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Autore: Oggetto: I ciclisti si ribellano!

Livello Fausto Coppi




Posts: 1502
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  postato il 30/12/2004 alle 13:34
Ecco cosa una delle ultime notizie di tuttobiciweb:

30/12/2004 I ciclisti uniti nella protesta contro il presidente della Fifa

Decisa presa di posizione dei ciclisti professionisti in risposta alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Fifa (la federazione mondiale del calcio) contro il ciclismo.
Ecco il comunicato firmato da Amedeo Colombo, presidente dei professionisti italiani, e da Francesco Moser, presidente dei professionisti mondiali:
“Le Associazioni dei corridori ciclisti professionisti internazionale ed italiana (CPA e ACCPI) hanno appreso con incredulità le sconcertanti dichiarazioni rilasciate dal presidente della FIFA, Joseph Blatter, ad alcuni organi di stampa. A sostegno della tesi secondo cui “nessuno sport” potrebbe “impartire lezioni al calcio”, Blatter si erge a goffo giudice di atleti che praticano discipline a lui, evidentemente, del tutto ignote. Secondo quanto riportato dai media, in riferimento ai corridori ciclisti Blatter si sarebbe chiesto “com’è possibile che si possano correre nello stesso anno Giro, Tour e Vuelta? Uno sforzo così sovrumano richiede un aiuto esterno”.
Ci permettiamo di far notare all’ineffabile Blatter che pressoché nessun corridore disputa nello stesso anno le tre grandi corse a tappe. Un dirigente del suo spessore ha tutto il diritto di non conoscere altri sport (probabilmente da lui ritenuti “minori”) ma dovrebbe, perlomeno, sentire il dovere di documentarsi prima di esprimere giudizi così tracotanti e fuori luogo.
Risulterebbe sin troppo comodo ribattere al padrone del calcio soffermandoci sulle 2-3 partite settimanali disputate per l’intera stagione agonistica dalle “sue” squadre, o sui numerosi casi di doping che hanno colpito atleti e società di primissima grandezza del Pianeta Pallone o, ancora, su piaghe quali la violenza negli stadi, il razzismo, il cosiddetto “doping amministrativo” e così via... Preferiamo limitarci ad osservare che le parole pronunciate da Blatter possono essere frutto di disinformazione o di cattiva fede. Ma sarebbe spiacevole se un uomo della sua levatura si riducesse a sollevare ingiustificati polveroni per coprire le gravi pecche di un movimento che non può certo essere considerato di esempio”.


Lasciatemi dire che condivido in pieno la linea di Moser e compagni...

 
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Livello Sean Kelly




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  postato il 30/12/2004 alle 16:23
Vogliamo perdere tempo a ricordare al SIGNOR Blatter l'elenco di calciatori trovati positivi (molti dei quali, specialmente i più famosi, se la sono cavata con sanzioni ridicole)?
E tutti quelli che per anni e anni sono stati graziati da controlli "pilotati"?
No, appunto, non vogliamo perdere tempo perchè non se lo merita!!!

 
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Non registrato



  postato il 30/12/2004 alle 16:36
Credo che la lettera di protesta sia dovuta, anche se i toni sono forse eccessivamente diplomatici. Le dichiarazioni del massimo esponente del Mondo-Calcio sono importanti ed influenti, quindi la smentita e l'invito a farsi i propri affari doveva essere più marcata.

Forse (e lo sottolineo) anche qui ci sono i cosiddetti discorsi di "convenienza" in cui il calcio può far la guerra a tutti, ma nessuno può farla al calcio, visto che nell'immaginario dirigenziale è il calcio che traina gli altri sport verso la "popolarità"

Siamo stati più diretti, e giusti, Noi del Forum nel thread aperto dall'immenso Morris

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/12/2004 alle 19:09
credo che marco grassi,nel suo splendido corsivo,abbia giustamente apostrofato blatter e tutti gli addetti al lavoro di un mondo pallonaro che sarebbe capace di mettere in secondo piano addirittura un'immane tragedia che ha colpito l'asia ed il mondo intero(con 125000mila morti),e credo che questo sia tutto dire sulla credibilita'e sui valori del calcio di oggi...

 

____________________
Giuseppe Matranga

www.cicloweb.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2006 alle 17:55
Questa volta le proteste dei corridori vanno in direzione della WADA...

