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Mal totale, ma un solo animale nero.
Morris - 02/05/2007 alle 01:36

Vedo che l’affaire Basso ha portato e riportato su queste pagine tanta gente: giornalisti coperti da un nick (la cui conoscenza reale di sport, è molto bassa, anche se sono famosi); tifosi che, sotto sotto, stan godendo per essersi tolti dalle scatole un forte avversario del proprio idolo, ed hanno oggi una possibilità maggiore per urlare “che lo sapevano e l’avevano detto”; moralisti di mostruosa ingenuità, per non dir di peggio, che sognano la pulizia in uno sport solo; provocatori di professione resi credibili dal bel lessico; sognatori o vinti da cecità che credono esistenti, nello sport di vertice, figure pulite, quasi linde….eccetera eccetera. Come sempre, il vero prodromo che viene da società che han perso valori e che favoriscono, in ogni sede quotidiana, l’incontro con la sostanza, è assente, ma tanto è. Ieri l’altro, in un thread divenuto illeggibile, perché il ciclismo di molti è solo doping al punto di saltare a piè pari sulla decana Liegi Bastione Liegi, mi sono azzardato ad una provocazione. Che non fosse raccolta, in specie da chi si erge ad esperto di sport, o da quei giornalisti che qua vengono per portare la linea feticcio del marcio delle loro testate, non avevo dubbi. La riporto, perché è mia intenzione svilupparla un poco….. [i]............Da quel che si vede sono davvero tanti quelli che stanno sulla corteccia ad annotare la velocità del vento, al cospetto del tronco. E’ ora di uscire dal ruolo degli impiegati di concetto, perfetti robot statistici e baluardi dell’infallibilità dell’ufficialità, senza mai azzardarsi a scavare sugli appoggi alla ricerca della clorofilla. Un atteggiamento da merli, che può essere visto come un offesa, ma è un’affermazione tanto vera, quanto voluta. E visto che parlo nel pieno delle mie parche funzioni, se aspettiamo che la giustizia trovi i colpevoli esistenti nel mondo, o sia l’unica chiave per porre il sigillo su ciò che la storia ha espresso e sta esprimendo in ogni campo, allora facciamo in tempo a diventare cenere almeno centomila volte. Dato che ci si spende e ci si spande per esperti conoscitori dello sport, proviamo a dimostrare i segni delle imperanti e quasi totalizzanti presenze del doping tanto nel ciclismo quanto nelle altre discipline, senza aspettare la rarefazione spaziale dei pochi traguardi raggiunti dalle provette. E se proprio siam bravi, scopriremo tanti segni dimostrativi di rilevanza più incisiva rispetto a migliaia e migliaia di analisi, che ci porterebbero all’evidenza di quanto il ciclismo sia nella media (se poi fossimo da lode, potremmo persino dimostrare che è sottomedia) circa la diffusione di questo problema siamese all’uomo, giunto oggi a flagello. Potremmo dimostrare quali discipline sono da considerarsi università del doping e su come quei contenitori trasparenti con la gemella magistratura emettano la credibilità dei tonti. Un suggerimento per avviare la risoluzione di questo compitino ci viene dal calcio….diciamo una piccola sfida con quei giornalisti che, per il 95%, non ha cultura sportiva sufficiente per arrivarci: in altre parole sono ignoranti o lo fanno perché il loro mestiere glielo impone, perlomeno nell’esteriorità. Scopriremo poi, per il gusto di nostra cultura, che non sono dei vaneggiatori quelli che sostengono che le leggi, grazie a togati sportivi e civili ridicoli, sono annunciate per tutti, ma applicate solo a qualcuno; che il governo sportivo dimostra di conoscere lo sport come la Melandri (anche adesso che sta acquisendo la patente di democratica); che i complotti solo gli ottusi li credono possibili nel mondo al quale sono più affezionati cioè quello delle favole e che l’uso distorto di uno strumento caduto accidentalmente da un camion, a scopi che nulla hanno a che fare con la positività, insistente su singole persone o cloache, ha il sapore tipico di quelle organizzazioni comunemente chiamate associazioni a delinquere. E’ tutto sotto gli occhi di tutti se si conosce davvero lo sport senza rimpinguarlo delle ipocrisie e delle bugie che ci accompagnano sul resto di vita. E chi poi raggiunge la laurea honoris causa dell’ingenuità o della deficienza, sostenendo che il doping si può sconfiggere in uno sport solo è bene che la smetta di elucubrare moralità del menga, o svarioni da baseball scambiato per slittino e vada su un campo, una strada, una palestra, una piscina, una struttura, dove si concentrano le manifestazioni sportive, con una patente da genitore, o da allenatore, o da dirigente, e con la disponibilità a studiare le potenzialità dei propri sensi, senza aspettare il suggerimento di “nullaconoscenti” alla caccavò, o il politichese della “sono un inutile, ma piaccio alle massaie, pur essendo un mostro partorito dalla sinistra”, come walterino. Ed allora sotto a chi tocca, e si denunci la difesa del ciclismo non masnada di soli delinquenti, al cospetto della verginità che gli altri, sportivi, giornalisti e politici, hanno costruito per i fessi, e si prendano quei segni inequivocabili che non faranno giurisprudenza, ma stimolano assai i cervelli ad una intelligenza non telecomandata, atta a dimostrare per la riflessioni dei vivi che è la società ad essere marcia. Lo sport la riflette solamente, ed in testa, come capetto nero, non ci sta di certo quel ciclismo, a cui, semmai, spetta il voluto ruolo, di asino masochista protagonista. Dunque, quali e quanti dimostrativi? Fate il vostro gioco! [/i] Oggi, come detto sopra, pur non avendo tempo, ma come una forma di dovere, ritorno da dove son partito quando venni qua. Pochi lo ricorderanno, ma aprii un thread sul doping (http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=423) che non aveva base nel ciclismo, bensì proprio su quel calcio che rappresenta il piatto su cui gravita e vive il giornalismo sportivo odierno, ovvero il più scarso, in quanto a conoscenza tecnica dello sport, dell’intera storia. Nel corso di questi anni ho cercato, non sempre con continuità, per motivi a me indipendenti e facilmente capibili, di far conoscere i segni che talune pratiche lasciano sui corpi e sulle prestazioni. Evidenze che sono patrimonio di tutti quelli che hanno occhi, che vogliono studiare e capire. Certo, risultanze non ufficiali come le provette, non possibili di giurisprudenza, ma perfettamente in grado di far emergere tendenze e realtà che passano su tutto lo sport e si integrano perfettamente coi filoni insistenti e gravanti sulla società odierna. In altre parole, uno stimolo verso quella cultura della conoscenza, a cui nemmeno la per me tragica magistratura può imporre nulla, e che non saranno certo quei poveracci della penosa e ridicola demosinistra d’oggi, piagnistea e squallida, a farmi riconsiderare. Oggi dunque, solo il ciclismo paga lo scotto di animale nero del doping, ma checché ne dicano gli scrivani di certi fogli, o solo apparenti bastian contrari del CONI, non è l’università di questo flagello. Sui motivi che l’hanno ridotto a simile ruolo, [b]la redazione di Cicloweb, più di ogni altro consesso divulgativo, grazie anche ai contributi dei grandi dibattitori qui presenti, ha spiegato i perché [/b], e non voglio ritornarci, perlomeno ora. Dunquem se non è il ciclismo l’università del “dopaggio”, a chi spetta questa laurea? Su due piedi, rispondendo che è il calcio, si corrono pochi rischi di sbagliare…Non esiste, infatti, uno sport in cui gli aspetti di forza e forza resistente, si sublimano con acuti così forti. Nemmeno il rugby, che pure vive sulle stesse caratteristiche di fondo, riesce a bilanciare nel medesimo modo gli aspetti. In esso, la predominanza della forza, per i due terzi del quindici, è netta. Le stesse fasi di recupero, da quelle mini della partita a quelle ben più importanti date dall’intensità dell’attività, pongono le due discipline su piani diversi e, di conseguenza, su doping diversi, soprattutto nell’equilibrio dei dosaggi. Con la definizione di università, si intende la difficoltà dell’operazione esogena ed ergogenica, che poggia su più variabili, a cui s’aggiunge la comune complicanza di superare il diaframma pur sottile dell’antidoping e la necessità di dare all’allenamento un corpo il più possibile capace di tenere la nuova intensità, che la fase di induzione esterna e di modificazione interna creata dal doping richiede. Molto spesso, è dunque necessario modificare gli stessi atteggiamenti precedenti il fatto agonistico per il quale si concretizza un programma di assunzione chimica e/di modificazione interna, alla luce dei conseguenti rischi di infortuni, ed è da qui, che la storia dello sport ci porta altrettanti segni inequivocabili di presenza dopante sull’atleta tizio o caio o sempronio. Nel calcio, ad esempio, emergono gli infortuni muscolari, mentre nel ciclismo, le assenze nei giorni antecedenti un GT, ascrivibili ad almeno una settimana e mezza. In questi come in altri sport poi, sono decisive le contemplazioni sulle tipologie di antidoping, le quali, pur avendo un’unica tabella di riferimento data dal CIO, sono difformi sia nella tolleranza (ad esempio il nandrolone nel ciclismo, a causa di motivazioni date dall’intensa sudorazione dettata da ore in bicicletta passate in gran parte su stagioni caldissime, porta un limite di 4 nanogrammi per la positività, quando nel calcio è di 2 e, si badi, trattasi di parametri di assoluta sicurezza verso l’esterno accidentale, in quanto il citato ormone, in una persona, dovrebbe essere pari a zero), nonché, soprattutto, nelle consistenze e nelle volontà dei singoli esami proposti per il singolo sport. In alcune discipline, l’antidoping è più formalità che altrove, a volte mero esercizio fittizio, checché ne dica lo stesso CIO attraverso la WADA, ovvero organismi che ben sanno quanto il doping sia totalizzante sugli sport, dal più ricco al più povero. Ed è qui, che si innestano procedimenti copertura o di più diffusa tolleranza, per non calpestare troppo le metodiche di chi gode di protezioni, quasi sempre di origine politica. Atteggiamenti, che poi si incrociano nei dimostrativi della pena per i comunque pochissimi pizzicati: nel calcio, ad esempio, pochissimi mesi per positività alle tabelle pesanti, mai meno di un anno per il ciclismo. Dire che l’antidoping in taluni sport è una variabile ridicola, rappresenta una lettura fedele della fotografia odierna, ed a volte, non solo per volontà politiche superiori, ma per le possibilità stesse dell’antidoping, che non riesce a rilevare nei test le sostanze da considerarsi benzine e cilindrate di talune discipline. In questo quadro il nuoto, che vive come il pane sull’introvabile GH e che ha aggiunto lo sconosciuto di tutti, ovvero il doping genetico, è da considerarsi come il netto fanalino di coda dell’antidoping. Anche lo sci, tanto dedito al GH, possiede questi vantaggi, a cui unisce l’inesistenza di incrocio d’analisi e la mancanza di quel controllo a tappeto delle forze dell’ordine tanto presenti unicamente verso il ciclismo. Già da questi aspetti, ben si vede la diversità dei comportamenti “istituzionali” verso le discipline e la disuguaglianza della pericolosità di rilevamento, fra uno sport e l’altro, delle sostanze ergogeniche. Ma come ho detto prima, e pur con la volontà di proseguire a sintetici stralci per mancanza di tempo, i segni della trasversalità totale del doping sullo sport emergono (e non solo, dovrei dire, ma questo è un discorso che debbo per forza tralasciare). Quanto basta per auspicare uno stop dei giornalisti nella loro quotidiana elevazione di montagne di stupidaggini contemplative reale o recitata ignoranza sul tema e, per gli osservatori, di smetterla di pensare solo allo sport che amano, perché così non si risolve niente, se non l’affossamento, con lampi eccelsi di masochismo, della disciplina d’amore. Nella veloce disamina che seguirà queste righe, tratta da un lavoro molto corposo che non è mia intenzione pubblicare (tanto meno adesso), si aprono vortici in grado di stabilire quanto siano false, o frutto di superficialità estrema, le massime che destinavano minore il doping negli sport di squadra, minore in quelli di grande contenuto tecnico e maggiore in quelli di pura forza resistente. Si scoprirà che il ciclismo, guardate un po’, è sotto la media di influenza dopante, anche perché s’è potuto sostenere (sicuramente in Italia) negli ultimi sette lustri, su atleti dal talento mediamente inferiore a quello dei colleghi di un tempo (e di cui ho già parlato in tanti thread); che non c’è bisogno di provette per capire le tendenze delle variabili in campo e di come si facciano analisi storiche polidisciplinari credibili. Per farlo mi sono avvalso solo di una parte dei confronti fra gli sport di cui sono stato in qualche modo operatore, non già per motivi personali, bensì per non sfregiare la credibilità del confronto con aspetti aleatori, dettati da percentuali di errore troppo forti o da comparazioni troppo fumose. Ne è uscito uno zoom su cinque discipline, quattro individuali ed una di squadra, prendendo le punte dettate dai record (in un caso solo, non ufficiale, ma lo spiegherò) di due aree di confronto: la prima, dall’anno “zero” al 1971, ovvero prima dell’ingresso massiccio degli ormoni nella dieta-doping degli atleti, e la seconda, da quella data ad oggi. Le riflessioni e le spiegazioni passo su passo dell’analisi le riporterò in estrema sintesi, col rischio di essere mal interpretato, ma tanto è: tempo e volontà non me lo permettono. [b]Calcio [/b] ….Un tempo, discutendo di recupero e del dispendio che una partita di calcio comporta, ci si imbatteva sul nome di Giovanni Lodetti. Si trattava di un giocatore del Milan, mediano degli anni sessanta ed inizio settanta, considerato gregario ideale e peculiare portapalloni, per quel genio del calcio che si chiamava Gianni Rivera. Si diceva: “Giuanin, corri corri per il Gianni, che con tutta l’aria che prendi, ti si strappano i capelli!” Già, la generosità e la correttezza di Lodetti erano illimitate: insomma uno che sentivi tuo, anche se tifavi per un’altra squadra. Bene, ma quanto correva Giuanin? Stime, mai smentite anche quando ti trovavi in convegno ad approfondire, parlavano di circa sei chilometri, ed era proprio il milanista, convenuto e considerato da tutti, come il primatista di quei tempi. Ho poi approfondito ulteriormente questi carotaggi quando il calcio a zona, con squadre corte, fece sostenere ad un ingegnere interlocutore, studioso fino alla noia dei particolari, ma sempre pronto a giudicare il pallone privo di doping (in quanto sport di squadra) e ad eleggerlo a scienza, che il record di Lodetti, era improponibile in un football così raccorciato. Il sottoscritto, riprendendo la consistenza della sollecitazione muscolare degli scatti, studiato in altre discipline, sosteneva che il calcio a zona non era meno stressante, anzi si dimostrava esattamente il contrario, in quanto richiedeva al singolo un numero di movimenti in verticale e laterali, con tanti di scoppiettanti accelerazioni molto maggiore, al punto di sottoporre il calciatore, anche a percorrenze chilometriche complessive probabilmente superiori a quelle di Lodetti. Dopo qualche anno, senza che mi dannassi a ricercare comparative misurazioni, ebbi proprio da quel tipo un segno di assenso, ma non mi chiesi dove e come, anche perché ero da tempo convinto dell’estremo uso di doping in quello sport (gli infortuni muscolari e la pubalgia….solo una parzialissima lampadina). Poi, durante gli ultimi mondiali, ovvero la manifestazione che concentra tutte le alchimie possibili come nessuna, anche extra calcio ovviamente, mi accorsi che le mie stime, pur ingenerose sull’evoluzione del chilometraggio percorso da un centrocampista durante una partita, erano in realtà estremamente benevoli…. Cominciai così, a ripensare in maniera assai più forte, a quando cronometrai lo spagnolo “tartaruga” Valeron (un tempo, il cronometro, era il mio perenne compagno di viaggio), mentre percorreva in 2”2 il diametro di centrocampo (proiezione 12” netti sui 100!). Capii che l’evoluzione, frutto non certo solo del risaputo, stava giungendo davvero a quell’università della sostanza, che nemmeno l’ospedale sottratto alle sedi juventine, era arrivato a farmi pensare. [b]E la riprova shock, l’ho avuta alla fine del recente Manchester United-Milan, quando sono state pubblicate, in sovrimpressione, le prestazioni chilometriche di quattro giocatori, due per parte, in cui la più scarsa raggiungeva gli 11, 2 chilometri! Lascio a chi legge la determinazione dell’aumento in percentuale fra i 6km di Lodetti e gli 11,5 che rappresentano la media dei quattro giocatori di martedì scorso.