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Anni:3 Verità:0. Dalla parte di Marco.
Donchisciotte - 14/02/2007 alle 12:26

Prendo spunto dall'articolo di Marco Grassi in home page, che condivido ovviamente. Chi sa parli, scriveva la madre di Marco, ieri, in un post nel forum della Fondazione. Chi sa parli, è venuta l'ora, chi, come noi, sa ma non ha le prove, continua a ricordarlo nei forum, blog,a Cesenatico, sulla sua tomba, dentro di noi. Hasta siempre Capitano, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai......... [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/07marcopantani1.jpg[/img] http://www.cicloweb.it/art715.html

 

[Modificato il 17/02/2007 alle 17:55 by Monsieur 40%]


Frank VDB - 14/02/2007 alle 12:36

Una prima incontrovertibile verità è la seguente: Ci manchi tanto.


Laura Idril - 14/02/2007 alle 12:41

Davvero bello l'articolo. Le montagne non sono più le stesse senza Marco Pantani.


laperla - 14/02/2007 alle 13:20

Vivendo in prima persona in un ambiente di ciclismo, il 14 febbraio non sarà più ricordata come il S.Valentino, ma il giorno in cui il Pirata ci ha lasciato. Hai perfettamente ragione Laura, le salite senza di lui non sono più le stesse. Ci manchi Marco!!!:(


Stella alpina - 14/02/2007 alle 13:29

Marco ci manchi veramente tanto ... ma quando si affrontano certe salite tu ci sei ... e il tuo ricordo mi dà la forza di arrivare in alto!


Morris - 14/02/2007 alle 13:38

Sembra primavera l’uomo è sempre più barbaro ove passa lascia traccia ignaro di rovinare un dono. Sembra primavera i raggi del sole giungono obliqui gli sguardi lottano per il nitido fra colori e contrasti. Sembra primavera lo sente la pelle nel calore lo dicono gli alberi ormai pronti al fiore ma è un’amara illusione. E’ il giorno dell’amore trasformato in business l’unica parola che pare universale per nutrire una rotta intontita di male. E’ il giorno dell’amore cercato in un uomo e una donna quando vive accanto nel volgo dell’intorno e del lontano. E’ il giorno dell’amore convenzione di pochi per riflettere quanto le parole siano segni, graffi, orientamenti. In questa mattina assolata si spingono i voli di tanti perché si aprono i ricordi degli occhi si accarezza il volto dei messaggi In questa mattina assolata s’immergono le gesta più care si cercano le lacrime che germogliavano nell’inconscio. In questa mattina assolata si vaga verso un riassunto percepibile che condensi i raggi divenuti aloni per darsi una ragione. Tu, Marco l’hai tracciato prima l’hai impresso ermetico per far ragionare chi non possiede istinto e linguaggio. L’hai donato sapendo che è sempre tempo per camminare sui significati perché gioia e dolore sono l’amore. L’hai dipinto perché non c’è monito migliore d’un chiasmo che si libra costringendo a pensare. Il tuo Sole è un Occhio sul mondo ne prende sembianze alternando gli epigoni struggendo la nostra incapacità di capire. Hai immolato le immagini per donarci altra spinta di vita anche nell’apparenza contraria del tuo ultimo cammino. E come i nostri paesaggi con le colline che guardano il mare dandoci un senso d’immenso ti sei elevato ancora una volta. Che tu sia passato a dimensione incomprensibile in questo giorno inneggiante l’amore sembra un altro segno annunciato. Ma l’Occhio Sole è un sunto immortale che sublima il tuo profondo tratto terreno nell’infinito umano rappresentato dalla luce. Ed ancora una volta ti piango copioso nell’umana speranza di riabbracciarti e di dirti che non so narrare quello che sarai perennemente. Morris


Reggio Emilia - 14/02/2007 alle 17:59

i miei complimenti a Marco per lo stile sobrio dell'articolo. per il resto, passo.


Abruzzese - 14/02/2007 alle 18:12

Oggi ho ripensato a quello scatto al Giro 2001,salendo verso la mia città... Come te nessuno mai!


yashin1917 - 14/02/2007 alle 21:17

..forse statisticamente, tecnicamente non sarà stato il più grande.... ...........ma per me lo è......... Oggi più che mai verità e giustizia


david 724 - 14/02/2007 alle 21:18

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Sembra primavera l’uomo è sempre più barbaro ove passa lascia traccia ignaro di rovinare un dono. Sembra primavera i raggi del sole giungono obliqui gli sguardi lottano per il nitido fra colori e contrasti. Sembra primavera lo sente la pelle nel calore lo dicono gli alberi ormai pronti al fiore ma è un’amara illusione. E’ il giorno dell’amore trasformato in business l’unica parola che pare universale per nutrire una rotta intontita di male. E’ il giorno dell’amore cercato in un uomo e una donna quando vive accanto nel volgo dell’intorno e del lontano. E’ il giorno dell’amore convenzione di pochi per riflettere quanto le parole siano segni, graffi, orientamenti. In questa mattina assolata si spingono i voli di tanti perché si aprono i ricordi degli occhi si accarezza il volto dei messaggi In questa mattina assolata s’immergono le gesta più care si cercano le lacrime che germogliavano nell’inconscio. In questa mattina assolata si vaga verso un riassunto percepibile che condensi i raggi divenuti aloni per darsi una ragione. Tu, Marco l’hai tracciato prima l’hai impresso ermetico per far ragionare chi non possiede istinto e linguaggio. L’hai donato sapendo che è sempre tempo per camminare sui significati perché gioia e dolore sono l’amore. L’hai dipinto perché non c’è monito migliore d’un chiasmo che si libra costringendo a pensare. Il tuo Sole è un Occhio sul mondo ne prende sembianze alternando gli epigoni struggendo la nostra incapacità di capire. Hai immolato le immagini per donarci altra spinta di vita anche nell’apparenza contraria del tuo ultimo cammino. E come i nostri paesaggi con le colline che guardano il mare dandoci un senso d’immenso ti sei elevato ancora una volta. Che tu sia passato a dimensione incomprensibile in questo giorno inneggiante l’amore sembra un altro segno annunciato. Ma l’Occhio Sole è un sunto immortale che sublima il tuo profondo tratto terreno nell’infinito umano rappresentato dalla luce. Ed ancora una volta ti piango copioso nell’umana speranza di riabbracciarti e di dirti che non so narrare quello che sarai perennemente. Morris [/quote] è bellissima! purtroppo mi sono appassionato di ciclismo nel 2000 quindi non ho avuto modo di vivere in diretta i periodi magici del panta, comunque nn dimenticherò mai quegli scatti sul mont ventoux,è e sarà sempre l'unico corridore ad aver staccato Armstrong in salita.


miky70 - 15/02/2007 alle 00:52

Io non dimenticherò mai invece il suoi occhi allegri e felici quando vinse il Giro d'Italia. Erano occhi che emozionavano e commuovevano. Grande Campione per sempre.


WilGRILLO! - 15/02/2007 alle 12:35

La verità su Madonna di Campiglio? Chi sa, confesserà soltanto dopo la propria morte, in una postuma ammissione di colpe. Naturalmente, chi vivrà smentirà tutto, ma almeno si farà breccia nell'omertà


Andrea_Web - 15/02/2007 alle 12:58

Pur non apprezzando il personaggio giù dalla sella, in bici mi faceva venire la pelle d'oca, in salita e in discesa mi emozionava. :^o^


robby - 15/02/2007 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] in salita e [b]in discesa [/b]mi emozionava. :^o^ [/quote] quella tappa di Morzine nel 97 dove si buttò a scavezzacollo dal Joux plane verso l'arrivo...CHE BRIVIDI!!!! la sua prima vittoria a Merano giù dal Giovo con quella posizione impossibile!!!! :o:o:o:o:o La discesa del galibier in quel pomeriggio del 27 luglio 98...sembrava scendesse sull'asciutto e invece pioveva come Dio la mandava che ricordi...quante lacrime...quanto mi manchi!!!!!


aerials - 15/02/2007 alle 14:14

Per me non è questione di anni ormai non ci è dato sapere, chi sa ha tutti gli interessi a continuare a tacere, se è vero l'ipotesi che la giustizia ha falito non ci resta confidare in una giustizia superiore. In ogni caso son dell'idea anche se fossero vere tutte le imputazioni a lui attribuite ha finito col pagarle a caro prezzo a differenza di molti altri...


faxnico - 15/02/2007 alle 15:41

[quote][i]Originariamente inviato da Abruzzese [/i] Oggi ho ripensato a quello scatto al Giro 2001,salendo verso la mia città... Come te nessuno mai! [/quote] Pioveva che Dio la mandava quella volta eh Vivian? :D In discesa fu un'autentica mattanza. :Od:


DeEjAy_FlAtBeAt - 15/02/2007 alle 15:57

Ma che sappiate voi,qualche tg nazionale ne ha parlato della ricorrenza di Marco? :?


Donchisciotte - 15/02/2007 alle 18:42

Sky TG 24 ha fatto ottimi servizi, altro non so perché sulla Rai seguo solo il TG3 e ieri non l'ho visto.


Subsonico - 15/02/2007 alle 21:29

Blob ha fatto oggi una piccola dedica a Marco Pantani. E' apparso lui in maglia gialla con un mazzo di fiori in mano (giallo) e subito dopo Ravello che recitava non so cosa a Markette (ma non credo c'entri molto...) Insomma, una cosina disimpegnata. Non fa male.


Abruzzese - 16/02/2007 alle 02:06

[quote][i]Originariamente inviato da faxnico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abruzzese [/i] Oggi ho ripensato a quello scatto al Giro 2001,salendo verso la mia città... Come te nessuno mai! [/quote] Pioveva che Dio la mandava quella volta eh Vivian? :D In discesa fu un'autentica mattanza. :Od: [/quote] Eh già,Francesco Casagrande ne sa qualcosa,lui come tanti altri.Quel giorno ero andato al traguardo giù a Francavilla e nel vedere poi in tv quello scatto di Pantani su quella strada che anch'io tante volte ho percorso in bicicletta l'emozione è stata tanta.


Cascata del Toce - 16/02/2007 alle 13:43

Il ciclista resta uno dei piu grandi di sempre.. l'uomo lo puoi anche discutere e non poco, questo va a simpatie, parlandoci insieme due o tre volte l'ho capito... tutto sommato un buono... ma l'atleta era da leggenda, da mettere nella ristretta cerchia dei 'mobilizzatori di folle'...Una cosa però è certa..verità o presunte verità ormai lasciamole da parte e diamo a Pantani quello che più merita..il meritato riposo eterno...


luke - 17/02/2007 alle 08:35

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Una cosa però è certa..verità o presunte verità ormai lasciamole da parte e diamo a Pantani quello che più merita..il meritato riposo eterno... [/quote] Caro Cascata, il riposo eterno (che non è meritato, ci sono personaggi che lo meritavano molto di più) non lo potremo mai negare a Marco, purtroppo. Il problema delle verità vere o presunte (molto più vere che presunte) è che non turbano il riposo del Pirata, turbano la vita di chi è rimasto sapendo di avere delle responsabilità quantomeno morali su questa vicenda. E quelli, a lasciarli vivere tranquilli, non ci si deve proprio pensare. Verità e giustizia per Marco Pantani, il fuoriclasse di Cesenatico.

 

[Modificato il 17/02/2007 alle 08:38 by luke]


pintocolorado - 17/02/2007 alle 09:34

Marco ti voglio bene, sempre e comunque, perchè tu per mei sei stato l'angelo che mi ha fatto conoscere il meraviglioso sport del cilcismo, regalandomi emozioni che nessun altro mi ha mia dato! GRAZIE


Cascata del Toce - 17/02/2007 alle 12:15

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Una cosa però è certa..verità o presunte verità ormai lasciamole da parte e diamo a Pantani quello che più merita..il meritato riposo eterno... [/quote] Caro Cascata, il riposo eterno (che non è meritato, ci sono personaggi che lo meritavano molto di più) non lo potremo mai negare a Marco, purtroppo. Il problema delle verità vere o presunte (molto più vere che presunte) è che non turbano il riposo del Pirata, turbano la vita di chi è rimasto sapendo di avere delle responsabilità quantomeno morali su questa vicenda. E quelli, a lasciarli vivere tranquilli, non ci si deve proprio pensare. Verità e giustizia per Marco Pantani, il fuoriclasse di Cesenatico. [/quote] Niente turba niente..il mio pensiero che posso garantirti è quello della maggior parte degli addetti ai lavori è quello che davvero l' anima di Pantani meriti la tranquillità ... In Italia di misteri storici irrisolti ce ne sono a iosa.... figuratevi questa..che a differenza di bombe, attentati o drammi (Ustica tanto per dirne uno) è una cosa molto inferiore...


Donchisciotte - 17/02/2007 alle 13:21

Inferiore... non è detto, se è vero, come dicono gli ebrei, che chi salva un uomo salva il mondo, sarà vero anche che chi uccide ( o porta sull'orlo dell' abisso) un uomo, uccide il mondo. Poi è vero che in Italia ci sono misteri irrisolti ma nel senso della giustizia ordinaria ( d'altronde un cammello nella cruna dell'ago non è ancora passato e, quindi, più che poveracci in galera non ci vanno), la verità sulle stragi di stato la sappiamo, in realtà. E i parenti continuano a lottare. D'altronde anche Manzoni per far piangere davvero sull'infuriare della peste ha dovuto lasciare il numero di morti enorme e concentrarsi sulla bambina dal vestito rosso. Marco doveva essere lasciato in pace quando era in vita, adesso la sua pace non dipende dai nostri comportamentei ma, se esiste, da qualcun'altro. Adesso lasciare in pace vuol dire solo lasciare in pace chi ha responsabilità morali nella sua morte. E poi qualche tempo fa qualcuno scriveva che è impossibile per i morti avere pace se non ottengono giustizia sulla terra.......


