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Autore: Oggetto: La Simca, l'Izoard e Saronni

Livello Fausto Coppi




Posts: 2142
Registrato: Jun 2005

  postato il 14/01/2007 alle 16:34
“C’è da fare ancora un po’ di lavorino”. Mi disse proprio così l’ingegnere della Motorizzazione alla fine della prova pratica dell’esame per la patente, fallita banalmente per una grossolana “cappella”.
Fu un colpo: per me e per mio padre, volontario ed inflessibile istruttore.
Avevo la baldanza dei diciott’anni e pensavo di guidare alla grande. La troppa sicurezza, si sa, gioca brutti scherzi e dovetti ripetere la prova un mese dopo.
La patente l’avevo presa da privatista , sulla Simca di papà. Una 1000GLS verde metallizzato che aveva sostituito, da qualche anno, la gloriosa Bianchina familiare, antesignana di quelle che si sarebbero chiamate , molti anni dopo, station-wagon..
All’epoca la Simca 1000 contendeva la palma della macchina più inguardabile alla NSU Prinz.
Vasche da bagno, venivano definite con sufficienza da chi poteva permettersi un’auto di cilindrata maggiore , magari di un marchio prestigioso.
Eppure, tra gli anni 60 e 70 la vettura francese aveva goduto di un periodo di notorietà e vendeva bene.
Una berlina economica , a quattro porte e trazione posteriore. Rispetto a certe utilitarie dell’epoca possedeva certi dettagli –come dire- preziosi, specie dopo il restyling di fine decennio.
Certo di difetti ne aveva: i sedili di finta pelle erano roventi in estate, il bagagliaio anteriore poco funzionale , la tenuta di strada non certa perfetta, e la temperatura dell’acqua raggiungeva con facilità la zona rossa.
Però ci fu un tempo in cui una versione sportiva partecipava anche ai rallies : insomma., non era proprio da buttare.

Fu con la Simca che decidemmo di andare a vedere la Cuneo-Pinerolo, la mitica tappa che in quell’anno (era il 1982) veniva riproposta per la terza volta nella storia del Giro d’Italia .
Erano passati 18 anni dalla vittoria in solitaria di Franco Bitossi, trentatrè dal volo del Campionisiomo.
Ripercorrere quel percorso leggendario aveva un sapore antico.
Cosa ci si attendeva da quella tappa, collocata da Torriani al penultimo giorno del Giro ?
Le aspettative erano tante, inutile nasconderlo. Hinault pareva avere in pugno la corsa , ma i giochi non sembravano del tutto chiusi. Contini aveva provato ad attaccarlo , con successo, nella tappa del Crocedomini, strappandogli le insegne del primato.
Il sogno rosa di Silvano era durato appena ventiquattr’ore perché il bretone, nella successiva breve tappa di Montecampione, aveva ristabilito le gerarchie.
Però c’era la Cuneo- Pinerolo.
Bernard si sarebbe difeso dagli attacchi o avrebbe attaccato a sua volta su quelle strade leggendarie, come aveva fatto sullo Stelvio due anni prima?
E la Bianchi-Piaggio? Ferretti avrebbe provato a fare qualcosa con il famoso tridente (Baronchelli, Prim e Contini)?. E poi Van Impe, in maglia verde, si sarebbe accontentato di scollinare in prima posizione sui cinque colli per legittimare il titolo di miglior scalatore del Giro? E Marco Groppo, rivelazione di quell’anno, avrebbe voluto sorprenderci? I motivi di interesse, alla vigilia, non mancavano di certo, anche se il confronto con il passato pesava non poco.
Nel 1949 Coppi aveva compiuto un’impresa straordinaria, scattando sulla Maddalena e scalando in solitudine tutti i colli. Il secondo, che era pur sempre Gino Bartali, era arrivato a quasi 12 minuti.
Nel 1964 Franco Bitossi trovò una giornata di gloria, ma la classifica del Giro non era stata sconvolta perchè Anquetil si era difeso bene e aveva conservato la maglia rosa.
E stavolta cosa sarebbe accaduto?. Era assai improbabile che la tappa potesse riproporre il duello omerico che impressionò Buzzati. Il tempo degli eroi era finito, e anche quello dell’epica.
Ma era pur sempre la Cuneo-Pinerolo, perdio!

Con una valigia carica di interrogativi (ma anche di Dolcetto d’Ovada , di verdure ripiene e di polpettone) si partì alla volta di Cuneo.
Decidemmo di percorre per intero il tracciato della tappa e di fermarci in vetta al Sestriere.
A Genova c’era un caldo estivo.
Niente autostrada, come se fossimo ancora nel ’49: in fondo era anche un viaggio nel passato, e così si decise di ignorare sia il viadotto Morandi che la Savona-Torino.
Sul Colle di Cadibona un gatto (non nero, per fortuna) attraversò improvvisamente la strada . Non feci in tempo a frenare. Miracolosamente uscì illeso!Che fosse comunque un segno?
Dopo una sosta per l’acquisto del pane (“Madamin, ha delle biove?”) , via verso il Passo della Maddalena .
Tempo grigio e nuvole basse impedivano, attraversando la Valle Stura, non dico di vedere, ma neppure di immaginare le vette della Provincia Granda
Fu così anche dopo il confine .
Poi il Vars. Salita impegnativa, ma non particolarmente dura.
In cima non si vedeva niente. Lunghissima la discesa , con rettilinei che sembravano non finire mai.
La Simca aveva superato bene i due primi colli e ora si accingeva ad attaccare l’Izoard.
L’aria di casa la rendeva particolarmente brillante mentre ci si dirigeva verso una delle salite mitiche della storia del ciclismo.
Due anni prima aveva affrontato il Telegraphe ed il Galibier con baldanza, di ritorno da Parigi, in una splendida giornata di sole. Era avvezza alle salite alpine e non si lasciava impressionare dalle pendenze. Era stata anche sul San Bernardino e sul Brennero, sullo Jafferau e al Moncenisio, sul Falzarego e sul Pordoi: le credenziali c’erano, insomma.

L’ascesa al Galibier è spettacolare. A Valloire si è accolti in uno scenario alpino che non teme di essere ammirato.
Per l’Izoard è diverso: ci si avvicina piano piano. E’un itinerario più misterioso e, per certi aspetti ,più accattivante.
Prima una lunga gola e poi, più o meno all’altezza del bivio che porta al Colle dell’Agnello, la strada comincia a salire, ma in maniera non violenta, percorrendo lungi rettilinei.
E’ solo dopo il paese di Brunissard che si ha un’impennata e certi tornanti si sentono.Si entra in una foresta di larici, all’uscita della quale la salita continua. Ma non si indovina la cima, ogni curva potrebbe essere una sorpresa. E’ questo il fascino di una salita che , percorsa dal Tour per la prima volta nel 1922 ha segnato la corsa francese almeno fino agli anni 50.
Tre uomini, tra gli altri, hanno incrociato i loro destini sull’Izoard.
Bartali, che lo dominò nel 38 e che dieci anni dopo proprio sull’Izoard ipotecò la sua seconda spelendida vittoria finale.
Fausto Coppi, che la fece sua per due volte nello stesso anno ( il ’49) al Giro e al Tour, e che nel 51, proprio sull’Izoard, lasciò il segno della sua classe in una Grand Boucle corsa con il cuore e la mente rivolta a Serse.
Luison Bobet, infine, che sull’Izoard passò per tre volte in prima posizione suggellando, nel 53 e nel 54 , due dei suoi tre successi consecutivi al Tour.
E insieme a loro Bartolomeo Aimo, che la percorse in parte a piedi, e Bottecchia, Sylver Maes, Vietto e tanti altri.
Una salita che il Tour ha parzialmente dimenticato dagli anni 70 in avanti ma che è stata in qualche modo adottata dal Giro, e non solo per la Cuneo - Pinerolo.

Pensavo ai campioni del passato mentre guidavo la Simca . Mi aspettavo di arrivare da un momento all’altro alla “Casse Dèserte”. Le nubi a poco a poco si dissolsero e, dopo una curva, entrai in quel paesaggio unico e inconfondibile , lunare, da inferno dantesco .
La “Casse Dèserte” si lasciò ammirare in tutto il suo fascino. Un ‘emozione indimenticabile. Uno dei luoghi emblematici della storia del ciclismo.
E poi il cippo di Coppi, e un cicloturista che imprecava per la fatica rifiutando orgoglioso le nostre spinte e quei ghiaioni immensi e i pochi alberi che sembravano essere nati per caso, conficcati nella roccia.
La discesa mi impressionò: stretta , con tante curve.
Scollinando sul Monginevro ritornammo in Italia. Passato il confine (c’era ancora la dogana, allora) ci fermammo per una breve sosta.
Un muro attirò l’attenzione di mio padre. Aveva portato con sé la calce e il pennello e, con l’entusiasmo e la passione di un ragazzino scrisse a lettere cubitali: un nome: “SARONNI”.
Un incitamento al suo (e al mio) beniamino che si sarebbe rivelato incredibilmente profetico.
Dopo la discesa su Cesana, si inizio a salire sul Sestriere. Era il tardo pomeriggio, ma molti avevano già preso posizione.. Mano a mano che si saliva aumentava il numero delle auto e dei camper parcheggiati ai lati della strada .Ci fermammo infine in prossimità della vetta: l’inconfondibile sagoma del “Principe di Piemonte” si scorgeva benissimo.
Una cena frugale (ma come erano buone le zucchine di mamma!) e poi ci infilammo nei sacchi a pelo, tentando di dormire.
E non fu facile. Non solo per il freddo (la temperatura era calata, eccome!) , ma anche per i cori alpini di un simpatico gruppo di veneti che , tra colorite bestemmie, scolavano litri di grappa.
In un modo o nell’altro, la notte passò.
Al mattino lo scenario era completamente cambiato: il Sestriere aveva accolto un numero impressionante di camper e autovetture
Mio padre, svegliatosi all’alba (ma avrà poi dormito quella notte?) con una dose di ironia che non gli riconoscevo scrisse sull’asfalto: “Forza, Tersi, se resisti vincerai”. Un estemporaneo incoraggiamento a sè stesso (si chiamava Tersino, infatti) che nel corso della giornata non mancò di incuriosire molti appassionati. “Tersi?, chi è questo Tersi?” e, ancora, “In che squadra corre?Guarda un po’ la Gazzetta!”, si chiedevano leggendo e rileggendo la scritta .
E lui a ridere sotto i baffi.
Andai a piedi in paese a recuperare una copia della Gazzetta dello Sport: sembrava di essere nel centro di una grande città, tanta era l’animazione.
Il popolo del ciclismo si era dato appuntamento lassù ancora una volta.

Cominciò l’attesa.
” Un giorno da leggenda”, titolava la Rosea quel 5 giugno.
Con Hinault in maglia rosa, Contini a 1’41” e Prim a 1’53”.
Burno Raschi, acutamente, scriveva: “Oggi , lo dicono tutti, si decide il Giro;un Giro che, secondo altri , è già deciso. Io non aggiungo opinioni alle certezze o alle speranze. La Cuneo-Pinerolo è una tappa iperbolica che solo simbolicamente può confrontare il presente con il passato. Essa avrà a testimone, in cima all’Izoard, l’ombra di Coppi, soltanto quella.. Il resto è leggenda e la leggenda, quando non è riproponibile, svapora nel tempo, fa nostalgia. Coppi vinse nel fango: questo ciclismo, che rifiuta con disprezzo la polvere, tollera a malapena l’asfalto. La tappa dei cinque colli prevede 4716 metri di dislivello in 95 chilometri di ascesa. Può dunque ribaltare brutalmente il Giro d’Italia, ma rischia anche di lasciarlo tale e quale.”
Quale delle due ipotesi prospettate da Raschi si sarebbe realizzata? Di certo, stando alle dichiarazioni della vigilia, Hinault non avrebbe fatto l’impresa, ed avrebbe atteso le mosse degli avversari..

