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Autore: Oggetto: Bordonali borderline

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  postato il 17/02/2007 alle 10:38
Il tm Tenax e Miozzo si sfogano



http://www.cicloweb.it/art716.html

apro io?

interessante, a mio avviso, la disamina "macroeconomica" dei rapporti tra UCI e Italia.

C'è, però, un passaggio un pò oscuro, che stento a capire se non lo interpreto in modo malizioso
"[...]Ora la partecipazione è un dono "divino", che poi è sempre economico[...]"

 

[Modificato il 19/02/2007 alle 13:20 by Monsieur 40%]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/02/2007 alle 18:03
Le cose che dice Bordonali sono interessanti, è l'altra faccia della medaglia.
Immaginavo che le differenze tra una squadra pro-tour e una continental o professional fossero soprattutto economiche, ma non credevo che fossero esclusivamente economiche.
Lui dice che col pro-tour ci perdono anche le squadre, secondo me ci guadagnano invece in riduzioni di stipendi e costi d'ingaggio.
Nessun ciclista oggi può pretendere maggiore potere contrattuale minacciando un possibile mancato invito del team se se ne va, quella squadra sarà comunque presente alle corse importanti anche se la sua stella dovesse vestire altri colori.
Anzi chi garantisce a quel corridore di trovare migliori condizioni in una squadra avversaria pro-tour?

Solo per le squadre non pro-tour il discorso cambia e di molto.
Sì, direi che per i corridori è sempre comunque più dura.

--------------------------------------------------------------

Riguardo al potere economico e mediatico, credo che Tinkoff abbia utilizzato al meglio tutto quello che aveva e ha giocato così sulla pelle di Savio che non ha gli stessi strumenti, nonostante sia uno vaccinato.
In questo campo anche la Barloworld ha molto da imparare.
Ma se penso che le wild card possono esser state comprate da manager raffinati e avvezzi, parlando di Astana e Tinkoff, l'Acqua & Sapone era pronta a fare un grosso investimento, la Panaria?
L'ho sempre giudicata l'eterna cenerentola del Giro d'Italia.
Ha le capacità di reggere il confronto con le altre 3?

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 17/02/2007 alle 19:07
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/02/2007 alle 14:47
Complimenti per l'intervista, una delle migliori degli ultimi tempi (e di belle su queste sito cene sono sempre parecchie!)
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/02/2007 alle 15:09
sarebbe interessante sapere qual è il budget delle professional e delle continental italiane, tanto per farsi un'idea. qualcuno li conosce?
le squadre protour hanno grosse differenze fra loro, si va dai 15milioni della t-mobile ai 5-6 della saunier duval (e non è che poi tutti questi milioni di differenza si vedano sempre a livello di risultati, eh).

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 18/02/2007 alle 20:24
Originariamente inviato da miky70

Le cose che dice Bordonali sono interessanti, è l'altra faccia della medaglia.
Immaginavo che le differenze tra una squadra pro-tour e una continental o professional fossero soprattutto economiche, ma non credevo che fossero esclusivamente economiche.
Lui dice che col pro-tour ci perdono anche le squadre, secondo me ci guadagnano invece in riduzioni di stipendi e costi d'ingaggio.
Nessun ciclista oggi può pretendere maggiore potere contrattuale minacciando un possibile mancato invito del team se se ne va, quella squadra sarà comunque presente alle corse importanti anche se la sua stella dovesse vestire altri colori.
Anzi chi garantisce a quel corridore di trovare migliori condizioni in una squadra avversaria pro-tour?

Solo per le squadre non pro-tour il discorso cambia e di molto.
Sì, direi che per i corridori è sempre comunque più dura.

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Riguardo al potere economico e mediatico, credo che Tinkoff abbia utilizzato al meglio tutto quello che aveva e ha giocato così sulla pelle di Savio che non ha gli stessi strumenti, nonostante sia uno vaccinato.
In questo campo anche la Barloworld ha molto da imparare.
Ma se penso che le wild card possono esser state comprate da manager raffinati e avvezzi, parlando di Astana e Tinkoff, l'Acqua & Sapone era pronta a fare un grosso investimento, la Panaria?
L'ho sempre giudicata l'eterna cenerentola del Giro d'Italia.
Ha le capacità di reggere il confronto con le altre 3?