Donchisciotte - 05/06/2007 alle 12:26

Parafrasando l''articolo scritto da Marco Grassi, a cui si riferisce il titolo del thread, in occasione del terzo anniversario della morte, potremmo dire: Anni 8, verità 0. Il 5 giugno 1999 è il vero giorno in cui Marco Pantani è morto, nel suo sguardo, nelle sue parole immediatamente dopo l'evento, scendendo le scale dell'albergo Touring di Campiglio, c'era già tutto quello che sarebbe venuto dopo: la persecuzione giudiziaria, la gogna mediatica, la messa in discussione del suo talento. Lui disse subito: Mi sono sempre rialzato, ma da questo non mi risolleverò. Così fu. Dal 1999 al 2004 Madonna di Campiglio divenne un'ossessione per lui, voleva sapere la verità su quello che, ne era sicuro, fu un complotto. Marco Pantani è morto a Madonna di Campiglio, schiacciato da fatti e persone che continuano a rimanere oscuri, chiedendo fino alla fine la verità. Arriverà mai? Qualcuno, finalmente, parlerà? Un'inchiesta vera su tutto quello che intorno a Madonna di Campiglio si svilupppò prima, durante e dopo, sarà mai avviata? L'Italia è il paese dei misteri mai chiariti e del potere che risorge sempre su se stesso attravarso oscure trame. Ma da anni, in Italia, per tutto ciò che non è mai stato chiarito, tantissime persone lottano per la giustizia e la verità, senza stancarsi e senza arrendersi. Spero sia così anche per Marco, che non ci sia pace fino a che non si saprà quello che veramente accadde. Il mistero vero, da cui tutti gli altri nascono ( dalle persecuzioni fino a Rimini), la vera morte di Marco Pantani, hanno un nome solo: Madonna di Campiglio, 5 giugno 1999.


nino58 - 05/06/2007 alle 13:31

Tranquilla Maria Rita, di lì non ci schiodiamo. Hai notato quanto siano calati, nel forum, quelli che facevano i censori di Marco ? Ne vedo molti meno di tre anni fa. Qualcosa vorrà dire. Il fatto che molte più persone capiscano la trama della "coltellata nella schiena" non è ancora, ovviamente, lo smascheramento, con nomi, cognomi e fatti, della trama stessa però è un passo avanti.


53.11 - 05/06/2007 alle 13:47

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Una cosa però è certa..verità o presunte verità ormai lasciamole da parte e diamo a Pantani quello che più merita..il meritato riposo eterno... [/quote] Caro Cascata, il riposo eterno (che non è meritato, ci sono personaggi che lo meritavano molto di più) non lo potremo mai negare a Marco, purtroppo. Il problema delle verità vere o presunte (molto più vere che presunte) è che non turbano il riposo del Pirata, turbano la vita di chi è rimasto sapendo di avere delle responsabilità quantomeno morali su questa vicenda. E quelli, a lasciarli vivere tranquilli, non ci si deve proprio pensare. Verità e giustizia per Marco Pantani, il fuoriclasse di Cesenatico. [/quote] Niente turba niente..il mio pensiero che posso garantirti è quello della maggior parte degli addetti ai lavori è quello che davvero l' anima di Pantani meriti la tranquillità ... In Italia di misteri storici irrisolti ce ne sono a iosa.... figuratevi questa..che a differenza di bombe, attentati o drammi (Ustica tanto per dirne uno) è una cosa molto inferiore... [/quote] Hoi hoi questa me l'ero persa Cascata!!!! E' più che palese che gli ADDETTI AI LAVORI desiderano che si faccia silenzio e che si lasci Marco riposare in pace, ora!!!! Ma gli ADDETTI AI LAVORI Marco lo dovevano lasciare in pace quando era in vita, e non riempire i giornali di falsità e calunnie. Non so perchè ti ostini tanto a difendere una categoria, anche se è quella della quale fai parte, non ce n'è bisogno!!! GLI ADDETTI AI LAVORI non tutti forse, ma una gran maggioranza si, sono largamente responsabili di tutto quanto accaduto a Marco, della gogna mediatica e del giustizialismo senza pietà. Lasciare riposare Marco oggi serve solo a non disturbare il proseguo dello sport che da ancora da Mangiare agli ADDETTI AI LAVORI. Noi che non campiamo di ciclismo, non ci stancheremo mai di ricordare Marco e di rivendicare giustizia sulle porcate fattegli quel 5 Giugno 1999, diglieo ai tuoi ADDETTI AI LAVORI.


Monsieur 40% - 05/06/2007 alle 13:52

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] ...Un'inchiesta vera su tutto quello che intorno a Madonna di Campiglio si svilupppò prima, durante e dopo, sarà mai avviata?... [/quote] Chissà se Torri sarebbe in grado di "sobbalzare sulla sedia"... 5 giugno '99... che tranvata... Ciao Campione! :^o^


Donchisciotte - 05/06/2007 alle 13:52

Nino, indubbiamente risulta difficile oggi parlare di Marco come del demonio ( come si fece allora). Di dèmoni era pieno il mondo. Ma resta la cosa più importante, la domanda di Marco quando gli fecero la stessa proposta che hanno fatto a Basso: voglio sapere cosa è successo a Campiglio. La gente sì, ha, miracolosamente, capito.


falco46 - 05/06/2007 alle 14:41

Avevo solo 8 anni e lo scossone di Campiglio lo avvertii eccome...che brutta giornata non circostritta al ciclismo, ma oserei dire per lo sport!


Grammont63 - 05/06/2007 alle 14:52

Dopo Marco Pantani continuo a seguire il ciclismo, ma niente e nessuno mi entusiasmerà più come lui. Quanti osanna e quanti peana quando era sulla cresta dell'onda, quanto letame gli è stato rovesciato addosso poi, fino a lasciarlo solo e a farlo sprofondare nella depressione dalla quale non si sarebbe più ripreso...


DeLorean - 05/06/2007 alle 20:00

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Parafrasando l''articolo scritto da Marco Grassi, a cui si riferisce il titolo del thread, in occasione del terzo anniversario della morte, potremmo dire: Anni 8, verità 0. Il 5 giugno 1999 è il vero giorno in cui Marco Pantani è morto, nel suo sguardo, nelle sue parole immediatamente dopo l'evento, scendendo le scale dell'albergo Touring di Campiglio, c'era già tutto quello che sarebbe venuto dopo: la persecuzione giudiziaria, la gogna mediatica, la messa in discussione del suo talento. Lui disse subito: Mi sono sempre rialzato, ma da questo non mi risolleverò. Così fu. Dal 1999 al 2004 Madonna di Campiglio divenne un'ossessione per lui, voleva sapere la verità su quello che, ne era sicuro, fu un complotto. Marco Pantani è morto a Madonna di Campiglio, schiacciato da fatti e persone che continuano a rimanere oscuri, chiedendo fino alla fine la verità. Arriverà mai? Qualcuno, finalmente, parlerà? Un'inchiesta vera su tutto quello che intorno a Madonna di Campiglio si svilupppò prima, durante e dopo, sarà mai avviata? L'Italia è il paese dei misteri mai chiariti e del potere che risorge sempre su se stesso attravarso oscure trame. Ma da anni, in Italia, per tutto ciò che non è mai stato chiarito, tantissime persone lottano per la giustizia e la verità, senza stancarsi e senza arrendersi. Spero sia così anche per Marco, che non ci sia pace fino a che non si saprà quello che veramente accadde. Il mistero vero, da cui tutti gli altri nascono ( dalle persecuzioni fino a Rimini), la vera morte di Marco Pantani, hanno un nome solo: Madonna di Campiglio, 5 giugno 1999. [/quote] Non ho mai risposto ai tuoi post.........ma questa volta l'istinto mi porta a scrivere un nome,che penso ben più di Madonna di campiglio ebbe un peso sulla vita di Marco!! Kristina! Spero non si torni più sull'argomento!


Admin - 05/06/2007 alle 20:05

Davidino, l'amore finisce. E quando una storia d'amore finisce (se non finisce per causa tua) ci puoi stare male 3 mesi, 6 mesi, un anno... Ma poi ti rimetti in moto. Quando hai altro a cui aggrapparti, ti rimetti sempre in moto. Quando invece ti hanno tolto il senso della tua vita, allora è più difficile ripartire. Forse è impossibile. E il senso della propria vita risiede in noi stessi, in ciò che siamo, in ciò che pensiamo, e non in un'altra persona.


53.11 - 05/06/2007 alle 20:13

[quote] [i] Spero non si torni più sull'argomento! [/quote] Perchè? cosa ti disturba dell'argomento?!!!


Il Pirata - 05/06/2007 alle 20:14

Pace al campione ma giustìizia per l'uomo!!!!:^o^


Morris - 05/06/2007 alle 20:48

Otto anni di nullità, sull’evidenza di un fatto pieno di enigmi, ma è pur vero che per cancellare quel crogiolo, sono scese in campo tonnellate di ipocrisia e tanti richiami al “lasciatelo in pace”, quando, proprio Marco, è morto con ancora in bocca e nel cuore, la richiesta di parlarne e di scoprire chi lo crocifisse a Campiglio. Oggi, al nostro caro Pirata, viene riconosciuto quello che era impensabile nelle volontà di certe stanze, talune delle quali protagoniste della sua uccisione. La gente continua ad amarlo e c’è ragione di credere che lo farà sempre più, in numeri ed intensità, grazie anche ai continui autogol di taluni assistenti ai carnefici, incapaci di tenere alla larga motivazioni e moventi di fondo….. Aria nuova…ed altre piccole soddisfazioni significative…..: Si sono consumati e si consumano, ogni giorno, dei riferimenti che stringono assai l’area ovatta di chi ha partorito l’agguato del 5 giugno ‘99. Arrivano ignari di stuzzicare i tasselli di un puzzle da sempre nelle teste di chi, fino ad oggi, non ha trovato coraggio, aggrappandosi alla forma mancante o solo simile, ma sufficiente per definire il disegno…. Arrivano perbenisti e moralizzanti degli echi che non riescono a scansare il marcio ipocrita di una metodica sempre conosciuta e pure enormemente favorita …., ma il tempo, spesso, nella lentezza del trionfo della verità, che fa arrabbiare ed esaspera, sa essere onesto…….. E poi, qualche altro tenue sorriso amarissimo, forse umanamente vendicativo……: La Repubblica, ad esempio, giornale paladino dei limiti italiani su tutto, ed al tempo, assieme alla “caricatura d’ogni dove e al “burbero sfuggito al pianeta delle scimmie suo assistente”, megafono del “dagli all’untore Pirata”, che ha dovuto ingozzare la vittoria di Marco nel sondaggio sul personaggio sportivo del proprio trentennale…. Ed ancora, la carta igienica rosa, termometro tarato del potere zozzo-sportivo italiano, ha dovuto subire, tortocollo, sulle strade che vede solo sue, l’imperiosa presenza dell’amore della gente per Pantani, nonché il vento nuovo della sua Fondazione, fino a far esplodere l’arroganza del “burbero” che tanto sa….. Non posso essere ottimista conoscendo quel mondo e quell’ambiente mefitico, ma una punta di novità la sento….. Poi, come sempre, i soliti ricordi di tante conviviali, dove qualcuno non riusciva a frenare, prima ancora che l’agguato si consumasse, il proprio desiderio di vedere Marco alla gogna e quegli annunci così precisi che venivano a me, da atleti in gara oltre l’oceano la sera prima del fattaccio…..Già, proprio questi maledetti ricordi, che mi ricacciano nello sconforto….. Ma voglio, e devo, sperare! [b]5 giugno 1999 [/b] Doveva essere un giorno radioso un segno aggiunto alle tue alate stimmate un pegno per chi ha un cuore. Lassù un caleidoscopio di colori s’univa ai paesaggi tuoi dioscuri intingendo di passioni e di gioie la profondità dei sentimenti: arrivavi tu che eri tutto questo per tanti. Quel tuo pedalare verso la cima che simboleggiava la vita ed il suo corso di sofferenze perché anche tu facevi fatica per le menti vere che aborran freddezze eran messaggi che cercavan un’altra giornata di glorie. Dovevi dipingere il cielo per donare come l’istinto t‘ha sempre detto ma per l’invidia e gli interessi celati sui lustrini del giusto apparente quali perfide lame delle nostre diffuse decadenze il tuo essere Marco Pantani non poteva star bene. Come i cinici che tracce non posson lasciare per l’ovvietà del fetore di scopo t’hanno sfregiato il cuore ben sapendo che agli artisti veri un urto a quell’organo scatena torture di morte. Ma le leggende non muoiono nello spirito e nei significati e per chi le ha volute colpire ci sarà la perenne angoscia d’esser stato carnefice. Morris


violetta - 05/06/2007 alle 20:53

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] [b]5 giugno 1999 [/b] Dovevi dipingere il cielo per donare come l’istinto t‘ha sempre detto ma per l’invidia e gli interessi celati sui lustrini del giusto apparente quali perfide lame delle nostre diffuse decadenze il tuo essere Marco Pantani non poteva star bene. Morris [/quote] Davvero...:(


DeLorean - 07/06/2007 alle 10:53

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Davidino, l'amore finisce. E quando una storia d'amore finisce (se non finisce per causa tua) ci puoi stare male 3 mesi, 6 mesi, un anno... Ma poi ti rimetti in moto. Quando hai altro a cui aggrapparti, ti rimetti sempre in moto. Quando invece ti hanno tolto il senso della tua vita, allora è più difficile ripartire. Forse è impossibile. E il senso della propria vita risiede in noi stessi, in ciò che siamo, in ciò che pensiamo, e non in un'altra persona. [/quote] Marco,in parte hai ragione,ma di tutta questa storia io mi sono sempre fatto un'opinione ben diversa da quella che molti(soprattutto in questo forum)continuano a professare.La storia di Pantani,le sue vicende,i suoi tormenti etc....li ho sempre vissuti con un'emozione che difficilmente si può spiegare a parole,quasi si intrecciasse per varie vicissitudini con la mia,per questo mi sono sempre documentato e soprattutto cercando di capire il perchè e il per come di molte cose.... Pantani era una persona molto forte,con una gramde determinazione,ma con delle grosse fragilità,una tra queste era sicuramente il suo rapporto con le donne...(vi siete mai accorti del suo attaccamento morboso alla madre? etc...)il supporto di una persona come Kristina,la sicurezza che gli diede,lo aiutò a rialzarsi dopo i fatti del 95...questo supporto è mancato dal 99 in poi,sono sicuro che l'unica cosa di cui avrebbe avuto bisogno fosse una DONNA che lo capisse,amasse e supportasse.Il loro amore non finì di colpo,ma si trascinò per almeno un paio di anni,anni che lo distrussero psicologicamnete.Ovviemente la cocaina,campiglio e tutto il resto furono determinanti,ma non quanto Kristina,così come l'unica cosa che l'avrebbe potuto salvare non erano cliniche o giri e tour,ma una DONNA!! Ci sarebbero molte cose da dire...non voglio dilungarmi,ti faccio solo un esempio,l'unico momento in cui si intravide di nuovo Pantani fu nel luglio del 2000,uno dei pochi momenti in cui riuscì a ristabilire un buon rapporto con la sua amata,i rapporti poi si rincrinarono in quell'inverno...sappiamo poi come andò!!! Con questo non voglio sminuire i fatti di campiglio,ma solo mettere alla luce come nella sua testa tutto ciò si amplificò perchè si sentì abbandonato...non dal mondo,ma dalla sua amata e questo lo fece entrare in un circolo vizioso dal quale non ne uscì più.la cocaina divenne un pagliativo.la bicicletta anche...tutto aveva perso senso!!! Quindi per favore,cerchiamo di analizzare i fatti a 360 gradi,tanti sono i fattori che fecero crollare a picco quest'uomo,partendo dalla sua testa!!


