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Sondaggio: Riccò: corridore per grandi giri o per classiche?
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Autore: Oggetto: Riccò: corridore per grandi giri o per classiche?

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  postato il 21/03/2007 alle 19:37
Mumble...mah secondo me potrebbe andare per i grandi giri..

 

____________________

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 1671
Registrato: Dec 2004

  postato il 21/03/2007 alle 19:45
caro admin,

non capisco il tuo atteggiamento in questo caso.
non si può parlare di riccò, con tutte le cautele e le garanzie del caso, facendo finta che sia arrivato bello bello tra i pro, senza un passato e senza una storia.

questo vale per richie rich, come ami chiamarlo,ma vale per basso, vale per cunego, vale per tutti.

come hanno osservato i saggi, i risultati che verranno ci diranno tutto o quasi...

a me resta antipatico, per il modo di fare, e sì lo dico, anche per la sua storia nei dilettanti.
sono diffidente e di parte, che ci posso fare.

non credo di avere offeso nessuno e spero che riccò si dimostri un grande, si azzuffi per decenni con contador, sanchez gil. , nibali, kai reus, lokvist e chi vuoi tu, per fare tornare più popolare il nostro malridotto amore di sport.

mi erano antipatici pure moser e saronni, tifavo battaglin e tista...

sono chiacchere da bar, è un forum, non buttiamoci giù per così poco.

non parliamo sempre di doping, siamo consapevoli ma non scemi fanatici integralisti, ma neppure dobbiamo essere struzzi
mi sento un po sciocco a scrivere queste cose a chi ha scritto per primo dell' ipocrisia nel ciclismo

pardon

mestatore

 
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Amministratore




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Registrato: Aug 2002

  postato il 21/03/2007 alle 21:42
Caro MontVentoux, hai ragione che in passato sono stati aperti molti dibattiti in tema di doping, e alcuni a sproposito. Ciò non toglie che si possa decidere, da un certo momento in avanti, di comportarsi diversamente, vero?

Caro Mestatore, ma figurati, i "post di un certo tipo" a cui mi riferivo non sono certo i tuoi, ma quelli di utenti che - senza argomentare ma col tono tronfio di chi la sa lunga (magari proprio per sentito dire, poi) - fanno la battutina che vorrebbe essere sapida, e così facendo alimentano le maldicenze.

Ben vengano gli approfondimenti, invece.

Però, fatto salvo ciò, mi sia consentito dire che non è che dobbiamo fare gli struzzi.
Riccò ha questo benedetto ematocrito alto, ce ne sono molti altri come lui, solo che hanno avuto la fortuna di avere meno problemi per il riconoscimento del certificato. Non mi pare che in ogni discussione in cui si parla (tanto per fare un nome) di Cunego, venga ricordato il suo ematocrito a 52.
Non facciamo gli struzzi, va bene, e allora parliamo di tutti questi ematocriti alti, oppure non ci rompiamo la testa solo nei confronti di uno - come sempre in questi casi, il più sfortunato.
Non facciamo gli struzzi, va bene, e allora non mettiamo all'indice del sospetto sempre Riccò, come se - se pure fosse dopato - fosse più dopato di altri. Insomma, la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale? Se abbiamo deciso di intraprendere un cammino per smascherare certe meschinità del ciclismo, non possiamo pedalare all'indietro quando incappiamo in uno che ci sta antipatico.

O che È antipatico. E va bene, Riccò è antipatico, ma possiamo essere tutti simpatici (o paraculi, che è diverso, ma spesso fa premio)?
C'è anche il diritto di essere antipatici, e c'è beninteso il diritto di detestare chi è antipatico, ma bisogna essere leali e non farsi influenzare nel giudizio di un certo tipo dalla suddetta antipatia. Cioè, non stiamo a calcare la mano sull'ematocrito di Riccò solo perché non è una simpatica faccia da schiaffi, ma è un antipatico.

Sin da quando era dilettante, leggo torrenziali thread su questo benedetto Riccò, e che sarà! Siccome l'informazione nelle categorie inferiori è quella che è, ci mette poco una voce a trasformarsi in una cascata. E sinceramente, vox populi vox dei non è mai stato il mio motto preferito. Anzi, lo aborro, detesto l'omologazione intellettuale che sottende alla maldicenza, come dice Subsonico "se lo dicono in tanti qualcosa di vero ci sarà", sì, certo, però Subsonico trascura che questo è proprio il concetto che è alla base dell'ingiusta distruzione morale di tante persone incappate appunto nel vortice della maldicenza.
Anche nel ciclismo: dopo quel che è successo a Pantani dovremmo essere vaccinati per 50 anni, e invece eccoci qui a puntare il dito, come se nulla fosse accaduto. Che memoria labile abbiamo, ragazzi.

Sul Riccò personaggio, giornalisticamente non posso che essere entusiasta di uno che arriva e porta scompiglio, anzi lo scompiglio se lo porta appresso, ovunque vada. Questo è uno che fa discutere, e allora viva Riccò, discutetene, discutiamone insieme, riempiamo mille pagine di forum su di lui (ovviamente se si confermerà a certi livelli, cosa non scontata vista l'età, ma anche non improbabile, anzi), e "scanniamoci", col sorriso sulle labbra e l'ironia, e anche con qualche incazzatura, come sempre succede quando ci si appassiona a un argomento.

Vi chiedo solo una cosa: siate intellettualmente onesti.

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 21/03/2007 alle 21:48
Ho votato grandi giri, ma sarebbe stao meglio avere l'opzione "giro d'Italia". Non quest'anno, ma tra un paio chissà...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2007 alle 22:20
Pensatela come volete: ma uno che fa quello che ha raccontato Bauschan tempo fa non è un faro per qualsiasi movimento, è solo un
Può avere pure l'ematocrito a 60, non me ne può fregar di meno: se riccò è tutto natura starà bene ed avrà una bellissima carriera, se ha fatto al suo corpo più di quanto madre natura ne permettesse, ne pagherà le conseguenze dopo i 40 anni, ma ho già detto che non me ne frega niente.
La mia personale idea è che se Riccò diventasse popolare si rivelerà poi per quello che è. E poi ci saranno gli utenti che si iscriveranno come Riccò82, supericcò, richie rich ecc, apriranno topic-copia a profusione e spenderemo decine e decine di pagine a dare importanza a questo qua, perchè si sarà rivelato per quello che è.
E cmq, nessuno ha risposto alla mia domanda.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 21/03/2007 alle 22:24
Originariamente inviato da Subsonico

uno che fa quello che ha raccontato Bauschan tempo fa

... cioè?

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 21/03/2007 alle 22:38
a me ricorda molto Gianni Motta, anche nell'essere piuttosto spaccone. Un corridore quasi completo, sia da classiche che da giri. Speriamo non si bruci troppo presto

 

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2005

  postato il 21/03/2007 alle 22:39
http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?fid=4&tid=3925&page=5

Continuo a dire: Pensatela come vi pare.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jan 2005

  postato il 21/03/2007 alle 22:42
Spero che Riccò continui a puntare alle gare che piu gli si addicono, ovvero le classiche.
Prima che conquisti 5-6 classiche importanti poi se vuole puo provare a vincere un Grande Giro, ma che faccia attenzione a non fare come Di Luca che ha perso un anno di vittorie nel 2006.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2007 alle 22:44
Originariamente inviato da Admin
Sul Riccò personaggio, giornalisticamente non posso che essere entusiasta di uno che arriva e porta scompiglio, anzi lo scompiglio se lo porta appresso, ovunque vada. Questo è uno che fa discutere, e allora viva Riccò, discutetene, discutiamone insieme, riempiamo mille pagine di forum su di lui (ovviamente se si confermerà a certi livelli, cosa non scontata vista l'età, ma anche non improbabile, anzi), e "scanniamoci", col sorriso sulle labbra e l'ironia, e anche con qualche incazzatura, come sempre succede quando ci si appassiona a un argomento.


hai perfettamente ragione.
Sai quanta gente non sopportava Alì e il suo modo di fare! Lo definivano sbruffone, montato e cose di questo genere: però dopo il suo ritiro la boxe ha perso una bella fetta di interesse, di pubblico e di appassionati.
Oggi i dirigenti delle varie sigle pugilistiche probabilmente si taglierebbero le vene pur di avere un personaggio che avesse il 30% del carisma di Alì.
E Tomba? A quante persone era antipatico?
Anche perchè talvolta i suoi atteggiamenti sono sfociati nella maleducazione vera e propria.
Però, da quando non c'è più lui, lo sci italiano ha perso almeno l'80% di interesse

Ormai è provato e riprovato: il personaggio fuori dalle righe, se è forte e fa risultati da campione, è una vera e propria manna per il suo sport.
Riccò, con i suoi attegiamenti spavaldi e il suo caratteraccio, se manterrà le promesse anche a livello sportivo, darà al ciclismo una lunga serie di prime pagine, ascolti record e benefici vari.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 21/03/2007 alle 23:02
Originariamente inviato da antonello64

Ormai è provato e riprovato: il personaggio fuori dalle righe, se è forte e fa risultati da campione, è una vera e propria manna per il suo sport.
Riccò, con i suoi attegiamenti spavaldi e il suo caratteraccio, se manterrà le promesse anche a livello sportivo, darà al ciclismo una lunga serie di prime pagine, ascolti record e benefici vari.


e questo è il principale motivo della debolezza della nostra società, che invece di appassionarsi o preoccuparsi di cose vere, perde la maggior parte del proprio tempo a seguire le "bizzarrie" dei "personaggi" che le vengomo date in pasto dai media. Vale per lo sport come per qualsiasi altro ambito

 
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  postato il 21/03/2007 alle 23:08
Mi chiedo quanto abbiano influito sul suo atteggiamente le sue precedenti disavventure, poi risoltesi con un certificato che attesta la naturalezza dei suoi valori, mi sembra che non sia l'unico corridore ad aver ottenuto tale attestazione.
Magari è abituato a sentirsi chiacchierato e così si sente sempre nella condizione di chi deve dimostrare qualcosa prendendosi delle rivincite, naturalmente la mia è solo una supposizione, in ogni caso, simpatico o antipatico, come sostiene giustamente Admin, Riccò suscita interesse e il ciclismo ha bisogno anche di questi personaggi.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2007 alle 23:42
Originariamente inviato da zon

Originariamente inviato da antonello64

Ormai è provato e riprovato: il personaggio fuori dalle righe, se è forte e fa risultati da campione, è una vera e propria manna per il suo sport.
Riccò, con i suoi attegiamenti spavaldi e il suo caratteraccio, se manterrà le promesse anche a livello sportivo, darà al ciclismo una lunga serie di prime pagine, ascolti record e benefici vari.


e questo è il principale motivo della debolezza della nostra società, che invece di appassionarsi o preoccuparsi di cose vere, perde la maggior parte del proprio tempo a seguire le "bizzarrie" dei "personaggi" che le vengomo date in pasto dai media. Vale per lo sport come per qualsiasi altro ambito


scusa ma in questo caso quali sarebbero le bizzarrie?
Se Riccò parla male di un collega, al limite è un comportamento poco educato; se invece fa lo spavaldo, ben venga purchè la sua spavalderia sia supporata dai fatti, anche perchè in caso contrario la figura di m... è assicurata.
Qui non stiamo parlando di un atleta che indossa gli slip della moglie, o cambia pettinatura ogni settimana, o fa a botte in discoteca.
Ci stiamo soltanto riferendo ad un corridore che non ha paura di esporsi, che dice che a Sanremo sarà protagonista e darà spettacolo, insomma che non dà risposte banali.
Ce ne fossero di sportivi così, altro i soliti stereotipi "aiuterò la squadra", "darò il massimo", "la corsa è difficile", "gli avversari sono forti", "ci vuole fortuna" e via discorrendo.

Mi piacerebbe da impazzire uno che, come Alberto Tomba prima maniera, facesse il pronostico il giorno prima (tipo "a Sanremo conto di staccare tutti sul Poggio e arrivare da solo") e poi lo realizzasse per davvero.

 

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Livello Learco Guerra




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Registrato: Jun 2006

  postato il 22/03/2007 alle 14:57
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da zon

Originariamente inviato da antonello64

Ormai è provato e riprovato: il personaggio fuori dalle righe, se è forte e fa risultati da campione, è una vera e propria manna per il suo sport.
Riccò, con i suoi attegiamenti spavaldi e il suo caratteraccio, se manterrà le promesse anche a livello sportivo, darà al ciclismo una lunga serie di prime pagine, ascolti record e benefici vari.


e questo è il principale motivo della debolezza della nostra società, che invece di appassionarsi o preoccuparsi di cose vere, perde la maggior parte del proprio tempo a seguire le "bizzarrie" dei "personaggi" che le vengomo date in pasto dai media. Vale per lo sport come per qualsiasi altro ambito


scusa ma in questo caso quali sarebbero le bizzarrie?
Se Riccò parla male di un collega, al limite è un comportamento poco educato; se invece fa lo spavaldo, ben venga purchè la sua spavalderia sia supporata dai fatti, anche perchè in caso contrario la figura di m... è assicurata.
Qui non stiamo parlando di un atleta che indossa gli slip della moglie, o cambia pettinatura ogni settimana, o fa a botte in discoteca.
Ci stiamo soltanto riferendo ad un corridore che non ha paura di esporsi, che dice che a Sanremo sarà protagonista e darà spettacolo, insomma che non dà risposte banali.
Ce ne fossero di sportivi così, altro i soliti stereotipi "aiuterò la squadra", "darò il massimo", "la corsa è difficile", "gli avversari sono forti", "ci vuole fortuna" e via discorrendo.

Mi piacerebbe da impazzire uno che, come Alberto Tomba prima maniera, facesse il pronostico il giorno prima (tipo "a Sanremo conto di staccare tutti sul Poggio e arrivare da solo") e poi lo realizzasse per davvero.


Antonello, il mio era un discorso generale( e ammetto: del tutto gratuito) con cui non mi riferivo a Riccò. Tra l'altro un paio di miei amici che l'hanno avvicinato - tra cui un forumista - durante la tirreno adriatico me lo hanno descritto come un ragazzo simpatico e disponibile.

 
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Livello Tour




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Registrato: Feb 2005

  postato il 22/03/2007 alle 15:31
Originariamente inviato da mestatore

caro admin,

non capisco il tuo atteggiamento in questo caso.
non si può parlare di riccò, con tutte le cautele e le garanzie del caso, facendo finta che sia arrivato bello bello tra i pro, senza un passato e senza una storia.

questo vale per richie rich, come ami chiamarlo,ma vale per basso, vale per cunego, vale per tutti.

come hanno osservato i saggi, i risultati che verranno ci diranno tutto o quasi...

a me resta antipatico, per il modo di fare, e sì lo dico, anche per la sua storia nei dilettanti.
sono diffidente e di parte, che ci posso fare.

non credo di avere offeso nessuno e spero che riccò si dimostri un grande, si azzuffi per decenni con contador, sanchez gil. , nibali, kai reus, lokvist e chi vuoi tu, per fare tornare più popolare il nostro malridotto amore di sport.

mi erano antipatici pure moser e saronni, tifavo battaglin e tista...

sono chiacchere da bar, è un forum, non buttiamoci giù per così poco.

non parliamo sempre di doping, siamo consapevoli ma non scemi fanatici integralisti, ma neppure dobbiamo essere struzzi
mi sento un po sciocco a scrivere queste cose a chi ha scritto per primo dell' ipocrisia nel ciclismo

pardon

mestatore



....caro mestatore sono daccordissimo con te...:-)

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Feb 2006

  postato il 22/03/2007 alle 17:26
oggi c'è una sua intervista sulla rosea.
Gli chiedono se non teme di attirarsi antipatie e lui risponde che vuole semplicemente essere se stesso.
Ribadisce che proverà ad attaccare a Sanremo: al di là delle legittime opinioni su come interpretare certe risposte (dallo sborone alla semplice conoscenza dei propri mezzi), dovrebbe tenere un profilo più basso perchè probabilmente qualcuno lo considera già una ruota da segnarsi sul taccuino.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/03/2007 alle 17:32
oh, e se lo dice un reggiano di un altro reggiano c'è da crederci!

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/03/2007 alle 20:31
Originariamente inviato da Frank VDB

oh, e se lo dice un reggiano di un altro reggiano c'è da crederci!


ma riccò è modenese!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 23/03/2007 alle 01:36
Non voglio giudicare Riccò in base alle chiacchiere o ai dubbi, nati quando era ancora uno juniores di vaglia. Se prendessi codesto aspetto come pomo di giudizio, dovrei esternare forti perplessità su tutti, e palparmi particolarmente i coglio.ni di fronte a quegli juniores che vincono come delle belve, quando ciclisticamente sono ancora dei “nessuno”. Chi si ricorda di Palumbo e dei suoi due mondiali? Tra parentesi: sarebbe meglio “radiare” quelle società che pagano certi rampolli di questa categoria, con cifre che il 40% dei professionisti si sogna! Un atteggiamento, questo, che flagella il ciclismo, ben di più del doping!

Non voglio giudicare Riccò per quel certificato che, se preso in esame come distinguo, mi metterebbe nelle condizioni di azzerare il 70% del gruppo, fino ad urlare la tenue credibilità del ciclismo e dello sport (già, perché quei foglietti di semi carta igienica, esistono anche altrove). D’altronde, con un CIO che ha ancora il coraggio di colpire a suon di pedate gli atleti che vengono pizzicati per sostanze inserite nella tabella A, che se ne frega di spendere soldi, anche se sostiene il contrario, per la ricerca sul GH, (la benzina di quasi tutte le discipline, ed autentica costante nel nuoto) e che sceglie la via dell’ipocrisia, accettando che le federazioni diffondano certificati lasciapassare come fossero montagne di volantini, troveremmo un motivo basilare, per fare della famosa frase di Bartali, “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”, un motto di dottrina sociologica.

Voglio giudicare Riccò per quel che ho visto e per il talento che mi sento di riconoscergli.

Bene, per me, pur non trovandoci di fronte ad uno che possiede qualità per entrare fra i più grandi della storia (per intenderci quelli capaci di fare doppietta Giro-Tour o vincere caterve di classiche doppiandole o triplicandole per anno), in considerazione di quel che c’è in giro, il modenese è uno dei migliori. Sicuramente è quello che dimostra, fra gli italiani, più di ogni altro, la tempra per guardare in faccia, senza fronzoli o genuflessioni, gli avversari. E’ una dote, questa, anche se poco riconosciuta per quell’Italia del pedale che è cresciuta, in troppe sue parti, sul solco gimondiano di forte pecora inseguitrice. Qualche scavezzacollo che urla il suo talento e le sue convinzioni, non fa male, anzi. Soprattutto se vogliamo iniziare a fare piazza pulita di un ambiente, che ha costretto i corridori ad essere gli zimbelli-cavie, o i fantocci dello sport intero.

Il primo dato tecnico che balza agli occhi su Riccardo Riccò è la sua anomalia, o meglio, la sua appartenenza ad una rarità: è forte in salita, ed è veloce. Specificità dimostrata sempre, fin da quando era un ragazzino, anche se in continua crescita nei suoi massimali. Altro dato che fa di Riccardo uno in vista (anche qui fin da tempi lontani): quando vuole fare bella figura e sa di avere le gambe sufficienti, corre nelle prime posizioni e vede la corsa come pochi.
In dettaglio.
Ha un fisico da scalatore per altezza (1,73), peso (59kg) e conformazione muscolare. La sua esplosività è naturale e non s’è lesa, anche perché, fortuna sua, non ha corso moltissimo. Le sue fibre bianche sono dunque sufficienti, per dimostrare uno spunto adattissimo alle volate da gruppetto, dove alla potenza è necessario aggiungere una ancor più spiccata scelta di tempo. Nelle volatone di gruppo, infatti, oggi si corre a treni e, salvo McEwen, il più bravo di tutti per completezza velocistica, gli altri svolgono sprint in progressione monotoni, dove la costante è l’andatura pazzesca e la potenza determina un peso enorme, lasciando alla scelta di tempo per l’acuto, una percentuale assai bassa rispetto ad un tempo. Se poi vogliamo divertirci a fare delle comparazioni sui segni e sui distinguo dei velocisti per conformazione, scopriamo su Riccò, un accostamento che ha il sapore di certe conferme significative. Proviamo infatti a sovrapporre alle gambe di Cipollini quelle del modenese e scopriamo che Riccardo possiede la versione mini di Re Leone, ma la conformazione di cosce e polpacci nelle tendenze di linea è la stessa. Non sono certo le fibre bianche però, il prodromo sul quale appoggiare in Riccò, la sua auspicabile grande carriera.

La pedalata del modenese non è bellissima, ma buona, e quando si parla di questa variabile si deve necessariamente evitare di collocarla nel novero dello stilismo fine a se stesso, perché pedalare bene, significa sostanza. Trasmettere quello che si possiede a livelli altissimi sul mezzo, significa redditività e, trasmetterlo bene, significa fare meno fatica e cogliere qualche traguardo in più e. Trattasi di uno di quei tanti aspetti che si sottostimano o non si vedono proprio, che partono quando il ragazzino viene messo sulla bicicletta cercando l’impostazione migliore e si sviluppano insegnando allo stesso, il miglior modo di spingere i pedali senza disperdere risorse attraverso una costante cura fra allenatore e biomeccanico, fino a non finire mai di “limare”, anche se progressivamente a percentuali sempre più infime. Non tutti nascono naturalmente belli, altri si possono correggere a buoni livelli, ed altri ancora, dei Pollentier per intenderci, vanno sgrezzati al massimo del possibile, perché la loro perdita nella trasmissione, spesso viene poco scalfita anche dal doping incipiente.

Riccardo Riccò scatta bene e pedala bene, possiede “occhio” e facoltà istintive nel vedere i punti e gli attimi fuggenti di gara. Pur non avendo un motore di “800cc” di cilindrata, riesce a superare gente con 900. Anche da qui si capisce il talento.
Dirlo ai santoni è difficile: loro si immaginano prima di tutto le fuoriserie, i caproni, le gambe lunghe e, da quei presupposti, tessono la loro tela ideale. Quando poi si trovano di fronte a gente che scende in morfologia, spesso sbagliano e distruggono o confondono, perché, salvo rarissimi casi, non sono in possesso della cultura dell’osservazione e della piena comprensione delle varie sfaccettature del talento. Ne consegue, il loro essere monocordi e pericolosi di fronte ai veri cavalli di razza e la piena adesione verso i “robot”.
Mi sono dilungato su questo aspetto perché Riccò, per come è fatto, è un ragazzo (come Cunego del resto) a rischio di spremitura, o di evoluzione rattrappita, se non farà quello che era nella mente totale del suo idolo: Marco Pantani. Riccardo, deve mandare a fondo di pollaio, certe voci e fidarsi delle sue, perché pur non essendo mostruoso come Marco, possiede comunque tanto per fare una gran bella carriera e vincere copiosamente.
Ora, andando avanti sulla disamina, è giunto il momento di inquadrare quel crono, di cui, con una bella dose di fesseria, siamo sempre pronti a considerarlo come un elemento determinante e precipuo. Riccò è giovane, a cronometro non va forte e non ne ha però corse molte. Può migliorare tantissimo, se non si farà, di queste benedette lancette, un problema sommo. Ribadisco, la gara contro il tempo, per chi non è naturalmente portato per quell’esercizio, si migliora prima di tutto nella testa, con la concentrazione che viene dall’esperienza e poi con gli accorgimenti tecnici. Se per migliorare a crono, uno deve perdere sul resto, gli conviene restare al livello di un mediocre. Ed è proprio chi non si fa un cruccio di questa stentata variabile, a trovare le fila per migliorarla. Spero per Riccò che la sua sfrontatezza, lo porti a bypassare la pressione che, inevitabilmente, qualcuno cercherà di creargli sul cronometro..

