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Autore: Oggetto: Crono, giorno di festa ma non per gli italiani

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  postato il 13/03/2006 alle 15:11
Si, tralasciando quindi quella del Giro d'Italia e del Veneto, di visibili (ora) ne vedo solo altre 4...ne mancano altre 4 all'appello, ma essendo regionali è probabile che si vedano qualche settimana prima dell'appuntamento.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 15:39
Originariamente inviato da riddler

No no Mario quale abbaglio dei commissari tecnici, altrimenti cosa si dovrebbe dire del ct degli Usa che al posto di Armstrong e Zabriskie ha messo in campo ai recenti mondiali Julich?
E' chiaro che sono i corridori che si rifiutano, cmq il discorso non è legato esclusivamente alla prova mondiale, è legato anche al tour in modo specifico e alle corse a tappe in generale...


Colui che parlava di "abbagli" era Marco...

La "fifa" di Basso in discesa mi pare scaturisca da una caduta, patita al primo o secondo anno di professionismo, durante la Milano-Torino.
Mi pare di averlo letto non ricordo dove, e da quell'episodio Basso in discesa ha sempre avuto parecchia paura.
Ricordo bene?

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 19:16
Beh ne so quanto te della caduta di Basso, io cmq questa notizia l'ho sentita da Bulbarelli...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 23:42
caro monsieur,
basso si fratturò lo zigomo cadendo al giro del mediterraneo...mi sembra.
sostiene quest' anno di avere molto lavorato per migliorare il senso dell' equilibrio, pure con specifici (?!) esercizi in piscina
ciao
mesty

 
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  postato il 14/03/2006 alle 02:03
Originariamente inviato da riddler

Frank ho fatto il riferimento di Casagrande perchè trovo assurdo che nell'ultima tappa del giro 2000 abbia preso 2 minuti (quasi) da Garzelli nella cronoscalata, quando in primis Garzelli non è assolutamente forte contro il tempo, ora come ora per me forse è + forte Simoni, e in seconda battuta nell'ultima cronometro si sa che i livelli si pareggiano cosa che non è successa in quella occasione...


Per amore di verità, occorre ricordare che Casagrande corse quella cronometro con un persistente dolore al nervo sciatico, che gli impedì di fatto di esprimersi al massimo.

Provate voi a pedalare col nervo sciatico che fa male, poi commentiamo i distacchi qui sul forum

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2006 alle 10:12
Nervo sciatico che nella tappa precedente a Briancon non gli procurò nessun fastidio? O lo ha avuto la notte?

 

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  postato il 14/03/2006 alle 11:22
Una domanda: voi che ne pensate del settore "endurance" gestito da Callari? potrà dare buoni frutti per le specialità dell'inseguimento e della crono?

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 16/03/2006 alle 19:58
Originariamente inviato da mestatore
caro monsieur,
basso si fratturò lo zigomo cadendo al giro del mediterraneo...mi sembra.
sostiene quest' anno di avere molto lavorato per migliorare il senso dell' equilibrio, pure con specifici (?!) esercizi in piscina
ciao
mesty


Gli esercizi in piscina non li ha fatti per l'equilibrio in bici ma della pedalata.
Leggo su BS che dopo una caduta nel Giro del Mediterraneo nel 2001 gli era rimasto un po' di gap muscolare tra le due gambe, e aveva adattato la sua pedalata facendo lavorare di più la destra.
Scoperta questa anomalia, ha passato l'inverno a compensare questa differenza con lavori in piscina e sembra che i risultati ci siano già stati. Nonostante 3 kg da smaltire, in alcune salite di riferimento ha dimostrato di andare più forte.
Non possiamo che augurarcelo.

