Board logo

"Perchè scompaiono le corse italiane" di Sardelli
ciclgian - 07/01/2005 alle 19:47

Un plauso senza limiti all'articolo di oggi su Cicloweb di Roberto Sardelli:"Perchè scompaiono le corse italiane?" http://www.cicloweb.it/corsivo033.html Leggetelo e rileggetelo ragazzi! Forse stiamo entrando in un'altra fase "del ciclismo al tramonto".

 

[Modificato il 13/07/2007 alle 14:54 by Monsieur 40%]


Pirata x sempre - 07/01/2005 alle 20:26

veramente un bellissimo pezzo,d'altronde era impossibile che una persona cosi valorosa a fare domande ficcanti e nn retoriche ai piu'disparati campioni nostrani e nn,nn potesse fare delle riflessioni cosi argute,come ogni tanto ci delizia anche sul forum! nello specifico,saro'ripetitivo ma credo che le parole di marco al riguardo del ciclismo,in particolare quello nostrano,e delle ripercussioni che sarebbero avvenute nn appena avrebbe smesso di correre,siaqno state profetiche e si vedono oggi i primi segnali di un ciclismo,come ti ciclgian dici benissimo,che sembrerebbe irrimediabilmente al tramonto! certo che fare qualche lezione di marketing servirebbe eccome,ma credo che al riguardo molto di piu'potra'fare il nuovo talento italiano cunego,con le sue imprese...


ciclgian - 07/01/2005 alle 20:54

Ciao Pirata. Certo nel ciclismo la visibilità è tutto! Senza Tv il ciclismo muore, non bastano le nostre chiacchiere. Pirata hai ragione quando affermi che senza Pantani la Tv si è afflosciata perchè a dettar legge sono gli indici di ascolto. Ora io mio chiedo perchè corse come il Laigueglia, la Tirreno-Adriatico ed altre non vengono più trasmesse in diretta con la telecamere mobili? Non vorrei che la risposta fosse :"Perchè il bacino dei telespettatori amanti del ciclismo si è terribilmente prosciugato." Allora vengo preso dal terrore. Però penso subito alla Spagna dove la Tv di stato trasmette tutte, ma proprio tutte, le gare con le telecamere mobili. Allora che fare? Come appassionato sono preoccupato. Certo avere un Cunego che vince il Tour sarebbe un bel toccasana.


Pirata x sempre - 07/01/2005 alle 21:28

il fatto,caro ciclgian e'che e'una coperta corta,mi spiego:per trasmettere il ciclismo in tv deve esserci un certo ritorno(che evidentemente nn ci sara'),ma d'altronde se per motivi di auditel e quindi indirettamente economici,si sceglie di mandare tali corse sul satelite,nn si fa altro che contribuire al declino del ciclismo e dove le prime a pagare sono proprie le corse "minori"... al riguardo proprio ieri,in cui ho ricominciato a vedere le indimenticabili imprese del nostro rimpianto campione(emozionandomi fin troppo),ricordo di aver sentito bulbarelli,il giorno della tappa di chourchevel al tour2000,parlare degli ascolti del giorno precedente(sull'izoard con arrivo a briancon)e di oltre il 40% di share!!!! nn so se rendo l'idea...nn al giro,dove si ci e'avvicinati nella tappa della presolana, ma al tour,e per di piu'neanche in una tappa,seppur bellissima,senza l'entusiasmante show di marco...oggi credo che andando a controllare si arriverebbe giusto alla meta' o forse poco piu'nella tappa vinta da basso a la mongie! e se il ciclismo paga anche in corse del genere,in quelle minori tutto cio'e'catastrofico...


maxspeed2 - 08/01/2005 alle 00:25

come avevo anticipato anch'io si tratta purtroppo di non trovare i soldi per fare le corse e pagare le squadre del pro tour che pretendono cifre molto alte


aranciata_bottecchia - 08/01/2005 alle 00:36

Sicuramente l’articolo di Sardelli mette a nudo una situazione inquietante, e giustamente non la imputa tanto al Pro-Tour quanto al concatenarsi di eventi e costumi in opera da tempo. La RCS Events è una società controllata dalla RCS Quotidiani, che a sua volta è una società controllata dalla RCS Media Group, capofila del gruppo. Poco tempo fà, se non ricordo male, ho letto che la concessione della frequenza televisiva nazionale di Rete A (quella di All-Music per intenderci) era stata acquistata da RCS Media Group. Ovviamente potrei aver capito male, quindi non prendete questa notizia per oro colato. Ma se fosse vera, una volta esauriti i contratti in essere che devono essere onorati da Rete A, questa emittente potrebbe occuparsi quanto meno anche degli eventi minori organizzati o patrocinati da RCS. Visto poi che pubblico chiama pubblico, tornerebbe comodo alla causa RCS mettere in risalto anche eventi ciclistici nei quali non fosse direttamente coinvolta ma che magari vedessero in prima fila partner commerciali comuni sia ad RCS che ad altri organizzatori. Lungi da me alimentare facili ottimismi, ma potrebbe essere un primo timido e pallido raggio di sole. Ovviamente da tutto ciò potrebbe anche sortire un bel nulla.

 

[Modificato il 08/01/2005 alle 00:59 by aranciata_bottecchia]


Admin - 08/01/2005 alle 02:47

No, Rete A è stata acquistata un paio di settimane fa dal gruppo editoriale L'Espresso-Repubblica, che niente ha a che vedere con Rcs.


aranciata_bottecchia - 08/01/2005 alle 08:57

Mmmm, era troppo bello per essere vero. Peccato.


ciclgian - 08/01/2005 alle 09:47

In Italia sono installate circa 7.000.000 di parabole (è presumibile che 1 famiglia su 3 veda la Tv satellitare) e si sta affermando anche il digitale terrestre, quindi avere un canale "dedicato" al ciclismo sarebbe facilissimo. Ma, volendo, è possibile trasmettere le dirette su Raisport Satellite oramai ricevibile in tutte le case col digitale terrestre, tra l'altro quasi tutta la spesa di acquisto del ricevitore DTT è rimborsata dallo Stato (l'addio alle trasmissioni analogiche in Italia è previsto entro la fine del 2006). La possibilità di trasmettere ciclismo ci sarebbe e come! Ma, come dice Sardelli, nel suo interessante articolo, manca l'impegno dell'Ente televisivo di Stato. E qui si innesca un circolo vizioso : la Rai non trasmette ciclismo, gli sponsor senza visibilità e ritorni pubblicitari si ritirano, l'interesse verso questo sport pian piano scema, gli appassionati si rassegnano e diminuiscono, il ciclismo muore. La sferzata e la sterzata a questa situazione le aveva date Pantani, quando era riesplosa la curiosità da parte di tutti per il nostro amato sport, poi tutto è naufragato. Sono pessimista.

 

[Modificato il 08/01/2005 alle 10:47 by ciclgian]


frateroby - 08/01/2005 alle 16:03

Caro Ciclgian, hai centrato perfettamente il problema! Adesso però, senza farsi prendere dal pessimismo, è il momento di agire. Secondo me tutti gli addetti ai lavori, Organizzatori, Corridori, la Stampa vicino al Ciclismo oltre ovviamente agli Organi Federali, devono imbastire una opportuna strategia comune, per la salvaguardia del "nostro" magnifico sport. Qualcuno nei post precedenti ha invocato grandi future imprese di Cunego per ottenere un avvicinamento da parte della televisione. Anch'io mi accomuno a questa speranza, ma sono altresì convinto che il ciclismo deve brillare anche e soprattutto di luce propria, attraverso le sfide, le emozioni che riesce a suscitare. Le bandiere, se pure importanti, devono avere un ruolo marginale. Se Cunego anzichè di Verona fosse stato un atleta di Liegi, Brest o Madrid, io voglio ugualmente assistere alle sue imprese. Mi rivolgo invece a tutti Voi per rivolgerVi una domanda prettamente tecnica: un paio di mesi fa, Marco Grassi intervistando il Candidato alla Presidenza della FCI, Simone Molinaroli, rivolse lui questa precisa domanda: "E'pensabile un canale televisivo della Federciclismo, sul satellite o sul digitale terrestre, su cui trasmettere tutte le corse del calendario italiano, dai professionisti ai ragazzi alle ragazze?" Ne seguì questa risposta: «E' una possibilità, un'ipotesi che rientra nel nostro progetto di marketing. Resta da vedere come e quando attivarsi, ma è una strada che dovremmo provare». A questo punto io chiedo:- E' teorizzabile un simile progetto? Che budget di spesa annua comporta? Penso che se si potesse rispondere affermativamente alla prima domanda, bisognerà a quel punto quantificare la seconda. Una volta conosciuta l'entità di spesa, si potrà ragionare sulla sua copertura. A questo punto se c'è la volontà effettiva di attuare quel progetto, diventerei molto ottimista. Il ciclismo saprebbe sicuramente garantirsi per se' stesso. Forse qualcuno potrà ritenermi vittima di una utopia, ma sono fermamente convinto che il problema televisivo è lo scoglio che se diventasse insormontabile, rischierebbe di costituire per davvero il tramonto dello sport delle due ruote.


mario82 - 08/01/2005 alle 16:24

Non per far piovere nella pozzanghera, ma nel sito cycling4all.com si parla della possibile cancellazione della Corsa della Pace nella Repubblica Ceca e di quella certa del Giro della Liguria (11-13 febbraio). La televisione dedicata?! Si, certamente può essere una soluzione, ma secondo me la verità e la virtù come sempre sta nel mezzo. Il prodotto ciclismo non venderà mai bene (nè molto) se in seno allo stesso prodotto ci sono persone che remano contro. Il sistema della Carta Etica riguardo al doping, i vari "libri-neri" che certi personaggi si costringono a mantenere intatti, i continui casi di omertà e di lotta interna (Simeoni vs Armstrong, con l'aiuto - a parole e gesti - di Nardello, Pozzato, Ekimov) non aiutano certo l'esportazione di tale prodotto. Regole chiare, trasparenza, rinnovamento e ringiovanimento della classe dirigenziale (non solo italiana) sono i primi punti da attuare. Una volta terminata la "faida interna" si potrà pensare di vendere il prodotto agli sponsor ed alle tv (dove il 50% dei telespettatori pensa che i cilisti siano tutti dopati). Addetti ai lavori, giornalisti, carta stampata e siti come Cicloweb.it dovrebbero poi aiutare il sistema, non coprendo (ipoteticamente) le impronte ed i cadaveri, ma garantendo nella libertà di pensiero e di informazione quel grado di conoscenza che il pubblico richiede (più o meno approfondita). Speriamo bene...


ciclgian - 08/01/2005 alle 19:30

Caro Mario82 prova a guardare che faide e che battaglie esistono nel mondo del calcio, eppure c'è la corsa all'acquisto del loro prodotto! Nel calcio, addirittura, esistono già, per esempio, Real Madrid Tv, Milan channel, Inter channel e sto parlando di Tv dedicate ad "una sola"squadra. Per i ciclismo, purtroppo, non ci sarà mai una corsa all'acquisto (ci sarebbe stata ai tempi di Coppi e Bartali) fino a quando la Rai lo considererà uno sport di serie "B". Si potrebbe creare una Tv dedicata e penso che sia estremamente semplice sul piano tecnico. Però, garantire trasmissioni con elicotteri e telecamere mobili con tutto il personale occorrente (mi sembra che al Giro la Rai metta a disposizione più di 100 addetti) comporta un impegno finanziario considerevole. L'ideale sarebbe che fosse la Rai, come fa la Tv nazionale spagnola, ad irradiare le immagini delle gare perchè ha i mezzi, la competenza e l'esperienza per farlo. Quindi prima occorre esercitare pressione sulla Rai e qui devono attivarsi gli Organi Federali che a loro volta devono premere su quelli politici (ma anche noi potremmo fare la nostra parte inviando e-mail di protesta alla Rai). Poi se la disponibilita dell'Ente Statale non sarà adeguata si può valutare l'altra soluzione, quella della Tv dedicata con il rischio però che diventi a pagamento come lo sono quasi tutte quelle specialistiche.

