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L'albero di Bartali
Ottavio - 31/01/2006 alle 15:15

Firenze. Non ha foglie, l'albero di Bartali. Nè fiori né corteccia. Solo un pugno di radici, un ciuffo di rami spogliati dall'inverno. Però certi alberi parlano anche così. Con la loro presenza, assoluta, essenziale. L'albero di Bartali ha una voce forte,racconta ciò che lui stesso, fino alla fine, non volle raccontare: "Certe cose le si fa per farle, non per dirle". Non parlò mai di quegli ottocento ebrei che salvò dalla deportazione tra il '43 e il '44, pedalando tra le valli e i monti dell'Italia centrale, Toscana, Marche, Umbria, Liguria, con i documenti falsi per loro nascosti nella canna della bicicletta. "Son Bartali, mi vo ad allenare" spiegava ai tedeschi che incontrava ai posti di blocco. E forse si allenava sul serio: ad essere uomo, prima che campione. Mi diceva che certe medaglie, ricorda il figlio Andrea, si appendono all'anima, non sulla giacca. Oggi c'è quest'albero a rompere il pudore. E' il primo del Giardino dei Giusti, il luogo simbolo in ricordo di chi si è opposto ai crimini contro l'umanità, che Palazzo Vecchio, sta realizzando nel verde del Parnaso, in via Trento, all'interno dei giardini dell'Orticoltura. Mille metri quadri, una strada di ghiaia che si avvolge su se stessa, la memoria che trova la sua casa. Il Giardino sarà finito a maggio, ma vive già, grazie alla gestroemia piantata ieri per Bartali, alla presenza di una delegazione del consiglio e della giunta comunali,e di Mario Fineschi, consigliere della comunità ebraica: "Diciamo grazie ad un grande uomo". Neanche il figlio sa oggi spiegare i silenzi del padre su tutte quelle vite salvate. "Era fatto così". E oggi tocca a lui, a pochi anni dalla rivelazione di quel Bartali segreto, raccontare ancora: di quel babbo membro dell'organizzazione clandestina che faceva capo all'ebreo pisano Giorgio Nissim ma a cui parteciparono anche suore e sacerdoti, di quel babbo che travestito da fascista salvò cinquanta soldati inglesi a Villa Volpi, e di quel babbo che tenne testa alla banda Carità a Villa Triste: "Ebbe paura, ma se la cavò anche lì". Il Giardino dei Giusti è a pochi metri dalla Villa delle torture: da oggi l'eco di quelle grida è più lontana. Claudia Riconda, da La Repubblica del 31/01/2006 In un triste paese come il nostro nel quale sembrano rinascere i fantasmi del nazifascimo e dell'antisemitismo, il gesto compiuto a Firenze, può aiutare a non dimenticare l'orrore di quegli anni e la grandezza di un ciclista.


robby - 31/01/2006 alle 15:28

ma è proprio vero quello che ha fatto bartali salvando così tante vite in questo modo!?! Non lo sapevo! CHE GRANDE UOMO E CHE GRANDE CAMPIONE!!!!


simociclo - 31/01/2006 alle 15:30

Grazie ad Ottavio per aver riportato quest'articolo. :clap:


cikki - 31/01/2006 alle 16:52

bell´ articolo. giusta considerazione, ottavio:clap:


Ottavio - 31/01/2006 alle 17:47

"Durante la seconda guerra mondiale, quando era già un campione affermato, [Bartali] usciva di casa in sella alla sua bici dicendo che andava ad allenarsi, passava nel Duomo di Firenze e nella cassetta delle elemosine trovava le fotografie degli ebrei, le nascondeva nella canna della bicicletta e partiva alla volta di Assisi. Lì le foto venivano portate in una stamperia e uscivano su passaporti falsificati. Bartali li riponeva nella canna della bici e tornava a Firenze. Fra il settembre del 1943 e il giugno seguente il campione effettuò circa 30 viaggi Firenze-Assisi per aiutare gli ebrei." Dal comunicato stampa del sito del Comune di Recanati pubblicato in data 19 gennaio, per la presentazione dell'incontro con l'ex ciclista Paolo Alberati che illustrava la sua tesi di laurea su Bartali intitolata: "La guerra di Gino Bartali. Ebrei e cattolici in Toscana e in Umbria. 1943-44". Era presente anche il figlio di Bartali, Andrea e si è tenuta nell'aula Magna del Palazzo comunale di Recanati.


Vuelta Espana - 31/01/2006 alle 18:09

Neanch'io ero a conoscenza di questo bellissimo gesto di Ginettaccio...davvero una dimostrazione in più del suo valore come uomo prima ancora che come sportivo. Grazie della segnalazione Ottavio!:clap:


violetta - 31/01/2006 alle 18:30

Fortunatamente ho potuto leggere di questo nel libro scritto da Leo Turrini "BARTALI, L UOMO CHE SALVò L ITALIA PEDALANDO", il titolo è molto significativo, e la lettura è molto scorrevole, pensando che comunque il pretesto sportivo è servito a salvare tante vite,forse fa si che qualcuno riveda l opinione di uomo "rude e scontroso", che purtroppo tuttoggi esiste su Bartali.


cancel58 - 31/01/2006 alle 19:11

Bravo, Ottavio! Hai fatto bene ad aprire questo 3D. E' giusto che i più giovani conoscano non solo le gesta sportive di un grande campione , ma anche, come nel caso di Bartali, un aspetto poco conosciuto della sua vita. Lo stesso Gino, peraltro, non ne fece cenno alcuno nella sua autobiografia (tutto sbagliato, tutto da rifare) Alla fine degli anni 80(mi pare) questa vicenda divenne nota al pubblico grazie ad una fiction televisiva "Assisi Underground" ,del regista polacco Alexander Ramati,interpretata da Maximilian Shell e da James Mason. A quel punto Gino vinse la sua naturale riservatezza e raccontò in prima persona i fatti nel libro "La leggenda di Bartali". Grazie alle missioni compiute in biciletta , consentì agli ebrei nascosti ad Assisi e in Vaticano di lasciare l'Italia Ma non si limitò a questo: lui stesso racconta di avere favorito la fuga di 49 prigionieri inglesi e, quando Firenze venne liberata dagli Alleati, il generale Alexander gli strinse calorosamente la mano. Fu catturato due volte:la prima, quale disertore e, la seconda , dai repubblichini del maggiore carità. In quest'ultima occasione, se la vide brutta. Interrogato, negò di avere compiuto le missioni che gli venivano contestate e fu rilasciato grazie ad un milite che lo conosceva e che disse:Lui non mente..." Rischiò,poi, di essere fucilato dai partigiani :ce l'avevano con Gino perchè aveva dovuto indossare la camicia nera. Fu Primo Volpi, che era stato partigiano, a testimoniare sul fatto che Bartali non era mai stato fascista. Dopo il 25 Aprile fu nuovamente fermato a Milano(dove era andato per procurarsi dei tubolari): fece in tempo a vedere il cadavere di Mussolini a piazzale Loreto e fu rilasciato grazie all'intevento del sindaco Greppi e di un dirigente della sua casa ciclistica. E' stato definito "gregario degli ebrei", con una definizione presa in prestito dal gergo ciclistico . Ma se la coraggiosa attività di Gino non è più un segreto, meno noto è un altro episodio nel quale, indirettamente , furono salvate vite umane grazie al grande campione. A Dachau, infatti, venti deportati destinati a morte sicura ebbero salva la vita grazie alla foto di Bartali che uno di loro regalò ad un tedesco addetto allo smistamento dei prigionieri. Non solo un campione nello sport, quindi, ma anche nella vita. Ciao Gino, "hombre vertical": sono onorato di averti stretto la mano.

 

[Modificato il 31/01/2006 alle 19:45 by cancel58]


Ottavio - 31/01/2006 alle 23:29

Cancel non conoscevo l'episodio di Dachau. La cosa che mi ha sempre colpito è il fatto che Bartali non abbia "sbandierato" nel dopoguerra questa sua attività. Come soleva dire: "certe cose le si fa per farle, non per dirle".


W00DST0CK76 - 31/01/2006 alle 23:44

Penso che l'appellativo di "Giusto" possa essere cucito addosso al mitico Ginettaccio come un vestito, un giusto è chi agisce secondo coscienza, in modo naturale, spontaneo, non ha bisogno di sbandierare ciò che fa perchè per lui è la cosa più ovvia da fare. Potendogli chiedere perchè abbia agito in quel modo lui risponderebbe, magari anche un po seccato per l'inutilità della domanda: "cos'altro potevo fare?" Caro Gino, l'albero piantato in tua memoria crescerà forte e rigoglioso perchè le sue radici si alimenteranno della tua grandezza, la "normale" grandezza di un uomo GIUSTO. Complimenti Ottavio per il bellissimo thread aperto, avevo sentito parlare di questa storia ma in modo molto vago, grazie alla tua segnalazione adesso so qualcosa in più su come sono andate le cose.

 

[Modificato il 31/01/2006 alle 23:59 by W00DST0CK76]


gabri59 - 01/02/2006 alle 00:19

Che splendida storia, Ottavio! Ho sempre amato molto Bartali, anche se non ho potuto vederlo correre per ragioni anagrafiche, ed ho sempre amato il suo famosissimo "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare", ma purtroppo non conoscevo nulla di questa meravigliosa parte della sua vita. E' splendido quello che ha fatto e lo è altrettanto che non se ne sia mai vantato. Un GIUSTO. Un grandissimo uomo prima ancora che un grandissimo campione. Grazie, Ottavio. :)


ProfRoubaix - 06/02/2006 alle 08:25

Grazie a Ottavio e Cancel. E sopratutto a Bartali, grande e giusto :clap:


mbuffon - 06/02/2006 alle 21:58

:clap: LUI è stato uno su un milione :IoI


nino58 - 07/02/2006 alle 10:24

Ricordo di aver visto lo sceneggiato "Assisi underground" di cui accenna cancel58. E penso che la RAI non farebbe male a riproporlo ogni tanto ( sia sui canali "normali" che sui satellitari ). Infatti mi sono meravigliato che molti non fossero a conoscenza di quel periodo della vita di Gino.


WebmasterNSFC - 07/02/2006 alle 22:50

Son stufo di fare i complimenti a Cancel...quindi li faccio anche a Ottavio :) Ma questo sceneggiato è recuperabile in DVD o Videocassetta, oppure è stato trasmesso solo in TV?


Ottavio - 08/02/2006 alle 08:55

Nell'ultimo numero di BS c'è un articolo sullo sceneggiato su Gino Bartali che la RAI trasmetterà a breve. Il regista ha anticipato i contenuti e tra questi vi sarà anche l'attività a favore degli ebrei del corridore fiorentino durante la seconda guerra mondiale. In particolare i suoi viaggi ad Assisi per portare i documenti falsi. Speriamo che lo sceneggiato sia di buon livello.


cancel58 - 09/02/2006 alle 17:34

In effetti ricordavo male. Assisi Underground è un film(del 1984). Avendolo visto in televisione pensavo si trattasse di uno sceneggiato. E' uscito pure in videocassetta, ma adesso non è più disponibile. Escludo che esista un DVD, comunque mi informo [img]http://dacre.org/flash/www/gbq00201.jpg [/img]


aranciata_bottecchia - 09/02/2006 alle 17:37

Bellissimo thread, l'avevo già letto e l'ho riletto volentieri, complimenti a Ottavio; significativi anche altri interventi. Grazie.


alessandromatta - 02/09/2006 alle 08:02

ciao a tutti !! premetto che non sono un ciclista ma mi piace il mondo del ciclismo e l andare in bicicletta in genere . il mio nome è alessandro , vi scrivo dalla sardegna . mi sono registrato con l unico scopo di dare una mano d aiuto a quanti di voi cercano il film di ramati ASSISI UNDERGROUND . di questo film esiste infatti anche 1 versione cinematografica ( oltre a quella televisiva ) dove al suo interno le scene riguardanti bartali non sono state ( per fortuna ) tagliate . la vhs del film ( non difficile da rintracciare , soprattutto nei siti web che vendono vhs ex noleggio ) è della casa videografica "MULTIVISION COLORE " . quanto alla versione televisiva , appare nei cataloghi del sito web delle teche rai , e ne è quindi possibile richiederne una duplicazione a pagamento da parte di enti e associazioni. spero di avervi dato una mano in più . ciao !!