Capitolo spinoso tra italiani e crono: io non sono un suiveur di categorie giovanili, quindi non posso dire perchè in Italia non ci sia uno straccio di cronoman paragonabile ai vari Rogers, Zabriskie, Ullrich, Vinokourov, ecc. e che solo Basso possa difendersi da questi.
Guardando al professionismo, dico solo che il Giro da anni ha pochissimi km a crono, spesso posti a fine Giro quando notoriamente contano le energie rimaste.
La Tirreno raramente ha la crono, la Coppi e Bartali ha solo una brevissima cronosquadre, il Giro del Trentino non ne ha, il Brixia Tour e la Settimana Lombarda una cronoscalata, ecc.
Per il resto mancano le piccole corse a tappe come in Spagna.
I nostri corridori per lo più puntano alle classiche, principalmente la Liegi (gli amanti del pavè si contano sulle dita di una mano), e fin da giovani spesso non provano a fare classifica per misurare il proprio valore. I buoni cronoman da noi si snaturano per cercare di andare forte in salita oppure si mettono al servizio di un velocista.
Certo, i giri a tappe, anche quelli piccoli, sono ristretti a un'elite.
Nelle corse di un giorno è più facile che vinca un Carneade.
Tra i giovani spero che qualcuno ci provi, seguendo l'esempio di Basso: si ricordino che 4 anni fa i suoi distacchi a crono si misuravano con il calendario.
Con molto lavoro (anche uscite da 190 km con la bici da crono...) è riuscito a diventare quantomeno il migliore in Italia.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 20:46
Scusami Cassius, per avvalorare un pò la tesi del lavoro, che è poi anche la tua, io aggiungerei che Rogers durante l'anno non è che faccia sfraceli a cronometro, insomma a parte ottobre non è che lo si veda tanto... al giro di Svizzera è arrivato secondo in classifica generale facendo una buona cronometro ma non vincendola...
Insomma io credo che ci lavori durante l'anno per l'appuntamento iridato, certo ha le basi per essere un ottimo cronoman ma non solo quelle...

 

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  postato il 16/03/2006 alle 20:49
Anch'io credo che l'allenamento nelle crono non debba essere solo finalizzato ai singoli appuntamenti, ma ad una completezza del corridore, ormai indispensabile per le grandi corse a tappe, avendo questa base poi si può puntare a far bene anche ai mondiali.
Se ad esepio un corridore finisce la Vuelta in forma e fa delle belle cronometro, non ha bisogno di forzare più di tanto per essere competitivo al mondiale.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 21:51
Per Cassius: non focalizzerei troppo l'attenzione sulla carenza di prove a cronometro in Italia, diversamente non saprei cosa pensare del ciclismo francese che, nonostante il numero di gare contro il tempo che si svolgono sul territorio d'oltralpe, non è capace di produrre un grande cronoman esattamente come noi, o anche peggio di noi.
Il Belgio stesso non è messo molto meglio.
In fondo in Italia ci sono cronometristi di un certo valore come Basso, Bruseghin, Cioni, lo stesso Pinotti...

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 22:03
Beh, la Francia allo stato attuale non esprime nessun corridore di valore, e anzi mi sembra che la crono sia uno dei punti in cui sono messi meno peggio (hanno Moreau e Chavanel, che non sono campioni, ma ad esempio in salita chi c'è?).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 22:08
Originariamente inviato da Lopi

Beh, la Francia allo stato attuale non esprime nessun corridore di valore, e anzi mi sembra che la crono sia uno dei punti in cui sono messi meno peggio (hanno Moreau e Chavanel, che non sono campioni, ma ad esempio in salita chi c'è?).


Quindi si torna al punto di partenza: il nodo della questione è la "scuola" e, solo secondariamente, le occasioni offerte ai cronometristi professionisti.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 22:20
In Francia c'è una crisi generale del movimento, anche con 700 crono all'anno non tirerebbero fuori un grande cronoman.
In Italia mancano i corridori mezzi pistard e mezzi stradisti, che altrove sono i migliori specialisti contro il tempo perchè solo su strada un cronoman può vincere massimo 2-3 gare all'anno, mentre su pista può ottenere maggiori soddisfazioni. E comunque manca un cultura della crono, che viene considerata una specialtà secondaria.

 

[Modificato il 16/03/2006 alle 22:26 by Lopi]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 22:24
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Una domanda: voi che ne pensate del settore "endurance" gestito da Callari? potrà dare buoni frutti per le specialità dell'inseguimento e della crono?


Ottima cosa avere il tecnico di specialità....

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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  postato il 16/03/2006 alle 22:43
il rapporto potrabbe essere causa/effetto, manca la cultura della crono quindi non c'è mai stata una scuola in grado di valorizzare questa disciplina. a questo punto ci sarebbe da capire perchè manca la cultura della crono, probabilmente è un qualcosa che poco si sposa con il nostro modo di concepire il ciclismo, inteso come corsa "sull'uomo" fatta di tattica, di scatti e inseguimenti mentre siamo insofferenti verso l'esercizio solitario, ritenuto (a ragione) più asettico. E' oggettivo che una corsa in linea, soprattutto de in salita, sia più spettacolare di una crono ma questo non è una giustificazione per ghettizzare una specialità che in questi anni si è rivelata fondamentale.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/03/2006 alle 23:15
Originariamente inviato da W00DST0CK76

il rapporto potrabbe essere causa/effetto, manca la cultura della crono quindi non c'è mai stata una scuola in grado di valorizzare questa disciplina...


