, quel senso che non ci sia mai niente che si possa fare veramente, purtoppo non credo nemmeno mi sia rimasta, come a nino 58, quella costanza gimondiana, del ricominciare sempre sapendo che l'altro è più forte.
In effetti il ciclismo è una metafora della vita, quasi dieci anni a tifare Gimondi e beccare mazzate ti segnano parecchio.
Quei pomeriggi davanti alla tv in bianco e nero, quel tifo condiviso con il proprio padre, chissà, magari se avessi tifato merckx sarei una persona migliore.......

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Apr 2005

  postato il 25/06/2008 alle 14:41
...poi venne il Montjuich.
Però, anche lì non potemmo gioire appieno.
Eddy ci fece lo scherzo di non arrivar secondo (ma quarto, o quinto).

 

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nino58

 
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