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Accorciare le corse a tappe: cosa ne pensate?
luke - 12/08/2006 alle 11:51

Prendo spunto dal dibattito che, in questi giorni, è stato avviato dal presidente dell' Uci McQuaid. Dopo aver annunciato l'istituzione di un pool di esperti per studiare l'attività professionistica con l'obiettivo di combattere efficacemente il doping, ha rilasciato la seguente dichiarazione, riportata dalla Gazzetta di ieri: 'I problemi del doping vengono soprattutto dai tre grandi Giri e se il gruppo di esperti dirà che non si possono fare tre settimane di corsa senza doparsi, rifletteremo su cosa cambiare: accorciare gli avvenimenti, inserire più giorni di riposo, prevedere tappe più corte'. Davanti a queste idee cadono le braccia, perlomeno al sottoscritto. Ma come, La Vuelta da anni ha accorciato le tappe: si son visti risultati? Sì, medie più alte, tappe frenetiche ed i casi di doping accertato non sono certo calati. Forse inserire un giorno in più di riposo ci può stare, forse anche cercare di rendere un pò più umano il percorso, ma la tradizione va rispettata. Invece questi dirigenti mi pare che del ciclismo non capiscano granchè, forse addirittura lo conoscono poco... Mi è piaciuta la dichiarazione alla Gazzetta di Gibo Simoni, come sempre senza peli sulla lingua, nel bene e nel male (questa volta decisamente nel bene, a mio avviso): 'Accorciare i grandi Giri? Stupidaggini, dette da chi non capisce niente di ciclismo. Come se la causa fossero le corse a tappe: paradossalmente, nelle classiche di un giorno è più facile eludere i controlli. Il problema vero è che tra i professionisti non c'è più identità: chiunque oggigiorno può passare prò e, se non fa risultati, a fine stagione viene scaricato e perde il lavoro. Ecco perchè ci si dopa'. Condivido al 100% e rilancio: corridori, questi dirigenti mandateli a casa.


luke - 12/08/2006 alle 11:53

Help me, Admin... mi sa che ho fatto un pò di casino.....:OIO


Monsieur 40% - 12/08/2006 alle 11:54

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Help me, Admin... mi sa che ho fatto un pò di casino.....:OIO [/quote] Ti ho già aiutato io, figliuolo :D Io ho scelto la risposta n° 4, ma le considerazioni sono già all'interno del thread "DOPING: dobbiamo uscire dai sogni".


Cascata del Toce - 12/08/2006 alle 12:27

La cosa più inutile da fare contro il doping.... Non ha senso... davvero insulso... Ci sarà comunque chi fa il furbo....


Norman - 12/08/2006 alle 12:39

E' stato già scritto: in atletica si dopano anche sui 100 metri. Cosa facciamo, li accorciamo a 75? Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice.


janjanssen - 12/08/2006 alle 12:47

Per ani i grandi giri superavano anche abbondantemente i 4000 kilometri. Li facevano. Il problema no sta li. forse i trasferimenti continui, le stesse esigenze di conferenze stampa ecc, mentre il recupero ed il riposo richiederebbe più disciplina. No, sono le medie frenetiche che portano il doping. Ed il correre poco.....


falco46 - 12/08/2006 alle 12:50

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] La cosa più inutile da fare contro il doping.... Non ha senso... davvero insulso... Ci sarà comunque chi fa il furbo.... [/quote]concrdo n si risolverebbe nulla, è 1 cosa ke si farebbe x dar fumo negli okki alla gente, in ogni caso ci sarebbe il doping di mezzo!


panta2 - 12/08/2006 alle 12:52

[quote][i]Originariamente inviato da falco46 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] La cosa più inutile da fare contro il doping.... Non ha senso... davvero insulso... Ci sarà comunque chi fa il furbo.... [/quote]concrdo n si risolverebbe nulla, è 1 cosa ke si farebbe x dar fumo negli okki alla gente, in ogni caso ci sarebbe il doping di mezzo! [/quote] :yes:...


Paz&Caz - 12/08/2006 alle 18:55

Una stro.... ata...... galattica!


Petacchi - 12/08/2006 alle 21:11

[quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] ...e come si fa??? li rallentiamo con le moto??!!??:D:D:D


antonello64 - 12/08/2006 alle 21:15

[quote][i]Originariamente inviato da Petacchi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] ...e come si fa??? li rallentiamo con le moto??!!??:D:D:D [/quote] magari con i chiodi


falco46 - 12/08/2006 alle 21:17

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Petacchi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] ...e come si fa??? li rallentiamo con le moto??!!??:D:D:D [/quote] magari con i chiodi [/quote]:D:Od:


Blackcat82 - 12/08/2006 alle 21:23

Ma che CicloVelox se superi i 40 multa :D


aranciata_bottecchia - 12/08/2006 alle 23:31

[quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] E' stato già scritto: in atletica si dopano anche sui 100 metri. Cosa facciamo, li accorciamo a 75? Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] Vero, le medie di percorrenza sono il "termometro". Quando le medie si abbasseranno allora sapremo che il doping avrà perso del terreno. Ovviamente con la genialata di Fanini le medie non si abbasseranno, anzi aumenteranno molto probabilmente.