[/b] Uno di questi è Pirlo, notoriamente “lumaca” (di classe sicuramente superiore a tanti nel mondo e ben più meritevole di raggiungere quel pallone d’oro destinato a Cazzavaro), ma non per questo non considerabile fra chi ha percorso ad andatura tirata, oltre undici chilometri, falcidiandoli di scatti al massimo delle pur poche esplosività che possiede, fra verticalità ed orizzontalità, diagonali e quel correre all’indietro, che resta una costante in un giocatore. Aggiungiamoci l’impatto dei contrasti, l’innaturalità di corsa quando ti trovi un pallone tra i piedi con l’esigenza di deviarti in slalom e ben si capisce che siamo di fronte ad una prestazione atletica spaventosa, con una sollecitazione muscolare tanto superiore ad un atleta del mezzofondo su pista. A ciò va poi aggiunta la consapevolezza che certi giocatori sono chiamati a simili sforzi, anche 3 volte in una settimana, con una somma che ragionevolmente è pari ad una maratona ogni 15gg! Chi crede che vivano di integratori tipo Gatorade, con aumenti di sollecitazione e stress muscolare doppi rispetto al 1971, è solo da definire “un pollo”. [b]Atletica Leggera [/b] Posto qui le comparazioni più significative, divise per specificità (esplosività, tecnica, resistenza) e senza considerare i primati raggiunti nelle prove veloci in altura (dove il vantaggio è naturale), salvo un caso, per i motivi che illustrerò come nota in calce. Analoghe note, seguiranno ogni riporto, quando se ne renderà necessità. [b]100 metri: Hayes 10”06 - Powell 9”77 (incremento indicativo 2.9%)[/b] * Note: Bob Hayes è stato il più grande centista della storia, corse in 10”06 sulla tennisolite di Tokyo, nelle Olimpiadi del 1964. La percentuale di incremento tendente, è quindi molto minore, potrei dire nulla, perché autorevoli stime, pongono, fra terra rossa e plastan, una differenza sui 100 metri, circoscrivibile ai 3 decimi. [b]200 metri: Smith 19.83 - Johnson 19,32 (incremento indicativo 3.6%) [/b] * Note: Premesso che Tommie Smith ha “giocato” con l’atletica e che valeva tanto di più (all’uopo si legga quanto scrissi qui… http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=437), ho scelto questo suo risultato sui 200 come indicativo, in quanto tre anni prima aveva corso (a livello del mare) i 200 in linea retta sulla tenninsolite in 19”5 e la stessa prestazione di 19”83, colta alle Olimpiadi di Città del Messico, è stata assai frenata da quasi venti metri di corsa a braccia alzate…. [b]400 metri: Smith 44”50 - Johnson 43.18 (incremento indicativo 3%) [/b] *Note: Ho preso in esame la miglior prestazione entro il 31 dicembre 1971, svoltasi a livello del mare. Quindi sono stati esclusi i grandi riscontri cronometrici di un autentico mostro come Lee Evans e, con lui, quelli del gemello Larry James, di Ron Freeman, e pure il 44”40 dell’olimpionico di Monaco, Vince Matthews, ad Echo Summit. [b]Salto in Alto: Brumel 2.28 - Sotomayor 2.45 (incremento indicativo 7%) [/b] *Note: Valery Brumel saltava col vetusto ventrale. A parere di ogni osservatore, un tipo di salto che non poteva consentire il massimo del potenziale umano. Il primo saltatore col “fosbury flop”, fu lo stesso Dick Fosbury, nel 1968, alle Olimpiadi, dove saltò 2,24 metri. Avrei potuto dunque prendere la sua misura come raffronto, in quanto entro il limite posto in statistica (1971), che avrebbe dato risultanze di incremento pari all’8,6%, a dimostrazione che l’atletica, regina dello sport, ci insegna quanto il doping sia funzionale più è tecnica la specialità (salti e lanci lo sono), ma poi ho preferito restare a quello che era realmente il massimo dei tempi posti in esame. Ecco dunque Brumel, un fenomeno come il suo figlio di stile Yashchenko, se non altro per l’ammirazione che gli si deve…. [b]Salto Triplo: Sanajev 17,29 - Edwards 18,29 (incremento indicativo 5,5%)[/b] *Note: Ho preso in esame del grande Viktor Sanajev, non la misura di Città del Messico, dove fu protagonista con Prudencio e Gentile di una gara memorabile, ma la migliore a livello del mare che risale all’11 novembre 1971, in Madrid. [i] *Note: Non ho preso in esame il salto con l’asta, per il grande peso assunto dalle modificazioni dell’asta, ma anche qui, fra i 5,49 metri del greco Papanicolau ed il 6,13 di Serghei Bubka (i 6,14 li saltò sull’altura del Sestriere), volendo, l’incremento avvenuto nelle specialità tecniche, si conferma con un significativo 10,5%. *Note: Sui lanci che sono specialità tecniche, aldilà dell’esigenza di possedere una grande forza, non ho preso in esame il giavellotto e il martello, per le ripetute modificazioni avvenute sugli attrezzi, proprio al fine di frenare un’ascesa che stava diventando pericolosa, per l’incolumità di atleti, giudici e pubblico….. [/i] [b]Lancio del peso: Matson 21,78 - Barnes 23,12 (incremento indicativo 5,8%) [/b] *Note: Il grande Randy Matson, lanciava con lo stile inventato dal mitico Parry O’Brien, recentemente scomparso, volgendo le spalle all’arco di lancio, tecnica ancora diffusa, anche se oggi si preferisce lanciare con movimento rotatorio. Barnes, lanciava in questo modo. [b]Lancio del Disco: Silvester 68,40 – Schult 74,08 (incremento indicativo 7,7%) 10000 metri: Clarke 27’39”40 - Bekele 26’17”53 (incremento indicativo 4.5%) [/b] *Note: Guardando questo dato, si ha una prima conferma di quanto una prova di forza resistente tipica, come i 10 chilometri su pista, non abbia vissuto, nei 35 anni di distanza proposti dalla comparazione statistica, quell’incremento abissale che ci si poteva attendere. Si tratta di un’evoluzione tangibile e significativa in ogni caso, ma inferiore all’empirismo degli sguardi. [b]Maratona: Bikila 2h12’11”2 - Tergat 2h04’55”03 (incremento indicativo 5.5%) [/b] *Note: La tendenza apparsa nel dato dei 10.000, si conferma, anche se l’allargamento della forbice è frenato dalla grandezza di Abebe Bikila, altro personaggio, al pari di Hayes e Tommie Smith, da considerarsi “over”. [b]Note sull’Atletica [/b] Nonostante l’incremento delle prestazioni sia tangibile, forte e più che sospetto, anche perché nella quasi totalità si sono confrontate risultanze consumate su impianti a base di tartan e plastan, ovvero fondi dalle differenze microscopiche, il dato più cospicuo viene dalle specialità tecniche. Niente però, è paragonabile alle colossali evoluzioni avvenute nel calcio. [b]Nuoto [/b] Le tre prove poste a confronto vengono dal crawl, in quanto stile più anziano e sul quale, anche le evoluzioni tecniche, sono state minori. Se i raffronti si fossero estesi a farfalla, rana, dorso e, soprattutto, misti, le forbici (salvo i casi in cui entravano in campo fenomeni come Matthes e Spitz), sarebbero state assai più ampie, con tutte le considerazioni che si sarebbero potute fare. Il sottoscritto, per non apparire vinto, anche in questa circostanza, dalle sue convinzioni di considerare il nuoto come lo sport più siamese al doping, ha voluto riportare in questa sintesi, i risultati meno “pesanti”. Naturalmente, senza distruggere la linea di una significativa comparazione, consistente in una prova veloce, una di velocità prolungata (anche se questi termini poco s’abbinano col nuoto) e la distanza classica di mezzofondo. [b]100 metri: Wenden 55”20 - Van Den Hoogenbaand 47”84 (incremento indicativo 8,4%) 200 metri: Wenden 1’55”20 - Phelps 1.43,86 (incremento indicative 9,8%) 1500 metri: Kinsella15’57”10 - Hackett 14’34”56 (incremento indicativo 8,7%) [/b] [b]Tennis [/b] Gran parte dell’analisi su questo sport, si può trovare in questo link: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=1808 Per quanto riguarda un’immediata e parziale comparazione e pur in considerazione della modificazione intervenuta sullo strumento racchetta, che va considerata per un buon 30% dell’incremento, un dato ci viene dalla velocità della pallina nel servizio, portato un paio d’anni dopo lo studio del link, dall’americano Andy Roddick, alla stratosferica velocità di 249,4kmh! Pensare che sia frutto della nuova racchetta, al cospetto di un giocatore certo modesto come Colin Dibley che faceva del servizio il suo pezzo iperforte, è ancora una volta da polli. Comunque…. [b]Velocità della palla nel servizio: Dibley 200kmh Roddick 249,4 (incremento indicativo 19,8%) [/b] [b]Note sul tennis [/b] L’antidoping, è gestito dall’ATP, quindi dai giocatori stessi e chi ha tentato, nel passato, di dichiarare qualcosa sulle pratiche esistenti….è stato messo a tacere subito…. In altre parole, una terra totalmente agli antipodi del ciclismo…. [b]Ciclismo [/b] [b]Velocità (200 m): Maspes 10”80 - Harnett 9”865 (incremento indicativo 9,4%) [/b] *Note: questo dato è molto aleatorio, in quanto il tempo di Maspes, fu stabilito in gara e non in prova specifica di qualificazione, come avviene oggi. A quei tempi infatti, le batterie avvenivano a sorteggio, sulla base di teste di serie stabilite dai risultati precedenti la manifestazione. Correre in 10”8, al cospetto di un avversario, era un’autentica impresa. Se guardiamo le differenze esistenti oggi sui 200 lanciati, fra il tempo di una volata e quello fatto registrare in qualificazione, troviamo sempre una divisione consistente, attestabile sul 4-5%. Quindi, è più che ragionevole credere che la comparazione Maspes-Harnett, su prove realmente uguali, avesse potuto dare un incremento indicativo al massimo del 5%. Ho riportato questo carotaggio anomalo, per dare un’indicazione e per testimoniare che la forbice maggiore intervenuta nel ciclismo, al cospetto dell’evoluzione del mezzo meno evidente (le bici dei velocisti odierni, sono in assoluto le più vicine, per prestazioni e specificità, a quelle dei colleghi di un tempo), è avvenuta proprio nelle prestazioni di pura esplosività. Nell’inseguimento individuale sui 4 km, di cui non riporto i dati qui, proprio per le trasformazioni avvenute sul mezzo e per il fatto che al tempo della divisione dell’indagine (1971), la distanza era riservata ai dilettanti, si riscontrano risultanze molto simili a quelle della strada e tutte contenute su incrementi ben inferiori al 4%. [b]Km. da fermo: Trentin 1’3”910 - Tournant 58”850 (incremento indicativo 8%) [/b] *Note: Trattasi della forbice presente nel ciclismo, Armstrong a parte, più simile a quelle dei bionici nuoto, tennis e, soprattutto, calcio. [b]Roubaix: Post 45.129 - Museeuw 43.320 (decremento indicativo - 4%) [/b] *Note: Il dato di Musseuw, è relativo all’edizione ‘96, nel giorno del “treno Mapei”, con l’ordine d’arrivo stabilito per telefono dal patron della squadra. Come si potrà notare, un decremento che appartiene al solo ciclismo….Una piccola indicazione che conferma una linea che ho sviluppato nello studio originale… [b]Sanremo: Merckx 44.805 - Pozzato 45.259 (incremento indicativo 1%) [/b] *Note: Quando si dice che un tempo al ciclismo arrivavano atleti mediamente migliori….. [b]Fiandre: Dolman 43.225 - Bortolami 43.589 (incremento indicativo 0,8%) [/b] *Note: Idem come sopra….. [i]*Note: Non ho inserito comparazioni relative alla Liegi Bastione Liegi, per le modificazioni di percorso e chilometraggio avvenute (basti citare che nel 1932 il belga Marcel Hauyoux corse i 214 chilometri alla media di 37.752kmh…) e per incidenti di percorso riscontrati (passaggi a livello chiusi e squalifiche per chi passava sotto…). Abbastanza per rendere poco credibili le risultanze. Idem per Amstel e Freccia. [/i] [b]Giro: Nencini 37.488 - Saronni 38.937 (incremento indicativo 3,7%) [/b] *Note: Il dato di Nencini, si riferisce al 1957, il Giro della famosa sosta di Gaul per un bisogno…. Che sulla “corsa rosa” si siano sviluppate medie meno appariscenti, per minor numero di cronometro e percorsi più vari, con particolare attenzioni alle difficoltà (a parte il nefasto periodo Moser-Saronni), lo si evince anche da questo spaccato. [b]Tour: Merckx 38.639 - Armstrong 41.654 (incremento indicativo 7,3%) [/b] *Note: Su questo dato ritornerò ancora, non oggi però. Trattasi della nota stonata più evidente e dopante della storia del ciclismo, ma si sapeva già. Ecco qua uno scalino, portato anche dai dati. Una risultanza che fa da coppia con l’altra, presente nel nuoto di oggi. Persino la matematica lo dice….. [b]Ora: Ritter 48.653 - Sosenka 49.700 (incremento indicativo 2,1%) (Boardman 56.375 per un incremento indicativo del 13,7%, ma c’era un mezzo rivoluzionario che conta per un buon 50%) [/b] Note: Il record famoso di Merckx, fu raggiunto nel ’72, quindi al di fuori del livello di questa comparazione. Il record di Boardman non è credibile, per la troppa differenza delle biciclette, oltre alla chimica…..che un effetto, in quel corridore, l’ha dato: l’osteoporosi. [b]Brevi valutazioni finali su questo estratto di studio. [/b] I dati del ciclismo sono, come si vede, nella più piena normalità dei confronti, anzi, se non fosse per quel flagello di regione pistolera piovuto sulla bici, da solo di pari importo al doping, questo sport sarebbe sottomedia anche per chi possiede una ignoranza sportiva sfavillante. Ora, dopo aver constatato quanto la veemenza del governo (sic!) ciclistico abbia fatto, per suoi specifici giochetti ed immani incapacità, al fine di evidenziare i propri panni sporchi, supportata da magistrature sportive e civili, la cui unica linea evidente si fonda sulla disparità alla faccia delle leggi, constatare come la disciplina del pedale, abbia dimostrato evoluzioni inferiori ad altre, ben ci fa capire la diffusione orizzontale e accecante della chimica nello sport. Che non lo capisca la Melandri è scontato, d’altronde i peri non diventano meli, ma che l’osservatorio ciclistico, sia così stupido da tirare pallottole, ad ogni piè sospinto, sui suoi piccioni-atleti è perlomeno buffo, oltre che miserevole. Si vada dunque a dire ai ragazzi e ai relativi genitori, che una pratica del calcio o del nuoto, è più salutare in tutto, oppure, che il ciclismo è come il comunismo dove si mangiano i bambini, e la guercia figura goffa sarà trionfante fino al coito del cretinismo! Ho vissuto una vita nello sport, abbastanza per capire che le differenze del pedale non stavano nel doping e nella delinquenza, bensì solo nel basso QI del suo ambiente. La chimica nello sport non si sconfiggerà mai. Potrà attenuarsi anche in maniera tangibile solo se cambieranno nell’uomo i presupposti sui quali poggia le sue società: quindi se la politica, ripeto, la politica, vorrà fare di questa espulsione un presupposto di elevazione della sua funzione. Se le essenze resteranno allo stato attuale, per la proprietà transitiva esistente fra gli sport e per le azioni tutto fuorché migliorative dell’etica insistente nei Comitati Olimpici, una eventuale ed utopistica vittoria dell’antidoping su una disciplina sola, provocherà la sua sparizione della stessa a livello agonistico giovanile: in altre parole, il vertice massimo di quello sport, sarà composto da rarefatti numeri di anziani, mentre i più teneri d’età, andranno a rimpolpare le fila di discipline in cui il doping continuerà a prosperare. Magari, negli sporti minori, quelli per intenderci di cui si parla solo in occasione olimpica, saranno le stesse federazioni o i gruppi militari a dopare, come d’altronde hanno sempre fatto. Oggi, per chi lega la credibilità di uno sport, alla pulizia della maggioranza dei suoi interpreti, non esiste disciplina da considerarsi credibile. Non lo sono gran parte degli amatori di riferimento, figuriamoci gli agonisti. Quindi, se si vuole veramente il bene del proprio sport, anziché considerarlo esclusivo del personale universo, si deve iniziare a guardare all’insieme delle discipline e crescere tantissimo nella cultura della conoscenza, trasferendo, in ogni occasione, la volontà di proporre alternativa anche a chi di dovere. Referenti ed interlocutori: i politici (che per qualche voto in più, venderebbero la propria madre) e quei giornali, verso i quali bisogna pretendere una professionalità oggi così poco presente, al punto da considerarsi equivalente ad un tapiro nel centro di Milano. Calci negli stinchi dunque, col fare di chi usa bastone più che carota e questa solo quando i risultati si evidenzieranno. Quindi andare nelle scuole e diffondere la cultura dello sport nel suo insieme, per creare un processo simpatetico verso la bicicletta che nasca come libera scelta e non come asfissia da propaganda, proponendo un’altrettanta cultura dei secondi, terzi, quarti e quinti posti, vissuti come un valore da contrapporre a quella logica di vincente, oggi sì nefasta in tutti i suoi tentacoli, per l’avvenire dell’uomo. Utopie anche queste, visto che, per rimanere al nostro Paese, ci dobbiamo sottomettere a politicanti di una scarsezza assoluta sui ambo gli schieramenti e su una magistratura che è il miglior termometro per dimostrare quanto la legge non sia uguale per tutti. In altre parole, pensare che dalla cenere possano rinascere i tronchi, è perlomeno esercizio di sogno, ma, come diceva qualcuno che mi è caro…con “il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà” si può tentare. Ah…prima di chiudere, ma tornerò su questi temi, mi voglio esprimere su Basso. Niente di nuovo, uno come gli altri, che non è salito su un gradino superiore, come invece fece un tipo che conosce bene. Di sacche ce ne sono migliaia, in Italia e in Svizzera non meno che in Spagna, destinate ad atleti di tante discipline. [b]Non mi sento preso in giro da Ivan, se lo provassi, visto che ancora non sono completamente rincretinito, non dovrei più seguire lo sport e, tanto meno, stringere durante la giornata certe mani che non corrono, giocano o saltano. [/b] Ha avuto la sfiga di essere pizzicato dall’ipocrisia imperante e, per ragioni di leggi che la magistratura, meno credibile dello sport, applica solo ai ciclisti, deve essere punito, ma non lo disprezzo. E nemmeno gli invidio un portafogli che può svanire in un battito di ciglia per coloro che si ritrovano alla gogna. E poi, i suoi soldi, se li è guadagnati e gli stipendi dei ciclisti non sono così spaventosamente alti, come invece avviene per calciatori, tennisti e golfisti, per non parlare di esponenti di sport americani o di discipline motoristiche (dove peraltro il rischio della vita giustifica certi esborsi). Ed il resto? Beh il resto, viene dall’UCI principalmente, ma l’ASO non è molto distante. Nonostante tutto però, il ciclismo riuscirebbe a salvarsi dalla gogna e dal ruolo di “animale nero”, se i corridori avessero dei rappresentanti degni e, loro stessi, facessero uno sforzo per non essere, maledettamente sempre, gli zimbelli dello sport. “E’ tutto sotto gli occhi di tutti”, come diceva Marco e sono i ciclisti, coloro che devono battersi unitariamente, per rendere i trattamenti a cui sono sottoposti, una regola per tutti i colleghi, dai nuotatori a tiratori, dai calciatori agli sciatori ecc, ancora una volta come diceva Pantani. Certo, proprio questo e l’aspetto che più infastidisce e preoccupa il Coni e la politica, ed è stato il terreno scatenante che ha creato l’agguato omicida verso Marco. Ma i martiri servono a qualcosa, se si è intelligenti. Aspettare che sia la magistratura a compiere azioni esempio, nel più pieno senso di giustizia, è una chimera. Già sarebbe sufficiente che simili palazzi non rendessero ulteriore e ancor più letale letame, in aggiunta a quello nefasto quotidiano della politica. I corridori, probabilmente, lo sanno, ed è ora che trovino il coraggio, di abbozzare quel terreno così sconosciuto ai loro epigoni: la dignità. Basso? E’ il degno vincitore del Giro 2006 (dovessero toglierlo, sputare in un occhio a chi lo deciderà, rappresenterebbe poesia). Gli auguro ogni bene, perché no, anche in bicicletta. Morris


