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Le imprese più belle di Pantani
robby - 18/11/2005 alle 12:39

Adesso tutti mi prenderete per Pantanista sfegatato (cosa che in effetti è vera) ma io ciclisticamente parlando ho amato tanto quell'omino e ogni volta che esco in bicicletta (unica mia passione e devo ringraziare il pirata se è così) sento che un qualche cosa di marco mi rimane nel cuore... mi piacerebbe discutere un po con voi delle più grandi imprese di Marco dalle prime apparizioni (se qualcuno se ne ricorda qualcuna anche del dilettantismo è ben accetta) fino alle imprese più note che mai si cancelleranno nella storia del ciclismo... Io ne ho alcune preferite (anche se devo dire che poche, anzi nessuna :),non mi sono piaciute), ma mi piacerebbe sentire i vostri ricordi e le vostre memorie

 

[Modificato il 18/11/2005 alle 13:17 by robby]


W00DST0CK76 - 18/11/2005 alle 22:45

tra le tante imprese del pirata quella che mi ha emozionato fino a farmi quasi esplodere il cuore è stata la meravigliosa cavalcata nella tappa del galibier, l'ultima vera impresa da ciclismo eroico, solo a ripensarci mi vengono i brividi, è stata la più grande impresa a cui abbia assistito da quando seguo il ciclismo (circa 20 anni). è stata l'unica cosa in grado di farmi gioire in un periodo poco felice della mia vita, anche x questo porterò sempre con me questo ricordo.


stress - 18/11/2005 alle 22:48

Aprica. Induarain in croce e lui che va via sul Santa Cristina. L'unica volta che ho visto Indurain cosi'!!!!1 :clap::clap::clap::clap:

 

[Modificato il 18/11/2005 alle 23:00 by stress]


nino58 - 18/11/2005 alle 22:57

Aprica,Aprica. Anche se a Courchevel 2000 ho pianto di gioia. L'ha staccato e se il giorno dopo la Telekom non faceva l'errore di inseguire insieme all'U.S Postal, il Tour l'avrebbe vinto Ullrich e non il guappo.


David Bowman - 19/11/2005 alle 11:45

La mia classifica è basata più sulle mie emozioni che sui gesti tecnico-atletici in sè.. 1 Courchevel 2000 2 Oropa 1999 3 Alpe d'Huez 1997 4 Les Deux Alpes 1998 5 Plan di Montecampione 1998 6 Aprica 1994


Petacchi - 19/11/2005 alle 13:56

sicuramente rimarrà nella storia...Alpe d'Huez 1997 :yes:


sbrindolin - 19/11/2005 alle 14:18

A Oropa, quando ebbe un problema alla catena che gli fece peredere dei minuti, ma ugualmente ripartì e surclassò tutti.


lubat - 19/11/2005 alle 17:41

Secondo me Les Deux Alpes 1998 è stata la migliore... non ho seguito i primi anni della carriera del Pirata, ma non credo ci sia stata un'impresa altrettanto spettacolare!


lolloso - 19/11/2005 alle 18:25

1 Oropa e una prova di forza pazzesca 2 Plan di monte campione 3 courchevel 4 l'alpe d'huez 5 les deux alpes 6 aprica


marco83 - 19/11/2005 alle 18:58

[quote][i]Originariamente inviato da sbrindolin [/i] A Oropa, quando ebbe un problema alla catena che gli fece peredere dei minuti, ma ugualmente ripartì e surclassò tutti. [/quote] Sono d'accordo... quella vittoria fu l'emblema della classe e soprattutto della strapotenza che il Pirata aveva in salita nei confronti dei suoi avversari: mai visto nessun altro gareggiare in quella maniera! :o :podio:


violetta - 19/11/2005 alle 22:57

anche per me è il 97 cn l'alpe e il suo urlo, quasi volesse liberarsi di tutte le disgrazie e gli incidenti subiti!


Ottavio - 20/11/2005 alle 00:00

Io vado controtendenza ma sono convinto che la più grande impresa di Pantani sia stata la vittoria sul Ventoux nel Tour del 2000. Marco veniva dalla squalifica del Giro 99, aveva corso un Giro in cui aveva rimediato batoste su tutte le salite (meno che nella tappa di Briancon) e era andato abbastanza piano nelle prime salite del Tour di quell'anno. Inoltre è molto probabile che facesse già uso della sostanza che lo ha portato alla morte. Nonostante tutto questo, in una delle salite più dure del mondo, in condizioni climatiche terribili, riusciva a rientrare non so quante volte sul gruppetto di testa, per poi staccare tutti meno il super americano, che tentò di staccarlo ma non ci riuscì. Non sono convinto del tutto che Armstrong lo abbia lasciato vincere, ma se anche fosse così quello che fece Pantani quel giorno per me vale più dei trionfi sull'Aprica o sull'Alp d'Huez. Dopo quella vittoria ero convinto che Pantani sarebbe tornato quello di prima, purtroppo così non è stato.


thepirate87 - 20/11/2005 alle 11:45

Sono tante le imprese dell'amato PIRATA: Su tutte dico Monte Campione 1998(in piedi sul divano ad applaudire) Les Deux Alpes 1998(in piedi sul divano ad applaudire) Alpe d'Huez 1997(in piedi sul divano ad applaudire) Ma anche attacchi orgogliosi non andati a buon fine: L'attacco ad Armstrong nel 2000 a tre salite dalla fine(in piedi sul divano a sperare...) L'ultimo attacco alla Cascata del Toce(dal vivo, correndogli dietro e incitandolo per un km, dai -2 ai -1 dall'arrivo) Grazie per tutte queste grandi emozioni, indimenticabile PIRATA:IoI


tacc88 - 20/11/2005 alle 14:37

[quote][i]Originariamente inviato da thepirate87 [/i] L'ultimo attacco alla Cascata del Toce(dal vivo, correndogli dietro e incitandolo per un km, dai -2 ai -1 dall'arrivo) [/quote] Anche se non ha vinto,per me aver vissuto quell'esperianza dal vivo è stato fantastico...poi ricordo che il giorno prima era caduto con Garzelli...appena è successo ho telefonato a thepirate per dirgli dell'accaduto...E il giorno dopo siamo partiti nel dubbio atroce per la partecipazione o meno del pirata...le voci li in formazza si susseguivano...Uno diceva:"non è andato a casa",ma subito dopo qualcun'altro smentiva...e alla fine abbiamo avuto la conferma che c'era,ho chiamato mia sorella alle 3 per chiederglielo e lei mi ha risposto che il pirata c'era...Poco dopo squilla di nuovo il telefono...era un mio amico,mi dice:"pantani è scattato!"...in quel momento mi sono passate per la testa tante di quelle cose...e poi,insieme a thepirate,carichi piu che mai,siamo scesi verso il km 2 sperando di vedere uscire dalla galleria per primo Marco,ma non fu cosi...C'erano Pellizzotti e Simoni in testa...poco dopo però ci sfilò il pirata... Che emozione per quell'ennessima impesa di Marco Pantani!


Bucaniere - 20/11/2005 alle 21:42

1 Les deux alpes 98 : urlavo come un pazzo dal galibier 2 Oropa 99 : tanto di cappello 3 Alpe d'Huez 97 : la rinascita 4 Plan di Montecampione 98 : avevo la pelle d'oca


Bucaniere - 20/11/2005 alle 21:43

[quote][i]Originariamente inviato da tacc88 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da thepirate87 [/i] L'ultimo attacco alla Cascata del Toce(dal vivo, correndogli dietro e incitandolo per un km, dai -2 ai -1 dall'arrivo) [/quote] Anche se non ha vinto,per me aver vissuto quell'esperianza dal vivo è stato fantastico...poi ricordo che il giorno prima era caduto con Garzelli...appena è successo ho telefonato a thepirate per dirgli dell'accaduto...E il giorno dopo siamo partiti nel dubbio atroce per la partecipazione o meno del pirata...le voci li in formazza si susseguivano...Uno diceva:"non è andato a casa",ma subito dopo qualcun'altro smentiva...e alla fine abbiamo avuto la conferma che c'era,ho chiamato mia sorella alle 3 per chiederglielo e lei mi ha risposto che il pirata c'era...Poco dopo squilla di nuovo il telefono...era un mio amico,mi dice:"pantani è scattato!"...in quel momento mi sono passate per la testa tante di quelle cose...e poi,insieme a thepirate,carichi piu che mai,siamo scesi verso il km 2 sperando di vedere uscire dalla galleria per primo Marco,ma non fu cosi...C'erano Pellizzotti e Simoni in testa...poco dopo però ci sfilò il pirata... Che emozione per quell'ennessima impesa di Marco Pantani! [/quote] non posso dimenticare neanche io quel giorno: è stata la prima e l'unica volta in cui ho visto dal vivo il pirata

 

[Modificato il 20/11/2005 alle 22:21 by Bucaniere]


Umbi - 21/11/2005 alle 09:54

Dal punto di vista tecnico senza dubbio Oropa 1999. Dal punto di vista emotivo Montecampione 1998 (grazie a Tonkov). Dal punto di vista spettacolare Aprica 1994. Dal punto di vista della resa finale Les Deux Alpes 1998.


galibier98 - 21/11/2005 alle 13:32

difficle fare una classifica delle 16 vittorie tra giro e tour o anche delle imprese sfiorate. per valore tecnico ed emotivo metto al primo posto les deux alpes 98: tappa che gli ha consegnato il tour ed in più ero presente nella discesa del lautaret infreddolito e felice. poi direi a pari merito aprica 94, monte campione 98, oropa 99, alpe d'huez 97. ma altre meriterebbero.


thepirate87 - 21/11/2005 alle 16:06

Per Tacc88 Ti ricordi il boato della gente quando la radio del direttore di corsa ha detto che Pantani era scattato ancora?


tacc88 - 21/11/2005 alle 21:15

certo...come potrei dimenticare quella giornata e tutti i suoi particolari...speriamo di poterci divertire anche solo la metà al Sempione quest'anno...


robby - 22/11/2005 alle 11:30

Io ho idee personali in riferimento alle imprese più belle di Marco. In assoluto la più bella per me rimane sicuramente quella di les Deux alpes anche perchè mi lega fortissimo a dei ricordi con una cara persona che ora non c'è più. Quel 27 luglio 1998 è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Quante lacrime di gioia!!!!! Poi sicuramente ci metto la vittoria dell' Aprica 94, io ero lì sull'ultimo km del Mortirolo e quando marco è passato (e per me era ancora quasi uno sconosciuto ho gridato a mio padre "guarda papi e quel pazzo di ieri che scendeva con la pancia sul sellino!!! un emozione indimenticabile ho ancora la pelle d'oca mentre scrivo queste cose. Poi in successione. Montecampione 98 (mi è mancata la voce per 3 giorni per tutte quelle urla fatte in que 2 km finali)Oropa 99 Alpe d'huez 97 e via via. A me fanno impazzire anche altre imprese tra cui Guzet Neige 95 dove a 50 km dall'arrivo se ne andò da solo tra nebbia e gelo e arrivo con 2e30 su sua maesta Miguelon e poi mitica al Tour del 94 L'arrivo in salita a ValTourenche (si scrive così?) in mattianta era caduto e rischiava di ritirarsi per la forte botta presa al ginocchioe sull'ultima salita scattò come un forsennato e non riuscì a vincere solo perchè c'erano in fuga Ugrumov e Cacaito. Che spettacolo Marco. Quante emozioni e quanti ricordi. Mi sta scendendo una lacrimuccia...


robby - 22/11/2005 alle 11:41

e come dimenticare il primo acuto di Marco nella tappa di Merano 94 scatto secco ad 1 km dalla vetta del Giovo quando c'era in fuga un ormai esausto Pascal Richard.. se lo mangiò in dicesa ed arrivò a Merano tutto solo con un gruppo scatenato alle sue spalle e considerate che da S.Leonardo in Passiria a Merano ci sono 15KM di pianura tendente a scendere e un gruppo che ti segue e ti mangia in un attimo...e lui arrivò solo:o. E la tentata fuga sempre allo stesso giro sull'Agnello a + di 100 km dal traguardo?? Li se non c'era Argentin che guidava Berzin sul Lautaret a rientrare, col piffero che il russo vinceva il Giro!!!:nonono::Od:.


lissolo - 27/11/2005 alle 00:05

E' vero....la giornata di Val Thorense al Tour nel 1994 fu, nel suo piccolo (nel suo piccolo perchè non portò una vittoria) indimenticabile. Si passò dalla quasi disperazione per un probabile ritiro che avrebbe voluto dire addio al podio ormai quasi certo, alla gioia per un nuovo attacco ad Indurain e agli altri favoriti. Fantastico!


robby - 01/02/2006 alle 08:44

oggi è il primo del mese e credo che come al solito sarò abbastanza sommerso di lavoro e non se se riuscirò a stare tanto collegato con voi, ma vado a rispolverare questo 3dper un semplice motivo. Ieri sera per la prima volta nella mia vita ho visto l'intera tappa del 1994 Merano Aprica dove nacque il mito Pantani!!!!! Sì, proprio ieri per la prima volta, infatti fino a ieri non avevo visto altro che piccoli servizi e ascoltato vaghi commenti su una delle imprese più spettacolari che il ciclismo ricordi, perchè io quel giorno ero proprio sul Mortirolo con papà e mamma e per un malaugurato causa della vita il videeoregistratore fece le bizze e non riuscii a registrare la tappa. Sono riuscito a trovarla ;), e ieri sera per 4 ore e 10 minuti sono stato attaccato al televisore con il mio babbo a vederla tutto!!!! Mai visto niente del genere!!!!!!! uno spettacolo vedere Marco sul Mortirolo con quella pedalata di una facilità irriisoria nei confronti di tutti gli altri e vederlo ripartire con cattiveria di nuovo sul Santa Cristina dove ha inflitto al Signo Miguel indurain una delle più sonore scoppole della sua vita ciclistica!!!!!!!! Ripeto: MAI VISTO NIENTE DI SIMILE!!! UNA MERAVIGLIA P.S.: e non vi nascondo che ogni tanto sia sul mio viso che su quello di mio padre scendeva una lacrima a ricordo di quella giornata!!!


robby - 01/02/2006 alle 09:47

Uffi, ma a nessuno interessa il commento della Merano Aprica!?!:(:(:(:gluglu::gluglu::gluglu:


robby - 01/02/2006 alle 09:47

p.s.: di lavoro ce n'è tanto, ma non ce la faccio a non entrare in cicloweb!!!!!!:D


stress - 01/02/2006 alle 09:50

[quote][i]Originariamente inviato da stress [/i] Aprica. Induarain in croce e lui che va via sul Santa Cristina. L'unica volta che ho visto Indurain cosi'!!!! :clap::clap::clap::clap: [/quote] Interessa interessa, eccome se interessa.:)


mont ventoux - 01/02/2006 alle 10:11

Anch'io scelgo la vittoria sul Mont Ventoux, e non per via del mio nick. Se è vero che quella è stata forse l'unica vittoria di Marco non in solitaria, è vero pure che quando Pantani arrivava da solo, era per via di una capacità di andare forte in salita, nettamente maggiore degli altri, quasi imbarazzante, basta pensare alle 4 tappe vinte al Giro 1999. Quel Pantani lì, pur compiendo dei magnifici gesti atletici, non faceva in realtà, nulla di straordinario, considerando le sue doti di fortissimo arrampicatore. Valgono da questo punto di vista, molto di più le vittorie di Aprica nel 1994, delle Deux Alpes nel 1998, e la stessa fuga con Guerini nella tappa di Selva che gli consegnò la prima maglia rosa nel 1998, della stessa vittoria incredibile ad Oropa, perchè in quelle 3 occasioni, Pantani seppe aggiungere alle sue innate doti da grimpeur, la capacità di vincere tappe molto lunghe, al termine di attacchi portati lontano dal traguardo dimostrando quindi pure un grande capacità di resistenza allo sforzo. Comunque, in tutte queste occasioni, vinceva chiaramente il più forte, si compiva cioè un atto di giustizia sportiva. Sul Ventoux nel 2000 invece, la vittoria di Pantani, fu la vittoria innanzitutto dell'orgoglio, molto prima della forza o della classe, perchè la sua condizione era appena buona, il gruppetto dei migliori lo staccò nel tratto più duro, Ullrich tirava per sfiancare Armstrong imponendo un passo sostenuto, ma nonostante questo, Pantani rientrò da solo ai 6 km dall'arrivo, e subito produsse una raffica di scatti e accelerazioni come se fosse partito in quel momento, facendo quasi dimenticare che nellla prima parte della salita avava penato per contenere il distacco intorno ai 20 secondi. All'ennesima accelerata, solo Armstrong da dietro, si riportò su di lui, anche perchè lui fino ad allora "aveva giocato", aveva solo controllato il forcing di Ullrich con grande facilità. Quella vittoria di Pantani fu, dal mio punto di vista, la più vera perchè la più sofferta, perchè in quella occasione a vincere non fu il Pantani stratosferico, ma il Pantani uomo, con tutta la sua classe, ma soprattutto con i suoi nervi e la sua tempra di uomo orgoglioso, che già combatteva la sua battaglia con la cocaina che ne minava inevitabilmente le prestazioni, e nonostante questo, faceva violenza alla sua condizione atletica appena accettabile, per i suoi standard abituali, ponendo infine con un colpo di reni finale la sua ruota davanti a quella di Armstrong, al termine dell'ora più intensa e sofferta, che Pantani ha secondo me lasciato allo sport.


TEX - 01/02/2006 alle 10:33

Sul Panta voglio proprio dire la mia. Il Pirata ha compiuto una serie di imprese, e voi le avete elencate e descritte benissimo. Ho seguito Pantani (sulle strade) dal 1994 sul Mortirolo, aspettandolo con trepidazione sulle salite. VOGLIO RICORDARE IL PANTANI DEL GIRO 2003. Anche se atleticamente gli mancava molto per tornare il Pirata (se fosse andato al Tour con il Giro nelle gambe, chissà.....) si e' battuto con una dignita'ed una grinta da fuoriclasse vero. In particolare ero sulla salita dell'Alpe di Pampeago, non una delle sue migliori prestazioni in quel giro, ebbene lo sguardo e la grinta erano quelli dei tempi belli. Passò oltre la decima posizione con un bel distacco da Simoni che era in testa..... ma il Re restava lui!


robby - 01/02/2006 alle 10:47

EH SI', IL RE ERA PROPRIO LUI, me lo ricordo anche io a Pampeago nel 2003. C'ero anche io!!!


Monsieur 40% - 01/02/2006 alle 11:13

C'è un Poeta su questi lidi che ogni volta si sbatte per far capire che una delle più grosse imprese di Marco Pantani, se non veramente la più grande, fu durante la tappa che finiva sul Monte Zoncolan al Giro d'Italia 2003. Anche lui, a fine tappa, disse a Vicennati che quella tappa sarebbe potuta essere il "giro di boa". Purtroppo, non è andata come Marco - e come tutti - si aspettava.


robby - 01/02/2006 alle 11:23

POTEVA PROPRIO ESSERE IL GIRO DI BOA, peccato... Cmq mi manca tantissimo quell'omino pelato


Donchisciotte - 01/02/2006 alle 12:37

E' vero Robby, anch'io ogni tanto metto una cassetta qualsiasi su pantani e mi commuovo e mi esalto ancora a vederlo correre come solo lui sapeva fare. e ogni volta penso che quella che sto vedendo è la più grande. Forse ha ragione Morris, l'impresa più pantaniana fu allo Zoncolan 2003, eppure a me piace tantissimo ( come espressione pura della pantanata sublime) quella di Morzine 2000, quella incompita, il folle volo del Pirata a cui non importa arrivare sul posio se gli viene in mente di far saltare il banco. Già nel 2000, però, era in condizioni precarie di preparazione e di testa. E poi quella che ha segnato la sua morte, quella che, forse, avrebbe fatto nella tappa dellAprica 1999......


DeLorean - 01/02/2006 alle 12:44

A panpaeago c'ero anchio....eccome se me lo ricordo il panta,gli applausi erano tutti per lui. Ma il momento più magico è stato quando è sceso come tutti gli altri corridori,una umiltà che non si vedeva da tanto!!!Fù una vera e proria ovazione,tutti i cori erano per marco....vai marco!!!forza panta,continua così....:IoI


TEX - 01/02/2006 alle 13:55

E' vero..... la discesa del Panta dall'Alpe di Pampeago in mezzo a tutti gli altri ciclisti e cicloamatori che scendevano è stato un momento bellissimo. Ricordo che il Pirata portava una mantellina blu sopra la maglia della Mercatone Uno - Scanavino eppure tutti lo riconoscevano ed osannavano. E' l'ultimo ricordo che ho del Panta in bici (TV a parte). Roba da magone!


furslide - 01/02/2006 alle 13:56

donchisciotte ha accennato l'impresa incompita di Morzine che alla fine è andata male, ma io mi ricordo ancora perfettamente quel giorno: stavo a casa sulla poltrona a guardarmi la tappa, non potevo perderla visto quel che ha fatto il Panta a Courchevel. Era un periodo poco felice per me, stavo attraversando un periodo buio. Ma quelle giornate del Tour mi hanno dato una grande gioia. per me sono stati gli unici giorni memorabili di quell'estate molto brutta per me. Poi quando Pantani scattò sul primo colle sembrava qualcosa di assurdo. all'inizio tutti non ci credevano ai loro occhi. sembrava un compagno di Marco. ma invece era proprio lui. il folletto! che ricordi ragazzi, grazie Panta!!!


robby - 01/02/2006 alle 14:05

hO ANCORA LA PELLE D'OCA!!! GRAZIE MARCO


luke - 01/02/2006 alle 14:20

Complimenti a Robby per lo splendido thread!! Io ho nel cuore tutte le imprese di Marco, ritengo che la più bella sia stata la tappa del Galibier al Tour anche perchè fruttò la maglia gialla. Direi che ogni impresa porta impresso a fuoco il marchio del Panta, io ricordo volentieri anche una sua impresa non riuscita: parlo della tappa al Giro '94, quella del Colle dell'Agnello. Incollo il testo di un racconto che ho inserito, a suo tempo, nel forum FMP, quel giorno andò male, purtroppo, ma era già un grandissimo. Nei giorni scorsi ho pensato a ciò che ha scritto passion, al Pantani del '94. Il Pantani di Merano, di Aprica, quello che staccava tutti in salita e che si buttava a capofitto in discesa, con quella posizione 'a uovo' che faceva tremare i polsi al solo pensarci. Premetto che per me tutte le imprese di Pantani sono qualcosa di impareggiabile, anche quella dello Zoncolan, anche lo scatto a Cascate del Toce nel 2003, anche la volata persa da Ivanov alla Coppi e Bartali 2003. Ma c'è un'impresa mancata, che avrebbe potuto valere la vittoria del Giro proprio nel '94: la tappa arrivava a Les Deux Alpes, traguardo che nella storia del Panta, di lì a qualche anno, sarebbe diventato l'espressione massima della sua superiorità e contemporaneamente simbolo della vittoria al Tour, quella che per gli italiani mancava dal 1965. Vado per ordine, chiudo gli occhi e torno indietro negli anni: dopo la splendida cavalcata di Aprica, il Giro è riaperto, Pantani fa paura a tutti. La maglia rosa Berzin, che si è salvata per un soffio ad Aprica, ha incrementato il suo vantaggio nella cronoscalata di Passo del Bocco (molto crono e poco scalata...): il suo vantaggio su Marco sembra rassicurante, è aumentato di 1'37” portandosi a 2' e 55”. Il 10 giugno la tappa parte da Cuneo alla volta di Les Deux Alpes, il menù è per palati forti: Colle dell'Agnello, Izoard, Lautaret ed arrivo in salita. Il Panta si sente bene, come da sua natura non si accontenta del secondo posto: è il suo momento e vuole far saltare il banco. Questa, dai racconti del'epoca, la tattica: sull'Agnello partirà Poulnikov o Chiappucci, prenderanno vantaggio e poi partirà il Panta. Il compagno davanti lo attende, fanno coppia e puntano l'arrivo solitario al traguardo, obiettivo la maglia rosa. Accade però che sull'Agnello ci sia già un gruppetto in avanscoperta, ma nessuno della Carrera: Poulnikov dice di non averne, così Marco parte come una freccia. Sale veloce, fa il vuoto e scollina con tre minuti. Poi giù a capofitto, quindi sull'Izoard il vantaggio aumenta, con lui il colombiano Buenahora. Berzin va in panico, Argentin lo prende per mano e lo trascina fuori da quel turbinio di paura che gli costerebbe inevitabilmente il Giro. Scesi dall'Izoard, una lunga pianura deve essere percorsa prima del Lautaret: il vento è forte, contrario ovviamente, Buenahora non gli dà un cambio. Dietro Argentin e la Gewiss fanno uno sforzo enorme e la fuga naufraga. Il Panta viene ripreso ma, a riprova del fatto che ne aveva da vendere, lui non si stacca, arriva con il gruppo dei migliori. Chi vince la tappa? Poulnikov, proprio lui, quello che non ne aveva!! E' andata male, sostanzialmente per tre motivi: 1)nessun compagno si è sacrificato, Poulnikov ha poi addirittura vinto la tappa (ed a fine anno ha cambiato squadra....). Se fosse andato in avanscoperta, la fuga sarebbe arrivata e quel Giro l'avrebbe vinto Pantani, vi immaginate? Roba da leggenda. 2)Argentin ha salvato Berzin, che stava andando alla deriva preso dalla paura e dallo sconforto. Argentin invece lo ha scrollato di brutto, ha tirato per 100 km ed ha guidato la rincorsa. Lo sforzo sarà così grande che alla fine di quel Giro, in anticipo sui programmi, decide di concludere la sua carriera. 3)Buenahora non ha mai collaborato, gli avesse dato una mano magari cambiava tutto. Ora riapro gli occhi e penso a tante cose. Quella fuga ha fatto scuola, pensiamo al Giro 2004: la Saeco manda Mazzoleni e Tonti in avanscoperta, sul Furcia parte Cunego. Loro lo aspettano, lo portano sino all'ultima salita dove lui riparte e vince tappa e Giro. La tattica è la stessa, con questo non intendo sminuire quella vittoria, solo pensare a come sarebbe andata quel giorno al Giro del '94 se la squadra avesse avuto fiducia in Marco (tra l'altro, il diesse è lo stesso). Ma è inevitabile ripensare a cos'è accaduto qualche anno dopo. Campiglio, la persecuzione, le accuse maligne. C'è stato chi, da quel giorno, ha messo in dubbio l'intera carriera di Marco, da quando aveva 16 anni in poi.. e lui ne soffriva terribilmente. Per qualcuno tutto ciò che faceva Marco era frutto di artifizio. Ma non c'è bomba che ti dia il coraggio di fare certe imprese. Se ne sono accorti un'anno dopo, nel '95, quando Rominger vinse il Giro più noioso della storia recente davanti a Berzin, ultimo acuto per un corridore che poi non combinò più nulla e finì (presto) la sua carriera nell'anonimato. In quel '94 alcuni giornalisti lo chiamavano 'l'Eugenio' italianizzando il suo nome: c'era Pantani che sbocciava, che esplodeva, eppure si inneggiava a Eugenio... si può essere più ciechi? No, le imprese di Marco rimangono autentiche e sono lì a testimoniare la differenza che passa tra un campionissimo e corridori magari forti, ma non campioni. Restano a testimoniare il coraggio dell'omino di Cesenatico che non fa calcoli, parte e getta il cuore oltre l'ostacolo, si mette in gioco ben sapendo che puiò perdere tutto. 'O salto io, o salta lui'. Questo il suo credo, il credo che ha poi ispirato Montecampione al Giro e quella straordinaria fuga sul Galibier in quel '98 che pare così lontano da oggi. Quello che ha ispirato anche la fuga pazza di Morzine nel 2000, quella fuga che di fatto poteva far saltare il Tour: purtroppo mancava un po' di fondo, arrivò anche la dissenteria ed anche allora i vari Escartin ed Hervè non gli diedero un cambio... non ha mai avuto tanti amici in gruppo, il povero Marco. Era troppo forte, l'invidia è una brutta bestia. Anche per chi, dalle colonne di un giornale, andò ad insinuare quel dubbio relativo alle sue imprese, 'fu vera gloria?'. Ecco perchè è bello ricordare queste imprese di Marco, del nostro Capitano, per ricordare la sua statura di gigante. Ma il suo ricordo non si può fermare qui: troppo comodo. Va ricordato anche il suo calvario, va ricordata la costanza con cui è stato insultato, dileggiato, con cui è stata annientata la sua personalità attraverso la sistematica demolizione delle sue certezze e della sua autostima, che sul suo essere campione amato ed ammirato trovava le fondamenta anche del suo essere uomo. 'Per costruire un uomo ci vuole una vita, per distruggerlo basta un attimo', questo disse al suo funerale il sindaco di Cesenatico, signor Zoffoli. No, non è bastato un attimo, ci sono voluti cinque intensi anni ma la distruzione è avvenuta. Chi ha colpe, materiali o morali che siano, non può avere la coscienza tranquilla. Non ne ha alcun diritto, nostro dovere è fare il possibile per ricordarglielo. Scusate la lunghezza, ma non sempre si può essere brevi.... per il Panta, poi, non basterebbero mille libri. Un abbraccio a tutti Luke

 

[Modificato il 01/02/2006 alle 14:23 by luke]


marco83 - 01/02/2006 alle 14:28

Caro Luke... sinceri e meritatissimi complimenti per questo tuo scritto che, riguardo soprattutto alla tappa di Les Deux Alpes del Giro '94 (non vista nel migliore dei modi, per ragioni anagrafiche...), ha riportato particolari che non conoscevo! :clap: :clap: PS: forse l'ultimo acuto di Berzin è stata la maglia gialla indossata, seppur per un solo giorno, dopo la tappa di Les Arcs del Tour '96, nota ai più come quella della prima vera grande crisi di Miguelon Indurain... che infatti a fine stagione si ritirò. Ma questi sono dettagli, di fronte alla splendida e naturale grandezza dell'amatissimo Pirata! ;)


robby - 01/02/2006 alle 14:50

COMPLIMENTONI LUKE.. è bello sentire queste parole e tramandarsi questi racconti!!


luke - 01/02/2006 alle 15:15

Grazie ragazzi, troppo buoni! In realtà questa è solo una piccolissima ma significativa dimostrazione di quello che chiamerei 'il miracolo Pantani': nonostante anni di fango gettato su di lui e sulle sue vittorie, il mito resiste ed anzi si rafforza. Marco, immagino che tu ricordi poco di quel giorno (dal tuo nick desumo che tu sia del 1983), io sono un pò più... stagionato, sono del '65.... ma la mia speranza è che, prima o poi, qualcuno si decida a creare una collana Dvd che raccolga la storia di Marco e le sue imprese: credo che sarebbe gradita da tantissimi appassionati. A presto Luke


robby - 01/02/2006 alle 17:25

sarebbe una bella proposta da lanciare a qualche editore...anche se io in realtà ho praticamente tutte le vittorie di marco registrate in vhs...mi manca solo Lienz Merano 94 Montecampione 98 (sto ancora bestemmiando in turco contro un mio amico che me l'ha persa) Platea de Beille 98 la vittoria a Flumsberg (o come cacchio si scrive)al giro di svizzera e la vittoria in solitaria alla Vuelta Murcia del 99...poi mi sa che non mi manca proprio niente...... è l'unica collezione che ho fatto in tutta la mia vita (mai fatto figurine o robe del genere) e ci tengo tantissimo!!!!!!!!!!!!! Per non parlare poi della gazzetta del 28 luglio 98 (quella della vittoria a Les deux Alpes) autografata da lui:yes:


antonello64 - 01/02/2006 alle 17:57

due precisazioni su Luke: effettivamente a Les Deux Alpes, nel 1994, la tattica da attuare sarebbe stata quella che hai descritto tu, ma credo che non potè essere messa in atto perchè in fin dei conti era un pò troppo prevedibile: secondo me una fuga ad inizio tappa, con Chiappucci o Pulnikov dentro, non avrebbe avuto nessuna possibilità di prendere il largo; Indurain e Berzin, non appena si fossero accorti della presenza di un uomo Carrera importante in fuga, avrebbero messo le squadre a tirare e la fuga sarebbe rientrata in breve tempo; riguardo a Buenahora, non credo fosse in grado di aiutare seriamente Pantani, e anche se gli avesse dato qualche cambio non si sarebbe mai spremuto del tutto, ma avrebbe sempre tenuto una scorta di energie per non restare con le gambe in croce ai piedi dell'ultima salita: ci voleva ben altro per andare all'arrivo, e cioè il Chiappucci o il Pulnikov che tu hai citato. precisazione su Robby anch'io ho parecchie registrazioni, ma riguardano solo le vittorie a Giro e Tour; anche per me il grande rimpianto è Montecampione 1998, non registrata per scaramanzia: avevo registrato l'arrivo del giorno precedente a Pampeago dove Marco aveva perso da Tonkov, e così decisi di non registrare Montecampione sperando in un risultato diverso; la scaramanzia ha funzionato, però adesso quella registrazione mi manca da morire.


DeLorean - 01/02/2006 alle 18:02

Scusate ma quel giorno pantani non poteva aspettare un pò prima di scattare,chiappucci probabilmente l'avrebbero ripreso,la gara si sarebbe fatta più dura e pantani sarebbe potuto scattare magari alla penultima se non all'ultima salita...in fondo in 6-7 km è possibile rifilare anche più di un apio di minuti.


Pirateattack - 01/02/2006 alle 18:10

Auro Bulbarelli definì Marco il più grande scalatore degli ultimi vent'anni, ma a mio parere il Panta è stato il più grande scalatore di tutti i tempi. Se guardiamo i numeri non ci sono paragoni con certi miti del passato (Nella sua carriera Merckx ha vinto in media una gara su tre a cui ha partecipato) ma a livello di emozioni il Pirata aveva la capacità innata di saper esaltare le folle come nessun altro. Quando partiva sembrava un proiettile, era di una superiorità imbarazzante..e scomoda. Questo erano i suoi stessi avversari ad ammetterlo Jalabert: <> Gotti: <> Simoni: <> Chepe Gonzales: <> Teteriuk: <> E se ne potrebbero sggiungere tante altre.. Non avrei nemmeno potuto immaginare cosa sarebbe stato capace di fare se dal 1995 la sfiga non avesse iniziato a perseguitarlo (n.b. dopo il '94 il '98 è stato l'unico anno senza problemi fisici e avete visto cosa ha combinato..) Probabilmente nel '99 avrebbe abbassato il record della scalata del Mortirolo di un altro minuto e mezzo, ma quel 5 giugno 1999 non andò proprio così...


luke - 01/02/2006 alle 18:27

Per Robby: in effetti ho proposto più volte di realizzare quella raccolta tramite il forum alla FMP stessa. Risposta: silenzio... non so se per i probabili problemi di diritti oppure perchè non conoscano le imprese del Panta.....:Od: Per Antonello: credo anche io che sarebbe stato difficilissimo realizzare quel progetto, vedo però che alla Saeco nel 2004 è riuscito, eppure i gregari di Cunego erano due, e belli tosti: comunque la Carrera, quella carta, poteva giocarsela meglio, credendo di più nelle possibilità di Marco; rimango dell'idea che se Poulnikov si fosse unito ai fuggitivi di giornata, per la Gewiss erano problemi grossi. Anche su Buenahora ti do ragione, ma proviamo per un attimo a togliere Argentin alla maglia rosa Berzin: cosa sarebbe accaduto? Ci stava pure che perdesse il Giro. Per DeLorean: non credo che sui km finali avrebbe potuto dare 2 minuti al Berzin, soprattutto se fossero stati coperti in gruppo sino alla ultima salita. Il Panta giocò la carta dell'impresa, lui stesso diceva che l'imprevedibilità nel ciclismo è importantissima. Per Pirateattack: le frasi degli avversari la dicono lunga su quanto Marco fosse temuto e pure invidiato, ovviamente. E quel 5 giugno '99, ancora adeso, presenta delle zone d'ombra inquietanti, basti leggere lo speciale di Bicisport pubblicato sul numero di giugno 2005. Noi del Nessunotocchipantani continueremo ad essere gruppo di pressione per cercare che la verità sul maledetto giorno di Campiglio venga a galla. Prima o poi accadrà, specie se quel suo 'Iragazzi che credevano in me ora devono parlare' verrà finalmente ascoltato. Ciao a tutti, viva il Panta!!! Luke


Pirateattack - 01/02/2006 alle 21:48

Solo quando si saprà la verità molte persone si renderanno conto di avere sulla coscienza la morte di un uomo onesto, leale e sincero. Ma nessuno gli ha creduto.. Luke sono con te e spero di incontrarti sulle strade del giro 2006 per onorare Marco.


antonello64 - 02/02/2006 alle 00:16

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] Per Antonello: credo anche io che sarebbe stato difficilissimo realizzare quel progetto, vedo però che alla Saeco nel 2004 è riuscito, eppure i gregari di Cunego erano due, e belli tosti: comunque la Carrera, quella carta, poteva giocarsela meglio, credendo di più nelle possibilità di Marco; rimango dell'idea che se Poulnikov si fosse unito ai fuggitivi di giornata, per la Gewiss erano problemi grossi. Anche su Buenahora ti do ragione, ma proviamo per un attimo a togliere Argentin alla maglia rosa Berzin: cosa sarebbe accaduto? Ci stava pure che perdesse il Giro. [/quote] Anzitutto ci stava eccome che Berzin senza Argentin perdesse il Giro: è sbagliato però pensare che Buenahora avrebbe potuto dare a Pantani lo stesso aiuto che Moreno diede al russo; a parte la differente caratura dei personaggi, Argentin sputò fuori tutto quello che aveva per Berzin, mentre Buenahora non avrebbe mai fatto lo stesso per il Pirata: in fin dei conti correvano per squadre diverse. Sulla tattica io rimango dell'idea che Bombini non avrebbe mai permesso che prendesse il largo una fuga con dentro Chiappucci o Pulnikov; la Saeco ha potuto farlo perchè Popovich non aveva una squadra in grado di contrastare le sue manovre: la Gewiss invece era una signora squadra e non avrebbe avuto problemi a bloccare sul nascere qualunque fuga insidiosa.


antonello64 - 02/02/2006 alle 00:30

[quote][i]Originariamente inviato da DeLorean [/i] Scusate ma quel giorno pantani non poteva aspettare un pò prima di scattare,chiappucci probabilmente l'avrebbero ripreso,la gara si sarebbe fatta più dura e pantani sarebbe potuto scattare magari alla penultima se non all'ultima salita...in fondo in 6-7 km è possibile rifilare anche più di un apio di minuti. [/quote] alla partenza Pantani doveva recuperare a Berzin quasi 3 minuti: lo stesso Berzin nella tappa del Mortirolo ne aveva beccati 4 pur attuando una tattica sciagurata. Visto che la salita finale era abbastanza semplice e adatta più ai passisti-scalatori che agli scalatori puri (lì difficilmente si sarebbero staccati Berzin o Indurain), il Pirata, se voleva far saltare il banco, non aveva altra alternativa che attaccare già sul Colle dell'Agnello: cosa che fece e che sarebbe anche potuta andare a buon fine se non ci fosse stata la giornata strepitosa di Moreno Argentin.


pier70 - 02/02/2006 alle 00:32

Questo thread è tosto, infatti quando si ricordano le imprese di Marco ci si fa trasportare soprattutto dalle emozioni, e l'aspetto tecnico finisce per passare in secondo piano. Ma questa, ci ricorda Morris, è l'Università del ciclismo e sono emersi parecchi risvolti tattici, tecnici e aneddoti per i quali mi affretto a ringraziarvi. Personalmente scelgo Montecampione perchè secondo me quel Tonkov, in quelle condizioni, in salita valeva più di Indurain, di Armstrong, di Ullrich o di chi vi pare a voi: drammaticamente agile, psicologicametne al top, rispose al primo degli innumerevoli scatti di Pantani su un tornante: sembrava volasse, mi sono subito depresso vedendolo così sicuro e pensai che quel giorno Marco poteva non farcela... ...o salto io o salta lui... chi ce l'ha oggi come oggi un coraggio simile? E chi si scorda all'arrivo quell'esultanza "in trance" del tutto singolare? Poi segnalo un episodio, forse ho letto velocemente, mi scuso se l'avete già detto e mi è sfuggito: quando partì sul Galibier, cercò in Jalabert un aiuto, si fermò ad aspettarlo, ma subito si rese conto che era del tutto inutile (troppo lento Jajà) e ripartì: fu un momento altamente spettacolare, che la dice lunga sul comportamento di Pantani in corsa: al di là delle tattiche, dei consigli dei D.S., dei micrifonini all'orecchio dei capitani che, scusate la mia ignoranza, ma mi ricordano tanto Ambra Angiolini, al di là di tutto questo c'era l'improvvisazione, il mettersi in gioco in prima persona, la sfida che onora e nobilita, prima ancora che il campione stesso, lo sport. E' proprio di questo che sentiamo tutti la mancanza, ci manca il campione che nobilitava lo sport del quale siamo appassionati. E, se ci pensate bene, quel modo di mettersi in gioco in prima persona a difendere, da leader, il ciclismo nei confronti degli altri sport e i colleghi durante tutto il giro del '99, è stato la causa della sua rovina (agguato ignobile a Madonna di Campiglio). ciao a tutti e grazie di cuore a Robbi.


DeLorean - 02/02/2006 alle 01:12

Non era jajà ma leblanc....


robby - 02/02/2006 alle 08:49

parere pesonale sulla tappa dell'agnello del 94, la tattica giusta per me era far partire Poulnikov nella fuga di giornata per rendere la corsa dura (infatti dai vaghi ricordi sia indurain che berzin avevano la squadra ma dopo l'attacco di Pantani sull' agnello andarono quasi tutti alla deriva quindi con corsa dura i pretendenti alla rosa sarebbero arrivati già all'izoard un po spompati), attacco di marco sull'izoard deciso, in modo da distanziare tutti ed andare a riprendere i fuggitivi dove polnikov e qualcun altro gli avrebbe dato una mano per tenere il vantaggio e arrivare fresco sull'ultima salita per vincere in solitaria.... Purtoppo "dei se e dei ma son piene le fosse" ma con una tattica del genere anche se c'era Argentin che guidava alla perfezione berzin, Marco avrebbe potuto vincerlo quel benedetto giro!!!


antonello64 - 02/02/2006 alle 09:06

continuiamo con il Fantaciclismo (esercizio inutile, ma molto divertente) caro robby, secondo me la tattica che tu hai impostato sarebbe potuta andar bene se non ci fosse stato Argentin, ma con Moreno che tirava come ha tirato quando avrebbe potuto guadagnare Pulnikov? secondo me, a esser larghi, un minuto: Pantani lo avrebbe ripreso dopo pochi km sull'Izoard e poi sarebbe stato costretto a mollarlo, oppure a fare la salita con il passo del russo; difficilmente sarebbe riuscito a guadagnare i 3 minuti di cui aveva bisogno. Non dimentichiamo mai che quel Berzin in salita andava eccome: staccò tutti a Campitello Matese e riuscì a tenere Pantani per qualche km anche sul Mortirolo


robby - 02/02/2006 alle 09:49

qualche km sul mortirolo l'ha tenuto Pantani, ma poi anche se ha retto tutto sommato bene gli è quasi scoppiato il cuore... io non dicevo che polnikov doveva andare via da solo ma riuscirsi a portare via un bel gruppetto con qualcuno che gli desse una mano anche di qualche altra squadra d'accordo con la carrera (queste alleanze capitano spesso in corsa, ricordi i tentati scatti di leblanc sul galibier del 1998 e poi quando marco partì lui che tentò di andargli dietro) sai 2/3 minuti li potevano anche prendere e se non li prendevano magari argentin schiattava prima e berzin sarebbe andato alla derive con il risultato di vedere marco a les deux alpes in rosa.... sono proprio convinto di questo, cmq sono sempre discorsi che lasciano il tempo che trovano... però è bello che 12 anni dopo i fatti si riparli ancora di queste cose... Questa è la vera grandezza di Marco perchè ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo sport e non solo...


luke - 02/02/2006 alle 11:43

Segno indelebile nella storia del ciclismo: perfetta definizione, assolutamente. Ma questo è il vero dono che Marco ha lasciato a noi appassionati di ciclismo, la sua esplosione è avvenuta nel 1994, in un momento nel quale il calcolo la faceva da padrone e lo spettacolo lasciava a desiderare, è entrato nella storia del ciclismo come un uragano. In seguito i calcolatori sono tornati, vedi Lance Armstrong, ma quel ciclismo è rimpianto da tutti. L'opera omnia è comunque il Tour 1998, vi riporto di seguito il testo di un nostro (di Ntp) breve racconto sul Marc de Triomphe, confrontato con i Tour vinti da Lance: due pianeti diversi, due modi di essere e di vivere il ciclismo opposti. Tanto di cappello. Avrete già capito di chi parliamo: da pochi giorni Lance Armstrong ha raggiunto il suo obiettivo, ovvero vincere il settimo Tour de France consecutivo per poi ritirarsi dal ciclismo, in verità senza lasciare grandi rimpianti. La settima vittoria consecutiva in quella che era l'unica corsa alla quale dedicava tutta la sua stagione: tutto era programmato con una precisione maniacale. Dagli allenamenti ai sopralluoghi sui percorsi, dalla scelta dei compagni alla tattica puntualmente vincente. Avrete fatto caso che, introducendo questo argomento, abbiamo parlato del settimo Tour come del 'suo obiettivo' e non del 'suo sogno': in questi anni crediamo che Lance abbia fatto tutto alla perfezione ma che di pari passo il Tour sia diventato quasi il giardino di casa sua, ove tutto era collocato al posto giusto e la vittoria finale era un obiettivo da perseguire. Per poter parlare di 'sogno' bisogna scorrere l'albo d'oro ed arrivare a leggere il nome del vincitore del 1998: Marco Pantani. Il campione romagnolo neppure voleva andarci a quel Tour: decise di correrlo in segno di riconoscenza verso Luciano Pezzi, l'uomo che aveva creduto in lui quando nessuno ancora sapeva se sarebbe tornato il corridore di un tempo e che da poco era mancato, lasciando nel Panta un vuoto che nessuno seppe più colmare, purtroppo. Così abbandonò il meritato riposo dopo quel Giro d'Italia trionfale e riprese ad allenarsi cercando di mettere assieme una forma decente per non sfigurare... quella forma incerta che lo portò, nel cronoprologo di Dublino, ad accumulare 48" di distacco per non parlare dei 4' e 21" patiti nella crono di Meyrignac. Ullrich pareva al sicuro, troppo forte, ormai in tanti lo davano per sicuro vincitore a Parigi: troppi cinque minuti di distacco. Troppi per altri, forse, ma non per il Pirata! In quei giorni, egli disse: 'Quando parto, cerco di distruggere psicologicamente i miei avversari'. Sentiva crescere la condizione e di pari passo vedeva il tedesco sempre più in ansia.... con le prime salite ecco volare la bandana, ecco lo scatto secco che fruttò pochi secondi sul Peyresourde, ecco la fiondata secca di Plateau de Beille ed il distacco scende a 3' e 21".... fino alla mazzata del Galibier. Nessuno potrà mai cancellare dalle nostre memorie quella fucilata, quella maglia verde e gialla che salutava tutti a velocità doppia ed andava a prendersi quel sogno affrontando la bufera a viso aperto, con la felicità che cancellava ogni sofferenza e fatica. Quel giorno Ullrich lasciò sulla strada qualcosa come 8' e 57", di fatto disse addio a quel Tour che tanti gli assegnavano come già vinto. Era la vittoria del talento puro sulla programmazione, della fantasia sulla potenza, dell'orecchio che ascoltava le sensazioni al posto del cardio. In quel due agosto 1998 Marco tagliò il traguardo sui Campi Elisi tenendosi per mano con Fabiano Fontanelli e da allora nessuno ha più visto un Tour come quello. In questi sette lunghissimi anni, quante volte abbiamo acceso la Tv per poi spegnerla annoiati davanti ad un copione sempre uguale, ad una corsa noiosa e prevedibile, un semplice esercizio atletico senza fantasia né spettacolo. Ecco, non possiamo dire che il Tour di Marco valga più dei sette di Lance: paragoni non se ne possono fare, ma si può tranquillamente affermare che l'ultimo vero Tour, combattuto, spettacolare ed aperto, fu quello del '98. Poi sette lunghi anni di noia con la parentesi del 2000... e chi fu a vivacizzare quell'edizione della Grande Boucle? Ma lui, Marco Pantani da Cesenatico! Con poca strada nelle gambe ed una preparazione carente pagò dazio sulla prima salita, non nascondendo l'umiliazione provata... poi scavò dentro sé alla ricerca del suo antico orgoglio di guerriero e riuscì a vincere due tappe ed a staccare il cowboy sulla salita di Courchevel (tutto avrebbe accettato Lance, meno che farsi staccare dal Panta)..... per non parlare della tappa di Morzine, dove attaccò da lontano e mise Lance in grande ansia causandogli la più grossa crisi che abbia mai subìto da corridore. Lui stesso saltò, privo del fondo necessario, ma quello era il suo credo: 'O salto io, o salta lui'. Ecco, forse non è un caso che dopo quell'anno Marco non sia più stato invitato al Tour: era l'unico che poteva creare problemi al texano (e che poteva essere d'esempio agli altri corridori), meglio evitare quei problemi. Ma quando, dopo la morte di Marco, Armstrong lo definì 'Il Dalì della bicicletta' aveva ragione: è stato l'ultimo artista della bici, dopo di lui tanti ragionieri a due ruote... forti, per carità, anche fortissimi, ma pur sempre calcolatori. Chissà quanti avranno rimpianto il Panta e le emozioni che ci regalava: noi siamo certi che siano tantissimi. Gruppo tifosi online 'Nessuno tocchi Pantani'. Da ciclismo-online, rubrica 'Pantavariazioni sul tema'. Ciao a tutti !!!! Luke

 

[Modificato il 02/02/2006 alle 11:46 by luke]


antonello64 - 02/02/2006 alle 11:59

un compagno di fuga in pianura è sempre utile, ma in salita ti serve solo se riesce a tenere il tuo passo. Pulnikov (o anche Chiappucci), per essere utile a Pantani, avrebbe dovuto guadagnare tanto di quel tempo da essere raggiunto solo in cima all'Izoard: francamente questo scenario avrebbe potuto realizzarsi solo se la Gewiss avesse dormito, e nè Bombini nè Berzin nè tantomeno Argentin mi sembravano tipi da dormire in corsa. Sulle alleanze: effettivamente qualche alleato la Carrera poteva cercarselo, ma quanti ce n'erano in grado di dare un aiuto serio a Marco? secondo me molto pochi, per non dire nessuno. L'alleato ideale sarebbe stato Indurain, ma il navarro era troppo vicino in classifica per poter sperare in un accordo. Secondo me la tattica migliore era quella illustrata da Luke, ma bisogna essere consapevoli che le possibilità di realizzarla erano molto molto poche: io su quella tappa non ho rimpianti, quello che si poteva fare sulla strada è stato fatto; al limite si poteva provare a bucare le gomme ad Argentin.


luke - 02/02/2006 alle 12:05

Ecco, in effetti bucare le ruote ad Argentin era l'unico sistema sicuro....:P ovviamente scherzo!!! In ogni caso, un bel pezzo di quella maglia rosa spetta a Moreno, semplicemente.


luke - 02/02/2006 alle 12:29

Stavo pensando che tra le imprese di Marco una è poco ricordata ma comunque significativa: la tappa di Guzet Neige al Tour 1995. Se ne andò da solo lontano dal traguardo, letteralmente sparì nella nebbia e divorò le due salite che mancavano arrivando solo, con tutto il gruppo che si chiedeva cosa sarebbe riuscito a fare, ricordate? Poi venne il maledetto giorno del Portet d'Aspet e della morte del povero Casartelli: in quella tappa Marco era in crisi per indigestione del giorno precedente e la notizia del tragico incidente occorso a Fabio fece il resto. Pensavo che tra le imprese del '95 e quelle del magico '98 (e del '99, quell'anno 'aveva una condizione spaventosa', parole di Borra nella puntata di 'Sfide' della scorsa estate) sta nel fatto che nel '95 era fuori classifica, aveva beccato una sfilza di minuti di ritardo per cui forse (sottolineo, forse) faceva meno paura agli avversari. Invece nel '98, in piena classifica sia al Giro che al Tour, si inventò delle azioni incredibili: Selva di Valgardena e Montecampione al Giro, Galibier al Tour (ma direi che fu sensazionale tutto il Tour)... eppure nessuno riuscì a contrastarlo, vinse il Giro e fece letteralmente saltare il banco al Tour. Quello è ciclismo di Pantani, quella frase 'O salto io, o salta lui' è l'essenza del suo correre: mettere in gioco tutto, mettersi in gioco al 100% sapendo che si può fare il colpaccio, ma anche perdere ciò che si è acquisito. Ricordo Armstrong quando commentando l'attacco di Morzine al Tour 2000 disse che secondo lui era stato poco intelligente perchè stando con i migliori poteva arrivare sul podio... non aveva capito che al Panta, l'unico scalino del podio che interessava era quello più alto, quello dove tuttora sta. Luke


robby - 02/02/2006 alle 13:19

gran tappa guzet neige, ce l'ho registrata ed è una vera chicca!!!!!


antonello64 - 02/02/2006 alle 21:09

sul numero di febbraio di Bicisport c'è un intervista a Roberto Conti, che racconta come lui e Pantani prepararono il Tour 1998: è veramente bella!


Admin - 05/02/2006 alle 03:16

[quote][i]Originariamente inviato da luke [/i] non aveva capito che al Panta, l'unico scalino del podio che interessava era quello più alto, quello dove tuttora sta.[/quote] :clap::clap::clap:


Knightlake98 - 05/02/2006 alle 14:13

[quote][i]Originariamente inviato da David Bowman [/i] La mia classifica è basata più sulle mie emozioni che sui gesti tecnico-atletici in sè.. 1 Courchevel 2000 2 Oropa 1999 3 Alpe d'Huez 1997 4 Les Deux Alpes 1998 5 Plan di Montecampione 1998 6 Aprica 1994 [/quote] Il giorno in cui diede 9 minuti (e dico 9!!) ad ULLRICH fu la PROVA EPICA, LEGGENDARIA. Il giorno in cui saltò tutti i birilli ad Oropa nel '99 fu la maggior prova di SCHIACCIANTE SUPERIORITA' (non staccò soltanto gli altri come ha fatto per gran parte della sua carriera ma bensì li RIPRESE E LI STACCò TUTTI UNO AD UNO, ED ERAN 50, ED ERAN I PIù FORTI DI QUEL GIRO, E INIZIARONO TUTTI QUELLA RAMPA CON MOLTO VANTAGGIO SU DI LUI!!). Ma alla fine VOGLIO VOTARE la tappa di monteCAMPIONE. Il giorno in cui staccò TONKOV nel testa a testa di monteCAMPIONE fu una prova bella perchè UMANA, psicologica, e da brividi fino all'ultimo km.... "vai Marco, o salti tu o salta lui....è saltato lui!!" Voto questa quindi.:podio:


antonello64 - 05/02/2006 alle 15:01

[quote][i]Originariamente inviato da Knightlake98 [/i] Il giorno in cui diede 9 minuti (e dico 9!!) ad ULLRICH fu la PROVA EPICA, LEGGENDARIA. Il giorno in cui saltò tutti i birilli ad Oropa nel '99 fu la maggior prova di SCHIACCIANTE SUPERIORITA' (non staccò soltanto gli altri come ha fatto per gran parte della sua carriera ma bensì li RIPRESE E LI STACCò TUTTI UNO AD UNO, ED ERAN 50, ED ERAN I PIù FORTI DI QUEL GIRO, E INIZIARONO TUTTI QUELLA RAMPA CON MOLTO VANTAGGIO SU DI LUI!!). Ma alla fine VOGLIO VOTARE la tappa di monteCAMPIONE. Il giorno in cui staccò TONKOV nel testa a testa di monteCAMPIONE fu una prova bella perchè UMANA, psicologica, e da brividi fino all'ultimo km.... "vai Marco, o salti tu o salta lui....è saltato lui!!" Voto questa quindi.:podio: [/quote] si può aprire un bel sondaggio, con le 10 vittorie più significative, dove ognuno vota quella che vuole, e possibilmente dà la motivazione.


robby - 06/02/2006 alle 08:52

se per i moderatori non rappresenterebbe un 3D doppione si potrebbe fare!!!!!


ProfRoubaix - 06/02/2006 alle 08:55

Proporrei di inserire nel sondaggio tutti e 16 le vittorie nei grandi Giri (al Giro: Merano e Aprica 1994, Piancavallo e Montecampione 1998, Gran Sasso, Oropa, Alpe di Pampeago, Madonna di Campiglio nel 1999; al Tour: L'Alpe d'Huez e Guzet Neige nel 1995, L'Alpe d'Huez e Morzine nel 1997, Plateau de Beille e Les-Deux-Alpes nel 1998, Mont Ventoux e Courchevel nel 2000). Più il podio ai Mondiali 1995 e il piazzamento sullo Zoncolan 2003.


robby - 06/02/2006 alle 09:40

Prof, ti quoto.... Ora manca solo che qualcuno abbia la buona volontà e il tempo per inserire questo nuovo sondaggio... Vai Ragazzi!!!!


Monsieur 40% - 06/02/2006 alle 11:20

Un sondaggio c'era già: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=420 ...sbizzarritevi e votate!!!


robby - 17/02/2006 alle 12:48

miiii, guardate che bella sta foto che ho trovato in giro nella rete con tutta la gente che esalta Marco nelle ultime pedalate vesro l'Alpe d'huez del 1997 [img height=600 width=400]http://www.carbonsports.de/Standardelemente/Galeriebilder_Alp_dHuez/1200x1600/ROT_PANTANI_ALPE_dHUEZ.jpg [/img] CHE SPETTACOLO!!!!!!! se volete ridimensionarla fate pure moderatori, io devo ancora capire come si fa!!!

 

[Modificato il 17/02/2006 alle 14:04 by robby]


robby - 17/02/2006 alle 14:08

non ci posso credere: dopo 12 volte che ho provato a modificare il post sono riuscito a ridimensionare l'immagine!!!! fra poco comicerà a nevicare rosso!!!!:D:D:D:D:D:D:D


superandyweb - 17/02/2006 alle 14:18

Io mi ricordero per sempre le prime 2 tappe vinte al GIRO quando nessuno lo conosceva... ECCO PERCHE'... Ho sempre seguito e praticato ciclismo ancora prima di Pantani, e sentivo dai nonni e dalle persone anziane le leggendarie vittorie di Coppi e Bartali, mi entusiasmavano molto, sembravano impossibili le cose che facevano e l'impatto che avevano sui tifosi... la gente impazziva al loro passaggio ed alle lore gesta... ma io non vedevo e sentivo questi sentimenti seguendo il ciclismo che vedevo fino a quelle due tappe vinte da Pantani al Giro, da li in poi ho potuto provare in prima persona le sensazioni che mi raccontavano i miei nonni!!! Vivere e vedere il ciclismo non solo con gli occhi ma col cuore!! ECCO PERCHE' RICORDERO' QUELLE DUE TAPPE!!


marco83 - 17/02/2006 alle 14:37

[quote][i]Originariamente inviato da robby [/i] miiii, guardate che bella sta foto che ho trovato in giro nella rete con tutta la gente che esalta Marco nelle ultime pedalate vesro l'Alpe d'huez del 1997 [/quote] E quel giorno ero in vacanza coi grest, e non ho potuto vedere dal vivo l'impresa del Pirata... :(:(:(


robby - 17/02/2006 alle 15:05

io quel giorno ero a casa e lo ricordo come se fosse ieri!!!!!!! io mio padre e mio fratello in taverna a sperare e a pregare che marco fosse quello dei giorni migliori!!!! e poi prima di Bourg d'oisans pian piano l'ho visto risalire il gruppo... cazzarola primo rettileneo e non lo vedo e dico "mi sa che non sta tanto bene ma non si sa mai.....", primo tornante ed eccolo là senza bandana e li salta uno ad uno come se fosse lui da solo in salita, lui contro un cronometro immaginario...appena prima del secondo tornante si porta in testa e subito vanno tutti alla deriva tranne Ullrich Virenque casagrande e Rijs....lui non si volta più e demolisce tutti...ma proprio tutti!!!!!! e arriva al traguardo con un urlo di rabbia e gioia alla stesso tempo che è entato nella storia!!!!!!! 13 km da pelle d'oca!!!!!!!:yes:


ProfRoubaix - 17/02/2006 alle 17:15

C'eravamo. Contribuisco con un paio di foto della fantastica Alpe. E della maglia gialla, l'unica fotografabile da mano non professionale: il pelato andava troppo forte. [img]http://img146.imageshack.us/img146/4977/alpe9713rr.jpg[/img] [img]http://img116.imageshack.us/img116/4108/alpe9726ui.jpg[/img] [img]http://img116.imageshack.us/img116/4325/alpe973ullrich2yv.jpg[/img]


robby - 17/02/2006 alle 17:21

PUOI DIRLO FORTE CHE ANDAVA TROPPO FORTE!!!!!!!!!!!! BELLE FOTO PROF, PRAFO!!!!!!


Monsieur 40% - 15/09/2006 alle 19:22

[b]Ricordiamo SOLO le belle cose di Pantani[/b] [quote][i]Originariamente inviato da simone89 [/i] apro questo thread per parlare solo dei ricordi positivi di marco e BASTA... mi piaceva leggere quei vostri racconti sul mio idolo da bambino... SOLO RICORDI POSITIVI!!!!! [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da violetta [/i] "Ciao Marco" tutto quello che riuscii a far uscire dalla mia bocca. Treviso cronometro individuale del Giro 1999.Marco sfilava per le strade della mia città con uno splendido completino rosa.Marco mi piaceva, si inutile negarlo, per me piccola ragazzina di 13 anni, era come aver incontrato il primo amore....Un amore intenso, come solo si riesce a vivere in quegli anni spensierati, ma Marco non sapeva nemmeno chi ero, nemmeno come mi chiamavo, nemmeno quanti anni avessi.Si è vero, me ne rendo conto solamente ora, quanto fosse impossibile che mi battesse il cuore per quello splendido omino...."Mamma,Papà, che bello era Marco in bici?".Si, ne ero convinta, Marco era splendido in bici da crono, composto bello, con quella pelata che luccicava al sole, con quello scintillio che, li in fondo a quel rettilineo, mi annunciava il suo arrivo. La postazione, era un rettilineo che emanava sicuramente più di trenta gradi, l asfalto era stato battuto dal sole fin dalla mattina e Marco passava di li per ultimo...col calore misto al calore della mia gente che al suo passaggio si era riversata sulla strada. Da tutta la mattina aspettavo quel momento, di rivedere, dopo un anno, la sagoma di Marco sfilarmi davanti...sapendo che il mio affetto misto a tifo per questo ragazzo era aumentato sconsideratamente. il puntino rosa in fondo al rettilineo si faceva via via più grande...e via via più agitata mi sentivo...che stranezza...mi erano passati davanti a me erano più o meno un centinaio...ma nessuno mi dava l'emozione che Marco riusciva a trasmettere... "Papà arriva veloce"...una frazione di secondo...."Ciao Marco" si gira...uno sguardo cortissimo, una frazione di secondo, ma una vita per me...si perchè ricorderò questo momento una vita intera..... [/quote]


Subsonico - 15/09/2006 alle 19:33

Posso dire, in tutta franchezza, che sono state le imprese di Pantani, oltre a quelle di Bartoli, ad avvicinarmi al ciclismo. Di Pantani ricorderò per sempre 3 episodi in particolari, tutti legati al Tour. - Il catarro sputato con violenza nel 1997 a Morzine, fregandosene completamente di dover apparire sulla foto come primo arrivato, un gesto di un agonismo unico in tempo di ciclisti bellocci (vedi pozzato e boonen o verbrugghe che rischia di perdere una tappa al tour per aggiustarsi gli occhiali per la foto :D) - L'impresa de Les Deux Alpes, sotto una pioggia incessante; ancora oggi non ho visto alcun ciclista partire con un coraggio simile (a parte Landis, con la differenza che faceva caldo e che cmq qualcosa di non suo si vedeva ad occhio nudo che ce l'aveva ;)) - La disperazione che lo portò a vincere a Courchevel nel 2000. Un (ultimo) atto di agonismo eroico, spinto più dall'orgoglio che dalle gambe. Fantastico.


simone89 - 15/09/2006 alle 20:51

quando pantani faceva le sue imprese ero piccolo e quindi non le ricordo nel dettaglio.... ma quella volta che tg3 disse che pantani attaccò armstrong da lontano ero super ultra iper contento... provai più emozione di quando cipollini vinse a zolder.... ma poi sappiamo tutti come andò a finire....


simone89 - 15/09/2006 alle 21:18

L'ordine d'arrivo della più grande impresa di marco.... Stage 15, Grenoble - Les Deux Alpes, 189 kms: 1. Marco Pantani (Ita) Mercatone Uno 5.43.45 (32.989) 2. Rodolfo Massi (Ita) Casino 1.54 3. Fernando Escartin (Spa) Kelme 1.59 4. Christophe Rinero (Fra) Cofidis 2.57 5. Bobby Julich (USa) Cofidis 5.43 6. Michael Boogerd (Ned) Rabobank 5.48 7. Marcos Serrano (Spa) Kelme 6.04 8. Jean-Cyril Robin (Fra) US Postal 6.34 9. Manuel Beltran (Spa) Banesto 6.40 10. Dariusz Baranowski (Pol) US Postal 11. Axel Merckx (Bel) Polti 12. Giuseppe Di Grande (Ita) Mapei 13. Leonardo Piepoli (Ita) Saeco 14. Daniele Nardello (Ita) Mapei 15. Angel Casero (Spa) Vitalicio Seguros 6.40 16. Roland Meier (Swi) Cofidis 17. Luc Leblanc (Fra) Polti 6.46 18. Geert Verheyen (Bel) Lotto 7.36 19. Kurt Van de Wouwer (Bel) Lotto 20. Santiago Blanco (Spa) Vitalicio Seguros 21. Peter Farazijn (Bel) Lotto 7.57 22. Bo Hamburger (Den) Casino 8.33 23. Udo Bolts (Ger) Telekom 8.57 24. Bjarne Riis (Den) Telekom 8.57 25. Jan Ullrich (Ger) Telekom 8.57 26. Cesar Solaun (Spa) Banesto 10.02 27. Philippe Bordenave (Fra) Big Mat-Auber 93 10.16 28. Jose Maria Jimenez (Spa) Banesto 11.48 29. Jorg Jaksche (Ger) Polti 11.58 30. Vicent Garcia-Acosta (Spa) Banesto 12.22 31. Andrei Teteriouk (Kaz) Lotto 13.39 32. Prudencio Indurain (Spa) Vitalicio Seguros 33. Stephane Heulot (Fra) La Francaise des Jeux 13.56 34. Francisco Benitez (Spa) Vitalicio Seguros 35. Laurent Madouas (Fra) Lotto 14.10 36. Benoit Salmon (Fra) Casino 14.47 37. Cedric Vasseur (Fra) GAN 15.16 38. Thierry Bourguignon (Fra) Big Mat-Auber 93 15.20 39. Laurent Jalabert (Fra) ONCE 15.33 40. Rolf Aldag (Ger) Telekom 41. Evgeni Berzin (Rus) La Francaise des Jeux 16.37 42. Tyler Hamilton (USA) US Postal 18.44 43. Kevin Livingston (USA) Cofidis 44. Riccardo Forconi (Ita) Mercatone Uno 20.38 45. Simone Borgheresi (Ita) Mercatone Uno 46. Ermanno Brignoli (Ita) Riso Scotti 23.37 47. Massimo Podenzana (Ita) Mercatone Uno 48. Vjatceslav Ekimov (Rus) US Postal 49. Oscar Pozzi (Ita) Asics 50. Filippo Simeoni (Ita) Asics 51. Javier Mauleon (Spa) ONCE 52. Mirco Crepaldi (Ita) Polti 53. Maximilian Sciandri (Gbr) La Francaise des Jeux 24.17 54. George Hincapie (USA) US Postal 24.30 55. Denis Leproux (Fra) Big Mat-Auber 93 25.14 56. Luis Perez Rodriguez (Spa) ONCE 26.22 57. Massimiliano Lelli (Ita) Cofidis 27.05 58. Marty Jemison (USA) US Postal 27.34 59. Peter Meinert (Den) US Postal 60. Maarten Den Bakker (Ned) Rabobank 61. Frankie Andreu (USA) US Postal 62. Santos Gonzalez (Spa) Kelme 28.09 63. Francois Simon (Fra) GAN 29.19 64. Christophe Agnolutto (Fra) Casino 29.39 65. Christophe Mengin (Fra) La Francaise des Jeux 29.51 66. Marcelino Garcia (Spa) ONCE 29.56 67. Jens Heppner (Ger) Telekom 30.09 68. Georg Totschnig (Aut) Telekom 69. Roberto Conti (Ita) Mercatone Uno 31.52 70. Patrick Jonker (Aus) Rabobank 31.53 71. Pascal Chanteur (Fra) Casino 32.08 72. Alberto Elli (Ita) Casino 32.19 73. Rafael Diaz Justo (Spa) ONCE 32.27 74. Roberto Sierra (Spa) ONCE 32.35 75. Serguei Ivanov (Rus) TVM 35.11 76. Erik Zabel (Ger) Telekom 35.51 77. Marino Alonso (Spa) Banesto 78. Fabio Roscioli (Ita) Asics 79. Fabiano Fontanelli (Ita) Mercatone Uno 80. Melchor Mauri (Spa) ONCE 81. Christian Henn (Ger) Telekom 82. Alexei Sivakov (Rus) Big Mat-Auber 93 83. Orlando Rodrigues (Por) Banesto 84. Wilfried Peeters (Bel) Mapei 85. Paul Van Hyfte (Bel) Lotto 86. Fabio Sacchi (Ita) Polti 87. Paolo Fornaciari (Ita) Saeco 88. Thierry Gouvenou (Fra) Big Mat-Auber 93 89. Eddy Mazzoleni (Ita) Saeco 90. Jose Rodriguez (Spa) Kelme 91. Francisco Cabello (Spa) Kelme 92. Herminio Diaz Zabala (Spa) ONCE 93. Diego Ferrari (Ita) Asics 94. Jens Voigt (Ger) GAN 95. Miguel Angel Pena (Spa) Banesto 96. Jose Angel Vidal (Spa) Kelme 97. Stefano Zanini (Ita) Mapei 98. Rik Verbrugghe (Bel) Lotto 99. Andrei Tchmil (Bel) Lotto 100. Nicolas Jalabert (Fra) Cofidis 101. Frederic Guesdon (Fra) La Francaise des Jeux 102. Lylian Lebreton (Fra) Big Mat-Auber 93 103. Beat Zberg (Swi) Rabobank 104. Alain Turicchia (Ita) Asics 105. Jacky Durand (Fra) Casino 106. Rossano Brasi (Ita) Polti 107. Koos Moerenhout (Ned) Rabobank 35.51 108. Andrea Ferrigato (Ita) Vitalicio Seguros 36.15 109. Massimo Donati (Ita) Saeco 36.56 110. Pascal Lino (Fra) Big Mat-Auber 93 36.59 111. Leon Van Bon (Ned) Rabobank 37.39 112. Robbie Mc Ewen (Aus) Rabobank 37.44 113. Eros Poli (Ita) GAN 37.57 114. Pascal Derame (Fra) US Postal 115. Servais Knaven (Ned) TVM 116. Jose Javier Gomez (Spa) Kelme 117. Alessandro Spezialetti (Ita) Riso Scotti 118. Stephane Barthe (Fra) Casino 119. Franco Ballerini (Ita) Mapei 120. Nicola Minali (Ita) Riso Scotti 121. Franck Bouyer (Fra) La Francaise des Jeux 122. Steven De Jongh (Ned) TVM 123. Jan Svorada (Cze) Mapei 124. Andrea Tafi (Ita) Mapei 125. Aart Vierhouten (Ned) Rabobank 126. Massimiliano Mori (Ita) Saeco 127. Sergei Outschakov (Ukr) TVM 128. Mario Traversoni (Ita) Mercatone Uno 129. Bart Voskamp (Ned) TVM 130. Jeroen Blijlevens (Ned) TVM 131. Xavier Jan (Fra) La Francaise des Jeux 132. Bart Leysen (Bel) Mapei 133. Tom Steels (Bel) Mapei 134. Damien Nazon (Fra) La Francaise des Jeux 135. Laurent Desbiens (Fra) Cofidis 136. Magnus Backstedt (Swe) GAN 137. Francesco Frattini (Ita) Telekom 138. Giuseppe Calcaterra (Ita) Saeco 139. Stuart O.Grady (Aus) GAN 37.57 140. Viatchesla Djavanian (Rus) Big Mat-Auber 93 39.05 cyclingnews.com


super cunego - 15/09/2006 alle 22:03

Ragazzi io ho rivisto l'ultima vittoria, mi emoziono ancora a vederla...Courchevel...lo scatto...:clap::clap: Perchè ero piccolo in quegli anni???


furslide - 16/09/2006 alle 10:40

Tutte le imprese di Pantani sono uniche. quasi non si puó dire che questa era piú bella dell'altra. L'impresa che mi ha fatto avvicinare al ciclismo grazie a Pantani era decisamente l'impresa di Aprica nel 1994. Su quei tornanti del Santa Cristina avevo capito sin da subito che non si trattava di un corridore come gli altri - che questo aveva qualcosa di straordinario che finora non avevo mai visto. Da quel giorno lí non me lo sono mai perso. anche se non ero ancora molto appassionato per il ciclismo cresceva il mio interesse per questo Sport grazie a Pantani. Seguivano gli anni dei grossi incidenti e ritrovavo il mio Pantani sull'Alpe nel 1997. Il grande tifo per lui da parte mia é cominciato a partire dal Giro del 1998. Non dimenticheró mai il giorno di Montecampione. Alla mattina il Giro scendendo dal passo di San Lugano passava per Ora, un paesino in alto Adige. Io in quel paese frequentavo l'Istituto agrario e il prof ci lasciava andare a vedere il Giro che passava. Ci siamo piazzati all'ultima curva della discesa che porta in paese. Quando sfilava il gruppo ho visto subito quel puntino rosa e il cappellino giallo Mercatone. Sapevo che la tappa finisce a Plan di Montecampione, soltanto che io non sapevo dove cavolo si trova quel posto. Cosí a casa sull'atlante ho cercato quel posto e ho visto che era troppo lontano per andarci ancora quel giorno. Cosí ho seguito la tappa in tv e non dimenticheró mai la gioia di quel giorno quando staccó Tonkov. Penso che era la tappa che mi emozionó di piú. Dopo in estate Les deux alpes era pure bellissima e indimenticabile. Non vedevo l'ora che cominciasse il 1999 per godermi di nuovo le imprese di Marco. Nel 1999 andava fortissimo, quasi non ci credevo ai miei occhi come riusciva a salire. Oltre a Oropa mi ricordo molto bene Pampeago e la velocitá con la quale saliva Pantani. Incredibile. E poi a Madonna di Campiglio ho visto il Pantani piú forte di sempre. Sono convinto che non é mai andato cosí forte in vita sua come in quel giorno. Difatti per tutta la salita non si é seduto neanche una volta fino all'arrivo. Tutta la salita in piedi. Sembrava una moto. Poi aveva un fisico forte e stupendo a quel Giro. con quella tuta rosa che gli stava cosí bene e che lo rendeva perfetto in bici. mai visto qualcosa di piú bello in bicicletta. Sí, faceva paura Marco in quel Giro, per questo dovevano fermarlo.