Zillo - 13/08/2006 alle 10:55

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Ovviamente con la genialata di Fanini le medie non si abbasseranno, anzi aumenteranno molto probabilmente. [/quote] E cioè quale? Io non lo so...:hammer:


Reggio Emilia - 13/08/2006 alle 12:39

grossissima cavolata, per me risposta 5.


W00DST0CK76 - 13/08/2006 alle 13:53

Per me i Giri vanno bene così come sono, anzi, al Tour molte salite andrebbero affrontate alla fine e non all'inizio delle tappe. Secondo me non è rendendo più agevoli i percorsi che si combatte il doping anzi, potrebbe verificarsi l'esatto contrario, su percorsi meno selettivi la concorrenza per la vittoria è più forte e quindi, per emergere qualcuno potrebbe essere maggiormente spinto a ricorrere a pratiche illecite.


ManuelDR - 13/08/2006 alle 14:15

vedo che la quinta opzione è nettamente in vantaggio...:D concordo pienamente con janjansenn, ai tempi di coppi facevano molti più chilometri con biciclette che pesavano per 3 volte in piu di quelle di adesso e con strade molto dissesstate, eppure pare che le facessero senza doping,anzi il mio parere è tutto all'opposto, io porterei tutti i giri nazionali a 3 settimane (giro di germania ecc.) e li farei molto più duri, sulla falsariga del giro di quest'anno.


53.11 - 13/08/2006 alle 16:09

IL fatto che una volta facessero pèiù di 4000 km, di per se non vuol dire niente, non si può dire che allora non ci si dopasse, del resto Coppi ha sempre smentito questa teoria, affermando che la bomba la prendevano tutti. I controlli di quel tempo erano ridicoli ( se c'erano e quando c'erano) ma non è questo il punto. Il dopin c'è e ci sarà sempre, continuerà a proliferare fino a quando non si avrà il buon senso di smetterla con il condannare sempre solo e soltanto l'atleta. Questi dirigenti di oggi, oltre che inadeguati, sono addirittura ipocriti vigliacchi e arraffoni. Bisogna smetterla di definire " furbo" quell'atleta che fa ricorso alle pratiche dopanti, semplicemente perchè allora " furbi" lo sono tutti finiamola di mentirci addosso. E'un sistema marcio, che va ripulito dalla base e non dal vertice, e la base in questo caso sonoi teem manager, i direttori sportivi, e tutti quei signori con le "cravatte" che mangiano sulla pelle dei corridori. E poi basta una buona volta ad accostare sempre solo e soltanto il doping al ciclismo, intanto cominciamo ad applicare gli stessi controlli che oggisubisce un ciclista a tutti gli sport olimpici e non ( compreso F1 e MOtociclismo), dopo, e solo dopo, si potranno fare delle considerazioni valide. Perchè gli atleti siano tutti uguali, tutti con gli stessi diritti e gli stessi doveri, perchè non è umanamente giusto che negli sport dove si guadagnano milioni di € a palate, nonostante non si è atleti di vertice, i controli antidoping siano inesistenti, mentre negli sport di fatica di sofferenza, e dove guadagna solo chi è davvero al vertice, i controlli si susseguono normalmente come fa la notte con il giorno nei secoli... Prima di tutto la legge deve essere uguale per tutti, allora, e solo allora, non si avrà più la possibilità, o meglio la possibilità sarà molto ridotta da parte della politica, di immolare uno sport per salvarne un'altro, con l'ausilio di un antidoping pilotato. Ma tutto questo si vuole davvero? Ci rendiamo conto di quanti sportivi professionisti, dilettanti, e anche amatori ci siano al mondo che vuoi o non vuoi , gira e rigira prima o poi hanno a che fare con una pillola, una puntura o qualcosa di illecito? E' un giro di Miliardi di € pauroso....!!!! Imossibile, impossibile davvero sperare di arrivare a una seppur parziale soluzione fino a quando si verrà Governati da gente ( e mi riferisco all'intera classe politica sia di destra che di sinistra) che antepone nel modo più sfacciato ed ipocrita, i propri interessi e quelli del proprio partito a quelli dell'intero paese. E qui chiudo... perchè sennò L'Admin mi censura di nuovo :D


luke - 13/08/2006 alle 18:15

Molto interessante la tua risposta, Woodstock: non ci avevo mai pensato, ma direi che tre settimane di corsa dura, probabilmente, porterebbero ad emergere chi davvero ha talento, come capitava con Pantani. Io se dovessi modificare le corse a tappe, diminuirei km a cronometro, sono davvero troppi e pesano un casino nella classifica finale. Dimenticavo: nello stesso articolo sulla 'rosea' che ho citato, Francesco Moser propone di accorciare le tappe più lunghe, in quanto secondo lui 'a volte, cos' lunghe non hanno senso, nè per il pubblico nè dal punto di vista tecnico'. Mi pare una teoria un pò strampalata: nei grandi Giri a mio avviso dovrebbero emergere i corridori di fondo. Se però togliessimo le tppe lunghe, ecco che andremmo ad esaltare i corridori potenti e le medie crescerebbero. Certo, se per tapponi intende quelli di 250 km senza neppure un cavalcavia, penso che si possano limitare. E qui penso al Tour, al Giro di pianura, quest'anno, ce n'era davvero poca...


