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Autore: Oggetto: Santoni scrive alle Squadre "ProTour"

Livello Marco Pantani




Posts: 1449
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  postato il 25/03/2006 alle 12:56
Lettera aperta, Santoni scrive ai team italiani

Vincenzo Santoni, team manager della Naturino Sapore di Mare, ha scritto una lettera aperta alle formazioni italiane Professional. Eccola:

Cari colleghi di squadre Professional,
dopo un anno e pochi mesi dall’entrata in vigore del Pro Tour ascolto, nei raduni di partenza delle corse ciclistiche, molte lamentele, espressione di impotenza nei confronti di questo regolamento, a causa del quale, noi, squadre rimaste fuori dal suo ambito di applicazione, abbiamo perso la visibilità che avevamo un tempo.
Il Pro Tour segnerà la fine delle nostre Squadre: gli sponsor, non godendo più della giusta considerazione, sono certo, non accetteranno più di sponsorizzare il ciclismo.
I giornali ci trattano come se fossimo degli “appestati”, abbiamo perso ogni visibilità. La stampa si interessa soltanto di corse Pro Tour ed esclusivamente di quattro o cinque corridori.
Tutto questo, a mio avviso, sta portando il ciclismo in un “buco nero” di disinteresse da parte del pubblico. Nessuno ha avuto il coraggio di analizzare l’affluenza di pubblico presente alla Tirreno – Adriatico e alla Milano – Sanremo: sarebbe bastato poco per constatare che sulle strade non c’erano spettatori, soprattutto nella “Corsa dei Due Mari”.
Sono marchigiano, molto attaccato alla mia terra, e conservo ancora le foto delle Tirreno – Adriatico degli anni Novanta. Ricordo che, a quei tempi, sul muro della “Corva” – una celebre salita di Porto San’Elpidio -, si accalcavano ai lati della strada circa 30.000 persone. Quest’anno sono rimasto scioccato e deluso nel constatare che le strade erano vuote.
Invito, noi Professional Team italiani e organizzatori, rimasti fuori dal circuito Pro Tour, a sederci attorno ad un tavolo per rilanciare il ciclismo italiano come era concepito negli anni ‘70 e ’80, e per articolare questo programma nei seguenti punti:
1) Faccio appello a tutte le Professional di matrice italiana ad affiliarsi l’anno prossimo alla Federazione Ciclistica Italiana.
2) E’ necessario rivalutare il nostro calendario nazionale e riportare il ciclismo laddove l’abbiamo fatto morire: in Sardegna, Sicilia,Calabria, Puglia e Campania, invece di correre in Paesi del nord Europa dove ci sono condizioni climatiche proibitive.
3) Bisogna organizzare un nuovo Giro d’Italia a carattere nazionale iscritto alla F.C.I. da disputarsi nel mese di giugno, dal momento che ci sono grossi gruppi commerciali disposti a sponsorizzarlo. A questo Giro parteciperebbero tutte le squadre italiane, un motivo per essere tutti italiani.
4) Il calendario italiano consentirà di stilare una nostra classifica nazionale.
5) Noi Team italiani potremmo stabilire delle regole. Una di queste potrebbe consistere, per esempio, nello stabilire il numero di corridori (circa 16). Oppure: la necessità di tassarci, insieme agli organizzatori, per costituire un fondo da utilizzare per finanziare e produrre le riprese televisive delle gare. Si tratterà di riprese televisive ad alto livello, con telecamere fisse, mobili, elicottero, da vendere alle televisioni nazionali (Rai, Mediaset, ecc…)
Questa è la mia proposta, che invito a valutare su un tavolo a cui, mi auguro, tutti intervengano, per giungere ad un accordo che porti alla creazione di un movimento intitolato: “Che non muoia il ciclismo italiano”. Bisogna salvare il ciclismo nazionale, che ha fatto la storia di tanti campioni, ed è parte integrante della nostra tradizione culturale.

Vincenzo Santoni


fonte TuttoBici Web

 
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Livello Giuseppe Saronni




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Registrato: Jun 2005

  postato il 25/03/2006 alle 13:31
Io chiedo: è realistico organizzare un altro Giro d'Italia, diciamo di per la serie B?
E la presunta scarsità di pubblico alla Tirreno, può essere legata alla mancanza di alcune squadre Italiane (non della Naturino di Santoni, che era presente lì come alla Sanremo)?
Ancora: qualche appassionato di ciclismo, ha nostalgia dei Giri d'Italia, nei quali si faceva fatica ad arrivare a 20 squadre, e si dovevano invitare la CCCP Polsak e la Chocolate, con tutto il rispetto?
Alcune idee di Santoni sono condivisibili, cioè la possibilità di creare una specie di campionato italiano a tappe (mi sembra che in Francia ci sia qualcosa di simile), e anche quella di creare un calendario nel sud Italia, ma non è accettabile non cogliere l'aspetto progressista che comunque c'è nel Pro Tour. Si riducano un pò le squadre, si valuti meglio il calendario, evitando sovrapposizioni fra corse del Pro Tour stesso, magari se ne sacrifichi qualcuna, ma non possiamo tornare ai Giri d'Italia con 16 squadre Italiane e 4 straniere di serie B.
Comprendo le ragioni degli sponsor delle piccole squadre Italiane, ma secondo me Santoni vorrebbe tornare al 2003.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2005

  postato il 25/03/2006 alle 14:57
Non mi sembra che l'anno scorso la situazione fosse migliorata di molto, nei primi 10 c'erano solo 2 non italiani di squadre non italiane: Garate e Karpets (il primo ha comunque a lungo corso in Italia). Secondo me il livello non sarbbe affatto stato inferiore se ci fossero state invece di squadre straniere imbottite di ventenni senza motivazione squadre minori italiane con la miglior formazione e la massima determinazione (sono stati tagliati fuori dal Giro corridori come Astarloa, Fischer, Sosenka, Napolitano, Tonkov, Cardenas, Niemec). Poi se si invitano Professional straniere va benissimo, purchè arrivino determinate (una Comunidad Valenciana con Eladio Jimenez, Plaza e i fratelli Garcia Quesada non credete avrebbe potuto aggiungere qualcosa al Giro?).
 
