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Bettini, nel 2007
Casagrande - 30/09/2006 alle 12:39

Secondo voi, farebbe bene Bettini, nel 2007, a concentrarsi solo su Fiandre e Mondiale ed anche il Giro d'Italia?

 

[Modificato il 30/09/2006 alle 12:52 by Monsieur 40%]


Monsieur 40% - 30/09/2006 alle 12:44

Prendere in considerazione l'ipotesi di scrivere titoli meno lunghi e di scrivere - invece - qualcosa all'interno del post...!? :D


Casagrande - 30/09/2006 alle 12:50

Naturalmente intendevo Giro d'Italia, visto che Bettini potrebbe anche tentare, viste le motivazioni derivanti dal titolo iridato, di dedicarsi alla classifica generale, seguendo in tal modo l'esempio di Danilo Di Luca. Il Fiandre, poi, sarebbe il coronamento ad un palmares nelle classiche davvero unico per il ciclismo italiano.


zon - 30/09/2006 alle 12:59

non sono molto ottimista riguardo alla concreta possibilità che Bettini possa vincere il giro d'italia, o quantomeno ottenere un piazzamento finale nei 5. Tra l'altro per lui sarebbe una scelta coraggiosa ma rischiosa, che rischierebbe di compromettergli gran parte della stagione. Chiaro che se dovesse farcela... Chapeau!


WilGRILLO! - 30/09/2006 alle 13:02

Secondo me, Bettini nel 2007 punterà alla classifica finale Pro Tour. Per vincerla, dovrà aggiudicarsi 1 breve corsa a tappe (Tirreno-Adriatica, già vinta...) piazzarsi in un grande giro (tra i primi 5 al Giro, si può fare...) e vincere quante più classiche possibile (Sanremo, Fiandre, Liegi, Roubaix, Freccia, Amstel, Gand, Amburgo, San Sebastian, Zurigo, Parigi-Tours, Lombardia...scegliete voi, in teoria può vincere o piazzarsi in tutte). Fatto questo, a Stoccarda valuteranno con Ballerini se è il caso che Bettini debba difendere la maglia iridiata, oppure è il caso di puntare tutto su un velocista puro (Petacchi), Paolo potrebbe abdigare senza problemi, per poi riprovarci nel 2008. Vi sembra un 2007 attendibile?


Lopi - 30/09/2006 alle 22:56

L'idea di puntare al giro mi sembra piuttosto folle, ma se vuole proprio provarci faccia pure. Secondo me dovrebbe provare a saltare Amburgo e S.Sebastian, cercando invece di vincere gare come la Gand e la Parigi-Tours, in cui non si è davvero cimentato. Il Pro-Tour non lo considererei, spesso i corridori che hanno puntato a questa classifica sono finiti a spremersi per un 7° posto in qualche breve corsa a tappe, ciccando gli obiettivi principali.


barrylyndon - 01/10/2006 alle 20:59

[quote][i]Originariamente inviato da Lopi [/i] L'idea di puntare al giro mi sembra piuttosto folle, ma se vuole proprio provarci faccia pure. Secondo me dovrebbe provare a saltare Amburgo e S.Sebastian, cercando invece di vincere gare come la Gand e la Parigi-Tours, in cui non si è davvero cimentato. Il Pro-Tour non lo considererei, spesso i corridori che hanno puntato a questa classifica sono finiti a spremersi per un 7° posto in qualche breve corsa a tappe, ciccando gli obiettivi principali. [/quote] secondo me non dovrebbe mutare troppo la preparazione ne' gli obiettivi.io continuo a non considerare affatto certo un arrivo in gruppo a stoccarda,anzi.se e' vera l'altimetria che ho visto credo proprio che i petacchi ed i mcewen siano un po' tagliati fuori.quindi i favoriti(senza considerare la condizione di ciascun corridore) restano piu' o meno i soliti,quindi anche il nostro betto.:podio:


nino58 - 02/10/2006 alle 11:57

Se quest'anno avesse corso il Tour e fosse entrato nella fuga di Pereiro, vinceva pure quello.


simone89 - 06/10/2006 alle 16:34

ho appena letto su bicisport che bettini ha un doppio progetto per pechino 2008... corsa su strada e su pista...


