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Autore: Oggetto: Caso Pantani: quel PM senza buon senso...

Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/09/2006 alle 20:16
Figurati , avevo risposto a un utente caccamo (ricordo il nome perche' è il cognome di un mio compaesano)che sparlava di Pantani
Pensavo di aver fatto danni con i quote o qualcosa del genere

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/09/2006 alle 12:19
Fondazione Pantani, mamma Tonina vuol vederci chiaro

La notizia era nell’aria e la si percepiva da mille indizi. Che tra la famiglia Pantani e la Fondazione Onlus di Manuela Ronchi i rapporti non fossero più idilliaci lo sapevano un po’ tutti nell’ambiente.
L’ultima lettera-denuncia inviata dai genitori del Pirata alla Gazzetta dello Sport che, per la prima volta, sollevava dubbi sulla gestione della carriera di Marco, era parsa, tra le righe, un messaggio neppure tanto cifrato all’indirizzo dell’ex manager che, dopo aver avuto per tanti anni un rapporto quasi simbiotico con la famiglia, per la prima volta veniva messa in discussione.
Altro segnale piuttosto chiaro, il “congelamento” del forum sul sito della Fondazione, “sospeso - si legge ancora oggi - per motivi tecnici”, ma più probabilmente soppresso per via di un rapporto fiduciario ormai decaduto.
In ogni caso, almeno fino a pochi giorni fa, in assenza di un comunicato ufficiale, le presunte frizioni fra la Ronchi e la famiglia Pantani restavano solo “supposizioni”.
Ma a chiarire la vicenda, non smentendo la spaccatura e, soprattutto, annunciando un prossimo clamoroso rimpasto ai vertici della Fondazione Onlus è la stessa mamma Tonina che, pur non nominando mai Manuela Ronchi, in quattro righe chiarisce perfettamente i contorni della questione: “Fino ad oggi - spiega al telefono - la sede è sempre stata a Milano, mentre era un mio personale desiderio avere la sede della Fondazione vicino a casa. Per questo, d’ora in avanti, sarà così. In questo modo - conclude mamma Tonina - avrò finalmente la possibilità di controllare la situazione direttamente con i miei occhi”. Parole telegrafiche ma lapidarie, che testimoniano la volontà della famiglia Pantani di gestire la Fondazione senza più deleghe né intermediari.
La notizia fa il paio con le recenti dimissioni da ogni carica annunciate da Stefano Traldi, socio fondatore dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Amici di Marco Pantani” di Lugo e responsabile della Fondazione.
Traldi, raggiunto telefonicamente, ha così commentato: “La verità - dice - è che non mi trovavo più in sintonia con la linea che aveva assunto la Fondazione, per questo motivo ho preferito dissociarmi da tutte le iniziative, rassegnando le dimissioni da ogni carica. Problemi con la famiglia? Assolutamente no. Ribadisco che la decisione è solo di natura personale. Fra l’altro, da qualche tempo, la sede non era più a MIlano ed io non avevo la possibilità di spostarmi. Non nego ci siano state delle problematiche, ma mi auguro che vengano risolte al più presto”.
C’è chi dice che quei “problemi” fossero soprattutto con Manuela Ronchi. Traldi non smentisce: “La stessa Manuela Ronchi si è dimessa dalla Fondazione nel mese di luglio, però ci tengo a ribadire che io e la signora Ronchi siamo due persone distinte e con vedute differenti. La chiusura del sito internet? Vedrete che, molto presto, verrà riaperto”.

Irene Vella
La Voce di Romagna - 17 settembre

 

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  postato il 22/09/2006 alle 14:23
Originariamente inviato da Felice in merito ad un post di Jashugan, spostati entrambi nel link sotto

E direi che sei pure nel thread sbagliato. Che c'entra Lance con il caso Pantani? Avresti dovuto postare nel thread dedicato a lui...


Spostiamo gli interventi in questione di là.

Questo il link: http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=5145&page=4

 

[Modificato il 22/09/2006 alle 14:26 by Monsieur 40%]

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Livello Marco Pantani




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  postato il 22/09/2006 alle 14:49
Ops Mario, sei stato rapidissimo! Hai spostato il tutto mentre scrivevo il mio post di risposta... Abbi pazienza, sposta anche il mio ultimo post, grazie e ciao.
 