E qui si va al punto cardine del thread: Riccò è corridore da classiche o può essere illustre anche nel grandi GT?

Sulle corse di un giorno, come del resto sulle singole tappe dei GT, credo che la risposta ci sia già. A parlare per lui i comportamenti dello scorso anno e quelli ancor più convincenti di quest’anno. Riccardo può far bene su tutte le classiche escluse quelle sul pavé, forse. Mi aspetto, infatti, che il teorema dell’impossibilità della leggerezza, prima o poi, trovi anche nel moderno, qualcuno che lo sfati, o che crei l’eccezione che conferma una regola. Ha scatto, è furbo, è veloce e non sono le salite delle classiche, che possono intimorire la sua verve. Diverso il discorso su quelle lunghe, ma vi arriverò dopo. Sulla tenuta…beh io mi aspetto una certezza anche da lì, cominciando da domani alla Sanremo, soprattutto se l’andatura fino al Poggio, non sarà fortissima e se saprà coprirsi bene, nel tratto spacca-gambe, che sta fra la Cipressa e l’ultima asperità.

Sui GT, Riccò va valutato partendo, come sempre, dai punti forti: per lui, dalle asperità. Lo scorso anno ha finito il Tour acquisendo esperienza, ma Riccardo resta ancora da verificare sulle lunghe salite, da percorrere al massimo e non col fare di chi non ha impegni di classifica, come nel 2006 alla Grande Boucle. Si può essere scalatori anche bravissimi sulle pendenze pure di nota, ma non di lunghissimo chilometraggio, diciamo sui sette-ottomila metri e divenire solo dei discreti o poco più, quando si superano i 10 km. E poi, che tipo di recupero possiede il modenese, di fronte ad un GT? Ancora non lo possiamo sapere, ma il Giro di quest’anno ci potrà dare delle risposte. Le caratteristiche paiono esserci, ma se proprio mi devo sbilanciare, propendo per un Riccò più da corse di un giorno e medie corse a tappe. I motivi sono teorici e si basano su una molto parziale conoscenza dei suoi valori. I 43 battiti cardiaci a riposo, ad esempio, non sono da super, ma va pur detto che Simoni, con solo uno in meno, ha vinto due Giri. Mi fermo qui, perché la parzialità dei dati ed il sempre forte rischio di stecche quando si formulano teorie, nate da teorie, è troppo forte.

Sul suo carattere.
D’accordo, Riccardo non è la simpatia, e mostra una chiave di lettura che non è un pass-partout. Capisco pure che si voglia i ciclisti, perlomeno il larga diffusione, come dei genuflessi o “insaccati di ovvio”, con la cordialità degli ignavi e la disponibilità dei ruffiani. Ma sono uomini, spesso vittime oltre che per loro demeriti, anche per quel sinistro ambiente che li circonda, fatto di acculturazioni sui generis e di operatori che potrebbero essere scelti come testimonial, a bocca aperta, delle merendine “Hurrà”. Ma porca la miseria, si abbia una buona volta il buon senso di rispettare le loro fatiche e, soprattutto, quei sotterranei rilanci verso l’autoconvinzione o l’espulsione delle tossine che avvolgono i loro centri nervosi. Sono uomini, e di perfetto non c’è nessuno. Sta proprio in questa sottomissione al ruolo di eletti a masochismo comportamentale, uno dei lasciapassare principali che han portato i corridori in bicicletta, ad essere gli zimbelli, senza diritto di dignità, del mondo dello sport. Trovare uno che è sfrontato, si tinge di se stesso per caricarsi e, magari, è sincero, è raro. Quando c’è, come nel caso di Riccò, il rischio di giudicarlo un maleducato, diviene forte all’ennesima potenza. Anche i giornalisti devono capire, se conoscono lo sport come sostengono, a non sentirsi al centro del mondo, perchè quel ruolo spetta a gli atleti, ed è per questo che sono proprio penne, tastiere e microfoni, i primi a dover portare rispetto ai veri protagonisti.
Okay dunque, Riccò è antipatico, ma quanti atleti antipatici ci sono nello sport? Tanti! E quanti nel ciclismo, come altrove, sono diventati grandi? Tanti. E’ forse il primo Riccò ad apparire magari sbruffone? No! Ed allora, non è forse il caso di prenderlo per quello che è? Se poi ci vogliamo divertire a scavare, di stron.zi, moooooooolto peggio di Riccò, venduti come delle arpe dalla musica soave, ne abbiamo a iosa, vicini e lontani nel tempo. Taluni, sono pure riveriti nonostante il cervello divenuto rarefatto, dopo aver speso i pochi neuroni d’origine, sulla bicicletta, sulle piste, sulle moto ecc.
Gravissimo sarebbe che stampa e ambiente si comportassero con astio verso uno come il modenese, solo perché è diverso dalla noia del risaputo. Ciò significherebbe che siamo veramente messi malissimo. E sarebbe altrettanto grave, se anche solo una delle componenti citate, gli fosse avversa. Marco Pantani, non vedeva i giornalisti come l’oasi dei sogni, ma con loro è sempre stato cordiale (salvo le polpet.te di ster.co ammuffito che stanno nei bassifondi della TV, come le “Jene”), anche l’ambiente ciclistico lo giudicava al ruolo di nobiltà, eppure lo ha difeso fino alla fine, in particolare i suoi colleghi-Giuda. Ciononostante, lo hanno crocifisso entrambi. Spero che la sua vicenda abbia insegnato qualcosa. Perlomeno abbia avviato una riflessione.
Il ciclismo non è perfetto, è più vicino al contrario, ed il doping di cui ci cospargiamo la faccia e le natiche, è uno dei distingui negativi più tenui. Il più forte, sta proprio nel vivere questo sport come fosse una setta, dove gli atleti devono essere l’ultima ruota: tutti vestiti come i cinesi della rivoluzione culturale, o i balilla. Chi non ci sta, perché è diverso, spesso semplicemente perché ha palle, deve finire come il “dagli all’untore”. Beh….un esercizio che, sinceramente, mi pare oggettivamente mefitico.

