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Autore: Oggetto: Mikhail Ignatiev, più di una speranza.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 21/02/2007 alle 18:06
La precocità negli atleti dell’est, spesso viene presa e confusa col talento di nota. Ci sono molti casi che dovrebbero far riflettere. Questi ragazzi vengono spremuti presto, in tutti i sensi, ed è naturale che diano il massimo in anticipo, poi, raramente sanno mantenersi a certi livelli. L’osservazione fila come un orologio svizzero, anche per quei tanti che vengono in Italia giovanissimi ed affamati, ed anche qui, in tutti i sensi. Non dimentichiamo un particolare, il danaro… Faccio un esempio.
In Ucraina, un ventisettenne che ha un buon lavoro, percepisce un salario di 50/60 dollari al mese. In Italia, ad uno juniores-dilettante di quel paese, vengono offerti soldi, in un solo mese, ben superiori a quelli percepiti da un connazionale maturo, in un anno. Pur di arrivare ad altre cifre e al professionismo, questi giovani, sono disposti ad ingoiare il fiele.
Anni fa, si diceva che Petrov e, soprattutto, Yaroslav Popovych, erano delle stelle. Dire che hanno deluso (sissignori il discorso vale anche per l’ex rampollo-trucidato da Locatelli, oggi Discovery) è perlomeno legittimo.
Per cercare di non prendere stecche, è necessario guardare certo la misura del talento, ma, soprattutto, l’avvicinamento dei singoli al ciclismo che conta. E qui scopriamo, ad esempio, che ci sono differenze enormi fra il russo Ignatiev e l’ucraino Popovich. Il primo, ha vinto tanto e di più quello che può contare e significare, partendo dalla pista, la scienza del ciclismo; l’altro, ha fondato nei bollini di tipico stile Locatelliano e, totalmente sulla strada, il suo tratto certo importante e pure iridato. Mikhail, ha vinto le Olimpiadi e sette mondiali (se consideriamo anche quelli juniores), ma lo ha fatto ad intensità media. Yaroslav, invece, ha fatto sforzi da navigato corridore di tempi non attuali, nel ciclismo che conta poco più di un fico secco, se rimane come vertice di carriera. Ignatiev è arrivato alla strada pieno di risorse, con dei difetti ampiamente rimarginabili, Popovych s’è semicotto, ed è oggi destinato a fare il gregario di spessore, per un massimo di 30 gg l’anno. Il talento di Ignatiev, come ho sostenuto al telefono col grande Mario Casaldi, può divenire spumeggiante e continuativo, soprattutto se saprà osare e dimenticare quanto ci sia nel suo passato denso d’anelli, iride ed europei. In altre parole, se capirà fino in fondo che sta iniziando una nuova carriera. Di corridori dell’est, degni dell’attesa e per tanti anni presenti sul pedale che conta, ne abbiamo veramente visti pochi, troppo pochi, e Mikhail, più di ogni altro, può arrivare là dove non sono giunti i connazionali.
Alludo a quelle corse a tappe dove, per trovare un russo o ucraino capace di dare l’impressione di vincere, dobbiamo scendere negli anni e scomodare l’amico, “ex Armata Rossa”, Piotr Ugrumov (lettone, solo per graffio storico, ma in realtà russo). Qualcuno dirà che ci sono anche Gonchar e Menchov, ed io rispondo, trattenendo un sorriso tendente alla risata, che il primo è stato un più che onesto pretendente ai possibili podi delle circostanze, mentre l’altro è una “mezza figura” (da squadretta 35-40 anni fa), divenuta vincente solo per un ammasso di situazioni e circostanze, nonché per la grande povertà di talenti circolanti nel ciclismo di questo periodo. Diverso è il discorso per le gare di un giorno, dove dagli ex paesi del realcomunismo, non è arrivato il solo grande Tchmil.
Quindi, Ignatiev, ha caratteristiche che, se ben curate, visto che è ancora un “picotto” come diciamo in Romagna, potranno farlo emergere come un corridore di grande, grandissimo spessore, per acutezza e polivalenza.
E’ un gioiello, su cui peserà non poco la gestione che proporrà il suo Team. Carota e bastone, forse, ma, soprattutto, una lettura quotidiana attenta ed in grado di percepire le qualità da curare, anche per correggere quelle che presentano, allo stato attuale, difetti e nebulosità. Sono sempre i punti forti l’anello crogiolo che aiutano a riprendere ed alzare i più deboli, nonostante i credi ammazza sport dei santoni, ed in simili contesti, è il lavoro psicologico a pettine, a divenire fondamentale. Chi sia l’uomo Ignatiev mi è impossibile saperlo, ma se in lui, come mi auguro, poggia una sufficiente intelligenza, ed una disponibilità a vivere con la basilare leggerezza interiore la disciplina (solo i poco dotati, sono costretti a vivere da monaci e da programmatori automi….), potrà davvero scrivere pagine di grande ciclismo.
Spero inoltre, che i preparatori di Mikhail, chiunque essi siano, non lo ammazzino con allenamenti da bestia da soma, perché quelli… vanno bene solo per coloro che non hanno sangue blu e sono costretti ad eleggersi campioni (di serie “B” o “C” aggiungo…), con le sofferenze, i pori chiusi e le ovvie miopie, appunto, delle bestie.


(Foto tratta da Cyclingnews.com)