Donchisciotte - 07/06/2007 alle 12:37

A parte il fatto che entrare in un campo così intimo come una storia di coppia mi pare sia una cosa molto difficile da fare, per cui, in genere non si fa, se non si conoscono personalmente, almeno indirettamente, i fatti. Tuttavia, visto che il discorso è stato iniziato, proviamo, in generale , a farci qualche domanda ( senza la pretesa di analizzare il rapporto specifico). - Quando ad un uomo si distrugge la sua “persona” pubblica ( in senso junghiano), cioè il suo talento viene negato, lo si processa, lo si umilia sui giornali ecc, secondo voi, quanta importanza assume , poi, un rapporto sentimentale? La stessa che aveva prima? O aumenta in modo ossessivo?. - Quando ad un uomo si distrugge la “persona” pubblica ( la dignità, la chiamava Marco), cosa porta poi quest’uomo nel rapporto sentimentale? Ossessioni, rabbie, depressione, frustrazione ecc. è presumibile. E, quindi, come si trasforma un rapporto sentimentale in cui uno dei due entra in depressione e, poi, in tossicodipendenza? Non è lui stesso a creare l’impossibilità del rapporto? - Da quanto si sa, Marco e Christina dal 1999 al 2003 si lasciarono e ripresero più volte, non solo a luglio 2000. A luglio 2000, semplicemente, Marco beneficiava ancora di quasi tre anni senza infortuni, di una tossicodipendenza appena iniziata ecc. - Quante persone che entrano in tossicodipendenza e depressione riescono a conservare il rapporto sentimentale? - Infine, come mai fino al 4 giugno 1999 Marco aveva una fidanzata che con cui il rapporto funzionava ( bene o male, come tutti i rapporti, come tutti i rapporti si reggeve su equilibri da ribadire ogni giorno), la famiglia funzionava normalmente, gli amici funzionavano, insomma, fino al 4 giugno 1999, Pantani aveva un suo equilibrio ( particolare, strambo come TUTTi gli equilibri esistenziali) ma ce l’aveva. Dal 5 giugno 1999 salta tutto. Tutto viene investito dal suo terremoto interiore; perché una persona che va in depressione e tossicodipendenza non salva niente se non viene curata. E, purtroppo, qui sta uno dei punti. Una persona in quelle condizioni non si cura con i pannucci caldi della donna, della manager che se lo prende in casa o dell’amico che se lo prende in casa. Questi possono essere piccoli aiuti che DEVONO rientrare in una cura vera, fatta da esperti, la depressione e la tossicodipendenza sono MALATTIE ( nel suo caso insorte dopo la distruzione della sua persona pubblica). Per cui, penso, la responsabilità morale della deriva di Marco nasce dal complotto di Campiglio e da tutto il resto dopo Campiglio e poi c’è stato il fatto che il tipo di cura che ha avuto non era adeguato, ma qua il discorso sarebbe lungo.


mex51151 - 07/06/2007 alle 13:20

Non so, tutti sti discorsi troppo personali sulla vicenda di Pantani non li capisco tanto. Credo che si tenti di indovinare un pò troppo quello che può essere successo nella testa di Pantani, probabilmente non lo sanno nemmeno quei pochi che gli sono rimasti vicini, probabilmente non avrebbe saputo spiegarlo nemmeno lui. In particolare, mentre sappiamo che a un certo punto Marco è diventato un tossico, non so se si può affermare che era malato di depressione, così dal di fuori. Io almeno non mi ricordo di aver letto notizie certe in tal senso. E attenzione al fatto che di depressione non ci si ammala perchè si subiscono una serie di sfighe, la depressione è ininfluente rispetto al fatto che ti uccidano tutti i parenti, o che più semplicemente camminando tu uccida una formica.


Donchisciotte - 07/06/2007 alle 13:56

Infatti, solo che di depressione parlò esplicitamente lo stesso Marco. E anche nella cartella clinica ,purtroppo pubblicata da Rendell nel suo libro, si parla di depressione come di un problema più grave rispetto alla cocaina. Certo che la depressione non dipende da fatti specifici accaduti, ma quello non fu un fatto. Fu la perdita di identità pubblica e, indubbiamente, può essere stato un fattore scatenante. DI FATTO, mi sembra che dal 4 giugno 1999 al 5 giugno 1999 ci sia un abisso. Mi sembra improbabile che non c'entri nulla quanto accaduto il 5 giugno 1999 ( e dopo).


luke - 07/06/2007 alle 21:24

Giustissimo, Donki. Difatti Marco non ha mai sofferto di depressione, se non dopo il 5 giugno. Credo che ritrovarsi con tibia e perone frantumati dopo un frontale con una Jeep sarebbe stato più che sufficiente per deprimersi, invece lui reagì alla grande e dopo pochi mesi era già in sella. Marco ha sempre reagito alla sfiga, ma le ingiustizie non le sopportava: a lui è toccata la più grande, quel 5 giugno è stata la fine vera della sua esistenza felice (perchè era un'esistenza felice, chiedetelo a chi lo conosceva bene) ed è iniziata una via crucis che si è conclusa a S. Valentino del 2004. A quella via crucis hanno contribuito a pieno titolo certi articolacci di certa stampa, le procure, l'opinione pubblica pilotata dai media (non tutti, ma tantissimi). Tutto questo senza Campiglio non ci sarebbe stato, questo mi pare evidente.


Donchisciotte - 30/07/2007 alle 16:17

Sperando si riesca a trattenere i bollenti spiriti e a non far chiuder anche questo thread su Pantani, vorrei manifestare una grande rabbia. Leggo su Repubblica un'intervista di Capodacqua a Martini. In questa intervista Martini dice che nemmeno il coraggio del ciclismo di sacrificare Pantani, cioè il suo uomo più rappresentativo , è servito contro il doping. Ora, io voglio sperare che il discorso di Martini sia stato frainteso o che lui non si sia spiegato ( può succedere), ma se così non fosse, davvero io lo trovo un discorso offensivo e incredibile. Per due motivi: 1) Il "sacrificio" di Pantani a Campiglio non fu fatto per combattere il doping ma per salvare poltrone e credibilità di potenti, messe in crisi dalle denunce sul doping nel calcio, dallo scandalo calcistico dell'Acqua Acetosa e le provette distrutte e le inchieste sul finanziamento a Conconi. 2) Il sacrificio di Pantani è finito con la sua morte, mi pare enormemente sproporzionato il prezzo pagato da Marco per un fatto di secondarissima importanza come il doping nello sport professionistico.


Cascata del Toce - 30/07/2007 alle 16:32

mmmmmmmmmm...cioè in poche parole suonerebbe così... lasciamo che Pantani si rovini dopo tutti i tartassamenti..così almeno abbiamo l'esempio e su questo esempio ci salviamo dal doping??? Ho inteso giusto?? Mah..se fosse mi sembrerebbe una chiave di lettura forzaticcia...


Donchisciotte - 30/07/2007 alle 16:58

No, Cascata del Toce, solo che il Coni stava nella m....., riciclò il gruppo di Donati e fece preparare la campagna Io non rischio la salute, per ridare credibilità a se stesso. Non aderì nessuna federazione, solo quella ciclistica, politicamente allineata e coperta, la impose ai ciclisti che già facevano i controlli Uci. Il gruppo mandò avanti Pantani al Giro 1999 che, ovviamente, si ritrovò solo, unica controparte del Coni in cerca di nuova credibilità. Poi accade Campiglio ( della serie: l'aria è cambiata, non guardiamo in faccia nessuno) con tutte le sue implicazioni e i suoi misteri. Magari credevano davvero che Pantani si mettesse a giocare il loro gioco e dicesse: sì ho sbagliato, non so cosa sia accaduto, adesso divento il testimonial dello sport pulito, il figliol prodigo del Coni. Solo che Pantani, chiedeva una verità più alta di quella banale del ciclista dopato, voleva sapere cosa avevano fatto a Campiglio. E su quello si è demolito, morendo come un bonzo, come Giordano Bruno, come dice Morris. Ma su tutto ciò ho già scritto abbastanza ne Il capro espiatorio.


Abajia - 31/07/2007 alle 01:16

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Il capro espiatorio.[/quote] Ecco il sostantivo e l'aggettivo che meglio di tutti descrivono i maltrattamenti occorsi a Marco da Campiglio in poi...capro espiatorio... vergogna...


Cascata del Toce - 31/07/2007 alle 01:23

Forse c'è anche qualcosa di più..lasciamo da parte il dopo e frasi titpo 'vergogna'... Il ragazzo che si da alla droga invece di andare al Tour a rompere tutti, le tante inchieste (anche inutili) che vanno pari passo al suo andare piano piano verso quella bastarda camera di Rimini... C'è una cosa che non mi ha mia convinto...analizziamo; diamo per buona la positività del controllo e il valore di Epo alto... ok ok.. Ma come è possibile che nell'ambiente degli scommettitori si diceva di non giocare la vittoria di un atleta che aveva tipo 5 minuti di vantaggio sul secondo?? Di una cosa vorrei avere la controprova... Forse è una domanda inutile..però... Se a Campiglio arrivava la fuga... la mattina dopo...succedeva tutto quello che è successo?? Forse si... lo stesso..però... mah..è un mio cruccio...


Abajia - 31/07/2007 alle 01:31

Secondo me sarebbe successo lo stesso...anche se fosse arrivata la fuga...Pantani ormai era diventato il bersaglio grosso...quello da fermare assolutamente...stava diventando troppo pericoloso...stava parlando troppo... Anche se poi ha sbagliato a lasciarsi andare è vero, però penso si fosse sentito troppo male per poter riprendere la stessa strada...si era sentito tradito, e questo Pantani non l'ha mai accettato...


Cascata del Toce - 31/07/2007 alle 01:33

Bersaglio grosso.... di chi ??


Abajia - 31/07/2007 alle 01:44

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Bersaglio grosso.... di chi ?? [/quote] Da chi è stato fermato??? Da un semplice controllo...? Sai anche tu che non è così...Marco si era esposto troppo...


Cascata del Toce - 31/07/2007 alle 01:45

Ripeto la domanda?? Di chi??


Abajia - 31/07/2007 alle 01:53

Si era fatto portavoce del gruppo perché tutti contavano su di lui in quanto personaggio di maggior impatto mediatico e , forse, anche carismatico... Marco ha sempre detto di accettare i controlli antidoping che si fanno durante il Giro, ma in quel periodo c'era un sorta di "caccia alle streghe", e Marco stava difendendo i diritti dei corridori contro gli eccessivi controlli a sorpresa... Una volta durante un Processo alla tappa ha raccontato aneddoti riguardanti questi controlli, e spesso i corridori venivano buttati giù dal letto alle 2 di notte...erano trattati come criminali...e Marco si era fatto portavoce di tutto il gruppo... non potevano pagare tutti ovviamente, ma poteva pagare il simbolo carismatico del gruppo, la sua bandiera...Pantani...


Cascata del Toce - 31/07/2007 alle 01:57

Sarebbe una bella sceneggiatura per film giallo poliziesco... In realtà credo che Pantani in gruppo non è che durante la seconda metà del Giro vivesse di grande stima da parte di tutti sai?? Ricordi i battibecchi?? Gli stessi che dissero... "quando c'è una fuga di gente fuori classifica la si lascia andare".. Non è certo quello il motivo dei problemi... ripeto..per me..a Campiglio Pantani fu beccato con l'ematocrito alto... fu il dopo ad essere inutile ed esagerato.. Lui, o meglio..il suo enturage, non fece molto per salvare la situazione... e allora si che lui li diventò un bersaglio...


Abajia - 31/07/2007 alle 02:03

Sì ricordo i battibecchi...Marco sbagliò non a dominare il Giro, ma a dominare praticamente ogni tappa di montagna...Jalabert in particolare vide sfumare la vittoria + di una volta, nonostante non facesse paura... Per il dopo Campiglio ti do ragione...l'entourage di Marco ha mostrato comprensione nei suoi confronti solo in un primo momento...per poi lasciarlo al proprio tragico destino...di cui lui era il maggior artefice e colpevole ovviamente, però una mano potevano pure dargliela...


Cascata del Toce - 31/07/2007 alle 02:08

Aba...non era Jalabert il problema e.... il suo entourage... ma dai... la roba gliela portavano i suo amici che lui portava in squadra... erano una massa di incompetenti


Abajia - 31/07/2007 alle 02:08

Però se posso permettermi, dovrei contraddirti su un particolare... Marco fu trovato positivo ok, ma lo svolgimento del controllo antidoping lo sai vero??? Non gli fu concesso di scegliersi la provetta, che poi gli venne sbattuta in faccia con queste parole <> Come per dire <>...e poi se non ricordo male il controllo fu effettuato 3 volte, e per le prime 2 il riscontro fu negativo, poi al terzo aveva 52...

 

[Modificato il 31/07/2007 alle 02:20 by Abajia]


Abajia - 31/07/2007 alle 02:22

Ehi Maestro Gilberto-Gianluca...so che sai come si svolsero i controlli di Pantani... la mia domanda "sai come svolsero...???" era puramente retorica... non metto minimamente in dubbio la tua preparazione! ;)


ianni - 31/07/2007 alle 07:04

Abajia hai corso con Marco? Quel giorno a Campiglio nessuno poteva difenderlo?


desmoblu - 31/07/2007 alle 08:02

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] vivesse di grande stima da parte di tutti sai?? Ricordi i battibecchi?? [/quote] Come non ricordarsi di Oropa?


barrylyndon - 31/07/2007 alle 12:39

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Si era fatto portavoce del gruppo perché tutti contavano su di lui in quanto personaggio di maggior impatto mediatico e , forse, anche carismatico... Marco ha sempre detto di accettare i controlli antidoping che si fanno durante il Giro, ma in quel periodo c'era un sorta di "caccia alle streghe", e Marco stava difendendo i diritti dei corridori contro gli eccessivi controlli a sorpresa... . [/quote] in realta',che io ricordi,era contro l'esame incorciato sangue urine.proposto dal coni.tutto il gruppo si schiero' contro.tranne la Mapei.e a questo proposito avvenne un alterco in diretta tv con Tafi.


luke - 31/07/2007 alle 16:04

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Sperando si riesca a trattenere i bollenti spiriti e a non far chiuder anche questo thread su Pantani, vorrei manifestare una grande rabbia. Leggo su Repubblica un'intervista di Capodacqua a Martini. In questa intervista Martini dice che nemmeno il coraggio del ciclismo di sacrificare Pantani, cioè il suo uomo più rappresentativo , è servito contro il doping. Ora, io voglio sperare che il discorso di Martini sia stato frainteso o che lui non si sia spiegato ( può succedere), ma se così non fosse, davvero io lo trovo un discorso offensivo e incredibile. Per due motivi: 1) Il "sacrificio" di Pantani a Campiglio non fu fatto per combattere il doping ma per salvare poltrone e credibilità di potenti, messe in crisi dalle denunce sul doping nel calcio, dallo scandalo calcistico dell'Acqua Acetosa e le provette distrutte e le inchieste sul finanziamento a Conconi. 2) Il sacrificio di Pantani è finito con la sua morte, mi pare enormemente sproporzionato il prezzo pagato da Marco per un fatto di secondarissima importanza come il doping nello sport professionistico. [/quote] Anche io penso e spero che sia stato male interpretato (e riportato) il pensiero di Martini, soprattutto conoscendo l'enorme affetto che Alfredo ha sempre nutrito per Marco. Ma sentire parlare di 'sacrificio' mi fa pensare a qualcosa di premeditato e rafforza le mie convinzioni su Campiglio: certo ha ragione Cascata quando dice che lo staff di Pantani, dopo Campiglio, non ne ha azzeccata una (con Pezzi vivo sarebbe andata ben diversamente), ma rimane il fatto che a scatenare tutto ciò che è seguito è stato quello stramaledetto controllo di Campiglio. Senza dimenticare che, un anno dopo con l'introduzione dei valori relativi ai reticolociti ed emoglobina, Pantani sarebbe stato pienamente in regola ed avrebbe continuato a vincere sino a quando, ovviamente, non fosse stato trovato un'altro modo per fermarlo...


Donchisciotte - 31/07/2007 alle 16:13

No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca.


super cunego - 31/07/2007 alle 16:33

[quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Si era fatto portavoce del gruppo perché tutti contavano su di lui in quanto personaggio di maggior impatto mediatico e , forse, anche carismatico... Marco ha sempre detto di accettare i controlli antidoping che si fanno durante il Giro, ma in quel periodo c'era un sorta di "caccia alle streghe", e Marco stava difendendo i diritti dei corridori contro gli eccessivi controlli a sorpresa... . [/quote] in realta',che io ricordi,era contro l'esame incorciato sangue urine.proposto dal coni.tutto il gruppo si schiero' contro.tranne la Mapei.e a questo proposito avvenne un alterco in diretta tv con Tafi. [/quote] No, lui era a favore di tutti i controlli UCI, ma non con quelli del CONI. Uno bastava ed avanzava, ma in quel periodo tutti volevano essere protagonisti. Con la Mapei ci fu anche un altro discorso, la Mapei era nettamente a favore dei controlli, e la stessa Mapei si era vista rifiutare un contratto da Pantani l'anno precedente. Comunque non mi pare che i primi controlli fossero negativi e i sucessivi positivi, su quella provetta furono tutti positivi (e ci mancherebbe...il sangue non cambia da solo), il discorso è che lui nel pomeriggio andò in un altro centro UCI a farsi controllare e fu negativo. Per quanto riguarda il modo in cui fu effettuato il prelievo ("questa tua la vedi?" e che non gli abbiano fatto scegliere la provetta l'ho sentito anch'io).


Abajia - 31/07/2007 alle 16:54

VI PREGO DI LEGGERE CON ATTENZIONE QUESTO POST...PER INTERO! SPERO DI POTER FORNIRE DELLE NOTIZIE UTILI... Se posso permettermi, vorrei provare a fare un pò di chiarezza in merito alla vicenda di Marco Pantani legata a Madonna di Campiglio...il mio non è un atto di presunzione, perciò non vorrei venisse inteso come tale... Ciò che sto per scrivere non è il mio punto di vista in merito alla vicenda del Pirata, ma solamente alcune delle cose che so sui fatti accaduti a Campiglio, premettendo il fatto che parlerò con oggettività e non lasciando trasparire la mia opinione (peraltro già abbastanza chiara)... La vittoria a Madonna di Campiglio fu imprevista, perché molti avevano consigliato a Marco di tirare il freno e lasciar spazio agli altri. Savoldelli lo inseguiva senza velleità di vittoria (era dietro di 3'42) e non c'erano pericoli per Pantani. Il giorno prima aveva vinto a Pampeago, così vincendo pure a Campiglio aveva in qualche modo disatteso i programmi della squadra, che fin dalla partenza del Giro da Agrigento temeva possibili spiacevoli sorprese... Molti pensarono ad un accanimento nei confronti di Jalabert, ma in realtà non fu così, e i fatti sono facilmente spiegabili: per prima cosa Laurent aveva strappato la maglia rosa a Pantani nella crono di Ancona, togliendogli così la possibilità di arrivare a Cesenatico col simbolo del primato; ma dopo un primo momento di rabbia, Marco dovette inchinarsi al volere della strategia della squadra... Fu perciò un altro il motivo che spinse Pantani ad andare a riprendere il francese lanciato verso l'arrivo... Agli occhi del Pirata Jalabert doveva essere soddisfatto del suo Giro (aveva all'attivo 2 vittorie e 5 giorni in rosa), quindi perché scattò ai -4 km proprio lui che era un uomo di classifica??? Forse voleva il secondo posto di Savoldelli, ma così facendo il bergamasco avrebbe risposto all'attacco e Marco avrebbe potuto perdere tempo prezioso in vista della crono finale sia dal francese che da Paolo...e poi il gesto del francese rappresentò un guanto di sfida rivolto a Marco (secondo le parole di Martinelli Laurent voleva sfidare Pantani battendolo sul suo terreno naturale: la salita), che quindi si sentì chiamato in causa e rispose al transalpino saltandolo di netto e andando a vincere...è unanimemente riconosciuto che, almeno in quell'occasione, fu Laurent a sbagliare; poteva partire all'ultimo km o regolare la volata, nessuno avrebbe potuto batterlo in volata del gruppetto dei rimasti, considerato anche che Pantani non avrebbe sprintato... A Madonna di Campiglio il clima era teso, e Marco ne risentiva molto, confidando a molti suoi amici intimi le sue paure...voleva finire il Giro e starsene tranquillo a casa... Questo perché aveva vissuto molto male le polemiche sui controlli antidoping. Per mostrare il suo impegno nella lotta al doping, il Coni lanciò la campagna "Io non rischio la salute"; campagna ideata per il calcio, costringendo però l'adesione di tutti i ciclisti, che quindi se ne risentirono parecchio, vedendo lesi i propri diritti. A Foggia fu Mario Cipollini in persona a parlare con Pantani invitandolo a farsi portavoce delle preoccupazioni del gruppo: in quel momento un ciclista era tenuto a svolgere 92 controlli all'anno (in pratica 1 ogni 4 giorni) e aggiungerne di nuovi significava mettere in pericolo la salute dei corridori, che quindi non ci stavano. Marco sentiva molto la responsabilità della pressione, così i tentativi da parte del team di dissuaderlo dall'"incarico" andarono a vuoto nono stante i ripetuti <>. Fu così che il "Pantani rappresentante dei corridori" divenne sui media "Pantani" e basta...fu questo a fare di Marco un bersaglio, perché si ritrovò isolato... A Foggia 4 squadre furono controllate e 2 corridori risultarono positivi alla creatininuria (Filippo Casagrande e Trombetta); i parametri però non erano riconosciuti dall'Uci, ma il Coni ordinò la sospensione dei 2 ciclisti, scatenando la protesta di tutto il gruppo che minacciò l'abbandono, da cui si dissociò soltanto la Mapei. Iniziò quindi una guerra mediatica tra Squinzi (titolare della Mapei) e il gruppo, che però divenne Squinzi vs Pantani...in proposito fu emblematica la dichiarazione sulla Gazzetta <>. Fu questo il punto di partenza allo scontro di Marco contro Tafi (la riappacificazione fra i 2 non avvenne mai perché la stretta di mano a San Sepolcro fu solo ad uso e consumo delle telecamere) e, come già detto, contro Squinzi (che non gli perdonò mai il rifiuto di Pantani a correre nella Mapei; rifiuto dettato però solo dalla riconoscenza del Pirata nei confronti di Romano Cenni, uno dei titolari della Mercatone)... Si sapeva da tempo che c'erano dei controlli alla vigilia della tappa dell'Aprica, e nell'aria girava una voce strana: La Mercatone Uno non sarebbe partita l'indomani della tappa di Campiglio, voce talmente assurda da non essere presa minimamente in considerazione da nessuno... Si presentò quindi la commissione addetta ai controlli, composta da Antonio Coccioni e 2 medici dell'Ospedale Sant'Anna di Como, e si parlò, allora come ora, di metodologie sbagliate e modi di fare bruschi, dettati (a loro dire) dal fatto che fossero in ritardo rispetto al normale orario procedurale... In ogni caso erano davvero in ritardo, infatti molti dei componenti del team Mercatone stavano cenando (a questo proposito Martinelli ha sempre detto che se mai avesse avuto qualcosa da nascondere, avrebbe detto che Marco stava cenando con gli altri). Prima delle analisi Pantani era sicuro della sua buonafede, tant'è che, su consiglio dell'amico fisioterapista Fabrizio Borra che l'aveva visto un pò teso, si sottopose a 2 controlli: 48,7 e 48,9 l'indice di ematocrito... Arrivò così il momento dei controlli ufficiali; per entrare nello specifico delle analisi, nessuno ricorda se a Marco gli fu messo il laccio emostatico, ma tutti sanno che c'era una sola siringa ed una sola provetta, mentre invece le regole vigenti imponevano la presenza di più siringhe da scegliere a discrezione dell'analizzato. Al processo di Tione, Coccioni dichiarò che la siringa era perfettamente vuota, ma non avrebbe dovuto esserlo! Ci doveva essere l'anticoagulante in grado di impedire la consistenza del sangue prelevato, e non penso debba spiegare cosa vuol dire questo dato... Per di più, una volta visto che il livello di ematocrito di Pantani era di 51.9, Martinelli chiese un nuovi controlli: 52,3 e 51,7 il dato di ematocrito che fu rilevato, ma non poteva essere altrimenti visto che i controlli furono effettuati sullo stesso sangue e con la stessa provetta(!). Ma voglio parlare un pò di un altro dato non trascurabile... Quel controllo fu effettuato con il Coulter, macchina capace di misurare l'ematocrito. L'ematocrito è però un valore molto variabile e perciò poco affidabile, tant'è che nessun altro sport oltre al ciclismo aveva accettato questo tipo di analisi, fino a quando alla misurazione dell'ematocrito fu abbinata pure l'emoglobina, molto più stabile e quindi più attendibile... Ma per capire di quanto quell'esame di Campiglio rappresentasse la "preistoria" in questo campo, ora viene usata un'altra macchina, il Sysmex, che ai 2 valori di ematocrito ed emoglobina abbina la misurazione dei reticolociti, che hanno una maggiore memoria di un eventuale uso di eritropoietina. Oggi inoltre gli ematologi affermano che l'ematocrito può avere sbalzi di addirittura 3 punti sotto e altrettanti sopra il valore medio, tanto questo valore è instabile. Ed è incredibile la quantità di piccole cose che possono alterarne il valore: per esempio se il paziente è in piedi o seduto, a seconda della forza con cui è stato stretto il laccio emostatico (meno è stretto e + il valore è variabile...l'aggettivo "emostatico" descrive proprio questa sua funzione), a seconda della quantità di anticoagulante presente nella provetta (nel caso delle analisi a Pantani, come detto, probabilmente non c'era...), la temperatura, ecc; basti dire che la ripetitività del dato è pressoché impossibile e gli specialisti ritengono questo dato, da solo, poco attendibile. Ma, come è già stato detto e ripetuto negli anni, il vero problema è nato con lo stabilire il limite massimo di ematocrito al 50% (a spingere in tal senso furono Bugno, Fondriest e Silvio Martinello...), come a dire <>. Insomma, di errori ne furono commessi tanti, e fa rabbia il fatto che, a pagare per quella situazione di insicurezza, fu Marco Pantani. Non che sarebbe stato più giusto se ci fosse stato qualcun altro nelle sue medesime condizioni, ma tutte quelle incomprensioni, tutti quei qui-pro-quo, misti ad un'inesperienza medica diffusa, hanno impedito che il più grande campione di quest'epoca ciclistica recente (e non solo...) continuasse a vincere e a far innamorare tanta gente a questo sport meraviglioso... Ecco...sono queste alcune delle cose che so in merito al caso di Madonna di Campiglio...spero siano servite a qualcuno a schiarirsi le idee... perché prima di accusare Pantani di essersi dopato, bisogna sapere tutta la situazione generale che si era venuta a creare in quel periodo...


Donchisciotte - 31/07/2007 alle 17:06

Sì,queste sono alcune delle cose che si possono dire su Madonna di Campiglio. Credo, da quello che leggo, che la tua fonte potrebbe essere il dossier di Bicisport di giugno 2005. Ce ne sono molte altre di cose da dire ( alcune riportate sempre in quel dossier, fatto molto bene) e poi c'è tutto l'incredibile dopo Campiglio.


Abajia - 31/07/2007 alle 17:20

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Sì,queste sono alcune delle cose che si possono dire su Madonna di Campiglio. Credo, da quello che leggo, che la tua fonte potrebbe essere il dossier di Bicisport di giugno 2005. Ce ne sono molte altre di cose da dire ( alcune riportate sempre in quel dossier, fatto molto bene) e poi c'è tutto l'incredibile dopo Campiglio. [/quote] Quel numero di Bicisport è soltanto una delle fonti di arricchimento personale che mi hanno permesso di scrivere il post...ho letto quel dossier talmente tante volte che mi ricordo molte cose è vero, però ho letto anche tanti libri a riguardo, tanti articoli, ho visto tanti servizi, e per queste cose ho una memoria fotografica! Comunque avevo voglia di scrivere le cose che ricordo, frutto e forse mix di tutte le fonti sopracitate, e finalmente ho trovato il tempo per poterlo fare! ;)


barrylyndon - 31/07/2007 alle 19:04

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni.


Abajia - 31/07/2007 alle 19:09

[quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni. [/quote] Nel mio post non ho parlato di complotti vari semplicemente perché volevo dire le cose in un modo un pò + oggettivo, ma soggettivamente parlando neppure io escluderei la pista che sia stato il Coni a farla pagar cara a Pantani...


super cunego - 31/07/2007 alle 19:13

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni. [/quote] Nel mio post non ho parlato di complotti vari semplicemente perché volevo dire le cose in un modo un pò + oggettivo, ma soggettivamente parlando neppure io escluderei la pista che sia stato il Coni a farla pagar cara a Pantani... [/quote] Probabilmente il Coni ci ha messo del suo, però io, nonostante difenda a spada tratta Pantani penso che la domanda più giusta non sia: "Perchè è stato incastrato?" perchè comunque non lo si può escludere che quel valore fosse vero, e sapendo cosa c'era/c'è nel giro penso che nessuno, nemmeno Pantani fosse lindo del tutto. La domanda più giusta potrebbe essere: "Perchè proprio lui, perchè altri no?"


Abajia - 31/07/2007 alle 19:21

[quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni. [/quote] Nel mio post non ho parlato di complotti vari semplicemente perché volevo dire le cose in un modo un pò + oggettivo, ma soggettivamente parlando neppure io escluderei la pista che sia stato il Coni a farla pagar cara a Pantani... [/quote] Probabilmente il Coni ci ha messo del suo, però io, nonostante difenda a spada tratta Pantani penso che la domanda più giusta non sia: "Perchè è stato incastrato?" perchè comunque non lo si può escludere che quel valore fosse vero, e sapendo cosa c'era/c'è nel giro penso che nessuno, nemmeno Pantani fosse lindo del tutto. La domanda più giusta potrebbe essere: "Perchè proprio lui, perchè altri no?"[/quote] Innanzitutto comincio col dirti che nessuno era pulito, e questo perché, come ho scritto nel post lungo, la legge dava per buono chiunque risultasse con l'ematocrito al di sotto o pari al 50%...e questo non significa "non doparsi", anzi io lo definirei "doparsi poco"... Poi il motivo per cui colpire Pantani e non altri è implicitamente spiegato nello stesso post...Marco si era fatto portavoce del gruppo e, non potendo colpire e punire tutti, andava fermato il corridore + rappresentativo dal punto di vista mediatico e carismatico...


barrylyndon - 31/07/2007 alle 19:50

c'era un interessante articolo sulla Gazzetta,so che molti di voi la rifiutano da quel giorno neanche fosse il Vangelo di un antiCristo,sulla colpevolezza di Marco collegata alla colpevolezza di chi quel Giro l'ha concluso e pure vinto.Marco,diceva pressappoco questo,e' colpevole nella medesima misura in cui e' colpevole un Gotti,un Savoldelli,un Heras.solo che loro hanno avuto la fortuna di trovarsi entro un limite.ma sono anch'essi portavoci di un sistema chimico e per questo alterato. Non so chi l'avesse scritto(Zomegnan?).comunque mi pare abbastanza realistico,nel contesto.


super cunego - 31/07/2007 alle 19:59

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni. [/quote] Nel mio post non ho parlato di complotti vari semplicemente perché volevo dire le cose in un modo un pò + oggettivo, ma soggettivamente parlando neppure io escluderei la pista che sia stato il Coni a farla pagar cara a Pantani... [/quote] Probabilmente il Coni ci ha messo del suo, però io, nonostante difenda a spada tratta Pantani penso che la domanda più giusta non sia: "Perchè è stato incastrato?" perchè comunque non lo si può escludere che quel valore fosse vero, e sapendo cosa c'era/c'è nel giro penso che nessuno, nemmeno Pantani fosse lindo del tutto. La domanda più giusta potrebbe essere: "Perchè proprio lui, perchè altri no?"[/quote] Innanzitutto comincio col dirti che nessuno era pulito, e questo perché, come ho scritto nel post lungo, la legge dava per buono chiunque risultasse con l'ematocrito al di sotto o pari al 50%...e questo non significa "non doparsi", anzi io lo definirei "doparsi poco"... Poi il motivo per cui colpire Pantani e non altri è implicitamente spiegato nello stesso post...Marco si era fatto portavoce del gruppo e, non potendo colpire e punire tutti, andava fermato il corridore + rappresentativo dal punto di vista mediatico e carismatico... [/quote] Sisi, non voleva essere una critica o un aggiunta al tuo post, solo una mia opinione.


Abajia - 31/07/2007 alle 20:02

[quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da barrylyndon [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] No, Barrylindon, non erano i controlli incrociati sangue-urina ( quelli sono stati introdotti nel 2001, prima l'epo non si trovava). Era che il Coni, per acquistare di nuovo una faccia dopo gli scandali del calcio e Conconi, ideò la campagna "io non rischio la salute". Nessuna federazione accettò, tranne quella ciclistica. Ma il gruppo chiese a Marco di farsi interprete della protesta, visto che i ciclisti, unici fra gli atleti, allora, avevano già i controlli Uci, non volevano fare pure quelli Coni. Poi il gruppo lasciò marco da solo, unica controparte del Coni. Non ci furono più controlli a Campiglio ce ne fu uno solo senza scelta della provetta. Marco si misurò l'ematocrito la sera prima e subito dopo il controllo ufficiale ed era sempre intorno a 48. Nel febbraio 2005 il Corriere della Romagna pubblica un rapporto molto interessante della Guardia di Finanza di Padova, ecco una parte dell’articolo : “……………Sul perchè della presunta manovra non vi sono certezze, anche se un anonimo giudice trevigiano dell’Uci, la cui testimonianza è stata riportata nel verbale della Finanza: i “dirigenti di alcune squadre” partecipanti al Giro ’99 “a seguito di mancati introiti, che sarebbero dovuti provenire da vittorie promesse ad alcune squadre e poi non avvenute, avrebbero fatto pressione in Federazione per ottenere l’ennesimo controllo su Pantani, che sarebbe stato pilotato”. Ovviamente nessuna indagie su questo rapporto né sulle dichiarazioni di Vallanzasca. [/quote] sapevo della campagna io non rischio la salute.ma ricordavo che essa per l'appunto prevedeva anche controlli incrociati sangue urina.evidentemente la mia eta,non troppo avanzata,in realta',mi porta ad avere le prime disfunzioni spazio temporali:Od::Od: Sul controllo di Marco a Campiglio non escludo una vendetta del Coni. [/quote] Nel mio post non ho parlato di complotti vari semplicemente perché volevo dire le cose in un modo un pò + oggettivo, ma soggettivamente parlando neppure io escluderei la pista che sia stato il Coni a farla pagar cara a Pantani... [/quote] Probabilmente il Coni ci ha messo del suo, però io, nonostante difenda a spada tratta Pantani penso che la domanda più giusta non sia: "Perchè è stato incastrato?" perchè comunque non lo si può escludere che quel valore fosse vero, e sapendo cosa c'era/c'è nel giro penso che nessuno, nemmeno Pantani fosse lindo del tutto. La domanda più giusta potrebbe essere: "Perchè proprio lui, perchè altri no?"[/quote] Innanzitutto comincio col dirti che nessuno era pulito, e questo perché, come ho scritto nel post lungo, la legge dava per buono chiunque risultasse con l'ematocrito al di sotto o pari al 50%...e questo non significa "non doparsi", anzi io lo definirei "doparsi poco"... Poi il motivo per cui colpire Pantani e non altri è implicitamente spiegato nello stesso post...Marco si era fatto portavoce del gruppo e, non potendo colpire e punire tutti, andava fermato il corridore + rappresentativo dal punto di vista mediatico e carismatico... [/quote] Sisi, non voleva essere una critica o un aggiunta al tuo post, solo una mia opinione. [/quote] ...e io come tale la rispetto! ;) Neppure io ti ho criticato! :cincin:


luke - 31/07/2007 alle 20:04

[quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] La domanda più giusta potrebbe essere: "Perchè proprio lui, perchè altri no?" [/quote] Domanda più che legittima, risposta forse anche troppo facile. Proviamo a ritornare per un attimo a quegli anni e pensiamo quanto fosse importante, in quel momento, la figura di Pantani nello sport italiano e mondiale. Aveva appena vinto Giro e Tour nello stesso anno, il Tour non lo vinceva un italiano dal 1965 (io dovevo ancora nascere, di lì a pochi mesi..) e non lo ha più vinto nessun italiano. Aveva vinto con il piglio dei grandi, non divorando i km a cronometro per pi gestire in salita, bensì perdendo forte nelle crono ma andando a recuperare in salita a seguito di autentiche imprese. Era il figlio che tutte le mamme avrebbero voluto, il fidanzato che tutte le donne sognavano, etc etc.... pensiamoci bene, nel ciclismo non c'è più stato nessun atleta che abbia catalizzato l'attenzione e l'ammirazione del pubblico mondiale come seppe fare lui. Forse anche per questo il tonfo fu più fragoroso, sicuramente per questo divenne bersaglio facile ed ambito per certa gente. Aver 'fermato il diavolo', come disse un rubicondo dirigente in quei giorni nefasti, fu un successo insperato che certi beoti sventolarono al mondo (beota pure quello), come a dire 'Avete visto? Abbiamo smascherato Pantani, noi la lotta al doping la facciamo sul serio!'. Questo servì a riqualificare una certa dirigenza ed a far dimenticare l'enorme scandalo dell'Acua Acetosa, Pantani fu il cavallo di Troia che salvò certi personaggi che da decenni succhiano il sangue dello sport come pustole. Ecco perchè proprio lui: avessero beccato un altro, non avrebbe avuto lo stesso eco, la stessa importanza come 'successo politico'. Ma l'esperienza, anche quella recente del Tour 2007, mi insegna che si becca chi si vuole beccare e quando si vuole. Campiglio fu preparata, come un controllo Autovelox programmato da tempo, solo che forse l'Autovelox non era tarato allo stesso modo per tutti. Abajia, se hai letto il libro di Beppe Conti, là c'è Bruno Reverberi che parla di tarature 'generose' della Coulter che, quel mattino, diventarono rigorose... ma per chi? Forse non per tutti....


Abajia - 31/07/2007 alle 20:27

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Abajia, se hai letto il libro di Beppe Conti, là c'è Bruno Reverberi che parla di tarature 'generose' della Coulter che, quel mattino, diventarono rigorose... ma per chi? Forse non per tutti.... [/quote] Non quel libro non l'ho letto, però ti posso dire che Reverberi fu uno dei primi a denunciare un certo tipo di clima già dalla partenza del Giro...clima che lui stesso definì <>...<> Questo + o meno quanto da lui dichiarato per quanto riguarda il Giro 99... Poi, come già detto, già prima dei controlli correva voce che la Mercatone Uno non avrebbe corso il giorno dopo Campiglio...voce che molti giornalisti, manager, direttori sportivi, ecc + tardi confermarono di sapere...come faceva a girare una voce del genere...??? Eh...tutto preventivato molto ma molto probabilmente...


Cascata del Toce - 01/08/2007 alle 00:18

Leggo e ti rispondo prima sul discorso Campiglio esame... Non so... di certo la cosa non fu pulita..sembra ormai evidente.. Ma personalmente..avendo intervistato Pantani nel 2003 al Giro... ultimo giornalista di qui ad averlo fatto..preferisco che Marco riposi in pace..senza riattizzare mercati... Una cosa posso dirti.. Non fu Squinzi la causa di tutto..Lui lo voleva... e lo avrebbe cercato anche dopo il 99...te lo do per certissimo... Campiglio corsa... eh però ... insomma..non mi sembra troppo plausibile.. Jalabert non permette a Pantani di arrivare in rosa a Cesenatico... oh..la corsa è corsa... mica è l'opera pia... ci sono anche tanti soldini sopra.. i regali non si fanno mica... Dici che agli occhi del Pirata Jalabert doveva essere soddisfatto del suo Giro... Mica avrebbero dovuto essere preoccupazioni sue... ci avrà ben pensato Jalabert se era o no soddisfatto... poi dici... ha sbagliato Jalabert ad attaccare .. eh ma... mica poteva decidere Pantani quando doveva essere attaccato... e comunque fu la Mercatone ad imporre l'andatura per riprendere la fuga... DALLA CRONACE DEL SITO DI RAISPORT 1999: La cronaca - Sulla salita che porta a Madonna di Campiglio Pantani scatta a 5 chilometri e mezzo dal traguardo e fa il vuoto infliggendo ai primi inseguitori un distacco superiore al minuto. Il Pirata festeggia con un successo l'anniversario della sua prima vittoria da professionista conquistata al Giro d'Italia del '94. La corsa prende il via sotto un temporale che impone al gruppo nella prima parte andature tranquille. Sul primo gp di montagna, al valico di Ballino, a 775 metri di quota e dopo 123 chilometri di corsa, passa per primo Paolo Bettini che precede Mariano Piccoli. Prima del secondo gpm, a passo durone (1.000 mt) dopo 135 chilometri di gara, escono dal gruppo in dieci: tra questi Bettini, De Paoli, Richard, Caucchioli, Buenahora e Arrieta. Sul traguardo del gpm passa per primo Buenahora su Piccoli. Nella discesa di passo Durone, Bettini prova ad allungare sui compagni di fuga ma viene ripreso a 20 km dal traguardo mentre il gruppo della maglia rosa con tutti i migliori insegue a 1'42". Quando inizia la salita che porta a Madonna di Campiglio si avvantaggiano De Paoli, Piccoli, Richard, Arrieta e Buenahora mentre cede Bettini. Dietro a tirare il gruppo, c'e' la Mercatone Uno. ACCIDENTI..E PERCHE'E' TUTTA GENTE LONTANA.. Quando mancano 9 chilometri al traguardo scatta Richard che si trascina Arrieta e dietro si forma una coppia composta da Buenahora e De Paoli. Il gruppo dei migliori e' ormai a 35". Un chilometro dopo Richard stacca Arrieta che viene ripreso e superato anche da De paoli e Buenahora. Pantani intuisce un possibile attacco e decide di stoppare ogni velleita' con la sua ennesima dimostrazione di forza. Scatta a 5.5 km dalla vetta e in pochi secondi affianca e supera Buenahora e Richard. Cedono Sgambelluri, De Paoli, Savoldelli, Camenzind e Axelsson, mentre provano a inseguire Jalabert, Gotti, Heras, Simoni, Buenahora e Codol. Pantani si avvia all'ennesimo successo in solitario mentre dietro si sprinta per il secondo posto che va a Codol. Dove sta l'attacco di Jalabert??? Ah..ad un certo punto parli di una crono finale??? Quale??? In quel Giro ci fu olo quella di Ancona... Insomma... Quello fu un errore... quella fuga doveva andare... cosa comunque irrilevante... forse sarebbe lo stesso successo tutto---


