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Autore: Oggetto: La carta etica del ProTour

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  postato il 14/12/2004 alle 14:03
Oggi sarà firmata dalle 19 squadre del ProTour la nuova carta etica.

Le condizioni saranno le seguenti:
1- Il corridore trovato positivo sarà immediatamente sospeso dal Team
2- Il corridore che saraà trovato positivo alle controanalisi sarà immediatamente licenziato dal Team
3- Il corridore che sarà licenziato dal Team per caso di doping non potrà partecipare alle gare del circuito ProTour per 4 anni

Direi che il punto 3 è senz'altro la novità maggiore. Speriamo oggi venga firmata senza aggiustamenti vari (o comunque con aggiustamenti volti al meglio...)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2004 alle 14:16
e mi sembra una gran bella carta etica,che almeno a parole sembra voler finalmente debellare il doping dal ciclismo,a patto pero'che diminuiscano i certificati,ed i libri neri....

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2004 alle 18:20
Il punto 3 mi piacerebbe solo se venisse inserito in un contesto preciso, quello dei diari clinici e dell’indipendenza dell’istituto anti-doping (l’UCI organizza il pro-tour quindi è in conflitto di interessi concreto, perchè alcuni casi di positività potrebbero danneggiarene l’immagine e mettere in crisi alcuni contratti commerciali in essere, quindi potenzialmente l’UCI ,e gli organizzatori che tutela, potrebbero avere interesse ad insabbiare alcuni esami).
Così com’è brutalmente espresso il punto 3 si impegna a trasformare i circuiti continentali in una sorta di ghetto, che sò, come se a Milano gli ex carcerati non potessero varcare la cerchia dei navigli: perchè?
Puzza molto di J.M. Leblanc quest’affare.
A proposito Mario, sai se agli organizzatori tramite la carta etica sarà concesso di comportarsi come accaduto con DeLuca e Casagranda?



 
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  postato il 14/12/2004 alle 19:16
Nutro anch'io le vostre stesse attese per vedere se il passo compiuto è veramente quello decisivo.

La "brutalità" del testo da me citato è dovuto proprio alla fonte (cycling4all.com), che lo riporta come una sorta di "Ansa": speriamo che aumenti la stesura dell'articolo a breve.

Non so se agli organizzatori sarà concessa questa sorta di "diritto", ma non credo e spiego perchè: ho notato (in un pezzo chiamato "my dream comes true") che chi scrive di doping sul sito su citato ha più o meno la nostra (di Forum, intendo) stessa linea di idee, ma riportando la notizia si lasciava andare a giudizi positivi. Non so se anche lui ignora questo fatto, ma credo che tutti i dubbi ce li toglieremo a giorni.
Ovviamente non c'è bisogno di dire che si spera che, come in tutti i casi, gli imputati vengano considerati innocenti fino a prova contraria e fino all'ultimo grado di appello.

 
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Livello Tour




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  postato il 14/12/2004 alle 21:24
Nella carta etica del PRO TOUR è stata respinta la richiesta del Tour de france che chiedeva la sospensione per corridori che avevano ricevuto un avviso di garanzia, quindi non ci dovrebbero essere nuovi casi DI Luca. Il regolamento parla di sospensione per atleti colpiti da rinvio a giudizio. questa sospensione sarà di 4 mesi dopodichè saranno riabilitati qualora non ci siano novità e sviluppi nelle indagini. Non è stato specificato come sarà il comportamento riguardo Rebellin e Figueras in quanto non si sa se questo codice entrerà in vigore con il 1 gennaio '05 o sarà retroattivo
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/12/2004 alle 13:27
e come si poneva il tour nei confronti di... sua maesta'...lance armstrong????
come al solito figli e figliastri....

 

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Giuseppe Matranga

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  postato il 15/12/2004 alle 21:55
Questa la Carta Etica del ProTour:

Il nuovo Codice Etico è stato approvato definitivamente ed è pronto ad entrare in vigore dal prossimo 1° gennaio. ve ne presentiamo il testo completo.

Preambolo

I Team dell’Uci Pro Tour vogliono, grazie alla stesura e alla firma del presente codice etico, indicare chiaramente il loro impegno a favore dell’assoluto rispetto delle regole dell’equità sportiva.
L’introduzione del Pro Tour, con la sua scelta di eccellenza, costituisce a questo riguardo un’occasione storica.
I Team dell’Uci Pro Tour sottolinenao che l’adozione di questo codice si affianca al loro impegno di rispettare i regolamenti UCI ed in particolare i regolamenti in materia di salute dei corridori e il regolamento antidoping dell’UCI.

I Team dell’Uci Pro Tour si obbligano a:

I. Mettere la salute e l’etica sportiva al primo posto della loro attività.

II. Rispettare i principi del ffair-play e avere un comportamento rispettoso verso il pubblico, i corridori, gli organizzatori, le squadre e le istanze nazionali ed internazionali.

III. Permettere ai corridori di eserecitare la loro attività nelle migliori condizioni possibili.

IV. Escludere assolutamente compensi degli altleti, del persionale e dei responsabili sanitari basati sulle performance o sui risultati ottenuti dai corridori.

V. Chiedere a ciascun atleta di comunicare per iscritto al proprio team manager le coordinate dei propri preparatori personali, dei propri medici curanti e di tutte le persone che, al di furori della squadra, sono impegnati nella preparazione fisica, medica o psicologica dell’atleta stesso.

VI. Creare un sistema di informazione e prevenzione che spieghi ai corridori i rischi legati alle pratiche dopanti.

VII. Ricordare ai corridori che devono fornire informazioni precise sui loro spostamenti in base a quanto previsto dal Codice Mondiale Antidoping che potrà farne richiesta al fine di procedere con controlli a sorpresa in qualsiasi momento.

VIII. Senza preclusione del diritto di interruzione del contratto per gravi motivi, non schierare al via delle corse i corridori che sono oggetto di una procedura discilplinare per violazioni legate al regolamento antidoping UCI, che segue naturalmente il Codice Mondiale Antidoping.

IX. Senza preclusione del diritto di interruzione del contratto per gravi motivi, non schierare al via delle corse quei corridori che sono oggetto di una inchiesta o di una procedura penale per fatti relativi all’attività sportiva, sia essa una violazione del regolamento antidoping dell’UCI, sia essa un reato criminale volontario.

1. dopo l’apertura dell’inchiesta o della procedura:
- se il colpevole ha confessato i fatti o
- se le informazioni di fonte ufficiale di cui dispone l’UCI ProTeam fanno chiaramente comprendere che le accuse non possono essere effettivamente contestate

2. negli altri casi, dall’apertura dell’inchiesta o addirittura per il rinvio a giudizio in un processo.

X. Se i fatti citati nell’articolo precedente sono oggetto di una procedura disciplinare prevista dall’articolo VIII, sarà applicato lo stesso articolo VIII. In ogni caso, se durante la procedura disciplinare l’interessato dovesse comparire davanti al giudice del tribunale penale, l’atleta stesso non sarà schierato al via delle corse a partire da un mese prima dell’udienza disciplinare e fino all’emissione del giudizio.

Se, in virtù della legge applicabile, la procedura discoiplinare dovesse essere sospesa a causa di una procedura penale come all’articolo IX, l’interessato non dovrà essere schierato in corsa a partire da un mese prima dell’udienza disciplinare e fino alla data della decisione.

XI. Licenziare, nel rispetto delle leggi nazionali, ogni corridore o altro elemento della squadra per una violazione del regolamento antidoping dell’UCI, o nel caso di condanna da parte dell’autorità giudiziaria per un reato relativo all’attività sportiva. Questa regola non si apllica nei casi previsti dal secondo comma dell’articolo XII.

Il diritto di licenziamento per ogni motivo valido resta riservato.

XII. Durante un periodo di quattro anni dopo la condanna, non ingaggiare nella propria squadra alcun elemento che sia stato condannato per una violazione volontaria del regolamento antidoping dell’UCI.

Non sono considerati, ai fini del presente articolo, come violazioni volontarie:
a. le violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 262 del regolamento antidoping dell’UCI (sostanze specifiche);
b. e violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 264 o 265 del regolamento antidoping dell’UCI (negligenze) ;
c. le violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 266del regolamento antidoping dell’UCI, salvo i casi di condanna per una violazione in base dgli articoli 15.6.2 (possesso da parte del personale), 15.7 (traffico) o 15.8 (somministrazione a corridore). ;
d. tutte le altre violazioni per le quali l’interessato ha fornito chiarimenti plausibili davanti alla commissione delle licenze, spiegandoi l’involontarietà dell’accadutoto.

La norma presente si aplica nei casi di condanna pronunciata a partire dal 1° febbraio 2005. Non viene tenuto conto:
- di una condanna in appello se c’è stata condanna in prima istanza prima del 1° gennaio 2005.
- di una condanna disciplinare se c’è stata condanna giudiziaria prima del 1° gennaio 2005;
- di una condanna giudiziaria se c’è stata condanna sportiva prima del 1° gennaio 2005.


XIII. Tutte le difficoltà di applicazione degli articoli da VIII a XII saranno sottoposte al presidente della commissione delle licenze o del suo sostituto designato, la cui decisione sarà decisione sarà definitiva ed esecutoria e non potrà essere suscettibile di alcun ricorso

 
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  postato il 15/12/2004 alle 21:58
Non sarà sicuramente retroattiva, dunque
 
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  postato il 17/12/2004 alle 15:54
Prima avvisaglia di "inadattabilità": a Leblanc, la Carta Etica, piace...
 
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  postato il 17/12/2004 alle 17:09
Anche se la questione paventata da aranciata_bottecchia in merito alla questione del conflitto di interessi in seno all'UCI che dovrà garantire sia il rispetto di tale codice sia gli introiti commerciali della vendita del prodotto
"circuito ProTour" non è stata (ancora?) risolta, provo un po' ad analizzare quelli che sono i punti che ritengo più "importanti":
.
.
.
IV. Il punto 4° è sicuramente buono: eliminare i contratti "a prestazione" mi pare senza dubbio un incentivo per eliminare le vittorie "a qualsiasi costo ed a qualsiasi prezzo". La suddetta regola mi
fa pensare poi che l'unica squadra italiana di calcio ad avere contratti a prestazione, mi pare, sia la Juventus di Giraudo ed Agricola
V. Il punto 5° credo sia stato istituito per allontanare un po' quei personaggi tipo "maserati" e "beaticcione" dal mondo del ciclismo (certo che sai le querele per diffamazione che prenderà l'UCI permettendo un medico curante piuttosto che un altro... e non è detto che, visto quel conflitto di
interessi, chi si dovesse lamentare non abbia ragione)
VI. Ottimo, ma questo programma di prevenzione chi lo finanzia? L'UCI...?!
.
.
.
XIII. Mamma mia, che brutto articolo! Ma che vuol dire? <> è una frase oscena (perciò non spreco neanche il tempo per commentare
tali articoli, molto "labirintici", diciamo
così...): un codice dovrebbe essere facilmente applicabile, sennò che si è fatto a fare?! E questa specie di presidente della commissione delle licenze a cui non si èuò nè controbattere nè
ricorrere chi sarebbe?! Padre Pio? Senza essere profani nè sacrileghi, costui non potrà sbagliare? E quel discorso della vendita del prodotto? Non finirà tutto col "volemose bene e stamo pace"? La stesura di questo articolo, in pratica, mette in discussione tutta la bontà della carta e tutto il codice... il fatto che tutti i 19 team lo abbiano firmato non lo assolve, anzi... avvalora la mia tesi che questo fantomatico "presidente" possa chiudere un occhio in un caso e l'altro occhio in un altro

 
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  postato il 18/12/2004 alle 16:25
Faccio notare che il 03/11/2004 alle ore 15:40, nel corso del thread "Phonak, Santi Perez e l'emotrasfusione", il grande aranciata_bottecchia aveva così "apostrofato" la Carta Etica del ProTour:

La carta etica del pro-tour è una pagliacciata, serve a J.M.LeBlanc per tenere alla larga dal tour NON il doping MA la sua ombra.
Inoltre serve a dissuadere gli atleti dal comportarsi come Manzano, Millar o Simeoni, serve a troncare i pentiti ed a proteggere gli omertosi.
Nessun istituto antidoping sarà credibile finchè dipenderà da chi gestisce il denaro, l'antidoping deve essere un organismo democratico e indipendente (per fare un esempio: nella serie A è ridicolo che gli arbitri e i designatori dipendano dalla federazione, ovvero Carraro, uomo di capitalia e amicone di Galliani).


Faccio i miei complimenti per la lungimiranza e rinnovo quelli per la grande competenza... chapeau

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 19:33
Mario,io ho preferito nn aggiungere poco o niente a questo thread per due motivi principali:il primo e'che hai analizzato in modo piuttosto completo la carta etica tu,con argomentazioni che grossomodo condivido ma soprattutto perche'condivido quel senso di sfiducia di aranciata riguardo a dei pezzi di carta tanto belli quanto inutili!
questa carta sarebbe tutt'altro che una pagliacciata,ma lo diventa eccome quando sai che l'oragano antidoping,come saggiamente dice aranciata(ed e'cosi anche nel calcio),nn e'indipendente e libero da discorsi economici e politici anzi ci e'dentro fino al collo e fino ad oggi e'stato piu'complice che giudice imparziale!
ora sembra abbiano scritto le cose per bene,anche se come tu dici gia'mettono le mani avanti su eventuali future controversie che gia'sanno ci saranno(e questo e'tutto dire),ma permetti dopo decenni di figli e figliastri io aspetto che ad essa vengano affiancati fatti concreti e fino ad allora nn riusciro'ad esser soddisfatto per un regolamento di per se soddisfacente,ma mai rispettato in passato ed che quindi a tutt'oggi nn puo'far altro che farmi sorridere,beffardo e disincantato...

 

[Modificato il 27/12/2004 alle 19:38 by Pirata x sempre]

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 21:08
Boh, sinceramente ho l’impressione che questa carta etica dica tutto e insieme niente.
Soprattutto non riesco a capire per quale motivo fosse uno dei cardini che alimentavano la fronda dei grandi organizzatori (lo so, lo so come tutti voi, il solo vero vessillo della fronda era la proprietà dei diritti televisivi, la rimanenza è ipocrisia).
Non me la sento di analizzarla punto per punto, attendo che lo faccia qualche giornalista per poi valutarne le osservazioni.
Volendo comunque fornire qualche spunto di riflessione ecco alcuni punti che mi hanno colpito:

V. Chiedere a ciascun atleta di comunicare per iscritto al proprio team manager le coordinate dei propri preparatori personali, dei propri medici curanti e di tutte le persone che, al di furori della squadra, sono impegnati nella preparazione fisica, medica o psicologica dell’atleta stesso.

Benissimo, ma che significa? Se un domani Armstrong venisse sorpreso mentre stà facendo una gita in mountain bike assieme a Michele Ferrari che accadrebbe? Niente? E’ una regola inutile?

