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Autore: Oggetto: Michele Dancelli: il "mio" campione

Livello Fausto Coppi




Posts: 2142
Registrato: Jun 2005

  postato il 14/03/2006 alle 20:41
E’ stato un corridore “corsaro” Michele Dancelli, uno che non si è risparmiato nella sua carriera.
Combattivo, grinta e carattere da vendere, amante delle fughe da lontano, forse neppure troppo amato da alcuni colleghi e certamente mai abbastanza apprezzato dalla stampa specializzata.
Eppure ha scritto pagine memorabili nella storia del ciclismo, e non solo quando vinceva,
E’ stato protagonista di una stagione nella quale non mancavano i cavalli di razza , sia in Italia che all’estero.
Le definizioni che gli sono state attribuite (velocista, passista-veloce) non rispecchiano le vere caratteristiche del corridore che, ad eccezione delle prove contro il tempo, poteva vincere su ogni terreno.
Adorni gli diceva:”Vai forte in salita, vai forte in volata, ci puoi battere tutti. Ma chi te lo fa fare di impegnarti in quelle fughe?”
Perché Dancelli era fatto così. Gli piacevano le fughe, magari in compagnia dei migliori, con i quali giocarsi la vittoria. Senza eccessivi tatticismi o giochi di squadra. Un carattere individualista, un po’ anarchico: forse è per questo che mi è sempre piaciuto. Un sognatore nomade , lo ha definito Gianni Mura
Ogni tanto attaccava fuoritempo: nel Giro del 65, per esempio, nel tappone di Medesimo, si lanciò in fuga quasi subito dopo il via e fu vittima di una crisi di fame.
A distanza di tanti anni ha riconosciuto che , se avesse corso con maggior raziocinio, avrebbe vinto anche un Giro d’Italia .
Grande amico di Gianni Motta, ha sempre manifestato ammirazione per due suoi straordinari avversari: Eddy Merckx e Franco Bitossi
Ha vinto corse dando spettacolo in maniera incredibile, alla maniera antica, ed ha avuto il merito di vincere la Sanremo dopo 17 anni di successi stranieri.
Insomma,un campione vero.


La CARRIERA (in pillole)

Bresciano di Castenedolo, classe 1942.
Si è scritto che cercava nel ciclismo un riscatto dalle sue origini sociali: lui stesso ha dichiarato che, tra i dilettanti, si divideva tra gli allenamenti ed il duro lavoro di muratore.
Si fa subito notare, all’inizio della carriera.
Passa professionista alla fine del 1963, dopo aver vinto il titolo di campione nazionale tra i dilettanti, e conclude al terzo posto il Giro di Lombardia: non male per un debuttante.
Nel 1964 vince la sua prima corsa nel circuito di Col San Martino e, al debutto al Giro d’Italia, ottiene una bell’affermazione nella tappa di Brescia, indossando la maglia rosa. Dopo essersi imposto nel Giro d’Abruzzo e nel G.P. Industria e Commercio di Prato, conclude la stagione aggiudicandosi la Torino-Castellania, altrimenti conosciuta come la Corsa di Coppi.
Nel 1965 si pone alla definitiva attenzione degli appassionati con un’annata ricca di successi, tra i quali spiccano, oltre al Campionato Italiano, due tappe al Giro, il G.P. di Montelupo e, nel mese d’agosto, tre successi in altrettante classiche del calendario nazionale: G.P.Industria e Commercio di Prato, Giro dell’Appennino e Coppa Placci. Senza contare il Giro del Veneto ed il Giro di Campania.
Altra annata d’oro è il 1966: dopo una vittoria di tappa alla Parigi-Nizza, rischia di vincere la Sanremo, arrivando sesto in una volata che vede il successo di Merckx.
Comincia bene quell’anno e Michele lo dimostra nelle classiche del Nord. Dopo aver trionfato nel Giro della Provincia di Reggio Calabria, alla Parigi-Roubaix è l’ultimo a cedere a Felice Gimondi: una stupenda foto li ritrae sul pavé, entrambi ricoperti di fango.
Non si fa attendere il sigillo del bresciano: trionfa nella Freccia Vallone, davanti ad Aimar, il futuro vincitore del Tour, ed a Rudy Altig, ed è sesto alla Liegi.
Una sola tappa nella corsa rosa, ma il suo finale di stagione è straordinario.
Nel mese di settembre, infatti si aggiudica per la seconda volta consecutiva il Giro dell’Appennino, trionfa nel Giro del Lazio (conquistando la sua seconda maglia tricolore) e bissa il successo nel Giro del Veneto.
La vittoria all’Appennino merita una menzione particolare, perché lo stesso Michele la considera la sua vittoria più bella: fuga di 215 chilometri, di cui un centinaio percorsi in solitudine.
Nel 1967 passa alla Vittadello, continuando a mietere successi nelle corse di un giorno: ancora a Reggio Calabria e ancora a Prato. In una settimana, dall’1 al 7 ottobre, si aggiudica nell’ordine il Giro dell’Appennino, il Giro dell’Emilia e la Coppa Sabatini, e il 14 dello stesso mese si aggiudica nuovamente la corsa di Coppi. Le vittorie, oltre a numerosi piazzamenti, gli valgono la conquista del San Silvestro d’oro
L’anno successivo passa alla Pepsi-Cola, diretto da Gino Bartali. Vince a Laigueglia e disputa un bel Giro d’Italia, indossando la maglia rosa per 9 giorni.
Nella giornata del mondiale di Adorni completa il successo azzurro con la conquista del terzo posto. Vince anche la Parigi-Lussemburgo, corsa a tappe di 4 giorni.
Il 1969, con la casacca della Molteni, lo vede protagonista al Tour: una vittoria di tappa e 20° posto nella classifica generale, ma troppo spesso si dimentica che, nella tappa pirenaica vinta da Merckx, Michele arriva secondo ed avrebbe potuto anche restare con il Cannibale, se non avesse dovuto sacrificarsi per un suo compagno di squadra. Forse è per questa corsa che Eddy ne riconobbe il valore assoluto.
E’ terzo al mondiale di Zolder, dopo una fuga che avrebbe meritato miglior fortuna.
Aveva già un ottimo palmarès, Michele, costellato non solo di significative vittorie, ma anche di piazzamenti importanti nelle corse di un giorno.
Deve attendere la vittoria alla Milano Sanremo per ottenere un posto nella storia del ciclismo
Il 19 marzo 1970, dopo il trionfo nella corsa del sole (ottenuta grazie ad una fuga solitaria di 70 chilometri), in lacrime sul palco, intervistato da Nando Martellini si lascia andare ad uno sfogo: ”sono contento particolarmente perché…non mi hanno mai calcolato un campione”.
Quella vittoria , oltre a smentire i più scettici, lo proietta verso il suo miglior Giro d’Italia, concluso al quarto posto, con quattro successi di tappa ( splendida la vittoria sulla Marmolada) ed il secondo posto (per pochissimo!) nella classifica a punti, battuto da Franco Bitossi dopo duelli spettacolari
Una vittoria in volata su Zilioli nel Giro del Lazio del centenario di Roma capitale conclude quella bell’annata.
All’inizio del 1971, una brutta caduta durante una tappa della Tirreno-Adriatico gli provoca la frattura del femore: da quel giorno Dancelli non è più lui.
Ci sono, è vero, altre vittorie ed altri piazzamenti in maglia Scic, ma il corsaro ha smarrito lo spunto di un tempo. Mai domo, cerca ancora di lasciare il segno. E’ terzo al Giro della Svizzera del 1972, dove vince anche la classifica a punti, ed è sesto al mondiale di Gap.
Al Giro dell’Appennino del 1972, prova unica per l’assegnazione del titolo di campione d’Italia, si lancia nella discesa dei Giovi, in un tentativo di acciuffare il quarto successo nella corsa della Bocchetta e di indossare per la terza volta la maglia tricolore.
Viene raggiunto, e deve accontentarsi del terzo posto, dopo Gimondi e Bitossi.
Dopo un’altra annata senza particolari acuti, conclude la carriera nel 1974.