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Livello Parigi-Nizza




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  postato il 22/09/2006 alle 15:41
Originariamente inviato da omar

Fondazione Pantani, mamma Tonina vuol vederci chiaro

La notizia era nell’aria e la si percepiva da mille indizi. Che tra la famiglia Pantani e la Fondazione Onlus di Manuela Ronchi i rapporti non fossero più idilliaci lo sapevano un po’ tutti nell’ambiente.
L’ultima lettera-denuncia inviata dai genitori del Pirata alla Gazzetta dello Sport che, per la prima volta, sollevava dubbi sulla gestione della carriera di Marco, era parsa, tra le righe, un messaggio neppure tanto cifrato all’indirizzo dell’ex manager che, dopo aver avuto per tanti anni un rapporto quasi simbiotico con la famiglia, per la prima volta veniva messa in discussione.
Altro segnale piuttosto chiaro, il “congelamento” del forum sul sito della Fondazione, “sospeso - si legge ancora oggi - per motivi tecnici”, ma più probabilmente soppresso per via di un rapporto fiduciario ormai decaduto.
In ogni caso, almeno fino a pochi giorni fa, in assenza di un comunicato ufficiale, le presunte frizioni fra la Ronchi e la famiglia Pantani restavano solo “supposizioni”.
Ma a chiarire la vicenda, non smentendo la spaccatura e, soprattutto, annunciando un prossimo clamoroso rimpasto ai vertici della Fondazione Onlus è la stessa mamma Tonina che, pur non nominando mai Manuela Ronchi, in quattro righe chiarisce perfettamente i contorni della questione: “Fino ad oggi - spiega al telefono - la sede è sempre stata a Milano, mentre era un mio personale desiderio avere la sede della Fondazione vicino a casa. Per questo, d’ora in avanti, sarà così. In questo modo - conclude mamma Tonina - avrò finalmente la possibilità di controllare la situazione direttamente con i miei occhi”. Parole telegrafiche ma lapidarie, che testimoniano la volontà della famiglia Pantani di gestire la Fondazione senza più deleghe né intermediari.
La notizia fa il paio con le recenti dimissioni da ogni carica annunciate da Stefano Traldi, socio fondatore dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Amici di Marco Pantani” di Lugo e responsabile della Fondazione.

La Voce di Romagna - 17 settembre



Si alzino al cielo canti di giubilo!!!
Evvai!!!
La Ronchi fuori dalla Fondazione?
Stasera prendo la macchina e ripeto in solitaria i festeggiamenti effettuati per la vittoria dei mondiali di calcio!
Mai come in questo caso il detto "meglio tardi che mai" si rivela perfetto in forma e sostanza.
Purtroppo è tardissimo.
Non sarà facile recuperare il tempo perduto, spero che chi si appresta ad aiutare la famiglia Pantani nella gestione sappia fare meglio.

Di nuovo grida e canti di giubilo!

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 22/09/2006 alle 16:44
Sì, speriamo sia l'inizio di una nuova era: difesa della dignità di Marco, ricerca di giustizia e verità e niente commercializzazione.
Speriamo.
Poi ci sarebbe tanto da dire ma, forse, è meglio tacere.
Tex, benché astemia.......

 

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"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 22/09/2006 alle 16:53
Si è vero, è tardissimo, ma speriamo davvero che adesso qualcosa di buono si riesca a fare...........
 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 29/09/2006 alle 10:59
Riporto una piccola parte di un articolo di www.tuttobiciweb.it del 23.9.2006:

