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Autore: Oggetto: ANCORA UN LIBRO-RIVELAZIONE. GAUMONT "PRIGIONIERO DEL DOPING"

Livello Francesco Moser




Posts: 738
Registrato: Jun 2005

  postato il 15/06/2005 alle 20:59
ANCORA UN LIBRO-RIVELAZIONE. GAUMONT "PRIGIONIERO DEL DOPING"

«Per tutta la mia carriera ho creduto fermamente che la felicità sportiva passasse per la vittoria, la gloria, il denaro...Mi sono dopato per esistere (...) per raggiungere degli ingaggi di volta in volta più elevati, ma ho anche perduto molto. Ora (...) ho realizzato che non so bene che atleta fossi (...) e quale punizione più grande della certezza che non saprò mai (...) quello che valevo vermante?». Dopo Christophe Bassons, Erwan Mentheour, Willy Voet, Bruno Roussel, tocca a Philippe Gaumont, ex professionista fino al 2004 vuotare il pesante fardello di un passato da corridore dopato. Le sue confessioni choc, riportate nel libro autobiografico "Prigoniero del doping", uscito da poco in Francia, rischiano di fare molto rumore, anche perché Gaumont fa nomi e cognomi, tira in ballo compagni ed ex colleghi fra cui Jo Planckaert e Franck Vandenbroucke. Il francese, 32 anni, professionista dal 1994 al 2004 ha corso con la Castorama, la Gan e da ultimo CON la Cofidis. E’ stato bronzo nella 100 chilometri a squadre delle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, due volte campione di Francia su pista (2000 e 2002, inseguimento individuale) ed ha vinto una Gand-Wevelgem. Arrestato il 20 gennaio del 2004 dalla brigata stupefacenti all’eroporto di Orly, ha smesso in quel momento di essere un corridore: per la sua terza volta era implicato in una vicenda di doping. Ed ha deciso di vuotare il sacco. Di raccontare tutto sul suo doping: dal cortisone fin dalle prime stagioni professionistiche, all’Epo, alla droga voluttuaria l’inverno, per fare festa (ancora un esempio di contiguità fra doping e droga...), per allenarsi o fuggire dal quotidiano. E, dal momento che ha coinvolto tutti gli altri si sono chiusi a riccio: Haumont è un bugiardo, un mentitore, uno squilibrato mentale. Ma le cose che dice il francese squarciano l’ennesimo velo. Dal caso Festina (1998) le cose non sono granchè cambiate nel ciclismo francese. La confessione di Gaumont dimostra come in questo sport non si sia fatto molto per risolvere il problema del doping. Molti corridori continuano a doparsi e a comprare le corse e i dirigenti in grande maggioranza fanno finta di non vedere. Per non parlare del ruolo inquietante di alcuni medici. Ma quello che più preoccupa è proprio il nesso, la contiguità del doping con la droga voluttuaria. Gaumont racconta che il belga Franck Vandenbroucke gli fornì una pasticca di "pot blege" (una mistura di anfetamina, efedrina, eroina e cocaina) alla vigilia di un interrogatorio della brigata stupefacenti, nel 1999. "Da quel momento, lui si è ripiegato su se stesso - racconta Gaumont nel libro - ed è divenuto dipendente da certi prodotti".