Moser pronto a querelare Pound e Wada

MILANO, 10 gennaio 2006 - Con una lettera firmata dal presidente Francesco Moser, il sindacato internazionale dei corridori (CPA) ha reagito duramente alle accuse mosse dal numero uno della Wada Dick Pound, apparse su un quotidiano inglese, sul ricorso generalizzato al doping in seno al professionismo.

"Numerosi ciclisti del gruppo si dopano e solo in pochi si fanno beccare", aveva sostenuto Pound. Ecco la replica: "Lei ha apertamente attaccato lo sport ciclistico e i suoi attori, affermando in particolare che un doping generalizzato esiste in seno alle squadre - si legge nella lettera indirizzata al presidente della Wada -. Nelle sue parole emerge anche la pretesa che l'Unione ciclistica internazionale e i suoi dirigenti ne siano complici".

"La rabbia dei corridori è tanta, anche perché le accuse riguardano il mantenimento deliberato di una condotta contraria all'onore e all'etica sportiva, facendo così passare i ciclisti per bari", conclude la lettera Moser che, a nome del movimento, ha invitato Pound a ritirare pubblicamente le accuse nel giro di dieci giorni dal ricevimento della lettera per evitare che il CPA decida di adire le vie legali.


fonte: gazzetta.it

 

[Modificato il 10/01/2006 alle 18:00 by marco83]

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

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  postato il 10/01/2006 alle 18:00
Tali dichiarazioni non mi sorprendono più di tanto, del resto, se Blatter non capisce una mazza di calcio, come può esprimere giudizi sensati su altre discipline???
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2006 alle 18:11
Beh spero davvero che questo fenomeno ritiri tali accuse infamanti (nonchè superficiali e sbagliate) al più presto....ma guarda te se il ciclismo deve continuare a essere trattato così...

 

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  postato il 10/01/2006 alle 18:18
Mi ricorda quasi il "grande" Giancarlone Ceruti che, il giorno della vittoria di pantani al giro disse al processo alla tappa che per combattere il doping bisognava eccorciare i grandi giri riducendoli a 16 tappe, peccato che chiusero la diretta e non si videro i presenti coprirlo di insulti!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2006 alle 19:36
Blatter è la stessa persona che ha detto nel 2004 che le olimpiadi sono monopolizzate solo da atletica e nuoto...
Giudicate voi...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2006 alle 23:58
Originariamente inviato da marco83

Questa volta le proteste dei corridori vanno in direzione della WADA...

Moser pronto a querelare Pound e Wada

MILANO, 10 gennaio 2006 - Con una lettera firmata dal presidente Francesco Moser, il sindacato internazionale dei corridori (CPA) ha reagito duramente alle accuse mosse dal numero uno della Wada Dick Pound, apparse su un quotidiano inglese, sul ricorso generalizzato al doping in seno al professionismo.

"Numerosi ciclisti del gruppo si dopano e solo in pochi si fanno beccare", aveva sostenuto Pound. Ecco la replica:


Ma cosa ha detto esattamente Pound?
Lo chiedo perchè le frasi virgolettate nel sito della Gazzetta sono evidentemente stupide, ma sinora Pound (e con lui la Wada) mi sembrava di ben altro livello rispetto a Blatter e Ceruti.

 
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  postato il 11/01/2006 alle 00:06
Prof, leggi il post di Marco dove sono riportate le
dichiarazioni di Pound e la lettera di Moser & C.

Capisco il risentimento ma a prendersela con Pound si fa
solo il gioco di Blatter ( e della Juve ? viste le dichiarazioni
di Pond a tal proposito).
Se Moser & c vogliono essere intransigenti allora che facciano anche
lettere contro quei cilcisti beccati in flagranza di doping.
Anche questi infangano il nostro amato sport

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2006 alle 00:21
Originariamente inviato da ProfRoubaix
Ma cosa ha detto esattamente Pound?
Lo chiedo perchè le frasi virgolettate nel sito della Gazzetta sono evidentemente stupide, ma sinora Pound (e con lui la Wada) mi sembrava di ben altro livello rispetto a Blatter e Ceruti.


Originariamente inviato da pedalando

Prof, leggi il post di Marco dove sono riportate le
dichiarazioni di Pound e la lettera di Moser & C.

