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"Marco, parla la manager" - Manuela Ronchi si confessa ad Elisa Marchesan
Monsieur 40% - 18/02/2006 alle 14:34

http://www.cicloweb.it/art503.html Apro un nuovo thread perché le discussioni intorno alle dichiarazioni di Manuela Ronchi raccolte dalla bravissima Elisa Marchesan (alias Vuelta Espana) possono essere più ampie rispetto ai thread già esistenti. Vi invito a leggere con attenzione il lavoro di Elisa, perché ci sono spunti davvero molto interessanti. http://www.cicloweb.it/art503.html

 

[Modificato il 16/05/2006 alle 01:55 by Monsieur 40%]


Cascata del Toce - 18/02/2006 alle 20:40

Complimenti Eli...molto bel lavoro... :)davvero...


stress - 18/02/2006 alle 22:29

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Complimenti Eli...molto bel lavoro... :)davvero... [/quote] Complimenti Ely. Gianlu, pensare che è una tua concittadina, non la elisa, ma la figlia del concessionario Lancia.

 

[Modificato il 18/02/2006 alle 22:38 by stress]


pedalando - 18/02/2006 alle 22:39

Mi associo ai complimenti ad Elisa. :clap:


Cascata del Toce - 18/02/2006 alle 22:58

[quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Complimenti Eli...molto bel lavoro... :)davvero... [/quote] Complimenti Ely. Gianlu, pensare che è una tua concittadina, non la elisa, ma la figlia del concessionario Lancia. [/quote] E certo che è nostra concittadina...la conosci???


stress - 18/02/2006 alle 23:20

[quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] [quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Cascata del Toce [/i] Complimenti Eli...molto bel lavoro... :)davvero... [/quote] Complimenti Ely. Gianlu, pensare che è una tua concittadina, non la elisa, ma la figlia del concessionario Lancia. [/quote] E certo che è nostra concittadina...la conosci??? [/quote] Con lei ho parlato solo una volta, col fratello qualche volta e con la madrina di mio figlio (lavorava per la Manuela) tante volte. Lo squaraus di Marco a Morzine (dopo la fuga non andata in porto) l'ho saputo praticamente in tempo reale.


aranciata_bottecchia - 18/02/2006 alle 23:56

L'intervista è sicuramente interessante (anche se immagino che non vi sia una sola nota nuova per le orecchie dei tifosi di Pantani più attenti e da tempo informati). Le domande sono formulate bene, Elisa va elogiata. Ne manca però una cara ai ribelli del forum della Fondazione Pantani: perchè quando in televisione il nome di Pantani viene correntemente smerdato, non ci si risolve ad ingaggiare un avvocato che tuteli la dignità del nome Pantani? La Ronchi stessa evidenzia quanta confusione ci sia in giro. Per difendere la scatarrata di Totti la Federazione arrivò ad assoldare l'avvocato di Andreotti...


53.11 - 19/02/2006 alle 00:17

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] L'intervista è sicuramente interessante (anche se immagino che non vi sia una sola nota nuova per le orecchie dei tifosi di Pantani più attenti e da tempo informati). Le domande sono formulate bene, Elisa va elogiata. Ne manca però una cara ai ribelli del forum della Fondazione Pantani: perchè quando in televisione il nome di Pantani viene correntemente smerdato, non ci si risolve ad ingaggiare un avvocato che tuteli la dignità del nome Pantani? La Ronchi stessa evidenzia quanta confusione ci sia in giro. Per difendere la scatarrata di Totti la Federazione arrivò ad assoldare l'avvocato di Andreotti... [/quote] Come non essere daccordo con te!!!


Paz&Caz - 19/02/2006 alle 11:17

Complimenti a Elisa!!! L'intervista è stata bellissima. Complimenti! Complimenti Complimenti. MArco sarà per sempre nel mio cuore. Pap


W00DST0CK76 - 19/02/2006 alle 11:32

Anch'io ho apprezzato molto l'intervista di Elisa alla Ronchi, domande efficaci e risposte intense ed accorate tali da farci comprendere ancora di più cosa si è trovato a vivere Marco nei giorni della sua odissea emotiva.


violetta - 19/02/2006 alle 11:33

Aranaciata, da buona ribelle della fondazione mi dai uno spunto, io ho una ulteriore osservazione da fare, il nome di Marco non viene usato a sproposito solamente in tv, ma anche sui giornali, e su un giornale in particolare, che stranamente compare nella lista degli "amici-donatori-sostenitori" della fondazione Marco Pantani....Mi chiedo, da moltissimo tempo, come si faccia ad accettare un sostegno economico, proprio da chi ha sempre infangato il nome di Marco......da chi ha scritto un editoriale schifoso e vergognosamente infame il giorno stesso dell esclusione di Marco,mentre fino al giorno precedente elogiava il pelatino per le sue imprese COPPIANE BARTALIANE???:boh:


Donchisciotte - 19/02/2006 alle 17:36

Non sarò breve. Pubblico questo post sia nel forum di cicloweb che in quello della Fondazione. Del resto l’intervista è lunga, interessante, ben fatta ( complimenti a Elisa Marchesan!!!), logico che ispiri diverse considerazioni. La prima è un ringraziamento a Cicloweb per lo spazio e la qualità dello spazio che sta dando a Marco Pantani in questi giorni di anniversario , sia nella home page sia nel forum. A dimostrazione, ancora una volta, che Cicloweb è davvero l’università del ciclismo, lo spazio per Marco è adeguato a questo status di cicloweb. Sull’intervista. Ci sono molte cose su cui sono d’accordo, per esempio l’analisi della mancata “confessione” di Marco, il suo voler portare il livello della lotta al doping su un piano diverso da quello innocuo del campione che confessa e ammette i SUOI sbagli ( non a caso questo era ciò che il potere gli chiedeva). Molto bella l’immagine del tavolo con i ciclisti e solo Marco che guarda negli occhi i suoi colleghi, gli altri abbassano lo sguardo, del resto la logica del doping e quella dell’antidoping ( perfettamente speculari, non a caso) è quella che è colpevole solo chi è beccato. Non l’ha inventata Ferrari, questa,è la logica delle cose perché il business ( del doping e dell’antidoping) possa continuare. Certamente questa analisi della Ronchi viene da Pantani, cioè è quello che Marco pensava. Una nota: le controanalisi non si fanno con un altro prelievo, si fanno mettendo il sangue prelevato in due provette diverse una delle quali viene sigillata e aperta solo alla presenza del legale rappresentante dell’atleta risultato positivo. Nel 1999 quelle analisi erano a tutela della salute dell’atleta, non portavano alla squalifica e non prevedevano contro analisi. Ma non prevedevano nemmeno che l’atleta fermato fosse accusato di doping nel modo in cui è stato accusato Marco. D’accordo anche su Cannavò, su come il mondo del ciclismo sembrava pronto alla demonizzazione del capro espiatorio, d’accordo sull’assenza degli organizzatori del Giro accanto a Marco e sui giudizi su di lui mutati in una notte. Assolutamente non d’accordo sul fatto che, dal momento non abbiamo le prove su come andarono le cose a Campiglio ma solo indizi (pesanti)i, non si possa fare nulla e si debba stare in silenzio su tutto. Su tutto allargare le braccia e dire: è così, non possiamo farci nulla. Anche se non si hanno prove sull’accaduto di Campiglio si può querelare l’avvocato della Juventus che insulta Pantani. Anche se non si hanno prove su Campiglio si può fare una lettera a Cannavò ( non sempre solo i tifosi) con i contenuti che la Ronchi mette nell’intervista a Elisa di cicloweb , non si può stare sempre zitti perché tanto, dice la Ronchi, i passi giusti si fanno in silenzio. Ci sono dei passi che si fanno in silenzio e altri che si fanno alla luce del sole, tanto per non dare l’impressione che Pantani sia il carro della croce rossa. Sparate tanto non risponde ai colpi. Perché se si sta zitti, con il prossimo calciatore beccato e processato vedremo l’avvocato sparare ancora su Pantani e sottolineare la differenza mitica ( non lo vorrete mica paragonare , questo povero calciatore, a quel dopato di Pantani!). Sono anche d’accordo con la Ronchi che i passi per far, eventualmente, riaprire l’inchiesta sulla morte si facciano in silenzio, sono d’accordo che, al momento, di fatto inspiegabile c’è solo l’omissione di soccorso; uno sta male per giorni in un albergo e nessuno chiama aiuto. Ma come mai la denuncia per omissione di soccorso non è stata presentata? Cerchiamo di distinguere le cose. Un conto è Campiglio e le prove , un conto è che non si muove paglia su niente. E allora, purtroppo, qua si torna al discorso della Fondazione. Non è che non si muove paglia perché ci si farebbero dei nemici dannosi per quella macchina autoreferenziale che è la Fondazione? Gli eventi mondano-benefici della Fondazione, a mio modesto avviso, NULLA c’entrano con la dignità di Pantani, sono eventi che si potrebbero fare con qualsiasi nome ( da Mario Rossi a Giovanni Rana ) e pure con gli stessi personaggi dello spettacolo ( o