L’inferno del doping che sconfina nella droga. Così il sonnifero per prendere sonno e contrastare gli effetti della caffeina assunta il pomeriggio per gareggiare o allenarsi diventa un abuso: "Lo Stilnox ti faceva sballare se ne prendevi più pasticche". Circa Jo Planckaert, Gaumont scrive che il fiammingo gli aveva sconsigliato l’uso di una emoglobina sintetica che lui stesso aveva provato e che gli aveva fatto male allo stomaco. E c’è anche una "coté" italiana. E’ il medico Mauro Vezzani, indagato nel giugno del 2002 durante l’inchiesta doping di Brescia, all’epoca medico della Mercatone Uno di Marco Pantani. Poco prima del Tour del 1998, racconta sempre Gaumont il medico: "Vezzani arrivò credo nel maggio 1998. Noi eravamo nel pieno della preparazione per il Tour e lui si occupò dei corridori che avrebbero dovuto disputarlo. Fra gli altri c’erano Julich, Livingstone, Rinero, Desbiens e io. Ci vnviava dall’Italia in speciali pacchi-espresso Epo e Gh, imballate in contenitori refrigerati con ghiaccio. Noi ricevevamo il prodotto assieme alle istruzioni per l’uso". "A quei tempi - continua - ingurgitavo tutto quello che i medici mi somministravano, senza fare domande. Buttavo giù tutto quello che avrebbe potuto farmi andare più veloce. In nessun momento, in dieci anni di carriera, ho immaginato che si potesse fare del ciclismo diversamente. Ho cominciato a farmi di "pot belge" nell’inverno del 94-95. Chiedevo agli "anziani" se questo non mi avrebbe condizionato. Mi rassicurarono (...) più tardi, ho cominciato a prendere anfetamine per disputare i criterium (...) infine perfino per andare agli allenamenti. La dipendenza era terribile".
Molti corridori, secondo Gaumont, non avevano limite ed abusavano pericolosamente "Nel 1995 uno dei leader della Castorama ha rischiato di morire al Giro d’Italia; il suo sangue era diventato marmellata e sono dovuti intervenire d’urgenza. Loro (gli stranieri nella Cofidis nel 1997) utilizzavano prodotti vietati solo per migliorare le prestazioni. Noi, i francesi, non solo ci dopavamo, ma ci drogavamo regolarmente a colpi di anfetamine e pot belge".
Farmaci e doping, farmaci e droga. Droga, farmaci e imbrogli. "Nella Parigi-Nizza del 2003 il nostro compagno Kiviliev morì per una caduta durante una tappa. Due giorni dopo la corsa arrivava al Mont Faron e Vinokourova, miglior amico di Kiviliev, era ben piazzato per vincere la corsa. C’era fuori una fuga con un grande vantaggio, Ho chiesto al direttore sportivo. allora? Cosa facciamo? Diamo una mano a inseguire ai Telekom di Vinokourov? Il direttore sportivo si è messo in contatto con l’ammiraglia Telekom, poi è arrivato l’ordine via radio: sta bene, date pure una mano; ho contrattato per voi 3000 franche al giorno (da dividere in sette) fino a domenica. Noi abbiamo corso per tre giorni a favore dei tedeschi, senza fare domande. Vinockourov ha vinto la Parigi-Nizza e noi abbiamo avuto il nostro denaro. I giornali hanno scritto della beltà del nostro gesto...".
By: sportpro.it

Sarei proprio curioso di leggere questo libro!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/06/2005 alle 21:15
Ho letto tutto.

Sono senza parole.

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 15/06/2005 alle 21:25
Questa è la parte brutta del ciclismo (come anche di tutti gli altri sport)!! Per sconfiggere questo grossissimo problema bisogna guardare in faccia alla realtà!!

 

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Livello Tour




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  postato il 15/06/2005 alle 21:33
scusate ma non mi sembra nulla di nuovo, chiunque abbia corso dalla categoria under 23 in su potrebbe scrivere un libro del genere, mi sembra sia in linea con quelli già in libreria di Willy Voet e di Mentheour
 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 15/06/2005 alle 21:35
Originariamente inviato da koppenberg

...chiunque abbia corso dalla categoria under 23 in su potrebbe scrivere un libro del genere...


Cosa vuoi intendere con questa frase?

 

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Livello Tour




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  postato il 15/06/2005 alle 22:50
Originariamente inviato da Bahamut

Originariamente inviato da koppenberg

...chiunque abbia corso dalla categoria under 23 in su potrebbe scrivere un libro del genere...


Cosa vuoi intendere con questa frase?


Che la maggior parte dei ciclisti fa un uso regolare di sostanze irregolari. E' un dato di fatto incontestabile.

Un mio amico, passato dillettante, ha smesso per orgoglio dopo pochi mesi perché tutta la squadra (quindi medico e DS) gli ha proposto qualche aiutino.

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 15/06/2005 alle 23:11
mah !! questi pentiti............. si pentono quando non trovano + squadra o sono beccati..........perchè non lo fanno prima?ora sputano nel piatto dove hanno mangiato (e bene) per tanti anni , valli a capire e poi non fanno nomi se non di chi ha quasi smesso o è alla frutta, parlano sempre gneralizzando .Se ne sai, fuori tutto ma invece solo nomi di medicinali e cose che sanno tutti e fanno soldi con il libro.E tu el diablo , sempre un mio amico mi ha detto ........ma quando sentirò uno che dice il tal dei tali mi ha detto che alla squadra xy fanno così , sempre vaghi ma criticanti

 

[Modificato il 15/06/2005 alle 23:15 by nonno]

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Livello Marco Pantani
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  postato il 15/06/2005 alle 23:26
Capodacqua , nel suo sito www.sportpro.it,riporta la notizia del solito pentito del doping che, per strategia processuale e per fare qualche soldo, scrive il solito libro con le solite ormai noiose notizie sul doping ( ovviamente salutato come libro choc, con il solito poverissimo linguaggio giornalistico ).
Stavolta è Gaumont ( EX PROFESSIONISTA DAL 2004) a confessare la solita assunzione di migliaia di farmaci ( quante corse ha vinto Gaumont grazie a questo?Una Gand Wevelgem e qualcosa su pista).
Poi la solita confusione fra doping e droga diventata un piatto ghiotto da quando Marco ha fatto quel gran dispetto di non morire per doping ( solo una domanda sarebbe seria. Visto che efedrina e anfetamina e cocaina si trovano ai controlli, perché Gaumont non è mai risultato positivo? Forse anche qui si trova quello che si vuole trovare?).
Ma la cosa come al solito insopportabile è l’uso del nome di Marco ( non si capisce dall’articolo se lo fa Capodacqua o lo stesso gaumont)..
Viene citato il dottor Vezzani che, da Gaumont, viene accusato di avere procurato epo e GH alla sua squadra nel 1998 ( epo che gaumont conosceva benissimo avendola usata pure prima, secondo le sue confessioni).
Ovviamente si sente il bisogno di dire che nel 2002 ( 4 anni dopo) Vezzani divenne il medico della squadra Mercatone Uno di Marco Pantani ( basta leggere come questa cosa viene scritta per capire che si vuole dire che è come se il cerchio si chiudesse intorno al GRAN DOPATO D’ITALIA).
Il fatto che Vezzani in una squadra procurasse epo ( se sono vere le testimonianze di gaumont, ancora tutte da verificare) non vuol dire che lo facesse anche, quattro anni dopo, in un’ altra squadra e, SOPRATTUTTO, per un corridore che, grazie al massacro di cui era oggetto, ormai non reggeva le ruote dei velocisti in salita ( lo ricordiamo tutti il Giro 2002).
Ma l’importante è continuare a buttare m….. con il ventilatore su Marco ( le notizie fanno più effetto e la ferocia verso Marco non si placa mai, chissà perché? No lo sappiamo benisssimo, lo sappiamo benissimo perché.......).

 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 15/06/2005 alle 23:41
Originariamente inviato da El Diablo

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...chiunque abbia corso dalla categoria under 23 in su potrebbe scrivere un libro del genere...


Cosa vuoi intendere con questa frase?


Che la maggior parte dei ciclisti fa un uso regolare di sostanze irregolari. E' un dato di fatto incontestabile.

Un mio amico, passato dillettante, ha smesso per orgoglio dopo pochi mesi perché tutta la squadra (quindi medico e DS) gli ha proposto qualche aiutino.