Capisco il risentimento ma a prendersela con Pound si fa
solo il gioco di Blatter (e della Juve ? viste le dichiarazioni
di Pound a tal proposito).
Se Moser & c vogliono essere intransigenti allora che facciano anche
lettere contro quei cilcisti beccati in flagranza di doping.
Anche questi infangano il nostro amato sport


L'ho letto, e per quello ho chiesto cosa ha detto esattamente.
Da una persona intelligente come Pound mi aspetto che quelle parole siano emerse da un contesto più ampio, e in cui non necessariamente il ciclismo costituiva l'unico capro espiatorio.
Non escludo, in sostanza, che a toppare possa essere stato Moser, che a mio parere sul tema doping troppe volte è stato un garantista un po' troppo sopra le righe.

 
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  postato il 11/01/2006 alle 00:29
Originariamente inviato da ProfRoubaix
L'ho letto, e per quello ho chiesto cosa ha detto esattamente.
Da una persona intelligente come Pound mi aspetto che quelle parole siano emerse da un contesto più ampio, e in cui non necessariamente il ciclismo costituiva l'unico capro espiatorio.
Non escludo, in sostanza, che a toppare possa essere stato Moser, che a mio parere sul tema doping troppe volte è stato un garantista un po' troppo sopra le righe.

scusa mi era sfuggito.
Per il resto mi trovi daccordo (sera gia`capito vero? )

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 11/01/2006 alle 01:37
La guerra al doping non può avere figli e figliastri: deve essere equa, coi medesimi regolamenti su ogni sport. Altrimenti è solo una presa in giro. Ciò che si legge oggi, è il frutto del seminato.

I ciclisti sbagliarono ad accettare, loro per primi e per lungo tempo unici, i controlli sul sangue.
Tutti sapevano che razza di flagello fosse il doping nello sport intero.
Qualcuno lo disse pure e fece una battaglia in questa direzione, ma vinsero gli opportunismi e quei “giochetti” che, insieme, meriterebbero un libro.... Quel qualcuno è stato crocefisso e continua ad esserlo….

I corridori, sempre mal guidati da dirigenti sindacali che definire sui generis è generoso, andarono così dritti allo sputtanamento, ben consapevoli, tra l'altro, che i loro zambottini di intrugli, erano gli stessi che propagavano, direttamente o attraverso discepoli, i medesimi ritrovati sugli atleti delle discipline più varie (alcuni addirittura divenuti dirigenti sportivi trasversali….).

Da quelle giornate, il crescendo nei riguardi del solo ciclismo ha portato il pedale, è inutile negarlo, all'impopolare ruolo di anima nera e di associazione a delinquere dello sport. Prova ne è l'Italia che, sulle orme del ciclismo, ha promulgato una comunque buona legge, rimasta tuttavia unica, nel suo genere, a livello mondiale. Ed infatti, qui da noi, l'impopolarità, ha portato alla fuga degli sponsor dal ciclismo e ad un ridimensionamento tangibile dei suoi reali numeri agonistici. Potremmo dire che l’equazione Ciclismo=Doping, s'è sublimata nella cultura e nel costume del nostro Paese.

Ora, aldilà di altri interessi, potremmo dire internazionali, che non sfuggono, il nostro sport e il suo ambiente, possono facilmente essere presi a pretesto per far vedere, da una parte, che la battaglia al doping si fa e, dall'altra, che c'è una disciplina usabile come agnello sacrificale pronta a rimettere i peccati di tutti....
Dick Pound è una persona intelligente, ma ha già capito i margini possibili del suo ruolo, ed i confini estesi delle discipline potenti, perciò può aver usato nei riguardi del solo ciclismo, ciò che sarebbe giusto dire per tutti. Se vuole, ha un esempio incredibile: per 30 giocatori di calcio juventini fluttuavano 286 farmaci, per 160 corridori del Giro d’Italia, 89. Ma anche il nostro Dick, sa bene che certe pastoie …sono come le P38….

La posizione dell'Associclisti è dunque fuori tempo massimo (almeno di sette anni) per salvare la credibilità del ciclismo, ed è un boomerang nei contesti di oggi, anche perché si proietta verso la WADA e non verso i rispettivi Comitati Olimpici, nonché verso tutte le altre Federazioni.
Ora anche se Pound (le cui dichiarazioni non conosco fino in fondo), ritirasse ciò che ha detto, non cambierebbe la sostanza. Una prova? Quando vedremo le polizie entrare negli spogliatoi di calcio e quando vedremo i calciatori o gli atleti che si apprestano a partecipare alle Olimpiadi di Torino, svegliati alle 5 del mattino per dei prelievi sanguigni, allora veramente le dichiarazioni di Pound potranno essere smontate.
Perchè?
Solo in quel momento altri pescioloni dello sport cominceranno a finire nel pentolone dell'antidoping, ed i ciclisti non saranno più i soli serpenti velenosi. A quel punto, forse, l'opinione pubblica non solo italiana capirà che il doping è un'emergenza, sia per la salute degli atleti e sia per la malavita che muove.
Per ora, il ciclismo è quello che appare attraverso la sua unicità....e se poi aggiungiamo che la principale azienda produttrice di EPO lo sponsorizza, i comunicati dell'Associclisti...dal poco significativo...diventano come colui che sosteneva di andare sulla Luna con una scala...

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2006 alle 12:37
Morris tu dici che i ciclisti sbagliarono ad accettare i controlli del sangue per primi e a quel tempo unici.
Io penso invece che quella scelta è stata giusta e molto importante per il ciclismo, perché ha permesso l'inizio della lotta al doping e ha bloccato l'uso veramente generalizzato del doping ematico.
Come possiamo veder tutti i giorni quella scelta non ha eliminato il doping che può essere sconfitto solo da una scelta consapevole dei ciclisti e degli addetti al lavoro, e non dai controlli e dalle leggi penali, ma ha secondo me messo un grosso freno ad un movimento che stava andando dritto verso l'abisso.
Fare i controlli è sempre giusto anche se porta a conseguenze difficili da accettare e nel caso di Pantani addirittura tragiche (non ho dubbio che Marco abbia iniziato a morire a Madonna di Campiglio).
Io penso che Pantani venne forzato da qualcuno ad osteggiare i controlli del sangue nel 99 per permettere che tutto continuasse come prima. Non credo che Pantani fosse contrario ai controlli perché un corridore di classe cristallina come lui aveva tutto da guadagnare dall'eliminazione del doping.
Non mi stupirei se finalemnte venisse fuori che le stesse persone che lo spingevano a quelle dichiarazioni gli avessero "garantito" che non sarebbe stato colpito dall'antidoping.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2006 alle 14:23
Sul fatto dei controlli la penso come Ottavio.
Per il ciclismo dovrebbe essere motivo di orgoglio il fatto di subire più controlli di qualunque altro sport: non capisco perchè questa situazione debba essere vista come una persecuzione.
Si ha paura delle ripercussioni negative per i fatti di doping? ma chissenefrega!
Il calcio (che è l'unico sport oggettivamente più seguito del ciclismo) presenta talmente tanti lati negativi, e fatti così gravi (risse tra tifosi, cariche della polizia, curve stile Cape Canaveral, giocatori stra-maleducati, caro biglietti e chi più ne ha più ne metta), che al confronto il mondo ciclistico sembra il paradiso terrestre.
Con meno controlli ci sarebbero meno casi di doping, ma siamo sicuri che il nostro sport sarebbe migliore?
E' opinione comune che il ciclismo sia lo sport più sporco: e allora? Dobbiamo guardare a migliorare noi stessi oppure dobbiamo farci belli per gli occhi altrui?

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 24/01/2006 alle 10:05
Riporto testuale da www.tuttobiciweb.it:

23/01/2006 Doping in Italia: positivo il 2,1% degli atleti controllati

Il doping continua a inquinare lo sport in Italia. Il 2,1% dei 1.560 atleti sottoposti a controlli nel 2005, cioe' 32, e' risultato infatti positivo a una o piu' sostanze contenute nella 'lista nera' prevista dalla legge 376 del 2000. Questo uno dei dati presentati questa mattina a Roma dalla Commissione nazionale di vigilanza e controllo sul doping (Cvd), durante l'apertura dei lavori del III Convegno nazionale in corso all'Istituto superiore di sanita'. Gli sportivi trovati 'positivi' sono in maggioranza uomini (29 contro le 3 donne) e, tra le sostanze proibite, le piu' comuni sembrano essere i derivati della cannabis, usata per potenziare le prestazioni e non come droga. Passate al setaccio dalla Cvd 39 federazioni, per un totale di 372 eventi sportivi anche se, precisa Giovanni Zotta, presidente della Commissione, ''il monitoraggio non e' rappresentativo della diffusione del doping all'interno delle singole discipline, ma serve piuttosto a fornire indicazioni sulla necessita' dei controlli''.

I 32 atleti scovati con sostanze proibite nel sangue provengono dalle federazioni di calcio, ciclismo, pallacanestro, pallavolo, nuoto, rugby, tiro con l'arco, danza sportiva, vela, motociclismo, tiro a volo, body building, baseball, softball e bocce.


''La legge 376/00 - spiega Zotta - ha voluto sancire la prevalenza della tutela della salute rispetto a tutti gli altri possibili obiettivi, compreso il mantenimento delle regole di correttezza in ambito sportivo. E spero che le nuove commissioni proseguano su questa strada e con questo spirito''. Quindi una piccola stoccata alla Finanziaria 2006 che ''ha ridotto del 18% i fondi a disposizione della Cvd. Il che significa che la Commissione antidoping dovra' adeguare tutte le sue attivita' per compensare le minori risorse a disposizione''. I controlli sugli sportivi non sono pero' l'unico compito della Cvd che sta trattando con il Cio, il Comitato olimpico internazionale, per una armonizzazione delle normative dei vari Paesi. I prossimi giorni vedranno un incontro tra i rappresentanti di entrambi gli enti, per decidere anche come regolarsi in vista del prossimo appuntamento internazionale, cioe' le Olimpiadi invernali di Torino 2006.
La normativa italiana infatti ''e' sicuramente tra le piu' restrittive a livello mondiale. Tanto che e' attualmente alla firma del ministro della Salute Francesco Storace la revisione della lista delle sostanze proibite prevista dalla legge 376/00'', conclude Zotta. Infine, il presidente dell'Iss Enrico Garaci ha ricordato, nel suo discorso di apertura dei lavori del Convegno, che ''nel 2006, con l'entrata in vigore della legge sulla devoluzione, nasceranno nuovi laboratori regionali che serviranno per effettuare i controlli disposti dalla Cvd. E l'Iss - ha spiegato Garaci - curera' il loro accreditamento''.

Allora è vero che il doping è un problema DELLO SPORT, NON DEL CICLISMO!! Mi chiedo però come mai la eventuale positività di un ciclista venga strombazzata ai quattro venti dalla gran parte dei media, mentre per il calciatore positivo al nandrolone (leggi: nazionale olandese ex Juve ed Inter) sia sufficiente un trafiletto in fondo alla pagina e guai a farlo notare.... Forse è il caso di capire, finalmente, che lo sport è specchio fedele della società in cui si vive, i valori dello sport vengono inquinati dai mali della società nella quale ogni persona, anche gli atleti, si trova a vivere. E' anche il caso di ricordare che un signor atleta, un campione di nome Marco Pantani, è stato triturato da una campagna mediatico/giustizialista senza precedenti SENZA ESSERE MAI RISULTATO POSITIVO AD UN TEST ANTIDOPING, messo alla gogna per un test dell'ematocrito sul quale tuttora vi sono dubbi di attendibilità (vedi dossier Bs numero giugno 2005, di stranezze quel giorno ne rilevarono parecchie). Un articolo che fa pensare ma che fa ritornare alla mente anche una frase: 'regole per sportivi uguali per tutti', che significa anche uguaglianza di trattamento da parte di chi gestisce l'informazione in questo Paese. Perchè una vicenda come quella di Marco Pantani da Cesenatico NON ACCADA MAI PIU'. Ciao a tutti Luke

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 24/01/2006 alle 11:35
A completamento del mio post precedente, specifico che ho parlato del Panta perchè, oltre ad essere il mio mito, ho seguito la sua vicenda e tuttora cerco di documentarmi ed approfondire le mie conoscenze in merito. Ovviamente il discorso va esteso, ci sono altri casi che fanno pensare: penso a Lelli, a Massi, ad esempio. Casi strombazzati, gente massacrata dai media ma poi riabilitata dalle inchieste, prosciolta. Massi ci ha rimesso una maglia a pois, quella del Tour 1998 quando gli venne impedito di concludere il Tour e venne arrestato. Eppure ancora adesso se chiedi a qualcuno di Massi ti risponde 'ah si, quello che venne arrestato perchè si dopava e procurava sostanze ai compagni'.... il messaggio negativo è passato, l'uomo è segnato e la sua dignità lesa. Questo purtroppo accade soprattutto per il ciclismo, altri casi di positività ACCERTATA nel calcio sono passati senza lasciare segno (un esempio: Blasi). Spero vivamente che il ciclismo prosegua in questa linea, che si tuteli e si difenda ora che la Federazione è tornata in buone mani.
 
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