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Sondaggio: Lotta al doping: sei Incrementalista, Cerchiobottista o Perfezionista?
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Autore: Oggetto: Lotta al doping: sei Incrementalista, Cerchiobottista o Perfezionista?

Moderatore




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  postato il 17/01/2008 alle 00:23
Originariamente inviato da mariano2150

rispondo a LORE 88


Sicuro di non aver sbagliato thread?

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Non registrato



  postato il 17/01/2008 alle 07:03
ho dato il mio voto cerchiobbottista.
giusto ?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/01/2008 alle 21:00
Originariamente inviato da Leone delle Fiandre

Originariamente inviato da Ottavio

Brava Laura!!!
Ricorda quali sono i veri problemi del mondo!

Perché non posso seguire uno sport un bel pò dopato quando il Ministro della Giustizia è Mastella!!!!


Originariamente inviato da Laura Idril

Guarda quando ha minacciato le dimissioni pensavo quasi di occuparmi di doping... invece niente!


Temo che vi toccherà occuparvi di doping a breve....


Mi correggo: viste le conseguenze che queste dimissioni sembra porteranno, credo che il doping torni a essere per voi benaltristi un problema insignificante.

 

____________________
Giorgio, malato di ciclismo

http://www.youtube.com/watch?v=CbG4xcmxduI
http://www.youtube.com/watch?v=lnX4uaDYyIU&feature=related

 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 23/01/2008 alle 12:30
Ho votato (non l'avevo ancora fatto): BENALTRISTA!

 

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E' curioso come le discese, viste dal basso, somigliano tanto alle salite!
Pippo in "Topolino e la Stella dello Sceriffo", 1959

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/09/2008 alle 00:42
Era un bel thread, ne convengo.

Non mi convincono molto i "perfezionisti", che sarebbero coloro che hanno un approccio realistico per il perseguimento di un fine utopistico.
Profuma di inconcludenza ai massimi livelli.

Potremmo definire gli "incrementalisti" come coloro che hanno un approccio utopistico per il perseguimento di un fine realistico?
Profuma di fantascienza, che però spesso è stata anticipatrice della realtà.

Di fatto, oggi come oggi, io sono "benaltrista", nel senso che i problemi miei mi sembrano più importanti di quelli del ciclismo, va da sè.
Rassegnato attendo che le cronache giudiziarie non parlino più di ciclismo, sarà quella la mia primavera.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/09/2008 alle 00:50
io sono un forcaiolo....anche se non c'è questa categoriaa

 

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Danilo Di Luca....Killer strikes again


 
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Livello Tour




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  postato il 27/09/2008 alle 03:05
assolutamente perfezionista, odio l'antidoping.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/09/2008 alle 08:44
La mia personale posizione è che la lotta al doping vada condotta ai massimi livelli, ma questo non implica assolutamente lo sbandierare ai quattro venti un caso di positività di un grande campione come un grandissimo successo dell'antidoping, come in un'operazione pubblicitaria.

Anzi la lotta al doping andrebbe condotta nel massimo silenzio, se un grande campione viene trovato positivo a mio avviso ciò non andrebbe neanche detto pubblicamente, però il corridore in questione viene avvisato che alla seconda volta scatta automaticamente (senza possibilità di replica) la squalifica per due anni. Almeno così viene data una seconda possibilità, il ciclismo non viene sputtanato mediaticamente e l'ambiente si potrebbe ripulire. In pratica il corridore che si dopava dopo che viene beccato non può più farlo, magari va più piano dopo, però almeno il ciclismo si salva mediaticamente, l'antidoping va avanti tranquillamente per la sua strada e siamo tutti molto molto più sereni. Alla seconda volta però squalifica automatica per due anni.

Non so dove si inserisca questa linea di pensiero, ma mi riconosco molto tra i perfezionisti.

 
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Livello Gastone Nencini




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  postato il 02/10/2008 alle 18:21
Mi dispiace Laura, ma ritengo di poter più agevolmente appartenere ai perfezionisti che ai preferisti, perchè non è particolarmente equo, il che è risibile ed eufemistico dirlo, ciò che si è verificato in OP, è qualcosa di molto ma molto grave, è un episodio giurisprudenziale che fa scuola,invece le disparità di trattamento sono evidenti in maniera esponenziale, ed il seguito non facente riferimento a quello scandalo ha determinato la fine di Vinokourov e sopratutto di Rasmussen, che è stato depauperato non solo della gialla tanto agognata, ma quasi della sua stessa anima ed ha confessato qualche mese fa ai media di esser stato sull' orlo del suicidio e recentemente è stato visto da non so quale forumista stringere la mano a Contador, che rimane un gran signore sia verso Riccò, che verso il Pollo.
Mi chiedo come sia possibile che Basso e Scarponi collaborino più o meno proficuamente e a loro non venga dato alcunchè, e com'è possibile che frequentare Santuccione è così peccaminoso, e se ci va Riccò gli appioppano il doppio di Di Luca, corridore che peraltro mi piace e stimo moltissimo.
è criminogeno frequentare certi studi e laboratori medici invece di altri?
Probabilmente il cobra doveva scegliersi altre figure di riferimento, ha scherzato col fuoco, però alla federazione e alla saunier duval avrebbero dovuto impedirgli di farsi del male, troppo facile salire sul carro della ribalta il giorno dell' Aspin e poi scaricarlo come una mela narcia qualche giorno dopo, come si dice onori ed oneri!
Un patrimonio assoluto come lui andava difeso visceralmente prevenendo sul nascere questa deriva compromettente.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 02/10/2008 alle 18:48
doppio questo intervento dall'altro traed sul doping. Se é di troppo, prego i moderatori di cancellarlo.


Originariamente inviato da elisamorbidona
A me67, senza alcun rancore, vorrei ricordare che il dottor Fuentes, ginecologo, tiene lezioni all'università sulla salute nello sport agonistico, senza destare chissà quale reazione indignata.



con lo stesso metro, Elisamorbidona, possiamo allora anche ricordare che il 99,999% dei dottorandi universitari ottiene il posto da ricercatore dopo aver leccato sedirini (anzi, sederoni) per anni ed essersi piegato ai piú beceri ricatti baronali. Poi, dopo aver vinto un concorso truccato, cucitogli su misura, vince l'agognato posto.

In fin dei conti, tutto ció combacia abbastanza col "DOPING DI SISTEMA" che vige incontrastato all'interno del ciclismo e dello sport in generale.

Che fare? Se qualche essere autonomo pensante osa ribellarsi a questo sistema di cooptazione (il doping), al 99,9999% rimane tagliato fuori ed é costretto a cercarsi un altro (vero) lavoro.

