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Autore: Oggetto: Doping e antidoping 2007

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  postato il 19/01/2007 alle 13:33
Originariamente inviato da Felice

Comunque l'interpretazione di questo nuova vicenda é abbastanza semplice se si usa coerentemente il metro di giudizio di questo forum:
l'ASO é in guerra dichiarata con l'UCI ed é all'offensiva. L'esclusione dalla Parigi-Nizza dell'Unibet é stato il primo colpo, questo é il secondo.
"Voi dell'UCI pretendete di battervi contro il doping a muso duro? Noi vi mostriamo che accettate certificati che autorizzano l'uso di sostanze proibite con troppa facilità. Tiè!"



Caro Felice, se questo è sarcasmo, lo trovo un po' fuori luogo.

Saresti in grado di smentire che è in atto una tremenda guerra di poteri tra le varie parti del ciclismo?
Saresti in grado di smentire che questa guerra viene combattuta con tutti i mezzi possibili, compreso (o forse "a cominciare da") l'antidoping?
Assodati questi due assunti di base, non credo che occorra più vivisezionare ogni singolo caso per confermare quanto sopra, anche perché non conosciamo tutti i retroscena per poter asserire con certezza chi abusi e in che modo.
Ma se diamo uno sguardo d'insieme all'intera vicenda, non ci allontaniamo da quanto "questo forum" va dicendo da mesi, e che non viene certo smentito da un singolo caso piuttosto che da un altro. E cioè quello che ho premesso nei due assunti di cui sopra.

Magari c'è chi ci arriva prima, e chi ci arriva dopo (dopo decine di prove, intendo); ma se non ci si arriva, a questa lampante verità che Cicloweb ha intuito e sostiene da mesi e che tu sarcasticamente fai di tutto per confutare, vuol dire che proprio non ci si vuole arrivare.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 19/01/2007 alle 13:41
Marco, mi spiace che tu abbia visto del sarcasmo in quanto ho appena scritto. Del sarcasmo ne ho fatto uso abbondante in passato, molto meno di recente, ed in questo caso non ce n'era neanche una goccia.

Ad ogni modo: tu sei forse certo che questa nuova storia non sia nient'altro che un colpo vibrato dall'ASO all'UCI?

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 19/01/2007 alle 13:51
Ah sì un'altra cosa. Una cosa é prendere atto che si sia una guerra tra UCI e grandi organizzatori: é sotto gli occhi di tutti. Un'altra é vedere ogni singolo evento come un episodio di questa guerra. In "questo forum" é stato asserito che Heras é stato fatto fuori per questa ragione, Landis idem, che tutta l'Operazione Puerto, sin dai suoi inizi, si situa in questo contesto. A te non sembra che ci sia una discreta dose di esagerazione in tutto questo?
 
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  postato il 19/01/2007 alle 14:24
Prendo atto con piacere che non c'era sarcasmo.

Relativamente ai casi Heras e compagni, non possiamo nemmeno escludere che siano atti della guerra in corso.
Non ne abbiamo la certezza, ovvio. Ma quando gli episodi si ripetono, sempre uguali, ciclicamente, il sospetto si trasforma in indizio, se non in prova... e quindi, se del singolo caso non possiamo dire una cosa o l'altra, quando i casi simili si moltiplicano, io direi che qualcosa dobbiamo ammetterla, e che dobbiamo trarne un contesto che ovviamente dal singolo caso non si può intuire.

 
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  postato il 19/01/2007 alle 14:25
Tra l'altro:

Originariamente inviato da Felice

Una cosa é prendere atto che si sia una guerra tra UCI e grandi organizzatori: é sotto gli occhi di tutti.


Lo dicevi anche 6 mesi fa?

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 19/01/2007 alle 14:45
Originariamente inviato da Felice

Originariamente inviato da Omland

Non voglio minimizzare, ma la questione Pereiro potrebbe non essere così come viene presentata dalla stampa.

E' positivo per bassi livelli di un broncodilatatore dichiarato e per il quale aveva l'autorizzazione UCI/WADA. Utilità quasi nulla, procedure regolari: se c'erano dubbi dovevano negargli l'autorizzazione non autorizzarlo e poi spararglòi addosso.


Sono perfettamente d'accordo con Omland: se ritenevano che il certificato non fosse sufficientemente motivato dovevano dirlo subito, non svegliarsi con sei mesi di ritardo.

Comunque l'interpretazione di questo nuova vicenda é abbastanza semplice se si usa coerentemente il metro di giudizio di questo forum:
l'ASO é in guerra dichiarata con l'UCI ed é all'offensiva. L'esclusione dalla Parigi-Nizza dell'Unibet é stato il primo colpo, questo é il secondo.
"Voi dell'UCI pretendete di battervi contro il doping a muso duro? Noi vi mostriamo che accettate certificati che autorizzano l'uso di sostanze proibite con troppa facilità. Tiè!"


Ultimi lanci d'agenzia: Non da 5 mesi era autorizzato, ma dal 2005.
L'agenzia francese antidoping ha avviato la "revisione" del fascicolo Tour in quanto Pereiro non avrebbe risposto a richieste di ulteriori informazioni.

Mi sembra tutto banale, non ci vedo problemi partticolari nè da una parte nè dall'altra.

Mi incuietano invece 2 aspetti:
1. Il tipo di lancio di una notizia "non notizia", con scandalismo immotivato e con noncuranza delle conseguenze negative anche per la persona.
2. I certificati sono una piaga! Al Tour dal 40 al 60% dei corridori presenta un certificato, ma non per bassi dosaggi di un broncodilatatore a breve emivita (come il salbutamolo) ma per sostanze potenzialmente coprenti, derivati cortisonici, ematocrito alto...come mai nessuno ne parla prima della partenza????

Come mai l'UCI invece di fare pollaio senza avviare procedure sui presunti implicati nella O.P. non pubblica i risultati dei controlli WADA degli ultimi 2 anni? Forse perche si vedrebbe l'ematocrito di Basso stabile e quello di altri corridori che invece va su e giù???
Come mai l?UCI invece di attaccare i "paesi mafiosi" non pubblica l'elenco dei corridori che ai test WADA hanno 0 (zero) di eritropoietina nelle urine??? Forse perchè magari invece di Valverde saltano fuori nomi di atleti Quickstep????

Scusate lo sfogo!

Ciao C.

 
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  postato il 19/01/2007 alle 14:48
in apparenza sembrerebbe in effetti una ripicca dell'ASO verso l'UCI, ma solo io in realtà ci vedo un'altro colpo alla credibilità del tour de France, quindi una notizia-non notizia (come dice Omland) funzionale proprio all'UCI?
 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 19/01/2007 alle 15:24
Originariamente inviato da Reggio Emilia

in apparenza sembrerebbe in effetti una ripicca dell'ASO verso l'UCI, ma solo io in realtà ci vedo un'altro colpo alla credibilità del tour de France, quindi una notizia-non notizia (come dice Omland) funzionale proprio all'UCI?


Circoscriviamo i protagonisti.
L'agenzia antidoping francese è indipendente da UCI, ASO e federazione ciclistica francese.
Però chi ha raccolto la notizia e l'ha lanciata è L'Equipe, da cui ASO nasce per spinn off, e che a suo tempo ha lanciato, nei modi che ricordiamo, i test sulle urine di L.A. del '99.

A voi pensare se ci sono dietrologie o se è solo pollaio...

 
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  postato il 19/01/2007 alle 15:35
Omland, il "caso Pereiro" l'ha sollevato Le Monde, non L'Equipe...

 

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  postato il 19/01/2007 alle 15:36
L'Equipe o Le Monde?

La differenza è sostanziale, direi.

Finora avevo sempre sentito parlare di Le Monde.

 
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  postato il 19/01/2007 alle 15:37
Ormai la telepatia tra me e Casaldi è a livelli di guardia... sta nascendo una crasi tra noi due, un essere immondo frutto della somma dei nostri corpi e della differenza tra i nostri cervelli...


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 19/01/2007 alle 15:38
Originariamente inviato da Admin

Originariamente inviato da Felice

Una cosa é prendere atto che si sia una guerra tra UCI e grandi organizzatori: é sotto gli occhi di tutti.


Lo dicevi anche 6 mesi fa?


No. Però é pure vero che 6 mesi fa non facevo interventi volti a stabilire se c'era in atto una guerra oppure no. In genere, e questo é vero pure per i mesi successivi, io mi focalizzavo sui singoli episodi e sulla loro interpretazione. Questo forse é un'atteggiamento riduttivo ma, tutto sommato, non più controproducente di quello di chi insiste a voler considerare tutto quello che accade come un tassello dello stesso mosaico, correndo quindi pesantemente il richio di mettere nel calderone anche fatti che non c'entrano niente. E poi, a volte, questo volere a tutti i costi insere tutto in un quadro globale porta ad evidenti forzature: un'esempio tipico é l'uscita dei nomi dei coinvolti nell'affare Puerto, uscita fortissimamente voluta dall'ASO e non dall'UCI come invece si preferisce cercare di far credere.

Ad ogni modo, la mia sensazione "a pelle" su quanto sta accadendo in questi ultimissimi giorni, é questa. L'ASO si é resa conto che il ciclismo del "Son tutti dopati, embhé checcifrega?" é un ciclismo senza futuro. L'interesse scenderà rapidamente a zero e con l'interesse se ne andranno sponsors, diritti televisivi e tutto il baraccone andrà a bagno.
Stanno quindi cercando di correre ai ripare prendendo (o facendo finta di prendere) la guida della lotta al doping. Per questo hanno riaperto il caso dei certificati medici, cosa che, come dice Omland, non ha senso alcuno a questo stadio. Per questo stanno zitti circa l'atteggiamento che terranno a luglio nei confronti dei Puertisti. In funzione degli eventi, in funzione di quella che considereranno la scelta migliore per i loro interessi e per il Tour, sono capacissimi di sbatterli fuori in blocco, checché ne dica o ne pensi l'UCI. Il Giro di Germania, a questo proposito ha già parlato, quelli del Tour, per ora, stanno quatti quatti, lasciano intendere, senza dire nulla di preciso. No, i grandi organizzatori non sono anime candide e la guerra in atto non é fra i buoni organizzatori e i cattivi dell'UCI. Da una parte e dall'altra c'é solo gente che pensa principalmente, e probabilmente solo, ai suoi interessi.

Ciao

 
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  postato il 19/01/2007 alle 15:43
Processo Cofidis, ecco le condanne. Assolti Lelli e Millar

Il «processo Cofidis» si è concluso oggi al Tribunale di Nanterre con la condanne di numerosi imputati e l'assoluzione per Massimiliano Lelli e David Millar
L’ex massaggiatore Boguslaw Madejak è stato condannato ad un anno di progione, di cui nove mesi con la condizionale, a fronte di una richiesta di «quattro-sei mesi» formulata dal pubblico ministero.
Il presidente del Tribunale Ghislaine Polge ha letto la sentenza che condanna gli ex ciclisti Philippe Gaumont, Robert Sassone, Marek Rutkiewicz e Daniel Majewski a sei mesi di prigione con la condizionale.
Condanna anche per il farmacista parigino Pierre Ben Yamin, unico imputato presente in aula: anche per lui sei mesi e 3.000 euro di multa.
Tutti i tesserati condannati dovranno versare 10.000 euro di ammenda alla Federciclismo francese che si era costituita parte civile.
Respinta invece analoga richiesta di costituzione a parte civile della Cofidis azienda e della Cofidis società sportiva: «le due società - si legge nella sentenza - per la loro presenza nel mondo del ciclismo, per la loro conoscenza di questioni di doping e per l’assenza di misure significative atte a contrastare questo fenomeno, non potevano ignorare i fatti e i rischi, ben noti e più volte denunciati riguardanti queste pratiche illecite».

(fonte: tuttobiciweb.it)

 

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  postato il 19/01/2007 alle 16:04
Giustissimo, Felice, non ci sono santi o mecenati in questa battaglia, ci sono solo parti che difendono i propri interessi.
In ciò, comunque, si può discernere tra chi ha una vista più lunga da chi è del tutto miope e tende a buttare via il bambino con l'acqua sporca.

Noi siamo nel mezzo, non dico che non ci interessi che il ciclismo prosperi, perché sarei ipocrita (è bellissimo vivere della propria passione, non sarò certo lapidato per questa ammissione...), ma di sicuro abbiamo meno interessi da difendere rispetto a certi potentati, e di conseguenza maggior libertà di dire le cose come stanno. Ciò ci porta, al momento, ad appoggiare la linea Di Rocco, non certo il bisogno di accrediti (di cui francamente non sappiamo proprio che farcene) né di altro, né di vicinanza politica all'attuale presidente Fci.

Detto ciò, mi preme però sottolineare come il fatto che tu abbia confutato in passato nostre tesi che poi, alla lunga, si sono dimostrate QUANTOMENO verosimili (stando a quanto tu stesso oggi affermi), dimostri che dopotutto la nostra capacità di analisi della situazione non era così deteriorata. Forse ciò ci può valere un'apertura di credito anche per le cose che affermiamo oggi, non lo so, vedi tu. Non il tifo ci guida, non manie di protagonismo: solo la voglia di capire. E spiegare.

Infine, la questione che tu paventi riguardo alla possibile presa di coscienza di ASO nei riguardi del doping... Tu dici che la filosofia del "c'è il doping, embè?" porta dritto dritto alla tomba del ciclismo... non sono affatto d'accordo, perché abbiamo la riprova che altri sport prosperano MALGRADO i peggiori scandali possibili...

Anzi, ti dirò di più: fino a poche settimane fa credevo che il "popolo" avesse bisogno di almeno una patina di credibilità sullo sport che segue. Oggi non sono più nemmeno convinto di questo, perché allora il calcio non dovrebbe più essere considerato nel panorama della quotidianità della gente, visto quel che è successo...
E per il ciclismo, uguale: c'è una minoranza di appassionati che fa una malattia del problema del doping (giusto perché nel ciclismo se ne parla esageratamente, al contrario di altri sport in cui il doping "non esiste" proprio... se se ne parlasse meno, anche i politicamente corretti come noi starebbero più tranquilli). Il resto, ovvero la maggioranza, vuol solo divertirsi, senza tante menate. E il doping lo vive come un problema non in senso etico, ma semplicemente perché gli rovina il divertimento: it's only rock'n'roll, baby, è solo entertainment, lasciateci giocare, lasciateci divertire, non rompeteci i cogl.ioni con implicazioni morali.
Questo è: "Nel ciclismo c'è il doping. Embè?".

E noi dovremmo lottare contro questi mulini a vento? Preferisco vivere.

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 19/01/2007 alle 16:46
Originariamente inviato da Admin

Ecc...

Anzi, ti dirò di più: fino a poche settimane fa credevo che il "popolo" avesse bisogno di almeno una patina di credibilità sullo sport che segue. Oggi non sono più nemmeno convinto di questo, perché allora il calcio non dovrebbe più essere considerato nel panorama della quotidianità della gente, visto quel che è successo...
E per il ciclismo, uguale: c'è una minoranza di appassionati che fa una malattia del problema del doping (giusto perché nel ciclismo se ne parla esageratamente, al contrario di altri sport in cui il doping "non esiste" proprio... se se ne parlasse meno, anche i politicamente corretti come noi starebbero più tranquilli). Il resto, ovvero la maggioranza, vuol solo divertirsi, senza tante menate. E il doping lo vive come un problema non in senso etico, ma semplicemente perché gli rovina il divertimento: it's only rock'n'roll, baby, è solo entertainment, lasciateci giocare, lasciateci divertire, non rompeteci i cogl.ioni con implicazioni morali.
Questo è: "Nel ciclismo c'è il doping. Embè?".

E noi dovremmo lottare contro questi mulini a vento? Preferisco vivere.


Qualche tempo fà parlando con un ex prof. (1987-1989 gregario) che poi dopo ha saputo farsi strada come brillante imprenditore nel settore telai bici (tanto per dire che nella vita c'è altro dopo il ciclismo...) alla domanda:

LUI:Sai che non si allena + nessuno col fisso !?
IO:...beh ! pazienza
LUI:...Tanto ormai vanno a farmacia.
IO:...Ma tu lo segui + il ciclismo !?
LUI:NO

Tanto per dire che se uno ama il ciclismo (si fà il Gavia con la bufera nel famoso giro 88) ...e non si vede nel insieme che descrivi tù...il ciclismo da TV cioè quello che dici tù non lo guarda nemmeno

 

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Tutto dipende...!


 
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  postato il 19/01/2007 alle 16:51
Caro itammb, infatti io parlo di maggioranza e minoranza. E non credo che la maggioranza degli appassionati si sia fatta il Gavia sotto la neve al Giro dell'88.
 
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  postato il 19/01/2007 alle 17:04
E poi, per inciso, so di almeno un corridore professionista che si allena col rapporto fisso.

 

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  postato il 19/01/2007 alle 17:17
Originariamente redatto da tuttobiciweb.it

Processo Cofidis, ecco le condanne. Assolti Lelli e Millar

[...]
Il presidente del Tribunale Ghislaine Polge ha letto la sentenza che condanna gli ex ciclisti Philippe Gaumont, Robert Sassone, Marek Rutkiewicz e Daniel Majewski a sei mesi di prigione con la condizionale.
[...]
Respinta invece analoga richiesta di costituzione a parte civile della Cofidis azienda e della Cofidis società sportiva: «le due società - si legge nella sentenza - per la loro presenza nel mondo del ciclismo, per la loro conoscenza di questioni di doping e per l’assenza di misure significative atte a contrastare questo fenomeno, non potevano ignorare i fatti e i rischi, ben noti e più volte denunciati riguardanti queste pratiche illecite».


La prima è una pignoleria: Rutkiewicz è un atleta ancora in attività, tesserato per la Professional polacca Intel-Action (si è piazzato bene agli ultimi due Giro di Polonia).
La seconda è una questione molto interessante e direi "giusta": agli "agnellini" dei team ci mancava solo il risarcimento danni da parte degli atleti. Ed un chiaro segnale che la "sede" del team, come luogo fisico di ritrovo e di "training", potrebbe essere un primo passo verso una vera e propria responsabilità diretta dei team (magari passando prima per una responsabilità oggettiva [quindi i team che pagano, non che chiedono i danni]).

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 19/01/2007 alle 17:20
Originariamente inviato da Admin

Noi siamo nel mezzo, non dico che non ci interessi che il ciclismo prosperi, perché sarei ipocrita (è bellissimo vivere della propria passione, non sarò certo lapidato per questa ammissione...), ma di sicuro abbiamo meno interessi da difendere rispetto a certi potentati, e di conseguenza maggior libertà di dire le cose come stanno. Ciò ci porta, al momento, ad appoggiare la linea Di Rocco, non certo il bisogno di accrediti (di cui francamente non sappiamo proprio che farcene) né di altro, né di vicinanza politica all'attuale presidente Fci.


Che voi di Cicloweb portiate avanti una linea che rispecchia fedelmente le vostre idee, in totale libertà e non volta a difendere interessi particolari o ad acquistare credenziali per il futuro, per quanto mi riguarda é talmente evidente che non merita neanche di essere discusso. Sinceramente mi spiace che questo venga messo in dubbio da un altro utente. Penso che sia profondamente ingiusto.

Sulla "linea Di Rocco", vorrei che non ci fossero fraintendimenti: quando é stata pubblicata l'intervista in home page io ho scherzato un po' sul titolo e sono intervenuto invece seriamente esprimendo in mio disaccordo con quanto da lui affermato in un passo dell'intervista. Molte altre cose, particolarmente in relazione all'UCI, erano invece condivisibili.
A Di Rocco rimprovero la linea "perdonista" ad ogni costo nell'affare Puerto. Ovvero indipendentemente da quanto può realmente essere accaduto. Mi puoi certamente ribattere che non posso essere sicuro che lui la pensi veramente così. E' vero. Però é l'idea che mi sono fatta da quello che ho potuto leggere dei suoi interventi su questo tema.

Originariamente inviato da Admin

Detto ciò, mi preme però sottolineare come il fatto che tu abbia confutato in passato nostre tesi che poi, alla lunga, si sono dimostrate QUANTOMENO verosimili (stando a quanto tu stesso oggi affermi), dimostri che dopotutto la nostra capacità di analisi della situazione non era così deteriorata. Forse ciò ci può valere un'apertura di credito anche per le cose che affermiamo oggi, non lo so, vedi tu. Non il tifo ci guida, non manie di protagonismo: solo la voglia di capire. E spiegare.


Non c'é bisogno di un'apertura di credito, perché per me il credito lo avete sempre avuto, così come non ho mai dubitato delle vostre capacità di analisi. E sono assolutamente sicuro del fatto che non sia il tifo a guidarvi. Questo però non significa che io condivida necessariamente quello che dite, anche perché anche a me piace capire. E magari provarmi pure a spiegare.
Che le cose che avete detto fossero ( e siano) verosimili é vero. Però ce ne sono anche altre che sono verosimili e che voi non avete detto o magari avete detto l'opposto. Per esempio é verosimile che l'UCI all'inizio abbia subito l'affare Puerto e che se avesse potuto farne a meno lo avrebbe fatto volentieri. Lo stesso dicasi dell'ASO, che quando ha cominciato a vedere che le notizie pian piano cominciavano a filtrare via la stampa, ha deciso che bisognava scoperchiare il calderone subito. Anche loro ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma lo hanno considerato il male minore. Tira a campà... ecco quello che verosimilmente possono avere fatto le varie organizzazioni coinvolte nella vicenda. E' verosimile no? Magari anche più della teoria del Grande Complotto...

Originariamente inviato da Admin

Infine, la questione che tu paventi riguardo alla possibile presa di coscienza di ASO nei riguardi del doping... Tu dici che la filosofia del "c'è il doping, embè?" porta dritto dritto alla tomba del ciclismo... non sono affatto d'accordo, perché abbiamo la riprova che altri sport prosperano MALGRADO i peggiori scandali possibili...
...
Questo è: "Nel ciclismo c'è il doping. Embè?".

E noi dovremmo lottare contro questi mulini a vento? Preferisco vivere.


Mah, guarda, non ho certezze particolari. Ma non sarei così sicuro che quanto accade negli altri sport funzioni anche nel ciclismo. Il ciclismo é sempre stato fatica, sudore, sofferenza... Dei marziani che dopo aver scalato 5 colli di prima categoria magari ti dicono "peccato che la tappa sia già finita, proprio ora che cominciavo a scaldarmi..." a nessuno gliene importa niente. O forse sì, magari generalizzo quelli che sono solo sentimenti miei.

Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/01/2007 alle 17:52
Originariamente inviato da Felice

Ad ogni modo, la mia sensazione "a pelle" su quanto sta accadendo in questi ultimissimi giorni, é questa. L'ASO si é resa conto che il ciclismo del "Son tutti dopati, embhé checcifrega?" é un ciclismo senza futuro. L'interesse scenderà rapidamente a zero e con l'interesse se ne andranno sponsors, diritti televisivi e tutto il baraccone andrà a bagno.


più o meno è quello che ha sostenuto Moserone qualche riga più su, ma non mi trova completamente d'accordo.

Televisioni e sponsor rimarranno nel ciclismo finchè ci sarà l'interesse della gente.
Il discorso fatto dalla ARD, che non riprenderà il Giro di Germania se vi parteciperanno atleti collegati a Fuentes, secondo me è solo fumo negli occhi: perchè non fa la stessa cosa per il Tour de France, visto che ha intrapreso un'opera di così alto spessore morale?
Forse perchè il Tour garantisce ascolti che il Giro di Germania nemmeno si sogna, ed è difficile rinunciarvi.
La mia opinione, quindi, e che finchè la gente non si stancherà di questo ciclismo (ed è difficile, visto che ormai si è fatto il callo a tutto) non ci saranno problemi nè per le televisioni nè per gli sponsor.

D'altronde in passato ci sono stati già altri sport con credibilità molto scarsa, che sono andati avanti senza problemi.
Mi viene in mente il pugilato nel periodo in cui le infiltrazioni mafiose erano fortissime: si sapeva che una certa parte dei match era già decisa in partenza, ma la boxe è stata seguitissima finchè non si è spezzettata in 5 o 6 sigle e non ci si è capito più nulla.
Potrei aggiungere l'ippica, che in quanto a imbrogli (doping compreso) non ha nulla da invidiare a nessuno; ma anche lo stesso calcio, oppure l'atletica ed il nuoto degli anni 80, dove c'erano due gare in una: la prima riguardava atleti della DDR, dell'URSS e più tardi della Cina, la seconda riguardava tutti gli altri.

Più del doping, mi fa paura (e qui ripeto quanto ho scritto sopra) il caos che deriva da queste scoperte a scoppio ritardato: il caos ha distrutto il pugilato, ha rischiato di distruggere il tennis ai tempi della divisione professionisti/dilettanti (e praticamente impose i tornei open) e potrebbe portare conseguenze terribili anche al ciclismo.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 19/01/2007 alle 18:19
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Omland, il "caso Pereiro" l'ha sollevato Le Monde, non L'Equipe...


Sono appena rientrato ed ho verifivato di aver citato la fonte sbagliata: SORRY!!!

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 19/01/2007 alle 18:38
C'è la replica di Pereiro che si dice tranquillo.

 

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"I giovani devono credere in noi. Già da qualche anno l’ambiente è migliorato. E se continuiamo a crederci... Bisogna lanciare il messaggio, dobbiamo far capire che abbiamo voglia di cambiare" Damiano Cunego

www.dopingfree.org

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 19/01/2007 alle 19:00
Secondo l'Ansa, stamane con un fax dalla Spagna (oddio, mi ricorda qualcuno...) Pereiro ha inviato all'Agenzia francese antidoping la documentazione medica che gli avevano richiesto.

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 19/01/2007 alle 19:45
Riassumiamo:

L'agenzia antidoping francese prende atto delle 2 positività per un broncodilatatore di Pereiro e fa il suo dovere: chiede la documentazione

Il Pereiro (un "tordo" a questo punto!) o la sua squadra non sono capaci dopo 3 solleciti di fare un fax e si scantano solo dopo che la procedura fa il suo corso normale, viene cioè avviato un possibile indictment

Solo per il fatto che la notizia è di dominio pubblico Pereiro e la squadra alzano il nobilissimo fondoschiena!
Pereiro ha l'autorizzazione dal 2005!!!

Si potrà ragionare se sia giusto o sbagliato ma il male del ciclismo è anche in questa mancanza di professionismo (non si critichi L.A. a questo proposito!) che apre la strada a questi fenomeni allo stesso modo in cui apre la porta a certi stregoni (secondo me sono 2 facce della stessa medaglia: l'improvvisazione!)

Certo chi ha costruito la notizia da tutto questo...viene tristezza a rileggere i titoli che erano usciti ieri

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 13:51
DOPING - Bild: Kloeden vincitore Tour 2006?

20/01/2007 Berlino - sabato 20 gennaio 2007 – “Sarà Kloeden il vincitore del Tour 2006?”: con questo titolo nelle pagine dello sport la Bild riferisce degli ultimi clamorosi sviluppi nella vicenda del doping al Tour de France dello scorso, non escludendo che la vittoria possa essere assegnata ora al tedesco Andreas Kloeden, giunto terzo al traguardo di Parigi.
Dopo il vincitore, l'americano Floyd Landis, squalificato per doping, anche per lo spagnolo Oscar Pereiro - giunto secondo e al quale era stata assegnata la vittoria finale - vi sono ora infatti sospetti di doping, come riferito da Le Monde.
«Il terzo classificato Andreas Kloeden sarebbe così all'improvviso il vincitore del Tour del France 2006. Pazzesco», scrive il quotidiano popolare che - accanto a una foto grande di Kloeden impegnato sull'Alpe d'Huez davanti a Landis - pubblica anche quella più piccola della cerimonia di premiazione sugli Champs Elysees il 23 luglio scorso.
Sulle figure di Landis e Pereiro sul podio il giornale ha apposto la scritta “Gedopt?” (Dopato) con il punto interrogativo, mentre su quella di Kloeden si legge “Sauber!” (Pulito) con il punto esclamativo. Mah! Aggiungiamo noi.

http://www.ciclonews.it

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 19:49
Fossi Kloden, inizierei a preoccuparmi........
 
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  postato il 20/01/2007 alle 19:54
Hahahah Ottavio.

Avete notato il modo in cui si chiude la notizia d'agenzia data da Ciclonews?
Da un po' di tempo mi pare di notare un certo maggior coraggio, una certa sfacciataggine, anche, da parte degli organi di stampa, nel trattare queste notizie.
Oso: mi pare che sia diminuito il livello di ipocrisia in generale in chi racconta il ciclismo. Mi pare che ci sia più maturità.

Sono molto contento di ciò.

 
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  postato il 20/01/2007 alle 19:57
E' vero Admin. Ultimamente pare che ci sia meno ipocrisia. Ogni tanto si leggono frasi che fanno riflettere di più. Non più solo il fatto raccontato asettico.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 20:39
c'è ancora tanta strada da fare, purtroppo...e non è detto che porti a qualcosa di buono.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 23/01/2007 alle 13:02
Belgio, pesanti accuse di doping contro Patrick Lefevere

Patrick Lefevere nella bufera. A chiamare in causa il team manager della Quick Step e presidente dei Gruppi Sportivi è il quotidiano belga Het Laatste Nieuws che stamane - sotto il titolo pesantissimo: Lefevere, trent’anni di doping - pubblica le testimonianze di otto persone, sei delle quali hanno chiesto di restare anonime, che accusano Lefevere di pratiche dopanti. Un testimone - che viene presentato come medico italiano che ha lavorato alla Mapei - ha dichiarato: "Gli ormoni della crescita venivano acquistati nelle farmacie, l’EPO era ordinata via internet. I corridori sapevano che, per una buona stagione, servivano dai 20.000 ai 30.000 euro. Lefevere era al corrente di questo traffico, lo ha seguito e lo approvava».
E un altro aggiunge: «Lefevere ha chiuso la sua carriera agonistica perché era diventato dipendente dalle anfetamine». Poi, scrive il giornale, diventato direttore sportivo ha istituito la pratica del doping.
Patrick Lefevere - ricorda il quotidiano fiammingo - è nato il 6 gennaio del 1955 ed è stato professionista dal 1976 al 1979. cogliendo la sua vittoria più bella nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne del 1978. A soli 25 anni ha lasciato l’agonismo diventando direttore sportivo della squadra per cui correva, la Marc-Zeepcentrale. In seguito ha lavorato per Capri-Sonne, Lotto e GB-MG. Negli anni Novanta è passato alla Mapei e dal 2003 è alla guida della QuickStep.
Da parte sua Lefevere ha reagito duramente alle accuse e, interpellato da vari media belgi, si è difeso dicendo: «Ho acquistato anfetamine, ma il resto è una pura invenzione». Il manager della QuickStep-Innergetic ha anche annunciato l’intenzione di adire per vie legali.

Het Laatste News - sports.be

Un solo commento, ma accoratissimo: DIO ESISTE!!!

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 23/01/2007 alle 14:06
Dai Luke: non fare il mafioso
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/01/2007 alle 17:23
questione da seguire con interesse e preoccupazione visto che e' il ds del campione del mondo in carica?
 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 23/01/2007 alle 18:39
Originariamente inviato da barrylyndon

questione da seguire con interesse e preoccupazione visto che e' il ds del campione del mondo in carica?


Più che altro da seguire con attenzione, perchè questo 'signore' è colui che pretende l'applicazione del 'codice etico' e la sospensione dei corridori, nonchè il consenso a fornire il Dna.... secondo voi si sospenderà da solo, visto che è così coerente????? A me risulta che abbia già dato mandato ai legali per denunciare il giornale. Quello che mi fa ridere è quel «Ho acquistato anfetamine, ma il resto è una pura invenzione»... poveraccio, dai, cosa vuoi che sia un'anfetamina!!

Per Omland: a chi dicesti mafioso, amiiiaaa? Mìììì......

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 23/01/2007 alle 19:46
Cari Amici,

E' vero che ha annunciato di aver dato mandato ai legali...bella dichiarazione, ma tra il dire ed il fare...

Adesso, il paladino dei paesi del nord Europa, quelli virtuosi rispetto a noi mafiosi, deve dimostrarci che sono tutte balle! ...come dice giustamente Luke vogliamo che applichi a sè stesso quello che pretende dagli altri!

Intanto tra lui e il suo direttore sportivo Museew non è che costituiscano sto gran pulpito!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/01/2007 alle 20:33
io non vorrei che venisse tirato in ballo il paolino nazionale,invece...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/01/2007 alle 02:10
da www.cyclingnews.com

Museeuw admits to dishonesty, resigns from Quick Step
By Brecht Decaluwé

Quick Step-Innergetic's public relations officer Johan Museeuw has confessed to not being "100 per cent honest" during the final year of his cycling career, in what is generally being interpreted as an admission to doping. Although not being specific about his methods, Museeuw announced his resignation from the team effective immediately at a press conference called in Kortrijk. The revelation follows on from the controversy caused by a series of articles run in the Belgian newspaper Het Laatste Nieuws yesterday which allege that Quick Step-Innergetic's Patrick Lefevre has had '30 years in doping'.
"I wanted to end my career in style, that's why I did things which were wrong," the 1996 world champion said during the press conference. "During the preparation of some important races I didn't always play the game 100 per cent honest."
According to Museeuw's lawyer, Jozef Lievens, Wouter Vandenhaute, who was an occasinal training partner of the former world champion, sent an email to Het Laatste Nieuws reporter Jean-Marie Dedecker - a notorious anti-doping crusader. "Not all the stories which are circulating are correct," noted Museeuw. "But what Wouter Vandenhaute wrote in a mail, is correct in big lines."
In 2004 Museeuw almost won Paris-Roubaix until a flat tyre shattered his hopes for a fourth victory at the event.
Besides the world championship title in Lugano the Lion of Flanders has won eleven classics in the former World Cup and was enormously popular in Flanders, hence the nickname. His popularity dropped when he was found guilty for his involvement in the Landuyt affair by the Belgian Cycling Federation and banned from the sport for two years based on SMS traffic between Museeuw and his doctor.
In 2005 the judicial authorities sent Museeuw to court for the possession of drugs, but there is still no verdict in this case.
The Belgian also commented on the Lefevre accusations, a story he calls, "a new sad highlight," in a dragging witch hunt. "But I realise that I added to all of this. I did things that weren't appropriate. I'll keep fighting for a clean sport but I can't put right what has been done," Museeuw said.
The former champion ended with an appeal: he hopes the media will stop smearing the cycling sport.
"I have taken enough insults in the past," Museeuw concluded, requesting that the media now leave he and his family alone.

 
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  postato il 24/01/2007 alle 08:56
c'e anche 1 articolo sulla gazzetta.it

Museeuw: "Mi sono dopato"
Clamorosa ammissione del belga campione del mondo nel '96, ritiratosi nel 2004 dopo una carriera con 12 successi nelle Classiche: "Volevo chiudere in bellezza, nel 2003 cedetti"
Johan Museeuw, oggi 41 anni, vince nel 2003 l'Het Volk, ultimo successo si una carriera superBRUXELLES, 24 gennaio 2007 - Altra bufera doping sul ciclismo. E questa volta a essere travolto è il Belgio. Johan Museeuw, campione del mondo 1996, il più grande cacciatore di classiche degli anni Novanta, ieri sera in un’improvvisata conferenza stampa a Courtrai ha confessato: "Volevo chiudere la mia carriera in bellezza e quindi nel 2003 ho fatto uso di sostanze vietate per riuscirci. Non sono stato corretto. Ho fatto un gioco sporco". Tutti i particolari sono rivelati nell'articolo pubblicato oggi dalla Gazzetta dello Sport.
In quella stagione, nella quale vinse quattro corse tra cui l’Het Volk, il belga vestiva la maglia della Quick Step-Davitamon.
Museeuw, che con tre Fiandre e tre Roubaix è una leggenda del ciclismo fiammingo, è stato chiamato alla scoperto dalla seconda puntata dell’inchiesta doping condotta dal quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws, che questa mattina sarà in edicola con una lettera scritta dallo stesso corridore nel 2005, in cui ammette di essersi dopato.
IL PROCESSO Johan Museeuw è nei guai anche di fronte alla legge, visto che è stato rinviato a giudizio per detenzione di prodotti dopanti, tra cui Epo, Dexomethasone e Aranesp. I fatti risalgono a una perquisizione effettuata nell'agosto del 2003. Poi, nel 2004, quando a 38 anni aveva già smesso di gareggiare, il belga era stato sospeso dalla giustizia sportiva belga per quattro anni, di cui due effettivi.

 

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Gianni



 
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  postato il 24/01/2007 alle 11:15
Ah beh dai, questo mi conforta..
Vuol dire che Museeuw prima del 2003 era pulitissimo...
Come no.. Se è vero che quasi tutti i prof fanno uso di sostanze dopanti, diciamo che i belgi hanno una certa tradizione...
Come non sopporto queste false ammissioni...

 
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  postato il 24/01/2007 alle 12:33
Pugilato: Nino sospettato di doping

CITTA' DEL MESSICO - Il campione del mondo Wbc dei minimosca, il messicano Oscar Nino, e' sospettato di aver fatto ricorso a sostanze dopanti e potrebbe essere privato del titolo. Tracce di anfetamine, ha reso noto la Wbc, sono state trovate nelle urine del pugile in seguito ad un controllo della commissione medica del Nevada dopo il combattimento per la difesa del titolo contro l'hawaiano, il 18 novembre scorso a Las Vegas. Un secondo controllo, eseguito dal laboratorio dell'Universita' della California, ha inoltre confermato la positivita' di Nino. (Agr)

(fonte: gazzetta.it)

 

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  postato il 24/01/2007 alle 12:36
Le dichiarazioni di Musseuw mi fanno proprio ridere!!!

Mi sembrano tanto le giustificazioni che davo alle elementari quando non facevo i compiti!

"mi avete beccato nel 2003? Cavolo proprio l'anno che avevo deciso di usare pratiche dopanti,che sfiga!"

Ma dai!!!!!!!
Che tristezza!!!!!!

 

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DAvide

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Elite




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  postato il 24/01/2007 alle 12:36
ECCO QUA ANCORA LE SOLITE NOTIZIE..... SEMPRE PIù FANGO....

24/01/2007 Belgio: sotto accusa finisce tutta la Quick Step

Nuova giornata difficile per il ciclismo. Un corridore - rimasto anonimo - della Quick Step ha confermato le accuse pubblicate ieri dal quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws sotto il titolo “Lefevere, trent’anni di doping”.
«Accade ancora oggi, me lo ha confermato il corridore in questione al telefono - scrive il giornalista Maarten Michielssens - : Lefevere ne è al corrente, così come il dottor Yvan Van Mol».
Il corridore non parla solo di Epo, ma anche delle cosiddette “droghe delle feste”, vale a dire cocaina, speed e xtc.
E Michielssens nel suo articolo aggiunge: «Perché questo corridore punta il diro contro il suo capo? Per dirla con le sue parole “Lefevere crede di essere il Bill Clinton del gruppo. Se la prende con tutti, ma deve stare attento alle reazioni...”».
Secondo il corridore nella Quick Step ci sarebbero tre tipi di atleti: quelli che lavorano nella prima parte della gara che non prendono nulla di proibito, i gregari fidati che si aiutano un po’ e i campioni che spendono molto e assumono sostanze illecite: il tutto sarebbe orchestrato direttamente dalla squadra.

Il quotidiano Het Laatste Nieuws ha anche pubblicato una mail nella quale Johan Museeuw confessa di aver fatto uso di doping (lo stesso corridore lo ha annunciato ieri sera in una improvvisata conferenza stampa). «Si tratta di una mail dell’11 febbraio 2005» ha precisato Maarten Michielssens. «Allora Johan avrebbe voluto confidare i suoi segreti, ma il suo datore di lavoro, Patrick Lefevere, si oppose».
«Sono assolutamente certo delle mie fonti - continua Michielssens, senza le quali non avrei potuto scrivere una storia come questa. E non si tratta di un regolamento di conti. Ho letto che tra le mie fonti ci sarebbe il senatore Dedecker, ma non è così».
Ricordiamo che il senatore Dedecker aveva accusato Tom Boonen di aver assunto prodotti dopanti in Italia durante uno stage nell’inverno scorso ed era stato querelato dal corridore e dalla Quick Step.

FONTE: TUTTOBICIWEB.IT

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/01/2007 alle 12:51
Adesso non ci resta che aspettare che qualche magistrato belga apra un'inchiesta basandosi sugli articoli di giornale, e poi ci faremo due risate con le giustificazioni che tirerà fuori il sig. Lefevere.

Magari si scaglierà anche lui contro il codice etico.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 24/01/2007 alle 13:29
Sempre + barilate di mer.da......dopo tutto...non mi basta..!

...a questo punto nel professionismo...che ben venga...anzi facciamoci pure un reality dove i mono palla se là mettono nelle vene in diretta...così si fà più share...lo sponsor guadagna...e i dummy fun sono felici...!

Legaliziamola...no la Maria..che la santità c'è la già...ma la chimica...!

Mono palla del mondo UNITEVI..!

 

[Modificato il 24/01/2007 alle 13:37 by itammb]

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Tutto dipende...!


 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 24/01/2007 alle 13:49
Da buon Pantaniano, dopo essere stato tacciato di estremismo anche in questo forum tempi addietro, dovrei dire che il ciclismo ed i ciclisti hanno quello che si meritano e dovrei solo sperare che il peggio deve ancora arivare, ed invece tutto ciò mi mette solo una gran tristezza.... solo una gran tristezza.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/01/2007 alle 15:10
Piuttosto, avete sentito della Dahiba (mezzofondista francese) beccata in aeroporto con fiale di ormone della crescita?

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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