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L'ipocrisia del ciclismo - Il doping e i giornalisti a braccetto
Admin - 25/07/2006 alle 22:28

Beccatevi 'sto kriss nella schiena. http://www.cicloweb.it/art641.html Buona lettura, a voi la parola.

 

[Modificato il 28/07/2006 alle 21:10 by Monsieur 40%]


miky70 - 25/07/2006 alle 23:06

Anche io penserò.......... embè? I cantanti fanno spettacoli fantastici eppure sono pieni di coca, gli attori impersonano personaggi meravigliosi eppure sono alcolizzati e violenti. Dov'è il confine tra realtà e sogno? E l'umanità, la forza, la grinta, la rabbia, la paura, il coraggio che si impossessa dell'atleta nel momento massimo del suo gesto, quello è dato dal doping o dall'uomo? Ma parlando terra-terra Non capisco una cosa, girano le pasticchine dentro sacchetti nascosti per l'evenienza, alla bisogna, oppure uno si alza la mattina e regolarmente manda giù la pasticca con un bicchiere d'acqua? Se un corridore chiede al dottore cos'è e cosa fa la pasticca o la flebo che gli sta passando, il dottore gli risponde sinceramente o no, oppure non gli risponde affatto? Perchè non obbligare i ciclisti a test periodici completi nell'ospedale della propria città, almeno saranno più tutelati. Veramente i corridori di oggi soffrono di scarsa erezione e malattie renali, e moriranno prima dell'età media? Perchè se è così, allora è una fortuna che nella mia famiglia abbiano tutti smesso di correre!


Andrea Innsbruck - 25/07/2006 alle 23:16

complimenti Admin! Un articolo con un linguaggio forte ma hai trovato assolutamente le parole più adeguate all'argomento. Spero che molti direttori sportivi o responsabili di squadre lo leggano. E che si facciano un esame di coscienza durante la lettura. Bravo! :clap::clap::clap::clap:


W00DST0CK76 - 25/07/2006 alle 23:20

Bell'articolo Marco! Io credo che difficilmente qualche giornalista della carta stampata o della Tv potrà o vorrà saltare il recinto di omertà in cui è rinchiuso il ciclismo, in fondo perchè dovrebbero tagliare il ramo su cui sono seduti, meglio continuare a far finta di niente garantendosi il quieto vivere. Ricordo un processo alal tappa di qualche anno fa in cui il buon Marco Mazzocchi abbandonò per un attimo la sua vena cazzeggiatoria e iniziò ad incalzare gli ospiti con delle domande abbastanza scomode, risultato, Claudio Ferretti (che conduceva la trasmissione sono per eredità familiare) lo riprese severamente togliendogli la parola, questa mentalità è quella imperante. Magari ogni tanto qualche giornalista si sente frustrato nel non poter dire quello che sa e tira il sassolino per poi nascondere subito la mano, come il Bulba che dice "gli AG2R stanno andando davvero forte in questo Tour, troppo forte!", se sai qualcosa dillo e assumiti la responsabilità delle tue dichiarazioni! ma tutto ciò è pura utopia, come la famigerata Coverciano del ciclismo puntualmente invocata ogni mese da Sergio Neri come manna dal cielo contro tutti gli stregoni. Per tutti questi soggetti l'importante è che lo spettacolo continui, cosa importa a loro se magari ci scappa anche il morto! L'unica speranza è quella di veder emergere una nuova classe di giornalisti col coraggio di non assumere una posizione supina nei confronti del doping e di tutti gli interesse che ci girano intorno. A guardare il giro d'affari delle multinazionali che producono Epo dovremmo essere tutti malati di reni! Magari proprio da Cicloweb e dalla sua redazione si può levare uan voce sempre più forte, in grado di propagarsi coi suoi echi negli strati più impermeabili dell'ipocrisia, una voce in grado di dire senza ambiguità che IL RE E' NUDO!


miky70 - 25/07/2006 alle 23:26

Che i giornalisti sappiano non era difficile immaginarlo, lo si capisce nel momento in cui c'è uno positivo all'anti-doping, conoscono i nomi dei prodotti e le tecniche di assunzione. Non so perchè il ciclismo faccia la lotta al doping con questo sistema, mi sembra che si butti la zappa sui piedi, veramente Leblanc era disposto alla perdita di audience pur di squalificare i più forti al mondo con un presunto coinvolgimento nell'Operazione Puerto? Per me c'è dell'altro sotto. Nuovo prodotto sul mercato o nuovo medico da lanciare. Poi perchè osannare il ciclista vincente, definendolo pulito? Che stiano zitti almeno. Lo faranno per vendere copie di giornali, aumento della tiratura, innalzamento delle quote della pubblicità. E poi perchè buttarlo nella polvere come sporco, delinquente, ladro? Ancora una volta per vendere copie ecc. ecc. Perchè pensare che alcuni usano prodotti migliori? Non potrebbe essere che la migliore condizione fisica permette un più efficace effetto da parte di queste sostanze? Avrete ragione voi, ma secondo me, ancora alla base dei risultati sportivi c'è la persona ed il suo impegno nell'allenarsi e nel gareggiare. Nel mio ufficio lavoriamo con lo stesso software, ma non rendiamo nello stesso modo, dipende da come ognuno organizza il proprio lavoro, dallo stress, dall'interesse, dalla velocità, dalla concentrazione. Spero di essermi spiegata.


marco83 - 25/07/2006 alle 23:41

Bravo Marco, poco fa ho letto l'articolo... e spero di cuore che abbia lo stesso effetto che un defibrillatore ha su un paziente in punto di morire. :clap::clap::clap:


jeanclaude - 26/07/2006 alle 00:32

complimenti a marco grassi, la verità è sempre la forza dei grandi, bravo claudio santi :Oo:


aranciata_bottecchia - 26/07/2006 alle 00:59

L'editoriale è scritto con maestria e lo condivido. Però c'è il risvolto della medaglia: per esempio ho descritto alcune prestazioni dell'ultimo Giro d'Italia come "equine", cioè non credibili, e ritengo che siano "equine" pure alcune prestazioni dell'ultimo Tour, come Landis e Kloden sull'Alpe d'Huez, o come l'epica cavalcata solitaria di Landis, per dirne due che non abitano in Italia. Nel forum ho riscontrato un atteggiamento bizzarro, da una parte c'è chi sostiene che, essendo tutti dopati, avrebbe poco senso soffermarsi sulle prestazioni più eclatanti, dall'altra parte c'è il gregge italico che sostiene che attaccherei tizio perchè sono tifoso di caio, etc etc. Me ne frego ovviamente, le imprese equine meritano sempre di essere sottolineate, esattamente come Grassi sottolinea lo status di Riis o Gianetti (la T-Mob oltre al pollo di Rostock pare che voglia silurare l'altro reperto fossile della ex DDR, Olaf Ludwig, direttore sportivo). Piuttosto trovo profondamente pregnante e d'attualità il capolavoro scritto da Claudio Dancelli un po' di tempo fa: l'allenamento del ciclismo contemporaneo è una forma di doping. Non solo metaforicamente, ma concretamente. Il medico sociale della Fdjeux inorridisce davanti all'ostilità verso i cortisonici contro l'asma, ritenendo che la mole di allenamento del corridore contemporaneo conduca all'asma cronica da agonismo, non un malanno stagionale ma una vera e propria malattia professionale, dunque il corridore dovrebbe poter ricorrere al "ventolin" senza essere bollato come dopato, a suo dire. Ma l'eccessivo allenamento comporta altri problemi: prostatiti e foruncoli perianali, giù altri corticosteroidi. Tendini della rotula infiammati, vertebre che si spostano a causa delle pedivelle sbagliate... Pensate che c'è un tizio al quale dovrebbero impiantare una protesi all'anca, ed è stato così pazzo da sostenere una mole di lavoro disumana pur di correre il Tour. Lo ha vinto, anche. I corridori sono costretti ad allenarsi molto, sennò gli anabolizzanti vanno a fare massa in zone del corpo inopportune, appesantendo l'atleta, mentre è funzionale che potenzino soprattutto le gambe. Per sostenere i ritmi di allenamento richiesti dagli anabolizzanti serve anche un po' di ossigeno in più. E anche un po' di pot-belge quando la fatica è insostenibile e la testa non risponde più. Ah com'è bravo, nove ore dietro moto in salita... Dimmi quanto e come ti alleni e ti dirò chi sei. Ma alla Coverciano del ciclismo cosa insegnerebbero? A proposito, la Coverciano del calcio è una boiata pazzesca, una presa per i fondelli, perchè il ciclismo dovrebbe imitarla? Ci sono così tanti fondi da sperperare?


miky70 - 26/07/2006 alle 01:12

[quote] ritenendo che la mole di allenamento del corridore contemporaneo conduca all'asma cronica da agonismo, non un malanno stagionale ma una vera e propria malattia professionale, dunque il corridore dovrebbe poter ricorrere al "ventolin" senza essere bollato come dopato, a suo dire. Ma l'eccessivo allenamento comporta altri problemi: prostatiti e foruncoli perianali, giù altri corticosteroidi. Tendini della rotula infiammati, vertebre che si spostano a causa delle pedivelle sbagliate... Pensate che c'è un tizio al quale dovrebbero impiantare una protesi all'anca, ed è stato così pazzo da sostenere una mole di lavoro disumana pur di correre il Tour. Lo ha vinto, anche. I corridori sono costretti ad allenarsi molto, sennò gli anabolizzanti vanno a fare massa in zone del corpo inopportune, appesantendo l'atleta, mentre è funzionale che potenzino soprattutto le gambe. Per sostenere i ritmi di allenamento richiesti dagli anabolizzanti serve anche un po' di ossigeno in più. E anche un po' di pot-belge quando la fatica è insostenibile e la testa non risponde più. [/quote] Mi stai spaventando!


Subsonico - 26/07/2006 alle 01:23

che presa di posizione. Sono gesti che fanno cambiare le cose...in meglio o in peggio. Spero, Marco, che non ti becchi querele.


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 01:33

Mio caro Marco Grassi, il tuo articolo mi costringe, trascinandomi per i capelli, ad intervenire un’altra volta su questo forum. Molte delle cose che tu dici, io le vado dicendo DA TEMPO. Prendiamone atto, il doping riguarda tutti gli sportivi professionisti, non si può sconfiggere, è solo un momento del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica. C’ è stato sempre e ci sarà sempre. L’indicazione al pubblico ludibrio del mostro di turno è funzionale al sistema, la criminalizzazione dei singoli è funzionale al sistema, il continuare a dire che tizio o caio vince perché è dopato è funzionale al sistema ( e un invito a doparsi, sono una mezzacalzetta ma se mi dopo intanto vinco il Tour poi vediamo che succede, la società tecnologicamente avanzata vive sul qui e ora). Dire che il talento non conta più niente perché tutto è frutto del doping è funzionale al sistema e la migliore pubblicità al doping stesso. Basta. O si chiude lo sport professionistico ( da cui il doping è ineliminabile) o si cambia atteggiamento e strategia. Basta con le denunce alla Donati ( che hanno portato alla criminalizzazione sempre e solo dei singoli atleti mentre chi, come da sentenza di assoluzione per prescrizione , lavorava al doping ha continuato a fare il suo lavoro in un’Università italiana e altri, tra dirigenti Coni e medici preparatori tutti assolti per prescrizione), basta con il chiedere all’ambiente di parlare, è tutto chiarissimo tranne che per i tifosi ottusi che non vogliono vedere. Basta con il luogo comune di Riis con il 60% di ematocrito: l'ematocrito del gruppo era quello, poi è sceso a 52/53 ( per avere 49 la mattina presto) quando sono cambiate le regole ( per volontà dei ciclisti, guarda caso). Poi è arrivato altro di ancora più introvabile. Lo sport professionistico è questo. La differenza fra i talenti rimane, anche con il doping ( fino a oggi perché con il doping genetico finirà anche quella). Se non va bene così, chiudiamo lo sport professionistico o smettiamo di interessarcene. L’ho sempre detto: liberalizzare quello che è già prassi comune e, forse, quando gli atleti ( non dico i professionisti, lo sport professionistico non farà mai a meno del doping) potranno non trovarsi più di fronte solo o il medico che li dopa o il giudice che li condanna sarà possibile iniziare una vera opera di educazione alla salute, di denuncia dei ricatti che si subiscono. Solo che questo non interessa nessuno, il doping e l’antidoping fanno fare soldi a palate a troppi e a troppo potenti ( multinazionali, malavita, medici e preparatori vari ecc.), quindi si continua a far finta che ci siano le mele marce e i puliti o quasi puliti o quasi sporchi, che i controlli servono a qualcosa e che l’opera della magistratura è salvifica. Affinché nulla cambi, the business must go on. E I tifosi ottusi fanno la loro parte continuando a massacrare l’accusato di turno ( la mela marcia) . Come diceva Pantani: è tutto sotto gli occhi di tutti.


janjanssen - 26/07/2006 alle 01:43

Credo che Marco abbia ragione. Quindi abbia fatto bene a scrivere ciò che ha scritto. Se conta qualcosa, se si becca querele, sono felice di condividerle. Oggi se nessuno ha un avviso di garanzia o una querela , è un niente, una nullità. Facciamoci grandi quindi. Ah essere querelati , mica significa perdere... Sul resto. Davide scrive bene, cose corrette. Ma ormai lo conosco. Bisogna vedere cosa scrive e cosa non scrive. Kloden ha fato prestazioni asinine? e quando di grazia? Landis, e l'ho scritto, ha fatto ciò che nessuno nella storia del ciclismo prima di lui aveva fatto. Vi ho sfidato a trovare un altro esempio. Silenzio. Morto oggi, dominatore domani. Non dopo una settimana. IL GIORNO DOPO. cavoli con centinaia di tappe corse in Giri, tour, vuelte, dovevamo assistere ad una novità si inattesa? E chi toglie uno zero alle prestazioni a cronometro? Tutti a dire "crono diverse...." ma il vincitore è lo stesso ed i piazzati anche. Solo uno passa dal 100 al 10. Prestazuione sorprendente. O no? Sembra qusi che andiamo a cercare il sospetto in chi ci è antipatico . Metodo poco trasparente. Non ho letto una riga sui watt nel tour. Hanno improvvisamente perso importanza? Come sono andati? O c'entravano solo su basso? Se ha ragione Lemond, dobbiamo uscire dal guscio e dire che le cose stanno così. Omertà. E' la parola che più da fastidio. E condanne senza prove, come quelle di Basso e Ullrich, fanno solo pensare, che anche nel ciclismo i peggiori discorsi valgano per tutti. Anche gli innocenti allievi del sig. Cecchini. Che se ORA è indesiderato alla T Mobile, lo sarà per qualcosa, a proposito di omertà. E certi cardellini non vanno la da lui solo per imparare a cantare. Io mi chiedo però Marco, come uscirne. Perchè da una storia simile non so come se ne esca. Forse solo col libretto sanitario del ciclista, ogni mese controllabile dai medici fiscali WADA. Ogni mese che fa Dio. Forse il modo di rabboccare, diventerà più indaginoso. E radiazione per ogni azzeccagarbugli. Radiazione e galera. Chissà se la lingua di certi addetti ai lavori si scioglierà...Usiamo i pentiti. Ma non per fare colore. Per riferimenti precisi, nomi, metodi, sostanze, dettagli. Come contro la mafia. Lotta dura senza paura.


Lester - 26/07/2006 alle 01:44

Articolo bellissimo, come purtroppo ormia se ne possono leggere solo su internet, per questo vado dicendo che internet è il futuro e l'unica speranza per un giornalismo libero. Un pezz ocosì sulla gazza ce l osogniamo la notte, lì si devono curare gli interess id itizio caio ecc... ancora complimenti a marco grassi veramente un giornalista coi fiocchi!


janjanssen - 26/07/2006 alle 01:50

Ciao donchisciotte ben tornata. una postilla. Finche le FEDERAZIONI doperanno gli atleti di punta dei così dettisport minori, lontani dalle luci, ma utili per ingrassare I MEDAGLIERI olimpici e mondiali, sinceramente, prendermela con Ullrich (trombato per 7 anni dau un robocop) non me la sento. Mi si svuotano le forze a livello dei ginocchi. La chiave è li. Professionismo e nazionalismo. Un italiano vince nel cannottaggio dopo 4 anni di ormoni? cavaliere della repubblica.... Basso a casa con sputi e Pantani a casa con la pistola alla tempia. quale è la differenza? Date soldi e gloria a Pescante o a colui che sarà al suo posto e positività nei nostri corridori non ce ne saranno più. Il doping oggi è foraggiato coi soldi dell'industria farmaceutica e della federazioni .... Poi un prelievino, tutto a posto e Gatlin fa il record dei 100 metri lasciando una strana scia luminosa....


faberme - 26/07/2006 alle 02:04

"Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d'obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così cogl.ioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni." w zeman


pedalando - 26/07/2006 alle 02:07

Grandioso Marco! Una avvelenata superlativa! Giuro che a leggerla quasi mi commuovevo. Ma non deve finire qui. Saro' un sognatore, ma questo Articolo deve diventare un manifesto. Ha ragione il nostro Grassi: basta con l'omerta'! Come? [b]meniamoglielo![/b] Chi fa collezione di autografi lo stampi e chieda ai propri beniamini di firmare li'! Oppure chieda una dedica piu' originale: "Io non mi dopo. Firmato nome/cognome".:Od: Chiediamo ai giornalisti di scrivere del doping nello sport... come? quando lo fanno siamo i primi a sentirci offesi? ci incaz.ziamo con il mago Forest? Nooooo cosi' facciamo il gioco degli omertosi! Chiediamo ai giornalisti di approfondire, di menarlo a sangue: "Senta ha letto l'articolo di Grassi su Cicloweb.it ? Ecco, lei ha il coraggio di scrivere sul doping qualcosa di simile? " Come detto sopra da altri, approfittiamo di questo gioiello per fare il coro e gridare il Re e' nudo.


lucida follia - 26/07/2006 alle 02:43

devo andare ma non prima di segnalare un bel libro scritto da un altro personaggio coraggioso,che scrive nomi e cognomi di tutti gli implicati in casi di doping con relativi atti legali, "Generazione epo chi e come ha distrutto il ciclismo" di Renzo Bardelli edizioni firenze del marzo 2005 poco pubblicizzato ,molto scomodo,buon promemoria per parlare dell'ipocrisia che sottolinea Marco di cui quoto tutto.:clap:


strongale - 26/07/2006 alle 08:12

Articolo forte e spero non destinato a cadere nell'oblio. Complimenti soprattutto perchè tra le righe si legge quello che tutti noi abbiamo in comune: l'amore per il ciclismo.


lucius - 26/07/2006 alle 08:31

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Beccatevi 'sto kriss nella schiena. ... [/quote] ci siamo ... credo che questo sia il momento più giusto per ricevere e dare pugnalate. I nomi fatti sono tanti, ora sono curioso di vedere cosa succede. In tanti addetti ai lavori leggeranno ... e quelli che non bazzicano su internet saranno comunque informati dal passaparola. Vediamo se si sentiranno toccati sul vivo. Vediamo se il popolo del web comincia finalmente a contare qualcosa o se dovranno passare ancora degli anni e dei nuovi scandali per far emergere la situazione. Ci sono molte possibilità che la storia finisca male ... in questo probabile caso sono disposto a pagare la mia piccola quota per le querele a Marco Grassi ...CIAO


Frank VDB - 26/07/2006 alle 08:34

caro Marco, i miei complimenti! Mi auguro che Cicloweb sia oramai così conosciuto che la tua lettera aperta venga letta da tutti gli addetti ai lavori, a partire da quelli che hai citato. In caso contrario, sarà il caso di mandarla un pò in giro per riviste e redazioni?


Un_Furlan - 26/07/2006 alle 09:03

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] ...il doping riguarda tutti gli sportivi professionisti, non si può sconfiggere, è solo un momento del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica.[/quote] Mi permetto di dissentire ricordando il famigerato doping di Stato attuato in maniera clamorosa e sistematica in Germania Est a partire dagli anni 70. Inoltre il doping non e' solo un morbo che affligge il mondo sportivo professionistico "capitalistico", ma purtroppo anche quello dilettantistico, amatoriale e giovanile.


nino58 - 26/07/2006 alle 09:06

Ottimo Marco. Provando (umilmente) a tirare le fila dell'avvelenata ( e dei successivi interventi )la domanda che mi si pone innanzi è : " Qual è il limite fisico medio di sopportabilità della fatica, nel ciclismo, con i suoi chilometraggi, dislivelli, calendari, per poter dire -sotto questo limite ci si può non dopare,sopra non ci si può non dopare?-" La domanda può anche sembrare ingenua( o stupida)però non si può più eluderla.


robby - 26/07/2006 alle 09:12

...AZZ CHE BOTTA!!!!! Marco complimentissimi per la chiarezza e (perchè no) per il coraggio e (permettetemelo perchè ci vuole) e per le palle che hai domostrato di tirar fuori su un argomento così tosto!!!!! ..bello il riferimento su Moser...sai come l'ho sempre pensata io su di lui? con una comparazione di questo tipo : mettere Moser dove sta adesso è come mettere Totò Riina a capo di una associazione antimafia ;) GRANDE MARCO!!!:clap:


criab - 26/07/2006 alle 09:14

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] ..bello il riferimento su Moser...sai come l'ho sempre pensata io su di lui? con una comparazione di questo tipo : mettere Moser dove sta adesso è come mettere Totò Riina a capo di una associazione antimafia ;) GRANDE MARCO!!!:clap: [/quote] quoto alla grande


jeremy - 26/07/2006 alle 09:18

Il ciclismo mi piace e lo pratico poco, ma lo pratico. Guardo il Giro ed il Tour ma dopo tutte ste vicende quando vedo certe imprese, esempio l'ultima di Landis, non ci credo piu', cioe' non riesco piu' a credere che sia un gesto atletico-sportivo ma mi rode sempre il dubbio che quello che stia facendo sia l'esito di un buon miscuglio di sostanze :?, da qui la perdita di credibilita' di questo sport. Mi sembra tutto falsato e mi rifugio nel moto-ciclismo.


