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Ciclisti di colore
Eddino - 08/11/2006 alle 18:16

Buongiorno a tutti, vi seguo da tempo ma questo è la prima volta che posto. Visto che siete molto preparati e appasionati volevo chiedere la vostra opinione riguardo una mia riflessione. Il podismo su lunghe distanze è uno sport abbastanza democratico. Vincono europei, asiatici e atleti dell'africa orientale. Quindi volevo chiedere se l'assenza dei corridori kenyani o etiopi dipenda solo dalla mancanza di una scuola africana, oppure anche con mezzi e percorsi adeguati gli atleti neri non riuscirebbero a tenere il passo di quelli europei. Se oltre a un sistema di cuore e polmoni per un ciclista serve anche altro. Grazie!


Delfino - 08/11/2006 alle 18:27

[quote][i]Originariamente inviato da Eddino [/i] Buongiorno a tutti, vi seguo da tempo ma questo è la prima volta che posto. Visto che siete molto preparati e appasionati volevo chiedere la vostra opinione riguardo una mia riflessione. Il podismo su lunghe distanze è uno sport abbastanza democratico. Vincono europei, asiatici e atleti dell'africa orientale. Quindi volevo chiedere se l'assenza dei corridori kenyani o etiopi dipenda solo dalla mancanza di una scuola africana, oppure anche con mezzi e percorsi adeguati gli atleti neri non riuscirebbero a tenere il passo di quelli europei. Se oltre a un sistema di cuore e polmoni per un ciclista serve anche altro. Grazie! [/quote] Innanzitutto benvenuto tra di noi, poi ti posso dare il mio personalissimo parere, la scuola non manca, negli ultimi anni sono in aumento le corse nei paesi africani, si è concluso il giro del burkina faso da pochi giorni ed ha avuto successo, e poi abbiamo una squadra (la Barloworld) che è italo-sudafricana, nella quale correrà dal 2007 Robert Hunter, atleta sudafricano, poi possiamo aggiungere Tim Jones dello Zimbabwe e qualche anno fa doveva passare pro il Kenyota David Kinijah (spero sia scritto esatto) solo che poi l'Alexia era fallita e non si è fatto più nulla, di quest'ultimo ricordo la partecipazione ai mondiali a cronometro a Plouay testimonianza che la voglia non manca, più che altro mancano le risorse economiche, ma ti ripeto questo è un mio personalissimo parere


Eddino - 08/11/2006 alle 18:30

Grazie per la risposta e per il benvenuto!


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 18:30

Ciao Eddino, e benvenuto. Sinceramente non so dirti quanti imprenditori, case di produzione e attori del ciclismo siano sbarcati in Africa per cercare di istituire una scuola di ciclismo degna di questo nome. A giorni si è concluso il Tour du Faso, in Burkina Faso, una delle nazioni africane che ha il maggior numero di atleti di spessore "colored". Difatti tutti i ciclisti africani, da Hunter a Cox (Sudafrica), fino ad arrivare a Jones (Zimbabwe), sono tutti di carnagione bianca. Credo dunque che molto dipenda da questo, cioè dalla mancanza di scuole di ciclismo che portino materie prime (bici ed affini) e materie secondarie, ma non troppo (tecnici, educatori, etc.), nel Continente Nero.


omar - 08/11/2006 alle 18:34

Ciao e benvenuto, io penso che l'assenza di ciclisti di colore ai livelli alti sia dovuto principalmente alla mancanza di soldi, strutture; il ciclismo confronte al podismo è piu caro, le attrezzature hanno prezzi molto elevati. Un ciclista di colore preparato a dovere non avrebbe problemi a tenere un europeo o un ciclista non di colore. Comunque qualche ciclista di colore ce, un esempio e Genè della BOUYGUES TELECOM. [img]http://www.tuttobiciweb.it/fetch.php?tabella=anagrafiche&dato=foto_data&nome=foto_fname&pre=ana&id=6406[/img] (fonte:tuttobiciweb.it)


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 18:35

Sì, Omar, ma Genè è française... ;)


omar - 08/11/2006 alle 18:38

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Sì, Omar, ma Genè è française... ;) [/quote] Si lo so pero l'ho messo perchè il trhead era intitolato ciclisti di colore! Comunque penso che sia l'unico di colore che corra in una squadra Pro-Tour giusto?