 

[Modificato il 08/01/2005 alle 19:37 by ciclgian]


aranciata_bottecchia - 08/01/2005 alle 20:30

Per Frateroby: io non ho le conoscenze per risponderti adeguatamente, ma credo che il "digitale terrestre" cui giustamente accennava Ciclgian dovrebbe rendere più facile, perchè meno costosa rispetto al satellite, la nascita e la sopravvivenza di canali tematici. La fortuna del ciclismo è l’esistenza di zoccoli duri, come il pubblico del veneto, della toscana e della lombardia subalpina, per citare solo i primi che mi vengono in mente, che vivranno sempre e comunque di pane e ciclismo, con o senza televisione. Parafrasando Neil Young, cycling will never die. E anche questo aspetto tu lo hai già sottolineato.. Certamente si tratta di realtà sufficienti ad evitare la catastrofe ma insufficienti per promuovere quella rinascita che attendiamo da tempo. Condivido tutto quello che hai scritto, Frateroby, e mi unisco all’applauso di Ciclgian, ma condivido anche quello che ha scritto Pirata, cioè che Cunego da solo sarà il migliore sponsor immaginabile. Il pericolo? Che i nostri dirigenti come al solito si accontentino e si limitino a mungere la vacca rappresentata dal nostro vivaio. Sì, c’è l’esigenza che il circuito del ciclismo professionistico italiano diventi un’azienda di promotori consorziati, capaci di allestire un proprio canale televisivo, evidentemente via digitale terrestre, consigliabilmente co-abitato con altre discipline sportive minori, minori solo ed esclusivamente rispetto al calcio, quindi parlo soprattutto del basket e della pallavolo, molto sentiti e capillarmente diffusi, ma perchè no anche di altri circuiti come la pallanuoto, l’hockey, il rugby. Si tratta di sport spesso agonizzanti capaci oggi come oggi di svendere i propri diritti televisivi per pochi spiccioli ma che coalizzati potrebbero essere importanti in un consorzio. Credo che il torpore suscitato dal calcio, dalla Formula Unoia, dai talk show e dai reality show sia il principale nemico dello sport minore in tv, un nemico intoccabile come dimostra l’accanimento dei media verso il ciclismo e non verso la juventus e Carraro e Galliani, e solo unendo gli sforzi si potranno soddisfare le esigenze di questi sport minori (minori solo per l’auditel). Mi piacerebbe molto l’idea di questa Lega Lombarda dello sport, con gli sport minori a rappresentare i comuni, coalizzati contro il Barbarossa, cioà l’establishment mediatico sopra descritto. La RCS è una presenza forte, credo che in una azione del genere essa dovrebbe essere fondamentale come centro di aggregazione delle forze, penso che possa determinare il bene e il male del ciclismo italiano. Dalle federazioni, per incapacità, corruzione o mancanza di fondi, io non mi aspetto nulla.


frateroby - 08/01/2005 alle 23:02

Carissimi amici, questo thread sta diventando veramente interessante! La considerazione che mi pongo è che:"O siamo degli emereti sognatori", oppure rappresentiamo un gruppo di persone con idee più che valide, o quanto meno, muniti di quell'entusiamo necessario per cercare di far del bene al ciclismo. Non riesco ad essere pessimista, stando accanto a Voi. Purtroppo quelli che contano, a cominciare dagli Organizzatori, rappresentano solo gli immediati interessi di bottega, pronti a vendere l'anima al diavolo per due minuti in più di diretta o per strappare una semplice intervista da rilasciare ad una qualsiasi emittente privata. E' certo che l'ambiente ha bisogno di rinnovamento. Se questo thread ha sino ad ora offerto 12 risposte tutte ben articolate e motivate, per ottenere lo stesso risultato da una riunione di organizzatori di gare ciclistiche, sarebbero serviti almeno 12 anni luce. Suggerisco allora io:"Perchè non alzare la nostra voce e far intervenire al dibattito i candidati alla Federazione, gli Organizzatori (magari anche qualcuno della RCS) confidando anche nell'intervento di qualche corridore professionista? Non desistiamo, continuiamo ad alzare la voce! Il piacere che provo a leggere i Vostri interventi sul ciclismo, è immenso. Il Vostro entusiasmo e la Vostra competenza sono impareggiabili! Dopo aver letto i Vostri commenti trovo fatica ad aprire le pagine dei quotidiani per leggere le solite inconcludenti tre righe dedicate al ciclismo. Le nostre argomentazioni ed idee devono andare aldilà del forum e pretendiamo di essere ascoltati.


ciclgian - 09/01/2005 alle 10:05

Caro Frateroby splendidi sono i tuoi interventi perchè entrano nel cuore del sistema e dei problemi. Complimenti. Io, però, purtroppo, resto pessimista. Guardando al panorama editoriale televisivo nazionale non vedo di che rallegrarmi per quanto riguarda il ciclismo. Intanto tutte le società mediatiche sono quotate in Borsa e per questo devono continuamente tener conto del mercato, fare profitti, elargire dividendi agli azionisti, ecc. Società come Mediaset che ha recentemente speso 125 milioni di euro per acquistare i diritti sulle partite di calcio e Telecom Italia Media (La 7) che ha destinato 32 milioni di euro per avere i diritti sulle partite di 7 squadre di calcio non lasciano tante speranze sulla loro "voglia" di ciclismo. Mediaset potrebbe al limite essere interessata ai grandi avvenimenti come Giro, Mi-Sa, Lombardia. Anche L'Espresso che ha recentemente acquistato Rete A sembra orientato a offrire in futuro canali telematici musicali per i giovani. Resta la Rai. Ma anche qui presto cominceranno le note dolenti perchè l'Ente televiso statale tra la primavera e l'estate di quest'anno verrà privatizzata (inizialmente nella misura del 30%) e quotata in Borsa. Quindi anche per la Rai parole come mercato, profitti, dividendi, capital gain, ricavi, riduzione dei costi, saranno in primo piano e tutto ciò a discapito di attività che "non rendono". Poi, come evidenzia Aranciata, c'è Rcs (pure quotata in Borsa). Ma anche qua non c'è da gioire. L'amministratore delegato Vittorio Colao ha presentato a metà dicembre 2004 il piano industriale di Rcs, apprezzato dal mercato per le attese di crescita, per le recenti cessioni in Germania, per ecc. ecc., per l'aumento del prezzo del Corriere della Sera da metà 2005 e della Gazzetta dello Sport da 0,90 a 1 euro, ecc. ecc. ma tutto è focalizzato sul core business del Gruppo. Purtroppo non si parla di Tv e di ciclismo. A questo punto, secondo me, la via da seguire è obbligata. Confezionare un pacchetto appetibile della corse "in" come Giro, Mi-Sa, Lombardia, Emilia, Lazio e metterlo all'asta. Per le altre corse creare un canale digitale dedicato e vedere quale seguito e quale interesse può suscitare.

 

[Modificato il 09/01/2005 alle 10:07 by ciclgian]


Admin - 09/01/2005 alle 12:49

E poi ci sarebbe anche Cicloweb.it: quando diventeremo ricchi e potremo permetterci di pagare i diritti, offriremo le corse - presumibilmente gratis - in streaming su internet, secondo le nostre strategie. Il problema è: quando mai diventeremo ricchi, di questo passo? :D


aranciata_bottecchia - 09/01/2005 alle 12:56

Oh Ciclgian, vecchio volpone della valle Lagarina, sembri un esperto di borsa! Mmm, magari sei un promotore finanziario. Eheheh, quante azioni parmalat avevi piazzato? Stop agli scherzi. Sono abbastanza d’accordo con quanto scrivi, ma semplicemente non mi sembri pessimista. Quella che vai descrivendo è la realtà, lo status quo, non una prospettiva futura, quindi più che pessimista direi che sei realista (inteso come sostenitore della realtà, non della monarchia). Tu, come me e come ancora prima di noi Frateroby, sostieni la necessità di un canale tematico digitale. Mi sembra questo un ottimismo, per quanto moderato, perchè sino a qualche anno fà questa prospettiva era impensabile mentre oggi se ne discute (tra di noi, ma dagli appassionati il virus si può diffondere anche agli addetti ai lavori), e se la possibilità non rappresenta una certezza và allora detto che, per definizione, nemmeno l’ottimismo è una certezza ma solo la considerazione che esistono delle possibilità favorevoli. Certo, non c’è di che ballare sui tavoli. Ma per un consorzio di società differenti e di sport differenti dovrebbe essere più semplice affittare una piattaforma digitale terrestre che una piattaforma digitale satellitare, affare ostico come ha dimostrato la vicenda di "giococalcio". Si potrebbe coinvolgere nel consorzio persino la lega calcio di serie C (quest’anno quanti denari ricava il Napoli dalle televisioni?). Il digitale terrestre potenzialmente dovrebbe consentire una tariffazione molto bassa. E se un’avventura del genere andasse in porto io non baderei troppo agli aspetti della "produzione", non mi lamenterei se non ci fossero gli elicotteri ma solo un paio di telecamere sulle motociclette. Se poi con il tempo la fame del pubblico consentisse un miglioramento del prodotto, tanto meglio. Su di un aspetto non sono d’accordo con te, ma solo per questioni di "sfumature". Hai scritto: << Per i ciclismo, purtroppo, non ci sarà mai una corsa all'acquisto (ci sarebbe stata ai tempi di Coppi e Bartali) fino a quando la Rai lo considererà uno sport di serie "B". >> Sono d’accordo solo in parte perchè il motociclismo su Mediaset si è proposto come fenomeno differente, ovvero non è stata Mediaset a trasformarlo in uno sport di serie A, ma è stata la presenza di un personaggio come Valentino Rossi a trasformare il motociclismo in un prodotto irrinunciabile per mediaset. Se pensiamo al ciclismo, premettendo che Cunego non è Valentino Rossi, si potrebbe sfruttare lo stesso fenomeno. Soprattutto a beneficiarne sarà sempre e comunque il ciclismo delle grandi corse, ma di riflesso il ciclismo minore potrebbe beneficiarne. Perchè? Perchè non c’è solo Cunego ma una generazione di giovani ciclisti che scalpitano. Perchè esiste sempre e comunque quel famoso zoccolo duro legato ad alcune aree geografiche (a Milano pochi hanno assistito alla CDM di ciclocross, ma a Rovato per il campionato italiano il pubblico era ben differente). Perchè comunque Cunego e altri Big parteciperebbero comunque ad alcune delle corse minori. Semplicemente perchè l’appetito vien mangiando e clamore chiama clamore, pubblico chiama pubblico, senza necessariamente sconfinare nella massa che chiama altra massa. Le mie sono solo considerazioni, suggerimenti, non ho certezze da vendere ma solo parole che hanno bisogno di libertà, e che possono essere ispirazione per altri. Questione Spagna: non conosco la realtà del ciclismo spagnolo ma mi fido di Roberto e accetto che la strategia mediatica adottata sia stata capace di apportare dei benefici. La Spagna è un paese condizionato dal calcio non meno che l’Italia. Il motociclismo credo che sia molto più seguito, sennò non mi spiegherei il fatto che esistono tre gran premi spagnoli contro uno solo italiano. Il basket credo che abbia più spazio che da noi, ma probabilmente sarà la Formula Uno a cedere qualche spettatore. Complessivamente si dovrebbe trattare di un pubblico non molto differente dal nostro. Perchè da noi non può funzionare? Forse perchè non c’è qualcuno che monopolizzi l’etere con lo scopo di fare cassa attraverso il rincoglionimento collettivo, un’autostrada virtuale che inconsciamente ci conduce al consolatorio supermercato ? Mah... A proposito, molti pensano che la tv privata sia gratuita, ma il canone lo pagano quando al supermercato pagano comprano un pacco di biscotti reclamizzati in tv pagandoli il doppio rispetto ad altri prodotti (e nel trabocchetto qualche volta ci casco pure io, benchè ne conosca il meccanismo). Altri prodotti, trovando nei supermercati sempre meno spazio, sono gradualmente comparsi sugli scaffali dei discount. Se il ciclismo minore, e con esso lo sport minore tutto, non trova spazio nel supermercato (Rai), sarebbe corretto allestire un discount (canale digitale terrestre) che sarà preso d’assalto da chi vuole proprio quel prodotto. E non credo che si tratti di pochissime persone.