miky70 - 02/05/2007 alle 11:11

Fondamentalmente i ciclisti sono degli egoisti. Lo sport individuale spinge ad occuparsi solo della propria aiuola, inoltre il gruppo principale è formato da almeno 400 professionisti (20 pro-tour team, 20 elementi per team), quelli che possono fare classifica sono al massimo 20, tra questi solo 5 possono lottare per la vittoria, agli altri non interessa un fico secco di risolvere questo problema e ottenere migliori rappresentanti, maggiori diritti e valorizzare il proprio ruolo. Hanno capito che c'è un ciclo in cui tutti hanno gli occhi chiusi, poi al termine del ciclo gli occhi si aprono si punta il dito e chi viene preso, viene preso e tanti saluti. Ognuno spera di fare meglio che può in quel ciclo e scamparla quando arriva il giudizio divino. "voi bene tu male". Adesso i ciclisti sono ad un bivio, la scelta è la loro, per me non hanno coraggio e non hanno interesse, la cultura per prendere una decisione e fare una scelta non è tra le loro corde. Purtroppo questi spettacoli cominciano prima di un grande evento ciclistico, rovinandolo completamente, ma sembra che anche questo non basti a risvegliare i loro testicoli. Forse sono completamente atrofizzati per colpa dei sellini. Oppure tra le sostanze che i dottori passano, c'è qualcosa che li miniaturizza completamente. Perchè quelli messi più alla gogna sono quelli dei grandi Giri? Per me perchè sono quelli che darebbero più lustro al ciclismo di casa nostra, farebbero rivivere le passate epopee, sono quelli che muovono tanta gente che si ferma sulle strade per vederli passare, che li segue con camper e tende, sono quelli che emozionano maggiormente perchè ci si può soffermare per giorni sulle loro imprese. Niente appassiona come il ciclismo e tutti, anche chi segue altri sport, sa che è lo sport più faticoso che esista ed il doping non cancella la sofferenza in corsa e non riduce l'impegno e la costanza degli allenamenti. Ma nei piani alti piace vedere le file agli stadi, inquadrare e controllare le persone, schematizzare i gusti, spostare le masse la domenica o bloccarli davanti ad un televisore, magari nel bar o nella rete domestica di sky, spalmare un bel po' di cash per dodici mesi, ubriacarli di consigli per gli acquisti e soddisfarli con lo scudetto oppure tenerli in tensione per la nuova stagione.


david 724 - 02/05/2007 alle 11:26

La vicenda di Basso mi lascia allibito e mi fa capire quanta cacca ci sia nel mondo professionistico, chisdsa perchè i corridori spagnoli non hanno avuto la stessa persecuzione di quelli italiani... poi lo sanno tutti se proprio vogliono fare le pulci a tutti non ci sarebbero più corridori al via delle corse, sto generalizzando, purtroppo certi lati oscuri vengono evidenziati solo nel ciclismo, ma comunque penso che alla gente non importi se un corridore si carichi o meno, quello che alla gente interessa è il mero spettacolo, il resto conta relativamente...


Laura Idril - 02/05/2007 alle 12:34

Morris hai fatto un lavoro pazzesco!!! Sono ancora qui con gli occhi sbarrati da questi risultati. Aggiungo una mia impressione personale riguardo al calcio. Un paio di mesi fa mi sono trovata a rivedere una partita di calcio del 1991 Milan-Napoli. Nel Milan giocava ancora quel fantastico giocatore che è Van Basten. Beh... erano così magri! I pantaloncini erano corti corti e le gambe ci ballavano dentro. Adesso sono enormi. E non solo nel calcio, gli sportivi sono diventati enormi...


miky70 - 02/05/2007 alle 16:32

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] Morris hai fatto un lavoro pazzesco!!! Sono ancora qui con gli occhi sbarrati da questi risultati. Aggiungo una mia impressione personale riguardo al calcio. Un paio di mesi fa mi sono trovata a rivedere una partita di calcio del 1991 Milan-Napoli. Nel Milan giocava ancora quel fantastico giocatore che è Van Basten. Beh... erano così magri! I pantaloncini erano corti corti e le gambe ci ballavano dentro. Adesso sono enormi. E non solo nel calcio, gli sportivi sono diventati enormi... [/quote] In quelle pochissime partite che ho guardato io, ho notato che non hanno quasi mai i crampi, eppure corrono più di 10 anni fa. Però credo anche che abbiano più infortuni di 10 anni fa.


grilloparlante - 02/05/2007 alle 17:00

Tutto vero, tutto giusto. Però mi chiedo se questo voler a tuttti i costi dimostrare che non c'è solo il ciclismo non sia un tentativo di dimezzare il gaudio in nome del male comune. Ragazzi, a un certo punto ne va della sopravvivenza e se in cambio c'è la morte, io me ne sbatto di quel che fanno gli altri e guardo al modo migliore di salvarmi. Va bene il calcio, l'atletica, lo sci... ma noi la peste ce l'abbiamo in casa e continuiamo a rimandare e accettare rimedi posticci sulla pelle dei corridori. Cominciamo a mandare a casa i manager e i dottori, non ci preocccupiamo di quello che fanno i calciatori. Non perché debbano essere immuni, ma perché a forza di pretendere che tutti capiscano che il problema è comune, si rischia di istituzionalizzzre il doping. Cosa me ne importa se tutte le case del paese traballano? Ristrutturo la mia, perché devo viverci io. Se invece aspettto che qualcuno ristrutturi tutto il paese, finisce che la casa mi crolla in testa e il problema mi ha sconfitto. Basso ha sbagliato? Che paghi! Quanta gente ha creduto in lui e adesso sta pagando? A chi importa che sia stato costretto? Chi ci crede? Nessuno ti costringe a guadagnare milioni di euro e araccontare nelle interviste che sei limpido e Fuentes non lo conosci. Come fai a vivere senza poterti fidare di nessuno? Come fai ad accettare che le uniche persone di cui ti fidi sono quelle che paghi? No, comincio a non starci più. Non mi interessa che i calciatori mangino pane e veleno, non me ne frega niente. Quello che voglio sono campioni con le palle, capaci di rifiutare oppure di dire le cose come stanno. Basta con le bugie. A me Simoni non piace troppo e anche lui avrà i suoi scheletri, ma comincio a capire la sua rabbia dello scorso anno. Basta con i ladri in gruppo. Chi sbaglia paghi. Capisco solo ora perché tanti corridori, richiesti se vorrebbero che i loro figli diventino corridori, dicono di no. Lo sanno che è un inferno, ma invece di adoperarsi per dare il loro contributo allla soluzione del problema, stanno zitti e si allineano. Non uomini, proprio non uomini. E poi se sei nel giusto, èperché non ti incavoli un po'? Meglio Pantani: lui era convinto di esssere neel giusto e ci è morto a forza di urlare che Campiglio non era vero. Perché Basso non parla e non urla e non s'incazza?


Monsieur 40% - 02/05/2007 alle 17:03

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Cominciamo a mandare a casa i manager e i dottori, non ci preocccupiamo di quello che fanno i calciatori. Non perché debbano essere immuni, ma perché a forza di pretendere che tutti capiscano che il problema è comune, si rischia di istituzionalizzzre il doping. [/quote] Perfetto, è proprio questo l'obiettivo (sul resto del tuo post, invece, mi permetto il lusso di non condividere). Agire e punire arruffoni e santoni, e lasciar stare - per quanto possibile - i corridori.


luke - 02/05/2007 alle 17:51

Condivido Mario al 100%. Il post secondo me è da condividere solo in questo. Se poi vogliamo metterci le fette di salame sugli occhi, facciamolo pure ma almeno ammettiamo di sapere cosa facciamo. Lasciamo perdere gli altri sport e pensiamo a noi, o meglio impariamo dagli altri sport. Guardiamo il calcio, caro Grilloparlante: forse nessuno se ne è accorto, ma un certo Borriello è stato squalificato per doping. Un doping, mi si passi il termine, del cacchio... quanti hanno starnazzato? Nessuno. Borriello è stato zitto, il Milan pure, si è beccato la squalifica e tace tutto, non se ne parla più. Quando invece su di u ciclista C'E' IL SOLO SOSPETTO, allora si scatena l'Esercito della Salvezza. Starnazza l' uci (minuscolo dovuto), starnazzano i gruppi sportivi, starnazza l'aso, l'rcs e pure la sua squadra. La differenza è lì, da nessun'altra parte. Nessun giornalista ha messo in piedi dei dossier chilometrici per smontare Borriello, con Pantani e Basso ci si sono sbizzarriti. Nessun avversario ha detto 'ora ho capito come faceva Borriello a saltarmi via ogni volta', come ha fatto invece il nanetto dei Lessini con Ivan. In questi giorni noto un clima molto simile a quello che ho respirato quando era il Panta a beccarsi le legnate. Merda a tonnellate, distruggiamo l'uomo ma preserviamo il sistema, rinnoviamo l'inganno del potere. Tu pensi che se Marco avesse 'parlato' sarebbe vivo? Io credo proprio di no. Basso ha sbagliato e deve pagare? Ma come, l'ultimo giudizio l'ha assolto, la stessa procura del Coni rinvia l'udienza e noi già lo giudichiamo? E su che base, su quella delle chiacchiere di corridoio? Io ci credo che, se qualcosa ha fatto, sia stato costretto. Ora in troppi si stracciano le vesti per accusarlo, per mettere sotto la lente d'ingrandimento i suoi progressi a cronometro, ma che dire allora delle prestazioni incredibili di certi suoi avversari? No, io continuo a credere in Ivan e lo farò anche se gli verrà stroncata la carriera, così come ho fatto con il Panta. Se c'è un corridore al mondo per il quale valga la pena di tifare, in questo ciclismo inguaribilmente orfano del nostro Marco, è Ivan. E poi mi chiwedo pure, se gli appunti del ginecologo sono veri (ma se è un ginecologo, perchè non va in ....): lui indica le date della R, la cossiddetta reinfusione... ma chi gliel'ha praticata, il medico di guardia? O forse è andato da Maga Magò? Vuoi forse dirmi che il pelatone dall'ematocrito stellare che di mestiere guida la macchina non sapeva nulla? Ma dai, se dobbiamo fare il gioco di chi spara la cazzata più grossa, organizziamoci meglio!!! Io continuerò a credere, sino alla morte, che Ivan abbia stravinto il Giro 2006 perchè era il più forte, che Simoni (a te piace poco, a me fa schifo, soprattutto in bici) possa baciarsi le mani per il distacco che ha preso (poteva andargli peggio, aveva dimenticato a casa le caramelle?)e che il nanetto dei Lessini dovrebbe essere ben felice di essersi cucato solo 20 minuti. Il resto è uno schifo enorme, da voltastomaco, mai visto uno sport messo peggio del ciclismo. Tutti che strillano, si stracciano le vesti, urlano il famoso 'dalli all'untore' ma con che coscienza? Infine, se i corridori ti dicono che non vorrebbero mai che i figli corressero in bici, sai dirmi se quelli che ti rispondono in questo modo sono finiti in O.P.? E Basso perchè non s'incazza, non urla... Basso si sta giocando la carriera, vent'anni di sacrifici che vanno a puttane per il protagonismo di certi dirigenti e per la poca intelligenza di certa informazione, altrochè palle!!! Basso sa con chi ha a che fare, l'esperienza del Pirata gli ha insegnato qualcosa: avendo a che fare con certa gentaglia, c'è da temere per la vita dei propri figli. Un'ultima cosa: se quest'anno questo splendido Giro venisse terribilmente ridimensionato dalla vittoria del nanetto, risparmiateci di raccontarci il perchè dei suoi progressi a crono, potremmo veramente star male dai conati.


Monsieur 40% - 02/05/2007 alle 17:53

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [...]Nessun avversario ha detto 'ora ho capito come faceva Borriello a saltarmi via ogni volta'[...] [/quote] Anche perché quale - seppur pessimo - difensore avrebbe dovuto dire una bugia così evidente? :Od: :D (sono stato sopraffatto dal gusto della battuta, sorry...)


luke - 02/05/2007 alle 18:06

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [...]Nessun avversario ha detto 'ora ho capito come faceva Borriello a saltarmi via ogni volta'[...] [/quote] Anche perché quale - seppur pessimo - difensore avrebbe dovuto dire una bugia così evidente? :Od: :D (sono stato sopraffatto dal gusto della battuta, sorry...) [/quote] Bellissima Mario!! D'altronde non è che Borriello sia un fulmine di guerra... volevo aggiungere un'ultima cosa: vogliamo combattere il doping? Ok, mandiamo a casa manager e certi dottori, ma non di certo sulla pelle dei corridori. Non è giusto che, al termine della battaglia, siano loro a rimanere sul selciato (tra l'altro, ci finiscono lo stesso, vedi che casino alla Gand...). Se vogliamo che si confrontino sulla base di regole certe, diamogli il modo di poterle rispettare, facciamo in modo che le regole siano uguali per tutti.


prof - 02/05/2007 alle 19:10

Bene, le mie forze sono quel che sono e di fronte aall'avanzare, negli ultimi giorni, di miserabili beoti (i tifosi avversari di Basso), di inguaribili ingenui (quelli del 'chi sbaglia deve pagare...), di provocatori e di sognatori, ho ritenuto di non partecipare alla discussione: anche perchè, a dispetto del tanto materiale esistente nel forum e trattato nei mesi e nelle settimane scorse, nessuno di costoro si peritava di contestare le analisi che erano state fatte a suo tempo, sia sulla questione Basso sia sulla questione doping. No, ottusamente, ognuno ripartiva daccapo come se il livello della discussione fosse stato quello di anni fa, impippandosene altamente del fatto che nel frattempo era cresciuto, eccome. Questa ottusità mi aveva disarmato. Ora c'è questo strabiliante post di Morris che stabilisce un nuovo set-point. Bene; che lo si legga, che lo si analizzi e che, se si intende di nuovo parlare delle questioni di cui sopra, si parta da questo, criticandolo se del caso o, ad ogni buon conto, tenedolo bene a mente. Se non si fissa un punto di partenza nella discussione si rischierà sempre di dare spazio ai beoti ed ai provocatori e, cosi' facendo, si arretrerà anzichè procedere nella conoscenza. Per il momento preferisco pensare che Grilloparlante non l'abbia letto interamente perchè non si può esordire con 'tutto vero, tutto giusto' e poi sostenere bellamente le cose che scrive.


W00DST0CK76 - 02/05/2007 alle 19:12

Grandioso lavoro amico Morris, sarei davvero curioso di vedere come commenterebbero certi dati i vari parrucconi che governano indegnamente il mondo dello sport. Purtroppo molti fraitendono certi discorsi, pensano che ghi ama il ciclismo voglia gettare fango anche su altre discipline con la filosofia del "così fan tutti", nulla di più sbagliato, magari dopo che avranno affossato il nostro amato sport le "attenzioni" si spostaranno su qualche altra disciplina "minore" e poi ancora su un'altra, e alla fine? si arriveranno a lambire sport attorno ai quali ruotano interessi troppo grandi e tutto verrà messo a tacere, quella sarà la fine del doping, naturalmente la fine mediatica, perchè la chimica continuerà a proliferare come e più di prima in modo direttamente proporzionale ai quattrini che gireranno, sono quelli il vero motore del doping, più una prestazione è legata ad un interesse economico più questa va esasperata ad ogni costo, eco perchè calcio, tennis, golf, formula 1 ecc. saranno sempre sport "puliti"! E allora distruggiamo pure il ciclismo ma non illudiamoci di aver estirpato il cancro, a troppi fa comodo far finta di non sapere che esistono un'infinità di metastasi, è molto più importante lucrare grazie alle prestazioni di atleti dalle mandibole abnormi! Grazie maestro :clap:


Subsonico - 02/05/2007 alle 19:31

2 domande (e forse anche altre) 1) capisco che l'intento era difendere le due ruote, ma come mai non fare anche una comparazione per lo sport femminile in generale, tanto per vedere a che livello siamo anche qui? 2) il valore alto come media del giro di saronni può essere anche dovuto a salite non impossibili? non riesco a reperire il percorso...e poi: è vero che la media di armstrong è altissima in confronto al giro, ma non è che il percorso del tour si è ammorbidito troppo nell'era leblanc?


antonello64 - 02/05/2007 alle 21:35

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Nessun giornalista ha messo in piedi dei dossier chilometrici per smontare Borriello, con Pantani e Basso ci si sono sbizzarriti. [/quote] Luke, proprio tu mi fai un accostamento tra Borriello e Pantani & Basso! Borriello sta a malapena tra i migliori 5000 calciatori al mondo e anche parecchi tifosi di calcio non sapevano nemmeno che esistesse...


criab - 02/05/2007 alle 21:45

Bè....nemmeno quando sono stati squalificati Stam o Davids (per ben 5 o 6 mesi) non mi sembra ci siano stati molti discorsi sul doping nel calcio, qualche articoletto e via.


antonello64 - 02/05/2007 alle 22:14

un paio di appunti al lavoro di Morris: 1) il paragone tra le medie delle corse su strada è sempre molto fallace, perchè sono diversi i percorsi, le strade, le condizioni atmosferiche e anche lo sviluppo della corsa: tutte che cose che possono influenzare la media in maniera sensibile. Anche il record dell'ora mi dice poco perchè credo che in giro ce ne siano diversi migliori di Sosenka, che batterebbero senza difficoltà quel limite (e anche di parecchio) se solo ci provassero. 2) la velocità del servizio nel tennis viene misurata ufficialmente da non molti anni; prima sapevo di misurazioni ufficiose e molto discordanti tra loro. Ad esempio ho letto che Roscoe Tanner batteva a 220 km/h, e anche per lo stesso Dibley ho trovato fonti discordanti che parlavano chi di 200 km/m, chi di 210 e chi di 220. Poi addirittura una volta mi capitò di leggere di un tizio (non l'avevo mai sentito nominare) che batteva a 240 orari, e che però non poteva essere preso in considerazione perchè metteva dentro solo una prima palla ogni 5 o 6.


zon - 03/05/2007 alle 00:45

:clap: Complimenti Morris, come ha giustamente sottolineato il Prof questo tuo intervento dovrebbe essere letto da chiunque voglia dire ancora la sua sull'argomento doping.


Morris - 03/05/2007 alle 01:47

Beh, prima di tutto, mi devo scusare per i refusi di un testo scritto velocemente e con un occhio sempre rivolto al file dello studio originale, sul quale mi ero molto dilungato nelle spiegazioni di certi passaggi. Qualche risposta veloce. Miky Sono vere tante cose che tu dici, ma è necessario, per il loro bene, che i ciclisti escano dal loro egoismo, divenuto esercizio di polli e scelgano strade nuove. Prima di tutto una rappresentanza forte ed unitaria, con un presidente che non sia ex corridore o dell'ambiente con specifici interessi e che, soprattutto, si esprima. Basta coi ragli di “ugurugunmno usì spennao ai saud usugunno goddrao” e le conte fino a tre. Serve uno dinamico, pronto, con cultura e che non perdoni gli stron.zi gravitanti nel ciclismo. Uno che sappia muoversi sindacalmente e che aiuti i corridori a concepire lo sciopero, nonchè tutte quelle forme giuridiche e di battaglia che oggi servono come il pane ai ciclisti. Poi, è bene che comincino a guardarsi intorno, allontanando le cornee dai soliti noti e dai pessimi nocchieri tecnici, pseudotecnici, pseudomanager del menga e santoni che li circondano. Infine, che sappiano scegliere i giornalisti coi quali parlare. E' dura dirlo, ma quando si combatte per la propria dignità, chi ti la viene a scalfire, ingigantendo certi contenuti attraverso il proprio media siamese, va trattato di conseguenza. Ed è meglio avere certi nemici dichiarandoli tali, piuttosto che farsi impallinare alle spalle. Lo faranno? Temo proprio di no. David Alla gente del calcio non interessa se i propri idoli si caricano o meno, ma nel ciclismo non è così (purtroppo per un aspetto e per fortuna per un altro). Laura E' vero, basta guardare i colli di tanti atleti, ormai di circonferenza pari al cranio se non superiore. Aldilà del doping considerato tale, val la pena ricordare quanto la creatina e gli aminoacidi ramificati in dosi massicce, ad una "lunga sempre più corta", sviluppino gli stessi effetti degli anabolizzanti.... Comunque, certi fisici stereotipati, sono un'indicazione del tipo di doping usato....I calciatori diventano degli "uomini Michelin", ed i ciclisti....degli anoressici che poi incontrano più facilmente virus e...la mononucleosi. Grilloparlante Il tuo intervento mi da l'occasione di approfondire ciò che avevo solo accennato, ma lo farò senza il peso del sonno che adesso mi coinvolge. A presto! Luke e Monsieur Beh come non essere d'accordo sul punire l'intorno prima degli atleti. Il patrimonio vero dello sport, sono sempre quelli che lo svolgono e lo dice uno che ha vinto tanto nel ruolo che si lega all'intorno di un atleta. E poi vivaddio, se si castronassero tutti quei manager delle scarpe rotte della zia zitella di Annibale Concimati e quei santoni-zambottini succhia soldi, il doping calerebbe immediatamente del 50-60%. Direi un bel toccasana per la credibilità del ciclismo. Ma quando una magistratura ha bisogno dell'imbeccata di Striscia la notizia, per indagare e fermare, uno spargichimica con tanto di camice, conosciuto come tale, anche dagli scemi del villaggio, c'è poco da sperare. Saluti


