Board logo

Il Forum di Cicloweb

Non hai fatto il login | Login Pagina principale > Dite la vostra sul ciclismo! > F.C.I. cambiamo ??
Nuovo Thread  Nuova risposta  Nuovo sondaggio
< Ultimo thread   Prossimo thread >  |  Versione stampabile
Autore: Oggetto: F.C.I. cambiamo ??

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 01/01/2006 alle 15:49
Mi auguro che si possa cambiare : dobbiamo essere la nazione che più conta nel ciclismo, quindi dettiamo noi le regole
Non possiamo permettere che le squadre siano costrette ad affiliazione estere

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 01/01/2006 alle 19:44
Facciamo in modo che il passaggio al professionismo sia il frutto di qualità ??
NON possiamo accettare che il lavoro del corridore professionista sia un diritto

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 01/01/2006 alle 20:07
Copio qui quello che avevo scritto altrove:

Penso che ci siano molte cose da rivedere nel dilettantismo, quella del passaggio al professionismo è una questione di minore importanza.
La dimensione "fai da te" di molte squadre dilettantistiche è un problema da risolvere, perchè spesso i ragazzi perdono letteralmente due o tre anni senza ottenere progressi, senza capire se sono tagliati per il ciclismo o meno.
La promisquità nella quale versano i corridori under 23, costretti a correre con gli élite senza contratto, è un altro problema che andrebbe risolto.
La stessa categoria under 23 è troppo lunga, non è possibile che un ragazzo sia costretto a spremersi per quattro anni prima che qualcuno decida se è valido per il professionismo: più che una categoria formativa sembra un serbatoio contro la disoccupzione, e questo è un problema, perchè la scelta tra sport professionistico e mondo del lavoro deve avvenire il più presto possibile, non certo a 23 o più anni.
Altro problema: i corridori provenienti dall'est o dal sud America sono disposti a tutto pur di sbarcare il lunario; tra i professionisti vengono quasi sempre falciati, perchè i controlli sono più rigidi, ma imperversano nelle categorie giovanili e dilettantistiche, creando un sistema di valori falsato.
Insomma, non credo proprio che i casi alla "Camoscio delle dolomiti", come ha scritto qualcuno, siano la "fine del ciclismo".
Altra chiave di lettura: se il ciclismo in Italia fosse economicamente florido, le "continentali" cercherebbero corridori veri e non sponsorizzati.
Dunque va sviluppata la vendibilità del ciclismo, senza perdere tempo su commissioni varie.
Quali sono gli ostacoli alla vendibilità del ciclismo?
La presenza massiccia del calcio, su tv, radio e giornali, finisce per togliere interesse verso gli altri sport.
L'immagine del ciclismo come sport infestato dal doping finisce per deteriorarne la vendibilità (non tutti i corridori sono purtroppo stipendiati dallo stato o dai corpi militari).
Il calendario del ciclismo è troppo folto: banalizzate dalla classificazione 1.1, non si percepisce più la differenza tra una Coppa Sabatini e un GP di Carnago (con tutto il rispetto); questo fenomeno porta a differenziare sempre più gli eventi cardine (come la Sanremo, sempre più importante) dagli eventi minori (sempre più tutti uguali e sempre meno importanti).
Quindi c'è sempre più denaro per le squadre dei grandi campioni e sempre meno denaro per le squadre di livello medio o basso (che ricorrono ai corridori sponsorizzati).


 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 02/01/2006 alle 22:48
daccordissimo con aranciata
ma non possiamo fare proposte alla FCI ??
facciamo sapere come bisogna muoversi, come possiamo noi Italiani fare la differenza

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 3150
Registrato: Jun 2005

  postato il 03/01/2006 alle 10:55
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Copio qui quello che avevo scritto altrove:

Penso che ci siano molte cose da rivedere nel dilettantismo, quella del passaggio al professionismo è una questione di minore importanza.
La dimensione "fai da te" di molte squadre dilettantistiche è un problema da risolvere, perchè spesso i ragazzi perdono letteralmente due o tre anni senza ottenere progressi, senza capire se sono tagliati per il ciclismo o meno.
La promisquità nella quale versano i corridori under 23, costretti a correre con gli élite senza contratto, è un altro problema che andrebbe risolto.
La stessa categoria under 23 è troppo lunga, non è possibile che un ragazzo sia costretto a spremersi per quattro anni prima che qualcuno decida se è valido per il professionismo: più che una categoria formativa sembra un serbatoio contro la disoccupzione, e questo è un problema, perchè la scelta tra sport professionistico e mondo del lavoro deve avvenire il più presto possibile, non certo a 23 o più anni.
Altro problema: i corridori provenienti dall'est o dal sud America sono disposti a tutto pur di sbarcare il lunario; tra i professionisti vengono quasi sempre falciati, perchè i controlli sono più rigidi, ma imperversano nelle categorie giovanili e dilettantistiche, creando un sistema di valori falsato.
Insomma, non credo proprio che i casi alla "Camoscio delle dolomiti", come ha scritto qualcuno, siano la "fine del ciclismo".
Altra chiave di lettura: se il ciclismo in Italia fosse economicamente florido, le "continentali" cercherebbero corridori veri e non sponsorizzati.
Dunque va sviluppata la vendibilità del ciclismo, senza perdere tempo su commissioni varie.
Quali sono gli ostacoli alla vendibilità del ciclismo?
La presenza massiccia del calcio, su tv, radio e giornali, finisce per togliere interesse verso gli altri sport.
L'immagine del ciclismo come sport infestato dal doping finisce per deteriorarne la vendibilità (non tutti i corridori sono purtroppo stipendiati dallo stato o dai corpi militari).
Il calendario del ciclismo è troppo folto: banalizzate dalla classificazione 1.1, non si percepisce più la differenza tra una Coppa Sabatini e un GP di Carnago (con tutto il rispetto); questo fenomeno porta a differenziare sempre più gli eventi cardine (come la Sanremo, sempre più importante) dagli eventi minori (sempre più tutti uguali e sempre meno importanti).
Quindi c'è sempre più denaro per le squadre dei grandi campioni e sempre meno denaro per le squadre di livello medio o basso (che ricorrono ai corridori sponsorizzati).



concordo con le argomentazioni espresse da aranciata, in particolare per quanto riguarda la vendibilità del ciclismo e il negativo livellamento delle corse professionistiche. non conosco invece le problematiche del ciclismo dilettantistico.
Ho invec una domanda? perchè molte squadre italiane si affiliano all'estero? che vantaggi hanno?

 
Edit Post Reply With Quote

Moderatore




Posts: 21608
Registrato: Oct 2004

  postato il 03/01/2006 alle 11:02
Vantaggi fiscali.

In pratica, pagano meno tasse alle federazioni di affiliazione.

 

____________________
Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Raymond Poulidor




Posts: 342
Registrato: Jan 2005

  postato il 03/01/2006 alle 12:12
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Vantaggi fiscali.

In pratica, pagano meno tasse alle federazioni di affiliazione.


Non solo alle federazioni ma anche allo Stato e agli enti di previdenza e assistenza (se esistono) della Nazione in cui sono affiliate.
Il costo si abbatte di un buon 50% se non addirittura del 60/70% in alcuni Stati.

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 03/01/2006 alle 13:52
allora potrebbe servire una legge per fare sì che le società paghino il giusto( ma in Europa non è x tutti uguale ..?)così avremmo entrate fiscali, forse maggiori costi ma provocherebbe anche più attenzione al valore dei professionisti e loro stessi sarebbero con le coperture previdenziali(che mi sembra non tutti abbiano)
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Raymond Poulidor




Posts: 342
Registrato: Jan 2005

  postato il 03/01/2006 alle 14:12
Caro Roby, ogni paese ha una propria normativa in materia di "LAVORO".
L'Italia, si sa, è uno dei paesi in cui il "costo del lavoro" (stipendio+contributi previdenziali+contributi assistenziali ecc...)è molto alto! Ma questo problema riguarda non solo le squadre di ciclismo professionistico ma le Aziende in generale, ti sarà ben noto che molte aziende stanno "delocalizzando" i propri stabilimenti in paesi dove il cosidetto "costo del lavoro" è notevolmente più basso (avrai sicuramente notato che sempre più spesso su i capi di abbigliamento, e non solo, che acquistiamo è sparito il marchio "made in italy" in favore del "made in romania" o "made in china")

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 05/01/2006 alle 16:35
Ruotalibera ciao e grazie, è vero quello che dici ma dobbiamo evitare che le squadre diventino di tutti gli stati o paradisi fiscali
se vogliamo contare dobbiamo avere una forza che sia Italiana e dico, meglio 3/4 squadre meno ma sane e Italiane

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 1502
Registrato: May 2004

  postato il 05/01/2006 alle 16:57
tornando a parlare di ciclismo e di federazione penso che l'UCI stia premendo in una giusta direzione: quella di far creare alle squadre Pro Tour una sorta di "settore giovanile" fra le formazioni Continental e fra gli U23. Questa è secondo me una cosa di vitale importanza perchè permetterebbe ai corridori di crescere con più calma, senza l'assillo del risultato e quindi MEGLIO! Non dimentichiamo che molti dei giovani migliori al momento fra i professionisti hanno fatto pochi anni fra gli U23 se non addirittura hanno saltato la categoria! E parlo di Cunego (già certo del passaggio al professionismo quando era U23), Pozzato (passò da juniores a prof con la Mapei giovani), Thomas Dekker (che quest'anno ha esordito nel Pro Tour, ma già faceva parte della Rabobank3 l'anno scorso) e Cancellara (anche lui Maperi giovani).
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 1771
Registrato: Jan 2005

  postato il 06/01/2006 alle 12:34
Di rocco per me è un mezzo bluff lui e i suoi proclami di BS sul ritorno ai fasti di un tempo si sono risolti solo nel cambio dei tecnici delle nazionali e anche il movimento professionistico si è indebolito parecchio a mio modo di vedere.

 

____________________
http://www.controcopertina.it

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 07/01/2006 alle 16:51
alle corse elite/under23 nazionali è andata in vigore una regola che permette al via solo 1 (UNA !!) squadra straniera !!?? Mi sembra che sia un assurdo, già molte nazionali vivono stabilmente in Italia, ma non era uscita la norma per tre squadre ?? Facciamo corse x soli Italiani ??
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 151
Registrato: Aug 2005

  postato il 17/01/2006 alle 16:03
dopo la notizia di ulteriori passaggi credo che la Federazione dovrebbe decidersi ad intervenire !!
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 17/01/2006 alle 16:51
Originariamente inviato da superalvi

Di rocco per me è un mezzo bluff lui e i suoi proclami di BS sul ritorno ai fasti di un tempo si sono risolti solo nel cambio dei tecnici delle nazionali e anche il movimento professionistico si è indebolito parecchio a mio modo di vedere.


Ciao, non ricordo in quale thread, però ricordo che Morris scrisse più o meno che Di Rocco, essendo uomo di palazzo, farà meno danni di Ceruti.
Condivido, e penso anche che una federazione sia più simile ad una nave che ad una formula uno, gli effetti dei colpi di timone sono lenti a vedersi (per questo ritengo che per un paio d'anni vedremo ancora gli effetti delle ultime sterzate di Ceruti), fermo restando che Di Rocco non è l'uomo della rivoluzione.

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 17/01/2006 alle 16:52
Originariamente inviato da roby

alle corse elite/under23 nazionali è andata in vigore una regola che permette al via solo 1 (UNA !!) squadra straniera !!?? Mi sembra che sia un assurdo, già molte nazionali vivono stabilmente in Italia, ma non era uscita la norma per tre squadre ?? Facciamo corse x soli Italiani ??


Boh, il regolamento 2006 riporta esclusivamente che nelle corse nazionali è consentito il numero massimo di tre squadre straniere.

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Gino Bartali




Posts: 1332
Registrato: Mar 2005

  postato il 17/01/2006 alle 16:53
Davide, cambia dal 2006. Tanti organizzatori sono sul piede di guerra....

 

____________________
http://www.stefanobertolotti.com

Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

Non è importante quello che si scrive ma quello che leggono gli altri

Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage
Nuovo Thread  Nuova risposta   Nuovo sondaggio
 
Powered by Lux sulla base di XMB
Lux Forum vers. 1.6
1.1675401