Altrimenti, deve essere proprio bravo (ma davvero tanto) e senza rinunciare alla propria coerenza/onestá, va avanti con le proprie forza..magari con l'aiuto di qualche ricorso accolto dal Tar (..che non ha potuto chiudere gli occhi davanti a giganteschi imbrogli durnate i concorsi di reclutamento) oppure emigrare all'estero in paesi sperduti da dio. Peró, sebbene la cooptazione (il doping) sia un meccanismo consolidato e generalizzato, la legge dice che ai posti pubblici si entra tramite concorso pubblico. Ed ogni caso contrario deve esser sanzionato ed invalidato (l'antidoping, seguito dalla interdizione?).

Che dite, non é abbastanza simile al doping di sistema? Secondo me si.

Allora, il 99,9999% dei ricercatori "precari" ( i ciclisti) credono che loro non fanno nullla di male nel leccare allegramente sederoni e piegare la schiena perche..é il sistema che li costringe a tutto ció ( a doparsi).
E cosí, in tutti anni, ecco spiegato perche sebbene i riceratori(ciclisti) insegnino (gareggino), non hanno mai scioperato o indetto una azione sindacale seria ( come i cislisti/sportivi?!): perche a loro non interessa cambiare questo sistema degenerato, ma desiderano solamete entrare a farne parte per beneficare dei benefici connessi (in fin dei conti, fare il ciclista, ossia unire la passione ad uno stipendio mediamente piú alto dei mille euro della media naizonale non é per niente male..ed il caso di ballan/savoldelli che hanno dovuto, loro malgrado, fare l'imbianchino o il muratore ci mette un sacco di tristezza, perche lo vediamo come la fine di un sogno).

E cosí ecco spiegato perche il ricercatori (i ciclisti) non siano affatto una forza rivoluzionaria (Grassi, col suo articolo in home page di pochi giorni fa, si incazzava giustamente di questo, no)?
Perche i ricercatori (i ciclisti) non vogliono affatto cambiare il sistema:

Vogliono solo avere la loro parte di onori all’interno dello status quo.

Quando vediamo un ricercatore che molto spesso ne sa molto meno di uno onesto e coerente che facciamo, andiamo a dargli due belle pacche sulle spalle piene di comprensione? Personalemnte non non me la sento perché per quanto appena detto, i ricercatori (i ciclisti) non sono affatto VITTIME del sistema di cooptazione (il doping). Ma sono complici, seppure in misura minore dei baroni (l'Uci, i direttori sportivi, il Coni?), alla riproduzione di questo sistema.

Cooptazione (il doping?), sistema baronale (l‘Uci? il Coni? L‘antidoping malefico e ad orologeria?) e dequalificazione dell’università ( la sempre piú evidente miseria umana dei ciclisti?) sono cosí aspetti diversi di uno stesso problema.

Ecco quindi che le poche denunce circa le irregolaritá concorsi truccati (il doping) sono ipocrite e false e questo si evince dal fatto che nessuno si sia mai recato in magistratura per denuciarle ( il caso delle mezze confessioni alla Riccó ma come mille altri del resto, non é piuttosto simile?), perché sanno che rompere le regole non scritte della cupola baronale (il doping), significa non avere piú nemmeno la minima possibiltá di ottenere l'agnogato posto (continuare a far parte del gruppo?).

Personalmente, NON STO COI RICERCATORI (o i ciclisti.. non quando qualcuno in particolare).FINO ALLA FINE.
Personalmente, sto con le VERE VITTIME di questo sistema, ossia quelle persone ( i puliti, e qualcuno c‘é; ed anche parecchi ragazzi delle categorie inferiori) che vengono respinte dal sistema cooptativo ( il doping). Sto con quelli che non accettano i compromessi intellettuali (il doping) a cui si piegano i ricercatori ( i ciclisti), quelli che il proprio cervello (dignitá/onestá) non lo vendono e, per questo, non riescono nemmeno ad ottenere la metá dei risultati dei primi.

In definitiva, fino a quando i ricercatori ( i ciclisti) non spezzeranno le catene cooptative (il doping) che impedisce loro di emanciparsi, contiueranno occupare un posto di rilievo nel
degrado dell’università ( del ciclismo), sia come vittime passive, sia come soggetti attivi.

Per questo, e fino ad allora: COI PULITI. FINO ALLA FINE.


 

[Modificato il 02/10/2008 alle 18:52 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2008 alle 22:28
L'intervento di Pacho è molto interessante, però non mi permetto di giudicare valido o meno il parallelo tra la posizione dei ricercatori e quella dei ciclisti.
Quanto dice strettamente del "sistema ciclismo" è per me condivisibile (o meglio, da spettatore lo giudico credibile).
Come tifoso di ciclismo, fesso e ingenuo, ci ho messo tantissimo ad accettare l'idea che il doping fosse sistema, non è stato facile, anche per me ci sono volute le varie Operacion Puerto, piuttosto che Oil for drugs, piuttosto che le frequentazioni dei campioncini che vanno vantandosi "doping free".
Su questo argomento mi sento di condividere la posizione degli amici perfezionisti.
Però l'intervento di Pacho deve porre necessariamente un dubbio, quanto meno un dubbio. I Perfezionisti sostengono che il problema doping è un falso problema, perchè da sempre esso è "gemello" al doping (non posso usare senza il permesso di Maurizio l'aggettivo "siamese").
Il doping è da sempre connaturato al ciclismo: ciò non avrebbe mai costituito un problema nè nella praticabilità di questo sport, nè nella sua fruibilità da parte del pubblico, questo almeno sostengono i Perfezionisti.
Ma è proprio così? Pacho scrive di persone che hanno fatto una sceltà di onestà (e quindi di altre persone che hanno scelto la disonestà).
Scrive di persone che hanno rinunciato ai propri sogni e, soprattutto, hanno tirato una riga sopra ad anni di sacrifici (e quindi di persone che, per non fare ciò, hanno accettato un compromesso, si sono sporcate).
Per i Perfezionisti costoro cosa sono, effetti collaterali trascurabili?

 

[Modificato il 02/10/2008 alle 22:48 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2008 alle 22:31
Aranciata, hai dato una risposta che forse c'entra con quella che ho appena dato nel calderone sul doping.
Pacho, non ti bastava postarne uno?
Mods, che dobbiamo fare?
Grazie per le risposte ..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2008 alle 22:34
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Aranciata, hai dato una risposta che forse c'entra con quella che ho appena dato nel calderone sul doping.
Pacho, non ti bastava postarne uno?
Mods, che dobbiamo fare?
Grazie per le risposte ..


Mi rimetto alla sentenza dei "mods"

 

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Davide

 
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  postato il 02/10/2008 alle 22:45
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Aranciata, hai dato una risposta che forse c'entra con quella che ho appena dato nel calderone sul doping.
Pacho, non ti bastava postarne uno?
Mods, che dobbiamo fare?
Grazie per le risposte ..