VII. Ricordare ai corridori che devono fornire informazioni precise sui loro spostamenti in base a quanto previsto dal Codice Mondiale Antidoping che potrà farne richiesta al fine di procedere con controlli a sorpresa in qualsiasi momento.

Kenteris è stato posto sotto inchiesta dopo avere evitato il terzo controllo a sorpresa.
L’UCI aspetterà tanto? Può essere un altro specchietto per le allodole?

XII. Durante un periodo di quattro anni dopo la condanna, non ingaggiare nella propria squadra alcun elemento che sia stato condannato per una violazione volontaria del regolamento antidoping dell’UCI.

Nel calcio il caso Bosman ha dimostrato che le istituzioni sportive non vivono al di fuori del mondo dei lavoratori.
Perchè un corridore che ha scontato la sua sacrosanta squalifica non dovrebbe essere riammesso nei ranghi della buona reputazione? E’ questa la norma salva omertà che tende a prevenire le confessioni degli ex-dopati?

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 28/12/2004 alle 01:44
Concordo con le vostre perplessità.
Dopo le pagliacciate che ho visto sul tema doping e la "nascita di queste carte etiche" (quella dell'UCI non è la prima), fatte ad uso e consumo per crearsi alibi e verginità, sinceramente, mi vien di dire che non me ne frega un tubo! Anzi, più se ne fanno, guarda caso sempre all'interno "dell'uovo che partorisce", più mi rendo conto che pur di non combattere con efficacia e imparzialità il doping, s'è creata una nuova disciplina sportiva: l'arrampicata sugli specchi!
Un classico modo...per pararsi il fondoschiena e....non cambiare nulla.

Ora devo andare, ma domani risponderò in dettaglio su questa ennesima ipocrisia.

Scusatemi per la repentina partenza.

Morris

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 08/01/2005 alle 15:05
Riuscirò stavolta a rispondere, senza nessuna caduta di linea?


Prima di tutto un plauso a Mario, per l’attenzione con la quale studia regolamenti e intendimenti del governo del ciclismo. Caro Mario, sono i giovani come te che servirebbero alle federazioni e mi auguro che, in futuro, per l’entità della tua passione, tu, come altri qui (indipendentemente dai ruoli che avete svolti nel passato sulla bici), possiate fare politica dentro la Federazione Ciclistica, affinché le figure di troglodita-dirigente, che tanto hanno incrinato questo sport, dal basso di una cultura insipiente, vadano in pensione a fare i semplice spettatori. Lo dico come atto doveroso verso uno sport che amo e che deve comprendere come la nuova sfida che lo attende, non possa essere affrontata con le determinazioni di uomini, nella migliore delle ipotesi, fuori dai tempi ed incapaci di aprirsi. I mali del ciclismo, purtroppo superiori a quelli di tante altre discipline, sono in gran parte dovuti proprio a questa vecchia, oserei dire casereccia e pressapochista classe dirigenziale. Ed è assai salutare vedere come qui, su Cicloweb, si discuta a livelli di profondità impensabili ed imparagonabili per le potenzialità intellettuali del 90% dei componenti del Consiglio Federale. E’ora che lo sport italiano, interamente (il ciclismo in particolare), la smetta di selezionare i quadri “sull’effetto”, ma guardi prima di tutto alla competenza, alla passione e alla disponibilità a lavorare a tempo pieno, mettendo sul piatto diverse delle poche risorse, fino ad imporre al Parlamento prima e al Governo poi (indipendente dalla sua composizione), l’esigenza impellente, inderogabile e civile di una legge quadro, che definisca, fra le altre peculiarità, quelle fondamentali dei compiti del governo sportivo e quel suo finanziamento che non può assolutamente legarsi all’aleatorietà delle lotterie. Ma su questi temi ritornerò.....
Vediamo ora l’ultima trovata “verbruggeriana”......


Questa la Carta Etica del ProTour:

Il nuovo Codice Etico è stato approvato definitivamente ed è pronto ad entrare in vigore dal prossimo 1° gennaio. ve ne presentiamo il testo completo.

Preambolo

I Team dell’Uci Pro Tour vogliono, grazie alla stesura e alla firma del presente codice etico, indicare chiaramente il loro impegno a favore dell’assoluto rispetto delle regole dell’equità sportiva.
L’introduzione del Pro Tour, con la sua scelta di eccellenza, costituisce a questo riguardo un’occasione storica.
I Team dell’Uci Pro Tour sottolinenao che l’adozione di questo codice si affianca al loro impegno di rispettare i regolamenti UCI ed in particolare i regolamenti in materia di salute dei corridori e il regolamento antidoping dell’UCI.


La prima sensazione che salta agli occhi, leggendo il preambolo di questa ennesima carta etica (ormai, mi si perdoni, queste carte, per la loro diffusione, ricordano….l’igienica), è l’inno verso una specie di assolutismo dell’UCI, giustificabile e persino legittimo per quanto riguarda la gestione sportiva, assolutamente indecente nella parte finale, quando si riferisce al regolamento antidoping. Questi, deve essere uguale per tutti gli sport e gestito da un organismo autonomo allo stesso CIO e deve essere capace di investire gli stessi stati, figuriamoci una particella come l’UCI: un ente che è stato, al pari del calcio, il fanalino di coda nell’accettazione della WADA e che non perde occasione per contrastarla. Brutta quella frase finale, davvero brutta, sa di vecchio e di figli e figliastri ma ci arriverò dopo.....