Ho dei seri dubbi sul fatto che le squadre abbiano tratto dei risparmi dal Protour.
Ora infatti sono costrette a fare 153 giorni di corsa all'anno (quelli del calendario PT), talvolta in contemporanea, e quindi a fare organici molto grandi.
Allo stesso tempo, mentre una volta una squadra come la Mapei sborsava un sacco di soldi perchè aveva grandi ambizioni, e in effetti correva e vinceva ovunque, una squadra di medie ambizioni (che so, una Liquigas-Pata di Rebellin) metteva un po' meno soldi, perchè non aveva bisogno di esporre il suo marchio in tutta Europa ma le bastava fare bene in Italia e in qualche classica importante.
Ogni sponsor, dando tot più o meno "riceveva" tot(in termini di notorietà, di ritorno d'immagine, ecc.); ora uno sponsor deve investire almeno 5-6 milioni di euro all'anno per fare tutte le corse Protour (e magari a molte non è interessato: non credo che la Liquigas venda bombole in Polonia, ergo cosa gliene può fregare di correre il Giro di Polonia? Se la Tmobile, che è un colosso che vende in tutta Europa, è interessata, liberissima di spendere 15 milioni di euro all'anno e di correre ovunque), altrimenti si ritrova esattamente come la Tenax.
Lungi dall'essere una squadretta, si ritrova a fare un'attività discontinua, andando a "mendicare" inviti qua e là, senza poter fare una programmazione.
Strameriterebbero di correre il Giro, e invece anche quest'anno facilmente non ci saranno perchè l'Acqua e Sapone, la Panaria e magari la Selle Italia sono davanti in graduatoria per quei due posticini liberi...
L'anno scorso al Giro delle Fiandre si sono fatti onore, con Petito 10°: mi auguro che almeno lì possano correre.
Bordonali ha centrato il problema, quando ha detto che non sa neanche quando programmare i picchi di forma dei suoi corridori, che sono costretti a mantenere una "forma campionato" tutto l'anno.
Ma il ciclismo non è il calcio, non si può pensare di mantenere un picco di forma in eterno e nemmeno di correre da febbraio a ottobre "quando capita".
Penso che per i corridori di queste squadre questo aspetto sia piuttosto demotivante.
Penso che soprattutto le Professional siano le squadre nella condizione peggiore: spendono dei bei soldi, e in cambio si ritrovano a fare corse di secondo piano insieme alle Continental.

Spendo un'ultima parola per questa categoria di squadre: ce ne sono troppe.
Bisognerà porre limiti minimi di budget, e limiti di tempo per l'iscrizione, per evitare squadre raffazzonate all'ultimo momento.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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  postato il 18/02/2007 alle 20:38
Concordo: ci sono davvero troppe, troppe Continental, e il numero è in costante aumento.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/02/2007 alle 20:40
Se aumentano significa che gli sponsor non scappano dal ciclismo allora!

Sarebbe meglio se si unissero, creando una squadra anzichè tre.

 

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  postato il 18/02/2007 alle 21:24
No Michela, il problema sono proprio i limiti minimi di budget, come dice Cassius più su.
Perché il livello dei pagamenti (o proprio la mera esistenza dei medesimi) è tutto da verificare in certe squadrette.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/02/2007 alle 01:25
le continental sono più di 130, per questo 2007, e non è detto che non se ne aggiunga ancora qualcun'altra. mentre professional e protour, sommate, sono solo 47. credo dipenda da due motivi essenziali: l'uci richiede garanzie economiche alle squadre protour e professional (credo sotto forma di fidejussioni, ma potrei sbagliarmi. comunque un modo per garantire un tot di mensilità a corridori e personale qualora dovessero esserci problemi), mentre le continental sono affiliate alle varie federazioni nazionali e non hanno questo obbligo, o almeno ce l'hanno in maniera molto minore.
inoltre mentre il minimo salariale per i corridori di squadre professional è sui 25mila € l'anno, per le continental si scende a 15mila, ed è una bella differenza per un team ad esempio con dieci corridori e un budget totale di 3-400mila €.
poi immagino che diverse squadre con budget più ampi, se non hanno possibilità di essere invitate a gare protour, preferiscono comunque rimanere continental.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 19/02/2007 alle 11:13
Forse mai un mio post aveva riscosso così unanimi consensi...accipicchia!

Per quanto riguarda la fusione tra team: non credo che uno sponsor sia molto contento di dover dividere il nome con altri due, mettendo la stessa cifra di quando correva da solo!
Forse però questi sponsor sbagliano a voler fare una squadra professionistica: non si può pensare di mettere su una squadra con 500mila euro, quando una buona squadra dilettanti spende di più, se no vorrebbe dire che sono cretini quelli della Zalf,no?
Va bene dare il minimo sindacale a tutti, DS e meccanici compresi, ma poi ci sono le bici, i ritiri (assolutamente necessari), i soggiorni per le gare, ecc.
Tutto costa e per fare squadre improbabili, meglio lasciar perdere.
Inoltre solo una parte dei professionisti sono degni della categoria: mi fa anche un po' pena vedere squadre che faticano a tenere le ruote del gruppo, che al termine delle corse portano se va bene un corridore.
Troppa gente pensa di poter vivere di ciclismo, ma la dura realtà è di 50 italiani che ogni anno passano nella massima categoria, su circa 200 che ci corrono. C'è meno turnover nella raccolta stagionale della frutta!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/02/2007 alle 13:09
tutto giusto. ci sono molte continental che hanno budget più bassi di diverse squadre dilettantistiche, poi dipende dalle varie situazioni da nazione a nazione, ma a quel punto forse è meglio avere una buona squadra elite (con cui magari fare qualche corsa open) che non una minuscola professionistica che non si vede mai.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/02/2007 alle 13:28
mario (parlo con te xchè tu ci sei) non trovo l'intervista a bordonali. Se vieni su msn a spiegarmi come fare fai cosa buona et giusta.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 19/02/2007 alle 13:35
Originariamente inviato da Subsonico

mario (parlo con te xchè tu ci sei) non trovo l'intervista a bordonali. Se vieni su msn a spiegarmi come fare fai cosa buona et giusta.


C'è il link sotto la foto, nel primo post!

 

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