23/09/2006 Fondazione Marco Pantani: ormai è lotta di carte bollate

Doveva essere il modo migliore per ricordarlo. Invece anche la Fondazione Marco Pantani, nata per mantenere viva la memoria di uno dei ciclisti più amati e con il nobile intento di fare del bene e aiutare i bambini meno fortunati, è una concentrazione di rabbia e rancore. La memoria fatta a pezzi, sbriciolata sotto i colpi di carte bollate che stanno partendo in questi giorni..............
«La Fondazione Marco Pantani deve avere finalità benefiche, non può servire solo per consumare vendette - dice la Ronchi che si è dimessa a luglio -. Mi sono dimessa perché non condividevo più certe scelte, tutto qui. Adesso continuerò a fare del bene nel nome di Marco senza sbandierarlo ai quattro venti».
Non si lascia però intimidire mamma Tonina: «Si sfoghi pure adesso, Manuela Ronchi. Presto parlerò io...».
Per ora si limita ad annunciare una replica al vetriolo, ma la questione appare molto delicata e, chiaramente, d’ora in avanti a parlare per la famiglia Pantani sarà l’avvocato. Degno finale di una storia amara, maledetta e pietosa.


Dunque:
1) La memoria è stata fatta a pezzi da tutto quello che dal 5 giugno 1999 si è fatto, detto e scritto e contro Marco Pantani , anche irridendo al suo talento e attribuendolo al doping ( cosa che lui non ha retto e ne è stato demolito).
2) In particolare , visto che si parla di Tuttobici, ricordo un articolalo di Gatti , poco dopo la morte di Marco, in cui si affermava che finalmente il tempo e la vita si erano portati via le Pantanate e finalmente poteva trionfare la primavera di Praga del ciclismo pulito di Basso e Cunego (…….).
Noi, nel silenzio di chi gestiva la memoria di Marco, rispondemmo così a quell’articolo:
Oggetto: ALL'ATTENZIONE DEL SIG. GATTI.
Data: Gio, 9 Dic 2004 19:55:59

ALL'ATTENZIONE DEL SIG. GATTI:
Abbiamo letto il suo articolo della rubrica Gatti e misfatti di Tuttobiciweb di novembre:
Perché non scriveva queste cose nel 1998 quando Pantani era indicato come il campione dello sport pulito che aveva appena salvato il Tour ?( eppure si sapeva anche alora di che équipe facesse parte il medico della Carrera ).
O quando nel 1997 , durante la telecronaca dell' Alpe d'Huez, lo esaltava
?
Forse perché, allora ,Marco portava sponsor,audience, lettori di giornali, pubblico cosa che sperate possa fare ( grazie al potente doping mediatico di cui è oggetto ) anche un ciclista sciapo di cui non ricordiamo il nome?
E poi basta con il raccontarci le favole dello sport pulito.....
Quanto a noi, sa, le pantanate rimarranno il più bel ricordo della nostra vita di tifosi di ciclismo ( un ciclismo che, oggi, non ci entusiasma più, così piatto e banale).
Siamo certi che la 'ventata di freschezza' della storia ( tanto per citarla) cancellerà velocemente queste sue bizzarre considerazioni compreso l'assurdo paragone, vagamente iettatorio, con la primavera di Praga.
Quanto al nuovo che avanza , parafrasiamo Milan Kundera: e andiamo felici, fiduciosi nel progresso, verso una morte atroce: NON C'E' NESSUN MERITO AD ESSERE GIOVANI.

Gruppo tifosi on line Nessuno tocchi Pantani.


Diciamo che siamo stati buoni profeti.......



3) La signora Ronchi, che fino a luglio ha gestito la fondazione e anche, in un certo senso, la memoria di Marco, impegnata a fare opere di bene come fosse la Caritas, ha tollerato che su Marco venisse SCRITTO E DETTO di tutto senza mai utilizzare uno strumento come la querela o la lettera di protesa per tentare di far finire lo scempio. Si potrebbero dire molte cose, dico solo che la signora Ronchi confonde, evidentemente, la vendetta con il desiderio di giustizia, dignità e verità che Marco sentiva ( e molti suoi tifosi sentono ancora). E io spero che la nuova Fondazione sia all’altezza di questo desiderio di Marco.
4) Ho avuto occasione, in questi giorni, grazie a una tifosa di Marco plurilingue, di conoscere nel dettaglio il contenuto del libro di Rendell.
Di fronte a questo scempio che viene fatto di Marco e della sua memoria ( ridotta a quella di un malato di mente che nascondeva la sua malattia nel ciclismo e di un uomo che commetteva qualsiasi nefandezza) e allo scempio che viene fatto della privacy e della dignità della famiglia Pantani, cosa è stato fatto ( non per spirito di vendetta, ma per spirito di giustizia e di rispetto verso i morti e i vivi )? Nella giustapposizione tendenziosa delle testimonianze che Rendell fa ci sono la Ronchi e persino i genitori chiamati ad avallare , con la loro presenza nel libro, l’obiettività e la cura con cui il libro è stato scritto.
Anzi alla fine del libro Rendell si pone il problema della gentilezza con cui fu trattato dai genitori e del male che il suo libro poteva recare loro.
Mi chiedo perché si sia taciuto anche su questo, perché non si sia capito quale fosse l’operazione di Rendell ( come non si è capito quale fosse l’operazione del programma della Pivetti).
Mi chiedo come possa essere chiamato questo scempio della memoria di Marco avvenuto nel silenzio e nell’inerzia , se la voglia della famiglia di avere giustizia e dignità viene chiamata “ voglia di vendetta”.





 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 02/10/2006 alle 00:17
Non so se questo intervento è giusto metterlo qua ma non ricordo in quale thread ho letto il paragone fra Basso e Pantani e, perciò, lo metto qua.
Io penso che Basso sia vittima di qualche gioco di potere che ha portato il ciclismo ( e solo il ciclismo) ad immolarsi alla vigilia del Tour de France e che stia iniziando un meccansmo stritolante che, fra guerre Uci e Federazioni, rischia di stroncargli la carriera.
Non so analizzare meglio questo gioco di potere perché, dopo Pantani, francamente non perdo troppo tempo a leggere e conoscere i meccanismi di certe istituzioni nauseanti, né approfondisco l'affascinante tema del perché i ciclisti abbiano accettato un orrore giuridico come il codice etico del Pro Tour.
Detto questo Pantani non c'entra nulla.
Pantani fu un vero capro espiatorio. Marco, al posto di Basso, avrebbe già ricevuto circa mille avvisi di garanzia, già sarebbe stato squlificato senza prove ( come, infatti, avvenne per Montecatini), già la federazione avrebbe inveito al demonio catturato ( mentre Di Rocco sembra animato da encomiabile garantismo), i giornali lo avrebbero massacrato ( mentre con Basso persino Repubblica è prudente e garantista).
E poi con Pantani funzionò il meccanismo tipico del capro espiatorio: la creazione della differenza mitica fra lui, il dopato, e gli altri.
Oggi chi ci crede più alla differenza mitica fra i ciclisti?
Poi fra Pantani e basso c'è la differenza che passa fra un mito e un bravo corridore, anche nel coinvolgimento della gente.
E poi Basso è persona che non crolla, Pantani, che trasformava ogni impresa in un'avventura esistenziale, fu psicologicamente demolito e, in questo, non fu certo aiutato dal suo ambiente.
La violenza che Marco ha subito è testimoniata anche dalla ferocia verso di lui persino dopo la morte.Anche questo ci dà un'idea delle proporzioni.

 

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  postato il 03/10/2006 alle 09:49
Il libro di Rendell, subdolo, pieno d' insinuazioni, ma non solo- offensivo, con illazioni che portano il lettore a trarre delle conclusione senza dubbio sbagliate. Parole infamanti con l'intento preciso di infangare il nome di Marco Pantani.

Marco Pantani un malato di mente, l'esempio dell'uomo italiano con il complesso della madre, rozzo, senza educazione scolastica, invidioso,crudele, paranoico, antisociale, con il sospetto che fosse omosessuale, ovviamente dopato, drogato ecc.ecc.

Questo libro è un unico insulto alla memoria di Marco . Per chi lo ammirava, stimava e amava un nuovo colpo di grazia!

Mi chiedo se è veramente possibile che nessuno sportivo, giornalista, tifoso sia capace di difendere Marco pubblicamente. È semplicemente triste e vergognoso!
Il libro l'ho letto di persona perciò so di che cosa parlo!

 
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Moderatore




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  postato il 03/10/2006 alle 12:57
Ciao e benvenuto (hai un nick che sembri uno della Banda Bassotti...),
puoi trovare degli "attacchi" al libro di Rendall (non Rendell) in questo thread:

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?fid=4&tid=1483&page=4

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 05/10/2006 alle 12:14
Nonostante lo strano nick lei è la tifosa "tedesca" ( in realtà del Trentino Alto Adige)che ha letto il libro per tutti noi di nessuno tocchi Pantani.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/10/2006 alle 14:35
Non molto tempo fa Jovanotti disse poche parole su Pantani, ma molto gentili e semplici.
Il fatto è che vengono pubblicate solo su qualche giornale e hanno un piccolo spazio, magari tra le ultime pagine.
Se invece a parlare è qualcuno che con quello che dice butta inesorabilmente ancora più fango, l'intervento lo si mette bene in evidenza.
Resta sempre comunque la responsabilità degli editori e dei giornalisti.
Ribadisco che Cannavò il 6 giugno uscì con in prima pagina in grande "VERGOGNATI" e da quel momento tutti si sono sentiti liberi di insultare Marco a piacimento. La responsabilità mediatica della fine del Pirata è sua ed è immensa.
Sarebbe ora che un PM aprisse un'inchiesta su di lui e su tutti i giornalisti che hanno reso impossibile la convivenza civile ad una vittima dei loro articoli. E' ora di mettere un limite.
Si vede che i giornalisti non piacciono, vero?

 

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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/10/2006 alle 20:14
Un grande grazie a Merano per la traduzione!
Ora di fronte a questo "ceffo di tabloid" della terra d'Albione, il dovere per i legali della famiglia di verificare le vie per una querela in grande stile. Alla spazzatura non c'è limite, ma qualche cazzotto ogni tanto serve, eccome!

A Wal un abbraccio!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/10/2006 alle 20:16
Sante parole.

 

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  postato il 06/10/2006 alle 13:45

 
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  postato il 06/10/2006 alle 13:50
Gentile moderatore "Monsieur 40%": Mi dispiace ma sul mio libro c'è scritto MATT RENDELL e non RENDALL. -jawohl=yes in tedesco.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2006 alle 13:56
Originariamente inviato da 007.19.40

Gentile moderatore "Monsieur 40%": Mi dispiace ma sul mio libro c'è scritto MATT RENDELL e non RENDALL. -jawohl=yes in tedesco.


effettivamente l'equivoco continua a presentarsi...Anche all incontro di cesenatico, con tutti gli autori dei vari libri su Marco, il tale si presentava come Rendall

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2006 alle 14:08
Originariamente inviato da 007.19.40

Il libro di Rendell, subdolo, pieno d' insinuazioni, ma non solo- offensivo, con illazioni che portano il lettore a trarre delle conclusione senza dubbio sbagliate. Parole infamanti con l'intento preciso di infangare il nome di Marco Pantani.

Marco Pantani un malato di mente, l'esempio dell'uomo italiano con il complesso della madre, rozzo, senza educazione scolastica, invidioso,crudele, paranoico, antisociale, con il sospetto che fosse omosessuale, ovviamente dopato, drogato ecc.ecc.

Questo libro è un unico insulto alla memoria di Marco . Per chi lo ammirava, stimava e amava un nuovo colpo di grazia!

Mi chiedo se è veramente possibile che nessuno sportivo, giornalista, tifoso sia capace di difendere Marco pubblicamente. È semplicemente triste e vergognoso!
Il libro l'ho letto di persona perciò so di che cosa parlo!


quanta incoerenza sta nelle corde di questo subdolo uomo....Spero di poter leggere il lirbo il più presto possibile

 

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Livello Miguel Poblet




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  postato il 06/10/2006 alle 14:56
Originariamente inviato da Donchisciotte

Non so se questo intervento è giusto metterlo qua ma non ricordo in quale thread ho letto il paragone fra Basso e Pantani e, perciò, lo metto qua.
Io penso che Basso sia vittima di qualche gioco di potere che ha portato il ciclismo ( e solo il ciclismo) ad immolarsi alla vigilia del Tour de France e che stia iniziando un meccansmo stritolante che, fra guerre Uci e Federazioni, rischia di stroncargli la carriera.
Non so analizzare meglio questo gioco di potere perché, dopo Pantani, francamente non perdo troppo tempo a leggere e conoscere i meccanismi di certe istituzioni nauseanti, né approfondisco l'affascinante tema del perché i ciclisti abbiano accettato un orrore giuridico come il codice etico del Pro Tour.
Detto questo Pantani non c'entra nulla.
Pantani fu un vero capro espiatorio. Marco, al posto di Basso, avrebbe già ricevuto circa mille avvisi di garanzia, già sarebbe stato squlificato senza prove ( come, infatti, avvenne per Montecatini), già la federazione avrebbe inveito al demonio catturato ( mentre Di Rocco sembra animato da encomiabile garantismo), i giornali lo avrebbero massacrato ( mentre con Basso persino Repubblica è prudente e garantista).
E poi con Pantani funzionò il meccanismo tipico del capro espiatorio: la creazione della differenza mitica fra lui, il dopato, e gli altri.
Oggi chi ci crede più alla differenza mitica fra i ciclisti?
Poi fra Pantani e basso c'è la differenza che passa fra un mito e un bravo corridore, anche nel coinvolgimento della gente.
E poi Basso è persona che non crolla, Pantani, che trasformava ogni impresa in un'avventura esistenziale, fu psicologicamente demolito e, in questo, non fu certo aiutato dal suo ambiente.
La violenza che Marco ha subito è testimoniata anche dalla ferocia verso di lui persino dopo la morte.Anche questo ci dà un'idea delle proporzioni.


Mah, io ti ammiro molto per le tue inchieste su Marco, sono stato un suo grande fan e ho sempre creduto che il più forte fosse lui e che sia stato manipolato un simbolo e rovinato un uomo!!!
Detto questo queste tue frasi ("Io penso che Basso sia vittima di qualche gioco di potere che ha portato il ciclismo ( e solo il ciclismo) ad immolarsi alla vigilia del Tour de France e che stia iniziando un meccansmo stritolante che, fra guerre Uci e Federazioni, rischia di stroncargli la carriera") mi sembrano un po premature , io ci andrei piano con l'assolvere Basso:

1. Al di là del codice etico credo che la CSC prima di non far correre Basso ci abbia pensato parecchio, prima di privarsi del candidato numero 1 al tour

2. Basso, secondo me non ha ancora chiarito la sua posizione e finchè non la chiarirà, non andrà fatto correre.

3. Questi giochi di potere non so a chi convengano e quindi non ci credo, perchè se ci fosse veramente un gioco di potere, avrebbero solo danneggiato gravemente il ciclismo visto che tu ti riferisci chiaramente ai piani alti del ciclismo, quindi no, non ci credo.

4. Io voglio sapere di chi è il sangue in quelle sacche trovate da Fuentes, e finchè non lo saprò, riterrò Basso un dopato, perchè molti dicono che il test del DNA non ha senso farlo! Beh per me, ha senso e come, per sapere se Basso ci ha preso per il culo tutti o è veramente un gran corridore.

Ok ora ti saluto ti rinnovo la stima, ma su Basso non sono d'accordo con te

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 06/10/2006 alle 16:46
Ci sono più cose di quanto possa saperne la tua filosofia, magic box ( citazione a memoria, probabilmente inesatta).
Anche Pantani, molto più di basso, portava sponsor, spettatori e telespettatori, eppure lo immolarono lo stesso.
Non sempre le vie del potere sono dritte.
Se Basso sia andato da Fuentes , ovviamente, non lo so, quello che è aberrante è che sia praticamente squalificato da mesi senza alcuna prova, con indagini allo stato nascente e con 50 nomi venuti fuori su oltre 200 (solo ciclisti). Questo è aberrante.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 09/10/2006 alle 13:57
Originariamente inviato da magic box

Originariamente inviato da Donchisciotte

Non so se questo intervento è giusto metterlo qua ma non ricordo in quale thread ho letto il paragone fra Basso e Pantani e, perciò, lo metto qua.
Io penso che Basso sia vittima di qualche gioco di potere che ha portato il ciclismo ( e solo il ciclismo) ad immolarsi alla vigilia del Tour de France e che stia iniziando un meccansmo stritolante che, fra guerre Uci e Federazioni, rischia di stroncargli la carriera.
Non so analizzare meglio questo gioco di potere perché, dopo Pantani, francamente non perdo troppo tempo a leggere e conoscere i meccanismi di certe istituzioni nauseanti, né approfondisco l'affascinante tema del perché i ciclisti abbiano accettato un orrore giuridico come il codice etico del Pro Tour.
Detto questo Pantani non c'entra nulla.
Pantani fu un vero capro espiatorio. Marco, al posto di Basso, avrebbe già ricevuto circa mille avvisi di garanzia, già sarebbe stato squlificato senza prove ( come, infatti, avvenne per Montecatini), già la federazione avrebbe inveito al demonio catturato ( mentre Di Rocco sembra animato da encomiabile garantismo), i giornali lo avrebbero massacrato ( mentre con Basso persino Repubblica è prudente e garantista).
E poi con Pantani funzionò il meccanismo tipico del capro espiatorio: la creazione della differenza mitica fra lui, il dopato, e gli altri.
Oggi chi ci crede più alla differenza mitica fra i ciclisti?
Poi fra Pantani e basso c'è la differenza che passa fra un mito e un bravo corridore, anche nel coinvolgimento della gente.
E poi Basso è persona che non crolla, Pantani, che trasformava ogni impresa in un'avventura esistenziale, fu psicologicamente demolito e, in questo, non fu certo aiutato dal suo ambiente.
La violenza che Marco ha subito è testimoniata anche dalla ferocia verso di lui persino dopo la morte.Anche questo ci dà un'idea delle proporzioni.


Mah, io ti ammiro molto per le tue inchieste su Marco, sono stato un suo grande fan e ho sempre creduto che il più forte fosse lui e che sia stato manipolato un simbolo e rovinato un uomo!!!
Detto questo queste tue frasi ("Io penso che Basso sia vittima di qualche gioco di potere che ha portato il ciclismo ( e solo il ciclismo) ad immolarsi alla vigilia del Tour de France e che stia iniziando un meccansmo stritolante che, fra guerre Uci e Federazioni, rischia di stroncargli la carriera") mi sembrano un po premature , io ci andrei piano con l'assolvere Basso:

1. Al di là del codice etico credo che la CSC prima di non far correre Basso ci abbia pensato parecchio, prima di privarsi del candidato numero 1 al tour

2. Basso, secondo me non ha ancora chiarito la sua posizione e finchè non la chiarirà, non andrà fatto correre.

3. Questi giochi di potere non so a chi convengano e quindi non ci credo, perchè se ci fosse veramente un gioco di potere, avrebbero solo danneggiato gravemente il ciclismo visto che tu ti riferisci chiaramente ai piani alti del ciclismo, quindi no, non ci credo.

4. Io voglio sapere di chi è il sangue in quelle sacche trovate da Fuentes, e finchè non lo saprò, riterrò Basso un dopato, perchè molti dicono che il test del DNA non ha senso farlo! Beh per me, ha senso e come, per sapere se Basso ci ha preso per il culo tutti o è veramente un gran corridore.

Ok ora ti saluto ti rinnovo la stima, ma su Basso non sono d'accordo con te


Sul fatto che i tempi di sospensione siano esagerati sono d'accordo con te! Ma questo è un problema di giustizia che hanno molti paesi e non solo l'operacion Puerto!

Bisogna anche dire che far correre un atleta nel dubbio che sia colpevole non è così giusto!

 

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Tifo per il fenomeno (Damiano Cunego)...
and i have a dream... Damiano in giallo a Paris!

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 13/10/2006 alle 00:58
Segnalo la bella risposta di Tonina Pantani all'intervento di Morris sulla nuova Fondazione che le avevo mandato.
Lo trovate sul forum di questo sito:

http://www.teamciclisticosammarinese.com/

 

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