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Il direttore vede rosa (intervista a Zomegnan)
pedalando - 02/05/2006 alle 22:20

E dire che non mi era simpatico..... un Grande in tutto quello che dice nell'acuta intervista. Il passo che piu' mi piace: «No, beh, col calcio non mi metto nemmeno in competizione». Se anche la tappa del Plan sara' un successo bisognera' fare un monumento a quest'uomo.... P.S.: naturlamente l'intervista e' in HomePage

 

[Modificato il 02/05/2006 alle 23:01 by Vuelta Espana]


ProfRoubaix - 02/05/2006 alle 22:33

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] E dire che non mi era simpatico..... un Grande in tutto quello che dice nell'acuta intervista. [/quote] QIT Lando!


NiKKi - 02/05/2006 alle 22:36

letta tutto d'un fiato. bellissima e trovo anche ottima la sua sintesi sulle tappe [quote] Andate a cercare percorsi inediti e salite in sterrato: nel 2005 il Finestre, quest'anno il Plan. Quanto c'è di voglia di stupire e quanto, invece, di bisogno di differenziarsi dal Tour? «Nessuna voglia di stupire; e nessun bisogno di differenziarci dal Tour, visto che da tanto tempo siamo diversi e lo sanno tutti. Perché lo sterrato? Un ciclismo in cui si arriva in 80 al Poggio e in 60 ai piedi della salita decisiva di una tappa in un grande giro, è evidentemente un ciclismo livellato. E allora le differenze vanno cercate nella resistenza, e bisogna mettere i corridori nella condizione di farla, quella differenza. Per questo diamo salite vere agli scalatori (e al limite in sterrato), e crono vere ai cronoman: l'anno scorso sbagliammo concettualmente con le due crono, perché erano uguali: partenza, salita a metà percorso, discesa, arrivo. Non erano da specialisti. Quest'anno, sia la cronosquadre che la tappa di Pontedera sono da cronoman puri: che facciano lì, sul loro terreno, la differenza, e gli scalatori dovranno difendersi; ma poi sulle montagne, e parlo di montagne vere, dure, anche con lo sterrato, le parti si invertono. I corridori devono entrare in quest'ottica, devono provarci, tutti hanno il loro terreno. ».[/quote]

 

[Modificato il 02/05/2006 alle 22:38 by EugeRambler]


Vuelta Espana - 02/05/2006 alle 23:01

Mettiamo anche il link: http://www.cicloweb.it/art569.html E complimenti al nostro grandissimo Marco Grassi :clap:


stress - 02/05/2006 alle 23:01

Cristallino lo Zome e pungente al punto giusto l'ocognonimo. Bella, m'è piaciuta tanto. Appunto, il piccolo mortirolo e la salita delle Cesane non il Catria!!!!!


Admin - 02/05/2006 alle 23:11

Oppppsss! Correggiamo [quote] direi che, per il fatto di aver scoperto il "Piccolo Mortirolo" (le Cesane, nds), e anche per aver previsto un passaggio fondamentale [/quote] nds significa Nota di Stress, che ringrazio per la segnalazione :D


stress - 02/05/2006 alle 23:16

Ho lavorato pochi giorni a Fossombrone molti anni fa e la salita l'ho fatta. Grazie per l'nds :D:D:D:D


Pantanì - 02/05/2006 alle 23:46

Veramente bella anche questa intervista a Zomegnan, come dire un'intervista a tutto tondo. Sono curioso di apere per chi tiene lo Zome.


Donchisciotte - 03/05/2006 alle 00:05

Pochi personaggi al mondo hanno la capacità di provocarmi l'orticaria come l'intervistato in questione. Ma segnalo che non è dall'affaire festina che ci sono i blitz, i Nas tentarono un blitz al Giro del 1996, ma quello fallì.......:? Non erano maturi i tempi.......:yes:


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 00:09

Capito perchè stimo tanto Zomegnan??? Questo signore è davvero un animale da comunicazione... troppo top mettere il ritrovo del Lombardia a Mendrisio dentro un centro commerciale, oppure inventarsi un percorso che a detta di Davide Cassani che è il più duro degli ultimi 30 anni ( e scusate ma l'arrivo al Kronplatz è un colpo alla Torriani), irradiare il Giro in Europa tramite la Tv. Non so se lo avete notato ma anche il ricambio di 'personale' in Rcs è molto grande.. Sono entrati il mio amico Della Vedova e Molinari, Giannelli, Rosella Bonfanti diventuta in toto direttrice di gara e pian piano ce ne saranno altri,,, La persona che per anni ha seguito il ciclismo come prima penna in gazzetta non ha alcun problema ad intervenire di prima persona e ad esporsi e il bel pezzo di Grassi lo dimostra. Zomegnan è l'uomo giusto per un vero rilancio Giro... e di grosse cose davvero sorprendenti ne vedremo tante anche in futuro... ;)


Monsieur 40% - 03/05/2006 alle 00:14

Certo che O'Loughlin sarebbe stato un bel corridore per le tappe mosse del Giro... :Od:


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 00:16

???


Monsieur 40% - 03/05/2006 alle 00:25

Dall'home-page: [i][b]Anche stavolta le wild card saranno Panaria e Selle Italia; nulla da dire, meritevoli. Quel è però la prima delle non elette?[/b] «La Navigators». [b]La Navigators?[/b] «Ma no, è una provocazione! Non lo so, una vale l'altra, forse mi intrigava qualche vecchietto arzillo della L.P.R., ma in realtà il problema non me lo sono proprio posto, tanto è vero che avremmo avuto tempo per ufficializzare le wild card fino al 5 marzo, ma eravamo tanto convinti della scelta che ne abbiamo diffuso i nomi sin dal 26 febbraio». (fonte: http://www.cicloweb.it/art569.html )[/i] :Od: :Od:


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 00:43

...E tu chiamalo fesso Mario...


Andrea_Web - 03/05/2006 alle 01:00

A me piacciono da MORIRE, questa: [i][b]Si dice che lei abbia un carattere ruvido. Che risponde?[/b] «Rispondo di sì, lo ammetto. È come i genitori, uno se li trova, e così il carattere uno non se lo può scegliere. Ma poi in realtà non sono così ruvido, suvvia. [u]Chi è che dice che lo sono? Lo trucidiamo subito...[/u]».[/i] e questa [i]...per il resto l'anno scorso la cosa migliore che alcune squadre hanno portato è stata l'autobus... e noi non siamo tour operator».[/i] :Od:


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 01:59

[img]http://www.cicloweb.it/cicloweb.it.data/Designs/2005angelozomegnan1.jpg [/img] Lo vedete li all'arrivo.. si aggira CON IL SUO OCCHIALONE scuro ed auricolare collegato su radiocorsa con l'occhio vigile a controllare quel che combinano i suoi collaboratori... :cool:


FantaAlby - 03/05/2006 alle 08:15

Bella intervista ! Bel personaggio, mi piace ! :clap: :clap: :clap:


robby - 03/05/2006 alle 08:30

se ce n' era bisogno una volta di più rinnovo il mio grande applauso allo Zome!!!!!! la cosa + giusta è quella della livellatura del percorso: salite dure duirssime e con lo sterrato e crono da puri cronoman....all'inizio sembrava un giro troppo duro e troppo sbilancianto ma ad analizzarlo fino in fondo ci si rende conto che le crono saranno davvero difficili per gli scalatori puri!!!!! staremo a vedere ormai manca davvero poco!!!!!


lallo - 03/05/2006 alle 09:34

Grande Zomegnan!! :clap::clap::clap::clap:


lolloso - 03/05/2006 alle 10:07

bella intervista sono contento che in Spagna diano di nuovo il Giro e addirittura anche in Cina, questo è un segnale forte di promozione del Giro in tutto il mondo bravo Zome continua cosi!


Rinaldo in campo - 03/05/2006 alle 10:58

Una piccola precisazione: il 'blitz' a Montecatini è avvenuto a Larciano casomai e non al Giro di Toscana. Non mi sono documentato ma ne sono abbastanza sicuro, anche perchè Montecatini ha ben poco a che fare con il percorso del Giro di Toscana (a meno che non si riferisse a quello juniores).


claudiodance - 03/05/2006 alle 11:39

Dall’intervista dell’orrido in Home page: (…) Allora, fra 4 giorni si parte. Cosa si aspetta da questo Giro 2006? «Mi aspetto una corsa più internazionale rispetto alle ultime edizioni, e con la partecipazione di grandi campioni. Mi pare che, rispetto al passato, ci siano aspettative migliori per questo Giro». Come mai? «Per una miglior qualità dei partecipanti, per merito di qualche accorgimento organizzativo, per il fatto di partire in Belgio, dove il ciclismo è una religione, e anche per la nostra attenzione ad alcuni aspetti sociali e sportivi che abbiamo scelto di curare, come la celebrazione di alcune ricorrenze importanti lungo il percorso del Giro». (…) Oh beh, lo Zome, da orrido diventa macchietta, c’è qualcuno che crede ancora a quest’uomo? Son contento, a me piacciono gli ottimisti ad oltranza. Dai, vediamo nel dettaglio la simpatica “Bufala 0.1”: dove sarebbe la migliore partecipazione internazionale? Sostanzialmente ci sono due grossi nomi, ma entrambi saranno qui per fare preparazione al Tour (Ullrich e Rasmussen). Alcune squadre straniere hanno ingaggiato capitani (….spesso mezze punte) italiani, tipo Saunier D. con Simoni, Liberty S. con Scarponi e la Cofidis con Bertagnolli. Quindi nessuna novità. L’unico straniero che farà classifica sarà RuJano…ditemi che scienza c’è voluta per convincere la Selle Italia a privilegiare il Giro…. Il resto: beh, la Caisse d'Epargne punta forte su… Palacios? (Valverde cosa corre? Ah il tour, sfigatone!). La Phonack invece allinea il forte Elmiger? O A. Merckcx? Peccato per l’ammeregano Pink Floyd Landis, (tourofilo anche lui) e anche Moos e anche il bravo Botero, mancano. AG2R Prevoyance allinea il gagliardo..uhm…S. Calzati?...Mancebo e Moreau, manco a dirlo, faranno il ricciolo giallo Oh, Bouygues Telecom propone il tostissimo….ehm…. Giovanni Bernaudeau, il padre vinse la tappa dello Stelvio, speriamo bene! Fedrigo e Voeckler (per quanto non fulminei, ma i meno peggio)….non ci saranno..ohbò! Credit Agricole….Bellotti? ma è italiano! E comunque Caucchioli, non c’è. Bene, andiamo avanti. Eccone una buona: Davitamon-Lotto, il furbo Van Huffel cercherà qualche compratore decente delle sue indubbie qualità, peccato che il forte canguro Cadel Evans (ottimo vincitore in Romandia) vada al tour I celestini Gerolsteiner ….non hanno uno straccio di uomo da classifica, mentre Leiphimer da buon american boy correrà il tour. Questa mi fà sbarellare, Euskaltel-Euskadi : il camoscio I. Mayo evita accuratamente le salitazze del giro (che sarebbero il suo pane) per dedicarsi all’inadatto tour, che fenomeni….super punta per la rosea: Laiseka! Quick Step, sembra strano, ma una delle meno peggio. Il buon Garate correrà da regolarista per un piazzamento nei dieci. Liberty Seguros, ah, Vino dove sei?...al tour? Ma và!?!? Per fortuna che c’è Scarponi…ma è italiano e l’unica differenza è che da capitano sarà più facile deludere. Carissimi, fatemi citare alla fine la formazione che sognare tutti ci fa. la T-Mobile Team: i fucsia di cruccolandia punteranno la classifica sul bravo (davvero) Honchar, che corre il giro da sempre, solo che stavolta, invischiato in tattiche meravigliose finirà piuttosto indietro, bene. Favoriti veri al giro; tutti italiani più Rujano se non si gioca il melone con i danari veri o presunti. Basso, Cunego, Simoni, Savoldelli e Di Luca. 5 protagonisti, italiani. Il livello è ottimo, ma solo grazie a questi campioni, gli altri, fisicamente o virtualmente, mancano tutti. Zome, che fenomeno, quasi quasi gli mando un curriculum, magari mi prende come consulente. Ciao belli Claudio


W00DST0CK76 - 03/05/2006 alle 12:02

Beh, in effetti lo Zome ha ragione, è un Giro davvero internazionale, nel senso che il 75% degli stranieri, peccato che la presenza di molti di questi sarà quasi impalpabile :Od: L'80% (4 su 5) dei possibili vincitori è invece italiano, ma questo non vuol dire che manchèrà lo spettacolo, se per molti corridori è più importante un 6° posto al Tour che la possibilità di vincere un Giro, fatti loro!


robby - 03/05/2006 alle 12:14

Pure io la penso come te caro Wood!!!!! Landis vuole andare a fare il Tour perchè preferisce entrare nei 10 lì piuttosto che fare bene qui da noi...tanto meglio, anche perchè se viene al Giro si piglia scoppole a destra e a sinistra e stiamo pur tranquilli che lo stesso discorso vale (almeno secondo me) per gli stessi Leipheimer Rasmussen (ok al giro ci viene ma per allenarsi ma anche se fosse al top col cacchio che potrebbe puntare al podio) e via discorrendo!!!!


pedalando - 03/05/2006 alle 12:20

io continuo a fare l'attendista e tifero' per gli "eroi" che dopo aver finito alla grande il nostro Giro proveranno anche a fare bene il Tour. E se per caso facessero bene anche li'..:cincin:


leo - 03/05/2006 alle 12:33

D'accordo in tutto e per tutto con ClaudioDance... il giro piu internazionale lo vede solo lui..


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 12:49

Rispetto ma non capisco


claudiodance - 03/05/2006 alle 12:50

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] io continuo a fare l'attendista e tifero' per gli "eroi" che dopo aver finito alla grande il nostro Giro proveranno anche a fare bene il Tour. E se per caso facessero bene anche li'..:cincin: [/quote] Anche io lando, lo spero, ma questo non cambia il fatto Zome continua a propinarci Bufale. ecco le altre: Ancora l’ottimo Zome: (…) Avverte il rischio che la troppa roba presente sul profilo altimetrico possa bagnare - per paura del dopo - le polveri a chi dovrebbe attaccare? E se ciò avverrà, invertirete la rotta nel 2007? «Se avviene una cosa del genere, credo che potrà dipendere da un deficit dei corridori, e non del percorso. Faccio un esempio: nel 1993 Ugrumov attaccò e staccò Indurain solo all'ultima salita del Giro, a Oropa, e quello non era un Giro duro come questo. Semplicemente il lettone non aveva la forza di attaccare, altrimenti si sarebbe mosso prima. (…) Eh?? Ma fammi il piacere!!! Odioso “so-tutto-io” che non sei altro,…..…deficit dei corridori???? Cosa vuol dire??? Che cosa cazz.o vuol dire!??!? Cos’è un deficit? Una mancanza di maltodestrine? O sono brocchi? Vacci tu a scalare la discesa capovolta di Plan!!! Santa pazienza, Ugrumov doveva attaccare un certo M. Indurain e non era la cosa più facile del mondo. Davvero quest’uomo è il meglio che si potesse avere per disegnare il Giro?? Ancora il caustico Zome: (…) Poi però è venuto il Pro Tour e le cose sono un po' cambiate: tralasciando i danni che provoca a corse e squadre di seconda fascia, non si può negare che la riforma Uci abbia elevato di molto il livello medio delle starting list del Giro rispetto al 2004. «Si sa come la penso sul Pro Tour, è una riforma non piramidale che non fa che dividere, creando un cartello su cui alcuni possono permettersi di vivere di rendita. Di certo il Pro Tour ha modificato l'atteggiamento in corsa, ma non direi che il livello sia migliorato tanto: i big italiani ci sarebbero comunque stati, e per il resto l'anno scorso la cosa migliore che alcune squadre hanno portato è stata l'autobus... e noi non siamo tour operator».(…) Ma come, non c’era una super partecipazione “internazionale”?? bellalì, qualcuno più calmo di me dovrebbe spiegare all’orrido che se il Giro allinea molti italiani nella veste di capitani è proprio grazie al Pro-tour che obbliga tutte le formazioni a partecipare e che di fatto le ha obbligate a ingaggiare i vari Scarponi, Caucchioli, Simoni e Bertagnolli. E forse-forse, senza pro-tour, il signor Ivan Basso non ci sarebbe stato, o dite che la CSC si sarebbe fatta convincere a venire al Giro se non fosse stata obbligata? Ancora il mordace Zome: (…) Dei tanti stranieri che mancano, chi avrebbe voluto? «In assoluto, ho due rammarichi: Boonen e Vinokourov».(…) Ah? E Valverde?…e Mayo?…e Leipheimer?...e Mancebo?....e Landis?...ed Evans…e Hincapie? (ah scusate, la spalla malandata, non avrebbe mancato il TourofItaly altrimenti!) …e Popovich?....


stress - 03/05/2006 alle 12:51

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] io continuo a fare l'attendista e tifero' per gli "eroi" che dopo aver finito alla grande il nostro Giro proveranno anche a fare bene il Tour. E se per caso facessero bene anche li'..:cincin: [/quote] Quoto, straquoto e condivido.


Cascata del Toce - 03/05/2006 alle 13:06

Claudio mi sembri un po' caustico... Zomegnan è sicuramente uno di quei personaggi che o li ami o li odi, ma francamente chiamarlo 'orrido' non mi sembra corretto. Internazionalita? Si... mica solo del campo di partenti, LA TV, gli sponsor..ecc ecc.. Io credo che il Giro faccia passi avanti.. il Tour è inarrivabile, lo sappiamo, ma la Vuelta si può surclassare,,,... Sui campioni..beh, non sarsanno qui per fare classifica ma gente come Julich, Mc Ewewn ecc ecc possono lasciare il segno sai che ti dico..anche Ullrich., poi arrivano squadre che in effetti portano ' solo il pullman... Quindi avrà certamente lati negativi come ognuno di noi.. ma fidati che è tutt'altro che uno sfigato... :)


marco83 - 03/05/2006 alle 13:33

Ho letto - anche se in maniera un po' veloce (abbiate pazienza, la mia pausa-pranzo sul lavoro è corta :D) - l'intervista a Zomegnan... e faccio i complimenti all'ottimo servizio reso da Marco Grassi, nonchè alla professionalità dell'Angelo. Claudio, forse sei un tantino esagerato nelle critiche, ma un fondo di ragione ce l'hai... le contraddizioni che porti alla luce lasciano effettivamente un po' perplesso anche me. Però, a mio parere, ci sono due aspetti a favore di Zomegnan: 1)deve promuovere il suo Giro, quindi da lettore e appassionato di ciclismo non posso aspettarmi di certo che critichi il suo stesso operato e il tracciato che ha [i]partorito[/i]. Significherebbe darsi la zappa sui piedi in modo clamoroso... 2)nonostante le contraddizioni, credo che il sentiero intrapreso dallo Zome sia quello giusto, e la riforma Pro-Tour (anche se da modificare in alcuni aspetti) dà un grande vantaggio riguardo alla partecipazione. Pensate che squadre come CSC, Discovery e Quickstep sarebbero al Giro, senza il Pro-Tour? Io dico di no... Però non possiamo aspettarci miracoli in un batter d'occhio... serve tempo (speriamo poco, ma serve): la strada percorsa da Hansel&Gretel (aka Zomegnan&RCS) è lunga, per arrivare alla casetta di marzapane nel bosco (cioè una visibilità e un prestigio che possano in qualche modo essere comparati a quelli del Tour). Infine... che sia un mago della comunicazione e del marketing mi trova d'accordo, ma spero che già a partire dall'anno prossimo il sito del Giro non si trovi a dover dipendere così tanto da quello della Gazzetta, come in queste ultime edizioni. Quello del Tour secondo me è perfetto... e non lo dico perchè è il Tour, ma perchè è veramente bello! :)

 

[Modificato il 03/05/2006 alle 13:39 by marco83]


claudiodance - 03/05/2006 alle 13:36

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Claudio mi sembri un po' caustico... Zomegnan è sicuramente uno di quei personaggi che o li ami o li odi, ma francamente chiamarlo 'orrido' non mi sembra corretto. Internazionalita? Si... mica solo del campo di partenti, LA TV, gli sponsor..ecc ecc.. Io credo che il Giro faccia passi avanti.. il Tour è inarrivabile, lo sappiamo, ma la Vuelta si può surclassare,,,... Sui campioni..beh, non sarsanno qui per fare classifica ma gente come Julich, Mc Ewewn ecc ecc possono lasciare il segno sai che ti dico..anche Ullrich., poi arrivano squadre che in effetti portano ' solo il pullman... Quindi avrà certamente lati negativi come ognuno di noi.. ma fidati che è tutt'altro che uno sfigato... :) [/quote] …cascata, fidati, SONO caustico (o almeno ci provo). non dico che Zome sia uno sfigato, ma che ci piglia per il cu.lo. lo zome è orrido per me, ovvio, lo ritengo un furbetto cacciaballe con poca cultura ciclistica, ma è un mio pensiero, potrebbe non essere così furbo. della internazionalità televisiva del Giro non me ne può fregà de meno. Le balle che ci ha cacciato nell’intervista di Grassi sono sotto gli occhi di tutti. L’arrivo a Plan è, a mio parere (che fatica precisarlo uff!), una vigliaccata, sotto molti profili. Io dico che il livello dei partecipanti al Giro è un ottimo livello, un poco sotto quella del tour probabilmente, ma ottimo davvero, solo che questa eccellenza dipende esclusivamente dai cinque italiani che ho citato: 4 farebbero il Giro comunque, il quinto, Basso, lo fa grazie al Protour. La “moral suasion” di Zome, fa ridere i polli. Riderò per due giorni! Invece ti invito a una riflessione: Nelle epoche recenti il Giro veniva corso dai più grandi campioni stranieri per vincerlo: Senti questi: Hinault – Fignon – Mottet – Herrera – Roche - Indurain Bei nomi eh? E adesso? Da 10 anni circa la cosa non avviene più, il Giro è sostanzialmente autarchico per la classifica finale. Da cosa dipende, ohibò, ma dal nuovo calendario col mondiale ottobrino preceduto dalla Vuelta. (leggere il mordace dottor Mesty per i particolari). Contro questo dato di fatto c’è poco da fare, davvero poco. Una sola cosa potrebbe ridare lustro, e forse partecipazione di stranieri che puntino alla maglia rosa, al Tour of Italy, ed è che il vincitore del Giro vinca anche il Tour….possibilmente per un paio d’anni di seguito…ma su questo il corpulento Zome…non può nulla. Forza Basso, Forza Cunego…sognare è possibile!! Ciao belli claudio ps. Julich è gregario di Basso, MecEwen è uno sprinter....e anche lì, se proprio volessimo vedere il ranking....


lolloso - 03/05/2006 alle 13:55

come fai a dire che della internazionalità televisiva del giro non te ne frega nulla? come pretendi che arrivino i cosi detti campioni esteri quando certe nazioni conoscono solo il tour perche lo danno in tv? reputare campioni gente come Landis Leipheimer Evans mi pare esagerato anche perchè gente come Di Luca Simoni sono piu forti quindi verrebbero qua per giocarsi un posto dal 5° in giù, lo scopo di Zomegnan è quello di rendere il giro spettacolare in modo che la gente ne parli e si affezzioni a seguirlo forse a discapito dei corridori quando si propongono certe tappe, forse sbaglia il metodo ma l'intenzione è ottima, e poi certe squadre come la bouygues o la euskaltel faranno schifo sia al giro che al tour perche sono scarsi è basta


pedalando - 03/05/2006 alle 13:55

quello che sta cercando di fare lo Zome e' un rilancio del Giro a livello internazionale. Lo sta facendo in vari modi: percorso, partenza dalla "mecca", varianti come la cronosquadre e le semitappe (purtroppo non permesse) e naturalmente una discreta dose di "messaggi comunicativi" (che qui a Genova chiamiamo musse o balle). Mi pare una bella scommessa :boh:


claudiodance - 03/05/2006 alle 14:41

[quote][i]Originariamente inviato da lolloso [/i] come fai a dire che della internazionalità televisiva del giro non te ne frega nulla? come pretendi che arrivino i cosi detti campioni esteri quando certe nazioni conoscono solo il tour perche lo danno in tv? reputare campioni gente come Landis Leipheimer Evans mi pare esagerato anche perchè gente come Di Luca Simoni sono piu forti quindi verrebbero qua per giocarsi un posto dal 5° in giù, lo scopo di Zomegnan è quello di rendere il giro spettacolare in modo che la gente ne parli e si affezzioni a seguirlo forse a discapito dei corridori quando si propongono certe tappe, forse sbaglia il metodo ma l'intenzione è ottima, e poi certe squadre come la bouygues o la euskaltel faranno schifo sia al giro che al tour perche sono scarsi è basta [/quote]No, io volevo solo sottolineare le balle di Zomegnan. Mi sembra di esserci riuscito. Ne consegue che mi importa solo l’internazionalità dei partecipanti e segnatamente dei concorrenti della classifica finale. Questa non c’è, con tutta evidenza. La forza del tour è nel calendario (odierna) e (storicamente) nella centralità che i corridori di belgio e Olanda gli hanno riservato, eleggendolo a loro GT di riferimento e investendolo di quei caratteri di agonismo e di gara battagliata che sono il segno più evidente della corsa gialla. Leggi bene, leggi tutto. Ho citato Landis, Leipheimer e C. solo come paragone ai paralleli partecipanti al giro delle rispettive squadre. L’intenzione era evidenziare come tutte le squadre straniere (eccetto Csc) abbiano mandato le seconde o terze linee, non certo le loro punte di riferimento per i GT. Le uniche eccezioni sono ciccio-Ullrich e scheletro-Rasmussen, ma che correranno il Giro come allenamento. Ecco di nuovo sbugiardato il pungente Zome! Lo scopo di Zomegnan era chiaro, solo che se sbaglia il metodo per me sbaglia tutto. Ci mancherebbe solo che l’intenzione fosse cattiva, ho detto che è orrido, non mefistofelico! Ciao bello W il Giro claudio


Raf Benson - 03/05/2006 alle 16:37

Claudiodance sei troppo avanti. :clap: Si vede troppo chiaramente che lo Zome proviene da una vita da giornalista in gazzetta, è un abile comunicatore e questo, non lo nego, non può che far bene al nosto amato Giro. Lo stomachevole imprinting aziendale è però quello di elogiare il proprio giocattolino al limite dell'indecenza: il titolo di oggi ad esempio pone Ullrich allo stesso piano degli altri 5 pretendenti alla corsa rosa. Balzane da capogiro! Ma alla Gazzetta, da almeno un lustro, si nega l'evidenza di un livello di partecipazione che rasenta il ridicolo se confrontato con la storia e la tradizione della corsa rosa (basta leggere i nomi che ha scritto Claudiodance), degno forse del giro di Spagna. E siccome nessuno mette in dubbio che le colpe di ciò non sono da attribuire a RCS, non capisco questo sforzo revisionistico, se non per vendere qualche copia in più (ma sarà poi vero - chi compra la gazzetta per leggere di ciclismo non si fa mica infinocchiare da queste palle alla Biscardi). Ragazzi aprite gli occhi! Molti di voi sono giovani, ma andatevi a rivedere i partecipanti ai giri, non dico tanto, di 10 anni fa. Negli ultimi 9 anni (1997-2005) 9 vittorie italiane consecutive. Ecche, siamo diventati bravi all'improvvisso? Dubbi visto che nei 10 anni precedenti (1987-1996) potevamo contare su 2 affermazioni italiane e complessivamente su 11 vittorie italiane nei 30 anni precedenti il 1997. Diciamo che il rapporto giusto è 1 su 3 ma nove consecutive hanno qualcosa di stonato. Io amo il Giro ed è per questo che a leggere la starting list di molte squdare straniere (quasi tutte a dire la verità) mi viene da ridere per non piangere. :grr:

 

[Modificato il 03/05/2006 alle 16:39 by Raf Benson]


lallo - 03/05/2006 alle 18:20

Attualmente siamo nettamente i più forti nelle corse a tappe.:cincin: Basso è il N°1 Savoldelli poco dietro e poi Cunego e Simoni e lo stesso DiLuca. Al giro chi manca che potrebbe REALMENTE essere competitivo? Credo Leipheimer, Landis ed Evans che tutti comunque consideriamo non dei fenomeni. Valverde si è visto al Romandia che non stacca Savoldelli nemmeno se prega (ed il Falco massacra lo spagnolo a crono ed in discesa) Vinoukurov al tour si è sempre staccato da Basso in salita (figuriamoci al giro) Mancebo rumina piazzamenti e niente più. Chi altro?


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 20:08

Perbacco, vogliamo gli Heras, gli Hamilton, gli Hondo e i Santi Perez, i Terminaitor, vogliamo che il Giro torni ad essere intenrazionale davvero, vogliamo che questi bei personaggi tornino sulle nostre strade, porca zozza. Meno male che c'è Beltran, valà...


