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L'altro Tour de France 2007
megalon - 25/06/2007 alle 13:02

[b]Guillaume e Fabio sulle strade del Tour de France 2007[/b] Con il vostro amico Prébois ;) http://www.lautretour.com


spino_tk - 25/06/2007 alle 13:22

ho letto ieri sulla repubblica..... mi sembra proprio inteerssante....


uffa - 25/06/2007 alle 13:45

Bello, bello... Non sono proprio persone 'normali' comunque sarà un bell'esperimento...


Zillo - 25/06/2007 alle 13:56

Bellissimo! Vi devo riverale che è sempre stato il mio sogno fare la stessa cosa col Giro... mi sono sempre detto: "Un giorno sarò allenatissimo e lo farò!" :hammer::hammer::hammer:


grilloparlante - 25/06/2007 alle 17:28

Sì, sì, proprio bellissimo: il presupposto bellissimo per un'altra secchiata di.... Prebois è un tipo interessante, che farà il suo Tour per dimstrare che dopo venti giorni avrà l'ematocrito di un malato terminale e di qui dirà, essendosi allenato per tremila chilometri al mese da qualche mese, che è impossibile che i corridori finiscano il Tour andando forte. Certo, perché basta allenarsi per tremila chilometri al mese per qualche mese per essere un professionista in grado di affrontare e finie il Tour, no? Adesso che ci penso, fino all'anno scorso avrei potuto farlo anch'io... Se invece lo facessi adesso, il mio ematocrito sarebbe terminale dopo neanche una settimana. Io credo che sia un bel gesto dall punto di vista turistico, mentre credo che abbia un secondo fine, neanche troppo nascosto, dal quale si desumerà che Vinoikourov e soci vari sano pieni come uova di pasqua. Sì, sì, proprio interessante. Anche se sarebbe meglio che certe scoperte si facessero con dei veri test antidoping e non con le estemporanee idee di un giornalista!


Laura Idril - 25/06/2007 alle 17:31

Grilloparlante sono assolutamente d'accordo con te. Se il viaggio servisse per conoscere meglio la Francia e company sarebbe una bellissima cosa, ma sappiamo che non è così. Un amatore, per quanto allenato, non potrà mai sopportare il peso di una gara professionistica soprattutto il Tour che si corre alla morte e spesso sotto un caldo pazzesco.


Zillo - 25/06/2007 alle 18:36

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] Grilloparlante sono assolutamente d'accordo con te. Se il viaggio servisse per conoscere meglio la Francia e company sarebbe una bellissima cosa, ma sappiamo che non è così. Un amatore, per quanto allenato, non potrà mai sopportare il peso di una gara professionistica soprattutto il Tour che si corre alla morte e spesso sotto un caldo pazzesco. [/quote] Ma che discorsi sono? Mica corrono con Vinokourov e soci! Un conto è correre con le medie del Tour e con l'agonismo del Tour! Un'altra cosa è correre le stesse tappe senza assilli di alcun genere, e solo per arrivare alla fne.. anche in 10 ore! Non siamo critici solo perchè c'è Prebois...


Laura Idril - 25/06/2007 alle 18:39

Zillo, lo dico perchè di questa idea se ne era già discusso e il motivo era proprio dimostrare che se vuoi correre il Tour a pane e acqua devi andare più piano (e sai la novità mi vien da dire...). Forse addirittura nel vecchio 3D sul doping se ne parlava.


grilloparlante - 25/06/2007 alle 18:44

Guarda, che se leggi bene le due pagine uscite ieri su Repubblica, è lo stesso Prebois a dire che il Tour si può correre a pane ed acqua, ma con un abbassamento dei valori che allla fine ti rendono più simile a un morto che a un vivo. Siccome l'abbassamento dei valori è diverso da persona a persona, e soprattutto da giornalista ad atleta professionista, se anche questa baggianata l'avessi scritta io e non Prebois, avrei trovato il modo per farmi autodrizzare i capelli sulla testa.


Zillo - 25/06/2007 alle 18:48

Beh.. ma non credo che, seppur allenato, lui si possa paragonare a un ciclista professionista. E' una cosa che di per se non sta in piedi.. Da quello che leggo sul sito non si accenna a questa cosa...


luke - 25/06/2007 alle 20:51

Ci sono giornalisti che davvero sanno fare il loro mestiere, quando leggi certi pezzi, che sia un'intervista o un bel racconto non importa, ti suscitano delle emozioni vere: lo sguardo si perde nel vuoto e ti pare di essere lì con il corridore, di vederne l'espressione mentre racconta la sua corsa, mentre snocciola i suoi dubbi, mentre sospira e rivede tutte le fatiche che ha fatto per raggiungere quel risultato; se leggi uno di questi pezzi, ti pare di essere seduto sul sellino della moto e di guardare in faccia l'eroe che parte a cercare di conquistare quel sogno, senti persino il suo respiro e vedi con i suoi occhi. Questi sono, più che giornalisti, autori, gente che al ciclismo necessita come il pane. Ci sono poi giornalisti che non sanno raccontarti una gara, che non ti danno emozioni, che quando leggi i loro pezzi hai la stessa sensazione di addentare una forchettata di pasta senza sale nè condimento: questi giornalisti al ciclismo non servono, ma a loro serve mettersi in evidenza per sbarcare il lunario. Ecco allora l' 'ideona': corriamo il Tour e dimostriamo che quelli là son tutti dopati, mentre noi andiamo a pane ed acqua. A parte il fatto che anche questo è tutto da dimostrare (fare 3000 km al mese non è mica uno scherzo, neanche per un 'fenomeno' come Prebbuà), ma mi chiedo cosa possa muovere una simile iniziativa. Rendere un servizio al ciclismo? No di certo, per rendere un servizio al ciclismo ora c'è bisogno di difenderlo, mica di sputtanarlo. Dimostrare qualcosa a sè stessi? Forse, ma allora non serve fare un sito e pubblicizzare sta goliardata. Un piccolo aneddoto per dimostrare che quest'idea è stravecchia. Nell'anno del Giro vinto da Battaglin all'arrivo della crono in Arena nella mia Verona c'ero anch'io sotto il solleone, sin dalle undici del mattino. Avevo quindici anni e quell'esposizione al sole mi costò due giorni di febbre, ma non mi sarei perso quell'arrivo per nulla al mondo. Prima che iniziassero ad arrivare i primi corridori (nel senso di primi a partire), entro in Arena un'alpino con la sua bici da corsa: era solito fare il Giro dei pro, lo stesso percorso ma lo faceva il giorno prima, da solo. Entrò con tanto di cappello da alpino, scese di bici tra gli applausi di tutta l'Arena e si cimentò in una doppia spaccata davanti a tutti: avrà avuto almeno cinquant'anni e più. Ricordo ancora il fragore degli applausi del pubblico, non ci fu uno che pensò 'chissà cosa ha preso questo', applaudivano soltanto, qualcuno con le lacrime agli occhi. Non erano i tempi dei Capodacqua, Rizzo e Prebbuà, bei tempi davvero... comunque, l'idea è vecchia e se uno davvero vuole cimentarsi contro sè stesso, lo può fare senza cercare pubblicità. Mi viene così automaticamente da pensare alla terza possibilità: se qualcuno di loro detesta così tanto i ciclisti e cerca di non perdere un solo colpo per metterli in cattiva luce, mi viene il dubbio che dentro di loro siano convinti che potrebbero fare i corridori professionisti, che senza tutti sti dopati andrebbero loro al Tour, al Giro, alle classiche e che loro sì, farebbero vedere che razza di campioni sono!! Mico c'è bisogno d'andare in francia, anche il nostro Torquemada mi pare sia orientato in questa direzione. Secondo me quest'iniziativa non serve a nulla, ma se porterà qualcosa porterà solo una vagonata di m...a sul ciclismo, come dice giustamente Grilloparlante (amico, ma dov'eri finito? Ti aspettavo!!). Però non diamoci troppo peso, in fondo il 90% della popolazione mondiale non sa nemmeno chi sia Prebbuà, non sa nemmeno di questa sua goliardica iniziativa e di meno non gliene potrebbe fregare. Allora noi, che siamo tra i pochissimi che lo sanno, facciamo una bella cosa: evitiamo quel sito, non parliamone, come si dice dalle mie parti 'non cachiamolo nemmeno di striscio' e vedrete che, come d'incanto, in due minuti ce lo saremo bell'e dimenticato e, nel frattempo, un piccolo servizio al ciclismo lo rendiamo. Una considerazione finale: è come se Gianni Brera, invece di scrivere i suoi maestosi pezzi, si fosse allenato per tre mesi con il Milan di Rocco e poi avesse provato a calciare forte come Rivera (ne dico uno a caso, io conosco bene solo i calciatori dell'Hellas :P) e, non riuscendovi, avesse preteso di dimostrare che era tutto frutto di 'artifizi'... a parte il fatto che nel calcio nessuno si domanda, quando Roberto Carlos tira una punizione a 130 Kmh, se sia naturale o 'artificiale', ma Brera era un'uomo intelligente ed un grande giornalista: preferì entrare nella storia per i suoi pezzi, certi esperimenti li avrebbe lasciati al giornalista del 'Corriere dei Piccoli'. E di intelligenza, purtroppo, non siamo tutti dotati allo stesso modo... ma è la natura, baby....


Monsieur 40% - 25/06/2007 alle 21:00

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Mi viene così automaticamente da pensare alla terza possibilità: se qualcuno di loro detesta così tanto i ciclisti e cerca di non perdere un solo colpo per metterli in cattiva luce, mi viene il dubbio che dentro di loro siano convinti che potrebbero fare i corridori professionisti, che senza tutti sti dopati andrebbero loro al Tour, al Giro, alle classiche e che loro sì, farebbero vedere che razza di campioni sono!! Mico c'è bisogno d'andare in francia, anche il nostro Torquemada mi pare sia orientato in questa direzione.[/quote] Secondo me questa "terza possibilità" è tremendamente reale anche tra tanti granfondisti/cicloinvorniti...


Zillo - 26/06/2007 alle 11:35

Mah! Continuo a essere scettico sulle vostre affermazioni. Se riusciranno a fare tutto il Tour dimostreranno che si può correre a pane e acqua. Se non ci riusciranno invece non dimostreranno niente! Quindi non vedo cosa potrà mai portare di male al ciclismo questa cosa! Bah!


Frank VDB - 26/06/2007 alle 13:12

Quella di Prebois potrebbe essere un'ideona se servisse a descrivere l'altro Tour, quello della gente, della Francia profonda, della campagna... non a caso la sua impresa viene presentata su Repubblica da due grandi di queste cose come Gianni Mura e Paolo Rumiz. Ma sotto il profilo sportivo è l'ennesima iniziativa atta a infangare il ciclismo. In primo luogo perchè la comparazione tra lui e il Tour vero è infattibile: lui corre da solo, gli altri in 200: il costo energetico delle due corse è diversissimo. Poi i professionisti corrono mediamente da quando avevano 8-9 anni, lui se va bene da una decina, ma solo da 12 mesi sta preparando questa avventura. Inoltre, Prebois andrà a "pane e acqua" per dimostrare i valori cadaverici che un ciclista dovrebbe avere a fine Tour. Dal momento che io amo il ciclismo e quindi non mi auguro la morte dei ciclisti, sono contento che questi prendano qualcosa per non rimanerci secchi. Per intenderci, non sto dicendo che sono a favore del doping, ma che sono a favore di un uso accorto della medicina. Cioè, a differenza di chi di sport non sa un cacchio se non il nome della moglie dei calciatori, se un ciclista si fa il Benexol o il Ferrograd in endovena lungo il Tour, non ci trovo nulla di male. Prebois invece sì. E' evidentemente un amante dell'estremo, ma lo sperimenti pure su se stesso, non sui corridori. In sostanza, che senso ha arrivare a Parigi distrutti? Che senso avrebbe un Tour dove neanche le vitamine e il ferro sono ammessi? Sarebbe avvincente un Tour dove il vincitore finale è tale non perchè più astuto, più bravo, più forte, ma solo perchè è stato l'ultimo a scoppiare? Mi pare che oramai la sacrosanta campagna contro il doping stia diventando a tutti i livelli (giornalisti, federazioni, etc.) un'autentica e assurda caccia alle streghe, dove non si combatte contro il doping, ossia gli aiuti artificiali che alterano la prestazioni sportiva e danneggiano la salute dell'atleta, ma si combatte alla cieca contro qualsiasi cosa possa apparire poco naturale. Da qui a un pò arriverà qualcuno a proporre che i ciclisti mangino solo cibi "bio" e rigorosamente analizzati preventivamente, che non si sa mai! Nel frattempo nel mondo reale tutto prosegue come prima e nessuno si stupisce: il Po è pieno di coca (sniffata magari anche da colleghi e amici di Prebois), la vita sociale è drogata fino al midollo e in maniera esasperata, le dipendenze da vizi e abitudini nefaste vengono quasi incentivate. Ma l'importante è dimostrare che i ciclisti sono tutti strafatti.


grilloparlante - 26/06/2007 alle 13:33

E' questo il punto. Nessuno si illuda che il Tour del giorno prima serva per dimostrare che uno qualunque ce la può fare. Serve a dimostrare che se io che l'ho fatto a pane e acqua alla fine mi sono ridotto a una schifezza, perché voi lo finite ancora forti? Semplice, perché siete pieni come uova. Ecco, è questo l'asssuno che trovo assurdo. Perché allora arriva il primo che si sveglia e viene a fare per dieci ore di fila, per tre settimane il mio lavoro. E siccome a un certo punto costui cadrà sulle ginocchia con il più forte dei mal di testa, avendo prodotto in cambio oggetti di qualità inferiore, sarà forse autorizzzato a dire che io sto meglio di lui perché io chissà a quale trucco disonesto ricorro? Non valuterà che io faccio questo lavoro da 18 anni e che è impossibile in tre settimane mettersi in pari? Non valuterà che forse ci sono anche delle differenze di capacità? Ecco, l'approccio di Prebois è lo stesso di Eugenio Capodacqua su Repubblica. Siccome lui va in bici e si vanta, nonostante l'età, di farlo bene, trova incomprensibile che dei prrofessionisti vadano tanto più forte di lui. Ora non vogliamo qui dire che il doping non c'è, ma affermare che a parità di pane e di acqua, tra l'ultimo dei pro' e il signor Prebois rimane un abisso profondo e largo come il Mississipi. Lo so anch'io che si può fare un Tour a pane e acqua, se mi impegno lo faccio anche io. Ho fatto un giro di Spagna cone le sacche dietro la mountain bike, con la bici da corsa e la macchina al seguito ce mi porta i bagagli, si può provare anche il Tour. Però direi al signor Prebois: vuoi farlo? Va bene, ma ti diamo anche il tempo massimo, così capisci che vuol dire davvero correre. Una delle ultime cose sagge dette da Pantani fu di andare a a vedere davvero cos'è un corridore. Ebbene, per vederlo davvero devi esserlo stato. Il resto sono qualunquismo e facile retorica.


grilloparlante - 26/06/2007 alle 13:37

Aggiungo, avendo appena fatto un giretto nel suo sito, che ogni giorno i rafici dei suoi valori saranno confrontati con quelli dei professionisti. Questa è follia, megalomania, poca intelligenza, malafede e anche disonestà intellettuale. Came dire che prendo la Ducati di Stoner e vdo in pista. Poi, siccome giro tre minuti più lento di lui, faccio il confronto settore per settore e dico che lu si fa di coca!!!! No, Prebuà, così non va!


luke - 26/06/2007 alle 15:12

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Aggiungo, avendo appena fatto un giretto nel suo sito, che ogni giorno i rafici dei suoi valori saranno confrontati con quelli dei professionisti. Questa è follia, megalomania, poca intelligenza, malafede e anche disonestà intellettuale. Came dire che prendo la Ducati di Stoner e vdo in pista. Poi, siccome giro tre minuti più lento di lui, faccio il confronto settore per settore e dico che lu si fa di coca!!!! No, Prebuà, così non va! [/quote] Ma da Prebois non è che puoi aspettarti di meglio, lui stesso su queste pagine definì Capograppa 'un maestro' (in realtà è un discreto cicloturista:D). Io credo che il ciclismo senz'altro si debba liberare dei personaggi che l'ammorbano, praticoni e diesse non all'altezza, ma pure di questi si deve liberare. E' proprio così: tra Prebois ed un pro c'è comunque un abisso (tra un prò ed Eugenio, invece, due abissi), così come tra un discreto cicloamatore ed un Cunego c'e di mezzo il mare. Mario ha perfettamente ragione: anche tra i cicloamatori c'è questa tendenza diffusa, come avevi già raccontato in un tuo intervento di qualche mese fa. Magari basterebbe prendere atto della realtà, overo che un professionista lo è, prima di tutto, perchè ha doti fisiche fuori dalla norma, mentre noi siamo delle mezze pippe che si divertono con la bici e nulla più. Anche questo atteggiamento fa male al ciclismo, perchè a spanderci m...a sopra sono una parte di coloro che lo praticano: nel calcio e nel tennis (ho praticato entrambi, da ragazzo) questo non succede. PS: Complimenti Frank VDB, da straquotare in toto!!!:clap::clap:


spino_tk - 26/06/2007 alle 15:29

secondo me va letta in altro modo... di sicuro con questa iniziativa il nostro amico riuscirà : 1) a scrivere un bel libro sulla francia profonda e sul significato del tour per la gente comune 2) per 9 mesi è andato in bici e poi si spara un tour con tanto di assistenza staff medico e amichetto (a chi di noi non piacerebbe) ma poi parlando seriamente 3) farà uno studio medico che andrà letto per essere uno studio medico su un amatore che dopo tanti allenamenti si cimenta in una corsa a tappe, penso che quello che ne uscirà sarà sicuramente interessante, ma sarebbe un errore paragonarlo ai valori di un professionista 4) se volete potrebbe anche dimostrare l'ipocrisia degli organizzatori del tour (che appare tanto meschina sul nostro forum) che vogliono medie alte+tappe combattute+trasferimenti+interviste ecc. ecc. ........ perchè tutte queste cose il giornalista non le vivrà ma se i suoi valori ematici vanno sottoterra senza tutto quello che comporta una gara vera c'è da pensare che gli organizzatori del tour sono ipocriti a volere spremere i ciclisti come limoni senza che essi ricorrrano ad "aiuti" 5) tutto sommato prima di condannarlo aspetterei di vedere cosa succede


megalon - 26/06/2007 alle 15:34

Per inquadrare un po' la faccenda...l'anno scorso su questo forum scriveva: [i]Il mio motore non è il protagonismo. Non è la conoscenza profonda della scienza (Eugenio Capodaqua è un maestro, il suo sito sportpro.it è un ottimo punto di partenza per divulgare le pieghe del doping, complimenti a lui). E' soltanto l'inquietudine per la salute dei corridori. Colpisce in questo blog che se ne parli poco di quel che succede loro una volta che i riflettori sono spenti. Mi fa male vedere che un ex-vincitore del Giro è stato in dialisi (ha perso il processo con il giornalista che lo svelò), mi fa male sapere che un ex-vincitore della Sanremo è diventato impotente e lasciato dalla moglie, mi fa male vedere che Bortolami smette per una miocardite ( che può capitare a chiunque, certo), mi fa male leggere che Cunego, Petacchi e Gasparotto si sono ammalati di mononucleosi ( la malattia del bacio che si prende con la saliva dell'altro o con trasfusioni, fate voi), mi fa male vedere che Di Luca ha sofferto di sistite acuta cosi giovane, prima della Liegi 2004 (ma può capitare a tutti, certo). Occore proteggerli. Mi ricordo bene delle confessioni di alcuni corridori a colazione: "Guillaume, mi faccio schifo, guarda cosa dobbiamo fare, mangiare il veleno, porca miseria". Un altro si faceva rubare le dosi dalla moglie, infermiera, in ospedale, e ne stava male per la vergogna. Finché potrò dare un piccolo e modestissimo contributo per smascherare chi si rovina la salute lo farò. [/i]

 

[Modificato il 26/06/2007 alle 15:36 by megalon]


grilloparlante - 26/06/2007 alle 15:50

Ma guarda che sulle finalità del suo viagggio, basta andare nel suo sito e leggere. Non c'entra conoscere la Francia più profonda e l'amore dei francesi per il Tour, perché lui passerà il giorno prima e, a meno che non si metta a fare interviste mentre pedala, sarà uno dei tanti cicloturisti che passano sulla via. Il suo scopo è confrontare i suoi dati con quellli dei professionisti per dimostrare che lui non si dopa e loro sì. Allora siccome secondo me le cose si dividono in utili e futili, se uno fa il giornalista e vuole dimostrare che i professionisti non sono puliti, deve mettersi a seguire qualche medico o qualche corridore e lavorare su loro. Si dice che Fuentes ora operi in Portogalllo: bene, si va in Portogallo. Che Ferrari stia a St Moritz: bene si va a St Moritz. Perché è facile dire: i ciclisti si dopano. Un po' più difficile è dire: Pinco Pallino si dopa, va dal dottor Pallino Pinco e queste sono le prove per dimostrarlo. Questo è giornalismo. Il resto sono espedienti per tirare a campare, raggranellare qualche soldino e dare sfogo alle proprie frustrazioni. Molto meglio il tipo che si finge porrtantino e smaschera le magagne del Policlinico di Roma. Allora si trovi il modo di entrare in una squadra e dimosstrare il marcio. Ops, ma Prebois in una squadra c'era: era l'addetto stampa della Lampre e ne ha preso lo stipendio. Perché allora non dice quello che ha visto? Oppure perché quei soldi non li rende, visto che erano sporchi? Come Riis: facile dire che ha vinto il Tour con l'Epo. Sarebbe molto più da uomini dire che i milioni guadagnati in forma di circuiti, contratti e sponsoirizzazioni grazie a quel Tour lui li devolve in beneficienza. Il guaio è che gli uomini ultimamente vivono altrove...


luke - 26/06/2007 alle 16:07

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Ma guarda che sulle finalità del suo viagggio, basta andare nel suo sito e leggere. Non c'entra conoscere la Francia più profonda e l'amore dei francesi per il Tour, perché lui passerà il giorno prima e, a meno che non si metta a fare interviste mentre pedala, sarà uno dei tanti cicloturisti che passano sulla via. Il suo scopo è confrontare i suoi dati con quellli dei professionisti per dimostrare che lui non si dopa e loro sì. Allora siccome secondo me le cose si dividono in utili e futili, se uno fa il giornalista e vuole dimostrare che i professionisti non sono puliti, deve mettersi a seguire qualche medico o qualche corridore e lavorare su loro. Si dice che Fuentes ora operi in Portogalllo: bene, si va in Portogallo. Che Ferrari stia a St Moritz: bene si va a St Moritz. Perché è facile dire: i ciclisti si dopano. Un po' più difficile è dire: Pinco Pallino si dopa, va dal dottor Pallino Pinco e queste sono le prove per dimostrarlo. Questo è giornalismo. Il resto sono espedienti per tirare a campare, raggranellare qualche soldino e dare sfogo alle proprie frustrazioni. Molto meglio il tipo che si finge porrtantino e smaschera le magagne del Policlinico di Roma. Allora si trovi il modo di entrare in una squadra e dimosstrare il marcio. Ops, ma Prebois in una squadra c'era: era l'addetto stampa della Lampre e ne ha preso lo stipendio. Perché allora non dice quello che ha visto? Oppure perché quei soldi non li rende, visto che erano sporchi? Come Riis: facile dire che ha vinto il Tour con l'Epo. Sarebbe molto più da uomini dire che i milioni guadagnati in forma di circuiti, contratti e sponsoirizzazioni grazie a quel Tour lui li devolve in beneficienza. Il guaio è che gli uomini ultimamente vivono altrove... [/quote] :clap::clap::clap::clap: Grandissimo davvero, non c'è altro da aggiungere!!! Speriamo che Prebois ed altri leggano... ed imparino. :clap::clap::clap::clap:


spino_tk - 26/06/2007 alle 16:23

esatto lui quel libro (sulla francia profonda) lo scriverà perchè con quello tirerà a campare (ci giurerei che l'ha già venduto ad una casa editrice)... per il resto qualsiasi iniziativa che cerchi di combattere il doping va sempre appoggiata e io insisto col dire che questa iniziativa tende più a smascherare l'ipocrisia degli organizzatori che altro e per questo è degna di appoggio. per il resto il giornalismo di inchiesta sembra che non si muov ain questa direzione, oppure che chi ha provato a farlo non ha trovato le prove che cercava...... auguriamocelo che prima o poi qualche giornalista venga spinto dal proprio direttore in questa direzione.


Donchisciotte - 26/06/2007 alle 17:43

Mi era sfuggito questo thread e anche gli articoli di Repubblica. A me sembra la solita scemenza per buttare m.... sul ciclismo, i ciclisti, scoprire l'acqua calda, fare la bella figura dei duri e puri e lasciare tutto come sta. Ai tempi di Gimondi il doping di oggi non c'era, loro prendevano altro, molto meno potente. Non mi pare di ricordare Gimondi ( e gli altri) che arrivavano come malati terminali. Arrivavano normalmente stanchi e già loro hanno dimostrato che il Tour senza epo, GH e altre cose di quelle che prendono oggi si può fare e si può pure vincere.Si arriverà più stanchi di come arrivano oggi ma si può fare: fino agli anni '80 lo facevano tutti e ogni anno c'era qualcuno che vinceva. Il problema è: se tutti prendono quelle farmacie che davvero portano all'estremo le possibilità di ognuno e uno solo corre a pane e acqua, quello riesce a tenere fino alla fine con medie altissime, riesce ad essere competitivo, riesce a partecipare davvero al Tour? Io direi di no. Un Tour a pane e acqua lo può fare pure Prebuà o Torquemada , il problema è che quando escono dal loro sogno autistico e autoreferenziale e si confrontano con gli altri ( l'agonismo, appunto) il problema rimane tale e quale. Il doping di oggi consente di allenarsi con minore fatica, quindi di più, di fare medie altissime, consente di migliorare le proprie prestazioni in modo evidente, se Prebuà è l'unico che va a pane e acqua e gli altri hanno questo motorino incorporato, è certo che il Tour non lo fa, arriva fuori tempo massimo perché anche la maglia nera sarà dopata e lui non gli sta dietro. Quindi è la solita minch...... Ha ragione Grilloparlante, se vuoi fare l'inchiesta giornalistica, fai come il giornalista di Repubblica che si è finto manovale e ha scoperto tutto il marcio del caporalato, dello sfruttamento ecc. Lui è stato in una squadra professionistica, dentro, non ha visto nulla? O magari un'inchiesta vera sui preparatori( si manda un giovane giornalista sconosciuto che fa finta di essere un cicloamatore in cerca di qualcosa che aiuti ....... e si vedono le proposte). Certo, così,si rischia la querela e anche di peggio ( visto che le parole valgono zero, servono prove) invece a fare questa carnevalata in Francia non si rischia niente e poi si fa pure il libro,magari. Ah, no, dimenticavo, sono sempre i ciclisti che devono parlare, fare nomi, denunciare, rischiare querele, ostracismo e magari qualche pallottola in fronte. A Prebuà basta fare questa scemenza a rischio zero. Per dimostrare che i ciclisti sono dopati ( che è come dimostrare, come disse Admin, che se apro il rubinetto dalla parte del pallino rosso l'acqua esce......) :o


grilloparlante - 26/06/2007 alle 18:20

E se invece l'esperienza servisse a redimere il sofferente giornalista? E se dopo aver convissuto per tre settimane con piaghe al posteriore, crampi, anemie, allergia ai girasoli, dissenteria, bolle al tallone, ustioni alle braccia e tutte quelle piccole seccature cui vanno incontro ic orridori veri del Tour, il signor Prebois capisse quanto è duro fare il corridore? E se gli entrasse in testa che ricorrere in modo LECITO alla medicina sia qualcosa di necessario? Suvvia, non disperiamo e non carichiamo la gente di responsabilità sempre negative. In fondo anche Provenzano prima di schiacciare l'interruttore di Capaci ha pensato che così facendo avrebbe rotto un bel pezzo di strada...


Ottavio - 26/06/2007 alle 18:26

Il valore "scientifico" dell'esperimento di Prebois è totalmente assente. Come si può paragonare un mediocre cicloturista con un gruppo intero di professionisti? Il giornalista vivrà una bella avventura che però non aggiungerà niente al dibatitto sul doping. Quanto alle sue considerazioni sulla salute dei ciclisti, occorre sottolineare come gli sport professionistici, tutti gli sport professionistici, facciano male alla salute! Il corpo umano non è fatto per pedalare per 3.000 Km di fila, o farsi prendere a calci per 90 minuti o rovinarsi i legamenti sui campi da tennis ecc. E'dunque una pia illusione che i professionisti possano correre a pane ed acqua. Devono infatti far ricorso ad una assistenza medica costante ed assidua. Non sto parlando di doping, che è il lato deleterio della medicina, ma di buon senso.