Le specificità di Mikhail Ignatiev
Il ragazzino non è figlio di solo ciclismo, fortunatamente. Ha praticato ciò che la sua terra poteva dargli con una certa facilità: il pattinaggio e lo skiroll. Quanto basta per costruirsi una muscolatura più completa (per capirlo basta guardare la traduzione avvenuta sui suoi polpacci), una coordinazione più tangibile e la costruzione di una flessibilità della schiena, marcata su linee diverse.
A completare l’apprendimento e l’evoluzione sullo sport scelto, l’iniziazione avvenuta attraverso la variabile scientifica per antonomasia: la pista (se l’amico Silvio Martinello, mi leggerà, come mi auguro, ne sarà contento e mi dirà: “Finalmente ti sei deciso a ribadire, questo giusto cavallo di battaglia!”).
Sui velodromi, Mikhail, ha praticato di tutto, affinando il colpo di pedale ed il richiamo ritmico, emergendo per qualità polivalenti e di primario pregio. L’osservatorio non sa, dimentica o sottostima, il grande valore delle risultanze su pista, presenti nel passato di questo ragazzo. A 17 anni, ha vinto i titoli mondiali juniores nella Corsa a punti, nell’inseguimento a squadre, nonché il titolo continentale, sempre nella Corsa a punti. A 18 anni, s’è cimentato nell’Americana, vincendo l’iride e confermando quello nell’inseguimento a squadre (qui ha vinto anche l’Europeo). Nel 2004, all’esordio fra gli under s’è laureato Campione Olimpico nella Corsa a punti, battendo i marpioni navigati delle Sei Giorni. Un risultato di pregio assoluto, che non può sfuggire a chi conosce il ciclismo a 360°!
Con la base venuta dalla pista, e senza preparare specificatamente la prova, ha poi vinto su strada entrambi i titoli mondiali juniores a cronometro possibili, nel 2002 e 2003 (in questo anno, ha poi vinto, in Germania, una importante corsa a tappe per la categoria).
All’indomani delle Olimpiadi di Atene, ha iniziato a frequentare maggiormente la strada, dimostrando, senza ricercarsi, una crescita notevole, poi tradotta nella conquista del titolo mondiale under 23 a cronometro, dove ha superato, più di quanto non dicano i 35”, il fenomeno annunciato e solo apparentemente più attrezzato, Dmytro Grabovskyy, l’ucraino, di cui parlerò dopo.
Altrettanto poco considerati, ma estremamente significativi, i suoi successi nel 2006, dove ha sì perso il titolo mondiale crono (l’unica vera sconfitta nell’immacolato ruolino di Mikhail), ma ha colto vittorie in Spagna, che non debbono sfuggire, come la Vuelta a Lleida, due tappe della stessa, nonché la Clasica Txuma. Significativi poi, i piazzamenti nella Vuelta di Madrid (3°) e nella Cinturon Mallorca (4°).
Grandi dimostrazioni dunque, ma con ancora tanta crescita per avvicinare l’ideale del suo potenziale.
Già, perché sulla bicicletta, alla luce del cronometro e del suo futuro traducibile nel suo essere passista, Ignatiev, trasmette ancora parzialmente le facoltà. Quelle fasce muscolari donate dalla polivalenza sportiva (anche Cunego era simile, ma “qualcuno” ha preferito disarmarlo di quest’arma), stanno ancora istintivamente spingendo Mikhail ad un uso della potenza superiore all’esigenza, quando potrebbe adagiarsi al ritmo acquisito dalla pista, risparmiando così le risorse esplosive per i momenti più necessari. La pedalata, è ancora echeggiante nella presa sui pedali, dell’uso del pattino, con spostamento laterale del piede ed una minor efficacia di spinta solo in parte corretta dal potenziale muscolare. L’uso ancora esagerato delle spalle, in parte dovuto alle voci dello skiroll e dello stesso pattinaggio ed in parte maggiore per una muscolazione degli arti superiori non ancora ottimale.
Questi difetti visibili, sono correggibilissimi senza snaturare il suo potenziale e, soprattutto, senza snervarsi nell’ammazza risorse mentali….di volersi correggere a tutti i costi.
In salita, per il fisico che si ritrova (1,76 di altezza per 67 kg, che sono solo un poco limabili se non vuol perdere parte di se stesso, alla faccia dei santoni) e le fibre dello scatto che possiede a iosa, anche se le usa solo parzialmente, ne può uscire come un naturale evidente. Non avrà mai le icone del grimpeur, ma se saprà distribuire lo sforzo, usando con lucida intermittenza, le sue qualità di base, in tempi molto ravvicinati, potrà divenire passista scalatore di prima fascia. In altre parole, ha tutto per non temere quello che oggi passa il convento ciclistico su questa variabile.
Da questo quadro, ne esce un pianeta che rimane in formazione, ma con tutto ciò che serve per affermarsi come talento di livello superiore, a quel livello che siamo costretti, nel povero ciclismo odierno, a vedere come massimo.



Il confronto con Dmytro Grabovskyy
L’ucraino è un gran bell’atleta, lineare, di classe, ma il personale timore che sia avviato sulla strada del connazionale Popovych, resta tutto. So bene di esprimere un pensiero visto come una bestemmia, soprattutto per chi è ancora convinto che l’Italia sia l’università del ciclismo. Certo lo è per l’organizzazione densa di presunzione, ma non certo per i contenuti. Troppi tecnici o pseudotali, forgiati sul pedalare miope e privo di quelle variabili che danno luci più radiose al talento di un atleta, convinti che la strada sia da viversi esclusivamente, appunto, sulla strada e che danno un’importanza capitale alle vittorie nelle categorie che sono solo propedeutiche al vero ciclismo, non aiutano ad uscire da una miopia che sta diventando cecità, tanto più alla luce del numero sempre minore, di ragazzi qualitativamente di nota, disponibili a praticare ciclismo. Altro aspetto capitale e tragico, insistente da noi come da nessuna parte: la convinzione di vedere nei camici bianchi figure non mediche, bensì totalizzanti ed universali depositari della preparazione e degli allenamenti. A ciò, aggiungiamoci i soldi esagerati (che poi mancano al professionismo), per condurre i team under e juniores, ovvero a semmai scuole e non a terminali, che elargiscono ai ragazzi, per delle gare-piccoli esami e non titoli, dei portafogli da quasi arrivati, ed il quadro che si crea, rappresenta quanto di meglio possa definirsi masochismo. Il masochismo peggiore, tra l’altro, perché nasce dalla presunzione e dall’elezione a principi, di personaggi che farebbero bene a guardare il ciclismo in tv.
C’è dunque quella troppa Italia nel passato di Grabovskyy, che mi spinge a chiedermi quanto abbia speso per il fatuo, e quanto si sia cementata in lui, ben aldilà della legittima e giusta convinzione nei propri mezzi, l’iper-convinzione di essere un super, sulla spinta dalla sopravvalutazione tipicamente italiana.
Lo scorso anno, ha finito con le pile troppo scariche, rispetto al dovuto. Non è un buon segno. Ai mondiali ha fatto cilecca, ben oltre le risultanze e non è un bene costruirgli delle giustificazioni, perché trattasi di altra alterazione. Tecnicamente non è superiore a Ignatiev, anzi essendo già definito nei contorni, ho l’impressione che non possieda nel serbatoio gli ampi margini di miglioramento, possibili nel russo. Sul passo e nella sparata, è inferiore a Mikhail, in salita possiede logiche proiezioni che non lo mettono su un piano di superiorità e non è la volata, per le carature e le attese poste a confronto, un terreno sul quale si possono determinare differenze sostanziali.
Capisco, che un atleta alto nove-dieci centimetri in più di Ignatiev (1,85 contro 1,76), ed un peso di soli due chili superiore (69 contro 67), stuzzichi non poco le certezze tuttologhe ed onnipotenti dei santoni col relativo supino osservatorio siamese, ma anche da qui, si capisce che l’ucraino, senza invenzioni della dea dei camici, è all’osso, già formato e già troppo collaudato. Sicuramente potrà essere più diesel di Ignatiev, ma per emergere deve fare un salto che non lo vedo per nulla scontato.
E’ una scommessa, lo so, ancora molto farraginosa tra l’altro, ma se devo puntare su uno dei due per l’avvenire, la mia preferenza, senza ombra di dubbio, va verso l’atleta di San Pietroburgo.