Admin - 23/02/2007 alle 19:42

[quote][i]Originariamente inviato da 21marco21 in un thread doppione [/i] Non so se esiste già un thread dedicato al mitico grillo ma cercando non l'ho trovato e quindi ho aperto questo! Volevo dire che secondo il mio parere personale Bettini negli ultimi anni è stato (insieme al compianto Marco Pantani)il corridore italiano che ci ha regalato più emozioni! Come dimenticare la vittoria all'Olimpiade di Atene,il sogno finalmente coronato del Mondiale di Salisburgo e le lacrime sul traguardo del Lombardia 2006 dopo la morte del fratello Sauro! Ogni volta che rivedo quelle immagini (e stasera le ho viste a Sfide)mi vengono la pelle d'oca e le lacrime agli occhi. Questo è il vero Sport,queste sono le vere Emozioni,Grazie Paolo! [/quote]


barrylyndon - 23/02/2007 alle 20:04

Bettini ha risposto da par suo alle vittorie di Freire e del suo compagno nemico Boonen.Se il buongiorno si vede dal mattino,ci aspettano grandi emozioni nelle classiche di primavera.


greennic80 - 23/02/2007 alle 22:40

Onestamente credo che una vittoria di una classica monumento non si possa paragonare alla classifica finale del pro tour. Un Fiandre vale almeno dieci pro tour :P Io mi concentrerei sulle classiche.