Zillo - 26/06/2007 alle 20:02

[quote][i]Originariamente inviato da spino_tk [/i] secondo me va letta in altro modo... di sicuro con questa iniziativa il nostro amico riuscirà : 1) a scrivere un bel libro sulla francia profonda e sul significato del tour per la gente comune 2) per 9 mesi è andato in bici e poi si spara un tour con tanto di assistenza staff medico e amichetto (a chi di noi non piacerebbe) ma poi parlando seriamente 3) farà uno studio medico che andrà letto per essere uno studio medico su un amatore che dopo tanti allenamenti si cimenta in una corsa a tappe, penso che quello che ne uscirà sarà sicuramente interessante, ma sarebbe un errore paragonarlo ai valori di un professionista 4) se volete potrebbe anche dimostrare l'ipocrisia degli organizzatori del tour (che appare tanto meschina sul nostro forum) che vogliono medie alte+tappe combattute+trasferimenti+interviste ecc. ecc. ........ perchè tutte queste cose il giornalista non le vivrà ma se i suoi valori ematici vanno sottoterra senza tutto quello che comporta una gara vera c'è da pensare che gli organizzatori del tour sono ipocriti a volere spremere i ciclisti come limoni senza che essi ricorrrano ad "aiuti" 5) tutto sommato prima di condannarlo aspetterei di vedere cosa succede [/quote] quoto in pieno queste parole!


luke - 26/06/2007 alle 21:53

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] E se invece l'esperienza servisse a redimere il sofferente giornalista? E se dopo aver convissuto per tre settimane con piaghe al posteriore, crampi, anemie, allergia ai girasoli, dissenteria, bolle al tallone, ustioni alle braccia e tutte quelle piccole seccature cui vanno incontro ic orridori veri del Tour, il signor Prebois capisse quanto è duro fare il corridore? E se gli entrasse in testa che ricorrere in modo LECITO alla medicina sia qualcosa di necessario? Suvvia, non disperiamo e non carichiamo la gente di responsabilità sempre negative. In fondo anche Provenzano prima di schiacciare l'interruttore di Capaci ha pensato che così facendo avrebbe rotto un bel pezzo di strada... [/quote] Ok, diciamo che almeno questa piccola speranza c'è, ma non facciamoci illusioni.... Io però tifo per le piaghe sul posteriore (sul suo, ovviamente)!


megalon - 10/07/2007 alle 12:38

Durante la terza tappa si è anche preso la grandine. Nella sezioni risultati c'è scritto che il suo ematocrito era del 33% mentre il giorno prima del 43%...sarà un errore?


grilloparlante - 10/07/2007 alle 19:33

Ma porca miseria... Non riesco a leggerli questi dati, nella pagina dei risultati vedo solo il testo di presentazione: mi sfugge qualcosa? Vedrai quanto gli arriverà l'ematocrito a 0,5... Sarà la dimostrazione che il suo fisico di modesto cicloturista non recupera. Come quando prenderò un pugno da Tyson e andrò oer terra, piangendo e sputando tutti i denti. Un pugile professionista magari lo incassa (crolla al terzo!!!), si rialza e riparte. Io resto in attesa. Già vedo il finale di questo novello Cristo, che sta salendo sul Calvario, poi lascerà che mettano i chiodi alle sue mani e sui piedi, si farà mettere la corona di spine e poi resterà come un pirla perché non risorgerà. Morale della favola? C'è una bella differenza tra chi è e chi ci fa...


Subsonico - 11/07/2007 alle 00:09

nessuno perde 5% di ematocrito in 5 giorni, specialmente se è una persona allenata, e nemmeno se fa 180 km al giorno. Io avevo 41 a gennaio e ci ho messo 4 mesi di allenamenti per scendere sotto i 40.


grilloparlante - 11/07/2007 alle 11:09

Esatto, dirà Prebois, ma tu sei un dopato. E probabilmente lo era anche Gesù. Considerato che è salito in cielo in soli tre giorni, tanto pulito non andava...


Subsonico - 11/07/2007 alle 11:39

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Esatto, dirà Prebois, ma tu sei un dopato. E probabilmente lo era anche Gesù. Considerato che è salito in cielo in soli tre giorni, tanto pulito non andava... [/quote] :D:D:D BATTUTA DEL MESE!!


Donchisciotte - 11/07/2007 alle 15:46

Io il valore di ematocrito non sono riuscita a trovarlo ma ho visto che in una tappa è partito che pesava 69,5 kg ed è arrivato che ne pesava 70,5. E' normale? Non è che è dopato? Se è vero che perde 7/8 punti di ematocrito in un giorno, ingrassa mentre corre,mmmmmmmhhhhhhhh ........... :o


uffa - 11/07/2007 alle 16:52

Avrà mangiato e bevuto come Brera e Veronelli messi assieme :D [cit.Clerici, 500 anni di tennis]


53.11 - 11/07/2007 alle 20:29

Ma che stronzata super megagalattica!!!!!!! Grillo luke e Doncki..... è sempre un piacere leggervi.... Davvero irritante constatare che un soggetto simile possa campare vomitando tonnellate di me...da... mentre c'è gente che non sa se prenderà o no un pensione.... Davvero mi fa girare le palle, sapere che c'è gente che ruba il tempo per riuscire ad allenarsi esclusivamente per la passione verso questo sport, che rientra dagli allenamenti quando è già notte, prendendo rischi immani, e che all'indomani si reca al lavoro felice per poter riuscire a coltivare una passione così forte, anche se stanco, per poi doversi scontrare con la realtà e ladisonestà del modno che dopo averti fatto lavorare ti nega il tuo guadagno e ti costringe sull'astrico. E un schifoso similgiornalista invece campa con queste scemenze... Ma ci rendiamo conto? sto "elemento di materiale organico atto a galleggiare" se ne va aspasso per le strade del tour de France facendosi anche pagare per dimostrare che appunto dal rubinetto con il puntino rosso esce l'acqua calda..... Quando qualche "elemento di materiale organico atto a galleggiare" di idraulico non ha , per incapacità, invertito le tubature, altrimenti anche dal pallino rosso uscirà acqua gelida..... Questa storia mi fa davvero incazzare tantissimo.....:OIO:OIO