La partenza della tappa era stata fissata alle 7. La radio , in mattinata , diede le prime notizie.
Sulla Maddalena era passato per primo Freuler. Ma come? Un velocista all’attacco ! Sembrò quasi una profanazione . Certo i tempi erano cambiati e nessuno si aspettava la ripetizione della strepitosa cavalcata del 49, ma Freuler…..Freuler no! Era difficile accettare che un pur dotato velocista osasse scattare sulla salita che aveva visto Fausto spiccare il volo.
Stavolta , invece erano andati in fuga in quattro: oltre all’elevetico, Favero, Pronk e Juarez Moral
E la fuga proseguì anche sul Vars, dove scollinò per primo lo spagnolo. Il gruppo dei migliori seguiva a oltre quattro minuti.
Restava l’Izoard, la Cima Coppi.
Moser si staccò, e Saronni preferì non forzare.. Contini, invece, ci aveva provato.
Uno scatto breve , approfittando di un attimo di debolezza del Bretone. Ma si era trattato di un tentativo appena accennato, che non aveva prodotto conseguenze. Davanti all’obelisco posto in vetta all’Izoard transitò per primo Van Impe, seguito da Contini e Hinault, staccati di sei secondi, Beccia a 42” e Ruperez a 50”. Saronni passò a un minuto, precedendo Baronchelli di diciassette secondi. Moser pagò un ritardo di 2’11”.
La discesa su Briancon consentì al gruppetto dei migliori di ricomporsi. Erano in dodici al comando A quel punto tutti capimmo che le nostre aspettative erano destinate a sfumare. Se la selezione non l’aveva fatta l’Izoard, come potevano farla il Monginevro e il Sestriere?
Sul Monginevro (ancora primo Van Impe) solo Baronchelli, Groppo, Ceruti e Moser avevano perso contatto dagli altri fuggitivi, ma si trattava di una manciata di secondi.
Piano piano si avvicinò l’ora del passaggio sul Sestriere, il colle che – in cuor nostro- doveva costituire una sorta di redde rationem.
Ma tutto avvenne in fretta , come se si volesse archiviare in sordina una tappa che - ormai era chiaro- aveva tradito le attese.
Passò Gianni Motta, sul suo Maggiolino cabriolet, e passarono le Miss del Giro.
Dalla curva spuntò il gruppetto dei fuggitivi. Fu Contini a tentare uno scatto, seguito da Van Impe. E c’erano Baronchelli e Prim, Groppo in maglia bianca , Beppe Saronni scortato da Natale e Ceruti ,e Faustino Ruperez e Mario Beccia a chiudere il gruppetto.
Hinault pareva tranquillo: aveva il Giro in tasca. Non si scompose neppure quando Van Impe, reagendo allo scatto di Contini, si aggiudicò l’ultimo GPM.. Il Tasso gli regalò l’inezia di 16 secondi.
Mancava solo Moser, respinto dall’ultima salita. Passò dopo quattro minuti, teso nello sforzo, nella sua maglia ciclamino, tra un boato di applausi. Mancavano ancora poco più di 50 chilometri a Pinerolo, ma non ce la fece a rientrare sui fuggitivi, che si giocarono la vittoria in volata.
Vinse Saronni su Hinault, riscattando in tal modo un Giro opaco. Da suo tifoso ero contento, ma la delusione ebbe il sopravvento.
La Simca riprese la strada del ritorno , un po’ mesto in verità, scendendo verso Cesana e imboccando poi la valle Susa , in direzione Torino.
L’indomani , nella crono conclusiva , Hinault mise il sigillo al suo secondo successo nella corsa Rosa.
Fu -scrisse Raschi- una tappa inutile od utile solo a far rimpiangere il passato. Perché, proseguiva il grande giornalista, “ questa Cuneo –Pinerolo, per noi, non l’ha vinta Saronni: l’ha ancora vinta Coppi”
Giudizio ineccepibile, ma Saronni ricordò quella vittoria con particolare affetto, tant’è che –disse- era preferibile il successo in quella frazione piuttosto che una piazza d’onore nello stesso Giro.

E la Simca? Vide altre corse e camminò ancora per tanti anni. Poi, quando il suo padrone (che l’aveva coccolata, vezzeggiata, protetta) fu vinto dagli oltraggi della vecchiaia e si cominciò a parlare di bollini blu, di marmitte catalitiche , di euro 0, euro1 e così via, all’ alba del terzo millennio fu avviata alla rottamazione , in un freddo pomeriggio di novembre..
Fu triste, ancor più di .quando – tanti prima- era stata violata, perquisita, frugata da sin troppo solerti gendarmi della DDR .
Fece il suo ultimo viaggio trascinata da un carro attrezzi, attraversando Genova per l’ultima volta, in una passerella che suscitò la curiosità di chi non l’aveva mai vista e la nostalgia di chi , rivedendola , ripensò alla giovinezza ormai lontana.

Solo allora capii quanto le avevo voluto bene, proprio come quella volta che mi portò sull’Izoard.