luke - 13/08/2006 alle 18:18

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] E' stato già scritto: in atletica si dopano anche sui 100 metri. Cosa facciamo, li accorciamo a 75? Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] Vero, le medie di percorrenza sono il "termometro". Quando le medie si abbasseranno allora sapremo che il doping avrà perso del terreno. Ovviamente con la genialata di Fanini le medie non si abbasseranno, anzi aumenteranno molto probabilmente. [/quote] Non so se leggi Bs: su quello di agosto c'è un lettore che scrive a Sergio Neri puntando il dito contro le medie delle corse. Il direttore ha fatto rispondere direttamente Alfredo Martini, che ha motivato l'aumento delle medie con il miglioramento delle strade, la tecnologia delle nuove bici ed i rapporti più lunghi, escludendo la farmacologia. Non mi pare un discorso insensato, tu cosa ne pensi? Se non hai avuto modo di leggerlo e ti può interessare, dimmelo che più tardi te lo posso riportare qui nel thread.


marco83 - 13/08/2006 alle 20:23

Ho votato anch'io la quinta opzione... accorciare i GT penso sia quanto di più lontano ed inefficace ci possa essere per combattere l'utilizzo del doping. Ma Mr.McQuaid deve fare per forza questo genere di uscite? Possibile che da un'istituzione come l'UCI non ci si possa aspettare nulla di meglio, in quanto a proposte? Mah... :boh:


ManuelDR - 13/08/2006 alle 21:14

Marco a volte sembra proprio l'Uci che tenta di distruggere il ciclismo....:hammer: Comunque condivido la teoria di fare meno chilometri a cronometro, secondo me è più dura una crono di 50km dove si lotta per la classifica che non una tappa di montagna, poi sono anche molto noiose e a volte levano la vittoria della maglia ad uno scalatore che sicuramente fà più spettacolo di un cronoman, comunque nessuno a pensato al danno economico che sarebbe ridure un giro o un tour a 2 settimane? (- diritti tv, - sponsor ecc.)


falco46 - 13/08/2006 alle 22:55

le crono servono e secondo me il vincitore di 1 giro deve essere completo anke le crono sono importanti x vedere ki è il + forte sul passo, anke quello è ciclismo, nn perke è + noioso...cmq ci volgiono le corno, magari in minore quantità, mi riferisco al tour 2006 in particolare, perke è giusto la loro presenza, ma nn danneggiare in maniera esagerata e compromettere la crose z gli scalatori ke sono coloro ke alla fine danno spettacolo!


aranciata_bottecchia - 13/08/2006 alle 23:16

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Norman [/i] E' stato già scritto: in atletica si dopano anche sui 100 metri. Cosa facciamo, li accorciamo a 75? Bisogna ridurre le medie di percorrenza. Quelle sono l'indice. [/quote] Vero, le medie di percorrenza sono il "termometro". Quando le medie si abbasseranno allora sapremo che il doping avrà perso del terreno. Ovviamente con la genialata di Fanini le medie non si abbasseranno, anzi aumenteranno molto probabilmente. [/quote] Non so se leggi Bs: su quello di agosto c'è un lettore che scrive a Sergio Neri puntando il dito contro le medie delle corse. Il direttore ha fatto rispondere direttamente Alfredo Martini, che ha motivato l'aumento delle medie con il miglioramento delle strade, la tecnologia delle nuove bici ed i rapporti più lunghi, escludendo la farmacologia. Non mi pare un discorso insensato, tu cosa ne pensi? Se non hai avuto modo di leggerlo e ti può interessare, dimmelo che più tardi te lo posso riportare qui nel thread. [/quote] No, non l'ho letto, però mi sento di scartare senza dubbio la spiegazione di Martini. Tra il 1947 e il 1957 le medie orarie del Tour de France oscillano tra i 31,4 ed i 36,2 Km/h. Tra il 1958 e il 1980 le medie orarie del Tour de France oscillano tra i 35,0 ed i 37,3 Km/h. Siccome l'evoluzione del cambio di velocità fu portata a termine tra il 1930 e il 1940, è ragionevole supporre che a fare da spartiacque tra l'epoca che termina nel 1957 e quella che comincia nel 1958, sia dunque la qualità delle strade, dopodichè diventa pretestuoso tirare in ballo questo aspetto, anche perchè lo vediamo ogni estate quanto facciano pena gli asfalti francesi, particolarmente quelli delle zone agricole della Linguadoca o del Bordolese. Nel 1981 la media oraria del Tour fa un primo balzo: 38,0 Km/h. Gli anabolizzanti divennero pratica omogeneamente diffusa sul finire degli anni '70, mentre quello del 1981 potrebbe essere stato il primo sintomo percepibile dell'uso di trasfusioni ematiche, uso che all'università di Ferrara sarà studiato per ottimizzarne al meglio gli effetti sulle prestazioni, ma che sul finire del 1984 sarà iscritto dall'UCI nell'elenco delle pratiche dopanti. Da notare che l'alluminio, tra i materiali, farà la sua comparsa solamente sul finire degli anni '80. Tra il 1981 e il 1991 le medie orarie del Tour oscillano tra i 34,9 ed i 38,9 Km/h, ma nel 1992 si toccano i 39,5. Dal 1995 in poi non si scenderà mai sotto i 39 orari: 39,2 per il triennio 1995-1997 (il minimo), 41,7 Km/h nel 2005 (la massima). Ora, non essendoci tra carbonio ed alluminio quel guadagno di peso che ci poteva essere nel passaggio tra acciaio ed alluminio, e che poteva in parte giustificare l'innalzamento delle medie orarie nei primi anni '90 rispetto agli anni '80, a cosa è dovuto l'ulteriore innalzamento delle medie orarie dal 1995 in poi? Lo stato dell'arte ha completato il suo percorso, e non ha nulla a che vedere con la qualità delle strade o delle biciclette, secondo me.


aranciata_bottecchia - 13/08/2006 alle 23:22

Argomento crono: ma no, è una balla che servono a vedere chi è più forte sul passo. Si vuole vedere chi è il più forte in salita? Si facciano degli arrivi in salita. Si vuole vedere chi è il corridore più forte sul passo? Si faccia una tappa con due colli non durissimi, separati da 20 Km di pianura, e con l'arrivo posto sul piano ad alcuni kilometri dalla fine del secondo colle. Delle cronometro non c'è davvero bisogno.


Guglielmo Tell - 14/08/2006 alle 06:46

assolutamente contrario.e ai corridori che si lamentano dicendo ''le corse sono troppo dure ed e' per questo che ci dopiamo'' dico di andarsi a guardare come erano le corse a tappe non dico nel 1910,ma anche solo di 30 anni fa con tappe di 300 km e nessun giorno di riposo


mont ventoux - 14/08/2006 alle 10:44

Ridurre i chilometraggi e il numero delle tappe delle grandi corse a tappe sarebbe un ulteriore, incredibile incentivo a doparsi. Il fatto che la massima autorità del ciclismo mondiale possa partorire un'idea del genere la dice lunga sulle mani in cui si trova questo sport, su quale ignoranza ci sia sulle leggi e le regole del ciclismo classico. Anzichè proporre una forte riduzione del numero delle corse-contorno, anche per fare risaltare le corse davvero importanti e che adesso sono immerse in una nuvola di corse da sagra paesana al punto che la gente che non segue strettamente il ciclismo ignora perfettamente che la Liegi o il Lombardia sono corse un pò più importanti di altre che si svologono in concomitanza o immediatamente prima, se non altro per tradizione, la non conoscenza dei valori fondamentali di questo sport porta a proporre una medicina ben peggiore del male. Questo è il vero problema del ciclismo attuale, non la durata delle corse a tappe. Se riducessimo il Giro o il Tour, oltre a diminuire i giorni di promozione per il ciclismo, avremmo che probabilmente anche queste corse diverrebbero alla portata di tanti passisti che soffrono proprio la terza settimana, e sarebbe per questi un ulteriore invito ad aiutarsi illecitamente, dal momento che diverrebbe alla loro portata un obiettivo a cui prima potevano guardare solo come un miraggio. Spero davvero che i corridori o gente come Moser e Adorni che occupano importanti ruoli dirigenziali e che in bici ci hanno corso, si oppongano con tutte le forze a una tale astrusità. Se consideriamo che il doping è innanzitutto un fenomeno culturale, la NON CULTURA di questi dirigenti, cioè l'ignoranza delle radici storiche del ciclismo, uno sport basato sulla sopportazione della fatica e non sui record della pista per chi fa il GIRO più veloce, per il nostro sport non si prospetta un futuro roseo.


ManuelDR - 14/08/2006 alle 13:14

e in ogni caso anche fare un giro d'Italia in 3 giorni vuol dire che farebbero delle medie altissime, ergo ridurre i chilometraggi sarebbe inutile perchè si alzerebbero le medie, nel ciclismo in ogni caso vince quello che và più veloce e non quello che fà più chilometri


cassius - 14/08/2006 alle 13:58

Anch'io credevo che ridurre il chilometraggio avrebbe solo aumentato il numero di coloro che possono ambire alla vittoria, e quindi incentivato al doping... Però pensiamoci bene: -si possono fare, di fila, 3 tappe oltre i 200 km, con 3-4 colli da 2000 m l'una? -si può correre (non allenarsi) per 21 giorni di fila (nei giorni di riposo i corridori si allenano) senza avere delle significative oscillazioni di rendimento? Seriamente. Lo chiedo soprattutto a chi ha corso in bici almeno fino agli junior, categoria in cui si fanno i primi giri a tappe, preferibilmente (anche se non potremo mai verificarlo) a pane e acqua. Sono "l'unico pirla" che ha votato la risposta 1. Ovviamente all'accorciamento dei grandi giri (sia come tappe che come lunghezza delle stesse) abbinerei controlli antidoping e sulle ammiraglie assolutamente spietati, anche e soprattutto durante i periodi di allenamento. Se vogliamo un ciclismo pulito, cominciamo col renderlo più umanamente possibile. Se no teniamoci questo ciclismo, ma senza l'ipocrisia di indignarci quando uno sfigato come Landis si fa beccare e l'ingenuità di credere che il nostro beniamino vinca senza l'aiutino (o aiutone).


BJH* - 14/08/2006 alle 14:17

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] ............ Bisogna smetterla di definire " furbo" quell'atleta che fa ricorso alle pratiche dopanti, semplicemente perchè allora " furbi" lo sono tutti finiamola di mentirci addosso....... [/quote] io infatti normalmente sostituisco "furbo" con ladro, impostore ecc ecc. Concordo che non si possa punire solo l'atleta se chi gli sta attorno fa finta di non vedere o addirittura lo aiuta ma a mio parere la responsabilità maggiore resta dell'atleta e in ogni caso che assieme a lui ci siano altri impostori non vuol dire che la sua colpa sia meno grave perchè l'atleta non solo non è affatto vittima ma è parte integrante e consapevole di tutto il marcio del sistema. Che ne sia l'anello + debole è altro discorso ma non è affatto nè vittima nè uno schaicciato e obbligato a fare certe scelte contro la sua volontà. Come + volte detto a mio parere uno preso positivo per cose tipo EPO non dovrebbe + correre. Non un anno, due ,tre... fuori e basta. Può sempre praticare sport per passione ma nessuna possibilità di fare agonismo. Questo almeno finche la situazione rimane quella attuale con controlli anni luce dietro i cosiddetti "furbi".


BJH* - 14/08/2006 alle 14:19

ah dimenticavo, io ho votato la 5. Il percorso e il doping non sono in relazione o lo sono in misura talmente marginale che agire in tal senso non porterebbe a miglioramenti visibili.


prof - 14/08/2006 alle 15:53

[quote][i]Originariamente inviato da cassius [/i] Anch'io credevo che ridurre il chilometraggio avrebbe solo aumentato il numero di coloro che possono ambire alla vittoria, e quindi incentivato al doping... Però pensiamoci bene: -si possono fare, di fila, 3 tappe oltre i 200 km, con 3-4 colli da 2000 m l'una? -si può correre (non allenarsi) per 21 giorni di fila (nei giorni di riposo i corridori si allenano) senza avere delle significative oscillazioni di rendimento? Seriamente. Lo chiedo soprattutto a chi ha corso in bici almeno fino agli junior, categoria in cui si fanno i primi giri a tappe, preferibilmente (anche se non potremo mai verificarlo) a pane e acqua. Sono "l'unico pirla" che ha votato la risposta 1. Ovviamente all'accorciamento dei grandi giri (sia come tappe che come lunghezza delle stesse) abbinerei controlli antidoping e sulle ammiraglie assolutamente spietati, anche e soprattutto durante i periodi di allenamento. Se vogliamo un ciclismo pulito, cominciamo col renderlo più umanamente possibile. Se no teniamoci questo ciclismo, ma senza l'ipocrisia di indignarci quando uno sfigato come Landis si fa beccare e l'ingenuità di credere che il nostro beniamino vinca senza l'aiutino (o aiutone). [/quote] Ad un frequentatore di gare amatoriali non sfuggirà che, in quell'ambiente, il doping è libero. Libero nel senso che nessuno esegue alcun controllo e che la popolazione ne fa uso ad libitum. Eppure le gare sono cortissime. Non è certamente un problema gareggiare in giri d'Italia o tour de France su percorsi di 4000 km con tappe di 3/4 colli oltre i 2000 m. Si potrebbe pensare che qualche problema potrebbe insorgere nel caso in cui si pretendesse di scalare i suddetti colli ai 30 km/hr. Ma, in questo caso, coloro che sono "attrezzati" per farlo, potrebbero tranquillamente gareggiare anche in giri di 8000 km. o, semplicemente, di 1000 km. Non dovremmo però stupirci poi, in quest'ultimo caso, se il Pordoi fosse percorso a 40 km/hr. Il grande giro dovrebbe fare emergere il campione; quello che ha fondo, tenuta e completezza, le tre caratteristiche che devono costituire il bagagio del campione professionista di ciclismo. Togliamo i grandi giri ed avremo un altro sport, non so quanto interessante, ma di certo un altro sport. Per quanto attiene agli juniores, andrebbero impedite le gare a tappe. Ciao, Alberto


aranciata_bottecchia - 14/08/2006 alle 16:08

Secondo me ci sarebbe un compromesso accettabile, per esempio si potrebbe ridurre il numero dei giorni di un grande giro, portandolo per esempio da 21 a 18 giorni di corsa, inserendo un paio di giorni di sosta in più, per agevolare i trasferimenti, ma dovrebbero essere aumentati i kilometraggi delle tappe, nessuna dovrebbe essere più breve di 200km e almeno 6 dovrebbero essere lunghe 250 km. Come saggiamente scritto su tuttobiciweb, le tappe brevi aumentano il lotto dei possibili vincitori, e spingono un maggior numero di corridori a ritenere di poter vincere grazie ad aiuti di varia natura. Le tappe a cronometro e le tappe brevi sono autentici inni al doping, nel ciclismo contemporaneo. Altra questione: 200 partenti al via di un grande giro costituiscono una carognata bastarda, un ulteriore invito al doping, perchè rafforzano ulteriormente l'azione del plotone, spingendo l'aspirante fuggitivo all'overboost, così come accade con le frazioni a cronometro. Nei grandi giri sarebbero sufficienti 6 corridori per squadra. Allargando la partecipazione a 24 squadre di 6 corridori avremmo alla partenza 144 corridori, numero congruo e ricco di vantaggi, un passo concreto verso la credibilità.

 

[Modificato il 14/08/2006 alle 16:10 by aranciata_bottecchia]


prof - 14/08/2006 alle 17:45

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Secondo me ci sarebbe un compromesso accettabile, per esempio si potrebbe ridurre il numero dei giorni di un grande giro, portandolo per esempio da 21 a 18 giorni di corsa, inserendo un paio di giorni di sosta in più, per agevolare i trasferimenti, [/quote] Ciao Davide, Ho qualche dubbio in quanto, come ben sappiamo, è proprio la terza settimana quella che dovrebbe far emergere i piu' dotati di fondo. [quote] ma dovrebbero essere aumentati i kilometraggi delle tappe, nessuna dovrebbe essere più breve di 200km e almeno 6 dovrebbero essere lunghe 250 km. [/quote] D'accordissimo, nessuna tappa sotto i 200. [quote] Altra questione: 200 partenti al via di un grande giro costituiscono una carognata bastarda, un ulteriore invito al doping, perchè rafforzano ulteriormente l'azione del plotone, spingendo l'aspirante fuggitivo all'overboost, così come accade con le frazioni a cronometro. Nei grandi giri sarebbero sufficienti 6 corridori per squadra. Allargando la partecipazione a 24 squadre di 6 corridori avremmo alla partenza 144 corridori, numero congruo e ricco di vantaggi, un passo concreto verso la credibilità. [/quote] Pienamente d'accordo con te anche se, e mi ripeto, sarei per un rientro delle nazionali. Doping di stato ? Non ne vedrei il rischio, se, contemporaneamente, si facesse ricorso alle misure piu' volte enunciate e soprattutto ad un rinnovo dei quadri. Ciao, Alberto


W00DST0CK76 - 14/08/2006 alle 17:55

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Come saggiamente scritto su tuttobiciweb, le tappe brevi aumentano il lotto dei possibili vincitori, e spingono un maggior numero di corridori a ritenere di poter vincere grazie ad aiuti di varia natura. [/quote] Sono pienamente d'accordo con te, infatti lo avevo anche scritto in un precedente post. Devono essere i percorsi e non gli "additivi" a creare la selezione! :yes:


aranciata_bottecchia - 14/08/2006 alle 18:13

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Secondo me ci sarebbe un compromesso accettabile, per esempio si potrebbe ridurre il numero dei giorni di un grande giro, portandolo per esempio da 21 a 18 giorni di corsa, inserendo un paio di giorni di sosta in più, per agevolare i trasferimenti, [/quote] Ciao Davide, Ho qualche dubbio in quanto, come ben sappiamo, è proprio la terza settimana quella che dovrebbe far emergere i piu' dotati di fondo. [/quote] Ciao Alberto, io penso che scartando la molesta e malsana abitudine del prologo, e tagliando una o due tappe per velocisti, si possa scendere agevolmente a 18 o 19 giorni di corsa contro i 21 attuali. Si tratta di una soluzione che non è estranea alla classicità del ciclismo, per esempio si articolarono su 18 o 19 giornate di corsa i Giri compresi tra il 1935 e il 1938 e quelli tra il 1946 e il 1950. Ciao


aranciata_bottecchia - 14/08/2006 alle 18:14

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Sono pienamente d'accordo con te, infatti lo avevo anche scritto in un precedente post. Devono essere i percorsi e non gli "additivi" a creare la selezione! :yes: [/quote] Pardon, mi era sfuggito ;)


W00DST0CK76 - 14/08/2006 alle 18:18

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Sono pienamente d'accordo con te, infatti lo avevo anche scritto in un precedente post. Devono essere i percorsi e non gli "additivi" a creare la selezione! :yes: [/quote] Pardon, mi era sfuggito ;) [/quote] Scusami tu, non volevo dire che ero arrivato prima io ma che ero orgoglioso del fatto che anche una voce autorevole come la tua fosse in sintonia con me. :)


faberz10 - 14/08/2006 alle 19:12

sono favorevole all'accorciamento, due settimane per Tour, Giro e Vuelta o in alternativa percorsi con meno salite e cronometro più brevi