Con una notevole e personale palpazione di testicoli, il confronto con Lance Armstrong.
Stamattina, mi son sentito dire, da un tipo, che il Mikhail visto ieri, assomiglia ad Armstrong. Ho risposto che se sono l’età e l’altezza a spingere questo fastidiosissimo confronto, allora ci poteva stare, ma se a scendere in campo erano motivazioni tecniche, il paragone, era improponibile. Quanto spiegato al tipo, lo riporto qui.
Il texano era (è) solo un centimetro più alto di Mikhail, ma pesava (pesa) diversi chili in più del russo. Confrontare i due passati, al momento delle loro vittorie al Laigueglia, è irrispettoso della statistica, delle qualità e dell’osservazione, perché fra i due, in comune, c’è solo l’età.
Era forse un campione olimpico Armstrong? Aveva alle spalle sette mondiali? Aveva forse dimostrato di essere un gran cronoman? (Ad onor del vero, prima della malattia, dire che potesse essere un evidente uomo-lancetta, era solo un esercizio d’utopia…)
Andiamo pure avanti. Dove stavano quelle espressioni di continuato e spumeggiante talento? Forse nel suo passato di ormonale (consuetudine, non colpa sua) triathleta, o nella vittoria in un’edizione particolare e da tregenda della Settimana Bergamasca, senza vincere una tappa e cogliere solo un terzo posto parziale?
Gli acuti veri, da uomo che poteva essere qualcuno nelle corse di un giorno, vennero dalle sue dimenticate vittorie, in una tappa del Giro di Galizia e nel G.P. Sanson, colte nell’anno precedente la vittoria a Laigueglia.
In altre parole, se l’Armstrong della primavera del ‘93, appariva come un corridore possibile e tangibile per le gare di un giorno, l’Ignatiev di questo febbraio, da un segno, in virtù del passato e nella spiegata ancora presente acerbità, di uno spessore ben più ampio e corposo sull’ipotetico futuro. Semplicemente, ha mostrato un talento superiore. Poi, come sempre, sarà l’insieme che nasce dalle quotidianità, dall’ambiente, dalla maturazione, dalla tempra e dalla determinazione, nonché dalla componente primaria data da fortuna e sfortuna in elisione, a tracciarne l’ellisse definitiva. Per quanto mi riguarda, non auguro a nessuno una malattia, per diventare dei grandi che bussano con relativa apertura sulle pagine della storia del pedale. E quello che ha fatto Armstrong, prima del tumore, non lo era.



L’immediato futuro di Ignatiev.
Mi auguro corra il più possibile fino al Giro d’Italia compreso. L’augurio è dato dalla particolare situazione in cui versa il ciclismo, vista la confusione in atto, che si traduce anche nell’insicurezza sulle possibili start list. Mikhail dovrà correre la “corsa rosa” con lo spirito di uno che si sperimenta dando tutto quello che ha. Ciò, sarà fondamentale per trovare conoscenza e confidenze con le grandi salite prima di tutto e poi, per allargare la fascia di tenuta mentale, aspetto per lui fondamentale, visto che le morfologie di questo ciclismo, sono per lui del tutto nuove.
Il Giro inoltre, sarà anche un banco di prova per sperimentare le doti di recupero (a quanto mi dicono ottime) e per testare le sue qualità di grande finisseur al cospetto di giorni continui di gara e di marcamenti. Già, perché il ragazzino, in una tappa ondulata o di arrivo pianeggiante con curve tali da infastidire i treni dei velocisti, ci deve provare…
Spero solo che il suo Team capisca che il gioiello della squadra, anche per il presente, è lui e non “ciofeca” Hamilton o “Michelin” Hondo. Sacrificare un simile talento per quei due, a parte l’occasionalità di qualche giornata, sarebbe un errore d’ingenuità, anche considerando il “particolare” ciclismo odierno.
Certi cavalli di razza, vanno lasciati liberi di galoppare. Le selle, possono aspettare….

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 18:09
Stamattina ho parlato con gente che al Laigueglia c'era col numero addosso -- e mi ha detto che il 'Misha' va..eccome se va... stiamo a vedere....

 

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www.vcoazzurratv.it
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...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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  postato il 21/02/2007 alle 18:45
ho letto con attenzione il tuo articolo, Morris (c'è ancora bisogno di farti i complimenti? ), e ti volevo chiedere se il pericolo di "alti regimi", che molti hanno già sperimentato nelle categorie giovanili, per Ignatiev possa compiersi in questi primi passi del professionismo, considerando l'ormai imminente bollitura del chimerico Tyler.

Impressioni mie, ma la Tinkoff mi dà tutto fuorchè l'idea dell'ambiente sano.....