L'altimetria ufficiale di sangalli


La cronotabella di quella tappa


Mio padre, sulla Casse Dèserte


Un giovane cancel, accanto alla stele di Coppi (all'epoca non c'era ancora quella dedicata a Bobet)


L'obelisco posto in vetta all'Izoard


L'incitamento a Beppe, sul Monginevro


La Simca ,sul Sestriere


Contini attacca sul Sestriere, seguito da van Impe


La vittoria di Saronni, che precede in volta Hinault e Prim


La Simca 1000GLS








 
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Livello Tour




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  postato il 14/01/2007 alle 17:05
Bravo Cancel! Un bellissimo racconto da chi sa scrivere bene: mi sono balzate alla mente le cronache dei vari Brera e Raschi che sapevano coinvolgere il lettore come fosse presente all'azione.
La Cuneo - Pinerolo è sempre stata una grande tappa che ci ricorda quella magica fuga dell'Airone che nonostante cinque forature volò da solo per 192 chilometri: un'impresa irripetibile.
Non nascondo che avrei voluto essere presente per gustare un pò di quel polpettone che dalla descrizione dev'essere stato veramente appetitoso ...
A parte gli scherzi, il 1982 aveva alla partenza una grande schiera di ottimi corridori e debbo ringraziare Cancel per averli ricordati, dal grande Beppe al sorridente Silvano, dal grande scalatore belga Lucien al fuoriclasse Bernard e poi tutti gli altri come il Cesco nazionale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 18:43
Bellissimo racconto. Molto emozionante. Non vedo l'ora di farlo leggere ad un mio amico a cui, sono certa, piacerà e gli sembrerà di fare un viaggio nel tempo, un ritorno nel passato.

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Gianni Bugno




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  postato il 14/01/2007 alle 18:58
Il mio ricordo di quella tappa e' alquanto diverso da quello di cancel..
Ero appena laureato e la mattina frequentavo la Specialita', mentre il pomeriggio sostituivo medici generici..
E quella tappa la ricordo proprio nello studio di una dottoressa di Pra', dove prescrivevo farmaci e ascoltavo toraci..con l'occhio alla televisione della cognata delle dottoressa stessa che abitava nell'appartamento dov'era lo studio..e con lei che, precedentemente istruita, mi dava notizie fresche ogni tanto , tra un mutuato e l'altro..li dentro, nello stesso studio, un mese dopo avrei vissuto anche Brasile Italia nel mundial spagnolo..

 

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"Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita!"

 
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Livello Tour




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Registrato: Feb 2006

  postato il 14/01/2007 alle 19:30
Bellissimo l'interventi di Gru-nt.
Suggerisco di rimanere sempre in quello studio quando ci sono i mondiali di ciclismo e le gare più importamti (Sanremo, Giro, Tour, classiche del Nord, Lombardia etc.). Sono disposto a venire di persona (abito a Sampierdarena) a portare il "rifornimento" necessario ...

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Oct 2005

  postato il 14/01/2007 alle 19:48
Caro Mario, che emozioni mi ha regalato questo tuo racconto, all'inizio mi ci sono un po immedesimato, anch'io privatista bocciato per eccesso di spavalderia all'esame di guida, anch'io alla guida di una "vasca da bagno" , la Fiat 128 color grigio topo coi sedili in similpelle e le pozzanghere sui pianali nei giorni di pioggia!
Di quella tappa non ho ricordi, il mio primo "contatto" col ciclismo risale a 3 mesi dopo e vede sempre Saronni protagonista: mondiale di Goodwood!
Ho apprezzato molto il parallelo tra la cronaca della corsa e la tua avventura vissuta con due preziosi compagni di viaggio, assistere ad una corsa è sempre un'esperienza indimenticabile, anche se il risultato non è entusiasmante resteranno sempre vive dentro di noi le emozioni che abbiamo vissuto.
Grazie per averle condivise con noi!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 20:56
racconto come sempre molto bello.
Non ricordo di aver visto quella tappa in tv: è possibile che ci fosse uno sciopero RAI?

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 21:51
Un racconto di passione e delusione... bravissimo

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 14/01/2007 alle 23:24
Grazie Carissimo!
Aspettavo paziente le foto da un po', e' stato un gran regalo accompagnarle
da un cosi'bel ricordo.

Anche io, o meglio mio padre, avevo una Simca, la 1100, quella
con il portellone dietro.
Io avevo 14/15 anni ma ricordo ancora bene i viaggi "senza fretta".
E ricordo benissimo quella discesa da Folgaria in mezzo ad una
tempesta di neve seduto fuori dal finestrino a pulire il vetro
con in mano il tergicristallo che, alla prima neve, aveva ceduto

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 23:39
Bellissimo: grande Cancel

Per 24 anni ho pensato che quella tappa fosse stata inutile.
Giovanissimo appassionato, avevo aspettato invano l'impresa di Hinault o gli attacchi degli italiani. Forse, ora che ci penso, fu proprio quel giorno che scoprii che anche in quello sport meraviglioso esistevano la tattica (difensiva) e la cautela. E, Saronni o non Saronni, avevo ritenuto (da coppiano scatenato) un arrivo di quel tipo offensivo per la Storia.

Oggi ho cambiato idea

Sulla tappa, non su Saronni. Che immagino abbia dichiarato che quella tappa contava più del podio solo dopo averla vinta

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 00:16
purtroppo quella tappa non la vidi nemmeno in tv poiche' ero ricoverato in ospedale per una operazione.ora, grazie a Cancel,ho potuto riviverla almeno un po'..bravo
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 00:33
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Sulla tappa, non su Saronni. Che immagino abbia dichiarato che quella tappa contava più del podio solo dopo averla vinta


non era certo nuovo a uscite del genere.
Qualche anno prima, quando Moser spopolava sul pavè, dichiarò che per lui una vittoria al Giro di Puglia valeva quanto una vittoria alla Parigi-Roubaix.

 

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Moderatore




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  postato il 15/01/2007 alle 04:00
Bellissimo ricordo,complimenti
Immagino l'atmosfera magica di quei colli leggendari ma comunque credo che anche se in futuro sarà riproposta,la tappa del 1949 resterà unica e inimitabile.Ed è giusto che sia così.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 07:55
Mitico Cancel!
La SIMCA 1000 (azzurra) è l'auto della mia infanzia, quando il nonno mi scorrazzava in giro, bei tempi...grazie Cancel.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 10:02
Originariamente inviato da Abruzzese
Bellissimo ricordo,complimenti
Immagino l'atmosfera magica di quei colli leggendari ma comunque credo che anche se in futuro sarà riproposta, la tappa del 1949 resterà unica e inimitabile. Ed è giusto che sia così.

Insieme a quella del 1964, naturalmente... ...Altrimenti il mio Avatar si offende... 4 vittorie e 4 secondi posti nel Giro della consacrazione!

Scherzi a parte, mi unisco sinceramente ai complimenti a Cancel per la bella rievocazione; non ho un ricordo nitido di quella giornata, ma ricordo abbastanza bene una certa aria di "inattaccabilità" di Hinault che permeava il finale di quel Giro...

 

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  postato il 15/01/2007 alle 10:12
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Caro Mario, che emozioni mi ha regalato questo tuo racconto, all'inizio mi ci sono un po immedesimato, anch'io privatista bocciato per eccesso di spavalderia all'esame di guida



Join the club, brotha'!
Mi inserisco nell'elenco dei privatisti spavaldi e bocciati (e poi, nel mio caso, incazzatissimi con l'universo mondo: come ci saremmo andati al mare da soli, quell'estate, visto che anche il mio inseparabile amico e sodale Gianni era stato bocciato - lui alla teoria???).

Molto bello il racconto di Mario, molto bello il trasparire dell'intergenerazionalità di questa passione, un aspetto che purtroppo è mancato nella mia gioventù di unico amante del ciclismo del circondario... quanta solitudine!

Nel 1982 non seguivo ancora il ciclismo, cosa che dall'asilo sarebbe stata difficilotta... ma nel 1983 proprio il Giro fu il mio battesimo di fuoco: guarda caso, la maestra diede proprio a me e alla mia compagna Giovanna (posso dire che eravamo i più bravi della prima elementare senza passare per uno che se la tira? ) l'incarico di seguire quotidianamente le cronache della corsa rosa e di riferire il giorno dopo in classe agli altri bambini. Giocoforza quindi il primo ciclista per cui simpatizzai fu Saronni. (Tra l'altro: non credo al destino, ma cacchio, quella maestra - che, seppur invecchiata, è ancora tra noi per fortuna - ebbe proprio una vista lunghissima!!!).
Per diversi anni ancora comunque il mio approccio al ciclismo fu curioso (con particolare predilezione per i Mondiali) ma saltuario. Fu il Tour de France, e una salita che non so più quale fosse, martoriata dal sole a picco e coi corridori che sfilavano uno alla volta, a far scoppiare di botto la passione, un giorno che saltellando da un canale all'altro mi ero soffermato 30" su Rai3, trattenuto dalla fatica stampata sui volti dei corridori: così, di colpo, il ciclismo mi rapì per sempre.
Era il 1990, era il Tour di Chiappucci Claudio da Uboldo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 11:02
Che belle foto, coscritto.
Ed il sorriso senza confini del coscritto Contini.
Chissa quanti moscerini avrà stampato sui suoi denti immacolati ?