Sui confronti.
Quando un corridore si mette in mostra, subito fioccano i paragoni. Un conto è dire: “mi ricorda Tizio”, oppure “è simile nelle caratteristiche a Sempronio”. Ed un conto, è sostenere di essere di fronte al nuovo “Caio” o “Cesare”. A volte, rarissimamente, si può arrivare con legittimità al secondo accostamento, ma è bene non dimenticare che è quasi sempre una caz.zata.
Riccò, per ora e relativamente all’oggi, è un misto di similitudini con Bettini e Cunego.
Non scomodiamo confronti o investiture coi grandi del passato. Prima di tutto perché è ancora prestissimo per andare in queste direzioni e poi perché, tecnicamente, Riccardo non ha ancora vinto nulla di roboante, ed al cospetto di uno start ugualmente roboante. Il confronto spinto con Pantani, lo può fare Bulbarelli, per motivi che non sfuggono, ma non allarghiamolo, perché sarebbe patetico. Quando Riccò scatterà in faccia a Basso e giocherà con lui come al gatto col topo, esattamente come fece Marco con Indurain, fra Mortirolo e Santa Cristina, oppure quando staccherà tutti con costanza su quelle salite che ancor non ha percorso, nei modi simili al Pirata, allora potremmo dire qualcosa di Riccardo…. sul viale che fu di Pantani. Per ora, Riccò è Riccò, com’è giusto che sia.
Resta comunque importante, perché ha già partorito quella vivacità, di cui il ciclismo, ha un enorme bisogno.

Morris

 

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  postato il 23/03/2007 alle 02:55
Originariamente inviato da Morris

Il più forte, sta proprio nel vivere questo sport come fosse una setta, dove gli atleti devono essere l’ultima ruota: tutti vestiti come i cinesi della rivoluzione culturale, o i balilla. Chi non ci sta, perché è diverso, spesso semplicemente perché ha palle, deve finire come il “dagli all’untore”.


Un'ovazione per Morris, grande, grande, grande.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 23/03/2007 alle 08:02
Da quando mi sono alzato leggo e rileggo questa disamina di Morris su Riccò.
Che piacere per un appassionato di ciclismo!
Morris è veramente un grande!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/03/2007 alle 08:53
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

Originariamente inviato da Frank VDB

oh, e se lo dice un reggiano di un altro reggiano c'è da crederci!


ma riccò è modenese!


E' vero! Formigine! Mi confondevo con la gloriosissima Campegine, ben più a Ovest. Chiedo venia.

Beh, almeno Riccò tra i suoi difetti non ha quello di essere un "testa quadra"

Lo sai che scherzo

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/03/2007 alle 09:13
Originariamente inviato da Frank VDB

Beh, almeno Riccò tra i suoi difetti non ha quello di essere un "testa quadra"

Lo sai che scherzo


guarda, Modena a mio avviso è due spanne sopra a Reggio: e non lo dico per finto snobbismo alternativo, la verità è che sono più dinamici economicamente e più cordiali a livello umano

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 25/03/2007 alle 19:18
Ho votato per le tappe in quanto mi è parso molto forte in salita, certo deve migliorare a cronometro. A me, però, vien da dire che può essere da classiche, specie le più dure. Ma come va però in volata? Parteciperà alle classiche delle Ardenne e all'Amstel Gold Race?

 

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  postato il 25/03/2007 alle 19:49
Originariamente inviato da ispanico

Ho votato per le tappe in quanto mi è parso molto forte in salita, certo deve migliorare a cronometro. A me, però, vien da dire che può essere da classiche, specie le più dure. Ma come va però in volata? Parteciperà alle classiche delle Ardenne e all'Amstel Gold Race?


in http://www.cicloweb.it/art705.html
andrò a far esperienza ad Amstel, Freccia e Liegi, dove pure vorrei essere protgonista. Per quanto riguarda il resto della stagione, si valuterà dopo la corsa rosa

 

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Livello Giro di Svizzera




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  postato il 25/03/2007 alle 20:02

Sul suo carattere.
D’accordo, Riccardo non è la simpatia, e mostra una chiave di lettura che non è un pass-partout. Capisco pure che si voglia i ciclisti, perlomeno il larga diffusione, come dei genuflessi o “insaccati di ovvio”, con la cordialità degli ignavi e la disponibilità dei ruffiani. Ma sono uomini, spesso vittime oltre che per loro demeriti, anche per quel sinistro ambiente che li circonda, fatto di acculturazioni sui generis e di operatori che potrebbero essere scelti come testimonial, a bocca aperta, delle merendine “Hurrà”. Ma porca la miseria, si abbia una buona volta il buon senso di rispettare le loro fatiche e, soprattutto, quei sotterranei rilanci verso l’autoconvinzione o l’espulsione delle tossine che avvolgono i loro centri nervosi. Sono uomini, e di perfetto non c’è nessuno. Sta proprio in questa sottomissione al ruolo di eletti a masochismo comportamentale, uno dei lasciapassare principali che han portato i corridori in bicicletta, ad essere gli zimbelli, senza diritto di dignità, del mondo dello sport. Trovare uno che è sfrontato, si tinge di se stesso per caricarsi e, magari, è sincero, è raro. Quando c’è, come nel caso di Riccò, il rischio di giudicarlo un maleducato, diviene forte all’ennesima potenza. Anche i giornalisti devono capire, se conoscono lo sport come sostengono, a non sentirsi al centro del mondo, perchè quel ruolo spetta a gli atleti, ed è per questo che sono proprio penne, tastiere e microfoni, i primi a dover portare rispetto ai veri protagonisti.
Okay dunque, Riccò è antipatico, ma quanti atleti antipatici ci sono nello sport? Tanti! E quanti nel ciclismo, come altrove, sono diventati grandi? Tanti. E’ forse il primo Riccò ad apparire magari sbruffone? No! Ed allora, non è forse il caso di prenderlo per quello che è? Se poi ci vogliamo divertire a scavare, di stron.zi, moooooooolto peggio di Riccò, venduti come delle arpe dalla musica soave, ne abbiamo a iosa, vicini e lontani nel tempo. Taluni, sono pure riveriti nonostante il cervello divenuto rarefatto, dopo aver speso i pochi neuroni d’origine, sulla bicicletta, sulle piste, sulle moto ecc.
Gravissimo sarebbe che stampa e ambiente si comportassero con astio verso uno come il modenese, solo perché è diverso dalla noia del risaputo. Ciò significherebbe che siamo veramente messi malissimo. E sarebbe altrettanto grave, se anche solo una delle componenti citate, gli fosse avversa. Marco Pantani, non vedeva i giornalisti come l’oasi dei sogni, ma con loro è sempre stato cordiale (salvo le polpet.te di ster.co ammuffito che stanno nei bassifondi della TV, come le “Jene”), anche l’ambiente ciclistico lo giudicava al ruolo di nobiltà, eppure lo ha difeso fino alla fine, in particolare i suoi colleghi-Giuda. Ciononostante, lo hanno crocifisso entrambi. Spero che la sua vicenda abbia insegnato qualcosa. Perlomeno abbia avviato una riflessione.
Il ciclismo non è perfetto, è più vicino al contrario, ed il doping di cui ci cospargiamo la faccia e le natiche, è uno dei distingui negativi più tenui. Il più forte, sta proprio nel vivere questo sport come fosse una setta, dove gli atleti devono essere l’ultima ruota: tutti vestiti come i cinesi della rivoluzione culturale, o i balilla. Chi non ci sta, perché è diverso, spesso semplicemente perché ha palle, deve finire come il “dagli all’untore”. Beh….un esercizio che, sinceramente, mi pare oggettivamente mefitico.