Pirata x sempre - 09/01/2005 alle 18:13

ed intanto anche il giro della liguria,in programma dall'undici al tredici febbraio,e'stato annullato!!!


Pirata x sempre - 09/01/2005 alle 18:24

tornando al problema,tutt'altro che marginale,mi trovo assolutamente cocorde con l'idea di aranciata(e di ciclgian)al riguardo dei vantaggi che si potrebbero avere in termini di visibilita'con la nascita di un canale sul digitale terreste! piu'in particolare,condivido il fatto,che dovrebbe essere affiancato a qualche altra disciplina si minore,ma che nn a caso alle olimpiadi riscuote sempre un grande seguito(pallavolo,basket etc),soprattutto perche'ad esser realistici mi sembra difficile che la rai garantisca i fondi per tutto cio',vista la crisi ben piu'profonda che sta vivendo,e l'unione di piu'societa',molto piu'che federazioni,porterebbe ad un accrescimento del fenomeno sportivo(extra calcistico-motoristico),con tutti i vantaggi,enormi,che ne comporterebbe! si tratta"solo"di riprendere a fare girare una ruota,che l'assassinio di pantani,ha bruscamente frenato...un suicidio economico che dimostra che dalla federazione nn ci si puo'proprio aspettare nulla di tutto cio'...ma di certo con l'unione dei singoli enti e magari di qualche sponsor,direi che si potrebbe fare eccome...ruota che credo nel ciclismo cunego,ma nn solo,farebbe velocemente tornare a girare con sempre crescente velocita'!


ciclgian - 09/01/2005 alle 19:47

No, Aranciata, per fortuna non sono un promotore finanziario e non ho collocato nè azioni nè bond Parmalat.Però l'argomento Finanza mi stuzzica molto perchè, come risparmiatore-investitore fai-da-te, dedico buona parte del mio tempo al mondo della Finanza anche col trading on line. Quindi azioni, obbligazioni, fondi, bot,btp, cct, etf, covered warrant e quant'altro prodotto dall'ingegneria finanziaria attirano la mia attenzione. Però qui siamo in un forum di ciclismo, che c'entra la finanza col ciclismo? Purtroppo c'entra e come! Tutto gira intorno al vil danaro. Ma torniamo al nostro amato sport. Trovo ottima la proposta di un Consorzio di società e di sport differenti per la gestione di una piattaforma digitale terrestre e satellitare anche dal punto di vista economico-finanziario (i soldi occorrono quasi sempre, tra l'altro, caro Aranciata, le telecamere sulle motociclette non possono funzionare senza l'elicottero che fa da ponte). Poi anche l'esplosione di Cunego che magari ti vince un Tour sarebbe un toccasana. Quale televisione si rifiuterebbe di trasmettere gare nelle quali è assicurata la sua presenza? Spagna. Anch'io sono convinto che non ci siano differenze sostanziali tra i telespettatori spagnoli e quelli italiani. Però la "Rai" spagnola trasmette in diretta tutte le gare nazionali mentre la nostra Rai latita e, penso, sarà sempre peggio.


aranciata_bottecchia - 09/01/2005 alle 19:52

Per chi ha letto l’articolo di Sardelli sarà altrettanto interessante leggere l’intervento di Marco Grassi che, senza attribuire "la colpa di tutti i nostri guai al Pro Tour", mette in rilievo che le conseguenze comportate dalla riforma professionistica non tarderanno a farsi sentire, aggravando un quadro clinico già inquietante. Esamino alcuni passaggi che muovono particolarmente il mio interesse. Marco ha scritto: << 19 squadre, quelle del Pro Tour, si sono rinforzate a dismisura, ingaggiando capitani su capitani......... Le squadre medie, non potendo più contare su un gruppo di ottimi atleti, tutti passati alle Pro Tour, ne risultano gravemente depauperate......... Hanno dovuto ripiegare (a parte rare eccezioni) su corridori di secondo piano.............. A questo punto alle squadre di seconda e terza fascia non resta che sperare di tirar fuori qualche bel giovane, per attirare attenzioni e sponsor................ le aziende faranno sempre più fatica a sborsare denari per mantenere una squadra mediocre che partecipa a corse non di primo livello >> Tutto ciò è inconfutabile, ma sarà determinante la gestione delle wild-card per il Giro d’Italia. Con quattro team pro-tour e le tre invitate è possibile creare un gruppo di sette squadre che sapranno sempre attirare sponsor e potranno imbastire una pianificazione sicura e tranquilla, quindi mi auguro che la RCS non utilizzi le wild-card come un sistema per estorcere quattrini al migliore offerente ma intraprenda una relazione collaborativa che vada oltre la singola scadenza annuale almeno con tre squadre, in modo che l’elite del ciclismo italiano conti almeno su sette squadre complessive. Rimane il problema delle formazioni escluse da questo discorso, perchè tra Barloworld, Panaria, Naturino e Acqua & Sapone bisognerà scegliere la vittima che riceverà un danno economico non indifferente, tanto da dover chiudere i battenti. Squadre come Tenax e Selle Italia, private del Giro d’Italia, sapranno restare in piedi? La Formaggi Pinzolo ha chiuso i battenti. Squadre come Miche e LPR al Giro non avevano partecipato neanche nel 2004. Complessivamente direi che il danno più che alle squadre medie viene arrecato a quelle medio-piccole / piccole. Poco male? No, è sicuramente un male, come avevo scritto in altri post viene ad assotigliarsi lo spazio disponibile nelle palestre per i nuovi direttori sportivi, che sono una delle più grandi ricchezze del ciclismo italiano. Marco Grassi ha scritto: << Ed ecco che il discorso ricade sugli organizzatori. Le squadre Pro Tour, avendo costi di gestione molto più alti che in passato, chiedono compensi enormi per andare a partecipare a un Giro dell'Etna o a un Trofeo Pantalica o a un Giro della Provincia di Lucca. Quindi, se in passato l'organizzatore di turno si faceva forte (nel momento di andare a chiedere le sponsorizzazioni delle aziende o i patrocini degli enti locali) della presenza di un buon gruppo di corridori di rilievo, oggi non se lo può più permettere, visto che quei corridori militano tutti in team che costano troppo. E a me, titolare dell'aziendina, chi me la fa fare di sponsorizzare una corsa in cui non ci sono Cunego e Bettini, e che per questo non sarà seguita come si conviene (l'assenza di tali big allontana anche l'attenzione dei media, si sa) dalle televisioni o dai giornali? >> Và detto che la situazione per le corse minori era delicata già da qualche tempo. Negli ultimi quindici anni sono spariti il giro dell’Umbria e quello della Campania, sparito era anche il giro di Puglia che fù sostituito dal giro di Lucca, corse storiche come la Coppa Bernocchi o il Giro di Toscana sono diventate corsette, la crono Firenze Pistoia è stata sospesa tra il 2000 e il 2001, del giro di Reggio Calabria sono saltate le edizioni 1994, 1997 e quelle tra il 1999 e il 2002, del trofeo dell’Etna sono saltate quelle tra il 1998 e il 2000, il Pantalica era già saltato lo scorso anno, e sicuramente ce n’è qualcuna d’altra che è stata condizionata dal vento che tira. Il Pro-Tour certamente può accelerare l’aggravarsi della situazione, ma non gli si può imputare l’origine del problema, individuando la quale e ponendovi rimedio si otterrebbe l’arginamento dei danni arrecati dal Pro-Tour (e il problema è stato messo bene in luce nel forum da Frateroby e Ciclgian). Marco Grassi ha scritto: << Nel frattempo le squadre Professional o Continental, respinte dalle corse d'eccellenza, dovranno ripiegare su ciò che passa il convento....... se si guarda il calendario di quest'anno si noterà la presenza di un grandissimo numero di gare - in Italia, in Francia, in Spagna - che fin qui erano riservate agli under 23 o agli elite non professionisti. Da quest'anno, liberi tutti, potranno esserci anche le squadre Professional o Continental......... Che significa? Che i giovani, messi a confrontarsi con corridori più esperti, vinceranno con più difficoltà, e saranno forse spinti a pratiche più fosche del solito per essere alla pari dei più scafati colleghi >> Che il dilettantismo si trasformasse nella serie B del ciclismo era un timore che avevo espresso anche io in altri post. Bisogna notare che c’è stata una parziale contro-sterzata (da parte dell’UCI? Della Fedrciclo? Degli organizzatori?), e alcune corse 1.2 e 2.2 saranno comunque riservate ai ragazzi under 23, corse come il Trofeo Piva e il Giro delle Regioni in Italia, il Fiandre e la Liegi "espoirs" in Belgio. Và anche detto che in Italia proliferano come funghi le corse riservate agli under 23 organizzate a livello regionale e provinciale, perciò le palestre per i ragazzini non mancheranno mai. Certo, ci saranno sempre squadre come la Palazzago che baderanno solo ed esclusivamente al risultato, ma grazie a Dio ci saranno anche squadre come la Zalf o la Egidio Unidelta che penseranno soprattutto a costruire atleti che portino lo sguardo alla luna (il professionismo) e non al dito che la indica (il dilettantismo). Potranno essere invase da torme di professionisti allo sbando corse come il Liberazione, il Palio del Recioto o il Valle d’Aosta? Sì...o forse no....o forse solo in parte. Anche nel dilettantismo i corridori si ritirano in mancanza del passaggio tra i professionisti, come dimostra il caso di Stelvio Michero, e addirittura un professionista stesso come Lopeboselli potrebbe decidere di lasciar perdere. Sono solo due casi, ma inducono il sottoscritto a pensare che difficilmente o poco facilmente vedremo riversarsi nel dilettantismo squadre professionistiche, per gli stessi motivi che Marco Grassi ha indicato altrove: non ci sono soldi da mungere. Le squadre dei dilettanti si accontentano di essere "spesate", quelle dei professionisti no, devono fare profitto per pagare gli ingaggi. Marco Grassi ha scritto: << Forse non era il caso di agire sulle squadre, quindi, ma si potevano trovare modi per incentivare direttamente i corridori a partecipare a più corse importanti possibile. Tanto l'Armstrong della situazione farà lo stesso quel che gli pare, Pro Tour o non Pro Tour. E noi, da casa, staremo sempre ad aspettare giorni migliori. >> Condivido completamente, e nei tempi a venire potrebbe diventare il manifesto del dissenso verso il Pro-Tour.