BJH* - 26/07/2006 alle 09:25

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Mio caro Marco Grassi, il tuo articolo mi costringe, trascinandomi per i capelli, ad intervenire un’altra volta su questo forum. Molte delle cose che tu dici, io le vado dicendo DA TEMPO. Prendiamone atto, il doping riguarda tutti gli sportivi professionisti, non si può sconfiggere, è solo un momento del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica. C’ è stato sempre e ci sarà sempre. L’indicazione al pubblico ludibrio del mostro di turno è funzionale al sistema, la criminalizzazione dei singoli è funzionale al sistema, il continuare a dire che tizio o caio vince perché è dopato è funzionale al sistema ( e un invito a doparsi, sono una mezzacalzetta ma se mi dopo intanto vinco il Tour poi vediamo che succede, la società tecnologicamente avanzata vive sul qui e ora). Dire che il talento non conta più niente perché tutto è frutto del doping è funzionale al sistema e la migliore pubblicità al doping stesso. Basta. O si chiude lo sport professionistico ( da cui il doping è ineliminabile) o si cambia atteggiamento e strategia. Basta con le denunce alla Donati ( che hanno portato alla criminalizzazione sempre e solo dei singoli atleti mentre chi, come da sentenza di assoluzione per prescrizione , lavorava al doping ha continuato a fare il suo lavoro in un’Università italiana e altri, tra dirigenti Coni e medici preparatori tutti assolti per prescrizione), basta con il chiedere all’ambiente di parlare, è tutto chiarissimo tranne che per i tifosi ottusi che non vogliono vedere. Basta con il luogo comune di Riis con il 60% di ematocrito: l'ematocrito del gruppo era quello, poi è sceso a 52/53 ( per avere 49 la mattina presto) quando sono cambiate le regole ( per volontà dei ciclisti, guarda caso). Poi è arrivato altro di ancora più introvabile. Lo sport professionistico è questo. La differenza fra i talenti rimane, anche con il doping ( fino a oggi perché con il doping genetico finirà anche quella). Se non va bene così, chiudiamo lo sport professionistico o smettiamo di interessarcene. L’ho sempre detto: liberalizzare quello che è già prassi comune e, forse, quando gli atleti ( non dico i professionisti, lo sport professionistico non farà mai a meno del doping) potranno non trovarsi più di fronte solo o il medico che li dopa o il giudice che li condanna sarà possibile iniziare una vera opera di educazione alla salute, di denuncia dei ricatti che si subiscono. Solo che questo non interessa nessuno, il doping e l’antidoping fanno fare soldi a palate a troppi e a troppo potenti ( multinazionali, malavita, medici e preparatori vari ecc.), quindi si continua a far finta che ci siano le mele marce e i puliti o quasi puliti o quasi sporchi, che i controlli servono a qualcosa e che l’opera della magistratura è salvifica. Affinché nulla cambi, the business must go on. E I tifosi ottusi fanno la loro parte continuando a massacrare l’accusato di turno ( la mela marcia) . Come diceva Pantani: è tutto sotto gli occhi di tutti. [/quote] non concordo praticamente su nulla. Due modi opposti di concepire,vivere e tentare di risolvere il problema.


criab - 26/07/2006 alle 09:40

[quote][i]Originariamente inviato da jeremy [/i] Mi sembra tutto falsato e mi rifugio nel moto-ciclismo. [/quote] E lì sei sicuro che sia tutto lindo ?


aranciata_bottecchia - 26/07/2006 alle 09:48

[quote][i]Originariamente inviato da janjanssen [/i] Sul resto. Davide scrive bene, cose corrette. Ma ormai lo conosco. Bisogna vedere cosa scrive e cosa non scrive. Kloden ha fato prestazioni asinine? e quando di grazia? [/quote] [quote] Non ho letto una riga sui watt nel tour. Hanno improvvisamente perso importanza? Come sono andati? [/quote] Appunto è da considerarsi equino il wattaggio di Landis e Kloden sull'Alpe d'Huez. Ma che importanza ha? Sposta la questione di un millimetro? No. Ciao

 

[Modificato il 26/07/2006 alle 09:50 by aranciata_bottecchia]


darkmic666 - 26/07/2006 alle 09:50

Complimenti a Marco Grassi. Come dice anche Lester, internet può rappresentare la speranza di un giornalismo libero e coraggioso. Riguardo al commento di Donchisciotte: [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] ...Lo sport professionistico è questo. La differenza fra i talenti rimane, anche con il doping... [/quote] Non ne sono così convinto! Innanzitutto, ritengo che la risposta alla chimica sia differente da individuo ad individuo (pensiamo al fatto che per qualcuno, un farmaco fa miracoli per una data malattia, mentre per un altro, lascia solo una scia di effetti collaterali); inoltre non si può tralasciare che, in un contesto di doping generalizzato, saranno favoriti quelli che hanno la possibilità di accedere alle strutture od ai "preparatori", più avanzati ed efficienti (a questo proposito, mi domando: conta qualcosa la diversa disponibilità economica?). Inoltre, credo che non tutti siano disposti a rischiare allo stesso modo (sia per non farsi beccare, ma anche, perché no, per la propria salute o per motivi etici). [quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] ...Come diceva Pantani: è tutto sotto gli occhi di tutti... [/quote] A questo proposito, l'articolo di Marco Grassi, sottolinea come, per chi si limita alla TV od ai quotidiani (e sono tanti), l'impressione sia che ci sono alcune mele marce, ma che il contesto sia pulito (o quasi). Tralaltro credo che Pantani sia stato una vittima di questo sistema delle mele marce, non trovi?...


aranciata_bottecchia - 26/07/2006 alle 10:08

[quote][i]Originariamente inviato da darkmic666 [/i] ritengo che la risposta alla chimica sia differente da individuo ad individuo (pensiamo al fatto che per qualcuno, un farmaco fa miracoli per una data malattia, mentre per un altro, lascia solo una scia di effetti collaterali); [/quote] Condivido completamente, se si pensa che il doping è capace di aumentare le prestazioni (resistenza e potenza) anche fino al 15%, ci si renderà conto che un talento naturale, il quale possieda però un organismo che non reagisce opportunamente alle stimolazioni ormonali esterne, diventerà semplicemente un buon corridore da medio plotone, con qualche vittoria episodica. Ovviamente sul piano etico sarebbe colpevole alla pari di molti colleghi più fortunati, ma sul piano delle prestazioni sportive il doping costituisce una vera e propria smazzata di carte, rimescola tutto e annichilisce ogni logica, anche se c'è chi sostiene che sia sufficiente che tutti salgano sullo sgabello perchè il corridore di talento torni a primeggiare. Balle. [quote] inoltre non si può tralasciare che, in un contesto di doping generalizzato, saranno favoriti quelli che hanno la possibilità di accedere alle strutture od ai "preparatori", più avanzati ed efficienti (a questo proposito, mi domando: conta qualcosa la diversa disponibilità economica?). [/quote] Credo che questo sia un problema secondario, prima o poi, chi vuole, è in grado di accedere ai migliori stregoni, i quali sono sempre assetati di denaro. [quote] Inoltre, credo che non tutti siano disposti a rischiare allo stesso modo (sia per non farsi beccare, ma anche, perché no, per la propria salute o per motivi etici). [/quote] Questo aspetto è FONDAMENTALE. Hai presente quando Moser sostiene che, ai suoi tempi, la trasfusione non era doping? Ebbene sbaglia, la trasfusione era doping eccome, anche se non era vietata. Ricordiamolo, non è il divieto a rendere un farmaco o una pratica descrivibile come doping. É doping quella pratica che migliora le prestazioni (e le trasfusioni le migliorano), è doping quella pratica che comporta pericolo per la salute (e le trasfusioni sono pericolose), è doping quella pratica che costringe gli avversari a comportarsi allo stesso modo per essere competitivi (e farsi una trasfusione non equivale a spaccarsi romanticamente le chiappe sulla sella tutti i giorni, come faceva Ottavio Bottecchia, significa invece infilarsi un ago nel braccio, stando sdraiati sul lettino, mentre in pochi minuti il tasso d'ematocrito passa dal 44% al 64%). Insomma, Moser non sa nemmeno cosa sia il doping, Marco Grassi non poteva fare una citazione più opportuna. Ciao


jeremy - 26/07/2006 alle 10:12

[quote][i]Originariamente inviato da criab [/i] [quote][i]Originariamente inviato da jeremy [/i] Mi sembra tutto falsato e mi rifugio nel moto-ciclismo. [/quote] E lì sei sicuro che sia tutto lindo ? [/quote] No, sicuro no, ma sicuramente ho piu' motivi di credere che lo sia che non il ciclismo. Nel motociclismo e' molto importante la tecnica di guida, nel ciclismo e' molto importante la condizione fisica. Pratico entrambi e sono portato per esperienza a dire cio'. Sinceramente mi spiace molto che non si riesca ad avere il ciclismo pulito.


miky70 - 26/07/2006 alle 10:54

Il ciclismo è lo specchio della società. Il mondo è dei furbi (disposti a passarti sopra), delle belle ragazze (belle ad ogni costo), dei potenti (schiacciano tutti e tutto). Come si può pretendere che il ciclismo rispetti le regole di onestà e correttezza, quando attorno non lo fa nessuno? Il ciclismo ha le medesime regole di business che hanno gli altri sport, non fa beneficienza, non insegna il Vangelo. Ma a questo punto credo debba essere spiegato esattamente come funziona il doping, ci vuole coraggio per fare questa scelta editoriale ma andiamo oltre, denunciare che esiste a livello generale è importantissimo, ma andiamo oltre appunto e spiegatemi le tecniche di assunzione, i tempi. C'è chi si dopa 12 mesi l'anno e chi lo fa solo prima di una corsa e chi lo fa solo prima di una tappa difficile? A me interessa sapere questo, questa è la mia curiosità, anche per difendermi, ho un ragazzino che è nel mondo dello sport, comincia le prime gare di nuoto, vuole fare anche ciclismo, è molto veloce, apprezzato dagli istruttori. Se dovesse capitare che qualcuno vuole dargli qualcosa, non credo mi chiedano la ricetta del medico, no? Al di là di questo, io riesco ancora ad innamorarmi delle corse, delle volate, delle fughe, degli scatti, delle crono. Questo è il ciclismo. Le bombe una volta non facevano male alla salute, forse, non facevano la grande differenza tra un ciclista ed un altro, ma so che Coppi aveva il medico con sè. Se non ci offendiamo per lo spettacolo di 50 anni fa e lo consideriamo vero, romantico, unico, perchè dovremmo nausearci per quello di oggi. Ho solo la speranza che questo doping sia fatto per non uccidere un uomo tra 10 anni e permettergli una vita sana una volta appesa la bici al chiodo. Per sè e per la sua famiglia. Tra 10 anni il ciclismo sarà ancora più chimico e diremo che questo era migliore. Tanto vale dimenticarci del doping. Al prossimo Giro, qualunque sarà il più forte, (spero Basso), ci saranno i soliti giornalisti ed i soliti commentatori che diranno che le facce sono stralunate dalla fatica, che le medie sono più basse, che i corridori si allenano tantissimo ecc. ecc. ed io spererò di nuovo che abbiano un pochino di ragione e pensando al doping dirò....embè?! Proprio come Marco Grassi. Ciao!


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 11:35

Intanto volevo ribadire, perché non so se si è capito,che sono proprio contro le denunce ( da parte di giornalisti, addetti ai lavori, dirigenti, ex ciciclisti ecc.) sulla scoperta dell’acqua calda del doping nel mondo professionistico. Basta. Non se ne può più e non hanno portato a nulla, anzi per me sono funzionali al sistema. Il professionismo per me è escluso dalla possibilità di limitazione del doping. Si pensi ai ragazzini. Uguale discorso per le denunce alla Zeman ( sempre su personaggi famosi e sempre per alzare il livello di sensazionalismo) che ha avuto lo stesso effetto: nessuno ( sì, la juve si è subito un processo ma è stata assolta perché il fatto non sussiste). Commento sparsamente quello che è stato scritto. - Il sistema sovietico era, storicamente, anche un processo di trasformazione rapida di una società arcaica, quella degli zar, in un sistema industrialmente avanzato, quando questa trasformazione si è interamente compiuta il sistema politico è imploso perché non era in grado di governare una società di quel tipo. Il doping dell’URSS rientra in questo quadro, solo che allora gli atleti ( e soprattutto le atlete) dell’est erano “Mostri” diversissimi dagli altri, oggi sono, pensate al nuoto, tutti e tutte come erano gli atleti dell’est negli anni sessanta e settanta. - Nel mondo professionistico non penso proprio che ci sia chi non è disposto a rischiare ( se c’è si ritira, come fece il nipote di Moser), anche perché avendo come riferimento solo il medico che li dopa, il sistema che li obbliga a doparsi e i giudici che se li beccano li squalificano o condannano, una vera educazione alla salute non esiste. E un professionista è inserito in un sistema che lo fagocita completamente , non è l’amatore. In più certi medici , si lesse negli anni novanta, dicevano semplicemente che prendere l’epo era come bere un bicchiere d’aranciata, anzi qualcuno la provava su stesso per provarne l’innocuità. Queste cose sono note a chi abbia avuto a che fare, per esempio, con l’applicazione della legge 626 sulla sicurezza nei posti di lavoro. Fino a che il lavoratore ha come riferimento solo il medico dell’azienda e gli ispettori che vengono a controllare è lui stesso a non voler adottare misure di sicurezza, è quando entra un terzo, che non è dell’azienda e che non è ispettore, che il lavoratore viene DAVVERO informato. Questo è il sistema, janjanssen ha ragione da vendere quando parla di questo. - Sì, ci può essere qualcuno a cui il doping non fa effetti mirabolanti e qualcuno a cui ne fa di più, ci può essere qualcuno che sbaglia doping, ci può essere qualcuno che si affida a preparatori con un modello univoco in testa che non riesce a sviluppare le potenzialità di ognuno. Ma, in realtà, quando si riempiono come cavalli lo sentono che faticano di meno e vanno più forte, lo sentono tutti, altrimenti non continuerebbero a riempirsi e a pagare milioni per farlo. Poi i calcoli fra chi ci guadagna di più e chi di meno sono veramente del tutto teorici, ci guadagnano, migliorano le loro prestazioni, poi, certo, se uno è Virenque fa lo scatto alla Virenque, se uno è Pantani lo fa alla Pantani. In un Tour come questo ultimo sembra che le carte si smazzino ma solo perché erano tutte mezzecalze, un Tour di gregari in cui valeva la legge “tana libera tutti” se hai più di dieci minuti di ritardo in classifica , visto che nessuna squadra aveva la possibilità di tenere in mano la corsa. Anche un corridore come Frigo, che non mi pare abbia ottenuto chissà quali risultati, continuava a farsi portare epo, perché? Evidentemente vedeva la differenza fra la sua prestazione con o senza. Conconi diceva, e mi pare che un ricercatore come lui, rettore universitario ecc., cavolate non ne dica, che il doping porta al limite estremo delle TUE possibilità, il limite che non toccheresti mai senza doping, ma non crea dal nulla. E’ vero, invece, che con il doping sempre più scientificamente avanzato il vero gap è quello dei soldi e questo vale per le nazioni ( nazioni povere non accedono a un certo doping) e per gli atleti. In questo senso è vero che, nel ciclismo, si sta creando nel gruppo la differenza tra quelli che possono permettersi certi preparatori e certe pratiche e quelli che non se lo possono permettere e restano indietro, restano a pratiche meno avanzate. Sì la differenza fra ricchi e poveri la si vede benissimo adesso nel plotone. Trovo, inoltre, offensivo e gravissimo che si paragoni Moser a totò Riina. Nello sport delle denunce solo chi è denunciato, solo chi, per motivi imperscrutabili, deve pagarla, paga. Gli altri no. C'è chi era nel file di Conconi e è stata al vertice del Coni e magari fa il deputato e c'è chi stava nel file di Conconi e adesso sta nel cimitero dei pescatori a Cesenatico. C'è chi a SYdney 2000 aveva il valore di Gh superiore di 41 volte alla norma e non ha avuto conseguenze per la sua carriera ( anche finita quella sportiva) e c'è chi alla vigilia di Sydney ( per coprire quelli del GH) veniva sbattuto in prima pagina con l'ematocrito NELLA NORMA. Questo è il sistema delle denunce. Il capro espiatorio va sottoterra e gli altri tirano un sospiro di sollievo, compreso sistema, centri di potere e federazioni.


Laura Idril - 26/07/2006 alle 11:36

Che bell'articolo Marco. Così diretto, così libero. Questa è vera stampa libera. Anni fa, parecchi adesso, lessi su una rivista l'intervista ad un nuotatore italiano (perdonate se non ricordo atleta e rivista, ma sono passati anni) e mi stupirono delle frasi sul doping così dirette. Alla domanda: Nel nuoto ci si dopa ancora, rispose secco si, senza dubbio. E andando avanti disse questa frase che per me è memorabile. "Se un medico viene da me il mattino e mi dice, bevi, è solo acqua con dello zucchero, io, che sono in buona fede, ci posso anche credere. Ma se il giorno dopo mi sono cresciuti 3 kg di muscoli, qualche domanda me la posso anche fare, in buona fede." Un monumento alla verità e alla presa di responsabilità.


Laura Idril - 26/07/2006 alle 11:50

Volevo aggiungere una postilla riguardo ai danni permanenti che il doping potrebbe causare. Su BresciaOggi di due anni fa, per fare campagna contro l'alta velocità e gli incidenti stradali, vennero pubblicate nel paginone centrale tutte le fotografie dei morti dell'anno per incidente. 280. Fu scandaloso, ne parlarono tutti i telegiornali. Aprendo la pagine centrale si vedevano tutte le immagini, tutte le fotografie di quei volti che la velocità, l'ubriachezza, l'incuria avevano portato via. So che può essere duro o magari sadico, ma perchè non pubblicare le foto di tutti quegli atleti, di tutti gli sport, morti per cause anomale come arresto cardiaco, ictus, degenerazione della struttura cervicale e così via? Si sarebbe duro, ma vedremmo quello che il doping fa veramente. Uccide.

 

[Modificato il 26/07/2006 alle 14:39 by Monsieur 40%]


Camoscio delle Dolomiti - 26/07/2006 alle 11:57

Eccola qui la frase che cercavo.. "il doping nel ciclismo è come la cannabis tra i giovani: non viene proprio vissuto come un reato" M.Grassi Complimenti per questo articolo.. che non resti isolato però!


aranciata_bottecchia - 26/07/2006 alle 12:30

[quote][i]Originariamente inviato da Camoscio delle Dolomiti [/i] Eccola qui la frase che cercavo.. "il doping nel ciclismo è come la cannabis tra i giovani: non viene proprio vissuto come un reato" M.Grassi [/quote] Occhio, occhio, occhio, quella di Grassi è solo una metafora, un espediente narrativo, nessuno si senta autorizzato a giustificare chicchessia. I professionisti non sono adolescenti, e nonostante qualcuno tra costoro sia letteralmente analfabeta (non scherzo), la consapevolezza di quanto accade nell'ambiente (effetti, rischi e colpe) è profondamente differente non solo rispetto ai tempi del "ciao mamma sono arrivato uno", ma anche rispetto a soli cinque o sei anni fa.


Camoscio delle Dolomiti - 26/07/2006 alle 12:34

tranquillo Davide, da corridore so bene come interpretare le frasi di quell'articolo.


grilloparlante - 26/07/2006 alle 13:41

Poveri tifosi, poveri giornalisti, poveri tutti. Però mi piacerebbe anche sapere ciò che vogliamo, capirlo per poter andare avanti. Io credo che a tanti siano cadute le pa... role. Qualcuno lo leggo, qualcuno no ed ho scoperto che il motivo per cui faccio la mia scelta è che riesco a leggere soltanto quelli che scrivendo ci mettono la passione. Ebbene, io credo che se un giornalista ci mette la passione, quindi ci crede, ma poi scopre che il campione in questione è marcio, alla fine è come se ogni volta scoprisse che la sua donna gli ha fatto le corna. La prima la perdoni. La seconda la perdoni o trovi una scusa. Ma alla lunga non ce la fai più e ti inaridisci e pensi che non sia più il caso di metterci il cuore e al massimo vai con una puttana. Io credo che sia così, perché tanti li vedo che si sono spenti. Ma cosa vuoi raccontare di una puttana, senza che il mondo si indigni? E allora mi chedo anche, a questo punto, per quale motivo siamo disposti a chiudere gli occhi su tutto, meno che sulla verginità dei ciclisti. Che i calciatori si buchino o muoiano a 50 anni (loro sì e anche tanti) di mali tremendi, poco ci importa, purché la squadra del cuore vinca. Chi ha pensato ai muscoloni di Del Piero o alla flebo di Cannavaro mentre si giocavano i mondiali? Siamo onesti... Invece i nostri li vogliamo tutti vergini. Bè, magari vergini non ce ne sono più, ma sono veri, alla faccia di chi vorrebbe trattarli come criminali. Perché è vero che sono dei "gemelli sferici solitamente molto fragili" (scusate la durezza) a cadere sempre con gli stessi dottori, gli stessi manager e poi a farsi male sempre e solo loro. Ma è vero anche che comincia tutto quando hanno 16 anni e sono dei bambini e un figlio di buona donna col primo livello gli dice che per andar meglio domenica. Devono mandar giù una caffeina, che tanto non è niente... Non dico che sono tutte puttane, ma togliamoci il velo. Il guaio dei giornalisti del ciclismo è che hanno sempre scritto troppo e il guaio dell'Uci e dellla Fci è che glielo hanno lasciato fare. Togliere la libertà di stampa? No, ci mancherebbe altro. Ma che non siano gli organi preposti al controllo dello sport a tirar fuori gli scandali e darli in pasto ai giornalisti. Pare che è stata l'Uci ad avvertire gli spagnoli e così è nato l'ultimo casino. Ma porca miseria, voi la vedete la Fifa che denuncia il Real alla magistratura perché corrono troppo? Da noi succede e quindi abbiamo ciò che ci meritiamo. Compreso chi si sveglia un giorno, accende il computer e pretende di scrivere la verità secondo come gli gira. Forse se andasse anche lui a donnine, magari avrebbe meno pruriti...