 

[Modificato il 11/07/2007 alle 20:32 by 53.11]


salite - 11/07/2007 alle 22:24

Esperienza personale ( potete anche non crederci ). In preparazione per il Masterseries del Ventoux ( 5 volte in meno di 10 ore ) ho scalato in tre settimane ( 1 volta al giorno il Gesero da Arbedo nei giorni feriali ALLA SERA DOPO IL LAVORO ) ed entrambi i versanti il sabato e la domenica per un totale di circa 48.000 metri di dislivello. Non sono un peso leggero ( 80 kg ) ma ho perso in questo periodo solo 2 kg e i miei valori del sangue sono rimasti costanti.:OO:


grilloparlante - 11/07/2007 alle 23:07

Sei dopato anche tu! Però intanto i corridori del Tour vanno più piano perché hanno paura che Prebois, vedendoli andare troppo forte, scriva che sono dopati anche loro. Insomma, costui può più della Wada... Io penso che il guaio del ciclismo è che c'è posto per tutti. Ex corridori semianalfabeti che diventano manager con un diploma, quando va bene. Massaggiatori che fanno le punture. Ex corridori esperti di punture che diventano direttori sportivi. Il presidente dell'Uci che dopo mezzogiorno non ci puoi parlare perché è sbronzo. E ovviamente giornalisti che, con un po' di faccia tosta, possono dire e scrivere ciò che vogliono proprio contando sulla pochezza dei suddetti. E così Prebois, che collabora qua e là (bellina la rima!!!) può ergersi a censore e addirittura - udite, udite - punto di riferimento atletico per l'umanità che non si dopa. Bè, francamente per uscire dal pantano occorrerebbe un camion col rimorchio su cui caricare tutto ciò e una bella rupe da cui scaricarlo. Ma intanto teniamoci Prebois e il suo ematocrito da anemico. E speriamo che un cane incazzato lo insegua per qualche chilometro, così almeno gli si alza un po' la media. Ciò che non possono le punture, spesso possono la paura e i denti di un bel pastore pirenaico...


Donchisciotte - 12/07/2007 alle 01:39

I corridori del Tour vanno piano ( forse per far pensare di essere puliti come Prebois) ma solo quando andare piano o forte è lo stesso. Perché al cronoprologo Cancellara fa 54 e passa di media e gli altri un po' di meno, ma non fanno la media di Prebois. Purtroppo c'è posto per tutti in ogni campo, la cialtroneria di chi fa mestieri che non potrebbe fare , purtroppo, non è limitata al ciclismo ( penso alla politica e ai manager). Adesso ho letto su repubblica che Corona farà un partito politico in appoggio a Berlusconi, allora perché mi devo scandalizzare se Riis fa il TM, un ginecologo fa le emotrasfusioni e poi lezioni universitarie di etica sportiva, Prebois fa il campione e ALCUNI giornalisti che sono braccia strappate all'agricoltura ( nella carta stampata o televivisi o nel web) fanno opinione mediatica? Non mi scandalizzo più. Andrà bene così.


Subsonico - 12/07/2007 alle 10:56

[quote][i]Originariamente inviato da salite [/i] Esperienza personale ( potete anche non crederci ). In preparazione per il Masterseries del Ventoux ( 5 volte in meno di 10 ore ) ho scalato in tre settimane ( 1 volta al giorno il Gesero da Arbedo nei giorni feriali ALLA SERA DOPO IL LAVORO ) ed entrambi i versanti il sabato e la domenica per un totale di circa 48.000 metri di dislivello. Non sono un peso leggero ( 80 kg ) ma ho perso in questo periodo solo 2 kg e i miei valori del sangue sono rimasti costanti.:OO: [/quote] si vede che hai un ottimo metabolismo, a differenza di altre persone...anch'io ho mantenuto il mio peso sempre tra i 50 e i 55 kg, che facessi o meno sport.


Donchisciotte - 02/08/2007 alle 10:32

Adesso che è finito anche l'altro Tour de France di Prebois, volevo capire: cosa dobbiamo dare per dimostrato adesso? Ho letto l'articolo su repubblica, il suo ematocrito era, inizalmente 41, alla fine era 39, dopo un paio di giorni era 40. Ha impiegato qualche ora più della maglia nera ( ma doveva fermarsi ai semafori, aveva il traffico da fronteggiare ecc.). A parte la gratificazione e la soddisfazione personale,a parte che adesso ha detto che farà un libro,che ha dimostrato? Che un cicloamatore può fare il Tour? Va beh.... si sa, se è allenato, se non è decrepito lo può fare. Che i professionisti sono dopati perché il loro ematocrito non cala? Pure questo mi pare che lo sapevamo. Cioè, che ci dobbiamo fare con questo altro Tour de France? :boh:


panzer_division_gibo - 02/08/2007 alle 10:52

E' sulla repubblica di oggi?


Donchisciotte - 02/08/2007 alle 11:07

No, di qualche giorno fa.


spino_tk - 02/08/2007 alle 11:22

io avevo sostenuto all'inizio che l'iniziativa era interessante..... certo era evidente (e l'avevo pure scritto) che il signorino in un sol colpo si sparava un sogno per tanti di noi (a chi non piacerebbe andare in anticipo di 24 ore a farsi le tappe di un tour con una ammiraglia al seguito e amico di pedalate? medico e massaggiatore a disposizione?) e la possibilità di vendere un libro (son sicuro che il libro l'aveva già venduto ad una casa editrice ancora prima di partire). Alla fine di concreto (per ora) ha portato a meno di quanto pensassi io, la stampa italiana gli ha dato poco peso, in svizzera hanno dedicato circa 40 minuti in una puntata di "falò" con ospite da roma capodacqua e dopo il servizio è stato detto sia dal giornalista elvetico sia dal capodacqua che si tratta anche e soprattutto di un evento mediatico ..... anche se una cosa (nota sul forum), ma forse un po di meno in giro è uscita nel servizio ....... durante l'ultimo giro d'italia dopo aver detto che di luca era personaggio sgradito alla ASO per le sue implicazioni in oil for drug è stato minacciato da ds e sponsor ed è dovuto andarsene a casa ....... in sostanza se si voleva denunciare il doping non c'era bisogno di organizzare questa cosa......... visto che l'esperimento medico/scientifico non mi pare abbia avuto rilevanza.