altri simili), per definizione sempre alla ricerca di presenze, visibilità ecc. Gente che nulla sa di Pantani e nulla gli frega, si possono pure fare villaggi, dare aiuti ecc. ( lo fanno milioni di associazioni e fondazioni), nulla viene aggiunto o tolto alla dignità di Pantani. La Fondazione è puramente autoreferenziale e il nome di Pantani è un mezzo TANTO E’ VERO che fino a poco tempo fa la Gazzetta era socio benemerito. Temo che, purtroppo, per questo non si possa scrivere neanche una lettera di protesta, perché il fondamento commerciale della Fondazione ne verrebbe danneggiato. E questo non lo pensano in pochi PER FORTUNA. E che non si dica che si fanno lettere e non vengono pubblicate o querele e non si sa: le querele sono pubbliche e le lettere di chi è oggetto di un articolo di giornale vengono pubblicate SEMPRE e a tutti, perché la rettifica è un diritto e lo è anche per Pantani che è capro espiatorio per il doping nello sport non è fuori da ogni tutela su tutto. E la Ronchi che vuole scoperchiare tante pentole ( giusto, il doping è problema complesso), scoperchi anche la pentola che origina quei valori di competitività esasperata di cui parla : la società capitalistica del libero mercato ( e spettacolo) e tecnologicamente avanzata . POI LA RONCHI CI DOVREBBE SPIEGARE QUESTA FRASE: “Per l'amor di Dio, sono dei giusti dubbi, se si hanno dei dubbi è doveroso cercare di dare delle risposte, ma nelle sedi opportune e con i metodi opportuni, quindi ognuno deve fare il suo mestiere, non strumentalizzare a nome suo una voglia di vendetta di altri, perché penso che Marco non ne sarebbe contento». SE CAPISCO BENE SI RIFERISCE A NOI CHE CREDIAMO CHE SE CI SI ADEGUA AL SILENZIO CHE TUTTO IL MONDO DEL CICLISMO E DELLO SPORT VORREBBERO SULLA VICENDA DI PERSECUZIONE E LINCIAGGIO DI CUI E’ STATO OGGETTO PANTANI, MAI SI AVRA’ LA POSSIBILITA’ DI SCOPRIRE DAVVERO QUELLO CHE E’ SUCCESSO A CAMPIGLIO. LA POSSIBILITA’ DI QUALCHE CONFESSIONE O DI QUALCUNO CHE PARLI E’ STRETTAMENTE LEGATA AL FATTO CHE NON CALI IL SILENZIO SULLA VICENDA ( ecco anche la necessità delle lettere di protesta, delle querele ecc). Allora Manuela Ronchi deve sapere che solo Pantani poteva essere animato da spirito di vendetta, tutti gli altri possono essere animati SOLO da spirito di giustizia. Sappia anche che di cosa sarebbe contento Pantani , purtroppo, non può parlare nessuno, lui è morto e non può confermarcelo. Io sono sicura che sarebbe contento che si voglia e si cerchi la verità e si desideri che la sua dignità sia riconosciuta. Quanto allo strumentalizzare a nostro favore, sappia la signora Ronchi che né io né gli altri tifosi che la pensano come me TRAGGONO ALCUN VANTAGGIO , NE’ SUL LAVORO NE’ NELLA VISIBILITA’, DA QUELLO CHE FANNO. Nessuno di noi è giornalista o aspira a diventarlo, nessuno di noi ha lavori in cui è importante visibilità o riconoscibilità, nessuno di noi cerca visibilià, neppure paesana. Quindi prima di dire certe cose si pensi bene, perché non so quanti altri, nella vicenda Pantani, possono dire altrettanto. Infine la Ronchi dice, giustamente, che la gente non sa che Pantani non è mai risultato positivo né a Campiglio né in altre circostanze. Peccato che non lo sappia neanche chi scrive per la Fondazione. A dimostrazione dell’autoreferenzialità della Fondazione, quando deve parlare di Pantani, come nell’ormai risaputo episodio della scrittura della biografia di Marco sul suo sito ufficiale, scrive della positività di Marco a Campiglio. Adesso, dopo le proteste, si è finalmente chiesto a qualcuno estraneo alla Fondazione di scrivere una biografia. Come dice la Ronchi ognuno è libero di seguire la sua strada, solo che le strade hanno un nome: la Fondazione è un’associazione benefico-mondana che potrebbe intitolarsi a chiunque, la ricerca , non dico della giustizia, ma anche solo della tutela della dignità di Marco, è una strada diversa. Ribadisco quello che ho scritto sul forum della Fondazione , ieri, dopo una veloce lettura dell’intervista: Manuela, quello che hai detto a Elisa Marchesan di Cicloweb su Cannavò SCRIVILO A LUI. FACCELO VEDERE PUBBLICATO ANCHE SULLA GAZZETTA.


Donchisciotte - 19/02/2006 alle 18:34

Specifico: le opere benefiche non aggiungono nulla alla dignità di Pantani perché , se non si fa NULLA su altri fronti per ridare dignità a Marco, facendo conoscere a tutti la sua storia di persecuzione, tutte le cose realizzate SARANNO SEMPRE, per la gente che legge i giornali e vede la televisione, intitolate a un dopato e a un drogato con l'intento di abbellirne l'immagine. Bisogna fare molto di PUBBLICO per ridare dignità a marco perché anche le opere benefiche acquistino un senso per la sua dignità.


itammb - 19/02/2006 alle 19:16

Bravissima Elisa... Mi allineo con Donchisciotte... Ad esempio molti miei colleghi in ufficio la pensano così... >Specifico: le opere benefiche non aggiungono nulla alla dignità di >Pantani perché , se non si fa NULLA su altri fronti per ridare dignità a >Marco, facendo conoscere a tutti la sua storia di persecuzione, tutte le >cose realizzate SARANNO SEMPRE, per la gente che legge i giornali e vede >la televisione, intitolate a un dopato e a un drogato con l'intento di >abbellirne l'immagine. >Bisogna fare molto di PUBBLICO per ridare dignità a marco perché anche le >opere benefiche acquistino un senso per la sua dignità.


riddler - 19/02/2006 alle 19:33

Scusate ma io c'è una cosa che non capisco molto bene: dove voleva arrivare Manuela Ronchi... Sono arrivato a metà dell'intervista che vorrei leggere attentamente cosa che mi risulta difficile perchè sono debilitato dalla febbre, tuttavia vi riporto un tratto dell'intervista: "Ed invece se n'è fatto un caso. Purtroppo Marco non è riuscito a ridimostrare sulla bicicletta chi era veramente Marco Pantani perché è caduto nel problema della cocaina; e anche qui l'ennesima cattiva interpretazione, perché, se si fa un test, la gente è convinta che la cocaina siccome eccita fa andare più forte. Tanti confondono ancora il doping con la cocaina, e invece la cocaina ti debilita al punto che non riesci più neanche a stare in piedi, e Marco non è più riuscito a fare risultati a livello sportivo proprio perché era caduto in questa depressione che l'ha portato all'utilizzo della coca. Lottava per stare in bicicletta fondamentalmente per stare lontano dall'altro problema" Si parla di cocaina ok, ma provate a immaginare una persona che non segue il ciclismo legge questa frase, è depresso e utilizza cocaina! Ma cosa potrebbe pensare? Chi mi impedisce di credere che questa persona pensi: ma guarda questo qui! Ricco e famoso, ed è pure depresso! Non credo che giovi tanto all'immagine di Pantani secondo me...


josera - 19/02/2006 alle 21:16

mi associo in toto a quanto scritto da Donchisciotte. Ciò che dice la Ronchi è per molti verso contraddittorio...


fabbricadelleidee - 19/02/2006 alle 21:26

Complimenti ad Elisa ma anche all'intervista in se. Quando muore una persona è sempre un momento triste. Quando muore un uomo che ha lasciato una grande ricchezza al mondo, forse il dolore, per chi l'ha stimato, è più forte. Ciò che ha lasciato Marco Pantani nelle sua imprese, nelle scalata alla sua vita ed è un dono prezioso per tutta l'umanità. Può forse stupire vedere la tristezza delle persone quando, due anni fa, hanno saputo della sua morte. Quanta gente gli vuol bene e per un ciclista, un creatore di cose nuove, questo è il miglior ringraziamento. Ma un dolore così grande per i genitori e le persone piu vicine a lui merita rispetto, Tutti noi volevamo bene a Marco,alcuni senza neanche averlo mai visto ad una tappa. Perché? Perché era un uomo fragile e forte allo stesso tempo, era più di un fratello maggiore che ci ha insegnato a ripartire ad ogni ricaduta. Ci ha insegnato a pensare senza paraocchi ad aver pietà per i più deboli perché siamo tutti uomini e tutti siamo un po' sfortunati.Ora cara Donchisciotte cui non prendi in considerazione chi ti scrive, senza dare risposta,quindi dimostrando poca correttezza, (domandare e lecito, confrontare le nostre opinioni pure), a molti definiti da te della cordata Fdi perchè prendersela tanto con la Ronchi? Cannavo x quello che scrive non dovrebbe neanche esser preso in considerazione, ha solo titolo di scrivere,quello che possiamo fare e puo fare la Ronchi è scrivergli di lasciare in pace il nostro campione, di occuparsi di altro, ma x molti giornalisti non è facile.... aspettano solo di far notizia...quindi è tempo perso. Per noi la cosa piu importante è il ricordo, chi siamo noi per indagare? Marco merita pace, nei suoi scritti nn leggiamo giustizia e verità, ma leggiamo, i ragazzi che credono in me devono parlare. Forse è a questo che dobbiamo puntare, cercare di far smuovere l'animo umano, perchè anche ai giovani che praticano questo amato sport non succeda quello che è successo a Marco. A noi che abbiamo, almeno un poco, imparato a vivere sulle strade le emozioni nel ricordo di Marco, ci sembra che la sua scomparsa non venga capita. Le emozioni sono rimaste tutte nel cuore e questo è già molto perché questo significa che l'uomo non è morto completamente.Ora sta solo a noi continuare quello che lui a iniziato.


Vuelta Espana - 19/02/2006 alle 23:22

Intanto ringrazio tutti quanti per i complimenti, sono contenta che la mia intervista abbia dato vita a tanti spunti di discussione. [quote][i]Originariamente inviato da riddler [/i] Si parla di cocaina ok, ma provate a immaginare una persona che non segue il ciclismo legge questa frase, è depresso e utilizza cocaina! Ma cosa potrebbe pensare? Chi mi impedisce di credere che questa persona pensi: ma guarda questo qui! Ricco e famoso, ed è pure depresso! Non credo che giovi tanto all'immagine di Pantani secondo me... [/quote] Scusa Riddler, ma non riesco a seguirti...il discorso della Ronchi mi sembra proprio quello che hai anche fatto tu, ossia che l'ignoranza (nel senso di "ignorare i fatti") della gente sulla questione della cocaina porta a credere proprio che il fatto che Marco fosse drogato di coca sia equivalente all'essere dopato, e quindi secondo la Ronchi questo è uno dei tanti problemi legati alla mala-informazione sulla faccenda del Pirata e del dopo-Campiglio...forse ho capito male cosa intendi, in quel caso magari prova a ri-spiegarmi tutto...


WebmasterNSFC - 20/02/2006 alle 00:13

Letta subito, complimenti in ritardo per cause di forza maggiore :D Le domande sono ben formulate, anche se le risposte mi sembrano sempre "contratte e riscaldate"...credo sarà dura fare chiarezza, anche se un faccia a faccia o lettera a lettera con qualcuno potrebbe essere mooolto interessante, chissà che i nostri inviti non cadano nel vuoto. :pss:


riddler - 20/02/2006 alle 00:39

Elisa, quello che volevo dire io, premettendo che non è quello che penso, ma con un pò di presunzione vorrei entrare nella testa della gente comune che non segue il ciclismo, è un'altra cosa... Non è che dicendo che Pantani non è dopato, ma ha fatto uso di cocaina che è diversa dalla droga, si dia un'immagine bella di Marco... Se si vuole dare una riverniciata, semmai ce ne fosse bisogno (per me non ce n'è mai stato bisogno) all'atleta non è questo il modo di farlo!!! Nella mia ignoranza ad esempio, e lo ammetto, non ho avuto pensieri positivi recentemente per Elkann e per le sue vicende di droga, non conosco la persona e quello che ha passato, ma leggendo i fatti mi sono detto se questo deve dirigire un giorno la fiat non andiamoci a lamentare se poi l'industria va in fallimento... Insomma si fa presto a dare giudizi se c'è in ballo una questione scottante come la droga...


pier70 - 20/02/2006 alle 03:46

Caro Riddler, anche se mi associo al Donchisciotte-pensiero al 100% e invito tutti a rileggere il suo post con attenzione e pure quello di Aranciata Bottecchia (poche righe, w la sintesi, ma dicono davvero tutto, in particolare l'ultima riga sul calcio... :D ... sono ammirato) su questo punto non mi trovo d'accordo con te, la Ronchi ha infatti precisato che Pantani era un uomo di principi, e per quelli è morto, se ne fregava di essere pieno di soldi e famoso, era depresso perchè soffriva come un cane l'esser stato tacciato di "bestia rara" e perseguitato per lavare le colpe di tutti. La Ronchi questo lo spiega bene, devo ammetterlo anche se sono un ribelle del forum fondazione: quando prende le difese di Marco lo fa benissimo, e forse mai fino ad ora con l'efficacia che ha messo in mostra in questa intervista meravigliosa, dove è "un fiume in piena". Il problema è che nell'ultima parte dell'intervista, quando si tratta di far chiarezza su Campiglio, o di difendere il buon nome di Pantani vilipeso dall'avvocato della juve, calunniato da cannavò anche nell'editoriale di una settimana fa a 2 anni dalla morte, o quando quel tronfione di Ormezzano lo giudica superficialmente e vergognosamente, o quando la Fanchini dedica a Marco la sua medaglia e i giornalisti reagiscono male e le chiedono "ma come perchè proprio lui, dopato prima e drogato poi?" o quando Capodacqua e Travaglio scrivono che il suo midollo è fritto per sempre (niente di più falso, dati alla mano) e che la droga è la giusta conclusione di un discorso cominciato col doping sfrenato, citando a supporto mezza riga di articoli scientifici che generalizzano...ipotizzano... bla bla bla... considerando atleti come numeri delle loro casistiche, e nulla hanno a che vedere con la storia di Pantani, e perciò non considerano il BIAS che quella storia così unica reca seco... ebbene, quando si arriva a questo, la Ronchi bravissima ed efficacissima, che parla con coraggio e senza peli sulla lingua, "si pianta" come Checco Moser sul Pordoi ai tempi d'oro, e fa discorsi del tipo: "ognuno segua la sua strada" o ancora peggio "io in privato sto facendo qualcosa"....???? :?:? Come sarebbe a dire? E in pubblico? bastano le lettere indignate dei soliti 4 gatti di Nesunotocchipantani e altri sparuti gruppi di tifosi che taluni giornalisti non hanno difficoltà a bollare come tifosi-ciechi-e-irriducibili-che-fanno-rivoltare-Marco-in-Tomba" No, dico, in pubblico a difendere Marco chi ci pensa? Ognun per se e Dio per tutti? Cara Manu Ronchi, se anche tu impallidisci e ti dilegui di fronte a certe strade (ovvie) da intraprendere, è segno che non solo c'è puzza di bruciato intorno a Campiglio e ai 5 assurdi anni Kafkiani (per Pantani) del dopo-Campiglio, ma anche che chi ha incastrato il povero Marco deve essere così in alto da essere chiamato "innominabile" come ai tempi del Manzoni....


luke - 20/02/2006 alle 09:25

Ciao ragazzi, ho letto con molto interesse questo (ed altri) posts e l'intervista: Elisa, è veramente una bellissima intervista, fatta bene, è un peccato che rimanga nel web. Meriterebbe di essere pubblicata su un giornale, davvero complimenti!!! Volevo poi straquotare Aranciara_Bottecchia, in poche righe hai fatto centro pieno, roba che neanche un'olimpionico di tiro a segno potrebbe fare meglio. L'ultima riga è chiarissima, ma il vero capolavoro è la tua domanda: perchè il Panta indifeso davanti a certe ignobili diffamazioni e strumentalizzazioni? Beh, è quello il motivo per cui io sono così critico nei confronti di Manu Ronchi... io non critico la FMP e le sue iniziative così, per il gusto di fare: la FMP fa beneficienza ed è uno scopo nobilissimo, sarei folle se criticassi le finalità nobili della FMP. Ma credo che nelle iniziative atte ad avvicinare la gente a Pantani ci debba essere molto più spazio per Pantani, che si possano avvicinare ed interessare le persone parlando di Pantani e della sua storia. Soprattutto che nella FMP non vi debba essere spazio per certi personaggi, perchè a suo tempo leggere il nome della rosea tra i Soci Benemeriti mi ha provocato un travaso di bile. Di quello che dice la signora Ronchi condivido molto, dice cose molto importanti ed anche coraggiose (come del resto era avvenuto nel suo libro), sulla FMP la penso come Donchisciotte e Pier per i motivi che ho appena spiegato. Allora forse è meglio specificare: non crede che molte critiche che arrivano all FMP, in realtà, siano destinate a lei, che si voglia criticare la mancanza di difesa del nome e della dignità di Pantani? Marco ha così sofferto che merita ben altra tutela, ora che non c'è più. Un editoriale come quello del 15 febbraio sulla rosea meritava quantomeno una lettera di protesta scritta da lei, non dalla FMP. Non credo si debbano temere nulla e si debba agire, tanto più del male che gli hanno fatto da vivo non riusciranmno a farne, certi personaggi. Difendiamolo, Marco: io come tifoso ho il grande rimorso di non averlo fatto come sto facendo ora, quando lui c'era..... difendiamolo senza paura, per lui, per la sua storia e per quella famiglia che ancora soffre in modo indicibile. Chiudo con un grazie a Cicloweb per lo spazio ed i servizi che ha dedicato a Marco: sono tutti splendidi, davvero grazie di cuore. Buona giornata a tutti Luca


robby - 20/02/2006 alle 09:52

il caso Pantani ha fatto, fa e farà discutere, ma purtroppo sono rammaricato e quasi sicuro sul fatto che in questa vita sarà difficile avere risposte, conservo e conserverò per sempre le sue immagini e i suoi ricordi nel più profondo del mio cuore e voglio ricordarlo senza troppe parole ma solo con le immagini che ha lasciato dentro di me e spero di poter trasmettere quando sarò vecchio a quei bambini che mi chiederanno "ci racconti un po di storie di ciclismo?" (lo facevo sempre col mio zio siciliano che ormai non c'è più!!!la mia conoscenza del ciclismo epico deriva tutta da lui e da mio padre)....Bravissimissima Ely per l'intervista!!!!!!!!!


Monsieur 40% - 20/02/2006 alle 09:52

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Ciao ragazzi, ho letto con molto interesse questo (ed altri) posts e l'intervista: Elisa, è veramente una bellissima intervista, fatta bene, è un peccato che rimanga nel web. Meriterebbe di essere pubblicata su un giornale, davvero complimenti!!![...] [/quote] Ciao Luke, pensi davvero che un giornale sia vetrina più affermabile ed affermata del web, e non "a caso", ma del (Ciclo)Web (con la "W" maiuscola)?! Se i giornali (mensili e quotidiani) neanche ci hanno provato, e noi si è fatta una settimana di ricordo ed approfondimento (almeno "tentato") su Marco Pantani, coinvolgendo anche qualche diretto interessato, io dico che la distinzione stampa-Web non vede di certo in vantaggio la prima. Il tutto è ovviamente scritto senza alcuna vena polemica, ma soltanto per legittimare dei lavori di "Serie A" pubblicati su degli spazi - purtroppo tristemente - ancora considerati di serie b (tali giudizi lasciamoli ai giornali stampati, che già son molto "chiusi" di vedute...)! ;)


luke - 20/02/2006 alle 10:58

No Mario, non volevo assolutamente criticare. Intendevo dire che un'intervista del genere (importantissima) meriterebbe di stare sulla carta stampata unicamente perchè i giornali sono molto più letti del Web (almeno per ora) ed avrebbe più ampia diffusione, io intendevo dire questo. D'altronde su ciò che dici sono d'accordissimo, la qualità non dipende da come viene diffusa ma dai contenuti, l'intervista di Elisa è splendida. Ciao e grazie Luca


pedalando - 20/02/2006 alle 11:04

Mi associo a quanto precisato da Mario/Monsieur e ripredendo il commento: [quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Ciao ragazzi, ho letto con molto interesse questo (ed altri) posts e l'intervista: Elisa, è veramente una bellissima intervista, fatta bene, è un peccato che rimanga nel web. Meriterebbe di essere pubblicata su un giornale, davvero complimenti!!! [/quote] per rigirare la questione: quale sarebbe il giornale (stampato) a meritare una simile intervista?


luke - 20/02/2006 alle 11:12

Per pedalando: effettivamente non credo vi sia un giornale che meriti di pubblicare quell'intervista, ma credo che ci sia molta gente che non utilizza il Web che dovrebbe poterla leggere. Spero di aver chiarito l'equivoco. Luca


pedalando - 20/02/2006 alle 11:17

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Per pedalando: effettivamente non credo vi sia un giornale che meriti di pubblicare quell'intervista, ma credo che ci sia molta gente che non utilizza il Web che dovrebbe poterla leggere. Spero di aver chiarito l'equivoco. Luca [/quote] Caro Luca, lo avevi gia' chiarito, nessun problema ;). io volevo solo ribadire che, forse, l'unico modo di far davvero chiarezza deve arrivare da un sistema di media alternativo.


Monsieur 40% - 20/02/2006 alle 11:17

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] No Mario, non volevo assolutamente criticare. Intendevo dire che un'intervista del genere (importantissima) meriterebbe di stare sulla carta stampata unicamente perchè i giornali sono molto più letti del Web (almeno per ora) ed avrebbe più ampia diffusione, io intendevo dire questo. [...][/quote] ...eh, ma bisognerebbe avere un direttore come Marco Grassi... ;) (non leggetela come una sviolinata, o comunque non solo...) Nessun equivoco, Luke. L'ho scritto nel Forum e non ti ho scritto in forma privata affinché leggessero tutti, anche chi ci viene a leggere per "prendere spunto"... ;)


Morris - 20/02/2006 alle 22:27

Un applauso ad Elisa per la bella intervista! Condivido quanto è stato scritto qui ed aggiungo un Grazie, per il lavoro sicuramente impegnativo, che ci ha donato. Per quanto riguarda il "fiume in piena" Ronchi, sono d'accordo su molte cose da lei sostenute, salvo le parti relative alla Fondazione. Per non dilungarmi, mi allineo a quanto scritto da Maria Rita, Luke, Pier ecc.


Donchisciotte - 21/02/2006 alle 00:58

Mi è piaciuto molto l'intervento di pier70,lucidissimo ( e notate l'ora in cui ha scritto).......... Certe volte mi chiedo, chi siamo noi tifosi di Pantani? Eccco, uno è Pier,moglie,figli, trasloco, medico in ospedale , ore 3 e 46 del mattino legge l'intervista fiume, commenta,legge la montagna di e mail di NTP, fa Radio rebelde insieme a noi ..... Impossibilitati ad essere normali,come Marco. Scusate il retorico compiacimento ma leggendo quell'intervento mi è venuto spontaneo......


aranciata_bottecchia - 21/02/2006 alle 10:39

I medici sono una delle cose migliori di questo forum, come i mitici Mestatore e Jan Janssen, adesso Pier70 e sicuramente me ne sfugge pure qualcun altro. Insomma, "nonsoloferrari"


riddler - 21/02/2006 alle 11:14

Ma tanto per curiosità, chi è quel giornalista che ha detto dopo la dedica di Elena "ma come perchè proprio lui, dopato prima e drogato poi?"? Io non l'ho mai sentita questa...


pier70 - 24/02/2006 alle 01:14

Caro Riddler, hai ragione, ma ho la cattiva abitudine di buttare la "spazzatura" giornalistica che mi capita sotto mano... preferisco collezionare le prime pagine dei giornali sportivi con scritte imprese epiche, del tipo "Campioni del Mondo" e "Pantani sei un mito, l'Italia è ammirata": rispettivamente 1982 e 1994, se non erro (che poi, dove dovrei "errare"? Fa freddo a quest'ora...:D). Ricordo però che scrissi una lettera di protesta al giornale, forse qualcuno dei miei commilitoni NTP lo ricorda e magari ricorda il nome del giornale (e di sicuro te ne cita altri 10 che hanno scritto "parafrasate", cose simili...).


53.11 - 24/02/2006 alle 09:51

Dunque, le parole esatte proprio non le ricordo, bisognerebbe riavere la copia della rosea di quei giorni, però ricordo bene che il direttore, Di Rosa, manifestò tutta la sua meraviglia per una medaglia dedicata ad un " tossicodipendente" e mostrò tutta la sua perplessità, nel dare come un avvertimento affinchè una cosa del genere non diventass prassi.. se trovo qualcosa di più lo posto.


53.11 - 24/02/2006 alle 11:00

cosa c'è stato di così straordinario da colpire la sua immaginazione? Risposta: non so cosa mi affascino in particolare. Potrei dirle TUTTO non crede che influisca il fascino romantico dell'eroe dannato e sconfitto? Risposta: quel giorno Marco vinse il Giro e non era uno sconfitto. é nessuno immaginava che avrebbe fatto questa fine. E' passato un anno. Come reagì alla notizia che non c'era morto? Risposta: Piansi. Non è vero che tutti i giorni piango pensando a lui. Sono le esagerazioni dei giornalisti. Ma quel giorno piansi moltissimo e so che siamo in molti: è triste pensare a come è finito e mi fa RABBIA che tutto sia successo per accuse che non sono state mai provate e che lo hanno distrutto come uomo. Cosa pensa del doping? Risposta:Sono d'accordo sui controlli previsti per i mondiali di Sci e su uno sport Pulito. MA COSA C'ENTRA CON LA STORIA DI MARCO, se quelle accuse restano a distanza di anni senza prove? Dalla Stampa del 08/02/2004 Comunque colpisce che una ragazza allegra, solare e piena di vita come lei abbia come idolo un campione così tormentato. Risposta:Non ho conosciuto Marco, mi sarebbe piaciuto. E forse oggi con la popolarità per questa medaglia, realizzerei il mio sogno, se lui fosse ancora vivo. Ma credo che Pantani, finchè non gli caddero addosso quelle accuse, fosse pure lui una persona allegra. Mentre sulla Rosea il direttore Di Rosa il 07/02/2004 aveva scritto: 'Elena non lo ha indicato come modello ma ha voluto ricordarlo a un anno dalla scomparsa'

 

[Modificato il 24/02/2006 alle 14:01 by Admin]


53.11 - 27/02/2006 alle 10:16

[quote][i]Originariamente inviato da 53.11 [/i] cosa c'è stato di così straordinario da colpire la sua immaginazione? Risposta: non so cosa mi affascino in particolare. Potrei dirle TUTTO non crede che influisca il fascino romantico dell'eroe dannato e sconfitto? Risposta: quel giorno Marco vinse il Giro e non era uno sconfitto. é nessuno immaginava che avrebbe fatto questa fine. E' passato un anno. Come reagì alla notizia che non c'era morto? Risposta: Piansi. Non è vero che tutti i giorni piango pensando a lui. Sono le esagerazioni dei giornalisti. Ma quel giorno piansi moltissimo e so che siamo in molti: è triste pensare a come è finito e mi fa RABBIA che tutto sia successo per accuse che non sono state mai provate e che lo hanno distrutto come uomo. Cosa pensa del doping? Risposta:Sono d'accordo sui controlli previsti per i mondiali di Sci e su uno sport Pulito. MA COSA C'ENTRA CON LA STORIA DI MARCO, se quelle accuse restano a distanza di anni senza prove? Dalla Stampa del 08/02/2004 Comunque colpisce che una ragazza allegra, solare e piena di vita come lei abbia come idolo un campione così tormentato. Risposta:Non ho conosciuto Marco, mi sarebbe piaciuto. E forse oggi con la popolarità per questa medaglia, realizzerei il mio sogno, se lui fosse ancora vivo. Ma credo che Pantani, finchè non gli caddero addosso quelle accuse, fosse pure lui una persona allegra. Mentre sulla Rosea il direttore Di Rosa il 07/02/2004 aveva scritto: 'Elena non lo ha indicato come modello ma ha voluto ricordarlo a un anno dalla scomparsa' [/quote] Admin vedo che hai apportato delle modifiche, ma lo vedo solo ora ... cos'è che non andava??