*******************

IL PALMARES

73 successi tra i quali spiccano:

1 Milano-Sanremo
1 Freccia Vallone
1 Parigi-Lussemburgo ( a tappe)
2 Giri del Lazio
2 Giri del Veneto
2 G.P. Industria e Commercio-Prato
2 Giri dell’Emilia
1 Coppa Placci
1 Coppa Sabatini
3 Giri dell’Appennino
1 Giro della Campania
2 Giri delle Provincia di Reggio Calabria
2 Trofei Laigueglia
1 Giro delle Marche

2 titoli di campione d’Italia
2 volte terzo classificato ai Campionati del Mondo
11 vittorie di tappa al Giro d’Italia
1 vittoria di tappa al Tour de France
2 vittorie di tappa al giro della Svizzera
3 vittorie di tappa al Giro di Romanda
1 San Silvestro d’oro

e altre corse, altri circuiti, e tantissimi piazzamenti prestigiosi……..




*********


Il “mio” Dancelli

Se il ciclismo è fatto di emozioni, con Michele ne ho vissute tante. E’ stato il primo ciclista per cui ho fatto il tifo, contagiato probabilmente da mio padre, che ne apprezzava lo spirito battagliero.
“Nei primi dieci, Dancelli c’è sempre”, mi diceva. Forse non era del tutto vero, ma è certo che se si scorrono gli ordini d’arrivo di quegli anni , Dancelli compare con una frequenza impressionante.

Fu al Giro dell’Appennino che lo vidi per la prima volta.
Era il primo ottobre del 1967: una giornata piovosa, nebbia sulla Bocchetta. Attendemmo il passaggio in località Baracche, un breve falsopiano prima degli ultimi tornanti.
Ricordo che, nell’attesa della corsa, i miei conversavano con una coppia di Nizza Monferrato: la signora era tifosissima di Gimondi ed era certa che Felice avrebbe trionfato.
La sua insistenza m’infastidiva, anche perché sminuiva il valore di Dancelli, difeso a spada tratta da mio padre.
Mi sembra di rivedere Michele sbucare dalla nebbia, seguito da Gimondi, ed è un ricordo vivissimo. Furono subito inghiottiti dalla foschia, che impediva di vedere le ultime rampe della salita.
“Ha visto Gimondi!”, disse la signora, certa del successo del suo idolo.
Ritornammo verso Pontedecimo, nella speranza di assistere alla fase finale della corsa.
Purtroppo la Bianchina “panoramica” di mio padre non riuscì ad arrivare in tempo. A Pontedecimo la strada era chiusa, perché i primi erano già passati. Ci fermammo di fronte al vecchio dazio e chiedemmo subito di Dancelli.
“Ehhh, Dancelli l’è pe cuscì cu l’è passou… u primmu!” Non mi pareva vero! Aveva vinto di nuovo Michele!” Ben gli sta”, pensai della signora di Nizza.
E persino la Bianchina, quella sera, mi parve più bella.

Alla Sanremo lo aspettavamo sempre tra i protagonisti.
Il 19 marzo del 1970, contrariamente alle abitudini, mio padre ed io ci appostammo in una curva nella discesa del Turchino.
“Qui li vediamo meglio”, mi disse, “perché frenano!” Come contraddirlo? Avrei preferito andare in cima alla salita, dove due anni prima avevo visto Merckx in maglia iridata, ma non osavo chiederlo.
La giornata era bellissima, come sanno esserlo solo certe giornate liguri di inizio primavera: sole pieno, aria frizzante, persino un po’ di neve sui prati.
Nell’attesa le solite discussioni di ciclismo, alle quali mio padre non si sottraeva.
“Coppi era quasi mio compaesano, ma io preferivo Bartali: arrivava sempre” .”Ma non si ricorda di quando Coppi staccò tutti nella Sanremo del 1946?” Tra un batti e ribatti , arrivava il momento più emozionante: il silenzio che precede il passaggio dei corridori. Quegli attimi erano magici e, per me, lo sono rimasti a distanza di tanti anni.
Passarono le staffette e, non ricordo come (forse la radio?), arrivò la notizia che in fuga c’era un drappello di fuggitivi: tra questi Dancelli. Mi emozionai, sperando di riuscire a vederlo bene. I corridori, in fila indiana, impostarono la curva. “Michele!!!!!” urlai a squarciagola mentre, vicinissimo, tagliava la curva. Era concentrato e masticava un chewing-gum.
Poi la corsa verso casa e l’attesa della diretta televisiva. La sigla dell’Eurovisione e la notizia più bella: Dancelli era solo al comando! “Non lo prendono più, non lo prendono più!” dissi, mentre saliva sul Poggio. Poi, finalmente, via Roma, il trionfo, e le sue lacrime furono le mie.
Neppure mi scalfì il commento caustico di mia zia (“lo hanno lasciato vincere, è vecchio!”): che fosse anche lei tifosa di Gimondi? Nulla mi importava, io pensavo al mio eroe.
Che giornata, quel 19 marzo: Dancelli primo a Sanremo!
Ho sempre pensato che il mio grido di incoraggiamento lo avesse sospinto verso la città dei fiori…..