 

[Modificato il 26/07/2006 alle 13:44 by grilloparlante]


greglemond - 26/07/2006 alle 13:47

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Mio caro Marco Grassi, il tuo articolo mi costringe, trascinandomi per i capelli, ad intervenire un’altra volta su questo forum. Molte delle cose che tu dici, io le vado dicendo DA TEMPO. Prendiamone atto, il doping riguarda tutti gli sportivi professionisti, non si può sconfiggere, è solo un momento del declinarsi della scienza e della tecnica in una società capitalistica. C’ è stato sempre e ci sarà sempre. L’indicazione al pubblico ludibrio del mostro di turno è funzionale al sistema, la criminalizzazione dei singoli è funzionale al sistema, il continuare a dire che tizio o caio vince perché è dopato è funzionale al sistema ( e un invito a doparsi, sono una mezzacalzetta ma se mi dopo intanto vinco il Tour poi vediamo che succede, la società tecnologicamente avanzata vive sul qui e ora). Dire che il talento non conta più niente perché tutto è frutto del doping è funzionale al sistema e la migliore pubblicità al doping stesso. Basta. O si chiude lo sport professionistico ( da cui il doping è ineliminabile) o si cambia atteggiamento e strategia. Basta con le denunce alla Donati ( che hanno portato alla criminalizzazione sempre e solo dei singoli atleti mentre chi, come da sentenza di assoluzione per prescrizione , lavorava al doping ha continuato a fare il suo lavoro in un’Università italiana e altri, tra dirigenti Coni e medici preparatori tutti assolti per prescrizione), basta con il chiedere all’ambiente di parlare, è tutto chiarissimo tranne che per i tifosi ottusi che non vogliono vedere. Basta con il luogo comune di Riis con il 60% di ematocrito: l'ematocrito del gruppo era quello, poi è sceso a 52/53 ( per avere 49 la mattina presto) quando sono cambiate le regole ( per volontà dei ciclisti, guarda caso). Poi è arrivato altro di ancora più introvabile. Lo sport professionistico è questo. La differenza fra i talenti rimane, anche con il doping ( fino a oggi perché con il doping genetico finirà anche quella). Se non va bene così, chiudiamo lo sport professionistico o smettiamo di interessarcene. L’ho sempre detto: liberalizzare quello che è già prassi comune e, forse, quando gli atleti ( non dico i professionisti, lo sport professionistico non farà mai a meno del doping) potranno non trovarsi più di fronte solo o il medico che li dopa o il giudice che li condanna sarà possibile iniziare una vera opera di educazione alla salute, di denuncia dei ricatti che si subiscono. Solo che questo non interessa nessuno, il doping e l’antidoping fanno fare soldi a palate a troppi e a troppo potenti ( multinazionali, malavita, medici e preparatori vari ecc.), quindi si continua a far finta che ci siano le mele marce e i puliti o quasi puliti o quasi sporchi, che i controlli servono a qualcosa e che l’opera della magistratura è salvifica. Affinché nulla cambi, the business must go on. E I tifosi ottusi fanno la loro parte continuando a massacrare l’accusato di turno ( la mela marcia) . Come diceva Pantani: è tutto sotto gli occhi di tutti. [/quote] Grande Donchisciotte, quoto in toto. Aggiungo soltanto che vada dove vuole chi fa i distinguo "pro domo sua". Costui, "il puro", crede di essere furbetto, ma non sa che invece troverà sempre uno più puro che lo epura:) Ciao, Carlo P.S. "L'hypocrisie est un hommage que le vice rend à la vertu" (La Rochefoucauld)


Sikhandar - 26/07/2006 alle 13:59

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] quello che la chimica fa veramente. Uccide. [/quote] Invece a me fa vivere. Ti dispiace la prossima volta usare termini più rispettosi nei confronti della Chimica? E di usare termini magari più appropriati tipo "il doping" uccide e non "la chimica" uccide? Grazie e scusa la permalosità. :hippy:


padoaschioppa - 26/07/2006 alle 14:06

:clap: Marco :clap:


Laura Idril - 26/07/2006 alle 14:14

Sikhandar, non posso più editare, consideralo come fatto. :hippy:


alt-os - 26/07/2006 alle 14:48

Ottimo pezzo, ma finirà con l'essere la solita voce al di fuori del coro? Nessuna risposta, immagino, da chi è stato chiamato in causa, vero?


Moserone - 26/07/2006 alle 14:50

10 E LODE A MARCO GRASSI - ha scritto la verità, tutta la amara verità sul tema. LE MIE CONOSCENZE SUL DOPING - letto Massacro alla Catena (non fidatevi di chi vi dice che Voet è un millantatore) letto Generazione EPO (straordinario e secondo me anche esso straordinariamente vero) letto Palla Avvelenata (doping e beghe varie nel mondo del calcio) letti i libri di Petrini..... L'argomento mi interessa, spesso gli amici mi chiedono come stanno le cose nel ciclismo, nessun problema nel dire che il fenomeno doping nel ciclismo è molto molto diffuso, nessun problema nello spiegare che non tutti sono dopati e che qualcuno che rispetta realmente le regole c'è, così come spiego però che sono molti i corridori che 'furbeggiano' senza poi risultare positivi ai controlli (a mio avviso inefficaci) ... IN DIRETTA TV ... servono prove schiaccianti per poter fare certe affermazioni, altrimenti ti querelano e probabilmente perdi anche il posto di lavoro, visto che la causa la perderesti, perché hai parlato senza avere le prove concrete di quello che dicevi. Credo però, durante le mie dirette del Tour, di aver parlato e riparlato di Operacion Puerto aggiornando la situazione, spesso abbiamo parlato, sbilanciandoci, anche di Pantani... ci ha pure scritto in diretta il suo ex massaggiatore Pregnolato per dire che erano parole giuste e la pensava come noi.... Non sono il tipo di telecronista che per riempire 'momenti vuoti' parla di doping (meglio la storia del ciclismo) così a prescindere, allo stesso tempo però se ci sono fatti di doping di stretta attualità, con quelli va aperta la diretta, e poi si entra nel vivo, semmai, della corsa... la mia posizione televisiva è questa, omertoso però non lo sono mai stato né mi ci sento...... Cosa mi dicono fuori onda i due Gewiss ? Per rispetto della loro privacy e pari tempo di voi ciclowebaioli che capite la realtà del ciclismo, posso solo dare un indizio, non dicono di aver preso pane e acqua... Vi saluto tutti dopo aver rinnovato i complimenti all'ottimo editoriale di Marco Grassi. Moserone Panchetti :hippy:


miky70 - 26/07/2006 alle 14:51

[quote][i]Originariamente inviato da alt-os [/i] Ottimo pezzo, ma finirà con l'essere la solita voce al di fuori del coro? Nessuna risposta, immagino, da chi è stato chiamato in causa, vero? [/quote] Giusto, ce lo direte vero se qualcuno si fa sentire? A parte Jeanclaude che ha già detto la sua. Dovrete darci i nomi e riportarci quanto vi diranno. E' un obbligo, in fondo siamo complici:Od::Od:


Monsieur 40% - 26/07/2006 alle 14:59

La parte finale dell'articolo di Grassi: [i]E, mentre invitiamo tutte le persone citate in questa "avvelenata" (ma non solo loro) a intervenire, [u]a scriverci (pubblicheremo tutto)[/u], ad aprire un dibattito, a dire la loro anche sui loro organi di stampa, mentre facciamo ciò, consapevoli che da questo momento in poi rischiamo di essere ghettizzati dall'Ambiente (ma a noi importa più dei nostri lettori che di far parte di una qualsiasi lobby), maturiamo la nostra linea editoriale, una volta per tutte, e svisceriamo quello che tutti i nostri colleghi e che tutti i rappresentanti di questo Ambiente pensano intimamente: "Nel ciclismo c'è il doping. Embè?".[/i]


miky70 - 26/07/2006 alle 15:24

:hammer: Ero talmente presa da "Embè" da tralasciare il resto!!!


pedalando - 26/07/2006 alle 15:50

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] :hammer: Ero talmente presa da "Embè" da tralasciare il resto!!! [/quote] hai anche tralasciato la risposta di "grilloparlante" che dimostra, piu' di tutti gli applausi, che Marco ha fatto centro.


darkmic666 - 26/07/2006 alle 15:56

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] - Sì, ci può essere qualcuno a cui il doping non fa effetti mirabolanti e qualcuno a cui ne fa di più, ci può essere qualcuno che sbaglia doping, ci può essere qualcuno che si affida a preparatori con un modello univoco in testa che non riesce a sviluppare le potenzialità di ognuno. Ma, in realtà, quando si riempiono come cavalli lo sentono che faticano di meno e vanno più forte, lo sentono tutti, altrimenti non continuerebbero a riempirsi e a pagare milioni per farlo. Poi i calcoli fra chi ci guadagna di più e chi di meno sono veramente del tutto teorici, ci guadagnano, migliorano le loro prestazioni, poi, certo, se uno è Virenque fa lo scatto alla Virenque, se uno è Pantani lo fa alla Pantani. [/quote] Guarda che non è di poca rilevanza la differenza degli effetti! Se io ed il mio amico, posta una teorica parità di forza ed allenamento, ci beviamo 4 caffè a testa, prima di un'ipotetica gara tra di noi, ed a me mi fanno venire il mal di pancia, mentre a lui lo stimolano aiutandolo a tirar fuori una prestazione maggiore, allora vorrà dire che i 4 caffè hanno influenzato in maniera DETERMINANTE la nostra competizione. Certo che Pantani scatta alla Pantani, però, per farlo, devono esserci le giuste condizioni, ovvero, innanzitutto deve arrivare ai piedi della salita non al gancio (quando in gruppo ci sono i passistoni che tirano ai 60), quindi, deve aver recuperato dalle fatiche del giorno prima, deve essersi alimentato correttamente e via dicendo. E le crono? Mi pare che lui ne abbia portate a termine alcune non propriamente alla Pantani. O sbaglio? (certo, i commentatori, già li sento, giù con la storia dell'ultima crono e bla bla, però, se guardi la media oraria, sembra che siano andati un pò troppo forte per essere tutti così stanchi come si vuol far credere). Che dire poi dell'impresa di Landis? Uno che non aveva mai fatto cose simili, dopo una cotta di quelle memorabili, si sveglia e parte sulla prima salita. E' qualcosa "alla Landis"? Non fraintendermi, non ritengo che la chimica possa trasformare un brocco in campione (spero almeno qua di non sbagliarmi), però, quando la introduci come variabile, il risultato cambia, e, secondo me, non di poco.


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 16:08

[quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] E allora mi chedo anche, a questo punto, per quale motivo siamo disposti a chiudere gli occhi su tutto, meno che sulla verginità dei ciclisti. Che i calciatori si buchino o muoiano a 50 anni (loro sì e anche tanti) di mali tremendi, poco ci importa, purché la squadra del cuore vinca. Chi ha pensato ai muscoloni di Del Piero o alla flebo di Cannavaro mentre si giocavano i mondiali? Siamo onesti... Invece i nostri li vogliamo tutti vergini. Bè, magari vergini non ce ne sono più, ma sono veri, alla faccia di chi vorrebbe trattarli come criminali. Perché è vero che sono dei "gemelli sferici solitamente molto fragili" (scusate la durezza) a cadere sempre con gli stessi dottori, gli stessi manager e poi a farsi male sempre e solo loro. Ma è vero anche che comincia tutto quando hanno 16 anni e sono dei bambini e un figlio di buona donna col primo livello gli dice che per andar meglio domenica. Devono mandar giù una caffeina, che tanto non è niente... Non dico che sono tutte puttane, ma togliamoci il velo. Il guaio dei giornalisti del ciclismo è che hanno sempre scritto troppo e il guaio dell'Uci e dellla Fci è che glielo hanno lasciato fare. Togliere la libertà di stampa? No, ci mancherebbe altro. Ma che non siano gli organi preposti al controllo dello sport a tirar fuori gli scandali e darli in pasto ai giornalisti. Pare che è stata l'Uci ad avvertire gli spagnoli e così è nato l'ultimo casino. Ma porca miseria, voi la vedete la Fifa che denuncia il Real alla magistratura perché corrono troppo? Da noi succede e quindi abbiamo ciò che ci meritiamo. Compreso chi si sveglia un giorno, accende il computer e pretende di scrivere la verità secondo come gli gira. Forse se andasse anche lui a donnine, magari avrebbe meno pruriti... [/quote] :clap::clap::clap: Intervento magistrale, veramente. Basta con le denunce nel ciclismo. Solo vorrei dire a Grillo parlante che io di Cannavaro e del piero e di tante altre cose me ne ricordavo benissimo. E tifavo Francia.


mik87 - 26/07/2006 alle 16:17

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] [quote][i]Originariamente inviato da grilloparlante [/i] E allora mi chedo anche, a questo punto, per quale motivo siamo disposti a chiudere gli occhi su tutto, meno che sulla verginità dei ciclisti. Che i calciatori si buchino o muoiano a 50 anni (loro sì e anche tanti) di mali tremendi, poco ci importa, purché la squadra del cuore vinca. Chi ha pensato ai muscoloni di Del Piero o alla flebo di Cannavaro mentre si giocavano i mondiali? Siamo onesti... Invece i nostri li vogliamo tutti vergini. Bè, magari vergini non ce ne sono più, ma sono veri, alla faccia di chi vorrebbe trattarli come criminali. Perché è vero che sono dei "gemelli sferici solitamente molto fragili" (scusate la durezza) a cadere sempre con gli stessi dottori, gli stessi manager e poi a farsi male sempre e solo loro. Ma è vero anche che comincia tutto quando hanno 16 anni e sono dei bambini e un figlio di buona donna col primo livello gli dice che per andar meglio domenica. Devono mandar giù una caffeina, che tanto non è niente... Non dico che sono tutte puttane, ma togliamoci il velo. Il guaio dei giornalisti del ciclismo è che hanno sempre scritto troppo e il guaio dell'Uci e dellla Fci è che glielo hanno lasciato fare. Togliere la libertà di stampa? No, ci mancherebbe altro. Ma che non siano gli organi preposti al controllo dello sport a tirar fuori gli scandali e darli in pasto ai giornalisti. Pare che è stata l'Uci ad avvertire gli spagnoli e così è nato l'ultimo casino. Ma porca miseria, voi la vedete la Fifa che denuncia il Real alla magistratura perché corrono troppo? Da noi succede e quindi abbiamo ciò che ci meritiamo. Compreso chi si sveglia un giorno, accende il computer e pretende di scrivere la verità secondo come gli gira. Forse se andasse anche lui a donnine, magari avrebbe meno pruriti... [/quote] :clap::clap::clap: Intervento magistrale, veramente. Basta con le denunce nel ciclismo. Solo vorrei dire a Grillo parlante che io di Cannavaro e del piero e di tante altre cose me ne ricordavo benissimo. E tifavo Francia. [/quote] quindi delle emotrasfusioni di Zidane te ne eri dimenticata?


Monsieur 40% - 26/07/2006 alle 16:31

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Basta con le denunce nel ciclismo.[/quote] Da parte di chi? Dei giornalisti, degli organi di stampa? O da parte dell'Uci? O da parte della Wada? O da parte di tutti coloro che hanno strada spianata nel far carriera intaccando il ciclismo? Di Rocco ha fatto richiesta ieri del dossier sull'Operacíon Puerto. Ieri. Il ciclismo è l'unico sport che - per complesso d'inferiorità - si è prefisso un Codice Etico (ovviamente disilludendolo). Il ciclismo è il primo sport di cui si parla quando c'è qualcosa legato al doping ('Ciclismo e palestre', si dice). Chi è che non dovrebbe denunciare? Ma poi... chi è che ha denunciato? Qui si cerca di aprire gli occhi ai lettori. Sia col calcio (noterete dei bei corsivi, in archivio, su Carraro e su Gattuso, ad esempio), sia sugli altri sport. Ma Cicloweb.it è un sito di ciclismo. E Cicloweb.it vuole che i suoi lettori siano a conoscenza di determinate cose. Linea editoriale, si chiama. Perderemo lettori? Pazienza. Ma quelli che rimangono sanno come vanno le cose. E non si tratta di "pruriti", né di "pretendere di scrivere la verità", né di "denunciare il ciclismo". La realtà dei fatti è questa. I ciclisti sono tutti dei dopati, per la gente comune, mentre gli altri sportivi no, loro sono bravi ed emozionano. Chi è che vuole questo? I giornalisti? Gli organi di stampa?


Pirata x sempre - 26/07/2006 alle 16:43

L'avvelenata, forte il giusto e cruda quanto basta, è stata lanciata, ribadendo (se mai ce ne fosse bisogno) lo spessore di colui che ha firmato un pezzo così importante; ora sta agli altri smettere di guardare il blu del cielo ne tantomeno continuare a sporcarsi con la polvere della terra che circonda ed intossica coloro che imitano gli struzzi.... ...noi siamo qui, in un thread che secondo me meriterebbe di rimanere in prima pagina ma che prima di entrarvi necessita di rileggere più volte il titolo, per lasciare (quindi) fuori la parola [i]ipocrisia [/i]... Onore a te, Marco Grassi :clap:


biste - 26/07/2006 alle 17:01

Articolo stupendo. Siamo in tanti che la pensiamo così. Io però ancora ci spero che uno, almeno uno tra tutti questi che hai citato nell'articolo, ci metta la faccia e dica tutto a reti unificate, facendo nomi e cognomi. Io credo che prima o poi qualcuno lo farà. Non so tra quanto, però prima o poi si.


miky70 - 26/07/2006 alle 17:04

Fino a che c'è Candido Cannavò? :no:


undertaker - 26/07/2006 alle 17:04

X don chisciotte, ma alla mattina l 'ematocrito non è più alto che alla sera? X aranciata bottecchia, una trasfusione come quelle del dott. fuentes alza l'ematocrito di 20 punti ? Possibile ?


miky70 - 26/07/2006 alle 17:14

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] :hammer: Ero talmente presa da "Embè" da tralasciare il resto!!! [/quote] hai anche tralasciato la risposta di "grilloparlante" che dimostra, piu' di tutti gli applausi, che Marco ha fatto centro. [/quote] Non avevo visto il post di Moserone perchè nel frattempo era cambiata la pagina e mi scuso. Ma chi si cela dietro grilloparlante?


criab - 26/07/2006 alle 17:18

[quote][i]Originariamente inviato da undertaker [/i] X don chisciotte, ma alla mattina l 'ematocrito non è più alto che alla sera? X aranciata bottecchia, una trasfusione come quelle del dott. fuentes alza l'ematocrito di 20 punti ? Possibile ? [/quote] L'alcol ti alza di bestia l'ematocrito, una volta all'AVIS mi hanno buttato via il sangue perché la sera prima avevo preso una sbronza mondiale e il sangue era diventato troppo denso. Comunque non credo sia una gran tecnica dopante in quanto ci sono effetti collaterali piuttosto fastidiosi (mal di testa, flatuleza, senso di spossatezza generale) :D :D :D :D


nino58 - 26/07/2006 alle 17:22

E tu vai a donare il sangue dopo una sbronza ? Bravo !!!


criab - 26/07/2006 alle 17:27

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] E tu vai a donare il sangue dopo una sbronza ? Bravo !!! [/quote] Vabbé dai...è capitato solo una volta, non farmi sentire in colpa. :(


nino58 - 26/07/2006 alle 17:28

Rilancio la domanda della pagina precedente. Provando (umilmente) a tirare le fila dell'avvelenata ( e dei successivi interventi )la domanda che mi si pone innanzi è : " Qual è il limite fisico medio di sopportabilità della fatica, nel ciclismo, con i suoi chilometraggi, dislivelli, calendari, per poter dire -sotto questo limite ci si può non dopare,sopra non ci si può non dopare?-" La domanda può anche sembrare ingenua( o stupida)però non si può più eluderla.


criab - 26/07/2006 alle 17:31

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Rilancio la domanda della pagina precedente. Provando (umilmente) a tirare le fila dell'avvelenata ( e dei successivi interventi )la domanda che mi si pone innanzi è : " Qual è il limite fisico medio di sopportabilità della fatica, nel ciclismo, con i suoi chilometraggi, dislivelli, calendari, per poter dire -sotto questo limite ci si può non dopare,sopra non ci si può non dopare?-" La domanda può anche sembrare ingenua( o stupida)però non si può più eluderla. [/quote] Io direi che a 25 km/h potresti farti tutta la stagione anche senza doping, a 40 no. Credo sia questa la differenza maggiore.


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 17:32

Monsieur 40%,, mi sembra chiaro dai miei post a chi mi riferisco con basta con le denunce alla Tafazzi ( quello che si martellava da solo gli oggetti sferici ecc. ). Né il calcio, né il ciclismo né altri sport hanno sconfitto il doping, solo che il ciclismo si è autoimmolato per salvare gli altri. Ovviamente ragioni di potere, niente altro. Intanto Carraro, sulla breccia dai tempi del finanziamento a Conconi, presto lo ritroveremo capo di qualche altra cosa, ancora una volta salvato dalle circostanze ( di potere), intanto il ciclismo, a furia di denunciare se stesso, sospendere senza prove, squalificare senza prove ( Pantani), mettere in croce capri espiatori, si ritrova dopato e fregato. Beh, la tattica della denuncia, del battersi il petto, del dare il nome di grido in pasto ai pescecani non funziona, si è capito o ancora no? Serve altro, serve farsi venire in mente qualcosa di diverso, o altrimenti, come dice Grilloparlante, accettare l’idea che si va a donnine, non ci sono madonne. Oppure, terza ipotesi, l’astinenza, chiudere con lo sport professionistico. Il calcio limita sempre il danno a se stesso, anche i controlli ematici diventeranno davvero obbligatori quando non ci saranno dubbi, incertezze, quando sarà certo che praticamente nessuno verrà beccato. Il ciclismo è dopato come il calcio ( e non ha schifezze come la Gea o il condizionamento degli arbitri) eppure il ciclismo è in ginocchio e il calcio fa milioni di telespettatori. Il risultato è lo stesso, sia nel calcio che nel ciclismo: doping a valanga. Quindi l’idea dell’autoimmolazione non funziona. A me non interessa nulla dell’ennesimo racconto su quanto ci si dopa nel ciclismo, io, che sono politicamente scorretta, do ragione a Moggi quando dice , commentando la rubrica di Cannavò “Fatemi capire”, ma che cavolo devi capire ancora, Cannavò? Fai il grande capo della gazzetta da anni e ancora devi capire? ( Non a caso la gazzetta dall’inizio ha detto come finiva Moggiopoli e ieri si è visto che, toh….., aveva ragione). Il fatto che a me non interessi non conterebbe nulla, se non fosse che è pure assolutamente inutile, già visto, già fatto e non funziona, anzi è funzionale al sistema. Segnalo l’intervista all’avvocato Cecconi a proposito dell’inchiesta spagnola (su tuttobiciweb), non rischiano assolutamente nulla nemmeno dalla magistratura italiana perché la legge sul doping, dove fosse provato che le sacche sono dei corridori a cui sono state collegate, non punisce l’INTENZIONE di doparsi, punisce solo l’uso effettivo. Di Rocco non deve, al momento, fare nulla. Come da accordi presi quando esclusero basso e gli altri, solo dopo il Tour, quindi in questi giorni, verranno inviate alla procura antidoping del coni tutte le carte , la procura potrebbe archiviare e tutto finirebbe là, oppure deferire gli atleti alle commissioni disciplinari della Federazione ciclistica. Intanto Basso e Ullrich non hanno corso il tour che potevano vincere. Di ulteriori racconti su quanto è dopato il ciclismo, francamente, ne ho piene le scatole prima ancora di sentirli. Per DarKmic666: sì al tuo amico fa venire il mal di pancia ad altri milioni , invece, migliora la prestazione e infatti si vende come il pane fra chi fa sport. Non sarà un caso, si vede che chi la prende ne trae giovamento ( anche se non è detto che vinca il Tour). Non è che basta strafarsi di assenzio per scrivere I fiori del male, bisogna pure essere Baudelaire.


nino58 - 26/07/2006 alle 17:36

E tra 25 e 40 ?


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 17:39

Aggiungo perché non mi fa modificare. i lettori di cicloweb, sanno benissimo come stanno le cose ( anche se magari escludono dal mucchio il loro preferito). Il racconto su quanto è dopato il ciclismo lo fa già Capodacqua da anni su Repubblica, non mi pare che l'effetto sia stato quello di rendere più pulito il ciclismo.