 
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  postato il 21/02/2007 alle 18:49
Penso che questo raagzzo non sarà una meteora, suprattutto in virtù di come ha saputo coltivare il suo talento nel corso degli anni senza spremersi come un limone, frequantando soprattutto la pista e abituandosi quindi a lavorare sul ritmo più che sulla potenza.
Corridori come Popovich, e credo che sarà così anche per Grabovsky, hanno dominato tra gli under 23 perchè gli allenamenti estenuanti a cui sono stati sottoposti li hanno portati a raggiungere i loro limiti atletici prima dei coetanei, per questo al passaggio tra i prò non hanno avuto più margini di miglioramento. Casi simili abbondano anche in Italia, chi non ricorda i vari Sgambelluri, Sironi, Malberti, Giordani, fenomeni da dilettanti e poi presto caduti nell'oblio una volta arrivati nella categoria superiore.
Tornando ad Ignatiev, non possiamo ancora sapere se diverrà un cacciatore di classiche o un corridore da corse a tappe, una cosa però è certa, di talento ne ha da vendere ed è un talento ancora fresco, speriamo non cada in mani poco appropriate.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 21/02/2007 alle 19:36
Anch'io ho una domanda per l'amico Morris:

non trovi che la sua posizione in fase di massima spinta sia un po troppo "di punta"? La pedalata era sicuramente efficace però dava l'impressione di spingere troppo con spalle e braccia, di esercitare una pressione eccessiva sul manubrio, cosa che, nel contesto di uno sforzo prolungato, potrebbe costargli un maggior dispendio energetico.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 19:44
Ma il problema di questi atleti dell'est (almeno in passato era così) non era quello che coi soldi si montavano un pò la testa, dato che venivano da paesi poveri e rendevano meno dal punto di vista psicologico?
Questo discorso l'aveva fatto per il grandissimo Kafelnikov, ma ha poi trovato tanti riscontri nell'ambito sportivo: a parte per esempio Sheva, quanti campioni del calcio dell'est si sono distinti in continuità?

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 19:45
Ah ho dimenticato di dire chi lo aveva fatto: il grande Rino Tommasi.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 19:46
Originariamente inviato da riddler

Ma il problema di questi atleti dell'est (almeno in passato era così) non era quello che coi soldi si montavano un pò la testa, dato che venivano da paesi poveri e rendevano meno dal punto di vista psicologico?
Questo discorso l'aveva fatto per il grandissimo Kafelnikov, ma ha poi trovato tanti riscontri nell'ambito sportivo: a parte per esempio Sheva, quanti campioni del calcio dell'est si sono distinti in continuità?


Tonkov, Vinokourov...

 

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  postato il 21/02/2007 alle 19:46
Come detto in altri post spero veramente che col suo talento possa costruire una carriera più che luminosa anche tra i professionisti.Oggi leggevo sull'articolo della Gazzetta un paio di passi interessanti nelle dichiarazioni dopo la sua vittoria di ieri: parlando del titolo olimpico nella corsa a punti dice che lui non ha mai avuto la velocità di uno sprinter ma che è riuscito a muoversi al momento giusto per guadagnare il giro su tutti gli altri e poi difendere il primato,il che dimostra che la sua scaltrezza non è indifferente.Poi parlando dei suoi esordi nel mondo professionistico ha ricordato i primi anni di dura gavetta,quando in quelle tante gare e piccole corse a tappe disputate in Spagna o Portogallo spesso e voltentieri arrivava staccatissimo da tutti gli altri(ricordo qualche corsa in cui arrivò ad oltre mezz'ora)con l'obiettivo di riuscire a finire dentro il tempo massimo e questo sta a dimostrare,al di là dei successi ottenuti su pista,come finora anche su strada abbia corso senza la pressione del risultato a tutti i costi,una delle cose che contribuisce a far bruciare presunti talenti tanto decantati.
Dopo aver letto la sempre interessantissima disamina di Morris mi chiedo se anche il più giovane degli atleti Tinkoff,vale a dire Ivan Rovny classe 1987 possa riuscire a conquistare risultati lusinghieri in futuro.Questo ragazzo nel 2005 è stato campione europeo e mondiale su strada tra gli juniores ed ha saltato la categoria dilettantistica per fare gavetta come Ignatiev per lo più in quelle piccole corse a tappe in Spagna.Anche Rovny,pur non vantando un curriculum prestigioso come quello di Ignatiev,si è comportato molto bene in pista,tant'è che lo scorso anno ha vinto 2 prove di coppa del mondo nell'inseguimento a squadre(in cui c'era anche Mikhail nel quartetto) e si è laureato campione europeo nella corsa a punti tra gli Under 23.Al recente Giro del Mediterraneo si è classificato 5° e primo dei giovani.Vedremo,e io glielo auguro,se anche lui saprà essere una bella realtà.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 19:48
Originariamente inviato da panta2

Originariamente inviato da riddler

Ma il problema di questi atleti dell'est (almeno in passato era così) non era quello che coi soldi si montavano un pò la testa, dato che venivano da paesi poveri e rendevano meno dal punto di vista psicologico?
Questo discorso l'aveva fatto per il grandissimo Kafelnikov, ma ha poi trovato tanti riscontri nell'ambito sportivo: a parte per esempio Sheva, quanti campioni del calcio dell'est si sono distinti in continuità?


Tonkov, Vinokourov...


Mah anche loro non è che si son distinti per continuità: entrambi sono esplosi giovanissimi, e poi alla soglia dei 30 anni (e passa per Vino), dopo un lungo periodo buio, si sono ricordati di quello che erano da giovani...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 20:24
Originariamente inviato da riddler

Originariamente inviato da panta2

Originariamente inviato da riddler

Ma il problema di questi atleti dell'est (almeno in passato era così) non era quello che coi soldi si montavano un pò la testa, dato che venivano da paesi poveri e rendevano meno dal punto di vista psicologico?
Questo discorso l'aveva fatto per il grandissimo Kafelnikov, ma ha poi trovato tanti riscontri nell'ambito sportivo: a parte per esempio Sheva, quanti campioni del calcio dell'est si sono distinti in continuità?


Tonkov, Vinokourov...


Mah anche loro non è che si son distinti per continuità: entrambi sono esplosi giovanissimi, e poi alla soglia dei 30 anni (e passa per Vino), dopo un lungo periodo buio, si sono ricordati di quello che erano da giovani...


vinokourov non è che fosse considerato così forte da giovane, tanto che è passato pro nel '98 (lui è del '73). poi ha preferito i soldi della t-mobile e ha scelto di fare il gregario a ullrich per parecchi anni, ma i suoi risultati li ha sempre ottenuti.

per tonkov secondo me invece è vero il contrario, e cioè che dopo la trentina ha cominciato a declinare, ma fino al 2001 era stato molto regolare.

