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Incidente mortale in Germania
ianraas - 19/07/2005 alle 09:30

Stamattina mi ha riferito un amico che in Germania un gruppo di cicliste tedesche sono state investite da un auto. Tra di esse una è morta e le altre sono ferite. Avete qualche notizia in merito ?? :(:(


Joop Zoetemelk - 19/07/2005 alle 09:48

Da tuttobiciweb.it: "19/07/2005 Travolte cicliste australiane: muore Amu Gillet La ciclista australiana Amu Gillet, una delle piu' affermate al mondo, e' morta oggi travolta da un'automobile durante un allenamento pre-gara nei pressi di Lipsia, in Germania. Altre cinque colleghe della squadra sono rimaste ferite. La Gillet, 29 anni, fece parte della squadra australiana di Coppa del Mondo e delle Olimpiadi. Due delle ferite, Louise Yaxley e Alexis Rhodes, sono ricoverate in terapie intensiva e le loro condizioni sono gravissime. Le altre tre ferite sono Kadie Brown, Kate Nichols e Lorian Graham. Secondo i primi rilievi della polizia, il gruppetto di cicliste, che si stava allenando per la corsa Thueringen Rundfahrt, fissata per oggi e poi annullata, e' stato investito in pieno da un'automobile guidata da una diciottenne appena patentata, che procedeva sulla corsia sbagliata."


Angian - 19/07/2005 alle 13:14

Come il grande Jean-Pierre Monséré, campione del mnd 1970, che morì travolto mentre si allenava.:(


WebmasterNSFC - 19/07/2005 alle 14:46

O come il ns. Amilcare Tronca morto nel Luglio del '99 se non ricordo male. :( Ciao


Monsieur 40% - 19/07/2005 alle 16:31

Condoglianze alla famiglia Gillet.


marco83 - 19/07/2005 alle 21:22

Terribile notizia, che mi lascia senza parole... :( :( Speriamo che le altre cicliste, date in condizioni molto gravi, riescano a salvarsi da una fine che per loro arriverebbe decisamente troppo presto... :yoga:


janjanssen - 19/07/2005 alle 21:40

......................


Vuelta Espana - 19/07/2005 alle 21:50

Succede troppo spesso che dei ciclisti in allenamento perdano la vita per colpa di questi automobilisti incoscienti. Non ho parole, solo rabbia, e compassione per queste povere atlete e le loro famiglie.


Seb - 19/07/2005 alle 21:54

Condoglianze a tutta la famiglia Gillet e un augurio di pronta guarigione a tutte le altre cicliste coinvolte in questo terribile incidente. Inoltre se non ho capito male tra le coinvolte c'è la sorella del professionista della Panaria Greame Brown....


Morris - 20/07/2005 alle 00:04

Un allenamento per quella maledetta cronosquadre, una strada a senso unico, una fila di bici azionate da sei ragazze espressione d’una terra che si fa amare non solo per la suggestione dei suoi paesaggi, atlete che mi piacciono da sempre, perché vere nello sport come nella vita. Una ragazza incerta nei suoi diciotto anni, espressione di un esame che ad ogni latitudine significa poco, che s’affaccia inversa alla regola, senza vedere quel treno a motore umano. Uno schianto terribile, che scolpisce una tragedia. Se ne va verso l’incomprensibile una ragazza gaia, sincera, sempre prodiga di larghi sorrisi, un faro per le più giovani colleghe, in virtù del suo passato sportivo. Sono sei sull’asfalto d’una corsa non ancora iniziata e non nuova, nelle determinazioni agonistiche, ad incidenti, sono un monito ulteriore di quanto le congiunzioni del destino e delle umane debolezze possan creare disperazione. Sono un segno di quanto il ciclismo navighi sempre sul filo e forse, anche per questo, non raccoglie più, come un tempo, la simpatia dei genitori..... Amy Safe, era una delle atlete che più di ogni altra testimoniavano l’educazione e la cultura sportiva del suo paese. Era stata una grande del canottaggio: a 18 anni, nel 1994, fu campionessa mondiale junior nel singolo. L’allenava Simon Gillett, colui che otto anni dopo, diventerà suo marito. A venti anni, Amy, fu la componente più giovane dell’otto, la barca regina, che colse il quinto posto alle Olimpiadi di Atlanta. Poi, quando seppe che le gare della sua imbarcazione non sarebbero state inserite nel programma di Sydney 2000, maturò l’idea di passare al ciclismo. Anche qui, sulla scelta, pesò Simon, il suo compagno allenatore, da sempre amante della bici, pur operando nel canottaggio. [img]http://img244.imageshack.us/img244/2935/amycanottaggio9ip.jpg [/img] [b]Amy il giorno del suo trionfo ai mondiali junior [/b] Conobbi Amy nel 2003, quando l’AIS (Australian Istitute of Sport’s) la inserì, dopo ottime prove, nella squadra che partecipò al Giro d’Italia, ma già dal 2002, era diventata una pedina della selezione nazionale stazionante in Europa, con base a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Dicevo una ragazzona, forte passista, ed una donna squadra, tanto fuori quanto dentro le corse. La ricordo in una fuga al Giro 2003, nella tappa di San Vito Chetino, quando si trovò sola, più per una delle sue trenate, che per un tentativo volontario. Fu l’episodio decisivo: su Amy si portò un drappello che giunse all’arrivo e lei giunse sesta. [img]http://img244.imageshack.us/img244/6881/amycrono5de.jpg [/img] [b]Amy Safe Gillett ai campionati australiani a cronometro [/b] Le altre ragazze coinvolte nell’incidente sono Alexis Rhodes, Louise Yaxley, Lorian Graham, Katie Brown e Kate Nichols. Alexis e Louise sono molto gravi, anche se pare non in pericolo di vita. Si tratta di due ragazze molto giovani, la Rhodes è stata campionessa mondiale junior nella corsa a punti nel 2002. Lorian, la più anziana del gruppo delle ferite (27 anni), è la campionessa australiana su strada. Katie Brown, è la sorella del professionista della Panaria e la Nichols è una delle ragazze che è cresciuta di più nell’ultimo anno. Le ultime due sono le meno gravi, ma la loro prognosi è sempre di 30 giorni. Una tragedia che mi ha scosso profondamente. Morris