Frank VDB - 19/03/2007 alle 12:27

Dal sito del quotidiano Avvenire, www.avvenire.it [b]I CENT’ANNI DI UNA CLASSICISSIMA[/b] [b]Bettini La mia Milano Sanremo[/b] [i]A una settimana dalla lunga cavalcata tra Lombardia e Liguria, il campione del mondo in carica parla dei ricordi di famiglia, del fratello Sauro scomparso l’anno scorso, dei sogni di gioventù. E dell’atmosfera di una corsa che quest’anno compie un secolo di vita, dopo aver attirato lungo le strade milioni di appassionati, e segnato generazioni di ciclisti[/i] Di Paolo Bettini La via Aurelia. Io sono in pratica nato e cresciuto lì, sulla statale numero 1: duemila anni di storia, che collega Roma a Ventimiglia, costeggiando il mar Tirreno e attraversando Maremma, Costa degli Etruschi, Versilia e, in Liguria, la Riviera di Levante e quella di Ponente. Conservo nella mente poche immagini di quella prima casa. Ho però una foto in cui mio fratello Sauro è sul balcone con una sfilza di coppe davanti, ricordo delle sue prime vittorie in bicicletta. Aveva dieci anni più di me, Sauro, ed è stato il primo ad andare in bicicletta: quando ha smesso lui, ho cominciato io. Il fatto è che quella foto era alla fine un vecchio rullino, che non ha girato come avrebbe dovuto: quella stampa è il risultato di un fantastico quanto involontario fotomontaggio. Ci sono io piccino, davanti alle coppe di Sauro. Mamma Giuliana e papà Giuliano dissero che era un segno del destino: «Dovevi diventare campione». Oggi so che il destino doveva anche riservarmi il distacco più straziante e doloroso di tutti: la perdita di Sauro, mio fratello. Via Aurelia: ricordi di infanzia, sogni di gioventù. Via Aurelia: la strada verso la gloria, la strada verso Sanremo. Per me la Sanremo è la corsa, è l'obiettivo, il sogno. Lo è sempre stato per il mio babbo, lo era per Sauro che la considerava la corsa delle corse, la classica delle classiche: la prima di tutte, la più facile e per questo la più difficile da correre e da vincere. E poi con i suoi trecento chilometri la più lunga di tutte in assoluto. Per me la Sanremo esiste da Genova all'arrivo, prima l'ho sempre considerata un semplice trasferimento. Ovviamente non è così, perché gli occhi vanno sempre tenuti ben aperti, ma la gara, quella vera, inizia solo in Riviera. La Sanremo del 2003 è quella della mia consacrazione. L'uomo da battere è Mario Cipollini, campione del mondo in carica, vincitore della Classicissima di Primavera l'anno prima. Arrivo a giocarmela allo sprint, con Luca Paolini mio compagno di squadra e Mirko Ce lestino, ligure di Albenga. La volata è un affare tra me e Mirko, la mia vittoria è netta e pulita, quanto la lealtà di Celestino. Ho sempre detto che il 2003 mi ha cambiato la vita, ed è vero. Per tutti è stata la stagione di Bettini: primo a Sanremo, primo alla Clasica San Sebastian e ad Amburgo (tutte gare che mi hanno permesso di centrare la mia seconda coppa del Mondo consecutiva), primo al campionato italiano. Per me è stato soprattutto l'anno in cui è arrivata Veronica, la mia bimba. Venti giorni dopo la sua nascita, era salita con me e mamma sul podio del Giro di Lombardia, a concludere una stagione da incorniciare. Ricordo ancora nitidamente quando uscii dalla sala stampa del teatro Ariston, a Sanremo con la coppa della Classica di Primavera: era il 22 marzo, la mia vita di campione del pedale era radicalmente cambiata, ma la mia vita di uomo aveva già subito la sua vera, profonda trasformazione. Perché se prima i miei ritmi erano scanditi dalle corse, dai trasferimenti, dalle vittorie da pianificare, da quell'inverno del 2003 le priorità erano diventate altre. Inevitabilmente, consapevolmente c'eri tu: Veronica. Erano le visite di controllo, le ecografie, la scoperta che sarebbe arrivata una bimba, la gioia di scegliere il nome, l'emozione di diventare a tutti gli effetti famiglia: che gioia! E poi, da quel 28 settembre, la voglia matta di tornare a casa, sulla nostra collina di Riparbella, entrare in punta di piedi per non svegliarti, sentire il tuo respiro che rimbalza in salone dal tuo lettino. I tuoi pianti, le tue smorfie, i tuoi sorrisi. Ora sei cresciuta, e mi chiedi di stare con te, e ogni volta che parto per una corsa mi sento in colpa come pochi. «Vado a lavorare in bicicletta», come dici tu. Sono il tuo campione, e mi aspetti con la mamma per farti raccontare al mio ritorno mille storie. Mi hai detto: la Sanremo me l'hai raccontata, quando la vinci per davvero? La rivincerò, spero di riuscirci quest'anno, con la maglia di campione del mond o sulle spalle: è uno dei miei grandi sogni, perché dopo aver vinto l'edizione del Centenario al giro di Lombardia con la maglia iridata mi piacerebbe vincere anche il Centenario della Sanremo. Mi hai chiesto di vincere ancora per lo zio Sauro, che dopo sette giorni dal mio Mondiale è volato in cielo. Con lui e per lui ho pedalato lo scorso ottobre sulle strade del Lombardia. Con lui e per lui pedalerò a Sanremo e per il resto della mia vita. Pedalerò perché lui voleva che io pedalassi. «Perché ti riesce naturale, e fai gioire chi ti guarda», mi diceva. Lo farò sabato 24 marzo, sulle strade della Primavera, con la mia maglia dai colori dell'arcobaleno, gettando il cuore oltre il Poggio, cercando di trovare il guizzo giusto per regalare una vittoria a quanti mi vogliono e gli volevano bene; per regalare una vittoria a me, a Monica e a te piccola Veronica, che guardando il cielo tutte le sere saluti lo zio Sauro, che per me sognava una Sanremo e una maglia con i colori dell'arcobaleno e in un battibaleno ci ha lasciato soli.

 

[Modificato il 19/03/2007 alle 12:30 by Frank VDB]


Laura Idril - 19/03/2007 alle 12:33

Bella lettera Paolino. Io facevo comunque il tifo per te.


falco46 - 19/03/2007 alle 14:05

grande il grillo, finora troppo sfortunato, ma si rifarà alla grande!


giapom - 19/03/2007 alle 15:35

Il Giro d'Italia lo vedo duro per lui, ma qualche classica improtante non se la farà sfuggire. Per il Mondiale.... beh ce la deve mettere tutta per tenere quella maglia. Comunque da livornese di adozione (da 43 anni)e evendo conosciuto di persona gran parte della famiglia Bettini, gli faccio i miei più sinceri auguri!!!!!! :clap: :podio:


rinco-nito - 20/03/2007 alle 21:09

Per ora mi sembra che la maledizione della maglia iridata abbia colpito Bettini, speriamo che questo momento nero passi in fretta per lui.


DeEjAy_FlAtBeAt - 21/03/2007 alle 19:40

Maledizione della maglia bianca??? tièèèèèè:Od: (toccatina)