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 18:40

Mi pare di sì, soprattutto se non consideriamo i sudamericani che possono essere "mulatti".


simone89 - 08/11/2006 alle 18:42

nella pista qualche ciclista di colore c'è .... cmq l'UCI qualcosa sta facendo per portare il ciclismo anche in africa, il giro della burkina faso ne è una prova....


Eddino - 08/11/2006 alle 18:43

Grazie di nuovo a tutti per il benvenuto! Anche io avevo riflettuto sulla mancanza di strutture nei paesi africani,però ho dimenticato di aggiungere un'altra parte della riflessione. Mi è sempre sembrato strano che nessun atleta di colore in paesi ciclisticamente validi(Usa piuttosto che Francia) si sia mai cimentato con la bici. Io ho supposto che sia perchè gran parte dei neri di quegli stati sono originari dall'Africa occidentale, la cui conformazione fisica, esplosiva e potente, li porta ad eccellere in alcuni sport e li penalizza negli sport di resistenza.


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 18:47

[quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] nella pista qualche ciclista di colore c'è .... cmq l'UCI qualcosa sta facendo per portare il ciclismo anche in africa, il giro della burkina faso ne è una prova.... [/quote] Ci puoi giurare. I voti dell'Africa fanno estremamente comodo, altroché!


Lore_88 - 08/11/2006 alle 18:52

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] nella pista qualche ciclista di colore c'è .... cmq l'UCI qualcosa sta facendo per portare il ciclismo anche in africa, il giro della burkina faso ne è una prova.... [/quote] Ci puoi giurare. I voti dell'Africa fanno estremamente comodo, altroché! [/quote] Appena ho letto il post di simone89 ho pensato "Ora arriva Mario! Ora arriva Mario! E' questione di secondi! Lo sento scalpitare!" e infatti il Monsieur non delude! :D


simone89 - 08/11/2006 alle 18:56

[quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] nella pista qualche ciclista di colore c'è .... cmq l'UCI qualcosa sta facendo per portare il ciclismo anche in africa, il giro della burkina faso ne è una prova.... [/quote] Ci puoi giurare. I voti dell'Africa fanno estremamente comodo, altroché! [/quote] Appena ho letto il post di simone89 ho pensato "Ora arriva Mario! Ora arriva Mario! E' questione di secondi! Lo sento scalpitare!" e infatti il Monsieur non delude! :D [/quote] non lo so se sia questione di voti, ma anche se lo fosse questo fa solo bene all'africa.....


Monsieur 40% - 08/11/2006 alle 19:02

[quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] Appena ho letto il post di simone89 ho pensato "Ora arriva Mario! Ora arriva Mario! E' questione di secondi! Lo sento scalpitare!" e infatti il Monsieur non delude! :D [/quote] Ho un "alert" sul pc che m'avvisa quando qualcuno scrive la parola "UCI", anche su forum siberiani... :) :)


ProfRoubaix - 08/11/2006 alle 21:08

E pensare che il nero Marshall Taylor fu uno dei primi grandissimi, soprattutto su pista. In attesa di Morris, ho trovato alcune notizie su Taylor (che copio qui sotto) su: http://faculty.washington.edu/qtaylor/aa_Vignettes/taylor_marshall.htm [img]http://img501.imageshack.us/img501/6766/taylormarshallkn3.jpg[/img] [i]Marshall W. Taylor (1878-1948) He was a black pioneer in sports long before Jackie Robinson, Joe Louis, Jesse Owens, and even the legendary Jack Johnson. He did not play baseball as Robinson did, nor was he a pugilist as were Johnson and Louis. And although he participated in a sport where the main objective was speed, he was not a track and field person as was Jesse Owens. His name was Major Taylor, and he rode a bicycle. He was born in 1878 near Indianapolis and was soon recognized as a young black man with a natural talent for riding a bicycle. He had won a number of races in Indianapolis and Chicago by the time he was only fifteen years old. Because of the unadulterated racism directed toward him in the Midwest, he moved to Worchester, Mass., when he was seventeen, and he soon became one of the fastest American amateur cyclists. He turned professional in 1896 and became an overwhelming sensation. Although he was hated by the white riders, it is said that the spectators loved his bold courage. Because of his ability to ride and to win so often, as a black man he had to endure intense racist opposition. Yet he persevered and refused to allow racism to break his spirit. In 1897 and 1898, because of rules that did not allow blacks to compete, Taylor was prevented from winning the American sprint championships. However, in 1899, after setting a number of world records, Taylor won the World Sprint Championship in Montreal. This achievement made him only the second black athlete to hold a title in any sport. (The first was bantamweight boxer George Dixon, who won the title fights in 1890-91.) In 1901, Taylor had an exceptional European tour, where he defeated every European champion who challenged him. He raced for five seasons in Paris and two seasons in Australia. Retiring from racing in 1910, Taylor was characterized as “the fastest bicycle rider in the world,” even though his American career was extremely limited because of the color of his skin.[/i]


Vuelta Espana - 08/11/2006 alle 21:13

Adesso direte che soffro di demenza senile, e in effetti è così, ma ho visto un corridore di colore, penso fosse indiano, o comunque della zona del sud-est asiatico, il problema è che non ricordo nè quando nè dove, ma penso si trattasse di una corsa under 23...forse la Bassano - Vajont, ma la mia mente ottenebrata non ricorda granchè :(


Morris - 08/11/2006 alle 21:24

Corridore di colore e ottimo velocista su pista è stato Nelson Vails, argento olimpico nel 1984, poi prof dal 1988 al 1994. Altro velocista di colore con un titolo mondiale juniores nel 1994, è stato il cubano Julio Cesar Herrera. Entrambi i menzionati correvano i 200 lanciati in meno 10"60.


Aper - 08/11/2006 alle 23:58

c'è anche un tunisino che sta crescendo bene, un certo Rafaâ Chtioui che fece gia secondo al mondiale junior a verona nel 2004, ora corre nella squadra dell'uci in svizzera e ha vinto molte nel gare sia nel 2005 e nel 2006


pedalando - 09/11/2006 alle 00:43

Benvenuto ad Eddino e grazie per l'opportunita' di far parlare un po' di ciclismo anche me ! La struttura fisica degli atleti di colore li rende predominanti in alcune discipline, o meglio in alcune specialita' di alcune discipline. Prof, Morris, Omar ed Aper hanno gia' nominato alcuni ciclisti "colored" ma mi piacerebbe capire quali sono le doti migliori (cioe' velocisti, passisti o scalatori ?) dei suddetti e della media dei ciclisti con uguale carnagione. grazie


Bitossi - 09/11/2006 alle 01:11

[quote][i]Originariamente inviato da Vuelta Espana [/i] Adesso direte che soffro di demenza senile, e in effetti è così, ma ho visto un corridore di [b]colore[/b], penso fosse [b]indiano[/b], o comunque della zona del sud-est asiatico, il problema è che non ricordo nè quando nè dove, ma penso si trattasse di una corsa under 23...forse la Bassano - Vajont, ma la mia mente ottenebrata non ricorda granchè :( [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Aper[/i] c'è anche un [b]tunisino[/b] che sta crescendo bene, un certo Rafaâ Chtioui che fece gia secondo al mondiale junior a verona nel 2004, ora corre nella squadra dell'uci in svizzera e ha vinto molte nel gare sia nel 2005 e nel 2006 [/quote] Sì ragazzi, però adesso non cadiamo nel terrificante errore dei funzionari dell'immigrazione statunitense che definivano [b]di razza nera[/b] gli Italiani nati a sud di Genova! Gli indiani e i nordafricani "tecnicamente" sono di razza bianca. A questa stregua dovremmo chiederci perché non ci sono ciclisti Albanesi... La mia risposta al perché non ci siano atleti di colore nel ciclismo vale quella che potrei portare per i discesisti o fondisti dello sci... (in Africa di neve ce ne è tantissima :D). E' evidente che in nazioni povere gli sport che attecchiscono sono principalmente quelli "a costo zero". Uno sport anche minimamente tecnologico (e nel ciclismo questa componente non è minima...) avrà bisogno di decennni (secoli?) per attecchire fino a creare una base che generi anche solo un campione, e comunque il risultato non sarà mai disgiunto dalla presenza di un sistema economico anche minimamente organizzato, come quello dell'Italia del dopoguerra, che insieme "obbligava" e incoraggiava l'uso della bici. Questo tralasciando ovvie considerazioni di tipo climatico, o di uso e sfruttamento del territorio (strade, ecc.). Non credo invece a considerazioni di tipo "razziale"; secondo me un panorama sufficientemente vasto di individui può creare teoricamente campioni in qualsiasi specialità, ferme restando le tipicità dovute a tradizioni, usi e costumi, ecc. Si diceva anche del nuoto, che non potesse proporre campioni di colore di alto livello: qualche anno fa iniziò un atleta del Suriname a vincere una medaglia d'oro alle olimpiadi...


pedalando - 09/11/2006 alle 01:29

Scusa Bitossi ma il colore della pelle non ha niente a che fare con la razza. Ci sono la razza caucasica, la razza asiatica, la razza africana.... Un appunto fatto per evitare degenerazioni in frasi razzistiche che sicuramente non erano lo scopo del tuo intervento ;) Gli atleti di coloro, tipicamente, non hanno buone prestazioni nel nuoto per via della loro maggiore densita' (credo ossea) che causa differenze di galleggiamento.

 

[Modificato il 09/11/2006 alle 01:32 by pedalando]


Bitossi - 09/11/2006 alle 01:46

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] Scusa Bitossi ma il colore della pelle non ha niente a che fare con la razza. Ci sono la razza caucasica, la razza asiatica, la razza africana.... un appunto per evitare degenerazioni in frasi razzistiche che sicuramente non erano lo scopo del tuo intervento ;) Gli atleti di coloro, tipicamente, non hanno buone prestazioni nel nuoto per via della loro maggiore densita' (credo ossea) che causa differenze di galleggiamento. [/quote] Sono completamente d'accordo con te. E a scanso di equivoci confermo (ma spero non ce ne sia bisogno) che i miei distinguo non avevano nessun intento "divisorio" (ci mancherebbe!). Anzi, il concetto di "razza" mi è così lontano che faccio fatica a fare distinzioni "scientifiche". E' pur vero però che gli arabi mediorientali e nordafricani (arabi per lingua, non per razza e/o colore della pelle ;) ) non possono essere definiti "di colore", come pure buona parte degli Indiani (ci sarebbero i Dravidici, ma il discorso diventerebbe lungo e poco interessante...). Quello che mi premeva sottolineare era il dato economico/sociale, che mi sembra la ragione prevalente. Certamente ci sono caratteristiche fisiche che però, come dicevo, possono essere bypassate dal dato "numerico". In altre parole: mettiamo milioni di Africani in sella, e qualcuno verrà fuori. Non sottovaluterei comunque anche il dato relativo alla tradizione: ve lo vedete un Italiano campione di Sumo?:D


pedalando - 09/11/2006 alle 09:44

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] Scusa Bitossi ma il colore della pelle non ha niente a che fare con la razza. Ci sono la razza caucasica, la razza asiatica, la razza africana.... un appunto per evitare degenerazioni in frasi razzistiche che sicuramente non erano lo scopo del tuo intervento ;) Gli atleti di coloro, tipicamente, non hanno buone prestazioni nel nuoto per via della loro maggiore densita' (credo ossea) che causa differenze di galleggiamento. [/quote] Sono completamente d'accordo con te. E a scanso di equivoci confermo (ma spero non ce ne sia bisogno) che i miei distinguo non avevano nessun intento "divisorio" (ci mancherebbe!). Anzi, il concetto di "razza" mi è così lontano che faccio fatica a fare distinzioni "scientifiche". E' pur vero però che gli arabi mediorientali e nordafricani (arabi per lingua, non per razza e/o colore della pelle ;) ) non possono essere definiti "di colore", come pure buona parte degli Indiani (ci sarebbero i Dravidici, ma il discorso diventerebbe lungo e poco interessante...). Quello che mi premeva sottolineare era il dato economico/sociale, che mi sembra la ragione prevalente. Certamente ci sono caratteristiche fisiche che però, come dicevo, possono essere bypassate dal dato "numerico". In altre parole: mettiamo milioni di Africani in sella, e qualcuno verrà fuori. [/quote] Credo che la "razza" (in termini scientifici) implichi alcune caratteristiche fisiche che in atleti di punta possono fare la differenza fra ottimi e mediocri piazzamenti. Sicuramente hai pero' ragione ad attribuire alla collocazione geografica/economica e io aggiungo culturale un grande peso. Basta vedere il medagliere inesistente di una nazione come l'India dove, nonstante l'elevata popolazione, la percentuale di sportivi di buon livello non e' comparabile con molte altre nazioni. [quote] Non sottovaluterei comunque anche il dato relativo alla tradizione: ve lo vedete un Italiano campione di Sumo?:D [/quote] Beh se il bisteccone volesse tornare allo sport forse qualche medaglia la strapperebbe :D


antonello64 - 09/11/2006 alle 11:26

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] In altre parole: mettiamo milioni di Africani in sella, e qualcuno verrà fuori. [/quote] discorso valido anche al di fuori dello sport: sai quanti potenziali talenti artistici (musica, pittura, scultura, letteratura etc.) si perdono perchè magari nessuno gli ha mai insegnato niente.


Vuelta Espana - 09/11/2006 alle 13:14

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] Scusa Bitossi ma il colore della pelle non ha niente a che fare con la razza. Ci sono la razza caucasica, la razza asiatica, la razza africana.... un appunto per evitare degenerazioni in frasi razzistiche che sicuramente non erano lo scopo del tuo intervento ;) Gli atleti di coloro, tipicamente, non hanno buone prestazioni nel nuoto per via della loro maggiore densita' (credo ossea) che causa differenze di galleggiamento. [/quote] Sono completamente d'accordo con te. E a scanso di equivoci confermo (ma spero non ce ne sia bisogno) che i miei distinguo non avevano nessun intento "divisorio" (ci mancherebbe!). Anzi, il concetto di "razza" mi è così lontano che faccio fatica a fare distinzioni "scientifiche". E' pur vero però che gli arabi mediorientali e nordafricani (arabi per lingua, non per razza e/o colore della pelle ;) ) non possono essere definiti "di colore", come pure buona parte degli Indiani (ci sarebbero i Dravidici, ma il discorso diventerebbe lungo e poco interessante...). Quello che mi premeva sottolineare era il dato economico/sociale, che mi sembra la ragione prevalente. Certamente ci sono caratteristiche fisiche che però, come dicevo, possono essere bypassate dal dato "numerico". In altre parole: mettiamo milioni di Africani in sella, e qualcuno verrà fuori. [/quote] Credo che la "razza" (in termini scientifici) implichi alcune caratteristiche fisiche che in atleti di punta possono fare la differenza fra ottimi e mediocri piazzamenti. Sicuramente hai pero' ragione ad attribuire alla collocazione geografica/economica e io aggiungo culturale un grande peso. Basta vedere il medagliere inesistente di una nazione come l'India dove, nonstante l'elevata popolazione, la percentuale di sportivi di buon livello non e' comparabile con molte altre nazioni.[/quote] Vorrei solo precisare che sono dello stesso parere di pedalando: citando l'indiano volevo solo allargare un po' il discorso, segnalando che mi ero stupita di vedere in sella un corridore proveniente da un paese che sicuramente non ha una cultura ciclistica, al pari ad esempio dell'Africa. E se non erro non fece nemmeno male in quella gara!


faxnico - 09/11/2006 alle 13:36

Io sò di due iraniani, Ghader Mizbani e Hossein Askari, che pedalano già da qualche stagione decisamente forte. Indiani purtroppo non me ne vengono in mente... :?


sbrindolin - 09/11/2006 alle 16:47

tra gli atleti di colore c'è da ricordare [b]Gregory Bauge[/b], francese originario della Martinica e campione del mondo in carica della velocità a squadre (titolo conquistato a Bordeaux ad aprile assieme a Tournant e Bourgain). [img]http://www.cyclingnews.com/photos/2005/worldcup0506/losangeles06/losangeles064/wcla2006-01-21t19_18_29alt.jpg[/img]


nino58 - 09/11/2006 alle 16:52

C'è stato verso la fine degli anni '80 un francese della Martinica o della Guadalupa, velocista pistard di grandi speranze, tale Cahard o Cayard, che però alle riunioni si faceva accompagnare, se non sbaglio, dalla mamma. Qualcuno ricorda questi particolari ?


Aper - 09/11/2006 alle 16:53

[quote][i]Originariamente inviato da faxnico [/i] Io sò di due iraniani, Ghader Mizbani e Hossein Askari, che pedalano già da qualche stagione decisamente forte. Indiani purtroppo non me ne vengono in mente... :? [/quote]sono comunque asiatici