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 20:25

Domanda per Dancelli: ma la tua deliziosa figliola chi l'ha tenuta a battesimo, Jean Marie Leblanc, detto Il Meringa? Ciao bello


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 20:38

Questa era la partecipazione straniera al Giro 2004. Penso che non resti altro da aggiungere, per chi ancora non percepisce il cambio di rotta rispetto agli anni 2000-2004, resta solo da consigliare una visita agli stabilimenti Zeiss, o a Lourdes in alternativa. CHOCOLATS JACQUES WINCOR-NIXDORF 41 ARANAGA AZKUNE Andoni (Esp) ab.6° 42 ARDILA CANO Mauricio Alberto (Col) 43 BRARD Florent (Fra) 44 KOSTYUK Denys (Ukr) 45 GADRET John (Fra) ab.4° 46 RUDENKO Maxim (Ukr) 47 VAN DE WALLE Jurgen (Bel) ab.3° 48 VERHEYEN Geert (Bel) 49 VAN VELZEN Jan (Hol) FDJEUX.COM 91 BICHOT Freddy (Fra) ab.10° 92 DEREPAS David (Fra) 93 FRITSCH Nicolas (Fra) 94 GILBERT Philippe (Bel) 95 McGEE Bradley (Aus) 96 MOUREY Francis (Fra) 97 VAUGRENARD Benoit (Fra) 98 VOGONDY Nicolas (Fra) 99 WILSON Matthew (Aus) GEROLSTEINER 111 FARESIN Gianni (Ita) np.10° 112 FÖRSTER Robert (All) 113 MONTGOMERY Sven (Sui) np.14° 114 POLLACK Olaf (All) 115 REBELLIN Davide (Ita) np.8° 116 SERPELLINI Marco (Ita) 117 STRAUSS Marcel (Sui) 118 WEGMANN Fabian (All) 119 ZIEGLER Thomas (All) LANDBOUWKREDIET-COLNAGO 131 BILEKA Volodymyr (Ukr) 132 DUMA Vladimir (Ukr) 133 DURAND Jacky (Fra) ab.18° 134 GASPERONI Cristian (Ita) ab.2° 135 POPOVYCH Yaroslav (Ukr) 136 SIJMENS Nico (Bel) 137 VAITKUS Tomas (Lit) np.10° 138 VERSTREPEN Johan (Bel) 139 ADYEYEV Sergiy (Ukr) LOTTO-DOMO 141 McEWEN Robbie (Aus) np.16° 142 BRANDT Christophe (Bel) 143 GARDEYN Gorik (Bel) 144 WADECKI Piotr (Pol) np.15° 145 VIERHOUTEN Aart (Hol) 146 DETILLOUX Christophe (Bel) ab.16° 147 GATES Nick (Aus) 148 STEEGMANS Gert (Bel) 149 VERBRUGGHE Ief (Bel) PHONAK HEARING SYSTEMS 151 ALBASINI Michael (Sui) 152 AEBERSOLD Niki (Sui) 153 BENNATI Daniele (Ita) ab.2° 154 FERTONANI Marco (Ita) 155 MOOS Alexandre (Sui) 156 MURN Uros (Slo) 157 SCHNIDER Daniel (Sui) 158 USOV Alexandre (Blr) 159 VALJAVEC Tadej (Slo) SAUNIER DUVAL-PRODIR 161 BERTOGLIATI Rubens (Sui) 162 CANADA GRACIA David (Esp) 163 DOMINGUEZ Juan Carlos (Esp) np.8° 164 GOMIS LOPEZ Juan (Esp) 165 LOBATO ELVIRA Ruben (Esp) 166 LODDO Alberto (Ita) ab.17° 167 MORI Manuele (Ita) 168 ZAUGG Oliver (Sui) 169 STRAZZER Massimo (Ita) np.10°


Monsieur 40% - 03/05/2006 alle 20:39

Ma lo sapete che con Ardila Cano e Gadret la Chocolade Jacques non era poi così scarsa?! :Od:


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 20:46

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Ma lo sapete che con Ardila Cano e Gadret la Chocolade Jacques non era poi così scarsa?! :Od: [/quote] Diciamo che Ardila è esploso l'anno scorso, e che Gadret forse quest'anno ha deciso di pensare seriamente allo stradismo, visto che a 26 anni ha capito che nel cross non può diventare un numero uno. Comunque, a scanso di equivoci, io parlavo dell'internazionalità della corsa, non del livello dei partecipanti, anche se sono d'accordissimo con te. Del resto i saltamartino che sbeffeggiavano il livello del Giro del 2004 oggi menano il torrone sbandierando la partecipazione di Popovych al Tour. É sempre la stessa storia. Ciao Marietto


Monsieur 40% - 03/05/2006 alle 20:51

Ma sì, anche lallo che l'anno scorso era terribilmente pessimista (ricordate?) adesso pare aver cambiato idea. Gli unici che potevano portare qualcosa in più erano (e sono) Valverde e Vinokourov, per la classifica generale.


gabri59 - 03/05/2006 alle 22:46

Davvero un' ottima intervista, il sig. Zomegnan ci sa fare...peccato però che la sua difesa della sua creatura mi abbia più volte quasi fatta cadere dalla sedia per via della (del tutto involontaria, ne sono convinta) comicità. Grande Claudio, concordo sulla fola (anzi, fole) che hai rilevato nelle affermazioni del sig. Zomegnan riguardo alla partecipazione straniera... Anche se certi nomi, come quelli citati da Davide, sono ben contenta che non abbiano mai messo piede in Italia, così come sono strafelice che Braccioforte non sia mai venuto (soprattutto poi se per averlo si sarebbe dovuto disegnare un percorso ad hoc come successe per Indurain). Ma quella rilevata dal mitico CDMSC (spero di essermelo ricordato correttamente) non è certo la sola "perla" nel discorso di Zomegnan: io ne ho rilevate parecchie, come dicevo. La più esilarante è la seguente: [i]A me una cosa che ha sempre dato fastidio è stata la crono piazzata prima delle salite: è un vantaggio grosso per i cronoman, che poi possono correre in difesa [/i] è la realtà, e non potrei che essere assolutamente d' accordo, come ben sapete. Peccato però che lo Zomegnan stesso abbia piazzato una crono lunga per specialisti puri esattamente prima delle montagne nel suo Giro. E alla (immagino stupita) replica dell' ottimo Grassi in merito, lo Zomegnan se ne esce con questa perla esilarante: [i]Pontedera viene dopo un fine settimana di montagna: non sottovalutate la tappa di Saltara, che è davvero impegnativa, e quella di Passo Lanciano, un vero arrivo in salita[/i] Ohibò, ma che bugia! Pontedera viene dopo un giorno di riposo, così come anche la cronosquadre. Ma non solo: pur scrutando a lungo le altimetrie delle due tappe precedenti il riposo, proprio non vedo un "fine settimana di montagna"... saranno false, forse? Montagne? Tappe impegnative? :? Dove sono? Nella tappa di Saltara vedo un GPM a San Marino (!) un altro sul Monte Catria (ben milletrecento metri) e infine il Monte delle Cesane, che sarà pure come dite un "piccolo Mortirolo" ma è a ben 40 km dall' arrivo, posto su uno strappetto, è cioè del tutto inutile per chi dovesse guadagnare in salita. Non sembra proprio una tappa "di montagna molto impegnativa", caro Zomegnan :O-- La tappa della Maielletta poi è lunga appena 170 km e piatta come un biliardo, a parte la salita finale dalla pendenza media dell' 8,4% , non particolarmente adatta agli scalatori che tra l' altro soffriranno i 160 km di pianura precedenti. Ma che bugie, sig. Zomegnan :O-- Altra colossale bugia: [i]abbiamo messo le salite importanti tutte alla fine delle frazioni.[/i] Si vede che il concetto di "alla fine" di Zomegnan è diverso da quello comunemente inteso... Vediamo un pò: -Cesane, 39,5 km all' arrivo -Arrivo di La Thuile: 7 km di discesa dopo il GPM (peraltro l' unico della giornata) -Passo del Sempione (non un granchè, ma anche qui l' unico GPM se si eccettua quello del San Bernardo all' inizio della tappa): 46 km all' arrivo. -Fedaia (o Marmolada che dir si voglia): 88 km all' arrivo -Mortirolo, 32 km all' arrivo :O-- Esilarante poi la motivazione dell' inserimento della cronosquadre: [i]non l'abbiamo inserita solo per compiacere gli sponsor, ma anche per un motivo ben preciso: per spingere i direttori sportivi ad allestire formazioni di alto livello, in modo che i loro capitani non perdano troppo terreno in quella tappa[/i] Mi piacerebbe davvero sapere quale maggiore contributo di spessore tecnico possa apportare alla corsa il fatto che Cunego, Basso, Simoni, Savoldelli e Di Luca portino al Giro gregari forti a cronometro. Il problema è lo scarso spessore tecnico delle squadre alle quali della cronosquadre non frega più di tanto, non lottando per il podio. E il risultato della cronosquadre è negativo in duplice modo: sia perchè penalizza ingiustamente una classifica indivuduale con una prestazione di squadra, sia perchè indebolisce in montagna le squadre di quei corridori che in montagna devono attaccare. E il fatto che non siano stati nemmeno messi gli sbarramenti come invece al Tour la dice lunga sulle bugie di Zomegnan e sul fatto che le conseguenze di cui sopra sono esattamente quello che lui vuole. E infine, la megaballa riassuntiva. Mr Zomegan afferma: [i]le grandi gare a tappe sono l'essenza del ciclismo; e per questo devono essere equilibrate, avere la giusta misura di cronometro, salite e percorsi che premino la resistenza.[/i] Già, tutto vero e giusto, peccato però che il tracciato disegnato da Zomegnan neghi in toto questo assunto! Il suo è tutt' altro che un Giro equilibrato. Un Giro equilibrato per definizione non dà vantaggi a nessuno. Invece, con la cronosquadre e la crono lunga e piatta per specialisti dopo i riposi e prima delle montagne viene dato un grosso vantaggio a chi va forte a cronometro ed ha squadre forti a cronometro, ovvero a Basso/CSC e Savoldelli/Discovery. Inoltre, rispetto all' anno scorso, all'introduzione di crono da specialisti puri corrisponde una diminuzione dell' altimetria complessiva, da 29.300 metri a 26.600. E come se non bastasse, l' unico arrivo in salita per scalatori, ovvero non pedalabile, è quello di Plan de Corones, piazzato però alla fine di una tappa vergognosamente corta e con un solo altro GPM - ovvero, come ti preservo al massimo il passista. Della distanza (o per meglio dire lontananza) delle altre salite "da scalatori" rispetto al traguardo ho già detto prima. Dice Zomegnan: [i]Meno salita quindi, ma contano i versanti che vengono affrontati: la Marmolada la si può prendere da una parte o dall'altra, e il dislivello è sempre quello. Ma noi abbiamo scelto il versante più duro[/i] Già, peccato però che sia a 88 km dall' arrivo, e con in mezzo il facilissimo Pordoi a ben 62 km dall' arrivo, dei quali 45 km sono di discesa e pianura! Già, ma se uno scalatore non arriva da solo all' arrivo in una tappa così è colpa sua, no? Lo dice Zomegnan... Proprio come ai tempi di Indurain. Ma vaffa... Che bugiardo! :O-- PS: per quanto riguarda il riferimento fatto da Zomegnan alla tappa di Oropa in cui Ugrumov attaccò e staccò Indurain, che mi ha fatta veramente arrabbiare: non è che per caso quella era l' unica tappa con una salita "vera"? Eh? Ma va... PPS: basta guardare il percorso per capire per chi tifa Zomegnan, visto che si prende in toto le responsabilità. E' chiaro come il sole: Basso. PPPS: Claudiè, Basso e Bettini sarebbero venuti al Giro anche senza il Pro Tour, puoi starne certo. Hanno cambiato atteggiamento nei confronti della corsa rosa quando nel 2004 gli indici d' ascolto sono schizzati in su (la tappa della Presolana detiene tutt'ora il record) ed hanno visto quanta popolarità ha acquisito Damiano. Ricordo bene le dichiarazioni d' intenti di Basso e Bettini nel giugno del 2004, poi ribadite durante il Tour.


gabri59 - 03/05/2006 alle 22:48

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Del resto i saltamartino che sbeffeggiavano il livello del Giro del 2004 oggi menano il torrone sbandierando la partecipazione di Popovych al Tour. É sempre la stessa storia.[/quote] E già... :OIO


Andrea_Web - 03/05/2006 alle 22:53

Gabry ricordati anche il San Pellegrino...che non è per niente pedalabile...fidati, ci andavo in ritiro quando correvo. ;)


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 23:15

Boh, a me il tracciato piace parecchio, come mi è piaciuta l'intervista del Diretùr Marco Grassi, come mi sono piaciute le risposte di Zomegnan, che possono anche essere non condivise integralmente ma non mi sembra affatto che racchiudano la volontà di prendere in giro chicchessia, neppure involontariamente, semmai sono le parole del direttore di un progetto che, assieme agli interessi economici, come è sacrosanto che sia, cerca di tutelare anche i contenuti sportivi della manifestazione, circostanza diametralmente opposta rispetto a quanto accade nel Tour de France.


mestatore - 03/05/2006 alle 23:16

aranciata, ma sei sicuro che il bisontino sia meglio di terminaitor, recentemente scagionato? o che guidi sia un gran personaggio? teniamoco i nostri scotto d' abusco, prima di sbeffeggiare gli altri. non siamo molto meglio degli altri , credi.. w claudio ricordati che lo zome è amico di lance ciao mesty


aranciata_bottecchia - 03/05/2006 alle 23:21

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] aranciata, ma sei sicuro che il bisontino sia meglio di terminaitor, recentemente scagionato? o che guidi sia un gran personaggio? teniamoco i nostri scotto d' abusco, prima di sbeffeggiare gli altri. non siamo molto meglio degli altri , credi.. w claudio ricordati che lo zome è amico di lance ciao mesty [/quote] Carissimo, io sono sicuro solo della polenta con le lumache, fidati. Teniamoci i nostri? Tieniteli tu, e io sbeffeggio chi mi pare (del resto quelli che io ho citato erano stati vincitori di tappe del Giro, giusto per fare presente la ragione d'essere della citazione). Ciao bello.


pedalando - 03/05/2006 alle 23:35

se, come ci si aspetta, il Giro sara' molto spettacolare ed il tour ancor piu' noioso vogliamo scommettere dove gli sponsor delle squadre manderanno i loro big il prossimo anno ?


pedalando - 03/05/2006 alle 23:43

[quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] -Fedaia (o Marmolada che dir si voglia): 88 km all' arrivo [i]Meno salita quindi, ma contano i versanti che vengono affrontati: la Marmolada la si può prendere da una parte o dall'altra, e il dislivello è sempre quello. Ma noi abbiamo scelto il versante più duro[/i] Già, peccato però che sia a 88 km dall' arrivo, e con in mezzo il facilissimo Pordoi a ben 62 km dall' arrivo, dei quali 45 km sono di discesa e pianura![/quote] Gabri, solo una doppia precisazione: la tappa che include il Fedaia termina con un arrivo in salita al Passo san Pellegrino. E ti assicuro che quella salita finale non e' molto pedalabile....


gabri59 - 03/05/2006 alle 23:52

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Gabry ricordati anche il San Pellegrino...che non è per niente pedalabile...fidati, ci andavo in ritiro quando correvo. ;) [/quote] Bene, mi fa molto piacere sentirtelo dire, ma le cartine indicano una pendenza media del 6,2% (con un tratto al 15% a due terzi della salita)... sono sbagliate per caso? In ogni caso, il vero peccato mortale di quella tappa è avere completamente vanificato una salita magnifica come il Fedaia dal versante veneto...l'ho fatta l' estate scorsa (in macchina naturalmente) e sognavo un arrivo lì in cima (c'è tutto lo spazio che serve e anche di più, volendo). Invece, piazzata a ben 88 km dall' arrivo, non servirà a nulla, peggio dello Stelvio :(


pedalando - 03/05/2006 alle 23:58

[quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Gabry ricordati anche il San Pellegrino...che non è per niente pedalabile...fidati, ci andavo in ritiro quando correvo. ;) [/quote] Bene, mi fa molto piacere sentirtelo dire, ma le cartine indicano una pendenza media del 6,2% (con un tratto al 15% a due terzi della salita)... sono sbagliate per caso? [/quote] puo' darsi, il tratto duro e' al 18% (esperienza personale ;) ) e la salita e' molto lunga, non molla neanche per un metro e ha molti cambi di pendenza. Insomma non e' una salita regolare da passisti.... [quote] In ogni caso, il vero peccato mortale di quella tappa è avere completamente vanificato una salita magnifica come il Fedaia dal versante veneto...l'ho fatta l' estate scorsa (in macchina naturalmente) e sognavo un arrivo lì in cima (c'è tutto lo spazio che serve e anche di più, volendo). Invece, piazzata a ben 88 km dall' arrivo, non servirà a nulla, peggio dello Stelvio :( [/quote] ti straquoto!


EugeRambler - 03/05/2006 alle 23:59

fa sempre dispiacere vedere una salita mitica come il fedaia un pò mortificata all'interno di una tappa stupenda, però se vogliamo una tappa con 4 salite è ovvio che non possono essere tutte decisive e qualcuna sarà più distante di altre dal traguardo. il san pellegrino è un degno arrivo di tappa.


maurofacoltosi - 04/05/2006 alle 00:03

Gli ultimi 6,2 Km del San Pellegrino hanno una pendenza media del 9,7% (11,4% la media nella prima metà di questo tratto, dove si raggiunge la pendenza massima, che io sapevo essere del 18%, non del 15%). Qui verrà fuori la fatica di un Giro già durissimo. Il Mortirolo a 32 Km dall'Aprica non è uno scandalo: il Mortirolo è un'ascesa che non scherza e pure i 15 Km finali sono all'insù, sebbene con pendenze non durissime. D'altronde non c'erano alternative x arrivare all'Aprica: o mettevano il Padrio (ma sarebbe stato un Giro supermicidiale) o facevano il Santa Cristina, come quando vinse Pantani (in questo caso sarebbero stati ben più di 32 Km) Infine, non butterei via la tappa di Saltara. Non è disegnata male, per nulla. Mi stuzzica molto anche la frazione di Gemona: molti potrebbero sottovalutarla. Attenzione!!!!


gabri59 - 04/05/2006 alle 00:07

Ho fatto un po' di casino con i post, sorry...:OIO La tua descrizione del San Pellegrino mi risolleva un po' il morale, anche se è davvero triste pensare che una tappa che avrebbe potuto essere leggendaria sarà invece molto probabilmente ridotta a una tappa "da ultima salita". E' estremamente possibile (anzi, direi quasi matematico) che sia Basso che soprattutto Savoldelli soffrano tantissimo il Fedaia ed i suoi numerosi tratti al 18%. Però poi avranno ben 88 km facili per recuperare eventualmente...ammesso e non concesso che i vari Simoni, Cunego e Rujano facciano la pazzia di provare ad andarsene così da lontano con quel percorso...

 

[Modificato il 04/05/2006 alle 00:21 by gabri59]


mestatore - 04/05/2006 alle 00:09

gabri, ma perchè sei uscita dal sarcofago del tifoso ottuso? Il san pellegrino è una signora salita, un bellisimo arrivo in una tappa molto dura che si presta a molti disegni tattici. web ha ragione, è bella dura, un bellissimo spartito per bravi suonatori, speriamo che ce ne siano. hai da ridire anche sul s.carlo: una salita di 10 km al 10%: hai mai provato a farne una? vai e pedala, poi la racconti a me e a web. dopo ci sono 6 km di discesa quasi ininfluenti, se non che qualche colombiano vecchia maniera ed il tuo amico ivan basso ci possono perdere qualche secondo. guarda che c'è la stessa discesa tra joux plane e morzine.... è un arrivo difficilissimo. ah, ma tu preferisci le tappe di salita di 120km come al giro 2004.... concepisci solo l' arrivo sul cocuzzolo irraggiungibile? maddai , studia la storia del ciclismo. ti saluto cordialmente con il solito invito.... snebbiati. ciao mestatore


mestatore - 04/05/2006 alle 00:15

ah, cara gabri, volev solo chiarirti un aspetto fondamentale del ciclismo : un fedaia ti resta comunque nelle gambe, non è che si recupera facendo il pordoi. i metri di dislivello mentre pedali, alla terza settimana, si accumulano, non si recuperano. non si smaltiscono come il vino come quando hai bevuto. le cotte si pigliano in quei tapponi lì, non nelle medie fondo da 120 km. ti ricordi la tappa di passo coe? ciao mestatore


gabri59 - 04/05/2006 alle 00:32

Ed ecco l' immancabile mestatore con gli immancabili, usuali insulti. Ti rigiro l' invito a snebbiarti, vedo che ne hai bisogno più che mai. Se poi magari ti riuscisse di portare argomentazioni invece di invettive, sarebbe meglio per tutti, ma temo che le discussioni civili - o addirittura le discussioni tout court - proprio non siano nelle tue corde. Ciao.


mestatore - 04/05/2006 alle 00:42

cara gabri, non vogliono essere insulti. non ti sto affatto insultando.non mi permetterei mai. nè mi sembra che sia il caso o ne valga la pena. al bar, quando si dicono fregnaccie, o si spiegano o si paga dazio. tu prova a salire il s, carlo o il fedaia, studiati un po' di tappe con più di 200 km e 3000m di dislivello, poi forse capisci che gli argomenti ci sono. snebbiati forza cunego mestatore ps: ah ,dimenticavo, forza basso, pure....


Andrea_Web - 04/05/2006 alle 00:59

Fate i bravi! :Old: Mesti non offendere + la Gabry...e tu Gabry ammetti di averle sparate grosse su un paio di salite. Faccio il giudice di pace :Od:


pedalando - 04/05/2006 alle 01:00

[quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] Se poi magari ti riuscisse di portare argomentazioni invece di invettive, sarebbe meglio per tutti [/quote] Belin Gabri! guarda che Mesty ha portato un sacco di argomentazioni intelligenti. guarda la luna non il dito.....e snebbiati ;) :D


EugeRambler - 04/05/2006 alle 01:02

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Faccio il giudice di pace :Od: [/quote] ragazzi, mestatore, gabri...vergogna! :nonono: tutta la testa nella cenere...come si può far diventare il buon andre un pacifista. puffh, lui che è il più guerrafondaio della compagnia. andre, che ti succede? non sei più tu :Od:


pedalando - 04/05/2006 alle 01:04

[quote][i]Originariamente inviato da EugeRambler [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Faccio il giudice di pace :Od: [/quote] ragazzi, mestatore, gabri...vergogna! :nonono: tutta la testa nella cenere...come si può far diventare il buon andre un pacifista. puffh, lui che è il più guerrafondaio della compagnia. andre, che ti succede? non sei più tu :Od: [/quote] a meno due dal Giro stanno avvenendo mutazioni piu' che assurde, speriamo che passino in fretta sti 2 giorni o finisce che mi depilo :D


gabri59 - 04/05/2006 alle 01:44

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] Se poi magari ti riuscisse di portare argomentazioni invece di invettive, sarebbe meglio per tutti [/quote] Belin Gabri! guarda che Mesty ha portato un sacco di argomentazioni intelligenti[/quote] Sarà che è difficile discernerli in mezzo agli insulti, e che anche se lo facessi non avrei proprio voglia di ripondere civilmente ad uno che non fa altro che aggredire ed insultare. Ne ho piene le scatole, francamente. E poi, il San Carlo rimane come prima alla fine di una tappa piatta. E certo che il Fedaia rimane nelle gambe, e allora? Ciò non elimina purtroppo gli 88 km che esistono prima del traguardo, nè il fatto che circa 58 di questi km sono in discesa o pianura. Nè che solo un tratto di circa 3 km della salita finale ha pendenze che superano il 10% (sempre secondo la cartina). Non vedo proprio quali "molti disegni tattici" potrebbero applicarsi ad una tappa così se non una specie di Falzes con molta più gente in fuga. E aggiungo che una "cotta" eventuale con un percorso così sarebbe estremamente minimizzata. Buonanotte!


Monsieur 40% - 04/05/2006 alle 02:33

Altro che Zomegnan, ragazzi!!! Questa di Gabri è una vera e propria strategia comunicativa!!!! E io che pensavo fosse davvero convinta di ciò che scriveva! Tantissimi corridori dicono che il Giro è durissimo: Basso dice che non si sente il favorito e guarda Simoni e Cunego, Di Luca dice che i favoriti sono Basso e Simoni, Simoni dice che vorrà lottare ma ci sarà Basso da tenere d'occhio, Cunego dice di star bene ma che il Plan de Corones è impressionante, Savoldelli parla poco e mai a sproposito e lui dice che i Giri son più o meno tutti uguali perché a pedalare in salita si fa sempre la stessa fatica, Rujano dice che non farà il Giro e poi lo fa "si ma come?" e intanto lo fa, Ullrich non parla perché è educato e con la bocca piena non si azzarda a spiccicar parola. E allora ci pensa Gabri. San Pellegrino? pedalabile. San Carlo? Bah, si scollina a 7 km (4,5 minuti di discesa, più o meno) dal traguardo. Non è vicina all'arrivo. E prima è tutta pianura. Mortirolo? Lontanissimo. Gavia e Aprica spazzati via chissà perché. Le cronometro? Urka, tostissime e decisive. Ergo: il Giro è disegnato apposta per Basso. E magari Savoldelli. Ma sicuramente non per Simoni e Di Luca. E sfavorisce terribilmente Cunego. Conclusione: se Basso vincerà - dice Gabri - non sarà da applaudire perché il Giro è stato disegnato su di lui. Sarebbe come stupirsi di un vestito che gli sta a pennello, visto che il sarto gliel'ha cucito addosso. Chiave di lettura successiva (dalle mie parti si dice "mettere le mani avanti per non cadere dietro"): se Cunego non vincerà - dice sempre Gabri - non sarebbe un guaio (e difatti non lo sarebbe, dice Mario). Perché il Giro non era fatto per lui. Chiave di lettura "maxima": se Cunego vincerà - questo Gabri non lo dice a priori, sennò che strategia comunicativa sarebbe? - il Giro d'Italia 2006 compirebbe un'impresa epica. Zittirebbe gli RCS che lo snobbano per Basso, zittirebbe i sondaggisti che risposero fosse un bluff, ma soprattutto sarebbe stato in grado di battere Basso (e tutti gli altri, ma son secondari perché la stampa dà loro meno importanza) sul terreno disegnato apposta per lui. Incredibile! Il Cunego convinto, sin dalla presentazione, di poter vincere questo Giro impallidisce. E anche Gabri sa che questo Giro è, in fin dei conti, equilibrato (come ha detto Cassani alla Marchesan, l'intervista la trovi ancora in home-page). E perdona, Gabri, se ogni tanto ci si scalda nei tuoi confronti: ma a primo acchitto è complicato comprendere che il tuo non è "tifo cieco", ma soltanto un istinto naturale di protezione verso il Piccolo Panettiere. Lo dico senza alcuna malizia. Ci sono semplicemente arrivano - coscientemente - soltanto ora. Buon Giro d'Italia. Ci farà tremare in ogni tappa. ;)


Abruzzese - 04/05/2006 alle 03:17

Faccio qualche considerazione dopo aver letto i messaggi precedenti sperando di non suscitare polemiche. Secondo me il fatto che una tappa con arrivo in salita o con salita impegnativa posta nel finale di gara sia preceduta dalla pianura e non da altre difficolta' altimetriche e' relativo e mi spiego subito:prendo la tappa di Passo Lanciano che viene subito dopo quella di Saltara dove potrebbe essere gia' successo qualcosa.Vedendo i Giri d'Italia degli scorsi anni ricordo che il primo arrivo in salita dice sempre qualcosa,sentivo spesso in tv dire il giorno stesso della prima salita o i giorni precedenti "quest'arrivo non ci dira' chi vincera' il Giro ma sicuramente ci dira' chi forse non lo vincera'".Ebbene,se qualcuno a Saltara e soprattutto a Passo Lanciano vivra' una giornata non particolarmente brillante(tra l'altro avevo letto che Savoldelli nei giorni scorsi era un po' preoccupato per l'inizio del Giro a causa del malessere che l'ha costretto al ritiro al Romandia)potrebbe accumulare minuti pesanti.Mi ricordo infatti che su una salita come il Terminillo,che se non erro negli ultimi anni che e' stata affrontata e' stata il primo arrivo in salita di quei giri,che come pendenze e' assai piu' semplice di un Passo Lanciano un po' di macello succedeva,qualcuno qualche minutino ce l'ha lasciato per cui attenzione. La storia recente del Giro poi ci insegna che la crisi se uno non sta molto bene per vari motivi(le gambe magari quel giorno non girano proprio,problemi fisici,sintomi influenzali...)puo' arrivare da un momento all'altro e puo' prenderti sia in una tappa come quella col San Carlo,dove con 10 km al 10% il gruppo si comincia pian piano a sfilacciare,sia in una tappa come quella col San Pellegrino,magari dopo aver tenuto bene su Fedaia e Pordoi.Mestatore prima citava la tappa del Passo Coe e tutti ci ricordiamo di Cadel Evans:proprio cosi',si spegne la luce e poff,tutti i sogni si infrangono e in pochi chilometri si puo' prendere anche un quarto d'ora.Mi ricordo anche il Giro del 1998:fino alla tappa di Selva molti pensavano che Zulle avesse il Giro in pugno dopo aver staccato Pantani in salita a Lago Laceno,aver perso solo una decina di secondi a Piancavallo e aver irriso il Pirata nella crono di Trieste.Nella tappa di Selva c'era il Duran all'inizio e non successe nulla,poi nel famoso drittone di Malga Ciapela sulle prime rampe del Fedaia il Pirata scateno' la rumba,Zulle non rispose e cedette improvvisamente,4 minuti e mezzo quel giorno,prima del crollo definitivo sul Crocedomini qualche giorno dopo.Per cui questo Giro per me va benissimo perche' potrebbe succedere di tutto.Se uno ha una giornata poco brillante e riesce a difendersi potrebbe anche ritrovare una buona pedalata nei giorni successivi oppure si possono perdere irrimediabilmente minuti in una tappa apparentemente insignificante.Contro il destino non si puo' andare e l'essenza del ciclismo e' fatta non solo dalle vittorie luminose ma anche dai crolli rovinosi.


claudiodance - 04/05/2006 alle 08:32

Arancia, Leblanc non so nemmeno che faccia abbia. Zome è un “Bosiader”, ecco tutto. A beneficio di tutti ecco un riassuntino del mio pensiero. Che in sintesi è questo: Le squadre straniere che fanno il Giro non hanno ambizione di vittoria finale e perciò riservano i migliori specialisti per il Tour. Fanno eccezione le squadre che hanno capitani italiani e la Selle Italia con Rujano (che non è Pro-tour). Ecco lo schema, credo (modesto) che non possa essere contestato. A- Squadre “Protour” che portano al Giro seconde linee per la classifica finale. 1. AG2R Prevoyance - OUT Mancebo e Moreau 2. Bouygues Telecom - OUT Fedrigo e Voeckler 3. Caisse d'Epargne-Illes Balears - OUT Valverde 4. Cofidis, le Credit par Telephone - OUT Moncutiè 5. Credit Agricole - OUT Caucchioli 7. Davitamon-Lotto - OUT C. Evans 8. Euskaltel-Euskadi - OUT I. Mayo 9. Gerolsteiner - OUT Leipheimer 10. Liberty Seguros-Würth Team – OUT Vinoukurov 11. Phonak Hearing Systems - OUT Landis B- Squadre “Protour” che portano al Giro il miglior corridore per la classifica finale. 1. Quick Step-Innergetic – In Garate C- Squadre “Protour” che portano al Giro il miglior corridore per la classifica finale (ITALIANO) 1. Discovery Channel Pro Cycling Team – IN Savoldelli (in realtà Popo al Tour=PARI) 2. Lampre-Fondital – IN Cunego 3. Liquigas – IN Di Luca 4. Saunier Duval-Prodir – IN Simoni 5. Team CSC – IN Basso D- Squadre “Protour” che portano al Giro il miglior corridore per la classifica finale ma per fare allenamento 1. Rabobank – IN Rasmussen 2. Telekom – IN Ulrich E- Altre: Milram (punta solo alle tappe) – Selle Italia e Panaria (squadre italiane o quasi, non Protour) In estrema sintesi: 14 squadre non hanno interessi di classifica 8 squadre hanno i migliori capitani a disposizione, di questi 8, 6 sono italiani (Basso, Cunego, Simoni, Di Luca, Savoldelli e Sella) La partecipazione al giro per la classifica finale è, tutto sommato, quasi esclusivamente Italiana. Ne consegue che l’internazionalità di Zome sia una balla. Ciao Claudio


robby - 04/05/2006 alle 09:06

ehhh sì caro mario come dici tu ci farà tremare ad ogni tappa sto Giro!!!!!!!


leo - 04/05/2006 alle 09:17

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Questa era la partecipazione straniera al Giro 2004. Penso che non resti altro da aggiungere, per chi ancora non percepisce il cambio di rotta rispetto agli anni 2000-2004, resta solo da consigliare una visita agli stabilimenti Zeiss, o a Lourdes in alternativa. CHOCOLATS JACQUES WINCOR-NIXDORF 41 ARANAGA AZKUNE Andoni (Esp) ab.6° 42 ARDILA CANO Mauricio Alberto (Col) ............. [/quote] Secondo me dipende da come intendi "partecipazione straniera" Sicuramente a livello di squadre oggi ne abbiamo di piu e migliori, ma queste schierano, per quanto riguarda gli uomini importanti, corridori italiani. (Che sono state costrette a comprare per il pro-tour, questo si) Ciao!


aranciata_bottecchia - 04/05/2006 alle 09:42

[quote][i]Originariamente inviato da leo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Questa era la partecipazione straniera al Giro 2004. Penso che non resti altro da aggiungere, per chi ancora non percepisce il cambio di rotta rispetto agli anni 2000-2004, resta solo da consigliare una visita agli stabilimenti Zeiss, o a Lourdes in alternativa. CHOCOLATS JACQUES WINCOR-NIXDORF 41 ARANAGA AZKUNE Andoni (Esp) ab.6° 42 ARDILA CANO Mauricio Alberto (Col) ............. [/quote] Secondo me dipende da come intendi "partecipazione straniera" Sicuramente a livello di squadre oggi ne abbiamo di piu e migliori, ma queste schierano, per quanto riguarda gli uomini importanti, corridori italiani. (Che sono state costrette a comprare per il pro-tour, questo si) Ciao! [/quote] Ciao Leo, io credo che approfondendo la questione del "livello" si rischia di rinverdire vecchie contrapposizioni che non hanno portato da nessuna parte, dunque è un argomento che non mi interessa risollevare. Per ciò che riguarda l'internazionalizzazione della corsa, questa non può che passare attraverso quattro passi: la maggiore visibilità televisiva, o meglio mediatica; un maggiore ritorno economico per le squadre partecipanti; la netta differenziazione tecnico/sportiva rispetto al Tour de France; la serena convivenza con le operazioni anti-doping della magistratura. I primi due passi vanno raggiunti progressivamente e mi sembra che la strada intrapresa, pur con ritardo, sia quella giusta; la differenza con il Tour mi sembra clamorosamente evidente, tanto da risultare digeribile persino la cronosquadre; per ciò che riguarda il quarto passo, mi sembra che il vuoto lasciato dagli stranieri, seguito ai fatti del 1999-2001, stia venendo progressivamente colmato (certo non si può pretendere la presenza dei migliori Spagnoli, perchè nel frattempo anche la Vuelta è divenuta assai più importante rispetto a quella corsa piuttosto modesta che era all'epoca di Indurain). Ciao


aranciata_bottecchia - 04/05/2006 alle 10:06

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Che in sintesi è questo: Le squadre straniere che fanno il Giro non hanno ambizione di vittoria finale e perciò riservano i migliori specialisti per il Tour. Fanno eccezione le squadre che hanno capitani italiani e la Selle Italia con Rujano (che non è Pro-tour)....etc etc etc [/quote] Non ha importanza secondo me. Stiamo parlando di "internazionalizzazione", e la presenza di corridori italiani nelle squadre straniere è già un passo importante. Noto anche che i ragazzi stranieri più giovani, quelli nati dal 1981 in poi, hanno preso l'abitudine di farsi le ossa nel Giro d'Italia, un fenomeno cominciato nel 2004, proseguito nel 2005 e constatabile anche quest'anno. Di grande assente ce n'è uno solo: Ullrich, dal momento cha parteciperà il suo ectoplasma. Dispiace senza dubbio l'assenza di Boonen e Vinokourov, quella di Valverde già meno, perchè trovo fisiologico che le sue due corse privilegiate siano Tour e Vuelta. Il resto è fuffa, leggo nomi come Rasmussen (anche lui ectoplasmatico), Leipheimer, Mancebo, Landis...ma per l'amor di Dio, ma si scherza? Ma chi se ne frega... Ma la questione è un'altra: qui si discuteva dell'internazionalizzazione, non sulla sovrapponibilità dei pretendenti al Giro con i pretendenti al Tour, cosa assai differente. Del resto è una fesseria che i secondi siano superiori ai primi, con la sola eccezione di un Ullrich in stato di grazia, e la felicissima eccezione di un Basso che sta consegnando un esempio epocale. Semmai l'accento va posto sull'inaridimento della competitività economica delle squadre italiane, piuttosto che sull'operato di Zomegnan.


mestatore - 04/05/2006 alle 10:49

cara gabri59, ti ripeto, sei annebbiata dalla passione, dall' istinto di protezione come dice mario, ma pur sempre annebbiata. non è un insulto, non mi ritengo maleducato e non insulto. ma in un forum posso contraddire chi scrive fregnaccie a mio parere e non sopporto questo buonismo pregiro. non voglio proprio fare il bravo nè ho intenzione di farlo perchè arriva il giro. ne ho visti abbastanza di giri per non cambiare atteggiamento. se chi non è d' accordo con te , ti insulta, allora rassegnati, continuerai a sentirti insultata, anche se mi dispiace perchè no è mia intenzione. guarda la cartina del s.pellegrino postata da web nel 3d sulle percentuali di vittoria: è una salita lunga, dura con tratti ripidi. una delle più dure delle dolomiti (fidati, l' ho pedalato, come il fedaia e molte delle salite del giro). viene dopo fedaia (dal lato di malga ciapela! ) e dopo il pordoi, che non sarà lo stelvio, ma non è propriamente uno zampellotto. orograficamente i colli e i passi (questo sono fedaia , pordoi e s.pellegrino)sono collegati tra loro da discese e valli in falsopiano. rassegnati , è la geografia. quella è una tappa dura, una delle più belle del giro. i corridori dovranno stare molte ore in sella, alimentarsi, dosare le forze, questo è il ciclismo dei grandi giri. non 120km, 3 ore e 45 minuti, una barretta e via. poi magari non succederà niente, dipende da molte cose: lo ha scritto jan janssen il saggio, conterranno il tempo, il clima, le forze e le scelte dei corridori. ma quella è una tappa vera, dura, durissima, una tappa per scalatori dove i fondisti devono e possono difendersi. chi andrà in crisi lì, sul s. pellegrino rischia la deriva. perchè dire che è pedalabile è una fregnaccia, come è una fregnaccia dire che il fedaia è sprecato. se non hai la cartina giusta, prima documentati, poi scrivi... se no vengono fuori gigafregnaccie e io a te non le perdono. ciao mestatore ps : snebbiati , o almeno coordinati tra quello che scrivi in un thread e inun altro. ahò, moderatori, quando cevvole ce vuò (scusa mario ma so' savoiardo...)


Felice - 04/05/2006 alle 12:27

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] i corridori dovranno stare molte ore in sella, alimentarsi, dosare le forze, questo è il ciclismo dei grandi giri. non 120km, 3 ore e 45 minuti, una barretta e via. [/quote] C'era una volta, in un tempo molto lontano, un Grande Giro che presentava una tappa di 134 Km. C'era, in quel Grande Giro, un Grande Favorito. E poi venne il giorno. Il giorno di quella tappa. Pochi erano i Km, ma aspra fu la battaglia. Attacchi furenti e strenua difesa. Ma non ci fu niente da fare: alla fine il distacco era abissale, il Grande Favorito era fuori dai giochi, solo un miracolo avrebbe potuto ancora permettergli di dire ancora la sua. Ma chi era mai quel broccaccio che si fece annientare in modo così indegno in una tappa dal kilometraggio ridicolo? Il Grande Giro era il Tour de France. L'anno era il 1971. La tappa quella di Orcières-Merlette. Il broccaccio si chiamava... Eddy Merckx! Anche questo sono i grandi giri...


claudiodance - 04/05/2006 alle 14:33

Gabry, querida. Il dottor Mesty non ti vuole male, credo che non ne sia capace. E non è nemmeno un maleducato. Lasciamo stare le mie personali valutazioni sulle persone (ad alcuni sono molto affezionato, si sa, voi due siete fra questi). Solo che quando dici che questo giro d’italia è costruito per i passisti prendi, a mio avviso, una bella cantonata. Porta pazienza, ma è davvero il contrario. A voler essere garantisti o bottecchiani diremo che è un giro equilibrato, ma per cronoman, proprio no. Che poi lo vinca Basso o Savoldelli non vorrebbe dire nulla. L’anno scorso il falco vinse il Giro in montagna, giacchè non è uno specialista delle crono, ma un regolarista. Lo stesso Basso è bravo contro il tempo, ma non è uno specialista, basta vedere le mazzate che rimedia al tour. Salite ce ne sono gabry, a volontà, persino in eccesso. Prevedo mezze tappe corse sotto ritmo per la paura di non vedere nemmeno l’arrivo. Fidati e non ti arrabbiare. Tranzilla, ho visto la Liegi registrata proprio ieri sera e il petit panettiere ha corso da campione e la sua squadra pare tetragona e devotissima, prevedo un ottimo comportamento del nostro prediletto. Un abbraccio claudio

 

[Modificato il 04/05/2006 alle 19:47 by Andrea_Web]


mont ventoux - 04/05/2006 alle 19:52

I giudizi tecnici di Gabry sono effettivamente affrettati. Un arrivo in salita secco, e la storia del ciclismo c'è lo dimostra, fa spesso molto più male di una tappa infarcita di colli, che permette in qualche modi ai corridori di prendere a poco a poco il ritmo da salita. Quando invece si passa da 5 ore di rapportoni al rapportino, come avverrà alla Maielletta a La Thuile e anche sul Bondone, la difficolta enorme stare proprio nel cambio di ritmo violentissimo, nel "rompere il fiato" adeguandosi o cercando di adeguarsi immediatemente al brusco cambio di pendenza. Chi non va in bici ha magari difficoltà a capirlo, ma le difficoltà di un arrivo in salita secco non sono per nulla più gestibili di quelle di un tappone. I tapponi di questo Giro poi, quindi diciamo le ultime 2 tappe di montagna, presentano dei tracciati per nulla male disegnati, se consideriamo che il vero problema per molti corridori sul Mortirolo sarà non ribaltarsi per l'ultima fatica di un Giro durissimo, e non certo il timore dei 30 km che separano la cima dall'arrivo. Voleranno i minuti, una salita così dura posta al termine del Giro farà una selezione enorme pur non ospitando l'arrivo di tappa, che mi sembra non potrebbe materialmente essere ospitato lì sopra. Lo stesso discorso vale per la Marmolada, che è talmente dura che non si può correrla sulla difensiva, e comunque può ispirare degli attacchi o intossicare le gambe prima dell'arrivo al San Pellegrino, dove anche lì gli ultimi 5 km saranno interminabili. Per quanto riguarda Zomegnan, il disegno di questo Giro è evidentemente da leggere nell'ottica dell'esperto di comunicazione e marketing quale lui è. Nell'intervista non lo dice, ma sa bene che il disegno di un Giro così montagnoso ispirato in qualche modo, alle tante trasmissioni trash della nostra inguardabile TV italiana, dove si cerca l'ascolto facile invitando Albano e la Lecciso. Il grosso pubblico guarda il ciclismo soprattutto nelle tappe di montagna, e Zome ha cercato di andare incontro a questo grosso pubblico. A noi che guarderemmo anche un Giro fatto di 21 cronometro, va comunque meglio così.


Andrea_Web - 04/05/2006 alle 19:56

Mont ventoux, sticaxxi! Complimenti, post bellissimo, lo condivido in pieno...anche alla facciaccia di Claudio :D :clap:


Andrea_Web - 04/05/2006 alle 20:28

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] Nell'intervista non lo dice, ma sa bene che il disegno di un Giro così montagnoso ispirato in qualche modo, alle tante trasmissioni trash della nostra inguardabile TV italiana, dove si cerca l'ascolto facile invitando Albano e la Lecciso. [/quote] Mi è stato fatto notare! Questa non la condivido! :D


aranciata_bottecchia - 04/05/2006 alle 20:31

Io credo che ad attirare il pubblico siano le grandi sfide, non certo le tappe di montagna se prive di protagonisti. I grandi protagonisti ci saranno: Basso, Cunego, Di Luca, Rujano, Savoldelli, Simoni, in rigoroso ordine alfabetico. L'operazione fatta è meritoria, quello del Giro 2006 è uno spartito eccezionale, un'operazione che andava fatta e che probabilmente passerà alla storia come il tracciato più duro mai pensato, talmente è evidente che in futuro la penna ammorbidirà il profilo della corsa. Non significa affatto che ne verrà fuori una corsa eccezionale, significa invece che, per chi le vorrà cogliere, la corsa offrirà occasioni a iosa, e questo è un merito enorme, altro che operazione lecciso. Il Tour de France è la vera pornografia del ciclismo televisivo, fatta di ripetizioni nausaeanti e copioni morbosi e prevedibili, se cercate i Carrisi andate a Parigi.


mestatore - 04/05/2006 alle 20:55

caro felice, quella è l' eccezione che conferma la regola, la rondine che non fa primavera. tutto vero quello che scrivi, d' accordo, ci vogliono i tapponi e anche le battaglie da 130km. anche il tour di riis fu caratterizzato da un arrivo al sestriere dopo una tappa accorciata per maltempo. però credo che tu sia d' accordo che le grandi differenze, i campioni, emergono dopo i 200km. il ciclismo resta uno sport di resistenza. i grandi giri devono presentare difficoltà diverse. non mi piacciono le vuelte con solo tappe da 130 km e troverei assurdo un giro solo di tapponi. temo che l'arrivo al plan sia esagerato e centri poco con la bici da corsa , che io amo. L' anno sorso temevo che il finestre centrasse poco,e mi sbagliavo. é stata una tappa bellissima. spero di sbagliarmianche quest' anno, di essere troppo legato alla tradizione. per adesso però resto della mia idea: l' unica cosa che toglierei è l'arrivo al plan. sicuramente mi sbaglio; rinfacciatemelo se sarà il caso. sono pronto a cambiare idea, solo gli scemi non lo fanno mai. ciao mesty


mont ventoux - 04/05/2006 alle 20:55

Il paragone Tv trash-Giro montagnoso è chiaramente una provocazione, l'ho usata sperando che non fosse presa letteralmente. Era una speranza vana. Anche io sono stracontento che il Giro sia così duro, perchè anche io mi diverto molto di più a guardare le tappe di montagna rispetto alle tappe di pianura. Volevo sottolineare solo che le strategie di marketing, alle quali io, pur studiando comunicazione, non sono per nulla affezzionato o minimamente attaccato perchè impongono nella maggior parte lo scadimento qualitativo di un prodotto, magari televisivo, anteponendo la ricerca della fruizione di massa e massificata (per questo ho fatto tirato immezzo la Tv trash dei grandi ascolti televisivi), impongono che anche il Giro si adegui in qualche modo a queste richieste. Del resto, in questo stesso forum, non erano in molti a lamentarsi dei bassi ascolti tv della Liegi pochi giorni fa, facendone quasi una questione di stato sulla salute che gode il ciclismo? E stiamo parlando di una corsa che presentava grandissimi attori, quasi tutti protagonisti tra l'altro. Sono d'accordo che non basta un percorso fatto di montagne per fare spettacoli o grande audience, ma sicuramente ne è la condizione quasi indispensabile. Il cast di partenti è un'altra condizione fondamentale, e quello del Giro di quest'anno è piuttosto buono. Spero di essermi chiarito, tanto più che come ho già detto, il vero spettacolo sono le salite, e nel ciclismo odierno a fare la differenza sono solo le salite dure, come quelle di questo Giro. Vorrei solo che non dimenticaste che anche il "vecchio" Giro non può sottrarsi agli imperativi delle inserzioni pbblicitarie, che vanno insieme agli ascolti televisivi. Piuttosto siamo fortunati, perchè il ciclismo è uno dei pochi spettacoli nei quali la ricerca dello spettacolo e qyuindi indirettamente dell'audience, è legata alla qualità intrinseca del prodotto e non alla stupidità .


marco83 - 04/05/2006 alle 21:16

Mont Ventoux (a proposito... ma ce l'hai un nome di battesimo, o ti chiami proprio Ventoso? :D), ti faccio anch'io i complimenti per le tue argomentazioni che sono ineccepibili. Però su una cosetta avrei da obiettare, così aggiungo sale alla discussione: [quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] Spero di essermi chiarito, tanto più che come ho già detto, il vero spettacolo sono le salite, e nel ciclismo odierno a fare la differenza sono solo le salite dure, come quelle di questo Giro. [/quote] Io invece penso che lo spettacolo ideale venga creato da un giusto mix tra ottimi percorsi e ottimi corridori: senza percorsi adatti alla selezione, possono partecipare assieme Merckx, Coppi, Hinault e Pantani che difficilmente vedremo grandi cose. Viceversa, se ci sono corridori mediocri che affrontano un Giro come quello che sta per iniziare, lo spettacolo altrettanto difficilmente è garantito. [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] sicuramente mi sbaglio; rinfacciatemelo se sarà il caso. sono pronto a cambiare idea, solo gli scemi non lo fanno mai. [/quote] Mesty, già ti rispettavo come forumista. Ma con una chiosa come questa, ti ammiro ancora di più (senza piaceria, eh! ;)). :clap:


aranciata_bottecchia - 04/05/2006 alle 21:53

Tranquillo Ventoux, ti sei chiarito. Spero invece che sia chiaro che per me, in una tv sputtanata non solo dai reality show, ma anche dalla tv del dolore e dalle chiacchiere calcistiche, sono proprio gli sport come il ciclismo e pochi altri a contribuire alla crescita della qualità dei palinsesti, dunque mi sembrava fuori luogo paragonare l'atteggiamento di Zomegnan a quello di un produttore da isola dei famosi e carambate assortite. Tutto qui, ciao.


maglianera - 04/05/2006 alle 22:46

211 DAVIS Scott 212 HONCHAR Serhiy 213 KESSLER Matthias 214 KORFF André 215 LUDEWIG Joerg 216 POLLACK Olaf 217 ROGERS Michael 218 SCHMITZ Bram 219 ULLRICH Jan questa è una squadra che se venisse preparata per correre sul serio potrebbe essere la più forte del giro. Se venisse per correre sul serio... :?


Felice - 04/05/2006 alle 23:21

[quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] A noi che guarderemmo anche un Giro fatto di 21 cronometro, va comunque meglio così. [/quote] Un Giro fatto di 21 cronometro lo guarderesti forse tu, non certo io. Io, dopo la prima, ne avrei pieni gli zebedei, chiuderei il televisore e aprirei un buon libro. Che vuoi, questione di gusti... E te lo dico da vecchio Gimondiano. E Gimondi un Giro fatto di 21 cronometro lo avrebbe vinto di sicuro, anche contro Merckx. Ciao


Felice - 04/05/2006 alle 23:49

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] caro felice, quella è l' eccezione che conferma la regola, la rondine che non fa primavera. [/quote] Non credo che si trattasse di un'eccezione, e non credo che ci sia una regola. [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] tutto vero quello che scrivi, d' accordo, ci vogliono i tapponi e anche le battaglie da 130km. [/quote] Ecco, appunto, su questo invece sono pienamente d'accordo. [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] anche il tour di riis fu caratterizzato da un arrivo al sestriere dopo una tappa accorciata per maltempo. però credo che tu sia d' accordo che le grandi differenze, i campioni, emergono dopo i 200km. [/quote] Non necessariamente. Una tappa di 100 Km con dentro salite secche può fare più guasti di un tappone lunghissimo. Ocaña, per l'appunto, docet. Tapponi lunghissimi possono non servire assolutamente a nulla. In questo il Tour di questi ultimi anni é grande maestro... [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] il ciclismo resta uno sport di resistenza. [/quote] E sia... Ma nulla vieta che ci sia un premio per tutti: per quelli che per emergere hanno bisogno di 300 Km e anche per quelli che per farti secco di Km gliene bastano 100, a condizione che siano ben disegnati. [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] i grandi giri devono presentare difficoltà diverse. non mi piacciono le vuelte con solo tappe da 130 km e troverei assurdo un giro solo di tapponi. [/quote] Perfettamente d'accordo. [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] temo che l'arrivo al plan sia esagerato e centri poco con la bici da corsa , che io amo. [/quote] Su questo, non so cosa dire, non conosco il percorso. Vedremo cosa succederà. Speriamo che non vengano scavati distacchi abissali solo a causa di forature, incidenti meccanici, o roba simile. Allora sì che la corsa sarebbe falsata... [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] L' anno sorso temevo che il finestre centrasse poco,e mi sbagliavo. é stata una tappa bellissima. spero di sbagliarmianche quest' anno, di essere troppo legato alla tradizione. per adesso però resto della mia idea: l' unica cosa che toglierei è l'arrivo al plan. sicuramente mi sbaglio; rinfacciatemelo se sarà il caso. sono pronto a cambiare idea, solo gli scemi non lo fanno mai. ciao mesty [/quote] Ciao anche a te. Quello che volevo dire però (e questo non é diretto a te...) é che mi sembra sia ora di smetterla di sbandierare questa storia della tappa di 120 Km per sminuire la consistenza della vittoria nel Giro 2004. In una tappa di 130 Km ci ha lasciato le piume Merckx. In una di 120 ce le poteva lasciare Cunego. Lo sapeva bene Simoni che ha fatto di tutto perché ciò accadesse. Non c'é riuscito. Peggio per lui e meglio per Cuneghin. Ma un Giro é quello che é, con i suoi percorsi e le sue tappe più o meno lunghe. Chi ci partecipa deve accontentarsi di quello che passa il convento. E colui che vince é quello che meglio si é adattato al percorso proposto...


mont ventoux - 05/05/2006 alle 08:13

Infatti, ho detto che il cast partenti è importante in una manifestazione sportiva, e quello del Giro di quest'anno è sicuramente degno. Io continuo a credere comunque che si sia cercato di rendere il percorso funzionale allo spettacolo, e quindi alla "televisibilità". Ciò non significa sputtanarsi, perchè di ciclismo stiamo parlando, e quindi la spettacolarità è stata ricercata insieme all'alto contenuto tecnico, però rimane comunque una sapiente operazione menageriale...Plan de Corones, cioè la costruzione di una apposita e spettacolare "strada" per farci salire i corrdori, cos'è se non una operazione di marketing pubblicitario? Per quanto riguardo le 21 cronometro, anche quella era uno provocazione, ma comunque se la metà fossero cronoscalate non sarebbe poi tanto male... comunque mi chiamo solo Fabio e non anche Ventoso, purtroppo. Vado a prendere la mia razione quotidiana di vento in bici...


mestatore - 05/05/2006 alle 09:08

caro felice, come spesso accade siamo d' accordo su molti della discussione, ma, a mio giudizio, ci sono alcuni punti da precisare. Mi stanno bene le tappe corte, che tra l' altro vanno meglio incontro alle esigenze della televisione, ma sono i tapponi che , spesso, non sempre, ma spesso sì, che consentrono ai campioni di emergere. il ciclismo deve recuperare il senso della distanza. inoltre , molti osservatori, adorni per esempio, ritengono che le tappe corte, con sforzi più brevi, magari più intensi, livellino di più i valori, consentendo a corridori tiratisssimi, magari costruiti farmacologicamente, di confrontarsi meglio con chi ha innate caratteristiche di resistenza. C'è tutta una scuola di pensiero che ritiene che il recupero della distanza faccia emergere campioni con le caratteristiche di "una volta" e costituisca un antidoto ad un certo tipo di doping e di preparazione ad esso connaturato che tende a privilegiare la potenza e la forza. non voglio entrare nel merito di questa discussione e non sono neppure sicuro che questa teoria sia fondata. però, per molti versi è stimolante. bisognerebbe sentire che ne pensa il mio guru morris. in ogni modo, caro felice, consentimi un paragone stupido: la freccia, 200km, non è la liegi, oltre 250km. la 2 belle classiche hanno diverso spessore. chi vince la liegi, sempre potrebbe vincere la freccia. chi vince la freccia, spesso ha le caratteristiche per eccellere nella liegi, ma spesso non la vincerà mai. perche 50 km in più(oltretutto con molte difficoltà)fanno un mare di differenza. quanto alla battuta sulle tappe da 120 km, che tu hai maliziosamente riferito a cuneghin, è vero che possono fare male, ma sono comunque, a livello tattico e strategico, ben più facili di un tappone. con quell' affermazione non volevo affatto sminuire la vittoria del piccolo panettiere, che ha vinto meritatamente un bel giro in cui si è dimostrato il migliore del lotto. certo, un poco volevo provocare gabri59 querida, che mi fa spesso saltare la mosca al naso, perchè prima scrive e poi pensa. quanto a cunego, ha dimostrato di avere fondo sia al lombardia che alla liegi. però è diverso avere fondo in una grande classica dall' avere la capacità di tenere, fare, interpretare tapponi con sforzi ripetuti in alta montagna. questa qualità, a mio parere, cunego deve ancora dimostrarla in pieno. io credo ce c'è l' abbia questa caratteristica, ma la risposta l' avremo presto.e sarà indiscutibile. basso per me quella qualità la possiede e questo è uno dei suoi punti di forza (in questo contesto centra poco, ma così gabri e lore piantano uno spillone nel mio fantoccio....) ciao, è sempre un piacere discutere con te mesty


aranciata_bottecchia - 05/05/2006 alle 09:20

Felice e Mesty, è un piacere anche leggervi. Buona giornata


ciclgian - 05/05/2006 alle 09:26

[quote][i]Originariamente inviato da Felice [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] A noi che guarderemmo anche un Giro fatto di 21 cronometro, va comunque meglio così. [/quote] Un Giro fatto di 21 cronometro lo guarderesti forse tu, non certo io. Io, dopo la prima, ne avrei pieni gli zebedei, chiuderei il televisore e aprirei un buon libro. Che vuoi, questione di gusti... E te lo dico da vecchio Gimondiano. E Gimondi un Giro fatto di 21 cronometro lo avrebbe vinto di sicuro, anche contro Merckx. Ciao [/quote] Sono stato un grande tifoso di Gimondi. Però devo onestamente dire che in un Giro fatto di 21 cronometro il bergamasco non avrebbe vinto contro il cannibale. Merckx sconfisse , per la prima volta, Gimondi a cronometro nel settembre del 1968 al giro di Catalogna (km. 45). Da allora gli fu quasi sempre superiore anche a cronometro, purtroppo. Ciao.


claudiodance - 05/05/2006 alle 10:02

Sì, le tappe corte hanno anche altri esempi decisivi. Io me ne ricordo una bella. Nel 1982 Il tasso aveva appena perso la maglia nella lunga tappa di Boario (235 km.), decisa da un attacco della triade Bianchi Piaggo formata da Tista Baronchelli, T. Prim e Silvano Contini sul Crocedomini. Io peraltro ero sul percorso a 4 chilometri dallo scollinamento e Bernard passò davanti già staccato e distrutto dalla fatica. Hinault perse quasi 3 minuti e la maglia finì a Contini. Si narra che il tasso fosse furioso in albergo, fatto sta che il giorno dopo c’è una tappetta di 85 km. con arrivo in salita a Monte Campione. Data la forma di Contini in salita sembra tutto facile per il corridore di Ferretti, ma non ha fatto i conti con la furia di Bernard. Il quale, spingendo un rapportane massacrante, aggredisce le prime rampe della salita come se dovesse fare una volata di 200 metri. Il gruppo esplode, la bianchi piaggio si disunisce e Contini rimane solo e staccato. Bernard prosegue in preda a una esaltazione agonistica che rasenta lo stato di trance. È sempre alzato sui pedali e ha una espressione feroce negli occhi. Tutto il contrario del povero Silvano, che pare più avvilito che stanco e che a sto punto molla anche di testa. Il tasso porta a casa il secondo tour d’italì, alla faccia della debolezza della sua squadra e della forza della corazzata Ferrettiana, et voilà!


pedalando - 05/05/2006 alle 10:07

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Felice e Mesty, è un piacere anche leggervi. Buona giornata [/quote] straquoto


ProfRoubaix - 05/05/2006 alle 10:28

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Felice e Mesty, è un piacere anche leggervi. Buona giornata [/quote] straquoto [/quote] :clap::clap::cincin:


Donchisciotte - 05/05/2006 alle 18:00

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Altro che Zomegnan, ragazzi!!! Questa di Gabri è una vera e propria strategia comunicativa!!!! E io che pensavo fosse davvero convinta di ciò che scriveva! Tantissimi corridori dicono che il Giro è durissimo: Basso dice che non si sente il favorito e guarda Simoni e Cunego, Di Luca dice che i favoriti sono Basso e Simoni, Simoni dice che vorrà lottare ma ci sarà Basso da tenere d'occhio, Cunego dice di star bene ma che il Plan de Corones è impressionante, Savoldelli parla poco e mai a sproposito e lui dice che i Giri son più o meno tutti uguali perché a pedalare in salita si fa sempre la stessa fatica, Rujano dice che non farà il Giro e poi lo fa "si ma come?" e intanto lo fa, Ullrich non parla perché è educato e con la bocca piena non si azzarda a spiccicar parola. E allora ci pensa Gabri. San Pellegrino? pedalabile. San Carlo? Bah, si scollina a 7 km (4,5 minuti di discesa, più o meno) dal traguardo. Non è vicina all'arrivo. E prima è tutta pianura. Mortirolo? Lontanissimo. Gavia e Aprica spazzati via chissà perché. Le cronometro? Urka, tostissime e decisive. Ergo: il Giro è disegnato apposta per Basso. E magari Savoldelli. Ma sicuramente non per Simoni e Di Luca. E sfavorisce terribilmente Cunego. Conclusione: se Basso vincerà - dice Gabri - non sarà da applaudire perché il Giro è stato disegnato su di lui. Sarebbe come stupirsi di un vestito che gli sta a pennello, visto che il sarto gliel'ha cucito addosso. Chiave di lettura successiva (dalle mie parti si dice "mettere le mani avanti per non cadere dietro"): se Cunego non vincerà - dice sempre Gabri - non sarebbe un guaio (e difatti non lo sarebbe, dice Mario). Perché il Giro non era fatto per lui. Chiave di lettura "maxima": se Cunego vincerà - questo Gabri non lo dice a priori, sennò che strategia comunicativa sarebbe? - il Giro d'Italia 2006 compirebbe un'impresa epica. Zittirebbe gli RCS che lo snobbano per Basso, zittirebbe i sondaggisti che risposero fosse un bluff, ma soprattutto sarebbe stato in grado di battere Basso (e tutti gli altri, ma son secondari perché la stampa dà loro meno importanza) sul terreno disegnato apposta per lui. Incredibile! Il Cunego convinto, sin dalla presentazione, di poter vincere questo Giro impallidisce. E anche Gabri sa che questo Giro è, in fin dei conti, equilibrato (come ha detto Cassani alla Marchesan, l'intervista la trovi ancora in home-page). E perdona, Gabri, se ogni tanto ci si scalda nei tuoi confronti: ma a primo acchitto è complicato comprendere che il tuo non è "tifo cieco", ma soltanto un istinto naturale di protezione verso il Piccolo Panettiere. Lo dico senza alcuna malizia. Ci sono semplicemente arrivano - coscientemente - soltanto ora. Buon Giro d'Italia. Ci farà tremare in ogni tappa. ;) [/quote] QAuesto capovaloro mi era sfuggito.:clap::clap::clap: Solo un appunto: hai scordato di dire che Cunego è al centro di un complotto mondiale che purtroppo sfugge a molti.:yes: E dato che il thread è dedicato a Zomegnan, ribadisco::grr:


Donchisciotte - 05/05/2006 alle 18:04

Ho letto di Gimondi e il Giro con 21 cronometro in un post: sono convinta anch'io ( che sono stata tifosa di Gimondi): non avrebbe mai vinto contro Merckx.


mao - 05/05/2006 alle 18:14

Don chisciotte ha scritto:hai scordato di dire che Cunego è al centro di un complotto mondiale che purtroppo sfugge a molti. Verissimo Don chisciotte ma piu che sfugge a molti... nn lo fanno venire alla luce..che furboni.. ;) SUL GRADINO PIU ALTO DEL PODIO X SEMPRE MARCO. bye Mao www.fabbricadelleidee.splinder.com @Forum(insieme xil Pirata)


Lore_88 - 05/05/2006 alle 19:00

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] basso per me quella qualità la possiede e questo è uno dei suoi punti di forza [/quote] scusate se interrompo il dibattito, stupendo come al solito! ma come hai intuito (e non ci voleva un grande fiuto!) non sono d'accordo! basso ha dimostrato di essere formidabile nei tapponi del tour! ma il tour è diverso dal giro! non conta qual è il più duro, semplicemente il fatto che sono due corse diverse! è diverso il percorso: per esempio al tour non ci sono mai 5 tappe di montagna di seguito come quest'anno al giro! sono diverse le salite: in francia non fanno staulanza+fedaia+pordoi+s.pellegrino nè tonale+gavia+mortirolo! inoltre c'è una notevole differenza climatica, che come ha spiegato benissimo janjanssen in un altro post, può giocare un brutto scherzo a basso! insomma, ci sono alcuni presupposti per pensare che basso possa avere dei problemi nell'ultima settimana del giro; personalmente penso che non ne avrà di grandi (come tu lo credi per cunego) ma qualche dubbio, volendo, è lecito nutrirlo pure su di lui! [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] (in questo contesto centra poco, ma così gabri e lore piantano uno spillone nel mio fantoccio....)[/quote] :D:D:D ormai gli spilloni sono finiti da un bel pò di tempo! dovrò munirmi di qualcos'altro... :Od:


Monsieur 40% - 06/05/2006 alle 05:14

[quote][i]Originariamente inviato da Donchisciotte [/i] [...]Solo un appunto: hai scordato di dire che Cunego è al centro di un complotto mondiale che purtroppo sfugge a molti[...][/quote] Donchisciotte, ho iniziato a scrivere quel post in maniera volutamente ironica, ma scrivendolo ho poi capito ciò che ho scritto nel finale. E da "E anche Gabri..." in poi, il post è serissimo. (grazie per "il capolavoro"... ;) )


stress - 06/05/2006 alle 09:41

[b]OGGI E' IL GRANDE GIORNO!!![/b] [b]Finiamola col le chiacchiere, inizia[/b] [b][u] IL GRANDE GIRO!!!!!!![/b] [/u] :clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap::clap:


maurofacoltosi - 06/05/2006 alle 09:54

A proposito delle pendenze del San Pellegrino, vi riporto questa mail inviatami dal cartografo ufficiale del Giro. [i]Ciao Mauro, ti scrivo perchè ho letto sul forum di Cicloweb la diatriba sulla pendenza massima del San Pellegrino. Le pendenze che riporto sono sempre misurate personalmente con strumenti adeguati. Nel caso del San Pellegrino ci sono due cartelli ANAS che danno il 18%. Credo che tu sappia quanto poco attendibili sono i cartelli ANAS per quote pendenze e spesso anche distanze (mi è capitato di fare 5 km e trovare la località di destinazione ancora alla stessa distanza!). La pendenza massima poi è sensibile alla lunghezza su cui la si misura, più è lungo il tratto considerato e più difficilmente risulterà un valore elevato perchè, nella realtà, la rampa "costante" non esiste. Io la misuro su 50 m (di solito) consapevole che si tratta di circa 10 secondi o meno di percorrenza per un prof (a seconda della pendenza). Non escludo che tagliando un tornante sul filo interno si raggiungano pendenze del 20% su 3-5 m, ma non sono significative (così come tagliando il tornante a 1.1 km dalla vetta di Kronplatz su 3-5 m si può superare il 35%). Localmente ci sono sempre tratti con numeri a due cifre in tutte le salite, ad esempio a due terzi dello Stelvio un tratto di strada deve essere un po' franato e poi è stato riasfaltato creando un gradino di 10 m al massimo, ma tranquillamente sopra il 18%, brevissimo e quindi scartato nel computo della pendenza massima. [/i]


Felice - 06/05/2006 alle 10:41

[quote][i]Originariamente inviato da ciclgian [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Felice [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mont ventoux [/i] A noi che guarderemmo anche un Giro fatto di 21 cronometro, va comunque meglio così. [/quote] Un Giro fatto di 21 cronometro lo guarderesti forse tu, non certo io. Io, dopo la prima, ne avrei pieni gli zebedei, chiuderei il televisore e aprirei un buon libro. Che vuoi, questione di gusti... E te lo dico da vecchio Gimondiano. E Gimondi un Giro fatto di 21 cronometro lo avrebbe vinto di sicuro, anche contro Merckx. Ciao [/quote] Sono stato un grande tifoso di Gimondi. Però devo onestamente dire che in un Giro fatto di 21 cronometro il bergamasco non avrebbe vinto contro il cannibale. Merckx sconfisse , per la prima volta, Gimondi a cronometro nel settembre del 1968 al giro di Catalogna (km. 45). Da allora gli fu quasi sempre superiore anche a cronometro, purtroppo. Ciao. [/quote] Ciao Ciclgian, lo so, lo so che Merckx era un osso duro. E mi rimangio volentieri quel "lo avrebbe vinto di sicuro". Diciamo piuttosto che se lo sarebbero giocato, e che il risultato avrebbe potuto benissimo dipendere dagli anni, dal percorso, dalla lunghezza delle tappe. Difficile dire di più. Anche perché un "Giro a cronometro" magari non sarebbe composto di tappe di 40 Km e non saprei dire cosa sarebbe successo se Gimondi e Merckx si fossero affrontati in una cronometro, che so io, di 100 Km andando su e giù per i passi dolomitici. Sarebbe stata una bella lotta dai! PS: nel 68 Merckx ha battuto Gimondi nella cronometro del Catalogna, ma ha perso in quella del Giro. Lo ha battuto nel GP di Lugano (12 sec, circa 78 Km), ma ha perso in quello di Castrocaro (1min e 11, ancora circa 78 Km). PS2: E' interessante constatare come, a quei tempi, a questo cronometro iper-lunghe, partecipasse pure un certo Manuel Fuente. Che differenza di mentalità rispetta ai giorni nostri! Si può pure osservare che il GP di Lugano si correva a fine ottobre e che c'erano ancora i Grandi a battagliare sul filo dei secondi. Erano proprio altri tempi!


prof - 06/05/2006 alle 10:53

[quote][i]Originariamente inviato da Felice [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] i corridori dovranno stare molte ore in sella, alimentarsi, dosare le forze, questo è il ciclismo dei grandi giri. non 120km, 3 ore e 45 minuti, una barretta e via. [/quote] C'era una volta, in un tempo molto lontano, un Grande Giro che presentava una tappa di 134 Km. C'era, in quel Grande Giro, un Grande Favorito. E poi venne il giorno. Il giorno di quella tappa. Pochi erano i Km, ma aspra fu la battaglia. Attacchi furenti e strenua difesa. Ma non ci fu niente da fare: alla fine il distacco era abissale, il Grande Favorito era fuori dai giochi, solo un miracolo avrebbe potuto ancora permettergli di dire ancora la sua. Ma chi era mai quel broccaccio che si fece annientare in modo così indegno in una tappa dal kilometraggio ridicolo? Il Grande Giro era il Tour de France. L'anno era il 1971. La tappa quella di Orcières-Merlette. Il broccaccio si chiamava... Eddy Merckx! Anche questo sono i grandi giri... [/quote] E' molto bello che di tanto in tanto qualcuno ricordi quella meravigliosa giornata di ciclismo vero. Vorrei però ricordarne anche un'altra, il giorno dopo, non meno bella. Arrivo di Marsiglia (o di Bordeuax ? Se qualcuno se lo ricordasse, accipicchia...), lunghezza della tappa 300 km o giu di li'. Merckx che, pervaso da un furore smisurato e cieco, attacca al pronti via assieme a 3 suoi compagni di squadra (Van Springel, forse Bruyere e...e chi ? perbacco la vecchiaia...) piu' pochi altri avventurieri di giornata. Arrivano in 6 e Merckx rosicchia tre minuti e mezzo a Ocana (che il Signore se lo porti in Paradiso) al termine di un duello pancia a terra, nel vento, durato sette ore e passa. Se c'è qualcuno con una memoria migliore della mia che mi sbugiardi pure, perbacco. Ma quella tappa era di 300 km... Ciao Alberto


Felice - 06/05/2006 alle 11:22

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] in ogni modo, caro felice, consentimi un paragone stupido: la freccia, 200km, non è la liegi, oltre 250km. la 2 belle classiche hanno diverso spessore. chi vince la liegi, sempre potrebbe vincere la freccia. chi vince la freccia, spesso ha le caratteristiche per eccellere nella liegi, ma spesso non la vincerà mai. perche 50 km in più(oltretutto con molte difficoltà)fanno un mare di differenza. [/quote] E' un'osservazione interessante. Io però non sono sicuro che le cose stiano prorio così. Penso che dipenda dalle qualità che permettono a Tizio o a Caio di primeggiare nella Freccia o nella Liegi. Mi spiego: un Valverde che vince battendo la concorrenza allo spint, dalla lunghezza e durezza del percorso credo abbia solo da perdere. Quindi, se riesce a trionfare alla Liegi, a maggior regione può vincere la Freccia. Un corridore invece che vince alla Liegi proprio grazie alle doti di fondo e al logorio e alla fatica degli avversari, alla Freccia potrebbe non spuntarla. Penso, ad esempio, ad un Vinokourov, che ha vinto la Liegi con quell'attacco magistrale a cui nessuno ha avuta la forza/voglia di rispondere. Ci avesse provato alla Freccia, non so se il colpo gli sarebbe riuscito... Ciao


Felice - 06/05/2006 alle 11:30

[quote][i]Originariamente inviato da prof [/i] E' molto bello che di tanto in tanto qualcuno ricordi quella meravigliosa giornata di ciclismo vero. Vorrei però ricordarne anche un'altra, il giorno dopo, non meno bella. Arrivo di Marsiglia (o di Bordeuax ? Se qualcuno se lo ricordasse, accipicchia...), lunghezza della tappa 300 km o giu di li'. Merckx che, pervaso da un furore smisurato e cieco, attacca al pronti via assieme a 3 suoi compagni di squadra (Van Springel, forse Bruyere e...e chi ? perbacco la vecchiaia...) piu' pochi altri avventurieri di giornata. Arrivano in 6 e Merckx rosicchia tre minuti e mezzo a Ocana (che il Signore se lo porti in Paradiso) al termine di un duello pancia a terra, nel vento, durato sette ore e passa. Se c'è qualcuno con una memoria migliore della mia che mi sbugiardi pure, perbacco. Ma quella tappa era di 300 km... Ciao Alberto [/quote] Ciao Alberto, sì il giorno dopo c'é stato il grande contrattacco di Merckx che tu hai descritto. I dettagli non li ricordo nemmeno io, ma, in effetti, recuperò qualcosa come 3 minuti. Conosci il sito www.tour-giro-vuelta.com? Prova a darci un'occhiata, per chilometraggi, ordini d'arrivo, classifiche, é una vera miniera ...


mestatore - 06/05/2006 alle 15:22

caro felice, forse hai letto distrattamente il paragone liegi- freccia che a me continua comunque a sembrare un po' superficiale. vino ha vinto una liegi e ha le qualità, per me senza dubbio, per vincere una freccia. poi magari non la vincerà mai, ma il suo scatto, la sua forza gli consentono di essere un potenziale vincitore anche della freccia. altri corridori, ad esempio verbrugghe o mario aerts, che hanno vinto o si sono piazzati in più occasioni alla freccia, difficilmente avrebbero potuto vincere una liegi o comunque essere considerati tra i favoriti. i 2 hanno scatto e forza, ma per me non hanno il fondo per vincere una liegi. il senso del paragone era questo: ci vuole molto più per vincere una liegi che per vincere una freccia. ci vuole molto più per vincere un tappone che un "tappino". poi chi vince un tappino può anche essere un grande uomo di tapponi. però ci sono corridori che possono vincere i tappini, ma difficilmente i tapponi. poi, tutto è possibile. la liegi, ma non era dura come oggi, l' ha vinta pure rudi fuchs. ciao mesty


Morris - 09/05/2006 alle 18:05

Prima di tutto un bravo a Marco Grassi per come ha cercato di far uscire le entità del personaggio: non è mai scontato riuscirci, ed il fatto stesso che Zomegnan sia emerso per quello che è - poi potremo discutere all’infinito sul fatto che piaccia o meno, che sia illuminato o racconta balle e via dicendo - va molto a merito di chi pone le domande. Una premessa personale sull’intervistato. Fino al 5 giugno 1999, Zome non mi piaceva come giornalista, alludo alla sua penna non eccezionale, ma gli rendevo atto di una mostruosa capacità imprenditoriale, pur senza funzione diretta. In poche parole, sapeva far bene il megafono in difesa dell’azienda e nel rilancio propagandistico del suo prodotto, conoscendo fino ai capillari i lati luminosi ed oscuri del consesso nel quale operava e di quanto potessero essere potenti le sue diramazioni. Un tipo che calzava a pennello con ciò che qualcuno ama definire…. animale politico. Poi, dopo quella data, riguardando orari e fatti di quell’infausta mattinata, con le consapevolezze dettate dal non essere osservatore esterno all’ambiente del ciclismo, e non essere uno dei tanti beccaccini, mi sono reso conto che il pelo sullo stomaco di tale personaggio era troppo folto per i miei gusti. Non era una questione di simpatia o antipatia, ma qualcosa che dalla pelle si spostava all’etica. Dal ‘99 dunque, lo giudico per quel che leggo e vedo, sicuro di trovarmi di fronte un tipo senza scrupoli, perfettamente sincronico al ruolo di una simile azienda e pronto a sollevare le anime simpatetiche di chi accetta questa società così com’è. In altre parole, un tipo con cui mi rapporterei con la guardia alta di un pugile che sa di avere di fronte un collega, capace di portare tutti i colpi, regolari quanto proibiti. Fatta questa premessa, mi vien facile dire che non si è smentito: è ancora il venditore di un tempo, ma stavolta perfettamente nel ruolo di imprenditore. Uno che ti fa passare, o pretende di farti passare il millimetro come un metro se non di più e che vende per illuminate e ragionate le casualità, o i colpi della dea bendata. Un politico. Uno che della scuola di Gino Sala, all’Unità, dove un tempo scriveva, non ha rimasto niente, potrei dire per vocazione interiore e non solo per il cancellino o la lima del tempo. Accetta di essere considerato un ruvido, spiega abilmente i perché è così, ma come un perfetto uomo dell’oggi-vip se ne compiace (non lo dice, ma si capisce). In fondo, dall’odierna cultura dove troppi vivon di miraggi o simpatie da manager, sono proprio i ruvidi a creare fascino. Poco importa se i manager, spesso sono sopravvalutati, o tipi coi quali non prenderesti mai il caffè, per questioni di pelle o di paura di irradiazioni batteriche….. L’importante è vendere fumo atto allo scopo. E di fumo o vere e proprie balle funzionali, Zome, nell’intervista ne ha seminate tante, proprio, ed ancora una volta, come fanno i politici…. Il Giro, non sta imparando ad essere equilibrato, o a proporsi in maniera più originale nel confronto col monocorde Tour. A parte gli anni dell’epoca più noiosa e vergognosamente piatta di una corsa da sarti per l’abbigliamento di Moser e Saronni, l’inventiva di Torriani prima, e le buone proposte di Castellano poi, han sempre saputo dare al Giro un volto non facile alle comunque sempre pronte critiche dell’osservatorio. La corsa rosa dunque, salvo quel pessimo periodo, ha sempre avuto qualcosa che la distingueva dal Tour, senza per questo stabilire l’una o l’altra superiorità. Oggi c’è un segmento in più però, e lo dice uno che ama la montagna più di ogni altro aspetto del pedale. Allora perché questa ricerca così evidente ed intensa di ciclismo antico, o di difficoltà così poco presenti sul resto del calendario? E’ solo per mantenere un giusto equilibrio nel proporre un prodotto che non penalizzi nessuno? Sarò sospettoso, ma si cerca l’effetto che crea attenzioni per recuperare su un aspetto sbagliato o non proprio idoneo, l’eccessiva sproporzione a favore del Tour. E poi, non c’è più Pantani che, da solo, come ha dimostrato il recente sondaggio della a lui ostile Repubblica, era personaggio in grado di bucare i calzini allo stesso calcio (A domanda: “Cosa vorrebbe che non ha”? “La popolarità di Marco Pantani” – rispose il Del Piero stellare nel 1998). Personalmente vedo una ricerca dell’effetto che non si può spiegare con la volontà di ritrovare la strada della fantasia di Torriani, ma un qualcosa che va in direzione dell’esasperazione della sofferenza, atta a creare quel colpo di scena in grado di foraggiare, con la sua semplice attesa, un clima superiore d’attenzione e di interessi. Un nuovo volano comunicativo e propagandistico. In questo quadro, l’arrivo sul Plan de Corones è bello e suggestivo quanto ci pare, ma all’asprezza aggiunge l’aleatorio imponderabile delle ben più possibili e decisive forature, visto che la tappa si concluderà proprio lì. Okay dunque, accettiamo pure le violenze del percorso, salutiamole pure come istmi di bellezza e fascino, di richiami antichi e via dicendo, ma non spendiamole per una ricerca di equilibrio, perché non è vero e lo Zome lo sa benissimo. Questo è un Giro votato al credo di costruire spettacolo e quando lo si analizzerà completamente, cioè attraverso il passaggio dei corridori ce ne renderemo conto, tutti. Per ora, da quello che si vede, senza andare a richiamare le somme dei chilometri in salita, ma guardando la sostanza dalle esperienze di chi pedala, della storia e della conoscenza del ciclismo, compresa la reazione che può avere un fisico così sollecitato, questo è il Giro più duro degli ultimi 30 anni. Una corsa che l’equilibrio lo dispone solo sulla fatica, oltre ogni possibile confronto moderno, tra l’altro. Chi vince una grande manifestazione a tappe dal percorso perlomeno dignitoso, deve sempre essere bravo in salita e non solo un cronoman, ma in questa corsa rosa, nel corpo del vincitore deve esserci soprattutto la corazza dello scalatore e del resistente. Altroché. E lo dico senza scomodare confronti coi leggendari Pantani, Bahamontes e Gaul, perché, sia chiaro, anche con la spinta di un tasso alcolico molto forte, nessuno può immaginarsi o vedere nel ciclismo odierno soggetti paragonabili a quei tre. Se poi in rosa a Milano dovessero arrivare Basso o Savoldelli, il fulcro della loro vittoria non starebbe nel crono. Mettiamoci il cuore in pace. Tra l’altro è bene dire che pur non essendo uno scattista, Basso sulle pendenze (all’insù) è sempre andato forte. Spero per lui, che il consistente miglioramento a cronometro, non gli abbia fatto perdere lo spunto in salita, perché, se così fosse, a Milano in rosa non si arriverà sicuramente. Capitolo cronometro. Qui lo Zome dell’intervista, ci crede tutti dei cretinetti. La cronosquadre è un non senso a prescindere. Il mio amico Martinello non sarà d’accordo, ma una gara a tappe che fa vincere un singolo, non deve trovare una pesante ipoteca in una prova dove il singolo medesimo potrebbe andare solo a rimorchio. L’aspetto aberrante è che alla fine di questa prova, possono giungere differenze fra i papabili vittoriosi, in grado di modificare l’assetto del Giro, quindi il mostriciattolo è un inno all’aleatorio. Bravi! Le motivazioni portate da Zomegnan sulla proposta di questo “intruglio di confusione” le trovo bugiarde, ed in più devo constatare che il Giro, dopo tanti e tanti anni che non avveniva, ha scopiazzato un orrido tassello del Tour. Punto. Zome dunque, almeno qui, non può evitare il poco edificante accostamento con l’ex brocco della Bic, Jean Marie Leblanc. Nell’intervista dice che la crono al Giro è sempre stata messa prima delle salite, dimenticando che, quasi sempre, se ne aggiungeva una alla fine, molto più credibile perché diminuiva le distanze fra passista e scalatore in quanto il ruolo massimo lo giocava la freschezza, ed una grande corsa a tappe deve sempre premiare gli uomini di fondo. Stando alle sue parole, non c’è niente di nuovo: la crono lunga e da passisti, arriva prima delle salite e al posto della più onesta, quella alla fine, si è inserito il tumore della cronosquadre. Una schifezza per un istintivo come me. Sia chiaro, non sono contro il cronometro a prescindere, ma all’uso che se ne fa, ed il ciclismo di oggi, sulle bellezze della corsa contro le lancette ha capito poco, fino al punto di trasformare queste prove in una palestra per i praticoni della chimica. Internazionalità. Un avvenimento come il Giro va propagandato oggi più di ieri, ed in questa direzione si muove l’aspetto migliore del personaggio Zomegnan uscito dall’intervista. Il lavoro con le TV straniere è peculiare e l’impegno del patron mi sembra adeguato. Non così la premessa, che fa la copia ad un atteggiamento tanto tipico degli italiani: tromboni e forti nel paese, politicamente molluschi all’estero. Nell’UCI, il peso RCS, che in Italia significa monopolio, mi si perdoni, pare essere quello di un piccione. La trasformazione dei calendari è stata vissuta con leggerezza: si sapeva che avrebbe contraffatto il Giro, spostando le migliori attenzioni dei club verso il Tour e, grazie alla spinta dettata dalla vicinanza ai mondiali, verso la Vuelta . Un effetto non decisivo, da solo di entità secondaria, ma importante nel ruolo di pomo per una ulteriore somma. L’americanismo piovuto sul Tour ha fatto il resto. Sta di fatto che, fra le tre grandi corse a tappe, il Giro ci ha perso, il Tour è andato avanti in termini percentuali propri non tanto, ma tantissimo nel confronto col resto e la Vuelta, tradizionalmente prima ad entrare in scena, è colei che ha fatto i passi verso i vertici più tangibili. Altro aspetto importante è venuto da quel Pro Tour che non piace a nessuno, ma che continua ad imperare da una parte e confondere dall’altra. Col nuovo circuito ci si è garantiti la presenza dei maggiori club alle manifestazioni a tappe più importanti, ma non è migliorata assolutamente la qualità complessiva, per un motivo che sta a monte è che uccide l’essenza dello sport ed i suoi valori, innalzando le solite neoplasie del danaro. Nel PT ci sono equipe che sono delle puttanate (termine più pulito ed ugualmente efficace non esiste), o altre che sono votate alle corse di un giorno, senza possedere in organico corridori adatti ad emergere nelle lunghe manifestazioni a frazioni. Tutte però, hanno conti con molti zeri, ed è quello che conta. Se un team propone un organico di 25 unità divise fra ciofeche e modesti, ma possiede un budget di 25-30 milioni di euro per 4 anni, stiamo pur certi che farà parte del ProBalzello. Se invece si dispone di un piccolo budget, ma si conta su corridori in crescita o altri di potenziale non ancora espresso, oppure si funge da scuola di ciclismo, in questo pedale, non si andrà da nessuna parte, proprio perché non si entrerà mai nel palcoscenico di maggior visibilità: le grandi corse a tappe. Sta di fatto, che tanti corridori interessanti e d’avvenire sono scartati e, mi si permetta, impossibilitati a crescere attraverso giuste esperienze, fino a veder mozzata la loro carriera. All’UCI, questi aspetti non li possono vedere, perché le pupille dell’Ente sono state sostituire dai dollari, ed i grandi organizzatori, oggi con funzioni di gran lunga superiori alle singole federazioni, hanno fatto i conti coi medesimi occhi di quelli che vivono a Losanna. Non è finita, perché il chiasma “ciclismo specialistico o specializzazione del ciclismo”, non è figlio naturale dello sport, ma solo modificazione genetica del doping, ed invece di generare nuovo acume nella presente mediocrità del governo ciclistico, marca oggi un sostegno ulteriore proprio nell’azione scoordinata e solo economica degli organizzatori. E dire che se i tre grandi Giri, con l’RCS veramente protagonista, avessero voluto capire e garantirsi la salute di questo sport, attraverso la riflessione, l’unità d’intenti, la reale capacità di mettere a soqquadro le storture dell’Ente, avrebbero potuto riportare il ciclismo verso orizzonti realmente sportivi, tanto internazionali quanto probanti per le regole dell’etica dello sport. Sarebbero nate corse a tappe più equilibrate fra di loro, ma soprattutto più a misura di confronti credibili, meno contestabili e meno passibili del setaccio fastidioso della teoria applicativa del “se”. Anche loro, dunque, hanno guardato ai soldi senza distribuirsi sui problemi e rendere più omogenei i loro frutti. Così facendo, l’imperatore Tour può continuare a sedersi sulla sua dorata scranna senza fastidi, la Vuelta si è garantita il mantenimento di una crescita certo meno forte di quella di qualche anno fa, ma ugualmente tangibile, soprattutto perché insperata, mentre al Giro spettano le briciole che non cambiano le sostanze di un impoverimento rispetto ad un tempo. La corsa rosa, nonostante la fantasia dei suoi tracciati e l’equilibrio tecnico superiore, ha perso in internazionalità. Anche in questo 2006 troppe mancanze, aldilà del buon senso, del ragionevole e dei programmi che impongono al massimo due (che sarebbe un bene per tanti) grandi corse a tappe su tre; troppi big, anche per le sole frazioni, che han scelto Tour e Vuelta. So bene che il cast rimane ottimo e che il valore di chi manca, non si eleva tangibilmente sui presenti, ma quei corridori sono ciò che passa il convento e, soprattutto, sono i capitani e gli atleti di maggior peso sull’osservatorio ed i media, delle rispettive squadre. Ed è pur vero che la rivoluzione distruttiva passata sul ciclismo, avente nome Lance Armstrong, ci ha impedito di vedere i reali valori di tanti. Avendo avuto squadre con big, so bene quanto sia importante per organizzatori e indotti la presenza di formazioni degne, perché sono proprio quelle che danno l’immagine della corsa. Ora, diciamocelo pure, il Giro 2006, conta per la “generale”, sui migliori italiani, una cinquina, e su un solo corridore di spessore possibile, quale l’incognita (per le vicissitudini degli ultimi mesi) Josè Rujano. Considerare Ullrich un passo in avanti, quando è venuto qua per allenarsi, è daltonismo (le risultanze del cronoprologo (!) per uno specialista come lui, sono indicative di uno stato di forma ridicolo, al punto di chiedersi come cavolo farà a concludere le tappe!). Altrettanto si può dire di Rasmussen (mamma mia come è ridotto male il ciclismo delle corse a tappe, se un simile corridore vien salutato come un campione!!!!). Ugualmente pesanti le assenze degli uomini da classiche e le ruote veloci. Bettini, Petacchi (tra l’altro tolto di mezzo subito) e McEwen, non pareggiano chi non c’è: per capirlo, basta guardare i nomi dei vincitori delle classiche di questo 2006. La speranza dunque, per incidere su un’internazionalità che possa recuperare la troppa mancanza di capitani e riferimenti, viene dall’esplosione di qualche straniero annunciato come outsider, o non menzionato proprio. A questo punto, uno Schumacher in spolvero ulteriore, dopo l’acuto di ieri, può far bene “politicamente” al Giro. In ultima analisi una “corsa rosa” fascinosa per un percorso che ha ricercato l’effetto anche esagerandolo con punte di sadismo e carezze all’aleatorio, dal cast ottimo, ma decisamente nazionale, ben lungi dall’essere credibilmente venduta come un passo avanti nell’internazionalità che aveva fino ad una decina d’anni fa. Zomegnan ha scelto la strada della propaganda su ogni tassello, distorcendo il realismo e la fotografia osservabile, ma i problemi restano intatti e di passi in avanti, là dove insistevano buche, non ne vedo. Secondo me, proprio anche alla luce dei tempi, un cambio di strategia è d’obbligo. Brevemente. Prima di tutto, facendo della vivacità e degli intendimenti, un modo per contare di più a livello internazionale, in primis verso l’UCI. In parole popolari un’azione… da palle reali, di fronte ai forti. Quindi, da subito, una vera e propria pressione verso uno sponsor (già chiaramente…individuato), fino ad oggi impegnato nella “ciofeca getta soldi” ed alimentatore di barbarie come il calcio, giunto finalmente anche agli occhi degli stupidi, all’elevazione del suo palcoscenico di composti chimici maleodoranti. Con un sostenitore degno e munifico alle spalle che, per un’azienda come l’RCS è facilmente raggiungibile (non serve spiegare il perché), si aprirebbero le porte e quella chiavi un tempo usate che stuzzicherebbero assai le partecipazioni dei migliori o, perlomeno, degli uomini di riferimento. Con l’arma del danaro, anche i percorsi sarebbero maggiormente digeriti…..e quei puzzolenti pezzi di carta, vanno sempre dove ce ne sono altri…. In poche parole si tratterebbe di aumentare le spese, compensate da una percentuale notevole di entrate in più…..Azioni da manager, insomma, ovvero la figura che piace tanto al complesso della nostra decadente società. P.S. Se non ricordo male, nell'intervista, Zomegnan da un pizzicotto a Cicloweb, su come il portale ha seguito e presentato il Giro. Mah....mi chiedo se ogni tanto il patron da un'occhiata a Gazzetta.it.... E poi, sinceramente, senza nessun atto di partigianeria, credo che il lavoro della Redazione del sito sia stato, e sia, encomiabile. Servizi, informazioni, zoom, ecc. puntuali e ben fatti. E poi, da mesi, l'originalità delle ricognizioni...! GRANDISSIMI!!!! :clap::clap::clap:


Cascata del Toce - 09/05/2006 alle 18:15

Hai detto tutto Morris... e sopratutto hai trovato un sostantivo ed un aggettivo che presentaono Angelo in toto... ANIMALE POLITICO... Sulla presentazione del giro...ho visto tutto... anche lo sclero del buon orsacchiottone Sergio Meda.... ;):cool:


claudiodance - 09/05/2006 alle 18:46

Morris, mi compiaccio di riscontrare una sostanziale identità di vedute. Orrido o meno, venditore o meno, lo Zome ci ha caccato delle gran balle. (Tre tappe ed ecco qualche verità: Ulrich: un minuto nel prologo, Rasmussen: ultimi dieci in generale – domenica sventolava a fondo gruppo come un esordiente! - , Julich e Sastre, gregari fino al midollo, altro che.) Frottolaro il nostro, come si vuol dire, io che non sono contrario per principio alla cronosquadre te ne soffio un’altra molto bella! La cronosquadre sarebbe servita a incoraggiare le squadre ad allestire compagini all’altezza! Quale sonora panzana!! La ragione più evidente che ci vedo io è la seguente: appioppare allo spauracchio Rujano un fardello addizionale di 4/5 minuti a favore dei pedalatori nazionali. Quante copie vende la Gazza con Basso (oppure Cunego, Di Luca….) in rosa? E quante ne venderebbe in meno con la pulce venezuelana! Dopo il giro 2005 il nano della selle italia ha fatto paura, molta paura. E non bastano le crono individuali, perché il minuscolo con le orecchie a sventola non pedala affatto male “contre la montre”….uhm…la cronosquadre, ma certo! ciao belli. claudio


Cascata del Toce - 09/05/2006 alle 23:58

Claudio delle diverse vedute ne abbiamo già parlato... ma della cronosquadre posso dirti che Angelo è un estimatore da sempre... tanto che non ha mai criticato nemmeno quelle del tour, pur giudicandole eccessivamente lunghe. Il ritorno della gara a squadre nel tracciato del Giro era praticamente sicuro da prima che si scoprisse Rujano.. quindi.. Sulla cronosquadre dico che è un esercizio del ciclismo e così va rispettato.. Non piacciono anche a me lunghe crono per team tipo quelle di 80 km del Tour. Ma sionceramente con un percorso come quello di quest'anno cosa possono fare 38 km?? Io non supererei mai 40 km nella crono a squadre ma ad abolirla ci penserei bene.. Poi addirittura nel Giro donne ce l'hanno messa a squadre ed in salita.. Morris la ricorderà certamente... Quello fu abbastanza ridicolo.... :o


Ottavio - 10/05/2006 alle 00:27

A me piacciono molto le cronosquadre, sono spettacolari e di alto livello tecnico, però sono ingiuste all'interno di una corsa a tappe che termina con una classifica individuale. Un grande ciclista con un squadra debole a cronometro è troppo svantaggiato. La mia "soluzione" per mantenere una specialità così spettacolare e ovviamente apprezzata dagli sposnsor, senza danneggiare nessuno, è quella del cronoprologo a squadre. All'inizio di un grande giro mettere una cronosquadre di massimo 15 km, che non causerebbe grandi distacchi.


aranciata_bottecchia - 10/05/2006 alle 12:36

Vorrei mettere in esame alcuni passaggi del post di Morris: [quote] Il Giro, non sta imparando ad essere equilibrato, o a proporsi in maniera più originale nel confronto col monocorde Tour. A parte gli anni dell’epoca più noiosa e vergognosamente piatta di una corsa da sarti per l’abbigliamento di Moser e Saronni, l’inventiva di Torriani prima, e le buone proposte di Castellano poi, han sempre saputo dare al Giro un volto non facile alle comunque sempre pronte critiche dell’osservatorio. La corsa rosa dunque, salvo quel pessimo periodo, ha sempre avuto qualcosa che la distingueva dal Tour [/quote] Rimandando un attimo la questione dell’equilibrio, faccio notare che il pensiero di Morris è esattamente lo stesso di Zomegnan, che in un passaggio ha dichiarato: [quote] Nessuna voglia di stupire; e nessun bisogno di differenziarci dal Tour, visto che da tanto tempo siamo diversi e lo sanno tutti. [/quote] [quote] In questo quadro, l’arrivo sul Plan de Corones è bello e suggestivo quanto ci pare, ma all’asprezza aggiunge l’aleatorio imponderabile delle ben più possibili e decisive forature, visto che la tappa si concluderà proprio lì. Okay dunque, accettiamo pure le violenze del percorso, salutiamole pure come istmi di bellezza e fascino, di richiami antichi e via dicendo, ma non spendiamole per una ricerca di equilibrio, perché non è vero e lo Zome lo sa benissimo. [/quote] Noto che Morris concede e ammette l’intrinseca bellezza e il fascino del richiamo antico, con sottinteso riferimento agli sterrati, alle strade bianche, e ciò sottindende un elogio all’organizzazione: hanno fatto una scelta che premia la bellezza, la capacità di affascinare, di meravigliare. Ciò che darebbe fastidio è dunque il gesto di celare l’aleatorietà collegata a questa scelta, poichè essa va a turbare l’equilibrio. Questa era la frase di Zomegnan: [quote] Ma io trovo che il Giro, così come il Tour e la Vuelta, le grandi gare a tappe insomma, siano l'essenza del ciclismo; e per questo devono essere equilibrate, avere la giusta misura di cronometro, salite e percorsi che premino la resistenza. [/quote] L’opinione di Zomegnan è condivisibile, ma appare evidente che ci sarebbe qualcuno capace di sostenere che in fondo persino il Tour è equilibrato tra salite e cronometro, tutto diventa relativo dunque. Anche l’aleatorietà dello sterrato è relativa: è da dimostrare che procurerà forature a iosa, ed è da dimostrare che sarà affrontata come un novello muro di Sormano. Trovo sia doveroso provare, effettuare degli esperimenti, per verificare se davvero si tratta di una componente aleatoria, perchè si noti bene che nel ciclismo gli elementi aleatori hanno sempre avuto una componente pesantissima: le le condizioni climatiche, la temperatura dell’aria, l’umidità, le superfici bagnate. Pantani non ha forse perso un mondiale per l’impossibilità di scattare sull’asfalto viscido? Oppure: qualcuno ha mai sentito parlare della Parigi Roubaix? Veniamo al punto: che significa "equilibrio", nelle stesse parole di Zomegnan? Significa: giusta misura di cronometro e salite e percorsi che premino la resistenza. Già sono in parziale disaccordo, perchè la giusta misura di cronometro per i miei gusti è zero, ma vedo anche che, proprio per l’accento posto sulle montagne in questo giro, diventa tollerabile la presenza dell’esercizio a cronometro moderno. Perciò se l’equilibrio viene ritenuto turbato da una presunta componente aleatoria, pur non essendo d’accordo riconosco che se ne può discutere (dal 2007 si può tornare tranquillamente al sistema precedente, se ciò accadesse). Se l’equilibrio viene ritenuto turbato da un presunto squilibrio a favore delle montagne, allora non sono minimamente d’accordo, viste le performances montanare dei passisti nell’età contemporanea. Altro passaggio: [quote] Chi vince una grande manifestazione a tappe dal percorso perlomeno dignitoso, deve sempre essere bravo in salita e non solo un cronoman, ma in questa corsa rosa, nel corpo del vincitore deve esserci soprattutto la corazza dello scalatore e del resistente [/quote] Alla luce di questa affermazione appare evidente che l’aleatorietà, citata precedentemente, saerbbe comunque un’incognita relativa, un’incognita ristretta. Dunque non si esce dal novero dei cinque o sei nomi menzionati nei pronostici, perchè al limite la presunta aleatorietà favorirebbe uno tra costoro. Un Savoldelli non sarà forse un fior di scalatore, ma ha dimostrato di essere resistente come nessun altro. Beh, allora è una corsa a tappe perfetta, è l’esatto contrario del Tour: esiste una rosa ristretta di pretendenti alla vittoria, al di fuori della quale le speranze di vittoria sono nulle, ma il risultato finale non può essere in nessun modo scontato. Altro passaggio: [quote] Basso sulle pendenze (all’insù) è sempre andato forte. Spero per lui, che il consistente miglioramento a cronometro, non gli abbia fatto perdere lo spunto in salita, perché, se così fosse, a Milano in rosa non si arriverà sicuramente. [/quote] "Sicuramente" fa a pugni con "aleatorietà", va messo in evidenza: o non c’è l’aleatorietà, e Basso non può vincere, o Basso ha le stesse opportunità di vittoria dei suoi concorrenti, perchè c’è l’aleatorietà relativa garantita da uno spartito ricco e foriero di occasioni per chi ha la forza e la volontà di coglierle. Altro passaggio: [quote] La cronosquadre è un non senso a prescindere. [/quote] Non sarò mai d’accordo, nonostante io provi del disgusto verso il cronometro contemporaneo, ma proprio sui gusti non si discute quindi rispetto ogni opinione. Forse che i postini di Lance, messi in testa a tirare il plotone sulle salite del Tour, non costituivano un elemento di influenza del collettivo (la squadra) sull’esito del singolo (la classifica individuale)? Una volta di più tutto è relativo: una cosa sono le cronosquadre del Tour, altra cosa è la cronosquadre del Giro 2006. [quote] L’aspetto aberrante è che alla fine di questa prova, possono giungere differenze fra i papabili vittoriosi, in grado di modificare l’assetto del Giro, quindi il mostriciattolo è un inno all’aleatorio. [/quote] Beh, parliamo di Ivan Basso e Savoldelli, no? Abbi pazienza Morris, questo tuo passaggio contrasta e stride con quello precedente, dove temevi la perdita di spunto in salita per ciò che riguarda Basso, e dove mettevi l’accento sulla "corazza" di scalatore che deve avere il vincitore (corazza che Savoldelli ha solo in parte). Ammesso che il più penalizzabile sarebbe Rujano, e in minima parte Simoni, non trovo così potenzialmente devastante questa cronosquadre, al netto degli incidenti di percorso, che possono accadere ovunque ed in qualsiasi fase della corsa. Altro passaggio: [quote] Nell’intervista dice che la crono al Giro è sempre stata messa prima delle salite, dimenticando che, quasi sempre, se ne aggiungeva una alla fine, molto più credibile perché diminuiva le distanze fra passista e scalatore in quanto il ruolo massimo lo giocava la freschezza, ed una grande corsa a tappe deve sempre premiare gli uomini di fondo. [/quote] Spostare la crono? Mmm, allora si che potremme parlare di squilibrio a favore degli scalatori. Aggiungerne un’altra? Mio Dio, no, meno male che ne hanno tolta una, invece. Uomini di fondo? Non pensi che sia sufficiente quanto è già in programma? [quote] Un avvenimento come il Giro va propagandato oggi più di ieri, ed in questa direzione si muove l’aspetto migliore del personaggio Zomegnan uscito dall’intervista. Il lavoro con le TV straniere è peculiare e l’impegno del patron mi sembra adeguato. [/quote] Un riconoscimento che il buon Dancelli s’è guardato bene dall’evidenziare. Leggo su laflammerouge.com che il Giro viene passato anche in Canada quest’anno. [quote] Nell’UCI, il peso RCS, che in Italia significa monopolio, mi si perdoni, pare essere quello di un piccione. La trasformazione dei calendari è stata vissuta con leggerezza: si sapeva che avrebbe contraffatto il Giro, spostando le migliori attenzioni dei club verso il Tour e, grazie alla spinta dettata dalla vicinanza ai mondiali, verso la Vuelta [/quote] Direi che Zomegnan in questa vicenda, che risale al 1994, c’entra poco o niente. A torto o ragione, direi che ultimamente c’è una netta contrapposizione tra Uci e Rcs per la vicenda Pro Tour, chissà che il solito do ut des col quale si concluderà la vicenda non frutti un maggiore peso politico per Rcs. Chissà, sia chiaro, me lo sto domandando. [quote] Anche in questo 2006 troppe mancanze, aldilà del buon senso, del ragionevole e dei programmi che impongono al massimo due (che sarebbe un bene per tanti) grandi corse a tappe su tre; troppi big, anche per le sole frazioni, che han scelto Tour e Vuelta. [/quote] L’ultimo momento di vera internazionalità del Giro fu il 1999, con Zulle della Banesto, Heras della Kelme, Jalabert della Once, e altri partecipanti dignitosi. Dunque la posizione della Vuelta nel calendario concorre, ma fino ad un certo punto. Del resto nella stessa Spagna il Tour ha perso via via telespettatori (costantemente dal 1995 in poi) e la Vuelta nelle ultime stagioni è crollata come ascolti. Venendo all’oggi, trovo ragionevole che i corridori spagnoli (Valverde, o esagerando Mancebo), e quelli che corrono per squadre spagnole (Vinokourov) abbiano fatto altre scelte. Nulla di irrazionale. Leipheimer? Nel 2005 non è andato nemmeno alla Vuelta. Landis? Dobbiamo davvero parlare di Landis? Evans? Vabbè, dai, tutto sommato nemmeno Di Luca va al Tour, è ben più grave il deficit della corsa francese. [quote] Ugualmente pesanti le assenze degli uomini da classiche e le ruote veloci. Bettini, Petacchi (tra l’altro tolto di mezzo subito) e McEwen, non pareggiano chi non c’è: per capirlo, basta guardare i nomi dei vincitori delle classiche di questo 2006. [/quote] D’accordo sui velocisti, si è passatto dall’eccesso delle 11 tappe del 2004 alle cinque massimo sei di quest’anno. Quanto alle classiche, direi che è una ruota: nel passato o nel presente, non direi che nomi come Bettini, Di Luca, Petacchi, Cunego, Rebellin etc etc fossero proprio estranei alle classiche. Tra le altre cose, anche nei "bei tempi che furono" non mi sembra che Museeuw sia mai impazzito per il Giro d’Italia. [quote] La speranza dunque, per incidere su un’internazionalità che possa recuperare la troppa mancanza di capitani e riferimenti, viene dall’esplosione di qualche straniero annunciato come outsider, o non menzionato proprio. A questo punto, uno Schumacher in spolvero ulteriore, dopo l’acuto di ieri, può far bene "politicamente" al Giro. [/quote] D’accordissimo, del resto far cambiare mentalità a chi aveva paura delle incursioni dei Nas è dura e strenua impresa. Viceversa Schumacher, generazione nuova (a proposito, le parole di Cassani confermano che è in atto un ricambio generazionale come non accadeva da 30 anni), nonostante il pasticciaccio pseudo-doping nel quale è stato invischiato ha dimostrato di possedere un’altra mentalità: non ha nulla da temere, dunque viene al Giro. [quote] In ultima analisi una "corsa rosa" fascinosa per un percorso che ha ricercato l’effetto anche esagerandolo con punte di sadismo e carezze all’aleatorio, dal cast ottimo, ma decisamente nazionale, ben lungi dall’essere credibilmente venduta come un passo avanti nell’internazionalità che aveva fino ad una decina d’anni fa. [/quote] Ma direi che non ci si può lamentare rispetto al periodo 2000-2004, soprattutto rispetto al 2003-2004. Queste le parole di Zomegnan: [quote] Mi aspetto una corsa più internazionale rispetto alle ultime edizioni, e con la partecipazione di grandi campioni. Mi pare che, rispetto al passato, ci siano aspettative migliori per questo Giro. Per una miglior qualità dei partecipanti, per merito di qualche accorgimento organizzativo, per il fatto di partire in Belgio, dove il ciclismo è una religione, e anche per la nostra attenzione ad alcuni aspetti sociali e sportivi che abbiamo scelto di curare, come la celebrazione di alcune ricorrenze importanti lungo il percorso del Giro. [/quote] Non ci trovo nessuna balla, al limite delle opinioni non condivisibili. Discovery e Csc avranno hanno dei capitani italiani, ma la loro anima è straniera e quest’anno hanno portato dei gregari eccellenti, quasi tutti stranieri di alto livello. I campioni ci sono, anche se come hai fatto notare sono Italiani: ma nel 2004 la vigilia del Giro non prevedeva uno scontro tra Simoni e Garzelli, punto e basta? Sono le grandi sfide, anche tra i Italiani, se gli Italiani sono dei campioni, ad attirare l’attenzione. Basso avrebbe potuto tranquillamente impiparsene del Giro, il Pro Tour non lo obbliga a partecipare, idem Savoldelli dopo il ritiro di Lance. Ho letto termini come "propaganda" e "distorsione della realtà". Inizialmente non intendevo intervenire, perchè so benissimo che ti rivolgi all’uditorio di Cicloweb anche e soprattutto perchè le orecchie di Rcs intendano, tuttavia anche nelle accuse portate contro Zomegnan, non solo da parte tua, ma anche di Gabri e di Claudio, io ho intravisto delle opinioni che non voglio definire come distorcenti la realtà, ma che ritengo comunque discutibili, nello stesso modo nel quale ritenete discutibili le dichiarazioni di Zomegnan, a mio avviso sbeffeggiate e sputtanate oltre la soglia del ragionevole. Ciao


prof - 10/05/2006 alle 17:05

Quoto tutto quanto hai detto, Davide: non potrei aggiungere nulla piu' nè, tampoco, di meglio Mi permetto, tuttavia, di commentare alcune affermazioni di Claudiodance [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Orrido o meno, venditore o meno, lo Zome ci ha caccato delle gran balle. (Tre tappe ed ecco qualche verità: Ulrich: un minuto nel prologo, Rasmussen: ultimi dieci in generale – domenica sventolava a fondo gruppo come un esordiente! - , Julich e Sastre, gregari fino al midollo, altro che.) [/quote][i] Beh, ascrivere la pochezza delle prestazioni di Ullrich e Rasmussen qui ed ora alla torva volontà di Zomegnan di propinarci balle mi sembra soltanto assolutorio nei confronti dei due succitati oltrechè per nulla convincente delle subdole intenzioni di Zomegnan stesso. I due suddetti, qui ed ora, fanno un po' pietà. Poi potrà anche accadere che se ne vadano al tour e colà rompano il bombardino ai passeri, ma per me il giudizio non cambia, anzi: oltre allo scarso giudizio di valore mi sentirei di nutrire pure dubbi e sospetti. [quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Quale sonora panzana!! La ragione più evidente che ci vedo io è la seguente: appioppare allo spauracchio Rujano un fardello addizionale di 4/5 minuti a favore dei pedalatori nazionali. [/quote][i] Anche in questo caso mi sembra francamente eccessivamente capzioso il ragionamento. Se questo fosse il retropensiero di Zomegnan, mi parrebbe pure sbagliato: un Rujano che si aggiunge prepotentemente ai vertici della classifica non farebbe che far crescere l'interesse: quantomeno nella speranza che i ns. valorosi gli spezzino le reni. Ciao Alberto


claudiodance - 10/05/2006 alle 18:12

Davidone, io non dico che Zomegnan abbia cannato tutto. Ho sottolineato le cose cannate ….secondo me. Anzi, il mio criterio è stato quello di criticare non tanto le scelte, ma quanto più le giustificazioni date alle scelte. Faccia pure gli esprimenti sulla fatica dei corridori, può essere un metodo, non dico di no, ma abbia la creanza di non spiegarmi in bello stile verità di pulcinella. (di pulcinella per me…) Non ho sottolineato i passaggi in cui Morris sottolineava i meriti dello Zome per un motivo molto semplice, non erano argomenti toccati da me. Non mi metto neanche a parlare di Tv canadesi, cinesi o della Groenlandia, non ne capisco una stramazza e mi bevo tutto quello che chiunque vuol farmi bere, vero o presunto. Ma soprattutto non me ne frega nulla. Distinguo i piani del discorso, per fare chiarezza, ecco tutto. Perciò se mi parli di internazionalità del giro io distinguo i piani. Quello mediatico e quello sportivo. Del primo non mi occupo perché sono un simpatico incompetente, del secondo ho pensato di poter affermare qualcosa di non allineato ai commenti che avevo sentito fino a quel momento. Pare che su questo secondo aspetto, il buon Morris la pensi grosso modo come me. Ho la presunzione di avere un qualche ragionamento da rigirare su questi argomenti e mi piace mettervi a parte dei miei pensieri. Punto. Me ne frega nulla di lodare qualcuno che è già stato lodato da altri. L’ho sempre specificato. Nei miei interventi “pesanti” sul forum scelgo di concentrarmi sugli aspetti ancora meno esplorati….Generoso no??? (Hahhahah…mister Simpaty!!) Della definizione di “cicloalpinismo” rivendico una specie di paternità, bellalì è anche un termine così stupido e postmoderno da poter essere preso sul serio. Io invece non mi prendo sul serio, gioco con voi al gioco della discussione intelligente sul ciclismo. Questo è il giro più duro degli ultimi 30 anni. Tocca livelli di durezza in montagna che solo gabry non riesce a vedere( ma stiamo parlando di una innamorata persa del biondino, si sa) e per quanto io possa appassionarmi a questa splendida corsa voglio mantenere il sangue freddo e dire le cose come stanno. Non si tratta di equilibrio sportivo riconquistato e neanche di recupero dei valori storici del ciclismo, ma di spettacolarizzazione dell’evento Giro d’Italia. Accettato questo siamo a posto. Preso come assioma che questo è un valore irrinunciabile e che su questa idea si sostanzia il giro 2006, io mi ritiro in buon ordine. Tu affermi che l’esperimento andava fatto e che è meritorio, io dico che si è ecceduto, che manca la misura, che siamo nelle vicinanza dello sport NO LIMITS, che plan de corones è una porcheria tecnica giocata sulla fatica dei corridori. Forature, brutto tempo o meno. Non ho alcun potere d’influenza, ne conoscenza dei meccanismi e delle persone Rcs, Dio me ne scampi, ma un paio di mezzi pensieri nuovi nelle menti dei giovincelli forumisti e kobramisti devo averli infilati…..salvo smentirmi da solo, perché avrai visto anche tu cheil percorso della Kobram è, in proporzione, molto, ma molto più duro del giro!!! Sei davvero diventato super corretto. Okey, opinioni non condivisibili. Dai, Davidone, sul serio te la prendi se definisco “orrido” Zomegnan? Ho specificato che sono mie opinioni, se bisogna misurare il centimetro delle parole anche qui allora mi do alla politica, ci si diverte anche là e qualche Vaffa’ a Montecitorio ci può pure scappare. Viva viva il giro d’italia e lunga vita alla coppa kobram! Un caro saluto. claudio


ProfRoubaix - 10/05/2006 alle 18:21

Su Giro e Gazzetta: vedo sul sito della rosea un "Ufficio facce" di Claudio Gregori. Ma (fra un monte fatato e un arabesco) avrà chiesto il copyright a Gianni Mura o è un copy e basta? Almeno citarlo, suvvia :nonono:


aranciata_bottecchia - 10/05/2006 alle 18:43

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance[/i] Non si tratta di equilibrio sportivo riconquistato e neanche di recupero dei valori storici del ciclismo, ma di spettacolarizzazione dell’evento Giro d’Italia. Accettato questo siamo a posto. Preso come assioma che questo è un valore irrinunciabile e che su questa idea si sostanzia il giro 2006, io mi ritiro in buon ordine. [/quote] L'hai già scritto, mi costringi a ripetere che non sono d'accordo? Non mi sembra che ne caviamo fuori alcunchè di nuovo. Nulla contro lo spettacolo, se è uno spettacolo sportivo. Anche la Formula Uno avrebbe bisogno del recupero della spettacolarità, persino il calcio al nandrolone avrebbe bisogno del recupero della spettacolarità, del tennis non parliamo, roba da bombardieri. I tempi cambiano, lo spettacolo viene messo in discussione dal "progresso". Mi rendo conto che c'è una filosofia di pensiero (sono generoso) che ritiene gli sprint in Via Roma altrettanto spettacolari che un solitario Fausto Coppi che s'involava sul Capo Berta, opinione rispettabile, ma io preferisco cercare un legame tra il ciclismo che fu e quello contemporaneo, tu ed altri no, amen, no problem. Ciao Bello

 

[Modificato il 10/05/2006 alle 18:53 by Monsieur 40%]


aranciata_bottecchia - 10/05/2006 alle 18:56

Dimenticavo: qualche vecchio saggio sosteneva che nella tappa del Corones non accadrà nulla fino agli ultimi kilometri, perchè nessuno vorrà rischiare. Tu dici invece che si specula sulla fatica dei corridori. Mettetevi d'accordo. Equilibrio? Ho sempre sostenuto che ha ragione colui che sostiene che la corsa la fanno i corridori. Allora per i miei gusti è equilibrata quella corsa che, qualora un corridore voglia fare la differenza, gli offra le possibilità di concretizzare questa sua volontà. Questo è il solo equilibrio che conta: quello delle opportunità. Forse Zomegnan si serve di parole che urtano la tua sensibilità, ma la sostanza è proprio questa: se i corridori vorranno addormentare la corsa, non ci sarà problema. Ma se qualcuno volesse dinamitarla, di spazio ce n'è in abbondanza. Tutti quei discorsoni, sui tapponi di montagna che partoriranno un topolino, adesso dove sono finiti? Ricordi il Cassina medagliato, con punteggio pari all'americano, Cassina vincitore solo perchè autore di un punteggio parziale superiore nella fase finale? Cassina presentava un programma più difficile rispetto a quello del ginnasta americano. Se non avesse potuto scegliere un programma tecnicamente più complesso rispetto al suo rivale, se lo spartito fosse stato il medesimo, che dire, gli accomodamenti di qualche giudice avrebbero favorito l'avversario. É bello che il Giro non sia solo una questione di chi schiaccia più forte i pedali, come pensa un prébois qualunque. Altre forme di equilibrio le lascio volentieri a Moggi e Leblanc.

 

[Modificato il 10/05/2006 alle 18:59 by aranciata_bottecchia]


quintacolonna - 10/05/2006 alle 23:24

Il Giro 2006 è una questione tra Basso, Simoni e forse....... Cunego . Il piccolo Principe è dato favorito da molti, ma non dagli addetti ai lavori.Come mai? >Che sia tutto un bluff ? :?


mestatore - 10/05/2006 alle 23:34

caro davide, il giro è durissimo, ci sono tante, forse troppe montagne. però, alla fine solo una cosa mi infastidisce. se sono vere le pendenze riportate ( ripeto se sono vere),il plan corones mi sembra esagerato e devo dirti anche poco interessante. mi ricorda un incontro di pugilato dove due omaccioni si mettono al centro del ring e si danno un pugno a testa, fino a che uno cade. non noble art, una rissa da film western. poi per carità uno ci si può pure divertire... mi ricorda la tappa dello zoncolan, dove vinse l' ultimo a finirsi... quella tappa è memorabile solo per l' impresa di pantani, che nelle condizioni in cui era, a pane ed acqua , inseguito da procure e da demoni tremendi, dimostrò cosa sono la classe ed il cuore di un campione leggendario. per il resto non mi sembrò una pagine di grande ciclismo. insomma, non mi lamento delle troppe montagne, ma delle pendenze insensate. il mortirolo bastava. lo sterrato del catria non mi disturba, mi piace, è una strada , un colle, una tappa. come il finestre. ma non ha senso andare in bici da corsa agli impianti da sci. mi piacessero quelle cose, seguirei la mtb, non la specialissima. non mi piacciono le cose fatte solo per la televisione. il catria, le strade bianche vanno bene. quelle possono dinamitare una corsa, se i corridori vogliono. il plan corones favorisce solo un certo tipo di corridori. gli esperimenti sulla pelle dei corridori, gli azzardi per attirare il pubblico ignorante della televisione no. si rischia di falsare una corsa per il resto bellissima con quel giorno lì. quel giono sbilancia il giro in modo eccessivo. ed io voglio un giro che premi più le qualità in salita e di fondo che il crono, per carità. l' aleatorietà è delle cose della vita, la roulette invece è il casinò. l' ho già scritto, di sicuro mi sbaglierò, sarà una gran giornata di sport, me lo auguro. rinfacciatemelo pure, mi farà piacere. scusa davide, magari mi confondo, ma non eri tu (a proposito del tour...)che mi spiegavi che il livello dei gregari non centra niente, e poi mi vieni a citare, per contraddirmi claudio e morris,, csc e disco che portano squadre di ottimo livello? a prescindere dal fatto che sul fatto specifico sono d' accordo con te e ci vedo in questo una bella crescita del giro, come la metti con felice? ciao mesty ps. claudio sono comunque con te, lo zome è orrido...ma tu sei peggio di lui: non potevi mettere una salita un poco più pedalabile? come faccio ad aiutare web su quelle pendenze? non si poteva scegliere qualcosa di più digeribile per un passista scalatore.... sono sceso a 72 kg, ma cacchio, mi avvicino ai 50 anni....

 

[Modificato il 10/05/2006 alle 23:37 by mestatore]


ProfRoubaix - 10/05/2006 alle 23:46

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] se sono vere le pendenze riportate (ripeto se sono vere),il plan corones mi sembra esagerato e devo dirti anche poco interessante. [/quote] Ciao Mesty, i tuoi "se" mi sembrano il punto decisivo. Dall'altimetria ufficiale (sito Gazzetta) risultano 5,250km, dislivello 544, pendenza media 10,4%. Di cui: 2,7km all'11,6%, 1,8km più facili (si sale di poco più di 100mt), 1,15km finali al 13,3%. Secondo me al 26% (quest'inverno era 33%, non mi stupirei se diventasse 24% o anche meno) sarà si e no un tornante. Se qualcuno continua a temere che saliranno a piedi o quasi, faccia pure. I primi daranno vita a uno spettacolo molto simile a quelli - secondo me belli - già visti su Angliru, Zoncolan, Mortirolo. Gli altri saliranno come sempre capita in queste tappe, e cioè un po' con rapporti adeguati e un po' a spinta (come da sempre avviene, ad esempio, sul Mortirolo).

 

[Modificato il 10/05/2006 alle 23:48 by ProfRoubaix]


aranciata_bottecchia - 10/05/2006 alle 23:53

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] l' ho già scritto, di sicuro mi sbaglierò, sarà una gran giornata di sport, me lo auguro. rinfacciatemelo pure, mi farà piacere. [/quote] Mesty, anche io mi auguro che sia una grande giornata di sport, ma non mi sembra di avere mai rinfacciato alcunchè a nessuno. [quote] scusa davide, magari mi confondo, ma non eri tu (a proposito del tour...)che mi spiegavi che il livello dei gregari non centra niente... [/quote] Io ricordo di avere scritto che il livello dei gregari presenti al Tour, negli anni passati, era decisamente superiore a quello del Giro, mentre non percepivo grandi differenze tra i pretendenti alla vittoria, con l'ovvia eccezione di Armstrong e Ullrich, tanto che la mia volontà era esprimere che al Giro mancavano proprio l'americano e il tedesco, non certo i Landis, i Mancebo e i Leipheimer del caso. Ciao


mestatore - 11/05/2006 alle 00:03

sì , caro davide, è vero, ma dimentichi che proprio il livello medio dei gregari ( o delle mezze punte) per me testimoniava l' alto livello competitivo del tour. mi sembrava che tu stessi facendo una considerazione simile per il giro quest' anno. che vuoi, io un po' sono confuso, un po' rinfaccio come una vecchia bisbetica...(è dura tenere bordone ad un capitano come claudio, non è solo colpa mia....) ciao mesty


pedalando - 11/05/2006 alle 00:04

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] ps. claudio sono comunque con te, lo zome è orrido...ma tu sei peggio di lui: non potevi mettere una salita un poco più pedalabile? come faccio ad aiutare web su quelle pendenze? non si poteva scegliere qualcosa di più digeribile per un passista scalatore.... sono sceso a 72 kg, ma cacchio, mi avvicino ai 50 anni.... [/quote] non sono molto daccordo. Sia Zome che Claudio (e posso immaginare come si ritorceranno le budella ad entrambi per l'accoppiata :D ) hanno scelto il percorso funzionalmente al loro obbiettivo. A voler essere pignoli direi che Zomegnan gode di un "piccolo" vantaggio grazie allo "spettacolo" che daranno i sei faccioni che ho messo nel mio avatar. Ma per il resto mi sembra che abbiano lasciato ben poco al caso. viva la coppa Kobram!