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 11:56
Veramente meraviglioso!!!!! Grande Mario!!!!

Pur'io sono passato dalle strade dell'Izoard e mi hai fatto ricordare quelle emozioni provate nel medesimo istante in cui vedevo per la prima volta la Casse Deserte...che meraviglia.....e che discesa vesro Cervieres e poi Briancon!!! mamma mia veramente da paura!!!!!

Grazie Mario

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 15/01/2007 alle 12:02
fantastico,mille gracie

tieni oltri altimetrie di tappe di giro italia 1982?

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 15/01/2007 alle 13:08
Originariamente inviato da antonello64

racconto come sempre molto bello.
Non ricordo di aver visto quella tappa in tv: è possibile che ci fosse uno sciopero RAI?


sì era sciopero della rai tv. la corsa la seguii alla radio. da tifoso di saronni maledii quello sciopero. anche un'altra volta non fu trasmessa una vittoria di saronni al giro, era il 1978, il giorno dell'uccisione di aldo moro.

complimenti cancel, bellissimo racconto...quanti ricordi...

 
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  postato il 15/01/2007 alle 14:07
mi unisco anch'io ai complimenti, bello il racconto e anche le foto!
il tuo remember automobilistico mi ha fatto ricordare, con un pizzico di nostalgia, i miei primi mesi da patentato con quella scheggia dell'A112, subito pizzicata dall'autovelox dopo nemmeno 3 mesi di quell'agognato documento rosa.....

P.S. ma......Marco, non mi sarai mica un chiappucciano?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 14:09
Reggio, anche tu avevi l'A112 ? Un siluro.

 

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nino58

 
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Non registrato



  postato il 15/01/2007 alle 14:18
eh sì!
la A112 era veramente una piccola saetta e mal si abbinava con la testa di un diciotenne neopatentato.
Per fortuna presi quello "schiaffone" del velox (naturalmente con il senno di poi ), che mi svegliò......

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 20:11
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Oggi ho cambiato idea

Sulla tappa, non su Saronni. Che immagino abbia dichiarato che quella tappa contava più del podio solo dopo averla vinta


Infatti, caro Prof,andò proprio così!
Saronni, dopo la conclusione del Giro, dichiarò:" Il mio Giro è finito da tempo:da Campitello Matese. Mi rimane la soddisfazione di averlo salvato con la tappa dei cinque colli, dove ho battuto tutti i migliori. Per me quella tappa vale più del secondo posto alle spalle di Hinault, l'unico che si potesse cercare di conquistare considerata la superiorità del francese".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 20:39
Originariamente inviato da Abruzzese

credo che anche se in futuro sarà riproposta,la tappa del 1949 resterà unica e inimitabile.Ed è giusto che sia così.


All'indomani della vittoria di Saronni Rino Negri fece un confronto tra le tre edizioni della Cuneo-Pinerolo

Nel 49 Coppi vinse con 11'52" su Bartali e 19'14" su Martini
nel 64 Bitossi trionfò infliggendo un distacco di 1'58" ad Adorni e Motta
Nell'82 Saronni superò in volata Hinault e Prim ( e altri 8 corridori)

I tempi e le medie:
Nel 49 Coppi impiegò 9 ore 19'55" alla media di 27,218
nel 1964 Bitossi 8 ore 22'03" alla media di 30,354
Saronni, infine,impiegò 7 ore 35' 49" alla media di 33,434.

L'ultimo arrivato, nel 49, arrivò con un ritardo di un'ora 33' e 55"
nel 64 l'ultimo giunse dopo 38' e 49" e, nell'82, dopo 38'30".


Assegnava un dieci e lode a Coppi, un bell'otto a Bitossi e una sufficienza risicata all'edizione dell'82.

E se la Cuneo-Pinerolo venisse corsa oggi?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 21:57
Originariamente inviato da cancel58

Originariamente inviato da Abruzzese

credo che anche se in futuro sarà riproposta,la tappa del 1949 resterà unica e inimitabile.Ed è giusto che sia così.


All'indomani della vittoria di Saronni Rino Negri fece un confronto tra le tre edizioni della Cuneo-Pinerolo

Nel 49 Coppi vinse con 11'52" su Bartali e 19'14" su Martini
nel 64 Bitossi trionfò infliggendo un distacco di 1'58" ad Adorni e Motta
Nell'82 Saronni superò in volata Hinault e Prim ( e altri 8 corridori)

I tempi e le medie:
Nel 49 Coppi impiegò 9 ore 19'55" alla media di 27,218
nel 1964 Bitossi 8 ore 22'03" alla media di 30,354
Saronni, infine,impiegò 7 ore 35' 49" alla media di 33,434.