 
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  postato il 21/02/2007 alle 21:18
Oggi la Gazzetta aveva un brutto titolo secondo me: "Ignatiev il nuovo Berzin" (non mi ricordo le parole testuali ma il senso era quello).
Spero per lui non abbia la stessa sorte, in tutti i sensi.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

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  postato il 21/02/2007 alle 22:11
Originariamente inviato da Laura Idril

Oggi la Gazzetta aveva un brutto titolo secondo me: "Ignatiev il nuovo Berzin" (non mi ricordo le parole testuali ma il senso era quello).
Spero per lui non abbia la stessa sorte, in tutti i sensi.


Non ho letto l'articolo però il titolo ti posso dire che si riferisce al fatto Ignatiev ha studiato alla scuola di sport di Sanpietroburgo, che è la stessa scuola da cui sono usciti, tra gli altri, Ekimov e, appunto, Berzin.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 22:17
Cacchio Morris, dovro prendere 2 giorni di ferie per leggere tutta la tua interessantissima analisi

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 22:40
caro morris,
che bello quando scrivi di tecnica.
anche a me , grabowsky sembra nel solco di petrov e popovich (salutato da bs come il nuovo merckx....)

aggiungerei che l' ambiente tinkoff non mi sembra nè meglio nè peggio di quello di tutte le altre squadre, aldilà del fatto che il chimerico ciofo tyler mi sta particolarmente sui cosiddetti.

sperem, certo che la pista da' un colpo di pedale altro che locatelli...

ciao sommo

mesty

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/02/2007 alle 23:08
Originariamente inviato da Reggio Emilia

ho letto con attenzione il tuo articolo, Morris (c'è ancora bisogno di farti i complimenti? ), e ti volevo chiedere se il pericolo di "alti regimi", che molti hanno già sperimentato nelle categorie giovanili, per Ignatiev possa compiersi in questi primi passi del professionismo, considerando l'ormai imminente bollitura del chimerico Tyler.

Impressioni mie, ma la Tinkoff mi dà tutto fuorchè l'idea dell'ambiente sano.....


Ignatiev, ora può, e deve, correre libero, per questo ho chiuso richiamando il "cavallo di razza senza sella". E' ancora acerbo rispetto ad un potenziale che si vedeva netto anche senza i soliti dubbi chimici che ormai ci coinvolgono sempre. A suo vantaggio, l'avere un passato fatto di acuti su campi che rappresentano al meglio il ciclismo di chi deve imparare a conoscersi e costruirsi. Se la testa reggerà il passo, se l'ambiente non vorrà strafare e se nella sua squadra non "Tylereggeranno", lo vedremo su bersagli di peso anche in questo anno.

Sulla Tinkoff.
Caro Reggio Emilia, di ambienti candidi nello sport professionistico, quindi non solo nel ciclismo, non ce ne sono. E se proprio vogliamo convincerci della loro esistenza, allora guardiamo i fondissimi della graduatoria, ma ci credo poco. Spero solo che Piscina e compagnia siano intelligenti....

Ciao!

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/02/2007 alle 23:19
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Anch'io ho una domanda per l'amico Morris:

non trovi che la sua posizione in fase di massima spinta sia un po troppo "di punta"? La pedalata era sicuramente efficace però dava l'impressione di spingere troppo con spalle e braccia, di esercitare una pressione eccessiva sul manubrio, cosa che, nel contesto di uno sforzo prolungato, potrebbe costargli un maggior dispendio energetico.


Due considerazioni.
La pedalata di punta, con spinta sul manubrio, nasce da una ricerca-richiamo di potenza, quella che ho menzionato nel ritratto, come ancor presente nel suo modo di pedalare, mentre l'uso delle spalle e delle braccia sono una conseguenza del non ancor ottimale apparato muscolare agli arti superiori.
L'altro aspetto che deve pesare su ciò che s'è visto ieri, viene dal fatto che non stava correndo a cronometro, ma sviluppava un'azione da finisseur, quindi, un tratto breve da tirare a tutta.
La sua azione comunque, è stata impressionante e le sbavature sono recuperabili senza angoscie.

Ciao brevilineo, quindi collega! (la mia variabile è la pancia...
)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/02/2007 alle 23:20
Originariamente inviato da dietzen

Originariamente inviato da riddler

Originariamente inviato da panta2

Originariamente inviato da riddler

Ma il problema di questi atleti dell'est (almeno in passato era così) non era quello che coi soldi si montavano un pò la testa, dato che venivano da paesi poveri e rendevano meno dal punto di vista psicologico?
Questo discorso l'aveva fatto per il grandissimo Kafelnikov, ma ha poi trovato tanti riscontri nell'ambito sportivo: a parte per esempio Sheva, quanti campioni del calcio dell'est si sono distinti in continuità?


Tonkov, Vinokourov...


Mah anche loro non è che si son distinti per continuità: entrambi sono esplosi giovanissimi, e poi alla soglia dei 30 anni (e passa per Vino), dopo un lungo periodo buio, si sono ricordati di quello che erano da giovani...


vinokourov non è che fosse considerato così forte da giovane, tanto che è passato pro nel '98 (lui è del '73). poi ha preferito i soldi della t-mobile e ha scelto di fare il gregario a ullrich per parecchi anni, ma i suoi risultati li ha sempre ottenuti.

per tonkov secondo me invece è vero il contrario, e cioè che dopo la trentina ha cominciato a declinare, ma fino al 2001 era stato molto regolare.


Dai tonkov è esploso ai tempi di Indurain al giro, poi sempre piazzamenti ma nessun acuto fino al '96, io pensavo facesse di piu' prima, Vino è sempre stata medaglia d'argento olimpica nel 2000 ed era già conosciuto, l'anno prima il delfinato, ma i suoi risultati non hanno trovato continuità ha dovuto aspettare altri 3 anni (dopo le olimpiadi) per arrivare terzo al tour... Insomma mi sembrano risultati a canguro questi... che cmq con Ignatiev potrebbero avere nulla a che vedere per carità, posso anche sbagliarmi e non sarebbe la prima volta...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/02/2007 alle 23:25
Originariamente inviato da Abruzzese

...vale a dire Ivan Rovny classe 1987 possa riuscire a conquistare risultati lusinghieri in futuro.Questo ragazzo nel 2005 è stato campione europeo e mondiale su strada tra gli juniores ed ha saltato la categoria dilettantistica per fare gavetta come Ignatiev per lo più in quelle piccole corse a tappe in Spagna.Anche Rovny,pur non vantando un curriculum prestigioso come quello di Ignatiev,si è comportato molto bene in pista,tant'è che lo scorso anno ha vinto 2 prove di coppa del mondo nell'inseguimento a squadre(in cui c'era anche Mikhail nel quartetto) e si è laureato campione europeo nella corsa a punti tra gli Under 23.Al recente Giro del Mediterraneo si è classificato 5° e primo dei giovani.Vedremo,e io glielo auguro,se anche lui saprà essere una bella realtà.