Visto che il post di Pacho è rimasto di là, può rimanere pure di qua: il tema dei ricercatori, rilanciato da ProfRoubaix, può essere dibattuto di là, qui possiamo continuare a parlare delle cose che dice Aranciata.

 

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  postato il 02/10/2008 alle 22:53
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Scrive di persone che hanno rinunciato ai propri sogni e, soprattutto, hanno tirato una riga sopra ad anni di sacrifici (e quindi di persone che, per non fare ciò, hanno accettato un compromesso, si sono sporcate).
Per i Perfezionisti costoro cosa sono, effetti collaterali trascurabili?


E che credete, che un perfezionista non rispetti profondamente chi ha fatto una sceltà di onestà? Sempre se c'è, ma sono convinto anch'io che ci sia, in misura trascurabile rispetto al tutto, ma c'è.

Chi ha tirato una riga sui sogni sono persone che vivono tra noi, in molti casi siamo noi (e chi so', Frankie Hi NRG? ), che dobbiamo fare o dire?
Massimo rispetto, ma ci sono battaglie e battaglie.
Questa del doping è una battaglia persa, che cosa possiamo fare o dire? Più che rispettare fino alla morte chi non si sporca, e ammirarlo, che cosa possiamo fare o dire? Continuare ad azzuffarci sul doping mentre il ciclismo muore?

La domanda vera è: ritenete VERAMENTE possibile uno sport professionistico senza doping?
Inverto la questione: se anche fosse vero che si dopa solo il 5% del gruppo, non basterebbe già questo a falsare tutti i risultati? Non ne verrebbero inficiati i sacrifici e i sogni del 95% di onesti?

Però in quel caso forse la battaglia sarebbe degna di essere combattuta, invece nel nostro non ci credo più. Troppo radicato il male per essere estirpato.

E allora, tu Davide li chiami effetti collaterali trascurabili... Non lo sono in assoluto, ma lo sono in relazione al naufragio del ciclismo.
La realtà dominante è di un campionificio che sforna corridori anno dopo anno, e anno dopo anno se li mangia. E noi (anzi, io non mi ci metto) qui a sperare nel nuovo campione, "è giovane, è diverso, è pulito", e a prepararsi all'immane delusione della sua certa futura positività.
Ma ha senso continuare così?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2008 alle 17:15
Admin,
ma lo capisci che la chiusa del tuo intervento vuol dire "non ho alcuna fiducia in questo sport"!
Mi spieghi che senso ha seguirlo ancora?
Non voglio tracimare nel biblico, ma finché ci saranno 100, 50, 2 ciclisti puliti gli altri sono truffatori. La puoi mettere come ti pare ma è così. Il tuo ragionamento reggerebbe solo se il 100% dei ciclisti fosse dopato. La realtà non è questa.

P.S.
Noto con gaudio e tripudio che la schiera di noi benaltristi è stata ingrossata dal figliol prodigo Aranciata! e mò chi ci batte?!?!

 
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Moderatore




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  postato il 03/10/2008 alle 17:22
E se puntassimo sulla ricostruzione, invece che sul rattoppamento?
Io credo che le posizioni di Incrementalisti, Cerchiobottisti e Perfezionisti, posizioni iniziate come "giocose" e poi trascese (a parer mio) come grande segno di divisione, possano trovare molti, moltissimi, punti in comune dalla proposte di ricostruzione e non dalle pratiche di rattoppamento.

Credo che il minimo comune denominatore di tutti gli utenti facenti parte di ogni "schiera" (anche quelle non citate) sia quello di amare il ciclismo.

Allora invece di star lì a dibattere su come curarlo dopo le tante cadute, che continua ancora a fare, perché non cercare tutti insieme di insegnargli veramente a camminare? Da dove inizierebbe un Incrementalista? E da dove il Perfezionista? Credo che le divisioni (che ci saranno comunque) siano molto più "sopportabili" se si ha ben chiaro l'obiettivo ultimo, che è il "bene del ciclismo", sia inteso come bene metafisico, sia inteso come bene al di fuori di questo mondo (marketing, vendibilità, credibilità, etc.).

Vi va di provarci?

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2008 alle 17:28
Dopo lunga riflessione penso di potermi definire "Cerchiobottista", non perchè non mi identifichi nè come incrementalista, nè come perfezionista, ma perchè penso che un mix dei due sistemi possa essere la scelta giusta.
E cioè colpire e punire chi viene beccato (minare le fondamenta) e, dopo che si hanno raccolto un po' di informazioni e si prende bene la mira, colpire di brutto il sistema (far saltare le cariche).
Ora bisogna vedere se l'attuale gestione del sistema antidoping è in grado di farlo.

 

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"Per aspera ad astra" Seneca o Eros Poli ... non ricordo

Ad imperitura memoria di quando, dal 4 al 14 marzo 2009, fu "Livello Sean Kelly",
queste stelline pose:

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 03/10/2008 alle 17:59
raccolgo la sfida di Mario mentre preparo i bagagli.

Saró semplice e meccanicista, ma io la vedo cosí:
il ciclismo come quasi tutti gli sport e come quasi tutte le attivitá umane sta diventando sempre piu una attivitá commerciale (per chi investe, per chi vende i diritti tv, e per tutta la gente che ci gira attorno).

Detto in termini economici, vi sono investimenti (leggi sponsor e diritti tv) se "l'evento" ciclismo é in grado di valorizzarli.

In parole molto semplici: il fine ultimo del ciclismo, dello sport e di molte attivitá che fino a ieri rapresentavano un semplice "valore-d'uso" stanno oggi nel loro valore di scambio.

Ora, se istituzioni come banche (con l'aiuto dei governi) ecc che fino a ieri erano i garanti della "responsabilitá", della "ragionevolezza" e dell'"equilibrio" (dell'antidoping!), sono travolti da questa montagna di perdite in seguito alle loro attivitá drogate (per conseguire, ovvio, maggiori profitti)non vedo perché il ciclismo e lo sport tutto debba rappresentare una eccezione(ossia l'Uci, federazioni e giu a scalare fino ai corridori che oramai hanno ingurgitato passivamente questa logica) dato che nel loro piccolo sono mossi dallo stesso fine.

Attenzione. qui non c'é da dire, come scusante del sistema attuale, che l'uomo bara perché é insitametne cattivo. Ma, come direbbe Grassi, é corretto dire che é il sistema che lo porta a drogarsi.

Ora. Combattere ( a parole) il doping nello sport all'interno di questo contesto sarebbe fare un po' come la Banca centrale europea che fino a ieri predicava austeritá e prudenza ecc e oggi si ritrova con i maggiori istituti finanziari europei pieni di debiti e sull'orlo del baratro. E, seguendo l'ipocrisia di ciclistica memoria, prova a rappezzare la situazione usando soldi pubblici, quando fino a ieri sbaitava che lo stato é inefficiente.

Fuor di metafora, all'interno di questo contesto, il doping é insito nello sport perche il profitto non possiede etica.

A questo punto le strade sono 3:

1) si usa la repressione totale dell'antidoping, provando a regolementare il tutto con regole ferree come si fece durante l'epoca keynesiana .
Peró chi sbaglia, va radiato a vita.
Sapendo sempre peró che ci sará qualcuno che cercherá di barare. E spesso quel qualcuno (che la scampa) é il figlioccio dello stesso che fa le regole.

2) all'estremo opposto, liberalizzare il tutto, senza peró dimenticarsi, tornado alla metafora economica, che é propria la liberalizzazione spinta che ha creato questo tonfo di dimensioni ventinovesche. Ossia, liberalzzazione completa dell'antidoping significherebbe la morte dello sport (che comunque poco ci manca) sull'altare dello show business

3) fare la rivoluzione e cambiare la struttura. Poi una nuova sovrastruttura verrá da se

 

[Modificato il 03/10/2008 alle 18:04 by pacho]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2008 alle 19:11
Non sono nessuna delle risposte indicate.
Sono garantista e basta.
E me ne vanto.
Alla faccia dei forcaioli.

 

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nino58

 
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  postato il 03/10/2008 alle 19:33
Originariamente inviato da pacho

Poi una nuova sovrastruttura verrá da se


Geniale chiusa

Ps: Mario, che fai, cerchi di lanciare anche qui un nuovo clima di concordia nazionale? E dire che ho in mente un post per questo thread che solleverebbe un bel po' di polemiche... mi sa che per il momento me ne astengo

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 03/10/2008 alle 19:44
Pacho, la 3, la risposta giusta è la tre.

Davide, io sono perfezionista ma non dico che è un falso problema.
Dico che è un problema minore ingigantito da vari interessi e dico che è un epifenomeno del legame originario dell'uomo con la scienza e la tecnica e ( nelle proporzioni di oggi) delle società capitalistiche scatenate.
Certo, il problema dei puliti c'è. Ma, a mio parere, si gioca fino alla soglia del professionismo.
Penso ci sia gente ( e ne conosco, con questo interessarsi della vicenda Pantani ho conosciuto diverse persone che hanno iniziato la carriera ciclistica) che si sia fermata ( prima di diventare pro)ANCHE per non doparsi.
Ma , le persone che conosco hanno sempre aggiunto una frase: non so cosa avrei fatto se avessi avuto talento vero, possibilità vere di affermazione. E avevano tutte una seconda possibilità ( studi fatti ecc.).
Il problema c'è ma è ovunque. Ovunque ci sono capacità sprecate perché chi le ha non vuole o non può accedere a un sistema di cooptazione ( come dice pacho) o chi le ha le solo in potenza perché, magari, fa vive di rifiuti a nairobi.
Cioè, o mi pongo il problema delle capacità soffocate o sprecate a causa di varie situazioni o non posso star lì a pensare che si debbano annullare queste ingiustizie solo nel frammento ciclismo.
Perché i risultati sarebbero nulli, come, infatti, sono.

 

[Modificato il 03/10/2008 alle 19:56 by Donchisciotte]

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Federico Bahamontes




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Registrato: May 2008

  postato il 03/10/2008 alle 19:45
Mi sono iscritto al partito dei perfezionisti, ma credo di essere in una posizione più radicale: il fine ultimo sarebbe promuovere un atteggiamento culturalmente diverso nei confronti del doping,ok, ma nel senso di estirpare la visione, a mio parere dovuta molto spesso a ignoranza e volontà di ergersi a giudici del bene e del male,del doping come truffa e modo di barare.Per me andrebbe invece visto come aiuto esterno al proprio fisico, con i pericoli che ne derivano per la salute e la conseguente facoltà, per tutti, di farne uso a proprio rischio.Un esponente di spicco della corrente è lo sciatore Bode Miller, che ha fatto dichiarazioni in tal senso un paio dianni fa.

 

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La vita è un'esperienza da cui nessuno esce vivo!

 
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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
Utente del mese Luglio, Novembre e Dicembre 2009




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Registrato: Jul 2007

  postato il 03/10/2008 alle 20:01
Il fine ultimo di un governo statale è quello di rendersi superfluo, in quanto il suo compito primario è quello di provvedere alla formazione di cittadini ragionevoli che, in quanto tali, non hanno bisogno di sentirsi dire da altri cosa devono fare.
Questo è quanto affermato da Fichte nella sua filosofia, ed egli, seppur non celando i lati utopistici di tale dottrina politica, era dell'opinione che ad ogni modo un governo statale non può esimersi dal perseguirla, a prescindere dalla sua effettiva attuabilità o meno.
Ora, applicando il pensiero politico-filosofico di Fichte all'argomento doping, lo si può a ragione accostare a quello perfezionista.
Combattere il 'mostro-doping' è quello che un po' tutti vogliamo, ma ritenere possibile il suo debellamento non è opinione altrettanto comune.
Ritengo tuttavia legittimo credere nel buon esito della lotto al 'mostro', ma personalmente preferisco prendere le dovute distanze da quell'opinione secondo la quale sua fattibile una cosa del genere.
Sono col Grassi nella critica all'attuale sistema antidoping, tanto tecnologicamente perfezionato negli anni quanto - paradossalmente - sempre più imperfetto.
Imperfetto non tanto nei mezzi e nelle potenzialità, quanto nei metodi e - soprattutto - nella politica che lo muove (della serie: mi tengo in archivio le analisi sospette di tizio ché possono sempre tornare utili; insomma, becco chi mi conviene [ultimo in ordine cronologico il caso di Duarte]).
Spero nell'antidoping giusto perché la speranza è l'ultima a morire (ma prima o poi, tira la corda oggi e tira la corda domani, muore), ma rimango comunque convinto che se anche diventasse a tutti gli effetti efficiente (perché, checché se ne dica, ora come ora non lo è nemmeno lontanamente) la radice del doping resterebbe inestirpabile.
Il problema è congenito, non c'è niente da fare.
Ecco, mi trovo in una posizione un po' strana, in bilico tra il pragmatico e il contraddittorio: voglio dei sistemi antidoping coi controfiocchi e che lavorino seriamente a prescindere dal nome scritto sulla provetta, e questo anche se sono del parere che i cittadini ragionevoli dei quali parlava Fichte non rispecchino (la maggioranza de)i ciclisti, né tantomeno la società d'oggi.
Posto ciò, partendo ovvero - ripeto - dalla premessa della connaturalità del problema in questione, vorrei che il sistema 'anti-mostro' funzionasse come si deve. Come-si-deve!
javascript:icon('%20')
Probabilmente da qualche tempo fa ad ora ho cambiato un po' modo di pensare a riguardo, ma del resto Lowell diceva che solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione.
Quindi: secondo voi a quale 'corrente di pensiero' potrei affiliarmi? Cerchiobottisti?
Ammesso che ce ne sia una.
Del resto, già che sono in vena di citazioni, Wilde diceva: non aderisco all'opinione di nessun uomo, ne ho alcune per conto mio.