I Team dell’Uci Pro Tour si obbligano a:

I. Mettere la salute e l’etica sportiva al primo posto della loro attività.


Intendimento incontestabile, ma agli intendimenti devono seguire i fatti e la trasparenza che può venire solamente da un organismo di controllo autonomo e superpartes, anche perché proprio dal PRO TOUR si evince l’esistenza di troppi interessi in gioco e il controllato è lo stesso propugnatore, cioè l’UCI. Mah…

II. Rispettare i principi del ffair-play e avere un comportamento rispettoso verso il pubblico, i corridori, gli organizzatori, le squadre e le istanze nazionali ed internazionali.


Giusto, ma c’era bisogno di ribadirlo ancora. Lo sanno tutti che l’uomo ha il pene e la donna la vagina..... Nello sport la carta olimpica è precedente all’UCI...(anche se spesso disattesa).

III. Permettere ai corridori di eserecitare la loro attività nelle migliori condizioni possibili.


Altro punto inutile, dovrebbe essere scontato, ed il fatto di ripeterlo sembra dimostrare che esistono cadaveri nell’armadio...

IV. Escludere assolutamente compensi degli altleti, del persionale e dei responsabili sanitari basati sulle performance o sui risultati ottenuti dai corridori.


Okay, va bene, ma chi controlla? L’UCI? La contrattazione privata (e spesso segreta), segue regole che non sono perseguibili o controllabili. Sovente al contratto “pubblico”, come gli estensori ben sanno, se ne aggiunge uno strettamente privato fra le due componenti...

V. Chiedere a ciascun atleta di comunicare per iscritto al proprio team manager le coordinate dei propri preparatori personali, dei propri medici curanti e di tutte le persone che, al di furori della squadra, sono impegnati nella preparazione fisica, medica o psicologica dell’atleta stesso.


Punto ridicolo. Sembra un voler incapsulare i corridori senza possedere l’involucro sul quale dovrebbero adagiarsi. Che pene potrebbero esserci in caso di infrazioni e chi le stabilisce? L’UCI? C’è un diritto superiore a quello sportivo, lo sa Verbruggen? Oltretutto essendo pure un punto aleatorio, la sensazione che lascia..... è quella di una perdita di tempo e di una presa in giro.....

VI. Creare un sistema di informazione e prevenzione che spieghi ai corridori i rischi legati alle pratiche dopanti.


E chi lo farebbe, l’UCI? Se vogliamo ridere ridiamo pure. Il compito della tutela della salute è, innanzi tutto, degli STATI, i quali, di fronte al doping (un flagello che certo fa vincere, ma accorcia la vita e demolisce la sua qualità), oltre a creare delle leggi opportune, devono farsi carico del controllo e della prevenzione, stanziando opportuni fondi. Una piaga sociale diffusa (oltre lo sport), non la si può contrastare e combattere a spese di quel mondo sportivo che, di fatto, si sostituisce allo stato. E’ questa una delle principali ragioni dell’inefficacia dell’antidoping così com’è. Gli inventori del doping, infatti, compresi i ricercatori delle case farmaceutiche, sono sempre avanti rispetto a chi li deve scoprire, proprio perché possono godere di risorse per la ricerca, che il mondo sportivo, indipendentemente dalle sue volontà reali, non disporrebbe mai.
Chi dovrebbe svolgere delle vere e proprie battaglie culturali, l’UCI, la FCI, gli inconcludenti organismi dei corridori? E’ doveroso il loro contributo, ma se vogliamo continuare a prenderci in giro, senza mai dare dei calci negli stinchi ai governi, continuiamo pure..... Ciò vale, ovviamente, per tutto il mondo sportivo, non solo quello ciclistico. La droga la perseguono gli stati, non le associazioni di riferimento (se esistono) dei singoli drogati....... Ma anche qui, si apre uno spunto di riflessione sul connubio doping funzionale alla società di oggi, sul quale, ormai, ho speso una vita.... e su cui ritornerò....

VII. Ricordare ai corridori che devono fornire informazioni precise sui loro spostamenti in base a quanto previsto dal Codice Mondiale Antidoping che potrà farne richiesta al fine di procedere con controlli a sorpresa in qualsiasi momento.


Già, ma non facciamo figli e figliastri. Aranciata ha ricordato giustamente Kenteris, ma quanti Kenteris ci sono nel cassetto nascosto di qualcuno? La domanda non vuole colpevolizzare nessuno, ma quando si scopre che uno è caduto alla terza infrazione perché è stato un colossale ingenuo, i dubbi ed i sospetti sorgono......!

VIII. Senza preclusione del diritto di interruzione del contratto per gravi motivi, non schierare al via delle corse i corridori che sono oggetto di una procedura discilplinare per violazioni legate al regolamento antidoping UCI, che segue naturalmente il Codice Mondiale Antidoping.