Comunque non si deve fare di un erba un fascio, è vero che anche il dillettantismo è molto sporco però anche io sono dilettante e ti dico che sono sempre andato completamente a pane ed acqua!! Non ho neppure mai visto una flebo di zucceri, ferro ecc..!! La mia squadra non mi ha mai proposto di prendere qualche aiutino!!

 

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Livello Tour




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  postato il 16/06/2005 alle 07:45
"in nessun momento, in 10 anni di carriera, ho immaginato che si potesse fare del ciclismo diversamente."

questa affermazione deve far riflettere.
che poi oramai sia il "solito" resoconto nauseante-tirasoldi e´ scontato.
queste cose si fanno a fine carriera, perche´ "durante" uno farebbe meglio a lasciare. e tutti lo sanno.

 
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Livello Tour




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  postato il 16/06/2005 alle 12:22
per carità anche io non ho mai preso nulla , manco gli integratori, in 2 anni da under 23 e ho smesso perchè mi ero rotto le balle di fare 35000 km l'anno e venire sistematicamente staccato da gente che quando io ero allievo o juniores e vincevo le corse questi a malapena le finivano. Pero',avendo corso in una squadra tra le piu' importanti d'Italia (è vero come dici tu che in certe squadre non gira nulla, se non per iniziativa personale del singolo) potrei anche io ( e moltissimi altri) scrivere un libro su cio' che ho visto in 2 anni ma non me ne importa nulla di farlo, non serbo rancore per nessuno e sto benissimo cosi'. Per questo mi fanno sorridere le definizioni di "libro choc" o "sono senza parole"!!! Non mi sembra si dica nulla di nuovo, ci sono altri libri del genere in libreria da un sacco di tempo, tutto qui. Era questo il mio concetto.
 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 16/06/2005 alle 12:30
Ma porca miseria, alcuni di voi hanno le fette di prosciutto sugli occhi o sono pagati per fare i depistatori o gli
sdrammatizzatori??????????!!!!!!!!!
Ogni volta che si pubblicano delle rivelazioni del genere, alcuni di voi escono sempre con quella frase del cavolo: "sputano sul piatto che hanno mangiato". Che "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" significa!!se uno ha solo quella prospettiva, di correre in bici per mantenere una fonte di reddito, se non ha studiato e non è in grado di intraprendere un altro mestiere, se fa sacrifici ed è totalmente immerso, anima e corpo, nel mondo sportivo, è logico che prima di buttare via anni di privazioni e sforzi, ricorra a tutti i metodi, sbagliando! Invece che dire: "cavoli, siamo messi un po' maluccio!" c'è della gente che ancora sdrammatizza, mettendo in dubbio delle realtà empiriche ed oggettive!smettetela! Sembrate Berlusconi cavolo!Che l'Economia e la situazione italiana è alla sfascio, e lui continua a dire che siamo ricchi perchè abbiamo tutti il telefonino e che va tutto bene!

 
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Livello Gastone Nencini




Posts: 507
Registrato: Oct 2004

  postato il 16/06/2005 alle 13:20
continuano tutti a scrivere questi post di tizio che dice diavere di caio che ha fatto questo , io non mi sono mai meravigliato di nulla ed ho sempre asserito che ogniuno e' libero di fare cio' che vuole, mi meraviglio inoltre che gente che vive di ciclismo e dice di amare questo sport continua a postare che GAUMONT dice questo, lascioatelo dire ma se lo postate, non fate altro che mettere in condizione altrri di denigrare ancora di piu' questo sport. nessuno puo'cambiare le cose se gli attori non le vogliono cambiare. esiste da sempre la compra vendita delle corse e delle tappe ai giri per raggiungere un bonus da parte delle società di appartenenza. esistono corridori che corrono a rendimento , quindi senza punti senza soldi. quindi se vendono o se comprano punti e normale.

vi racconto io una storia :

ad una vuelta di spagna durante una volata, un big rimasto senza compagni chiede ad un uomo veloce:" quanto vuoi per tirarmi la volata , di risposta 8000€; affare fatto, il corridore che aveva appena "ricevuto" gli i soldi , si sente contattare da altro velocista e stessa domanda e stessa risposta, ok dell'altro big e il nostro uomo gli dice mettiti dietro di me e l'atro(evito i nomi) cosi' ti faccio un bel lavoro.
si arriva alla volata e vince il primo e l'altro " lo sconfitto" si avvicina al vincente e gli dice , neppure se compro xx per tirarmi la volata ti riesco a battere. ecco cosa succede e scusatemi se mi esprimo non benissimo

 
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  postato il 16/06/2005 alle 13:32
Che storie...
Il libro di Mentheour l'ho comprato anch'io l'anno scorso.
Ora Gaumont...
La domanda sorge spontanea:
"ma perchè sti francesi che si drogano tanto non vincono nulla??"

 

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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 16/06/2005 alle 13:49
ahahaha, questa è davvero bella!!boh, forse comprano roba avariata!no dai scherzo! Cmq il libro di Mentheour non è nulla di particolare, mia particolare opinione!saluti
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/06/2005 alle 13:54
avevo letto già da un pò un breve sunto di queste "rivelazioni" di Gaumont e penso nn ci sia niente di troppo scandaloso,per chi sa cosa in quegli anni succedeva nello sprort...

di certo nn è meno scandaloso di un sito che riporta sempre e solo la facciata voluta di una medaglia con moltissime sfaccettature.....

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 16/06/2005 alle 14:07
Pirata e Max vedo che la pensate come me , mi fà piacerecmq nn è tutto brutto nel ciclismo , io ci lavoro e le emozioni che ti arrivano quando ti dedicano una corsa o ti abbracciano dopo una vittoria men che meno quando piangono per aver buttato al vento un risultato ........beh !!
Credo che ogni spiegazione sia inutile.

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 16/06/2005 alle 14:33
Chi era quel leader della Castorama 1995 secondo voi?
 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 16/06/2005 alle 14:39
De las Cuevas?
 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 16/06/2005 alle 15:45
Non mi dilungherò in concetti già espressi, al limite li raccoglierò tutti assieme un domani, come fece Leonida.
Tuttavia, benchè l’uso del doping attraversi senza distinzione categorie differenti di ciclisti, vorrei far notare come, curiosamente, exploit a cronometro e doping vadano a braccetto di grande accordo.
Come andasse De Las Cuevas a cronometro lo sappiamo tutti, no? Lo stesso Gaumont nel 1997, anno in cui vinse la Gent Wevelgem, arrivò terzo pure in una cronometro del Tour de France.
Millar campione del mondo a cronometro, Hamilton oro olimpico a cronometro, Perez Fernandez vince due cronometro della Vuelta 2004 com già Nozal ne vinse due nella Vuelta 2003.
Hondo vince la cronometro del giro di Murcia.
Permettete allora che il sottoscritto, pur sapendo che la farmacologia investa trasversalmente tutto il mondo dello sport, e del ciclismo, ritenga che, se non è possibile fare distinzioni di natura etica, è tuttavia possibile fare distinzioni sulla falsificazione dei valori sportivi espressi.
E i valori espressi dal ciclismo a cronometro sono i più bugiardi in assoluto.
Saluti.

 

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Davide

 
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Livello Tour




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Registrato: Mar 2005

  postato il 18/06/2005 alle 15:17
Aranciata, la penso esattamente come te.
A proposito, c'è un corridore che non è mai andato forte a cronometro e che quest'anno le vince... Spero tanto di sbagliarmi, perchè è un fuoriclasse ed un ragazzo d'oro, però mi piacerebbe che contro il tempo andasse un po' più piano.

 
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