Sui confronti.
Quando un corridore si mette in mostra, subito fioccano i paragoni. Un conto è dire: “mi ricorda Tizio”, oppure “è simile nelle caratteristiche a Sempronio”. Ed un conto, è sostenere di essere di fronte al nuovo “Caio” o “Cesare”. A volte, rarissimamente, si può arrivare con legittimità al secondo accostamento, ma è bene non dimenticare che è quasi sempre una caz.zata.


Morris


Sono veramente stupito da un'analisi così obiettiva e serena..
Posso solo aggiungere che conosco personalmente Riccò da tanti anni quando faceva d'inverno il ciclocross..personalmente lo trovo un simpatico "sbruffoncello" ,non maleducato,ma sopratutto è ancora un ragazzo e accidenti...avrà tutto il tempo per imparare la "saggezza" , la "simpatia", e le emozionanti dichiarazioni dopo corsa di campioni quali Basso e Petacchi..
Per la cronaca ricordo che ha sempre avuto fin da allievo il problema
dell'ematocrito alto ..e mai..dico mai è stato trovato positivo a test antidoping...e lui ne ha fatti molti di test avendo vinto molto..

 

[Modificato il 25/03/2007 alle 20:30 by Admin]


 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 04/04/2007 alle 19:38
Originariamente inviato da rizz23

Personalmente credo che ci troviamo di fronte alla solita questione: se il ragazzo fosse nato belga, olandese, sovietico, forse anche tedesco, con le sue doti lo si sarebbe senza meno indirizzato verso le classiche.

Invece da buon italiano, in un team che privilegia senza esitazioni le (grandi) corse a tappe, si prospetta per lui un futuro come vincitore del Giro d'Italia e lo si manda a far classifica (almeno quella per la maglia bianca) e in appoggio a Simoni, all'edizione 2007.

Per me si tratta di un errore che fa parte di un panorama italiano di cui Bettini è una fortunata eccezione; mi riferisco alla tendenza a orientare verso i grandi giri corridori con ottimo spunto in volata, ma capaci di tenere e all'occorrenza attaccare su percorsi più duri. Parliamo di gente come Di Luca, Pellizotti, Cunego e Garzelli: gli ultimi due un Giro lo hanno vinto, ma a mio parere avrebbero potuto essere valorizzati maggiormente con un menu a base di grandi classiche condite eventualmente dal Tour; per Di Luca mi riferisco al 2006, l'anno dell'Equivoco, per così dire, quando decise di puntare tutto sulla corsa rosa, finendo la stagione con una vittoria di tappa alla Vuelta...

Per i detrattori di Riccò, divisi tra chi dice apertamente che trova sospetta la questione-certificato e chi dice di trovarlo antipatico ma in realtà basa tale antipatia proprio sulla questione-certificato (e sull'invidia, in alcuni casi): vi faccio notare che non si può fare i garantisti a targhe alterne ed applicare l'innocenza fino a prova contraria solo nei casi o nei giorni in cui fa comodo...


Al momento non conosciamo le doti di Riccò nelle corse a tappe, ma solo quelle nelle classiche.
Potrebbe avere una evoluzione alla Valverde, o alla Vinokourov: grande corridore da classiche che maturando diventa anche corridore da corse a tappe.
Lo spero perchè mi piacciono i corridori completi, che possono dire la loro su tutti i terreni, soprattutto se a ciò aggiungono una grande generosità come nel caso del kazako, o anche di questo giovane emiliano che non guarda in faccia a nessuno, come quando è scattato sul Poggio.

Mi dispiace leggere certi commenti su di lui. Fino a prova contraria, dobbiamo considerarlo pulito o almeno non guardarlo peggio di come guardiamo gli altri corridori, tutti potenzialmente dopati e tutti innocenti fino a prova contraria.
Per quanto riguarda i picchi di forma, quello di Riccò non dura da 10 giorni. Confido in una buona campagna delle Ardenne, spero ripeta sulla Redoute ciò che ha fatto sul Monte Gribbio, una rampaccia al 15% che ha divorato nell'ultima tappa della Coppi e Bartali.
Al Giro forse arriverà un po' stanco, forse stavolta Simoni può stare più tranquillo.