Negli anni sessanta la diretta televisiva non era un fatto scontato. Non erano rare le prolungate attese: sullo schermo il famoso monoscopio della Rai e musica di sottofondo intervallata, di tanto in tanto, dalla voce di una gentile signorina che ripeteva: ”Siamo in attesa di collegarci con… per trasmettere in diretta le fasi finali e l’arrivo della tappa……
E rivedo Michele in certe tappe del Giro del ‘68 su strade sterrate (tappa del lago di Caldonazzo) nella difesa caparbia della maglia rosa, le cronometro che lo respingevano, le volate appassionanti, il trionfo alla Marmolada nel 70, la delusione per una sconfitta nella sua Brescia.
Eccolo alla tappa al Tour ed al mondiale di Zolder: una fuga iniziata troppo presto, un terzo posto che era quasi una beffa, le critiche di alcuni azzurri per la sua condotta di gara.
E ancora: la fuga ed il trionfo di Sanremo, i Laigueglia e le classiche in linea, i successi ed i piazzamenti, gli inseguimenti rabbiosi, la sconfitta ad opera di Panizza nel Giro di Romagna del 73.
E poi una telecronaca che non dimenticherò mai: quella del Giro dell’Appennino del 72.
Sabato 24 giugno, San Giovanni Battista, Patrono di Genova. Avevo appena finito gli esami di terza media. Solo l’attesa del promesso motorino (avrei compiuto 14 anni dopo pochi giorni) rendeva meno amara l’impossibilità di essere sul percorso. Per fortuna c’erano le telecamere mobili, entrate in funzione nell’ultimo tratto della Bocchetta. Tra il gruppetto dei fuggitivi, neanche a dirlo, il “corsaro”. In cima ai Giovi parte all’attacco, lanciandosi da solo nella discesa verso Mignanego, in un ultimo, disperato tentativo di dimostrare a tutti di essere ancora il Dancelli degli anni migliori.
Luciano Armani, intervistato da De Zan, spera nel buon esito della sortita. Non è così: Dancelli viene ripreso e Gimondi, approfittando di un attimo di incertezza, parte al contrattacco, arrivando da solo in piazza Arimondi. Michele è terzo, battuto da Bitossi nella volata dei piazzati.
Quel giorno, capii che Michele non sarebbe più stato il corridore che avevo conosciuto, e che un epoca si stava chiudendo.

Il tempo è passato ma io, pur sulla soglia dei cinquant’anni, quando penso a Michele Dancelli mi emoziono sempre.
In ogni foto o filmato di quegli anni i miei occhi “corrono” a cercare il “mio” campione.
Me lo sono chiesto più volte: perché sempre e ancora Dancelli?
Perché Dancelli è la mia “recherche” : la figurina della raccolta “I campioni dello sport”, i friscieu di San Giuseppe, l’odore dei glicini in fiore , i giochi al Castello d’Albertis, le corse in bici a Montaldeo e le ginocchia sbucciate, il mare di Vesima e la focaccia di Voltri, il salame di Sant’Olcese sulla Bocchetta, le sfide a cirulla con mio nonno e tanti, tanti altri ricordi di un’età lontana….



Giro 1964:tappa Riva del Garda -Brescia. E'la prima maglia rosa



Parigi-Roubaix 1966:Gimondi e Dancelli in fuga sul pavè


Giro dell'Appennino 1967, dopo la vittoria


Figurina di Dancelli(Giro 1969)


Il trionfo a Sanremo


Giro d'Italia 1970: Dancelli, in maglia ciclamino,in compagnia di Merckx,Vandenbossche e Gimondi


Una curiosa caricatura di Dancelli(Prosdocimi, 1971)


Giro dell'Appennino 1972:battuto da Bitossi nella volata per il secondo posto


la grinta di Michele Dancelli


 

[Modificato il 02/05/2006 alle 23:58 by Monsieur 40%]


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2006 alle 23:06
Cancel, ho sempre ammirato Michele.
Il nostro cognome uguale è stata una dolce condanna. E'stato un grande, generoso e pazzo interprete del ciclismo.
Ti ringrazio del magnifico ritratto.
Sempre forza Michele Dancelli!!
ciao
Claudio

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 15/03/2006 alle 00:13
Grazie Mario

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 15/03/2006 alle 00:34
bel ritratto di Dancelli, bravissimo cancel

per moltivi anagrafici non ho visto correre Michele Dancelli, ciò che so sul suo conto è dovuto a qualche filmato d'epoca, testimonianze dirette e diverse letture. comunque dal pezzo di cancel viene fuori la vera natura di Dancelli, corridore che non si risparmiava mai.
è stato un grande nelle corse in linea in Italia, e all'estero si è sempre piazzato molto bene. forse, eccezzion fatta per la Freccia, quello che gli è mancato è stata una vittoria prestigiosa all'estero nelle classiche monumento.

comunque ancora complimenti a cancel per aver ricordato Michele Dancelli.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2006 alle 00:47
grande cancel, bellissimo ritratto

volevo chiederti un paio di cose su di lui:
è vero che vive a Cuba?
tra i ciclisti in attività, chi è quello che più gli somiglia? forse Di Luca?

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 15/03/2006 alle 01:00
l'idea che mi sono fatto di Dancelli è quella di un corridore tipo Tafi... forse con un pizzico di tenuta in più in salita ma un pelino meno forte nel passo.
ma ripeto, non ho vissuto il periodo di Dancelli, quindi cancel mi potrà corregere se la mia impressione è errata.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 15/03/2006 alle 10:07
Tecnicamente molto diverso da Tafi. Simili solo nel temperamento battagliero.
I distinguo sono:
- Michele non ha avuto una maturazione tardiva come Tafi.
- Il bresciano era un egregio scalatore, si difese benissimo in un epoca di giganti.
- A tappe Michele fu protagonista di ottime prestazioni.
- Michele era decisamente una ruota veloce per gruppetti selezionati
- Lo scatto di Dancelli era nettamente migliore di quello del toscano.
- Tafi gli è superiore solamente sul passo.

Per Antonello, non credo viva a Cuba, mio padre lo ha incontrato un paio di mesi fa a una cena per vecchie glorie del CSI , ha qualche problemino i salute (by pass al cuore) e ha smesso di andare in bici (fino a 10 anni fa era ancora uno spauracchio delle strade bresciane, tutti hanno ascoltato la frase: “ho incontrato il Michele e mi ha tirato il collo per 50 chilometri”, pronunciata da cicloamatori di valore). Dovrebbe perciò vivere a Castenedolo….chiederò conferme.
Cuba comunque c’azzecca. In seconde nozze ha sposato una cubana…..che personaggio!

Con Di Luca ha in comune: la tenuta in salita e lo spunto veloce. Ma Michele era inefficiente a cronometro (chissà a cosa pensava, tutto solo!) mentre Di Luca va bene. Il temperamento in gara è molto diverso. Un Chiappucci ricorda Dancelli per gli attacchi da lontano, infatti hanno vinto la Sanremo con azioni abbastanza simili.

La Sanremo del ’70 è una corsa che entra nella storia dello sport italiano. 17 anni di digiuno, una attesa spasmodica degli appassionati, la fuga da lontano, semina uno ad uno i compagni di avventura e resiste al ritorno del gruppo. All’arrivo piange, piange come un bimbo già nella foto mentre taglia il traguardo e quasi non riesce a rispondere alle domande di De Zan…….

Mighel, per sempre.