 

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(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


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Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2008 alle 22:19
Originariamente inviato da Admin
Chi ha tirato una riga sui sogni sono persone che vivono tra noi, in molti casi siamo noi, che dobbiamo fare o dire?


Forse per i sogni basta una camomilla, chi però ha tirato una riga su anni di sacrifici si sentirà tuttavia derubato. Anche (ma non solo) per questo motivo io non vedo i presupposti per pensare che il doping in futuro non sarà più considerato reato. Per questo, a mio avviso, ipotizzare che il doping verrà abolito resta una piacevole fonte di discussione, ma non conduce da nessuna parte se non ad uno stuzzicante gioco filosofico. Diceva bene Claudiodance: "il perfezionismo non è altro che un benaltrismo mascherato d'illuminismo".


che cosa possiamo fare o dire? Continuare ad azzuffarci sul doping mentre il ciclismo muore?

Mmm, forse lo sport con il doping "full-time" piace agli americani. Non so quale ruolo potrebbe rivestire nei media, e soprattutto nell'immaginario popolare europeo, un ciclismo senza regole. Forse lo stesso del wrestling?

Forse in futuro i Perfezionisti verranno accontentati: probabilmente il doping genetico eliminerà il problema ed essi potranno tifare per i loro polli d'allevamento cresciuti in batteria, a prova di qualsiasi controllo anti-doping.
I Benaltristi (cioè i Perfezionisti non illuministi) seguiranno allora le corse un po' come si seguono i revival della Mille Miglia.
Gli Incrementisti si consoleranno con la Coppa Kobram.
I Preferisti saranno furiosi perchè tutti i corridori avranno il tasso d'ematocrito certificato.

 

[Modificato il 03/10/2008 alle 22:24 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2008 alle 22:42
Originariamente inviato da Ottavio

Admin,
ma lo capisci che la chiusa del tuo intervento vuol dire "non ho alcuna fiducia in questo sport"!
Mi spieghi che senso ha seguirlo ancora?
Non voglio tracimare nel biblico, ma finché ci saranno 100, 50, 2 ciclisti puliti gli altri sono truffatori. La puoi mettere come ti pare ma è così. Il tuo ragionamento reggerebbe solo se il 100% dei ciclisti fosse dopato. La realtà non è questa.

P.S.
Noto con gaudio e tripudio che la schiera di noi benaltristi è stata ingrossata dal figliol prodigo Aranciata! e mò chi ci batte?!?!


Non sono così sicuro di essere un benaltrista...
Carissimo Ottavio, di sicuro i Perfezionisti sono riusciti a convincermi che il doping nel ciclismo è sistema e lo è sempre stato.
Il pubblico però è cambiato e la sola possibilità di sopravvivenza per il ciclismo sta appunto nel cambiamento della propria sostanza (mentre i Perfezionisti vorrebbero che fosse il contesto ad adattarsi).
Così com'è è morto. Il ciclismo oggi è solo un fatto di costume, una tradizione folklorica in ricordo del tempo che fu. I tifosi fiamminghi e tedeschi continueranno comunque a seguirlo, perchè non perderanno mai un'occasione per sbronzarsi. I Francesi all'Alpe d'Huez ci andranno ugualmente, tanto a luglio sono in vacanza.

Ciao

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 00:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

E se puntassimo sulla ricostruzione, invece che sul rattoppamento?
Io credo che le posizioni di Incrementalisti, Cerchiobottisti e Perfezionisti, posizioni iniziate come "giocose" e poi trascese (a parer mio) come grande segno di divisione, possano trovare molti, moltissimi, punti in comune dalla proposte di ricostruzione e non dalle pratiche di rattoppamento.

Credo che il minimo comune denominatore di tutti gli utenti facenti parte di ogni "schiera" (anche quelle non citate) sia quello di amare il ciclismo.

Allora invece di star lì a dibattere su come curarlo dopo le tante cadute, che continua ancora a fare, perché non cercare tutti insieme di insegnargli veramente a camminare? Da dove inizierebbe un Incrementalista? E da dove il Perfezionista? Credo che le divisioni (che ci saranno comunque) siano molto più "sopportabili" se si ha ben chiaro l'obiettivo ultimo, che è il "bene del ciclismo", sia inteso come bene metafisico, sia inteso come bene al di fuori di questo mondo (marketing, vendibilità, credibilità, etc.).

Vi va di provarci?


mario,
il minimo comune denominatore era di amare il ciclismo da competizione e la grande fatica e passione dei corridori.
per questo, in conseguenza di questo, era minimo comune denominatore pensare che il doping fosse male e i positivi dovessero essere giustamente sanzionati in quanto venuti meno alla prima regola, quella dell' uguaglianza nella competizione e del rispetto della fatica.

poi si potevano cercare tutte le risposte, le giustificazioni possibili ed immaginabili, apposta siamo un forum.

ma dall' embè si è arrivati a valanga, che dico, a frana, fino al "io sto con.... fino alla fine". senza se e senza ma.

qualcuno ha cominciato a pensare che per non rompere l' ormai fragile giocattolo è meglio fare finta che il doping non ci sia.
andrebbe bene pure il doping libero.
che forse è meglio traformare il ciclismo in un wrestling del bitume e delle salite impossibili, con campioni sbruffoni e banfoni, che tanto tutto quento fa spettacolo va bene.