Donchisciotte - 03/05/2007 alle 12:05

Interessantissimo quanto scrive Morris, così fuori dal coro del ciclismo terra di dopati. Non sono d’accordo con te ( come non lo ero con Antonello 64) quando dici che ai tifosi del calcio non importa che i calciatori siano dopati. Importerebbero se lo sapessero nei modi in cui lo sanno i tifosi del ciclismo. L’imbroglio dell’atleta ( chiamiamolo così) è percepito come gravissimo e il calcio sta ben attento ad evitarlo. Non sono d’accordo con Grilloparlante. Se tutte le case sono a rischio crollo, probabilmente vuol dire che c’è un problema che va al di là della singola casa e se non si risolve quello io posso pure ristrutturare la mia ma dopo un mese crolla di nuovo. Pensare che si possa bonificare il ciclismo mentre il resto del mondo sportivo professionistico si dopa con il meglio che la scienza propone, mi sembra assurdo. Basta vedere che Fuentes ( uno dei tanti) aveva clienti di tutti gli sport e forse anche i preparatori hanno clienti di ogni sport. Poi certo la moglie del calciatore non la vedrai beccata alla frontiera con il doping, né i suoceri con il doping nel camper: i calciatori hanno farmacie negli spogliatoi, non è che per questo sono migliori. Poi, sinceramente, Grilloparlante, io non capisco proprio questa storia della delusione. Ma perché qualcuno crede veramente che quando uno dice che non si dopa, che non conosce Fuentes, che è pulito, che ha il certificato perché è malato o perché ha l’ematocrito naturalmente alto o mille altre cose, dice la verità? Io non ci credo per nulla, lo so che se non vanno da Fuentes vanno da un omologo, so che si dopano tutti e che i certificati nel 99,99% dei casi sono falsi. Proprio non capisco la delusione e lo stupore. Dopo di che non me ne frega nulla. Voglio che il ciclismo sia come gli altri sport: tutti si dopano e tutti hanno diritto a gareggiare tranne i beccati ai controlli. Voglio che nessuno venga punito senza prove, voglio che le inchieste a orologeria non blocchino alcuni senza termini, seguendo le peripezie di inchieste e guerre di potere. Poi , date queste premesse , si può pure studiare un modo di limitare in tutti gli sport e in tutti i paesi il doping ( il mondo fuori dal mondo non esiste) ma non ci si può meravigliare di fronte al negare dei ciclisti: se dicono di essere dopati sono squalificati e incriminati, allora di che ci si meraviglia. Ovvio che Pantani che si dà fuoco come i bonzi urlando: Voglio la verità su Campiglio, è grandissimo e, infatti, è amato come nessuno, ma non è che si può pretendere che tutti siano come lui. Basso è diverso, minore, ovviamente. Non sono d’accordo neanche sul moralismo di Basso che prende milioni di euro. E’ il capitalismo. Grazie a Basso e alla sua vittoria al Giro e alla speranza che vincesse il Tour, quanti hanno guadagnato con l’indotto? Quanto a Simoni: gli scheletri nell’armadio devono impedire di accusare. Non c’è qualcuno che ha detto: Chi è senza peccato scagli la prima pietra? Non mi pare abbia detto: lapidate pure, anche se in nulla vi distinguete dal peccatore.


Subsonico - 03/05/2007 alle 12:35

in effetti, i tifosi del calcio reagiscono come noi tifosi di ciclismo reagivamo un tempo ai casi di positività: non ci credevamo o non ci volevamo credere che fosse doping.


megalon - 03/05/2007 alle 13:36

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b]Ora: Ritter 48.653 - Sosenka 49.700 (incremento indicativo 2,1%) (Boardman 56.375 per un incremento indicativo del 13,7%, ma c’era un mezzo rivoluzionario che conta per un buon 50%) [/b] Note: Il record famoso di Merckx, fu raggiunto nel ’72, quindi al di fuori del livello di questa comparazione. Il record di Boardman non è credibile, per la troppa differenza delle biciclette, oltre alla chimica…..che un effetto, in quel corridore, l’ha dato: l’osteoporosi. [/quote] Se non sbaglio Chris Boardman si era sempre schierato pubblicamente e veementemente contro il doping... E si ritirò anche perché per combattere la sua malattia si sarebbe dovuto dopare, così diceva.


spino_tk - 03/05/2007 alle 14:01

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] in effetti, i tifosi del calcio reagiscono come noi tifosi di ciclismo reagivamo un tempo ai casi di positività: non ci credevamo o non ci volevamo credere che fosse doping. [/quote] io penso invece che i tifosi del calcio hanno una fedeltà tale ai propri idoli e colori che sarebbero disposti a negare qualsiasi cosa anche la più evidente pur di parare il culo alla propria squadra del cuore.


itammb - 03/05/2007 alle 14:42

In genere i problemi in una famiglia si cercano di risolvere in autonomia e con collaborazione da parte di tutti.... di certo non ci si può sentire sollevati o in qualche modo aiutati dal fatto che in altre famiglie si stà peggio. Per questo considero sbagliato in senso generale il post di Morris....Ovvio che condivido in specifico l'analisi fatta. Dire che negli altri sport c'è doping (più o meno nn importa) non aiuta certo a risolvere il problema nel ciclismo (inteso come famiglia).... Se fosse un fenomeno sociale oggi avremmo delle regole...invece secondo mè rimane solo un semplice problema mediatico legato al momento e alla quantità di copie di giornali da vendere..... I ciclisti al di là dello sport fanno notizia col doping mentre il calcio ad esempio lo fà con le veline......forse il primo è più zozzo del secondo.....ma sono solo gusti e sensibilità personali.... ....rimango cmq fedele al fatto che se oggi c'è da punire qualcuno...in prima battuta è sempre l'atleta che deve rispondere perchè credo che sia insignificante attribuire al sistema, al compagno di banco o a chi sà chi le proprie miopie.


criab - 03/05/2007 alle 14:53

[quote][i]Originariamente inviato da spino_tk [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] in effetti, i tifosi del calcio reagiscono come noi tifosi di ciclismo reagivamo un tempo ai casi di positività: non ci credevamo o non ci volevamo credere che fosse doping. [/quote] io penso invece che i tifosi del calcio hanno una fedeltà tale ai propri idoli e colori che sarebbero disposti a negare qualsiasi cosa anche la più evidente pur di parare il culo alla propria squadra del cuore. [/quote] Bé...io vengo sfottuto da tifosi juventini perché tifo Basso, il che è tutto dire....


criab - 03/05/2007 alle 14:55

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Ma perché qualcuno crede veramente che quando uno dice che non si dopa, che non conosce Fuentes, che è pulito, che ha il certificato perché è malato o perché ha l’ematocrito naturalmente alto o mille altre cose, dice la verità? Io non ci credo per nulla, lo so che se non vanno da Fuentes vanno da un omologo, so che si dopano tutti e che i certificati nel 99,99% dei casi sono falsi. Proprio non capisco la delusione e lo stupore. Dopo di che non me ne frega nulla. Voglio che il ciclismo sia come gli altri sport: tutti si dopano e tutti hanno diritto a gareggiare tranne i beccati ai controlli. Voglio che nessuno venga punito senza prove, voglio che le inchieste a orologeria non blocchino alcuni senza termini, seguendo le peripezie di inchieste e guerre di potere. [/quote] Wow !!! quoto alla grandissima codesta parte.


luke - 03/05/2007 alle 15:05

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Nessun giornalista ha messo in piedi dei dossier chilometrici per smontare Borriello, con Pantani e Basso ci si sono sbizzarriti. [/quote] Luke, proprio tu mi fai un accostamento tra Borriello e Pantani & Basso! Borriello sta a malapena tra i migliori 5000 calciatori al mondo e anche parecchi tifosi di calcio non sapevano nemmeno che esistesse... [/quote] Hai ragione su Borriello, ma l'ho citato come ultimo caso recente. Avrei potuto citare Edgar Davids e sarebbe stato lo stesso, anzi sarebbe stato meglio. Una precisazione: ho riletto il mio intervento e l'ho iniziato dicendo 'Condivido Mario al 100%. Il post secondo me è da condividere solo in questo.': mi riferivo al post di Grilloparlante, non certo allo splendido lavoro di Morris. Complimenti Morris, un gran lavoro!!! Certo non mi consola pensare che il doping c'è in tutti gli sport, ma è giustissimo mettere i puntini sulle i: se si deve combattere ikl doping lo si faccia dappertutto, basta spalate sul ciclismo. Ed il ciclismo impari a tutelarsi.


Subsonico - 03/05/2007 alle 17:27

[quote][i]Originariamente inviato da spino_tk [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] in effetti, i tifosi del calcio reagiscono come noi tifosi di ciclismo reagivamo un tempo ai casi di positività: non ci credevamo o non ci volevamo credere che fosse doping. [/quote] ...anche. io penso invece che i tifosi del calcio hanno una fedeltà tale ai propri idoli e colori che sarebbero disposti a negare qualsiasi cosa anche la più evidente pur di parare il culo alla propria squadra del cuore. [/quote]


antonello64 - 03/05/2007 alle 23:03

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Non sono d’accordo con te ( come non lo ero con Antonello 64) quando dici che ai tifosi del calcio non importa che i calciatori siano dopati. Importerebbero se lo sapessero nei modi in cui lo sanno i tifosi del ciclismo. L’imbroglio dell’atleta ( chiamiamolo così) è percepito come gravissimo e il calcio sta ben attento ad evitarlo. [/quote] Anche un rigore procurato simulando, oppure un gol di mano, sono imbrogli dell'atleta, o no? Non ho mai conosciuto un tifoso che si sia lamentato se la propria squadra segna in modo irregolare: se l'arbitro lo dà va tutto bene. Non parliamo poi degli allenatori.... E per quale motivo un tifoso dovrebbe accettare l'imbroglio sul campo, mentre quello fuori dal campo no? Casomai dovrebbe essere il contrario.


Donchisciotte - 03/05/2007 alle 23:41

Senti, cerchiamo di non scivolare. maradona è diventato la mano di Dio con un gol di mano e la simulazione per ottenere un rigore non suscita lo sdegno di nessuno per più di due minuti. Queste cose fanno parte del gioco. Il doping è diverso, se tu bombardi la gente con l'idea che la prestazione che vede è frutto della chimica, la gente se ne va. E, infatti, il calcio sta bene attento ad evitarlo. se poi per te è un caso o ha una delle tue mille spiegazioni che escludono assolutamente qualcosa di strano, beh... ognuno la pensa come vuole. io , come ho già detto, ho imparato da Piazza Fontana 69 a diffidare delle spiegazioni semplici, da quella semplice spiegazione del ballerino anarchico.


Felice - 03/05/2007 alle 23:52

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] io , come ho già detto, ho imparato da Piazza Fontana 69 a diffidare delle spiegazioni semplici, da quella semplice spiegazione del ballerino anarchico. [/quote] Guarda che al ballerino anarchico come bombarolo di Piazza Fontana non ci ha creduto mezza Italia. E non per questo questa mezza Italia ha passato il resto della sua vita a immaginare complotti a destra e a manca.


ispanico - 03/05/2007 alle 23:56

ai fato un gran lavoro Morris e condivido pienamente le ultime frasi nelle quali dicevi che i corridori devono unirsi, ma lo dicevo un pò più avanti che i corridori ora sono troppo impegnati a lasciarsi dichiarazioni troppo azzardate l'uno contro l'altro, ma attenzione ogni dichiarazione sparata gratuitamente ed affrettatamente a zero potrebbe tornare idietro a boomerang e con gli interessi se dovesse succedere un qualche impiccio (di qualunque genere) a chi fa queste affermazioni.


Donchisciotte - 03/05/2007 alle 23:59

Non so quanti anni hai Felice , ma al ballerino anarchico autore della strage ha creduto quasi tutta Italia e un altro anarchico volò dalla finestra della questura per "una malore attivo". A non credere alla spiegazione semplice Erano i soliti che pensano sempre alla Cia e ai servizi segreti e facevano casino. E i familiari delle vittime. Dopo quasi 40 anni c'è una verità giudiziaria che parla di complotti della Cia e dei servizi italiani ma nessun colpevole in galera per i vari meandri della giustizia italiana. Appunto dopo 40 anni che i pochi di allora e i tantini che si sono aggiunti nei decenni hanno continuato a dire: è un complotto ecc. perché, come dice uno che se ne intende, a pensare male si fa pecatto ma ci si azzecca.:yes:


Felice - 04/05/2007 alle 00:49

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Non so quanti anni hai Felice , ma al ballerino anarchico autore della strage ha creduto quasi tutta Italia e un altro anarchico volò dalla finestra della questura per "una malore attivo". A non credere alla spiegazione semplice Erano i soliti che pensano sempre alla Cia e ai servizi segreti e facevano casino. E i familiari delle vittime. Dopo quasi 40 anni c'è una verità giudiziaria che parla di complotti della Cia e dei servizi italiani ma nessun colpevole in galera per i vari meandri della giustizia italiana. Appunto dopo 40 anni che i pochi di allora e i tantini che si sono aggiunti nei decenni hanno continuato a dire: è un complotto ecc. perché, come dice uno che se ne intende, a pensare male si fa pecatto ma ci si azzecca.:yes: [/quote] Beh, cara Maria Rita, i miei anni sono quelli di uno di coloro che, a quei tempi, nei cortei e nelle piazze, gridavano "celerini assassini!" ed altre cose più o meno di questo tenore, in nome di Pinelli volato dalla finestra della questura e in nome di tante altre cose, cose a volte giuste, a volte sbagliate. Sono gli anni di uno che ha vissuto per intero la "strategia della tensione", per non parlare degli "anni di piombo", e che si é sgolato per dire agli altri che non bisogna credere a tutte le fandonie che ci volevano (e ci vogliono) far credere. E sì, Maria Rita, in queste cose giochiamo proprio nello stesso campo e sono sicuro che se ne parlassimo un po', così, fuori dal forum, troveremmo mille punti di accordo. E' solo nel ciclismo che siamo come cani e gatti... Vabbeh, pazienza, non si può mica essere d'accordo su tutto! Ciao, buonanotte.


ianni - 04/05/2007 alle 02:52

[quote][i]Originariamente inviato da Felice [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Non so quanti anni hai Felice , ma al ballerino anarchico autore della strage ha creduto quasi tutta Italia e un altro anarchico volò dalla finestra della questura per "una malore attivo". A non credere alla spiegazione semplice Erano i soliti che pensano sempre alla Cia e ai servizi segreti e facevano casino. E i familiari delle vittime. Dopo quasi 40 anni c'è una verità giudiziaria che parla di complotti della Cia e dei servizi italiani ma nessun colpevole in galera per i vari meandri della giustizia italiana. Appunto dopo 40 anni che i pochi di allora e i tantini che si sono aggiunti nei decenni hanno continuato a dire: è un complotto ecc. perché, come dice uno che se ne intende, a pensare male si fa pecatto ma ci si azzecca.:yes: [/quote] Beh, cara Maria Rita, i miei anni sono quelli di uno di coloro che, a quei tempi, nei cortei e nelle piazze, gridavano "celerini assassini!" ed altre cose più o meno di questo tenore, in nome di Pinelli volato dalla finestra della questura e in nome di tante altre cose, cose a volte giuste, a volte sbagliate. Sono gli anni di uno che ha vissuto per intero la "strategia della tensione", per non parlare degli "anni di piombo", e che si é sgolato per dire agli altri che non bisogna credere a tutte le fandonie che ci volevano (e ci vogliono) far credere. E sì, Maria Rita, in queste cose giochiamo proprio nello stesso campo e sono sicuro che se ne parlassimo un po', così, fuori dal forum, troveremmo mille punti di accordo. E' solo nel ciclismo che siamo come cani e gatti... Vabbeh, pazienza, non si può mica essere d'accordo su tutto! Ciao, buonanotte. [/quote] Io ho cominciato a vedere le cose da Piazza Fontana e da Piazza Fontana sono andato avanti... nei cortei e nelle piazze...per anni. Poi è calata un po' di nebbia. Da allora la scenografia è cambiata, ma il contenuto della commedia è rimasto lo stesso. Io la vedo così. Da buon stoico dico che la libertà dell'uomo è solo apparente. Ed è solo apparente anche nel ciclismo. Quanto si è detto e quanto si è ridetto. I miei "amici" epicurei solo a partire dalle vicende del povero Marco hanno speso fiumi di parole. Ma non è ancora cambiato niente. Il mondo gira sempre dalla stessa parte. Lasciamoci un po' trasportare dalla passione e viviamo i sentimenti dell'anima, ma consapevoli che il "logos" sarà imbattibile. Saluti Ianni


ProfRoubaix - 04/05/2007 alle 08:23

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] maradona è diventato la mano di Dio con un gol di mano [/quote] Maradona ha potuto inventarsi quella della "mano di Dio" per quello che ha fatto un quarto d'ora dopo ... e cioè dimostrare la propria esistenza. Altrimenti, se si sognava di dire che era stata la "mano di Dio", sai le pernacchie!

