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Autore: Oggetto: Ciao Piero

Under 23




Posts: 13
Registrato: Sep 2005

  postato il 26/04/2006 alle 14:39
Purtroppo, nei giorni scorsi, ci ha lasciato Serena Piero , forse , anzi senza il forse, il miglior telaista degli anni 70 - 80 in Italia.
Tanti prof (Boifava,Dancelli,Anni,Bontempi,Visentini,Leali,Bordonali,Pantani,etc...) sono passati nella sua officina per chiedere consigli sulla posizione in bicicletta, ma anche per farsi costruire telai doc da utilizzare in specifiche gare...
Da adolescente ho frequentato spesso l'officina Serena e era un piacere ascoltare persone comuni a raccontare storie di ciclismo .....
Forse, solo con questo threads, non riesco a farvi capire chi era veramente Serena Piero nel mondo del ciclismo soprattutto a Brescia .....
ClaudioDance nei suoi threads in passato la nominato parecchie volte .....
ci puoi postare qualcosa ....?
Grazie Piero
Con affetto
Stila

 
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Posts: -1
Registrato: Aug 2006

  postato il 26/04/2006 alle 14:54

 

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Livello Marco Pantani




Posts: 1476
Registrato: Mar 2005

  postato il 27/04/2006 alle 08:53

Ciao Stila,
ho saputo.
Ti ringrazio per il ricordo di Piero Serena. Sono contento che lo abbia ricordato tu, io non avevo ancora avuto il tempo. Hai ragione, Piero Serena è stato un grande telaista artigianale, un grandissimo inventore di soluzioni tecniche, un meraviglioso interprete della difficile arte di “mettere i corridori in bicicletta”. Assecondando posture, correggendo errori e valorizzando patrimoni atletici.

Non so se sia stato “il migliore” in assoluto, ma mi ha messo in bicicletta. Per me sarà sempre il migliore.
Accanto a quei nomi di assoluti campioni c’è anche il mio. Un brocco assoluto.
Piero Serena ha creato anche quelli, certo, ma frequentare la sua bottega era il regalo più bello che potesse capitare a un giovane corridore.

Come fare a spiegarlo….tutto quello che so, tutto quello che amo, tutto quello che ancora si muove dentro di me quando vedo una gara in bici parte da quella bottega polverosa e magica.

Solo l’altro ieri, un fortuito caso del destino mi ha messo sulla strada di una bella gara di dilettanti.

---Ecco i ragazzi che passano, tre in fuga, troppo presto, ma bravi lo stesso, guarda che bel corridore, com’è disteso, è il figlio di Johan Van der Velde…sarebbe piaciuto al Piero, eccome!, e quell’altro cosa fa, no!, contrattacca troppo presto, rimarrà lì a galleggiare, glielo dovrò dire, che spreco di energie!....e noi cosa facciamo?, mangiamo un panino?, d’accordo, ma facciamo presto, ogni passaggio perso…..è perso per sempre. ---

Tutto, la passione, lo straccio di competenza, l’amore per le gare, tutto parte da lì, dalla bottega di Piero Serena e dai segreti del ciclismo….e da mio padre, naturalmente.

Sopra tutto, una cosa che ho imparato in quel luogo magico, è stata l’allegria.
Il lato giocoso e ironico del ciclismo, lo sdrammatizzare sempre le piccole grandi tragedie di ogni corsa. Dovete saperlo carissimi, si rideva molto nella bottega di Piero. Ogni gara era il pretesto per uno sfottò, per una parodia, per un racconto romanzato e arricchito di mille particolari favolosi.
Ecco che l’odiato Francesco Moser prendeva il soprannome di “caecia grossa” (caviglia grossa) per la sua presunta pedalata rigida e “di punta”, contrapposta al grande pupillo di Piero, Il Roby Visentini, stilista armonico e delicato dalla pedalata “rotonda”.
“Tre uomini al comando, il Grosso transita a due primi!!!” , ma il grosso era mio padre! Veniva soprannominato “il grosso”. Perché è alto un metro e novanta e ha le spalle larghe da pugilatore.
E via di questo passo, infiniti aneddoti sulle bizze di Visentini, sulle cotte di Baronchelli, sulla “mafia” di Moser, sui cazzotti di Bontempi e giù a scendere, le categorie minori, i dilettanti, gli amatori, soprattutto quelli!