Monsieur 40% - 26/07/2006 alle 17:45

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Il racconto su quanto è dopato il ciclismo lo fa già Capodacqua da anni su Repubblica, non mi pare che l'effetto sia stato quello di rendere più pulito il ciclismo. [/quote] A me non sembra che Marco Grassi abbia fatto un racconto su quanto sia dopato il ciclismo: [i]Dunque, torniamo al punto: perché nell'Ambiente tutti sanno tutto, ma tutti fanno finta di niente? Stiamo ancora aspettando di trovare qualche esponente dell'Ambiente che - davvero - creda che il ciclismo è pulito. Non ce n'è uno. E allora perché il pubblico dev'essere tenuto fuori da questa grande giostra di confidenze e strizzatine d'occhio? Caro Pubblico, entra anche tu nell'Ambiente, non occorre altro che una minima disponibilità alla complicità. Tutto qui. E mica parliamo di complicità cattive, ma no, qui è tutto fatto molto alla carlona, io so che tu sai, ma so che ti fai i fatti tuoi, del resto chettefrega di sputtanare questo o quello? Niente, in effetti. Niente. [u]Ma qui, su queste righe, non vogliamo certo sputtanare il direttore sportivo che - in confidenza! tanto lo so che poi non ricorderete niente di quello che vi sto dicendo! - ci ha raccontato questo o quel fatterello, riguardante questo o quel corridore più o meno importante. Ormai questa è una battaglia inutile, di retroguardia. La vera battaglia da portare avanti è quella per la fine dell'ipocrisia. Sono tutti dopati? O meglio: senza doping non si vince? Ce lo diciamo in tutte le nostre brave cene? Ok, d'accordo, allora facciamo uno sforzo e diciamolo anche lì fuori: ragazzi, appassionati, senza doping qui non si vince. Ha ragione Lemond: non si arriva nemmeno nei 50 al Tour. Perché questa verità è così scottante da non poter essere confermata? Quando poi basta un bicchiere di quello buono per avallarla immediatamente?[/u] Qualcosa si smuove, comunque. Intanto, il pubblico non è così tonto, sa anche se finge di non sapere, si presta forse inconsapevolmente al gioco, ma sa. Resta da stabilire una cosa: lo prende in giro più il ciclista che vince dopandosi, o il giornalista che vuol fargli credere che il doping non ci sia?[/i]


pedalando - 26/07/2006 alle 17:50

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Aggiungo perché non mi fa modificare. i lettori di cicloweb, sanno benissimo come stanno le cose ( anche se magari escludono dal mucchio il loro preferito). Il racconto su quanto è dopato il ciclismo lo fa già Capodacqua da anni su Repubblica, non mi pare che l'effetto sia stato quello di rendere più pulito il ciclismo. [/quote] Io credo che la differenza (o meglio una delle) stia in quel "Embe'?".


cancel58 - 26/07/2006 alle 18:00

E' stato più volte citato il libro "Generazione Epo" ,di Renzo Bardelli , un libro scomodo ma che raccoglie un'importante documentazione in materia di doping. A pag.188 è citata parte di un'intervista che il 14 gennaio 1994 Osvaldo Ferrini(vice presidente della Federciclismo)), rilasciò al giornale "Il Tirreno" :"Tutti sanno e fanno finta di non sapere. A giro per l'Italia e in Europa ci sono 6-7 medici che gestiscono vere e proprie scuderie di atleti e società e di nazionalità diversa. Per tutta risposta, Bugno e Argentin dichiararono su Tuttociclismo che "il ciclismo vero è pulito e gridano il loro no a chi specula ". Siamo nel 94 , nel periodo in cui, come ha ricordato Moserone, Berzin non andava a pane ed acqua..... Le denunce, quindi , ci sono state ,anche nel passato, e non sono riuscite a scalfire un sistema tetragono. Nello sport, come nella società,quando i soggetti interessati al mantenimento di un determinato assetto, hanno stretto un "patto di sangue" per la conservazione di reciproche convenienze, ben difficilmente si riesce a scardinarlo. Però....però può sempre accadere qualcosa , ed ogni tanto (per fortuna!) succede. L'editoriale di Marco Grassi è apprezzabile proprio per questo:forse resterà una voce isolata , ma chissà ... Anche Scalfari, quando era direttore dell'Espresso, si beccò una querela per avere parlato del famoso piano SOLO:venne condannato, ma la verità (di cui moltissimi erano a conoscenza) venne a galla, sia pure dopo molti anni. Speriamo che in questo caso non si debba aspettare tanto


pedalando - 26/07/2006 alle 18:07

[quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] Speriamo che in questo caso non si debba aspettare tanto [/quote] beh speriamo anche che non si arrivi a nessuna condanna ;)


cancel58 - 26/07/2006 alle 18:14

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] Speriamo che in questo caso non si debba aspettare tanto [/quote] beh speriamo anche che non si arrivi a nessuna condanna ;) [/quote] Tranquillo, non querela nessuno:D


cancel58 - 26/07/2006 alle 18:50

L'editoriale di Grassi , tuttavia, mi fornisce lo spunto per un ulteriore approfondimento Non ci deve essere ipocrisia , si è detto. Bene. Considerato che Franco Ballerini ha recentemente collaborato con Cicloweb, perchè non approfittare dell'occasione per intervistarlo e chiedergli: "Caro Franco, con sentenza emessa dal Tribunale di Pistoia in data 23/4/04, sei stato assolto dai reati acritti perchè il fatto non sussiste.In occasione delle indagini , ti sei avvalso del diritto di non rispondere(come risulta dalla motivazione della sentenza).Ti sentiresti di rispondere,oggi, a qualche domanda?" Anche il dottor Costantini(cito da "generazione epo"), Pm del processo ,dichiarò in un pubblico dibattito: "Ho chiesto io la sua assoluzione non avendo potuto provare con certezza assoluta la colpevolezza, ma mi sarei aspettato, per una questione morale, che il presidente della federciclismo o lo stesso Ballerini spiegassero il perchè della ricetta ritrovata a nome Franco B. e il perchè delle sostanze dopanti trovate nella sua abitazione". Potrebbe spiegarlo su questa testata e fornire un utile contributo alla discussione.


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 19:16

Mario, se si dice ai giornalisti: coraggio, parlate. Di che devono parlare? Lo dice chiaramente: devono dire che il doping c'è e non si può battere. Sul non si può battere sono d'accordo. Sul doping che c'è cosa devono dire? in generale: c'è il doping. Oppure in particolare? Se Donati viene nominato santo un modello evidentemente c'è. Ecco a me quel modello non piace. Non mi interesano le intenzioni e la morale delle intenzioni, so che il suo dossier del 1994 ( reso noto due anni dopo dai giornali) alla fine non è costato quasi nulla a chi finanziava, promuoveva, studiava, somministrava,proteggeva e occultava e ha criminalizzato solo i ciclisti. E ovviamente non ha nemmeno scalfito la diffusione del doping. Di che si deve parlare ancora? E' stato detto tutto, dai racconti del cardiofrequenzimetro durante la notte perché il cuore può scoppiare , alla giornata del dopato, alle foto di manzano che fa finta di iniettarsi epo, al sottobosco di preparatori che fa i miliardi e dice che tanto quella farmacia non fa male. Poi c'è il racconto delle morti per doping ( purtroppo è da dimostrare che la morte sia causata unicamente dal doping, se non si dimostra questo i processi finiscono nel nulla e questo non si dimostra al momento), c'è la figlia di Signorini inseguita per farle dire che il padre era dopato ( ma l'unico medico intervistato in quel programma dice che non si sanno le cause della Sla e del perché colpisca i calciatori e non altri sportivi ugualmente dopati). Insomma che altro si deve dire? basta. Ancora i tifosi non hanno capito? Hanno bisogno di altri racconti, penso che ormai chi voleva capire ha capito no? Volete il corridore che dice che è pulito? C'è . Cunego ha detto che finalmente ha capito perché prendeva minuti con il pallottoliere al Giro. Così lo hanno capito Martinelli e Saronni. Anche Simoni ha capito tutto sul perchè ha perso il giro, così come rimase molto deluso nel sapere il 5 giugno 1999 che pantani era dopato ( un anno prima al Giro del portogallo lo stesso Simoni aveva avuto lo stesso incidente). Non credo verranno ostracizzati per questo come prevede Grassi per chi dice che è pulito. Ripeto, è tutto sotto gli occhi di tutti, chi crede ancora alle favole , bene per lui, campa meglio di chi non ci crede. Ma basta racconti, per carità.


Donchisciotte - 26/07/2006 alle 19:20

Aggiungo: io sono tifosa di Pantani e, secondo la metafora di grilloparlante, a me piacciono le donnine. Direbbe Guccini: la giustizia disse bandito ma un poeta avrebbe detto che era come l'ebreo errante, come il batavo maledetto.:IoI


Reggio Emilia - 26/07/2006 alle 19:32

grande stima per il coraggio di Marco. non aggiungo altro, se non che è un piacere leggere tutti gli interventi. C'è un pò di verità in ognuno, anche in quelli più "fastidiosi"


Joy - 26/07/2006 alle 20:07

Bell’articolo e interessanti pure i commenti che ho appena finito di leggere qua. Ho alcuni spunti da buttare giù in proposito: 1. RIGUARDO AGLI SPETTATORI/LETTORI/ PUBBLICO: vorrei sapere chi ancora si guarda qualsiasi sport pensando di stare a guardare una competizione senza doping. Penso che, chiunque, dotato di un minimo senso critico, abbia il sentore di questo fenomeno (e leggendo ora i vostri commenti ne ho una riprova). Ora: credo che il fenomeno di guardare una cosa, sebbene la si sappia falsata, sia normale. Lo spettatore guarda una cosa per trarne piacere e, soprattutto, per distrarsi da tutti i suoi piccoli drammi quotidiani. È come leggere un libro o guardare un film: non interessa se il fatto sia reale o no ma che faccia estraniare dalla propria quotidianità. Ergo; in questo senso, paragonerei il doping a quell’accordo tacito che esiste tra scrittore e lettore: lo scrittore scrive di fantasia ma non lo dice esplicitamente; il lettore legge sapendo di leggere un frutto dell’immaginazione. Per me, quindi, non si può anteporre il problema dello spettatore al resto. 2. VERO PROBLEMA DEL DOPING: se per lo spettatore lo sport in generale, e in particolare il ciclismo, è un mezzo di divertimento, per lo sportivo è lavoro. Con lavoro intendo quell’attività che permette di percepire un salario atto a mantenere se e la propria famiglia. Qua il problema sta nel modo con cui tale lavoro viene svolto; ora: ci stanno tanti modi per raggiungere un obiettivo lavorativo e questi metodi possono essere sia leciti che illeciti: la scelta tra questi dipende dall’individuo, dall’ambiente in cui esso opera, dal rischio che si vuole correre, da quella che è la storia dell’individuo e dal cosa si vuole ottenere (sussistenza, benessere, o altro?) dal proprio lavoro. Ora; da quando esiste lo sport esiste quel mezzo illecito che si chiama doping: pure nell’antica Grecia gli atleti, pur di primeggiare, utilizzavano infusi di radici, veleni e roba varia…ritengo, oltretutto, che questi siano, in generale, situazioni “normali” che si riscontrano in tutti i campi della società sotto diversi aspetti. Per non dilungarmi: è accertato che taluni prodotti dopanti, che vanno alla grande attualmente, provocano seri problemi fisici andando ad intaccare degli equilibri naturali del corpo. Il vero problema è, quindi, la salvaguardia di chi, lavorando in certe condizioni, rischia una menomazione permanente del proprio fisico (per citare l’articolo 5 del c.c.). Non possiamo, però, non prendere atto di queste piccole cose: che il direttore sportivo consigli il doping o se ne lavi le mani nel momento del bisogno (ciao Riis!!) è normale perché, in primis, il d.s. deve pensare a se stesso e al proprio guadagno; che il medico consigli prodotti dopanti è normale (perché i soldini del corridore e soldini e i viaggi pagati dalle case farmaceutiche fanno sempre comodo, vero?); che i giornalisti stiano zitti è normale (il posticino di lavoro fa comodo a tutti, tanti lo vogliono, tanti e pure qualificati e magari più lecca…. verso il capo e il sistema; ergo è meglio tenerselo stretto, no??? Sennò con che si campa: di aria, di pensieri, di idee???). Il mondo, purtroppo, è questo e, almeno per me non è una novità…d’altra parte, per immedesimarmi nel modo di pensare di tanti atleti, per questo mondo, è pure normale desiderare 4 ville come Capello, i soldi di Schumacher, le donnine (di facili costumi) che circolano tra calciatori, l’essere famosi, rinomati, riconosciuti…e tutto ciò vale più della vita; perché se non hai non sei e se non sei che vivi a fare??? E tutto ciò incita a ricercare la prestazione, il record, il risultato (e se ci pensate bene, ripetto al concetto originale di sport come ludus, sono le cose più anti-sportive esistenti) per avere di più…ma se per primeggiare (e quindi raggiungere la fama) in questo periodo bisogna doparsi, e se il fine giustifica il mezzo, ecco a voi un motivo valido per ricorrere al doping…e poi dai: un conto è che uno ti dica che il doping fa male oppure vedere morire, un altro, per doping e un conto è pensare che ciò potrebbe succedere pure a te…sennò il fumatore smetterebbe di fumare, il drogato smetterebbe di drogarsi, il guidatore smetterebbe di fare i 200 brillo; e poi perché?!? (a volte mi chiedo a che serve quell’ammasso che sta in mezzo alle orecchie) 3. COSA FARE? È questa la domanda che mi sorge spontanea dopo quello che ho scritto e dopo aver letto tutti i vostri commenti. Siamo come il gatto che si mangia la coda…alla fine giriamo sempre sul discorso che A si dopa, B si dopa, TUTTI si dopano, il sistema è marcio…e allora??? Penso che ormai, come dicevo prima, lo sappiamo tutti. Vi ringrazio per avermi fatto leggere, una volta in più, una cosa che io in prima persona ho sempre pensato ma…a che serve??? Nel senso: belle parole…appunto…parole… se veramente vogliamo aiutare questi ragazzi dovremmo fare qualcosa di più suppongo. Che ne so!!! Scioperiamo: se il sistema si basa sul guadagno fatto a discapito di noi spettatori quando non ci saranno più spettatori, e quindi i guadagni caleranno, forse (e sottolineo forse) qualcuno si darà una regolata. Sennò si può accettare l’evidenza come abbiamo sempre fatto. Alla fine ci divertiamo?!? E poi, alla fine, questi ragazzi si meritano realmente il nostro aiuto? Guardate, è brutto a dirsi e io, in prima persona, non condivido ma: sono maggiorenni, hanno capacità d’intendere e volere (anche se qua qualche dubbio…ma allora quante persone dovremmo interdire?!?) , sanno a cosa vanno incontro (è che non lo vogliono sentire); quindi se loro hanno operato una scelta riguardante la loro persona (e non la mia) io alla fine, più di dire che non condivido e non la farei sulla mia persona, che devo fare?!? E ho pure capito che la colpa del doping non la si può dare al solo sistema perché se il sistema non mi piace e una cosa non la voglio fare IO, che sono solo una ventenne assolutamente normale, non la faccio…una cosa la faccio solo quando la voglio fare. Poi…dai: i corridori riescono a farsi togliere due salite al Giro d’Italia, riescono a bloccare un campionato spagnolo e non riescono, se non sono d’accordo, a far smettere tutto ciò?!? E noi che ci perdiamo tempo ad incavolarci… :OIO


cicquetto - 26/07/2006 alle 20:13

gran bell'articolo, purtroppo per leggere pagine di questo spessore bisogna navigare, sulla carta stampata non se ne trovano.


claudiodance - 26/07/2006 alle 22:36

Alè. Il bravo Marco Grassi dimostra di avere ancora le sinapsi al suo posto e ben avvitate. Dopo l’esibizione calcistica di Sala Baganza avevamo temuto per il peggio, ma evidentemente la tenuta dei pensieri rimane salda, quella delle gambe è spacciata per sempre. La pugnalata di Admin mi piace. Rimangono cose in sospeso, ma c’è del buono e io sono contento. Mi piace il taglio di provocazione. Sbatte il problema sul piatto ed è un problema grosso. É il problema della questione doping sul piano della comunicazione giornalistica. Lo iato fra il risaputo e il non detto. Il tentativo è nobile e forse anche intelligente perchè non si avventura in possibili soluzioni, ma cerca il dialogo, le testimonianze. Potrebbe essere tranquillamente” serpentinato” dagli addetti ai lavori richiamati da Marco. In fondo Cicloweb è una realtà piccola, di nicchia. La rete stessa è di nicchia e tuttora ammantata da un velo di non ufficialità. Facile pensare che molti non risponderanno all’appello. Ne basterebbe uno, due. Lo dico da almeno un anno. Su queste pagine. Ci servono dei rei confessi. Ci servono degli uomini con le palle al titanio. É durissima e forse non li troveremo mai. Marco dice delle verità sussurrate da tutti. Senza doping non si vince. L’aumento prestazionale del 15% indicato da Davide Aranciata lascia poche speranze in merito. La farsa è grande e il gruppo si comporta ancora come una corporazione medioevale. Mi piace anche l’approccio di Marco che si concentra sul ciclismo. Basta richiamare la correità degli altri sport! Basta rivendicare le ferree regole che “solo il ciclismo si è saputo dare!” Questa frase la dicevano BulbaRally e Cassani dieci giorni fa durante il tour, non cadiamo nell’ovvietà, non invischiamoci più in battaglie che non hanno prodotto nulla. La cosa è risaputa, richiamare sempre il complottone non serve a nulla. Il buon padre che scopre il figlio a rubare non pensa “lo fanno anche tanti altri!” pensa a come risolvere il problema del figlio....... Marco Grassi lancia la sua disfida e cerca dei campioni che stiano ritti in arcione. Cerca degli eroi, niente di meno. La posta è alta, è la Verità, ristabilita la quale, ci si può interrogare sui modi e sulle soluzioni da adottare. Onore a Marco Grassi dunque, che avendo molto da perdere e forse nulla da guadagnare decide di dare fiato all’Uomo che si cela dietro un aspetto che più trasandato non si può. Sei un ometto come si deve Marco e dire che ti rispetto molto, stavolta, non è la mia solita battuta sul gergo giovanilistico. Bada, non sono facile di complimenti, incassa e porta a casa. Tempo fa auspicavo che Cicloweb diventasse la piattaforma di iniziative volte alla rinascenza del nostro sport. A partire dalla ricchezza dei contributi leggibili sul forum naturalmente. Auspicavo stanze tematiche, tavole rotonde, proposte, collegamenti con l’esterno e coinvolgimenti di protagonisti. Auspicavo iniziative tese a premiare le migliori “comunicazioni pubbliche” degli atleti in tema di doping. Forse era troppo presto. Adesso Marco Grassi tira fuori il Kriss e chiama Yanez e i tigrotti di Mompracem all’adunata. La perla di Labuan soffre troppo, è ora di dare battaglia. Io mi sto mettendo il turbante in testa e spero di vedere molti di voi sul barchino del primo assalto. Jan ha dato qualche colpo. Ha ribadito la necessità di lotta dura senza paura. Ha ribadito l’idea del Libretto sanitario mensile, ha presagito la venuta di pene severissime e io lo approvo in toto. Aranciata ci parla di educazione, di scuola, di “antidoping che deve cercare quello che ci deve essere” , io, modestamente dico che le pene vanno estese alle società sportive, che la spettacolarizzazione forzata e artefatta del ciclismo è amica del dopage, che il superallenamento coatto è una forma sostanziale di doping, ma soprattutto che la battaglia è necessaria. Lo sport agonistico deve essere idealizzazione della realtà, non specchio triste e deprimente del baratro del mondo. Accettare la sconfitta dello sport come fattore educativo e di crescita sarà una delle ultime sconfitte dell’umanità. La favola deve educare e deve essere di esempio, se non lo potrà essere mai più accetteremo anche questa porcheria, ma sapremo a cosa non educare più i nostri figli. Un caro abbraccio a Marco e a tutti voi. Ciao belli Claudio


leo - 26/07/2006 alle 22:45

Bello...un pò in ritardo però... Fosse stato scritto prima dell'indagine spagnola mi sarebbe piaciuto molto di piu...ma forse prima non avevi frequentato troppe cene! :)


nik69 - 27/07/2006 alle 00:09

Ma è più ipocrita colui che tace, o colui che parla?…Chi tace, lo fa per interesse, certamente…, c’è il business, la linea editoriale, chi più ne ha…e sopratutto c’è da salvaguardare il posto (“tengo famiglia”)… ma saranno poi tutti uguali? Tutti codardi o ipocriti o entrambi? O non ci sarà chi tace perché ha pure una coscienza (stramaledetta deontologia)…si ne ha sentite di tutti i colori in carriera, …e si sa che le voci son vere…ma …porca miseria non ha le prove… Che si fa?, Via di scoop o…azz. e se va male e magri ci scappa pure il morto…. allora forse meglio un sospetto libero ad uno “inchiodato” sulle prime pagine, forse è accettabile passare pure come stupidi. E chi parla… Ci sarà chi si è stancato e vuole cambiare le cose, ma… anche chi è stato beccato ed ora rode dall’invidia e vuole portare tutti con se…chi reclama la sacrosanta e strameritata notorietà per tutti i sacrifici che ha dovuto sostenere…chi tenta semplicemente di salvarsi la faccia o il culo, per poi tornare come o peggio di prima (dovremmo pure conoscerla, la storia di alcuni pentiti). E noi…giusto, gli ipocriti son sempre gli altri, noi ci limitiamo a sostenere che i ciclisti devono essere puliti (ingenui noi? giammai…), correre tutto l’anno come pazzi, soprattutto vincere (considerare la prestazione opaca o la cotta come funzionale no) e possibilmente compiendo “l’impresa” , armati di ricordi dei tempi che furono, confronti impossibili, medie, vam e palmares. Si ma Mercks…Mercks era una bestia! Nulla contro la memoria, anzi. Ma da allora il ciclismo è andato sulla luna, non solo grazie al doping…c’era pure chi si allenava dopo lavoro, mangiando poco e male. I distacchi epocali, ormai una leggenda. Agli albori, il record sui 100 metri sarà pure stato di 20 secondi, ora siamo a 9 e rotti, i margini si sono affievoliti…fra un po’ non si potrà più migliorare (doping o non), se non nella precisione delle misure. E allora, come distinguerli questi ipocriti? In questo do ragione a Grassi…non posso far altro che ampliare la mia “conoscenza” e diffidare di coloro che davanti alle telecamere si mostrano paladini indefessi e dietro le quinte si scambiano sorrisi e ammiccamenti, che la sera siedono candidi a discutere amorevolmente con coloro che ritengono come “propri figli” e qualche ora dopo, senza remora alcuna, gridano Pentiti! Ma dove vivevi…? Ah è vero, la notte porta consiglio… A proposito, bello l’editoriale di Cannavò di oggi (ma non era in pensione?)…la giustizia giusta, il trionfo del buon senso…ma il Pentitevi! No, eh? Se lo dice lui… Leggevo ancora oggi, sul giornale locale, di un assembramento di tifosi sotto l’albergo della Juventus in ritiro a Pinzolo che gridavano ladri! (contro chi? Contro la società o contro la sentenza di appello? Mi rodo nel dubbio…) Massi… allora chiediamocelo, chi parla o chi tace… che interessi ha?