Attenzione: la cultura della crono in Italia c'era, e c'era anche quella che per comidità chiamiamo "scuola".
Ad un certo punto (nemmeno troppo lontano nel tempo) la scuola è venuta meno e poco dopo la "cultura" l'ha seguita a ruota.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 16/03/2006 alle 23:41
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da W00DST0CK76

il rapporto potrabbe essere causa/effetto, manca la cultura della crono quindi non c'è mai stata una scuola in grado di valorizzare questa disciplina...


Attenzione: la cultura della crono in Italia c'era, e c'era anche quella che per comidità chiamiamo "scuola".
Ad un certo punto (nemmeno troppo lontano nel tempo) la scuola è venuta meno e poco dopo la "cultura" l'ha seguita a ruota.


Beh, cominciamo di qui. E' assolutamente vero. Visto che in un altro thread si parla dei tempi di Dancelli, a quell'epoca era appena passato un cronoman come Baldini e ne stava nascendo uno come Gimondi. Altro che mancanza di cultura del cronometro! Sapete cosa mancava in quei tempi? Mancavano i velocisti! E sì, adesso abbiamo avuto Cipollini ed ora abbiamo Petacchi. A quei tempi non c'era nessuno, il più veloce era... Dancelli! Perché credete che siano passati tanti anni dalla vittoria di Loretto Petrucci a quella di Dancelli alla Sanremo? Perché in Italia non c'era uno straccio di velocista che potesse competere con belgi e olandesi. Perché la Sanremo, già allora finiva con dei volatoni generali. E lo stesso Dancelli se ha voluto imporsi ha dovuto improvvisare un'impresa da leggenda. E come tale quasi irrepetibile. Quindi la mia impressione é che la "cultura" c'entri in modo relativo: lasciate che appaiano sulla scena un paio di cronoman di primo piano e la cultura verrà da sé.

 
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  postato il 16/03/2006 alle 23:46
Sta diventando un dilemma amletico, tipo quello tra uovo e gallina, non c'è "cultura della crono" perchè non nascono grandi cronoman o non nascono grandi cronoman perchè manca una cultura della crono?
nessuna delle due ipotesi è la verità assoluta, mi sa che rimarrà il dubbio quando arriverà in Italia un "Messia delle lancette"

E con questo concludo, buona notte e buona fortuna!

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 16/03/2006 alle 23:53
Originariamente inviato da cassius

Guardando al professionismo, dico solo che il Giro da anni ha pochissimi km a crono, spesso posti a fine Giro quando notoriamente contano le energie rimaste.


Io sinceramente non é che senta la mancanza di questi Km a cronometro. E, comunque, preferisco che manchino dei Km a crono che delle montagne, come succede regolarmente al Tour.

Il punto che più mi interessa é però il secondo: quindi, a fine Giro, il risultato delle crono é determinato "notoriamente" dalle energie rimaste.
Dite un po': ma voi ci credete veramente?

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/03/2006 alle 00:01
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Anch'io credo che l'allenamento nelle crono non debba essere solo finalizzato ai singoli appuntamenti, ma ad una completezza del corridore, ormai indispensabile per le grandi corse a tappe, avendo questa base poi si può puntare a far bene anche ai mondiali.


Perché "ormai"? Forse che prima non lo era? Come faceva Anquetil a vincere Tour e Giri? E poi che c'entra il mondiale? Anquetil era fortissimo a cronometro e il mondiale non lo ha mai vinto...

Originariamente inviato da W00DST0CK76
Se ad esepio un corridore finisce la Vuelta in forma e fa delle belle cronometro, non ha bisogno di forzare più di tanto per essere competitivo al mondiale.


Se un corridore finisce la Vuelta in forma, che bisogno ha di fare pure delle belle cronometro per fare bene al mondiale? Forse che Freire aveva vinto le cronometro della Vuelta prima di vincere il mondiale?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 00:09
Originariamente inviato da W00DST0CK76
Sta diventando un dilemma amletico, tipo quello tra uovo e gallina, non c'è "cultura della crono" perchè non nascono grandi cronoman o non nascono grandi cronoman perchè manca una cultura della crono?
nessuna delle due ipotesi è la verità assoluta, mi sa che rimarrà il dubbio quando arriverà in Italia un "Messia delle lancette"


Uovo e gallina? Ma no, figurati, se si discute sulla necessità di un (dicasi uno) velodromo coperto funzionale, se si discute sulla necessità del rilancio della pista, e se ci si ricorda che i grandissimi cronoman del passato si formavano sulla pista, basta fare 1+1=2, è aritmetica, non zootecnica.
Chiaro, ha ragione Felice quando afferma che la comparsa di un grande calibro nelle cronometro saprebbe dare vita ad un movimento di emulazione, più di molti sforzi federali.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 00:14
Nel ciclismo contro il cronometro oggi l'aspetto più ridicolo è la lunghezza delle prove, un incentivo alla miscela elvetico-statunitense.

 

[Modificato il 17/03/2006 alle 00:29 by aranciata_bottecchia]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 06:58
Originariamente inviato da Felice

Il punto che più mi interessa é però il secondo: quindi, a fine Giro, il risultato delle crono é determinato "notoriamente" dalle energie rimaste.
Dite un po': ma voi ci credete veramente?


le crono finali di un grande Giro danno spesso risultati sorprendenti, talvolta rovesciando i verdetti della prima crono: a memoria ricordo una vittoria di Chioccioli al Giro, un quinto posto di Gotti al Tour, un terzo posto di Chiappucci (sempre al Tour, a meno di un minuto da Indurain), un terzo posto di Argentin al Giro, due terzi posti di Pantani al Giro e al Tour.
Come si spiegano queste soprese, non certo rare nelle crono finali, se non facendo riferimento alle energie rimaste?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 07:11
Originariamente inviato da Felice
Quindi la mia impressione é che la "cultura" c'entri in modo relativo: lasciate che appaiano sulla scena un paio di cronoman di primo piano e la cultura verrà da sé.


il grande cronoman naturale (alla Baldini o alla Moser), come dice qualcuno, lo manda il Padreterno e quindi per quello non si può fare niente: ma Ivan Basso ha insegnato che con il lavoro serio si possono ottenere risultati sorprendenti, quindi è plausibile pensare che se questa specialità avesse maggior considerazione da parte di tutti (tifosi, stampa, organizzatori del Giro) probabilmente l'esempio di Basso sarebbe stato seguito da diversi atleti, che avrebbero le potenzialità per essere buoni cronomen (il primo nome che mi viene in mente è quello di Marco Velo) ma che non hanno nessuna intenzione di perdere tempo per migliorare in una specialità che non interessa a nessuno.

 
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  postato il 17/03/2006 alle 08:21
Originariamente inviato da Felice

Originariamente inviato da W00DST0CK76

Anch'io credo che l'allenamento nelle crono non debba essere solo finalizzato ai singoli appuntamenti, ma ad una completezza del corridore, ormai indispensabile per le grandi corse a tappe, avendo questa base poi si può puntare a far bene anche ai mondiali.


Perché "ormai"? Forse che prima non lo era? Come faceva Anquetil a vincere Tour e Giri? E poi che c'entra il mondiale? Anquetil era fortissimo a cronometro e il mondiale non lo ha mai vinto...

Originariamente inviato da W00DST0CK76
Se ad esepio un corridore finisce la Vuelta in forma e fa delle belle cronometro, non ha bisogno di forzare più di tanto per essere competitivo al mondiale.


Se un corridore finisce la Vuelta in forma, che bisogno ha di fare pure delle belle cronometro per fare bene al mondiale? Forse che Freire aveva vinto le cronometro della Vuelta prima di vincere il mondiale?



Beh, la crono è stata sempre importante, però una volta in salita si facevano più distacchi e quindi era meno difficile recuperare per gli scalatori.

Per quanto riguarda il discorso Vuelta, mi riferivo sempre al mondiale a cronometro, non a quello in linea

 

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  postato il 17/03/2006 alle 14:40
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Felice
Quindi la mia impressione é che la "cultura" c'entri in modo relativo: lasciate che appaiano sulla scena un paio di cronoman di primo piano e la cultura verrà da sé.


il grande cronoman naturale (alla Baldini o alla Moser), come dice qualcuno, lo manda il Padreterno e quindi per quello non si può fare niente: ma Ivan Basso ha insegnato che con il lavoro serio si possono ottenere risultati sorprendenti, quindi è plausibile pensare che se questa specialità avesse maggior considerazione da parte di tutti (tifosi, stampa, organizzatori del Giro) probabilmente l'esempio di Basso sarebbe stato seguito da diversi atleti, che avrebbero le potenzialità per essere buoni cronomen (il primo nome che mi viene in mente è quello di Marco Velo) ma che non hanno nessuna intenzione di perdere tempo per migliorare in una specialità che non interessa a nessuno.


Diciamo intanto che del cronometro in sé non frega niente neppure a Basso, altrimenti parteciperebbe al campionato nazionale della specialità (che vincerebbe quasi di sicuro) e chiederebbe di partecipare al mondiale a crono. Le cronometro gli interessano solo come strumento per cercare di imporsi nelle corse a tappe.

Diciamo pure che non é che all'estero ci sia poi questo grande apprezzamento della specialità: non mi sembra, per esempio, che Ullrich si faccia un dovere di presentarsi ogni anno al mondiale a crono.
E' una disciplina che, per essere apprezzata, deve avere grandi specialisti che eccellono anche in altri campi. Fin tanto che il grande specialista della crono é un tizio che non combina un gran ché nelle altre specialità, l'interesse del grande pubblico finisce per essere scarso.

Per quanto riguarda i progressi: se sei un corridore di media qualità, allenandoti bene per le crono non diventerai Anquetil, così come allenandoti bene per le salite non diventerai Pantani. Che si possa progredire é ovvio, ma che si possano fare i miracoli é permesso dubitarne e, se questi miracoli avvengono, é lecito sospettare che ci sia sotto un trucco.

Questo secondo me spiega perché dei corridori che avrebbero certo potuto migliorare un poco nel contre-la-montre, senza però avere la speranza di divenire dei draghi, non lo hanno fatto.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/03/2006 alle 14:52
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da Felice

Il punto che più mi interessa é però il secondo: quindi, a fine Giro, il risultato delle crono é determinato "notoriamente" dalle energie rimaste.
Dite un po': ma voi ci credete veramente?


le crono finali di un grande Giro danno spesso risultati sorprendenti, talvolta rovesciando i verdetti della prima crono: a memoria ricordo una vittoria di Chioccioli al Giro, un quinto posto di Gotti al Tour, un terzo posto di Chiappucci (sempre al Tour, a meno di un minuto da Indurain), un terzo posto di Argentin al Giro, due terzi posti di Pantani al Giro e al Tour.
Come si spiegano queste soprese, non certo rare nelle crono finali, se non facendo riferimento alle energie rimaste?


Secondo me non é vero che alla fine di un Grande Giro chi ha la più grande riserva di "energie rimaste" é chi occupa i primi posti della classifica generale.
Secondo me non é vero neppure che dopo una serie di tappe di montagne chi ha più energie in riserva siano gli scalatori che in quelle tappe hanno dato battaglia.
Quindi, se in una cronametro posta dopo le montagne, i suddetti scalatori non si beccano una bella bastonata dallo Zabrinski di turno che, oltre ad essere forte a cronometro, essendo fuori dalla generale, sulle montagne ha potuto pure prendersela comoda, per me strano é e strano rimane.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 16:03
Originariamente inviato da Felice

E' una disciplina che, per essere apprezzata, deve avere grandi specialisti che eccellono anche in altri campi. Fin tanto che il grande specialista della crono é un tizio che non combina un gran ché nelle altre specialità, l'interesse del grande pubblico finisce per essere scarso.

Per quanto riguarda i progressi: se sei un corridore di media qualità, allenandoti bene per le crono non diventerai Anquetil, così come allenandoti bene per le salite non diventerai Pantani. Che si possa progredire é ovvio, ma che si possano fare i miracoli é permesso dubitarne e, se questi miracoli avvengono, é lecito sospettare che ci sia sotto un trucco.

Questo secondo me spiega perché dei corridori che avrebbero certo potuto migliorare un poco nel contre-la-montre, senza però avere la speranza di divenire dei draghi, non lo hanno fatto.


In passato ci sono stati diversi corridori che erano considerati solo ed esclusivamente cronomen: mi vengono in mente Roy Schuiten, Knut Knudsen e Gregor Braun (e fino a qualche anno fa avrei detto anche Sergey Gontchar).
E' vero che loro avevano grandi attitudini naturali verso questa specialità (tutti e tre grandi inseguitori su pista), ma è vero anche che avevano avversari ben più tosti di quelli attualmente sulla piazza; mi sembra che, pur senza eccellere in altri campi, la loro bella carriera l'abbiano fatta.
Parecchi atleti di oggi, se si fossero dati da fare per migliorare in questo esercizio, certamente non sarebbero stati in grado di lottare con Ullrich e Armstrong al Tour, però qualche piccola soddisfazione nelle corse a tappe minori (o magari anche al Giro, dove i grossi cronomen non è che si vedano spessissimo) avrebbero potuto togliersela.
Evidentemente sono più appagati da altri incarichi in squadra: se a loro (e ai loro ds) sta bene così, nessun problema.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 16:16
Originariamente inviato da Felice
Quindi, se in una cronametro posta dopo le montagne, i suddetti scalatori non si beccano una bella bastonata dallo Zabrinski di turno che, oltre ad essere forte a cronometro, essendo fuori dalla generale, sulle montagne ha potuto pure prendersela comoda, per me strano é e strano rimane.


mica sono tanto sicuro che in una tappa di montagna Zabriskie fatichi meno di Basso: intanto finchè ce la fa deve aiutare il capitano e controllare la corsa, dopodichè una volta staccatosi (si presume abbastanza stanco, perchè se no significa che pensa solo a se stesso e non al proprio leader) deve stare attento al tempo massimo.
Basso fa la corsa negli ultimi km, ma fino lì ci arriva in carrozza.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 20/03/2006 alle 22:49
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Per Cassius: non focalizzerei troppo l'attenzione sulla carenza di prove a cronometro in Italia, diversamente non saprei cosa pensare del ciclismo francese che, nonostante il numero di gare contro il tempo che si svolgono sul territorio d'oltralpe, non è capace di produrre un grande cronoman esattamente come noi, o anche peggio di noi.
Il Belgio stesso non è messo molto meglio.
In fondo in Italia ci sono cronometristi di un certo valore come Basso, Bruseghin, Cioni, lo stesso Pinotti...


La Francia non riesce più a produrre corridori di un certo livello.
Non so perchè. Guimard dice che non c'è più la capacità di far lavorare duro i giovani e che questi arrivano al professionismo immaturi.
Ricordo ai signori giornalisti di BS che un Geslin non fa primavera, così come non la fece Voeckler nel 2004.

A parte Basso, i cronomen che mi hai citato sono validissimi in Italia, ma appena fuori dai patri confini rimediano delle scoppole tremende.
Nel 2005, nelle corse Protour, solo Basso ha vinto una prova contro il tempo. Al Mondiale crono il migliore è stato Bruseghin, 14°.
C'è poco da fare, da noi mancano i cronomen.
Sono un ottimista, mi consolo con i nostri successi nelle classiche, e spero quest'anno anche con il Tour (dando per scontato che un italiano vinca il Giro).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/03/2006 alle 23:10
Originariamente inviato da cassius

Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Per Cassius: non focalizzerei troppo l'attenzione sulla carenza di prove a cronometro in Italia, diversamente non saprei cosa pensare del ciclismo francese che, nonostante il numero di gare contro il tempo che si svolgono sul territorio d'oltralpe, non è capace di produrre un grande cronoman esattamente come noi, o anche peggio di noi.
Il Belgio stesso non è messo molto meglio.
In fondo in Italia ci sono cronometristi di un certo valore come Basso, Bruseghin, Cioni, lo stesso Pinotti...


La Francia non riesce più a produrre corridori di un certo livello.
Non so perchè. Guimard dice che non c'è più la capacità di far lavorare duro i giovani e che questi arrivano al professionismo immaturi.
Ricordo ai signori giornalisti di BS che un Geslin non fa primavera, così come non la fece Voeckler nel 2004.


Che c'entra BS?

A parte Basso, i cronomen che mi hai citato sono validissimi in Italia, ma appena fuori dai patri confini rimediano delle scoppole tremende.


Scusa, chi se ne frega? Non sono per l'autarchia, ma ottenere ottimi risultati in Italia vuol dire già molto, ciclisticamente siamo l'unico paese autosufficiente.

 

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Davide

 
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  postato il 03/11/2006 alle 14:56
l'immensa debbolezza dei corridori italiani :

Originariamente inviato da ginosto

Da anni , l'Italia del ciclismo è al top del ciclismo mondiale

Pero', aggiungiamo che c'è una prova che gli italiani non riescono proprio a controllare ed a avere qualsiasi risultato : LA CRONO !

E questo ha impedito a qualche nostro , di poter lottare per la vittoria in alcune corse a tappe (Tour)

Ma perche questa grande debbolezza ? : è un problema di generazione , oppure di mentalità ?

secondo mio parere , il grande disastro che darebbe una spiegazione è la cancellazione del Trofeo Baracchi ?

Ma cio' che mi brucia ancora di piu' è che i nostri dirigenti , non mi sembrano che cerchino di risolvere il problema.

E perche non organizzare una corsa "italiana" di prestigio a crono : darebbe forse piu peso a questa diciplina diventata fondamentale nel ciclismo del 2000 ?


Originariamente inviato da nino58

Anche del GP Castrocaro e della 100Km a squadre.


Originariamente inviato da Cascata del Toce

Sono d'accordo... la crono purtroppo non è curata come dovrebbe ma sai..qui da noi abbiamo i grandi scalatori... quindi chi se ne frega delle crono?? Quel che ho appena scritto è la causa di questa debolezza (c'è una B di troppo :Od ... Adeso col progetto bracciale del cronoman si cerca di sopperire ma la crono è di per se una specialità.. Puoi lavorarci, migliorare .. ma la si deve avere dentro... o ce l'hai o non ce l'hai...


Originariamente inviato da antonello64

mi sembra che dell'argomento cronometro se ne era già parlato da qualche parte

 

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  postato il 03/11/2006 alle 20:29
Per andare forte nelle crono, bisogna trovare la dose giusta...

 

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  postato il 03/11/2006 alle 20:40
ma che dose?mah queste frasi incompiute non le capisco

 

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"Venderesti entrambi gli occhi per un milione di dollari... o le gambe... o le mani... o gli orecchi? Fai la somma di quello che hai e scoprirai che non lo venderesti per tutto l'oro del mondo. Le cose migliori della vita sono le tue, se riesci ad apprezzarle".
Dale Carnegie

"Non lamentatevi di quello che non avete. Usate quello che avete. Fare meno del vostro meglio è un peccato. Tutti noi abbiamo il potenziale per eccellere perché l'eccellenza é determinata dalla dedizione, a noi e agli altri".
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  postato il 03/11/2006 alle 20:45
Originariamente inviato da omar

ma che dose?mah queste frasi incompiute non le capisco


Di allenamento, allenamento...

 

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  postato il 03/11/2006 alle 21:10
Originariamente inviato da panta2


Di allenamento, allenamento...


L'allenamento ci vuole per tutto ovviamente, non lo scopriamo mica oggi!!

 

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  postato il 03/11/2006 alle 21:16
BANAAAAANA!!! Non s'è capita l'ironia???

 

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  postato il 03/11/2006 alle 21:18
Originariamente inviato da panta2

BANAAAAANA!!! Non s'è capita l'ironia???


no per nulla

 

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  postato il 03/11/2006 alle 21:23
Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da panta2


Di allenamento, allenamento...


L'allenamento ci vuole per tutto ovviamente, non lo scopriamo mica oggi!!


Oltre all'allenamento ci vuole anche una particolare predisposizione mentale all'esercizio solitario, non è facile pedalare per circa un'ora a tutta senza avere punti di riferimento con il pensiero del tempo che scorre. Un corridore poco propenso alla crono può ad esempio soffrire il fatto che 2 minuti dopo di lui è partito uno specialista che potrebeb presto raggiungerlo, altri corridori possono innervosirsi nel conoscere i distacchi tra lui e gli avversari.
Indurain era esemplare nella sua tranquillità, non era facile volare a 50 km/h con Echavarri che strombazzava col megafono come Lou Grossett Junior nel film "Ufficiale e Gentiluomo"
Una crono si corre anche con la testa e tanti specialisti hanno escogitato qualche espedente per poter meglio esorcizzare lo stress creato dal "signore delle lancette".

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2006 alle 02:20
Te lo dico da amico Panta..ma di questa sarcastica ironia suelle dosi se ne potrebbe anche fare a meno...

 

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...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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