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Autore: Oggetto: Le dichiarazioni di PETACCHI

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Posts: -1
Registrato: Aug 2006

  postato il 27/09/2005 alle 18:34
Così parlò Alessandro Petacchi
Lo spezzino affida a un comunicato stampa le sue riflessioni sul Mondiale: "Criticatemi pure come corridore, ma non accetto che si avanzino sospetti sulla mia lealtà"
Alessandro Petacchi, 31 anni. Foto BettiniMILANO, 27 settembre 2005 - Due giorni dopo la delusione Mondiale, Alessandro Petacchi affida a un comunicato stampa le sue riflessioni sulla prova iridata.
Ecco il testo integrale delle dichiarazioni dello spezzino: "Ho ascoltato in silenzio le analisi del dopo-Mondiale, incassando, nell\'ordine, critiche pesanti sul mio valore di atleta, feroci insinuazioni sulla mia maturità di uomo, lezioni etiche sulla mia lealtà sportiva, rimbrotti su una mia presunta disaffezione alla maglia azzurra. Hanno parlato in tanti, molto spesso "a caldo", scaricando sul sottoscritto tutte le colpe di un Mondiale andato male. Io, invece, ho preferito prendermi qualche giorno di riflessione, aspettare che l\'emotività del momento lasciasse il passo ad una più lucida e ragionata analisi delle cose.

"Parlo oggi non per replicare ad accuse gratuite e pretestuose, ma solo per dare agli addetti ai lavori la mia versione dei fatti. La premessa è tanto semplice quanto fondamentale: io sono un uomo, non una macchina. Ho l\'esperienza per capire, durante la corsa, la mia reale condizione atletica, ma sul manubrio non ho né una spia che si accende automaticamente quando sto per finire il carburante né una palla di vetro in grado di prevedere se, sul rettilineo finale, avrò la forza sufficiente per giocarmi al meglio la volata. Fino a dieci chilometri dalla fine del mondiale, pensavo di stare “normalmente”. Non avevo la condizione della Sanremo di quest’anno, ma con queste sensazioni ho vinto decine e decine di corse. Spesso mi capita di dire che non sono al massimo per insicurezza e chi mi ha guidato in questi anni lo sa molto bene.

"Domenica mi sono accorto che ero in difficoltà solo quando la strada ha cominciato a salire all’ultimo giro. Le energie hanno cominciato a venir meno e, benchè sapessi di giocarmi la gara dell\'anno, non ho più trovato le forze per stare coi primissimi. Chi fa il ciclista o, da anni, scrive di ciclismo, sa perfettamente che può capitare. Due anni fa, alla Milano-Sanremo, dopo la salita del Poggio ero convinto che avrei vinto. Invece, quando l\'andatura si è alzata, ho capito che in quello sprint avrei fatto la comparsa. Quest\'anno, viceversa, a due chilometri dalla fine, non avrei scommesso sulla mia vittoria alla Sanremo e, invece, ricordate tutti come è andata a finire. Il Mondiale di Madrid era uno dei miei obiettivi stagionali e, come tale, mi ero preparato all\'appuntamento con il massimo dell\'impegno possibile. Sapevo, però, anche di indossare la maglia azzurra e dunque sarei stato felicissimo se, al mio posto, avesse vinto un italiano, Bettini in primis.

"Essere la punta della nazionale azzurra di ciclismo è un onore che va santificato fino in fondo, con maturità ed intelligenza, per questo non avrei esitato a farmi da parte se, questo, fosse servito a far vincere un italiano. Se a cinquanta chilometri dall\'arrivo, mi fossi accorto che la benzina era finita, lo avrei comunicato, con chiarezza, alla squadra. Purtroppo le gambe mi sono mancate solo a dieci chilometri dal traguardo, quando la tattica di gara era ormai già definita, ma speravo in un miracolo in extremis. Per questo, posso accettare, da corridore, che si dica che Petacchi non ha avuto la forza o la classe di vincere il Mondiale, decidete voi. Ma da uomo, non posso tollerare che qualcuno avanzi sospetti sulla mia lealtà.

"Mi spiace che qualcuno mi abbia dipinto come una prima donna capricciosa, che antepone i suoi interessi a quelli della Nazionale Italiana. Chi mi conosce sa bene che sono un uomo onesto e leale. Io sono solo un ciclista che ha dato l\'anima per vincere quella gara e che, purtroppo, non ce l\'ha fatta. E\' un epilogo amaro, ma da sportivo, va accettato".

http://www.gazzettadellosport.it

 

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Livello Alfredo Binda




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  postato il 27/09/2005 alle 18:50
ragazzi, non crocifiggiamo Petacchi! Quest\'anno ha vinto la Sanremo, 4 tappe al Giro e 5 alla Vuelta, è migliorato tantissimo in salita e secondo me è stato il miglior corridore dell\'anno dopo Boonen e Di Luca. Ha sbagliato solamente una corsa, purtroppo la più importante dell\'anno, ma non per questo deve diventare improsvvisamente un pirlacchione

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 27/09/2005 alle 18:58
e chi ha detto che lo è? se lui non sa capire quando ne ha e quando no si ritorna a bomba...è stata una follia pura puntare quasi tutto su di lui. Meglio lasciargli 2 o 3 uomini al massimo nel caso fosse arrivato alla volata anche perchè se all\'ultimo km era in gruppo non aveva bisogno di + di due uomini ..anzi probabilmente ne bastava uno

 
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Livello Parigi-Nizza




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  postato il 27/09/2005 alle 19:08
Io dico che petacchi è un grande uomo ancora prima di essere grande come corridore, non bisogna incolparlo solo per aver sbagliato una corsa anche se però come dice giustamente lubat è la+importante della stagione, forse ha ragione BJH* nel dire che forse non bisognava puntare così fortemente sulla volata di petacchi perchè se alla fine fosse stato in condizione è nel gruppo di boonen non avrebbe avuto bisogno del treno, visto che anche senza di esso petacchi è formidabile
 
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  postato il 27/09/2005 alle 19:55
Io dico che il voto che gli ho dato, a caldo, dopo la corsa iridata è davvero quello che credo più fedele.

Ma il voto della sua stagione si avvicina di molto all\'8.

E poi, con i percorsi che partorisce l\'UCI, ne avrà ancora di possibilità...

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Elite




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  postato il 27/09/2005 alle 20:03
ragazzi non si mette in dubbio il valore del Peta, ma proprio perche\' e\' un grande doveva accorgersi prima che non andava...........umanamente e comprensibile che lui abbia tentato di arrivare fino in fondo e tener duro fin che poteva, pero\' si e\' scordato che portava la maglia della nazionale e non quella della fassa e che non c\'era "un\'altra occasione nella tappa di domani o nella prossima gara".....e\' mancato di ""maturita ciclistica mondiale""................speriamo che quest\'esperienza gli serva per il futuro.
 
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Livello Giro del Lazio




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  postato il 27/09/2005 alle 20:05
Il voto della sua stagione è almeno 9, a parte il mondiale ha fallito pochissimo.
Per me le colpe sono di Ballerini, non sue. Bisogna poi valutare bene le parole di Paolini, non penso che Alejet gli abbia detto di non andare a prendere la fuga a 2 km dall\'arrivo, magari è successo a 10 e la cosa cambia

 
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Livello Alfredo Binda




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  postato il 27/09/2005 alle 20:06
già... potrebbe rifarsi già a Salisburgo l\'anno prossimo

 

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Livello Miguel Poblet




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  postato il 28/09/2005 alle 10:23
Sì, ma allora la nazionale dovrà essere impostata in altro modo. Ad esempio, schierando tutti i migliori del nostro ciclismo.
 
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  postato il 28/09/2005 alle 11:17
sul valore di petacchi non si discute però secondo me ha sbagliato la preparazione dell avvicinamento al mondiale, ha fatto tutta la Vuelta secondo me ne doveva fare metà ha fatto volate sino all ultima tappa anche per prendersi punti per la maglia della regolarità alla fine queste cose si pagano, e passata solo una sett dalla fine della vuelta al mondiale non c\'e stato secondo me il tempo di recuperare perche il mondiale e una corsa di 270 km e ha pagato lo sforzo l\'esempio e menchov nella crono mondiale e sprofondato non aveva piu energie, certo petacchi diceva di sentirsi bene ma non ha calcolato il calo di forma normale che c\'e dopo un grande giro la voglia di strafare lo ha tradito bene invece ha fatto Boonen che la vuelta l\'ha solo assaggiata e poi si e ritirato per preparare il mondiale
 
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  postato il 28/09/2005 alle 11:24
Originariamente inviato da Monsieur 40% in un altro thread

A questo punto: quasi tutte le squadre nazionali, eccezion fatta per Italia e Spagna, sanno da tempo chi chiamare ed i corridori non si sbattono troppo per farsi convocare e vedere nelle corse pre-Mondiale. Vale per gli svizzeri, gli svedesi, gli sloveni e gli olandesi. E\\' un po\\' il discorso che si fa con i dilettanti. Un dilettante che sa che passerà professionista, si gestisce meglio nei suoi anni di apprendistato e non rischia di passare già bruciato. La stessa cosa, a mio parere, succede con gli italiani: per farsi convocare, data la concorrenza e qualche strana concezione di Ballerini, si dannano l\\'anima per cercare la prestazione, come testimonia la Vuelta terminata da Petacchi (a differenza di Boonen, tanto per fare un nome) o la smania di Paolini di disputare sprint in Polonia per battere la concorrenza di qualcuno (Napolitano?) alla maglia azzurra.

Ecco, il prossimo CT (perché spero ce ne sia un altro dal 2006) dovrà essere bravo ad assicurare ad un ipotetico Valverde, fuoriclasse, un posto in squadra anche se non corre da quasi più di due mesi. Per il semplice motivo che è un fuoriclasse.
Perdere è possibile, come peraltro ha perso Valverde. Ma bisogna perdere con la squadra più forte possibile, senza covare rimpianti. Perché, forse, in questo modo, ci si abitua anche a vincere con tanti campioni.


lolloso, sono d\'accordissimo con te.

pensate che il connubio dilettantismo-convocazioni possa essere abbinato? io credo proprio di sì.

 

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Livello Alfredo Binda




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  postato il 28/09/2005 alle 12:05
Originariamente inviato da lolloso

sul valore di petacchi non si discute però secondo me ha sbagliato la preparazione dell avvicinamento al mondiale, ha fatto tutta la Vuelta secondo me ne doveva fare metà ha fatto volate sino all ultima tappa anche per prendersi punti per la maglia della regolarità alla fine queste cose si pagano, e passata solo una sett dalla fine della vuelta al mondiale non c\\'e stato secondo me il tempo di recuperare perche il mondiale e una corsa di 270 km e ha pagato lo sforzo l\\'esempio e menchov nella crono mondiale e sprofondato non aveva piu energie, certo petacchi diceva di sentirsi bene ma non ha calcolato il calo di forma normale che c\\'e dopo un grande giro la voglia di strafare lo ha tradito bene invece ha fatto Boonen che la vuelta l\\'ha solo assaggiata e poi si e ritirato per preparare il mondiale


ma infatti secondo me la cosa migliore sarebbe stata salutare la compagnia dopo aver vinto la dodicesima tappa, suo quarto successo parziale in spagna. anche cipollini l\'anno in cui ha vinto i mondiali ne ha fatta neanche metà di vuelta. in questo modo petacchi si sarebbe risparmiato una fatica inutile, visto che ha dovuto correre delle frazioni con molte salite e dove è anche andato più volte in fuga spendendo molto, per ottenere solamente un altro successo di tappa e la maglia a punti... inoltre, la sua voglia di fare il cannibale nell\'ultima tappa penso gli abbia portato via molte simpatie all\'interno del gruppo e quindi reso più difficili le alleanze per i mondiali

 

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Livello Gand-Wevelvem




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  postato il 28/09/2005 alle 12:22
a noi ke stiamo dall\'altra parte ci rimane facile parlare e criticare,ma i corridori sono come bicchieri cristallo basta poco per rompersi...la mia considerazione e\'ke bettini doveva tirare a diritto e fare la corsa si dall\'inizio della gara e nel finale nn doveva esporsi troppo facendosi vedere di aver la gamba vincente a chiudere su tutti,perche \' in una gara come quella di km 280 circa fa la differenza anke queste cose...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/09/2005 alle 13:24
Non si puo addossare la colpa a Petacchi, è stata una corsa che è finita cosi per un soffio, poteva finire benissimo anche in altri due modi, ricongiungimento generale ed allora Petacchi diceva la sua, oppure se non si guardavano troppo in faccia Bettini e Vino, sarebbero riusciti ad arrivare loro due...
Unico rammarico è che Paolini o Pozzato dovevano stare attaccati a Bettini, per il resto puo starci tutto!!!
Peccato per noi, ma ha vinto uno degno di indossare quella maglia!

 

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