mestatore - 27/07/2006 alle 01:00

caro, grandissimo admin, tutto vero . i primi 50 secono lemond, anche di più secondo me. l' ho scritto. lo sapevo, non volevo ammetterlo anche sul forum. con gli amici della bici, lo dicevo, lo sanno tutti. lo fanno anche alcuni che escono con me, alcuni di quelli che vincono più spesso. il ciclismo continua a piacermi, tra un po' si va in ferie e si va fuori in bici tutti i giorni. anche con qualcuo di quelli che si aiutano. sono amici. marco grassi ha ragione, è un grande. tra un po' ricomincio a sperare che mi dicano che basso è innocente. in realtà è impossibile, come per tutti gli altri primi 50. boooooh ha ragione anche grillo parlante. tra un po' , mi passa di nuovo la passione per le corse dei pro. come quelli traditi dalla moglie etc etc , che poi finiscono a puttane perchè perdono la passione. ma molti di quelli lì, poi trovano una che gli piace magari una puttana più furba e si innamorano di nuovo. lasciano la moglie per risposarsi. maaaaahh ciao mesty ps : è un po' di giorni che scrivo meno sul forum, sempre meno. magari mi sta già capitando. poi torno, ci casco di nuovo


aranciata_bottecchia - 27/07/2006 alle 10:42

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] caro, grandissimo admin, tutto vero . i primi 50 secono lemond, anche di più secondo me. [/quote] Mmmm, 50 su 200 vuol dire il 25% dei corridori. Suvvia Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita, ma 25% è troppo ottimista anche per me. Ciao

 

[Modificato il 27/07/2006 alle 10:58 by aranciata_bottecchia]


aranciata_bottecchia - 27/07/2006 alle 10:57

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Potrebbe essere tranquillamente” serpentinato” dagli addetti ai lavori richiamati da Marco. In fondo Cicloweb è una realtà piccola, di nicchia. La rete stessa è di nicchia e tuttora ammantata da un velo di non ufficialità. Facile pensare che molti non risponderanno all’appello. Ne basterebbe uno, due. [/quote] Beh, l'ottimo Panchetti ha già detto la sua, siamo a uno, aspettiamo il due. [quote] io, modestamente dico che le pene vanno estese alle società sportive [/quote] Un po' di tempo fa Mario aveva espresso l'esigenza che ogni squadra dovesse fare riferimento ad un centro medico-sportivo, con monitoraggi continui, non per facoltà soggettiva ma per vincolo regolamentare, creando di fatto la permessa affinchè ciascuna squadra si rendesse responsabile (anche solo oggettivamente) di quanto accade ai propri atleti. É squallido il teatrino delle squadre che licenziano il corridore trovato non idoneo ai controlli ufficiali prima di una corsa, la prevenzione non è più tale quando si viene pescati con le dita sporche di marmellata. In ogni caso, perchè l'antidoping sia minimamente efficace è necessario che sia un organismo indipendente, e per essere tale è necessario che sia condotto da più enti (ma ricordiamo la sceneggiata di Bettini ad Atene, il quale si rifiutava di essere sottoposto ai controlli dell'Uci essendo già sottoposto ai controlli del Cio?), in modo che la corruzione di un ente sia meno determinante. Serve poi uno studio medico scientifico sulle prestazioni accettabili, particolarmente ora che si avvicina l'era del doping genetico. Come comportarsi al cospetto di un atleta che pedalerà in solitudine a 60km/h, quando questi supererà senza difficoltà qualsiasi controllo a sorpresa, avendo magari cominciato il ciclismo a 20 anni, provenendo forse dal triathlon, senza alcun tracciato sul "suivi medical" delle categorie giovanili? Un saluto al mitico Dancelli.

 

[Modificato il 27/07/2006 alle 11:00 by aranciata_bottecchia]


miky70 - 27/07/2006 alle 11:10

Cosa c'è di sbagliato nel pretendere solo i controlli del CIO durante le Olimpiadi? Le olimpiadi sono una manifestazione quadriennale con una struttura interna ben regolamentata, in un contesto mondiale, l'UCI non dovrebbe avere potere, perchè l'organismo olimpionico credo gestisca i controlli sugli atleti con il medesimo risultato, né meglio né peggio. Trovo giustissima l'idea di janjanssen di creare un libretto sanitario e costringere l'atleta a controlli periodici presso centri strutturati adeguati, non presso il proprio centro medico di riferimento. Comunque fin tanto che questa idea non arriva a chi di dovere, ritengo corretto e salutare spingere gli atleti ad un check up completo, presso l'ospedale di residenza. Spesso i medici sportivi della ASL sono piegati alle logiche di mercato e non informano adeguatamente l'atleta.


panta2 - 27/07/2006 alle 11:11

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Potrebbe essere tranquillamente” serpentinato” dagli addetti ai lavori richiamati da Marco. In fondo Cicloweb è una realtà piccola, di nicchia. La rete stessa è di nicchia e tuttora ammantata da un velo di non ufficialità. Facile pensare che molti non risponderanno all’appello. Ne basterebbe uno, due. [/quote] Beh, l'ottimo Panchetti ha già detto la sua, siamo a uno, aspettiamo il due. [quote] io, modestamente dico che le pene vanno estese alle società sportive [/quote] Un po' di tempo fa Mario aveva espresso l'esigenza che ogni squadra dovesse fare riferimento ad un centro medico-sportivo, con monitoraggi continui, non per facoltà soggettiva ma per vincolo regolamentare, creando di fatto la permessa affinchè ciascuna squadra si rendesse responsabile (anche solo oggettivamente) di quanto accade ai propri atleti. É squallido il teatrino delle squadre che licenziano il corridore trovato non idoneo ai controlli ufficiali prima di una corsa, la prevenzione non è più tale quando si viene pescati con le dita sporche di marmellata. In ogni caso, perchè l'antidoping sia minimamente efficace è necessario che sia un organismo indipendente, e per essere tale è necessario che sia condotto da più enti (ma ricordiamo la sceneggiata di Bettini ad Atene, il quale si rifiutava di essere sottoposto ai controlli dell'Uci essendo già sottoposto ai controlli del Cio?), in modo che la corruzione di un ente sia meno determinante. Serve poi uno studio medico scientifico sulle prestazioni accettabili, particolarmente ora che si avvicina l'era del doping genetico. Come comportarsi al cospetto di un atleta che pedalerà in solitudine a 60km/h, quando questi supererà senza difficoltà qualsiasi controllo a sorpresa, avendo magari cominciato il ciclismo a 20 anni, provenendo forse dal triathlon, senza alcun tracciato sul "suivi medical" delle categorie giovanili? Un saluto al mitico Dancelli. [/quote] :yes:...


miky70 - 27/07/2006 alle 11:29

Credo che sia assolutamente necessario a questo punto che l'UCI, massimo organismo del ciclismo, pretenda dalla WADA che tanto la critica, che i medesimi controlli fatti sui ciclisti vengano effettuti sull'intero mondo professionistico sportivo. Forse non saranno sufficienti i controlli antidoping, ma è anche vero che se si levano tante voci di protesta dal mondo del calcio quando si chiede l'analisi comparativa di sangue e urine, una ragione ci sarà. L'ematocrito a 50 è un valore che può essere riconosciuto importante anche per altre discipline sportive? E allora introduciamolo anche in altri ambiti. Se si vuole combattere veramente una battaglia seria, oltre che per la salute dell'atleta in previsione futura, anche per la serietà dei risultati sportivi, è necessario che il CONI controlli periodicamente fuori dalle manifestazioni sportive, i propri atleti (calciatori, sciatori, ciclisti, pallavolisti, nuotatori ecc. ecc.). Nello stesso momento però va fatta una battaglia radicale a tutti i medici che a scopo di massimo lucro, si infiltrano nello sport senza la minima etica professionale. Questi medici vanno radiati totalmente, non deve essere permesso loro neppure un prelievo di sangue o la vendita di aspirina al supermercato. Lo stesso vale per allenatori, massaggiatori, preparatori e manager. Allora accettiamo che il doping nel ciclismo c'è, c'è sempre stato e sempre ci sarà, ma utiliziamo questo autoconvincimento non in modo passivo, ma bensì in modo attivo, creando un'onda critica che parta da cicloweb verso altri lidi, soprattutto rivolgendosi all'intelletto dei giornalisti (quelli veri) che amano ancora commentare le gesta memorabili dei ciclisti, perchè riportino le nostre riflessioni ed i nostri progetti fino a che qualcuno non li recepisce e li trasforma in idee fattibili e sostenibili.


aranciata_bottecchia - 27/07/2006 alle 11:32

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Cosa c'è di sbagliato nel pretendere solo i controlli del CIO durante le Olimpiadi? [/quote] Penso che Tyler Hamilton sia d'accordo con te, io no. [quote] Trovo giustissima l'idea di janjanssen di creare un libretto sanitario e costringere l'atleta a controlli periodici presso centri strutturati adeguati, non presso il proprio centro medico di riferimento. [/quote] L'una non esclude l'altra, ma demandare alla federazione la sola forma di controllo (cioè quanto accade tuttora), non costituisce una premessa affinchè le squadre possano essere considerate direttamente responsabili, a mio giudizio. Ciao


mestatore - 27/07/2006 alle 11:46

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] caro, grandissimo admin, tutto vero . i primi 50 secono lemond, anche di più secondo me. [/quote] Mmmm, 50 su 200 vuol dire il 25% dei corridori. Suvvia Gianni, l'ottimismo è il profumo della vita, ma 25% è troppo ottimista anche per me. Ciao [/quote] caro davide, ho scritto 50 per citare lemond e grassi, ma sono d' accordo con te che 50 sia un numero insufficiente. personalmente credo (opinione) che il doping riguardi pressochè tutti i pro, con poche mosche bianche veramente pulite. sicuramente credo, sia pure con probabili gradi di coinvolgimento diversi, che nessun atleta di vertice, sia per i gt, ma anche per le corse pro tour di un giorno, sia esente dall' uso di sostanze proibite. non si può andare alla guerra con un fucile a tappi, quando gli altri dai lanciafiamme ai mitra hanno di tutto. poi ci sarà chi usa il bazooka e chi la pistola. aggiungo per chiarezza che non è che sono interessati al fenomeno solo quelli che vincono, ma anche quelli che corrono nelle retrovie, come dimostrano gli agghiaccianti diari di david tani. il talento,le attitudini psicofisiche, la cilindrata originale , qualcosa contano. gli ex pro ( e gli ex dilettanti) arrivati nel mondo delle gf recano con sè abitudini ben precise e , rumsas escluso, sono tutti ex mezze calzette. però prendono di ogni, ben sapendo quello che prendono. alcuni hanno una conoscenza specifica farmacologica superiore a quella di molti medici. lo posso tranquillamente affermare dopo aver diviso alberghi, cene , bevute, con alcuni di questi, peraltro già indagati dalla magistratura. anche ad un amatore appassionato capita di vivere quello che ha riferito admin. non farò nomi precisi, non perchè tema querele , ma perchè la soluzione non è la gogna. oltretutto , alcuni di questi sono persone interessanti e simpatiche, con cui tornerò volentieri a cena. il post di forzainter che cita la triste lista di morti tra i pro del benelux prima dei 50 anni è il punto focale. il punto focale sono i problemi di salute di molti ex pro degli anni 80 e 90. ciao mesty ps : non intendo intervenire circa il degrado dela civiltà occidentale e dei suoi valori, ben rappresentati dalla richiesta di prestazioni sovrumane agli atleti e la conseguente spinta verso il doping, che è il vero punto focale della questione. il doping si può contenere , limitare, non fermare o annullare.


rizz23 - 27/07/2006 alle 11:49

Marco, appena letto tutto. Mi limito a farti i miei complimenti: non entro nel merito dei contenuti, perchè purtroppo sono poco informato e, visto che la mia passione per il ciclismo è recente, non ho memoria storica alcuna, neppure recente. Quello che apprezzo di più, da aspirante giornalista, è l'invito, forte e rivolto a tutti, a non nascondersi dietro a un dito: la Strada potrebbe essere davvero questa, perchè di certo per curarsi approfonditamente il ciclismo deve ammettere di essere profondamente malato! Ancora complimenti, orgoglioso di leggere Cicloweb!


aranciata_bottecchia - 27/07/2006 alle 12:01

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] sicuramente credo, sia pure con probabili gradi di coinvolgimento diversi, che nessun atleta di vertice, sia per i gt, ma anche per le corse pro tour di un giorno, sia esente dall' uso di sostanze proibite. [/quote] Abbiamo capito che l'allenamento, come viene inteso oggi, è una pratica che conduce al doping, dunque sono d'accordo con te. Persino le bici da crono sono una forma di doping (migliorano le prestazioni, nuociono alla salute più delle biciclette classiche, costringono gli avversari ad adeguarvisi). D'accordissimo. [quote] non si può andare alla guerra con un fucile a tappi, quando gli altri dai lanciafiamme ai mitra hanno di tutto. [/quote] Sì, il meccanismo che porta al doping è questo, ma attenzione a non dare spago alla teoria leghista delle "armi pari", il doping diffuso è la più alta espressione di scostamento dalla realtà, altro che armi pari. [quote] il talento,le attitudini psicofisiche, la cilindrata originale , qualcosa contano. [/quote] La cilindrata originale secondo me conta pochissimo. Contano molto la capacità dell'organismo di reagire agli stimoli ormonali esterni. Conta moltissimo la "psiche" (un atleta dall'animo feroce e determinato può ottenere poco se dotato di un fisico poco reattivo e potente, viceversa...). Reazione dell'organismo e psiche sono i due aspetti determinanti, la cilindrata d'origine, secondo me, no. Del resto molti talenti vengono accusati di essersi persi per strada, qualche volta è vero, in altre occasioni no, i motivi sono altri. Sempre secondo me, ovviamente. Ciao


Monsieur 40% - 27/07/2006 alle 12:10

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Mario, se si dice ai giornalisti: coraggio, parlate. Di che devono parlare? Lo dice chiaramente: devono dire che il doping c'è e non si può battere. Sul non si può battere sono d'accordo. ... Ma basta racconti, per carità. [/quote] Ciao Maria Rita, credo che proprio da Don Chisciotte (Grassi, in questo caso) a Donchisciotte (il tuo nickname) il percorso debba essere anche più corto che altrove, per arrivare. Difatti a me sembra ben chiaro come l'articolo (vogliamo chiamarla denuncia?) di Grassi non sia un racconto sul doping, né una favola di autoconvincimento. Attenzione, perché se si crede questo si immagina assolutamente retrogrado Cicloweb.it. Non è che ci siamo accorti con questo articolo che esiste il doping nel ciclismo. Non è che ci siamo allineati ai vari "indicatori" di professione. Semplicemente, questo è un articolo di "ipocrisia sul doping", di una sorta di "doping psicologico" degli addetti ai lavori, dell'effetto placebo dei partecipanti ad un dato ambiente. E quindi il nostro "basta" è rivolto a tutti coloro che credono di essere nel giusto scrivendo un codice etico (unico caso nello sport, ricordo) che poi sapranno che verrà disatteso. Lo sapevano già. È stato ipocrita farlo. Quindi il primo "basta": eliminiamo il Codice Etico. E quindi il nostro "basta" va agli organizzatori che non invitano (Pantani su tutti, ma anche Di Luca) ciclisti indagati e non acclarati colpevoli, tra l'altro con la novità di nascondersi dietro le società, dal 2005 fino ad ora. Sanno già che anche tra i non-indagati ci sono dei colpevoli. È ipocrita escluderli. Quindi il secondo "basta": non diamo arbitrarietà agli organizzatori. E quindi il nostro "basta" va ai giornalisti che criminalizzano gli atleti (Pantani prima, Basso e Ullrich poi, magari ora Landis, visto che pare...) dopo averne decantato le gesta, fermandosi al risultato di un controllo anti-doping e non verificando - mai - quali siano i concreti legami tra medico, farmacista, squadra, pool di esperti, sondaggisti, ds, tm, pm, p.s., ffss e chi più sigle ha più ne metta. Sanno già - visti i numerosi incontri e viste le "cene" - che è una questione di fortuna. Che è una questione di retate. Colpiscono la Francia? Trema qualcuno. Colpiscono la Spagna? Ne tremano altri. È ipocrita criminalizzarli. Quindi il terzo "basta": i modelli di vita troviamoli in un libro di filosofia, non nello sport. E i criminali sono altri, non chi si dopa. È questa la presa di coscienza che invoca Marco Grassi: non si tratta di un racconto sul doping, non si tratta di rendersi conto che il doping c'è e che va combattuto o lasciato proliferare. [i]«Questa[/i] - dice sempre Grassi - [i] è una battaglia inutile, di retroguardia»[/i]. C'è anche della provocazione in questa frase, per carità, ma la questione è centrare bene l'obiettivo prima di sparare. Sappiamo che la presa di coscienza sul doping non attacca. Lo sappiamo. Ne abbiamo avuto - e ne abbiamo - 100 e 1000 esempi. E allora la presa di coscienza la chiediamo e la invochiamo sull'ipocrisia legata al doping nello sport. Basta ipocrisia. Basta. Solo in quel momento, coi team-manger che non avranno libero arbitrio sulle partecipazioni/esclusioni ad una determinata corsa (e spartirsi così, magari, i soldi di premi degli organizzatori compiacenti); con gli organizzatori che - magari - si troveranno in difficoltà perché oltre le 20 squadre ProTour e 4-5 Professional le altre (le piccole Professional e tutte le Continental), con questo andazzo, chiuderanno e non avranno corridori alle loro gare, soprattutto quelle minori; con i giornalisti che avranno la minima facoltà di innalzare/inabissare il campione/mostro; allora sì che si potrà iniziare a muovere qualcosa. Ma solo allora. Perché provare a smuovere qualcosa adesso, qualcosa di pratico, sarebbe non solo utopico. Sarebbe ipocrita.

 

[Modificato il 27/07/2006 alle 12:14 by Monsieur 40%]


nino58 - 27/07/2006 alle 14:28

Bravo Mario.


superalvi - 27/07/2006 alle 14:42

splendido letta ora la pugnalata: così si fa basta illusioni.. basta ipocrisia curiosità:su cannavò anche moggi(che di ipocrisie ed omertà se ne intende)ha detto la sua.. :clap::clap::clap::clap: bene "noi" di cicloweb siamo i primi aspettiamo rinforzi.


aranciata_bottecchia - 27/07/2006 alle 20:48

Landis potrebbe rivestire un ruolo importante.


stress - 27/07/2006 alle 21:30

E io che m'ero preparato un mega post sulla mia sopravvivenza ai Francesi e alla loro puzzasottoilnaso e alle loro facce o risposte "Tantoèinutilecheparlìperchèabbiamosempreecomunqueragionenoi" e guarda un pò che cacchio ti va a succedere!!!!!! E', che botta è!!!!!!!!!! Vedrete che quelle belle facce di tolla riusciranno a dire che sono bravi e che ecc. ecc. Hanno perso spettatori, pubblicità e atleti ma la faccia, quella vedrete non cambierà, strafottenti e saccenti ora e per sempre. Tutto questo, sia ben chiaro, è dedicato ai nostri cugini transalpini e il calcio non c'entra nulla. Caro Marco il criss tanto caro ai Malesi e a Salgari è una bella arma ma per sfondare questi muraglioni di ipocrisia e questi galeoni di falsità ci vogliono le cannonate, e forse non bastano neanche quelle. Io resto il garantista di sempre. Spero si riesca a far rinascere un movimento ciclistico "FORTE E SANO" (sia moralmente che fisicamente). Spero si riesca a gararntire a tutti una giustizia sportiva "GIUSTA ed EFFICACE". Spero si riesca ad avere "Regole certe e condivise". Spero si riesca ad avere, quando necessario, "Sanzioni severe (molto severe) e certe". Io spero ma sicuramente non mi dispero........ ciao belli Mauro

 

[Modificato il 27/07/2006 alle 21:35 by stress]


miky70 - 27/07/2006 alle 21:36

Era ora Stress!!!! Eravamo rimasti in pochi a tenere alto il nome di Ivan. Ogni tanto qualcuno sparisce o cambia foto al nick. Io ho rimesso la mia firma avete notato? In difesa degli idoli, castigati, spu...., offesi e cacciati. E nella speranza di vedere il sorpasso del Giro sul Tour. Mi raccomando, quando io partirò per le ferie, pensateci voi a difendere Basso. Ok?