Cmq per concludere: (forse, non diciamolo troppo forte) è nata una stella, non facciamo subito i disincantati e i cinici.
Magari corressero tutti come lui, generoso ma tatticamente non sprovveduto!

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/04/2007 alle 21:05
Quale sarà la prossima corsa di Riccò?
 
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Moderatore




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  postato il 09/04/2007 alle 21:09
Originariamente inviato da ciclgian

Quale sarà la prossima corsa di Riccò?


Forse prima dell'Amstel correrà in Francia a La Sarthe.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/04/2007 alle 21:33
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da ciclgian

Quale sarà la prossima corsa di Riccò?


Forse prima dell'Amstel correrà in Francia a La Sarthe.



Ma le Circuit Cycliste Sarthe parte domani 10/04 e la Saunier Duval-Prodir non è iscritta.
Forse ti sbagli con qualche altra corsa.
Grazie comunque.

 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 10/04/2007 alle 09:08


Originariamente inviato da ciclgian

Quale sarà la prossima corsa di Riccò?


Riccò ora si sta allenando in Romagna e proverà a giocarsi le sue carte nell'ultima settimana di aprile correndo Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi...poi disputerà il Giro

 

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 12/04/2007 alle 16:01
ieri mattina verso le 9.30 ho visto riccò allenarsi tra quarrata e pistoia. qualcuno mi sa spiegare perchè fosse qui in toscana?
 
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Livello Rik Van Steenbergen




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  postato il 12/04/2007 alle 22:04
Ma Riccò è figlio d'arte??Su tuttobiciweb ho trovato questo ex corridore.

SILVANO RICCO'

E' nato a Modena il 24 settembre 1959, salì sorprendentemente alla ribalta nella Sanremo del 1985 dove fu l'unico a seguire l'attacco decisivo di Kuiper e Van Vliet, conseguendo un brillante quanto inaspettato terzo posto. Una settimana dopo confermò la sua grande condizione aggiudicandosi il Giro della Provincia di Reggio Calabria, rimontando negli ultimi metri Masciarelli. Professionista dal 1982 al 1987, fra le sue vittorie anche il circuito di Vittoria nel 1985.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/04/2007 alle 22:07
Originariamente inviato da 21marco21

Ma Riccò è figlio d'arte??Su tuttobiciweb ho trovato questo ex corridore.

SILVANO RICCO'

E' nato a Modena il 24 settembre 1959, salì sorprendentemente alla ribalta nella Sanremo del 1985 dove fu l'unico a seguire l'attacco decisivo di Kuiper e Van Vliet, conseguendo un brillante quanto inaspettato terzo posto. Una settimana dopo confermò la sua grande condizione aggiudicandosi il Giro della Provincia di Reggio Calabria, rimontando negli ultimi metri Masciarelli. Professionista dal 1982 al 1987, fra le sue vittorie anche il circuito di Vittoria nel 1985.


non credo siano parenti

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/04/2007 alle 22:34
Originariamente inviato da 21marco21

Ma Riccò è figlio d'arte??Su tuttobiciweb ho trovato questo ex corridore.

SILVANO RICCO'

E' nato a Modena il 24 settembre 1959, salì sorprendentemente alla ribalta nella Sanremo del 1985 dove fu l'unico a seguire l'attacco decisivo di Kuiper e Van Vliet, conseguendo un brillante quanto inaspettato terzo posto. Una settimana dopo confermò la sua grande condizione aggiudicandosi il Giro della Provincia di Reggio Calabria, rimontando negli ultimi metri Masciarelli. Professionista dal 1982 al 1987, fra le sue vittorie anche il circuito di Vittoria nel 1985.


dev'essere di Vignola ma non credo siano parenti

 
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  postato il 13/04/2007 alle 15:57
Orco cane...

 

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Mattia

 
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  postato il 14/04/2007 alle 01:32
Io per ora voto che Riccò sia corridore da "classiche"... poi magari con il tempo potrà diventare ottimo corridore da grandi giri!!!
 
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Under 23




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  postato il 14/04/2007 alle 12:07
Chi ha pensato quel postagiro di Cunego di ganaria al 2004?
Penso che Ricco possa guadagnare il postagiro in un momento, questo anno, il dubbio sono in quanto il estara di circostanze, noi non sa se affinchè il postagiro di volvera prenda la forma adatta.

 
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Livello Rik Van Steenbergen




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  postato il 31/05/2007 alle 11:15
Quali saranno i programmi di Riccò dopo il Giro??Staccherà un po' per poi puntare alla Vuelta e magari al Mondiale??
 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 31/05/2007 alle 11:23
La vuelta forse è meglio che non la fa
 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 31/05/2007 alle 11:30
secondo me ha il fisico per le classiche, un nuovo bettini insomma
anche se sarà difficile superarlo in talento e soprattutto cuore

 

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  postato il 31/05/2007 alle 11:30
Originariamente inviato da 21marco21

Quali saranno i programmi di Riccò dopo il Giro??Staccherà un po' per poi puntare alla Vuelta e magari al Mondiale??


Che staccherà un po' mi pare certo: è da gennaio (vinse in Argentina) che corre.

Penso tornerà a correre tra Benelux e Polonia, per preparare il finale di stagione (l'anno scorso al Lombardia fece molto bene, anche se saltò nel finale più per inesperienza che per mancanza di gambe).

 

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  postato il 31/05/2007 alle 11:55
Spero che Ricco' stacchi...e per qualche mese ..non puo' andare avanti cosi' rischia di rovinarsi...potrebbe quasi quasi chiudere qui la stagione...cmq nn credo possa sostituire Bettini...non ha uno spunto tanto veloce...ma e' anche vero che tiene di piu' su salite lunghe e dure...penso che cmq una Liegi potrebbe vincerla in futuro..chissa'!

 

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Filippo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/05/2008 alle 19:48
ehi, Ghisalberti, passa almeno a ringraziare!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/05/2008 alle 21:03
Va bene dire le cose schiette, ma sta esagerando... se continua così in futuro (anche molto prossimo) gli correranno contro.. (vedi tappa di fiorano..)

 

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Fabio

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