 

[Modificato il 04/05/2007 alle 08:32 by ProfRoubaix]


antonello64 - 04/05/2007 alle 12:01

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] E, infatti, il calcio sta bene attento ad evitarlo. se poi per te è un caso o ha una delle tue mille spiegazioni che escludono assolutamente qualcosa di strano, beh... ognuno la pensa come vuole.[/quote] la mia spiegazione, cara Donchisciotte, è quella di uno che allo stadio qualche volta c'è andato, che qualche stagione in curva ce l'ha passata, che qualche trasferta con i tifosi organizzati l'ha fatta. Se permetti, non parlo per sentito dire ma parlo per esperienza diretta, e penso di conoscere la mentalità del tifoso di calcio meglio di te. Detto questo ti rinnovo l'invito di qualche tempo fa: prima di sparare sentenze sul calcio, prova ad andare qualche volta allo stadio!

 

[Modificato il 04/05/2007 alle 12:15 by antonello64]


antonello64 - 04/05/2007 alle 12:08

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] maradona è diventato la mano di Dio con un gol di mano [/quote] Maradona ha potuto inventarsi quella della "mano di Dio" per quello che ha fatto un quarto d'ora dopo ... e cioè dimostrare la propria esistenza. Altrimenti, se si sognava di dire che era stata la "mano di Dio", sai le pernacchie! [/quote] Maradona ebbe la fortuna di trovare gli inglesi, che sono abituati a non protestare mai con l'arbitro. Avesse fatto un cosa del genere contro l'Italia, probabilmente oggi il Napoli starebbe ancora aspettando il suo primo scudetto e la sua prima Coppa Europea, e magari il suo vizietto con la cocaina sarebbe venuto fuori con 4 anni di anticipo.


53.11 - 04/05/2007 alle 12:42

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] maradona è diventato la mano di Dio con un gol di mano [/quote] Maradona ha potuto inventarsi quella della "mano di Dio" per quello che ha fatto un quarto d'ora dopo ... e cioè dimostrare la propria esistenza. Altrimenti, se si sognava di dire che era stata la "mano di Dio", sai le pernacchie! [/quote] Maradona ebbe la fortuna di trovare gli inglesi, che sono abituati a non protestare mai con l'arbitro. Avesse fatto un cosa del genere contro l'Italia, probabilmente oggi il Napoli starebbe ancora aspettando il suo primo scudetto e la sua prima Coppa Europea, e magari il suo vizietto con la cocaina sarebbe venuto fuori con 4 anni di anticipo. [/quote] BOOOOOM!!!!!! BOOOOOOOM!!!!!! BOOOOOOM!!!!!!! BOOOM!!!!!!!! BOOOOOOOOM!!!!!! BOOOOOOM!!!!!!!!! BOOOOOMMM!! FIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMM!!!!!! FIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMM!!!!!! FIIIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUBOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMMM!!!!!!! BOBOOOOMM!! BOBOOOOM!! BOOM BOOMM!! BOM BOM BOM BOM BOM BOM BOM BOM BOM BOM !!!!! BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!! BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!! BBBOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMM!!! BBBOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMM!!!! BBBBBOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!

 

[Modificato il 04/05/2007 alle 12:45 by 53.11]


Monsieur 40% - 04/05/2007 alle 14:04

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Non sono d’accordo con te ( come non lo ero con Antonello 64) quando dici che ai tifosi del calcio non importa che i calciatori siano dopati. Importerebbero se lo sapessero nei modi in cui lo sanno i tifosi del ciclismo. L’imbroglio dell’atleta ( chiamiamolo così) è percepito come gravissimo e il calcio sta ben attento ad evitarlo. [/quote] Anche un rigore procurato simulando, oppure un gol di mano, sono imbrogli dell'atleta, o no? Non ho mai conosciuto un tifoso che si sia lamentato se la propria squadra segna in modo irregolare: se l'arbitro lo dà va tutto bene. Non parliamo poi degli allenatori.... E per quale motivo un tifoso dovrebbe accettare l'imbroglio sul campo, mentre quello fuori dal campo no? Casomai dovrebbe essere il contrario. [/quote] E infatti mi pare che nessun tifoso di Mattan si sia scandalizzato della Gand-Wevelgem scippata a Flecha. La differenza è che Flecha ha detto, dopo la Roubaix: "Voglio vincere nel velodromo, ma voglio andare a vincere la Gand, mi spetta", mentre un calciatore (e, conseguentemente, un tifoso orbo) avrebbe detto: "Ciò che è successo a Gand è uno scandalo, l'avete visto tutti. Ci fosse giustizia, si utilizzerebbe la moviola su strada per assegnarmi il successo/rigore/gol". Insomma, le "zozzerie" dei giudici/arbitri sono "passabili" anche nel ciclismo. E la stampa le tratta con più "modo". Perché dalla massa (o "spettatore medio", se preferite) sono percepite come meno gravi. E difatti nel calcio si parla di arbitri/rigori/gol, mica di doping. Te lo dice uno che è stato anche in curva, così come in tribuna e in campo, addirittura con due ruoli, ovviamente in anni diversi (non che serva, per carità, ma pare che tu ci tenga particolarmente).

 

[Modificato il 04/05/2007 alle 14:06 by Monsieur 40%]


josera - 04/05/2007 alle 15:20

ho moltissima stima di Morris che leggo da diversi anni, tuttavia devo muovere un appunto rispetto ai suoi dati e relative conclusioni circa gli incrementi percentuali delle prestazioni nel ciclismo che sarebbero inferiori a quelle degli altri sport, limitandomi appunto al ciclismo che è l'unico sport di cui posso considerarmi esperto. Tra l'altro ho già espresso in un altro post il mio parere sul confronto con gli altri sport rispetto al tema doping. Non ritengo che confrontare le medie di una corsa in linea (e ancor di più a tappe) sia significativo, in quanto troppe variabili influiscono su di essa (percorso, vento, tattiche, campo partenti). Per es. nella Sanremo di Merckx non c'era la Cipressa (ad ogni modo la media record è quella del '90 di Bugno, seppur favorito dal vento a favore e dal fatto che il gruppo si spezzò già in pianura tagliando fuori per e. figno e facendo così tirare a tutta davanti Chateau d'Ax e del Tongo...). Inoltre è logico che in una gara di gruppo la differenza percentuale sia inferiore...Ricordo che le ultime tappe dei tour di Armstrong venivano corse sistematicamente a 45-46 di media... A mio parere quindi non è questo il dato da prendere in esame per valutare l'incremento prestazionale dovuto alla diffusione del doping. Più significativi i confronti nel ciclismo su pista (sport peraltro per nulla simile al ciclismo su strada per quanto riguarda le capacità fisiche da sviluppare): qui si vede che l'incremento percentuale è a mio parere notevole...tra l'altro il record della velocità sui 200 m è dell'olandese Theo Bos in 9.772 a Mosca. Gli incrementi del 8-10% sulle specialità di pura forza massima sono quindi notevoli e in linea con quelle degli altri sport, se non superiori. Per quanto concerne il record dell'ora indubbiamente l'incremento percentuale è inferiore, ma è anche vero che Sosenka non è Armstrong. Ma passiamo alla strada che è ciò che interessa. Secondo me il dato da confrontare sono i tempi di percorrenza in salita, dove al di là di 1.5 kg di bicicletta non è cambiato granchè...si potrebbe parlare di migliaia di prestazioni, ma voglio focalizzare la mia attenzione solo su una per così dire esemplificativa....la scalata del Ghisallo che conosco bene: vado a memoria quindi potrei sbagliare qualcosina...ebbene sui quasi 9 km che portano dal bivio di Regatola alla cima del mitico colle per molti anni resistette il fantastico record di Baronchelli in poco meno di 22' (e Tista era uno che in salita ci sapeva fare come dimostrano i 6 giri dell'Appennino consecutivi con la Bocchetta), poi , mi pare nell'89, Rominger si avvicinò ai 21', ma in cronoscalata....ebbene allo scorso giro di Lombardia, a fine stagione e dopo 200 km di gara, scollinò un bel quintetto (e sottolineo quintetto: Bettini, Rebellin, Boogerd, Di Luca, Schleck) in 19'30" (incremento percentuale 10% o più?) e poi via via altri, a 15” sette uomini (Pagoto, che era in fuga da prima, Moreni, Sanchez, Totsching, Carrara, Wegmann, Riccò), a 35” altri tre (Sella, Gustov e Noè)...in conclusione credo che Baronchelli avrebbe arrancato a metà gruppo... E comunque in generale tutte le prestazioni in salita dall'avvento del doping ematico massiccio sono migliorate sensibilmente. Inoltre è secondo me fuorviante considerare l'eccellenza quale termine di paragone (il fenomeno era tale anche negli anni '60), bensì bisognerebbe valutare il clamoroso miglioramento generalizzato... Sia chiaro che non mi fa per niente piacere parlare in questo modo, ma volevo dire che secondo me l'incremento prestazionale nel ciclismo c'è stato eccome ed è stato anche notevolissimo. Per gli altri sport non saprei dire ma mi pare che il ciclismo sia in media...che poi la lotta al doping altrove non esista è un altro discorso.:(


luke - 04/05/2007 alle 16:15

[quote][i]Originariamente inviato da josera [/i] Secondo me il dato da confrontare sono i tempi di percorrenza in salita, dove al di là di 1.5 kg di bicicletta non è cambiato granchè....:( [/quote] Carissimo Josera, da allora ad oggi è cambiato tutto. Si è fortemente evoluta la bicicletta, ma sono cambiate radicalmente anche le metodologie di allenamento. A quei tempi i corridori correvano da febbraio ad ottobre, c'erano molte meno corse e si confrontavano in tutte le principali corse del calendario. Ora invece gli atleti calibrano i loro allenamenti per essere in forma in uno, massimo due periodi dell'anno. Certo anche certe pratiche c'entrano, in questi progressi, ma credo che questo cambiamento epocale non vada assolutamente sottovalutato.


Donchisciotte - 04/05/2007 alle 17:02

Penso anch'io, Felice, che se parlassimo di cose diverse dal ciclismo andremmo d'accordissimo. Tu andavi ai cortei nel 1969? Allora hai qualche anno più di me, io allora ne avevo 12 e ai cortei ho cominciato più tardi ad andarci. Nel ciclismo ci separa il Panettiere, perché io sono convinta che il tuo non voler vedere che con basso non si sta facendo lotta al doping, viene dalla panetteria. Però va bene, in nome del comune sentire politico accetto e cito ( non mi ricordo chi) uno che diceva che la passione non è cieca: è visionaria. Mentre per me dico che la certezza di avere ragione è una passione travolgente.


josera - 04/05/2007 alle 17:22

ok Luke siamo d'accordo logicamente che confrontare epoche diverse è rischioso, anche se i campioni hanno sempre avuto i picchi di forma... Converrai con me che le prestazioni del gruppo sono cresciute soprattutto in salita negli ultimi 20 anni, per la qual cosa certamente il doping non è l'unica ragione, ci mancherebbe.


53.11 - 04/05/2007 alle 18:33

[quote][i]Originariamente inviato da josera [/i] ok Luke siamo d'accordo logicamente che confrontare epoche diverse è rischioso, anche se i campioni hanno sempre avuto i picchi di forma... Converrai con me che le prestazioni del gruppo sono cresciute soprattutto in salita negli ultimi 20 anni, per la qual cosa certamente il doping non è l'unica ragione, ci mancherebbe. [/quote] ecco appunto, le prestazioni sono cresciute soprattutto in salita negli ultimi vent'anni giusto? Dovresti convenire quindi che il mezzo meccanico rispetto a 20 anni fa, ha diminuito il suo peso di circa 2 kg complessivi nonostante l'equipaggiamento dei pignoni sia cresciuto di almeno due pignoni. Due Kg. in salita sono davvero tanti, sulle salite lunge possono voler significare anche un paio di minuti, quindi converrai che l'incremento in salita, negli ultimi vent'anni, è stato favorito più dal miglioramento del mezzo meccanico piuttosto che dalla chimica, ed a fronte di questi fatti, il ragionamento fatto da Morris, aquista ancora più valore!!