è andato perduto uno dei fattori fondamentali del comune denominatore.

allora il confronto è diventato radicale, perchè è venuto meno uno dei valori condivisi.

aranciata lo ha detto bene, se il ciclismo non cambia, non fa un passo indietro è morto.

e non deve cambiare cercando lo spettacolo finto, dello sport showbusiness americano.
la forza del ciclismo è nella sua verità che il suiveur conosce ed il tifoso occasionale, che si inciucca all' alpe di huez percepisce , annusa e rispetta.


forse ci resterà la coppa kobram solo,ma non è poco. oppure ci resterà il piacere illuminato di vedere un bel gesto pedalato come quello di andy e/ o di ballan, ci resterà di divertirci con l' impresa di hincapie che vincerà la roubaix più vecchio di duclos-lasalle.ci resterà, anche se siamo consapevoli....

ci resterà pure l' amore per quei 1,10,20, non so , puliti o quasi tali del gruppo.


il sistema ce tu vuoi salvare, caro mario, non si salva aspettando il giorno perfetto, pensando che forse in attesa di quel giorno se le cose continuano così, in fondo si continua a campare e non si sta poi così male.
basta voltarsi dall' altra ...

bisogna cambiare il sistema e si comincia a cambiare mettendo fuori gioco il modello del sistema. il dopato che vince. impunito e impunibile.
le salmerie seguiranno.

mestatore



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 00:55
Originariamente inviato da mestatore

il minimo comune denominatore era di amare il ciclismo da competizione e la grande fatica e passione dei corridori.
per questo, in conseguenza di questo, era minimo comune denominatore pensare che il doping fosse male e i positivi dovessero essere giustamente sanzionati in quanto venuti meno alla prima regola, quella dell' uguaglianza nella competizione e del rispetto della fatica.


da applausi. condivido.



che forse è meglio traformare il ciclismo in un wrestling del bitume e delle salite impossibili, con campioni sbruffoni e banfoni, che tanto tutto quento fa spettacolo va bene.


Ricondivido e riapplaudo


forse ci resterà la coppa kobram solo,ma non è poco.


Quella a dire il vero dal 2009 rimarrà solo al Lando Team, ma questo è OT per cui la lascio cadere qui

 

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  postato il 04/10/2008 alle 01:07
Originariamente inviato da mestatore

il minimo comune denominatore era di amare il ciclismo da competizione e la grande fatica e passione dei corridori.
per questo, in conseguenza di questo, era minimo comune denominatore pensare che il doping fosse male e i positivi dovessero essere giustamente sanzionati in quanto venuti meno alla prima regola, quella dell' uguaglianza nella competizione e del rispetto della fatica.

quasi quasi questo passo me lo metto nella firma.
grande Mesty.

 

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  postato il 04/10/2008 alle 01:20
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Forse in futuro i Perfezionisti verranno accontentati: probabilmente il doping genetico eliminerà il problema ed essi potranno tifare per i loro polli d'allevamento cresciuti in batteria, a prova di qualsiasi controllo anti-doping.


Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Così com'è è morto. Il ciclismo oggi è solo un fatto di costume, una tradizione folklorica in ricordo del tempo che fu.


Quanta caxxo di ragione hai, Davide.
E quanto mi è maledettamente piaciuto il post di Andrea; a pensare che quello stesso utente ci mandava ai pazzi, appena iscritto.

Come già si sarà notato, a differenza di alcuni Perfezionisti (Admin, Donchisciotte, mi pare anche Lore_88), io non sono affatto contro l'antidoping, né per la liberalizzazione.
D'altro canto, sono contro questo antidoping (politico e ad orologeria) e penso che attualmente la liberalizzazione sarebbe molto meno ipocrita dell'antidoping (sempre di quello di oggi).

È vero ciò che dicono tanti: anche se ci fosse 1 solo non-raccomandato, o 1 solo studente che non copia il compito in classe, costoro vanno difesi. Anche noi sappiamo benissimo quanto sia difficile farcela solo con le nostre forze e quanto sia complicato arrivare a certi livelli senza alcun tipo di conoscenza o di "scopiazzatura". Io - dibattendo molto spesso con Felice - ero giunto ad una percentuale del 98% di dopati nel professionismo (anche solo "di striscio") e del 2%, quindi, senza neanche "la rogna". Va difeso quel 2%? Certo. Come?

Ecco, è questo il punto da dove deve iniziare questa (nuova) discussione ("della concordia", la chiama Marco, che forse neanche sarà tanto d'accordo con me). Sarà che chi ha l'umiltà di leggere tutti e cercare di carpire un po' di buono da ogni persona ricorda con piacere anche un intervento di Claudio82, che una volta scrisse che un buon giornalista deve scendere in piazza, ogni tanto, e sentire l'opinione della "gente comune".

Sarà che il mio personale cartellino sul doping è ultimamente attaccato in punti più che sensibili (ragazzi e ragazze che conosco) e quindi spesso ne parlo anche con la mia fidanzata (la "mia" gente comune), che proprio stasera mi ha chiesto, mentre vedevamo uno speciale su Paolo Maldini (ci scherzavamo su; lei diceva: "Vabbè, è entrato da raccomandato!", io le rispondevo: "Ah, di questo non dici che è dopato?"), se penso che ci sia qualcuno che non si dopa tra i professionisti del pedale.

Valle a rispondere, valle.
Avrei dovuto dirle di no? Che penso si dopino tutti? Non lo penso, tra l'altro (98% non è 100%), e soprattutto avrei suscitato in lei l'ovvia domanda successiva: "Allora perché lavori in questo sport?".
Le ho detto, ovviamente, di sì. Che penso ci siano. E le ho fatto anche un nome (che non faccio qui per ovvie ragioni). Non penso sia il solo (2% non vuol dire 1, in questo caso). Lei ha colto, ma non le interessava molto la risposta (di ciclismo non capisce praticamente niente, ed anche un po' lo detesta perché spesso mi porta lontano da lei), ma le interessava mettermi il tarlo nella testa. Bontà sua, ci è riuscita.

Allora che voglio, da questo ciclismo?
Voglio che l'antidoping lasci in pace tutti i campioni, come fa negli altri sport? No, o meglio, nì.
Non voglio che il carrozzone ricominci a girare come già fino a luglio 2005, quando tutti erano belli, forti, e puliti. Col ritorno di Armstrong, secondo me, questo avverrà. Il 2009 sarà un anno sereno per il ciclismo, o almeno per (gran) parte di esso.
Però non voglio neanche annate come il 2006, il 2007 e il 2008.
Annate troppo brutte per essere vere, e troppo distorte per essere reali.

Perché lanciando la sfida del post precedente ho messo come minimo comun denominatore l'amore per il ciclismo. Ecco, io non vedo amore per il ciclismo né da parte di questa UCI, né da parte di un sacco di enti che dovrebbero essere il cuore pulsante di questo sport, Associazione corridori in primis.
È questo che mi fa essere (ancora) perfezionista (credo ).
È il demonizzare il bersaglio di un obiettivo politico che non mi sta bene. Ci stanno facendo credere che tutti i corridori da GT sono dopati perché fa comodo alla loro lotta tra UCI e GT, non certo perché sono i soli. È vero, si sono dopati, e questo basta per la loro squalifica.
Ma io non voglio l'assenza di squalifica. Io voglio l'assenza di poliziotti e di carcere; l'assenza di patenti di "mostro" e di "schifoso"; la coscienza che - attualmente - non è la mera casistica dell'antidoping che può sbagliare a salvare taluni a dispetto di talaltri, ma è proprio la maggiore efficienza dell'antidoping a far capire che si beccano solo alcuni a dispetto di talaltri.