La bottega di Serena era tutto questo! Era la felicità del ciclismo.

Caro Piero, hai vissuto a lungo e felicemente. Hai cominciato saldando i tricicli degli spazzini di Brescia. Hai trasferito la tua arte sapiente di forgiatore nei telai di biciclette da corsa. Avevi l’occhio da artista e l’intuito del biomeccanico per “misurare” le forme dei ragazzi in bicicletta. Hai creato un luogo di meraviglia e di incanto, dove la durezza del ciclismo veniva addolcita dall’affabulazione e dal racconto di cento protagonisti.
E io mio ricordo, Caro Piero, le risate nella stanza principale, dieci uomini si raccontano la gara della domenica. Io sono un bambino e giocherello con la morsa mentre cerco di tenere dietro a tutti i discorsi. Tu spunti dalla porticina aperta della stanza della forgia. Curvo e sporco di limatura di ferro, una tuta blu consunta e gli occhiali sul naso, brandisci un attrezzo, aggiungi un commento sagace e ghigni con fare torvo , rientri a continuare il tuo lavoro, io ti guardo e lo capico. Sei un uomo felice, Piero Serena.
E la vita è bella, o almeno ci sono dei momenti belli.

Grazie Piero, se ci si vede più in là, mi faccio rifare un telaio da te, le misure le decidiamo insieme.

Claudio, il figlio di Fausto (detto il Grosso).





 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/04/2006 alle 09:13
Manco da qualche giorno (ciao a tutti!), rientro e trovo Claudiodance .. questa è fortuna.

Come fortuna è aver vissuto bene e, per chi resta, ricordare con serenità.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 27/04/2006 alle 09:47
Grazie Prof, al Piero sarebbe piaciuta l'idea di gente che parla di ciclismo divertendosi e polemizzando allegramente.
Gli sarebbe piaciuta anche la coppa Kobram, non hai idea del rilievo che le sfide amatoriali extra gare avevano nei discorsi della bottega di Piero. Si trascurava tranquillamente una Milano-Sanremo per parlare del giro domenicale di due mesi prima in cui Tizio aveva staccato Caio ma poi era andato in crisi di fame e non trovava più la strada di casa etc......

Forse la coppa kobram dovrebbe essere intitolata a lui…..

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/04/2006 alle 10:05
Originariamente inviato da claudiodance
Forse la coppa kobram dovrebbe essere intitolata a lui…..


"Coppa Piero Serena Cicloweb 2007" (o autunno 2006) come suona?

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 27/04/2006 alle 10:06
Originariamente inviato da claudiodance
Forse la coppa kobram dovrebbe essere intitolata a lui…..

Si' sarebbe bello!

Ciao Piero, da uno che non ti ha mai conosciuto ma che
condivide il tuo modo di intendere lo sport.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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Registrato: Apr 2005

  postato il 27/04/2006 alle 10:11
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Originariamente inviato da claudiodance
Forse la coppa kobram dovrebbe essere intitolata a lui…..


"Coppa Piero Serena Cicloweb 2007" (o autunno 2006) come suona?


oppure
"Coppa Cicloweb Piero Serena 2006" mi pare filare di piu' la metrica...
ma non sono un esperto.

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 2142
Registrato: Jun 2005

  postato il 27/04/2006 alle 12:52
Grazie, Claudio, per lo splendido ritratto di Piero Serena.
Non l'ho conosciuto, ma grazie alle tue parole mi sono immaginato di essere nella sua officina.
Ciao, Piero.

 
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Under 23




Posts: 13
Registrato: Sep 2005

  postato il 27/04/2006 alle 14:07
Grazie Claudio
stila

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 1671
Registrato: Dec 2004

  postato il 29/04/2006 alle 12:48
non ho avuto al fortuna di conoscere piero serena, ma il ritratto di claudio è talmente bello che non possono non venirmi alla mente personaggi ed ambienti che un poco anch' io ho frequentato.
sono questi personaggi, questi ambienti, queste botteghe che purtroppo stanno poco alla volta scomparendo, per lasciare il posto a biomeccanici con il computer, negozi con l' esperto di marketing, che mi hanno fatto innamorare del ciclismo, che mi hanno insegnato quel poco che so sulle corse.
sono queste persone, l' amore e la stima che suscitano in noi, che rendono la bici unica, diversa da tutti gli altri sport.

piero serena, tra le tante cose belle della vita, ha avuto anche la fortuna di avere un corridore come claudiodance, così di cuore e con tanto talento, da rendergli onore con un ritratto bellissimo.
e mi piace pensare che se claudio è così, un poco del merito è anche di piero serena, che tante cose gli ha insegnato e gli ha fatto vivere nel modo giusto e bello.
anche di questo, noi che non l' abbiamo conosciuto personalmente, ma che sappiamo che era un grande, dobbiamo ringraziare il Piero.
ciao
mesty

ps: la coppa kobram gli sarebbe piaciuta,e sono certo d' accordo nel rendergli onore ma io credo che sarebbe bello che qualcuno gli dedicasse una bella gara di allievi o junior, una bella gara di ciclisti veri.
ciao

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 30/04/2006 alle 12:00
Non ho conosciuto direttamente Piero Serena, ma conoscevo la sua fama, che raggiungeva anche le mie posizioni ed i miei raggi d’azione. Quando preparavi una stagione, ed i tuoi atleti si mostravano esigenti sulla posizione in bici e la consistenza reattiva dei telai, il suo nome finiva sistematicamente in ogni dialogo. Quel vecchietto bresciano era come il vertice, il grande professore che vorresti sempre nel gioco delle consultazioni. E lui, lontano, continuava ad echeggiare sui preparativi, volgendo l’attenzione anche su chi, come me, agli inizi pensava inimmaginabile vedere nel dibattito, fra Campagnolo e Shimano, spuntare la ruota vincente di un telaio, di un semplice triangolo con una protuberanza su un vertice. Un tassello apparentemente povero di quel complessivo mezzo di sogni, in realtà peculiare non solo per dover sopportare un peso, ma su tutte le variabili che una corsa richiama, compresa la decisiva impostazione della schiena dell’atleta.
Già, il telaio, il crogiolo della bicicletta, la risposta alla poca disponibilità del corpo a vivere quello strumento, perché noi non siamo nati per spingere i pedali, ci siamo adeguati per necessità. Ed ecco l’importanza di non giungere a dolori suppletivi, insopportabili, deformanti. Ecco l’esigenza di sprigionare tutta la verve del corpo, nella gioia che lo strumento non nato per noi, sa portare ugualmente da sempre. La scoperta dei materiali, la loro rigidità, le loro risposte ai richiami dei terreni da percorrere e al nostro modo di stare sulla bicicletta, ai nostri difetti ulteriori.
Ecco la figura del telaista, forgiata sin dal velocipede, come una versione originale e particolare del fabbro, di un uomo che deve essere automatico computer nel concepire ogni contesto.
Piero Serena è nato lì, in una cultura che veniva dall’ancestrale del mezzo bicicletta, vissuto per un insieme di richiami e costruito con l’abilità di pochi sul fondo dell’eccellenza. Un artigiano con l’occhio, la comprensione e le risposte siamesi, sublimate in tutt’uno, a cui aggiungeva le spezie del buon senso, della saggezza e del sapere senza scomodare i lustrini della caduta sulla fama. Era Serena per l’immanenza di essere Piero, lui, con l’interiore gioia perenne e reale dell’aurora di ogni creatura da far uscire o modificare. Lui, che saldava i telai dentro il carbone che diveniva rosso, quando li portava in temperatura con il mantice e faceva dell’ottone un collante avvolto intorno alle congiunzioni, fino a squagliarsi col calore e finire capillarmente fra congiunzione e tubo. Lui che maneggiava la fiamma con la maestria di echi antichi, in me divenuti comuni, essendo figlio d’un fabbro.
Piero era nato in un tempo di sostanze e di continui segmenti di felicità dovuti alla comprensione della vita e delle passioni, non ancora distorte dall’interesse sopra ogni cosa. Era, perché era così: un mago direbbe qualcuno, uno che ama un mestiere nell’intreccio con ogni suo raggio di vita, direbbe lui. Un faro che viveva in bottega, su quegli angoli della nostra cultura, non solo ciclistica, che stiamo progressivamente dimenticando. Quegli spazi di passatempo e sostanza, di dibattito e sfottò, di acculturazione, come s’evidenzia con solare chiarezza dal ritratto-ricordo di Claudio.
Già, la bottega dell’artigiano maestro che profuma di ciclismo, per quell’insieme d’odori nati dalla morchia, dalle gomme, dal metallo limato, dagli oli e dai mastici, niente a che spartire con l’autorimessa o altre officine. Niente di comparabile, grazie a quelle sedie poste a lato del congiunto negozio, genesi di forum improvvisati e pronti a fare di Coppi, Vianelli o Visentini dei casi distinti da Lievore o Bono, o su come si vivono i “perché” un Abetone o un Guizzi narrano protagonisti diversi.
Echi ormai antichi che rasserenano il cuore, ma che si intristiscono pesantemente al sapere che un padre del ciclismo come Serena non c’è più. Ed allora che viva il suo ricordo attraverso le nostre bocche, perché, in fondo, è stato un grande come Coppi e, nel contempo, un umile come Giovanni Bino. Uno spaccato del pedale di vita e pure lui, mastro artigiano, un artista.
A Piero, l’abbraccio eterno del ciclismo!


P.S. Non sapevo della sua morte. L’ho saputo qui, prima ancora di questo thread, per aver letto, a notte fonda, un messaggio privato. Ci sono rimasto davvero male. Di lui parlammo in un post su Visentini, aperto da Buffalmacco. A sto punto, sono ulteriormente amareggiato per averlo solo menzionato nel mio libro che uscirà sabato prossimo.

Un caro saluto a tutti!


Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Moderatore




Posts: 21608
Registrato: Oct 2004

  postato il 30/04/2006 alle 13:49
Utilizzo questo thread per rammaricarmi della scomparsa di Domenico Vannoli, un nettunese amante della bicicletta, uno dei pochi ad istituire un gruppo sportivo a pedali nella mia città.

Un incidente stradale in moto l'ha portato via all'affetto dei suoi cari qualche giorno fa.

Io non lo conoscevo, ma mi sarebbe piaciuto andare da lui - con la bici nuova - per farmi trovare una posizione sulla sella e per trovare un gruppo di uscite fisso dopo i primi chilometri da percorrere da solo per abituarmi al gesto ed allo sforzo.

Conosco bene il figlio, Roberto, ed immagino il suo dolore.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
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Livello Marco Pantani




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Registrato: Mar 2005

  postato il 04/05/2006 alle 15:04
Ringrazio tutti quelli che hanno ricordato Piero Serena.
In particolare i contributi di Lando, Mesty e Morris.
Mesty ha ragione, spero che gli venga dedicata una bella gara.
Spero che il figlio di Piero venga a sapere in qualche modo di queste pagine. È un uomo, che come me, non ha seguito le orme del padre, ma che ricordo appassionato e simpaticissimo.

A Nanni Serena, detto “l’ingegnere” dedico queste pagine. Era alto e magrissimo, adesso avrà forse 50 anni. All’epoca, girava voce, che il padre gli avesse fatto un telaio….specialissimo….eppure è stato un bel paracarro e dopo poco si è dedicato allo studio…..uhm…mi ricorda qualcuno.

Sempre w le bici Serena
Ciao belli
claudio

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 9090
Registrato: Nov 2005

  postato il 04/05/2006 alle 15:13
mi scuso per non essere intervenuto prima!!!!! un ricordo speciale per il buon Piero!!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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