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Un ricordo di.... Bondone
Morris - 23/05/2006 alle 23:27

Oggi è il giorno del Bondone-Charly Gaul e non posso che partire da qui. Di quella giornata nevosa del Giro ‘56, che legò indissolubilmente il lussemburghese a quel colle del Trentino, ho già scritto qui e non mi voglio ripetere. Qualche mese fa, poco prima che Charly se ne andasse verso una dimensione che ci sfugge, ritornò su quella montagna che l’aveva eletto leggenda. L’occasione nacque proprio dalla volontà degli amministratori locali, di abbinare a quei luoghi il suo nome. Si salutò l’evento come da prammatica e con una significativa investitura, ma si giunse a considerarlo e spenderlo come una prima che, in realtà, non era tale. Nel 1999 infatti, quando già fra il sottoscritto e Gaul, s’era stretta una bella amicizia, approfittai del mio ruolo all’interno del Giro del Trentino Alto Adige-Sudtirol femminile, per concretizzare il sogno di riportare Charly sul Bondone. Convinsi Audenzio Tiengo, il patron della manifestazione, a fare di quella montagna un traguardo di tappa, anche se non direttamente sulla cima per motivi tecnici e mi impegnai a garantire la partecipazione dell’Angelo della Montagna. L’amico Gino Garoia, come sempre, mi aiutò non poco, confermandosi il miglior appoggio logistico possibile per la famiglia Gaul, ed il progetto andò in porto. La sera precedente la tappa, organizzammo a Trento una conferenza, dove, grazie alla favella dei giorni migliori, trovai modo di divertirmi e di provare non poca emozione, nel vedere Charly sereno e felice di riabbracciare i vecchi gregari di quella zona, Giuseppe Pintarelli e Aldo Moser. A proposito del maggiore del Moser, Gaul, non ha mai perso occasione di dirmi che fra i suoi compagni di squadra nessuno era forte come Aldo. Sembrava un disco inceppato su un punto. “Lui era un campione – mi diceva – non ho mai capito come abbia fatto a non raccogliere i successi che meritava. Un mistero davvero!” Alla serata non mancarono il grande Francesco, ed una serie di “vecchietti” anonimi che si arrogavano l’un l’altro il merito di aver prestato il primo soccorso a Charly, dopo il suo solitarissimo arrivo nella tregenda del Bondone ’56. Anche la Rai, non mancò di portare le sue telecamere ed un giornalista, Lorenzo Roata, che mi parve, quella sera, più coinvolto emotivamente del solito. Il giorno dopo, sul monte della sua leggenda, Charly, poté abbracciare l’arrivo solitario della sua figlia di teismo, Fabiana Luperini. Anche quel 21maggio ’99, non fu clemente, non tanto per gli scrosci di pioggia che si dipanarono intermittenti, ma per la temperatura decisamente invernale. “E’ sempre il Bondone che conosco, con tanto freddo, manca solo la neve” – mi disse Gaul poco prima della foto che segue. E come non dargli ragione, anche se era la prima volta che mettevo piede su quei luoghi. Feci presto a scoprirlo: nell’esaltazione della soddisfazione di vedere Charly lassù, dimenticai l’abbigliamento pesante, torturandomi con camicia e maglioncino leggero. A poco servirono i parziali incontri coi giacconi sportivi prestati da qualche impietosito e, la sera, feci l’amore con la toilette. Ma fu ugualmente una giornata indimenticabile. [img] http://img265.imageshack.us/img265/2388/bondone20qr.jpg[/img] [b] Monte Bondone 21 maggio 1999 - Da sinistra: Giuseppe Pintarelli, Charly Gaul, Francesco Moser, Morris, Audenzio Tiengo[/b]


W00DST0CK76 - 23/05/2006 alle 23:38

Bellissimo contributo Morris! immagino che emozione deve essere stata trovarsi insieme ad un grandissimo campione nei posti che lo hanno consacrato a leggenda! Forse sul Bondone è sempre freddo proprio perchè la montagna vuole sempre rammentarci il ricordo di quella straordinaria impresa che riesce ad andare oltre il tempo.


Pantanì - 25/05/2006 alle 21:12

Grandissimo, non l'avevo ancora letto questo aneddoto del nostro grande Morris. Per lui :clap::clap::clap: