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Il Tigullio e il Giro d'Italia: una storia lunga (quasi) un secolo
cancel58 - 02/05/2006 alle 17:14

[i]Il prossimo 19 maggio il Giro ritornerà nel Golfo del Tigullio, quell’angolo di Paradiso - racchiuso tra Portofino e Moneglia - nel quale il mare e la montagna retrostante formano un connubio inimitabile, tra i più affascinanti dell’intero Mediterraneo. “Questi posti davanti al mare”, cantava Ivano Fossati che ha scelto,da genovese, di trasferirsi tra gli ulivi di Leivi, nell’immediato entroterra chiavarese, per trovare ispirazione alla sua musica. Quando, superata Ruta di Camogli, l’Aurelia imbocca la discesa verso Rapallo, c’è un punto dal quale è possibile cogliere, in sintesi, il fascino di questa terra: il Tigullio si offre in tutta la sua bellezza, regalandoci uno scorcio paesaggistico che, da solo, vale una gita . Lo sguardo spazia lontano: non certo sulla Rapallo deturpata dall’assurda ed incontrollata frenesia edilizia del dopoguerra, ma sulla costa tra Zoagli e Chiavari, sulle spiagge di Lavagna, sul promontorio di Sestri Levante, Punta Manara e Punta Moneglia. Nelle giornate limpide lo sguardo supera il confine geografico del Golfo per andare addirittura oltre: non solo sino al Mesco (tanto caro a Eugenio Montale) , ma anche sino all’Isola di Palmaria, estremo lembo di Liguria e, in alcuni giorni davvero speciali, sino alla dantesca Gorgona. Verso monte, lo sguardo viene catturato dalla bianca ed inconfondibile sagoma del Santuario di Montallegro, dalle cime del Ramaceto e, più lontano, dello Zatta. Pur avendo percorso da sempre e con ogni mezzo questo tratto di strada (anche in bici, ovviamente), non riesco, neppure oggi, a rimanere indifferente di fronte a questo spettacolo della natura. Sarà che in quest’angolo di Liguria ho parte delle mie radici (mio nonno materno era di Portofino) ma il fatto è che sin da bambino, quando arrivavo in quella curva, mi emozionavo. Forse già sapevo che il Tigullio mi avrebbe regalato Rosa, la mia dolce compagna, il cui sorriso illumina la mia vita. Con quel nome poi! **** I corridori del primo Giro d’Italia, invece, arrivarono nel Tigullio dal Passo del Bracco, in occasione della penultima tappa, la Firenze-Genova, di quasi trecento chilometri. Già dalla prima edizione della corsa rosa, infatti, il Tigullio ha costituito un vero e proprio passaggio obbligato nel tracciato del Giro ed è rimasto tale per tanti anni. E’ sufficiente un semplice dato statistico per evidenziare il rapporto privilegiato che, da sempre, questa terra ha avuto con il Giro: sino al 1927, tutte le edizioni disputate sono transitate (ad eccezione dell’edizione del 1921) per il Tigullio. Tappe lunghissime (Genova - Siena, Cuneo - Siena, Firenze - Genova), nelle quali anche il Passo del Bracco poteva costituire un vero e proprio spauracchio. Nel 1922 Santa Margherita Ligure ospita il primo arrivo di tappa: Giovanni Brunero, secondo al traguardo dietro al vincitore Annoni, conserva la maglia rosa conquistata nella tappa precedente ed i tigullini possono ammirare ed applaudire quello che sarà il vincitore del Giro. Ma anche negli anni successivi sono assai rare le edizioni in cui, almeno fino agli anni ‘60, la corsa rosa ha tradito il Tigullio, a testimonianza di un rapporto privilegiato con la Riviera di Levante. Santa Margherita ospita un altro arrivo di tappa nel 1938 e, nel dopoguerra (siamo nel 1956), arriva a Rapallo la tappa che, partita da Bologna, vede il successo di Miguel Poblet. Il rapporto di Rapallo con il ciclismo ha radici antiche. Una delle più importanti classiche per i dilettanti, la Milano - Rapallo, è organizzata dalla società Geo Davidson, che ha sede in quella città. Un tempo, a dire il vero , il