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Livello Liegi-Bastogne-Liegi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 25/03/2006 alle 15:26
nell ciclismo esiste un assassino in serie che si chiama: UCI PRO TOUR!!!
La UCI non mi piace, già non è un organismo sicuro, è momento di sfidare al Pro Tour, perche per colpa della mala gestione della UCI il ciclismo non sta bene!!vedere come una gara della importanza della Settimana Catalana ha morto in 2006(vedremo si trona in 2007)è incredivile. e tante altre gare, e squadre con sponsors che logicamente senza opzione di partecipare né in Giro né Tour né Vuelta lasciaran il ciclismo.
¿per che solo due squadre NO Pro Tour in ogni Grande(Giro, Tour Vuelta)??
Al Giro solo Panaria e Selle Italia, al Tour solo Comunitat Valenciana e Agritubel, e nella Vuelta Comunitat Valenciana e Relax. pfff poca cosa.

un esempio di ingiustizia: per me la Vuelta, il Giro e il Tour sono poca cosa senza un campione della montagna come è Felix Cardenas. è il Barloworld, il suo team, non è una squadra piccola né molto meno un corridore come lui senza grandi giri nell calendario è una ingiustizia troppo grande. è triste vedere che Ullrich anadarà al Giro solo per provarsi, per provarsi io li consiglio allenarsi a casa.

Ma Santoni, parla anche con squadre Spagnole e Portoghese senza opzione a crescere per colpa dell Pro Tour. Sicuaramente la tua preoposta anche intereza fuora d'Italia. lo meglio è creare un ciclismo internazionale forte per sfidare al Pro Tour. io ho visto come Andalucia-Paul Versan, Kaiku,.. lottan con molta più forza che la Cofidis, la Byoques Telecom, T-Mobile,...



 

[Modificato il 25/03/2006 alle 15:29 by trueno]


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 25/03/2006 alle 15:43
Originariamente inviato da trueno

nell ciclismo esiste un assassino in serie che si chiama: UCI PRO TOUR!!!
La UCI non mi piace, già non è un organismo sicuro, è momento di sfidare al Pro Tour, perche per colpa della mala gestione della UCI il ciclismo non sta bene!!vedere come una gara della importanza della Settimana Catalana ha morto in 2006(vedremo si trona in 2007)è incredivile. e tante altre gare, e squadre con sponsors che logicamente senza opzione di partecipare né in Giro né Tour né Vuelta lasciaran il ciclismo.
¿per che solo due squadre NO Pro Tour in ogni Grande(Giro, Tour Vuelta)??
Al Giro solo Panaria e Selle Italia, al Tour solo Comunitat Valenciana e Agritubel, e nella Vuelta Comunitat Valenciana e Relax. pfff poca cosa.

un esempio di ingiustizia: per me la Vuelta, il Giro e il Tour sono poca cosa senza un campione della montagna come è Felix Cardenas. è il Barloworld, il suo team, non è una squadra piccola né molto meno un corridore come lui senza grandi giri nell calendario è una ingiustizia troppo grande. è triste vedere che Ullrich anadarà al Giro solo per provarsi, per provarsi io li consiglio allenarsi a casa.

Ma Santoni, parla anche con squadre Spagnole e Portoghese senza opzione a crescere per colpa dell Pro Tour. Sicuaramente la tua preoposta anche intereza fuora d'Italia. lo meglio è creare un ciclismo internazionale forte per sfidare al Pro Tour. io ho visto come Andalucia-Paul Versan, Kaiku,.. lottan con molta più forza che la Cofidis, la Byoques Telecom, T-Mobile,...





La penso più o meno come te trueno, il Ciclismo Nazionale e non sta morendo. Da inizia stagione ad oggi sono state cancellate una decina di corse.
Poi come fai a NON invitare la Panaria e Selle Italia??? Dai, fra 1-2 anni i grandi sponsor spariscono, anche quelli che attualmente sponsarizano le squadre ProTour.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 25/03/2006 alle 18:12
Si vabbè, adesso si mette pure in dubbio che il livello agonistico e qualitativo del Giro 2005 è stato inferiore a quello degli anni precedenti...il discorso classifica generale è un discorso a parte, che anch'io ho sempre riconosciuto, ma va pure detto che l'Italia ha da sempre molti corridori da gare a tappe, in particolare molti per il Giro d'Italia.
Bettini, senza il Pro Tour, neanche veniva a farlo il Giro, e la stessa considerazione che si ha del Giro fuori dall'Italia è cresciuta, basta leggere l'intervista a Rijs su BS di Marzo, nella quale dice che sul suo assenso a Basso nel voler ricorrere il Giro, ha pesato pure la constatazione di quanto lo abbia bene impressionato l'ultima edizione.
Le corse fuori dal Pro Tour, quelle organizzate bene e con grandi corridori al via, non mi pare siano assolutamente in crisi.
Ho visto un pò la Coppi e Bartali, con grandi vincitori e la soddisfazione del suo oganizzatore, e oggi ho visto pure il Criterium International, Dekker davanti a Basso, mi sembra sufficiente per non avere troppi rimpianti, riguardo ad alcune corse sparite.
Non capisco a cosa serva avere 10 corse professionistiche al giorno, quando quelle che contano, anche fuori da quelle del Pro Tour, sono sempre le stesse, da 100 anni a questa parte.
Puntiamo sulla qualità delle corse, non sulla quantità, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Abbiamo bisogno di ordini di arrivo "regali", di far affezzionare il grosso pubblico ad attori che siano più o meno sempre quelli, come avviene in tutti gli altri grandi sport,
e quest'anno stanno vincendo praticamente solo corridori di grandi qualità dappertutto, non di riempire gli almanacchi di statistiche con corse di paese che non lasciano nulla, innanzitutto a chi le vince. Quelle, lasciamole a noi cicloamatori.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 25/03/2006 alle 18:57
mont ventoux, il tuo discorso sulle corse che devono avere ordini di arrivo "regali" lo condivido al 100%, un po' meno il modo (ingenuo) con cui il Protour pensava di arrivare a realizzare questo obbiettivo.
Questi squadroni mandano la gente forte alle corse che le interessano (per questioni di sponsor o si spera di blasone della competizione), e questo è un loro sacrosanto diritto: lo è un po' meno il diritto/dovere di partecipare anche alle altre corse, portando SOLO giovani acerbi o gente fuori forma (va bene portarne qualcuno, ma almeno avere 2-3 uomini che onorano la corsa...).

Il PT contiene un sacco di corse che non possono certo essere considerate la crema del ciclismo: tanto per fare un po' di nomi, il Giro di Polonia, di Germania e la cronosquadre di Eindhoven.
Le corse di basso livello si riconoscono perchè nascono e muoiono con grande velocità. Ce ne sono sempre state e sempre ce ne saranno.
Nessuno si è mai esaltato più di tanto per un Giro del Qatar.