cassius - 15/08/2006 alle 20:51

per prof: il paragone con le gare amatoriali non regge, appunto perchè lì non esistono controlli antidoping e vengono squalificati solo quelli a cui beccano direttamente i prodotti dopanti "in ammiraglia"... E poi il doping esiste anche nella pista, o nella MTB, dove le distanze sono decisamente più brevi. Ripeto: il doping si deve combattere senza mezze misure. Se si ritiene la lotta al doping importante, finanziamo i controlli anche per tutte le categorie minori, cominciando dagli allievi (si spera che almeno gli esordienti non si bombino!). I corridori devono essere controllati molto spesso, per evitare che si bombino in allenamento, e i controlli devono essere soprattutto a sorpresa. Gli atleti devono essere rintracciabili, anche se ciò lede la loro privacy... Con queste condizioni, si può pensare ad un accorciamento delle corse a tappe e delle tappe stesse. Lo so che il mio è un punto di vista un po' estremo, ma stare a metà del guado come si fa adesso, tra la lotta al doping e la voglia di insabbiare tutto, non serve a nulla. Cosa me ne frega di sapere che Landis è stato beccato e che Ullrich, Basso, Mancebo non hanno potuto nemmeno correre il Tour? Pretendete che io pensi che Pereiro, Sastre, Menchov, Kloden sono puliti?


panta2 - 15/08/2006 alle 21:20

Io ho votato la numero 4...:OO:


maglianera - 15/08/2006 alle 23:04

ho votato la 5, ma condivido la proposta di inserire unpaio di giorni di riposo in più (che io direi da inserire dopo i tapponi di montagna)con tappe mediamente un po' più lunghe.


BJH* - 16/08/2006 alle 10:30

Secondo me i giri van bene come sono e ai fini della limitazione di uso di doping non credo cambierebbe nulla nè accorciando i giri nè inserendo + giorni di riposo. Condivido invece la proposta di squadre da 6 o 7 elementi ma solo per aumentare lo spettacolo e diminuire l'influenza della squadra sul risultato delle gare. Per quanto riguarda gli amatori la situazione è al limite del non ritorno evidentemente perchè a nessuno frega nulla di quanto avviene in tali competizioni.


lucida follia - 16/08/2006 alle 13:18

io il tour lo accorcerei volentieri,quelle prime 8/9 noiosissime tappe iniziali sono davvero inutili e pericolose ,da sempre seguo il tour dalla seconda settimana...


BJH* - 17/08/2006 alle 09:46

per quelle tappe basterebbe renderle un po' + mosse negli ultimi 20/30 km così i velocisti dovrebbero guadagnarsi la pagnotta reggendo anche su qualche strappo e il finale sarebbe meno scontato. Qualche anno fa qualche attacco in caso di vento avveniva anche in quelle tappe ma soprattutto se si diminuisse il potere delle squadre con una diminuzione del numero dei corridori forse qualche fuga la vedremmo andar via. Personalmente inserirei anche un arrivo in salità o una tappa comunque molto ma molto dura nei primi tre giorni di tour e giro. Si vedrebbe chi mantiene la condizione per tre settimane.