Ps. A Brescia esiste un curioso modo di dire, riferito alle persone che fanno il passo più lungo della gamba, tentano imprese incredibili o comunque esagerano, esagerano sempre in tutto. Si dice: “Ghè riat Dancelli!!!” (è arrivato Dancelli).
Michele Dancelli, un campione esagerato!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2006 alle 10:24
Originariamente inviato da claudiodance
All’arrivo piange, piange come un bimbo già nella foto mentre taglia il traguardo e quasi non riesce a rispondere alle domande di De Zan…….



il telecronista mi pare fosse Nando Martellini, che se non sbaglio ammollò un cazzottone ad una persona che era dietro di lui e gli dava fastidio.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2006 alle 12:06
bellissimo ritratto cancel!!!!!!!
quel detto "ghe riat Dancelli" l'ho sentito spesse volte (anche io sono Bressciano) quando qualcuno facente parte di un gruppo di ciclisti scattava di brutto all'inizio di una salita!!!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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Livello Marco Pantani




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  postato il 16/03/2006 alle 11:44
No, devo riportare in alto questo bellissimo lavoro di Cancel58.
Cavolo, troppo poche visite, lo porto su. Michele merita attenzione. Fatto col cuore, scritto bene, e con delle foto stupende (le ho salvate tutte).
Fosse corridore adesso, sarebbe stato il beniamino di molti giovani del forum.
Dai belli, scorrete in sù il 3d.
Sempre forza Michele Dancelli….no, raga, state manzi…non siamo parenti…ciao bellli
Claudio


“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 16/03/2006 alle 12:37
Ho letto tutto d'un fiato il bellissimo racconto di Cancel58 ... e sono rimasta molto affascinate dal racconto ...
Devo ringraziare Cancel58 che mi ha dato la possibilità di conoscere questo campione che non ho potuto vedere correre.
Alla vigiglia della Milano-Sanremo 2006 il vivere l'emozione di Cancel58 di quella Milano-Sanremo 1970 mi ha veramente emozionata e non vedo l'ora di poter seguire i campioni di adesso con lo stesso spirito.
GRAZIE

 

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"...poi Dio creò la biciletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'ardito itinerario della vita ..." (monumento al Ghisallo)


L’orizzonte era fatto di monti
che guardavano in fondo la valle.
S'ergevano austeri e inviolati
al cuore d'un credo
provato dal non lontano
ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 12:57
Michele Dancelli è stato un ottimo dinterprete di un periodo di leoni. Il ciclismo italiano era ricco di protagonisti di classe sopraffina, da Gimondi a Motta, da Adorni a Bitossi, da Zilioli a Dancelli, da Balmamion a Taccone per non ricordare i Poggiali, Mugnaini, A.Moser, DeRosso, Cribiori e così via. Ma il primo rivale di Dancelli è stato Zandegù. Nel 65 e 66 erano leruote italiane più veloci in giro. Dancelli era però molto più completo e andò a confrontarsi coi Bitossi (forse come doti tecniche gli assomigliava molto) i Taccone e gli altri. Forte e resistente, aveva nel cronometro e nella concentrazione ballerina, i maggiori avversari per primeggiare anche nelle corse a tappe. Per me non ha lasciato eredi, o corridori simili, come tutti i campioni. Dancelli era unico. Veloce, resistente, imprevedibile, anarchico. Così fatto, mi ricordo solo di lui.
Grande ritratto di un grosso campione.

 

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pedala che fa bene.....

 
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  postato il 16/03/2006 alle 13:08
Complimenti Mario...grazie di farci apprezzare questi campioni, di cui noi giovani conosciamo solo il nome, ma non le gesta.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 17:31
Ringrazio tutti per le belle parole e ringrazio, in particolare, Claudiodance quale "sponsor" del 3D.
Ci tenevo a ricordare Michele Dancelli proprio alla vigilia della Milano-Sanremo. L'ho fatto per una passione sincera e quello che ho scritto è tutto vero.
Sono stato forse sopraffatto dall'emozione , ma quando parlo di Michele mi riesce difficile assumere un atteggiamento distaccato.
Ha ragione janjan: non credo che ci siano corridori che possano essere considerati suoi epigoni.
Alcuni, certamente, ne possono riecheggiare certe caratteristiche .
Sul paragone con Tafi e Di Luca concordo con le giuste considerazioni di Claudio.In qualche occasione anche Bartoli me lo ha ricordato.
E' stato accostato anche a Chiappucci non solo per le fughe da lontano, ma anche perchè entrambi erano considerati dei "rompiscatole".
Un corridore del passato(credo Magni)aveva dichiarato che Bugno gli ricordava Dancelli:con tutto il rispetto per il grande campione toscano non mi pare di trovare tra i due molte caratteristiche in comune.
Colnago, invece,(che era sull'ammiraglia della Molteni il giorno del trionfo di Sanremo)aveva paragonato a Dancelli il Saronni degli esordi.

Sulla mancanza di una vittoria all'estero in una classica monumento: beh, Dancelli è stato uno dei pochi italiani a vincere una classica franco-belga nel periodo a cavallo tra gli anni 60 e 70.
Tra il 1965 ed il 1975 solo pochi connazionali hanno avuto il privilegio di salire sul gradino più alto del podio in una di quelle corse :
Gimondi:Roubaix 66(oltre alle Parigi -Bruxelles del 66 e del 76)
Zandegù:Fiandre 67
Preziosi:Liegi 65
Poggiali:Freccia 65.
Bastano le dita di una mano.

Sulle frequentazioni cubane:sapevo che trascorreva lunghi periodi nell'isola caraibica perchè, quale uomo immagine dell'UISP,accompagnava i cicloamatori desiderosi di fare belle escursioni durante il periodo invernale.

Mi dispiace che abbia avuto problemi di salute, ma sono altrettanto sicuro che non ha smarrito lo smalto di un tempo.

Spero di incontrarlo domenica prossima a Pietra Ligure, in occasione del consueto circuito delle vecchie glorie.
Mi piacerebbe fargli omaggio non solo del mio scritto, ma anche di tutti i vostri interventi .
Tra l'altro, domenica prossima è proprio il 19 marzo:36 anni dopo......



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 17:46

Milano-Sanremo 1970,una foto che dice tutto: fatica, gioia, commozione .
Questo era Dancelli

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 17:48
CHE BELLA QUEST'ULTIMA FOTO!!!!!

 

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Livello Bernard Hinault




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  postato il 16/03/2006 alle 19:23
Originariamente inviato da cancel58
Sulla mancanza di una vittoria all'estero in una classica monumento: beh, Dancelli è stato uno dei pochi italiani a vincere una classica franco-belga nel periodo a cavallo tra gli anni 60 e 70.
Tra il 1965 ed il 1975 solo pochi connazionali hanno avuto il privilegio di salire sul gradino più alto del podio in una di quelle corse :
Gimondi:Roubaix 66(oltre alle Parigi -Bruxelles del 66 e del 76)
Zandegù:Fiandre 67
Preziosi:Liegi 65
Poggiali:Freccia 65.
Bastano le dita di una mano.
si, perfetto cancel!
indubbiamente in quel periodo farsi notare in una classica franco-belga era estremamente difficile, e Dancelli ci è riuscito molto bene.
quello che volevo dire è che se fosse riuscito a vincere un Fiandre o una Roubaix (tra l'altro ci è andato assai vicino!) anche a livello internazionale gli sarebbe stato riconosciuto il giusto valore. insomma, sarebbe stata una vera consacrazione.

comunque ti faccio nuovamente i complimeti per il pezzo!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 19:42
quello che volevo dire è che se fosse riuscito a vincere un Fiandre o una Roubaix (tra l'altro ci è andato assai vicino!) anche a livello internazionale gli sarebbe stato riconosciuto il giusto valore. insomma, sarebbe stata una vera consacrazione.


Non c'è dubbio, caro Goodwood. sono d'accordo con te.
Ti ringrazio per i complimenti.
A proposito del tuo nickname:conservo ancora la Gazzetta dello Sport del giorno successivo al trionfo di saronni.

 
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Livello Learco Guerra




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  postato il 16/03/2006 alle 22:37
Quello che manca nel ciclismo di oggi è proprio un personaggio come Dancelli.
Ma sarebbe possibile un Dancelli (o anche solo un Chiappucci) oggi, con squadroni spianatutto che mi costringono a sperare in una bufera di pioggia e vento (anche se mi bagnerei anch'io) per vedere alla Sanremo una fuga da lontano che va all'arrivo?

 

____________________

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/03/2006 alle 00:17
Originariamente inviato da cancel58

Sulla mancanza di una vittoria all'estero in una classica monumento:


Beh, ha vinto la Freccia Vallona che, a quei tempi, era considerata allo stesso livello della Liegi...


Originariamente inviato da cancel58
Spero di incontrarlo domenica prossima a Pietra Ligure, in occasione del consueto circuito delle vecchie glorie.
Mi piacerebbe fargli omaggio non solo del mio scritto, ma anche di tutti i vostri interventi .
Tra l'altro, domenica prossima è proprio il 19 marzo:36 anni dopo......


Se lo incontri, digli che chi l'ha visto correre lo ricorda sempre. Anche chi, come me, a quell'epoca tifava per uno dei suoi grandi avversari. E comunque quella Sanremo, dopo quel digiuno storico, é stata indimenticabile...

Ciao

 
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Livello Tour




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  postato il 17/03/2006 alle 01:50
Originariamente inviato da antonello64

grande cancel, bellissimo ritratto

volevo chiederti un paio di cose su di lui:
è vero che vive a Cuba?
tra i ciclisti in attività, chi è quello che più gli somiglia? forse Di Luca?

A Cuba per quanto mi dice quando lo vedo a qualche corsa qua nel bresciano...
ci va una volta all'anno.
Di Luca e' un abbinamento che puo' starci benissimo.
Quando lo vedo...ci chiedo...
secondolui chi gli assomiglia fra i corridori in attivita'.

 

[Modificato il 17/03/2006 alle 01:53 by arcipen]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 06:46
Originariamente inviato da Goodwood

Originariamente inviato da cancel58
Sulla mancanza di una vittoria all'estero in una classica monumento: beh, Dancelli è stato uno dei pochi italiani a vincere una classica franco-belga nel periodo a cavallo tra gli anni 60 e 70.
Tra il 1965 ed il 1975 solo pochi connazionali hanno avuto il privilegio di salire sul gradino più alto del podio in una di quelle corse :
Gimondi:Roubaix 66(oltre alle Parigi -Bruxelles del 66 e del 76)
Zandegù:Fiandre 67
Preziosi:Liegi 65
Poggiali:Freccia 65.
Bastano le dita di una mano.
si, perfetto cancel!
indubbiamente in quel periodo farsi notare in una classica franco-belga era estremamente difficile, e Dancelli ci è riuscito molto bene.
quello che volevo dire è che se fosse riuscito a vincere un Fiandre o una Roubaix (tra l'altro ci è andato assai vicino!) anche a livello internazionale gli sarebbe stato riconosciuto il giusto valore. insomma, sarebbe stata una vera consacrazione.

comunque ti faccio nuovamente i complimeti per il pezzo!


qualche anno fa ho chiesto a Vito Taccone come mai i corridori italiani negli anni 60 non erano protagonisti alle classiche del nord, pur essendo molto adatti per quel tipo di corse: lui mi rispose che la partecipazione italiana in quelle classiche era piuttosto scarna, perchè gli sponsor di quegli anni avevano scarso interesse verso quelle corse.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 12:20
Sicuramente c'erano questioni di sponsor, abitudini eccetera. Le semiclassiche italiane, interessavano più che le classiche del nord a molti nostri campioni. Ma c'erano problemi anche di concorrenza. Una Freccia, ad esempio, aveva 10 belgi candidati a vincerla, un paio di olandesi di prima fila, 5 francesi di gran classe, più un paio di tedeschi, altri nordici, inglesi compresi.. Se non ci si andava con squadre attrezzate, si rischiava la figuraccia. E avere squadre attrezzate, significavano investimenti corposi, tutt'altro che frequenti in quegli anni. In Italia c'erano 2 o tre squadre attrezzate per corse in linea a livello internazionale. Non di più. Oggi, i candidati a vincere una grande classica, stanno in una mano. nel 65 o 66, si dovevano fare i conti con.. V.Looy, Simpson, Altig, Anquetil, Poulidor, Janssen, Karstens, Post, Merckx, Sels, Pingeon, Planckaert, Reybroeck, Hovenaers, Desmet, Forè, Stablinski, Darrigade, Anglade, v.d.berghe, Brake, De Roo, Den Hartog, Impanis, V.Springel, Wolpsholl, Junkermann, Pingeon, Aimar, Ritter, Godefroot e qualcuno lo lascerò senz'altro indietro.....
Insomma, erano stagioni di fioritura del panorama ciclistico.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 13:12
E'vero Jan.
Con un numero totale di corridori professionisti infinitamente minore di oggi ( forse non arrivavano a trecento )c'era un livello (numerico) di campioni molto maggiore di oggi, e non solo nelle corse in linea.
Nonostante ci fosse Merckx i possibili vincitori di corse a tappe erano almeno una decina ( Gimondi, Poulidor,Adorni, Pingeon, Thevenet, Ocana, Van Impe, Zoetemelk, Anquetil e il nostro Baronchelli ).
Oggi quanti sono ? Tre ? Quattro ?
Ops, mi ero dimenticato di Janssen.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/03/2006 alle 12:01
Il gran bel ritratto di Cancel, trova ulteriore linfa nella constatazione che il “suo campione”, come ha già scritto Jan, col quale concordo pienamente, resta un corridore che non ha pari, per caratteristiche ed estro, nel ciclismo odierno e recente.

Qualche breve considerazione sul personaggio Dancelli.

