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Muore Isaac Galvez
lozarpavel - 26/11/2006 alle 09:56

Dramma in pista questa notte a Gand. Nel corso dell'ultima prova della notte, infatti, una caduta ha coinvolto lo spagnolo Isaac Galvez. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, il corridore è stato rianimato in pista ma è deceduto durante il trasporto all'ospedale a causa dei traumi riportati. La Sei Giorni di Gand è stata sospesa e non riprenderà. Galvez aveva 31 anni su pista aveva conquistato due titoli mondiali ma sapeva difendersi molto bene anche su strada: quest'anno con la maglia della Caisse d'Epargne aveva vinto tre corse. tuttobiciweb.com


Lore_88 - 26/11/2006 alle 09:58

:o Condoglianze alla famiglia.


Subsonico - 26/11/2006 alle 10:03

No....poveraccio...sono senza parole


lozarpavel - 26/11/2006 alle 10:07

E' una vera tragedia, Galvez un buon velocista che se ne va a 31 anni. Mah.........:gluglu::^o^


Lopi - 26/11/2006 alle 10:16

Che dire..... :(:(:(:( è stata certamente un decisione di buon gusto da parte degli organizzatori della sei giorni di Gand quella di annullare la gara. Eccolo battere Erik Zabel a Criterium International 2005 [img]http://grahamwatson.com/gw/imagedocs.nsf/images/05critinterSt1/$file/13.jpg [/img]


maurofacoltosi - 26/11/2006 alle 10:27

Galvez era il corridore che scivolò per primo nel finale della tappa di San Donà di Piave del Giro del 2003. Subito dietro aveva Cipollini che finì a terra pure lui.


bauschan - 26/11/2006 alle 10:45

Condoglianze sincere ai famigliari di Galvez per la tragedia che li ha colpiti :gruppo:


Maracaibo - 26/11/2006 alle 11:02

Sono senza parole... Avevo parlato con lui alla sei giorni a Monaco due settimane fa, la prossima estate avrebbe dovuto partecipare alla Sei giorni di Fiorenzuola....


faxnico - 26/11/2006 alle 11:06

Ma porca la miseria! :(:(:(:( Sentitissime condoglianze alla famiglia. Riguardo al riferimento di Facoltosi alla tappa di San Donà. Io quel giorno ero giusto dietro la transenna dove è scoppiato il (previsto) finimondo. La pericolosità di quella curva era a dir poco palese. "Ma che cacchio succede qua se cadono due gocce di pioggia?" (splendeva ancora un bel sole). Non l'avessi mai detto... quanto freddo ho patito... Ne conservavo comunque un bel ricordo, il quale puntualmente riaffiorava ogni volta che vedevo Galvez in azione. :(


marco83 - 26/11/2006 alle 13:36

Nooo, accidenti... povero Galvez! :( Sentite condoglianze alla sua famiglia... e che possa riposare in pace! :^o^


Monsieur 40% - 26/11/2006 alle 13:39

[i]«...Nella preparazione della volata mi stupiscono le qualità di Gálvez, che affronta le curve neanche fosse Valentino Rossi; non sfiora neanche il freno, non gli passa proprio per la testa...»[/i] (Diario di Colli dal Giro di Aragona 2005 - http://www.cicloweb.it/art299.html ) :(


lozarpavel - 26/11/2006 alle 13:42

se qualcuno capisce il dutch, sul sito del quotidiano sportivo piu' famoso in belgio c'e' un articolo dettagliato. Povero Galvez, che brutta fine..... http://www.hln.be :gluglu:


super cunego - 26/11/2006 alle 13:53

[quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] :o Condoglianze alla famiglia. [/quote] Sposato da sole tre settimane:gluglu::gluglu::gluglu::gluglu: CONDOGLIANZE


W00DST0CK76 - 26/11/2006 alle 14:13

Sono davvero costernato, altro non posso che associarmi al dolore della famiglia e dei suoi cari.


laperla - 26/11/2006 alle 15:46

Alcune foto di Isaac Galvez ai 6 giorni di Gent. [img]http://www.cyclingnews.com/photos/2006/nov06/gent06/gent063/Gent063C_043.jpg[/img] [img]http://www.cyclingnews.com/photos/2006/nov06/gent06/gent061/driving.jpg[/img] [img]http://www.cyclingnews.com/photos/2006/nov06/gent06/gent061/keepinganeyeonrace.jpg[/img] (fonte: cyclingnews.com)