Abajia - 01/08/2007 alle 00:55

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Leggo e ti rispondo prima sul discorso Campiglio esame... Non so... di certo la cosa non fu pulita..sembra ormai evidente.. Ma personalmente..avendo intervistato Pantani nel 2003 al Giro... ultimo giornalista di qui ad averlo fatto..preferisco che Marco riposi in pace..senza riattizzare mercati... Una cosa posso dirti.. Non fu Squinzi la causa di tutto..Lui lo voleva... e lo avrebbe cercato anche dopo il 99...te lo do per certissimo... Campiglio corsa... eh però ... insomma..non mi sembra troppo plausibile.. Jalabert non permette a Pantani di arrivare in rosa a Cesenatico... oh..la corsa è corsa... mica è l'opera pia... ci sono anche tanti soldini sopra.. i regali non si fanno mica... Dici che agli occhi del Pirata Jalabert doveva essere soddisfatto del suo Giro... Mica avrebbero dovuto essere preoccupazioni sue... ci avrà ben pensato Jalabert se era o no soddisfatto... poi dici... ha sbagliato Jalabert ad attaccare .. eh ma... mica poteva decidere Pantani quando doveva essere attaccato... e comunque fu la Mercatone ad imporre l'andatura per riprendere la fuga... DALLA CRONACE DEL SITO DI RAISPORT 1999: La cronaca - Sulla salita che porta a Madonna di Campiglio Pantani scatta a 5 chilometri e mezzo dal traguardo e fa il vuoto infliggendo ai primi inseguitori un distacco superiore al minuto. Il Pirata festeggia con un successo l'anniversario della sua prima vittoria da professionista conquistata al Giro d'Italia del '94. La corsa prende il via sotto un temporale che impone al gruppo nella prima parte andature tranquille. Sul primo gp di montagna, al valico di Ballino, a 775 metri di quota e dopo 123 chilometri di corsa, passa per primo Paolo Bettini che precede Mariano Piccoli. Prima del secondo gpm, a passo durone (1.000 mt) dopo 135 chilometri di gara, escono dal gruppo in dieci: tra questi Bettini, De Paoli, Richard, Caucchioli, Buenahora e Arrieta. Sul traguardo del gpm passa per primo Buenahora su Piccoli. Nella discesa di passo Durone, Bettini prova ad allungare sui compagni di fuga ma viene ripreso a 20 km dal traguardo mentre il gruppo della maglia rosa con tutti i migliori insegue a 1'42". Quando inizia la salita che porta a Madonna di Campiglio si avvantaggiano De Paoli, Piccoli, Richard, Arrieta e Buenahora mentre cede Bettini. Dietro a tirare il gruppo, c'e' la Mercatone Uno. ACCIDENTI..E PERCHE'E' TUTTA GENTE LONTANA.. Quando mancano 9 chilometri al traguardo scatta Richard che si trascina Arrieta e dietro si forma una coppia composta da Buenahora e De Paoli. Il gruppo dei migliori e' ormai a 35". Un chilometro dopo Richard stacca Arrieta che viene ripreso e superato anche da De paoli e Buenahora. Pantani intuisce un possibile attacco e decide di stoppare ogni velleita' con la sua ennesima dimostrazione di forza. Scatta a 5.5 km dalla vetta e in pochi secondi affianca e supera Buenahora e Richard. Cedono Sgambelluri, De Paoli, Savoldelli, Camenzind e Axelsson, mentre provano a inseguire Jalabert, Gotti, Heras, Simoni, Buenahora e Codol. Pantani si avvia all'ennesimo successo in solitario mentre dietro si sprinta per il secondo posto che va a Codol. Dove sta l'attacco di Jalabert??? Ah..ad un certo punto parli di una crono finale??? Quale??? In quel Giro ci fu olo quella di Ancona... Insomma... Quello fu un errore... quella fuga doveva andare... cosa comunque irrilevante... forse sarebbe lo stesso successo tutto---[/quote] Sì per quanto riguarda la crono finale ho sbagliato, mi sono imbrogliato, stavo proprio pensando che quell'anno il percorso era particolare perché non c'era la crono finale, poi però ho scritto l'esatto contrario! Volevo modificare il post ma me ne sono dimenticato...perdona la gaffe! Ma veniamo al dunque... so che la corsa è corsa, ma c'era un tacito accordo tra Marco e Laurent sul fatto che Pantani arrivasse a Cesenatico in rosa, patto non rispettato, ma nonostante questo la Mercatone rispettò la parola data e continuò a fare la corsa come se fosse Pantani il leader in classifica generale... Concordo sul fatto che la Mercatone poteva benissimo lasciar andare la fuga, ma ti assicuro che fu Jalabert ad innescare la miccia a circa 6 km dal traguardo...e questo non devo leggerlo da nessuna parte, basta guardare il video della corsa, o un qualsiasi servizio sulla storia del Pirata (es. puntata di "Sfide"...poco attendibile per i tuoi gusti??? Bicisport allora...). Insomma fu un uomo di classifica a partire, e Marco di par suo rispose, la sfida era ormai stata lanciata... In ogni caso penso anch'io che questo non influenzò l'esito degli esami ematici di Pantani, perché nel caso fosse tutto preventivato, lo era già da tempo, quindi...


Abajia - 01/08/2007 alle 01:15

Chiedo venia a tutti gli utenti del forum per un errore commesso scrivendo il post sui fatti di Campiglio... Quando parlo di <> sbaglio, perché in quel Giro vi fu solo la crono di Ancona precedente alle tappe alpine, il succo del discorso però rimane invariato! Perdonate la gaffe ma, scrivendo il post, stavo proprio pensando alla particolarità di quel Giro visto che non c'era la tipica crono post-Alpi, solo che ho fatto confusione mentalmente finendo con lo scrivere l'esatto contrario! Chiedo ancora scusa!:D


Cascata del Toce - 01/08/2007 alle 01:29

(es. puntata di "Sfide"...poco attendibile per i tuoi gusti??? Bicisport allora...). Poi sono io l'arrogante eh... buonanotte... PS: Guarda che io bicispirt lo leggo dal 1988!!!!


Abajia - 01/08/2007 alle 01:39

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] (es. puntata di "Sfide"...poco attendibile per i tuoi gusti??? Bicisport allora...). Poi sono io l'arrogante eh... buonanotte... PS: Guarda che io bicispirt lo leggo dal 1988!!!! [/quote] Allora sai di cosa sto parlando...dai sai che Jalabert attaccò, vero? E non darmi dell'arrogante dai, sono solo realista! Difatti non mi hai mica dato troppo ascolto...non hai risposto alla domanda...sai che attaccò vero???


Abruzzese - 01/08/2007 alle 02:23

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Chiedo venia a tutti gli utenti del forum per un errore commesso scrivendo il post sui fatti di Campiglio... Quando parlo di <> sbaglio, perché in quel Giro vi fu solo la crono di Ancona precedente alle tappe alpine, il succo del discorso però rimane invariato! Perdonate la gaffe ma, scrivendo il post, stavo proprio pensando alla particolarità di quel Giro visto che non c'era la tipica crono post-Alpi, solo che ho fatto confusione mentalmente finendo con lo scrivere l'esatto contrario! Chiedo ancora scusa!:D [/quote] A dire il vero prima di Pampeago,Campiglio e Aprica e dopo la cronometro che già si era disputata ad Ancona ce ne fu un'altra a Treviso vinta da Gonchar con Jalabert 3° e Pantani 7°.


dietzen - 01/08/2007 alle 02:28

eh, però mi tocca dirvi che a quel giro ci fu pure la crono di treviso, anche se era prima delle dolomiti. :hippy: comunque non mi ricordo l'attacco di jalabert verso campiglio, ma non credo proprio che pantani in volata gli avrebbe lasciato la vittoria, come si era visto alcuni giorni prima a lumezzane dove, su un arrivo adattissimo al francese, pantani se la gioco fino all'ultimo metro e perse di un niente.


Cascata del Toce - 01/08/2007 alle 12:20

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] (es. puntata di "Sfide"...poco attendibile per i tuoi gusti??? Bicisport allora...). Poi sono io l'arrogante eh... buonanotte... PS: Guarda che io bicispirt lo leggo dal 1988!!!! [/quote] Allora sai di cosa sto parlando...dai sai che Jalabert attaccò, vero? E non darmi dell'arrogante dai, sono solo realista! Difatti non mi hai mica dato troppo ascolto...non hai risposto alla domanda...sai che attaccò vero??? [/quote] Oh...ma la fai finita o no??? Guarda che ho anche altro da fare chen stare attaccato al computer che stare ad aspettare le tue risposte eh... Non cambio idea..ah.. a me umiliazioni (come mi hai detto in privato) non ne darai mai...


Abajia - 01/08/2007 alle 13:08

[quote][i]Originariamente inviato da Abruzzese [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Chiedo venia a tutti gli utenti del forum per un errore commesso scrivendo il post sui fatti di Campiglio... Quando parlo di <> sbaglio, perché in quel Giro vi fu solo la crono di Ancona precedente alle tappe alpine, il succo del discorso però rimane invariato! Perdonate la gaffe ma, scrivendo il post, stavo proprio pensando alla particolarità di quel Giro visto che non c'era la tipica crono post-Alpi, solo che ho fatto confusione mentalmente finendo con lo scrivere l'esatto contrario! Chiedo ancora scusa!:D [/quote] A dire il vero prima di Pampeago,Campiglio e Aprica e dopo la cronometro che già si era disputata ad Ancona ce ne fu un'altra a Treviso vinta da Gonchar con Jalabert 3° e Pantani 7°. [/quote] Ah già è vero! La crono di Treviso! Il bello è che quel giorno ero pure felice della vittoria di Honchar perchè come corridore mi piaceva (ha sempre corso in difea è vero, però mi piaceva!), e io ho dimenticato di citarla! Grazie per avermela ricordata mio corregionale! ;)


Abajia - 01/08/2007 alle 13:16

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] (es. puntata di "Sfide"...poco attendibile per i tuoi gusti??? Bicisport allora...). Poi sono io l'arrogante eh... buonanotte... PS: Guarda che io bicispirt lo leggo dal 1988!!!! [/quote] Allora sai di cosa sto parlando...dai sai che Jalabert attaccò, vero? E non darmi dell'arrogante dai, sono solo realista! Difatti non mi hai mica dato troppo ascolto...non hai risposto alla domanda...sai che attaccò vero??? [/quote] Oh...ma la fai finita o no??? Guarda che ho anche altro da fare chen stare attaccato al computer che stare ad aspettare le tue risposte eh... Non cambio idea..ah.. a me umiliazioni (come mi hai detto in privato) non ne darai mai... [/quote] Dal modo in cui rispondi sembra che io ti stia insultando! Allora anch'io ripeto quanto detto in privato...se non capisci lo scherzo non è colpa mia... In ogni caso ti cito alcune delle parole di Martinelli in merito alla tappa di Campiglio...<<...quel giorno lì non volevamo assolutamente far la tappa, poi a 4 km dall'arrivo scattò Jalabert...era come lanciare un guanto di sfida a Pantani...>>


Cascata del Toce - 01/08/2007 alle 13:19

Si..bravo..va bene..chiusa qui...


Abajia - 01/08/2007 alle 13:26

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Si..bravo..va bene..chiusa qui... [/quote] Sui fatti personali posso darti ragione, ma non vedo il motivo per dare un taglio all'argomento di cui si sta parlando... se vuoi posso dimostrarti quello che dico... dopo pranzo però!


Salisburgo2006 - 04/10/2007 alle 16:43

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Una cosa però è certa..verità o presunte verità ormai lasciamole da parte e diamo a Pantani quello che più merita..il meritato riposo eterno... [/quote] Caro Cascata, il riposo eterno (che non è meritato, ci sono personaggi che lo meritavano molto di più) non lo potremo mai negare a Marco, purtroppo. Il problema delle verità vere o presunte (molto più vere che presunte) è che non turbano il riposo del Pirata, turbano la vita di chi è rimasto sapendo di avere delle responsabilità quantomeno morali su questa vicenda. E quelli, a lasciarli vivere tranquilli, non ci si deve proprio pensare. Verità e giustizia per Marco Pantani, il fuoriclasse di Cesenatico. [/quote] Niente turba niente..il mio pensiero che posso garantirti è quello della maggior parte degli addetti ai lavori è quello che davvero l' anima di Pantani meriti la tranquillità ... In Italia di misteri storici irrisolti ce ne sono a iosa.... figuratevi questa..che a differenza di bombe, attentati o drammi (Ustica tanto per dirne uno) è una cosa molto inferiore... [/quote] Inferiori per te!


Salisburgo2006 - 04/10/2007 alle 17:08

Tante volte sono le cose semplici e piu ovvie secondo me che possono dare le risposte. Che Marco una volta allontanatosi dal ciclismo fosse una persona fondamentalmente debole nella vita e che a causa di questa debolezza abbia finito per farsi del male da solo è palese. Ma ripeto che sono le cose piu ovvie che a mio avviso nascondono tanto. Perchè tutto questo accanimento mediatico nei suoi confronti? Perchè soprattutto l'accanimento mediatico di Cannavò e della Gazzetta dello Sport? Perchè per un valore alterato del sangue e nessuna traccia di sostanza dopante in nessun controllo effettuato è stato indagato da 7 procure della repubblica? Ma soprattutto, alla base di tutto, perchè quel giorno, a giro d'Italia già vinto e per di piu al via di una tappa a lui strafavorevole, avrebbe dovuto farsi beccare con un valore fuori norma? Tipologia di valore peraltro che a un corridore della sua portata viene controllato dal suo staff quotidianamente? Domande fatte e rifatte alle quali nessuno ha mai dato risposta e che i cosidetti ADDETTI AI LAVORI ignorano ma domande che sono il centro di tutto. Purtroppo dopo anni di visione di trasmissioni e anni di riviste specializzate e quotidiani sono arrivato alla concluisione che il 90% di questi ADDETTI AI LAVORI siano in malafede. E' triste ma per me, e per molti altri ve lo assicuro, è cosi.


grilloparlante - 04/10/2007 alle 17:59

Pensavo al Panta nei giorni del mondiale, quando Bettini si è trovato al centro di un attacco da parte dei tedeschi. Il Grillo ha avuto più tempo, nessuno è andato a dirgli di non correre il giorno del mondiale: su questo siamo d'accordo, Marco non ha avuto tempo di difendersi per poter finire il Giro. Quel che mi ha fatto pensare però è stata la strategia. Bettini ha subito chiamato il suo avvocato, uno al di fuori del ciclismo, uno che è abituato a controversie been più pesanti. L'avvocato ha chiamato l'avvocato di Sinkewitz e loi ha costretto a dire la verità. Poi insieme hanno fatto un comunicato congiunto e approntato il ricorso al tribunale di Stoccrda, che però è stato inutiule, in quanto il tribunale ha rigettao l'istanza degli organizzatori. Ho pensato a Marco perché attorno a lui nessuno è stato capace di fare altrettanto. E' un Giro intero che le centrifughe danno valori sballati, come lo tuteli il campione? Lo mandano a casa facendogli un danno psicologico e d'immagine incalcolabile, come lo tuteli il campione? La chiedi la perizia sulla macchinetta? Cosa fai immediatamente per stoppare la ridda di voci sul presunto doping? Nulla. Non hanno fatto nulla. La squadra e la Ronchi che era appena arrivata, in stile uccello del malaugurio. Poi, è vero che si sono messi tutti d'accordo per raccontare la stessa bugia, cioè che avessero fatto l'analisi al secondo campione, quando in realtà ne avevano solo uno e continuavano ad analizzare lo stesso. Oppure che era doping. Ma il fatto che resta, al di là degli attacchi di stampa, è che nessuno lo ha difeso. Marco era sotto choc, ma gli altri? Come si fa ad accettare che la manager di Marco Pantani, ossia Dio in bicicletta, fossse in preda al panico e incapace ddi gestire la situazione dal punto di vista mediatico? Insomma, qualcuno si è accanito e altri l'hanno raccontata in malafede, ma dall'interno, mio Dio, quanti errori hanno commesso? E se veniva semplicemente fuori che le macchinette erano rotte? Quando dsi disse che gli ematocriti del Parma erano sballati per le centrifughe rotte? Perché nessuno indagò? E se questa cosa venisse fuori adesso? Ci sarebbe qualcuno in grado di fare causa per i danni arrecati fino alla morte di quel povero ragazzo?


Subsonico - 04/10/2007 alle 23:12

Decisamente due caratteri diversi: Bettini non si lascerebbe mai schiacciare, se gli succedesse una cosa del genere riuscirebbe a riprendersi (e a riprendere) per tornare a vincere. Mi viene in mente quello che ha detto prima del mondiale: "Adesso lo vinco apposta per McQuaid!"


Donchisciotte - 05/10/2007 alle 00:07

E' vero, Grilloparlante, in molti abbiamo pensato a marco nei giorni del mondiale. Perché Bettini ha impostato una difesa legale perfetta, perché Bettini ( ho letto su Repubblica) ha fatto verbalizzare , alla presenza dell'avvocato, il ritardo con cui sono giunti i controllori la mattina del mondiale, evidentemente temendo un agguato. Marco, invece, non ebbe una difesa adeguata né personale ( avvocati potenti, squadra con le palle ecc.) né dall'ambiente ciclistico ( federazione, Coni, buona parte della stampa ecc.). Gli errori non si contano, da parte del suo éntourage, da Campiglio in poi. Sì, guardando a bettini, il rammarico per marco è aumentato. Sulle macchinette:io non ci credo a questa ipotesi .Magari poi mi sbaglio e verrà fuori che l'inghippo era nelle macchinette. Al momento credo ,però,che fossero state tarate male per tutto il Giro e forse da sempre, ma il sangue risultò a 52 in tutti i controlli effettuati dai periti del tribunale di Tione ( naturalmente sempre sul sangue "lavorato" in quella provetta). Secondo me, se agguato o colpa grave o errore tecnico c'è stato ( e , chiaramente, io credo ci sia stato) , il mistero sta nella provetta, che, infatti, era una sola ( non fu scelta), stranamente, risulta dalle motivazioni della sentenza e dalle dichiarazioni di Rempi , al prelievo era presente solo Marco quando dovevano esserci medico della squadra e DS. Per questo andava indagato il contesto in cui campiglio si realizzò. Come ha fatto BS nel suo dossier. I giudici di Tione, invece, rifiutarono anche la testimonianza di Vallanzasca, si concentrarono solo su quel sangue e un'occasione di verità si è persa. Il resto l'ha fatto, da parte dell'éntourage di Marco, una gestione scellerata. E su di lui sono piovute pietre, anzi massi. Bettini ha gestito il tutto con determinazione, professionalità, competenza e ha vinto ( non solo il mondiale).

 

[Modificato il 05/10/2007 alle 00:24 by Donchisciotte]


Donchisciotte - 05/10/2007 alle 00:13

C'è da dire che Pantani zitto non è stato mai. Ecco un'intervista del 1998 ( dopo il Tour), momento di popolarità massima: Tratta da Repubblica: Doping, le accuse del campione: 'Basta con figli e figliastri' RABBIA PANTANI: 'IL CALCIO È PROTETTO' Il vincitore di Giro e Tour al circuito di Imola: 'Mille test nel ciclismo, ma negli altri sport? Se c' è un divieto deve valere per tutti' IMOLA - Marco Pantani nel motomondiale ci arriva alle 11 di mattina, a bordo della sua Harley, in compagnia di un amico - detto Jumbo, che di lavoro fa l' animatore delle discoteche romagnole. L' uomo della maglia gialla per l' occasione indossa un sobrio foulard leopardato che sbuca fuori dal collo aperto della camicia militare, e viene a vedere com' è davvero questo mondo di cui Marcellino Lucchi, Reggiani, Valentino Rossi gli hanno così a lungo parlato. Va nei box dell' Aprilia, guarda girare Lucchi, fa domande, ottiene risposte e dice: 'Mi aspettavo un' atmosfera più calda. Invece tutti sono freddi, si vede che subiscono uno stress enorme'. Prova a fare il semplice curioso in visita, Pantani. Ma fatica. Lo braccano, e lui racconta che 'la moto è passione, la bici ormai un lavoro', dice che al mondiale non andrà, 'non era nei programmi', e aggiunge: 'Dopo aver vinto Giro e Tour mi aspetto che in futuro queste due corse vengano disegnate sulle mie caratteristiche. Devono tornare le montagne, ce ne voglio molte, perché è lì che si fa spettacolo, perché è quella la faccia bella, del ciclismo'. Al Tour, però, se ne è vista anche un' altra. Molto meno bella: il doping. E adesso tocca al calcio, e forse anche allo sci. Ne parliamo? 'Ne parliamo sì. Per dire che tutto quello che sta succedendo conferma quanto si sapeva: anche in questo campo ci sono figli e figliastri'. Cioè? 'Cioé ci sono sport tutelati e sport abbandonati a se stessi. Il ciclismo, l' atletica: fanno parte della seconda categoria, si effettuano migliaia di controlli e quando qualcuno viene scoperto positivo, ecco pronta l' etichetta: i ciclisti, gli atleti? Tutti dopati'. Sì, nel ciclismo ci si dopa. Ma perché lo si sa? Perché i controlli vengono effettuati spesso, e non sono una buffonata. Se invece parliamo di calcio, tennis, F.1 - discipline di alto livello, quasi più business che sport - abbiamo certezze sui controlli, sui risultati delle analisi? No. Sappiamo solo quello che ci viene raccontato'. Pesante. 'Pesante sì. Ma è la realtà. E' uscita fuori la notizia del calcio sotto inchiesta, del rischio doping anche nel pallone? Bene: in un attimo, non appena si è cominciato a parlare di sostanze illecite e il polverone si è sollevato, la questione è stata completamente spostata sugli integratori, la creatina, gli amminoacidi. Come se davvero fosse quello il problema, creatina sì oppure no, mentre invece quello è solo il vicolo cieco nel quale la questione è stata cacciata. Così il discorso vero, quello centrale, finisce nel dimenticatoio e questo dimostra quale è la potenza del calcio, che - torto o ragione - difende sempre se stesso'. E quale sarebbe il discorso centrale? 'Che il doping c' è. In qualunque disciplina sportiva. Perché da quando gli uomini hanno cominciato a competere tra loro hanno anche cominciato a cercare aiuti nella scienza. E' naturale. E allora è inutile fare i moralisti, o nascondersi dietro le belle parole: il doping esiste, ed è dappertutto. Sento dire che in alcune discipline, come per esempio il calcio, doparsi non serve. Bé, è falso: serve eccome. Certo, ci sono sostanze che van bene per una disciplina ma non per l' altra. Però alla fine ci sono sostanze 'giuste' per ogni disciplina'. Qual è il messaggio, allora: doping libero? 'No: certezza delle regole. Basta con le discriminazioni, basta con gli sport protetti. Se il doping è vietato, deve essere vietato per davvero. Sempre. Dappertutto'.


Monsieur 40% - 05/10/2007 alle 03:14

Mi piange il cuore nello scrivere in questo thread solo per ricordare ad alcuni utenti che perdono soltanto tempo, nello scrivere certi post. È vero, magari son contenti perché perdiamo tempo anche noi a cancellarli, ma a noi basta un click. Ci perdete sicuramente più tempo voi che noi. (ogni altro chiarimento in "Domande per i moderatori")


Admin - 05/10/2007 alle 04:10

Donchisciotte, mi hai fatto venire i brividi... Che campione, Marco, che lucidità d'analisi, che profondità di sguardo... Non conoscevo quest'intervista. Dice delle cose verissime, usa le parole che io ho iniziato ad usare anni dopo. Aveva capito tutto 10 anni fa; ha avuto il torto di parlare troppo, e l'hanno fatto fuori. L'Italia non è un paese adatto a quelli che parlano troppo. L'abbiamo capito all'Idroscalo di Ostia, e purtroppo questa verità è sempre attuale. :gluglu: [img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/pntn1.jpg[/img] [i]I'm not here, this isn't happening...[/i]


W00DST0CK76 - 05/10/2007 alle 07:58

E' davvero impressionante, sembrava di leggere un'intervista rilasciata in questi giorni! Ricordo una dichiarazione di Marco durante le Olimpiadi di Sydney 2000, nel commentare i successi dei nuotatori italiani disse "si vede che hanno indovinato la giusta sciolina", naturalmente non fu capito e tutti considerarono queste parole solo una gratuita spruzzata di veleno, nessuno si chiese sulla base di quali elementi erano state rilasciate certe dichiarazioni. Grazie a Donchishotte per il prezioso contributo.


Frank VDB - 05/10/2007 alle 08:42

Sono d'accordo che tra Pantani '99 e Bettini '07 ci sia un abisso di differenza in termini di carattere personale e di staff dietro le quinte, e ciò ha salvato Bettini dall'infamia. Ma è pur sempre vero che chi ha provato ad attaccare Bettini lo ha fatto davvero maldestramente, e forse anche questo ha fatto la differenza. Al di là di questo punto, occorre però segnalare come nell'approntare la strategia di difesa Bettini, a differenza di Pantani, abbia potuto fruire di un'esperienza decennale, mentre Pantani di fatto fu il primo a cui qualcuno voleva fare lo scalpo. *** Circa le dichiarazioni di Sidney sui nuotatori, parliamoci chiaro: in un contesto come quello le dichiarazioni di Pantani non potevano non essere prese come gratuito veleno nei confronti di Rosolino e C. Va bene la nostalgia del campione, va bene l'agiografia, va bene la persecuzione che purtroppo c'è stata, ma gli errori sono errori: certo, a distanza di anni capimmo che aveva ragione lui, ma in quel contesto appariva come la storia della volpe e dell'uva. Non dimentichiamoci poi come maturò la presenza di Pantani a Sidney, con un borsone con scritto "Rebellin". Nella delegazione italiana tutti sapevano che Marco a Sidney era un imbucato (basti dire che fu, tra le grandi nazionali, l'unico atleta convocato a Sidney e lasciato a casa 20 giorni dopo in occasione del mondiale di Plouay) e le sue dichiarazioni vennero detestate pure per questo. *** So che mi sono addentrato in un terreno mooolto scivoloso, adesso dovrò difendermi dagli attacchi da chi pensa che io ce l'abbia con Pantani. Cosa assolutamente non vera: la penso su di lui come tutti voi, penso però che una storia come la sua possa essere di insegnamento e di monito solo se si divide il grano dal loglio...


Morris - 05/10/2007 alle 15:10

Cara Donchi, ti ringrazio per aver postato questo documento prezioso, potrei dire storico, anche su Cicloweb, che, come sai, è l’Università del ciclismo o, perlomeno, l’osservatorio principale d’Italia sui problemi di questo sport. D'altronde, qui vengono tanti personaggi a leggere, magari intervenire direttamente attraverso nick o inviando loro portaborse. Nelle parole di Marco, ci stanno tutta la sua intelligenza, il suo coraggio, i perché della sua attualità e, come ha detto Marco Grassi (che grande nome Marco!), i motivi che hanno portato chi si può immaginare ed intravedere, a farlo fuori. Questa intervista ci ripaga dello scherno che abbiamo subito e, forse, continueremo a subire, da quel mondo pseudo-intellettuale che ci giudica creduloni o settari nel pensare al Panta vittima di un agguato e che non ha mai creduto veri i nostri riporti mnemonici, su come il Capitano avesse capito tutto, con almeno due lustri di vantaggio sugli altri. Di qui capiamo quanto vere siano le imposizioni minacciose che giungono a taluni divulgatori (di cui t’ho parlato al telefono) per il loro troppo menzionare o rimpiangere Pantani e, di qui, abbiamo una riprova, di quanto la ricerca della verità su quel che definisco un “assassinio dello sport”, non sia solo un modo di rendere atto dovuto a Marco, ma una difesa dei nostri diritti di sportivi, falcidiati e distrutti dal governo dello sport e, perché no, dalle convenienze-connivenze oscure, ma ugualmente devianti o criminose, di chi governa l’intera società. Il Panta ha risposto in anticipo a tristi figuri come Petrucci e il paggio Torri, alla sibillina o digiuna Melandri, a quelli che hanno usato il doping, come strumento per ingigantire il proprio ego, la propria figura sull’immaginario collettivo, magari con la speranza di giungere in parlamento, ma che dell’entità di questo flagello non è mai fregato nulla. Marco ha risposto in anticipo all’ipocrisia, alla non credibilità, alla sovente malafede o ignoranza, che s’accoppiano o s’accompagnano a personaggi dei media, come “l’uomo d’ogni dove”, “l’acquatico”, “l’offesa all’agnomen prodotto dal plurale del felino domestico”, o il “filosofo che s’imbeve di bioetica per poi non arrivare a conoscere dove stia la conoscenza”. Ed il Pirata ha fatto capire a quel popolo col cervello lasciato in soffitta a marcire, quanto la battaglia al doping sia, di fatto, solo un’enunciazione da salvezza di fondoschiena, con gli effetti dimostrativi all’apparenza, circoscritti a ciclismo e atletica. Anche nella conoscenza delle entità dell’antidoping, è dunque stato perfetto (altro segno di cultura), perché ha menzionato i due unici sport, dove si può dire che qualcosa contro la normalità-metodica del doping si sia fatto, in termini di tangibilità storica. Per il resto, infatti, si può parlare semmai di traduzioni molto più recenti. Caro Marco sei stato grandioso e strepitoso come quando, adesso lo voglio dire, me ne parlavi a voce. Certo, conoscevo il tuo pensiero, l’ho anche esportato ovunque potevo, ma non nel riporto di questa intervista che ha un valore esplosivo e, per questo, credo che la Fondazione abbia trovato uno strumento ulteriore per dimostrare la tua grandezza, uno dei tantissimi che ci hai lasciati, per difenderti e, con te, quello sport che hai amato ed illuminato. Ed ecco perché ogni post su Marco Pantani, rappresenta un fendente alle costole di chi cerca di seminare, col silenzio sul Pirata, un’area su cui ritemprare la propria coscienza non pulita, o la difesa di interessi, diretti o indotti.


