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Il Forum di Cicloweb

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Autore: Oggetto: Pensieri e parole....

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 13/09/2005 alle 04:37
Questo intervento nasce dall’intento di mantenere una promessa fatta ad un forumista in risposta alla sua mail.
Mi sono ubriacato di letture.....senza raggiungere nemmeno il 50% del possibile.

Poche considerazioni, non chilometriche e con molta insuffiucienza.

Prima di tutto un plauso a Mario Casaldi (Monsiuer 40%) che, come ho avuto già modo di dire all’Admin per telefono, è un giornalista di ottima penna che continua a sbocciare e pare proprio essere ancora lontano dai suoi confini possibili. Saggezza, spirito, attenzione e razionalità, sono le prime evidenze, ma a queste sa aggiungere l’organizzazione, aspetto decisivo per chi si incammina nel giornalismo odierno. Un consiglio, pur a voce leggibile e pubblica, al carissimo Mario, lo debbo: si cimenti con le medesime facoltà che l’hanno portato a questi livelli nel ciclismo, anche su altre due o tre discipline. E’ fondamentale per gli sbocchi concreti, ed è altrettanto importante come patrimonio culturale, in quanto il pur amato pedale, è certo disciplina di grande storia, ma possiede una lunga attualità densa di pecche, figure monche, o troppo rarefatte, per concepire autentica conoscenza sportiva. Su questo argomento ritornerò dopo, come ultimo tema di questa piccola riflessione.

Un applauso, coi segni del ridere e con l’ammirazione che gli ho sempre riservato, all’amico Davide Bottecchia, capace di farmi allenare i muscoli facciali, nonostante i miei infausti momenti. Non ti preoccupare caro Aranciata, il linguaggio graffiante, ironico o satirico, nonché la durezza della grafia, rappresentano ruote in più lungo la marcia della verità. Contro l’ipocrisia, i muri della cocciutaggine, l’incapacità di conoscere i propri confini passati per democrazia, rispondere col velo della nullità del compromesso o della pretesa di sezionare le lamette, è da "gemelli sferici solitamente molto fragili". Un po’ di decisione o scherno per cercare chiarezza, in questo mondo di composti chimici d’usi anali, è determinante per respirare. Davide, in questo forum sei determinante, continua da par tuo.

Rimarcare la grandezza del Dottor Janjanssen, può apparire superfluo alle considerazioni della fretta corrente, invece no, perché le qualità sono sempre da mettere su un piedistallo base. Tanto più, quando queste si sublimano con la pazienza di accettare anche le caz.zate senza rete, che giungono dall’intorno.

Un ringraziamento lo devo all’amico Dottor Mesty, sempre prodigo di citazioni verso di me, ma che non credo di meritare. Le accetto comunque volentieri, per comprendere ancora una volta…. che i confini della mia “follia fallimentare” sono ancora lontani…
Anche a lui un plauso per la pazienza….

Ho notato che il più grande bluff della storia dello sport continua a dettar legge e far parlare, pur correndo solo 27 giorni l’anno e le soventi sublimazionii nella traduzione yankee d’Amleto…….
Fra le tante schifezze che il ciclismo ha sopportato, la sua, è di gran lunga la più fastidiosa. Vedo che c’è chi lo difende negando l’evidenza, la storia, spesso pure talune leggi, non quelle dei codici e delle normative che sono da sempre solo degli accessori di percorso, ma quelle, ben più importanti, che portano fino al perché l’homo sapiens ha superato i cugini di specie…
Qualcuno però, farebbe meglio a premettere quel salvacondotto che è il tifo, piuttosto che dare spago a spiegazioni sull’aria, o sui canti di una onnipotenza che non c’è….
Paragoni fra un Armstrong uguale all’artigiano e sfigato Frigo, è quanto di più infantile e plebeo si possa leggere, tanto più se viene esternato da tal Grimpeur, uomo che parla sempre di doping e si spaccia per esperto o “espertello”….. Strano che uno che si sente gnoseologicamente così, ed aggiunge di essere imparziale…. poi fermi la sua conoscenza al 2000-2001 e non arrivi a conoscere la C.E.R.A., il THG, o quei “tranfetti” di DNA, che rappresentano le frontiere pure angoscianti del doping attuale (introvabili per 2/3 o forse 3/3 anche dal Laboratorio di Châtenay-Malabry), praticamente in esclusiva ad una ristrettissima (forse un’unica unità…) cerchia di atleti USA. Con queste armi le “robe” degli altri sono utilitarie…..E da quanti anni poi succede ?
Non è finita, perché nel delirio della confusione sul tema, capita di leggere, da una fonte che si esprime in maniera intellettuale, tal Prof , le stesse conclusioni di ignoranza, già passate per questi lidi con “connotati bianchi all’inglese”: l’Epo non era vietata nel 1999!
Bèh…sono esterrefatto al punto di sentirmi spinto allo scurrile, ma siccome non starò più qui ad inseguire le mie e le altrui corbellerie (posson dirsi a modo, ma sempre corbellerie sono!), a quel signore voglio riportare alla mente talune cose che, forse, la sua permanenza nel paese del doping a colazione, ha fatto dimenticare. Lo farò con una elencazione, cercando di imparare dal sempre cortese e gentile Janjanssen, a non farmi prendere dal sangue romagnolo che mi scorre e non mandare a quel paese, l’estersor di certezze coprenti l’illuminato uccisore delle essenze storiche del ciclismo.
La cara Epo, abbreviazione convenzionale di Eritropoietina, è in circolo negli atleti, brocchi e campioni, tutti e nessuno, in via crescente dagli sport di forza resistente a quelli di sola forza (e poi persino a quelli decisamente tecnici), dal 1988 circa. Quando iniziai l’attività di dirigente sportivo, animato dalla necessità di non farmi prendere troppo per i fondelli dalla ingenuità della passione, cominciai ad interessarmi di doping, ed il primo nome che mi si presentò come una minaccia da conoscere per non cadere nella disonestà, fu proprio l’eritropoietina: colei che aveva sostituito, con maggior successo, l’emotrasfusione. Era il 1989. Nel 1992, questa sostanza già prodotta dal nostro organismo, e perciò non facile da distinguere fra la naturale e l’indotta dall’esterno, fu inserita nella Tabella “E” delle sostanze considerate dopanti dal CIO. La si reperiva in commercio, attraverso prodotti farmaceutici come l’Efrex, l’Eritrogen, l’Epoxitin, il Globuren e, di questo inserimento nelle liste doping, han cominciato a dar notizia dettagliata tutte le circolari sul tema del CONI, nonché pubblicazioni più mirate, veri e propri vademecum, curati per l’Ente, dai professori Adriana Ceci e Giorgio Reggiardo. Il tutto, ovviamente, ben prima del 1999 e reperibile presso il Comitato Olimpico Italiano. Col tempo è poi arrivata una eritropoietina più sofisticata e pure altre opportunità di reperimento. Dopo le spiegazioni date, con la sua precisa conoscenza medica da Janjanssen nell’apposito thread e dopo queste mie d’esperienza, il Signor Prof è ancora pronto a ribadire come ha fatto con solenne puntiglio in calce all’intervento di Jan…“Non è questione di poco conto; l'epo non era vietata all'epoca, Sic et simpliciter” ?.