Questa è una colossale sciocchezza! Se realmente l’UCI, che si mette sempre in prima persona onnipotente, volesse essere conseguente allo spirito dei propri enunciati intendimenti, dovrebbe chiedere al CIO di togliere, immediatamente, l’oro olimpico ad Hamilton. Capisco che sto corridorino scarso (trenta anni fa sarebbe stato un sicuro semi-disoccupato), è di un paese che fa tremare gli indumenti intimi di qualcuno, ma la gente vera e gli enti credibili, se ne fregano......

IX. Senza preclusione del diritto di interruzione del contratto per gravi motivi, non schierare al via delle corse quei corridori che sono oggetto di una inchiesta o di una procedura penale per fatti relativi all’attività sportiva, sia essa una violazione del regolamento antidoping dell’UCI, sia essa un reato criminale volontario.


C’è un sire nel ciclismo che ha un procedimento avviato per minacce (da mafioso tradurrebbe un italiano), ma che l’UCI voglia o possa intervenire sul club di quel tipo, o su altri aventi peso, mi sembra la favola di Pinocchio....

1. dopo l’apertura dell’inchiesta o della procedura:
- se il colpevole ha confessato i fatti o
- se le informazioni di fonte ufficiale di cui dispone l’UCI ProTeam fanno chiaramente comprendere che le accuse non possono essere effettivamente contestate


Nel caso che ho citato sopra, l’incontestabilità delle accuse, l’hanno vista tutti in mondovisione.....

2. negli altri casi, dall’apertura dell’inchiesta o addirittura per il rinvio a giudizio in un processo.


Cari signori, ribadisco l’attenzione a non cadere nella ragnatela di quei figli e figliastri.....che sembrano le sirene....del portafogli e del prestigio.....

X. Se i fatti citati nell’articolo precedente sono oggetto di una procedura disciplinare prevista dall’articolo VIII, sarà applicato lo stesso articolo VIII. In ogni caso, se durante la procedura disciplinare l’interessato dovesse comparire davanti al giudice del tribunale penale, l’atleta stesso non sarà schierato al via delle corse a partire da un mese prima dell’udienza disciplinare e fino all’emissione del giudizio.

Se, in virtù della legge applicabile, la procedura discoiplinare dovesse essere sospesa a causa di una procedura penale come all’articolo IX, l’interessato non dovrà essere schierato in corsa a partire da un mese prima dell’udienza disciplinare e fino alla data della decisione.


Si evince la morale del tanto chiasso, per far finire, chi non serve, ad ergersi ad agnello sacrificale.....con lo scopo di non cambiare niente....

XI. Licenziare, nel rispetto delle leggi nazionali, ogni corridore o altro elemento della squadra per una violazione del regolamento antidoping dell’UCI, o nel caso di condanna da parte dell’autorità giudiziaria per un reato relativo all’attività sportiva. Questa regola non si apllica nei casi previsti dal secondo comma dell’articolo XII.


E dai, con sto regolamento UCI! Ma chi è l’UCI, il CIO? L’ONU?

Il diritto di licenziamento per ogni motivo valido resta riservato.


Vorrei ben vedere….ed allora perché lo si mette in tutti gli articoli?

XII. Durante un periodo di quattro anni dopo la condanna, non ingaggiare nella propria squadra alcun elemento che sia stato condannato per una violazione volontaria del regolamento antidoping dell’UCI.


Idiozia totale. Non esiste altro dispregiativo. Ci sono leggi degli stati che sono superiori al mondo sportivo e ci mancherebbe!!!! Aranciata, come sempre bravissimo, ha citato Bosman; io aggiungo che se fossi un tipo squalificato e dopo aver scontato la pena mi trovassi nelle condizioni di dover aspettare altri 4 anni per lavorare, citerei l’UCI e chiederei un enorme risarcimento danni. Qualsiasi tribunale al mondo, condannerebbe Verbruggen & C. a pagarmelo! Il resto, lo riportano le parole del gigantesco Aranciata Bottecchia quando dice: “E’ questa la norma salva omertà che tende a prevenire le confessioni degli ex-dopati?” Togliamo pure l’interrogativo, prudenzialmente messo dal nostro grande forumista!

Non sono considerati, ai fini del presente articolo, come violazioni volontarie:
a. le violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 262 del regolamento antidoping dell’UCI (sostanze specifiche);
b. e violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 264 o 265 del regolamento antidoping dell’UCI (negligenze) ;
c. le violazioni che hanno comportato la condanna ai sensi dell’articolo 266del regolamento antidoping dell’UCI, salvo i casi di condanna per una violazione in base dgli articoli 15.6.2 (possesso da parte del personale), 15.7 (traffico) o 15.8 (somministrazione a corridore). ;
d. tutte le altre violazioni per le quali l’interessato ha fornito chiarimenti plausibili davanti alla commissione delle licenze, spiegandoi l’involontarietà dell’accadutoto.

La norma presente si aplica nei casi di condanna pronunciata a partire dal 1° febbraio 2005. Non viene tenuto conto:
- di una condanna in appello se c’è stata condanna in prima istanza prima del 1° gennaio 2005.
- di una condanna disciplinare se c’è stata condanna giudiziaria prima del 1° gennaio 2005;
- di una condanna giudiziaria se c’è stata condanna sportiva prima del 1° gennaio 2005.