L'ultimo arrivato, nel 49, arrivò con un ritardo di un'ora 33' e 55"
nel 64 l'ultimo giunse dopo 38' e 49" e, nell'82, dopo 38'30".


Assegnava un dieci e lode a Coppi, un bell'otto a Bitossi e una sufficienza risicata all'edizione dell'82.

E se la Cuneo-Pinerolo venisse corsa oggi?


Per me oggi si chiuderebbe com una fuga di qualche buon corridore come Garate o Serpa e un arrivo in gruppo di una ventina di corrdiori alle sue spalle.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 22:07
grandissimo coscritto
il 58 è il meglio

mestatore

 
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  postato il 16/01/2007 alle 00:17
Originariamente inviato da mestatore

il 58 è il meglio



1958: nasceva la futura Unione Europea; chiudevano le case chiuse; veniva fondata la Nasa; i Barbudos di Fidel iniziavano la "reconquista" dell'isola; si chiudeva con le fucilazioni il sogno ungherese del '56; in un Golfo Persico lontano anni luce da quello che è oggi, un colpo di stato iniziava a destabilizzare l'Iraq, mentre il dirimpettaio Iran era al massimo scosso dal divorzio dello scià; Pasternak vinceva il Nobel, Roncalli la lotteria pontificia; la Francia approdava alla sua quinta repubblica, il Brasile al suo primo Mondiale; Baldini si tingeva di rosa e di iride, Gaul di giallo; nascevano alcune colonne di questo forum.




(Tra le fonti: Wikipedia)

 
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  postato il 16/01/2007 alle 08:17
Ma perchè non parlare anche dell'Anno Domini 1976 (credo sia anche il tuo caro Admin):

http://it.wikipedia.org/wiki/1976

 

____________________
Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 16/01/2007 alle 12:05
¿sciopero della rai tv in giro italia 1982?
¿in le 3 tappe: pinerolo,boario terme ed monte campione?

 
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Livello Tour




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  postato il 16/01/2007 alle 22:21
Sono molto felice per aver letto bellissime parole per Cancel che sa scrivere ed inserire nel Forum bellissime foto. I suoi articoli li apprezzo molto perchè non sono solo pura cronaca ma sempre ripropongono il cilcismo come poesia e momento di vita intensa sia per chi pedala e suda in sella sia per chi sta a vedere ai lati della strada.
Se pensiamo che chi ama il ciclismo resta per ore sotto il sole (o la pioggia) ad attendere i corridori e poi li vede sfrecciare in pochi secondi e quindi se ne ritorna a casa ripensando ai numeri che è riuscito ad intravvedere per conoscere poi il nome dell'atleta o, se fortunato, ha riconosciuto qualcuno per il colore della maglia o perchè lo conosceva già di persona e si siede davanti al televisore per seguire l'arrivo e rivedere magari chi aveva intravvisto tre ore prima, allora ci rendiamo conto della bellezza di questo sport, della sua umanità, della sua capacità di non appagare mai abbastanza il tifoso.
Per me "Forum" dovrebbe sempre proporre interventi come quello di Cancel chè lasciano trasparire una profonda e vera passione per le due ruote.
Bravo ancora, Cancel!

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 02/09/2008 alle 09:42
cancel58,
mile gracie,il articulo e molto bello,
per favere,tieni oltri articulo similare ?

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 20/01/2009 alle 10:48
cancel58
articoli in spagnolo di tappa di pinerolo:
http://subefotos.com/ver/?fae1dd116a32c22c048201a23dd71238o.jpg

monte campione e boario terme:

http://subefotos.com/ver/?dfe82e2c336978c8dbdf5568942b0ff3o.jpg
http://subefotos.com/ver/?271ec49bcc7325eafc4b355c45d76ad8o.jpg

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 20/01/2009 alle 10:59
scussi le imagine e migliore qui:
pinerolo
http://xs.to/xs.php?h=xs135&d=09042&f=3211747393_ec7450ff13_b212.jpg
monte campione
http://xs.to/xs.php?h=xs135&d=09042&f=3211747397_98cd707a7f_b410.jpg
boario terme
http://xs.to/xs.php?h=xs135&d=09042&f=3211747395_1cb18d5aab_b718.jpg

 
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