Ottima osservazione!
Non credo che Rovny abbia il talento di Ignatiev, ma la strada scelta per lui, mi convince tanto di più di un paio d'anni di corse a bollino col coltello fra i denti, fra gli under 23 d'Italia. Col nuovo ciclismo, la gavetta migliore è quella che si consuma in alto, ma senza l'angoscia del risultato, aspetto, quest'ultimo, tanto prodotto dai nostri diesse di punta nella categoria. Non lo diranno mai, ma di fatto agiscono così...

Ciao!

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 21/02/2007 alle 23:35
Ho visto che si sono menzionati Tonkov e Vino.
Il primo che mi è saltato nel copia incolla dell'0intervento madre, è stato, dopo, ripeto, dopo, Ugrumov, il migliore dell'est nelle corse a tappe. Fortissimo al Giro, poco tangibile sul resto.
Il suo talento è sbocciato presto, e pur non arrivando a solchi storici, è sempre stato tangibile.

Vino è un "prodotto" del ciclismo attuale.... Il fatto che possa proporsi aldilà della spettacolarità del suo modo di correre e delle valenze notevoli nelle gare di un giorno, anche nelle corse a tappe, ci dimostra quanti pochi talenti vi siano in circolazione su questo versante del ciclismo. Dovesse vincere il Tour....sarebbe grave. Aver fatto il gregario ad Ullrich, non ha rappresentato un affronto, ma la prospettiva dei suoi reali valori. Fra il tedesco e il kazako c'è grande differenza.

A dopo, mi devo assentare....

 

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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 21/02/2007 alle 23:45
Se non ricordo male, la prima - o comunque una delle primissime volte - in cui Ignatiev si è confrontato con i professionisti è stato nel corso di una prova del Challenge Mallorca del 2004.

Il ragazzino andò in fuga dopo 4 km e fu ripreso dopo 134 km in solitaria.
Non male, per un atleta di 18 anni e mezzo.

http://www.cyclingnews.com/road.php?id=road/2004/feb04/balears04/balears042


E' anche per questa spavalderia, per il fegato che dimostra, che questo russo mi piace un casino.


EDIT Un'unica perplessità. Questo ha vinto due volte di fila il mondiale crono juniores, cosa riuscita solo a Cancellara, che ora comincia ad essere uno dei corridori più forti al mondo.
In più ha vinto molti altri titoli prestigiosi. Premesso che probabilmente ha fatto bene a non accelerare il passagio tra i pro, come mai secondo voi nessuna grande squadra se l'è accaparrato?

 

[Modificato il 22/02/2007 alle 00:02 by gregorio]

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Via i dopati dal ciclismo.

Non è che mi sono staccato, è che il gruppo è andato in fuga!


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2007 alle 00:05
Cmq ribadisco che non ho nulla da obiettare sul talento di Ignatiev che non venga messo in discussione nè tantomeno vorrei paragonarlo a corridori dell'est passato... il mio discorso era ambientale ed era riferito a una frase (per me storica) di Rino Tommasi...

 

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Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 22/02/2007 alle 00:13
Originariamente inviato da mestatore

sperem, certo che la pista da' un colpo di pedale altro che locatelli...

ciao sommo

mesty


Esemplare riassunto dottore!

Un abbraccio!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2007 alle 01:35
Originariamente inviato da riddler

Dai tonkov è esploso ai tempi di Indurain al giro, poi sempre piazzamenti ma nessun acuto fino al '96, io pensavo facesse di piu' prima, Vino è sempre stata medaglia d'argento olimpica nel 2000 ed era già conosciuto, l'anno prima il delfinato, ma i suoi risultati non hanno trovato continuità ha dovuto aspettare altri 3 anni (dopo le olimpiadi) per arrivare terzo al tour... Insomma mi sembrano risultati a canguro questi... che cmq con Ignatiev potrebbero avere nulla a che vedere per carità, posso anche sbagliarmi e non sarebbe la prima volta...


su vino sono d'accordo. nel senso che ha accettato di fare a lungo il gregario a ullrich (e anche a zabel, in varie sanremo), ma pur senza vincere molto è sempre stato presente davanti. ma non si può mettere in questo novero, dicevo nel mio intervento precedente, perchè non è mai stato una promessa in senso stretto, visto che è passato pro a 25 anni.

su tonkov invece sono in disaccordo. tonkov è passato nel '92, e nei 2 giri di indurain è stato settimo e quinto. nel '94 è stato quarto, e nel '95 sesto (vincendo poi il giro di svizzera). insomma, mi sembra una bella continuità. poi nel '96 ha vinto il giro che aveva 27 anni, mica troppo vecchio...

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 22/02/2007 alle 08:03
Bellissmo pezzo, Morris!
 
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  postato il 22/02/2007 alle 10:38
Originariamente inviato da gregorio

Se non ricordo male, la prima - o comunque una delle primissime volte - in cui Ignatiev si è confrontato con i professionisti è stato nel corso di una prova del Challenge Mallorca del 2004.

Il ragazzino andò in fuga dopo 4 km e fu ripreso dopo 134 km in solitaria.
Non male, per un atleta di 18 anni e mezzo.

http://www.cyclingnews.com/road.php?id=road/2004/feb04/balears04/balears042

E' anche per questa spavalderia, per il fegato che dimostra, che questo russo mi piace un casino.