frateroby - 09/01/2005 alle 23:35

I Vostri interventi sono interessantissimi e se questo thread arrivasse a 100 post, credo che a quel punto potrebbe saltar fuori la formula magica. Mi dovete scusare, ma il mio entusiasmo rifiuta il pessimismo. Vorrei però fare due precisazioni: Admin ha scritto: "E poi ci sarebbe anche Cicloweb.it: quando diventeremo ricchi e potremo permetterci di pagare i diritti, offriremo le corse - presumibilmente gratis - in streaming su internet, secondo le nostre strategie. Il problema è: quando mai diventeremo ricchi, di questo passo?" Le corse sino all'anno scorso qualificate come 1.2 ma credo anche 1.1 oltre all'accordo con la RAI (le trattative poi le portava avanti il gruppo RCS per tutti), affiancavano all'Ente di Stato, l'intervento di TV private, per le cui prestazioni, gli organizzatori sborsavano denaro e non viceversa. Se la proposta di admin non è solo una provocazione, perchè non tentare anche quella strada? E' ovvio che sarebbe una opportunità per gli organizzatori del tutto complementare alla televisione, ma sicuramente una valida alternativa da proporre, tenendo conto dello sviluppo esponenziale che avrà sicuramente il web nei prossimi anni. Il secondo punto riguarda invece l'intervento di aranciata bottecchia nel quale diceva: "...non mi lamenterei se non ci fossero gli elicotteri ma solo un paio di telecamere sulle motociclette." Ciclgian a questo proposito così apostrofava: "...le telecamere sulle motociclette non possono funzionare senza l'elicottero che fa da ponte." Mi permetto di dire che la precisazione di ciclgian ha valore soltanto per il discorso di diretta, ma non per la differita. Del resto se la differita è ben impostata (sto parlando per le corse al di fuori del PRO-TOUR), assumerebbe secondo me più importanza l'orario di trasmissione, più che la diretta stessa. Credo che pur mancando le immagini dall'elicottero, il risultato sarebbe comunque molto apprezzabile. Concludo infine dicendo che tenendo conto dei Vostri precedenti approfonditi interventi, l'alternativa da seguire dovrebbe essere questo punto il digitale terrestre (ottimo sarebbe se gestito in proprio dalla FEDERCICLISMO). Un invito per admin:"Possiamo sollecitare l'intervento sul forum dei candidati Molinaroli e Di Rocco a proposito di questo nostro thread?


mario82 - 10/01/2005 alle 01:54

[quote][i]Originariamente inviato da ciclgian [/i] Caro Mario82 prova a guardare che faide e che battaglie esistono nel mondo del calcio, eppure c'è la corsa all'acquisto del loro prodotto! [/quote] Non potrei essere più d'accordo. T'invito a leggere, nel thread "La Carta Etica del ProTour", la parafrasi di Morris ai vari articoli della stessa e dare un'occhiata alle opinioni in merito. In gran parte, la svalutazione del "prodotto ciclismo" può venir imputata a questa "genialata". Ciao!


ciclgian - 10/01/2005 alle 14:13

Su "Ciclismo" di gennaio 2005 a Hein Verbruggen, presidente dell'Uci, viene posta la seguente domanda :"La televisione : il Pro Tour ci fare vedere più ciclismo in tivù oppure no? E' una garanzia di visibilità?" Risposta di Verbruggen ."La formula dell'Uci Pro Tour migliora certamente l'offerta qualitativa del ciclismo anche, dunque, per quanto concerne la televisione. Sul piano della garanzia, invece, per il momento, non esistono accordi formali, ma credo appunto che in futuro il ciclismo sarà sempre meglio rappresentato in Tv." Che sia un buon viatico?


mario82 - 10/01/2005 alle 16:12

E comunque, per inciso, anche in Francia è sparita la Classica delle Alpi... quindi il male non è circoscritto alla penisola nostrana


Pirata x sempre - 10/01/2005 alle 17:33

beh quello che dice grassi,nn puo'che essere condivisibile,d'altronde il pro-tour nn fa altro aumentare in modo esponenziale il dislivello tra chi vi ci e'entrato a far parte e chi no! credo pero',nella mente di verbruggen,tale riforma avesse anche una funzione propedeutica al ritorno d'immagine del ciclismo in generale,certo magari un po' superficiale,cercando di anteporre l'apparenza alla sostanza,e mostrando al mondo la facciata migliore di questo sport,racchiusa ora in un cockstails dal misto di professionalita'e mediocrita'precedente! ma chi nn fa cosi,vendendo la propria moralita',quando ci sono di mezzo i soldi...? i fatti successi in questi ultimi anni,soprattutto in tema doping,inponevano una svolta,visto che purtroppo la considerazione che si ha di questo sport sara'sempre piu'distaccata al cospetto del calcio che continua e continuera'a macinare interesse nonostante le nefandezze mostrate! tale svolta doveva esser sicuramente posta in modo piu'prudente e forse meno radicale,magari incentivando i singoli corridori e nn dividendo in modo cosi' netto i due mondi,quello ricco e quello amcora romanticamente improvvisato,portando anche nel ciclismo il concetto di serie,di classe! d'altronde se ha problemi a vivere anche la serie B del mondo del pallone,figuriamoci le corse ciclistiche minori! ora,nella speranza che tale movimento riesca ad unirsi ed a centrare gli obiettivi da noi sperati(e magari anche noi di cicloweb),credo che cmq ci si dovrebbe anche domandare sulle modifiche all'iniziativa che,seppur ancora in embrione,sta gia'mostrando preoccupanti imperfezioni e lacune! penso per esempio che l'u.c.i. potrebbe accordarsi con le varie federezioni(a patto che cambino molte delle persone che hanno contribuito all'assisinio dell'immagine di questo sport)ed imporre alle squadre del pro-tour della rispettiva nazione,sicuramente gratificate nn poco economicamente con la nascita di questa iniziativa,la partecipazione gratuita a tali corse nazionali,e magari chiedendo ai rispettivi capitani l'obbligo di presenziare ad un numero minimo di gare di questo tipo,insomma cercare di bilanciare il piu'possibile tale squilibrio,che pero'ripeto nella visione approssimativa che e'purtroppo insita di colui che nn e'troppo attratto da tale mondo(rispetto ad altri sport),e che pero'rappresenta il potenziale economico del futuro,il pro-tour potrebbe migliorare e nn poco l'immagine sporcatasi in questi ultimi anni,e cerca di riproporre il fascino che purtroppo i coppi,i merckz,gli hinault,lo stesso pantani ed ora cunego potrebbero contribuire certo,ma nn sarebbero sufficienti a risollevarlo dal colpo mortale che,consegnando ai media la propria reputazione attraverso interventi show della polizia,si e'auto-inflitto!

 

[Modificato il 10/01/2005 alle 17:40 by Pirata x sempre]


mario82 - 10/01/2005 alle 17:56

Il Gp Eddy Merckx sparisce e... diventa più grande. Dopo 25 anni di vita, infatti, la tradizionale cronocoppie belga sparisce dal calendario internazionale: “Costava troppo organizzarla - spiega il cinbque volte vincitore del Tour - e molti corridori la disputavano senza passione, quasi per obbligo. E questo non mi stava più bene”. Ma la definizione di Gp Eddy Merckx” non sparirà definitivamente: si affiancherà infatti alla prestigiosa Parigi-Bruxelles. In virtù di questo accordo, cambierà anche la zona d’arrivo della classica delle capitali: non più nei pressi dello stadio dell’Anderlecht ma davanti allo stadio Roi Baudouin, dall’altro capo della città (fonte: tuttobiciweb) Tutto il mondo è paese... :(


aranciata_bottecchia - 11/01/2005 alle 19:04

[quote][i]Originariamente inviato da frateroby [/i] Mi permetto di dire che la precisazione di ciclgian ha valore soltanto per il discorso di diretta, ma non per la differita. Del resto se la differita è ben impostata (sto parlando per le corse al di fuori del PRO-TOUR), assumerebbe secondo me più importanza l'orario di trasmissione, più che la diretta stessa. Credo che pur mancando le immagini dall'elicottero, il risultato sarebbe comunque molto apprezzabile. [/quote] Sicuramente, sono d’accordo. Oltretutto anche con le sole telecamere sulle motociclette se la regia è in gamba si può confezionare un prodotto decente (capisco che le riprese sono vincolate al panorama, ma sarebbe meglio evitare di mandare in onda file interminabili di capannoni industriali o di cassonetti dell’immondizia). L’importante è che esse siano almeno due, per avere un’occhio sui fuggitivi e uno sugli inseguitori (ho visto sintesi televisive delle corse elite/under 23 dove l’unica motocicletta a un paio di kilometri dall’arrivo staccava il gruppo o i fuggitivi per portarsi oltre il traguardo e potersi voltare per filmare la volata: raggelante!).