Knightlake98 - 27/07/2006 alle 22:34

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Era ora Stress!!!! Eravamo rimasti in pochi a tenere alto il nome di Ivan. Ogni tanto qualcuno sparisce o cambia foto al nick. Io ho rimesso la mia firma avete notato? In difesa degli idoli, castigati, spu...., offesi e cacciati. E nella speranza di vedere il sorpasso del Giro sul Tour. Mi raccomando, quando io partirò per le ferie, pensateci voi a difendere Basso. Ok? [/quote] Scusa Micky70, ma mi sento chiamato in causa...:D Se ti riferisci alla foto di Ivan "uomo della mela" che ho tolto al mio nick, non c'entra nulla con la faccenda doping. Anche perchè, a quanto pare, Ivan s'era fatto la nomina (volava al Giro ... i rapporti con Fuentes , l'esclusione al tour...) ma gli altri fanno i fatti! Giusto Floyd ?? :nonono: Volevo semplicemente unificare le mie firme in 3 forum differenti dei quali faccio parte. Tutto qua. SE vuoi verificare: :) [u]http://forums.cjb.net/richardbenson.html (Come OTTAVA*NOTA)[/u] [u]http://freeforumzone.leonardo.it/viewforum.aspx?f=7583 (Come AgoGol)[/u] [u]http://www.cicloweb.it/forum/ (Come Knightlake98)[/u]


Knightlake98 - 27/07/2006 alle 22:39

x STRESS: Bella la tua firma, vedo che ancora porti avanti la nostra gloriosissima battaglia del 2005 su CANI & COJOTI al potere!!! ...a pensarci bene però di..."cani" e "cojoti" al potere ne abbiam avuti molti in Italia....:D


miky70 - 28/07/2006 alle 00:10

No Knight non mi riferivo a te, avevo dimenticato Ivan e la mela. Io l'avevo tolta e molti sanno il perchè, non ci ritorno sopra, l'ho rimessa adesso perchè ho una ragione in più. Volevo chiedervi se avete ascoltato il servizio su canale 5 di De Zan. Ha concluso dicendo "l'ipocrisia del ciclismo"!!! Solo una coincidenza??


miky70 - 28/07/2006 alle 00:28

27/07/2006 Donati: ciclismo in crisi, ma gli altri sport non sono puliti 'Se confermata quella di Floyd Landis e' una positivita' di quelle pesanti''. Sandro Donati commenta cosi', a caldo, la notizia, diffusa dalla Phonak, della positivita' al testosterone dello statunitense Landis, vincitore del Tour de France. Ma l'ex dirigente del Coni, attualmente responsabile dello Sport per l'Associazione Libera di Don Ciotti, avverte circa i rischi di questo ennesimo scandalo che ha travolto il ciclismo e, in particolare, la Grande Boucle: ''E' un ciclismo che non ha credibilita', e questo crea dispiacere per quei ragazzi che faticano in bicicletta'', spiega Donati all'agenzia ADNKRONOS, ''ma non utilizziamolo come paravento. Se ci fosse un Giro d'Italia di altri sport, con venti giorni da passare sotto i riflettori, emergerebbero le stesse cose''. Secondo Donati la positivita' di Landis allo steroide testosterone al termine della tappa alpina di Morzine, stravinta dall'americano con un'impresa seguita ad un giorno di grande crisi, e' pesante per un motivo ben preciso: ''Superare il limite stabilito dai laboratori, un limite molto alto, vuol dire avere una concentrazione elevata. Vuol dire essere in una condizione anabolizzata, molto adatta per sopportare lo sforzo, anche perche' il testosterone ha un effetto antinfiammatorio e comporta una grande eccitazione psichica, oltre a provocare un aumento dei globuli rossi'', osserva l'esperto. ''Parlare di manica larga per i limiti imposti dai regolamenti internazionali sul testosterone vuol dire usare un eufemismo''. Ma le osservazioni di Donati non si limitano alle sole competenze degli organismi sportivi, estendendosi agli addetti ai lavori: ''Se confermata questa positivita' mette in evidenza l'assuefazione al doping da parte dei commentatori'', dice Donati rivolgendo un appello alla stampa, che a suo dire ''ha taciuto di fronte ad una reazione come quella della tappa di Morzine dopo un crollo come quello del giorno precedente''. Secondo Donati il ciclismo, nonostante i continui scandali legati all'uso di sostanze illecite e dannose per la salute, non e' diverso dalle altre discipline: ''Gli altri sport hanno un privilegio, perche' in certi periodi scompaiono e hanno cadenze diverse. Si possono cambiare i dosaggi dei farmaci, si puo' essere molto piu' accorti'', spiega ancora. ''Non vorrei che si utilizzasse il ciclismo come uno scudo. C'e' il calcio, ad esempio, che ha una valenza economica immensa, tra l'altro spesso con provenienze poco chiare. Ricordiamoci che proprio per il calcio il laboratorio di Roma e' stato chiuso, perche' gli anabolizzanti li cercavano una tantum''. Il male del mondo dei pedali, tornando al ciclismo, e' rappresentato anche dalla dirigenza delle squadre: ''Il ciclismo e' nelle mani dei direttori sportivi'', osserva Donati, ''che hanno una mentalita' corrotta''. Tirando le somme la piaga del doping, secondo l'esperto che il 30 giugno scorso e' uscito dal Coni, e' rappresentato in particolar modo dai controlli antidoping, che Donati definisce dei ''colabrodo'': ''Non riescono ad intercettare numerosissime sostanze'', spiega, ''come ad esempio il Gh. Perche' non c'e' un metodo di rilevamento. E quindi non intercettano neanche i correlati del Gh, come il Gf-1, oppure le emoglobine sintetiche o di origine animale. L'Epo? Se la si assume 6 giorni prima del controllo non viene riconosciuta, cosi' come non viene riconosciuta l'emotrasfusione se il soggetto ha utilizzato il proprio sangue. L'unica possibilita' e' che qualcuno scopra le sacche di sangue, come accaduto in Spagna (nella Operacion Puerto; ndr)''. La conclusione di Donati e' amara: ''Nonostante queste indagini il sistema sportivo continua a far credere che a doparsi sia veramente lo 0,7% degli atleti'', aggiunge. ''Ma in questa percentuale ci mettono anche i positivi alla cannabis? Il sistema sportivo e' impotente, e' inutile anche chiedersi se ci sia davvero uno sport piu' pulito di altri''. Fonte: Tuttobiciweb.it


aranciata_bottecchia - 28/07/2006 alle 00:44

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Secondo Donati il ciclismo, nonostante i continui scandali legati all'uso di sostanze illecite e dannose per la salute, non e' diverso dalle altre discipline: ''Gli altri sport hanno un privilegio, perche' in certi periodi scompaiono e hanno cadenze diverse. Si possono cambiare i dosaggi dei farmaci, si puo' essere molto piu' accorti'', spiega ancora. ''Non vorrei che si utilizzasse il ciclismo come uno scudo. C'e' il calcio, ad esempio, che ha una valenza economica immensa, tra l'altro spesso con provenienze poco chiare. Ricordiamoci che proprio per il calcio il laboratorio di Roma e' stato chiuso, perche' gli anabolizzanti li cercavano una tantum''. [/quote] Che dici Michela, salterà fuori un "yakuza" qualunque a dire che Donati non sa nulla di doping?


rizz23 - 28/07/2006 alle 02:08

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] No Knight non mi riferivo a te, avevo dimenticato Ivan e la mela. Io l'avevo tolta e molti sanno il perchè, non ci ritorno sopra, l'ho rimessa adesso perchè ho una ragione in più. Volevo chiedervi se avete ascoltato il servizio su canale 5 di De Zan. Ha concluso dicendo "l'ipocrisia del ciclismo"!!! Solo una coincidenza?? [/quote] Sì, ha parlato di "Tour dell'ipocrisia" e sono saltato sulla sedia. Conferma che cicloweb è sempre più letto o apprezzabile sforzo intellettuale di Dezan? O solo retorica? Chi può dirlo?


miky70 - 28/07/2006 alle 08:08

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Secondo Donati il ciclismo, nonostante i continui scandali legati all'uso di sostanze illecite e dannose per la salute, non e' diverso dalle altre discipline: ''Gli altri sport hanno un privilegio, perche' in certi periodi scompaiono e hanno cadenze diverse. Si possono cambiare i dosaggi dei farmaci, si puo' essere molto piu' accorti'', spiega ancora. ''Non vorrei che si utilizzasse il ciclismo come uno scudo. C'e' il calcio, ad esempio, che ha una valenza economica immensa, tra l'altro spesso con provenienze poco chiare. Ricordiamoci che proprio per il calcio il laboratorio di Roma e' stato chiuso, perche' gli anabolizzanti li cercavano una tantum''. [/quote] Che dici Michela, salterà fuori un "yakuza" qualunque a dire che Donati non sa nulla di doping? [/quote] :IoI Sei grande!!!!


miky70 - 28/07/2006 alle 08:24

Comunque, bravo De Zan a seppellire il Tour e Leblanc ieri sera, portando come ultima immagine quella di Ivan Basso sereno e tranquillo (bello come sempre, tutto mio marito:yes: ) che torna a casa senza potersi difendere. A dimostrazione del fatto che il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Però in questi giorni di processo al calcio mi è sembrato perlomeno scandaloso. L'ipocrisia è quella sua e dei suoi colleghi, che con quelle facce di bronzo godono come ricci nel sentire le sentenze e le condanne a quelli che fino a due mesi fa erano i loro compagni di merende. Ma quanto guadagnano in pubblicità quelle trasmissioni di questi giorni? Sono tutti lì a predicare senza vergogna su tutti gli (ora) sfigati che sono stati cacciati a calci nel sedere, ma che ritorneranno dalla porta di servizio vedrete, non si preoccupano neanche di mascherare il fatto che sapevano tutto. E ovviamente giù adesso a dire che il prossimo campionato sarà vero. La mia filosofia è sempre stata quella di rimanere fedeli a se stessi, nel caso dei giornalisti non è una filosofia però, ma la dimostrazione che il mondo è pieno di cacche che galleggiano. chiedo scusa :nonono:


Donchisciotte - 28/07/2006 alle 12:06

Mario, non ho detto che Grassi faccia un racconto sul doping. Ho detto che chiede ai giornalisti di dire che c'è il doping e, quindi, di raccontare qualcosa, suppongo. Sul resto, l'ho detto, sono d'accordo: la battaglia sul doping è una battaglia persa , nel mondo professionistico. Così fan tutti, i risultati dipendono dal talento personale ( molto) e dalla risposta al doping ( o dalla scelta giusta del doping e della strategia di trasformazione di se stessi.) Non c'è una differenza morale. E sono d'accordissimo che gli esempi morali non me li scelgo fra gli atleti e, anzi, preferisco non scegliermeli proprio credendo fermamente in quella scuola del sospetto che va da Nietzsche a Marx a Freud. Poi ci sono atleti che hanno qualità che mi piacciono e altri che non mi piacciono. ma non li distinguo in puliti e sporchi. Tornando ai racconti, ripeto, ho capito benissimo che Grassi non fa un racconto, solo che la parte del suo articolo in cui invita i giornalisti a raccontare, non la condivido. Tutto qua. Sul fatto che l'antidoping sia semplicemente un sistema di coltelli nella schiena a orologeria e che funzioni il sistema del capro espiatorio mi sembra di averlo detto da tempo. Su Donati: non ho mai detto che non capisce di doping ( è un grande esperto di doping), anzi questa sua ultima intervista la condivido, ho detto che il suo modo di concepire la lotta al doping, insieme all'azione dei poteri sportivi, dei media, dei magistrati ecc., ha creato solo la criminalizzazione degli atleti, non ha sconfitto né diminuito il doping e, se permetti, ha contribuito ha far sì che ormai il doping abbia un logo: due orecchie a sventola. Questo non mi piace e non ne farei un santo. Basta vedere i risultati: dove sono tutti i dirigenti e medici che lui indicava come la cupola, diciamo così, del doping in Italia? Quali danni hanno avuto? E, invece, quali danni hanno avuto ALCUNI atleti? e quali danni il ciclismo? Gli unici racconti che mi interessano sul doping sono, come scrive D'Avanzo su repubblica, quelli che non ci sono. Quelli che varcano l'uscio dei veri poteri che con il doping traggono guadagni e potere enormi, che salti sempre il birillo di turno ( non c'entra niente il cane) e che stiano là tutti a infierire mi ha semplicemente nauseato. Se si deve proprio raccontare si faccia, che so, un'inchiesta vera sule multinazionali che producono l'epo o su quelle che che stanno lavorando al doping genetico,sui loro dirigenti, su un'economia di mercato che premia industrie che fanno utili immensi inondando di doping la gente o sui poteri politici che proteggono tutto questo. Landis che cerca il colpo della vita e eccede con le dosi, sono politicamente scorretta si sa, HA LA MIA SIMPATIA E LA MIA PIETA'. E' l'unico che pagherà ( insieme ad altri birilli come lui, da Pantani ad altri) e che magari avrà danni alla salute che non saranno risarciti da nessuno perché mai si potrà provare che il doping ne è stato l'unica causa.


darkmic666 - 28/07/2006 alle 12:59

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] Così fan tutti, i risultati dipendono dal talento personale ( molto) e dalla risposta al doping ( o dalla scelta giusta del doping e della strategia di trasformazione di se stessi.) Non c'è una differenza morale. Poi ci sono atleti che hanno qualità che mi piacciono e altri che non mi piacciono. ma non li distinguo in puliti e sporchi. Landis che cerca il colpo della vita e eccede con le dosi, sono politicamente scorretta si sa, HA LA MIA SIMPATIA E LA MIA PIETA'. E' l'unico che pagherà ( insieme ad altri birilli come lui, da Pantani ad altri) e che magari avrà danni alla salute che non saranno risarciti da nessuno perché mai si potrà provare che il doping ne è stato l'unica causa. [/quote] Sulla differenza morale non ti seguo. Vorresti affermare che uno che vince grazie al suo talento, alla dedizione, all'allenamento, ma senza riempirsi di chimica, lo metteresti sullo stesso livello morale di un altro che viceversa vi ricorre? Anche sul fatto che non distingui tra puliti e non, vorrei chiederti se la tua mancata distinzione deriva dall'impossibilità di sapere veramente se uno pulito lo è o meno (su questo sarei anche d'accordo), oppure se, pur conoscendo la verità, a te non importa se uno vince coll'aiuto determinante della chimica o senza. Simpatia e pietà nei confronti di Landis? Mah... A me, come ad altri, la sua prestazione molto oltre quelle che ritenevamo le sue possibilità, aveva scatenato tutta una serie di allarmi. Non è che sia contento che l'abbiano beccato, però, boh, in un certo senso le cose ritornano un pò al proprio posto per noi pedalatori scarsi: qualcosa di ciclismo lo abbiamo capito...


Donchisciotte - 28/07/2006 alle 13:49

No, vuol dire che, in campo professionistico, in tutti gli sport, io credo a quello che disse un grande calciatore del passato a Guariniello: un professionista che dica di non aver avuto a che fare con il doping, mente. E un professionista ad alto livello è sempre seguito da gente che la sa lunga, non fa le cose a metà, fa tutto quello che deve fare. Può accadere che sbagli doping,che abbia tempi di reazione più lunghi, ma fa quello che deve fare, fino in fondo. Però continuo a credere nel talento. per me uno come Manzano non vinceva non perché non gli facesse bene quello che prendeva ( sicuramente migliorava DI MOLTO la sua prestazione naturale), solo che essendo in partenza un corridore scarso, non vinceva. per me il doping e la morale sono cose che non c'entrano nulla fra di loro, non giudico immorale un dopato.


miky70 - 28/07/2006 alle 14:05

De Zan è tornato sull'argomento oggi su Studio Sport. Questa volta ci è andato più pesante, ho inteso una velata critica alla cronaca di Auro (io non ho sky e non vedo Eurosport) e ai commenti dei giornali sportivi. La ragione di questo forte spirito critico non so spiegarmela con precisione, guerra alla RAI, difesa ad oltranza di Basso, emulazione di cotanto padre o semplice dovere giornalistico? Comunque è sprecato nelle reti mediaset che dedicano agli altri sport solo i buchi lasciati dal calcio. Se la RAI creasse un programma periodico sul ciclismo lo vedrei bene come conduttore.


porcabega - 28/07/2006 alle 17:44

Ragazzi, ma voi dite che i primi 50 del tour, ovvero quest'anno 1 071 LANDIS Floyd PHO USA 2 097 PEREIRO SIO Oscar CEI ESP 00' 57" 3 021 KLÖDEN Andréas TMO GER 01' 29" 4 014 SASTRE Carlos CSC ESP 03' 13" 5 061 EVANS Cadel DVL AUS 05' 08" 6 051 MENCHOV Denis RAB RUS 07' 06" 7 035 DESSEL Cyril A2R FRA 08' 41" 8 031 MOREAU Christophe A2R FRA 09' 37" 9 129 ZUBELDIA Haimar EUS ESP 12' 05" 10 026 ROGERS Michael TMO AUS 15' 07" 11 015 SCHLECK Frank CSC LUX 17' 46" 12 081 CUNEGO Damiano LAM ITA 19' 19" 13 041 LEIPHEIMER Levi GST USA 19' 22" 14 052 BOOGERD Michael RAB NED 19' 46" 15 042 FOTHEN Marcus GST GER 19' 57" 16 111 CAUCCHIOLI Pietro C.A ITA 21' 12" 17 088 VALJAVEC Tadej LAM SLO 26' 25" 18 058 RASMUSSEN Mickael RAB DEN 28' 33" 19 001 AZEVEDO José DSC POR 38' 08" 20 084 BRUSEGHIN Marzio LAM ITA 43' 05" 21 092 ARROYO David CEI ESP 44' 00" 22 089 VILA ERRANDONEA Patxi LAM ESP 44' 28" 23 027 SINKEWITZ Patrik TMO GER 49' 01" 24 016 VANDEVELDE Christian CSC USA 50' 19" 25 007 POPOVYCH Yaroslav DSC UKR 52' 02" 26 022 GUERINI Giuseppe TMO ITA 57' 59" 27 025 MAZZOLENI Eddy TMO ITA 1h 02' 40" 28 032 ARRIETA Jose Luis A2R ESP 1h 03' 00" 29 174 FEDRIGO Pierrick BTL FRA 1h 05' 27" 30 096 KARPETS Vladimir CEI RUS 1h 07' 18" 31 076 MERCKX Axel PHO BEL 1h 09' 28" 32 003 HINCAPIE George DSC USA 1h 11' 14" 33 099 ZANDIO Xabier CEI ESP 1h 16' 47" 34 034 CALZATI Sylvain A2R FRA 1h 20' 26" 35 122 CAMANO Iker EUS ESP 1h 21' 34" 36 033 ASTARLOZA Mikel A2R ESP 1h 24' 26" 37 038 GOUBERT Stephane A2R FRA 1h 28' 33" 38 176 LEFEVRE Laurent BTL FRA 1h 30' 24" 39 199 SALMON Benoit AGR FRA 1h 30' 55" 40 063 BRANDT Christophe DVL BEL 1h 34' 24" 41 148 RINERO Christophe SDV FRA 1h 34' 59" 42 004 MARTINEZ Egoi DSC ESP 1h 35' 12" 43 137 PARRA Ivan Ramiro COF COL 1h 37' 09" 44 136 MORENI Cristian COF ITA 1h 38' 07" 45 134 CHAVANEL Sylvain COF FRA 1h 40' 05" 46 145 LOBATO Ruben SDV ESP 1h 40' 52" 47 046 TOTSCHNIG Georg GST AUT 1h 42' 55" 48 116 HALGAND Patrice C.A FRA 1h 43' 03" 49 112 BOTCHAROV Alexandre C.A RUS 1h 44' 46" 50 126 LANDALUZE Inigo EUS ESP 1h 48' 22" ... fossero TUTTI dopati?


darkmic666 - 28/07/2006 alle 17:47

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] per me il doping e la morale sono cose che non c'entrano nulla fra di loro, non giudico immorale un dopato. [/quote] Che tu pensi che qualsiasi professionista di qualsivoglia disciplina sia per forza di cose impossibilitato a non "aiutarsi" col doping, bhé, potresti aver ragione, anche se non ne sono così convinto. Che però tu escludi che il doping abbia implicazioni morali, questo non lo condivido per nulla. Se per vincere il salame ad una gara, facessi come alcuni tra gli amatori, che si "caricano", oltreché ridicolo, mi sentirei un piccolo uomo... ...In effetti, pensandoci, è anche inutile che stia qua ad argomentare contro una frase che per me è così assurda: "per me il doping e la morale sono cose che non c'entrano nulla fra di loro"...


BJH* - 28/07/2006 alle 17:57

anche per me doping e morale c'entrano ma al di là della morale, un dopato viola le regole e bara, nel farlo frega gloria e soldi a chi meriterebbe il suo posto ma non dopandosi arriva dietro. Per me un dopato è un "[b]ladro [/b]"....come minimo di sogni ma non solo. Concordo con chi dice che non si debbano colpire solo gli atleti ma a mio parere questi pagano ancora molto meno di quanto meriterebbero.


Knightlake98 - 28/07/2006 alle 23:43

[quote][i]Originariamente inviato da porcabega [/i] Ragazzi, ma voi dite che i primi 50 del tour, ovvero quest'anno 1 071 LANDIS Floyd PHO USA 2 097 PEREIRO SIO Oscar CEI ESP 00' 57" 3 021 KLÖDEN ... 50 126 LANDALUZE Inigo EUS ESP 1h 48' 22" ... fossero TUTTI dopati? [/quote] L'accendo. Mi sa che è la mia risposta DEFINITIVA. Purtroppo. :xxo


oscar - 29/07/2006 alle 11:59

Complimenti Marco Grassi, sono un appassionato cicloamatore di 40 anni e seguo il ciclismo da quasi 20: la tua firma,nel panorama giornalistico di questo sport, mi è sempre apparsa la più obiettiva, sia sui temi tattici che su quelli tecnici in tutti gli articoli di commento che hai pubblicato sulle delle corse più importanti. Quest'ultimo tuo articolo, duro ma estremamente chiaro e veritiero, rivela anche la sofferenza (pienamente condivisa) nell'affrontare un argomento tanto dibattuto quanto irrisolto, e vedere quanto sia in difficoltà questo nostro amatissimo sport. Condivido pienamente la tua amara analisi. In questo momento penso ad un atleta (eccezionale) e che ha avuto un breve passato fra i professionisti del pedale, la cui storia di vita è semplice ma altrettanto favolosa (almeno per me): Bruno Brunod. Invito tutti ad andare a leggere la sua storia consultando il seguente sito: http://www.progettomontagna.com/bruno.asp Un saluto Corrado


panta2 - 29/07/2006 alle 12:03

[quote][i]Originariamente inviato da oscar [/i] Complimenti Marco Grassi, sono un appassionato cicloamatore di 40 anni e seguo il ciclismo da quasi 20: la tua firma,nel panorama giornalistico di questo sport, mi è sempre apparsa la più obiettiva, sia sui temi tattici che su quelli tecnici in tutti gli articoli di commento che hai pubblicato sulle delle corse più importanti. Quest'ultimo tuo articolo, duro ma estremamente chiaro e veritiero, rivela anche la sofferenza (pienamente condivisa) nell'affrontare un argomento tanto dibattuto quanto irrisolto, e vedere quanto sia in difficoltà questo nostro amatissimo sport. Condivido pienamente la tua amara analisi. In questo momento penso ad un atleta (eccezionale) e che ha avuto un breve passato fra i professionisti del pedale, la cui storia di vita è semplice ma altrettanto favolosa (almeno per me): Bruno Brunod. Invito tutti ad andare a leggere la sua storia consultando il seguente sito: http://www.progettomontagna.com/bruno.asp Un saluto Corrado [/quote] Benvenuto Corrado:cincin:...