Nella conferenza stampa dopo il Laigueglia gli hanno chiesto se c'è un corridore che ammira o che ha ammirato, ebbene il ragazzo ha spiazzato tutti rispondendo Jacky Durand!
Forse le fughe pazze le ha prese da lui

 
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  postato il 22/02/2007 alle 11:29
a me questo ragazzo piace morris ha descritto perfettamente caratteristiche e possibilità mi associo a quanto ha detto esaurientemente e spero che da grande talento diventi un campione

 

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Se si è ritirato Bewolcic si possono ritirare tutti...


Gianni



 
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  postato il 22/02/2007 alle 13:41
Originariamente inviato da Morris

Originariamente inviato da Reggio Emilia

ho letto con attenzione il tuo articolo, Morris (c'è ancora bisogno di farti i complimenti? ), e ti volevo chiedere se il pericolo di "alti regimi", che molti hanno già sperimentato nelle categorie giovanili, per Ignatiev possa compiersi in questi primi passi del professionismo, considerando l'ormai imminente bollitura del chimerico Tyler.

Impressioni mie, ma la Tinkoff mi dà tutto fuorchè l'idea dell'ambiente sano.....


Ignatiev, ora può, e deve, correre libero, per questo ho chiuso richiamando il "cavallo di razza senza sella". E' ancora acerbo rispetto ad un potenziale che si vedeva netto anche senza i soliti dubbi chimici che ormai ci coinvolgono sempre. A suo vantaggio, l'avere un passato fatto di acuti su campi che rappresentano al meglio il ciclismo di chi deve imparare a conoscersi e costruirsi. Se la testa reggerà il passo, se l'ambiente non vorrà strafare e se nella sua squadra non "Tylereggeranno", lo vedremo su bersagli di peso anche in questo anno.

Sulla Tinkoff.
Caro Reggio Emilia, di ambienti candidi nello sport professionistico, quindi non solo nel ciclismo, non ce ne sono. E se proprio vogliamo convincerci della loro esistenza, allora guardiamo i fondissimi della graduatoria, ma ci credo poco. Spero solo che Piscina e compagnia siano intelligenti....

Ciao!


infatti, spero solo che non lo spremano adesso che la Tinkoff deve guadagnare credibilità per le prossime corse e per il futuro (nonchè, magari, cercare nuovi sponsor).
Forse il mio post era mal interpretabili, ma non volevo fare alcun riferimento a preparatori e altro, solo sperare che, proprio iin virtù dei margini di miglioramento, non gli chiedano l'uovo oggi perdendo di vista la gallina domani.....

ciao morris

 
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  postato il 22/02/2007 alle 13:53
Originariamente inviato da Morris

Spero solo che Piscina e compagnia siano intelligenti....


A quanto ne so, Piscina ci legge abbastanza regolarmente, quindi saprà ben trarre le sue conclusioni da quanto ha scritto Morris.
E io credo che sia una persona intelligente.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 22/02/2007 alle 20:58
Bel corridore davvero. Da diventarci subito matto.
Bella disamina del Morris, che ringrazio davvero.
Soprattutto per un aspetto. Uno sguardo da innamorato verso questo ragazzo fa bene ai giovani appassionati di ciclismo. Infatti Ignatiev è un cronoman e un pistard. In particolare la prima caratteristica viene spesso vista come squalificante. Niente di più sbagliato.
In poche settimane il ragazzo ha dato spettacolo di se stesso. Giovanissimo, potente, cattivo e fresco di idee.
Idee, si, idee.
Sette chilometri da finisseur con una fuga a metà gara non sono uno scherzo per nessuno. Io in questo periodo (molto lungo) di sforzo oltre soglia ci vedo anche una grande qualità mentale del ragazzo.
Il contropiede non è nemmeno una specialità è un’istinto divino. I contropiedisti andrebbero sovvenzionati in nome del bel ciclismo. Abbasso i treni organizzati, viva J. Raas, viva Ignatiev, viva GP Verdi!
Ho visto le foto, è messo bene, è un Merckx piccolino, così a prima vista.
Spero davvero che corra molto......e se a Sanremo.....

Ciao belli
claudio

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2007 alle 23:06
quando si vince una corsa così è perchè davanti vai forte ma dietro ti lasciano andare perchè nessuno vuol chiudere...quando è rientrato il gruppo sui fuggittivi ed ignatiev era già fuori ormai era tardi.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/02/2007 alle 23:18
Originariamente inviato da sceriffo

quando si vince una corsa così è perchè davanti vai forte ma dietro ti lasciano andare perchè nessuno vuol chiudere...quando è rientrato il gruppo sui fuggittivi ed ignatiev era già fuori ormai era tardi.


Quindi non ha vinto per merito suo ma perche il gruppo non ha chiuso?

 

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  postato il 22/02/2007 alle 23:30
Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da sceriffo

quando si vince una corsa così è perchè davanti vai forte ma dietro ti lasciano andare perchè nessuno vuol chiudere...quando è rientrato il gruppo sui fuggittivi ed ignatiev era già fuori ormai era tardi.


Quindi non ha vinto per merito suo ma perche il gruppo non ha chiuso?

ho scritto : davanti vai forte. è chiaro xrò che se dovesse ricapitare in gruppetto con pozzato e ballan , la prossima volta nn gli fan prendere piu nemmeno un metro

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/02/2007 alle 01:36
Originariamente inviato da sceriffo

Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da sceriffo

quando si vince una corsa così è perchè davanti vai forte ma dietro ti lasciano andare perchè nessuno vuol chiudere...quando è rientrato il gruppo sui fuggittivi ed ignatiev era già fuori ormai era tardi.


Quindi non ha vinto per merito suo ma perche il gruppo non ha chiuso?

ho scritto : davanti vai forte. è chiaro xrò che se dovesse ricapitare in gruppetto con pozzato e ballan , la prossima volta nn gli fan prendere piu nemmeno un metro


è probabile che d'ora in poi ignatiev sarà molto più controllato, soprattutto negli ultimi chilometri.
magari chi pensava di potergli lasciare un po' di secondi che tanto poi lo riprendeva all'ultimo chilometro, adesso starà più attento. magari a ogni scatto ci sarà più gente che cercherà d'andargli dietro. è normale che sia così. ma il ragazzo sembra proprio forte e se non si lascia distrarre dai soldi che sicuramente gli proporranno per futuri contratti penso saprà riconfermarsi.