Morris - 05/10/2007 alle 15:17

[quote][i]Originariamente inviato da Frank VDB [/i] Circa le dichiarazioni di Sidney sui... [/quote] Caro Frank, il fatto che a distanza di anni (tanti, se ci pensiamo bene, soprattutto in considerazione della velocità degli eventi), quanto detto da Marco sia verità o ragione, dimostra la sua grandezza. E come tutti i grandi, quando esternano proprie convinzioni o scoperte, passano nel tassello contemporaneo all’esternazione, come antipatici, contestabili, cattivi, blasfemi e via dicendo. Per questi personaggi, è sempre il tempo a donar loro, legittimità e luce. In Italia poi…. Riguardo Sydney. Marco, pur coprendosi dei problemi personali che sappiamo, all’indomani di Madonna di Campiglio, iniziò ad avere un solo scopo: scoprire mandanti ed autori di quello che sapeva un agguato. S’è torturato fino all’ultimo giorno per questo. Nel 2000, al Tour (l’unica corsa che ancora lo interessava come quando era uno speranzoso ragazzino), pur al 50-60%, aveva dimostrato di andare ugualmente forte al cospetto degli altri: in fondo era stato l’unico a staccare e far tremare Armstrong. Tutto questo gli diede forza per porre in essere un piano: far tremare quel Coni e quella supina FCI, che ha sempre individuate come componenti a ruolo nell’agguato di Campiglio, magari non direttamente, ma sicuramente come appoggi silenziosi di chi lo aveva colpito. Far pressione su di loro, poteva significare farli venire allo scoperto, ed in questo quadro, vanno lette le sue azioni nei giorni precedenti la trasferta olimpica. La controparte, nel contempo, sperò di conficcargli un’altra lama al cuore, facendolo divenire il dopato per eccellenza in viaggio, pubblicizzando i suoi supposti dati fisici come tragici, da morituro e, per farlo, mise in campo il segretario generale dell’Ente, quel Pagnozzi, vero Scagnozzo del Cyrano, poi clamorosamente smentiti dall’esame più vero, significativo e tragico: l’autopsia. Fu una guerra fra l’atleta più in vista, perché meno disponibile alla sottomissione e, quindi, pericoloso all’ennesima potenza, ed una controparte che l’aveva scelto come “unico”, per riciclare credibilità o pseudo-credibilità, alle stanze del Foro Italico e dello Stadio Olimpico. La difesa a scimitarra del Coni sul gruppo azzurro trovato con livelli di GH spaventosi (non certamente validi per accuse, e non a caso tutt’oggi ininfluenti per le positività, ma pur sempre simili come tendenza a quelli di un ematocrito al 53-54%), trovò, invece, come detto, altre lame su mente e corpo di Pantani, da eleggere nell’immaginario collettivo, a ruolo di “dopato d’Italia”. Non deve sfuggire la MALAFEDE dell’Ente, emerso copioso ed in maniera incontestabile, dalla pubblicazione dei dati, pari a zero, del GH dei calciatori, quando la scienza, in questo caso con CERTEZZA ASSOLUTA, dimostra che l’essere umano, fino al punto di morte, continua a produrre quell’ormone. In sostanza, per togliere l’imbarazzo di dati strani o tendenzialmente sospetti per i protetti rampolli del calcio, i sontuosi medici del Coni (dai quali il sottoscritto non si farebbe guardare un pelo) li azzerarono: in termini scientifici, li dichiararono morti. Il “Caso Sydney”, con le dichiarazioni accessorie e se prese a segmento pure antipatiche, sono dunque un’altra parentesi della battaglia che Marco ingaggiò da solo, per la pochezza dei ciclisti, da tempo semi-infinito i polli più polli della famiglia degli sportivi, con quel governo dello sport fatto di personaggi che sono meno credibili di un atleta con l’ematocrito al 65% e che sarebbe ora di mandare a casa, cominciando a non votare i loro dirimpettai nei partiti politici. Chi sono? Basta un po’ di attenzione e poco prosciutto sugli occhi per scoprirlo. Ciao!


Subsonico - 05/10/2007 alle 15:18

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] C'è da dire che Pantani zitto non è stato mai. Ecco un'intervista del 1998 ( dopo il Tour), momento di popolarità massima: Tratta da Repubblica: Doping, le accuse del campione: 'Basta con figli e figliastri' RABBIA PANTANI: 'IL CALCIO È PROTETTO' ...... [/quote] Non vuole essere un'offesa, anzi: ma in questo articolo, a me inedito, sembrava di sentir parlare Morris quando scrive di doping.


nino58 - 05/10/2007 alle 22:39

Monsieur, fammi capire, c'è aria di portaborse ?


Donchisciotte - 06/10/2007 alle 11:38

Ogni tanto sul forum di Pantani quella intervista la metto, a intervalli, per far ricordare certe cose, pensavo di avela messa anche qua, ma mi sbagliavo. Certo se pensiamo che nel momento dell'intervista il calcio viveva lo scandalo sollevato da Zeman e quello dell'Acqua Acetosa, se pensiamo che qualche mese dopo scoppiò lo scandalo Conconi e la compromissione pesante dei dirigenti Coni, se pensiamo che il Coni si inventò ( ripescando Donati e la sua cordata) la campagna "Io non rischio la salute" per rifarsi la faccia e che, ancora una volta, chi si metteva di traverso mettendoci faccia e nome e parole era Pantani, se pensiamo al clima di prima di Campiglio e alle stranezze di Campiglio, se pensiamo all'accanimento e alla gogna mediatica del dopo Campiglio..... beh.... come si fa a non sospettare che qualcosa di strano sia accaduto? Poi, certo, la sprovvedutezza di chi lo circondava e il suo orgoglio infinito e tanto altro. Però questa intervista ( e molte altre,una simile del 1997 a Minà,solo per fare un esempio, dove disse: è tutto alla conoscenza di tutti) dimostra che Marco era uno che non parlava a vanvera, capiva le cose e aveva capito che la caccia alla mela marcia e al ciclismo marcio non serve assolutamente a nulla. E lo diceva 10 anni prima, al massimo della popolarità, rischiando di suo ( perché Pantani è uno che ha fatto male solo a se stesso), lottando anche per gli altri ( anche nel 2001 dopo il blitz a Sanremo). Anche con il rischio, poi, purtroppo, verificatosi, di diventare agnello sacrificale. Anche per questo Marco Pantani , nonostante anni di immondizia che gli è stata gettata addosso, nonostante una brutta morte, nonostante la sua ultima vittoria risalga al 2000, nonostante abbia vinto solo 36 corse da professionista ( ma ogni vittoria un'impresa eroica e tragica, nel senso greco di conflitto non risolvibile, in questo caso fra talento, limite dell'umano, indiffereza e grandiosità della montagna, la sofferenza sempre mostrata,la gioia del trionfo sempre trattenuta perché sempre precaria, caduca), nonostante tutti questi nonostante, Pantani è rimasto nel ricordo e nel cuore di tantissimi, ancora capace di suscitare interesse, passione, curiosità, ancora Pantani. Come ha scritto Vicennati nel suo libro Leggende: il cavaliere che ha fatto per sempre l'impresa. P.S. Sì, Admin,all'Idroscalo di Ostia o a Campiglio ( con le ovvie differenze),chi parla la lingua della non banalità incontra la durezza del mondo.


Cascata del Toce - 06/10/2007 alle 14:41

....Marco, invece, non ebbe una difesa adeguata né personale ( avvocati potenti, squadra con le palle ecc.) né dall'ambiente ciclistico ( federazione, Coni, buona parte della stampa ecc.). Gli errori non si contano, da parte del suo éntourage, da Campiglio in poi..... (Scritto da Donchischotte) Quindi cara (dai ..sotterriamo l'ascia di guerra anche xke poi tra me e te battibechi nn ce ne sono stati mai) convieni con me che nonostante qualche eccezione l'ambiente in cui gravitava Pantani (e che putropoo è stato quello in cui ha concluso la sua parabola terrena) non fosse costituito da falchi..anzi... Tra i tanti problemi generati (e ripeto che sono convinto che a Campiglio ci fu qualcosa di losco..ma che fu ordito da gente ancor più in alto della spesso accusata Mapei tirata in ballo in ogni quid) quello fu un guaio. Sono convinto che se Pantani avesse avuto uno staff coi controcoglioni forse adesso... perlomeno sarebbe qui... magari con qualche maglia rosa in puiu che avreste festeggiato..


Donchisciotte - 08/10/2007 alle 13:16

Sulle perplessità enormi che si hanno su Campiglio, si parte dal Coni fino ala FCI, all’Uci e a mille stranezze che si sono verificate. Il comportamento della Mapei rientra in tutte queste perplessità. Che vuol dire che l’éntourage non era costituito da falchi? Comunque le mie perplessità su chi circondava Marco sono state tardive ( diciamo fine 2005) e sono nate grazie a due persone , ma, sia pure tardivamente, adesso certi macroscopici errori ,e magari peggio che errori, mi sembrano evidenti.


Cascata del Toce - 08/10/2007 alle 13:47

Intendo che non mi pareva costituito da gente con le palle... Insomma..quasi dei pasticcioni...


miky70 - 10/10/2007 alle 21:49

10/10/2007 Processo Pantani: ecco i pensieri della famiglia Il 21 dicembre prossimo venturo, il Processo sulla morte di Marco Pantani in corso a Rimini, presenterà la sua sentenza, ma su quella che sarà la verità processuale peseranno sempre interrogativi ed ombre che, prima le indagini e poi il dibattimento, non hanno saputo chiarire. La posizione della famiglia Pantani, illustrata dal legale, Avvocato Danilo Mastrocinque, in estrema sintesi, è questa. Un processo che ci si augurava in grado di evidenziare e sancire due verità: la prima, quella processuale (circostanze della morte, giro di cocaina, spacciatori) e la seconda sul come si sia consumato il crescendo che ha portato a quel tragico 14 febbraio 2004. A fine ormai prossima, il rischio di sancire una sola verità o una verità senza un pezzo, è da considerarsi pressoché certo. Pesano come macigni, le mancate rilevazioni ambientali: dal rilievo delle impronte digitali, alla visione dei video delle telecamere di sorveglianza; al non chiarimento circa la presenza di un secondo giubbotto di Marco, che era giunto da Milano senza valigie come da testimonianza del taxista, nonché la mancanza di un giusto incrocio fra le testimonianze stesse. Anche la presenza di cibo cinese, mai gradito al campione, pur contenuto in confezioni “take away” e, quindi passibile di confusione circa i reali contenuti, non è stata negata; così come lo stato della stanza di Pantani, completamente nel caos, poteva essere sì frutto di un delirio da sostanza del campione, ma pure conclusione finale di qualche altro motivo. Dunque, un lungo elenco di interrogativi, che dimostrano quanto non esista certezza sul fatto che il campione fosse solo nella stanza, dove ha poi sicuramente trovato la morte per overdose. Interrogativi che giungono ad un altro punto oscuro e non chiarito, proprio per la mancanza di rilevazioni che, a giudizio dell’Avvocato Mastrocinque e della famiglia, si rendevano necessarie, come ad esempio il fatto stesso che Marco abbia ricevuto la droga fuori dall’albergo, senza che nessuno degli addetti alla reception, abbia dichiarato di averlo visto uscire. Circostanze e iter legati alle ultime ore del campione, che non sconvolgono la verità processuale sulla sua morte e le responsabilità a carico degli imputati, ma che lasciano inalterata l’angoscia su come attorno al Pirata si siano concentrate situazioni, drammi e un crescendo di disperazione, sui quali anche chi doveva tutelarlo, proteggerlo e cercare qualche via alternativa, non si è mostrato all’altezza e ha lasciato diversi interrogativi. Di qui, una ricerca che non poteva essere compito del Processo di Rimini, ma che si sperava di poter evidenziare attraverso il dibattimento, anche solamente come eco del fatto tragico. Tra l’altro, senza dimenticare quanto sia pesante e senza risposta, soprattutto per le evidenti carenze legali e di tutela che la precedente gestione della Fondazione Marco Pantani ha posto sulla impostazione di parte civile al Processo, l’aspetto forse più emblematico della solitudine, della disperazione e della conseguente morte del campione: l’eclatante mancanza di soccorsi. Nell’ultima udienza del 24 settembre scorso, comunque, si sono potute raccogliere le testimonianze di Fabio Miradossa e Ciro Veneruso, rispettivamente fornitore e spacciatore della dose costata la vita a Pantani. I due sono entrati nel dibattimento solo nell’udienza citata, in quanto avendo patteggiato (4 anni e 10 mesi per il primo e 3 anni e 10 mesi per il secondo, ma entrambi in libertà grazie all’indulto), s’è dovuto attendere che la pena passasse in giudicato e rendersi definitiva, prima di poterli sentire in aula nel ruolo di testimoni. Le loro dichiarazioni hanno posto sotto una nuova dimensione la posizione di Fabio Carlino, il titolare di un’agenzia di immagine per la quale lavorò Eva Korovina, ovvero la stessa con la quale oggi divide il ruolo di imputato per la morte di Pantani. Carlino, che si era sempre dichiarato estraneo alla vicenda, attraverso appunto le testimonianze dei due è apparso per la prima volta all’interno di una parte evidente nella vicenda, a livello di concorso morale e di conoscenza dei fatti. Molto più marginale il ruolo della Korovina. Il 21 dicembre dunque, verranno lette le sentenze che mettono un punto sulla tragica odissea di Marco Pantani. Un iter tragico, partito il 5 giugno 1999, col fatto di Madonna di Campiglio, continuato poi fino alla tragedia, attraverso poliformi attacchi a Marco, come mai s’era visto in direzione di uno sportivo, e una caduta psicologica dello stesso, assai favorita da vistosi errori e sottostime da parte di chi era chiamato a dirigerlo e tutelarlo, nonché terminato, non senza altri interrogativi, in un residence di Rimini. Tre lassi e tre verità, di cui solo l’ultima, dal 21 dicembre 2007, potrà dirsi in un certo qual modo raggiunta. Tuttobiciweb.it Quanta tristezza che sento..... :(:(:(:(


Donchisciotte - 12/10/2007 alle 15:40

Segnalo, sul sito della Fondazione Pantani,l'intervista di Morris all'avvocato Mastrocinque, legale della famiglia