 

[Modificato il 04/05/2007 alle 18:38 by 53.11]


antonello64 - 04/05/2007 alle 21:24

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] E infatti mi pare che nessun tifoso di Mattan si sia scandalizzato della Gand-Wevelgem scippata a Flecha. La differenza è che Flecha ha detto, dopo la Roubaix: "Voglio vincere nel velodromo, ma voglio andare a vincere la Gand, mi spetta", mentre un calciatore (e, conseguentemente, un tifoso orbo) avrebbe detto: "Ciò che è successo a Gand è uno scandalo, l'avete visto tutti. Ci fosse giustizia, si utilizzerebbe la moviola su strada per assegnarmi il successo/rigore/gol". Insomma, le "zozzerie" dei giudici/arbitri sono "passabili" anche nel ciclismo. [/quote] Mario, ma che razza di paragone fai? Episodi come quello di Mattan ne capita uno ogni morte di papa: ci sono più errori arbitrali in una giornata di campionato (e se dicessi in una partita forse non sbaglierei di tanto) che in 10 anni di ciclismo. Se quello che è successo a Wevelgem si fosse ripetuto poi a Roubaix, e poi ancora sul Cauberg, a Liegi, al Mondiale, al Lombardia e così via per tutto l'anno, allora avrei proprio voluto vedere se il ciclismo sarebbe finito nell'occhio del ciclone per il doping oppure per le gare falsate. Una delle grandi forze del ciclismo rispetto al calcio è proprio questa: praticamente gli errori dei giudici di gara non esistono, visto che sono possibili squalifiche dopo la gara e si può riscrivere senza problemi l'ordine d'arrivo. [quote] E la stampa le tratta con più "modo". Perché dalla massa (o "spettatore medio", se preferite) sono percepite come meno gravi. E difatti nel calcio si parla di arbitri/rigori/gol, mica di doping.[/quote] Ci credo che queste zozzerie sono percepite come meno gravi, visto che non capitano praticamente mai: praticamente ci ricordiamo a memoria tutte quelle che sono capitate negli ultimi 30 anni, e si contano sulle dita di una mano. Nel ciclismo non si parlerebbe neanche di doping, se i casi di doping fossero diffusi quanto gli errori dei giudici di gara. Viceversa se gli errori dei giudici fossero diffusi quanto gli attuali casi di doping, probabilmente questi ultimi passerebbero in secondo piano rispetto alle numerose gare falsate. [quote] Te lo dice uno che è stato anche in curva, così come in tribuna e in campo, addirittura con due ruoli, ovviamente in anni diversi (non che serva, per carità, ma pare che tu ci tenga particolarmente). [/quote] E allora non devo certo spiegare a te cosa pensano i tifosi di calcio del doping.


maglianera - 07/05/2007 alle 22:25

Questa comparazione tra miglioramenti in diversi sport, che ho letto con attenzione, è molto interessante, e il risultato mi pare per certi aspetti abbastanza confortante. Non perchè io sia così ingenuo da pensare che nel ciclismo il doping esista poco o nulla, ma perché la maggiore conclusione che se ne può trarre, a mio parere, è che il doping, in fondo, non conta così tanto. Teniamo anche presente che, tra gli sport citati, il ciclismo è quello dove i miglioramenti tecnici degli ultimi decenni hanno avuto sicuramente maggior peso: biciclette molto più leggere e rigide, ruote più rigide e aerodinamiche (il che comporta anche maggior rischio d’incidenti, ma questo è un altro discorso), abbigliamento più appropriato (negli anni ’70 si correva ancora con le maglie di lane e le scarpe strette ai pedali con i cinghietti). Aggiungiamo che la quasi completa liberalizzazione dei rifornimenti in corsa aiuta molto specie col caldo, che gli interventi meccanici sono più veloci e puntuali. Le possibilità di recupero tra una corsa e l’altra sono migliorate da un maggiore comfort per i corridori (alberghi migliori, pullman per la squadra, più personale a disposizione). E’ pure importante aggiungere che molti miglioramenti nelle prestazioni sono dovute anche all’estrema specializzazione del ciclismo attuale. Non solo dei vincenti, ma anche dei gregari: fino agli anni ’70 anche le squadre importanti erano composte da una quindicina di corridori che dovevano affrontare ad alto livello tutta la stagione. Ora, con squadroni di 25-30 corridori, ad ogni corsa importante vengono fatti partire solo quelli che hanno programmato il picco di forma in quel periodo. La media record di un grande giro, più che dall’Armstrong di turno, dipende dai gregari che vanno a tutta fin da inizio tappa. Anche l’aumento del numero dei partenti aiuta questo. Forse è utile, come suggerisce qualcuno sopra, confrontare i tempi dei migliori sulle salite più note, che dipendono in maggior misura dalla prestazione del migliore di turno. Ho provato a recuperare qualche dato, a partire dalla corsa che mi è più cara, il Giro dell’Appennino: Coppi 1955: 25'00'' Motta 1970: 24'42'' G.B. Baronchelli 22'46" 1977 poi: i tempi migliori degli ultimi anni: 1 Simoni Gilberto 21'54" 2003 2 Marius Sabaliauskas 21'55" 2003 3 Marco Pantani 21'56"00 1995 4 Pavel Tonkov 21'56"08 1996 5 Leonardo Piepoli 21'58" 1998 6 Rujano Guillen José 22'06" 2006 7Giuliano Figueras 22'21" 2002 8 Pavel Tonkov 22'23" 1997 9 Eugenj Berzin 22'31" 1994 10 Przemyslaw Niemec 22'32" 2005 11 Pavel Tonkov 22'41" 1999 12 Damiano Cunego 22'42" 2004 bisogna far presente che nel record di Coppi la salita, se non sbaglio, non era ancora completamente asfaltata; il record di Motta è stato ottenuto con il caldo di agosto, mentre i successivi nel più mite clima primaverile; fino ai primi anni ’80 la corsa si disputava ancora su distanze intorno ai 250 km, mentre ora si affronta la Bocchetta con 50 km in meno nelle gambe. Teniamo anche presente che, se è giusto quanto qualcuno ha calcolato, in salita ogni kg in più vale circa 2 secondi a km; quindi, su 8 km, già solo 2 kg valgono circa 16 secondi. Questo è un particolare che limita le possibilità di doping nel ciclismo, perché le sostanze che incrementano artificialmente la massa muscolare, su strada rischiano di essere controproducenti per i conseguenti aumenti di peso. Per il resto, dai 22'46'' del 1977 e i 21'54'' del record attuale (ottenuto, fra l'altro, grazie ai cambi regolari tra Simoni e Sabaliauskas che correvano assieme nella Saeco), a quasi 30 annnni di distanza, c' un miglioramento del 4%. Non conosco i tempi del Ghisallo, ma bisogna considerare che in epoche diverse è stato collocato in punti diversi del percorso del Lombardia, mentre la Bocchetta è sempre stata il punto decisivo dll'Appennino, quindi sempre scalata al massimo dlle possibilità, e date le pendenze, essere in scia conta meno. Si noti pure che il super-Berzin del '94,che di lì a poco avrebbe vinto il Giro, seguito dal dr.Ferrari,è riuscito, con una bici piùleggera, a far meglio di Baronchelli di pochissimi secondi.

 

[Modificato il 07/05/2007 alle 22:38 by maglianera]


antonello64 - 07/05/2007 alle 22:35

[quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] Teniamo anche presente che, se è giusto quanto qualcuno ha calcolato, in salita ogni kg in più vale circa 2 secondi a km; quindi, su 8 km, già solo 2 kg valgono circa 16 secondi. [/quote] l'handicap del peso in salita varia a seconda della pendenza: i due secondi a km per ogni kg in più sono giusti per una salita intorno all'8%, ma per una salita al 12% i secondi a km già diventano 3. E comunque due kg in più per 8 km fanno 32 secondi e non 16.


maglianera - 07/05/2007 alle 22:46

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] Teniamo anche presente che, se è giusto quanto qualcuno ha calcolato, in salita ogni kg in più vale circa 2 secondi a km; quindi, su 8 km, già solo 2 kg valgono circa 16 secondi. [/quote] l'handicap del peso in salita varia a seconda della pendenza: i due secondi a km per ogni kg in più sono giusti per una salita intorno all'8%, ma per una salita al 12% i secondi a km già diventano 3. E comunque due kg in più per 8 km fanno 32 secondi e non 16. [/quote]se sono 3 secondi a km, su 8 km fanno 48! :pc:


antonello64 - 07/05/2007 alle 22:54

[quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] [quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] Teniamo anche presente che, se è giusto quanto qualcuno ha calcolato, in salita ogni kg in più vale circa 2 secondi a km; quindi, su 8 km, già solo 2 kg valgono circa 16 secondi. [/quote] l'handicap del peso in salita varia a seconda della pendenza: i due secondi a km per ogni kg in più sono giusti per una salita intorno all'8%, ma per una salita al 12% i secondi a km già diventano 3. E comunque due kg in più per 8 km fanno 32 secondi e non 16. [/quote]se sono 3 secondi a km, su 8 km fanno 48! :pc: [/quote] 3 secondi per una salita al 12%: la Bocchetta che pendenze ha?


pedalando - 08/05/2007 alle 01:35

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] [quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da maglianera [/i] Teniamo anche presente che, se è giusto quanto qualcuno ha calcolato, in salita ogni kg in più vale circa 2 secondi a km; quindi, su 8 km, già solo 2 kg valgono circa 16 secondi. [/quote] l'handicap del peso in salita varia a seconda della pendenza: i due secondi a km per ogni kg in più sono giusti per una salita intorno all'8%, ma per una salita al 12% i secondi a km già diventano 3. E comunque due kg in più per 8 km fanno 32 secondi e non 16. [/quote]se sono 3 secondi a km, su 8 km fanno 48! :pc: [/quote] 3 secondi per una salita al 12%: la Bocchetta che pendenze ha? [/quote] http://www.salite.ch/bocchett.asp chiedo scusa avrei voluto fare il conto di quanto si guadagna in tutto ma sono troppo fulminato per fare un foglio excell (e mica penserete che me lo calcolo a mano....)

 

[Modificato il 08/05/2007 alle 11:01 by Andrea_Web]