Michele era un pellerossa del ciclismo, uno che amava pure la vita, come un giovane sportivo che si vuol mantenere integro nello spirito, non deve mai dimenticare. Era serio nella professione, ma “matto” negli stimoli che l’intorno della quotidianità, lascia ad un atleta. Ci sono voci che all’interno d’ognuno insistono, ma non tutti sanno leggerle e viverle senza danneggiare le risultanze dell’uno e dell’altro versante. Si tratta di una delle variabili più illuminanti e belle da scoprire e raccontare degli sportivi e sono pure un distinguo per misurare i talenti più naturali e più puri. Michele non disdegnava la frequentazione del pianeta femminile, del divertimento e queste sue immanenze le sapeva tradurre sulla bici. E’ vero quel che mi disse l’omonimo d’agnomen nostro illuminato forumista. Non ricordo come l’abbia saputo il nostro Architetto, ma il bresciano più virtuoso della storia del ciclismo, poco prima di quella vittoria nella Sanremo dove giganteggiò, s’era trattenuto nell’amabile ed intenso coinvolgimento che ci viene dalla natura e che ci fa vedere nelle signorine e nelle signore un segno di vita…..
Era uno che sapeva scherzare e che sprizzava sorriso e grinta in simbiosi, scoprendo nel gesto ciclistico un modo per comunicare non un’anomalia, bensì il gusto di una quotidianità dove i doveri, se vissuti totalmente esclusivi, spesso sono solo un modo per giungere pian piano al bisogno esplosivo di deviarli. Leggendolo fra le righe, Michele, come altri nello sport, è stato un involontario tracciatore di uno studio della psicologia tanto cara a chi, per altri motivi, ha avuto la fortuna di studiarla.
E non c’è da stupirsi se il suo largo sorriso, assomigliava tanto alla smorfia da sforzo.

Anche il suo uscire dal ciclismo parlato, presenzialista, partecipativo sull’immagine, fa parte del sua icona di non comune: ha preferito continuare a pedalare fra gli umili, i non conosciuti, gli appassionati, i comuni, probabilmente i più veri e puliti, ed a tutti ha saputo dare una lezione di ciclismo: anche di tecnica, perbacco.
Come è stato scritto qui, ha continuato ad andar forte anche da amatore reale, perché campione non era stato per inciampo e sublimazioni da mestolo chimico, ma per DNA, e che abbia trovato nella povertà e nella genuinità di Cuba, terra non solo di contraddizioni come si usa, sbagliando, pensare, un ambiente ideale per concepire una filosofia, non mi stupisce, anzi!
Proprio in quell’isola ha ritrovato l’amore per riconcepire la sua gioventù perenne, per rivivere sentimenti animati non solo da una nuova compagna, ma da una verve verso la naturalezza di quella quotidianità che, in Italia, come nei paesi falsamente considerati migliori, si sta perdendo progressivamente. Non c’è dunque nuovamente da stupirsi se anche dopo il by pass, viva metà dell’anno in Cuba.
A tal proposito voglio raccontare un episodio di cui è stato protagonista un mio amico giornalista e che testimonia un significativo versante del personaggio Michele Dancelli.

L’amico Bruno, ex corridore iperbrocco, come tanti altri verso la mezza età, scoprì nella bicicletta un modo per riassestarsi fisicamente e per divertirsi. Non potendosi schierare fra quegli amatori che la comune terra romagnola ha predisposto, più che altrove, come una bislacca prosecuzione di mode e devianze atte all’illusione di rendere olimpici, sull’imbroglio della chimica, delle autentiche scrofe, decise di fare cicloturismo vero, approfittando dello stimolo che solitamente viene dalle vacanze. Nella seconda puntata di questa sua nuova dimensione, si trovò in Cuba, per partecipare al Giro Cicloturistico dell’Isola, organizzato, se non ricordo male, dall’Uisp. Lì conobbe colui che era l’animatore e maestro di quegli autentici assaggi, fra natura e bici, di un patrimonio da costruirsi dentro: proprio Michele Dancelli. La sete di capire e conoscere anche per mansione di vita di Bruno, favorì la vicinanza col campione. Il bresciano, sempre disponibile e di una simpatia unica, un giorno, prima della tappa che avrebbe avvicinato quel gruppo multicolore ed appassionato, ad un passo da l’Avana, disse a Bruno: “Oggi, se sarai vicino a me, prima di quel simbolico traguardo dove di solito fate le volate per scommessa e per ridere, ti farò provare emozioni e vantaggi di un lancio all’americana. Hei, bada bene di non aver paura! Considera la bicicletta come la lingua che usi sempre”. Bèh …detto e fatto. A duecento metri da quella fettuccia di prova, Michele, proveniente a gran velocità da dietro, afferrò il sellino di Bruno ed istantaneamente lo spinse, proprio come si usa fare nelle “Sei Giorni”. L’amico si trovò schizzato in avanti con una velocità che gli consentì di passare per primo, con ampio margine, quella linea che valeva una sensazione mai provata. “Hai visto?” – gli disse Dancelli poco dopo. “Certo, mi sembrava di volare! Michele, sei un grande! – rispose Bruno. “Sì, sono proprio un grande nel divertirmi a vedere quel tuo culaccione schizzare via….” - aggiunse con una risata l’incredibile campione…..

Saluti!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/03/2006 alle 18:34
Anche il suo uscire dal ciclismo parlato, presenzialista, partecipativo sull’immagine, fa parte del sua icona di non comune: ha preferito continuare a pedalare fra gli umili, i non conosciuti, gli appassionati, i comuni, probabilmente i più veri e puliti, ed a tutti ha saputo dare una lezione di ciclismo: anche di tecnica, perbacco


Grazie, Morris, per aver saputo evidenziare-da par tuo- certe caratteristiche di Michele.

E grazie a tutti quanti lo ricordano con simpatia.


 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 19/03/2006 alle 13:44
Grande Dancelli: nel mio paese (Ornavasso), c'è anche uno che é ormai da anni chiamato proprio Dancelli, come il suo idolo. Gli farà piacere che ci si ricorda di lui

 

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La bùca l'è mea straca
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Livello Gianni Bugno




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  postato il 19/03/2006 alle 18:21
Era il mio idolo ciclistico di qei temi..e mi ha fatto gran piacere leggere quest 3d..GRAZIE!

Cancel..sei genovese e piu' meno coetaneo , vedo..

 

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"Quel naso triste come una salita
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/03/2006 alle 19:02
Vedo con piacere che Michele è ricordato da altri appassionati.
Oggi sono stato a Pietra Ligure: era prevista anche la partecipazione di Dancelli alla decima edizione della manifestazione"vecchie glorie".
Avevo stampato tutti gli interventi del 3d per fargliene omaggio. Purtroppo non era presente

Pazienza, glieli farò avere in altro modo.
Per gru-nt: anche tu sei di genova ?


Dancelli sul Poggio il 19 marzo 1970

 
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Livello Gianni Bugno




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  postato il 19/03/2006 alle 19:13
Si, di pegli..e faccio parte dei suiveurs..visto che in bici, mole a parte, al massimo girello in pianura..

 

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Livello Tour




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  postato il 21/03/2006 alle 21:45
Innanzitutto ho salvato tutte le belle foto di Dancelli inviate da Cancel.
Grazie di cuore.
Personalmente ho iniziato a seguire il ciclismo "dal vero" proprio al Giro dell'Appennino del 1965. Vinse Michele. L'anno successivo ero presente alla punzonatura (com'era bella la punzonatuta con tutti i corridori presenti in biciletta ed i D.S. che osservavano i loro atleti in tuta porgere i documenti ai commissari e ritirare i numeri di gara da appendere alle bici!) e lo speacker Bottaro chiese a Dancelli un pronostico. Michele disse testualmente: "Se arrivo ai piedi della Bocchetta con tre minuti di vantaggio sono sicuro che bisserò la vittoria dell'anno passato!".
Michele arrivò ai piedi della Bocchetta con tre minuti di vantaggio grazie ad un lavoro incredibile di Motta, suo compagno di squadra, che bloccava le sfuriate di uno scatenato Zilioli e di un battagliero Passuello. "Michelino" (come venica chiamato a Pontedecimo) vinse in solitudine. Alla volata per il secondo posto Motta non partecipò. Secondo fu Zilioli, terzo Passuello poi Gianni a otto metri.
Sul podio, Dancelli volle Motta ed i due della "Molteni" si abbracciarono come fossero fratelli. L'anno successivo Dancelli vinse ancora in maglia Vittadello. Fu un tris incredibile e quando nel 2003 fu premiato dall'U.S. Pontedecimo con l'"Appennino d'Oro", Michele (accompagnato dalla bellissima e biondissima figlia) disse semplicemente: "Un campione si vede solamente dopo i duecentoventi chilometri di corsa. Ora le gare nazionali non superano mai i duecento chilometri ed allora vince chiunque.
Mi dispiace per questo. Per fortuna sono della mia opinione anche Motta, Gimondi, Zilioli, Balmamion e tanti altri".
Ho scattato la mia "prima" foto ad un corridore proprio a quell'Appennino del 1965. Era proprio una bella foto perchè quella foto la scattai a Dancelli sul podio ed aveva la maglia più bella, quella tricolore!

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 24/04/2006 alle 16:51
intervista a dancelli in:

http://www.ciclomuseo-bartali.it/testi/aneddoti/dancelli.htm

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/04/2006 alle 21:20
Originariamente inviato da fuente

intervista a dancelli in:

http://www.ciclomuseo-bartali.it/testi/aneddoti/dancelli.htm


Caro Fuente, l'intervista l'avevo ascoltata.
Ti ringrazio per averla segnalata !
Ciao!

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 28/04/2006 alle 16:58
Io facccio spesso raduni cicloturistici, e tutti gli anni ce n'è uno che organizza la Salmilano (ex Molteni) dove ci sono Dancelli e Motta e prima altri vip tra cui Bugno,Cassani ecc ecc, ora dei prof della tenax di cui l'azienda è secondo nome, Dancelli viene tutti gli anni ed è una persona molto gentile, simpatica e disponibile, approfitto per invitare ki di voi fosse interessato a venire il 2 giugno (al mattino) a besana brianza per poter pedalare coi campioni

 

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Daniele

Maglia Nera CKC 2007

Campione italiano 2008 Fantaciclismo di Cicloweb

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/04/2006 alle 20:14
Originariamente inviato da Delfino

Io facccio spesso raduni cicloturistici, e tutti gli anni ce n'è uno che organizza la Salmilano (ex Molteni) dove ci sono Dancelli e Motta e prima altri vip tra cui Bugno,Cassani ecc ecc, ora dei prof della tenax di cui l'azienda è secondo nome, Dancelli viene tutti gli anni ed è una persona molto gentile, simpatica e disponibile, approfitto per invitare ki di voi fosse interessato a venire il 2 giugno (al mattino) a besana brianza per poter pedalare coi campioni


Grazie della notizia. Verrei molto volentieri, ma temo di non farcela: il 3 giugno devo essere ad Anagni

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 29/04/2006 alle 14:25
Originariamente inviato da cancel58

Originariamente inviato da Delfino

Io facccio spesso raduni cicloturistici, e tutti gli anni ce n'è uno che organizza la Salmilano (ex Molteni) dove ci sono Dancelli e Motta e prima altri vip tra cui Bugno,Cassani ecc ecc, ora dei prof della tenax di cui l'azienda è secondo nome, Dancelli viene tutti gli anni ed è una persona molto gentile, simpatica e disponibile, approfitto per invitare ki di voi fosse interessato a venire il 2 giugno (al mattino) a besana brianza per poter pedalare coi campioni


Grazie della notizia. Verrei molto volentieri, ma temo di non farcela: il 3 giugno devo essere ad Anagni


Ma puoi venire tranquillamente, tanto si arriva per mezzogiorno massimo, così puoi partire il pomeriggio

 

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Daniele

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Livello Tour




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  postato il 02/05/2006 alle 00:23
Originariamente inviato da cancel58

Originariamente inviato da fuente

intervista a dancelli in:

http://www.ciclomuseo-bartali.it/testi/aneddoti/dancelli.htm


Caro Fuente, l'intervista l'avevo ascoltata.
Ti ringrazio per averla segnalata !
Ciao!


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oggi o passato un paio d'ore con Michele...
poi ti racconto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/05/2006 alle 18:54
Originariamente inviato da arcipen

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Originariamente inviato da fuente

intervista a dancelli in:

http://www.ciclomuseo-bartali.it/testi/aneddoti/dancelli.htm


Caro Fuente, l'intervista l'avevo ascoltata.
Ti ringrazio per averla segnalata !
Ciao!


Cancel58
oggi o passato un paio d'ore con Michele...
poi ti racconto.


Attendo fiducioso...
Ciao e grazie!

 
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Livello Tour




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  postato il 02/05/2006 alle 23:43




Attendo fiducioso...
Ciao e grazie!


Allora Cancel...
comincio da capo.

Ieri in quel di Montichiari...
grande giornata di ciclismo.
Da anni il G.C.MONTECLARENSE F.LLI BREGOLI il 1° Maggio organizza
una gara...
anzi
5 gare in un giorno solo...
mica poche.
Vediamo se le ricordo tutte che non ci stan i giornali oggi...
Dilettanti part. ore 9 e di questa ho visto l'arrivo...
1° Marco Corsini ex campione d'Italia under 23 nel 2002 per chi se lo ricorda e par che aveva smesso...
invece eccolo qua 1°...
ore 9 part. esordienti 93
ore 9,10 part. esordienti 92
ore 13 part. allievi
ore 15 part. juniores

E verso l'una vedo Michele che siam diventati amici...
perche' anch'io ero suo grande tifoso...
e ho chiamto pure la figliola Michela
in suo onore dopo che aveva vinto la Sanremo nel 70.

Michele...
hai visto gli articoli che ci stan su internet di un tuo accanito tifoso???

- Quali??? E' forse il sito di Riso Moreni di Gavardo che quello l'ho visto.

E senz'altro si riferiva a questo...
http://www.lanotizia.it/dancelli.htm

No...non quello ma nel forum di Cicloweb uno che dice di essr stato tuo grande tifoso.

- Forse lo conosco...ma non son sicuro.

Allora aspetta...che ho tempo intanto che inizia la gara...
io faccio il giudice agli juniores che parton alle 3 e ho tempo.
Te lo faccio vedere io...quello..che ho qua l'attrezzo.

E Michele si mette a ridere...lì c'e' su tutto..ce l'hai ancora la foto della signora in reggiseno???

Si riferiva al mio palmare...un qtek 2020 col quale a internet ti puoi collegare...costo 20 euro al mese in gprs.

www.cicloweb.it
forum
e voila'...
pagina 2
Michele Dancelli: il mio campione...
gli faccio vedere.

No questo l'ho mai visto.

In pratica ci ho letto un po' l'inizio..
il pezzo della nebbia...
quello della signora di Nizza e un paio di post...
e mostrato qualche foto...

Guarda qua dove ti ha battuto Bitossi...gli faccio notare.

- Si...ma pero' era per il secondo posto...aveva vinto Gimondi li'...
e Bistossi doveva essere squalificato.

Guarda questa.

- E si la curva sul Poggio...e qua invece sono con Vandenbosche Merchx e Gimondi invece i ritratti li ho mai visti...ma guarda un po'.

E al mio collega bergamasco che gli dice...
Si ma pero' Gimondi era un'altra cosa...

- Mica vero...io e Motta eravamo piu' forti...Lui piu' regolare.

con parole sue...pressapoco.

E qua che ci dico agli amici del forum???

**********
Originariamente inviato da antonello64

grande cancel, bellissimo ritratto

volevo chiederti un paio di cose su di lui:
è vero che vive a Cuba?
tra i ciclisti in attività, chi è quello che più gli somiglia? forse Di Luca?

------------------
Che io avevo risposto
------------------
A Cuba per quanto mi dice quando lo vedo a qualche corsa qua nel bresciano...
ci va una volta all'anno.
Di Luca e' un abbinamento che puo' starci benissimo.
Quando lo vedo...ci chiedo...
secondolui chi gli assomiglia fra i corridori in attivita'.

******

Invece con parole sue di ieri...
1) - Eh..eh ehheh.
A Cuba 5 anni fa ci son stato 6 mesi...ma andavo e venivo...ma adesso son 4 anni che non ci vado piu'.

E coglie l'occasione per dare all'amico giornalista presente...qualche suggerimento sulle migliori spiagge che potra' trovare a Cuba...nomi strani che io non ricordo ora.

2) Fra i corridori...penso che quello che mi assomigliava di piu' e' stato Bartoli e fra quelli in attivita'...mi vedo come Valverde...si pero' e' vero che pure Di Luca mi assomiglia un po' nel modo di correre.

E questo che dice che eri come Tafi???

- E no...a quello ci puoi dire che io ho vinto pure sulla Marmolada.

Michele qua dicono che ti aspttano alla gara della Molteni???

Si...si a quella ci vado sempre..quest'anno preparano pure un pasta parti per tutti i partecipannti...
venite pure Voi che ci conosciamo allora...ha detto.

E al 27 Maggio ci sara' la mia gara a CASTENEDOLO che organizzo tutti gli anni (ci ho fatto ancora il giudice pure io...5 anni orsono)e Vi aspetto tutti.

Ciao Michele...e e' salito sul palco a premiare il vincitore della gara degli allievi...
un corridore di casa.

Poi io son andato a far la gara...
vinta da Calì al termine di una volata contrastata...
ma non tale da comportare una squalifica...
secondo il giudice d'arrivo...
che si chiamava???











Grande festa in poche parole e' stata.


Grazie Michele.

 

[Modificato il 02/05/2006 alle 23:50 by arcipen]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/05/2006 alle 17:27
Così Michele ha visto il 3D?
Sei grande Arcipen!
pensa la combinazione:proprio ieri gli ho spedito le pagine di questo thread, considerato che al raduno delle vecchie glorie di Pietra Ligure non c'era.
Con l'occasione gli ho fatto anche gli auguri per il compleanno(8 maggio).
Beh, almeno non si stupirà quando riceverà la busta!
Grazie ancora!

 
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Livello Tour




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  postato il 04/05/2006 alle 11:48
Originariamente inviato da cancel58

Così Michele ha visto il 3D?
Sei grande Arcipen!
pensa la combinazione:proprio ieri gli ho spedito le pagine di questo thread, considerato che al raduno delle vecchie glorie di Pietra Ligure non c'era.
Con l'occasione gli ho fatto anche gli auguri per il compleanno(8 maggio).
Beh, almeno non si stupirà quando riceverà la busta!
Grazie ancora!

Mario
mica posso venir qua a raccontar balle...
certo che l'ha visto...
e ecco una cosa che mi son dimenticato.

Con parole sue...
io in internet ci vado mai...
non son pratico...
ma mia figlia ci naviga spesso...
ce lo faccio cercare questo forum qua...
mi ha detto.

Quindi che ho fatto???

Gli ho scritto...

www.cicloweb.it
forum
Cancel 58
il mio campione

che quello era Lui mica te...
ma questo non ce l'ho detto...

su un foglio in bianco...
e se lo e' messo in tasca.

Guarda che lo perdi...

No no tranquillo...
non lo perdo.

Su questo non ci scommetto...
ma la prima volta che lo rivedo quello ce lo chiedo.
Grarantito.

Grazie di che???
Grazie a te...
credevo di esser un tifoso io...
ma te molto molto di piu' da quanto hai scritto.

P.S.
Ma Michele avra' indovinato chi sei???
Con un tifoso cosi'...
io peserei 10 chili in piu'.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/05/2006 alle 09:05
Oggi, 8 maggio, è il 64° compleanno di Dancelli.

tanti auguri, Michele!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/05/2006 alle 09:29
Auguroni a Michele.

 

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nino58

 
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Livello Tour




Posts: 234
Registrato: Feb 2006

  postato il 08/05/2006 alle 14:19
Originariamente inviato da nino58

Auguroni a Michele.

Ci uniamo agli amici
AUGURONI
Osavado P. e Eugenio m.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 9090
Registrato: Nov 2005

  postato il 08/05/2006 alle 14:34
Tanti auguri Michele da un tuo conterraneo!!!!!!!

aveva ragione claudiodance quando qualche post + in su diceva "...se corresee adesso sarebbe il beniamino di tanti giovani del forum...."

ancora auguri!!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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