Pirata x sempre - 11/01/2005 alle 20:11

riprendendo cio'che ha detto admin e che roberto ha evidenziato....."E poi ci sarebbe anche Cicloweb.it: quando diventeremo ricchi e potremo permetterci di pagare i diritti, offriremo le corse - presumibilmente gratis - in streaming su internet, secondo le nostre strategie. Il problema è: quando mai diventeremo ricchi, di questo passo? l'interrogativo posto da admin nn e'certamente una frase buttata li a caso,o almeno sinceramente spero nn lo sia,in effetti ragionando sul fatto che si sta in un mondo che strizza sempre piu'l'occhio al web,ne e'un fulgido esempio il recente pacchetto proposto da un colosso italiano riguardo la visione in diretta delle partite di serie A su internet,a prezzi stracciati...ora nn conoscendo bene ne le entita'dei costi,cmq credo notevoli,e quindi la necessita'di un ritorno economico adeguato,possibile evidentemente solo con gli sponsor,io credo sarebbe un sogno bellissimo riuscire a fare quantomeno una finestra,anche in differita,sulle gare minori del panorama nazionale,che purtroppo stanno scomparendo.....anche perche'nn sono pochi i siti nazionali sul ciclismo ed un'eventuale accordo tra essi potrebbe rappresentare una bellissima alternativa,al digitale terrestre,che merita quantomeno di essere sognata!!!

 

[Modificato il 11/01/2005 alle 20:14 by Pirata x sempre]


Pirata x sempre - 11/01/2005 alle 20:28

[quote][i]Originariamente inviato da frateroby [/i] Un invito per admin:"Possiamo sollecitare l'intervento sul forum dei candidati Molinaroli e Di Rocco a proposito di questo nostro thread? [/quote] ed anch'io mi associo a questa speranza di roberto,ma credo di tutti quelli che amano questo sport,e che ritengono sia un'insulto ed uno scandalo che stiano sparendo tutte queste corse e che sperano che coloro che si stanno proponendo come i massimi dirigenti futuri del nostro amato sport,possano cominciare con questo piccolo miracolo,dalla risoluzione forse piu'facile di cio'che sembra(e che anche qui nel forum si sta evidenziando)e che sarebbe sicuramente una mossa geniale per acquisire fiducia,con i fatti,su chi ama questo sport e spera in una svolta dopo anni di tribolazioni!!!


Admin - 11/01/2005 alle 21:14

Abbiamo già scritto a Molinaroli per sollecitare un suo intervento, e Di Rocco dovremmo sentirlo nei prossimi giorni.


ciclgian - 12/01/2005 alle 11:18

Visto che l'interesse per il digitale sarà, tra breve, dirompente, consiglio una capatina sul sito www.digital-sat.it da non perdere anche il forum.


forzainter - 18/01/2005 alle 20:05

Anche in Spagna , nonostante la TVE e Teledeporte (Belli i tempi delle schede pirate..) trasmettano tutte le gare Il Galizia non si fa piu’ e l’Aragona 2005 è in forte dubbio Il record televisivo risale a Courchevel 2000 , quasi 7.000.000 videro Pantani staccare Armstrong ( io non ero tra quelli , ero a Courchevel..) Il secondo miglior risultato è stata la tappa della Presolana vinta da Garzelli 5.600.000 spettatori Audience molto elevate Il giro 2004 ha avuto un ottimo audience , ma gli organizzatori devono fare di piu’ Tappe di Montagna nel week-end sono d’obbligo , appena Mediaset prese il Giro fu la prima cosa che chiese agli organizzatori , 12 tappe per sprinter sono troppe Nel 2002 l’audience medio del Tour era identico a quello della Vuelta (l’ultima che la Rai ha trasmesso) Le classiche La Sanremo viaggia sui 2.000.000 , le altre classiche monumento sul 1.500.000 , no comment le altre Difficile quindi per la Rai produrre con telecamere mobili ed elicotteri , con questi rating cosi’ bassi quindi cosa fare Come qualcuno ha giustamente detto , l’ideale è che la federciclismo produca lei stessa le immagini , i costi non sono così elevatissimi Sono d’accordo con chi parla di un canale dedicato al ciclismo potrebbe essere un idea realizzabile . Contatti giusti con pool di sponsor ( anche se siamo in un momento di recessione ) coprirebbero una parte importante delle spese iniziali , il resto lo deve fare la federazione Le sfide dirette tra i corridori (per tutto l’anno non un mese all’anno) sarebbero molto utili al rilancio del ciclismo televisivo. Ben vengano i Cunego-Basso , i Petacchi-Cipollini


aranciata_bottecchia - 18/01/2005 alle 23:50

Ciao Forzainter, ti cito un passo di Frateroby: < Le corse sino all'anno scorso qualificate come 1.2 ma credo anche 1.1 oltre all'accordo con la RAI (le trattative poi le portava avanti il gruppo RCS per tutti), affiancavano all'Ente di Stato, l'intervento di TV private, per le cui prestazioni, gli organizzatori sborsavano denaro e non viceversa. > Poiché siamo in Italia ribadisco che dalla Federciclo, come da qualunque altra federazione, ci si può attendere nel migliore dei casi una corretta amministrazione del bilancio, priva di qualsiasi velleità promozionale e menchemeno innovativa. Servono i privati, come sempre o quasi sempre accade. E’ quindi necessario un consorzio degli organizzatori, magari coadiuvato dagli stessi sponsor che sostengono i nuovi team Professional e Continental. Certamente se la capofila RCS assumesso una posizione propizia al progetto utopia, tutto sarebbe molto più facile, ma anche senza di essa non credo che la faccenda sia da catalogare come impossibile. Nessuno pretende le dirette e lo sfarzo della migliore tecnica di ripresa, è sufficiente un prodotto onesto fatto con passione. Credo che il digitale terrestre possa schiudere alcune porte. La materia prima non manca. Altro appunto: mai prendere per oro colato i dati auditel, sia perché spesso sono inattendibili (e non mi riferisco al margine d’errore pari a più o meno ventimila spettatori), sia perché non sanno fare distinzioni qualitative, e le distinzione qualitative esistono eccome, perché c’è l’utente incollato allo schermo (probabilmente la quasi totalità di chi assiste alla Sanremo) e c’è l’utente con la televisione in sottofondo (probabilmente quasi la metà di coloro che guardano le tappe del Giro). In barba all’auditel le strategie di marketing devono tenere conto anche di queste considerazioni. Quella del digitale terrestre dovrebbe essere una rivoluzione anche e soprattutto per la rilevazione dei dati di ascolto (quantificati come contatti effettivi e non come campioni d’ascolto da proiettare).


Monsieur 40% - 13/01/2006 alle 18:58

Ancora, tremenda attualità - a quasi un anno di distanza: (per la cronaca, l'articolo di Sardelli era questo: http://www.cicloweb.it/corsivo033.html - e questa era l'integrazione di Marco Grassi - http://www.cicloweb.it/corsivo034.html ) [i][b]Salta il Trofeo Puig: problemi finanziari[/b] Petacchi ci puntava per fare il bis, gli altri velocisti lo avevano messo in agenda per sfidare lo sprinter più forte del mondo: resteranno tutti a bocca asciutta. Gli organizzatori del Trofeo Luis Puig, classica spagnola di inizio stagione, sono stati costretti ad annunciare la cancellazione della prova dal calendario UCI a causa di problemi finanziari. Lo scorso anno, come detto, la vittoria era andata ad Alessandro Petacchi che aveva preceduto nell'ordine Isaac Galvez Lopez, Oscar Freire Gomez, Francisco J.Ventoso Alberdi e Max van Heeswijk. Il velocista spezzino lo vinse anche nel 2003 e nell'albo d'oro figurano, tra gli altri, i nomi di Adraino Baffi (1994), Mario Cipollini (’95 e ’99), Erik Zabel (1997, 2000 e 2001) e Oscar Freire (2004). (fonte: tuttobiciweb) [/i]

 

[Modificato il 13/01/2006 alle 19:00 by Monsieur 40%]


mont ventoux - 13/01/2006 alle 21:06

Quando questo thread fu aperto, non ero ancora iscritto al forum, ma comunque ho letto delle cose su cui non sono d'accordo. Innanzitutto, non riesco proprio a capire come si faccia a definire il ciclismo uno sport minore, quando io, personalmente, ho sempre ritenuto che gli sport minori fossero il tiro con l'arco, il tamburello, il pattinaggio o la lotta greco-romana. Vorrei che mi spiegaste come fa a essere definito minore uno sport, che fino agli anni 60-70 era il più seguito, che vanta storicamente tra le proprie glorie sportive, diversi fra gli atleti più importanti dello sport a livello internazionale e che è radicatissimo nella cultura popolare. Una cosa, è denunciare lo schifoso assevimento dei media nei confronti del calcio, derivante, come ho detto altre volte, dal fatto che i padroni delle squadre di calcio rappresentano buona parte del capitale italiano con conseguente controllo di TV e giornali, un'altra cosa è piangersi addosso come qui ha fatto qualcuno, sul fatto che il ciclismo stia scomparendo o che non interessi a nessuno. Dico questo perchè da quando in Italia il ciclismo non è più il primo sport, diciamo quindi da metà anni 70 grosso modo, non mi sembra di aver assistito ad un progressivo crollo dell'interesse verso il nostro sport. Il ciclismo ha complessivamente tenuto botta, con la rivalità Moser-Saronni, con la riscoperta a inizio degli anni 90 del Tour grazie a Chiappucci e Bugno, grazie a Cipollini e ad altri. Certo con Pantani c'era sta un'impennata di interesse, ma proprio questo dovrebbe far capire come al ciclismo sia bastato non una sfilza di fenomeni, ma un solo fuoriclasse per togliere tanto spazio addirittura al calcio. Io credo che il periodo più difficile sia stato legato agli scandali del Giro 2001 e 2002, e che adesso ci sia un interesse cresciente, e soprattutto le basi per farlo aumentare ancora, se solo guardiamo ai tanti protagonisti del nostro ciclismo. Assolutamente da scongiurare è quindi la prospettiva di un polo di "sport minori" come vengono qui definiti, da mandare su un apposito canale satellitare, innanzitutto perchè quella è si la prima strada pwer scomparire davvero dall'attenzione pubblica, come dimostra il tennis purtroppo, poi perchè il ciclismo è sport popolare, sport di strada, è una questione pubblica, e la sua fruizione deve essere garantita a tutti coloro i quali hanno una TV, e non solo a chi ha il decoder e la parabbola. Infine, la ghettizzazione che questo canale satellitare riservato darebbe a questo polo di sport qui chiamati minori, non farebbe che consolidare il dominio del calcio, che non chiede altro che di non avere concorrenza, di poter disporre ancora di più di tutto lo spazio possibile, per poter continuare la battaglia di rimbambimento a senso unico. La battaglia va portata sulle reti generaliste, non rinchiudendosi nel proprio orticello, per paura di confrontarsi con sport come la Formula 1, del tutto legati al succeso della Ferrari, o come le moto, che sono assolutamemte dipendenti dal fenomeno Rossi, e quindi fenomeno estemporaneo. gli sponsor fuggirebbero proprio se il ciclismo andasse sul satellitare. poi è chiaro che la RAI amare il ciclismo, con la stessa passione che dimostra durante il Giro d'Italia, ma la battaglia è da giocare sulla RAI e non fuori.