Morris - 08/05/2007 alle 02:31

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] Tutto vero, tutto giusto. Però mi chiedo se questo voler a tuttti i costi dimostrare che non c'è solo il ciclismo non sia un tentativo di dimezzare il gaudio in nome del male comune. [/quote] E’ proprio qui il pomo. Il doping è una “malattia”, di cui si conoscono perfettamente quelle origini che, con l’andar del tempo, si sono trasformate in un’epidemia. Perché non dire che è un flagello non circoscritto? Significa forse migliorare l’approccio ad una sua sconfitta? Certo, è una “malattia” sempre esistita, fin dai tempi in cui all’atleta dell’antica Grecia, era proibito mangiare carne e lui, ben consapevole della forza e dell’indispensabilità di quall’alimento, concordava con dei collaboratori amici, quasi sempre giovinetti, il modo per procurarsela e mangiarsela di nascosto, ai margini dei templi, o dietro le di questi colonne. Oppure, si faceva preparare pozioni rinfrescanti a base di creme provenienti dalla Tracia, di cui si narravano gradevolezza e poteri di eccitazione pronti ad attenuare la fatica e rendere persino forza. Per spalmarsela, inventava bagni suppletivi, corrompeva le nutrici della reggia, scambiava incontri d’amore con le cortigiane, per strappare negli amplessi con quei corpi femminili, un “tenero furto” di …. ringraziamento. Alla luce di ciò che ancor non s’è scoperto e non si sa degli antichi egizi, ad esempio, c’è ragione di credere che le formule costituenti le basi di quelle pomate finite poi in Tracia, fossero assai immerse sulle traiettorie delle sostanze millenni dopo definite ergogeniche. Gli anni hanno poi evoluto la diffusione dell’aiuto, spesso abbinato al pasto. “Più mangio e più vado forte” – diceva Francois Faber. Dimenticava di aggiungere la consumazione di una “montagna” di caffè, un segreto troppo grande, per finire in una dichiarazione possibile di diffusione, anche fra gli avversari. Ma lo prendeva quel liquido eccome, perlomeno tanto, da superare assai i venti-venticinque, forse trenta, nanogrammi di caffeina. Se ci fosse stato l’antidoping dove sarebbe finito? E si badi, siamo solo agli inizi del novecento. Tutti ricordano le 28 uova consumate da Alfredo Binda, prima di partire per il Lombardia del ’26, ma nessuno ha mai detto quanto vino e caffè ci fossero nelle sue borracce. Aldo Ronconi, uomo di quasi 90 anni, vispo e corretto come pochi, vinse l’edizione più calda dei tricolori nel ’46 (40 gradi all’ombra e senza poter disporre, come tutti a quei tempi, di continue borracce provenienti dall’ammiraglia, o dal cambio ruote, come avviene oggi), ma lui, così a modo e così onesto, non ha mai esitato nell’affermare quanto il caffè fosse un compagno, un sollievo, un modo per trovare la forza di superare la polvere che essiccava la gola e la fatica di quei 300 e più chilometri che l’aspettavano. Poi venne l’eccitante più complesso, e che dire di quando l’amico Sergio Zavoli, cantore d’un epoca indimenticabile, a specifica domanda, mi guardò con occhi stupiti e disse: “Ma chi di noi, non ha mai provato la simpamina prima d’un esame?!” Come giocò la Germania contro l’Ungheria nella finale della Coppa Rimet nel 1954? A pane ed acqua, o a gigantesche pozioni di stimolanti? Molti giocatori di quell’undici non sono stati più quelli di prima e le morti premature su quella squadra furono superiori al 50%. E che dire delle punture di corteccia surrenale che tanto hanno coinvolto i calciatori degli anni sessanta? Poi con l’inizio dell’antidoping, non è che le cose siano cambiate, anzi, la scientificità ha portato uno spaventoso innalzamento dei balzelli o delle alchimie, fino a farle divenire vere e proprie metodiche. Oggi, il doping è, appunto, una metodica. Non nascondiamoci dietro ad un dito, è la verità. Soprattutto, cominciamo a considerare anche quelle sostanze non considerate dopanti che, alla lunga, hanno un potere anabolizzante, o effetti collaterali tali, da creare derivazioni molto simili al doping riconosciuto e superare, di gran lunga, quello che un tempo era il massimo dell’aiuto. [quote]Ragazzi, a un certo punto ne va della sopravvivenza e se in cambio c'è la morte, io me ne sbatto di quel che fanno gli altri e guardo al modo migliore di salvarmi. [/quote] E cominciare a far capire agli ignoranti, o ai vermi magari con toga che perseguono solo i corridori, che il doping è la totalità e non un patrimonio esclusivo dei ciclisti, secondo te che cos’è, non è un modo di difendersi? Se anziché essere delle pecore, si tirassero fuori le palle, ed unitariamente si mettesse a capo del proprio sindacato o associazione, non un ex corridore che si esprime con “ugurugunmno usì spennao ai saud usugunno goddrao” ed a mala pena sa contare fino a tre, le cose cambierebbero. Sai quanti errori han fatto i corridori negli ultimi dieci anni, egoisticamente, almeno pari a quello di doparsi? Tanti, troppi, formidabilmente troppi. A cominciare da quando accettarono il limite del 50% d’ematocrito, da soli e solo loro, ben sapendo che l’epo l’usavano tanti altri colleghi di altre discipline, “curati” e “seguiti” dai medesimi dottori della scuola di Ferrara. Caz.zo, dei vecchi modesti andavano a vincevano medaglie mondiali ed olimpiche, degli sconosciuti altrettanto, una mezza broccoletta diventava la migliore in uno sport con tanto di future genuflessioni persino della politica, dei giovani d’altre discipline, per intrugli chimici, venivano stesi da leucemie fulminanti, ma solo i ciclisti prestavamo il fianco e slacciavano i pantaloni. Il Coni (l’ente sovra-intendente il doping per antonomasia), copriva di incarichi il fulcro dopante ferrarese, gettava le urine dei calciatori nel Tevere, ed i ciclisti che facevano? Aprivano le porte ad una idrovora per farsi risucchiare! Diciamolo, porca miseria, è stato un autogol, che non ha migliorato di un caz.zo la loro salute, non ha diminuito il doping nel ciclismo, ma ha aperto un vortice, affinché fosse proprio il pedale, lo sport del doping, favorendo, con quel benedetto prelievo mattutino, i presupposti per l’arrivo dei Nas. Di lì a farsi analizzare il retto, farsi filmare da un magistrato, non importa se femmina, nell’intimità di un albergo e far sbattere quelle immagini in RAI, il passo è stato breve. Altrettanto rubare (altro verbo non esiste!) il corpo di un ciclista, al pianto dei suoi cari disperati, solo per poter dimostrare che la sua morte non era sopraggiunta per una malattia congenita di famiglia, ma per doping. L’orrenda magistratura italiana, tra l’altro smentita dall’autopsia, ha fatto anche questo e vivaddio, qualcuno coi "gemelli sferici solitamente molto fragili" per dirlo c’è! E poi, quando il più grande di tutti, Marco Pantani, lasciamelo dire, anche il più intelligente (di quella intelligenza che, se unita ai sentimenti, con un uomo come quello odierno, significa suicidio o omicidio), spiegò i motivi di tutti quei “perché”, qualcuno pensò che un simile cervello doveva essere fatto morire pian piano, proprio come fece Mussolini con Antonio Gramsci…. Si dice che al funerale di un assassinato, ci vada sempre l’assassino, ma anche qui ci sono le eccezioni che confermano le regole. Bene, anzi male: per l’ultimo saluto a Marco, mancava l’ispiratore assassino. Prova a chiederti chi fosse o chi è, se singolo o d’insieme, visto che lì ancor vita scorre e lo spirito criminale è così forte, da non creare rimorsi di coscienza. [quote] i i corridori si fossero incazzati. dello Va bene il calcio, l'atletica, lo sci... ma noi la peste ce l'abbiamo in casa e continuiamo a rimandare e accettare rimedi posticci sulla pelle dei corridori. [/quote] La peste ce l’hanno tutti e non si cura in un’oasi sola….anche perché l’aria è sempre la stessa…. [quote]Cominciamo a mandare a casa i manager e i dottori, non ci preocccupiamo di quello che fanno i calciatori. Non perché debbano essere immuni, ma perché a forza di pretendere che tutti capiscano che il problema è comune, si rischia di istituzionalizzzre il doping. [/quote] I manager ed i dottori sono da mandare a casa a prescindere dal doping, ma per elevare il ciclismo, per insegnarlo al meglio, per dare una speranza a chi opera con serietà. I manager di altri sport, sono “meno peggiori” dei colleghi del pedale, perlomeno la loro funzione è stabilità, sanno parlare, hanno l’umiltà di appoggiarsi a figure più competenti su singoli aspetti. Nel ciclismo, ciò non avviene, ed i cosiddetti manager se li proiettassimo su un confronto orizzontale con gli altri, scopriremmo che possiedono funzioni simili ai presidenti di federazione, salvo la completa genuflessione verso esterni tuttologi d’ogni avvenire: i medici. Costoro, nello sport, assumono spesso la funzione di dopatori, prima di ogni altra forma deontologica, ma lo sanno tutti, soprattutto il Coni, ed i papaveri della politica. Nel ciclismo però, i camici bianchi, sono i preparatori, gli allenatori, gli immuni incontestabili tessitori dei vertici di questa disciplina e questo è ancor più grave, ma avviene perché a monte del doping, il pedale possiede ambiente parco di sapere, con una cultura da quinta elementare reale, ed un’apertura mentale degna di una setta. Certo, allontanando queste figure il più possibile, si darebbe una mano all’antidoping vero e, nel ciclismo, più che altrove, significherebbe miglioramento, pulizia, e disinfestazione indipendente dalla chimica. Dicendo che la chimica è trasversale si rischia di istituzionalizzare il doping? Guarda che è già istituzionalizzato. Salvo, proprio il ciclismo, dove si becca il 10% (ottimistica percentuale) di chi usa la chimica, negli altri sport, non si giunge nemmeno al 2%. E poi con una magistratura che applica la legge sul doping, solo ed esclusivamente al pedale, come si può dire che non sia istituzionalizzato l’uso di certe sostanze? Il problema sta nella società, nelle sue crepe e in una classe politica da schifo, fallimentare tanto a sinistra, quanto a destra! [quote]Cosa me ne importa se tutte le case del paese traballano? Ristrutturo la mia, perché devo viverci io. Se invece aspettto che qualcuno ristrutturi tutto il paese, finisce che la casa mi crolla in testa e il problema mi ha sconfitto. [/quote] La tua casa dopo un mese crollerebbe di nuovo, perchè il motivo scatenante il crollo, resterebbe. In altre parole, se il terreno è franoso con crepe interne tali da somigliare a quelle di un terremoto a “Richter 8”, tu puoi fare le fondamenta che vuoi, ma sarebbe un’operazione vana. A meno che tu non sia capace di costruire una casa fatta a mo’ di cubo, impermeabile ed indistruttibile, senza aperture, senza prese d’aria e senza nessun tipo d’impianto…. fino a che morte non ti separi per asfissia da quella prigione….La metafora è chiara…. [quote]Basso ha sbagliato? Che paghi! Quanta gente ha creduto in lui e adesso sta pagando? A chi importa che sia stato costretto? Chi ci crede? Nessuno ti costringe a guadagnare milioni di euro e araccontare nelle interviste che sei limpido e Fuentes non lo conosci. Come fai a vivere senza poterti fidare di nessuno? Come fai ad accettare che le uniche persone di cui ti fidi sono quelle che paghi? [/quote] Basso farà, e sta già facendo, quello che dici tu, ma il ciclismo e lo sport continueranno a vivere di doping sempre più dilagante….giusto per rendere la Melandri una santa agli occhi di chi crede che gli uccelli usino la mazza per pescare i pesci….. Il problema non è nello sport, ma nell’uomo e si è ingigantito con gli anni. [quote] No, comincio a non starci più. Non mi interessa che i calciatori mangino pane e veleno, non me ne frega niente. Quello che voglio sono campioni con le palle, capaci di rifiutare oppure di dire le cose come stanno. Basta con le bugie. A me Simoni non piace troppo e anche lui avrà i suoi scheletri, ma comincio a capire la sua rabbia dello scorso anno. Basta con i ladri in gruppo. Chi sbaglia paghi. Capisco solo ora perché tanti corridori, richiesti se vorrebbero che i loro figli diventino corridori, dicono di no. Lo sanno che è un inferno, ma invece di adoperarsi per dare il loro contributo allla soluzione del problema, stanno zitti e si allineano. Non uomini, proprio non uomini. [/quote] Pagherà il Basso, pagherà…..e se è questo che risolve il problema di che ti preoccupi?! Presto tutto ritornerà lindo, con tanto di certificazione d’origine fradicia: quella dell’UCI…. [quote]E poi se sei nel giusto, èperché non ti incavoli un po'? Meglio Pantani: lui era convinto di esssere neel giusto e ci è morto a forza di urlare che Campiglio non era vero. Perché Basso non parla e non urla e non s'incazza? [/quote] Non confondiamo Pantani con nessuno. Marco lo hanno lapidato perché a differenza di tutti, disse una verità che non deve uscire, così riassumibile: “E’ tutto sotto gli occhi di tutti e tutti devono vivere su regole uguali per tutti”. Quel “tutti”, caro Grilloparlante, è proprio ciò che Coni e politica non vogliono, perché significherebbe farli diventare come Cenerentola dopo mezzanotte…. Ed è sul chiasmo di “tutti”, che si gioca l’incastro tremendo di una delle più beffarde fesserie dell’uomo moderno e benpensante, collocato su paesi evoluti (nell’arte del menga, aggiungo io): la guerra al doping.


Morris - 08/05/2007 alle 10:57

[quote][i]Originariamente inviato da megalon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b]Ora: Ritter 48.653 - Sosenka 49.700 (incremento indicativo 2,1%) (Boardman 56.375 per un incremento indicativo del 13,7%, ma c’era un mezzo rivoluzionario che conta per un buon 50%) [/b] Note: Il record famoso di Merckx, fu raggiunto nel ’72, quindi al di fuori del livello di questa comparazione. Il record di Boardman non è credibile, per la troppa differenza delle biciclette, oltre alla chimica…..che un effetto, in quel corridore, l’ha dato: l’osteoporosi. [/quote] Se non sbaglio Chris Boardman si era sempre schierato pubblicamente e veementemente contro il doping... E si ritirò anche perché per combattere la sua malattia si sarebbe dovuto dopare, così diceva. [/quote] Mah...io non ho mai sentito un corridore o un atleta dire spontaneamente che faceva (e fa) uso di chimica. L'esperienza inoltre, m'ha insegnato che gli over stanno fra chi urla ad ogni piè sospinto la propria pulizia. Certe malattie giunte in età giovanile, sono sospette quanto certe morti. Ora, si è sempre pronti a dire che tizio è morto giovane, perchè si dopava, ma mai si pensa che gli additivi in fase di crescita fisica, producano patologie gravi, alcune immediatamente esplosive. Ci sono morti di giovani atleti per leucemie fulminanti che, per taluni osservatori, solo casualmente si sono incrociate con certe pratiche, mentre altri le vedono una conseguenza. Idem per certi tumori, che qualcuno fa risalire all'uso massiccio di ormoni lautamente sotto i venti anni. A che cosa può essere dovuta l'esplosione giovanile dell'osteoporosi? Per diversi medici il doping è fattore che può portarla, o anticiparla. Io non ghettizzo nessun dopato, ma che Boardman voglia far credere di essere un lindo, dopo aver fatto oltre i 56 sull'ora e 4'11" sui 4 km....beh a me non convince per nulla. Chiaro poi, che ad osteoporosi già in essere, il ritiro fosse logico.


Morris - 08/05/2007 alle 10:59

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] 2 domande (e forse anche altre) 1) capisco che l'intento era difendere le due ruote, ma come mai non fare anche una comparazione per lo sport femminile in generale, tanto per vedere a che livello siamo anche qui? [/quote] Il mio modo di difendere il ciclismo sta solo nel non considerarlo animale nero degli sport. Se qualche giornalista, che oggi spende veleno verso il pedale, ci provasse a fare comparazioni, capirebbe che il doping è flagello di tutti e che, probabilmente, il ciclismo è addirittura sottomedia. Lo sport femminile paga il maschilismo imperante e la presenza delle donne nelle discipline sportive, soprattutto quelle che vengono considerate, come il ciclismo, per maschi, non offre un quadro comparativo omogeneo. Non sarebbe possibile dunque svolgerlo coi medesimi criteri di questo estratto di studio, ne servirebbe uno specifico e dai significati minori. Resta comunque certo che l’evoluzione del doping ha inciso fortemente anche sulle donne di sport. [quote]2) il valore alto come media del giro di saronni può essere anche dovuto a salite non impossibili? non riesco a reperire il percorso...e poi: è vero che la media di armstrong è altissima in confronto al giro, ma non è che il percorso del tour si è ammorbidito troppo nell'era leblanc? [/quote] La media di Saronni fu fatta in un Giro di quel…. periodo, quindi facile. Il dato, se vogliamo, va ancora più a vantaggio di chi pensa che il ciclismo sia cresciuto poco, nonostante il doping…. Leblanc, ha cristallizzato una tendenza già presente nel Tour, perlomeno nel rendere costanti i primi dieci facili giorni. L’aggiunta di talune cronometro, ha poi alzato ulteriormente le medie… Sulle morfologie del percorso, è vero, c’è stata una tendenza al ribasso, confidando su quel caldo che è sempre stato il fattore di difficoltà principale della corsa…


Morris - 08/05/2007 alle 11:09

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] un paio di appunti al lavoro di Morris: 1) il paragone tra le medie delle corse su strada è sempre molto fallace, perchè sono diversi i percorsi, le strade, le condizioni atmosferiche e anche lo sviluppo della corsa: tutte che cose che possono influenzare la media in maniera sensibile. Anche il record dell'ora mi dice poco perchè credo che in giro ce ne siano diversi migliori di Sosenka, che batterebbero senza difficoltà quel limite (e anche di parecchio) se solo ci provassero. [/quote] Ho specificato, ma evidentemente non l’hai letto, che i confronti sono stati fatti su ampi ventagli di tempo (anno zero -1971 e 1972-oggi) e su omogeneità di percorsi e chilometraggi (le note su Freccia e Liegi si riferivano a quello). Inoltre, ho dato per scontato che l’evoluzione del mezzo e, soprattutto, delle strade o del fondo delle piste (atletica), fossero messe in conto automaticamente da chi leggeva…. [quote] Anche il record dell'ora mi dice poco perchè credo che in giro ce ne siano diversi migliori di Sosenka, che batterebbero senza difficoltà quel limite (e anche di parecchio) se solo ci provassero. [/quote] Ne sei proprio sicuro? Ti ricordo che fare il primato dell’ora oggi, comporta l’impossibilità di assumere intrugli e cancellanti o innalzamenti indotti di certi valori, in quanto l’antidoping è presente non già solo dopo la prova, ma anche nei giorni precedenti, a sorpresa e a carotaggio. In altre parole, non sono possibili gran parte di quelle pratiche che oggi spingono troppi corridori a non correre per almeno dieci gg, prima dell’appuntamento. Resterebbe dunque il mezzo uguale a quello di un tempo, senza vantaggi diretti e, soprattutto, senza quella chimica, anni luce maggiore rispetto a quella fino al ’71. Ti ricordo inoltre, che un corridore come Backstedt, uno che ha vinto la Roubaix, ha provato nel 2005 il record dietro derny, mancando non solo il primato per circa 8 km, ma scendendo addirittura ai livelli del 1953! [quote] 2) la velocità del servizio nel tennis viene misurata ufficialmente da non molti anni; prima sapevo di misurazioni ufficiose e molto discordanti tra loro. Ad esempio ho letto che Roscoe Tanner batteva a 220 km/h, e anche per lo stesso Dibley ho trovato fonti discordanti che parlavano chi di 200 km/m, chi di 210 e chi di 220. Poi addirittura una volta mi capitò di leggere di un tizio (non l'avevo mai sentito nominare) che batteva a 240 orari, e che però non poteva essere preso in considerazione perchè metteva dentro solo una prima palla ogni 5 o 6. [/quote] Ti ricordo la data sbarramento del confronto, il 1971. Già allora si facevano misurazioni, ed i dati che hai riportato sono veri, ma vanno collocati nelle caselle di indagine. Di Colin Dibley, classe 1944 e miglior stagione nel 1973, ho preso la velocità misurata entro il 1971: 200km appunto. Nel ’73, batté a 210 e nel 1975, a 31 anni, avrebbe battuto a 220 km con una racchetta avente un telaio di nuova composizione. Quest’ultimo dato però, è sempre restato ai margini dell’ufficioso. In ogni caso non sarebbe stato preso in esame in quanto soppiantato dal 249.5 di Andy Roddick. Roscoe Tanner, classe 1951 e miglior stagione nel 1979, nell’ultimo anno della prima fascia d’esame, batteva, anche perché giovanissimo e, sicuramente senza additivi, a meno dei 200 km di Dibley. Poi, nell’anno di grazia, batté a 220 km, ma anche per lui vale quello che ho detto prima: il dato del suo periodo è quello di Roddick.