Qui si è parlato molto e, devo dire con molta dovizia, dei direttori sportivi, ed in particolare di colui che era considerato (e forse sotto sotto lo è ancora per diversi…) come il numero uno: Olivano Locatelli.
Bene, dico la mia brevemente. Non è il rapporto che ha questo signore col doping a farmelo vedere con un telaio orrido, bensì i suoi metodi barbari, miopi per le carriere, incantatori di profani, nonché il grave constatare la considerazione che l’ambiente stesso gli ha riservato, cominciando dai ragazzi (smemorati o peggio…..) fino a quei genitori che, nello sport e nel ciclismo in particolare, rappresentano il primo gradino di induzione al doping.
Locatelli vinceva fra i dilettanti, ovvero un ciclismo che conta poco o nulla in sé, poi fra i tanti suoi ragazzi passati professionisti, gli arrivati veramente, han raggiunto a malapena l’entità dell’eccezione che conferma la regola….del fallimento. Un pessimo, ma non l’unico. Quanti sono veramente i diesse in grado di allenare un ciclista, nelle età decisive e contemplative del ruolo? Contano i terzi livello? Se vogliamo ridere, diciamo di sì, ma la realtà è vergognosa. Ecco un punto sul quale la nuova FCI dovrebbe lavorare. E’ impensabile continuare con corsi accelerati, superficiali, pieni di lacune, al fine di creare allenatori che poi, alla resa dei fatti, fanno i piloti d’ammiraglia, abdicando la loro funzione ai medici, perché incapaci di allenare e formare. Questa sì che è una specificità del ciclismo! Certo, uno sport bellissimo, popolare, intenso, ma cosparso come nessuno di cultura elementare, potrei dire, addirittura, in senso didattico. E come non intervenire di fronte a genitori che riempiono di sali i figli esordienti per una gara da 30 km, col risultato immediato di portarli a defecare, quindi ad infiammare le vie biliari e poi, soprattutto, a far apprender loro la cultura della sostanza. Sono forse certi allenatori capaci di spiegare ai genitori, con acume e dialettica sufficiente, quanto siano pericolose le idiozie dei sali? Con gli anni scorrenti quei genitori poi, non avranno il benché minimo dubbio sulle qualità di conduzione e taumaturgiche di un Locatelli nonché la di questi “dieta delle carote”…..
Non esiste un metodo unico nell’insegnamento dello sport: sempre nelle discipline individuali e, spesso, in quelle di squadra, specie nelle età più tenere. L’atleta è un cristallo più o meno pregiato, va portato al massimo con un’azione che diviene deleteria se esasperata dal massivo. Lo sport pulito, o scientificamente prodotto senza gli intrugli chimici, abbisogna di menti che sappiano portare i motori tanto alla crescita, quanto al massimo regime, aiutandosi con la psicologia almeno del buon senso e la consapevolezza che ogni singolo è diverso dall’altro, pur possedendo campi più o meno diffusi di similitudini e analogie. La differenza però, sta, sempre, su quel richiamo totalmente personale. Un allenatore che non lo capisce, è un pessimo….avviato sulla strada del macellaio. Le traduzioni agonistiche del valore sugli atleti poi, van sempre guardate e considerate nella prospettiva, mai al presente. Ora pensiamo a quanti proseliti ha fatto il Locatelli, certo fallimentare divulgatore, ed a quanti suoi ex atleti, divenuti terzi livelli fasulli di valore nella maggioranza, sono lì a pendere come spade sul futuro del ciclismo….
Il tema è lungo è stimolante, ma non ho tempo.
Chiudo, sostenendo ancora una volta quella che è sempre stata una mia battaglia: se si vuole dare una sterzata al ciclismo, non è il doping il tema principe (in quanto esso è patrimonio intero dello sport e della società su altre forme), ma la qualità, culturale, conoscitiva ed interdisciplinare, dei suoi operatori. L’uomo d’ammiraglia e morto da tempo, per buona pace di Sergio Neri, quello che serve nell’odierno, è un uomo diverso capace di infilare le parole non come un “ugurugunnu”, che non si vergogni di studiare continuamente e che prenda consapevolezza sul fatto che in un ambulatorio medico ci stanno le diagnosi, le cure e non le tabelle di allenamento.

Sul forum di Cicloweb
L’aumento degli iscritti così forte, ha portato nuova velocità nella proposizione dei thread. C’è il rischio, facile, di disperdere discussioni importanti che potrebbero fare di questo luogo una palestra anche per la stessa FCI e non solo per quei giornalisti che vengono a leggere in silenzio. Con tutto il rispetto, le domande sul corridore Tizio o Caio per il fantaciclismo, ben poco si abbinano a discussioni e approfondimenti sui tanti tasselli di questo sport. Convengo che due stanze possano aiutare molto in questa direzione se, come è stato dimostrato, l’Admin o gli Admin, continueranno a sovrintendere con attenzione. Certo, i rischi di rompere un simile “giocattolo” ci sono sempre, quindi guardia sempre alta, ma credo che Cicloweb abbia i numeri per proporsi un altro obiettivo di qualità e quantità. Anche perché in aiuto alla Redazione, ci sono utenti che possono dare una mano molto forte in questa direzione.

Un saluto a tutti.

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Mondiali




Posts: 136
Registrato: Feb 2005

  postato il 13/09/2005 alle 09:45
Ciao Morris, mi mancavi!!!
Spero sempre tu non smarrisca la memoria, per ricordarti di un favore che ti avevo chiesto a inizio stagione e spero di ricevere nella prossima, visto che mi è tornata la voglia di correre!!!

Ciao Davide

 
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Livello Claudio Chiappucci




Posts: 324
Registrato: Jul 2005

  postato il 13/09/2005 alle 10:18
bentornato morris,
i tuoi interventi - anche se lo stile di scrittura può non piacere a qualcuno - sono sempre molto intelligenti e acuti. con un unico scritto hai riassunto decine di post sui quali ci siamo scannati le scorse settimane.
c'è un punto sul quale varrebbe la pena insistere e approfondire: quello della formazione di allenatori e direttori sportivi. se la figura cara a sergio neri non esiste più, forse varrebbe la pena che la fci investisse su una coverciano del ciclismo. ma una coverciano vera, un supercorso dove non ci si limita a insegnare la tattica o la storia, ma anche qualcosa d'altro e di più consistente.

 
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Livello Hugo Koblet




Posts: 413
Registrato: Aug 2005

  postato il 13/09/2005 alle 10:51
Ciao Morris,
Mi presento sono Roberto ex dilettante di 10 anni fa.
Ho letto con attenzione tutti quei documenti di saggezza che hai lasciato in archivio, facendo secondo me elevare di molto il livello delle discussioni,senza nulla togliere a tuttiquelli che hai già citato.
Mi hai aperto gli occhi su delle cose che ho sempre sospettato ma delle quali non sapevo niente.
Molto interessante il tuo elenco di sostanze dopanti,che se lo avessi letto 10 anni fà mi sarebbe stato molto utile.

Ciao

 
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Non registrato



  postato il 13/09/2005 alle 14:07
Rileggendo per l’ennesima volta il Thread di Morris…voglio ricordare a tutti, soprattutto ai nuovi utenti la funzione CERCA, con cui è possibile trovare discussioni vecchie ma ben fatte e con precisazioni (a volte dello stesso M.) su argomenti che se letti non andrebbero riproposti con un titolo diverso, ma per l’interesse di tutti, riportati in alto.
Con il tasto Cerca potrete leggere oltre alle biografie di molti sportivi scritte sempre da M. altri veri e propri capitolati sul ciclismo e su altre discipline, descritte sempre con la stessa passione e accuratezza.
Il numero dei post non è indice delle conoscenze che uno ha, molte volte tramite quella funzione trovo risposte alle mie domande senza avere il bisogno di scrivere…se avete tempo e voglia andate a leggere certi vecchi articoletti qui presenti…vi posso assicurare che certi sono delle vere e proprie “foto”.
Magari all’inizio avrete difficoltà ad interpretare lo stile di scrittura, ma non rinunciate al primo o secondo tentativo…la soddisfazione sarà tanta.
Provare per credere…
Saluti a tutti

P.S. Da Venerdì è in Home l’ultima puntata di “Graffiti” con la Biografia di Nino Assirelli, a volte rileggere cose vecchie non fa male.

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 2432
Registrato: Jan 2005

  postato il 13/09/2005 alle 17:39
ciao Morris, è veramente un piacere, nonchè un onore, poter leggere nuovamente un tuo post sul forum di cicloweb, che ritrovi oggi molto cambiato rispetto a come lo avevi lasciato qualche tempo fa.

mi auguro che questo tuo intervento, non resti un evento isolato, ma possa essere soltanto il primo di un nuovo capitolo del genio Morris, sempre che tu voglia continuare a deliziarci con la tua immensa conoscenza, che tanto (sia in termini di qualità, sia di quantità, ricordi?) ci ha già incantati dal vivo, in quella notte che sarà veramente impossibile scordare.

augurando a me e a tutto il forum di poter riincontrare Morris nelle sue solite "scorribande" notturne (di solito 2-3 della notte), non posso far altro che salutarti nel modo più sincero e affettuoso possibile.

eugenio

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3579
Registrato: May 2005

  postato il 13/09/2005 alle 18:01
Morris sono veramente felice di ritrovare il tuo pensiero sulle nostre frequenze, in cuor mio spero sempre sia l'inizio di un graduale ritorno tra noi matti di Cicloweb!

Un sincero saluto da uno di coloro che hanno avuto il piacere e la possibilità di poterti ascoltare dal vivo... MARCO

 

[Modificato il 13/09/2005 alle 18:05 by marco83]

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2490
Registrato: Dec 2004

  postato il 13/09/2005 alle 18:49
Morris, speriamo che la tua assenza non sia prolungata come quella già verificatasi, sei un utente FONDAMENTALE per tutti noi del forum, un faro illuminante per chi vuole intraprendere la professione dello scrittore giornalista, e sai benissimo che questo è proprio il mio sogno,incentivi tutti noi con tutta la tua passione e ci stimoli su argomenti a volte impegnativi, ma assolutamente formativi, tutto questo senza dimenticare la passione trainante per il ciclismo e lo sport in generale!

