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Il Forum di Cicloweb

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Autore: Oggetto: Bici Sport

Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 09/10/2009 alle 13:56
Quello che mi fa ridere è che le discussioni sulla stampa che facciamo noi qua, occupano da mesi paginate intere dei maggiori giornali del mondo.
Cioè, che deve scrivere la stampa scritta nell’era della televisione e di internet che, gratuitamente, portano notizie, commenti, foto in ogni ora del giorno e della notte, lasciando scegliere anche il punto di vista da cui vuoi essere informato?
Come lo motivi il lettore a spendere quando si è già ampiamente informato, per esempio, sul mondiale?
Neri pare non porsi per niente il problema, se davvero si andrà a scavare di nuovo su Ballan dopo ormai due mesi dal mondiale e dopo l’esaustiva rsiposta dello stesso Ballan all’insidiosa domanda di Nerino ( avrei preferito tenermela), io penso che il lettore butta il giornale dalla finestra.
L’inchiesta intrigante, approfondita e il racconto sono il terreno del mensile.
E’ vero, il ciclismo è grande, caro Neri, smuovi pure una come me ( appassionata, non praticante, non tecnicamente esperta) che segue solo i professionisti e ( confesso) tra di essi praticamente solo i campioni, a interessarsi di dilettanti, donne, pista, incuriosiscimi, perché a furia di seguire i campioni e di prenderla nel c…dal sistema perché poi li beccano, magari si smette di seguire così testardamente.
Apri gli orizzonti, il ciclismo e il mondo sono diversi da quelli di 30 anni fa, sul mondiale so tutto dopo due ore che è finito, per spendere 5 euro devo avere un motivo. E presto sarà evidente , non sarà sufficiente far finta che non esiste la realtà.
Io questa storia di Ferrara non la conoscevo proprio, è vero un racconto su una storia interessante, del ciclismo visto di sbiego, è un contenuto specifico di un giornale di approfondimento, uno di quegli articoli che ti leggi col giornale in mano e non con il computer acceso.
Certo serve qualcuno che sappia raccontarla, altrimenti si rischia il banale, lo strappalacrime o il disinteresse.
Purtroppo io non credo che ci sia in BS l’umiltà di capire queste cose e di sparigliare le carte cercando le storie invece di impantanarsi in senati del ciclismo.
. E mi dispiace leggere e sapere di tante persone che ci tengono al giornale ( anche l’amico di Luke che ha perso il padre ma ha una sua corsa raccontata da Vicennati o Tex che sogna una foto su CT) e di un patrimonio di umanità, competenza, storia, memoria, futuro che rischia essere gettato.
Il lettore va educato ad apprezzare quello che non conosce, ma qualche volta pure i direttori di giornale possono apprendere qualcosa dai lettori.


 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 18/10/2009 alle 16:12
Stavo leggendo il Venerdì di repubblica , il servizio di copertina e mi è venuto in mente, chissà perché, Bicisport.
Il servizio, lungo e con un ottimo intervento del filosofo-psicoanalista Galimberti, è dedicato alle imprese italiane che devono affrontare il ricambio generazionale, i figli che prendono il posto dei padri.
Una percentuale bassissima di imprese ( mi pare il 20%) sopravvive al ricambio, quasi in tutte vale la regola dei Buddenbrook: dagli stracci agli stracci massimo in tre generazioni.
Le imprese che sopravvivono si affidano, nella maggior parte dei casi, a manager esterni che selezionano le risorse secondo i meriti e portano avanti l’azienda.
Quelle che non sopravvivono sono quelle in cui destini e bilanci si decidono nel tinello di casa, forzando e inventando capacità e voglie e interessi dei figli, anche quando è palese che non ci sono.

 

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Livello Eddy Merckx




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Registrato: Jun 2005

  postato il 19/10/2009 alle 18:41
Ragazzi, mi sembra che scopriate l'acqua calda ...
Se pensate che per condurre bene un'azienda basti avere dei soldi o essere figli di, siete proprio sulla cattiva strada. Specie se si tratta di un'azienda piccola (50-100 addetti). Oggi come oggi, essere proprietario di una tale azienda non lo auguro al mio peggior nemico e non soltanto perchè c'è crisi. E'semplicemente impossibile gestirla con un minimo di speranza e, a pensarci, mi scappa pure da ridere ...
Senza polemica eh

 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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Registrato: Sep 2004

  postato il 19/10/2009 alle 20:35
Hai ragione Prof, non sono cose nuovissime , persino Thomas Mann con i Buddenbrook l'aveva capito e ci ha fatto un bellissimo romanzo.
Ma il servizio del Venerdì era ricco di statistiche, opinioni, pare ci sia persino un'associazione che aiuta le famiglie a gestire questi passaggi generazionali.
Ovviamente, trattandosi di questo thread, non può sfuggirti che un giornale ( anzi, tre giornali, una compagnia editoriale) sono una cosa un po' diversa da un'azienda qualsiasi.
Cioè, si può imparare ( forse) a fare l'amministratore di un'azienda ma non a fare il direttore di giornale se uno non è esattamente portato, se non ti fai domande su come rinnovare il giornale per renderlo compatibile con internet, la crisi economica e la crisi del ciclismo o, se te le fai, ti dai risposte banali ( nel caso del padre) o fai un mulino bianco molto modesto ( caso del figlio).
Ci sono dei lavori dove occore una capacità che non si impara, non è una tecnica insegnabile fare il giornalista o il direttore responsabile.

 

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Esordiente




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Registrato: Oct 2009

  postato il 23/10/2009 alle 18:53
Buffo questo forum. Un gruppo fatto all' 80 per cento da redattori, ex redattori e collaboratori (tutti un po' frustrati) di un giornale che si lamenta del datore di lavoro (o ex datore di lavoro) e del figlio scemo e raccomandato (e ci mancherebbe!) spacciandosi per lettori. Senza offesa, non sarebbe meglio vi telefonaste tra di voi?
 
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Livello Octave Lapize




Posts: 475
Registrato: Oct 2007

  postato il 23/10/2009 alle 18:58
Originariamente inviato da ginginni08

Buffo questo forum. Un gruppo fatto all' 80 per cento da redattori, ex redattori e collaboratori (tutti un po' frustrati) di un giornale che si lamenta del datore di lavoro (o ex datore di lavoro) e del figlio scemo e raccomandato (e ci mancherebbe!) spacciandosi per lettori. Senza offesa, non sarebbe meglio vi telefonaste tra di voi?


Eh?

 
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Livello Fausto Coppi
UTENTE DELL'ANNO 2009
Utente del mese Luglio, Novembre e Dicembre 2009




Posts: 15932
Registrato: Jul 2007

  postato il 24/10/2009 alle 08:53

ginginni08, palesati: chi sei, tra le varie penne (metonimia) che lavorano per BS?

 

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« La superstizione porta sfortuna »
(Raymond Merrill Smullyan, 5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1.3.8)


Fantaciclismo Cicloweb 2010

Piazzamenti sul podio:


Omloop Het Nieuwsblad Élite: 3°
E3 Prijs Vlaanderen - GP Harelbeke: 2°
GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

---

Asso di Fiori

 
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Amministratore




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Registrato: Aug 2002

  postato il 24/10/2009 alle 10:17
A me fa venire in mente David Bowie

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

(Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping)

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 24/10/2009 alle 11:35
Appartengo a quel 20 % di forumisti che scrivono su questo thread che tu,
generosamente, consideri NON redattori o ex redattori o collaboratori di
BS.
Mostrando così una visione piuttosto angusta di un giornale ciclistico: i discorsi sui contenuti del giornale ( di questo si è discusso in questo thread che ha vinto anche il titolo di thread del mese di agosto, proprio perché i suoi contenuti sono stati considerati particolarmente interessanti dagli utenti del forum) interessano solo chi lavora dentro al giornale, i lettori si bevono quello che trovano senza poter dire nulla, visione precedente a internet, forum, blog e alla interazione fra lettore e giornali.
Visione che ignora che i lettori di un giornale che si occupa di ciclismo
possono essere motivati, attenti e molto attaccati, affettuosamente e
storicamente, al giornale stesso.
Noto che confondi il forum intero con questo thread ( per caso hai letto solo questo thread?) e che ti sei iscritto per scrivere solo questo post su un thread che non era in prima pagina e andava, quindi, cercato ( magari avevi il link?).


Perché Bowie, Admin?

 

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Amministratore




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Registrato: Aug 2002

  postato il 24/10/2009 alle 14:04
Perché sono scemo



(Aspettate almeno fino al ritornello)

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
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Livello Luison Bobet




Posts: 786
Registrato: Jan 2006

  postato il 24/10/2009 alle 14:55
Originariamente inviato da Admin

A me fa venire in mente David Bowie


Admin, mi hai sorpreso: premetto che non sono un cultore del Duca Bianco, (i miei miti musicali sono i Queen e, assolutamente in seconda posizione, gli ormai avviati allo scioglimento Oasis), ma quando hai detto 'Bowie' non ho pensato all'assonanza tra il nick del nostro nuovo amico ed il titolo della canzone 'The Jean Genie'. Ho piuttosto pensato alla capacità di trasformismo di David, come riporto da 'Wikipedia':

'Attivo dalla metà degli anni sessanta, Bowie ha attraversato cinque decadi nella musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando personaggi come Ziggy Stardust, Halloween Jack e The Thin White Duke (noto in Italia come il Duca Bianco).'

Scherzi a parte, caro ginginni, hai provato a buttarla lì ma ti è andata male. Neppure io sono un ex redattore o collaboratore, sono un semplice lettore. Lo so, può sorprendere che, al giorno d'oggi, ci si trovi davanti un lettore (anzi, più d'uno) che non trangugia tutto quello che gli viene dato da bere ma che si pone domande anche relative alla qualità di ciò che un giornale pubblica: siamo nel paese deglo slogan, ma c'è ancora chi ragiona.
Credo sia più probabile che tu possa essere un ex redattore o collaboratore (o magari neppure ex....), perciò ti devo ringraziare: mi hai dato la dimostrazione che i dubbi ed il dissenso espressi da alcuni lettori, pur non trovano posto nella rubrica delle lettere, arrivano egualmente a destinazione. Ciao

PS: benvenuto nel forum, ma questo è solo un thread, ce ne sono molti altri interessanti..

 

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L'opzione antifascista resistenziale è l'unica via maestra.
Ovunque. (nino58)

Club anti Schleck, iscritto n. 1.

Verità e giustizia per Marco Pantani

 
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Livello Moreno Argentin




Posts: 369
Registrato: Sep 2005

  postato il 24/10/2009 alle 17:51
“Buffo questo forum”. Stai per mesi a ragionare sul giornale con cui sei cresciuto e che aspetti ogni mese (io condivido l’attesa con mio padre, lui compra BS e io glielo prendo appena si distrae) e poi arriva un nuovo utente e ti dice che tanto discutere è fasullo.
Siamo “Un gruppo fatto all' 80 per cento da redattori, ex redattori e collaboratori (tutti un po' frustrati) di un giornale che si lamenta del datore di lavoro (o ex datore di lavoro) e del figlio scemo e raccomandato (e ci mancherebbe!) spacciandosi per lettori”.
Allora leggo all’indietro e cerco di immaginare chi possa essere un giornalista o un ex giornalista di BS, ma non ci riesco. Così smetto e faccio una riflessione.
“Senza offesa (ho detto anche io) non sarebbe meglio vi telefonaste tra di voi?”.
No, non sarebbe meglio. Sarebbe il contrario del forum, in cui si condivide tutto. Perciò io continuerò a leggere BS e a scrivere su queste pagine, su BS e su tutto il resto, come faccio da quattro anni. Non so chi siano le persone con cui interagisco (ciclisti, avvocati, commercianti, studenti, giornalisti, notai, muratori, operai e quello che volete) e neanche mi interessa saperlo perché preferisco partire dalle loro idee. Alcune mi piacciono, altre no, ma il bello è che tutti accettano il confronto e qualcuno a volte cambia persino opinione. Non serve sarcasmo, servono argomenti. Il forum non è il punto di incontro fra persone che potrebbero anche telefonarsi, ma è un continuo confronto di idee, quelle intelligenti trovano spazio, le altre spariscono. Perciò benvenuto ginginni08 e dicci cosa pensi.

 

[Modificato il 24/10/2009 alle 18:23 by grilloparlante]


 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 26/10/2009 alle 19:19
Intanto, piove sul bagnato e, vedendo il sommario di BS di novembre, comincio a prepararmi psicologicamente a leggere l'editoriale di Sergio Neri che inizia così ( leggo):Linea più dura di Bicisport verso chi sbaglia? Si è vero, ma c’è una ragione…

 

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Professionista




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Registrato: Feb 2009

  postato il 27/10/2009 alle 10:02
Originariamente inviato da ginginni08

Buffo questo forum. Un gruppo fatto all' 80 per cento da redattori, ex redattori e collaboratori (tutti un po' frustrati) di un giornale che si lamenta del datore di lavoro (o ex datore di lavoro) e del figlio scemo e raccomandato (e ci mancherebbe!) spacciandosi per lettori. Senza offesa, non sarebbe meglio vi telefonaste tra di voi?


mi immagino allo stesso tavolo, gin tonic, testannacquata e cristiano gatti.
che spettacolo.

 

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Sinche' esistera' una salita e una bici per salirci sopra, si parlera' ancora di Marco Pantani.

Ridategli la MAGLIA.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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Registrato: Sep 2004

  postato il 01/11/2009 alle 19:29
Pensavo alla crisi economica leggendo BS di novembre, in particolare le cronache del Giro di Lombardia. Cosa resta dopo averle lette? Cosa non si sapeva già? Cosa aggiungono? Cosa evocano? Assolutamente niente.
Niente che qualsiasi appassionato non abbia già visto in televisione o letto nelle cronache dei giorni successivi. Soprattutto, quello che l’appassionato già aveva visto o letto era scritto o raccontato o mostrato MOLTO meglio,in modo meno sciatto, meno vacuo.
Qualcuno mi dice che il mio sia accanimento, non credo, mi limito a constatare una deriva e un dilagare di vanità vacua che occupa ormai molta parte del giornale in quantità di articoli e importanza degli avvenimenti trattati.
Mi chiedo come si possa dirigere un giornale e non chiedersi se quello che viene proposto invita i lettori a comprare il giornale, i lettori che, magari, stanno attenti a ogni euro e possono cominciare a chiedersi se valga la pena comprare per 5 euro una gelatina senza sapore.
L’utente da un solo post che ha scritto qualche giorno fa non ha fatto cenno ai contenuti del thread, limitandosi a sparare malignità.
Perché la domanda è: perché si deve ancora comprare BS e usare un numero sempre maggiore di pagine per arricchire la sezione carta della raccolta differenziata?
La risposta per questo numero è l’articolo/ intervista a Basso ( che è un ragazzo davvero intelligente, solo che per scoprirlo bisogna sapere come farlo uscire fuori, pur fra mille difese e chiusure), che mette , per esempio, in luce una sorta di “attrito” fra lui e Sassi che è interessante sapere. Che approfondisce il rapporto fra più capitani nel ciclismo di oggi con sponsor che li pretendono o la loquacità dei cronisti Rai ( Bulbarelli stavolta, ma ricordo anche Cassani con Rasmussenn..). Un articolo importante anche per capire come “ non di solo doping è fatto il ciclista”: la meticolosità di Basso, quello che, in termini di preparazione, cura dei particolari, cura del corpo, della posizione, di certe automaticità perdute, gli ha tolto la squalifica.
Poi c’è l’intervista a Cribiori di Lo Schiavo e la sua frase bellissima su Pantani.
Due perle ( l’articolo su Basso e la frase di Cribiori) e alcuni articoli interessanti contro il dilagare sempre più evidente della deriva dell’ambizione cieca. Dice la Bibbia: vanità di vanità.

 

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Livello Luison Bobet




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Registrato: Jan 2005

  postato il 02/11/2009 alle 09:20
Questo mese erano 6 gli euro!!

Comunque a me e' piaciuta anche l'intervista ad evans oltre alle 2 perle citate sopra.

Invece povero ciclismo femminile:una delle poche volte che gli si dedica spazio, lo si fa con un articolo che non mi dice niente (non si capisce nemmeno con cosa hanno festeggiato..un po si dice spumante, un po champagne.. )

 
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Esordiente




Posts: 3
Registrato: Oct 2009

  postato il 02/11/2009 alle 09:44
Temo che l'utente da un solo post abbia un po' disturbato le riflessioni a circuito chiuso su questo Thread (6 partecipanti in tutto) di giornalisti (uno) ed ex (uno) sotto pseudonimo di Bs e di questo si scusa. Oltre alla giusta domanda "perché si deve ancora comprare BS e usare un numero sempre maggiore di pagine per arricchire la sezione carta della raccolta differenziata?" aggiungo una considerazione da ignorante: meglio comprare un buon giornale (ne esistono, sapete?: L'Espresso, Internazionale, The Economist...) che torturarsi il cervello per dire quanto è scadente questo e quanto è scadente chi ci scrive. Sei euro sono tanti... Altra ipotesi per giornalista ed ex: cambiare lavoro, se uno è capace naturalmente.
 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 02/11/2009 alle 09:59
Intanto non sono sei persone visto che il thread è stato aperto da anni.
Poi il thread è stato eletto thread del mese per interesse dei contenuti.
Terzo : quelli che si prendono la briga di scrivere e commentare un giornale sono sempre la punta dell'iceberg.
Quarto: perché non rispondi mai sui contenuti e continui solo con la malignità?
Quinto: ovviamente non leggo solo BS, per questo sono in grado di valutare la qualità di un giornale e dei suoi articoli.
Sesto: posso avere qualche sospetto sulla tua identità?

 

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Livello Luison Bobet




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  postato il 02/11/2009 alle 10:17
Originariamente inviato da ginginni08

Temo che l'utente da un solo post abbia un po' disturbato le riflessioni a circuito chiuso su questo Thread (6 partecipanti in tutto) di giornalisti (uno) ed ex (uno) sotto pseudonimo di Bs e di questo si scusa. Oltre alla giusta domanda "perché si deve ancora comprare BS e usare un numero sempre maggiore di pagine per arricchire la sezione carta della raccolta differenziata?" aggiungo una considerazione da ignorante: meglio comprare un buon giornale (ne esistono, sapete?: L'Espresso, Internazionale, The Economist...) che torturarsi il cervello per dire quanto è scadente questo e quanto è scadente chi ci scrive. Sei euro sono tanti... Altra ipotesi per giornalista ed ex: cambiare lavoro, se uno è capace naturalmente.


Ci dici per cortesia i nick di chi secondo te e' un giornalista e di chi e' un ex?

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 02/11/2009 alle 10:53
Mi ero scordata un punto: hai una ben strana concezione del lavoro.
Il consiglio di cambiare mestiere a giornalisti che , eventualmente ( cosa che non credo proprio),esprimono delle opinioni?
Nei forum, caro ginginni08, si dibatte sulle idee non sui giochetti di identità, l'anonimato è lecito.
E nel lavoro si guarda alla qualità del lavoro, solo se questa manca si consiglia di cambiare lavoro ( sempre se capaci).

 

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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




Posts: 3948
Registrato: Apr 2005

  postato il 02/11/2009 alle 11:33
Attenzione Donchi e Leo.
L'utente "ginginni08" e' chiaramente un flamer (che apparentemente
sa contare solo fino a 6 ).
Ok ribattere ma non conviene sprecare risorse intelettuali in questi casi....

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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Registrato: Sep 2004

  postato il 02/11/2009 alle 11:50
Che vuol dire flamer? Caro moderatore ho più di 50 anni e non capisco

 

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Ottobre 2009




Posts: 6093
Registrato: Jul 2005

  postato il 02/11/2009 alle 11:58
http://it.wikipedia.org/wiki/Flamer

 

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Livello Eddy Merckx




Posts: 1230
Registrato: Jun 2005

  postato il 09/11/2009 alle 18:16
Dopo 2 o 3 anni che non lo leggevo piu' me lo sono ricomprato e mi sono messo a leggerlo. Forse perchè è schizzato a 6 euro o forse perchè sollecitato dalle vs. considerazioni.

Mi sono letto le interviste ad Evans ed ho scoperto un paio di chicche che, se da un lato mi confermano nell'opinone che nutro su questo corridore, dall'altro mi fanno rivalutare BS e Vicennati, anche se su quest'ultimo non v'era particolare bisogno.

Sul giro del 2002 (crisi di passo Coe), il buon Evans afferma piatto piatto che quella crisi fu una vera manna dal cielo. Dice lui che sarebbe stata una vera jattura vincere il giro a quell'età perchè poi sarebbero cresciute le aspettative nei suoi confronti. Sic.
Piu' oltre, il buon australe, credo rivolgendosi ai suoi compagni, ci fa sapere che è molto contento dei suoi secondi posti al tour. E ci mancherebbe altro, aggiungo io. Poi però continua e dice che sarebbe disposto a farne anche altri 150, di secondi posti, perchè poi, qualora arrivasse la vittoria, questa avrebbe un sapore ancor piu' dolce.
Un vero poeta insomma, nonchè un vero perdente. Chissà che gli è capitato a Mendrisio. Ma magari è già pentito ... oppure è l'inizio di una nuova vita. Chissà ...

Queste cose si possono trovare solo su BS. Onore a loro ed a Vicennati,

Debbo aggiungere che, dalla stessa intervista, traspaiono alcune cose interessanti pure su Damiani. La nuova frontiera del ds italico; come cambiare nella continuità ...

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 10/11/2009 alle 10:19
Originariamente inviato da prof

Debbo aggiungere che, dalla stessa intervista, traspaiono alcune cose interessanti pure su Damiani. La nuova frontiera del ds italico; come cambiare nella continuità ...

Che vuol dire?

Per il resto caro Prof, hai colto, come spesso capita, esattamente nel centro, mostrando sensibilità notevole.
Verissimo,quelle sono le cose che si possono trovare solo su BS, non legato alla cronaca immediata. Ovviamente ci vuole un poeta per trovare la poesia nell'altro.
E, purtroppo, queste sono le cose che sempre di meno si trovano su BS ( insieme a molte altre cose) e questo è un problema di sopravvivenza di un giornale storico, non basta rispondere con rabbia arrogante, ignorando la luna indicata dal dito.

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 10/11/2009 alle 14:51
Originariamente inviato da Donchisciotte

Originariamente inviato da prof

Debbo aggiungere che, dalla stessa intervista, traspaiono alcune cose interessanti pure su Damiani. La nuova frontiera del ds italico; come cambiare nella continuità ...

Che vuol dire?



Sono solo sensazioni perchè non vi è tanto su cui poter riflettere. Lasciamici pensare ancora un po' e cercherò di trasmettertele con piu' calma. Sono in procinto di partire per un viaggio e ti assicuro che appena potrò fermarmi ti risponderò con piu' agio.
A presto.

 

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  postato il 10/11/2009 alle 15:02
Originariamente inviato da prof

Sul giro del 2002 (crisi di passo Coe), il buon Evans afferma piatto piatto che quella crisi fu una vera manna dal cielo. Dice lui che sarebbe stata una vera jattura vincere il giro a quell'età perchè poi sarebbero cresciute le aspettative nei suoi confronti. Sic.


Esatto, il contrario di Damiano Cunego. Cresciute le aspettative, il veronese ha vinto ben poco nei grandi giri (una maglia bianca e qualche tappa + piazzamenti in classifica nemmeno troppo alti). Ma rimango dell'idea che uno come Evans, oggi come oggi, non abbia bisogno di vincere un grande giro per ritenersi compiuto, perchè E' già compiuto. Cunego no, Cunego è sempre li che rincorre qualcosa, non sa se essere uomo da grandi giri oppure da classiche... Fossi in lui non mi porrei nemmeno il problema, Evans è uomo da grandi giri ma un mondiale se l'è portato a casa. Cunego è tutto e niente e difatti il niente è ciò che raccoglie più spesso.

 

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  postato il 11/11/2009 alle 18:27
l'articolo l'ho letto ma questa affermazione a me è suonata diversamente. Mi sembra la tipica risposta che la persona si sforza di dare a se stessa come modo "positivo" di descrivere una vicenda avversa che dunque ancora deve essere del tutto superata. Se la cosa non gli lasciasse strascichi la potrebbe commentare con molto distacco, adducendo precise motivazioni tecniche o casualità sfavorevoli, perfino scuse magari...una giornata tremenda come quella (se ne sono viste pochissime di crisi del genere) figlia sicuramente di qualche improvviso problema fisico più che della semplice stachezza o mancanza di recupero come dice Damiani, in cui a vederlo stentare a reggersi in bici, pallidissimo in volto, quasi assente, faceva temere il peggio, non può, obiettivamente considerata, essere un "bene per la carriera". E' anzi una specie di segno indelebile nell'esperienza agonistica della persona che non potrà mai dimenticarsene e che in fondo a sè , volente o nolente, temerà sempre il ripresentarsi di uno spettro del genere, quantunque le si possano addurre le più convincenti motivazioni scientifiche.Non so se davvero è il caso di Evans, ma alcune cose me lo fanno pensare. Come tutte le esperienze molto brutte della vita, sono innanzitutto un pesante fardello da portarsi anche quando il problema è passato, diventano "fortune" solo dopo molti anni e in concomitanza di altri eventi.
Questa idea che sembra voler dare lui, della disgrazia che diventa una fortuna mi sembra appunto la tipica forzatura di chi si trova a tentare di gestire un ricordo molto brutto.
Tanto più che la sua stessa estrema riluttanza nei confronti del Giro porta in questa direzione, per non parlare di quel suo atteggiamento estremamente difensivista sulle lunghe salite, anche nel modo di stare in sella, così basso, come se cercasse addirittura la massima copertura anche ai 15 km/h...se ci pensate il più regolare regolarista tra gli uomini di classifica di oggi è quello che ha avuto la crisi più brutta vista negli ultimi 20 anni, secondo me un nesso di può essere .

 

[Modificato il 11/11/2009 alle 18:35 by elisamorbidona]

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  postato il 13/11/2009 alle 04:11
Originariamente inviato da elisamorbidona

...una giornata tremenda come quella (se ne sono viste pochissime di crisi del genere) figlia sicuramente di qualche improvviso problema fisico più che della semplice stachezza o mancanza di recupero come dice Damiani, in cui a vederlo stentare a reggersi in bici, pallidissimo in volto, quasi assente, faceva temere il peggio, non può, obiettivamente considerata, essere un "bene per la carriera...

... Tanto più che la sua stessa estrema riluttanza nei confronti del Giro porta in questa direzione, per non parlare di quel suo atteggiamento estremamente difensivista sulle lunghe salite, anche nel modo di stare in sella, così basso, come se cercasse addirittura la massima copertura anche ai 15 km/h...se ci pensate il più regolare regolarista tra gli uomini di classifica di oggi è quello che ha avuto la crisi più brutta vista negli ultimi 20 anni, secondo me un nesso di può essere .


Mah, Elisa, io non ci ricamerei piu' di tanto. Una crisi di fame ha tutte quelle caratteristiche li' e anche peggio. Ho visto un amico mio, nome abbastanza noto, rifiutarsi di fare un cavalcavia a tre km dal traguardo e scendere di bicicletta. Per quanto mi concerne ne ho fatte una cifra pure io e dire che è terribile è dire poco. La sua crisi l'abbiamo vista in diretta perchè era la maglia rosa; fosse stato a metà classifica manco ce ne saremmo accorti. A me impressionò molto di piu' quella di Basso che non era di fame!
Non ci ricamerei piu' di tanto perchè sono cose che capitano nella vita di un corridore e, di norma, non lasciano alcun segno.

Piuttosto, per tornare al suo modo di correre, mi fa piacere che Damiani rievochi la tappa di Pavullo della Coppi & Bartali. Ero sulla salita di Barigazzo quel giorno, sotto una neve tardiva a vedere questo ometto venire su con il suo bel rapporto cosi' forte che mi fece veramente impressione. Erano secoli che non vedevo pedalare un rapporto decente in salita. Cancellara si è imballato sul suo mulinare assurdo e Evans l'ha schiantato come si conviene a chi sa acconciarsi a frequenze piu' virili.

Ha ragione Damiani: Evans potrebbe ma non vuole. E' un perdente. Chissà che Mendrisio non lo faccia ritornare con la mente a quel giorno sul Barigazzo.

 

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  postato il 13/11/2009 alle 07:53
quella di Evans non fu una crisi di fame, ma una specie di collasso, un calo improvviso della pressione e dei normali parametri cardiaci, forse anche dovuto ad una eccessiva disidratazione in una giornata di grande afa, difficilmente a poco accorta alimentazione (ma il capitano di una squadra come la Mapei con fior di dottori al seguito, in maglia rosa, sarà mai possibile che non lo facciano alimentare correttamente?). Infatti il corridore asseriva di avere forti giramenti di testa, oltre al calo improvviso della forza e del battito cardiaco. Se ti ricordi le immagini zigzagava per la strada al 5-6 all'ora il colore del volto bianco come un lenzuolo. Per questo dico che un problema del genere, improvviso e potenzialmente molto pericoloso non può che lasciare un segno profondo nell'atleta, ben al di là di una "normale" giornataccia di cattiva salute o di crisi di fame, tutte cose dovute a precise e ben individuabili cause, e preannunciate anche da precisi sintomi.

Ricordo anche la "crisi" di Basso: lui però da qualche giorno aveva problemi gastrointestinali, già ripresi la mattina sulla salita di Avelengo, poi si fece lo Stelvio, il Foscagno, fermandosi più volte e arrivando comunque ai limiti del tempo massimo. Il che vuol dire che pur con la normale sofferenza in volto di chi oltre alla fatica ha anche mal di pancia, procedeva alla velocità comunque buona di un professionista in difficoltà.
Evans era davanti al gruppo fino a 2-3 km. da Folgaria (e tirava molto forte il compagno Cioni, il che vuol dire che lui stesso non poteva stare così male)e da lì in 9 km. (dei quali un paio in falsopiano) non ricordo quanto perse ma era oltre il quarto d'ora. Significa che praticamente era fermo, ma se hai modo di rivedere le immagini faceva davvero paura a guardarlo. Per dire, Frigo che "saltò" 3-4 km. più in basso di lui (a Mezzomonte se non ricordo male) arrivò ben prima.
Tutto ciò per supportare la mia tesi di una crisi per niente normale e capace di lasciare un ricordo molto pesante nell'atleta, che difatti anche oggi non dà l'impressione di prendere il suo mestiere con serenità e spensieratezza, sarà carattere, ma secondo me sono più le vicende della vita a logorare il carattere, piuttosto che il contrario.
Sulla tappa della Coppi e Bartali in cui scattò in faccia a Garzelli sono d'accordo con te, quel giorno aveva una pedalata fluida e potente come poche altre volte nella sua carriera.

 

[Modificato il 13/11/2009 alle 08:05 by elisamorbidona]

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  postato il 13/11/2009 alle 11:50
La crisi di fame ha proprio quelle caratteristiche li', per chi l'ha provata veramente. Nella mia vita mi è capitato ben tre volte (ero molto zuccone ed un po' naif). Il fatto che fosse corridore di un team affermato non conta assolutamente nulla. Tanta gente, anche ad alti livelli, dà tante cose per scontate ... Ricordi il Pantani di Morzine ? Crisi di fame: un po' particolare, ma crisi di fame (info di prima mano). Ti sembrerebbe mai possibile ?
La crisi da disidratazione, in piu', procura forti mal di testa. Potrebbe pure trattarsi di disidratazione e Damiani lo saprà certamente. Non cercherei altre improbabili cause.

Problemi gastrointestinali per Basso ? Si', come quelli gastrici avuti quest'anno al Delfinato ...
Ricordati che Basso andò improvvisamente in crisi il giorno precedente salendo verso la Val Gardena. Lo si vide subito ancor prima che si staccasse, dal colore del viso e dal sudore innaturale che gli colava su viso e braccia e quella non era fame. Cos'era allora ? certamente non fame. La gastrite, per un corridore, ha solitamente un'eziologia ben precisa o, quantomeno, di solito identificabile. Sono convinto che Riis lo sa perfettamente cosa gli capitò quel giorno.

L'Evans visto sul Barigazzo mi fa venire in mente Riccò sulla Fazzana (sempre C&B). Quando corridori salgono in quel modo, con quei rapporti, è veramente difficile sbagliare il giudizio. Il problema per il povero Cadel è che forse lui non si vede e non lo sa mentre Riccò è fin troppo sveglio. Spero per lui che Mendrisio gli cambi il punto di vista. Vederlo bastonare cosi' Hulk-Cancellara fa bene al cuore. Quando la classe prevale sulla forza acefala è sempre un bel giorno.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 13/11/2009 alle 13:14
sulle vere cause della crisi di Basso in quei due-tre giorni sono d'accordo che si possa pensare anche di tutto e di più, io mi limito alle notizie ufficiali dei problermi di stomaco e intestino, non mi pare nemmeno troppo giusto fare illazioni, visto quanto e come ha già pagato il povero Ivan.
A conferma di quel tipo di problema, in quei giorni Basso accusava già dal mattino, perchè non si staccò improvvisamente sulla Val Gardena, ma già dal passo delle Erbe mise davanti la squadra con la solita tattica , oggi usatissima, del "rallentare facendo finta di tirare con tutta la squadra", prova ne fu l'attacco di Simoni e Cunego con la mononucleosi che rimasero davanti al gruppo 30" per tutta la salita guardandosi indietro per la paura di essere triturati dalla csc schierata davanti a Basso. Solo che più i due davanti rallentavano e più rallentavano i csc...
Io penso che se tu rivedessi le immagini di Evans quel giorno valuteresti diversamente il colpo morale e fisico (nonchè i rischi corsi) da lui subito quel giorno. Io grosse crisi non ne ho mai avute, ma corse a bordo strada ne ho viste parecchie, corridori sbuffanti, allo stremo delle forze, zigzaganti, nelle retrovie se ne vedono tanti, mai nessuno però procedere ai 6 km/h con quel volto e quegli occhi assenti, corridori che danno tutto per tenere il tempo massimo tanti, ma mai corridori che perdono 17' in 8,5 km. di cui 7 di salita vera. (naturalmente sto parlando del ciclismo "moderno", dove al minimo accenno di difficoltà arriva la macchina con il borracino di carboidrati liquidi)
Basso stava molto male, ma procedeva ancora ad una media da corridore in crisi sullo Stelvio e sul Foscagno a 100 km. dal traguardo.
Quanto alla crisi di Pantani, anche lui non andò alla deriva...e soprattutto la Mercatone aveva una struttura leggermente meno organizzata della Mapei, il problema di quel giorno secondo me più che la fame fu che la fuga del pirata non fu per niente "organizzata" e lui si trovò da solo davanti ad una distanza siderale dal traguardo, prosciugandosi sui falsopiani per difendere un vantaggio esiguo.

 

[Modificato il 13/11/2009 alle 13:20 by elisamorbidona]

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  postato il 13/11/2009 alle 14:13
Originariamente inviato da Donchisciotte

Originariamente inviato da prof

Debbo aggiungere che, dalla stessa intervista, traspaiono alcune cose interessanti pure su Damiani. La nuova frontiera del ds italico; come cambiare nella continuità ...


Che vuol dire?



Finalmente posso risponderti.
Debbo dire che avevo basato il mio precedente parere sul fatto che, nell'intervista concessa a Vicennati, Damiani sosteneva di aver suggerito a Evans di fare il giro in preparazione del tour. Io sono molto nemico di queste impostazioni perchè se uno vuole fare preparazione, Romandia e Delfinato vanno piu' che bene prima del tour, senza la necessità di andare a sputazzare sul giro e sui tifosi di ciclismo.

Lo dice bene Basso nell'intervista successiva, imbeccato da un Vicennati superlativo: non si può essere campioni e andare al giro a fare i turisti: se esci di classifica, la gente può pensare che tu lo abbia fatto perchè non eri all'altezza. Se fai il giro in appoggio ad un compagno poi, alla fine, per testarti qualche colpetto lo devi pur dare e questo vuol dire fare lo stesso una fatica assassina. Tanto vale correrlo per davvero. Oppure stare a casa. Grandissimo Basso.

Ora, per tornare al nostro Damiani, il suo suggerimento ad Evans sembrava molto in linea con quanto sproloquiato da tutti questi sedicenti "preparatori". La cosa, in effetti, non appare proprio chiarissima e non si capisce, dalle parole del tecnico, come poi Evans dovrebbe correrlo questo giro. Se alla Ullrich (odioso e volgare) o a tutta, per vincerlo. Per me Evans è un corridore che li può fare entrambi e bene.
Al di là di questo dubbio su cosa realmente intendesse però, nel prosieguo dell'intervista, Damiani ha modo di chiarirsi ed appare che le cose tra lui e Sassi non vanno poi cosi' bene. Sarebbe interessante capire che cosa è successo alla Liquigas.

Damiani dice poi anche una cosa che a me suona proprio bene a proposito dell'abitudine di Cadel a lavorare sul filo delle due ore e passa al limite della soglia. Questo gli deriva certamente dai suoi precedenti in mountain bike ed io lo condivido in pieno. Tengo sempre un occhio particolare su quelli che vengono dalla MB e, se dovessi occuparmi di giovani, li avvierei prima per quella strada.

Insomma, non è uno che "viene dal gruppo", non è ignorante anzi, dimostra sensibiltà e cultura e, infine, ha una figura proprio presentabile. Si', speriamo non ci deluda questo Damiani.

Infine, a Vicennati mi permetterei di chiedere una cosa: ci faccia capire di piu' di questo Damiani e, se possibile, anche di Sassi.

 

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  postato il 13/11/2009 alle 14:44
Originariamente inviato da elisamorbidona

sulle vere cause della crisi di Basso in quei due-tre giorni sono d'accordo che si possa pensare anche di tutto e di più, io mi limito alle notizie ufficiali dei problermi di stomaco e intestino, non mi pare nemmeno troppo giusto fare illazioni, visto quanto e come ha già pagato il povero Ivan.



Nessunissima illazione di alcun tipo. Soltanto cronaca asettica. Resa peraltro attuale dalle penose spiegazioni date a seguito della crisi al Delfinato. Tutto li'. Ti sembro il tipo ? Basso non è mica Contador ... Anzi.



... Io grosse crisi non ne ho mai avute, ma corse a bordo strada ne ho viste parecchie ...



E allora, per una volta, fidati.


al minimo accenno di difficoltà arriva la macchina con il borracino di carboidrati liquidi)...



Quando arriva quel minimo accenno di cui parli, vuol dire che è già troppo tardi, che sei già vuoto. D'altra parte, lo dice anche Damiani: Cadel non era abituato a gare cosi' lunghe e quella tappa era davvero molto lunga, con salite lunghe (Bondone, dalla valle dell'Adige sale a 1900 m e Passo Coe, anch'esso dalla valle dell'Adige a circa 2000 m. Forse non hai considerato)


Quanto alla crisi di Pantani, anche lui non andò alla deriva...e sop... rattutto la Mercatone aveva una struttura leggermente meno organizzata della Mapei, il problema di quel giorno secondo me più che la fame fu che la fuga del pirata non fu per niente "organizzata" e lui si trovò da solo davanti ad una distanza siderale dal traguardo, prosciugandosi sui falsopiani per difendere un vantaggio esiguo.


Marco non era matto e sui falsopiani (pochi) non tirò mai al massimo per cui non si fini' come tanti hanno sostenuto. Se Marco avesse mangiato (invece di assumere solo liquidi) sarebbe arrivato da solo. Parole non mie. A seguito di tutto quel liquido che ingeri' (non ne ricordo il nome), lui si' soffri' davvero di stomaco e fu questo il vero motivo per cui non parti' il giorno dopo.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/11/2009 alle 15:27
Sperando che qualche Giornalista di Bicisport o Cicloturismo legga questo forum, vorrei mostrare il mio disappunto dopo avere scoperto che nell'inserto "speciale fiere" non sono stati inseriti articoli riguardo l'acciaio che è un materiale ancora in uso da parte di molti cicloturisti, e che viene lavorato da decine di artigiani italiani.
Per me è una vergogna che il mensile Bicisport non abbia dedicato almeno due pagine dell'inserto alle bici costruite in questo materiale.

In compenso ci sono una marea di bici in carbonio, alcune bruttissime, su cui non pedalerei mai...

mi viene il dubbio che l'inserto sia composto SOLO da inserzioni pubblicitarie e che quindi non sia un vero e proprio "reportage" delle fiere. Se così fosse come mai il prezzo di copertina sarebbe aumentato a 6 euro??


 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 13/11/2009 alle 17:36
Sono d’accordo con elisamorbidona che i grandi dolori non ci migliorino per niente, anzi ci rendono peggiori, e è sempre necessario “aggiustare”, ricostruirli, in qualche modo.
Però penso che una crisi durante la corsa ( a qualsiasi causa attribuibile) sia, alla fine, qualcosa che nella vita di un ciclista ci può stare, orribile, senza dubbio, ma è nell’ordine delle cose che possono accadere.
Perciò penso che Evans, senza infingimenti, possa aver riflettuto e aver pensato che sarebbe stato troppo presto, per lui, vincere in quel momento, così giovane, magari ha pensato che non avrebbe saputo migliorare e maturare secondo i propri tempi e possibilità se lui avesse vinto, senza quella crisi.
Un uomo diverso dagli invasati del successo a tutti i costi, subito e comunque venga che avvelenano i nostri tempi, non so, non credo che questo, necessariamente, sia essere un perdente, magari è attenzione verso di sé, “ i tempi,i modi e le possibilità”, magari è cercare dentro di sé qualcosa che è più di una vittoria sportiva.

Grazie Prof per aver trovato il tempo di rispondermi come sempre con grande competenza, anche a me non piace per niente che si faccia una grande corsa per prepararne un’altra, mi sembra qualcosa di innaturale, di storicamente contrastante con l’idea che ho io del ciclismo.
Anche a me piacerebbe saperne qualcosa di più su Damiani ma anche su Sassi, quelle mezze frasi su quel “contrasto” che appaiono nell’intervista a Basso mi incuriosiscono molto e , se le ho capite bene, mi sembra importante che Basso le abbia dette, certo imbeccato molto bene da Vicennati, come dici tu.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/11/2009 alle 23:16
caro prof,

anche su cycling pro novembre c'è una bella intervista a damiani a proposito di cadel evans

damiani precisa che lui voleva cadel al giro non per passeggiare,ma per correrlo con impegno. parole precise, "corso non alla morte ma con grande impegno". lo scopo , sempre secondo damiani era di fare un lavoro di qualità in gara e di scaricare parte della tensione nervosa sul giro.
secondo damiani cadel pensa troppo al tour, in modo quasi maniacale e questo gli nuoce perchè lo carica di troppe pressioni.
più avanti parlando di vuelta e mondiale dice : "ha corso la vuelta per vincerla ...e non per preparare il mondiale...la mia filosofia è che non esiste che si vada ad una corsa per prepararne un altra, esiste che una corsa faccia parte di un percorso adatto a prepararne un altra, ma che si debba comunque onorarla.."
parole sensate ed in fondo accettabbili.

comunque damiani è uno bravo . con la mapei giovani ha fatto un ottimo lavoro e anche con di luca alla liquigas fece bene.
mi sembra bravo a programmare, non ho ancora capito bene in ammiraglia: con la silence ha fatto belle corse ( il lombardia per esempio) e altre orrende( evans alla vuelta..)
nell' intervista in questione parla con sincerità anche di questo.
per me , comunque nel deserto dei ds italiani è uno almeno interessante.
infatti è finito in belgio.

ciao

mesty

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 14/11/2009 alle 09:52
Tanto più che a parità di massimizzazione della preparazione per un solo evento (se cioè sia Contador sia Evans si concentrano solo sul Tour de France per esempio) l'australiano è destinato a beccarle sempre, perchè non ha i colpi risolutivi dello spagnolo in salita.
Ed anche a cronometro, dove fino a un paio di anni fa Evans qualcosa di più aveva, un Contador che si presenti al massimo della forma se la gioca e può battere addirittura il mostro svizzero. Quindi..

Diverso sarebbe se ad esempio entrambi fossero ipoteticamente costretti a correre Giro e Tour al massimo delle loro possibilità. Ma insomma, un Contador che corre più o meno alla Evans, come ha fatto al Giro 2008, alla fine vince lo stesso. Evans invece è quasi certo che arrivi secondo o terzo. In ogni caso Evans va enormemente elogiato perchè è uno dei pochissimi che due grandi corse a tappe ad alto livello le prepara ogni anno, come sarebbe la norma in un ciclismo un pò più presentabile rispetto allo scempio attuale. In più si presenta competitivo anche ad aprile per le classiche in Belgio. Non è uno che entusiasma, ma va ammirato per la sua grande costanza ad alti livelli, che lo premierebbe appunto sicuramente di più se questo sport venisse interpretato anche dai suoi rivali alla stessa maniera. Un discorso simile si può fare per Basso.
E la vittoria a Mendrisio la considero quasi come il segno che un pò di giustizia esiste anche in questo mondo, ogni tanto.

 

[Modificato il 14/11/2009 alle 09:54 by mont ventoux]


 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 14/11/2009 alle 10:03
Originariamente inviato da roberto79

Sperando che qualche Giornalista di Bicisport o Cicloturismo legga questo forum, vorrei mostrare il mio disappunto dopo avere scoperto che nell'inserto "speciale fiere" non sono stati inseriti articoli riguardo l'acciaio che è un materiale ancora in uso da parte di molti cicloturisti, e che viene lavorato da decine di artigiani italiani.
Per me è una vergogna che il mensile Bicisport non abbia dedicato almeno due pagine dell'inserto alle bici costruite in questo materiale.

In compenso ci sono una marea di bici in carbonio, alcune bruttissime, su cui non pedalerei mai...

mi viene il dubbio che l'inserto sia composto SOLO da inserzioni pubblicitarie e che quindi non sia un vero e proprio "reportage" delle fiere. Se così fosse come mai il prezzo di copertina sarebbe aumentato a 6 euro??


Insomma...almeno dalle mie parti è rarissimo pure vedere ormai qualcuno che compri una bici nuova in alluminio (almeno chi non sia proprio agli inizi) che pure è il penultimo materiale di moda. Figuriamoci l'acciaio...per chi fa agonismo anzi, il carbonio è in questo momento un must. Su questo fenomeno pesano sia l'effetto della moda sia le qualità del materiale, che sono un pò un'ottima via di mezzo fra l'acciaio e l'alluminio, fra la comodità del primo e la reattività del secondo.
Ad un negoziante devi chiederla proprio una bici in acciaio, e magari te la potrà ordinare su catalogo, se sei fortunato. Nei negozi puoi trovare solo magari dei vecchi modelli invenduti, se il negozio è molto grande e ha spazio per tenerle lì.
Concordo invece sul fatto che i modelli avvenieristici in carbonio presenti su quell'inserto siano un pugno allo stomaco per chi ama la classicità dell'oggetto bici da corsa. Non si possono vedere proprio.

 

[Modificato il 14/11/2009 alle 10:18 by mont ventoux]


 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 14/11/2009 alle 10:26
Originariamente inviato da mestatore

caro prof,

anche su cycling pro novembre c'è una bella intervista a damiani a proposito di cadel evans

damiani precisa che lui voleva cadel al giro non per passeggiare,ma per correrlo con impegno. parole precise, "corso non alla morte ma con grande impegno". lo scopo , sempre secondo damiani era di fare un lavoro di qualità in gara e di scaricare parte della tensione nervosa sul giro.



Ti ringrazio, caro Mesty, per avermi citato questa intervista che, altrimenti, mi sarebbe sfuggita.
Quanto dice Damiani è lo spirito del ciclismo da sempre. Non si è mai visto fare a casa lavori di qualità. Se ciò accade, gatta ci cova, diciamocelo chiaramente. Non si può stare 6 mesi lontano dalle gare e poi andare a vincere il tour: ma che razza di credibilità pensa di avere uno cosi' ?
Alle gare si partecipa per vincere: se c'è la condizione si farà di tutto per primeggiare e se manca qualcosa o qualcosa accade, ci si preparerà per la successiva (con lavori che, appunto, sono e sono sempre stati di qualità). Tutto il resto puzza di truffa bella e buona.

Si', detto cosi' mi piace e sono d'accordo con te. L'uomo vale, è bravo.

 

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  postato il 16/11/2009 alle 15:31
Originariamente inviato da mont ventoux

Originariamente inviato da roberto79

Sperando che qualche Giornalista di Bicisport o Cicloturismo legga questo forum, vorrei mostrare il mio disappunto dopo avere scoperto che nell'inserto "speciale fiere" non sono stati inseriti articoli riguardo l'acciaio che è un materiale ancora in uso da parte di molti cicloturisti, e che viene lavorato da decine di artigiani italiani.
Per me è una vergogna che il mensile Bicisport non abbia dedicato almeno due pagine dell'inserto alle bici costruite in questo materiale.

In compenso ci sono una marea di bici in carbonio, alcune bruttissime, su cui non pedalerei mai...

mi viene il dubbio che l'inserto sia composto SOLO da inserzioni pubblicitarie e che quindi non sia un vero e proprio "reportage" delle fiere. Se così fosse come mai il prezzo di copertina sarebbe aumentato a 6 euro??


Insomma...almeno dalle mie parti è rarissimo pure vedere ormai qualcuno che compri una bici nuova in alluminio (almeno chi non sia proprio agli inizi) che pure è il penultimo materiale di moda. Figuriamoci l'acciaio...per chi fa agonismo anzi, il carbonio è in questo momento un must. Su questo fenomeno pesano sia l'effetto della moda sia le qualità del materiale, che sono un pò un'ottima via di mezzo fra l'acciaio e l'alluminio, fra la comodità del primo e la reattività del secondo.
Ad un negoziante devi chiederla proprio una bici in acciaio, e magari te la potrà ordinare su catalogo, se sei fortunato. Nei negozi puoi trovare solo magari dei vecchi modelli invenduti, se il negozio è molto grande e ha spazio per tenerle lì.
Concordo invece sul fatto che i modelli avvenieristici in carbonio presenti su quell'inserto siano un pugno allo stomaco per chi ama la classicità dell'oggetto bici da corsa. Non si possono vedere proprio.


partiamo dal presupposto che la maggiorparte di chi compra bici, si tratta di ciclisti della domenica , e non di corridori professionisti.
L'acciaio e l'alluminio sono tuttora ampiamente in uso, per il fatto che per comprare una discreta bici costruita con questi materiali si puo' spendere poco piu' di mille euro, per comprare una media gamma di carbonio devi spendere almeno 2500 euro, quindi il doppio!
Ecco forse questa è la spiegazione per cui il carbonio viene "SPINTO" in questa maniera dai costruttori, chiamalo marketing, chiamala moda, ma di certo un giornale serio non dovrebbe cadere in queste logiche ma invece fare cronaca e dare voce un po' a tutti...

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 16/11/2009 alle 15:56
Roberto, Biesse lo ritengo criticabile su altri aspetti, citati più volte da Donchisciotte, ma lo speciale che ogni anno mette in cantiere per il Salone credo sia inarrivabile: basti vedere quelli della concorrenza, non c'è paragone.
Sulla questione acciaio, ti ha già risposto mont ventoux: l'acciaio è un materiale ormai superato. Certo, chi compra le bici è un ciclista della domenica, ma bisogna vedere cosa intendi per 'ciclista della domenica': se vuoi individuare chi in bici va a farsi il giretto domenicale, quelli di bici ne comprano pochissime. Se invece intendi i cicloturisti che praticano con una certa regolarità questo sport, non ho ricordi di aver visto telai in acciaio: qualche alu/carbonio, poi solo carbonio. Tieni presente che, dalle mie parti, è abbastanza diffuso il marchio Scapin, ma ormai se ne vedono sempre meno in acciaio, semmai anche loro stanno credendo parecchio nel carbonio.
Io stesso son tredici anni che ho accantonato l'acciaio, da cinque vado di carbonio (e non rinuncerò più a questo materiale), ma ritengo che anche l'alu/carbonio sia ampiamente preferibile all'acciaio.
In quanto ai costi, se facciamo un confronto tra il carbonio e l'acciaio, il secondo non mi pare affatto economico: basti pensare che l'unico telaio in acciaio della Bianchi, ad esempio, a parità di equipaggiamento, costa solo 100 euro in meno dello (a mio avviso) splendido Infinito in carbonio.
Mi sa che, a parità di qualità, il carbonio non lo batti tanto facilmente: sia come costi che come proprietà meccaniche non c'è paragone.
Poi i gusti son gusti, questo è fuori discussione.

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 16/11/2009 alle 16:15
Infatti. Anche il cosiddetto "ciclista della domenica" è molto facile che possegga una bici di altà qualità. A fare la differenza in questo caso non è il livello del ciclista, ma le sue disponibilità economiche.

Io poi riferendomi a chi "fa agonismo" mica mi riferivo solo ai professionisti o ai dilettanti, ma anche ai ciclisti amatori che appunto fanno gare. E posso dire di avere constatato da tempo che nei gruppi delle corse è ormai rarissimo vedere dei telai che non siano in carbonio, proprio perchè il costo di una media bici in carbonio è tranquillamente alla portata. Soprattutto va fatta un altro tipo di considerazione.
A parte chi non ha problemi economici in assoluto, coloro i quali acquistano la bassa gamma (e in questo caso si, in alluminio è possibile trovare offerte ottime) sono in genere quelli che si sono appena avvicinati al ciclismo, e non vogliono correre il rischio di impegnarsi troppo per una passione che non hanno ancora misurato.
E' facilissimo in realtà che poi, dopo un pò di tempo, quando ci si rende conto di trovare bello questo sport e constatando pure che fra una bici di base e una di livello buono c'è un abisso in termini di prestazioni e qualità, si passino tranquillamente a spendere quei 3000 euro.
Ma in realtà anche con 2000 euro si compra già ottimamente.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/11/2009 alle 16:52
come dite voi, i gusti sono gusti, e va bene che al momento il Carbonio sta al primo posto nelle vendite.
non contesto questo.
Dico solo che nello speciale si dedicano 40 pagine al carbonio e solo due all'alluminio... e addirittura zero all'acciaio. Questa cosa non sta ne' in cielo ne' in terra. Oppure evidentemente in questo "speciale" vengono venduti gli spazi ai costruttori, ma allora sarebbe solo un inserto pubblicitario....
Inoltre dove vengono messi tutti gli artigiani che lavorano le varie leghe leggere oltre che l'acciaio? L'Italia conta decine di questi artigiani della bicicletta, si va aldià del Business dei grandi Marchi, Bianchi, Pinarello, Colnago etc, tanto di cappello per loro, ma un minimo spazio a quelle che sono delle REALTA' ormai storiche e consolidate andrebbe garantito. Senza di questo un giornale come Bici sport e ancor di più Cicloturismo perde il punto di vista obiettivo che dovrebbe avere.
E infine insisto se pubblicano uno speciale lo facciano bene ed in maniera obiettiva. se devono fare pubblicità allora lo dicano non aumentando il prezzo del giornale da 5 a 6 euro!

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 26/11/2009 alle 09:33
Ho visto l'anteprima di Bs di dicembre sul sito. Provate ad indovinare chi c'è in copertina? Esatto, proprio lui: Robocop. In una foto, tra l'altro, già pubblicata in un numero precedente... ma se il ciclismo ha ancora bisogno di Lanza, quanto sta messo male?
Ragazzi, ovviamente importa molto di più il contenuto del mensile, ma un pò di fantasia in più non guasterebbe.. magari in copertina stava meglio Contador.

 

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