Non ha senso fare subito i controlli per il CERA a Beltran, Duenas e Riccò e farli agli altri alla fine del Tour. Perché? Perché prima erano border line e ora si hanno nuovi metodi per testarli?

Non vorrei scrivere troppo e sviare il discorso dall'argomento originario (forse già l'ho fatto più volte), quindi forse la smetto qui, magari aggiungendo altre cose più avanti.

Ciò che mi preme sottolineare è che per me è impossibile fare il tifo spassionato per l'antidoping (e mi piacerebbe poterlo fare, per quel 2%!), almeno fin quando CIO e WADA non saranno trasparenti nella loro gestione, uniformi nei loro regolamenti e lineari e certi nelle loro sanzioni.
Ma finché la WADA continuerà a togliere dalle sostanze dopanti quelle sostanze contenute nel maggiore sponsor del CIO, allora - mi spiace - ma è molto meno ipocrita attendere il giorno perfetto, lavorando - preferibilmente - affinché avvenga il prima possibile. Nel frattempo, gustandosi lo spettacolo senza farsi il sangue troppo dolce o troppo amaro.

 

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  postato il 04/10/2008 alle 02:52
Originariamente inviato da mestatore

ma dall' embè si è arrivati a valanga, che dico, a frana, fino al "io sto con.... fino alla fine". senza se e senza ma.


Certo, quello è stato uno spartiacque profondo, lo so bene.

Magari tra qualche giorno sarà finalmente chiaro il senso di quell'articolo. Può darsi. Il problema è che ciò coinciderebbe con un'altra mazzata, e noi non vogliamo un'altra mazzata sul ciclismo, vero?
Oppure la vogliamo, purché vengano abbattuti altri bari?

Scusate se sembro un po' aspro, ma è che vedersi diventare sotto al naso il Casaldi incrementalista sconvolgerebbe la giornata di chiunque.

 

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  postato il 04/10/2008 alle 02:58
Originariamente inviato da Ottavio

Admin,
ma lo capisci che la chiusa del tuo intervento vuol dire "non ho alcuna fiducia in questo sport"!
Mi spieghi che senso ha seguirlo ancora?


Non lo so, forse ha lo stesso senso del seguitare a pagare le tasse ad uno stato nei confronti di cui non hai nessuna fiducia.
O forse ha lo stesso senso di continuare a bere vino non avendo nessuna fiducia che ciò migliori lo stato del tuo fegato.


Non voglio tracimare nel biblico, ma finché ci saranno 100, 50, 2 ciclisti puliti gli altri sono truffatori. La puoi mettere come ti pare ma è così. Il tuo ragionamento reggerebbe solo se il 100% dei ciclisti fosse dopato. La realtà non è questa.


E qual è la realtà? E quanto è diversa rispetto al 1998? E rispetto al 1988? Dove sono le 10 piccole differenze?

 

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  postato il 04/10/2008 alle 03:02
Originariamente inviato da Admin

Scusate se sembro un po' aspro, ma è che vedersi diventare sotto al naso il Casaldi incrementalista sconvolgerebbe la giornata di chiunque.


Esagerato!
Ho battezzato la corrente "moderata" ( ) dei Perfezionisti, tutto qua.

 

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  postato il 04/10/2008 alle 03:10
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Mmm, forse lo sport con il doping "full-time" piace agli americani. Non so quale ruolo potrebbe rivestire nei media, e soprattutto nell'immaginario popolare europeo, un ciclismo senza regole. Forse lo stesso del wrestling?


Davide, io non credo che gli europei amino cose così differenti dagli americani. Le differenze sono sfumature. Il mondo è uno ed è piccolo, e a tutti piace quello che fanno gli americani, gli americani comandano, mi spiace ma è così.
Anche nei paesi islamici, che pure paiono così lontani dal modello stars&stripes, il sogno è uno solo: quello americano. La negatività nasce dalla frustrazione del non poterlo raggiungere, ottenere. Dicono contro l'America perché hanno la coda di paglia, in realtà gli piace da morire, la vorrebbero essi stessi. Ecco perché dicono tutti quelle frasi prestampate, ecco perché se la prendono stereotipatamente contro il dopato di turno, ecco perché sottostanno al Sistema, ecco perché non lo vogliono cambiare: non perché vorrebbero ottenere da esso i giusti benefici, ma semplicemente perché hanno il codone di paglia. Ma poi la ruota gira, e sempre girerà.

Si dice che chi non pedala è più facilmente perfezionista di chi pedala.
Ribalto la questione: chi è nell'Ambiente non esprime mai (ufficialmente) concetti perfezionisti. Sempre per il discorso delle code di cui sopra. Anche negli anni d'oro dell'EPO (quelli che tutti situano nella seconda metà dei '90, per intenderci), quando le cose andavano peggio di oggi , non ho mai sentito nessuno fare discorsi perfezionisti. Sempre tutti incrementalisti, nell'Ambiente. Lasciamo le cose così come stanno. Incrementalismo forever!
L'Ambiente incrementalizza.


Ps: non è questo il post polemico a cui mi riferivo a pomeriggio (pensate come sarà quello, allora!).
Ps2: tengo a precisare che quando parlavo di tirare una riga non facevo alcun riferimento a ciclisti belgi in attività.

 

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  postato il 04/10/2008 alle 03:20
(E se pensate che il mio discorso sui paesi islamici sia arzigogolato, dovevate vedere quello su Darwin che ho fatto poco fa a Trotzky su Messenger)

 

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  postato il 04/10/2008 alle 11:54
Mi vedo costretto a tornare sui gravi fatti di questa notte.

Cioè, non so se vi rendete conto, ma il numero 2 della schiera perfezionista si è discostato dall'ortodossia.

È ovvio che, a livello ideologico, quello più vicino a Trotzky sono io, ma i fatti storici ci dicono che il buon Casaldi ha disdetto in tutta fretta la sua trasferta del prossimo anno alla Vuelta a Mexico.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 04/10/2008 alle 12:27
L'ho sempre detto, Admin, i perfezionisti sono una nicchia intellettuale, siamo pochi, gli incrementalisti sono di massa, esprimono il sentire comune.
Certo, il "tradimento" di Mario è grave, un perfezionista non è moderato,per definizione.
Comunque sono sopravvissuta alla morte del comunismo restando comunista, sarò perfezionista per sempre ( non solo nel doping, il perfezionismo è visione del mondo, come l'incrementalismo).
Anche se adesso nascerà la lotta per il posto da n. 2, visto che Morris...... ( va beh... senza dietrologie).