Niente da dire: sono accessori di un castello ........che sembra un cumulo d’aria......e con l’assurda pretesa di graffiarlo.....
Bravo Mario quando dici:
XIII. Mamma mia, che brutto articolo! Ma che vuol dire? <> è una frase oscena (perciò non spreco neanche il tempo per commentare
tali articoli, molto "labirintici", diciamo
così...): un codice dovrebbe essere facilmente applicabile, sennò che si è fatto a fare?! E questa specie di presidente della commissione delle licenze a cui non si èuò nè controbattere nè
ricorrere chi sarebbe?! Padre Pio? Senza essere profani nè sacrileghi, costui non potrà sbagliare? E quel discorso della vendita del prodotto? Non finirà tutto col "volemose bene e stamo pace"? La stesura di questo articolo, in pratica, mette in discussione tutta la bontà della carta e tutto il codice... il fatto che tutti i 19 team lo abbiano firmato non lo assolve, anzi... avvalora la mia tesi che questo fantomatico "presidente" possa chiudere un occhio in un caso e l'altro occhio in un altro.

Caro Mario, la complessità del diritto e le garanzie del diritto sono sostanze sconosciute da queste parti......

XIII. Tutte le difficoltà di applicazione degli articoli da VIII a XII saranno sottoposte al presidente della commissione delle licenze o del suo sostituto designato, la cui decisione sarà decisione sarà definitiva ed esecutoria e non potrà essere suscettibile di alcun ricorso


Quanti ricorsi ad altri organismi prevedo..... Tra l’altro con grandi possibilità di vittoria......

Morale: le carte etiche sono un palliativo per crearsi verginità e quella presa in esame è più inutile di altre. Se l’UCI anziché cercare di ergersi a stato mondiale del ciclismo, al di fiori di tutti e di tutto, salvo ovviamente quel che tutti vediamo, cercasse di dire al CIO che i paesi del mondo devono impegnarsi a fare dello sport un’area chiara e seguita, per gli impatti che genera sulle singole società, avrebbe sì steso una reale carta etica. L’UCI faccia pure il PRO TOUR e determini altri regolamenti, sui quale possiamo essere d’accordo o meno, ma non si lanci con velleità fanciullesche a fare come il gatto con la sua defecazione o ad esternare la politica del bambino che ha appena letto “Alice nel paese delle meraviglie”!

Morris

 
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Non registrato



  postato il 08/01/2005 alle 16:53
Originariamente inviato da Morris

Prima di tutto un plauso a Mario, per l’attenzione con la quale studia regolamenti e intendimenti del governo del ciclismo. Caro Mario, sono i giovani come te che servirebbero alle federazioni e mi auguro che, in futuro, per l’entità della tua passione, tu, come altri qui (indipendentemente dai ruoli che avete svolti nel passato sulla bici), possiate fare politica dentro la Federazione Ciclistica, affinché le figure di troglodita-dirigente, che tanto hanno incrinato questo sport, dal basso di una cultura insipiente, vadano in pensione a fare i semplice spettatori. [...]Ed è assai salutare vedere come qui, su Cicloweb, si discuta a livelli di profondità impensabili ed imparagonabili per le potenzialità intellettuali del 90% dei componenti del Consiglio Federale. E’ora che lo sport italiano, interamente (il ciclismo in particolare), la smetta di selezionare i quadri “sull’effetto”, ma guardi prima di tutto alla competenza, alla passione e alla disponibilità a lavorare a tempo pieno, mettendo sul piatto diverse delle poche risorse, fino ad imporre al Parlamento prima e al Governo poi (indipendente dalla sua composizione), l’esigenza impellente, inderogabile e civile di una legge quadro, che definisca, fra le altre peculiarità, quelle fondamentali dei compiti del governo sportivo e quel suo finanziamento che non può assolutamente legarsi all’aleatorietà delle lotterie. Ma su questi temi ritornerò.....


Grazie Morris per il plauso, e lo rivolgo io stesso a tutti i "forumisti" di Cicloweb, luogo scoperto da me quasi per caso sotto il continuo pulso della ricerca di risultati nel database del sito ed affascinato dall'avvincente sondaggio proposto da Emiliano su chi fosse stato il corridore della stagione 2004. Questa "palestra del cervello" ti affina, perchè ti confronta con personaggi dal Grandissimo spessore, cui devi informarti per non venir rettificato, cui devi dedicar tempo come l'Admin ne dedica a Noi.

La "parafrasi" della Carta"IG"Etica (perdonerai se ti rubo l'accostamento) da Te proposta, caro Morris, mi ha fatto capire quanto hai ragione e quanto poco sò riguardo al doping, alle sue contromisure ed alle sue velleità farmaceutiche.
Riusciamo per un attimo a capire che tali fantocci stanno facendo disinnamorare di questo epico sport parecchi appassionati?
Riusciamo a capire perchè si cancellano corse come il Pantalica o l'Etna?!
Riusciamo a capire che esistono dei "taciti accordi" in tutto e tra tutti e <>?!