Subsonico - 02/08/2007 alle 13:47

Ma infatti, ha perso solo 3 punti di ematocrito (da 43 a 40 circa) e tra l'altro, dalla partenza...è ingrassato di un kilo! Ma come l'ha fatto il tour?? L'unica cosa che mi ha impressionato è la forte ossigenazione del sangue in montagna. I pro rischiano più di quanto pensassi ai controlli.


spino_tk - 02/08/2007 alle 14:33

in effeti il peso è la cosa più sorprendente, pur tirato che possa essere arrivato ma come cavolo ha fatto ad aumentare di peso........ 3 punti di ematocrito non sono comunque pochi, resta il fatto che già lo si sapeva che questo valore calava di quei punti... se lui voleva dimostrare che i punti erano di più .... non ci è riuscito


Abajia - 02/08/2007 alle 14:42

[quote][i]Originariamente inviato da Zillo [/i] Mah! Continuo a essere scettico sulle vostre affermazioni. Se riusciranno a fare tutto il Tour dimostreranno che si può correre a pane e acqua. Se non ci riusciranno invece non dimostreranno niente! Quindi non vedo cosa potrà mai portare di male al ciclismo questa cosa! Bah! [/quote] Non è allenandosi un mesetto che un normale giornalista (quindi non penso sia molto avvezzo a lunghe uscite in bici!) riesce a farsi la gamba per correre l'intero Tour de France (tutte le tappe!:o) a pane e acqua!!!!! Altrimenti sai che bella la vita del ciclista, se bastasse così poco per essere allenati! Capisco che andrebbe ad una media molto inferiore a quelle dei pro, però provate a stare in bicicletta per 8-10 ore al giorno...fisicamente ai limiti dell'impossibile per un "non ciclista" e, di conseguenza, non allenato!


simociclo - 02/08/2007 alle 14:42

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, di qualche giorno fa. [/quote] http://download.repubblica.it/pdf/diario/2007/31072007.pdf Gianni Mura è Gianni Mura, c'è poco da fare...:clap:


megalon - 15/08/2007 alle 21:04

http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=49755


Morris - 15/08/2007 alle 21:54

[quote][i]Originariamente inviato da simociclo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, di qualche giorno fa. [/quote] http://download.repubblica.it/pdf/diario/2007/31072007.pdf Gianni Mura è Gianni Mura, c'è poco da fare...:clap: [/quote] Sulla pagina linkata, sopra l'intervento di Gianni Clerici, di gran lunga il miglior cantore sportivo italiano, c'è un box dei redattori del giornale (che fa a gara con la Gazza come carta igienica di riserva per gli afflitti da diarrea acuta!), da querela. In quanto a Prebois, sarebbe necessario dirgli grazie per come sia stato, e sia, quotidianamente, prodigo di una salutare scoperta: la bellezza e la gratificazione che ci dona la toilette e quanto siano vere le odi di Teofilo Folengo.


Subsonico - 15/08/2007 alle 22:01

Tecnicamente Clerici è fantastico, non usa giri di parole ma è di una precisione svizzera. Sui contenuti gli darei ragione, ma forse mi conviene aspettare quei 100 anni...:P


Morris - 15/08/2007 alle 22:38

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Tecnicamente Clerici è fantastico, non usa giri di parole ma è di una precisione svizzera. Sui contenuti gli darei ragione, ma forse mi conviene aspettare quei 100 anni...:P [/quote] Il termine "tecnicamente" si addice poco a Gianni. Certo, a differenza di altri, lo sport lo conosce e s'è forgiato in un tempo in cui, prima di scrivere, era necessario sapere, essere all'altezza. Ma Clerici è un romantico che ha capito, come tutti i romantici, molto prima, quali siano le poste in gioco, anche in un campo non primario come lo sport. Soprattutto, è onesto e professionalmente vero, nel non pensare al solo ciclismo come animale nero o fuori da una realtà creata dalla società, prima ancora che dalle discipline sportive. La sua provocazione definisce perfettamente, negli epigoni, quello che c'è e che si legge; sono gli altri, i miopi, i tornacontisti, gli ipocriti, quelli che aspettano gli ordini dei birilli direttori, ad essere così volgarmente pericolosi e drogastici per l'osservatorio, al punto di fare le distinzioni dei "dagli all'untore" e di propagare l'idiozia che si possa pulire una disciplina sportiva singola, lasciando il resto sul pelo dell'orgia delle ipocriosie che viviamo. Gianni Clerici è un poeta dello sport e della vita, uno che è fuori dal tempo degli altri, perchè gli altri non concepiscono le lancette dell'orologio e delle rotazioni della Terra, ma solo quelle dei conti in banca. Ed è gente come lui che è da far scrivere, sempre. Che poi conosca anche tecnicamente lo sport meglio di un pallettaro-arrotino (per usare termini tennistici tanto cari al Gianni) come Capodacqua, è scontato. Lo dimostrerà anche fra cento anni, quando gli capiterà di vivere lo stato comatoso antecedente la morte. Clerici è un gigante, uno degli ultimi mohicani del giornalismo sportivo. Un cantore, ripeto, quello che fa bene come l'acqua (solo d'agnomen casualmente collegabile al signor Eugenio).


Alepphe - 15/08/2007 alle 23:17

mamma mia, grazie per il link dell'articolo di Clerici! da incorniciare e tenere di conto. :clap: