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Quell'agosto del 1960...il vero Giro d'Italia
robby - 11/10/2006 alle 08:31

E’ da un po’ di tempo che ho in mente questo racconto e così una sera di totale relax a casa ho cominciato una bellissima chiacchierata con il protagonista della storia che segue e cioè il vincitore di quel Giro d’Italia del 1960…no, a casa mia non c’era Jacques Anquetil che vinse davanti a Nencini e Gaul, ma mio padre. Sì, proprio lui che nell’estate del 1960 dopo il congedo militare decise di fare il suo personale Giro d’Italia con partenza da Conegliano Veneto e arrivo nella sua amata terra, la Sicilia e più precisamente a Siracusa. Ragazzi, io non sono mai stato bravo a scrivere e nei temi a scuola non avevo grandi voti, quindi mi scuso già da ora con i grandi cantori del forum come Morris, Cancel58, il Dancellozzo e via discorrendo, ma questo è un racconto che vale la pena di essere raccontato anche se forse servirebbe un libro intero per poter far capire che cosa possa essere stata quella avventura. Io nel mio piccolo cerco di farvi rivivere quelle splendide giornate dell’agosto 1960 Per quanto possa valere questo auspicio, buona lettura ragazzi


robby - 11/10/2006 alle 08:37

E’ il pomeriggio del febbraio del 1959, è ora di partire…la chiamata alle armi è arrivata e ora lo aspetta un viaggio in treno pagato dallo stato da Siracusa fino a Bari dove per i primi due mesi ci sarà l’addestramento e poi sarà mandato dove più occorre. Ovviamente lui, Giuseppe Tuè non ancora ventiduenne spera di non andare troppo lontano dalla sua amata Sicilia anche perché la leva militare è lunga (18 mesi) e stare lontano da casa non fa mai piacere in questi tempi. I due mesi passano e si costruiscono amicizie molto importanti che durano ancora adesso, è arrivata l’ora di vedere dove si andrà a finire…destinazione Conegliano Veneto. “Porca miseria quanto è lontano” questo è il suo primo pensiero, ma Giuseppe non si scoraggia e il suo secondo pensiero è questo “beh, potrei portare i miei risparmi, comprarmi una bella bicicletta e quando ho tempo andare sulle grandi montagne come hanno fatto Fausto e Gino”. Detto, fatto!!! Giuseppe arriva a Conegliano e con i suoi risparmi si compra una bici che diventerà sua grandissima compagna. Appena ha un attimo libero va a vedere le montagne, sale sul monte Grappa, sul San Boldo rimanendo affascinato dalle gallerie ad asse curvo scavate nella montagna e quando ha il giorno libero va a trovare il suo grandissimo amico bresciano Franco conosciuto a Bari che è stato mandato a Treviso. Il legame d’amicizia è così profondo che poi questo ragazzo Siracusano sceglierà proprio Brescia come città per continuare la sua avventura di vita assieme alla sua compagna Agata che conoscerà in Germania una decina d’anni più tardi. I mesi passano e si avvicina agosto, ora di tornare a casa e un sogno ricorrente prima sfiora, poi irrora i pensieri del giovin Giuseppe: “perché non tornare a casa in bicicletta?” E già…e Giuseppe in un bella mattina assolata dell’agosto 1960 esce dalla caserma di Conegliano Veneto assieme ai suoi commilitoni, con una piccola differenza, tutti escono a piedi con direzione stazione dei treni, lui esce in bicicletta, direzione Brescia, dove, prima di tornare a casa vuole salutare il suo grande amico Franco. [b]Prima tappa: Conegliano Veneto – Brescia 200 km [/b] Giuseppe parte, sa che lo aspettano 200 km di pianura fino a Brescia “tranquillo tranquillo e vado a fare una bella sorpresa a Franco stasera” solo che Giuseppe appena arrivato a Brescia si rende conto di aver sbagliato i conti. Franco infatti arriverà a Brescia la sera del giorno dopo, e allora Giuseppe passa la notte nell’ostello della gioventù e nella notte gli viene un’altra idea “che faccio tutto il giorno domani a Brescia? C’è Milano da vedere e sono solo 100 km” e così di buon ora, il giorno seguente Giuseppe parte verso Milano [b]Seconda tappa: Brescia – Milano 100 km [/b] È presto, e fa fresco, quel bel fresco delle mattine di agosto, Giuseppe parte direzione Milano e dopo una sgamabata di 3 orette arriva alle porte della “metropoli”. Ne rimane colpito, non aveva mai visto una città così grande, e ti credo, abituato alla campagne nei dintorni del siracusano, si ferma a mangiare il suo panino e poi si gira tutta la città: piazza duomo, castello sforzesco e tutte le cose da vedere. È sera e la giornata è stata molto bella, si ferma all’ostello della gioventù con il programma in mente per la mattinata seguente. Milano Brescia per salutare Franco [b]Terza tappa: Milano – Brescia 100 km [/b] Come al solito partenza di buon ora e a pranzo Giuseppe è già con Franco e i due passano una bella giornata insieme raccontandosi le varie vicissitudini passate in questi 18 mesi di caserma: i grappini durante la guardia notturna per sopportare i 10 gradi sotto zero e non morire ibernati, le ragazze conosciute, le salite affrontate e tantissime altre storie di vita. Il pomeriggio vola e Giuseppe racconta anche del progetto che ha in mente per i giorni seguenti. Franco lo ammira e rimane affascinato dal fatto che un uomo solo possa affrontarsi tutta l’Italia da solo per tornare a casa. I due vanno a dormire e l’indomani mattina dopo essersi ripromessi di rivedersi e non perdersi mai di contatto (cosa che in effetti è successa, ancora ora sono grandi amici), Giuseppe parte verso la sua grande avventura [b]Quarta tappa: Brescia – Bologna 180 km [/b] La giornata è bellissima, come del resto lo saranno tutte le seguenti che accompagneranno il quasi ventitreenne siciliano, e la strada da fare per arrivare a Bologna non è nemmeno troppo lunga e anche altimetricamente abbastanza facile, quasi noiosa per uno che ama andare in salita. C’è da attraversare la pianura padana e i km passano in fretta sotto le ruote mentre Giuseppe ripensa alla bellissima giornata passata col suo amicone e alla grandissima avventura che sta vivendo nella speranza che le gambe non facciano le capricciose e abbiano voglia di arrivare fin laggiù, ma i km sono ancora tanti e non bisogna pensare alla meta lontana (anche se la meta si chiama casa), ma bisogna vivere “chilometro per chilometro”. Eccoci, tra un pensiero e l’altro la tappa odierna è già finita, sono le 13 e Giuseppe si ferma in una locanda bolognese a mangiare i tortelli tanto decantati da alcuni suoi commilitoni . “Teh, ma da dove vieni con quella bella bicicletta ragazzo” gli fa il locandiere quando Giuseppe si presenta a pagare “vengo da Brescia Signore, sono partito stamattina e vado in Sicilia, torno a casa dopo 18 mesi di militare” “in Sicilia????” e ti vuoi fare tutta la strada in bici??? Ma chi sei il nuovo Coppi??” Ripensando al grande Fausto scomparso solo 8 mesi prima a Giuseppe spunta una lacrima che bagna il suo viso di ragazzo e il locandiere che si rivelerà essere un grande appassionato di due ruote gli dice: “un ragazzo come te merita un premio, sei fortunato…come hai detto che ti chiami?” “Giuseppe Signore” risponde lui ancora abituato a rispondere alla maniera militare “Beh, Giuseppe oggi è il tuo giorno fortunato, oggi offre la casa e per dormire stanotte vai all’ostello della gioventù e digli che ti mando io, quello è un mio amico e ti tratterà bene! In bocca al lupo ragazzo e in gamba!!! Già, “in gamba” pensa Giuseppe…Ringrazia e i due si abbracciano come se fossero amici di vecchia data. Nel tardo pomeriggio Giuseppe si dirige verso l’ostello della Gioventù indicatogli dal locandiere e passa la notte lì trovando una sistemazione da re, altro che da ostello. Il locandiere aveva già avvisato il suo amico che quella notte sarebbe andato da lui “un suo amico ciclista” dicendogli di trattarlo bene, e fu così che Giuseppe cenò assieme agli altri ragazzi presenti nell’ostello e andò a dormire presto…”domani è un altro giorno, i km non saranno tanti ma ci sono gli appennini [b]Quinta tappa: Bologna – Firenze km 100 [/b] Colazione abbondante, due panini con la mortadella offerti dal gestore dell’ostello e via verso Firenze. La strada non è più tutta in pianura e Giuseppe ne è contento, lui ama la salita e da giovanotto era un fortissimo allievo e poi dilettante siculo che in salita faceva vedere i sorci verdi a quasi tutti i suoi avversari ma non vinceva tanto perché non era molto veloce. Ricorda ancora le sue sfide in salita con Virgillito, e quel fenomeno passato troppo tardi al mondo professionistico che rispondeva al nome di Antonino Catalano che da pro riuscì a strabiliare tutti al Tour e al Giro d’Italia vincendo anche una cronometro e andando vicino al colpaccio nel tappone francese di Briançon superato solo da Bahamontes dopo essere transitato primo sul Vars. Tornando a noi, Giuseppe pedala e pedala e arrivano le salite di giornata prima la Futa e poi la Raticosa, non sono dure e Giuseppe pedala saltellando di qua e di la senza sentire fatiche. È quasi mezzogiorno e Giuseppe arriva a Firenze fresco come una rosa e cosa fa? Va a riposare?? Ma no, Firenze è troppo bella per non guardarla nemmeno, è così dopo aver mangiato il secondo panino con la mortadella si fa un giretto in bici per Firenze visitando i posti più belli e ne rimane affascinato. Dopo aver girato la splendida città sull’Arno Giuseppe cerca l’ostello della Gioventù dove mangia e pernotta con già in mente la città sede di tappa della giornata seguente: Roma…ma anche qui Roma è troppo bella, davvero troppo e Giuseppe deciderà di fare il suo giorno di riposo (come in qualsiasi Grande Giro che si rispetti). [b]Sesta tappa: Firenze – Roma 300 km [/b] Le gambe stanno benissimo, nemmeno Giuseppe si aspettava di stare così bene a questo punto e come al solito d buon ora e dopo un’abbondante colazione Giuseppe parte alla volta di Roma. “La strada oggi è proprio tanta” si dice tra se e se, ma non si scoraggia. I 300 km che lo aspettano lì affronterà ad un’andatura quasi turistica per lui e in circa 11 ore arriva a Roma…arrivato a Roma comincia a vedere uno strano colorito della sua pelle, infatti pedalando sempre verso direzione sud e bene o male sempre durante la mattinata, la parte sinistra del suo corpo è abbronzantissima, la parte destra molto meno “sembro proprio strano, anzi sembro un ciclista vero” si dice contento di quello che aveva fatto fino a quel momento e decide che il giorno seguente sarebbe stato dedicato ad un “riposo attivo” con una sgambata nelle vie di Roma per vedere le bellezze della capitale. E il giorno seguente Giuseppe si gira letteralmente tutta Roma con la sua bicicletta: la lascia in un parcheggio a pagamento e sale fino alla cupola di San Pietro, va vedere piazza di Spagna e le meraviglie di Villa borghese, e poi si ferma ad ammirare anche la fontana di Trevi dove sceso dalla bicicletta un turista toscano incuriosito gli chiede “o ma ‘he scarpe c’hai te?? O ‘he sei un ciclista vero?” e Giuseppe risponde “non so se sono un ciclista vero oppure no, ma mi sto facendo il mio Giro d’Italia: son partito da Conegliano Veneto dove ho fatto il militare e torno a casa, in Sicilia” “Ma te sei meglio di Ginettaccio, bravo ra’azzo e in bocca al lupo”. Giuseppe ringrazia e saluta. È già sera e ritorna all’ostello della gioventù e ancora con la testa piena delle meraviglie viste pensa alla tappa che lo aspetta: Napoli. [b]Settima tappa: Roma – Napoli 250 km [/b] Anche oggi i chilometri sono veramente tanti e non finiranno mai sotto quel cocente sole di agosto, man mano che si va a sud Giuseppe sente che il calore del sole diventa sempre più forte, ti mangia! E allora sveglia prestissimo e via in bici già alle 5 di mattina per cercare di evitare qualche ora di caldo che già dalle 10 si sarebbe fatto sentire. Roma, Cisterna di Latina e poi giù, un rettilineo di 50 chilometri da Cisterna fino a Terracina. 50 chilometri interminabili senza nemmeno una curva sotto un sole che lo scruta e man mano sale e si fa più caldo…pedala, pedala e Giuseppe si sente sempre fermo “ma quanto dura???” Ancora oggi quando fa dei brutti sogni, l’allora ragazzo Giuseppe, intravede questo infinito rettilineo, una lingua di strada lunghissima di 50 km interminabili di pianura “preferivo il Monte Grappa: 30 km, ma almeno era tutta salita”. Dopo l’interminabile rettilineo la strada torna normale e Giuseppe come svegliatosi da un lungo e brutto sogno si mette a pedalare di gran lena fino a Napoli…gli sono sembrati più lunghi quei 50 km che tutti i restanti 200. Tempo di trovare l’ostello e mangiare che già si pensa alle due prossime tappe, probabilmente le più difficili in assoluto…c’è tutta la calabria da affrontare e lì di pianura ce n’è ben poca…. [b]Ottava Tappa: Napoli – Sapri 270 km[/b] E infatti d’ora in poi di pianura ce ne sarà proprio poca…Napoli Sapri sono 270 km lunghissimi interminabili sotto un sole cocente e le prime fatiche si fanno sentire…il ragazzetto ha già sulle gambe ben più di mezza Italia, ma la voglia di avventura, di vedere posti nuovi e soprattutto di tornare a casa è tantissima e lo fa andare avanti…gli scenari della tappa odierna sono maestosi e poco prima di arrivare a Sapri da un’altura Giuseppe si ferma ad ammirare la grandezza della natura con il Golfo di Policastro che si apriva davanti a lui. Uno spettacolo maestoso a circa 20 km dalla meta di giornata….lunga discesa ed eccolo a Sapri con l’unica voglia di mangiare e dormire…la stanchezza comincia a farsi sentire e l’indomani si annuncia la “tappa principe”: Sapri Reggio Calabria, 300 km circa difficili di continui saliscendi su strade molto difficili… Giuseppe va a dormire e pensa a quello che lo aspetta… [b]Nona tappa: Sapri – Bagnara Calabra 280 km [/b] Eh già, avete capito bene, la tappa doveva essere con arrivo a Reggio Calabria, ma qui di seguito capirete il perché si è dovuta concludere per forza di cose 20 km prima. Alle 5 del mattino Giuseppe aveva già percorso 10 km, la tappa del giorno era lunghissima e molto difficile, ma lui aveva riposato molto bene e si era rifocillato a dovere, si sentiva forte quella mattina ed era partito prima del solito. La gamba girava che era un piacere ma da subito Giuseppe aveva capito che sarebbe stata una giornata molto molto lunga e difficile: non un metro di pianura e continui saliscendi tagliagambe dove era impossibile prendere il ritmo, questo dava fastidio ad uno “scalatore” come lui, prendere il ritmo era la cosa che più gli piaceva “salgo regolare, forte ma regolare” diceva, ma in quella giornata niente era regolare, continui saliscendi e un caldo opprimente già dal mattino. Mezzogiorno e Giuseppe si trova nei pressi di Cosenza “ serve una pausa” si dice e si ferma in un’amorevole locanda da dove dopo aver mangiato con gusto riparte di gran carriera. I chilometri continuavano a susseguirsi l’uno dietro l’altro, mai simili tra di loro e mai con un metro di pianura e man mano che si dirigeva verso sud Giuseppe sentiva le gambe dure, stanche e cominciava a realizzare che forse non valeva la pena di andare fino a Reggio “manca ancora troppo e io non ho la luce sulla bicicletta, la prima locanda che trovo mi fermo e chiedo ospitalità” così dopo tanto pedalare e alla fine di una giornata lunghissima, Giuseppe aveva trovato ospitalità in una locanda in un paesino di nome Bagnara Calabra. “Ragazzo mio, qui ti posso dare da mangiare fino a quanto vuoi, ma l’unico posto che potrei darti per passare la notte sarebbe nel fienile” “va benissimo” aveva risposto Giuseppe che probabilmente avrebbe dormito anche in piedi come i cavalli quella notte, e fu così che quella nottata Giuseppe l’aveva passata proprio in un fienile dormendo forse come non mai per la stanchezza, ma anche con il pensiero che il giorno dopo…“finalmente sarò a casa” [b]Decima tappa: Bagnara Calabra - Siracusa 200 km[/b] Finalmente ci siamo, l’avventura stava per finire e Giuseppe era galvanizzato quella mattina, gli sembrava quasi di non aver nemmeno fatto tutta quella fatica il giorno precedente…la voglia di casa era troppo forte e in men che non si dica Giuseppe era già sul traghetto che da Villa San Giovanni lo avrebbe portato a Siracusa. “ragazzo, ma tu traghetti con la bicicletta?” “Sì, torno a casa, a Siracusa” “Fino a Siracusa in bici???, ma tu sei matto e da dove vieni??” “sono partito 11 giorni fa da Conegliano veneto e ora sto tornando a casa” “ma sei venuto da lì fino a qui in bicicletta?” “Sì signore” “Sapevo che voi ciclisti eravate pazzi, ma non avrei mai immaginato tanto, Complimenti ragazzo” “Grazie Signore” A Giuseppe sembrava di vivere in un sogno, eccola lì la Sicilia, onda dopo onda si avvicinava la sua terra e lui si sentiva fiero di quello che aveva fatto. Ormai la strada che da Messina va a Siracusa per lui era una formalità e gli ultimi 170 km Giuseppe li percorre guardandosi in giro felice come una Pasqua per essere tornato a casa. Vede i colori della sua terra, sente il sole di Sicilia che è diverso da quello incontrato per tutto il resto del viaggio, e anche il cielo sembra quasi portarlo in trionfo verso casa presentandosi con un azzurro mai visto. Oramai mancavano poco più di 10 km a casa e da una collinetta Giuseppe riusciva a vedere i posti dell’infanzia: dove andava a mare coi sui amici, lo strappo in cui aveva staccato tutti andando a vincere in solitaria una bellissima gara nella zona di Belvedere e tra un pensiero e l’altro la mente andava da sola indietro in tutti quei km che aveva percorso da nord a sud per tutta l’Italia. Un sorriso gli si era stampato in faccia e appena arrivato in città a pochi metri da casa e con la bici dalla quale ormai era sceso per chiudere il viaggio nella maniera più tolkeniana possibile disse la stessa frase che Samvise Gamgee disse una volta tornato nella Contea dopo aver accompagnato il suo amico Frodo Baggins verso l’ultimo viaggio destinato ai portatori dell’ anello: “Sono tornato” [b] [/b]


robby - 11/10/2006 alle 08:38

Questo può essere il riassunto di quella fantastica esperienza vissuta da mio padre in quell’estate. Avete capito bene, quasi 2000 km di bici da solo da nord a sud percorrendo tutta l’Italia, e si ricorda ancora tutto come se fosse ieri. …e pensare che certe volte ancora mi chiedo come ho fatto ad appassionarmi a questo sport… Grazie Babbo


lallo - 11/10/2006 alle 09:28

mamma mia che avventura!


robby - 11/10/2006 alle 09:56

...chissà in un futuro, magari riuscirò anche io a fare un qualcosa del genere...mi piacerebbe tantissimo... chi vivrà vedrà :yoga:


Frejus - 11/10/2006 alle 10:33

Tuo padre merita la maglia rosa! Complimenti. :clap::clap:


newcastle - 11/10/2006 alle 11:55

Complimenti. Soddisfazione unica..:clap:


Stella alpina - 11/10/2006 alle 12:15

Che bella avventura! Dalle tue parole Robby si capisce la grande ammirazione che hai verso tuo padre ed è proprio un uomo da ammirare! Leggere il tuo racconto mi ha fatto venire in mente l'impresa di mio padre ... di quell'estate del 1968 quando ha preso la sua bici e partendo da Lissone è andato prima a Parigi e poi a Lourdes ... in realtà non mi ha mai raccontato tutta la sua avventure che forse conserva come un tesoro nascosto ... penso che sia partito tutto da un voto che aveva fatto alla madonna e in segno di ringraziamento per la grazia concessa è andato a lourdes in bicicletta ... dormendo anche sulle panchine o facendosi ospitare ... Ancora oggi ci mostra orgoglioso la foto sotto la tour eifell fattagli da un turista ialiano. come te Robby voglio dire anch'io un grosso GRAZIE al mio papà!


Laura Idril - 11/10/2006 alle 12:58

Robby, quando alla Fiera ho conosciuto tuo papà mi è sembrato subito una persona simpatica, adesso so anche che è proprio un GRANDE! :D


robby - 11/10/2006 alle 12:58

Deve essere una gran bella storia pure quella di tuo padre Cristina :yes:


antonello64 - 11/10/2006 alle 13:06

[quote][i]Originariamente inviato da Frejus [/i] Tuo padre merita la maglia rosa! Complimenti. :clap::clap: [/quote] altro che maglia rosa: ne merita 5 o 6 di maglie (rosa, gialla, ciclamino, iridata ecc.):clap::clap:


Laura Idril - 11/10/2006 alle 13:10

Dai Cristina, prova a farti raccontare qualcosa da tuo papà. Anche a grandi linee in modo da avere queste belle storie.


cancel58 - 11/10/2006 alle 16:24

E'bellissimo il tuo racconto, caro Robby! Ne aspetto altri: sono sicuro che tuo padre è una miniera. E complimenti, tanti, al Signor Giuseppe :una passione senza confini per il ciclismo. :clap::clap::clap:


W00DST0CK76 - 11/10/2006 alle 17:07

Bellissimo racconto Robby, emozionante e ben raccontato, tanto da far venire al lettore voglia di inforcare la bici e andare in giro, alla scoperta del mondo con la propria fedele compagna. Il mese scorso ho avuto la fortuna di conoscere il signor Giuseppe ed è una persona davvero straordinaria, si rimane incantati ad ascoltare le sue avventure in bici. Oltre ad essere grande in bici è straordinario anche in cucina, ho avuto modo di divorare le sue buonissime focacce! :D Anch'io ho sempre avuto il sogno di una grande avventura in bici, spero un giorno di poterlo realizzare. Grandissimo Giuseppe, la sua meravigliosa famiglia è la più bella maglia rosa che potesse conquistare! :clap::IoI


robby - 11/10/2006 alle 17:21

che belle parole Franz!!!!! ti ringrazio di cuore da parte di mio padre!!!! OT....e tu hai mangiato solo le focacce....immagina i profumini che si cospargono in taverna quando fa i dolci di mandorla, i biscotti al latte, i panini dolci con l'uvetta...per non parlare poi di uno dei suoi piatti forti: i ravioli ripieni alla ricotta siciliana...che bontà. chiuso OT


Monsieur 40% - 11/10/2006 alle 17:39

Sono senza parole. Ammirazione totale. :clap:


antonello64 - 11/10/2006 alle 17:40

Robby, ma tu in cucina...? Hai preso solo la passione della bici?


marco83 - 11/10/2006 alle 17:50

Me cojoni, Robby... tuo padre è un vero genio! Questo sì che è un inno alla realizzazione dei propri sogni, con una libertà di spirito che oggi come oggi servirebbe come il pane a moltissime persone. Massima ammirazione e rispetto per il tuo babbo... ah, che peccato non possa essere venuto alla Kobram, lo scorso giugno. A saperlo, gli stringevo la mano molto, ma molto volentieri, per questa sua piccola grande impresa! Che bella famiglia di ciclisti, la vostra... :clap: :clap: :clap: E complimenti per il racconto in sè, scritto davvero bene! ;)


Gibo - 11/10/2006 alle 18:23

Tanti complimenti a te E al tuo babbo. Ciao


simone89 - 11/10/2006 alle 18:24

Semplicemente stupendo questo racconto..... complimenti...:clap::clap::clap:


Abruzzese - 12/10/2006 alle 01:37

Una cosa meravigliosa,ai limiti del commovente. Standing ovation! :clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap: :IoI :podio:


robby - 12/10/2006 alle 08:26

[quote][i]Originariamente inviato da marco83 [/i] ... ah, che peccato non possa essere venuto alla Kobram, lo scorso giugno. [/quote] ...alla prossima Kobram ci sarà...mi ha già detto che mi darà una mano ad organizzare e non vuole prorpio mancare ;)


robby - 12/10/2006 alle 14:02

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] Robby, ma tu in cucina...? Hai preso solo la passione della bici? [/quote] diciamo che me la cavo ma non sono sicuramente ai suoi livelli...per ora la mia passione per la bici ricopre quasi per completo il tempo libero che ho, ma magari in questo inverno cercherò di appendere da lui anche qualche segreto culinario in più ;) :D


panta2 - 12/10/2006 alle 14:08

Grazie Robby, tuo padre è un FENOMENO:IoI:IoI:IoI!!!


Morris - 12/10/2006 alle 16:12

Giuseppe, un gigante di cuore e di gambe. Un uomo dai valori ben definiti, con la ferrea volontà di rimanere dentro quei parametri che, via via, gli han donato un peculiare distinguo di qualità positive. Un atleta di spessore, Giuseppe, che non ha potuto tracciare le sue essenze sui fogli traducibili dell'agonismo, ma è pur vero che un ragazzo capace di battagliare, con vigore e possibilità, al cospetto di Antonino Catalano, una traccia, aldilà della narrata e commovente avventura lunga quasi 2000 chilometri, l’aveva lasciata. Quando una storia si chiude, lasciandoti la voglia di conoscere il prosieguo, significa che i contenuti sono appassionanti e coinvolgenti, al punto di fare del protagonista un riferimento per ogni osservatore-lettore. Un bravo va a Robby, ma un applauso sentito ed una sincera volontà di conoscenza vanno a Giuseppe, un campione sconosciuto, ma tangibile. ….E già, gli anni del ragazzo che percorse l’Italia in bicicletta, erano quelli dei sogni: lui fece di tutto per realizzarli e vi riuscì! Chapeau!


robby - 12/10/2006 alle 17:06

Morris...ora stampo questo commento e glielo faccio leggere a mio padre. son sicuro che ne rimarrà colpito... :yes: un grazie lo devo anche a te che mi fai venire voglia di scrivere tutte le volte che inserisci i tuoi fantastici racconti


robby - 12/10/2006 alle 17:21

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] ed una [b] sincera volontà di conoscenza [/b]vanno a Giuseppe, un campione sconosciuto, ma tangibile... [/quote] quale migliore occasione se non la kobram 2007 caro Morris??? ormai io e il Dance ti pediniamo!!!!! ti vogliamo alla kobram 2007 e come noi sono sicuri che tutti vorranno rimanere incantati dalle tue favole ciclistiche...io per primo


pedalando - 13/10/2006 alle 00:28

Robby cerco di sintetizzare in tre punti il mio pensiero: - a te un sincero applauso per aver carpito il racconto ed avercene resi partecipi. - tantissimi complimenti a tuo padre per l'impresa - una commossa ammirazione per la grande umanita' che c'e' nella tua famiglia. :clap:


robby - 13/10/2006 alle 15:02

ragazzi, ieri sera prima di uscire dall'ufficio ho stampato le pagine di questo thread e le ho portate a casa conservandole in una cartelletta dove ho molti ricordi bellissimi, prima però ho fatto leggere tutto al mio babbo e appena ha letto i vostri commenti è rimasto molto contento e aveva la pelle d'oca. Grazie ragazzi, anche da parte del mio babbo