 

[Modificato il 26/11/2006 alle 16:05 by Monsieur 40%]


omar - 26/11/2006 alle 16:05

[b]Marco Villa sotto choc: La morte di Galvez mi lascia incredulo[/b] «Il suo manubrio si è agganciato con quello del belga De Fauw mentre stava rimontando il gruppo: le biciclette sono andate per conto loro e Galvez è andato a sbattere dritto per dritto contro la balaustra in fondo alla pista. Ha perso subito conoscenza e hanno tentato di rianimarlo, il che era già una cosa grave. La caduta però non sembrava una cosa gravissima, abbiamo pensato a uno svenimento: parlano di emorragia interna, di spappolamento della milza...». E' ancora sotto choc Marco Villa, pistard italiano già iridato con Martinello nell'americana, testimone della tragedia. «Non riusciamo a credere come sia potuto succedere, non ho memoria di tragedie del genere nel ciclismo su pista - ha aggiunto -. Era un tipo tranquillo, un velocista come tanti, magari un po' kamikaze. Ma nelle competizioni all'americana certi rischi non ci sono perché siamo sempre tutti in fila, non è una disciplina pericolosa». (fonte:tuttobiciweb.it)


Luha - 26/11/2006 alle 16:22

Incredibile!:(:( mi dispiace un sacco:(


stress - 26/11/2006 alle 16:35

.................... :(


Laura Idril - 26/11/2006 alle 17:07

:gluglu::gluglu::gluglu: Condoglianze alla famiglia... era così giovane...


cassius - 26/11/2006 alle 17:10

E' sempre triste quando un corridore muore, soprattutto da giovane e facendo il suo mestiere... però non mi è piaciuto l'articolo di Marco Grassi. Non si può cavalcare la tragedia di Galvez per sparare "materia organica poco nobile" contro l'UCI. Stavolta la tanto vituperata federazione internazionale non c'entra. E' stata una fatalità. Queste cose succedono dappertutto. Per quanto riguarda le protezioni, so che può sembrare un discorso un po' cinico ma bisogna sempre cercare il giusto compromesso tra protezione e comfort. Anche perchè il comfort stesso influisce sulla sicurezza. L'idea di mettere placche di protezione per le clavicole, il mento, ecc. non sarebbe un problema tanto per la riconoscibilità (al tempo dell'introduzione del casco obbligatorio, Cannavò disse che la gente avrebbe riconosciuto Pantani anche con uno scafandro addosso), ma per le capacità stesse di movimento dei corridori, per la loro traspirazione, ecc. tutte cose che influenzano la lucidità e che rischierebbero di impedire quelle manovre che anche noi tapascioni facciamo e che ci salvano la pellaccia (chi non ha mai fatto uno scarto improvviso per evitare un frontale con una macchina? per dire...) Non siamo in moto o sugli sci, dove ci si può mettere addosso placche gusci e tute in tessuti antistrappo! Il casco obbligatorio è un'altra storia, di caschi se ne vedevano da almeno 50-60 anni e con l'evoluzione della tecnica ormai un casco pesa neanche 2 etti e non lo senti nemmeno. Per quanto riguarda l'evoluzione della sicurezza in bici, siamo ben lontani dal Giurassico. Provate a scendere un colle agli 80 all'ora con una bici di 30 anni fa e con una di oggi e mi direte se "qualcosa" non è cambiato. Quando succede una disgrazia, non è il caso sempre di cercare di dimostrare che siamo più intelligenti e che con le nostre idee non sarebbe accaduta. A volte anche il silenzio e il semplice cordoglio vanno bene.


Abruzzese - 26/11/2006 alle 17:23

Isaac aveva quella sana pazzia che solo i velocisti e nello specifico i pistard sanno avere.In questi anni ha saputo conquistare il mondo con l'inseparabile Juan Llaneras.Nelle volate su strada era temuto proprio per quel suo essere spericolato ed è proprio per questo che mi era simpatico.Quando il Giro fece tappa a Chieti nel 2001 lo chiamai e mi salutò sorridendo.Pensare che era sposato da neanche un mese :gluglu::gluglu:. Condoglianze :^o^


Radja - 26/11/2006 alle 17:55

In questi momenti non sai mai quali siano le parole giuste perchè il dolore prevale sempre :gluglu:


janjanssen - 26/11/2006 alle 18:00

il ciclismo è uno sport pericoloso. è un miracolo, dovuto alla straordinaria abilità dei corridori, che avvengano relativamente pochi gravi incidenti. cordoglio per l'uomo, per la moglie. riposa in pace isaac. :gluglu::(


Donchisciotte - 26/11/2006 alle 18:31

E' vero il ciclismo è uno sport pericoloso e i ciclisti sono straordinariamente abili e coraggiosi e meriterebbero TUTTI il rispetto di tutti. Mi dispiace molto per questa nuova morte di un ragazzo che tutti i giorni metteva, come i suo colleghi, in gioco se stesso e la sua vita.


lucius - 26/11/2006 alle 19:06

Nooo ... ho appena sentito la notizia al TG3 della sera. Ma come è possibile? ... un funambolo pazzoide come lui, paragonabile al miglior McEwen, sopravvissuto a centinaia di volate ai 70 all'ora su strada, che muore in pista?! Sicuramente è successo qualcosa di anomalo, qualcosa di imprevedibile ... e quando non ci sono i freni da tirare bisogna solo chiudere gli occhi e sperare nel meno peggio. Quanto mi dispiace, per l'ennesima volta abbiamo perso un eroe ... non esistono faccine per il mio stato d'animo


Morris - 26/11/2006 alle 19:49

Prima di tutto, le più sentite condoglianze alla famiglia! Da quello che s'è letto, in particolare le dichiarazioni di Villa, la dinamica della caduta è stata completamente anomala. La morte non è sopraggiunta per una frattura del cranio, come capitò a Stan Ockers nel lontano 1956 (tra l'altro caduta molto banale), ma dall'urto del corpo con la balaustra, che ha provocato al povero Galvez, una vasta emorragia interna con probabile spappolamento della milza. Come evitare simili incidenti? Direi che è pressochè impossibile. Ciò non toglie che il problema della sicirezza si ponga nel ciclismo, in particolare per quello su strada (la pista, infatti, aldilà dell'apparente pericolosità ha mietuto vittime in numero infinitesimale rispetto alla strada). Ti sia lieve la terra Isaac.


antonello64 - 26/11/2006 alle 22:00

notizia che mette addosso una infinita tristezza


gigio83 - 26/11/2006 alle 22:19

assolutamente senza parole.....


Zillo - 26/11/2006 alle 22:50

[quote][i]Originariamente inviato da cassius [/i] E' sempre triste quando un corridore muore, soprattutto da giovane e facendo il suo mestiere... però non mi è piaciuto l'articolo di Marco Grassi. Non si può cavalcare la tragedia di Galvez per sparare "materia organica poco nobile" contro l'UCI. Stavolta la tanto vituperata federazione internazionale non c'entra. E' stata una fatalità. Queste cose succedono dappertutto. Per quanto riguarda le protezioni, so che può sembrare un discorso un po' cinico ma bisogna sempre cercare il giusto compromesso tra protezione e comfort. Anche perchè il comfort stesso influisce sulla sicurezza. L'idea di mettere placche di protezione per le clavicole, il mento, ecc. non sarebbe un problema tanto per la riconoscibilità (al tempo dell'introduzione del casco obbligatorio, Cannavò disse che la gente avrebbe riconosciuto Pantani anche con uno scafandro addosso), ma per le capacità stesse di movimento dei corridori, per la loro traspirazione, ecc. tutte cose che influenzano la lucidità e che rischierebbero di impedire quelle manovre che anche noi tapascioni facciamo e che ci salvano la pellaccia (chi non ha mai fatto uno scarto improvviso per evitare un frontale con una macchina? per dire...) Non siamo in moto o sugli sci, dove ci si può mettere addosso placche gusci e tute in tessuti antistrappo! Il casco obbligatorio è un'altra storia, di caschi se ne vedevano da almeno 50-60 anni e con l'evoluzione della tecnica ormai un casco pesa neanche 2 etti e non lo senti nemmeno. Per quanto riguarda l'evoluzione della sicurezza in bici, siamo ben lontani dal Giurassico. Provate a scendere un colle agli 80 all'ora con una bici di 30 anni fa e con una di oggi e mi direte se "qualcosa" non è cambiato. Quando succede una disgrazia, non è il caso sempre di cercare di dimostrare che siamo più intelligenti e che con le nostre idee non sarebbe accaduta. A volte anche il silenzio e il semplice cordoglio vanno bene. [/quote] Hai ragione cassius... io sono d'accordo con te... questa è una disgrazia. Punto. Conodglianze alla famiglia!


simociclo - 26/11/2006 alle 23:01

Un pensiero per il povero Galvez...:(


riddler - 26/11/2006 alle 23:04

Mi spiace tanto era un buon ciclista, dopo Freire uno dei migliori velocisti spagnoli...


omar - 27/11/2006 alle 00:17

[b]Unzue: Isaac, un ragazzo eccezionale, si era appena sposato...[/b] Si erano sentiti appena due giorni fa, per stilare il programma della stagione su strada, tenendo conto che Isaac Galvez avrebbe dovuto partecipare ai mondiali su pista in programma in primavera a Palma de Mallorca. Eusebio Unzue, direttore sportivo della Caisse d'Epargne, è sotto choc e fatica a trovare le parole per rispondere a chi gli chiede un ricorod di Isaac Galvez. «Un ragazzo eccezionale, con una grande voglia di fare. E oggi parlarne al passato mi fa stare male. Pensate che si era sposato appena quindici giorni fa... Arriverò stasera a Bruxelles per riportarlo a casa al più presto e ringrazio Juan Llaneras, il suo compagno di coppia, che seppur sotto choc è stato preziosissimo per seguire tutta la parte burocratica. Altri commenti non se ne possono fare, adesso è solo il tempo del dolore». (fonte:tuttobiciweb.it)


ozzyno - 27/11/2006 alle 01:11

........


Cascata del Toce - 27/11/2006 alle 01:17

Quando se ne va... uno di noi... c'è sempre un vuoto dentro.. Si capisce che siamo qui a discutere di tattiche, di tracciati, di doping, di politica sportiva... No.. tutto vano e quando il gran burattinaio celeste chiama... si deve andare. Ricordo quanco il mio amico Omar Sottocornola si lesionò proprio la milza a Campese... ricordo la preoccupazione dei medici che capirono intanto la sua fortuna ad essersela 'solo' lesionata..ma anche la loro paura nel concedere ad Omar di tornare all'ospedale di Verbania.. ed il viaggio estremamente preoccupato del padre Dario ma anche di Monica Brunati, di Milena Gaggiotti e del sottoscritto... Li andò bene ma invece Isaac, che vidi in Svizzera, non ce l'ha fatta, corretto o scorretto che fosse, abbia o no fatto cadere Cipollini lui non c'è più.. Alla famiglia vanno le conoglianze più vive... Ora sta lassù, a girare su un anello fatto di nuvole... :(:(


lolloso - 27/11/2006 alle 01:28

sono rimasto sconcertato alla notizia..... sentite condoglianze alla famiglia e alla moglie


Andrea_Web - 27/11/2006 alle 08:08

Condoglianze alla famiglia.


robby - 27/11/2006 alle 08:26

sposato da appena tre settimane!!! che stazio!!!!!:gluglu: Buon ritorno alla casa del padre Isaac e condoglianze vivissime a tutta la famiglia e ai suoi cari


Dax - 27/11/2006 alle 09:19

...


Delfino - 27/11/2006 alle 09:30

Ieri ero in macchina quando mi è arrivato il messaggio sul telefonino, mi è venuta la pelle d'oca, non ci volevo credere, speravo si trattasse di un errore, invece era tutto vero. Ho avuto il piacere di conoscerlo alla partenza dell'ultima tappa del Giro 2005 ad Albese con Cassano, mi ricordo di avergli detto:"Ciao Isaac", lui mi ha risposto:"Hola Chico" e mi ha tirato una pacca sulla spalla, sono tristissimo. Riposa in pace Isaac. Condoglianze alla famiglia


Reggio Emilia - 27/11/2006 alle 13:41

è veramente una tragedia. Probabilmente è stata una tragica disgrazia, ma non si poteva coprire quella balaustra?


Luca-FuntosBike - 27/11/2006 alle 16:13

:clap: :gluglu:


Cascata del Toce - 27/11/2006 alle 18:43

I se, i ma e i ma non si poteva ormai sono una pura e patetica inutilità. Non credo che le altre piste siano diverse... Quella di Galvez è stata una caduta come le altre... la fatalità!!!


Bahamut - 27/11/2006 alle 20:13

Che tragedia, le più sentite condoglianze a tutta la famiglia


Maracaibo - 27/11/2006 alle 20:19

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] I se, i ma e i ma non si poteva ormai sono una pura e patetica inutilità. Non credo che le altre piste siano diverse... Quella di Galvez è stata una caduta come le altre... la fatalità!!! [/quote] Esatto, quello che è caduto con lui, il belga De Faw, non si è fatto nemmeno un graffio; la fatalità ha voluto che Galvez cadendo si sia rotto una costola che è andata a toccargli il cuore. In questo caso mi sembra inutile parlare di sicurezza delle piste... A proposito di questo vi consiglio di leggere l'intervista a Marco Villa sulla Gazzetta di oggi.


Cascata del Toce - 27/11/2006 alle 20:35

Troppo facile attaccarci a queste cose... col solito provincialismo anche di chi dovrebbe essere un addeto ai lavori... E allora qundo è morto Sanroma? Kivilev, Casartelli... E' il destino... e di cadute come quella di Isaac in una stagione invernale ce ne saranno 50... Il fato ha voluto che andasse male...


Zanna80 - 27/11/2006 alle 20:40

DESTINO........ La nostra via è gia scritta da qualche parte. E quella del povero Galvez si doveva spezzare proprio in un tondino, proprio mentre stava facendo cio' che amava fare. .....


aranciata_bottecchia - 27/11/2006 alle 20:43

Mi associo a chi ha scritto che nel ciclismo si pone il problema della sicurezza. Fare finta di nulla ed aggrapparsi alla fatalità è puerile. Persino le automobili che non rispettano le precedenze, viste secondo l'ottica distorta di chi giudica col metro dell'ineluttabilità, possono essere interpretate come fatalità, dunque trascurabili. Il problema si pone (specialmente per il ciclismo su strada).


Maracaibo - 27/11/2006 alle 20:45

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Mi associo a chi ha scritto che nel ciclismo si pone il problema della sicurezza. Fare finta di nulla ed aggrapparsi alla fatalità è puerile. Persino le automobili che non rispettano le precedenze, viste secondo l'ottica distorta di chi giudica col metro dell'ineluttabilità, possono essere interpretate come fatalità, dunque trascurabili. Il problema si pone (specialmente per il ciclismo su strada). [/quote] Io mi riferivo al ciclismo su pista...


Federico Martin - 27/11/2006 alle 20:51

In queste circostanze è difficle trovare parole per commentare, ti mettono addosso una tristezza infinita. :(


maglianera - 27/11/2006 alle 22:04

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Troppo facile attaccarci a queste cose... col solito provincialismo anche di chi dovrebbe essere un addeto ai lavori... E allora qundo è morto Sanroma? Kivilev, Casartelli... E' il destino... e di cadute come quella di Isaac in una stagione invernale ce ne saranno 50... Il fato ha voluto che andasse male... [/quote] secondo me il fato non vuole nè bene nè male. Siamo noi che diamo la colpa al fato. Sanroma, Kivilev e forse anche Casartelli non sarebbero morti se avessero indossato il casco. E, anche se solo una volta in cent'anni, spendere qualche euro di gommapiuma per coprire una balaustra può salvare una vita. :no:


JackyDurand - 29/11/2006 alle 10:58

Un pensiero per il povero Isaac. Quando ho letto domenica la mattina la notizia sono rimasto senza parole. Ho ancora (per puro caso) la registrazione su VHS dell'ultima giornata dei mondiali su pista di Bordeaux di quest'anno e la cosa che più mi aveva colpito era l'esultanza di Isaac dopo la vittoria: era una gioia bella a vedersi, innocente, proprio di chi si divertiva a correre e, giustamente a vincere, al di là del professionismo. Riposa in pace, Campione. Alessandro


super cunego - 01/04/2007 alle 14:20

L'altro giorno durante i mondiali hanno detto che una costola rotta gli ha trafitto il cuore :?:?


violetta - 01/04/2007 alle 18:41

[quote][i]Originariamente inviato da super cunego [/i] L'altro giorno durante i mondiali hanno detto che una costola rotta gli ha trafitto il cuore :?:? [/quote] si penso sia andata proprio così.