percorso era più selettivo di quello attuale. Partenza da Porta Ticinese e dopo la Scoffera, si risaliva a Colle Caprile. Dopo la discesa su Recco, il Passo della Ruta costituiva l’ultimo trampolino di lancio prima del traguardo. Da parecchi anni, invece, il percorso si è addolcito, prevedendo il passaggio lungo la Val Fontanabuona sino a Chiavari e da lì, percorrendo l’Aurelia, sino a Rapallo. Nel 1958 tocca proprio a Chiavari ( dove nei primi anni del dopoguerra veniva organizzato un circuito, analogo a quello che viene disputato ai giorni nostri) il privilegio di ospitare l’arrivo del Giro: nella Mondovì - Chiavari vince il pistoiese Ciampi ma quella tappa, collocata all’inizio del Giro e apparentemente insignificante, merita di essere ricordata per un episodio poco noto. E’l’ultimo Giro di Fausto Coppi ed è proprio nella tappa con arrivo nella città rivierasca che Fausto, su una salita che neppure è valida per il Gran Premio della Montagna, è costretto ad ammettere la sua debolezza. “Rallentate, per favore”, grida alla testa del gruppo. “Cinque anni fa” -aggiunge- “nessuno avrebbe osato attaccare”. Chiavari, quindi, come crocevia di una carriera. Nel 1949, infatti, la città era stata teatro del famoso patto tra Coppi e Bartali: l’accordo tra i due campioni, garantito dal C.T. della nazionale Alfredo Binda, sulle strategie da seguire nel Tour del 49. A distanza di pochi anni, invece, è testimone del fatale declino del Campionissimo, ormai trentottenne. E’ un momento di passaggio, nel ciclismo: un’epoca sta per finire ed altri campioni irrompono prepotentemente sulla scena. Nel 1960, l’anno della morte del Campionissimo, il Giro ritorna nel Tigullio: nella Carrara-Sestri Levante è Gastone Nencini a tagliare per primo il traguardo in una tappa che, pur con un diverso tracciato (si arrivava a Sestri dopo aver scalato la Cisa e il Cento Croci) aveva, curiosamente, lo stesso chilometraggio (171 km) di quella alla quale assisteremo il prossimo 19 maggio. Due anni dopo, nella Tabiano Terme – Baia delle Favole (una delle due baie di Sestri, l’altra è la celeberrima Baia del Silenzio), s’impone il ligure Graziano Battistini, che indossa anche la maglia rosa. E’ un appuntamento ormai biennale, quello del Giro con il Tigullio: nel 1964 ancora un’arrivo, questa volta a Santa Margherita. Il 3 giugno di quell’anno è una data storica, almeno per me. La prima tappa del Giro a cui ho assistito, a San Michele di Pagana, piccolo e suggestivo borgo incastonato nel tratto di costa tra Rapallo e Santa. Sono passati più di quarant’anni, ma il ricordo è di quelli incancellabili. La carovana multicolore del Giro, una bottiglia mignon di Amaro Ramazzotti che ho conservato per anni e il biondo Anquetil in maglia rosa, alla testa del gruppo che insegue il fuggitivo Bitossi, sono le nitide fotografie di quel giorno, gelosamente custodite nella memoria. *** Da allora, e per parecchi anni, ci furono solo passaggi. Il Tigullio applaudì il rosa di Jimenez nel 66 e quello di Zancanaro l’anno successivo. Applaudì anche Merckx nel suo ultimo giorno in maglia rosa al Giro del 69, nella tappa che, dopo l’arrivo a Savona, passò alla storia del ciclismo per ”l’affaire” che escluse il belga dalla corsa. Non si pensi, tuttavia, che il Tigullio assistette, in quegli anni, solo a tappe di trasferimento. Il Bracco, certamente, non faceva ormai più paura a nessuno, ma nel 1975 fece perdere il Giro a Giovanni Battaglin. Lo scalatore di Marostica, dopo l’incredibile impresa nella cronometro di Forte dei Marmi, sembrava avere in pugno la corsa. Il giorno successivo, a sorpresa, perse la maglia rosa nella cronoscalata del Ciocco che, almeno sulla carta, era ben più adatta alle sue caratteristiche. Il simbolo del primato passò sulle spalle del compagno di squadra Fausto Bertoglio e Battaglin, secondo in classifica generale a soli sei secondi dal bresciano, manteneva intatte le ambizioni per la vittoria finale. Nella Forte dei Marmi-Arenzano, invece, accadde l’impensabile. In una giornata caratterizzata dal maltempo, con pioggia incessante per quasi tutto il percorso, Battaglin andò alla deriva proprio sulle non temibili rampe del Bracco. Un gruppo di 20 corridori, trascinati da Baronchelli, prese il largo e per Battaglin non ci più speranza. Il distacco aumentò lungo i saliscendi della Riviera di Levante: al traguardo sarebbe stato di quasi 10 minuti. Assistetti, quel giorno, sul lungomare di Arenzano ad una bella vittoria in volata di Bitossi ed al mesto arrivo di Battaglin. Fradicio e demoralizzato lo vidi salire sull’ammiraglia della Jolliceramica: per lui il Giro era finito. Dopo un altro passaggio nel Tigullio l’anno successivo (ma quella volta c’era il sole e del Bracco non se ne accorse nessuno), nel 1977 Santa Margherita Ligure ospita nuovamente un arrivo del Giro. E’ Claudio Bortolotto che si aggiudica la vittoria nella tappa partita da Salsomaggiore . Sfrutta le sue doti di scalatore sulla salita delle Grazie e si presenta al traguardo con poco più di un minuto di vantaggio su Paolini e Francioni. Da allora, e per un lungo periodo, il Giro non sceglie di fermarsi nel Tigullio. Ci sono come al solito molti passaggi, anche nello splendido entroterra. La Val Fontanabuona viene percorsa più volte, verso una Scoffera che non spaventa neppure i cicloamatori più pigri, così come il Passo della Forcella ( tappa di Voghera, 1979) e il Passo del Bocco (tappa Borgo Val di Taro, 1987). I girini scesero dal Bocco sotto la pioggia battente nel Giro del ‘91 e a Chiavari, all’inizio della Salita delle Grazie, passarono sotto casa nostra. Potevamo vederli dal balcone, ma preferimmo scendere in strada ad applaudirli. L’inconfondibile fruscio delle ruote si confondeva con il rumore meccanico del cambio di rapporto, necessario per affrontare la salita . *** Bisogna attendere il 1994 perché il Tigullio sia protagonista -e alla grande!- del Giro d’Italia. All’epoca, come ho detto, vivevo a Chiavari e, pertanto, ho avuto la fortuna di vivere intensamente quelle giornate irripetibili. Da almeno un anno si parlava della cronoscalata del Passo del Bocco. In un primo tempo era stato prospettato anche l’inserimento della salita del Bocco di Leivi, per rendere più selettiva la prova contro le lancette . Prevalse, invece, la soluzione che venne ufficializzata: arrivo al Passo dal Bocco, ma dopo l’inedita salita del durissimo Passo del Griffi. Quei tre giorni di giugno furono mitici. Dapprima la tappa appenninica con arrivo a Lavagna. Ero con mia moglie sul passo di Cento Croci, quel giorno. La nostra Moto Guzzi, compagna di tanti viaggi, ci portò sulle ultime rampe della salita. Si percepiva un’ atmosfera come non si ricordava da tempo: Berzin in rosa, il Navarro alla ricerca del terzo sigillo e Marco Pantani, che pochi giorni prima ci aveva regalato l’impresa all’Aprica. Quando passò il gruppetto dei fuggitivi (Abdujaparov, Perini , Lombardi, Svorada e Pagnin), Rosa non riuscì a trattenere le lacrime . L’atmosfera incredibile del Giro, un’ emozione contagiosa! Nella città dei Fieschi vinse Svorada, tra un mare di folla. Quella vittoria restò nel cuore al campione Ceco che, quando abbandonò la carriera di corridore per diventare costruttore di biciclette, chiamò proprio “Lavagna” una delle sue creazioni . Poi, l’indomani, la cronoscalata. Salimmo in tanti, quel giorno, e con ogni mezzo: appassionati e semplici curiosi, cicloamatori e pantofolai, bambini che mai avevano assistito ad una corsa, signore attempate, anziani che ritrovavano misteriose energie. Si parlò di centoventimila persone, e la cifra fu stimata per difetto. Mio padre venne da Genova, e fu l’ultima tappa della sua vita . Vecchio “suiveur”, era solito assistere alle corse portando con sé una vecchia tromba, recuperata chissà dove, che suonava al passaggio dei ciclisti. Quel giorno squillò ancora una volta sul Ghiffi ed i corridori la sentirono, come i campioni del Grande Torino sentivano suonare la carica al Filadelfia. Poco prima della vetta c’era un punto strategico, sopra la sede stradale, dal quale si potevano vedere i corridori al passaggio di Prato Sopralacroce, proprio dove cominciavano le rampe più impegnative. Si poteva seguire, poi, un ulteriore tratto di salita prima che gli atleti passassero sotto di noi: la montagna era diventata una vera e propria gradinata . Quando passò Pantani, l’entusiasmo fu indescrivibile. A ricordare quei momenti, vengono i brividi. L’indomani il Tigullio salutò la partenza del Giro con una giornata di pioggia, che rese più malinconico il ricordo di momenti straordinari. Restavano negli occhi il volto grondante di sudore di Perini, la freschezza di Berzin, la pelata dell’Elefantino. I nostri visi coloriti e le spellature sulle braccia erano la testimonianza di due giorni trascorsi sotto il caldo sole della Riviera. *** Passarono Gotti e Tonkov, sulle strade del Tigullio, nel 96 e nel 97, e passarono tanti altri. Passò nuovamente Marco Pantani, in maglia rosa, in uno degli ultimi giorni felici. Lo rividi, in cima al Passo di Malanotte, nella tappa che si concludeva a Rapallo ed il cui tracciato prevedeva proprio il passaggio (in senso contrario) sulla linea d’arrivo della cronoscalata di cinque anni prima. Quel Pantani che saliva fortissimo, mani basse sul manubrio, sparì dietro ad una curva: è l’ultima immagine dal vivo che conservo di lui. Erano passati trentacinque anni dal rosa di Anquetil. Ma ora basta con i ricordi! La tappa di Sestri Levante è vicina e ci aspetta per regalarci e rivivere nuove emozioni Dopo il passaggio del 2004, il Giro ritorna nel Tigullio. Altri protagonisti, altri campioni si tufferanno dal Passo del Bracco, come facevano un tempo Girardengo e Binda, Gino e Fausto, Gastone e il Normanno. Marco no, lui non è mai sceso dal Bracco: amava troppo andare in salita, come quel giorno sul Ghiffi. La tromba di mio padre l’ha sentita, ne sono sicuro. [/i] [img]http://img244.imageshack.us/img244/5929/chiavari13wv.jpg [/img] Panorama del Tigullio dal Santuario delle Grazie: si riconoscono Chiavari, Lavagna e, sullo sfondo, Sestri Levante [img] http://img244.imageshack.us/img244/5894/passodelbracco5cf.jpg[/img] [img] http://img133.imageshack.us/img133/9967/passodelbracco19oo.jpg[/img] Due vecchie foto del Passo del Bracco [img] http://img244.imageshack.us/img244/2162/sestri3dn.jpg[/img] Sestri Levante:la baia del Silenzio [img]http://img403.imageshack.us/img403/8734/scansione0032small9qh.jpg [/img] 7 giugno 1994:sul Passo di Cento Croci, Svorada alla testa del gruppetto dei fuggitivi [img]http://img244.imageshack.us/img244/1796/panoramaghiffismall7kv.jpg [/img] Panorama dal Passo Ghiffi [img]http://img139.imageshack.us/img139/6828/papghiffismall7an.jpg[/img] Mio padre:l'ultimo squillo di tromba [img]http://img104.imageshack.us/img104/5025/pantanighiffismall4ei.jpg [/img] Marco Pantani sul Ghiffi [img] http://img273.imageshack.us/img273/6144/scansione0033small6rl.jpg[/img] Pantani in Piazza Matteotti a Chiavari, poco dopo la partenza della cronoscalata [img] http://img139.imageshack.us/img139/7633/berzinghiffi9sw.jpg[/img] Berzin in un momento di relax al Passo del Bocco [img] http://img461.imageshack.us/img461/1999/scansione0003small2tt.jpg[/img] Cancel58 e Rosa , pronti per la tappa di Sestri Levante


pedalando - 02/05/2006 alle 18:11

Grazie Mario, grazie ed ancora grazie! P.S.: ma l'ultima foto e' presa in val S.Nicolo' vero?


cancel58 - 02/05/2006 alle 18:30

Caro Alberto, sono contento che ti sia piaciuto il mio ricordo. L'ultima foto è stata scattata lo scorso anno in Valle Aurina,poco oltre Casere


kokkelkoren - 02/05/2006 alle 18:39

Non sapevo che la cronoscalata del 94 prevedesse inizialmente la salita al Bocco di Leivi! Quella salita è stata la mia palestra, mi sarebbe piaciuto vederci i prof all'opera. Sai per caso da quale versante pensavano di salire? Ciao e grazie per il bel pezzo.


violetta - 02/05/2006 alle 18:42

bello, bello, bello, bello, bello, e ancor più bello il nostro Marco


cancel58 - 02/05/2006 alle 18:50

[quote][i]Originariamente inviato da kokkelkoren [/i] Non sapevo che la cronoscalata del 94 prevedesse inizialmente la salita al Bocco di Leivi! Quella salita è stata la mia palestra, mi sarebbe piaciuto vederci i prof all'opera. Sai per caso da quale versante pensavano di salire? Ciao e grazie per il bel pezzo. [/quote] Anch'io l'ho fatta più volte, quando abitavo a Chiavari. All'epoca (prima della preentazione del tracciato definitivo)era stata prospettata questa ipotesi. Non so, tuttavia, se pensassero di salire da San Pier di Canne o dalla Circonvallazione. La notizia era apparsa sui giornali perchè a Leivi abitava un "pezzo grosso" dell'Organizzazione del Giro(non ricordo chi fosse) Ciao!


maurofacoltosi - 02/05/2006 alle 18:55

[quote][i]Originariamente inviato da kokkelkoren [/i] Non sapevo che la cronoscalata del 94 prevedesse inizialmente la salita al Bocco di Leivi! Quella salita è stata la mia palestra, mi sarebbe piaciuto vederci i prof all'opera. Sai per caso da quale versante pensavano di salire? Ciao e grazie per il bel pezzo. [/quote] Il percorso della cronoscalata avrebbe dovuto essere CHIAVARI - BOCCO DI LEIVI - CHIESA NUOVA - CARASCO - MEZZANEGO - PASSO DEL BOCCO. Dopo i sopralluoghi si decise di correre sul seguente tracciato: CHIAVARI - CARASCO - MEZZANEGO - BORZONASCA - PRATO SOPRALACROCE - VALICO DI MONTE GHIFFI - PASSO DEL BOCCO (con tratto finale della crono in discesa)


cancel58 - 02/05/2006 alle 18:59

[quote][i]Originariamente inviato da maurofacoltosi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da kokkelkoren [/i] Non sapevo che la cronoscalata del 94 prevedesse inizialmente la salita al Bocco di Leivi! Quella salita è stata la mia palestra, mi sarebbe piaciuto vederci i prof all'opera. Sai per caso da quale versante pensavano di salire? Ciao e grazie per il bel pezzo. [/quote] Il percorso della cronoscalata avrebbe dovuto essere CHIAVARI - BOCCO DI LEIVI - CHIESA NUOVA - CARASCO - MEZZANEGO - PASSO DEL BOCCO. Dopo i sopralluoghi si decise di correre sul seguente tracciato: CHIAVARI - CARASCO - MEZZANEGO - BORZONASCA - PRATO SOPRALACROCE - VALICO DI MONTE GHIFFI - PASSO DEL BOCCO (con tratto finale della crono in discesa) [/quote] Infatti, caro Mauro, andò proprio così! E fu un bene, perchè consentì di far conoscere una bellissima e inedita salita .


Frank VDB - 03/05/2006 alle 09:39

Che ricordi! Al Bocco nel 1994 c'ero anch'io. Portai anche un libro per studiare - ero sotto maturità - ma alla fine fu usato solo per prendere autografi: Berzin, Cribiori, Moser... Una folla strabocchevole applaudì Pantani, l'enfant du pays Podenzana (nono alla fine di quel Giro), Bugno. Nella ricognizione del mattino due boati: il vecchio Chiappucci e il giovane Pantani, alfieri della Carrera, che passavano assieme, e subito dopo Moser reduce dalla spedizione di Città del Messico in grande spolvero. Che ricordi...


Frank VDB - 03/05/2006 alle 09:40

E ovviamente, vista la relativa vicinanza, mi schiererò anche quest'anno. Penso sulla salita di Volastra.


leo - 03/05/2006 alle 12:35

Grande Cancel!! Curiosità: Ma la foto alla baia del silenzio l'hai fatta dal sentiero che porta a punta manara? Ancora Grazie!


robby - 03/05/2006 alle 13:20

CHE SPETTACOLO!!!!! Grandissimo Cancel che bel racconto e che belle foto!!!!!!! :clap::clap::clap::clap::clap::clap:


marco79 - 03/05/2006 alle 13:28

Dove si può trovare l'altimetria della tappa visto che sul sito ufficiale della gazzetta non c'è ancora?


maurofacoltosi - 03/05/2006 alle 14:33

[quote][i]Originariamente inviato da marco79 [/i] Dove si può trovare l'altimetria della tappa visto che sul sito ufficiale della gazzetta non c'è ancora? [/quote] C'è, controlla!!!


cancel58 - 03/05/2006 alle 16:01

[img]http://img490.imageshack.us/img490/7375/scansione0004small1ry.jpg [/img] L'altimetria della tappa S.Maria della Versa-lavagna, vinta da Svorada(7 giugno 1994) dalla Guida al giro 94 della gazzetta dello sport


cancel58 - 03/05/2006 alle 16:03

[img]http://img302.imageshack.us/img302/3212/scansione0005small8pf.jpg [/img] E quella della Cronoscalata, il giorno successivo (vittoria di Berzin)


Abruzzese - 03/05/2006 alle 16:12

Un bellissimo thread,con tanti aneddoti di cui non ero a conoscenza. Ottimo :clap::clap::clap:


cancel58 - 03/05/2006 alle 17:08

[quote][i]Originariamente inviato da leo [/i] Grande Cancel!! Curiosità: Ma la foto alla baia del silenzio l'hai fatta dal sentiero che porta a punta manara? Ancora Grazie! [/quote] la foto non è mia: l'ho trovata in rete. Direi che è stata fatta dal sentiero che porta a Punta manara. Anni fa c'ero stato e ho fatto delle foto. Se le trovo , le posto. Grazie, leo.


cancel58 - 03/05/2006 alle 21:39

Sestri Levante si riprende il Giro d'Italia. Il 19 maggio. Dopo 44 anni e la volata dello spezzino Graziano Battistini su viale Rimembranza. Dopo Luigi Cafferata «Cinin» che, gregario di Bartali dal '35 a '41, raccontava scherzando con gli amici, di quella volta che lo lasciò vincere in cambio d'una damigiana di vino. Dopo gli anni che se li è visti sfrecciare sul Bracco annusando il gusto di quel giro che mette tutti in sella. Sestri si aggiudica la dodicesima tappa di questa ottantanovesima edizione: 171 chilometri, partenza da Livorno e arrivo nella Bimare. Un anno e mezzo di trattative con la Gazzetta dello Sport per la corsa su Via Fascie e il fotofinish in piazza della Repubblica. Che rimbalzerà sulle televisioni di diciotto Paesi. Che racconterà Sestri, i suoi angoli e la sua gente sullo sfondo del giro che parla d'Italia e tipi italiani. Che diventa cinema. Che parte il 6 maggio da Seraing, Belgio e arriva a Milano il 28. Che imbarca 198 corridori, 450 automezzi e 30 motociclette. Che si fa precedere dalla carovana pubblicitaria montata su 80 veicoli. Una macchina organizzativa che ribalta la città, ma l'aria che respiri è quella di allora. Nasce il Comitato del Giro, presieduto da Giorgio Grino. Che si tira dietro decine e decine di volontari perché il 19 Sestri rientri nello sport che conta. «È l'unica tappa ligure - spiega il sindaco Andrea Lavarello -. I corridori arrivano da Livorno, passano le Cinque Terre e all'altezza del Santuario di Soviore prendono per Levanto. Salgono alla Baracca, scendono da Novano e arrivano a Sestri intorno alle 16 30. «Dentro ci finisce anche Casarza Ligure. E non è un caso. Perché con il Giro il ricordo va ad Alberto Massucco, il giovane promettente corridore casarzese precocemente scomparso a vent'anni nel '78. Verrà consegnata una targa alla mamma e l'omaggio è quella sterzata via Novano. Un'altra targa andrà al genovese Mino De Rossi, gregario di Coppi, vincitore nel '51 del campionato mondiale inseguimento e nel '52 delle Olimpiadi. Come non poteva mancare l'intitolazione di un tratto di pista ciclabile sestrese al «Cinin» di Bartali, che partecipò a diversi Giri e si classificò terzo alla Milano Sanremo. Un evento da 125.000 euro che la Provincia copre per metà. Che l'Istituto Deambrosis Natta sostiene diventando la base operativa della macchina che fa marciare il Giro. Sestri scopre la sua tradizione ciclistica e allestisce una serie di eventi collaterali. Perché da venerdì 19 a domenica 21, dalle 9 alle 18.30, nell'atrio del Municipio, sarà allestita una mostra filatelica,tema il ciclismo, con moto e bicicletta di Coppi. Un'esposizione di biciclette storiche sarà invece nel salone dell'Annunziata a Portobello. Sempre venerdì19, in attesa del Giro, Deambrosis-Natta e UISP Regionale Ligure organizzano la pedalata non competitiva Sestri Levante-Casarza Ligure, partenza e ritorno nel giardino delle scuole (8.30-11); promozionale minimountanbike nell'area ex Fit (8.30-11); ufficio postale distaccato con cartoline ed annullo postale commemorativo della manifestazione in stand in Corso Colombo (8.30-16.30), il tutto condito con la sfilata, nel primo pomeriggio, della Banda Cittadina e degli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna. Per il 17 maggio è prevista una prova ciclistica dei ragazzi nei giardini di Riva levante, che verrà ripresa dalla Rai e trasmessa a contorno del Giro. Una mobilitazione generale che porta in strada gli appassionati di allora e gli sperimentatori di oggi. Tecnici e non. Nulla è cambiato, è lo stesso di sempre questo Giro che trattiene il fiato e si racconta in volata. Fonte:www.ilgiornale.it [b] [/b]


leo - 04/05/2006 alle 13:37

Ciao Cancel...ieri per la prima volta mi sono stampato un thread per gustarmelo con calma..il tuo! Scommetto che sapresti raccontare tanti particolari coinvolgenti anche sulla Milano-Rapallo...non è una richiesta.. :) ma se avessi qualche bella storia su questa corsa.. Ciao!!


cancel58 - 05/05/2006 alle 18:20

[quote][i]Originariamente inviato da leo [/i] Ciao Cancel...ieri per la prima volta mi sono stampato un thread per gustarmelo con calma..il tuo! Scommetto che sapresti raccontare tanti particolari coinvolgenti anche sulla Milano-Rapallo...non è una richiesta.. :) ma se avessi qualche bella storia su questa corsa.. Ciao!! [/quote] Caro Leo, sulla Milano -Rapallo ti segnalo il sito ufficiale della manifestazione: www.milanorapallo.org Troverai la storia, l'altimetria, l'albo d'oro e altre notizie utili. Ti segnalo, altresì, la bella intervista a Renato Ciolli, vincitore della corsa nel 1952, che troverai nel sito del Museo del Ciclismo Gino Bartali. Quanto alle mie esperienze dirette ti confesso che non ho molto da raccontarti. Ho seguito il passaggio di diverse edizioni(tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90) quando abitavo a Chiavari. La corsa passava proprio sotto casa mia, all'inizio della salita delle Grazie. Il primo anno non mi sembrava vero di assistere dal vivo ad una corsa ciclistica semplicemnte uscendo dal portone , senza dovere affrontare trasferte più o meno lunghe. Ricordo, poi, che all'inizio degli anni 80, mentre salivo in bici da Recco verso Ruta di Camogli, affiancai un ciclista , già avanti con gli anni(magari avrà avuto al mia attuale età!). Lo salutai e lo superai.Mi restò a ruota per un po' e, nel farmi i complimenti(sei allenato, mi disse,bontà sua!) mi ricordo che mi parlò di quando la Milano-Rapallo affrontava la Ruta come trampolino di lancio verso il traguardo. Mia moglie, infine,mi ha ricordato che nel 1986 si verificò un incidente in occasione dello svolgimento della corsa:un'auto aveva investito uno o più corridori. Senza gravi conseguenze,per fortuna, ma il fatto aveva dato origine all'apertura di un fascicolo presso la Pretura di Chiavari. Ti saluto!