Non sono d'accordo con la proposta di Santoni, che pure è un ds bravo e competente.
Non mi piace l'idea di un Giro di serie B, che avrebbe i costi di un giro di serie A - quello attuale.
Sia che affianchi il Giro della Gazzetta (un'idea un po' bislacca), sia che lo sostituisca (orrore!), la cosa non sta in piedi.
Per quanto riguarda l'idea di autoprodursi le riprese delle corse, ricordo a Santoni che per avere un prodotto godibile e ben fatto ci vogliono soldi ed esperienza. Le gare in Italia, Spagna, Francia, Belgio hanno quasi sempre riprese impeccabili, perchè le tv nazionali hanno il know-how necessario.
Di contro le riprese fatte ad esempio al GP Amburgo fanno pena.
E poi, a quali TV venderle? Senza offesa, ma non vedo gente che si prende a pugni per avere i diritti della Settimana Coppi e Bartali (che pure è una gran bella corsa).
Da tempo a Mediaset non gliene frega niente del ciclismo.

Il ciclismo italiano non si salva certo chiudendosi in se stesso.

Salvo invece l'idea di ridurre gli organici. Nessun ds di una Professional o Continental, che sia sano di mente, dovrebbe pensare a fare doppia attività: allora 16 corridori bastano e avanzano.
Per il resto la cosa più urgente da fare è far dimagrire il Protour.
Con meno corse da fare obbligatoriamente, le squadre potrebbero ridurre gli organici e i costi: potrebbero esser
Con meno squadre, si lascerebbe più spazio alle Professional, la categoria più bistrattata dalle ultime "innovazioni" dell'UCI.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 25/03/2006 alle 19:22
L'idea di Santoni è intrigante benchè obiettivamente irrealizzabile.
La soluzione è nel dare facoltà alle squadre pro-tour di scartare, ad esempio, tre o quattro corse del calendario; tra queste sicuramente una sarebbe un grande giro a cui potrebbe essere invitato chi ci tiene veramente: si avrebbero meno nomi "teorici" ma più corridori motivati, che sono quelli che fanno spettacolo.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2004

  postato il 25/03/2006 alle 20:04
Boff, il Pro-Tour è semplicemente una corporazione, protegge i propri interessi commerciali a danno degli interessi commerciali di altri, è la legge della giungla.
Certo mi fa schifo vedere squadre italiane costrette a correre la Parigi Nizza o il Romandia o il Delfinato, pazienza però, sono riusciti a rovinare il calcio e la formula uno, non vedo cos'abbia mai il ciclismo per poter sfuggire alla modernizzazione, chiamiamola così.
La proposta di Santoni fa sorridere, perchè difficilmente potrebbe sopravvivere in un mercato truccato (quello del pro-tour e quello dell'asse Aso-Rcs-Unipublic o chi per loro).
Però tutto è ciclico, e l'immondizia qualche volta può diventare concime (qualche volta...).

 

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Davide

 
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Livello Tour




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Registrato: Aug 2005

  postato il 26/03/2006 alle 08:13
Salve se io avessi una squadra ciclistica cercherei di rendere piu- solide le mie basi finanziarie per esempio creando delle rendite finanziarie da immobili che a loro volta sarebbero utilizzati dalle squadre in moltepilici modi
1) Come sede fisica della societa- che anche cambiando nel tempo gli sponsor rimarrebbe il luogo di fondazione
2) Come magazzino per i materiali ma a sua volta come negozio , outlet , spaccio aziendale , etc etc
3) Come sede di ritiri , conferenze stampa e sopratutto nel tempo si creerebbero dei luoghi di riferimento sia per gli addetti al settore sia per semplici appassionati
Penso che i corridori dovrebbero poi ruotare attorno a queste strutture che in un certo senso nei dillettanti gia- si stanno autonomamente creando sopratutto al nord sia vivendo e allenandosi nelle zone.
Queste strutture finanziariamente verrebbero ammortizate nell- arco di qualche anno e renderebbero le societa- molto piu- forti economicamente con minimi investimenti diluiti negli anni (se pensiamo a direttori sportivi e manager che sono nel settore da 20-30 anni non e- difficile pensare la fattibilita- reale di questa idea)

 

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Il link alla mia squadra di ciclismo:

http://www.webalice.it/italiangift/index.html



 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 26/03/2006 alle 12:37
Marku,sono daccordissimo con la tua proposta,è necessario che le società si organizzino in maniera autonoma,magari partendo da poche e semplici basi....

Penso,inoltre,che la più grossa pecca del pro tour sia la mancanza di una formula di promozioni e retrocessioni...fino a quando non verranno introdotte,permettendo di creare una sorta di serie A e serie B del ciclismo,la situazione non si risolverà.
Mi sembra una cosa semplicissima,che incentiverebbe gli sponsor ad investire a medio-lungo termine...più semplice di così!!!!

 

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DAvide

"Cause tramps like us,baby we were born to run" (Bruce Springsteen)

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 26/03/2006 alle 14:00
Quanta ipocrisia dice sto Santoni!!! La gente alla tirreno non c'era:

1- perchè è stata molto poco pubblicizzata dai media (la pubblicità è l'anima del commercio)

2- perchè nel ciclismo professionistico c'è il vizio di fare le gare durante la settimana o al massino al sabato quando la gente LAVORA! Vedi se la domenica avessero fatto la tappa di salita anzichè la crono, vedi la gente che ci andava, poi la Sanremo perchè non è stata fatta di Domenica? Evidentemente questi del ciclismo sono masochisti

Caro Santoni si vede che non ne capisci una mazza di ciclismo, ma non proccuparti sei in buona compania, datti la mano con Di Rocco, poi dice tanto male al pro tour, ma sbaglio o era lui quello che ai tempi di Cipollini campione del mondo voleva il diritto per le squadre più forti di partecipare al Tour ecc.?

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 26/03/2006 alle 19:04
Per markustefan: non capisco molto bene la tua proposta, ma temo che sia realizzabile solo da grandi team che vogliono fare investimenti a lungo termine.
Che io sappia solo la Mapei ha fatto programmi a lungo termine, per il resto nel ciclismo si vive quasi alla giornata.
Gli sponsor difficilmente hanno interesse a investire per 20 anni in una squadra, va già bene se lo fanno per 6-8 anni (vedi Fassa e Mapei).