aranciata_bottecchia - 13/01/2006 alle 21:49

Mont Ventoux, io ho il sospetto che tu non abbia letto l'articolo di Sardelli che aveva originato il dibattito, e di conseguenza penso che tu non abbia capito il dibattito, perchè il tuo intervento mi suona troppo off topic. Parli di ciclismo come sport minore, quando nel thread tutto sommato si discute sul futuro di quella parte del ciclismo che viene considerata minore, a torto o ragione che sia. Ciao


aranciata_bottecchia - 13/01/2006 alle 21:54

Comunque, alla fine della fiera, mi viene da dire che il calcio sta dando i suoi frutti pure in Spagna. Dal 1994 in poi gli spettatori spagnoli del Tour de France sono in calo regolare e costante, gli spettatori della Vuelta tendenzialmente calano un po' meno ma calano pure quelli (l'ultima edizione poi è stata letteralmente un disastro).


mont ventoux - 14/01/2006 alle 13:05

Facevo esplicito riferimento ad alcuni interventi non all'articolo di Sardelli. Poi scusa, se nel corso della discussione si è cercato di differenziare un presunto ciclismo minore da un ciclismo più di massa, nel tentativo di cercare di valorizzare più il primo, permettimi di dire 2 cose. Innanzitutto, è proprio questa divisione che per me non ha senso, visto che o uno sport è minore, nel senso che ha un bacino ristretto di interessati o che non è storicamente radicato e seguito, oppure, pur non essendo popolare e seguito come il calcio in Italia, ha comunque il suo seguito consistente e stabile, soggetto si a delle variazioni in concomitanza alla presenza di atleti particolarmente popolari, riuscendo sostanzialmente a mantenere la sua fetta di pubblico e interesse. Chiaramente credo che il ciclismo faccia parte di questa seconda categoria di sport. Ma soprattutto, cos'è Rai Sport Satellite, se non proprio il tentativo di dividere il ciclismo in 2 serie, quello di serie A che va su Rai 3, e quello di serie B, e quindi minore come è stato definito in questo thread, che deve accontentarsi di finire sul satellite? Non mi sembra, e ci mancherebbe altro, di aver mai letto commenti entusiastici in questo forum, a proposito delle corse "minori", e sono molte, che vengono dirottate sul satellite. Gli stessi organizzatori delle corse si lamentano di questo, della scarsa visibilità delle corse trasmesse sul satellite, e di questo parlava Adriano Amici in un intervista su BS di qualche mese fa. Con onestà, io non credo proprio che si possa chiedere alla RAI di trasmettere in chiaro tutte le corse che manda sul satellite, bisognerebbe invece pretendere dei servizi migliori, un modo di raccontere il ciclismo e seguirlo più professionale, non scolastico, come viene invece fatto in tutte le corse che non si chiamano Giro d'Italia, e poi dovrebbero pure avere la decenza di non mandare sul satellite, corse che si chiamano Freccia Vallone, Gand Wewelgem o GP di Zurigo. Concludendo, quello che qualcuno vorrebbe, cioè uno spazio per le corse più piccole sfruttando le nuove tecnologie, c'è già, e non mi sembra che faccia la fortuna del ciclismo o che gratifichi particolarmente gli stessi appassionati.


aranciata_bottecchia - 14/01/2006 alle 16:23

Ventoux, sai che faccio fatica a seguirti? Sarà che il thread è troppo vecchio.


Lu Sbroga - 14/01/2006 alle 16:51

[quote][i]Originariamente inviato da ciclgian [/i] Un plauso senza limiti all'articolo di oggi su Cicloweb di Roberto Sardelli:"Perchè scompaiono le corse italiane?" Leggetelo e rileggetelo ragazzi! Forse stiamo entrando in un'altra fase "del ciclismo al tramonto". [/quote] scusate ma.......dove sta?:?


ciclgian - 14/01/2006 alle 17:52

Secondo me Mont ventoux non sei un grande appassionato di ciclismo. Io, invece che lo sono, impazzisco quando vedo la Rai, sistematicamente, nelle corse più importanti (classiche e tappe di montagna) inziare le dirette molto più tardi delle altre tv europee,a volte la Rai addirittura ti propone solo gli ultimi 15/20 chilometri, una miseria. Nell'ultimo giro di Lombardia (ma ciò succede spesso) ha proposto la corsa quando ormai i giochi erano fatti, nentre le altre tv europee erano già in diretta un'ora prima. Ecco perchè dico che la Rai tratta il ciclismo come uno sport di serie "B"; col calcio, con la formula1, con il volley, ecc. si comporta in maniera diversa. Questo non lo sopporto! Una classica od un tappone di montagna non devono essere trattati dalla Rai con sufficienza.

 

[Modificato il 14/01/2006 alle 18:13 by ciclgian]


mont ventoux - 14/01/2006 alle 20:30

Dove avrei scritto che la RAI tratta bene il ciclismo? Scrivo appunto che lo fa solo per il Giro d'Italia. Il problema non si risolve però vendendosi alle TV private o a quelle satellitari, che trasformerebbero automaticamente il ciclismo in uno sport di nicchia. Nel merito delle mie argomentazioni, non ho ricevuto risposta, e sicuramente non la pretendo. Ma non certo perchè il topic è troppo vecchio, anche perchè non sono stato io a riportarlo alla luce, ma mi sono limitato a fare le mie considerazioni, visto che ho trovato degli interventi che mi hanno spinto a dire la mia perchè non li condividevo. Per quanto riguarda la passione per il ciclismo, sarebbe interessante capire in quale modo il mio intervento ne faccia trasparire poca. Una cosa è dire che il ciclismo in RAI è trattato come uno sport di serie B, un altra cosa è affermare che il ciclismo è uno sport di serie B. Per questo sono intervenuto nel topic, perchè non condividevo questo assunto, e perchè la strada per farlo diventare davvero di serie B, è proprio quella che qualcuno vorrebbe venisse intrapresa, cioè la scomparsa dalla si pur lacunosa e carente ma dalla enorme prenetazione TV pubblica, e il conseguente passaggio al solipsismo della TV satellitare.


Monsieur 40% - 25/01/2006 alle 14:56

[i][b]Annullata per mancanza di fondi la Settimana Catalana[/b] La 43/a edizione della Settimana Catalana di ciclismo, in programma a marzo, non si disputera' per mancanza di fondi. Lo hanno annunciato gli organizzatori. ''Speriamo che sia un problema temporaneo - e' scritto in una nota diffusa dall'organizzazione - e che fin dal 2007 la corsa possa essere ricollocata nel calendario internazionale''. La Settimana Catalana si disputava dal 1963 e tra i suoi vincitori passati ci sono stati Eddy Merckx e Luis Ocana. (fonte: tuttobiciweb) [/i]


Vuelta Espana - 25/01/2006 alle 14:58

Questo mi dispiace molto, l'anno scorso l'avevo seguita con interesse, così come tutte le gare spagnole d'inizio stagione...davvero una brutta notizia :no:


Monsieur 40% - 25/01/2006 alle 15:38

[quote][i]Originariamente inviato da trueno in un thread simile[/i] La 43esima edizione della Settimana Catalana di ciclismo, in programma a marzo, non si disputerà per mancanza di fondi. Lo hanno annunciato gli organizzatori. "Speriamo che sia un problema temporaneo - si legge in una nota diffusa dall'organizzazione - e che fin dal 2007 la corsa possa essere ricollocata nel calendario internazionale". La Settimana Catalana si disputava dal 1963 e tra i suoi vincitori passati ci sono stati Eddy Merckx e Luis Ocaña. http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2006/01_Gennaio/25/catalana.shtml :OIO:sasso::grr::gluglu::help: [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Abruzzese [/i] Peccato,speriamo che torni presto in calendario.Se non ricordo male abitualemente si correva poco dopo la Tirreno-Adriatico,per cui chissa',magari qualcuno cambiera' programmi. [/quote]


Ottavio - 25/01/2006 alle 16:41

Dopo il Trofeo Luis Puig anche la Settimana Catalana viene annullata per mancanza di fondi. Sono due brutti segni che vengono dalla Spagna che sembrava il paradiso terrestre per il ciclismo. E' curioso vedere che Italia e Spagna che hanno i due più importanti movimenti professionistici abbiano problemi economici (vedi le sole 3 squadre italiane pro-tour) mentre la disastrata Francia (per risultati sportivi) scoppi di salute.


Ottavio - 25/01/2006 alle 18:58

Su velo-club.net ho letto che anche la Vuelta a Aragon, dopo la Setmana Catalana è stata sospesa per problemi finanziari.


mestatore - 25/01/2006 alle 22:45

varo ottavio, sparo lì una cacchiata: oltre a tutti i noti problemi di situazione economica generale (peraltro non è che la francia vada meglio della spagna), non è che gli sponsor si riavvicinino al ciclismo in francia, dove è apparentemente in corso una battaglia feroce contro il doping e dove il ciclismo appare più sano, e invece non si allontanino in spagna dove ci sono stati episodi di doping a ripetizione (heras, aitor, santi perez..tra i migliori nella corsa principe della vuelta)e l' ambiente ciclismo mantiene un atteggiamento , diciamo così , ad essere buoni, piuttosto neutro verso il doping stesso? il ragionamento è semplicistico, ed il discorso, come è evidente nei post di questo interessante thread,ha molte più sfaccettature...ma tu che ne pensi? o è solo l' effetto traino del tour? poi, in verità anche in francia , corse minori, tipo il midi libre o la route du sud , hanno avuto le loro difficoltà. ciao mesty


pedalando - 25/01/2006 alle 23:16

interessante considerazione, quella di mestatore. Anche se si potrebbe voltare la frittata e dire che il doping e' usato come scusa per uscire (Fassa e Mapei insegnano..). Pero' il discorso non sembra trovare conferma in Italia dove la lotta al doping sembra altrettando dura che in Francia ma qui da noi viene spesso intesa "contro" al ciclismo.

 

[Modificato il 25/01/2006 alle 23:21 by pedalando]


Ottavio - 25/01/2006 alle 23:31

Mesty la tua osservazione è molto interessante. Indubbiamente la Francia è stata la prima nazione a combattere seriamente il doping e dunque il ciclismo francese ha una reputazione migliore rispetto all'Italia ed ultimamente alla Spagna, ma credo che la ragione principale sia l'enorme, direi eccessiva, importanza che ha assunto il Tour nel mondo del ciclismo e oltre. Per uno sponsor francese la partecipazione al Tour, senza tra l'altro ottenere grandi risultati, sembra bastare per rendere proficuo l'investimento. Credo poi che il calcio assolutamente preponderante in Italia e Spagna tolga molte sponsorizzazioni al ciclismo, mentre in Francia questa supremazia non è così evidente.


WebmasterNSFC - 26/01/2006 alle 13:56

Se ne parlava già qui... [quote][i]Originariamente inviato da maxspeed2 in un thread doppione[/i] non si fara' la settimana Catalana ne l'ARAGONA MADRID, 25 gennaio 2006 - La 43esima edizione della Settimana Catalana di ciclismo, in programma a marzo, non si disputerà per mancanza di fondi. Lo hanno annunciato gli organizzatori. "Speriamo che sia un problema temporaneo - si legge in una nota diffusa dall'organizzazione - e che fin dal 2007 la corsa possa essere ricollocata nel calendario internazionale". La Settimana Catalana si disputava dal 1963 e tra i suoi vincitori passati ci sono stati Eddy Merckx e Luis Ocana. MILANO, 25 gennaio 2006 - Dopo la Settimana Catalana, è stato annullato anche il Giro d'Aragona, in calendario dal 12 al 16 aprile 2006. Problemi economici alla base della scelta degli organizzatori. Nel 2004 il Giro d'Aragona era stato vinto da Stefano Garzelli. fonte gazzetta.it [/quote]


superandyweb - 26/01/2006 alle 14:09

E' veramente triste sentire queste notizie, e pensare che basterebbe l'ingaggio annuo dato a certi atleti di altri sport per organizzare piu di una gara ciclistica a cui possono partecipare piu di 200 corridori. :(


Frank VDB - 26/01/2006 alle 14:44

in Francia il ciclismo scoppia di salute (anche se il movimento professionistico è a terra da lustri) perchè esso è irrimediabilmente nella cultura popolare della gente. In Francia ogni piccolo paesino organizza una kermesse o una gara per ragazzini o una gara amatoriale nel giorno di festa del villaggio. Questo legame popolare è imbattibile e gli sponsor accorrono. In Italia realtà come queste sono limitate alla Toscana e a certe zone della Lombardia e del Veneto. Altrove è il calcio a farla da padrone. Era così anche in un passato non troppo lontano ma quando c'era la garanzia di un passaggio TV i soldi pubblici scuciti da un sindaco o un assessore compensavano la mancanza di quelli privati. Poi sono arrivate le vacche magre per gli enti locali e questo meccanismo non è diventato più sostenibile. Ci si è messa alla fine l'invasione barbara della mafia calcistica, che esalta se stessa e addita la bici come sport di drogati, e il gioco è fatto. Ed ecco le corse che scompaiono, la mancanza di attratività, etc...


faxnico - 26/01/2006 alle 15:16

Io posso solo aggiungere che la causa immediata (e personalmente credo anche principale visto che la Spagna avrà nel 2006 la bellezza di 275 ciclisti professionisti e 14 squadre!) della chiusura di queste gare è stata il passaggio di Unipublic al gruppo Antena 3. Mi spiego meglio : negli anni passati molte corse spagnole si affidavano alla "magnanimità" di Unipublic per risolvere i cospicui scoperti che puntualmente accumulavano. Ad esempio nel 2005 la Catalana aveva un deficit di 210.000 €. Ora, con l'avvento di questo nuovo corso imprenditoriale (quello precedente era al contrario condotto da una famiglia molto legata al ciclismo) i finanziamenti in questione sono stati sospesi. C'è quindi chi è stato costretto a chiudere i battenti e chi, come il CD Depergo, ha preferito sospendere una parte delle manifestazioni organizzate (Trofeo Luis Puig) e ridurre il numero di squadre partecipanti (alla Vuelta Valenciana parteciperanno solo 15 squadre a fronte di 20 richieste d'iscrizione) per limitare i rimborsi. Purtroppo i 240.000 € che la TVE richiede per la copertura televisiva non se li possono più permettere in molti. Gli effetti sono tristemente sotto gli occhi di tutti. :( Ciao Nicolò


Ottavio - 26/01/2006 alle 16:54

Faxnico, ti vedo aggiornato e dunque chiedo una informazione: la Vuelta del prossimo anno verrà trasmessa da Antena 3 giusto?


forzainter - 26/01/2006 alle 19:34

Ottavio non so dove vedi che il ciclismo organizzativo francese scoppi di salute Midi Libre Gp Nazioni Sono corse perse negli ultimi 2 anni e comme storia sono ben piu' importanti di quelle spagnole La stessa Parigi-Nizza ha avuto degli enormi problemi finanziari e solo l'intervento di Aso l'ha salvata Antenna 3 trasmetterà la Vuelta (meno male visto come la trasmetteva la TVE)


Ottavio - 26/01/2006 alle 23:33

Ti ricordo che la Francia ha 5 squadre pro-tour (e 1/2 squadra spagnola) e organizza la più importante corsa del mondo, non mi sembra la fotografia di una nazione in crisi.


Monsieur 40% - 27/01/2006 alle 11:38

Il movimento ciclistico "pedalato" francese è in crisi, se consideriamo che i risultati migliori per i team transalpini sono venuti dai corridori stranieri che correvano per loro (Mc Gee, Cooke, Hushovd, O'Grady tanto per citarne quattro "a caso"), mentre il movimento ciclistico "economico" è ancora piuttosto florido, soprattutto grazie alla locomotiva Tour de France, che assicura visibilità e molti, molti introiti ai vari sponsor. Se consideriamo gli sponsor, poi, vediamo che le 5 squadre (e mezza) francesi hanno come sponsor: [b]Française Des Jeux[/b] - lotterie e giochi a premi [b]Bouygues Telecom[/b] - telefonia [b]AG2R Prevoyance[/b] - assicurazioni [b]Crédit Agricole[/b] - banca [b]Cofidis, le credit par telephone[/b] - istituto di credito in più c'è: [b]Caisse d'Epargne[/b] - Illes Balears che è spagnola, ma che ha il primo sponsor (in alcune corse) francese è che è comunque una banca! In Italia: [b]Lampre[/b] - lamiere prerivestite [b]Liquigas[/b] - energia e gas in più abbiamo: [b]Team Milram[/b] che è una squadra italiana ma che ha lo sponsor tedesco. Differenze? Molte. Pensate se ci fossero squadre che si chiamassero: - Capitalia - Banca Nazionale del Lavoro - Lottomatica - Tim - Cariplo nomino queste, ma potete sostituire con tutti i nomi di banche, assicurazioni, operatori telefonici, istituti di credito che vi pare. Ecco, in Francia gli sponsor sono avvantaggiati dalla certezza di partecipare al Tour de France, anche le varie professional (la AG2R l'anno scorso era Professional, ma partecipò al Tour), mentre da noi le squadre Professional "italiane" (soprattutto di affiliazione) vengono lasciate al palo per far correre la Selle Italia (niente in contrario, ma è affiliata in Colombia!!). Insomma, qualche diversità c'è. E noi, pur avendo il movimento ciclistico "pedalatorio" migliore, insieme alla Spagna, ci accontentiamo di vivere al palo di certe cose. E questo è anche parecchia colpa dell'AssoCorridori Italiani.


robby - 27/01/2006 alle 12:11

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] in Francia il ciclismo scoppia di salute (anche se il movimento professionistico è a terra da lustri) perchè esso è irrimediabilmente nella cultura popolare della gente. In Francia ogni piccolo paesino organizza una kermesse o una gara per ragazzini o una gara amatoriale nel giorno di festa del villaggio. Questo legame popolare è imbattibile e gli sponsor accorrono. In Italia realtà come queste sono limitate alla Toscana e a certe zone della Lombardia e del Veneto. Altrove è il calcio a farla da padrone. Era così anche in un passato non troppo lontano ma quando c'era la garanzia di un passaggio TV i soldi pubblici scuciti da un sindaco o un assessore compensavano la mancanza di quelli privati. Poi sono arrivate le vacche magre per gli enti locali e questo meccanismo non è diventato più sostenibile. Ci si è messa alla fine l'invasione barbara della mafia calcistica, che esalta se stessa e addita la bici come sport di drogati, e il gioco è fatto. Ed ecco le corse che scompaiono, la mancanza di attratività, etc... [/quote] Gran bel post e gran bella spiegazione che ho letto solo ora e che riassume il significato del 3D. Complimenti VDB


aranciata_bottecchia - 28/01/2006 alle 02:45

[quote][i]Originariamente inviato da forzainter [/i] Ottavio non so dove vedi che il ciclismo organizzativo francese scoppi di salute Midi Libre Gp Nazioni Sono corse perse negli ultimi 2 anni e comme storia sono ben piu' importanti di quelle spagnole La stessa Parigi-Nizza ha avuto degli enormi problemi finanziari e solo l'intervento di Aso l'ha salvata [/quote] C'è del vero, aggiungerei pure la Classique des alpes, defunta anch'essa. É il Tour de France che scoppia di salute, non il ciclismo francese. Fanno persino fatica a trovare i fondi per rattoppare il pavé della Roubaix. Nel 2005 è saltata anche la "A travers le Morbihan", idem per "GP le Telegramme" (corse 1.1) e sono saltate una decina di corse internazionali di categoria 1.2 o 2.2. Insomma, nulla di diverso da quanto accade altrove. Certo, c'è la peculiarità (quasi esclusiva) delle banche sponsor (alla lista di mario aggiungerei la Landbouwkrediet, filiale belga del Credit Agricole francese), e mi auguro per loro che non venga meno (come accaduto in Spagna, dove gli istituti finanziari spagnoli sono scomparsi dal ciclismo).


lallo - 28/01/2006 alle 10:19

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] In Italia: [b]Lampre[/b] - lamiere prerivestite [b]Liquigas[/b] - energia e gas in più abbiamo: [b]Team Milram[/b] che è una squadra italiana ma che ha lo sponsor tedesco. Differenze? Molte. Pensate se ci fossero squadre che si chiamassero: - Capitalia - Banca Nazionale del Lavoro - Lottomatica - Tim - Cariplo nomino queste, ma potete sostituire con tutti i nomi di banche, assicurazioni, operatori telefonici, istituti di credito che vi pare. Ecco, in Francia gli sponsor sono avvantaggiati dalla certezza di partecipare al Tour de France, anche le varie professional (la AG2R l'anno scorso era Professional, ma partecipò al Tour), mentre da noi le squadre Professional "italiane" (soprattutto di affiliazione) vengono lasciate al palo per far correre la Selle Italia (niente in contrario, ma è affiliata in Colombia!!). [/quote] La situazione è esattamente contraria. Qualcuno pensa davvero che se un team sponsorizzato da lottomatica con budget capace di ingaggiare Savoldelli o Bettini o Simoni o Basso o campioni stranieri verrebbe lasciata fuori dal giro??? NON SCHERZIAMO!!! Le squadruncole italiane è giusto che non facciano il giro. O si organizzano in maniera professionale tale da convincere i grandi sponsor della bontà di un investimento sostanzioso oppure che si estinguano. Sponsor tipo Fassa Bortolo e Mercatone Uno sono alla finestra ma chi dovrebbero sponsorizzare? Quali sono i manager italiani che si sono distinti in italia negli ultimi 10 anni? Savio con quattro soldi ottiene risultati nettamente superiori alla concorrenza. E le sue squadre corrono in Malaysia, in Sudamerica (e quindi assicurano un vero ritorno allo sponsor investitore) e non si limitano alle corsette da strapaese nostrane!!!


Vuelta Espana - 28/01/2006 alle 10:31

Scusami Lallo, ma non riesco a capire cosa intendi. A me sembra che quanto da te detto non contraddica quanto scritto da Mario: ossia che se in effetti le squadre italiane potessero contare su degli sponsor più grandi, quali appunto banche o società telefoniche nazionali, allora non vedrebbero preclusa la via del Giro d'Italia, così come accade in Francia con il Tour e le squadre francesi. Scusa, forse ho capito male, puoi spiegarmi meglio? Grazie..:)


lallo - 28/01/2006 alle 11:40

La differenza sta nell'organizzazione. In Italia siamo come sempre all'artigianato. Ognuno vuole farsi la sua squadretta, il suo microteam con sponsor salumaro che si accontenti del logo sulle maglie e poco più, Una squadretta dove il manager-artigiano possa decidere tutto: fare il tecnico, l'amministratore, il public relation man e, se possibile, pure il procuratore. Invece bisognerebbe pensare in grande. Presentarsi ai grandi sponsor con il progetto di una struttura organizzativa adeguata. Con esperti nei vari settori. Con studi comprendenti i bacini di interesse per lo sponsor (se vado dalla Fiat ad esempio devo mettere subito in chiaro che farò un abbondante attività in SudAmerica se vado da LuxOttica magari mi impegnerò a coprire con attenzione le corse in oriente e negli USA). I grandi sponsor bisogna meritarseli.


Vuelta Espana - 28/01/2006 alle 14:57

Io però penso che anche i grandi sponsor da parte loro non siano molto interessati al ciclismo, perchè non penso che le squadre non si siano mai mosse per cercare di convincere qualche grande azienda a sponsorizzarle. Forse ormai in Italia c'è una sorta di rassegnazione. Io ho avuto occasione di lavorare per un po' presso un procuratore che, tra le varie cose, ricercava sponsor (anche importanti) per le proprie squadre, e aiutandolo nella ricerca mi sono accorta di quanti secchi "no" abbia ricevuto da tali aziende, ancor prima di avere la possibilità di mostrare dati dettagliati, statistiche, indagini di mercato, e quant'altro. In compenso erano le società e aziende più modeste a mostrare interesse, proprio perchè per loro si trattava di un lancio pubblicitario importante rispetto alle abituali possibilità. Per esemplificare: il produttore di salami Porcellino (nome di fantasia - ok, è terribile, ve lo concedo) sarà più attirato dalla possibilità di regalare i propri gadget al Giro d'Italia rispetto a, che ne so, la Mediolanum, che evidentemente preferisce altre forme di pubblicità e sponsorizzazione. Almeno, questa è l'impressione che io mi son creata in quei mesi di prezioso lavoro...


aranciata_bottecchia - 28/01/2006 alle 16:46

Ciao Elisa, quello che mi chiedo, e me lo chiedo perchè ne ho il sospetto, è se queste trattative possano essere condizionate dagli accordi commerciali che le grandi aziende (in senso lato) allacciano con i grandi concessionari di risorse pubblicitarie. Ad un certo livello il mercato dell'immagine è sostanzialmente monopolizzato da pochi protagonisti, e mi chiedo se ciò possa avere un'influenza negativa: i grandi clienti, cioè gli sponsor, devono restare in un certo ambito, ma è difficile capire se ciò accada perchè non "possono" (come sospetto) o perchè non "vogliono" (ma sono così fessi?).


Vuelta Espana - 28/01/2006 alle 18:54

Purtroppo su questo non posso dirti nulla di certo, perchè nulla so, e anch'io mi posso solo basare su supposizioni. Però in effetti, come dici tu, è difficile che siano "così fessi"...in fondo una corsa come il Giro è una vetrina gigantesca per qualsiasi azienda, grande o piccola che sia. Mi ero informata su alcuni dati in merito, e avevo trovato questo interessante sondaggio di rcs: http://www.rcspubblicita.it/giroditalia/index.jsp;jsessionid=0t9jj2oxb1 Sembrano dei dati molto appetibili per chiunque, non vi pare?


Seb - 13/02/2006 alle 21:54

Il Tour aiuterà le corse francesi. Visti i grandi problemi economici delle corse minori francesiil presidente dell'ASO Patrice Clerc ha annunciato saranno finanziate le 14 prove della Coupe de France con l'aggiunta del Gp de Fourmies, del Tour de Picardie e della Route du Sud. Le corse inoltre avranno il supporto televisivo con dirette e differite di circa 30/40 minuti. Clerc ha detto di sentirsi in dovere di aiutare queste corse perchè sono quelle che fanno crescere i giovani campioni e dare bisogna darle visibilità maggiore. Traduzione fatta molto di fretta e a ricordi vaghi di un articolo pubblicato su L'Equipe di sabato 11 febbraio.


DeLorean - 13/02/2006 alle 21:58

Dovremmo prendere esempio,soprattutto per quanto riguarda le messe in onda in tv...solo trasmettendo le corse si può aiutare veramente questo sport,tutto ciò vale a maggior ragione per le gare minori.


Monsieur 40% - 13/07/2007 alle 14:53

Una notizia che potrebbe, se confermata, essere davvero grandiosa... *********** [b]Gs Emilia, tante le novità per il 2008[/b] C’è grande soddisfazione all’interno del Gruppo Sportivo Emilia per l’inserimento nel calendario internazionale del 2008 da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale di due nuove gare che vanno a confermare la credibilità e la professionalità nel mondo del ciclismo dell’ente organizzatore presieduto da Adriano Amici. [u]Oltre alla conferma delle gare proposte nel 2007, il Gruppo Sportivo Emilia ha ottenuto due nuove corse: la prima novità riguarda la Toscana con il Giro della Provincia di Grosseto, in programma dal 15 al 17 febbraio, mentre dal 26 febbraio al 1° marzo, si terrà il Giro di Sardegna articolato in cinque tappe. Per entrambe le gare sono allo studio da parte delle amministrazioni locali importanti iniziative collaterali.[/u] Da segnalare, inoltre, il ritorno della Due Giorni Marchigiana che, il 12 e 13 agosto 2008, assumerà la nuova denominazione di Giro delle Marche. (fonte: tuttobiciweb.it)


falco46 - 13/07/2007 alle 15:05

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Il movimento ciclistico "pedalato" francese è in crisi, se consideriamo che i risultati migliori per i team transalpini sono venuti dai corridori stranieri che correvano per loro (Mc Gee, Cooke, Hushovd, O'Grady tanto per citarne quattro "a caso"), mentre il movimento ciclistico "economico" è ancora piuttosto florido, soprattutto grazie alla locomotiva Tour de France, che assicura visibilità e molti, molti introiti ai vari sponsor. Se consideriamo gli sponsor, poi, vediamo che le 5 squadre (e mezza) francesi hanno come sponsor: [b]Française Des Jeux[/b] - lotterie e giochi a premi [b]Bouygues Telecom[/b] - telefonia [b]AG2R Prevoyance[/b] - assicurazioni [b]Crédit Agricole[/b] - banca [b]Cofidis, le credit par telephone[/b] - istituto di credito in più c'è: [b]Caisse d'Epargne[/b] - Illes Balears che è spagnola, ma che ha il primo sponsor (in alcune corse) francese è che è comunque una banca! In Italia: [b]Lampre[/b] - lamiere prerivestite [b]Liquigas[/b] - energia e gas in più abbiamo: [b]Team Milram[/b] che è una squadra italiana ma che ha lo sponsor tedesco. Differenze? Molte. Pensate se ci fossero squadre che si chiamassero: - Capitalia - Banca Nazionale del Lavoro - Lottomatica - Tim - Cariplo nomino queste, ma potete sostituire con tutti i nomi di banche, assicurazioni, operatori telefonici, istituti di credito che vi pare. Ecco, in Francia gli sponsor sono avvantaggiati dalla certezza di partecipare al Tour de France, anche le varie professional (la AG2R l'anno scorso era Professional, ma partecipò al Tour), mentre da noi le squadre Professional "italiane" (soprattutto di affiliazione) vengono lasciate al palo per far correre la Selle Italia (niente in contrario, ma è affiliata in Colombia!!). Insomma, qualche diversità c'è. E noi, pur avendo il movimento ciclistico "pedalatorio" migliore, insieme alla Spagna, ci accontentiamo di vivere al palo di certe cose. E questo è anche parecchia colpa dell'AssoCorridori Italiani. [/quote]Concordo MArio.Lottomatica da quando sponsorizza la ROma basket, sta aquistando notevoli giocatori ed ottenendo buoni risultati, disponendo peraltro di un buon budget. Capitalia investe su mascalazone Latino, mentre TIM e Telecom ITalia hanno speso parecchio per Luna ROssa!Diciamo che le grandi aziende dirottano i loro obbiettivi del marketing in altre discipline sportive.


dietzen - 13/07/2007 alle 15:32

[quote][i]Originariamente inviato da falco46 [/i] Concordo MArio.Lottomatica da quando sponsorizza la ROma basket, sta aquistando notevoli giocatori ed ottenendo buoni risultati, disponendo peraltro di un buon budget. Capitalia investe su mascalazone Latino, mentre TIM e Telecom ITalia hanno speso parecchio per Luna ROssa!Diciamo che le grandi aziende dirottano i loro obbiettivi del marketing in altre discipline sportive. [/quote] io ho come l'idea che la sponsorizzazione ciclistica in italia sia ancora "praticata" a livello di un proprietario o un dirigente appassionato delle due ruote, dai più piccoli ai colossi tipo squinzi, mentre all'estero si muovono società con consigli di amministrazione e piani pubblicitari. magari una cosa meno romantica, ma spesso con più soldi...


lolloso - 13/07/2007 alle 17:15

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Una notizia che potrebbe, se confermata, essere davvero grandiosa... *********** [b]Gs Emilia, tante le novità per il 2008[/b] C’è grande soddisfazione all’interno del Gruppo Sportivo Emilia per l’inserimento nel calendario internazionale del 2008 da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale di due nuove gare che vanno a confermare la credibilità e la professionalità nel mondo del ciclismo dell’ente organizzatore presieduto da Adriano Amici. [u]Oltre alla conferma delle gare proposte nel 2007, il Gruppo Sportivo Emilia ha ottenuto due nuove corse: la prima novità riguarda la Toscana con il Giro della Provincia di Grosseto, in programma dal 15 al 17 febbraio, mentre dal 26 febbraio al 1° marzo, si terrà il Giro di Sardegna articolato in cinque tappe. Per entrambe le gare sono allo studio da parte delle amministrazioni locali importanti iniziative collaterali.[/u] Da segnalare, inoltre, il ritorno della Due Giorni Marchigiana che, il 12 e 13 agosto 2008, assumerà la nuova denominazione di Giro delle Marche. (fonte: tuttobiciweb.it) [/quote] speriamo bene!!!