claudiodance - 20/07/2005 alle 09:09

Le parole sembrano sempre banali in questi casi. Solo una cosa: indirizzata ai ragazzi del forum che vanno in bicicletta. Amici, non lasciate a casa il casco, meglio sudare un pò. E, a rischio di essere noioso, osservate sempre cosa fanno le automobili che escono dagli stop o dai parcheggi, rappresentano il pericolo più grande per noi. Scusate la paternale, ma la cosa ha attraversato anche la mia famiglia, seppur non nel cuore, e mi fa sempre un certo effetto. ciao belli claudio

 

[Modificato il 20/07/2005 alle 09:15 by claudiodance]


Vuelta Espana - 20/07/2005 alle 12:36

Claudiodance, non posso che quotare appieno le tue parole. Non è da molto che vado in bicicletta, ma giuro che ogni volta, ogni singola volta che sono uscita con la mia bici, mi sono imbattuta in dei poveri disgraziati di automobilisti che, vuoi uno stop non rispettato, vuoi una portiera aperta all'ultimo, o una rotonda presa a tutta velocità, hanno cercato di stirarmi. Non ne posso davvero più, anche io guido l'auto, e il rispetto per i ciclisti ce l'ho.:no:


WebmasterNSFC - 20/07/2005 alle 17:55

Il casco va sempre messo cari ragazzi...io lo tolgo appena appena nelle salitelle poco trafficate, ma molto spesso preferisco tenerlo. Chi di voi ha visto o conosciuto il mio amico Nicola sa cosa può succedere quando si viaggia senza "elmo" e quello che è successo a lui, considerando anche come corrono le auto di questi tempi, può succedere a tutti. Quindi mi raccomando...mettetevi in testa quegli 1-2 etti che potrebbero salvarvi la vita. Ciao


Bahamut - 20/07/2005 alle 20:57

[img] http://www.ciclonews.it/imma/CNEW_193_foto01_93050.jpg[/img] Una delle bici sulle quali pedalavano le cicliste australiane travolte [img]http://www.ciclonews.it/imma/CNEW_193_foto02_daa04.jpg [/img] L'australiana Amy Gillett, 27 anni. [img]http://www.ciclonews.it/imma/CNEW_193_foto03_afd8b.jpg [/img] L'auto che ha investito e ucciso Amy Gillett by ciclonews.it


BJH* - 20/07/2005 alle 21:10

Io il casco lo uso solo in gara per brutta disabitudine. Poi certo la fatalità ha il peso maggiore per cui anche il casco può non bastare ma meglio che non averlo. Vedendo la foto dell'auto non capisco bene la dinamica dell'incidente ma prendere la macchina di lato è la cosa peggiore che possa capitare a uno in bici. Mi scappa la voglia di uscire guardando il sorriso della Gillett sapendo quel che le è capitato.