aranciata_bottecchia - 11/05/2006 alle 00:14

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] sì , caro davide, è vero, ma dimentichi che proprio il livello medio dei gregari ( o delle mezze punte) per me testimoniava l' alto livello competitivo del tour. mi sembrava che tu stessi facendo una considerazione simile per il giro quest' anno. che vuoi, io un po' sono confuso, un po' rinfaccio come una vecchia bisbetica...(è dura tenere bordone ad un capitano come claudio, non è solo colpa mia....) ciao mesty [/quote] Occhio, mi sembra di non avere mai nascosto che il livello del Giro delle ultime edizioni era legato al livello del ciclismo italiano, ciclismo italiano che era il movimento con i migliori atleti al mondo, con il maggior numero di atleti al mondo, con il maggior numero di squadre al mondo, con il maggior numero di corse al mondo (opinione dell'organizzatore della Coppi e Bartali e del Giro dell'Emilia). Ma ora la questione non è più il livello del ciclismo italiano e di riflesso del Giro, ma semplicemente il grado di "internazionalità" della corsa. Io penso che sia in atto un miglioramento di questa componente, penso che siano state gettate parte delle fondamenta, non penso certo che l'edificio sia già completo (è evidente). Ma l'indirizzo intrapreso secondo me è importante per formulare un giudizio, anche solo parziale e assolutamente provvisorio, sulla figura di Zomegnan. Ciao


claudiodance - 11/05/2006 alle 12:39

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] ps. claudio sono comunque con te, lo zome è orrido...ma tu sei peggio di lui: non potevi mettere una salita un poco più pedalabile? come faccio ad aiutare web su quelle pendenze? non si poteva scegliere qualcosa di più digeribile per un passista scalatore.... sono sceso a 72 kg, ma cacchio, mi avvicino ai 50 anni.... [/quote] Mesty, non dire nulla, ti prego, guarda, mi viene da piangere!, ti sembro il tipo masochista che si vuole far del male sui salitoni? Mi ero preparato 5 (diconsi cinque) diversi percorsi disegnati sulla carta e Markuzzo ne ha scovato anche un altro. Ero pronto a scegliere il più vallonato, il più misto pianuroso dove far valere la nostra superiore strategia tattica organizzata, il meno arcigno che si potesse, avevo in mente un bello strappetto di 7-800 metri da fare di potenza e mettere alle corde brevilinei e anoressici…. …invece! Li guardiamo tutti e ognuno aveva qualche problema logistico irrisolvibile (asfalto distrutto, discesa pericolosa, pericoli generici, strade sterrate!....di tutto) alla fine l’unico valido era quello con lo spauracchio cicloalpinistico dello strappo di Grietz, ormai ribattezzato come la Redoute della lessinia. Non mi parlare dei tuoi 72 kg. Io punto con decisione agli 82 per il giorno della kobram, ma non ti dico a che punto sono adesso…..e poi i 50 anni non sono una scusa per nessuno. Conosco parecchi 60enni che evito accuratamente di incontrare per strada e tu ben lo sai. Comunque ad Andrea non servono scalatori, ma passisti che lo portino a metà dell’ultimo strappo nella posizione migliore. Sono sicuro che sarai l’ideale ultimo uomo del nostro trenino dei desideri…..ehm……quell’ordine dall’ungheria che ti ho fatto disdire…..contrordine, i need prodottinen buono buono! Ciao claudio :hammer::hammer:


mestatore - 11/05/2006 alle 17:46

caro claudio, non c'è problema, salirò come voigt al mont faraon (voigt, o foigt o fot? bohh..). poi se boonen secondo molti un giorno vincerà la liegi, vuoi che noi alla redoute dei poveri siamo da meno? per il prodottinen c'è un solo problema, mia moglie non appartiene alla stessa tempra di edita rumsas. se la fermano, no anzi, se lei solo vede un vigile o una guardia forestale vuota il sacco e pure si inventa qualcosa, sicchè mi faccio 6 mesi ai piombi e poi ci pensa guariniello a darmi il resto....altro che bici e trasferta in lessinia. tornando al 3d, vorrei sottolineare che mi sembra un poco arrampicato sui vetri l' amico aranciata. vero è che internazionalità non è sinonimo di livello tecnico, tuttavia mi pare che oggi , con gli schumacher e co., gli squadroni alla cronosquadre, che è comunque un bello spettacolo visivo e richiede doti tecniche,i gregari più forti etc il livello sia salito. si guardi alla telekom: lasciamo stare ulltrich, comunque ci sono gonchar , rogers, kessler, che sono signori corridori. meglio dell' anno scorso, comunque, anche se mio dispiace che non ci siano guerini e mazzoleni. a mio parere il livello medio è cresciuto perchè gli squadroni (csc, disco, la stessa telekom) hanno portato uomini più forti, perchè gli italiani migliori ( liquigas, lampre) si sono attrezzati per reggere l' urto. poi , se la fuga di giornata la fa albizuri, euskaltel con 3 ciuchi francesi e un selle italia, non cambia molto da quando la stessa cosa la faceva un pozzi, un mazzoleni brother ed un selle italia. cambia che per stare davanti alla fine nelle tappe più insidiose ci vogliano uomini forti veri (i voigt, i disco,i lampre), cambia che chi aiuterà in salita sarà un sastre, un danielson, un patxi vila.... i capitani a lottare saranno i migliori italiani come anni fa, ma il livello medio è comunque più alto. non ci sarà più una fassa a fare il bello e cattivo tempo per 10/12 tappe... vedrai che già nella tappa di saltara questo si capirà. aggiungo che parte di questa crescita di livello del giro è merito di basso,della sua sfida coraggiosa di vincere 2 gran tour in un solo anno, lui che non ha mai vinto niente. nello sport capita così, se tu innalzi il livelllo competitivo, se tu lanci sfide stimolanti, i tuoi avversari rispondono, si attrezzano per farlo. se l' asticella si sposta più in alto, devi prepararti meglio, devi allenarti di più.... per questo,anche per questo io quest' anno tifo basso. perchè se lui ce la fa è un gran bene per il ciclismo, si chiude definitivamente l' era braccioforte. il solo merito dell' orrido, ma non è un merito da poco è aver fatto venire basso ( dai, esagero un po'...così a lore e gabri gli va di traverso la merenda..) . lo spartito è fin troppo difficile, per me gli è un po' scappata la mano, ma gli va riconosciuto il coraggio di aver firmato un percorso che spinge all' impresa, che si stacca dal ciclismo dell' era braccioforte. ciao mesty ps: ah davide, non è vero che ti arrampichi sui vetri, ma così leggi con la tastiera che scalpita per rispondere....ciao mitico


aranciata_bottecchia - 11/05/2006 alle 17:56

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] vero è che internazionalità non è sinonimo di livello tecnico, tuttavia mi pare che oggi , con gli schumacher e co., gli squadroni alla cronosquadre, che è comunque un bello spettacolo visivo e richiede doti tecniche,i gregari più forti etc il livello sia salito...[/quote] Quale livello? Il livello medio dei partecipanti nel loro complesso? Senza dubbio, ma il divario con il Tour è ancora marcato, non mi sembra di averlo mai negato. Il livello dei pretendenti alla vittoria? Non mi sembra sia legato alla internazionalizzazione e credo che a parte Ullrich nessun assente potrebbe offrire un contributo sostanzioso, nemmeno Alejandro Tendinite Valverde, nemmeno Vinokourov, ma comunque sarebbe un piacere vedere all'opera costoro sulle nostre strade, così come per Boonen. Ciao


claudiodance - 11/05/2006 alle 20:24

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] ps. claudio sono comunque con te, lo zome è orrido...ma tu sei peggio di lui: non potevi mettere una salita un poco più pedalabile? come faccio ad aiutare web su quelle pendenze? non si poteva scegliere qualcosa di più digeribile per un passista scalatore.... sono sceso a 72 kg, ma cacchio, mi avvicino ai 50 anni.... [/quote] non sono molto daccordo. Sia Zome che Claudio (e posso immaginare come si ritorceranno le budella ad entrambi per l'accoppiata :D ) hanno scelto il percorso funzionalmente al loro obbiettivo. A voler essere pignoli direi che Zomegnan gode di un "piccolo" vantaggio grazie allo "spettacolo" che daranno i sei faccioni che ho messo nel mio avatar. Ma per il resto mi sembra che abbiano lasciato ben poco al caso. viva la coppa Kobram! [/quote] beh, sono commosso. ecco soddisfatto il mio più recondito deisderio. andare a braccetto con l'orrido....in questo modo la mia avvenenza parrà ancora più irresistibile!!:hammer:


Cascata del Toce - 12/05/2006 alle 00:04

Ci ho parlato oggi... un vero e proprio boss che parlotta in privato con Mc Quaid, con Adorni...che controlla i suoi scagnozzi nel loro lavoro e non ci mette un attimo a far partire se serve un bel cazziatone... un occhio a destra, uno a sinistra.. tutto ben sintonizzato verso radiocorsa... quando abbiamo scambiato due parole ero in soggezione... :o:cool: ma va che nn è cattivo...:cincin:


gabri59 - 12/05/2006 alle 00:11

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] il solo merito dell' orrido, ma non è un merito da poco è aver fatto venire basso ( dai, esagero un po'...così a lore e gabri gli va di traverso la merenda..[/quote] :D Guarda che Basso ha deciso di venire al Giro quando ha visto gli indici d' ascolto schizzati in alto nell' edizione di due anni fa e la grandissima popolarità che quella vittoria ha dato a Cunego. Vai a rileggerti le sue dichiarazioni del giugno e poi del luglio di quell' anno. E lo stesso discorso vale per Bettini e Di Luca (che ha recentemente ribadito che la gente lo riconosce per la tappa del Finestre, non per tutte le classiche che ha vinto). L' "orrido" non c'entra quindi se non marginalmente (nè tantomeno c'entrava l' anno scorso), dato che ha disegnato un percorso per Basso.


mestatore - 12/05/2006 alle 00:19

ehehehehehehehhheehe! ci casca sempre. però è vero gabri ,hai ragione, il giro da gran popolarità. giro per basso? aho', non te ne risparmi una. monsieur è veramente un grande, ma come ti ha sgamata.... ciao mestatore mestatore


montblanx - 12/05/2006 alle 00:35

[quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] il solo merito dell' orrido, ma non 蠠un merito da poco 蠡ver fatto venire basso ( dai, esagero un po'...cos젡 lore e gabri gli va di traverso la merenda..[/quote] :D Guarda che Basso ha deciso di venire al Giro quando ha visto gli indici d' ascolto schizzati in alto nell' edizione di due anni fa e la grandissima popolaritࠣhe quella vittoria ha dato a Cunego. Vai a rileggerti le sue dichiarazioni del giugno e poi del luglio di quell' anno. E lo stesso discorso vale per Bettini e Di Luca (che ha recentemente ribadito che la gente lo riconosce per la tappa del Finestre, non per tutte le classiche che ha vinto). L' "orrido" non c'entra quindi se non marginalmente (n蠴antomeno c'entrava l' anno scorso), dato che ha disegnato un percorso per Basso. [/quote] Non so... l'hai ripetuto molte volte, sarà vero che è disegnato per basso quando lo dimostrerà la strada, al momento insieme a savoldelli mi sembra sempliemente il più forte , ma tutti, simoni, cunego, di luca, non la pensano così. Anzi. Sostengono che ci sia fin troppa montagna. Poi vediamo se Basso lo staccano. Secondo me non è uno che si farà dare minuti nemmeno sul mortirolo. Certo non potrà rispodere a tutti gli attacchi (o sì?). Ma prima della chiacchiera voglio vedere attachi, basso che si stacca sul Mortirolo e sul San Carlo e poi recupera due minuti tra discesa e in pianura (ma dai scherziamo????). Guarda che io non credo che avverrà molto facilmente. Nè la prima, nè la seconda cosa. Poi ovvio che mi auguro gran spettacolo. Però ripeto, magari Simoni e Cunego ci facessero vedere le scintille a Plan o sul Mortirolo. O sulla Maielletta. O al Bondone.O al San Carlo, o al san Pellegrino (we... questa non si pubblicizza ma secondo me è moooooolto dura)! Sei tappe... E vediamo se hai ragione (Assolutamente possibile!!!) Ma io dico che ti immagini sei tappe, sei sono tantissime, che non saranno così come te le aspetti... io su quelle salite ci vedo grossi distacchi, solo savoldelli e cunego hanno i vantaggi della discesa. Tra l'altro mi sembra che non prendi in considerazione il fatto che è possibile che basso le suoni anche a qualcuno (magari a tutti?) in salita, voglio vedere gli altri pretendenti alla terza settimana....


lallo - 12/05/2006 alle 10:04

Se paragoniamo Basso a Indurain (ed esageriamo senza dubbio...) dobbiamo pensare che salite come il Mortirolo, la Marmolada (qualcuno si è accorto che in questo giro c'è il drittone che congiunge Malga Ciapela a capanna Bill?? :D:D:D , (e non aggiungiamo il Plan de Corones) risultavano decisamente 'faticose' anche per il mostruoso navarro. Quindi prima di considerare Basso capace di reggere su quelle pendenze ci andrei piano...


montblanx - 12/05/2006 alle 12:07

[quote][i]Originariamente inviato da lallo [/i] Se paragoniamo Basso a Indurain (ed esageriamo senza dubbio...) dobbiamo pensare che salite come il Mortirolo, la Marmolada (qualcuno si è ¡ccorto che in questo giro c'è ©l drittone che congiunge Malga Ciapela a capanna Bill?? :D:D:D , (e non aggiungiamo il Plan de Corones) risultavano decisamente 'faticose' anche per il mostruoso navarro. Quindi prima di considerare Basso capace di reggere su quelle pendenze ci andrei piano... [/quote] beh ma lo vedremo tra una settiamana!!!!!:D


Morris - 14/05/2006 alle 10:37

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Vorrei mettere in esame alcuni passaggi del post di Morris: [quote] Il Giro, non sta imparando ad essere equilibrato, o a proporsi in maniera più originale nel confronto col monocorde Tour. A parte gli anni dell’epoca più noiosa e vergognosamente piatta di una corsa da sarti per l’abbigliamento di Moser e Saronni, l’inventiva di Torriani prima, e le buone proposte di Castellano poi, han sempre saputo dare al Giro un volto non facile alle comunque sempre pronte critiche dell’osservatorio. La corsa rosa dunque, salvo quel pessimo periodo, ha sempre avuto qualcosa che la distingueva dal Tour [/quote] Rimandando un attimo la questione dell’equilibrio, faccio notare che il pensiero di Morris è esattamente lo stesso di Zomegnan, che in un passaggio ha dichiarato: [quote] Nessuna voglia di stupire; e nessun bisogno di differenziarci dal Tour, visto che da tanto tempo siamo diversi e lo sanno tutti. [/quote] [/quote] Ho letto l’intervista a Zomegnan, circa una settimana prima di scrivere per mancanza assoluta di tempo, è possibilissimo quindi che alcuni passi non li abbia ricordati a puntino. Ma la frase da te riportata: “nessuna voglia di stupire”, la ricordavo bene, ed è proprio quella che più di tutte mi ha convinto a dire talune cose. Per me rimane una bugia: la voglia di stupire c’è, eccome, al punto che ne è uscito il Giro più duro degli ultimi trenta anni, perlomeno a memoria. Sono altresì convinto che se mi mettessi a ricercare per trovare un’edizione simile o uguale, il periodo s’allungherebbe. Quindi okay per lo spettacolo, ma non si dica che si son fatte scelte di tal tipo in nome dell’equilibrio, perché non è vero. Questo Giro, un Coppi prima, ed un Pantani poi, l’avrebbero vinto anche partendo con un handicap di un quarto d’ora. Lo ha detto anche Martini…. che di Giri ne ha visti più di tutti noi. Ma in mezzo al gruppo di oggi, compresi gli assenti, di corridori simili non c’è l’ombra, ed allora perché una simile durezza? [quote] In questo quadro, l’arrivo sul Plan de Corones è bello e suggestivo quanto ci pare, ma all’asprezza aggiunge l’aleatorio imponderabile delle ben più possibili e decisive forature, visto che la tappa si concluderà proprio lì. Okay dunque, accettiamo pure le violenze del percorso, salutiamole pure come istmi di bellezza e fascino, di richiami antichi e via dicendo, ma non spendiamole per una ricerca di equilibrio, perché non è vero e lo Zome lo sa benissimo. Noto che Morris concede e ammette l’intrinseca bellezza e il fascino del richiamo antico, con sottinteso riferimento agli sterrati, alle strade bianche, e ciò sottindende un elogio all’organizzazione: hanno fatto una scelta che premia la bellezza, la capacità di affascinare, di meravigliare. Ciò che darebbe fastidio è dunque il gesto di celare l’aleatorietà collegata a questa scelta, poichè essa va a turbare l’equilibrio. Questa era la frase di Zomegnan: Ma io trovo che il Giro, così come il Tour e la Vuelta, le grandi gare a tappe insomma, siano l'essenza del ciclismo; e per questo devono essere equilibrate, avere la giusta misura di cronometro, salite e percorsi che premino la resistenza. L’opinione di Zomegnan è condivisibile, ma appare evidente che ci sarebbe qualcuno capace di sostenere che in fondo persino il Tour è equilibrato tra salite e cronometro, tutto diventa relativo dunque. Anche l’aleatorietà dello sterrato è relativa: è da dimostrare che procurerà forature a iosa, ed è da dimostrare che sarà affrontata come un novello muro di Sormano. Trovo sia doveroso provare, effettuare degli esperimenti, per verificare se davvero si tratta di una componente aleatoria, perchè si noti bene che nel ciclismo gli elementi aleatori hanno sempre avuto una componente pesantissima: le le condizioni climatiche, la temperatura dell’aria, l’umidità, le superfici bagnate. Pantani non ha forse perso un mondiale per l’impossibilità di scattare sull’asfalto viscido? Oppure: qualcuno ha mai sentito parlare della Parigi Roubaix? Veniamo al punto: che significa "equilibrio", nelle stesse parole di Zomegnan? Significa: giusta misura di cronometro e salite e percorsi che premino la resistenza. Già sono in parziale disaccordo, perchè la giusta misura di cronometro per i miei gusti è zero, ma vedo anche che, proprio per l’accento posto sulle montagne in questo giro, diventa tollerabile la presenza dell’esercizio a cronometro moderno. Perciò se l’equilibrio viene ritenuto turbato da una presunta componente aleatoria, pur non essendo d’accordo riconosco che se ne può discutere (dal 2007 si può tornare tranquillamente al sistema precedente, se ciò accadesse). Se l’equilibrio viene ritenuto turbato da un presunto squilibrio a favore delle montagne, allora non sono minimamente d’accordo, viste le performances montanare dei passisti nell’età contemporanea. [/quote] Provare il Finestre aveva un senso, perché non si arrivava su quella cima, ed il resto del Giro non era così duro. Non a caso, quella tappa si decise dopo e chi aveva spinto di più o sofferto di più sollecitando troppo il motore, pur alimentandosi meglio del vincitore, ha perso. Sul Plan, una foratura, che logica vuole possibile più che sull’asfalto, impedirebbe allo sfortunato, chiunque sia, di recuperare (i Pantani di Oropa, sono come l’incontro con la cometa di Haley…), ecco perché è un arrivo aleatorio e aggiungerei esagerato. Rompe l’equilibrio non dei migliori, ma accentua le percentuali di sfiga. Non è molto bello e, soprattutto, non è onesto. A tutto ciò si aggiunge, e non è poco, l’inesistenza di una logica nel computo complessivo del Giro: che bisogno c’era di aggiungere questo uppercut, ad una corsa già asprissima? Fascinoso e suggestivo traguardo, ma pure tanto sadismo, con un fondo che non mi piace. [quote]Altro passaggio: Chi vince una grande manifestazione a tappe dal percorso perlomeno dignitoso, deve sempre essere bravo in salita e non solo un cronoman, ma in questa corsa rosa, nel corpo del vincitore deve esserci soprattutto la corazza dello scalatore e del resistente Alla luce di questa affermazione appare evidente che l’aleatorietà, citata precedentemente, saerbbe comunque un’incognita relativa, un’incognita ristretta. Dunque non si esce dal novero dei cinque o sei nomi menzionati nei pronostici, perchè al limite la presunta aleatorietà favorirebbe uno tra costoro. Un Savoldelli non sarà forse un fior di scalatore, ma ha dimostrato di essere resistente come nessun altro. Beh, allora è una corsa a tappe perfetta, è l’esatto contrario del Tour: esiste una rosa ristretta di pretendenti alla vittoria, al di fuori della quale le speranze di vittoria sono nulle, ma il risultato finale non può essere in nessun modo scontato. [/quote] Premessa la spiegazione del termine aleatorio nel particolare contesto in cui è sceso in campo, ribadisco, che su uno sforzo come il Plan richiede, con pendenze che in alcuni tratti sono terribili, dover mettere il piede a terra per una foratura, può produrre atleticamente nel coinvolto, squilibri che potrebbero non fermarsi al singolo ed irrimediabile distacco di tappa. Se la corsa non sarà al rallentatore (eventualità da non scartare, per mera paura dei singoli), con le forze già al lumicino (siamo a fine Giro), un arresto del genere, potrebbe materializzarsi nella classica goccia che fa traboccare il vaso, anche per gli aspetti psicologici che entrano in gioco. Ripeto che bisogno c’era? [quote]Altro passaggio: Basso sulle pendenze (all’insù) è sempre andato forte. Spero per lui, che il consistente miglioramento a cronometro, non gli abbia fatto perdere lo spunto in salita, perché, se così fosse, a Milano in rosa non si arriverà sicuramente. "Sicuramente" fa a pugni con "aleatorietà", va messo in evidenza: o non c’è l’aleatorietà, e Basso non può vincere, o Basso ha le stesse opportunità di vittoria dei suoi concorrenti, perchè c’è l’aleatorietà relativa garantita da uno spartito ricco e foriero di occasioni per chi ha la forza e la volontà di coglierle. [/quote] E no, questa è una forzatura. Il mio concetto di aleatorietà non faceva nomi, si concedeva ai corridori in generale e si proiettava sull’economia della corsa. Basso entra in gioco come gli altri. La citazione di Ivan e Savoldelli era legata alle consistenze tecniche di questo Giro. Per loro, che vengono definiti passisti scalatori, una eventuale vittoria passerebbe soprattutto sulla seconda parte delle loro caratteristiche, proprio perché è sulla salita “ad oltranza”, che si dipana il filo logico ed interpretativo di questa corsa. Ho poi zoomato su Basso, con una battuta funzionale per un osservatorio che lo vede ancora soprattutto un passista, dimenticando che, tre anni fa, a cronometro, era scarso, mentre in salita si è comportato benino prima e bene poi. Il mio era un quesito che si dava risposte, non una sentenza: un Basso peggiorato in salita per migliorare nel crono, non potrebbe vincere questa corsa, idem altri come lui. [quote]Altro passaggio: La cronosquadre è un non senso a prescindere. Non sarò mai d’accordo, nonostante io provi del disgusto verso il cronometro contemporaneo, ma proprio sui gusti non si discute quindi rispetto ogni opinione. Forse che i postini di Lance, messi in testa a tirare il plotone sulle salite del Tour, non costituivano un elemento di influenza del collettivo (la squadra) sull’esito del singolo (la classifica individuale)? Una volta di più tutto è relativo: una cosa sono le cronosquadre del Tour, altra cosa è la cronosquadre del Giro 2006. [/quote] Il non senso della cronosquadre, non viene da un giudizio sulla bellezza o bruttezza di questa prova, ma nasce dalla sua innaturale possibilità di entrare in un grande giro, senza creare un peso d’aleatorietà. I nomi non servono, è un principio che vale per tutti. La cronosquadre da vantaggio ad alcuni, fino al punto di concretizzarsi in un gigantesco abbuono, mentre per altri, indipendentemente dal loro valore sulla strada, diviene una penalizzazione. Correre supportati dalla propria squadra una tappa normale, o una corsa singola, rappresenta una variabile esistente e incancellabile. Chi ha la squadra più forte, come nell’esempio dei postini, fa un gioco tattico, che non lede il principio della corsa, perché ad un corridore forte e superiore si lascia sempre una possibilità di stroncare anche un’equipe e poi, soprattutto, gli si consente di vedere la corsa, sfruttare l’intervento di altri singoli aventi squadre deboli, di stare a ruota in attesa di lanciare il proprio fendente ecc. In altre parole, insistono variabili in numero tale da consentire a chi ha, di potersi “arrangiare”. In una cronosquadre mai, ed il più forte con un team debole, ne esce sempre battuto, in quanto lì non insiste possibilità di arrangiarsi. Addirittura, può capitare che un avversario inferiore, ma inserito in una equipe compatta e di valore, possa andare a rimorchio e risparmiare energie, eventualità che, al forte in squadra debole, si dipana contraria, al punto di spingerlo ad uno sforzo suppletivo che può pesare non poco nell’economia complessiva di un giro. La cronosquadre è dunque una prova che rappresenta il massimo della disonestà, se collocata in una grande corsa a tappe: quindi, un inno all’aleatorio sui valori. E non mi si dica che la corsa di Cremona è stata positiva per il prosieguo del Giro, perché si dice una bestemmia. Anche se non ha prodotto quei distacchi pesanti che si temeva, è per sempre stata un bel gancio alla mascella di taluni. Perdere un minuto è mezzo non è uno scherzo. Il Giro d’Italia 2005, ha visto un podio con tre corridori in 45”! Qualcuno ora potrà dire che anche gli abbuoni sono un fattore ingiusto, ma non c’è confronto con il cronotumore, perché si tratta di un premio al vincitore nonché al piazzato e, nel computo di un giro di tre settimane, non si arriva mai a produrre differenze dirette di un minuto e mezzo. Detto questo, i francesi, che al mostriciattolo sono abbonati, han trovato scopiazzatori nella “guai chi la tocca” signora Gazza (forse il partito principe del nazionalismo tipicamente italiano e….tipicamente riservato al solo sport). Chi copia un somaro lo è due volte spesso…. Il mio dire che la cronosquadre è un non senso a prescindere nasce da qui e, per favore, non si tiri in ballo il bello o il brutto, il piacere o l’odio verso quella prova, perché non c’entra un tubo. La prova a squadre contro le lancette diventa come l’olio dentro l’acqua: sono due cose distinte, non sublimabili. Se poi vogliamo scomodare la storia, nella speranza che alcuni importanti singoli della Gazza la conoscano, sono stati proprio gli italiani, in un regime ancora non di monopolio rosa, a lanciare prove simili negli anni ’50, ma non all’interno di una corsa a tappe. La Coppa Sarom e il Trofeo Longines che si tenevano a Ravenna e Rimini, nelle poche edizioni svolte, sapevano raccogliere le migliori nazionali a cronometro: erano corse stupende, ma tutte le crono di quei tempi erano migliori. La Francia, invece, con tanto di autentici cazzotti all’onestà, il mostriciattolo l’ha inserito spessissimo nel Tour e noi italiani anziché dire alla Gazza che ha fatto cacare proponendo simile scopiazzatura, ci arrampichiamo sugli specchi, pur di non contestare chi ha proposto questa porcheria. Bèh io non sono un nazionalista, tifo per chi mi pare in ogni sport, senza guardare i colori della pelle e i passaporti, gli occhi azzurri o quelli a mandorla, considero lo sportivo un artista e mi incazzo quando si difende l’indifendibile solo perché viene dall’Italia. Un Giro con la cronosquadre è, sempre, macchiato. Poi se questa gara piace, la si proponga dove sta bene, FUORI DA UNA CORSA A TAPPE! E se proprio si vogliono accontentare gli sponsor dei team la si faccia, al posto del cronoprologo, su una distanza massima di 8-10 km. [quote] L’aspetto aberrante è che alla fine di questa prova, possono giungere differenze fra i papabili vittoriosi, in grado di modificare l’assetto del Giro, quindi il mostriciattolo è un inno all’aleatorio. Beh, parliamo di Ivan Basso e Savoldelli, no? Abbi pazienza Morris, questo tuo passaggio contrasta e stride con quello precedente, dove temevi la perdita di spunto in salita per ciò che riguarda Basso, e dove mettevi l’accento sulla "corazza" di scalatore che deve avere il vincitore (corazza che Savoldelli ha solo in parte). Ammesso che il più penalizzabile sarebbe Rujano, e in minima parte Simoni, non trovo così potenzialmente devastante questa cronosquadre, al netto degli incidenti di percorso, che possono accadere ovunque ed in qualsiasi fase della corsa. [/quote] Ti smentisce la storia recente. Giro 2005: 1° Savoldelli, 2° Simoni a 28”, 3° Rujano a 45”. I due terzi del podio dello scorso anno, a Cremona, si son beccati 1’30” e il vincitore 2004 più di un minuto. Non male direi….. [quote]Non stride affatto, perché i nomi Altro passaggio: Nell’intervista dice che la crono al Giro è sempre stata messa prima delle salite, dimenticando che, quasi sempre, se ne aggiungeva una alla fine, molto più credibile perché diminuiva le distanze fra passista e scalatore in quanto il ruolo massimo lo giocava la freschezza, ed una grande corsa a tappe deve sempre premiare gli uomini di fondo. Spostare la crono? Mmm, allora si che potremme parlare di squilibrio a favore degli scalatori. Aggiungerne un’altra? Mio Dio, no, meno male che ne hanno tolta una, invece. Uomini di fondo? Non pensi che sia sufficiente quanto è già in programma? [/quote] Ho semplicemente detto che la crono prima delle salite c’è, e non è quella novità che sostiene Zomegnan. La seconda crono, è stata sostituita col massimo dell’aleatorietà e disonestà della cronosquadre. Quanto basta per dire che il patron ha pasticciato. Dopo aver messo sulla bilancia l’aleatorio, dire che ha lavorato per l’equilibrio, mi sembra perlomeno fantasioso. [quote] Un avvenimento come il Giro va propagandato oggi più di ieri, ed in questa direzione si muove l’aspetto migliore del personaggio Zomegnan uscito dall’intervista. Il lavoro con le TV straniere è peculiare e l’impegno del patron mi sembra adeguato. Un riconoscimento che il buon Dancelli s’è guardato bene dall’evidenziare. Leggo su laflammerouge.com che il Giro viene passato anche in Canada quest’anno. Nell’UCI, il peso RCS, che in Italia significa monopolio, mi si perdoni, pare essere quello di un piccione. La trasformazione dei calendari è stata vissuta con leggerezza: si sapeva che avrebbe contraffatto il Giro, spostando le migliori attenzioni dei club verso il Tour e, grazie alla spinta dettata dalla vicinanza ai mondiali, verso la Vuelta Direi che Zomegnan in questa vicenda, che risale al 1994, c’entra poco o niente. A torto o ragione, direi che ultimamente c’è una netta contrapposizione tra Uci e Rcs per la vicenda Pro Tour, chissà che il solito do ut des col quale si concluderà la vicenda non frutti un maggiore peso politico per Rcs. Chissà, sia chiaro, me lo sto domandando. [/quote] Nel ’94 era il capopagina della Gazza per il ciclismo e ti assicuro che contava eccome. La contrapposizione con l’UCI non è della RCS, ma dei grandi organizzatori nel loro insieme, ed io dubito assai che fra costoro sia proprio la fetta italiana a fungere da leader. [quote] Anche in questo 2006 troppe mancanze, aldilà del buon senso, del ragionevole e dei programmi che impongono al massimo due (che sarebbe un bene per tanti) grandi corse a tappe su tre; troppi big, anche per le sole frazioni, che han scelto Tour e Vuelta. L’ultimo momento di vera internazionalità del Giro fu il 1999, con Zulle della Banesto, Heras della Kelme, Jalabert della Once, e altri partecipanti dignitosi. Dunque la posizione della Vuelta nel calendario concorre, ma fino ad un certo punto. Del resto nella stessa Spagna il Tour ha perso via via telespettatori (costantemente dal 1995 in poi) e la Vuelta nelle ultime stagioni è crollata come ascolti. Venendo all’oggi, trovo ragionevole che i corridori spagnoli (Valverde, o esagerando Mancebo), e quelli che corrono per squadre spagnole (Vinokourov) abbiano fatto altre scelte. Nulla di irrazionale. Leipheimer? Nel 2005 non è andato nemmeno alla Vuelta. Landis? Dobbiamo davvero parlare di Landis? Evans? Vabbè, dai, tutto sommato nemmeno Di Luca va al Tour, è ben più grave il deficit della corsa francese. [/quote] L’internazionalità del Giro, ci viene soprattutto dal fatto che il ciclismo in Italia è evitato dagli sponsor, problema sul quale si dorme, anzi su russa! Avendo nel Pro Tour una partecipazione italiana ridicola, era fin troppo logico che lo start list presentasse un mare di corridori stranieri. Ed era altrettanto logico che vi fosse un miglioramento della qualità degli stessi a livello medio, per un fattore soprattutto matematico. Mancano però i corridori riferimento che, come ho premesso nell’altro intervento, non sono tangibilmente superiori agli italiani e a Rujano, ma il punto non è questo. La partecipazione di qualcuno fra i vari Evans, Landis, Leipheimer, Menchov, Mancebo, Popovich, Valverde, Vinokourov e compagnia, avrebbe alzato il riferimento internazionale, perché bravi o meno questi tipi sono capitani delle loro formazioni e l’immagine si fa, soprattutto, coi leader. Personalmente poi non sono certo un tipo che si esalta coi valori di una massaia in bicicletta come Landis, o una mezza fotocopia ben più scarsa dello sgangherato Pollentier all’anagrafe chiamata Mancebo, e non mi esalterò mai per un Popovich che ha lasciato fra gli Under 23 la parte migliore di se stesso (anche se dovesse vincere, come è probabile, uno dei prossimi Tour). Considerare gente come Leipheimer e Menchov dei campioni, inoltre, mi fa venire l’orticaria, mentre ad Evans, riconosco nel bene e nel male, il mio soggettivo titolo di corridore interessante, ma nulla più. Vino e Valverde invece, sono qualcosa di molto migliore dei precedenti e confesso che la loro assenza mi pesa sul piano prettamente tecnico. Magari non vinceranno mai una “davvero” grande corsa a tappe, ma la loro presenza è sempre garanzia di spettacolo: spumeggiante per Vino, più sfumata e cerebrale, ma da campione autentico, in Valverde. Resta il fatto che l’assenza di una parte (ovvero quella da mettere sempre nel conto dei 2/3 delle partecipazioni ai tre grandi giri in un anno) di questo elenco che potrebbe essere pure esteso, ha reso anche l’attuale edizione del Giro una specie di campionato nazionale delle corse a tappe. Quale differenza evidente rispetto ad altri del complessivo calo internazionale della manifestazione dal 1994 ad oggi? Solo ed esclusivamente il fatto che la metà dei leader italiani, hanno “collaboratori e spalle” stranieri! [quote] Ugualmente pesanti le assenze degli uomini da classiche e le ruote veloci. Bettini, Petacchi (tra l’altro tolto di mezzo subito) e McEwen, non pareggiano chi non c’è: per capirlo, basta guardare i nomi dei vincitori delle classiche di questo 2006. D’accordo sui velocisti, si è passatto dall’eccesso delle 11 tappe del 2004 alle cinque massimo sei di quest’anno. Quanto alle classiche, direi che è una ruota: nel passato o nel presente, non direi che nomi come Bettini, Di Luca, Petacchi, Cunego, Rebellin etc etc fossero proprio estranei alle classiche. Tra le altre cose, anche nei "bei tempi che furono" non mi sembra che Museeuw sia mai impazzito per il Giro d’Italia. [/quote] Anche da qui un’altra tendenza al campionato nazionale… So bene che i citati non sono estranei alle classiche, ma sono tutti italiani e, per quanto riguarda lo specifico annuale, nessuno di questi ha vinto gare icona in primavera. Sfogliamo gli start list del Giro d’Italia e scopriremo che sono davvero poche le edizioni dove s’è registrata l’assenza di tutti i vincitori delle corse monumento dell’anno in corso. Non è poco. Il richiamo a Musseuw si concentra su un singolo, per quanto importante, ma sempre su un corridore che ha seguito come una formichina un tipo di programma che escludeva il Giro, creando con questo, uno dei punti più grigi della sua illuminata carriera. In ogni caso quando il belga correva, la voce “specialisti di classiche alla corsa rosa” non annoverava solo indigeni. Resta il fatto che sulle nostre strade, in questi giorni, non ci sono: Boonen (non poco visto che è pure iridato), Pozzato, Hushovd, Cancellara, Schleck, Valverde, Astarloa, Gilbert, Garzelli (ha fatto comunque bene a non esserci), ovvero tutti i vincitori delle corse di un giorno classificate “ProTour” e “Hors Categorie”. Sono altresì convinto, ma a memoria non ne sono sicurissimo, che anche fra i vincitori della gare di 1a categoria fino ad oggi svolte, le assenze siano pressoché totali. A questo elenco poi potremmo aggiungere gli stranieri vincitori di classiche fino al 2005 non presenti, quanto basta per dire, sempre con la logica dell’internazionalità e non della presunzione, che il Giro del 2006, non segna un punto avanzato di rappresentatività del valori del ciclismo mondiale. Sui velocisti, s’è già detto e concordo, ma forse proprio qui, nonostante la sfortuna della caduta di Petacchi, possiamo consolare il palato fine di chi ama questa variabile del pedale, grazie alla ruota antica e veloce di Robbie McEven, un autentico fuoriclasse. L’unico al mondo capace di riportare all’attenzione dei più giovani le essenze degli sprinter fuori dalle logiche dei treni. Un virtuoso che va preso d’esempio e studiato nelle auspicabili scuole di ciclismo. [quote] La speranza dunque, per incidere su un’internazionalità che possa recuperare la troppa mancanza di capitani e riferimenti, viene dall’esplosione di qualche straniero annunciato come outsider, o non menzionato proprio. A questo punto, uno Schumacher in spolvero ulteriore, dopo l’acuto di ieri, può far bene "politicamente" al Giro. D’accordissimo, del resto far cambiare mentalità a chi aveva paura delle incursioni dei Nas è dura e strenua impresa. Viceversa Schumacher, generazione nuova (a proposito, le parole di Cassani confermano che è in atto un ricambio generazionale come non accadeva da 30 anni), nonostante il pasticciaccio pseudo-doping nel quale è stato invischiato ha dimostrato di possedere un’altra mentalità: non ha nulla da temere, dunque viene al Giro. In ultima analisi una "corsa rosa" fascinosa per un percorso che ha ricercato l’effetto anche esagerandolo con punte di sadismo e carezze all’aleatorio, dal cast ottimo, ma decisamente nazionale, ben lungi dall’essere credibilmente venduta come un passo avanti nell’internazionalità che aveva fino ad una decina d’anni fa. Ma direi che non ci si può lamentare rispetto al periodo 2000-2004, soprattutto rispetto al 2003-2004. Queste le parole di Zomegnan: Mi aspetto una corsa più internazionale rispetto alle ultime edizioni, e con la partecipazione di grandi campioni. Mi pare che, rispetto al passato, ci siano aspettative migliori per questo Giro. Per una miglior qualità dei partecipanti, per merito di qualche accorgimento organizzativo, per il fatto di partire in Belgio, dove il ciclismo è una religione, e anche per la nostra attenzione ad alcuni aspetti sociali e sportivi che abbiamo scelto di curare, come la celebrazione di alcune ricorrenze importanti lungo il percorso del Giro. Non ci trovo nessuna balla, al limite delle opinioni non condivisibili. Discovery e Csc avranno hanno dei capitani italiani, ma la loro anima è straniera e quest’anno hanno portato dei gregari eccellenti, quasi tutti stranieri di alto livello. I campioni ci sono, anche se come hai fatto notare sono Italiani: ma nel 2004 la vigilia del Giro non prevedeva uno scontro tra Simoni e Garzelli, punto e basta? Sono le grandi sfide, anche tra i Italiani, se gli Italiani sono dei campioni, ad attirare l’attenzione. Basso avrebbe potuto tranquillamente impiparsene del Giro, il Pro Tour non lo obbliga a partecipare, idem Savoldelli dopo il ritiro di Lance. [/quote] Tu hai citato il Giro 2004, ed io ho aggiunto quelli degli anni del dualismo di due grandi corridori in linea, proiettati su una corsa a tappe dove erano normalissimi, ma chi guarda avanti che fa, prende le ciofeche come esempio-confronto? Che grado di protagonismo ha l’attuale Giro nel calendario internazionale? Questa è la domanda che si deve porre il patron della corsa. La risposta è scarsa, rispetto al necessario per essere in linea con la storia della manifestazione, al ruolo giocato e di fronte alle nuove esigenze di rilancio di questo sport in Italia. Non sempre la ricerca dell’effetto va a buon fine. E non sempre lo spettacolo e la bellezza coi motti, pur giustissimi, della “corsa che la fanno i corridori” o degli “assenti che han sempre torto”, può servire allo scopo della giusta collocazione nella tabella dei meriti e dello sforzo profuso a livello organizzativo. Serve molto di più di ciò che si vede e serve quel ruolo decisivo che la Gazza deve giocare nello disciplina che l’ha contraddistinta, non su quel marcio calcio, col quale continua a fare l’amore e a rovinare menti. Per muovere i danari, l’unico stimolo amato come un dio dal foglio rosa, come del resto da questa decadente società, a volte, ed in questo caso sicuramente, serve tirar fiori palle e coraggio coi potenti in Italia (sponsorizzazioni degne) e con quelli che a livello internazionale (UCI in primis) non hanno ancora capito che le stesse vie dei quattrini possono essere diverse, più efficaci e, soprattutto, ugualmente in grado di salvare le essenze di uno sport. Sarò fatto male, ma tutta sta manna, nella Gazza’s non la noto, anzi la considero uno dei principali fattori della ignoranza sportiva italiana. In compenso, la devo tortocollo annoverare fra i “monopoli di stato” diretti come i tabacchi, o sostanziali come la Fiat, da non criticare mai secondo il galateo del conformismo più doroteo e da riverire qualsiasi cosa faccia come la Regina d’Inghilterra. Mah! [quote]Ho letto termini come "propaganda" e "distorsione della realtà". Inizialmente non intendevo intervenire, perchè so benissimo che ti rivolgi all’uditorio di Cicloweb anche e soprattutto perchè le orecchie di Rcs intendano, tuttavia anche nelle accuse portate contro Zomegnan, non solo da parte tua, ma anche di Gabri e di Claudio, io ho intravisto delle opinioni che non voglio definire come distorcenti la realtà, ma che ritengo comunque discutibili, nello stesso modo nel quale ritenete discutibili le dichiarazioni di Zomegnan, a mio avviso sbeffeggiate e sputtanate oltre la soglia del ragionevole. [/quote] Aver definito “animale politico” Zomegnan non mi pare sia così fuori dalle orbite, o sincronico allo sbeffeggiamento o sputtanamento. Ho scritto quello che penso e portato prove a suffragio del mio pensiero. Tra l’altro credo di avergli dato atto di bravura su taluni campi ed ho pure fatto una premessa per rendere ancor più onesto il mio pensiero sul patron. So bene che nell’Italia del ciclismo, criticare uomini della Gazza e Gazza nel suo complesso significa passare per eretici o quasi, ma io son fatto così: capisco ma non mi adeguo e tutto quello che puzza di becero conformismo, o di potere strisciante, non è pane per me. Non voglio morire intossicato, pur camminando, senza saperlo. E poi, santa benedetta virtù, in questo Paese, dove svampiti personaggi della sinistra si sono permessi di criticare Enrico Berlinguer (e continuano a farlo), un poraccio come me, si potrà pur permettere di dissentire con un normalissimo come Zomegnan? A costui, e a noi appassionati, dato che ci sono, vanno gli auguri di vedere un Giro davvero denso di attacchi ed interpretato senza paure dai protagonisti, perché il rischio di una corsa sparagnina per paura del tracciato asprissimo c’è, eccome! Tanto più se pensiamo che nello start list non si trovano epigoni storici del ciclismo. Per ora, l’unico dato tecnico, non da sbadiglio e degno di grande ammirazione, è venuto da Robbie McEwen e dal tenore dell’allenamento di Jan Ullrich. Forse, a pensarci bene, sono proprio gli unici due del gruppo, nel loro genere, ad avere quel sangue blu particolare che distingue i fuoriclasse dai campioni. Ciao!


aranciata_bottecchia - 14/05/2006 alle 19:06

[quote][i]Originariamente inviato da Morris [/i] Ma la frase da te riportata: “nessuna voglia di stupire”, la ricordavo bene, ed è proprio quella che più di tutte mi ha convinto a dire talune cose. Per me rimane una bugia: la voglia di stupire c’è, eccome, al punto che ne è uscito il Giro più duro degli ultimi trenta anni, [/quote] Ovviamente, avendo rapportato la frase di Zomegnan alla tua, mi riferivo all'intenzione di differenziare il Giro dal Tour e, proprio come dici tu, anche Zomegnan ha sottolineato come da tempo il Giro si distingue dal Tour, nessuna novità dunque, è innegabile che tu e Zomegnan, ed io e almeno mezzo forum, siamo d'accordo sul fatto che da un pezzo il Giro è nettamente differente dal Tour. Voglia di stupire? Una bugia? Forse, ma solo relativamente: già il Giro dell'anno scorso voleva stupire, chi può negarlo, oramai è una cifra stilistica, quindi sono portato a pensare che quella di Zomegnan, più che una balla, è una risposta alla carlona, una risposta cappellata, del resto che ci guadagna a dire "no, nessuna voglia di stupire"? [quote] Quindi okay per lo spettacolo, ma non si dica che si son fatte scelte di tal tipo in nome dell’equilibrio, perché non è vero. [/quote] Io posso essere d'accordo con il concetto, e dal momento che "equilibrio" significa favorire i passisti, sono pure contento. Ma non perdere di vista il tema iniziale lanciato da Claudio: per me questa non è una bugia, non è un inganno (chi dovrebbe ingannare poi?), è invece un'opinione che non condivido. Questo non è un Giro equilibrato e nemmeno squilibrato, a mio avviso sono concetti superati, questo è il Giro delle occasioni a disposizione, delle occasioni da cogliere o trascurare, il Giro delle scelte da prendere, il Giro che può mettere in crisi persino le radioline che telecomandano i corridori. [quote] Questo Giro, un Coppi prima, ed un Pantani poi, l’avrebbero vinto anche partendo con un handicap di un quarto d’ora. Lo ha detto anche Martini…. che di Giri ne ha visti più di tutti noi. Ma in mezzo al gruppo di oggi, compresi gli assenti, di corridori simili non c’è l’ombra, ed allora perché una simile durezza? [/quote] Perchè il ciclismo, e lo sai bene, non è fatto solo di Coppi e Pantani. Guai a chi pensa che tutto sia stato detto o scritto, quello è un cadavere. [quote] Sul Plan, una foratura, che logica vuole possibile più che sull’asfalto, impedirebbe allo sfortunato, chiunque sia, di recuperare, ecco perché è un arrivo aleatorio e aggiungerei esagerato. Rompe l’equilibrio non dei migliori, ma accentua le percentuali di sfiga. Non è molto bello e, soprattutto, non è onesto. A tutto ciò si aggiunge, e non è poco, l’inesistenza di una logica nel computo complessivo del Giro: che bisogno c’era di aggiungere questo uppercut, ad una corsa già asprissima? [/quote] Io parto dal presupposto che gli organizzatori non siano dei dementi. Se le cose stessero come dici tu allora Zomegnan non sarebbe un bugiardo o un sadico, più propriamente direi un pezzo di escremento. Per ora io gli do fiducia e approvo, perchè il ciclismo è troppo stantìo e vive troppo di stereotipi. Le intenzioni a mio avviso sono buone, il limite potrebbe essere quello del materiale a disposizione, quindi chissà, potrebbe essere riproposta più in la negli anni, se si rivelasse un fallimento. [quote] Correre supportati dalla propria squadra una tappa normale, o una corsa singola, rappresenta una variabile esistente e incancellabile. Chi ha la squadra più forte, come nell’esempio dei postini, fa un gioco tattico, che non lede il principio della corsa...[/quote] Vedi, semplicemente non sono d'accordo, perchè ritengo che anche la squadra nelle tappe "normali" costituisce un'interferenza del collettivo sul singolo. Non a caso il ciclismo non è uno sport nè individuale nè collettivo, ma ibrido. Per me, in un Giro come quello di quest'anno, ci sta bene pure la cronosquadre, o almeno è tollerabile, il mio è un giudizio in termini non assoluti ma relativi. Tra le altre cose delle cronometro ciò che più di tutto metto in discussione oggi sono le distanze: a me fa più senso una individuale di 50km che una cronosquadre di 38km, visto che parli di prova "disonesta", direi che al giorno d'oggi il cronometro individuale è un'associazione a delinquere, un gesto più "collettivo" di una cronosuadre. Ma sono opinioni, come tutto il resto, ci mancherebbe. [quote] [quote]Ammesso che il più penalizzabile sarebbe Rujano, e in minima parte Simoni, non trovo così potenzialmente devastante questa cronosquadre, al netto degli incidenti di percorso, che possono accadere ovunque ed in qualsiasi fase della corsa. [/quote] Ti smentisce la storia recente. Giro 2005: 1° Savoldelli, 2° Simoni a 28”, 3° Rujano a 45”. I due terzi del podio dello scorso anno, a Cremona, si son beccati 1’30” e il vincitore 2004 più di un minuto. [/quote] Direi di no, non c'è possibilità di smentita per ora: la cronosquadre si corre nel 2006, non nel 2005 e nemmeno nel 2004. Al limite sarà il podio di Milano tra un paio di settimane a smentirmi. Comunque in un percorso come quello del 2006 ci può stare anche una cronosquadre di kilometraggio ragionevole. Si può anche eliminarla, ma ci può anche stare secondo me. [quote]Ho semplicemente detto che la crono prima delle salite c’è, e non è quella novità che sostiene Zomegnan. La seconda crono, è stata sostituita col massimo dell’aleatorietà e disonestà della cronosquadre. Quanto basta per dire che il patron ha pasticciato. [/quote] Cominciamo ad andare d'accordo: Zomegnan appare un po' pasticcione (difatti non sono troppo d'accordo con te sul suo spessore di "grande venditore", non mi sembra un fior d'imbonitore), non un bugiardo. Ma è evidente che Zomegnan si riferiva a Pontedera. Del resto Basso nell'individuale rifilerà agli avversari il triplo del tempo rifilato dalla Csc agli avversari nella cronosquadre. [quote]Nel ’94 era il capopagina della Gazza per il ciclismo e ti assicuro che contava eccome. La contrapposizione con l’UCI non è della RCS, ma dei grandi organizzatori nel loro insieme, ed io dubito assai che fra costoro sia proprio la fetta italiana a fungere da leader. [/quote] Abbi pazienza, non riesco ad immaginare come Zomegnan, da capopagina della Gazza per il ciclismo, avrebbe potuto impedire all'UCI di vendere alla Vuelta lo spazio assegnatogli a settembre. Per il resto non saprei dire, io sono solo un lettore di Cicloweb. [quote] L’internazionalità del Giro, ci viene soprattutto dal fatto che il ciclismo in Italia è evitato dagli sponsor, problema sul quale si dorme, anzi su russa! Avendo nel Pro Tour una partecipazione italiana ridicola, era fin troppo logico che lo start list presentasse un mare di corridori stranieri. Ed era altrettanto logico che vi fosse un miglioramento della qualità degli stessi a livello medio, per un fattore soprattutto matematico. Mancano però i corridori riferimento che, come ho premesso nell’altro intervento, non sono tangibilmente superiori agli italiani e a Rujano, ma il punto non è questo. La partecipazione di qualcuno fra i vari Evans, Landis, Leipheimer, Menchov, Mancebo, Popovich, Valverde, Vinokourov e compagnia, avrebbe alzato il riferimento internazionale, perché bravi o meno questi tipi sono capitani delle loro formazioni e l’immagine si fa, soprattutto, coi leader. Personalmente poi non sono certo un tipo che si esalta coi valori di una massaia in bicicletta come Landis, o una mezza fotocopia ben più scarsa dello sgangherato Pollentier all’anagrafe chiamata Mancebo, e non mi esalterò mai per un Popovich che ha lasciato fra gli Under 23 la parte migliore di se stesso (anche se dovesse vincere, come è probabile, uno dei prossimi Tour). Considerare gente come Leipheimer e Menchov dei campioni, inoltre, mi fa venire l’orticaria, mentre ad Evans, riconosco nel bene e nel male, il mio soggettivo titolo di corridore interessante, ma nulla più. Vino e Valverde invece, sono qualcosa di molto migliore dei precedenti e confesso che la loro assenza mi pesa sul piano prettamente tecnico. Magari non vinceranno mai una “davvero” grande corsa a tappe, ma la loro presenza è sempre garanzia di spettacolo: spumeggiante per Vino, più sfumata e cerebrale, ma da campione autentico, in Valverde. Resta il fatto che l’assenza di una parte (ovvero quella da mettere sempre nel conto dei 2/3 delle partecipazioni ai tre grandi giri in un anno) di questo elenco che potrebbe essere pure esteso, ha reso anche l’attuale edizione del Giro una specie di campionato nazionale delle corse a tappe. Quale differenza evidente rispetto ad altri del complessivo calo internazionale della manifestazione dal 1994 ad oggi? Solo ed esclusivamente il fatto che la metà dei leader italiani, hanno “collaboratori e spalle” stranieri! [/quote] Su alcune cose mi pare di capire che siamo d'accordo. Invito però a tenere presente un aspetto: a correre non sono i passaporti, ma i corridori. Allora se alcune squadre hanno ritenuto di dovere mettere al servizio di un capitano italiano una buona squadra di gregari stranieri, significa che un primo passo è stato fatto. Non è certo una posizione consolidata, non mi sogno certo di affermare questo, ma a mi avviso si tratta di un primo significativo passo e spero che non ci siano inversioni di tendenza. Tuttavia non credo proprio che si potrà rimediare al differente atteggiamento degli spagnoli o dei corridori di squadre spagnole, perchè indiscutibilmente la Vuelta è cresciuta d'importanza, bisognerà lavorare sui Boonen e sui Pozzato della situazione. Mi fa poi piacere che molti giovani corridori, talenti in erba, si abituano comunque a correre il Giro: la nuova generazione ha buone chances di crescere con una mentalità differente. Anche in questo caso si tratta di una tendenza percepibile ma non consolidata, spero che non ci siano riflussi. [quote] So bene che i citati non sono estranei alle classiche, ma sono tutti italiani e, per quanto riguarda lo specifico annuale, nessuno di questi ha vinto gare icona in primavera. Sfogliamo gli start list del Giro d’Italia e scopriremo che sono davvero poche le edizioni dove s’è registrata l’assenza di tutti i vincitori delle corse monumento dell’anno in corso. [/quote] Ancora una volta sostengo che a correre non sono i passaporti ma i corridori. Mi conforta il tuo rilievo statistico, perchè conferma che, proprio statisticamente, la casualità di quest'anno è irrilevante. Del resto a Sanremo Petacchi fu secondo e a Liegi Bettini e Cunego sono saliti sul podio. Sinceramente non starei a cavillare su questa faccenda. [quote] Tu hai citato il Giro 2004, ed io ho aggiunto quelli degli anni del dualismo di due grandi corridori in linea, proiettati su una corsa a tappe dove erano normalissimi, ma chi guarda avanti che fa, prende le ciofeche come esempio-confronto? [/quote] Perchè, pensi che ciofeche da corse a tappe come Saronni e Moser avrebbero potuto giocarsela su un percorso come quello di quest'anno? tra le altre cose io penso che sin dall'anno prossimo la tendenza sarà invertita, perchè dubito che Basso, puntando legittimamente al Tour, abbia intenzione di sobbarcarsi un altro Giro così ricco di insidie e di appigli per i suoi avversari. Questa edizione sarà a mio avviso un credito nella cassa capitale del Giro, un credito che dovrà essere ben giocato, per continuare a fare dei passi nella giusta direzione. [quote] Che grado di protagonismo ha l’attuale Giro nel calendario internazionale? Questa è la domanda che si deve porre il patron della corsa. La risposta è scarsa, rispetto al necessario per essere in linea con la storia della manifestazione, al ruolo giocato e di fronte alle nuove esigenze di rilancio di questo sport in Italia. [/quote] Come "in Italia"? A parte la Germania, dove il pubblico è in crescita, mi sembra che qualsiasi avvenimento ciclistico, che non sia il Tour de France, sta soffrendo ovunque un momento di crisi più o meno forte. Forse la ricerca dell'effetto non sempre va a buon fine, ma l'immobilismo ha bisogno di una dose massiccia di fondoschiena per andare a buon fine, non ti pare? O improvvisamente è sparito tutto quell'ambiente che era ostile al ciclismo e a quell'icona del ciclismo che rispondeva al nome di Pantani? Qui bisogna mettersi d'accordo, Morris. Continuo a pensare che il Giro 2006 porterà ultriore credito a Zomegnan, credito che poi dovrà essere speso bene a livello politico, ma soprattutto si deve formare un blocco di coesione tra la Rcs e le squadre italiane, vista l'ostilità dell'Uci, l'inconcludenza della Fci e l'assenteismo del Coni. Vedo poi che Italia Uno passa qualche match di tennis, forse è un segno dei tempi e spero che Zomegnan, pessimo venditore, sia invece un buon imprenditore. Direi che ho scritto quel che avevo da scrivere. Ti mando un "grazie" grandissimo, perchè è sempre un piacere, e un onore, discutere con te, anche, o forse soprattutto, in quelle poche occasioni che ci vedono contrapposti. Ciao

 

[Modificato il 14/05/2006 alle 20:35 by aranciata_bottecchia]


ProfRoubaix - 19/05/2006 alle 00:20

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Grande entusiasmo del pubblico. Mi sembra che ora si possa dire che la prima novità del Giro è andata molto bene: Zomegnan-Resto del mondo 1-0. All'applausometro vince ... Ullrich! Cicciobello quanto si vuole (e meno di quanto si dica), ma il carisma è il carisma, e Ullrich è l'unico vincitore di Tour in attività. [/quote] Mi quoto e aggiorno il mio personalissimo cartellino dopo la vittoria di Ullrich: Zomegnan-Resto del mondo 2-0. Ora per lo Zome arrivano le montagne: tifo per lui, che cambia bici e sale su quella degli scalatori: speriamo che vada forte come a cronometro (e magari che Basso si dia una calmata) ;) P.s. per i "ciclotattici": ancora convinti che è un giro troppo duro? Dai, ragazzi, 7 minuti non sono poi da buttare via :D


aranciata_bottecchia - 19/05/2006 alle 00:25

Grande Guido! Devo dire che le tappe in Belgio mi avevano un po' deluso, ma giunto in Italia il Giro è decisamente decollato: "Basso ha ipotecato il Giro" "Ullrich ha vinto la cronometro". Hai ragione, Zomegnan sta vincendo due a zero alla fine del primo tempo. Ora il colpo di scena.


pedalando - 19/05/2006 alle 00:28

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Ora il colpo di scena. [/quote] speriamo !


aranciata_bottecchia - 19/05/2006 alle 00:30

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Ora il colpo di scena. [/quote] speriamo ! [/quote] Rujano?


pedalando - 19/05/2006 alle 00:38

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Ora il colpo di scena. [/quote] speriamo ! [/quote] Rujano? [/quote] chiunque ma con una lieve predilezione per Gibo :D


lolloso - 19/05/2006 alle 11:17

io in rujanito ci spero


robby - 19/05/2006 alle 11:30

Spero che Rujano faccia qualche gran numero prima della fine del Giro!!!! se lo merita!!!!!! spero che non diventi un "meteora" un po come Perez Cuapio e che prima o poi abbia la possibilità di vincere il Giro e sono sicuro che questo per lui avverrà!!!


ProfRoubaix - 20/05/2006 alle 16:50

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] aggiorno il mio personalissimo cartellino dopo la vittoria di Ullrich: Zomegnan-Resto del mondo 2-0. Ora per lo Zome arrivano le montagne: tifo per lui, che cambia bici e sale su quella degli scalatori: speriamo che vada forte come a cronometro (e magari che Basso si dia una calmata) ;) P.s. per i "ciclotattici": ancora convinti che è un giro troppo duro? Dai, ragazzi, 7 minuti non sono poi da buttare via :D [/quote] Aggiornamento: 3-0 per Zomegnan. Il Giro non è finito, ma è dominato da Basso. Molto meglio così, però, rispetto a quei giretti insulsi fatti per decidersi (solo) nell'ultimo fine settimana. Per gli scalatori e/o i coraggiosi, c'è ancora spazio per grandi imprese. E complimenti a Basso. Il timido, sempre a ruota, mai attaccante Basso, che ha scelto la ciclotattica migliore: dominare.


ProfRoubaix - 21/05/2006 alle 16:19

Aggiornamento dopo il Sempione: 3-1. Con la tappa di oggi Zomegnan ha toppato. Si temeva da tempo, ma è così: tappa mal disegnata, senza senso. Per le fughe da lontano, sarebbe stata più divertente una tappa ondulata.


aranciata_bottecchia - 21/05/2006 alle 17:06

Sì, questa tappa da tempo veniva indicata come un errore, la si sarebbe potuta convertire in una tappa per velocisti, per invogliare alcune squadre ad attrezzarsi meglio in questo settore.


Viscera - 21/05/2006 alle 17:09

L'errore grosso è stata metterla di domenica. :(


gabri59 - 21/05/2006 alle 18:33

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Aggiornamento dopo il Sempione: 3-1. Con la tappa di oggi Zomegnan ha toppato. Si temeva da tempo, ma è così: tappa mal disegnata, senza senso. Per le fughe da lontano, sarebbe stata più divertente una tappa ondulata. [/quote] Eh, ma sai, bisogna pur piazzare qualche montagna quà e là, naturalmente dove non possano far male, per contribuire all' altimetria e fare dire che è un Giro "duro durissimo". Queste due si aggiungono al Cesane e al Catria... Comunque il Giro sta confermando tutte le critiche che avevo fatto al percorso.


ProfRoubaix - 21/05/2006 alle 20:55

[quote][i]Originariamente inviato da gabri59 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Aggiornamento dopo il Sempione: 3-1. Con la tappa di oggi Zomegnan ha toppato. Si temeva da tempo, ma è così: tappa mal disegnata, senza senso. Per le fughe da lontano, sarebbe stata più divertente una tappa ondulata. [/quote] Eh, ma sai, bisogna pur piazzare qualche montagna quà e là, naturalmente dove non possano far male, per contribuire all' altimetria e fare dire che è un Giro "duro durissimo". Queste due si aggiungono al Cesane e al Catria... Comunque il Giro sta confermando tutte le critiche che avevo fatto al percorso. [/quote] Gabri, su oggi siamo d'accordo, ma la valutazione complessiva che diamo è un po' diversa (per me Zomegnan è 3-1, per te 0-16, calcolando i due giorni di riposo). p.s. posto qui una NOTIZIA STRAORDINARIA che ho appena letto su Internet, con i relativi commenti: [i]L'organizzazione del Giro d'Italia ha comunicato che una frana all'altezza dell'abitato di Corteno Golgi ha costretto a una modifica nel percorso della 20° tappa: invece che salire verso Aprica, all'altezza dell'abitato di Megno i corridori devieranno verso Monte Padrio per poi affrontare la discesa verso Trivigno e Aprica. Ecco i primi commenti: Simoni: "io attacco" Basso: "io penso a me stesso, non agli elementi esterni. Devo parlarne con Bjarne, ma penso che scavalcherò la frana e proseguirò per Aprica. Ma il Giro si vince a Milano" Di Luca: "potrei avere sbagliato qualcosa con la preparazione, ma l'anno prossimo proverò a vincere Giro, Tour e Campionato del mondo" Gabri59: "scandalosa decisione: ecco un altro arrivo in discesa, in un Giro sempre più facile"[/i] Fonte: profroubaix.info :D

 

[Modificato il 21/05/2006 alle 20:58 by ProfRoubaix]


Lore_88 - 21/05/2006 alle 21:45

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Il Giro non è finito, ma è dominato da Basso. Molto meglio così, però, rispetto a quei giretti insulsi fatti per decidersi (solo) nell'ultimo fine settimana.[/quote] scusa prof, perchè un giro stradominato sarebbe un punto a favore? una corsa della quale si immagina già l'esito finale non perde di interesse?


ProfRoubaix - 21/05/2006 alle 22:41

[quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Il Giro non è finito, ma è dominato da Basso. Molto meglio così, però, rispetto a quei giretti insulsi fatti per decidersi (solo) nell'ultimo fine settimana.[/quote] scusa prof, perchè un giro stradominato sarebbe un punto a favore? una corsa della quale si immagina già l'esito finale non perde di interesse? [/quote] Ciao Lore, un Giro incerto è (sarebbe?) certamente meglio. Ma non si può cercare l'incertezza proponendo due settimane e mezza facili e solo due-tre tappe difficili alla fine, una strada che troppo spesso la Gazzetta ha seguito nei giri degli ultimi anni. A mio parere, è poco serio verso gli spettatori passare due settimane e mezza a chiedersi chi attaccherà, se, quando. Per quello c'è tutto l'inverno a disposizione. In un Giro a mio parere ci devono essere varie difficoltà, e di tipo diverso, e in momenti diversi. Con un "gran finale" ma non necessariamente decisivo. Con la crono (anche due, se non lunghe e almeno una con dei bei pezzi di salita), la cronosquadre (corta, non più di quest'anno, meglio 5-10km in meno), e tanta, tanta montagna (quest'anno è sostanzialmente ok, per le critiche chiedi ai ciclotattici e non ai cicloalpinisti come me). Se qualcuno è così più forte degli altri da fare il vuoto dopo le prime difficoltà, buon per lui. Se qualcun altro riesce a ribaltare la situazione, meglio ancora per lui e per gli spettatori. Fra l'altro non è detto che lungo le tre settimane i valori in campo siano sempre gli stessi, anzi ci può essere chi va in calando e chi va in crescendo ... Ecco infatti cosa scrivevo dopo la crono (quando lo Zome era 2-0) [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Ora per lo Zome arrivano le montagne: tifo per lui, che cambia bici e sale su quella degli scalatori: speriamo che vada forte come a cronometro (e magari che Basso si dia una calmata) ;) [/quote] p.s. come hai visto, uso il presente e metto il condizionale fra parentesi: per me questo Giro, con tutte le difficoltà che ancora ci sono, [i]è[/i] incerto. Se a Basso viene mezzo mal di pancia, gli fanno una festa che gli farà rimpiangere lo Stelvio.


Lore_88 - 21/05/2006 alle 22:58

aaah, scusa, non avevo capito! allora concordo!!! :)


ProfRoubaix - 21/05/2006 alle 23:02

[quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] aaah, scusa, non avevo capito! allora concordo!!! :) [/quote] Di questi tempi, sempre meglio chiarire :cincin:


Lore_88 - 21/05/2006 alle 23:05

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Lore_88 [/i] aaah, scusa, non avevo capito! allora concordo!!! :) [/quote] Di questi tempi, sempre meglio chiarire :cincin: [/quote] ahahah!!! :D poco ma sicuro! :cincin:


ProfRoubaix - 23/05/2006 alle 21:56

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] E complimenti a Basso. Il timido, sempre a ruota, mai attaccante Basso, che ha scelto la ciclotattica migliore: dominare. [/quote] Rinnovo i complimenti a Basso e aggiorno il mio cartellino: 4-1 per Zomegnan. Temevo che il Bondone avrebbe partorito una tappetta come quella del 1992 (1° Furlan, i migliori tutti insieme a Indurain). E invece un nuovo sparpaglìo da :clap: A proposito di :clap: , penso di doverne uno a AndreaWeb: [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Per me il San Carlo farà "morti"...non c'è tempo per recuperare, Savo escluso. Il Bondone qualche morto lo fa. Il Plan non ne parliamo. Il San Pellegrino Idem. L'Aprica teoricamente non serve a nulla...però se uno soffre il Gavia e va in crisi sul Mortirolo, saluti a tutti! [/quote] Il Bondone forse no (o almeno: le ultime volte non è stato così). Mortirolo-Aprica spero di sì ma temo di no (dipenderà molto dalla organizzazione delle squadre, vedo uno scenario simile al Finestre-Sestriere con più spazio per fare il vuoto prima e più pianura per rientrare dopo). Su tutto il resto sono d'accordo. [/quote]


antonello64 - 23/05/2006 alle 22:42

caro Prof, seguo con interesse il tuo cartellino, ma vorei farti una domanda: il cartellino del Giro dello scorso anno quale sarebbe stato?


ProfRoubaix - 23/05/2006 alle 23:06

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] caro Prof, seguo con interesse il tuo cartellino, ma vorei farti una domanda: il cartellino del Giro dello scorso anno quale sarebbe stato? [/quote] Bella domanda, ora prendo Bs e ti rispondo (un po' al volo!) ... Punteggi di facile assegnazione ... - prime 10 tappe senza nemmeno una impegnativa prima della crono ... 0-1 - 11° tappa Zoldo Alto: 1-1 - 14° Livigno: 1-2 tappa con Stelvio e altri due Gpm oltre i 2000 ma insignificante per la classifica (va bene, la crisi di Basso: ma non è merito del percorso) - 19° Finestre e Sestriere: 2-2 Punteggi di più difficile assegnazione (facciamo pari): - 13° Ortisei: bella ma solo grazie ai corridori, perchè il percorso era troppo facile (infatti se è visto tutto negli ultimissimi chilometri) - 17° Colle Tenda: simile all'altra, "distacchini" maturati solo negli ultimi km In sostanza, solo due tappe che "garantivano" lotta fra gli uomini di classifica, una tappa bidone (per gli scalatori, Livigno), due tappe di montagna ma poco selettive.

 

[Modificato il 23/05/2006 alle 23:14 by ProfRoubaix]


mestatore - 23/05/2006 alle 23:20

ma prof, secondo me a livigno i corridori potevano fare qualcosa di più per il resto d' accordo. per sempre gregari di web ciao collega (...gregario) mesty


ProfRoubaix - 23/05/2006 alle 23:25

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] ma prof, secondo me a livigno i corridori potevano fare qualcosa di più per il resto d' accordo. per sempre gregari di web ciao collega (...gregario) mesty [/quote] Ciao Mesty, collega (...gregario). Forse potevano, ma il Foscagno è davvero facile facile, largo largo, e con poi una discesa facile e una salitella (il Passo d'Eira) ancora più facile ... Comunque hai ragione, potevano provare: sulla base del percorso, non avrebbero "dovuto" attaccare nemmeno a Ortisei.


antonello64 - 23/05/2006 alle 23:37

caro Prof, ho notato che lo scorso anno non hai dato punti alle vittorie di Bettini e Di Luca, forse ininfluenti per la classifica, ma certamente spettacolari; inoltre quest'anno hai valutato positivamente la crono, mentre per lo scorso anno non le hai prese in considerazione, benchè (a mio parere) fossero state tutt'altro che noiose e insignificanti. Come mai?


ProfRoubaix - 23/05/2006 alle 23:45

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] caro Prof, ho notato che lo scorso anno non hai dato punti alle vittorie di Bettini e Di Luca, forse ininfluenti per la classifica, ma certamente spettacolari; inoltre quest'anno hai valutato positivamente la crono, mentre per lo scorso anno non le hai prese in considerazione, benchè (a mio parere) fossero state tutt'altro che noiose e insignificanti. Come mai? [/quote] Perchè l'anno scorso non leggevo Cicloweb :D E perchè nessuno (dei fogliacci che leggevo) si lamentava del percorso. L'idea del cartellino 2006 era nata per le "scommesse" di Zomegnan (cronosquadre, Plan, etc.), poi l'ho estesa alle tappe rilevanti per la classifica. Le tappe ondulate che avevano visto vincitori Bettini e Di Luca sono state belle (come Namur o Saltara quest'anno) ma comunque non molto rilevanti.


aranciata_bottecchia - 23/05/2006 alle 23:50

Carissimo Prof. Guido Roubaix, dici bene sostenendo che qualcosa non quadrasse nel tracciato del Giro 2005, ma si trattò comunque di un Giro memorabile. La tappa di Tropea, col muro finale, la tappa di Giffoni che sembrava una classica delle Ardenne, il finale stupendo di Frosinone, pur con l'arrotamento Cooke-Bettini, il capolavoro Vogels-McEwen di Marina di Grosseto, la folle picchiata di Savoldelli prima di Zoldo Alto, degna dell'animale più veloce del mondo, infine quei tre scatenati in cima al Colle delle Finestre... Forse lo spartito per la lotta al vertice non sarà stato perfetto (del resto ha vinto Savoldelli, corridore molto particolare), ma lo spettacolo, opera di Castellano o Zomegnan o chi per essi, fu memorabile, leggendario se rapportato alla maggior parte del ciclismo di oggi. Ciao


antonello64 - 24/05/2006 alle 00:04

secondo me lo spettacolo del 2005 ce lo ricorderemo per un bel pezzo, con quattro corridori che alla penultima tappa sono ancora in grado di vincere il Giro, e a turno ognuno di loro riesce a sfiorarlo. Magari se Basso non avesse avuto problemi, anche la scorsa edizione sarebbe stata a senso unico come quella di quest'anno, chissà...


ProfRoubaix - 24/05/2006 alle 16:02

Aggiornamento: 4-3. Due punti contro Zomegnan, uno per ogni modifica di percorso. A prescindere dall'appropriatezza delle modifiche, ogni modifica è sempre una sconfitta per la corsa.


aranciata_bottecchia - 24/05/2006 alle 16:03

Era un arco grandioso, ma è venuta a mancare la chiave di volta ed è crollato in buona parte. Destino.


lolloso - 24/05/2006 alle 16:14

togliere il plan sono 3 punti visto come è stata pubblicizzata quindi siamo in perfetta parità 4-4


pedalando - 24/05/2006 alle 16:18

[quote][i]Originariamente inviato da lolloso [/i] togliere il plan sono 3 punti visto come è stata pubblicizzata quindi siamo in perfetta parità 4-4 [/quote] non sono daccordo. Io gliene avrei tolti 3 se avesse voluto farli salire comunque.:Old:


lolloso - 24/05/2006 alle 16:26

[quote][i]Originariamente inviato da pedalando [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lolloso [/i] togliere il plan sono 3 punti visto come è stata pubblicizzata quindi siamo in perfetta parità 4-4 [/quote] non sono daccordo. Io gliene avrei tolti 3 se avesse voluto farli salire comunque.:Old: [/quote] ognuno la pensa come vuole, per me sono 3 punti vista la grande pubblicità e la miticizzazione che è stata fatta, eliminarla è uno smacco troppo grande


ProfRoubaix - 25/05/2006 alle 09:37

I punti tolti non entrano nel merito della decisione (su cui, sinceramente, non ho opinioni chiare). Li avrei tolti anche se sulle Erbe e sul Plan ci fosse stata una nuova glaciazione. E' il cambiamento di percorso che indica una sconfitta dell'organizzazione (e, lo devo concedere ai ciclotattici, dà ragione - almeno per quest'anno - a chi dice che "non si doveva (provare ad) andare lì"). Mi ha colpito l'inadeguatezza della tappa alternativa (anche se, col vincolo di non fare discese, non era facile pensarne una). Tuttavia penso che uno dei punti di forza di questo Giro sia nell'abbondanza di salite, per cui (anche grazie allo strapotere di Basso) è difficile parlare di Giro "falsato" nonostante questa dolorosa mutilazione. Due punti penso che bastino, quindi. Ma gli anti-Zomegnan possono attaccare anche oggi .. ;)


ProfRoubaix - 25/05/2006 alle 19:04

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] Ma gli anti-Zomegnan possono attaccare anche oggi .. ;) [/quote] Come prevedibile, oggi è il giorno del 4-4. Bella fuga, per carità, ma il Cuel di Forchia a quel punto del percorso era davvero sprecato. Ora il gran finale: forza Zome!


Tour de Berghem - 26/05/2006 alle 18:52

Conto -momentaneo- delle vittorie di tappa per nazioni: Italia 7 Australia e Germania 3 Spagna 2 Colombia, Lituania, Belgio 1 [Danimarca] 1 ?? Quindi (per ora) 12 tappe agli stranieri e 8 agli italiani. Considerando anche che sono aumentati i contatti tv e l'interesse all'estero direi il Giro si sta rilanciando alla grande a livello internazionale. Merito anche di Zomegnan, ma soprattutto , al di là di tutti i suoi enormi difetti,del Protour! alla faccia di Santoni e delle sue balzane idee :Od: Ciao :)


aranciata_bottecchia - 26/05/2006 alle 19:02

Concordo con Tour de Berghem (de sota o de sora?). Entrambe sono condizioni necessarie ma non sufficienti: il pro-tour ha offerto l'occasione, Rcs l'ha saputa cogliere abbastanza bene. Adesso sinceramente non ricordo cosa dicesse Santoni, tuttavia delle aberrazioni nel pro-tour ci sono eccome: troppe brevi corse a tappe e troppe squadre e troppe sovrapposizioni di eventi nel calendario. Il nostro ciclismo è il più minacciato.


Tour de Berghem - 26/05/2006 alle 19:08

[quote][i]Originariamente inviato da claudiodance [/i] Il resto: beh, la Caisse d'Epargne punta forte su… Palacios? (Valverde cosa corre? Ah il tour, sfigatone!). [/quote] Tappa vinta con Horrach e una delle squadre più combattive [quote] La Phonak invece allinea il forte Elmiger? O A. Merckcx? Peccato per l’ammeregano Pink Floyd Landis, (tourofilo anche lui) e anche Moos e anche il bravo Botero, mancano.[/quote] Gutierrez Cataluna secondo della generale(!), numero di Merckx a Peschici(anche se è finita male). [quote] AG2R Prevoyance allinea il gagliardo..uhm…S. Calzati?...Mancebo e Moreau, manco a dirlo, faranno il ricciolo giallo [/quote] Vittoria di Vaitkus a Termoli. [quote]Eccone una buona: Davitamon-Lotto, il furbo Van Huffel cercherà qualche compratore decente delle sue indubbie qualità, peccato che il forte canguro Cadel Evans (ottimo vincitore in Romandia) vada al tour [/quote] 3 vittorie di tappa con McEwen. [quote]I celestini Gerolsteiner ….non hanno uno straccio di uomo da classifica, mentre Leiphimer da buon american boy correrà il tour.[/quote] 2 vittorie di tappa con Schumacher [quote] Questa mi fà sbarellare, Euskaltel-Euskadi : il camoscio I. Mayo evita accuratamente le salitazze del giro (che sarebbero il suo pane) per dedicarsi all’inadatto tour, che fenomeni….super punta per la rosea: Laiseka![/quote] Sicuramente meglio dell'anno scorso, così come la Boutges Telecom. Spesso in Fuga e qualche piazzamento buono(top 10). Pensate soltanto che l'anno scorso non erano mai arrivate nei primi 10 di nessuna tappa! E' già qualcosa... [quote] Quick Step, sembra strano, ma una delle meno peggio. Il buon Garate correrà da regolarista per un piazzamento nei dieci.[/quote] Due tappe di cui una memorabile oggi di Garate. [quote]Carissimi, fatemi citare alla fine la formazione che sognare tutti ci fa. la T-Mobile Team: i fucsia di cruccolandia punteranno la classifica sul bravo (davvero) Honchar, che corre il giro da sempre, solo che stavolta, invischiato in tattiche meravigliose finirà piuttosto indietro, bene. [/quote] Tappa vinta con Ullrich, fantastica Cronosquadre persa per colpa di Kessler. Direi che i più catastrofici presagi sono stati smentiti. Ciao :)

 

[Modificato il 26/05/2006 alle 19:13 by Tour de Berghem]


Tour de Berghem - 26/05/2006 alle 19:12

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Concordo con Tour de Berghem (de sota o de sora?). Entrambe sono condizioni necessarie ma non sufficienti: il pro-tour ha offerto l'occasione, Rcs l'ha saputa cogliere abbastanza bene. Adesso sinceramente non ricordo cosa dicesse Santoni, tuttavia delle aberrazioni nel pro-tour ci sono eccome: troppe brevi corse a tappe e troppe squadre e troppe sovrapposizioni di eventi nel calendario. Il nostro ciclismo è il più minacciato. [/quote] Concordo con te sulle aberrazioni del Protour, mi riferivo più che altro alla sua idea di organizzare un contro-giro di soli corridori italiani. De sota :D Ciao!


aranciata_bottecchia - 26/05/2006 alle 19:49

[quote][i]Originariamente inviato da Tour de Berghem [/i] Concordo con te sulle aberrazioni del Protour, mi riferivo più che altro alla sua idea di organizzare un contro-giro di soli corridori italiani. [/quote] Mmm, devo dire che me l'ero persa o forse non ci avevo dato troppo peso, non la ricordavo. Il nostro ciclismo rischia comunque di collassare, lo stradismo è minacciato e la pista non è ancora una scialuppa di salvataggio sicura. Se dal Pro-Tour cominciassero a sparire, come sembra, Phonak e Fdjeux, e come si spera anche la Liberty Seguros, il sistema potrebbe beneficiare di un po' più d'equilibrio. Ciao!


toro - 26/05/2006 alle 19:51

E' la Bouygues che dovrebbe sparire più che la Fdjeux che dei corridori interessanti li ha


ProfRoubaix - 26/05/2006 alle 23:25

Valutazione difficile, oggi. Brutta tappa sino ai piedi del San Pellegrino, bella sull'ultima salita. Cambiano le posizioni 5°, 6°, 8°, 9° e 10° della classifica. Finalmente si vede un (abbastanza bel) Cunego. E, un po' pilatescamente, ProfRoubaix lascia il punteggio sul 4-4 in attesa che il suo avatar decida se in questo Giro hanno "più punti" a loro favore lo Zome o i suoi detrattori.


aranciata_bottecchia - 27/05/2006 alle 11:51

[quote][i]Originariamente inviato da toro [/i] E' la Bouygues che dovrebbe sparire più che la Fdjeux che dei corridori interessanti li ha [/quote] Non discuto, ma so che tra le 18 squadre pro-tour che si sono associate in corporazione, sono rimaste fuori Fdjeux e Phonak. Può anche essere che questa corporazione vada a rotoli dopo l'affare Liberty Seguros.


aranciata_bottecchia - 27/05/2006 alle 19:54

Caro Guido Roubaix, al di là del tabellino gol fatti - gol subiti, vorrei fare alcune considerazioni. 1) Gli ingredienti erano quasi perfetti, diciamo che i tempi della ricetta non erano ottimali, sarebbe stato opportuno miscelare meglio le tappe con un solo colle con i tapponi con più colli. Idem le crono: se ne possono pure fare due, ma una deve avere luogo dopo le montagne, aveva ragione Gabri. 2) Gli ingredienti erano quasi perfetti ma non perfetti: gli azzardi sperimentali come Plan de Corones, sacrosanti oltre che ben remunerati dagli organizzatori locali, devono essere effettuati in tappe monotòne, tutta pianura con salita finale, viceversa si rischia di demolire sanguinosamente un tappone, come accaduto, fatto funesto. 3) Quando concedevano undici tappe a Petacchi, qualcuno scandalizzato reclamava che le tappe per i velocisti non fossero più di cinque: ce ne saranno state sei al termine di questo Giro, per un quieto vivere ce ne dovrebbero essere almeno otto. 4) Stando a quanto s'è sentito dire in tv, non la durezza del percorso, ma il calvario degli spostamenti dovuti alle scelte di logistica, hanno affossato l'anima dei corridori. Due ore di pullman dopo una tappa fanno più danni di um Mortirolo talvolta. Questo errore, per amore di verità, dobbiamo imputarlo allo Zome che abbiamo sin qui difeso. Dice bene il nostro Frank VDB, a turbare l'animo dei corridori non era lo prospettiva di salire a piedi lungo il Plan de Corones, ma l'idea di dover tornare giù, in quella bolgia, in quelle condizioni climatiche, mentre altri colleghi cercavano di finire la loro corsa. Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si può andare. L'aspetto consolante è che gli ingredienti sono giusti, ribadisco. Ciao


lolloso - 27/05/2006 alle 20:42

condivido! gli ingredienti ci sono però l'anno prossimo vanno mischiati meglio troppi spostamenti sfiancano i corridori


stress - 27/05/2006 alle 20:53

Io ricordo molti dire che era durissimo eccetera eccetera. Io mi limitavo a dire che era equilibrato. L'unico squilibrio è stato Ivan che ha dominato il giro. Certo qualche trasferimento in meno e qualche tappa disegnata meglio non sarebbe stato un male. Io comunque il bicchiere lo vedo verso il pieno e non verso il vuoto. Mi sembra questa la strada giusta per far crescere il Giro.


mestatore - 27/05/2006 alle 23:30

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Caro Guido Roubaix, al di là del tabellino gol fatti - gol subiti, vorrei fare alcune considerazioni. 1) Gli ingredienti erano quasi perfetti, diciamo che i tempi della ricetta non erano ottimali, sarebbe stato opportuno miscelare meglio le tappe con un solo colle con i tapponi con più colli. Idem le crono: se ne possono pure fare due, ma una deve avere luogo dopo le montagne, aveva ragione Gabri. 2) Gli ingredienti erano quasi perfetti ma non perfetti: gli azzardi sperimentali come Plan de Corones, sacrosanti oltre che ben remunerati dagli organizzatori locali, devono essere effettuati in tappe monotòne, tutta pianura con salita finale, viceversa si rischia di demolire sanguinosamente un tappone, come accaduto, fatto funesto. 3) Quando concedevano undici tappe a Petacchi, qualcuno scandalizzato reclamava che le tappe per i velocisti non fossero più di cinque: ce ne saranno state sei al termine di questo Giro, per un quieto vivere ce ne dovrebbero essere almeno otto. 4) Stando a quanto s'è sentito dire in tv, non la durezza del percorso, ma il calvario degli spostamenti dovuti alle scelte di logistica, hanno affossato l'anima dei corridori. Due ore di pullman dopo una tappa fanno più danni di um Mortirolo talvolta. Questo errore, per amore di verità, dobbiamo imputarlo allo Zome che abbiamo sin qui difeso. Dice bene il nostro Frank VDB, a turbare l'animo dei corridori non era lo prospettiva di salire a piedi lungo il Plan de Corones, ma l'idea di dover tornare giù, in quella bolgia, in quelle condizioni climatiche, mentre altri colleghi cercavano di finire la loro corsa. Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si può andare. L'aspetto consolante è che gli ingredienti sono giusti, ribadisco. Ciao [/quote] è giusta l' idea : salita, tapponi e giro duro. gli ingredienti si possono dosare e mescolare meglio. l'analisi di arancia mi sembra molto acuta ed equilibrata ciao mesty


montblanx - 27/05/2006 alle 23:38

[quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Caro Guido Roubaix, al di lࠤel tabellino gol fatti - gol subiti, vorrei fare alcune considerazioni. 1) Gli ingredienti erano quasi perfetti, diciamo che i tempi della ricetta non erano ottimali, sarebbe stato opportuno miscelare meglio le tappe con un solo colle con i tapponi con pi?li. Idem le crono: se ne possono pure fare due, ma una deve avere luogo dopo le montagne, aveva ragione Gabri. 2) Gli ingredienti erano quasi perfetti ma non perfetti: gli azzardi sperimentali come Plan de Corones, sacrosanti oltre che ben remunerati dagli organizzatori locali, devono essere effettuati in tappe monot򮥬 tutta pianura con salita finale, viceversa si rischia di demolire sanguinosamente un tappone, come accaduto, fatto funesto. 3) Quando concedevano undici tappe a Petacchi, qualcuno scandalizzato reclamava che le tappe per i velocisti non fossero pi?cinque: ce ne saranno state sei al termine di questo Giro, per un quieto vivere ce ne dovrebbero essere almeno otto. 4) Stando a quanto s'蠳entito dire in tv, non la durezza del percorso, ma il calvario degli spostamenti dovuti alle scelte di logistica, hanno affossato l'anima dei corridori. Due ore di pullman dopo una tappa fanno pi?ni di um Mortirolo talvolta. Questo errore, per amore di veritଠdobbiamo imputarlo allo Zome che abbiamo sin qui difeso. Dice bene il nostro Frank VDB, a turbare l'animo dei corridori non era lo prospettiva di salire a piedi lungo il Plan de Corones, ma l'idea di dover tornare gi? quella bolgia, in quelle condizioni climatiche, mentre altri colleghi cercavano di finire la loro corsa. Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si pu򠡮dare. L'aspetto consolante 蠣he gli ingredienti sono giusti, ribadisco. Ciao [/quote] 蠧iusta l' idea : salita, tapponi e giro duro. gli ingredienti si possono dosare e mescolare meglio. l'analisi di arancia mi sembra molto acuta ed equilibrata ciao mesty [/quote] Concordo, anche la cronosquadre non ha inciso in maniera decisiva... anzi.. non ha inciso per nulla.. se la si tiene con questa lunghezza è assolutamente auscipabile (soprattutto per la visibilità di cui necessitano gli sponsor) che si ripeta. Altra considerazione, la crono individuale non ha inciso!!!! A prescidere da Basso, che ha stradominato ovunque, guardate gli altri della classifica... nessuno è riuscito ma nemmeno ha tentato di difendere quanto ha conquistato nella crono (forse il solo Gutierrez che è andato cmq fortissimo in salita). Direi che le due crono sono un altro punto per lo zomegnan... aggiungerei (col senno del poi, si intende!!!): se la crono fosse stata dopo le montagne.. basso avrebbe dato 6 minuti al secondo della prova individuale , e non essendoci ullrich, avrebbe vinto pure quella :o:o:o:o:o:o:o:o:o


antonello64 - 28/05/2006 alle 00:22

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si può andare.[/quote] caro Davide, quando uno parte per vincere 5-0 (questo era l'obiettivo dello Zome, a giudicare anche dagli entusiasmi manifestatisi subito dopo la pubblicazione del percorso), anche un pareggio somiglia ad una sonora sconfitta.


aranciata_bottecchia - 28/05/2006 alle 00:48

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si può andare.[/quote] caro Davide, quando uno parte per vincere 5-0 (questo era l'obiettivo dello Zome, a giudicare anche dagli entusiasmi manifestatisi subito dopo la pubblicazione del percorso), anche un pareggio somiglia ad una sonora sconfitta. [/quote] Guarda, io non ho mai letto che Zomegnan abbia dichiarato di voler vincere 5 - 0, a che cosa poi, al calciobalilla? Zomegnan deve stare col piede in tre scarpe: risorse economiche, ritorno mediatico, cifra tecnica del percorso. Non è facile. Pensavo che meritasse un bel nove in pagella, si deve accontentare di un sette e mezzo. Però se mi parli di sconfitta sonora non ha senso che ne discutiamo insieme, meglio che ti rivolgi ad altri forumisti. Ciao


antonello64 - 28/05/2006 alle 01:13

può darsi che mi sbagli, ma io ho avuto l'impressione che lo Zome volesse stupire il mondo: altrimenti non mi spiego perchè mettere una tale quantità di ascese quando la metà bastava per fare un Giro interessante e spettacolare, e non mi spiego a cosa servisse creare una salita dal nulla (per giunta sterrata e con pendenze impossibili) quando l'Italia è piena di salite con difficoltà notevoli. Ho avuto l'impressione che, una volta avuto in pugno il bastone del comando, abbia voluto dare una dimostrazione di come si costruisce un vero Giro d'Italia, come se quelli prima di lui (che non erano riusciti a fare ciò) fossero dei poveri mentecatti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Giro di quest'anno fa una ben misera figura in confronto a quello dello scorso anno. P.S. riconosco che lo spettacolo noioso di quest'anno dipende, per buona parte, dalle scadenti esibizioni offerte da parecchi corridori che venivano dati come protagonisti sicuri. P.P.S. può darsi che le mie impressioni siano influenzate dall'antipatia che ho verso Zomegnan, fin da quando era giornalista della Gazzetta e pontificava con notevole presunzione nei vari processi alla tappa. Comunque, questa è la mia idea.


pedalando - 29/05/2006 alle 00:09

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] può darsi che mi sbagli, ma io ho avuto l'impressione che lo Zome volesse stupire il mondo: altrimenti non mi spiego perchè mettere una tale quantità di ascese quando la metà bastava per fare un Giro interessante e spettacolare, [/quote] La mia impressione, da subito, e' stata che lo Zome volesse conquistare una maggior fetta di mercato in campo internazionale creando un SuperGiro capace di attirare l'attenzione all'estero ma senza pestare i piedi, in Italia, ai signori del calcio; adesso abbiamo le prove, ma che Moggi&c. fossero cosi' potenti da travolgere chiunque si fosse messo fra loro e la pecunia lo sapevano anche i muri (specie quelli di Campiglio :Od: ). [quote] e non mi spiego a cosa servisse creare una salita dal nulla (per giunta sterrata e con pendenze impossibili) quando l'Italia è piena di salite con difficoltà notevoli. [/quote] Beh, di Mercoledi' e con la strada sistemata a spese di quelli di Kronplatz: a me sembra solo un esperimento ben retribuito.... [quote] Ho avuto l'impressione che, una volta avuto in pugno il bastone del comando, abbia voluto dare una dimostrazione di come si costruisce un vero Giro d'Italia, come se quelli prima di lui (che non erano riusciti a fare ciò) fossero dei poveri mentecatti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Giro di quest'anno fa una ben misera figura in confronto a quello dello scorso anno. P.S. riconosco che lo spettacolo noioso di quest'anno dipende, per buona parte, dalle scadenti esibizioni offerte da parecchi corridori che venivano dati come protagonisti sicuri. [/quote] A me sembra che abbia lavorato bene, cio' che non e' riuscito in questo giro, lo attribuirei a fattori imponderabili a priori: brutto tempo e debacle autorevoli. A me non piacciono i conservatori quindi gli riconosco il coraggio di aver osato qualche cambiamento (non dimentichiamo il tentativo delle 2 mezze tappe finali). Ha avuto il coraggio di osare nonostante il bellissimo giro scorso. E' antipatico anche a me, ma gli riconosco il coraggio.


ProfRoubaix - 30/05/2006 alle 22:47

Sono molto d'accordo con gli interventi qui sotto, ma devo comunque assegnare il punto della 20° tappa. Che a va a Zomegnan: aritmeticamente, quindi, la mia valutazione a questo Giro è 5-4. Tante occasioni, quancuna perduta per un menu che nel complesso è risultato a volte esagerato nelle premesse ma spesso appetitoso. Ho valutato il percorso, non l'equilibrio. A quello ci ha pensato Basso, l'asso :clap: :IoI p.s. sul Plan - che ha segnato la differenza fra un buon Giro e quello che sarebbe stato un Giro magnifico - ho poco da dire, se non che ancora una volta si è capito che a vedere le cose in TV non si capisce niente. Aspetto che scriva chi c'era (ad esempio gli 8 ciclocamperisti: prima di incontrarli ero convinto che si sarebbe potuti arrivare, ma vedere Euge che ha delle perplessità sullo scalare una montagna è un'esperienza mistica, altro che Vescovi :D ), con una sola postilla: siamo sicuri che con tutti gli alberghi e impianti che ci sono non si potesse organizzare un buon servizio docce? [quote][i]Originariamente inviato da mestatore [/i] [quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Caro Guido Roubaix, al di là del tabellino gol fatti - gol subiti, vorrei fare alcune considerazioni. 1) Gli ingredienti erano quasi perfetti, diciamo che i tempi della ricetta non erano ottimali, sarebbe stato opportuno miscelare meglio le tappe con un solo colle con i tapponi con più colli. Idem le crono: se ne possono pure fare due, ma una deve avere luogo dopo le montagne, aveva ragione Gabri. 2) Gli ingredienti erano quasi perfetti ma non perfetti: gli azzardi sperimentali come Plan de Corones, sacrosanti oltre che ben remunerati dagli organizzatori locali, devono essere effettuati in tappe monotòne, tutta pianura con salita finale, viceversa si rischia di demolire sanguinosamente un tappone, come accaduto, fatto funesto. 3) Quando concedevano undici tappe a Petacchi, qualcuno scandalizzato reclamava che le tappe per i velocisti non fossero più di cinque: ce ne saranno state sei al termine di questo Giro, per un quieto vivere ce ne dovrebbero essere almeno otto. 4) Stando a quanto s'è sentito dire in tv, non la durezza del percorso, ma il calvario degli spostamenti dovuti alle scelte di logistica, hanno affossato l'anima dei corridori. Due ore di pullman dopo una tappa fanno più danni di um Mortirolo talvolta. Questo errore, per amore di verità, dobbiamo imputarlo allo Zome che abbiamo sin qui difeso. Dice bene il nostro Frank VDB, a turbare l'animo dei corridori non era lo prospettiva di salire a piedi lungo il Plan de Corones, ma l'idea di dover tornare giù, in quella bolgia, in quelle condizioni climatiche, mentre altri colleghi cercavano di finire la loro corsa. Non affosserei lo Zome, ma oltre un pareggio, complessivamente, secondo me non si può andare. L'aspetto consolante è che gli ingredienti sono giusti, ribadisco. Ciao [/quote] è giusta l' idea : salita, tapponi e giro duro. gli ingredienti si possono dosare e mescolare meglio. l'analisi di arancia mi sembra molto acuta ed equilibrata ciao mesty [/quote]


Monsieur 40% - 30/05/2006 alle 22:49

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] p.s. sul Plan - che ha segnato la differenza fra un buon Giro e quello che sarebbe stato un Giro magnifico - ho poco da dire, se non che ancora una volta si è capito che a vedere le cose in TV non si capisce niente. Aspetto che scriva chi c'era (ad esempio gli 8 ciclocamperisti: prima di incontrarli ero convinto che si sarebbe potuti arrivare, ma vedere Euge che ha delle perplessità sullo scalare una montagna è un'esperienza mistica, altro che Vescovi :D ), con una sola postilla: siamo sicuri che con tutti gli alberghi e impianti che ci sono non si potesse organizzare un buon servizio docce? [/quote] Prof, era on-line - grazie a Pirata_Giuseppe, la sera stessa: http://www.cicloweb.it/art594.html ;)


ProfRoubaix - 30/05/2006 alle 23:00

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] [quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] p.s. sul Plan - che ha segnato la differenza fra un buon Giro e quello che sarebbe stato un Giro magnifico - ho poco da dire, se non che ancora una volta si è capito che a vedere le cose in TV non si capisce niente. Aspetto che scriva chi c'era (ad esempio gli 8 ciclocamperisti: prima di incontrarli ero convinto che si sarebbe potuti arrivare, ma vedere Euge che ha delle perplessità sullo scalare una montagna è un'esperienza mistica, altro che Vescovi :D ), con una sola postilla: siamo sicuri che con tutti gli alberghi e impianti che ci sono non si potesse organizzare un buon servizio docce? [/quote] Prof, era on-line - grazie a Pirata_Giuseppe, la sera stessa: http://www.cicloweb.it/art594.html ;) [/quote] L'avevo letta un po' di corsa :OIO ... sì, si capiva. E quel "ripensandoci un pochino più a freddo" verso la fine è un ciclo-capolavoro :)