Per ManuelDR: hai proprio ragione. La RAI dovrebbe pubblicizzare molto di più i grandi eventi ciclistici che segue. Spesso mi è capitato di non riuscire a vedere delle corse perchè non sapevo che fossero trasmesse...
Voglio dire, prima dello stacco pubblicitario di qualche programma si potrebbe ricordare che alle 16 viene trasmessa la diretta della Tirreno o del Giro dell'Emilia! Cavolo, anche le partite più sfigate dell'Under 21 sono più pubblicizzate della Sanremo!
Invece non capisco perchè te la prendi con Di Rocco. E' da poco presidente della FCI, ha ereditato una gestione pietosa che ha mandato allo sbando la federazione (meno male che conta meno che in altri sport...).
Ho letto la sua intervista su BS e mi è sembrato concreto e pacato.
E su Cipollini aveva ragione: le grandi squadre devono avere il diritto di partecipare alle grandi corse, i cui criteri di ammissione devono seguire logiche sportive e non economiche o peggio ancora di becero nazionalismo.
Nel 2003 Cipo DOVEVA avere la possibilità di fare il Tour.
E non mi si venga a dire che aveva la colpa di non aver mai finito il Tour. Anche Kirsipuu (7 tappe vinte alla Grand Boucle) non ha mai visto Parigi, ma è stato più furbo: ha sempre corso in squadre francesi.

Santoni ha fatto un intervento un po' sconclusionato, con proposte bislacche e irrealizzabili, ma il suo è anche lo sfogo di chi ha una buona squadra, che onora sempre le corse che fa e non viene premiata come meriterebbe.
Auguro alla sua Naturino di fare il Giro d'Italia, per farsi onore e guadagnarsi nuove sponsorizzazioni o il rinnovo di quella attuale.

 
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Livello Roger De Vlaeminck




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Registrato: Feb 2006

  postato il 26/03/2006 alle 19:23
Certe affermazioni se pur corrette devono essere fatto nelle sedi apposte non attraverso un comunicato stampa.



Altro personaggio in cerca di pubblicità.



mah....

 

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Pap

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/03/2006 alle 00:49
Originariamente inviato da DeLorean

Penso,inoltre,che la più grossa pecca del pro tour sia la mancanza di una formula di promozioni e retrocessioni...fino a quando non verranno introdotte,permettendo di creare una sorta di serie A e serie B del ciclismo,la situazione non si risolverà.
Mi sembra una cosa semplicissima,che incentiverebbe gli sponsor ad investire a medio-lungo termine...più semplice di così!!!!

Davide, d'accordissimo con te... è la soluzione più lampante, a cui avevo pensato anch'io. E aggiungerei che le squadre Pro Tour non siano più di 18, ma secondo me vanno bene anche 16... anche perchè, diciamoci la verità: con tutto il rispetto, formazioni come Bouygues Telecom, Euskaltel e Francaise des Jeux non hanno così tanto di più rispetto a Panaria, Selle Italia e Acqua e Sapone (per dirne tre).
Condannare il Pro Tour in generale come fa Santoni non va bene, perchè il circuito qualche vantaggio lo porta. E' questa specifica configurazione di Pro Tour che, secondo me, va rivista. E va rivista nel modo indicato nel quote: ci sarebbe più spazio per le wild card, più stimoli per le squadre Pro Tour e Professional per la ricerca del risultato (le prime per rimanere in "Serie A", le seconde per entrarci), sponsor che avrebbero meno difficoltà e dubbi gestionali, etc etc...

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 27/03/2006 alle 00:55
Marco,da quanto mi sembra di aver capito non siamo solo noi due a pensarla così...allora perchè non si fà qualcosa?

Si tirano in ballo gli interessi economici dei club che investono nel protour,ma questa è una visione miope che non vede il problema da un'angolazione più ampia.
Un sistema per far funzionare meglio il protour(e retrocessioni e promozioni mi sembra il più semplice)avantaggerebbe tutto il sistema e quindi arriverebbero più soldi.

Cosa devo fare,devo candidarmi come presidente dell'uci per farglielo capire

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/03/2006 alle 01:02
Originariamente inviato da DeLorean

Cosa devo fare,devo candidarmi come presidente dell'uci per farglielo capire

In coda bello, ci sono già io in lista di attesa...

Aggiungo una cosa: Santoni fa esplicito riferimento alla questione-sponsor, quindi al lato economico delle problematiche del circuito.
Ma andiamo oltre, e parliamo del lato più strettamente sportivo: col meccanismo delle promozioni-retrocessioni, finalmente si privilegia chi è più forte sulla strada, e non solo dal punto di vista economico.
Ora come ora, con le licenze pluriennali, è nel Pro-Tour chi ha maggiori possibilità di esborso: il che, in buona parte dei casi, coincide anche con chi ha una rosa qualitativamente migliore, ma non sempre è così (vedi i casi che ho citato prima)... e questo non va bene perchè alla fin fine è lo sport a dover essere privilegiato su tutto, business compreso.

Ma vaglielo tu a spiegare a chi vive di solo denaro...

 

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Moderatore




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Registrato: Oct 2004

  postato il 27/03/2006 alle 01:04
Finché la licenza del ProTour sarà a pagamento non tutte le "promosse" vorrebbero essere promosse davvero.

Con questo sistema, si rischierebbe la vendita di titoli sportivi e quindi né più né meno ciò che avviene ora. Un ProTour "a pagamento".

La vera chiave di volta sarebbe uno sponsor (magari importante [sì, lo so, si chiama "utopia"]) che decida di investire il giusto (secondo i conti dell'azienda) nel ciclismo e che paghi il giusto (secondo le leggi del sindacato dei corridori) i propri corridori e che dica: «Il mio successo è il farmi leggere sulle vostre spalle in giro per il Mondo. Tutto ciò che verrà in più sarà perché sarete bravi a guadagnarvelo onestamente».

Altri discorsi lasciano il tempo che trovano.
Per discutere bisogna non solo essere (almeno) in due. Ma avere anche due teste pensanti.
Per quello che ho scritto io, basterebbe una sola Testa. "Basterebbe"...: già, condizionale.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
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Livello Gino Bartali




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  postato il 27/03/2006 alle 01:21
Scusate,ma non mi sembra complicato da capire e attuare.
Il primo passo,il più difficile,è stato fatto con l'introduzione del protour(con mille difetti),il secondo è creare(come in tutti gli sport del mondo)una sorta di serie A,di serie e di una eventuale serie C,con promozioni e retrocessioni annesse.

Non dovrebbe esistere nessuna licenza da comprare o da vendere,passano solamente le formazioni che meritano,punto e basta.

Questo incentiverebbe(come succede in tutti gli sport)la creazione di vere e proprie società ciclistiche,in perte indipendenti dallo sponsor di turno,ma ovviamente ad esso legate(ripeto,come in tutti gli sport del mondo).

Certo nel breve periodo alcune grosse formazioni che vogliono tutelate i loro investimento torcerebbero il naso,però se si ragiona a medio-lungo periodo,l'intero movimento ne gioverebbe,potendo quindi trarre maggiori profitti.

Oggi viviamo in una situazione caotica,bisogna mettere ordine,ciò vuol dire che a capo del movimento ci debbano essere persone con la testa sulle spalle.

 

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DAvide

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Livello Marco Pantani




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Registrato: Jan 2005

  postato il 28/03/2006 alle 11:48
Forse parlo di parte, ma Vi dico solo che Santoni é l'unico che ha le PA*** per dire quello che pensa, cioé che quello che gli atri pensano ma NON dicono.....
Altri preferiscono stare zitti e fare i lecconi con la federazione altri invece hanno il coraggio. Ognuno la pensa come vuole, il forum serve per questo vero??

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 28/03/2006 alle 12:20
Originariamente inviato da DeLorean

Scusate,ma non mi sembra complicato da capire e attuare.
Il primo passo,il più difficile,è stato fatto con l'introduzione del protour(con mille difetti),il secondo è creare(come in tutti gli sport del mondo)una sorta di serie A,di serie e di una eventuale serie C,con promozioni e retrocessioni annesse.

Non dovrebbe esistere nessuna licenza da comprare o da vendere,passano solamente le formazioni che meritano,punto e basta.

Questo incentiverebbe(come succede in tutti gli sport)la creazione di vere e proprie società ciclistiche,in perte indipendenti dallo sponsor di turno,ma ovviamente ad esso legate(ripeto,come in tutti gli sport del mondo).

Certo nel breve periodo alcune grosse formazioni che vogliono tutelate i loro investimento torcerebbero il naso,però se si ragiona a medio-lungo periodo,l'intero movimento ne gioverebbe,potendo quindi trarre maggiori profitti.

Oggi viviamo in una situazione caotica,bisogna mettere ordine,ciò vuol dire che a capo del movimento ci debbano essere persone con la testa sulle spalle.


Il ProTour è esclusivamente un COMITATO DI AFFARI come la F1 o la MotoGp che in questi giorni cambieranno proprietario (capito? proprietario! Hanno un padrone che decide quello che vuole purchè rendano denaro; unico ed esclusivo scopo dell'affare!)
Nessuno si sognerà mai di fare promozioni o retrocessioni nel PRO TOUR perchè la forza del progetto sta tutta nel creare un gruppo chiuso che STERMINI la concorrenza esterna e poi monetizzi alla grande in regime di TRUST (mancanza di concorrenti).
Monetizzazione derivante dai diritti Tv venduti in blocco a cifre astronomiche tipo Mondiali o olimpiadi o F1.
Licenze di corsa cedute a cifre astronomiche e solo con il benestare di tutti. (Con l'inevitabile deriva di un ciclismo che si aprirebbe a movimenti ricchi [tipo squadre Cinesi, Arabe, Giapponesi in grado di offrire cifre gigantesche e mercati pieni di liquidità] a scapito del ciclismo classico europeo tecnicamente più valido ed evoluto ma privo di risorse equivalenti)
Solo l'attuale resistenza dei grandi organizzatori ha, temo solo per ora, impedito il disastro finale.
Lo sport col ProTour non c'entra nulla!
C'entrano solo ed esclusivamente i soldi!!!

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 28/03/2006 alle 12:45
...già altri TM avevano espresso lo stesso pensiero di Santoni (più o meno)


03/03/2006 Marrone (Ceramica Flaminia) applaude l'intervento di Cerato e...

Facendo seguito alle dichiarazioni di Alcide Cerato, presidente del Consiglio del Ciclismo Professionistico, circa il circuito Pro Tour ed il ruolo delle squadre professionistiche italiane il team manager Roberto Marrone interviene per ufficializzare il proprio pensiero sui temi in argomento.
Il presidente Alcide Cerato ha tuonato contro l'Unione Ciclistica Internazionale definendo il Pro Tour una sorta di piaga alla stregua del fenomeno doping; è d’accordo sul paragone proposto?
«Credo che il Presidente Cerato - spiega Roberto Marrone - abbia voluto usare questo paragone forte per dire che, come il doping, il Pro Tour così com'è concepito attualmente, soffochi il movimento professionistico in Italia».
In qualità di team manager di una squadra Professional affiliata in Italia si sente tutelato dalla FCI?
«Devo dire che con Alcide Cerato, finalmente, c'è qualcuno che si interessa a noi. Del resto la Federazione deve recuperare un ruolo che oggi non ha più».
Da team manager di una squadra Professional come immagina il Pro Tour, sorta di Champions League delle due ruote?
«Io lo vedrei come un circuito al quale si può accedere con meccanismi non di tipo finanziario, che tra l'altro sono eticamente sbagliati, ma sportivi1.
Quali meccanismi di promozione e retrocessione adotterebbe?
«E' abbastanza semplice. Esistono già le graduatorie con i punti UCI. Io inserirei nel circuito le prime 20 squadre dell' anno precedente. Ognuno poi si attrezzerebbe per fare il massimo possibile. Resterebbero comunque sempre alcune wild card a disposizione degli organizzatori».
A proposito delle competizioni, quali politiche dovrebbero adottare gli organizzatori?
«Se per organizzatori si intendono quelli fuori dal ProTour, è bene che si organizzino per proporre un prodotto comune da poter vendere bene e con maggiore visibilità».
Le squadre Professional e Continental sono snobbate dai Grandi Giri ma sono fondamentali per la sopravvivenza di tutte le altre gare in calendario. Ma anche delle stesse squadre pro Tour, dotate di un organico abbondante, e delle stesse gare Pro Tour. Che pensa di questa situazione?
«E' fuori discussione che, se in futuro venissero a mancare le squadre Professional e Continental, sarebbe l'intero movimento ciclistico ad andare in crisi; non si può pensare ad un ciclismo composto da solo 20 squadre nel mondo, fossero anche le più grandi. Non ci sarebbe più il serbatoio dal quale attingere, pensate solo a tutti gli under 23 che andrebbero a casa senza aver avuto l'opportunità di provare a passare. Non parliamo poi di tutte le corse fuori dal Pro Tour, che inesorabilmente sarebbero destinate all'estinzione«.
Quale iniziativa adotterebbe per accrescere la comunicazione e la vetrina a disposizione delle squadre Professional, Continental e gare 1.1?
«Come accennavo prima, secondo me, gli organizzatori delle gare più importanti in Italia fuori dal Pro Tour, dovrebbero istituire un circuito, di concerto con le squadre e la F.C.I., riservato alle squadre Professional e Continental; una sorta di "Coppa Italia" con una maglia di leader gestita dalla Federazione. Sono sicuro, che le stesse squadre, con i loro sponsor, potrebbero entrare nel progetto sponsorizzando l'evento, portando quindi risorse finanziarie agli organizzatori. Inoltre un prodotto di questo tipo, può essere offerto ad un'emittente televisiva, non necessariamente la RAI, visto che ultimamente relega questi eventi quasi esclusivamente sul satellite».

Fonte: Tuttobiciweb

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 28/03/2006 alle 13:56
Ora parla anche Ivano Fanini

Caro Direttore,
attraverso il Suo sito web colgo l’occasione di intervenire in supporto alla lettera scritta dal Team Manager della Naturino – Sapore di Mare, Vincenzo Santoni.

Innanzi tutto faccio i miei complimenti sia a Santoni, per aver avuto il coraggio di esporsi in prima persona per trovare una soluzione che possa salvaguardare le piccole e medie squadre non facenti parte del Pro Tour, sia a Lei che non ha esitato a pubblicare le sue parole, dando così la possibilità ad altri dirigenti (come il sottoscritto) di esternare il proprio punto di vista sull’argomento.

Sono felice di constatare che finalmente qualcuno si sta adoperando concretamente nel tentativo di scuotere e svegliare tutti coloro che per passione o per lavoro, sono coinvolti in questa ‘drammatica’ situazione.
Purtroppo il ciclismo sta scivolando sempre più a fondo e pur accorgendosene, la maggior parte dei personaggi che ne fanno parte, rimane a guardare, nascosta dietro uno scudo d’omertà (come sul Doping), accettando di farsi letteralmente comandare come marionette da fantomatici burattinai.

Se non ci uniamo ed alziamo la voce ci ritroveremo tutti nel giro di pochi anni ad essere costretti ad abbandonare questo nostro amato sport perché, procedendo in questa direzione (per noi senza via d’uscita), nel prossimo futuro, nessuno sponsor vorrà più investire sui nostri teams dopo essersi reso conto di queste realtà.
A parte sottolineare che noi piccole e medie squadre siamo trattate in certi casi come ‘appestati’ e non riscuotiamo alcuna visibilità (se non in pochissimi casi), in questa lettera non voglio elencare ora le mie idee, né tanto meno le mie proposte ma penso che dovremmo organizzare un meeting dove tutti quelli che la pensano esattamente come noi (e non) possano parlare, confrontarsi ed esprimere le proprie volontà in maniera seria, concreta e soprattutto solidale. Può essere il punto di partenza per la costituzione di un ente, associazione o comitato che metta in atto concretamente le proposte di Santoni per la tutela dei diritti delle formazioni più deboli.

Purtroppo il mondo del ciclismo è cambiato drasticamente, peggiorando.
E se, come ha detto Santoni non ci muoviamo subito, subiremo tutti irreparabili conseguenze visto che il movimento è sempre più in mano del ‘Potente’ che invece si permette di fare tutto ciò che vuole in ogni senso, mentre noi siamo costretti a subire, ad essere schiacciati dalla maggior parte dei media. Questo non è giusto perché il ciclismo non è solo Pro Tour, non è solo business ma è soprattutto passione, quella passione che i 'Potenti' non fanno altro che strumentalizzare.

Personalmente concordo su ogni punto scritto da Santoni e mi unisco alle sue proposte, perché sono certo che tutto ciò che è stato elencato sia esclusivamente per il bene del ciclismo italiano.
Dalla mia parte negli ultimi 10 anni ho affiliato Amore & Vita in Polonia perché avevo delle chiare e motivate giustificazioni (infatti con quello che ho ingiustamente subìto chiunque altro al mio posto avrebbe chiuso la squadra). Tuttavia, sono disposto sin dalla prossima stagione a riportare l’affiliazione del team in Italia come è stato per ben 15 anni consecutivi, sia che continui con una squadra Continental o decida ad allestire nuovamente una Professional.
Però, farò questo solo se ci saranno i presupposti giusti, in base alle lodevoli idee di Santoni. Altrimenti visto che sono stato obbligato ad affiliare il mio team all’estero, dovrò continuare a farlo.

Quindi ribadisco la mia immediata disponibilità ad affiancare Vincenzo Santoni.
Io sono pronto e mi aspetto che anche le altre squadre e organizzatori che non fanno parte del Pro Tour, si muovano prontamente ad appoggiare Santoni.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.

Ivano Fanini


www.tuttobiciweb.it

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 28/03/2006 alle 14:00
Da tuttobici:
Ivano Fanini affianca Santoni: solo uniti si vince
Sabato scorso abbiamo pubblicato la lettera aperta scritta da Vincenzo Santoni, team manager della Naturino Sapore di Mare, e rivolta ai suoi colleghi italiani.
Il primo a rispondere è Ivano Fanini, presidente della Amore&Vita McDonald's, che ci ha inviato una lettera che pubblichiamo.

Caro Direttore,
attraverso il Suo sito web colgo l’occasione di intervenire in supporto alla lettera scritta dal Team Manager della Naturino – Sapore di Mare, Vincenzo Santoni.

Innanzi tutto faccio i miei complimenti sia a Santoni, per aver avuto il coraggio di esporsi in prima persona per trovare una soluzione che possa salvaguardare le piccole e medie squadre non facenti parte del Pro Tour, sia a Lei che non ha esitato a pubblicare le sue parole, dando così la possibilità ad altri dirigenti (come il sottoscritto) di esternare il proprio punto di vista sull’argomento.

Sono felice di constatare che finalmente qualcuno si sta adoperando concretamente nel tentativo di scuotere e svegliare tutti coloro che per passione o per lavoro, sono coinvolti in questa ‘drammatica’ situazione.
Purtroppo il ciclismo sta scivolando sempre più a fondo e pur accorgendosene, la maggior parte dei personaggi che ne fanno parte, rimane a guardare, nascosta dietro uno scudo d’omertà (come sul Doping), accettando di farsi letteralmente comandare come marionette da fantomatici burattinai.

Se non ci uniamo ed alziamo la voce ci ritroveremo tutti nel giro di pochi anni ad essere costretti ad abbandonare questo nostro amato sport perché, procedendo in questa direzione (per noi senza via d’uscita), nel prossimo futuro, nessuno sponsor vorrà più investire sui nostri teams dopo essersi reso conto di queste realtà.
A parte sottolineare che noi piccole e medie squadre siamo trattate in certi casi come ‘appestati’ e non riscuotiamo alcuna visibilità (se non in pochissimi casi), in questa lettera non voglio elencare ora le mie idee, né tanto meno le mie proposte ma penso che dovremmo organizzare un meeting dove tutti quelli che la pensano esattamente come noi (e non) possano parlare, confrontarsi ed esprimere le proprie volontà in maniera seria, concreta e soprattutto solidale. Può essere il punto di partenza per la costituzione di un ente, associazione o comitato che metta in atto concretamente le proposte di Santoni per la tutela dei diritti delle formazioni più deboli.

Purtroppo il mondo del ciclismo è cambiato drasticamente, peggiorando.
E se, come ha detto Santoni non ci muoviamo subito, subiremo tutti irreparabili conseguenze visto che il movimento è sempre più in mano del ‘Potente’ che invece si permette di fare tutto ciò che vuole in ogni senso, mentre noi siamo costretti a subire, ad essere schiacciati dalla maggior parte dei media. Questo non è giusto perché il ciclismo non è solo Pro Tour, non è solo business ma è soprattutto passione, quella passione che i 'Potenti' non fanno altro che strumentalizzare.

Personalmente concordo su ogni punto scritto da Santoni e mi unisco alle sue proposte, perché sono certo che tutto ciò che è stato elencato sia esclusivamente per il bene del ciclismo italiano.
Dalla mia parte negli ultimi 10 anni ho affiliato Amore & Vita in Polonia perché avevo delle chiare e motivate giustificazioni (infatti con quello che ho ingiustamente subìto chiunque altro al mio posto avrebbe chiuso la squadra). Tuttavia, sono disposto sin dalla prossima stagione a riportare l’affiliazione del team in Italia come è stato per ben 15 anni consecutivi, sia che continui con una squadra Continental o decida ad allestire nuovamente una Professional.
Però, farò questo solo se ci saranno i presupposti giusti, in base alle lodevoli idee di Santoni. Altrimenti visto che sono stato obbligato ad affiliare il mio team all’estero, dovrò continuare a farlo.

Quindi ribadisco la mia immediata disponibilità ad affiancare Vincenzo Santoni.
Io sono pronto e mi aspetto che anche le altre squadre e organizzatori che non fanno parte del Pro Tour, si muovano prontamente ad appoggiare Santoni.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.

Ivano Fanini


DATO che le proposte di SANTONI sono vaghe e poco attuabili una proposta la faccio io:
REALIZZAZIONE di un circuito Italo\orientale (magari collegato con corse slovene, austriache ed esteuropee) sostenuto da uno staff televisivo dedicato che ne assicuri le riprese in diretta (tramite tassazione delle squadre aderenti al progetto) e che fornisca una classifica a fine anno dalla quale vengano selezionate le prime 5 squadre con diritto di correre Giro e classiche di RCS a scapito delle squadre pRoTour meno performanti (sempre al giro e nelle classiche RCS) alle quali si aggiungerebbero sempre le 2 wild card utili a permettere la partecipazione a squadre con potenziali protagonisti della corsa ma senza sufficiente classifica o potenzialità economiche.

 
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Livello Claudio Chiappucci




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Registrato: Dec 2004

  postato il 28/03/2006 alle 14:09
Le critiche mosse da Santonio nei confronti del protour sono condivisibili, anche se non si può negare che il nuovo sistema ha portato una razionalizzazione del calendario. Inoltre il sistema precedente non mi sembrava entusiasmante basta ricordare gli esclusi dal Tour di Leblanc. A mio avviso le cause delle "sfogo" di Santoni sono due ed entrambe del tutto estranee al protour.
1) la scarsa attenzione dei media nei confronti del ciclismo(ovviamente escluse le gare RCS)
2)la mancanza di sponsor italiani che vogliano investire seriamente nel ciclismo. I team stranieri hanno alle spalle grandi gruppi industriali, principalmente bancari e telefonci, mentre nel trosto paese queste aziende sono del tutto disinteressate a investire nel ciclismo.
Ovvia conseguenza di questi due fattori( che sono fra di loro nesessariamenre collegati) è l'inadeguatezza del calendario nostrano.

 

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antonio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/03/2006 alle 14:41
Originariamente inviato da laperla

Forse parlo di parte, ma Vi dico solo che Santoni é l'unico che ha le PA*** per dire quello che pensa, cioé che quello che gli atri pensano ma NON dicono.....
Altri preferiscono stare zitti e fare i lecconi con la federazione altri invece hanno il coraggio. Ognuno la pensa come vuole, il forum serve per questo vero??

Silvana, è lodevole la posizione molto esplicita che Santoni (e in seconda battuta Marrone e Fanini) esterna, ma a mio modo di vedere si tratta di una visione parziale, e secondo me anche troppo superficiale.
Come ho già avuto modo di scrivere, secondo me non è il Pro Tour in generale a sollevare questo tipo di problematiche (che, sia ben chiaro, condivido al 100%), ma piuttosto questo tipo di Pro Tour, strutturato così come nel 2005 e 2006.
Se si adottasse un sistema come quello che io e Davidino descrivevamo in precedenza, forse alcune (se non tutte) di queste difficoltà verrebbero meno.

Il fatto che ne consegue però è quello che descrive bene Lallo:

Il ProTour è esclusivamente un COMITATO DI AFFARI come la F1 o la MotoGp che in questi giorni cambieranno proprietario (capito? proprietario! Hanno un padrone che decide quello che vuole purchè rendano denaro; unico ed esclusivo scopo dell'affare!)
Nessuno si sognerà mai di fare promozioni o retrocessioni nel PRO TOUR perchè la forza del progetto sta tutta nel creare un gruppo chiuso che STERMINI la concorrenza esterna e poi monetizzi alla grande in regime di TRUST (mancanza di concorrenti).
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Già è complicato rendere le cose migliori, se di mezzo ci sono i soldi, ahimè... la soluzione si rende sempre meno possibile. Troppi interessi di mezzo...

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 28/03/2006 alle 15:51
Originariamente inviato da lallo


DATO che le proposte di SANTONI sono vaghe e poco attuabili una proposta la faccio io:
REALIZZAZIONE di un circuito Italo\orientale (magari collegato con corse slovene, austriache ed esteuropee) sostenuto da uno staff televisivo dedicato che ne assicuri le riprese in diretta (tramite tassazione delle squadre aderenti al progetto) e che fornisca una classifica a fine anno dalla quale vengano selezionate le prime 5 squadre con diritto di correre Giro e classiche di RCS a scapito delle squadre pRoTour meno performanti (valutate sempre al giro e nelle classiche RCS) A tali squadre si aggiungerebbero sempre le 2 wild card RCS utili a permettere la partecipazione a squadre con potenziali protagonisti della corsa ma senza sufficiente classifica o potenzialità economiche.


Questo sarebbe fattibile e produrrebbe immediatamente (ma andrebbe fatto velocissimamente prima che ProTour e, fondamentalmente, l'ASO si mettano d'accordo)una rottura nell'organizzazione ProTour ed un rinnovamento salutare nel movimento professional e continental che avrebbe la possibilità di vedersi annualmente confrontato con una meritocrazia che esalterebbe le squadre meglio dirette ed organizzate aprendole ad un attività di altissimo livello. (non solo necessariamente team italiani.. la competizione fa bene comunque...)

 
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Moderatore




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  postato il 17/05/2006 alle 01:53
Leggendo la notizia che postero' qui sotto cercavo una discussione dove inserirla ed ho pensato che questo thread possa andare bene(al limite lo si puo' spostare in un altro se mi e' sfuggito un thread simile e piu'consono).La notizia e' questa:
"Il mancato invito a partecipare alla Vuelta España sta portando i dirigenti del Team Kaiku verso la più clamorosa delle decisioni: chiudere la squadra. Il team spagnolo, infatti, grazie a corridori vincenti come Yon Bru e in particolare Ricardo Serrano si è fatto largo a suo di risultati, ma gli organizzatori della Vuelta gli hanno preferito una formazione molto meno vincente - almeno finora - come la Relax. E allora, ecco l'avvicinardi della decisione più drastica, dettata dall'insoddisfazione di sponsor e dirigenti."
fonte:www.tuttobiciweb.com
Come si puo' vedere il problema degli inviti nelle grandi corse a tappe non riguarda solo il Giro d'Italia e non avendo la dovuta visibilita' non tutti riescono ad avere certezze per il futuro.In effetti anch'io ho visto nelle gare di inizio stagione che questa squadra aveva ottenuto buoni risultati che purtroppo non sono risultati sufficienti.La questione ormai e' annosa ed e' stata gia' trattata spesso in passato.Da noi sono rimaste fuori squadre come Acqua e Sapone,Tenax,Naturino-Sapore di Mare,Androni Giocattoli,Barloworld etc.etc.,tutte squadre che hanno saputo dare risposte confortanti in altre gare(la vittoria di Petito nella 4 giorni di Dunkerque oppure le ultime buone prestazioni di alcune squadre nella Corsa della Pace in corso di svolgimento).Almeno quest'anno ci sono squadre che si stanno impegnando di piu' nella corsa Rosa per rendere anche meno amare certe esclusioni.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2006 alle 10:55
Con un pro-tour a 18 squadre, il Giro sarebbe in grado di invitare ben 4 squadre italiane di "serie b". Con un sapiente gioco di alleanze e di fusioni temporanee potrebbero divenire anche 5 o 6.

Ma penso che 5 posti bastino perchè alcune di esse sono davvero scadenti, benchè meritino spazio.

Certo, starebbe al buon senso del Giro di fare inviti a rotazione anzichè invitare sempre le solite due. Quest'anno la Panaria si meritava il posto, perchè pur non essendo nel Pro-Tour non ha nulla da temere da formazioni come Ag2r o Buygues Telecom. Ma la Selle Italia? E' inutile andare in fuga di tutti i giorni: quest'anno potevano anche essere esclusi. Si, è vero, Rujano ha fatto il podio lo scorso anno, ma quest'anno i presupposti non c'erano più, tra la dipartita di Parra e le vicissitudini del venezuelano...

 

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Livello Sean Kelly




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  postato il 17/05/2006 alle 15:24
Lasciando stare ogni considerazione economica ma dando solo un'occhiata al Giro, a questo il Protour ha portato solo benefici. Pensiamo solo a quest'anno:

Senza il Protour con tutta probabilità non avremmo assistito alle bellisime vittorie (o tentate tali) di Schumacher, Verbrugghe, Vaitkus, alla stupenda crono della T-Mobile (con 3 campioni del mondo!) al 'dramma' di Axel Merckx. Non ci sarebbe la diretta TVE e il conseguente interesse in Spagna, non vedremmo sulle nostre strade Rubiera, Danielson, Bettini, Caruso e forse lo stesso Basso e compagnia(Voigt, Julich eccetera). Io l'unica modifica che farei è la diminuzione del numero di squadre, anche solo per i grandi giri. Non voglio mai più rivedere un Giro internazionalmente ridicolo come nel 2003. Se qualcuno di voi frequenta i forum di lingua inglese sa che la differenza tra ora e due anni fa si nota eccome..

Ciao

Paolo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2006 alle 15:47
Santoni ha poco da dire perchè quando aveva le risorse ha litigato con tutti quindi non lo ammiro.
certo come hanno detto molti il pro-tour è migliorabile soprattutto con la riduzione del numero dei team.
volevo ricordare al sig.santoni che il giro d'itali dei vari contrini,pietropolli,bazehnov,(cn tutto il rispetto) avrebbe il seguito solo di noi superappassionati(0,001 share),lo sportivo comune nn li guarda come nn guarda le corse del calendario italiano purtroppo quindi niente pubblicità....
per ovviare a questo le corse PT andrebbero ridotte a 20 con punteggi sostanziosi,senza che si sovrappongano(anticipare di una sett tirreno o p-nice) e istituire un calendario parallelo di corse ad invito valide cmq in termini di punteggio anche per gli atleti dei pro-teams.
Il problema dei team italiani è quello di tutti gli sport nn calcistici:trovare sponsor di livello internazionale.gli altri hanno colossi tv,banche,assicurazioni,agenzie di stato,cibo,telefonia noi cosa abbiamo tolte liquigas lampre:naturino,lpr,panaria,flaminia,tenax...cn tutto il rispetto nessuno conosce questi marchi se nn investi milioni di euro per com'è l'andazzo dello sport ti puoi scordare i rientri e la visibilità nazionale e internazionale.
E' la dura legge del professionismo vero baby proprio come dice lallo,okkio al mercato orientale,down under,usa,ex blocco sovietico anche il ciclismo come tutto si globalizza è dura rimanere nel cortile di casa quando puoi prendere l'aereo.....insomma o arrivano gli investitori o questi team dovranno accontentarsi di essere un vivaio con qualche vecchio leone vedi petito a tener alto il loro nome anche all'estero.


 

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Livello Parigi-Nizza




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  postato il 23/05/2006 alle 11:40
Secondo me santoni in questa lettera dice delle cose giuste, però in questi ultimi anni ha avuto un'amministrazione un pò discutibile della sua squadra. Io abito vicino al suo paese (Porto sant'Elpidio) e ho sentito molti commenti negativi sul suo conto da parte di funzionari comunali e di persone implicate con la sua società.

E poi è da qualche mese a questa parte che andando in giro lo incontro quasi tutti i giorni in bicicletta o con il completino naturino dell'anno scorso o quello dell'acqua e sapone. Forse ha visto che come dirigente non è granchè e quindi vuole tornare ad essere un ciclista prof.

 
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