Viola

 

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http://ilmiociclismo.blog.excite.it

"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 13/09/2005 alle 20:02
Caro Morris, mi sento, in qualche modo, chiamata in causa dal tuo bellissimo post ( come sempre bellissimo…..).
Voglio chiarire, e chi ha letto qualche volta il forum di Pantani lo sa, che ho sempre pensato che fra Armstrong e gli altri, a livello di risorse scientifiche e mediche, ci sia la differenza che passa fra un missile e un’utilitaria.
Quello che non mi troverà MAI d’accordo è che, di fronte a un’operazione così oscura, torbida, di cui non si capiscono le motivazioni e i fini, che fa parte di tutto quel sistema di ricatti incrociati e bombe a orologeria che è divenuto il mondo del ciclismo da quando si è deciso di combattere il doping criminalizzando gli atleti, si possa pensare che bisogna essere soddisfatti perché, comunque, si dice al mondo che Armstrong faceva uso di epo.
Come te, penso che il problema non sia tanto il doping quanto la cultura , la ( lo possiamo dire almeno noi che siamo marxisti?)struttura economica sottesa a quella cultura, struttura economica e cultura che sono del mondo non solo di quel piccolo mondo che è lo sport. Il doping è un frammento, i filosofi guardano l’intero, diceva Platone.
Sono fra quelli che Davide ( Aranciata) definisce qualunquisti, penso che una delle poche verità sul doping l’abbia detta un famoso calciatore del passato a Guariniello: Un professionista che dica di non aver avuto a che fare con il doping, mente.
Semplicemente , un non dopato non potrà mai, con questo doping che la ricerca scientifica ha inventato, competere alla pari con un dopato.
Allora, appunto, il problema è più complesso e richiede intelligenza maggiore che la criminalizzazione, il problema è quello che Morris descrive nei suoi post, non quello dei pochi ( o tanti) imbroglioni .
Fermo restando che , nonostante il doping, io ammiro l’impresa e il talento, anche Ulisse vinse la guerra contro l’Oriente ( Troia) attraverso un volgare imbroglio, la guerra è da sempre sporca, eppure Ulisse è sublime nel suo essere uomo ed eroe, nello spingersi al di là, sempre con mezzi e raggiri umani, troppo umani .
Ecco, perché Morris, non esulto perché Armstrong viene accusato di prendere epo ( come tutti, forse , hai ragione tu, gli fa gioco: l’epo la prendono tutti ma solo lui vince sette Tour), non c’è ricerca di verità in questo gioco, sporco nei modi e nei tempi.
Un gioco che riconduce il doping a fatto che riguarda il singolo baro e che non mette in luce che il vero gap non è fra chi si dopa e chi non lo fa ma fra le risorse di cui dispone un atleta americano che diventa simbolo del modo di essere della sua nazione e quelle di cui dispongono gli altri.
Un gioco che equipara posizioni che pari non sono: prendeva epo e basta.
Quando il gioco è come quello che si sta svolgendo in Francia, l’unica domanda che mi viene è: il prossimo coltello nella schiena a chi?
Morris, ci sentiamo presto, in questi giorni sono stata un po’ occupata, fammi sapere quando ti posso chiamare a casa.
Io sono come Pantani quando ti diceva che aveva paura dei flash dei fotografi ( faranno male?). La permanenza lunga al telefonino farà male? E io la tua conversazione illuminante me la voglio godere, senza pensare al telefonino che fa male.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

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IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Hugo Koblet




Posts: 413
Registrato: Aug 2005

  postato il 13/09/2005 alle 20:24
Riprendo sulle sostanze doping che ho letto su un tuo vecchio treadh.
Mi sono molto stupito del tuo report sulle caratteristiche e degli aiuti che portano le varie sostanze e anche delle loro conseguenze sull' organismo.
Mi chiedo come è possibile accettare di ingollare pastiglie e pastigliette,mettersi bidoni di creme cortisoniche sull'addome farsi aumentare la percentuale di globuli rossi fino a rischiare di far saltare il cuore.
Vedere che il tuo corpo paffutello si trasforma grazie al THG e diventi bello lungo e muscoloso e le palle che si riducono a delle noccioline.
Sapere che i tuoi organi cresceranno in un modo anomalo e la tua vita può continuare solo per dieci anni al massimo(come Melanie Griffith).
Come fa una persona ad arrivare a questi estremi?
Ma possibile che è solo per la gloria?
Per i soldi?

Ciao e grazie

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 13/09/2005 alle 23:49
Ciao Morris, ti ringrazio e mi associo ai complimenti verso le persone che hai indicato, particolarmente il Marietto: forse è già inclusa nel termine "organizzazione", aggiungo comunque la "capacità d’iniziativa".
Profonda ammirazione per il Marietto, anche se ogni tanto mi torna in mente quello sberleffo per il Grand Canyon senza la "y"....ma è cresciuto, altrochè, è un gigante.
Come hai visto, caro Morris, in questo forum hai lasciato un segno indelebile, tangibile attraverso le continue citazione di quello che qui hai scritto nel corso del tempo, è impossibile non considerarti sempre presente.

Maria Rita, io non so cosa intendi tu per "essere marxisti", se però significa tacere una verità, per quanto essa possa essere stata strumentalizzata per altre finalità, beh, sono contento di non essere marxista.
Del paternalismo intellettuale verso le masse, io ne faccio volentieri a meno.
Tu alla sera dormirai comunque, io non smetterò di mangiare polenta e lumache solo perchè non sei d’accordo.
Ti ho definita qualunquista? Se l’ho fatto, e può essere, indicami il thread perchè non ricordo l’occasione e il motivo.
Se intendevi dire che ti "definirei qualunquista", allora lascia che sia io a decidere cosa direi.

Ti invito a notare che hai commesso un errore: Morris indicava quella che chiamiamo "mancanza di cultura", e la indicava per quello che riguarda il ciclismo, come la causa della rovina di numerosi talenti, bruciati dall’ignoranza delle metodiche di particolari personaggi, che arrivano ad incrinare la personalità.
Tu parli di "competitività tra dopati e non dopati", Morris no, si riferiva alla trasformazione in pattumiera della carriera professionistica, o dei sogni di carriera professionistica, di numerosi ragazzi, dentro alle officine Abarth, come le chiama acutamente l’ottimo Roberto Celap.
Riconoscere la dimensione e la diffusione di un certo sistema, e riconoscere la peculiarità del caso Armstrong, per la mia impostazione, che è umanistica e non marxista, è la medesima cosa: cercare la verità.
Tu dici che era meglio tenere coperta la pentola, io dico che questo virtuosissimo peccato farà tremare le chiappe a qualche scaldasedie.

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 14/09/2005 alle 01:32
Davide, credo ci siano degli equivoci perché parlo tenendo presente anche altri post di Morris e tuoi.
Parlando di struttura economica mi è venuto naturale pensare a marx, tutto qua.
Mi riferivo all’idea di Morris che il doping sia un frammento di una cultura e di una struttura economica, all’ idea che il doping invada aspetti anche non sospetti della nostra società ecc.
Diciamo che, frettolosamente, era accennare anche ad altre cose scritte da Morris ( sull’esasperazione dell’allenamento come forma di doping, ha scritto cose interessantissime che ha riportato anche nel forum di Pantani).
Mi pare che Morris abbia scritto che la trasformazione in pattumiera di tante carriere è da addebitarsi, appunto, alla scarsa qualità culturale degli operatori, scarsa qualità culturale perfettamente speculare a quella di tutta la società contemporanea che esaspera, cerca la via più semplice,cerca di trarre maggior profitto possibile nell’immediato ecc.
Non hai mai detto a me personalmente che sono qualunquista, mi sembra che definisci tali quelli che pensano che il doping abbia una diffusione pressoché totale nello sport, essendo io tra questi , ho scritto “ sono una delle persone che Davide definirebbe qualunquiste”, non credo di aver tradito, per questo, il tuo pensiero.
Se, invece, l’ho tradito, ovviamente, me ne scuso.
La diffusione del doping e la peculiarità del caso Armstrong mi trovano assolutamente d’accordo e l’ho scritto ( sono anni che lo dico).
Non ho mai detto che la pentola debba rimanere coperta, ho detto che non apprezzerò MAI questi metodi mafiosi di tenere il coperchio sulla pentola e poi alzarlo per misteriosi motivi ,così ogni tanto, a orologeria, in modo ricattatorio e senza alcuna finalità di portare verità ( nessuno mi convincerà mai che il caso dell’Equipe che pubblica il nome di Armstrong come dopato sia l’espressione di una ricerca di verità e di pulizia ).
Questo tipo di scandali a orologeria non ha mai fatto tremare le chiappe di nessuno che abbia potere, sono movimenti tellurici di assestamento del potere o, al massimo, introduzioni di varianti nel sistema per la conservazione del sistema stesso.
Gattopardescamente, tutto deve apparentemente cambiare perché nulla cambi.
O, per citare Pasolini , le rivoluzioni non le fanno i potenti , nel nostro caso, non le fa l’Equipe.
Vorrei precisare che quando dicevo che, a prescindere dal doping, mi esalto per il talento e le grandi imprese, non mi riferivo, evidentemente, ad Armstrong.

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 14/09/2005 alle 13:06
Maria Rita, grossolanamente potrei dire che hai ragione, forse definirei qualunquisti quelli che pensano che nello sport il doping è diffuso a macchia d’olio, più che altro perchè a me piace porre dei distinguo, dove possibile.
In verità, oltre al ciclismo, seguo solo gli sport motoristici, dove non metto in dubbio che i pistoni non siano solo quelli dei motori, e di sfuggita, ma molto di sfuggita, seguo un po’ il calcio.
Ecco perchè, sostanzialmente, mi sono in genere limitato a sostenere che, come è ragionevole pensare, il doping è gemello del flusso di denaro, quindi è presumibile che nel calcio ce ne sia molto più che nel ciclismo.

Per quello che riguarda il ciclismo, penso di non avere mai preso posizioni precise su quanto avviene nel mondo dei professionisti, mi sono accontentato di dire che attualmente ce n’è tanto, giusto perchè generalizzare non mi piace.
Molto molto diverso il caso dei dilettanti.
Seguo il dilettantismo da poco meno di due anni, ma leggendo i tabellini degli arrivi, guardando in televisione alcune sintesi delle corse, leggendo e ascoltando le dichiarazioni di corridori e direttori sportivi, leggendo sul forum i pareri di alcuni personaggi inseriti nell’ambiente, io mi sono fatto delle idee che nel tempo hanno trovato sempre più conferma nel loro impianto generale, dovendo correggere solo i dettagli secondari.
Chi segue il dilettantismo capisce immediatamente che il suo panorama non è omogeneo, capisce immediatamente che c’è modo e modo di vincere, intuisce al volo la "filosofia", chiamiamola così, che sta dietro ad una piuttosto che ad un’altra squadra, intuisce che i direttori sportivi non sono tutti uguali.
Al limite mi sono chiesto di quale salume fossero le fette sugli occhi della federazione, ma mi sono rifiutato di credere che tutti fossero dopati.
Ho individuato alcune società che si possono definire "credibili", altre che "non sono credibili", poi ovviamente una zona grigia di mezzo, e le "iniziative" individuali, che non sono mai trascurabili.
Quando si scatenò il polverone Frigo nei giorni del Tour, tutti a citare la Gazzetta, eccoli giustamente sdegnati puntare il dito contro il mondo dei dilettanti, l’ambiente nel quale Frigo cominciò probabilmente a bombarsi, quello sporco mondo che corrompe i ragazzi, quello sporco mondo "che se non ti fai non passi".
Vabbè, il Bottecchia nicchia, ma non è il momento, meglio sedersi in riva al fiume e aspettare.
Successivamente, su alcuni siti e su qualche mensile di ciclismo, ecco il padre di Frigo sostenere quanto fosse felice suo figlio al primo anno da dilettante, quando correva per la UC Bergamasca, e come cambiò invece quando l’anno successivo passò nella Vellutex di Palazzago...
Non posso nascondere che provai grande soddisfazione, perchè la Bergamasca, nel panorama delle società che fungono da collettore dei migliori talenti juniores, è una delle cinque o sei che consideravo molto credibili e adattissime a valorizzare il talento dei ragazzi.
Certo, il padre di Frigo parla di doping, Morris parla di esasperazione dell’allenamento, ben sapendo però che spesso, per non dire sempre, questa esasperazione è l’anticamera di qualcosa d’altro.
E io continuerò sempre su questa linea, porre dei distinguo, insistendo anche sull’idea che il doping nel dilettantismo facilita sì il passaggio al professionismo di corridori mediocri (perchè il doping fa vincere, ma è falso che un non dopato non possa competere con un dopato, specialmente se il non dopato è un fuoriclasse, con minori margini d’incremento e minori motivi di doparsi), ma a questi ragazzi offre carriere sempre di secondo piano, e sottolineo sempre, in squadre di basso o bassissimo profilo, spesso granfondistiche, con enormi rischi per la salute.
Quelle che chiamiamo meteore, o eccezioni che confermano la regola, a me suggeriscono un pensiero: questi sono delle super-nova, sono talenti bruciati, che avrebbero potuto rendere assai più.

Tornando al caso Armstrong: anche io penso che non si debba criminalizzare l’atleta, il nocciolo della questione è che non considero Armstrong un atleta, tutto qui, egli fa invece parte della struttura contenitore che contiene i corridori, cioè il Tour de France, Armstrong ne è parte integrante, come dimostra l’invito che regalò a Cipollini l’anno scorso, dopo che questi l’omaggiò con la propria presenza al Giro di Georgia, dicevo il contenitore ha voluto una volta per tutte affermare di essere più importante del contenuto, anzi, il contenuto è accessorio, corollario, completamento della messainscena.
Dunque non un protagonista che scrive pagine di leggenda, ma attore di una sceneggiatura alla quale gli avversari sono chiamati a partecipare, interpretando sè medesimi, affinchè il tutto sia verisimile (ma non vero).
Una truffa?

Vedi, non sono d’accordo quando sostieni che non c’è ricerca della verità in questa inchiesta d’assalto condotta dall’équipe, non credo che il risultato emerso sia la circostanza che egli avrebbe preso epo, come tutti.
E’ evidente, molto evidente, la differenza tra le cinquanta provette recanti tracce di epo, rintracciate tra quelle del Tour del 1998, le quali fanno pensare ad un ambiente omogeneo, dove davvero quasi tutti (salviamolo quel quasi, è importante) facevano ricorso all’epo con le stesse metodiche, rispetto alle dodici provette recanti tracce di epo, tra quelle, tutte, del Tour del 1999, sei delle quali appartengono ad Armstrong, che fanno pensare che forse sì qualcuno ha smesso di servirsi di quel farmaco, pochi magari, ma senza dubbio molti o quasi tutti hanno dovuto frenare, darci un taglio, alleggerire, cercare metodi forse meno efficaci ma anche meno rischiosi, tutti tranne Armstrong.
E’ un dettaglio che non può passare inosservato, a mio avviso darà l’avvio a numerose riflessioni.

Ok, quà e là forse ho divagato, ma ho reso l’immagine di quello che penso.

 

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Davide

 
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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 14/09/2005 alle 14:32
"Questo tipo di scandali a orologeria non ha mai fatto tremare le chiappe di nessuno che abbia potere, sono movimenti tellurici di assestamento del potere o, al massimo, introduzioni di varianti nel sistema per la conservazione del sistema stesso."

Questo passaggio è molto bello, lo condivido in pieno e ti faccio i complimenti, Maria Rita, per la forma, o meglio per lo stile.

 

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Via i dopati dal ciclismo.

Non è che mi sono staccato, è che il gruppo è andato in fuga!


 
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Livello Alfredo Binda




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  postato il 14/09/2005 alle 18:10
Mi associo ai complimenti di Morris per i membri del forum da lui celebrati.
Sono pienamente d'accordo sul fatto di dividere il forum in due o più stanze. Questo si dovrebbe fare non per separare le persone del forum, ma per dare ordine e razionalità ai post che crescono esponenzialmente e disperdono gli argomenti.
Se magari non posto per due o tre giorni, poi mi trovo in difficoltà ad orientarmi in tutti questi thread.

 

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"Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi", Mario Ferretti, Radiocronista Rai

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/09/2005 alle 23:44
caro morris.
sono molto contento per il tuo ritorno.
leggerti è sempre un grande piacere


ciao. a presto
mesty


 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 15/09/2005 alle 10:39
mi associo agli altri nel fare la Ola a Morris.
Il suo dicorso sul compito educativo dei D.S. e' molto
importante. Questa e' cultura dello sport.

P.S.: se altri vogliono semplicemente associarsi ai complimenti
lo facciano quando il thread e' un po' sceso, cosi'
lo teniamo in alto.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 15/09/2005 alle 11:08
Buongiorno,
come già detto in un'altro thread nella categoria dilettanti mi sono trovato molto vicino all' assunzione di sostanze dopanti.
Mentre negli juniores tutto era bellissimo e piacevole e i risultati non mancavano non posso dire altrettanto dopo il grande salto.
Mentre negli juniores la testa della gara era più o meno sottocontrollo nei dilettanti assolutamente no, chi l'ha mai vista.
Tutta questa esasperazione in gara ti porta inevitabilmente alla ricerca di qualche aiuto.
Frequentavo il dott.Sergio Migliorini di Cameri un'ottimo dottore sportivo con esperienze di allenamenti sui triatleti e mi ripeteva che il mio motore era perfetto.
Unica cosa il livello di ematocrito troppo basso per poter correre in quella categoria.
Ematocrito troppo basso vuol dire per uno che non ha esperienza nella medicina e neanche un titolo di studio tutto e niente.
Il mio pensiero era rivolto a quello strano termine, come fare per alzare quel valore del mio sangue?
Il dottore mi disse che allenandosi a quote di circa 1000 Metri per circa due settimane avrei alzato di certo questo valore.
Così feci e quando tornai in gara effettivamente notai un notevole miglioramento, ma non ancora sufficiente per competere.
Cominciai a chiedere ad altri corridori che cosa facessero loro per allenarsi per resistere a questi ritmi di gara e analizzando le risposte non trovai niente di diverso da tutto quello che già sapevo.
Un giorno un mio ex compagno di squadra mi disse che la sua societa lo riempiva a lui e gli altri di pastigliette da prendere prima dei pasti.
Altri corridori mi dissero che la squadra gli rimborsava le spese mediche e tutte le medicine che gli prescrivevano i dottori della squadra.
Incomincio così a chiedermi"Ma non è che per competere c'è veramente bisogno di assumere questi medicinali ?".
Il doping non era ancora conosciuto a tutti ma c'era già chi lo menzionava.
Qual era la percentuale di abarthizzati nelle gare dei dilettanti, se rimanevo nella mia categoria degli under 23 notavo corse un pò più umane ma se per caso facevo quelle miste la differenza era abissale.
La domanda finale prima di smettere fù a chi mi devo rivolgere per avere questi aiuti?
Poi mio padre vedendomi completamente depresso decise per me e mi disse o smetti di correre o ti spacco la faccia.
Grazie papà.



 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 15/09/2005 alle 20:01
Devo molte risposte e l'obbligo di precisare molti aspetti, ma ora non posso proprio trattenermi. Lo farò quanto prima.

Saluti a tutti.

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 16/09/2005 alle 14:48


Uelà, ciao Morris-One! Uellcom bech ciccio!
Approvo e quoto quanto dici sui direttori sportivi e sulla cultura che manca al nostro sport. Approvo anche il fatto che sia quello il problema più grosso, più del doping.

Mi raccomando, non ti perdere il trhead su Roby Visentini inaugurato da Buffalmacco, potresti completarlo come sai.
Ciao
Claudio

 
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Moderatore




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  postato il 16/09/2005 alle 21:58
Originariamente inviato da Morris

Prima di tutto un plauso a Mario Casaldi (Monsiuer 40%) che, come ho avuto già modo di dire all’Admin per telefono, è un giornalista di ottima penna che continua a sbocciare e pare proprio essere ancora lontano dai suoi confini possibili. Saggezza, spirito, attenzione e razionalità, sono le prime evidenze, ma a queste sa aggiungere l’organizzazione, aspetto decisivo per chi si incammina nel giornalismo odierno. Un consiglio, pur a voce leggibile e pubblica, al carissimo Mario, lo debbo: si cimenti con le medesime facoltà che l’hanno portato a questi livelli nel ciclismo, anche su altre due o tre discipline. E’ fondamentale per gli sbocchi concreti, ed è altrettanto importante come patrimonio culturale, in quanto il pur amato pedale, è certo disciplina di grande storia, ma possiede una lunga attualità densa di pecche, figure monche, o troppo rarefatte, per concepire autentica conoscenza sportiva. Su questo argomento ritornerò dopo, come ultimo tema di questa piccola riflessione.


Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Ciao Morris, ti ringrazio e mi associo ai complimenti verso le persone che hai indicato, particolarmente il Marietto: forse è già inclusa nel termine "organizzazione", aggiungo comunque la "capacità d’iniziativa".
Profonda ammirazione per il Marietto, anche se ogni tanto mi torna in mente quello sberleffo per il Grand Canyon senza la "y"....ma è cresciuto, altrochè, è un gigante.


Mi avete lasciato per giorni senza parole. Avevo letto da tempo, non sapevo però come rispondere. Ed è una cosa rara.
Grazie ad entrambi, grazie anche ad Emiliano e a tutti gli altri.

Quel "Prima di tutto..." mi ha lasciato senza fiato, anche, per un po'.

Bentornato, Poeta.
Perché la ricchezza si deposita nel cuore.

 

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Si sta come
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sugli alberi
le foglie

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/09/2005 alle 10:03
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Bentornato, Poeta.
Perché la ricchezza si deposita nel cuore.


Grande Mario!

 

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"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 21/09/2005 alle 15:23
Originariamente inviato da effebi

c\\'è un punto sul quale varrebbe la pena insistere e approfondire: quello della formazione di allenatori e direttori sportivi. se la figura cara a sergio neri non esiste più, forse varrebbe la pena che la fci investisse su una coverciano del ciclismo. ma una coverciano vera, un supercorso dove non ci si limita a insegnare la tattica o la storia, ma anche qualcosa d\\'altro e di più consistente.


Per il bene dello sport e per elevare una nuova generazione di tecnici, prima ancora di arrivare sulle singole Federazioni al concetto di una Super Scuola, servono Istituti superiori che diano un indirizzo specifico, in grado di esaltare la qualità della Facoltà di Scienze motorie. Anni fa, scrivevo come un ossesso progetti di riforma, ma rimanevano inascoltati. Sul ciclismo ho scritto una montagna di carta, finita come igienica sulle toilette federali. Alla riforma del ciclismo femminile, aggiunsi ricerche, analisi e proposte su tanto altro. Tutti i miei quadranti di riferimento su muovevano sul rapporto scuola-pedale-formazione tecnica. Sono riusciti a bruciarmi tutta le verve che allora possedevo copiosa, ma i problemi sono ancora tutti lì….
Caro Efebi, certo che sono d’accordo su una Coverciano del ciclismo, ma prima bisogna fare altro per avviare processi culturali e pedagogici diversi. Per me tutto questo si inquadra nella ricerca di una nuova qualità della vita anche se l’orizzonte è solo un tassello come lo sport……
Ti riporto degli stralci delle tante analisi…..e dire che ero uno dei pochi orizzontali fra i dirigenti….ma non conta nulla sapere…. Fossi stato un imprenditore ….non sarebbe finita così…

La mia idea di un Liceo dello Sport (anno 1998….)

Il Liceo dello Sport, ha lo scopo di indirizzare nella specializzazione sportiva il piano di studi di un normale Liceo delle Scienze Sociali, di cui mantiene i medesimi quadranti culturali e formativi.
Alla fine dei cinque anni, si conseguirà un diploma in grado di consentire l’iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria, con particolare efficacia verso le facoltà di Scienze Motorie, di Management sportivo, nonché verso corsi di laurea triennali di carattere sociale e di indirizzo sanitario (Riabilitazione, Fisioterapia, ecc.).
Gli sbocchi immediati nel mondo del lavorio che il diploma può e deve consentire, magari accompagnato da corsi specifici di approfondimento, si muoveranno nei settori dello sport, del tempo libero, della ricreazione, delle nuove professioni emergenti nell’ambito della salute e del benessere, ed anche nel turismo, particolarmente nella sua variabile di gruppo.
Sui significati di orientamento, di valore culturale e formativo del Liceo dello Sport, ho scritto una relazione che contempla le motivazioni e gli obiettivi che si presume siano alla base di una eventuale scelta da parte degli studenti.
Il sunto più sintetico della relazione relativamente a programmi e scopi, può venire da questa tabella sulle materie di insegnamento e le loro consistenze orarie.

MATERIE D\\'INSEGNAMENTO - ORARIO SETTIMANALE

BIENNIO
Religione 1
Lingua italiana 4
Storia 2
Storia dello Sport 1
Lingua Inglese 2
Lingua Francese 2
Geografia 1
Scienze sociali 4
Matematica 3
Informatica 1
Scienze naturali 1
Scienze motorie 3
“Laboratorio” dello Sport 4
Educazione musicale 1
TOTALE ORE SETTIMANALI BIENNIO 30

MATERIE D\\'INSEGNAMENTO - ORARIO SETTIMANALE

TRIENNIO
Religione 1
Italiano 4
Storia 1
Storia dello Sport 1
Lingua Inglese 2
Lingua Francese 2
Lingua Spagnola 2
Diritto ed Economia 1
Management Sportivo 2
Scienze sociali 4
Matematica 2
Scienze naturali 1
Scienze motorie 3
“Laboratorio” dello Sport 5
Educazione musicale 1
TOTALE ORE SETTIMANALI TRIENNIO 32

Le ore di lezione (di 55 minuti) saranno, per il Biennio, 5 giornaliere dal lunedì al sabato. Notevole, invece, la modificazione dell’orario per il Triennio: 6 ore (sempre di 55 minuti) per quattro giorni la settimana, ed un giorno da 8, col sabato libero. Lo scopo è quello di consentire l’eventuale pratica sportiva agonistica senza soverchi problemi.
Non è tema, quindi sarò brevissimo, ma sono sempre stato convinto della necessità di aumentare al limite le ore scolastiche e di diminuire al minimo quelle di studio a casa . La scuola deve essere concepita in gran parte come un lavoro, trovo assurdo che uno studente debba passare cinque o sei ore a scuola e poi quasi altrettante a casa su libri e quaderni. Un regime del genere è pazzesco, ed è uno dei fattori di tanti problemi che gravano sui giovani, fino a marcare anche il loro futuro. I ragazzi si devono muovere anche se non diventeranno campioni; devono avere interessi oltre la scuola; devono vivere la famiglia. Quindi sono d’accordo di aumentare un poco le ore di giornaliere di scuola (guardando con la lente il valore dei professori, che devono saper spiegare, evitando così allo studente di far anche il loro lavoro a casa!) e di lasciare il sabato libero.

Tornando a noi con “Laboratorio” dello Sport, intendo un approfondimento tecnico pratico delle Scienze Motorie, attraverso l’acquisizione diretta delle discipline divise fra quelle individuali e di squadra. Nel Triennio, il rientro pomeridiano (4 ore), sarà sempre diviso fra un’ora di Scienze Motorie e tre di “Laboratorio” con possibilità di svolgere a cadenza mensile un seminario su uno sport. Sulla scelta degli sport da inserire, ho scritto una relazione che contempla nei cinque anni ben 12 discipline: 4 di squadra (Rugby, Pallavolo, Calcio e Basket) e 8 individuali (fisse: Atletica Leggera, Ciclismo, Tennis, Nuoto, Tennistavolo, Boxe e due scelta in base alla collocazione del Liceo).


La mia Coverciano per il ciclismo.

In sintesi, la FCI dovrebbe farsi carico, dopo le opportune interlocuzioni col CONI, di organizzare una Scuola Superiore per Allenatori e Team Manager di Ciclismo, da considerarsi una particolare Laurea breve, della durata di due anni, per chi possiede un diploma di scuola superiore non diretto (Liceo Classico, Scientifico , Istituto Tecnico Industriale, Geometra ecc.), un anno per i diplomati al Liceo dello Sport e per chi possiede un livello da allenatore di ciclismo (2° o 3°) accompagnato da una conduzione di squadre (provata) per almeno otto anni.
Anche per questa Scuola, ho stilato una relazione con relativi programmi di studio dettagliati. Per motivi personali non posso pubblicarla, posso solo dire che non si tratta di un supercorso di un mese o due, ma di un vero e proprio Corso di Laurea raggiungibile e frequentabile, coi sacrifici del caso, anche da coloro che lavorano.
Le collocazioni della Scuola individiate sono tre: il Velodromo Vigorelli Antonio Maspes di Milano per il nord, il Velodromo “Glauco Servadei” di Forlì per il centro, ambedue hanno le strutture necessarie per svolgere al meglio anche le prove di campo. Per il sud penso all’intorno di Roma, sfruttando attrezzature del Coni ed un Velodromo che, al momento, non può essere altri che ….nel ristese (si dice così?) a Forano, in una delle due piste italiane di 250 metri (l’altra è a Oppido Lucano in provincia di Potenza).

Tornerò su questo temi....

Morris

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/09/2005 alle 17:39
Morris mi sembra che le tue lodevoli iniziative qualche volta vengano ascoltate, infatti Bicisport da un paio di anni non fa altro che parlare della necessità di una Coverciano del ciclismo, ora ho capito da chi hanno preso l\'idea.

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 21/09/2005 alle 17:59
Caro Morris,
normalmente mi limito a leggere e cercare di imparare.
Questa volta provo a dire la mia rischiando di essere coperto
di guano per la pochezza di contenuti, chiedo scusa in anticipo.

L\'idea del liceo dello sport e\' bella ma non rischia di essere un
po\' un clone dell\' ISEF ?
I suoi diplomati come si collocherebbero nel mondo del lavoro
(specie rispetto ai diplomati ISEF) ?

Riguardo alle materie di studio noto che non e\' prevista la
fisica. Forse la intendi inclusa in Matematica o Scienze Naturali?
Facendo riferimento al simpatico thread (Incredibile Heras) io
penso che una conoscenza elementare delle leggi fisiche, magari
proprio di quelle in qualche modo legate allo sport, possa
comunque essere utile; almeno quanto la conoscenza della storia
dello sport.

ciao!

 

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codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 28/09/2005 alle 18:16
Dopo la "bufera" mondiale (e sperando in una non bufera Gonzales)
riporto a galla il thread perche\' mi piacerebbe avere qualche
risposta da Morris.

 

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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 10/10/2005 alle 00:56
beh Morris visto che sei riapparso riporto in alto il thread,
il tuo progetto non puo`essere gettato nel dimenticatoio .
Ciao!

 

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 30/12/2005 alle 00:56
Caro Alberto, se ti rispondo solo ora, è perché il mio caos di vita mi costringe a segmentare al massimo qualsivoglia interlocuzione, tra l’altro con una concentrazione che non è certo delle migliori. Il tempo, inoltre, non mi aiuta a ricordare e di questo thread mi ero completamente dimenticato. Oggi, rovistando fra i miei file, ho ritrovato il tuo intervento che mi ero appuntato. Di qui, finalmente, la risposta.
Scusami!

Originariamente inviato da pedalando

Caro Morris,
normalmente mi limito a leggere e cercare di imparare.
Questa volta provo a dire la mia rischiando di essere coperto
di guano per la pochezza di contenuti, chiedo scusa in anticipo.


Macché coperto di guano, le tue osservazioni sono pertinenti e mi consentono di allargare il fronte al ruolo, ancora parziale, recitato dalla facoltà di Scienze Motorie.

L'idea del liceo dello sport é bella ma non rischia di essere un
po' un clone dell' ISEF ?


L’ISEF non esiste più. La Legge del 15 maggio 1997, n. 127, ha infatti previsto la trasformazione degli Isef in facoltà universitarie, con relativa ristrutturazione dei corsi di studio. A distanza di otto anni, si può dire che il passaggio sia stato compiutamente svolto, con la nascita della Facoltà di Scienze Motorie, decisamente di spessore migliore rispetto al vecchio Istituto Superiore. La nuova facoltà però, resta un punto d’arrivo, senza riscontrare nella fase scolastica precedente, nessun tipo di indirizzo similare o propedeutico. In sostanza, un ragioniere, o un geometra, che non hanno mai fatto sport e si sono limitati alle due orette di Educazione Fisica alle superiori, possono superare, magari senza passione e motivazioni, la prova d’ammissione a Scienze Motorie (una PORCHERIA comune a TUTTE le facoltà e la stessa valutazione scurrile la potremmo allargare a qualsivoglia concorso, compreso quello ancor più blasfemo per la magistratura), ed iniziare senza nessuna base una nuova scuola. In sostanza se un diplomato all’ITI o allo Scientifico, può immettersi con un buon retroterra su qualsiasi facoltà scientifica o tecnica, ed un diplomato al Liceo Classico o a quello di Scienze Sociali, può andare con una certa tranquillità verso le facoltà umanistiche, quale diplomato potrà fare altrettanto con Scienze Motorie? E dove sta scritto che una simile facoltà, debba essere frequentata solo da chi nello sport è già diventato qualcosa? Anche da qui si capisce che manca un anello importante e peculiare per formare tecnici, operatori nonché divulgatori di sport. Llo possiamo creare solo con una risposta all’interno della scuola media superiore.
L’idea di un Liceo ad indirizzo sportivo, mi nacque nel 1998 (anno d’origine del palinsesto pubblicato sopra), quando si parlò con maggiore intensità di un più stretto legame fra scuola e sport. La mia vita professionale, vissuta per anni in una realtà polisportiva così intensa per discipline e formazione, con apogei che partivano da bimbe e bimbi di 4 anni, fino ai migliori anni dell’agonismo, mi ha fatto conoscere, su un versante più specifico, il rapporto con la scuola. Il resto è venuto dall’esperienza scolastica dei figli. Sono sempre stato convinto che lo sport sia una parte importante nella formazione di un giovane, perché aiuta, se ben insegnato, ad espandere i propri orizzonti e conoscere al meglio se stessi, indipendentemente dalla frequentazione o meno di un’attività agonistica. L’atletismo di base, fulcro più o meno dimenticato, o a vari livelli realmente cercato nell’insegnamento dell’educazione fisica, non può e non deve essere considerato come un punto d’arrivo o come obiettivo cardine del palinsesto scolastico (tra l’altro, la stessa storia, ha sancito la sua inadeguatezza). Lo sport non è solo questo, è molto di più, proprio perché propone traiettorie pedagogiche utili allo sviluppo conoscitivo e formativo del giovane, con una correlazione fra fisico e mente in grado di cementare il proprio universo d’intorno. L’inserimento delle discipline, col loro patrimonio di scienze che si portano appresso, rappresentano l’aspetto determinante, intrecciando compiutamente i valori del movimento, della coordinazione, delle variabili d’efficacia e di estetica, con le raffigurazioni del tronco sociale, fatte di comunicazione, di assiomi e di espressività. Gli sport nel loro quadro apparentemente a se stante, rappresentano la vita: comprenderli e magari praticarli anche un minimo, oltre a donare un arricchimento culturale salutare al carattere, aiutano ad allargare i propri potenziali in ogni direzione, non ultimo, incredibilmente, quello della fantasia finalizzata a tornaconti sociali, più che personali. Nel cammino formativo, le discipline sportive rappresentano dunque un quadrante che l’organizzazione socioculturale, dovrebbe proporre come un penate costantemente presente. L’Italia non lo ha ancora fatto e non è un caso se siamo un paese ben poco all’avanguardia, sia come cultura dello sport che come sportività. Potremmo portare esempi a iosa, ma non è il caso, perlomeno ora.
A questo punto, per recuperare terreno di fronte a questo insieme così bistrattato dal Ministero della Pubblica Istruzione e di quella politica che, ancora una volta, non ha mai posto la formazione come azione primaria, sono necessarie delle proposte che possano passare, proprio perché non urtanti completamente con uno status quo ormai cristallizzato. Quindi, di fronte alla poca comprensione totale della scuola verso lo sport, l’idea di un Liceo specifico, oltre a stimolare l’intero mondo scolastico “praticamente dell’obbligo” (i significati delle virgolette non sfuggiranno), può dare risposte ad un segmento del mondo studentesco creando le basi ed un buon livello culturale e professionale propedeutico alla comunque ancor riformabile risposta universitaria.

In questi anni sono nati alcuni Licei dello Sport, a memoria ne ricordo tre, ma sono tutti privati. La famiglia che non può permettersi 3.000 euro per iscrivere il figlio a queste scuole, è costretta a rinunciare a questa opportunità. Far frequentare il giovane all’Istituto per Geometri e poi sperare che lo stesso possa entrare a Scienze Motorie, superando la SEMPRE IPERBOLICA CAZ.ZATA della prova d’ammissione, non è proprio il massimo, anzi è un urto di bile.

I suoi diplomati come si collocherebbero nel mondo del lavoro
(specie rispetto ai diplomati ISEF) ?


Come ho scritto sopra, gli sbocchi immediati nel mondo del lavoro che il diploma può e deve consentire, magari accompagnato da corsi specifici di approfondimento, si muoveranno nei settori dello sport, del tempo libero, della ricreazione, delle nuove professioni emergenti nell’ambito della salute e del benessere, ed anche nel turismo, particolarmente nella sua variabile di gruppo. A questi diplomati però, sarebbero precluse le vie dell’insegnamento e del management sportivo che resterebbero possibili solo col conseguimento della Laurea in Scienze Motorie. Non è poco, ma diciamocelo francamente: un diplomato di qualsiasi liceo, classico e scientifico compresi, che tipo di sbocchi sicuri può avere nel mondo d’oggi? La via dell’università è quasi obbligatoria………..E’ diverso il discorso per i periti tecnici, commerciali, i geometri ecc.

Riguardo alle materie di studio noto che non è prevista la
fisica. Forse la intendi inclusa in Matematica o Scienze Naturali?
Facendo riferimento al simpatico thread (Incredibile Heras) io
penso che una conoscenza elementare delle leggi fisiche, magari
proprio di quelle in qualche modo legate allo sport, possa
comunque essere utile; almeno quanto la conoscenza della storia
dello sport.


Sono perfettamente d’accordo sull’importanza peculiare dello studio della fisica, ma proprio perché è una materia che si dipana su tante altre, ed è direttamente immersa nello sport, trovo riduttivo e soprattutto deviante alla pienezza della formazione, inserirla come materia a se stante. Lo dico soprattutto alla luce di quelle sinergie della conoscenza che, molto spesso, la scuola nel suo insieme, non sa produrre. Nel palinsesto presentato sopra, si evidenziano i tasselli formativi, quasi fossero le cartelle che teniamo gelosamente nel computer per dar ordine ai nostri file. Ma i contenuti programmatici sono qualcosa di ben più corposo e ramificato. Dall’elenco delle materie-cartelle, si possono intuire gli insegnanti, ma non quelle che per me sono le fondamentali compresenze all’interno di una o più ore di lezione. Mi spiego. Lo studio della fisica contemporaneamente alla sperimentazione (affinché l’apprendimento della materia non si riduca a mera didattica delle formule, col rischio di partorire stupidaggini che entrano in un orecchio ed escono dall’altro…) va inserito, certo nelle ore di Matematica e Scienze Naturali, ma anche in quelle di Scienze Motorie. Non a caso un esame fondamentale della Facoltà universitaria omonima è proprio quello di “Fisica Applicata allo Sport”. Le figure svolgenti le lezioni, possono essere diverse, a seconda delle predisposizioni e delle professionalità, ma devono sublimarsi verso l’obiettivo della formazione. Nei Licei delle Scienze Sociali, ad esempio, sono già almeno sette anni che si sperimenta la compresenza di più di un insegnante in materie come storia, diritto e filosofia, ovvero insegnamenti ove....la sperimentazione può essere...fantasia.

Ciao Alberto ….. prima della fine del 2005, scriverò il ritratto di “Gepin”.

Morris

 

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  postato il 30/12/2005 alle 01:24
Belin mi ero dimenticato di questo thread!
Grazie Morris per i chiarimenti e, diciamolo, un po'di guano me
lo merito: e'dal 97 che non esiste piu` l'ISEF! Saro'stato l'unico
a non saperlo!
Sul discorso barriere di accesso non sono molto daccordo.
Penso che gli esami propedeutici dei primi anni facciano
la vera selezione (almeno ai miei tempi e nelle facolta'scientifiche)
dando pero` il tempo per ambientarsi e "prendere il passo".
Ad esempio conosco degli ottimi ingegneri elettronici che hanno
fatto il liceo Classico ; tutti ricordano il primo anno come
un vero inferno ma, a scapito della padronanza della matematica,
avevano una miglior formazione mentale, quindi studiavano meglio.
Queste persone sarebbero state scartate da un esame barriera.

Invece concordo pienamente sull'insegnamento della teoria
applicandola ad esperienze pratiche.
grazie e buonanotte!

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 30/12/2005 alle 01:42
Sul discorso barriere di accesso non sono molto daccordo.
Penso che gli esami propedeutici dei primi anni facciano
la vera selezione (almeno ai miei tempi e nelle facolta'scientifiche)
dando pero` il tempo per ambientarsi e "prendere il passo".
Ad esempio conosco degli ottimi ingegneri elettronici che hanno
fatto il liceo Classico ; tutti ricordano il primo anno come
un vero inferno ma, a scapito della padronanza della matematica,
avevano una miglior formazione mentale, quindi studiavano meglio.
Queste persone sarebbero state scartate da un esame barriera.


Sono per una Università libera nella partecipazione. La selezione, come hai scritto tu, la devono fare gli esami del corso di laurea e non le assurde, idiote, vergognose, prove d'ammissione. La magistratura se indagasse su quelle torte di imbecillità troverebbe pure del losco. In quanto ai comici satirici, sarebbe ora che portassero quelle burle a conoscenza della gente. Uno schifo, una zozzeria da paese gestito da figuri con la scala Wechsler-Bellevue a 59!!!


Qui c'è un forumista, vittima di questo scempio. La sua storia fa incaz.zare anche un santo.

Mi fermo, perchè su questo tema divento una belva.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 30/12/2005 alle 10:11
Originariamente inviato da Donchisciotte

Caro Morris, mi sento, in qualche modo, chiamata in causa dal tuo bellissimo post ( come sempre bellissimo…..).
Voglio chiarire, e chi ha letto qualche volta il forum di Pantani lo sa, che ho sempre pensato che fra Armstrong e gli altri, a livello di risorse scientifiche e mediche, ci sia la differenza che passa fra un missile e un’utilitaria.
Quello che non mi troverà MAI d’accordo è che, di fronte a un’operazione così oscura, torbida, di cui non si capiscono le motivazioni e i fini, che fa parte di tutto quel sistema di ricatti incrociati e bombe a orologeria che è divenuto il mondo del ciclismo da quando si è deciso di combattere il doping criminalizzando gli atleti, si possa pensare che bisogna essere soddisfatti perché, comunque, si dice al mondo che Armstrong faceva uso di epo.
Come te, penso che il problema non sia tanto il doping quanto la cultura , la ( lo possiamo dire almeno noi che siamo marxisti?)struttura economica sottesa a quella cultura, struttura economica e cultura che sono del mondo non solo di quel piccolo mondo che è lo sport. Il doping è un frammento, i filosofi guardano l’intero, diceva Platone.
Sono fra quelli che Davide ( Aranciata) definisce qualunquisti, penso che una delle poche verità sul doping l’abbia detta un famoso calciatore del passato a Guariniello: Un professionista che dica di non aver avuto a che fare con il doping, mente.
Semplicemente , un non dopato non potrà mai, con questo doping che la ricerca scientifica ha inventato, competere alla pari con un dopato.
Allora, appunto, il problema è più complesso e richiede intelligenza maggiore che la criminalizzazione, il problema è quello che Morris descrive nei suoi post, non quello dei pochi ( o tanti) imbroglioni .
Fermo restando che , nonostante il doping, io ammiro l’impresa e il talento, anche Ulisse vinse la guerra contro l’Oriente ( Troia) attraverso un volgare imbroglio, la guerra è da sempre sporca, eppure Ulisse è sublime nel suo essere uomo ed eroe, nello spingersi al di là, sempre con mezzi e raggiri umani, troppo umani .
Ecco, perché Morris, non esulto perché Armstrong viene accusato di prendere epo ( come tutti, forse , hai ragione tu, gli fa gioco: l’epo la prendono tutti ma solo lui vince sette Tour), non c’è ricerca di verità in questo gioco, sporco nei modi e nei tempi.
Un gioco che riconduce il doping a fatto che riguarda il singolo baro e che non mette in luce che il vero gap non è fra chi si dopa e chi non lo fa ma fra le risorse di cui dispone un atleta americano che diventa simbolo del modo di essere della sua nazione e quelle di cui dispongono gli altri.
Un gioco che equipara posizioni che pari non sono: prendeva epo e basta.
Quando il gioco è come quello che si sta svolgendo in Francia, l’unica domanda che mi viene è: il prossimo coltello nella schiena a chi?
Morris, ci sentiamo presto, in questi giorni sono stata un po’ occupata, fammi sapere quando ti posso chiamare a casa.
Io sono come Pantani quando ti diceva che aveva paura dei flash dei fotografi ( faranno male?). La permanenza lunga al telefonino farà male? E io la tua conversazione illuminante me la voglio godere, senza pensare al telefonino che fa male.


Il problema è che Armstrong è MOLTO PROBABILE che non abbia mai fatto Uso di EPO!!!! (dopo la malattia).
L'EPO esisteva da un decennio e l'americano era un corridore da classiche poi la malattia (studi scientifici dimostrano come le capacità organiche si deteriorino dopo un tumore). Eppure LANCE dopo il tumore vola e vola confrontandosi con gli stessi consumatori di Epo precedenti. Non solo. I suoi compagni di squadra volano ma faticano ad ottenere gli stessi risultati una volta usciti dal cono d'ombra dell'americano. Come mai? La risposta sta nell'utilizzo di Armstrong di prodotti sperimentali (conosciuti durante la malattia) fuori dalla portata degli altri. Prodotti che probabilmente sono cambiati nel tempo passando dall'Actovegin e dall'Aranesp agli ultimi che probabilmente sono ancora sconosciuti. Ecco perchè il mio favorito per giro e tour prossimi è Savoldelli (qualora dovesse ereditare in toto le tecnologie dell'americano).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/12/2005 alle 11:30
Originariamente inviato da lallo

Il problema è che Armstrong è MOLTO PROBABILE che non abbia mai fatto Uso di EPO!!!! (dopo la malattia).
L'EPO esisteva da un decennio e l'americano era un corridore da classiche poi la malattia (studi scientifici dimostrano come le capacità organiche si deteriorino dopo un tumore). Eppure LANCE dopo il tumore vola e vola confrontandosi con gli stessi consumatori di Epo precedenti. Non solo. I suoi compagni di squadra volano ma faticano ad ottenere gli stessi risultati una volta usciti dal cono d'ombra dell'americano. Come mai? La risposta sta nell'utilizzo di Armstrong di prodotti sperimentali (conosciuti durante la malattia) fuori dalla portata degli altri. Prodotti che probabilmente sono cambiati nel tempo passando dall'Actovegin e dall'Aranesp agli ultimi che probabilmente sono ancora sconosciuti. Ecco perchè il mio favorito per giro e tour prossimi è Savoldelli (qualora dovesse ereditare in toto le tecnologie dell'americano).


La prova del nove la avremo nel prossimo Tour osservando le prestazioni di Hincapie.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/12/2005 alle 19:45
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da lallo

Il problema è che Armstrong è MOLTO PROBABILE che non abbia mai fatto Uso di EPO!!!! (dopo la malattia).
L'EPO esisteva da un decennio e l'americano era un corridore da classiche poi la malattia (studi scientifici dimostrano come le capacità organiche si deteriorino dopo un tumore). Eppure LANCE dopo il tumore vola e vola confrontandosi con gli stessi consumatori di Epo precedenti. Non solo. I suoi compagni di squadra volano ma faticano ad ottenere gli stessi risultati una volta usciti dal cono d'ombra dell'americano. Come mai? La risposta sta nell'utilizzo di Armstrong di prodotti sperimentali (conosciuti durante la malattia) fuori dalla portata degli altri. Prodotti che probabilmente sono cambiati nel tempo passando dall'Actovegin e dall'Aranesp agli ultimi che probabilmente sono ancora sconosciuti. Ecco perchè il mio favorito per giro e tour prossimi è Savoldelli (qualora dovesse ereditare in toto le tecnologie dell'americano).


La prova del nove la avremo nel prossimo Tour osservando le prestazioni di Hincapie.


Se Hincapie va sul podio al prossimo Tour, giuro che non guarderò mai più una corsa di ciclismo perchè vorrebbe dire che il nostro è lo sport più fasullo che esista.

 
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  postato il 30/12/2005 alle 20:57
Originariamente inviato da Morris

Sul discorso barriere di accesso non sono molto daccordo.
Penso che gli esami propedeutici dei primi anni facciano
la vera selezione (almeno ai miei tempi e nelle facolta'scientifiche)
dando pero` il tempo per ambientarsi e "prendere il passo".
Ad esempio conosco degli ottimi ingegneri elettronici che hanno
fatto il liceo Classico ; tutti ricordano il primo anno come
un vero inferno ma, a scapito della padronanza della matematica,
avevano una miglior formazione mentale, quindi studiavano meglio.
Queste persone sarebbero state scartate da un esame barriera.


Sono per una Università libera nella partecipazione. La selezione, come hai scritto tu, la devono fare gli esami del corso di laurea e non le assurde, idiote, vergognose, prove d'ammissione. La magistratura se indagasse su quelle torte di imbecillità troverebbe pure del losco. In quanto ai comici satirici, sarebbe ora che portassero quelle burle a conoscenza della gente. Uno schifo, una zozzeria da paese gestito da figuri con la scala Wechsler-Bellevue a 59!!!


Qui c'è un forumista, vittima di questo scempio. La sua storia fa incaz.zare anche un santo.

Mi fermo, perchè su questo tema divento una belva.


diventeremmo due belve!
Morris ti devo delle scuse, sono daccordo con te. Forse a causa
dell'ora tarda avevo inteso il tuo esempio del geometra che
deve passare i test di ammissione come favorevole alle barriere.
Da cui il mio non essere daccordo.
Rileggendo meglio mi rendo conto che la pensiamo allo stesso modo.

Purtroppo il marcio "accademico" non si limita alle prove di
ammissione, ricercatori e borsisti vengono sfruttati con
metodi feudali...

Bah, meglio lasciar perdere che il fegato serve buono per i brindisi.
Approposito Buon Anno Morris!

 

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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