lOrso - 17/08/2006 alle 10:42

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Prendo spunto dal dibattito che, in questi giorni, è stato avviato dal presidente dell' Uci McQuaid. Dopo aver annunciato l'istituzione di un pool di esperti per studiare l'attività professionistica con l'obiettivo di combattere efficacemente il doping, ha rilasciato la seguente dichiarazione, riportata dalla Gazzetta di ieri: 'I problemi del doping vengono soprattutto dai tre grandi Giri e se il gruppo di esperti dirà che non si possono fare tre settimane di corsa senza doparsi, rifletteremo su cosa cambiare: accorciare gli avvenimenti, inserire più giorni di riposo, prevedere tappe più corte'. Davanti a queste idee cadono le braccia, perlomeno al sottoscritto. Ma come, La Vuelta da anni ha accorciato le tappe: si son visti risultati? Sì, medie più alte, tappe frenetiche ed i casi di doping accertato non sono certo calati. Forse inserire un giorno in più di riposo ci può stare, forse anche cercare di rendere un pò più umano il percorso, ma la tradizione va rispettata. Invece questi dirigenti mi pare che del ciclismo non capiscano granchè, forse addirittura lo conoscono poco... Mi è piaciuta la dichiarazione alla Gazzetta di Gibo Simoni, come sempre senza peli sulla lingua, nel bene e nel male (questa volta decisamente nel bene, a mio avviso): 'Accorciare i grandi Giri? Stupidaggini, dette da chi non capisce niente di ciclismo. Come se la causa fossero le corse a tappe: paradossalmente, nelle classiche di un giorno è più facile eludere i controlli. Il problema vero è che tra i professionisti non c'è più identità: chiunque oggigiorno può passare prò e, se non fa risultati, a fine stagione viene scaricato e perde il lavoro. Ecco perchè ci si dopa'. Condivido al 100% e rilancio: corridori, questi dirigenti mandateli a casa. [/quote] Complimenti per il quesito. Quoto sia la risposta di Simoni (va letta MOOLTO bene) che il "MANDATELI A CASA" (Ops, ho urlato... ma mi sa che volevo farlo :D:D ). Se qualche anno fa avessi scelto di entrare nel mondo della dirigenza della FCI (a partire da quello provinciale) forse avrei potuto dire "mandiamoli a casa", ma da fuori non e' facile fare qualcosa.... Son cresciuto a pane e bicicletta andando a seguire le corse di mio padre (da amatore) e di mio zio (da dilettante, che vinceva senza "additivi"). I primi due libri che ho letto senza che mi spingesse la scuola sono state le biografie di Coppi e di Bartali. Su quelle pagine e sulle corse viste dai 4 anni in su e' nata la passione per il ciclismo, inteso come sport. A 8 anni volevo gia' correre ma mio padre mi ha "obbligato" ad aspettare l'ultimo anno di giovanissimi (due anni a pedalare e vedere corse senza partecipare). Da questa premessa si puo' intuire che la mia risposta e' la 5. Da quando ho smesso di correre (da dilettante) su consiglio della F.C.I. (non e' in minuscolo solo per rispetto a chi come mio padre e tanti altri "militanti" spendono la propria vita per questo sport) ho aspettato qualche anno prima di provare "l'ebrezza del volo" da amatore: a parte le GF (che nn ho mai fatto) le corse normali sono delle "tipo-piste" nelle quali (se sei preparato, s'intende) il ritmo e' cosi' sostenuto che la gara vola via in un attimo. La distanza e' molto contenuta (generalmente tra i 55 e i 65 km) ma questo non ha portato all'assenza del doping, della frode, anzi.... Chi nel ciclismo (come nella vita) vuol "fregare" il prossimo, chi lo vuole derubare, lo fara' sempre. Non e' quindi importante un giorno di riposo in + o in meno nelle corse a tappe (io lo lascierei solo in presenza di un lungo trasferimento) o la lunghezza delle corse/tappe o la presenza o meno della cronometro (esercizio da me non gradito, ma che ha il suo fascino e che nella giusta misura e' giusto che ci sia) o addirittura il "limite di velocita' media". Sicuramente non serve a fermare il disonesto: accorciare la strada verso la "cassaforte" penso non sia una gran pensata. :? Se si cambiassoro i chilometraggi, il numero delle tappe, la durezza dei percorsi, per scelte tecniche (per evidenziare alcune qualita' piuttosto che altre, a seconda dell'edizione) potrei capirlo, ma pensare che questo possa "ridimensionare" il fenomeno del doping.... Il problema doping va risolto con L'EDUCAZIONE ALL'ONESTA' che e' una medicina che andrebbe somministrata fin da bambini, con qualche richiamo di tanto in tanto anche per gli adulti: io non mi dopo perche' voglio essere onesto con il prossimo e non perche' altrimenti rischio la salute, la squalifica.... La soluzione ad oggi? Prima poniamoci una domanda (e poniamola ai agli interessati). Chi si dopa (tutti o quasi ?) perche' lo fa'? Possiamo incominciare dalla risposta di Simoni (anche se e' un po' impersonale): [i]..."chiunque oggigiorno può passare prò e, se non fa risultati, a fine stagione viene scaricato e perde il lavoro. Ecco perchè ci si dopa'..."[/i] E' una traccia non indifferente e .... Ok basta, Sono andato un po' OT. Quando ho tempo riprendo il discorso nel Thread giusto. Ciao


lOrso - 17/08/2006 alle 10:53

[quote][i]Originariamente inviato da lucida follia [/i] io il tour lo accorcerei volentieri,quelle prime 8/9 noiosissime tappe iniziali sono davvero inutili e pericolose ,da sempre seguo il tour dalla seconda settimana... [/quote] Quanto mi piacerebbe poter "disegnare" il tracciato del tour (organizzarlo no perche' mi sa che dovrei' farmi un c..o) ... Cmq la colpa delle tappe noiosissime e' in parte dovuta anche alle strategie delle squadre che ormai puntano solo sui velocisti. Anche al giro ormai nn guardo + le tappe con "previsto" arrivo in volata se non alla sera registrate (1 ora di "avanti veloce", 10 minuti tra ultimi 2 km e replay ed e' finito tutto). Per "il pericoloso" dipende da quanto vogliono rischiare i protagonisti: un :sasso: puo' capitare sempre in una casa, anche in discesa.


lOrso - 17/08/2006 alle 11:10

[quote][i]Originariamente inviato da BJH* [/i] per quelle tappe basterebbe renderle un po' + mosse negli ultimi 20/30 km così i velocisti dovrebbero guadagnarsi la pagnotta reggendo anche su qualche strappo e il finale sarebbe meno scontato. [/quote] andrebbero bene anche cosi' se .... [quote]se si diminuisse il potere delle squadre con una diminuzione del numero dei corridori forse qualche fuga la vedremmo andar via. [/quote] Basterebbe togliere anche un solo corridore per squadra e le cose gia' cambierebbero (di + non so, si perderebbe il fascino del gioco di squadra che non deve scomparire: anche "stare a ruota" fa parte del gioco). Oppure una soluzione mista: limitando ad 8 atleti per le prime 10 (12?) squadre "pro tour" (dopo averne "sistemato" il regolamento) e a 6 alteti fino ad un massimo di 180 (160?) partenti. [quote]Personalmente inserirei anche un arrivo in salità o una tappa comunque molto ma molto dura nei primi tre giorni di tour e giro. Si vedrebbe chi mantiene la condizione per tre settimane. [/quote] Quoto. Aggiungerei il rispetto del tempo massimo senza deroghe, anche se dovessero finire il tour in 50 (ad oggi): quelli di Lemond :D:D:D.