Però io voglio autodenunciarmi. Stanca della retorica delle pari posizioni di partenza nel ciclismo, della gara non truccata ecc. mi voglio autodenunciare.
Il baro sono io. Sì, io che ho avuto una famiglia benestante e colta in un paese occidentale, che ho potuto fare buone scuole, che avevo una carriera di avvocato spalancata da studi di parenti ( poi, essendo comunista, ho fatto altre scelte molto meno remunerative), che ho avuto amici e parenti colti, con buoni studi alle spalle.
Sono il baro, rispetto a tantissimi che non hanno avuto le stesse possibilità, pur essendo, tanti di loro, sicuramente più intelligenti, più creativi, con più talento esistenziale di me e che non hanno mai avuto la possibilità di saperlo, persi in paesi poverissimi.
Il baro sono io, che come tutti gli occidentali, vivo in una cultura dopata di bisogni indotti e lo faccio grazie al fatto di affamare 4/5 dell'umanità.
Il baro e il dopato, quello ch trucca il gioco, non sono gli altri, sono io.
Il gioco è truccato ab ovo,anche un atleta del mondo ricco ha più possibilità di un ragazzino talentuoso che deve vendersi per strada in qualche periferia degradata.
E non solo per il doping, per l'organizzazione, per l'alimentazione sin da bambini, per la disponibilità di impianti, di soldi, di sponsor, di possibilità di dedicarsi unicamente allo sport.
Sono stufa di questa retorica che guarda sempre al frammento. Il gioco è truccato, fatevene una ragione, è truccato da sempre e se Ulisse non si inventava quell'imbroglio del cavallo di Troia, forse la storia dei rapporti fra oriente e e occidente andava diversamente.
Anche nello sport pulito le posizioni non sarebbero uguali, perché Alì dagli occhi azzurri non ha avuto le stesse possibilità e magari aveva più talento di tutti.
Cambiate il mondo, se potete.
Il minimo comune denominatore non pùò essere il retorico richiamo alle posizioni di partenza uguali per tutti che non esistono, potrebbe essere il rispetto della fatica, l'amore per il ciclismo è altro, per me, è altro quello che mi unisce a chi come me si interessa a questo sport.
Sono d'accordo con Admin: un discorso perfezionista ( anche moderato) è incompatibile con lo stare dentro l'ambiente,chi ha tentato, solo tentato, di farlo, come si sa riposa in pace.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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  postato il 04/10/2008 alle 13:28
Originariamente inviato da Donchisciotte

Anche se adesso nascerà la lotta per il posto da n. 2, visto che Morris...... ( va beh... senza dietrologie).


Beh, Morris è il nostro Lenin... ma che dico Lenin... è il nostro Carlo Marx!
E tu, non occorre dirlo, sei la nostra Rosa Luxemburg

(E mi fermo qui con gli accostamenti, ché se lo paragono a Togliatti a Stress ci prende un coccolone )

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 14:01
Opinione personale (lasciando stare i politici) è giunto il momento di dire stop e tirare una bella linea.
Ci si ferma (la stagione invernale arriva al momento giusto) e tutti (ma veramente tutti) si devono sedere ad un tavolo per partorire regole chiare e condivise da tutti con sanzioni forti ed uguali per tutti ed in tutte le nazioni (mi scuso per i troppi tutti).
Considerata la situazione attuale (il salame si mangia) di doping a dir poco diffuso forse si potrebbe pensare anche ad una amnistia o ad uno sconto per tutti.
Forse è il momento giusto.

 

[Modificato il 04/10/2008 alle 14:25 by stress]

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 14:31
Fossi in Maria Rita non sarei proprio così contento di essere paragonata a Rosa Luxembourg. Se non altro per la grama fine che ha fatto. Oh, poi magari l'annuale commemorazione al cimitero può sempre commuovere, ma ripeto, io non sarei così contento.

Marx, Lenin, Luxembourg, Trotzki... come dire che i perferzionisti sono pronti a dividersi in mille rivoli che si faranno al guerra tra di loro per 140 anni tranne i tre della seconda guerra mondiale?
E chi è Bakunin? E chi saranno i rivoluzionari spagnoli traditi da Stalin?
E Togliatti?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 16:13
Originariamente inviato da Frank VDB

Fossi in Maria Rita non sarei proprio così contento di essere paragonata a Rosa Luxembourg. Se non altro per la grama fine che ha fatto. Oh, poi magari l'annuale commemorazione al cimitero può sempre commuovere, ma ripeto, io non sarei così contento.

Marx, Lenin, Luxembourg, Trotzki... come dire che i perferzionisti sono pronti a dividersi in mille rivoli che si faranno al guerra tra di loro per 140 anni tranne i tre della seconda guerra mondiale?
E chi è Bakunin? E chi saranno i rivoluzionari spagnoli traditi da Stalin?
E Togliatti?


a me ricordano più honecker. gomulka e cernenko...

alcuni mods starebbero bene nelle stasi , tanto per cominciare.

maria rita poi mi ricorda più l'ultimo giapponese rimasto nella giungla...

mario che fine farà: sarà dubcek o gorbaciov?
o finirà in siberia?

comunque , il muro deve cadere, già si vedono le crepe....

a shangai ci sono i grattacieli e gli operai cinesi invidiano molto i nostri...

secondo me rizz farà la parte di pol pot

madddddddddaiiiiii

basta con paragoni ad minchiam, già c'è pacho...

qui si parla di pedivelle e bitume
ricordatevelo

mesty

 
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  postato il 04/10/2008 alle 16:31
Eddai Gianni, lasciaci divertire!!!

(Mammamia, Rizz=Pol Pot... gli eredi del dittatore cambogiano ti denunceranno ad Amnesty International per averlo paragonato a un moderatore così sanguinario!!!)

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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  postato il 04/10/2008 alle 17:04
Originariamente inviato da Admin

Eddai Gianni, lasciaci divertire!!!

(Mammamia, Rizz=Pol Pot... gli eredi del dittatore cambogiano ti denunceranno ad Amnesty International per averlo paragonato a un moderatore così sanguinario!!!)



 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 18:44
Ot. Marco accetto tutti i nomi della nomenclatura anzi gradirei essere associato al grande creatore/capo della NKVD Vysinskij

Il Peg.... migliore veniva a troieggiare dalle mie parti (solo 4 Km) con annesso cagnolino Spallone.
Diciamo che mi sta leggermente li......
Il tutto per il perfezionismo si capisce!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/10/2008 alle 19:15
dai admin, anche io mi voglio divertire.
la parte di vittime l'ho riservato a proffroubaix e a me.
guido lo vedo un po' come solgenitsyn ( che tanto ti piace)
io invece sono barysnikov ( in bici ho grande classe)
vdb fa il cardinale wizinsky ( altri ecclesiastici non mi vengono in mente)
invece a claudiodance gli facciamo fare evtuscenko, il finto dissidente e pure mediocre poeta

ciao

mesty

ps; chiedo venia per le grafie, ma i nomi rusi sono ostici...


 
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