Mamma mia, che brutto scenario che mi si apre davanti, quasi ho paura della passione che mi spinge a questo sport. Nel calcio si dice che "quello giocato riappacifica con quello parlato", prendendo per i fondelli decine di migliaia di caproni che non aspettano altro che di esserci presi. Poi vedi Di Canio in Lazio-Roma e Cristiano Lucarelli in Livorno-Inter e capisci che la frase "il calcio giocato riappacifica con quello parlato" è così vuota di contenuti che, ripronunciata, quasi rimbomba. Nel ciclismo è la stessa cosa: ma il bacino d'utenza, purtroppo (o per fortuna?) non è ugualmente capiente. Quindi nel calcio si riesce a piazzare anche l'immondizia, nel ciclismo si tende ad incenerire quei rifiuti che potrebbero essere riciclati.
Poi guardi e ti accorgi che, sulle poltrone che contano, ci sono seduti sempre gli stessi personaggi: Matarrese, Pescante, Petrucci, Adorni, e compagnia festante. "Si cambia", e sembra "l'editto di Costantino"... poi si scopre che Costantino è quello della De Filippi...

...consigli per gli acquisti...


 
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  postato il 08/01/2005 alle 18:04
La Carta IgiEtica è una grandissima intuizione giornalistico-linguistica. Complimenti a voi!
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 08/01/2005 alle 18:55
Grazie Admin, ma il capolavoro lo ha fatto il giovane Mario, con quel finale che è un summa di giornalismo, critica, psicologia di massa e sociologia della comunicazione. Una "perla" che avrebbe imposto a Talcott Parsons, almeno un volume di 600 pagine.
Caro Admin, amministri un forum di grandi e belle speranze davvero!
Chapeau!

 
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Non registrato



  postato il 10/01/2005 alle 01:51
Beh, non so che dirvi se non <>

Poi calcolate che preparerò la tesi di laurea sulla Filosofia del Linguaggio e della Comunicazione, quindi magari il termine me lo "rivendo"... tanto siamo in tema, no!?


 
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  postato il 24/10/2006 alle 13:41
Cinque corridori spagnoli hanno denunciato il Codice Etico

Cinque corridori spagnoli, patrocinati da un avvocato specialista in diritto comunitario, hanno denunciato alla Commissione Europea diverse clausole del Codice Etico adottato dalle squadre UCI ProTour e Continentali Professionistiche.
Un’azione analoga è stata intrapresa presso il Ministero del Lavoro dello stato spagnolo.

(fonte: tuttobiciweb.it)

Dire che era soltanto questione di tempo è scontato...

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 24/10/2006 alle 14:25
ho letto un po' di fretta ma avrei una domanda....non è che la storia dei 4 anni è semplicemente quella dei due + due già nota ossia due anni di squalifica + due non in una protour?
 
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Livello Herman Van Springel




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  postato il 24/10/2006 alle 14:30
forse ho letto troppo velocemente ma mica l'ho capito molto quell'articolo.
 
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  postato il 24/10/2006 alle 15:39
Originariamente inviato da BJH*

ho letto un po' di fretta ma avrei una domanda....non è che la storia dei 4 anni è semplicemente quella dei due + due già nota ossia due anni di squalifica + due non in una protour?


Sì, BJH*, è così, ma se fai caso alle date vedrai che ne discutevamo - in ultima analisi - nel gennaio 2005, quindi pre-ProTour.

Non avevamo considerato i 2+2, ma comunque poco cambia (perché le Professional e le Continental dovrebbero accettare "gli scarti" dei ProTeam?).

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 24/10/2006 alle 16:15
ah ecco mò comincio a raccapezzarmi
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/10/2006 alle 20:20
L'Uci, il CUPT e il caso Astana: si va verso la licenza

La conferma ufficiale si fa attendere, ma le voci si fanno sempre più insistenti: la Commissione Licenze del CUPT avrebbe deciso di concedere ancora la licenza alla Active Bay, la società di gestione del team Astana, società che è ancora nelle mani di Manolo Saiz e di Pablo Anton. L'Uci confermerebbe, se le voci fossero confermate, di agire con due pesi e due misure. pugno duro con i corridori (Basso, Ullrich e via dicendo) e mano molto più morbida con uan società coinvolta invece in prima persona e con un proprietario indagato, questo sì, dalla magistratura spagnola. Incredibile...

(fonte:tuttobiciweb.it)

 

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"Venderesti entrambi gli occhi per un milione di dollari... o le gambe... o le mani... o gli orecchi? Fai la somma di quello che hai e scoprirai che non lo venderesti per tutto l'oro del mondo. Le cose migliori della vita sono le tue, se riesci ad apprezzarle".
Dale Carnegie

"Non lamentatevi di quello che non avete. Usate quello che avete. Fare meno del vostro meglio è un peccato. Tutti noi abbiamo il potenziale per eccellere perché l'eccellenza é determinata dalla dedizione, a noi e agli altri".
Oprah Winfrey

http://www.velodrome.org.uk
http://www.yvonnehijgenaar.nl
http://www.chrishoy.com/
http://www.victoriapendleton.co.uk/

 
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