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 15/05/2007 alle 08:51
Beh il ragazzino ieri ha dato un saggio delle sue qualità. E dire che fra i commenti in TV, c’è stata pure qualche voce che si poteva risparmiare goffaggine…

Mikhail è un gioiello a tutto tondo!
Se poi si convincerà (senza esagerare nella pressione) che può tenere in salita al cospetto di un ciclismo professionistico dove gli scalatori veri non ci sono, potrà dire la sua presto, molto presto, anche nelle corse a tappe.
Comunque, osservarlo, è un gran piacere.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/05/2007 alle 10:25
Il russo è l'ennesimo esempio di quanto faccia bene la pista agli stradisti.
 
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  postato il 17/05/2007 alle 15:31
Cmq non è possibile che i suoi preparatori/DS/"chi per essi" lo lascino scattare tutte le tappe a oltre 100 Km dall'arrivo... Non c'è nessuno capace di gestirlo meglio nella squadra? Sputtana energie per niente! Potrebbe mica star un pò più in gruppo e giocarsele alla fine? Non è così gregario e senza speranze da non poter far altro che partire a 150 Km tal traguardo!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 15:35
Hai sentito Cassani quando parlava della sua chiacchierata con Contrini e Tinkov?

Cassani chiede a Contrini se andrà in fuga e Contrini dice che oggi potrebbe farlo, sta bene. Interviene Oleg Tinkov: No, oggi non ci puoi andare va Ignatiev!
A quel punto Cassani giustamente chiede perchè, e Tinkov risponde che è in corsa una specie di sfida tra Brutt e Ignatiev e oggi tocca a Mikhail andare in fuga....

Tu guarda che scemo gestisce questa squadra e che geni Brutt e Ignatiev...specialmente Brutt, domani c'è una tappa che sembra fatta apposta per lui e si troverà un bordello di acido lattico.
Ps adesso devo temere la mafia russa?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 17/05/2007 alle 16:11
non era tinkov ma konyschev che parlava

 

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Gianni



 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 17/05/2007 alle 16:15
Originariamente inviato da Lance7

Cmq non è possibile che i suoi preparatori/DS/"chi per essi" lo lascino scattare tutte le tappe a oltre 100 Km dall'arrivo... Non c'è nessuno capace di gestirlo meglio nella squadra? Sputtana energie per niente! Potrebbe mica star un pò più in gruppo e giocarsele alla fine? Non è così gregario e senza speranze da non poter far altro che partire a 150 Km tal traguardo! :no:


Si,anche al mondiale di salisburgo partì alla prima salita del primo giro sugli otto in programma!Troppe energie sprecate,deve crescere,e se lo farà sarà un osso duro per tutti nelle classiche.
Non credo per il prossimo anno,su cui punterà ancora tutto sulla pista a pechino,ma non mi stupirei se nel 2009 cambiasse oltre che obiettivi,squadra.

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 17/05/2007 alle 16:31
ma a cosa servono tutti questi scatti inutili di Ignatev?

lunedì scorso ok, a momenti andava in porto

ma oggi a cosa serviva sprecare energie così?
non capisco questa condotta della Tinkoff


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/05/2007 alle 10:07
Le azioni da lontano, anche insistite in un giovanissimo come Ignatiev, sono un modo per crescere e provarsi, soprattutto sulla tenuta fisica e mentale.
L'insistenza però, non può presentarsi a cadenza così ravvicinata, perchè rischia di diventare oltre che uno sciupio, anche un prodromo di poca attendibilità delle risultanze.
Faccio un esempio che i corridori qui presenti, avranno sicuramente provato. Chi svolge un test di resistenza, quello di Conconi è il più popolare nel ciclismo, trova sempre nell'analizzatore una richiesta propedeutica e decisiva che si determina nell'esigenza di testare un corridore riposato e pienamente recuperato. Alcuni atleti tendono a bluffare, ma poi il test inchioda il loro reale status e l'analizzatore, se è bravo, programma un altro test a distanza di una settimana, generalmente. Ciò che si vuole vedere e verificare, infatti, non si può estrapolare e, di conseguenza, se il test era nato per concepire aggiustamenti nel programma di allenamento, un buco del genere, provocherà la perdita di giorni importanti.
Ora, sviluppiamo questo esempio e proiettiamolo su un paio di fughe così lunghe, senza i tempi di completo recupero o quelli, pur diversi ma comunque necessari, in una corsa a tappe.
Bene, ieri Mikhail non pedalava come nella prima fuga, sembrava un atleta diverso, sia nella spinta che nella sofferenza, portando nel volto i segni di una acidosi più volte intercorsa, nonostante la volontà di rimanere in soglia. In altre parole il suo sforzo, oltre a determinarsi inutile per la tappa, non ha portato una prova per verificare la sua tenuta all'acidosi (perché vi entrava con troppa frequenza), lo ha deluso a livello mentale ( aumentando l'insofferenza e l'angoscia, quando in simili fughe l'importante è non pensare per lunghissimi tratti agli inseguitori), ed ha sottoposto il suo fisico ad un esubero di richieste "integrative", in quanto effettuato con le spie accese di un insufficiente recupero a monte.
L'unico vantaggio di una simile azione, è venuta dalla pubblicità che ne deriva dalla presenza del marchio per tanti minuti in TV. Ma è necessario, per giungere a ciò, sprecare o consumare un gioiello come Mikhail?

No cari Piscina e Konishev, così non si fa, anche perché, pur contemplando come possibilissimo un ritiro nelle prossime tappe, il ragazzo, in questo Giro, deve prima vivere tutte le prove che gli serviranno per il futuro: un tentativo da finisseur; la sua tenuta mentale, prima che fisica, in salita, magari giungendo alla cronoscalata di Oropa; un'altra fuga di peso fatta con criterio; uno sprint per arrivare a capirsi su strada, dopo averlo fatto bene su pista.
Lo voleva per scommessa con Brut?
Ma per favore! Pur essendo, io per primo convinto, che i cavalli di razza vadano fatti correre liberi, sono altresì convinto, che il dialogo coi corridori, se ben fatto, sappia essere raccolto e certe levate di testa possano sciogliersi senza opprimere o far sentire troppo il fiato sul collo, ad un talento.

Avete un gioiello, non sciupatelo per la .....pubblicità. Ce ne sono altri che possono stare in fuga per far vedere il marchio. Ed a monte, evitate in futuro di assumere inutili ciofeche come Hamilton....

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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