claudiodance - 29/07/2006 alle 15:56

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] ....un po' di tempo fa: l'allenamento del ciclismo contemporaneo è una forma di doping. Non solo metaforicamente, ma concretamente. [/quote] Sì Davide, forma di doping per l'alterazione progressiva e innaturale delle prestazioni, perché obbliga a pratiche di "ricarica deimotori", perché dispone il fisico a una serie di malattie professionali che necessitano di farmaci considerati dopanti per esserecurate. Però voglio essere onesto. È una pratica "sostanzialmente" dopante,ma non lo è fino in fondo.Manca il dettaglio fondamentale per essere considerato una praticadopante. Manca il dolo. La violazione delle regole.Se uno si iper-allena senza assumere sostanze proibite, senzatrasfusioni, camere iperbariche etc allora non è doping. È la sua volontàdi ferro, umanamente disastrosa forse, ma siamo nella sfera dei giudizisoggettivi. Non è dopage perché manca la truffa verso gli altri concorrenti, che èancora, nel caos della labilità del confine fra doping e non doping,l'unico grande discrimine che considero ancora valido.È il mancato rispetto di regole condivise, che bolla il comportamentodopante come tale. Il confine c'è dunque ed è dato dalle leggi.Grassi dice che il doping esiste e non si può battere. Vero, ma non èla meta che da senso a un percorso, bensì il tragitto stesso.Il tragitto della lotta al doping corre sui binari della moralità. Lamoralità come paradigma sul quale misurare la società in cui viviamo.Recedere su questo punto significa legittimare il comportamento dei piùfurbi, dei più egoisti, dei più disumani. Non importa che nella realtà delle cose i più furbi emergano comunque.Chi detta le regole del gioco, osserva la prassi e vi stabilisce deipaletti, non può modificarla a piacimento. Prima di decidere che la soluzione è il doping libero bisognapercorrere altre strade, che qui abbiamo indicato molte volte.L'obiettivo raggiungibile è il progressivo contenimento delfenomeno, quello di fondo è il mantenimento del giudizio negativo neiconfronti di chi altera le prestazioni prevaricando di fatto il dirittodegli altri concorrenti a una parità di condizioni di partenza. Non si tratta di una posizione proibizionista, il parallelo con ilconsumo di Cannabis è suggestivo, ma privo di fondamento. Infatti ilfenomeno dello sballo è sociale, non è legato a una competizionesportiva, non altera i risultati di una gara fra coetanei. I l ragazzoche si fuma il cannone non prevarica nessun coetaneo, non fotte nessunaltro atleta. Al limite fa del male a se stesso (o del bene, dipende dalpunto di vista).La battaglia contro il doping è una battaglia civile. Riguarda il mantenimento dei diritti fondamentali dell'uomo. Il diritto a nonsubire soprusi, violenze, prevaricazioni. Doparsi, anche quando è una pratica estesa alla maggioranza deipartecipanti, è un dolo nei confronti degli onesti.Fino a quando ci saranno regole condivise, fino a quando ci sarà uncorridore su mille che le rispetti, tutti gli altri saranno dei fottuti imbroglioni. Io mi incazzo a bestia se qualcuno non paga le tasse o fotte lecompagnie assicurative, il suo gesto ricade su di me. Lo sport è lo stesso schema, ma più idealizzato, lì prevale ancora la condanna moraleper chi trasgredisce le regole, nella vita normale quasi per nulla. Mantenere il simulacro di questa simbologia è doveroso.Il tentativo va fatto. Diamoci un termine, dieci anni di tempo. Nuove regole, libretto medico, responsabilità penali, sanzioni alle squadre,educazione nelle scuole. Carne al fuoco ne abbiamo messa in questi mesi.Pubblichiamo una nostra carta dello sport contro il doping. Chi se ne fotte se non ci ascolteranno, Marco Grassi ha tracciato una strada.Cerca, credo, compagni di viaggio.Il doping non lo batteremo, non lo batterà nessuno, ma migliorare sipuò, si deve.La liberalizzazione del doping nello sport non avrebbe a suo corollarioquegli effetti positivi di diminuzione della criminalità che si auspicache possa avere nel caso delle droghe sociali. perciò ecco un'altrapremessa che cade. A chi gioverebbe la liberalizzazione del doping?Forse solo alle case farmaceutiche. Il cambio di mentalità è in atto, è un processo che non può che andarenella direzione giusta, altrimenti tutti gli sport saranno come lasozzeria del Wrestling.Se poi il doping genetico travolgerà ogni possibilità di contenimentodel fenomeno, allora ci ritireremo a fare le nostre coppe kobram e lenostre cene fra amici. Sapremo, lo sapremo bene, che il paradigma educativo dello sportagonistico è fallito e troveremo qualche altra forma di condizionamentopositivo per i nostri figli, che so, il teatro, l'arte*.il taglio ecucito. Ciao tigrotti, viva Mompracem! Claudio Ps. Da tutto questo emerge un dato tristissimo, incrociando i dati di:uso di sostanze/pratiche dopanti e consumo di Cannabis il risultato èuno solo: io sono un vero sfigato, sono l'unico al mondo a mancare dientrambe le esperienze*.spero di colmare la lacuna**..


BJH* - 29/07/2006 alle 19:28

il doping libero per quel che mi riguarda non ha alcun senso. A parte che avremmo cadaveri che rincorrono la gloria prima di schiattare (poi che senso avrebbe tifare per cavie umane???)ma si sposterebbe il problema di poco a meno di voler liberalizzare il doping anche nelle categorie inferiori perchè il problema non è tanto il doping dei prof (che comunque io contrasto con ogni mezzo) ma che tale comportamento s'è spalmato anche in altre categorie e o si trova una soluzione oppure tra un po' si doperanno le madri in attesa di figli per avere i fenomeni del futuro (non ci arriviamo solo perchè il doping genetico scavalcherà quello "tradizionale" )


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Knightlake98 - 29/07/2006 alle 21:29

[quote][i]Originariamente inviato da BJH* [/i] il doping libero per quel che mi riguarda non ha alcun senso. A parte che avremmo cadaveri che rincorrono la gloria prima di schiattare (poi che senso avrebbe tifare per cavie umane???)ma si sposterebbe il problema di poco a meno di voler liberalizzare il doping anche nelle categorie inferiori perchè il problema non è tanto il doping dei prof (che comunque io contrasto con ogni mezzo) ma che tale comportamento s'è spalmato anche in altre categorie e o si trova una soluzione oppure tra un po' si doperanno le madri in attesa di figli per avere i fenomeni del futuro (non ci arriviamo solo perchè il doping genetico scavalcherà quello "tradizionale" ) [/quote] Quoto. Con la folle idea di liberalizzare il doping infatti si arriverebbe a veder vincere il PIU' PAZZO, IL PIU' INCOSCIENTE, NON CERTAMENTE il più forte.:cool:

 

[Modificato il 29/07/2006 alle 21:32 by ]


bemalaus - 31/07/2006 alle 11:02

dal sito sportpro.it "Mentre il ciclismo rischia di essere travolto dall'ultimo scandalo (il vicepresidente del Cio, il tedesco Thomas Bach ha paventato la possibilità che esca dal novero delle discipline olimpiche se non si impegnerà in una dura ed efficace lotta al doping), ad ascoltare le cantilenanti telecronache della tv c'è da saltare sulla sedia. Non tanto per il ritmo del duo ai microfoni che è soporifero; quanto per l'atteggiamento complessivo nei confronti della corsa, dei corridori, del ciclismo tutto. Tranne qualche breve e fugace accenno alle squallide vicende doping di questi giorni, ad ascoltare la telecronaca è come se nulla fosse accaduto. A sentire Bibì e Bibò non sembra proprio che il ciclismo sia sull'orlo della sua crisi più nera, minacciato, dopo anni di ignavia di fronte al problema doping (lasciato crescere anche con la complicità di chi taceva e glissava) nel suo patrimonio più caro: la credibilità. E: "Quanto è bravo Tizio, che è stato anche un ottimo dilettante", senza ricordare come quella "fantastica" spedizione ai mondiali Under di Lugano con Tizio fra i protagonisti fosse connotata anche da valori ematici da sballo di alcuni azzurri, denunciati dallo stesso medico della nazionale (medico giubilato subito dopo dalla federazione, tanto per chiarire l'aria che tirava nell'ambiente) e "come meriterebbe una bella vittoria", senza specificare come anche di recente abbia avuto seri problemi con vicende doping al Giro d'Italia. E .."aspettiamo le controanalisi per Landis (dallo stesso Bibò dato positivo ad uno stimolante, invece che al testosterone, in un servizio precedente a testimonianza dell'attenzione e della cura al tema...)" e " gli auguriamo di poter risolvere il suo problema". Ma come il "suo" problema? Non il problema di tutti, del ciclismo, visto che quella positività trascina l'interno movimento nel fango? Insomma, il solito vecchio clichet, trito e ritrito. Parlarne il meno possibile di "quel" problema; glissare, dimenticare, possibilmente divagare. Il mondo di Bibò è davvero fantastico, stupefacente. E' popolato solo di "bravi ragazzi", di "seri professionisti", di intemerati "atleti che sanno fare grandi sacrifici". E il doping allora, quello, per esempio, che ha portato Landis alla positività al testosterone, viene da chiedersi, chi lo fa? I giudici di gara? Non sono gli stessi "bravi ragazzi"? Che non sono certo gli unici colpevoli, ma non sono sicuramente le anime candide che ci vengono dipinte. Ma bove vive Bibò? Sulla luna? Ma cosa pensa di ottenere con quel compulsivo soccorrere atleti discussi e poco limpidi, per non dire compromessi? Si capiscono le esigenze di "captatio benevolentiae", pratica discutibile nel mestiere, e purtroppo diffusa, ma a tutto ci sarà pure un limite... Si pensa di far del bene al ciclismo in questo modo? Purtroppo per Bibò, se il ciclismo è arrivato alla crisi attuale lo si deve anche ad anni ed anni di questo scialbo ammiccare complice. E viene spontanea una domanda: perchè viene concesso di usare un mezzo pubblico in questo modo assurdo e fuorviante? Il ciclismo si interroga sul come fare pulizia, su come uscire dal "cul de sac". Fare pulizia di vecchi dirigenti inetti, ds, manager, medici equivoci. Ma non sarà il caso di fare piazza pulita anche di un certo "giornalismo" e di certi "giornalisti"? dite che vale come secondo squillo...o è troppo scontato?


Raf Benson - 31/07/2006 alle 11:17

Mi sembra che l'editoriale di Nino Minoliti sulla Gazzetta di ieri segua la linea tracciata dal nostro direttore: basta ipocrisia, basta nacondersi dietro ad un dito, scritto da uno che - si percepisce - ama il ciclismo. Bravi!!! :clap:


spino_tk - 31/07/2006 alle 11:50

bene sono felice di sentire delle voci che parlano di ipocrisia....... ed ora spero di non sentire più dire dagli atleti come dai giornalisti, che il ciclismo è lo sport con più controlli e "se controllassero" gli altri sport ne salterebbero fuori delle belle........ io dico chissenefrega degli altri, ricostruiamoci senza guardare gli altri sport.:hammer:


pedalando - 31/07/2006 alle 12:09

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Ps. Da tutto questo emerge un dato tristissimo, incrociando i dati di uso di sostanze/pratiche dopanti e consumo di Cannabis il risultato è uno solo: io sono un vero sfigato, sono l'unico al mondo a mancare dientrambe le esperienze*.spero di colmare la lacuna**.. [/quote] Non sei l'unico al mondo. Siamo almeno in due anche se, sospetto, le allucinazioni che mi si presentano in certe salite non devono essere poi tante diverse da un cannone rollato bene.....:hippy:


nino58 - 31/07/2006 alle 12:14

Così vi salvate dagli strali del Cavaliere del Lago.


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 12:17

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Così vi salvate dagli strali del Cavaliere del Lago. [/quote] aahahahahahaha :D:D:D:D Bella regà.... SEX, NO DRUGS & ROCK'N ROLL!!!!!!! :podio:


nino58 - 31/07/2006 alle 12:19

A proposito del primo dei tre parametri, chi è la morettina con gli occhi di cielo ???


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 12:22

Julia Volkova delle Tatu. [img]http://decimaonline.altervista.org/forum/smiles/83.gif[/img] [img]http://img.freeforumzone.it/smiles/5/26.gif[/img]


mont ventoux - 31/07/2006 alle 12:29

Legalizzare il doping, ovvero calarsi definitivamente la braghe, continuare a far credere che il ciclismo sia l'unico immondezzaio nel quale tutti gli altri sport possono pulirsi la coscienza...chissà perchè quest'idea non è venuta a Blatter o ai dirigenti dell'atletica che ha avuto beccato il campione olimpico dei 100 metri, o a quelli di qualche altro sport. Come dire, l'etica e la morale la si fa solo ai ciclisti-dopati, mentre non vale per un calciatore che insulta pesantemente la madre e la sorella di un avversario per provocarne la reazione, perchè lì ci passa d'immezzo l'orgoglio nazionale, uno schifoso nazionalismo miope da investire per fregiarsi sui mercati mondiali del titolo di campioni del mondo...lì si che conta solo il risultato, il fine molto più dei mezzi, la riprovazione morale lasciamola per quei tossicodipendenti che corrono in bici... Se si vuole la distruzione del ciclismo, se lo si vuole lavatoio di tutte le vergogne nazionali, comprese anche quelle di chi porta avanti, soprattutto fra i media, gli interessi del sistema calcio, un sistema basato cioè su truffa e corruzione, siamo liberi di farlo. Ma se a parlare in quella maniera, è uno come Donati, da sempre durissimo col ciclismo, che riconosce che non è un ambiente più sporco degli altri, bisognerebbe davvero farla finita con questi complessi d'inferiorità e mostrarsi meno arrendevoli. Altro che fermare il ciclismo per un anno, o altre amenità simili! Il doping va combattuto, con violenza direi: sul piano pratico, con l'introduzione di una specie di ergastolo sportivo, per tutti dirigenti ed atleti, anche giovanissimi, ai quali bisogna impedire di continuare a vivere in questo ambiente nel momento in cui si accerti con la massima sicurezza che sono coinvolti, a vario titolo, in storie di doping. Non c'è un migliore disincentivo in questo momento, e i furbi, pur continuando a fare i furbi, avranno da trovarsi un altro lavoro quando verranno beccati. Bisogna eliminare l'inutile, e quello si ipocrita, controllo ematico, fare controlli se possibile ancora più intensi, e per controlli intensi non intendo spettacolarizzazioni nelle camere degli atleti, ma controlli a sorpresa, anche in fase di preparazione, nei ritiri. Uno come Tani, cosa ci sta fare ancora in questo ambiente? Perchè non lo prendono a calci nel sedere? Il ciclismo amatoriale è molto importante, muove un volume sempre maggiore di appassionati praticanti e di interesse, in Puglia ad esempio, è l'unico volano per il ciclismo, perchè manca quasi del tutto il settore giovanile e dilettantistico, epppure io mi trovo a correre con gente che ha avuto a che fare col doping in passato, mentre adesso di controlli non se ne fanno nemmeno più! Sul piano civile ed etico, il doping va combattuto con l'informazione e la formazione, anche forzata, ad atleti anche giovanissimi e soprattutto ai loro dirigenti e allenatori, ma questo presuppone una presa di coscienza molto diversa da quella puramente manageriale, che sembrano avere le federazioni, Uci in testa. Lo scoramento, pur giustificato, non autorizza assolutamente lo spirito del "tanto peggio, tanto meglio". Vorrebbe dire buttare via un secolo di leggenda di questo incredibile e inimitabile sport di strada e di storia popolare, e i media generalisti e gossippari, alle prese con le vacanze festaiole dei "campioni del mondo" (di che?), non aspettano nient'altro per fare dei bei titoli sul ciclismo che riconosce le proprie vergogne, istituendo il "Tour de Dopage", mentre tutti gli altri potranno continuare a mettere tutto sotto il tappeto.


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 12:32

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] mentre tutti gli altri potranno continuare a mettere tutto sotto il tappeto. [/quote] c'avranno il monte Everest sotto sto tappeto.... na sgrullata con ricca spazzata "gnente" eh??? :D:D


nino58 - 31/07/2006 alle 12:42

Caro Ventoux, hai rimesso il dito nel punto centrale della piaga: la capacità sanzionatoria degli sport. Non è con polizie e tribunali, come molti sostengono, che si risolve il problema. E' con le squalifiche sportive DEFINITIVE. Che vanno comminate ESCLUSIVAMENTE a chi, con certezza, ha utilizzato sostanze e/o pratiche illecite per ALTERARE il risultato a proprio favore. Il resto è demagogia da strapazzo.


mont ventoux - 31/07/2006 alle 13:17

Nino, Non ho capito se sei d'accordo con me o meno. Per chiarire, io non invoco metodi polizieschi, ma solo assoluto rigore.


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 13:22

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Caro Ventoux, hai rimesso il dito nel punto centrale della piaga: la capacità sanzionatoria degli sport. Non è con polizie e tribunali, come molti sostengono, che si risolve il problema. E' con le squalifiche sportive DEFINITIVE. [/quote] L'una NON ESCLUDE l'altra. Sanzioni PENALI + Sanzioni SPORTIVE. Per me è la cosa migliore.:Old:


greglemond - 31/07/2006 alle 14:35

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] Caro Ventoux, hai rimesso il dito nel punto centrale della piaga: la capacità sanzionatoria degli sport. Non è con polizie e tribunali, come molti sostengono, che si risolve il problema. E' con le squalifiche sportive DEFINITIVE. Che vanno comminate ESCLUSIVAMENTE a chi, con certezza, ha utilizzato sostanze e/o pratiche illecite per ALTERARE il risultato a proprio favore. Il resto è demagogia da strapazzo. [/quote] E questa che cosa è se non demagogia "tout court"? Ma chi mai potrà determinare con certezza assoluta ... Donchisciotte e Grassi mi sembra siano d'accordo che in una notte buia tutti i gatti sono dello stesso colore e che l'unico modo per "sopravvivere" senza ipocrisia è sostituire al codice etico:D, una norma piuttosto semplice: fate quello che credete sia meglio per il vostro lavoro. Ciao, Carlo P.S. Non riempitevi la bocca di sport e similia e riascolatevi, magari, Guccini: Io tutto, io niente, io "elemento di materiale organico atto a galleggiare", io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!


BJH* - 31/07/2006 alle 15:17

[quote][i]Originariamente inviato da greglemond [/i] .....Donchisciotte e Grassi mi sembra siano d'accordo che in una notte buia tutti i gatti sono dello stesso colore e che l'unico modo per "sopravvivere" senza ipocrisia è sostituire al codice etico:D, una norma piuttosto semplice: fate quello che credete sia meglio per il vostro lavoro. Ciao, Carlo P.S. Non riempitevi la bocca di sport e similia e riascolatevi, magari, Guccini: Io tutto, io niente, io "elemento di materiale organico atto a galleggiare", io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! [/quote] bah non mi pareva Grassi intendesse fare tale sostituzione (codice etico /fate quel C.... che volete) ma se così fosse come nel caso di chiunque la faccia gli direi che è + pericoloso lui per la sopravvivenza dello sport di chi si dopa, (opinione personale ovviamente ) ma ripeto non m'era parso che Grassi questo dicesse. In ogni caso se questo è ciò che dovesse passare per opinione comune rimarrebbe il problema che nelle categorie sotto il professionismo sareste punto a capo per cui già questo a mio parere fa capire che quella non è la soluzione adatta ma semmai la + rapida e sbrigativa.


Monsieur 40% - 31/07/2006 alle 15:18

...e difatti Grassi non diceva quello...


stress - 31/07/2006 alle 15:26

[b]UTOPIA[/b] [quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] ............... Io resto il garantista di sempre. Spero si riesca a far rinascere un movimento ciclistico "FORTE E SANO" (sia moralmente che fisicamente). Spero si riesca a gararntire a tutti una giustizia sportiva "GIUSTA ed EFFICACE". Spero si riesca ad avere "Regole certe e condivise". Spero si riesca ad avere, quando necessario, "Sanzioni severe (molto severe) e certe". ..................... Mauro [/quote] Spero non sia solo un'utopia! :(


miky70 - 31/07/2006 alle 15:49

Faccio un ragionamento provocatorio: Se tutte queste voci che si sono alzate ad accusare il ciclismo di porcherie e di mancanza di risultati certi, fossero per criticare le aziende farmacologiche ed i medici complici che non sono stati attenti e si sono fatti fregare, mettendo in difficoltà il sistema, minacciando di scegliere nuovi indirizzi? Chi ci dice che anche l'UCI e le Federazioni e la WADA non vadano a braccetto con queste grosse multinazionali che investono su centri medici di ricerca come quello di Fuentes? E' pazzesca la mia idea??


stress - 31/07/2006 alle 15:53

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Faccio un ragionamento provocatorio: .............. E' pazzesca la mia idea?? [/quote] A pensar male si fa peccato ma ................


greglemond - 31/07/2006 alle 16:13

[quote][i]Originariamente inviato da BJH* [/i] bah non mi pareva Grassi intendesse fare tale sostituzione (codice etico /fate quel C.... che volete) ma se così fosse come nel caso di chiunque la faccia gli direi che è + pericoloso lui per la sopravvivenza dello sport di chi si dopa, (opinione personale ovviamente ) ma ripeto non m'era parso che Grassi questo dicesse. In ogni caso se questo è ciò che dovesse passare per opinione comune rimarrebbe il problema che nelle categorie sotto il professionismo sareste punto a capo per cui già questo a mio parere fa capire che quella non è la soluzione adatta ma semmai la + rapida e sbrigativa. [/quote] Può darsi che abbia capito male quanto sosteneva Grassi, però non è questo l'essenziale. Secondo me chi fa sport (diletto), deve essere avvertito su ciò che può fare bene e male, poi fa lo stesso quello che vuole, basta vedere tutti quelli che fumano! Un lavoratore invece ha diritto, sempre secondo me, di scegliere che fare delle sua persona e se un altro non è d'accordo, mi sembra che l'unica soluzione sia cambiar mestiere. I pugili ad esempio sanno che alla fine della carriera il loro cervello non sarà più come all'inizio, ma se continuano è una loro scelta e quindi ... Ciao, Carlo

 

[Modificato il 31/07/2006 alle 16:31 by Monsieur 40%]


criab - 31/07/2006 alle 16:52

Non so se il thread è quello giusto, ma andate a vedere cosa scrive questo genio. http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=168&id_art=3365&aa=2006


miky70 - 31/07/2006 alle 17:36

Adesso le investigazioni le chiamano "certi controlli antidoping"?:D:D


aranciata_bottecchia - 31/07/2006 alle 17:36

[quote][i]Originariamente inviato da criab [/i] Non so se il thread è quello giusto, ma andate a vedere cosa scrive questo genio. http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=168&id_art=3365&aa=2006 [/quote] Caspita, sono notizie di prima mano! E quali sarebbero i controlli ai quali Basso sarebbe risultato positivo, secondo Diaconale o Lomax o chi per lui? Che cialtronate.


Monsieur 40% - 31/07/2006 alle 17:42

Se qualcuno ha tempo e voglia di mandargli una mail di precisazioni, può aggiungerci anche il mio risentimento per le cialtronate che ha riportato? (poi, scusate, ma uno che trova più motivi per appassionarsi alla F1 piuttosto che al ciclismo...)


miky70 - 31/07/2006 alle 17:57

Veramente, Mario, è più divertente la pista polistil con cui giocano i miei figli!!! Comunque, come dargli torto, i giornali e telegiornali danno risalto al ciclismo solo quando ci sono gli scandali, la gente sente parlare di Basso e 20 giorni dopo di Landis, accumunano le notizie. Per questo penso che le indiscrezioni su El Pais, alla fine del Giro fossero pilotate, per gettare ombre su alcuni corridori e impedire loro che raggiungessero determinati risultati quest'anno. I giornalisti non si sono fatti problemi, perchè se i loro nomi compaiono nell'indagine qualche responsabilità l'avranno, se sapranno scagionarsi tanto meglio, avranno qualche altro argomento su cui scrivere.


greglemond - 31/07/2006 alle 18:10

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Se qualcuno ha tempo e voglia di mandargli una mail di precisazioni, può aggiungerci anche il mio risentimento per le cialtronate che ha riportato? (poi, scusate, ma uno che trova più motivi per appassionarsi alla F1 piuttosto che al ciclismo...) [/quote] Più che cialtronate sono lo specchio di quanto pensa la gente comune (poco informata). E, come ben argomenta Donchisciotte, l'icona del doping ha "le orecchie a sventola" purtroppo. Il merito di tutto ciò credo vada all'antidoping che, secondo me, ha fatto molti più danni del doping al ciclismo. Avete presente Sciascia e "i professionisti dell'antimafia"? Ciao, Carlo P.S. Non ci si deve mai stupire di quello a cui uno può appassionarsi, mi dicono che a qualcuno piace vedere il golf, anche se io non ci credo:cool:


Monsieur 40% - 31/07/2006 alle 18:16

[quote][i]Originariamente inviato da greglemond [/i] P.S.: Non ci si deve mai stupire di quello a cui uno può appassionarsi, mi dicono che a qualcuno piace vedere il golf, anche se io non ci credo :cool: [/quote] Bè, un bel golf indossato da una bella ragazza... lo guardo volentieri anch'io... :D :Od: :hippy:


greglemond - 31/07/2006 alle 18:34

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Bè, un bel golf indossato da una bella ragazza... lo guardo volentieri anch'io... :D :Od: :hippy: [/quote] A codesto non ci avevo proprio pensato, grazie per il suggerimento:cincin: Ciao, Carlo


ManuelDR - 31/07/2006 alle 18:40

Se vi dicessi che lo sportivo più pagato al mondo è un golfista (Tiger Woods).......... :bla:


Knightlake98 - 31/07/2006 alle 19:10

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Veramente, Mario, è più divertente la pista polistil con cui giocano i miei figli!!! Comunque, come dargli torto, i giornali e telegiornali danno risalto al ciclismo solo quando ci sono gli scandali, la gente sente parlare di Basso e 20 giorni dopo di Landis, accumunano le notizie. [/quote] Guarda che Diaconale è un giornalista quindi SI PRESUME che si informi dei fatti prima di riportare CASTRONERIE. :nonono:


miky70 - 01/08/2006 alle 01:40

[quote][i]Originariamente inviato da Knightlake98 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Veramente, Mario, è più divertente la pista polistil con cui giocano i miei figli!!! Comunque, come dargli torto, i giornali e telegiornali danno risalto al ciclismo solo quando ci sono gli scandali, la gente sente parlare di Basso e 20 giorni dopo di Landis, accumunano le notizie. [/quote] Guarda che Diaconale è un giornalista quindi SI PRESUME che si informi dei fatti prima di riportare CASTRONERIE. :nonono: [/quote] Allora non ho detto niente di scandaloso, di cialtroni pseudo giornalisti ce ne sono a bizzeffe.:Od:


mont ventoux - 01/08/2006 alle 19:32

Sul sito della Gazzetta dello Sport c'è una bellissima intervista a Millar. Risponde a molte questioni che io mi sono sempre posto, bisognerebbe farla leggere a tutti, corridori e sportivi.


superalvi - 01/08/2006 alle 22:08

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Knightlake98 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Veramente, Mario, è più divertente la pista polistil con cui giocano i miei figli!!! Comunque, come dargli torto, i giornali e telegiornali danno risalto al ciclismo solo quando ci sono gli scandali, la gente sente parlare di Basso e 20 giorni dopo di Landis, accumunano le notizie. [/quote] Guarda che Diaconale è un giornalista quindi SI PRESUME che si informi dei fatti prima di riportare CASTRONERIE. :nonono: [/quote] Allora non ho detto niente di scandaloso, di cialtroni pseudo giornalisti ce ne sono a bizzeffe.:Od: [/quote] raga diaconale era presenza fissa dal Biscardone nazionale.....quindi è un cialtrone:OIO:OIO:Od::Od:


miky70 - 02/08/2006 alle 00:41

:o:o:o Poverino!! Allora adesso è disoccupato?!?!?!:Od::Od::Od:


miky70 - 02/08/2006 alle 10:45

Per Marco Grassi: l'ipocrisia del ciclismo e i giornalisti a braccetto ha cambiato direzione, il tuo messaggio è passato, è stato raccolto, ha coinvolto e poi è stato interpretato, analizzato e riciclato. Guardando gli ultimi numeri della Gazzetta, confesso che sono spinta a questa opinione e credo che venda più parlare apertamente di corridori dopati, delle loro esperienze e delle loro redenzioni, piuttosto che parlare delle corse in programma in questi giorni.


Laura Idril - 02/08/2006 alle 12:31

Sono d'accordo con te Miky. E' parlandone in sincerità che si scoprono le cose. Se non prendi niente non vinci. E lo sanno perchè il discorsino glielo fanno subito le squadre (vedere l'intervista di oggi) che poi passano tutto quello che serve al corridore. Altro che scaricare i corridori...


miky70 - 02/08/2006 alle 13:09

Io che sono una donna confesso di guardare lo sport anche con un certo interesse estetico, che non guasta, come gli uomini guardano sotto le gonne delle veline, o il decoltè delle miss, oppure le copertine dei giornali. Se la grinta, la dimostrazione di forza, la rabbia, la potenza che esprimono gli atleti nel momento topico del loro gesto è dovuto al testosterone e agli anabolizzanti, allora credo di essere ingannata da circa 20 anni. L'immagine maschile che i media ci hanno mostrato è falsa, millantata da atleti gratificati dalle attenzioni femminili, da allenatori e preparatori vincenti che si arricchivano, da giornalisti venduti al sistema che spingeva l'uomo medio alla ricerca di un'immagine costruita. Questo sarebbe peggio di calendari, nudi, foto che hanno condizionato la mia adolescenza, che mi costringono a diete continue e sacrifici inutili per essere qualcosa che nella realtà non è mai esistito. Insomma gli uomini veri non sono così come ce li presentano giornali e televisioni mentre giocano a calcio, corrono in bici, probabilmente un vero uomo senza doping non è capace di queste imprese. Anche questo spiegherebbe l'ipocrisia dei giornalisti, tenere su questo sistema per tenere su l'immagine del uomo vincente e forte.


prof - 02/08/2006 alle 17:25

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Io che sono una donna confesso di guardare lo sport anche con un certo interesse estetico, che non guasta, come gli uomini guardano sotto le gonne delle veline, o il decoltè delle miss, oppure le copertine dei giornali. Se la grinta, la dimostrazione di forza, la rabbia, la potenza che esprimono gli atleti nel momento topico del loro gesto è dovuto al testosterone e agli anabolizzanti, allora credo di essere ingannata da circa 20 anni. L'immagine maschile che i media ci hanno mostrato è falsa, millantata da atleti gratificati dalle attenzioni femminili, da allenatori e preparatori vincenti che si arricchivano, da giornalisti venduti al sistema che spingeva l'uomo medio alla ricerca di un'immagine costruita. Questo sarebbe peggio di calendari, nudi, foto che hanno condizionato la mia adolescenza, che mi costringono a diete continue e sacrifici inutili per essere qualcosa che nella realtà non è mai esistito. Insomma gli uomini veri non sono così come ce li presentano giornali e televisioni mentre giocano a calcio, corrono in bici, probabilmente un vero uomo senza doping non è capace di queste imprese. Anche questo spiegherebbe l'ipocrisia dei giornalisti, tenere su questo sistema per tenere su l'immagine del uomo vincente e forte. [/quote] Ciao Micky, sono in viaggio (di lavoro...:Od:) e sono in transito in un aeroporto attrezzato wireless: M sono collegato ed ho trovato questo tuo post. Mi chiedo, e chiedo a voi donne, ma non avete mai per un attimo pensato che il "vero uomo", il "vero macho" sia quel pezzo di cretino che si sposa, mette su figli, fornisce loro un'educazione sana, assicura loro un futuro, ama sua moglie e la rispetta, si rende responsabile nei confronti di tutta la sua famiglia (ivi compresi i propri genitori, che si peoccupa di non rinchiudere in un cronicario), vive onestamente, proprio come vostro marito ? Credo di conoscere già la tua risposta ma l'occasione era troppo ghiotta per non dare n po' giu' alle penne di questi falsi modelli supercampioni, superdotati che...alla fine...non gli funziona nemmeno piu'... Ciao, Alberto


miky70 - 02/08/2006 alle 18:10

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Io che sono una donna confesso di guardare lo sport anche con un certo interesse estetico, che non guasta, come gli uomini guardano sotto le gonne delle veline, o il decoltè delle miss, oppure le copertine dei giornali. Se la grinta, la dimostrazione di forza, la rabbia, la potenza che esprimono gli atleti nel momento topico del loro gesto è dovuto al testosterone e agli anabolizzanti, allora credo di essere ingannata da circa 20 anni. L'immagine maschile che i media ci hanno mostrato è falsa, millantata da atleti gratificati dalle attenzioni femminili, da allenatori e preparatori vincenti che si arricchivano, da giornalisti venduti al sistema che spingeva l'uomo medio alla ricerca di un'immagine costruita. Questo sarebbe peggio di calendari, nudi, foto che hanno condizionato la mia adolescenza, che mi costringono a diete continue e sacrifici inutili per essere qualcosa che nella realtà non è mai esistito. Insomma gli uomini veri non sono così come ce li presentano giornali e televisioni mentre giocano a calcio, corrono in bici, probabilmente un vero uomo senza doping non è capace di queste imprese. Anche questo spiegherebbe l'ipocrisia dei giornalisti, tenere su questo sistema per tenere su l'immagine del uomo vincente e forte. [/quote] Ciao Micky, sono in viaggio (di lavoro...:Od:) e sono in transito in un aeroporto attrezzato wireless: M sono collegato ed ho trovato questo tuo post. Mi chiedo, e chiedo a voi donne, ma non avete mai per un attimo pensato che il "vero uomo", il "vero macho" sia quel pezzo di cretino che si sposa, mette su figli, fornisce loro un'educazione sana, assicura loro un futuro, ama sua moglie e la rispetta, si rende responsabile nei confronti di tutta la sua famiglia (ivi compresi i propri genitori, che si peoccupa di non rinchiudere in un cronicario), vive onestamente, proprio come vostro marito ? Credo di conoscere già la tua risposta ma l'occasione era troppo ghiotta per non dare n po' giu' alle penne di questi falsi modelli supercampioni, superdotati che...alla fine...non gli funziona nemmeno piu'... Ciao, Alberto [/quote] :D:D:D Non so quale risposta ti aspettavi da me, Alberto, ma ti spiego una cosa, per quando potrai leggere la mia risposta:) Mio marito non è un cretino, in quanto me lo sono scelto, rincorso, voluto, preso e tenuto molto ma molto stretto, senza pentirmene un secondo. So che mio marito dà il massimo nel suo lavoro, molto duro, e sopporta grandi sacrifici, lo fa per me e per i nostri figli, è un uomo di cui ho il massimo rispetto e un amore infinito, tra l'altro non mi ha mai criticato per scrivere su un forum quasi esclusivamente maschile, e non è poco, visti gli uomini che girano. Io non pretendo che se ne vada in giro a lottare ogni 10 minuti con il vicino di casa, il collega di lavoro, il capo, un ammiratore, il meccanico, il vigile urbano per mostrarmi i suoi muscoli, gli attributi, la grinta e appassionarmi. Certamente la grinta e la forza ce li ha e li mostra quando è necessario, non essendo un atleta non deve rincorrere la vittoria o il successo. Credo che qualunque uomo pur amando sua moglie, apprezzi una bella ragazza in costume o con abiti aderentissimi. Quindi mentre vedo Basso (il ciclismo è il mio sport preferito) che dà il cento per cento nel suo lavoro, tutto grinta, energia e potenza, resto coinvolta piacevolmente anche dalla supremazia del mio idolo su un altro corridore. Chiamala malizia, ma la trovo una caratteristica molto femminile. Cannavaro o Gattuso, se sono calciatori puliti, hanno dato il massimo nel loro lavoro, mostrando la grinta vera, si scrivono libri su questi campioni, vengono trasformati in eroi, miti, le ragazzine attaccano i loro poster in camera e sognano di conoscere ragazzi come quelli. Ma se quella grinta è frutto di testosterone sintetico, allora tutta la potenza che hanno mostrato è falsa, costruita. Quindi dietro questi uomini cosa c'è? Sono veri come il mio, con la fortuna di avere un talento nello sport, o sono dei pupazzi? I muscoli di Ronaldinho, li avrete visti al mondiale, io sì li ho visti, eccome se li ho visti, sono frutto di lavoro duro e intenso, sacrificio e impegno, oppure sono frutto di una pasticca, una flebo? Quanti ragazzi quest'estate e il prossimo inverno correranno dietro al sogno di avere quei muscoli?


pedalando - 03/08/2006 alle 00:47

Michela dico anche io la mia in proposito. Forse mischi l'ammirazione per l'immagine con l'ammirazione per la prestazione sportiva. Magari questa e' una peculiarita' femminile.... non so.:boh: Io credo che l'ammirazione per un fisico statuario, o per la posizione in sella, sia una considerazione estetica indipendente dal risultato atletico. Capita che entrambe le caratteristiche risiedano nella stessa persona (Cipollini per esempio) ma ci sono anche campioni "brutti a vedersi"; mi viene in mente Bartali per esempio. Facendo questa distinzione puoi continuare ad ammirare un bel fisico per le sue forme senza necessariamente sentirti ingannata dal come sono state ottenute. Faccio un esempio valido per noi maschietti: se guardo Baywatches non me ne frega niente se Pamela Andersson e' siliconata. Se guardo la copertina di Maxim con Marion Jones ammiro il suo fisico statuario; se la vedo correre e vincere non mi entusiasmo e penso che ha gia barato e che magari sta barando ancora. Se ripenso a Sara Simeoni (che non giudico attraente) ed al suo salto oltre i 2m alle olimpiadi mi esalto ancora adesso.


mestatore - 03/08/2006 alle 00:56

cara miki, guarda che ronaldinho o chi per esso, oltre alla flebo deve farsi anche un c. così. per contro chi si fa un c..o così senza flebo o pasticca non raggiungerà mai la definizione statuaria di dentone o chi per esso. aggiungo che senza pasticca o flebo è difficile farsi un c...o tanto, ti mancano le energie. ciao mesty ps : che bello scrivere c..o così tante volte in un post. mi sento come un bambino. speriamo i moderatori siano in vacanza.


miky70 - 03/08/2006 alle 08:11

Finalmente credo abbiate tolto ogni mio dubbio. Grazie.


Knightlake98 - 03/08/2006 alle 12:21

maronn' Miki, quanto posti!!! quas 1000 mex in meno di 2 mesi....se continui così arrivi a 3-4.000 entro la fine dell'anno...:o:o


Andrea_Web - 03/08/2006 alle 12:32

[b]In materia di doping...[/b] [quote][i]Originariamente inviato da endriuan in un thread monotematico[/i] Ho letto l'articolo di Grassi e lo condivido in pieno...ma arrivo ad un'amara ancorchè inevitabile provocazione, che oggi sintetizza il mio pensiero in materia di sport professionistico. Eliminiamo l'ipocrisia, ed ammettiamo che per praticare sport a livello professionistico e' NECESSARIO un sostegno di tipo farmacologico : se io vado in bici per passione e su una certa salita vado a 15 kmh, devo saper che attraverso una cura dell'alimentazione e degli allenamenti posso arrivare a 18 kmh, ,ma DEVO saper che per andare a 25 mi servono supporti di tipo medico. Si dica che per praticare ciclismo a livello agonistico e professionistico occorre questo genere di supporti...dopo un iniziale sbandamento, si continuerà ad apprezzare gli sforzi, la sofferenza, le grandisime qualità umane dei corridori, ben sapendo che, per ottenere un certo genere di performance occorrono ben determinate "terapie".. Chi si avvicina all'agonismo sappia che per accedere al professionismo occorre un trattamento anche farmacologico, e scelga: se risponderà NO, farà un altro lavoro, se risponderà SI..accettera' consapevolmente ed alla luce del sole questa situazione...la gente continuerebbe ad applaudire i propri beniamini, con i quali condivide sofferenze e gioie che porta loro la strada, ben sapendo che le prestazioni ottenute sono frutto di sacrificio, doti naturali, allenamenti severissimi, vita morigerata e trattamenti farmacologici...sinceramente non vedo lo scandalo... L'attuale omertà e' scandalosa...se ci fosse vera volontà di combattere il doping, sarebbe sufficiente inasprire a 5 anni la squalifica degli atleti ( significherebbe fine carriera), abbinandola a pene pecuniarie salatissime. Il problema del ciclismo e' che e' gestito da dirigenti di ,livello bassissimo rispetto alle altre discipline (calcio e tennis, ma non solo) che riescono a godere di maggiori coperture...trovo improponibili le teorie di un Sergio neri che da' la colpa agli "stregoni" (ma quali stregoni e stregoni, i ciclisti sono pienamente consapevoli quando non parte attiva),o di un duo Bulbarelli Cassani che dice "chi bara deve pagare"... ...vincete l'omertà, ammettete..ammettete l'uso di certe sostanze, e nessuno vi condannerà..nessun uomo privo di supporti esterni puo' reggere i carichi di stress psicofisico di una corsa di tre settimane...ma abbiamo idea di cosa significhi nstare 6-7 ore al giorno in bici a quei ritmi, alle intemperie, magari cadere?...pensate che con un piatto di pasta d una sana dormita si possa recuperare?..suvvia, aprite i vostri occhi, senza vergogna,...anche perchè una liberalizzazione sotto stretto controllo medico significherebbe migliori garanzie per la tutela della salute di chi corre.. [/quote]


miky70 - 03/08/2006 alle 12:32

No, ero costretta molto tempo davanti al pc, spesso il software si bloccava e non potevo lavorare, adesso sto cambiando gestionale, quindi avrò meno tempo. Peccato, perchè spesso è divertente scrivere, migliora il lessico e tiene la mente sveglia. Io non faccio mai caso ai livelli di posts!!!


endriuan - 03/08/2006 alle 12:43

Vero, ma che Moreau al tour in salita riprendesse e staccasse Cunego.....o Gutierrez al Giro che sul Mortirolo era davanti a quasi tutti...o i 6 della TMobile nei primi 10 nella prima cronometro devono dare adito a dubbi, ed il cronista, pur senza fare accuse, potrebbe dire "risultato nettamente al di sopra del livello riconosciuto al tale corridore"...ma almeno smettendo di dire cose tipo "nella crono la maglia rosa ti decuplica le energie"...quando Pantani (Pantani!!!) batte' Tonkov ( Tonkov!!!) nell'ultima crono del Giro...


Donchisciotte - 03/08/2006 alle 13:37

Mi sembra che la gente che è stata nell'ambiente del ciclismo sul doping abbia idee molto simili, sono contenta che siano molto simili alle mie. Penoso l'articolo della gazetta di oggi sui pareri sul dopato che si è confessato ieri: gente che è stato pioniere nel servirsi di Conconi, gente che aveva valori di GH un po' altini, martinelli (senza commento, per carità di patria). Insomma tutti durissimi con gli altri ( gli anonimi dopati che, stupidi, ancora non hanno capito che si vince anche senza doping) e con il prosciutto sugli occhi su se stessi. Ecco, se si smettesse di andare a chiedere a gente in attività o con evidenti interessi nel mondo di ciclismo? Quelli che stanno fuori ( ritirati, beccati per sempre ecc.) dicono tutti la stessa cosa. tutti dopati, il campione non si crea dal nulla e,anzi, si chiedono come fabbo quelli di fuori a non saperlo. Ecco Admin, come vedi quando parlano quelli che stanno ancora dentro il ciclismo trionfa l'ipocrisia, quando parlano quelli usciti per sempre emergono altre verità ( compresa quella che dice Mestatore: se ti dopi e non lavori duro, non vinci lo stesso). Comunque sono sempre verità parziali, sempre sugli atleti, l'uscio degli interessi davvero grossi non si apre mai. Su pantani: forse Tonkov si era anche un pochino spompato inseguendolo a Monte Campione, forse Tonkov ( Tonkov!!!) in salita doveva essere staccato prima da pantani ( Pantani!!!!!) non trovi? Poi, a parte che il doping ha come logo due orecchie a sventola, mi pare che Tonkov non sia stato proprio esente da inchieste ( come molti della sua squadra..... non ricordo quale...... :Od:


Knightlake98 - 03/08/2006 alle 13:52

Direttamente dal sito della Gazzetta ecco i commenti di illustri sportivi.... [img width=640 height=450]http://img214.imageshack.us/img214/9541/bettini1se1.gif[/img] [img width=640 height=450]http://img96.imageshack.us/img96/9584/bettini2zb8.gif[/img] [img width=640 height=450]http://img214.imageshack.us/img214/9415/bettini3pg1.gif[/img]

 

[Modificato il 08/08/2006 alle 11:57 by Admin]


Admin - 08/08/2006 alle 12:03

Torniamo sul tema. Qui http://www.cicloweb.it/art648.html le reazioni di lettori e di qualche addetto ai lavori (i pochi che hanno contribuito...). Nei prossimi giorni pubblicheremo le nostre proposte, nate anche sulla scorta di questi contributi e delle opinioni che su questo forum avete sempre espresso.


prof - 08/08/2006 alle 12:47

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Torniamo sul tema. Qui http://www.cicloweb.it/art648.html le reazioni di lettori e di qualche addetto ai lavori (i pochi che hanno contribuito...). Nei prossimi giorni pubblicheremo le nostre proposte, nate anche sulla scorta di questi contributi e delle opinioni che su questo forum avete sempre espresso. [/quote] A quando gli stati generali di cicloweb ? Ciao, Alberto


superalvi - 08/08/2006 alle 21:47

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Torniamo sul tema. Qui http://www.cicloweb.it/art648.html le reazioni di lettori e di qualche addetto ai lavori (i pochi che hanno contribuito...). Nei prossimi giorni pubblicheremo le nostre proposte, nate anche sulla scorta di questi contributi e delle opinioni che su questo forum avete sempre espresso. [/quote] A quando gli stati generali di cicloweb ? Ciao, Alberto [/quote] più auspicabile sarebbe già una pallacorda;);) cmq vanno bene anche gli stati generali


gulliver - 09/08/2006 alle 10:24

caro marco credo che il tuo sia il più bell'articolo in materia doping che abbia mai letto..bravo


lOrso - 09/08/2006 alle 11:48

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Torniamo sul tema. Qui http://www.cicloweb.it/art648.html le reazioni di lettori e di qualche addetto ai lavori (i pochi che hanno contribuito...). Nei prossimi giorni pubblicheremo le nostre proposte, nate anche sulla scorta di questi contributi e delle opinioni che su questo forum avete sempre espresso. [/quote] Dai cosi', che una spallata al muro (di omerta' (*)) l'hai data anche tu e qualcosa incomincia a scricchiolare. :)Grazie :) (*)NON fate rime togliendo l'accento!! :D


undertaker - 10/08/2006 alle 12:35

Per me Ronaldinho non prende nulla e si allena pure poco, è così proprio geneticamente.