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Purtroppo un'altra morte sulle strade del ciclismo
Helios - 15/06/2005 alle 16:48

Riporto dal sito cycling4all: Very sad news is the sudden death of Alessio Galletti (Ita-Nsm) after a cardiac arrest during a race in Spain (Sporza) Condoglianze a tutta la famiglia e a tutti coloro che lo conoscevano. Ora è in cielo a correre con il Pirata sulle montagne di Dio.


Sissy - 15/06/2005 alle 16:52

Oddio come sono rimasta di sasso!!! Conoscevo Galletti e sono rimasta sconvolta nell'apprendere questa notizia. Vorrei esprimere anch'io le mie più sentite condoglianze a tutta la famiglia.


marco83 - 15/06/2005 alle 17:00

Accidenti, che notizia da choc! :o :o Condoglianze anche da parte mia alla famiglia dello sfortunato Galletti... :(


stellinaale - 15/06/2005 alle 17:03

ma alessio galletti che correva nella naturino sapore di mare?mi pare o era toscano?.....cmq condoglianze....


stress - 15/06/2005 alle 17:05

Sono veramente dispiaciuto e anch'io esprimo le mie condoglianze alla famiglia di Galletti. Spero che adesso non esca il solito avvoltoio che specula sulla morte di qualcuno per sparlare ed attaccare tutto e tutti. Un addio e un applauso a Galletti. :clap::clap::clap::clap::clap:


faxnico - 15/06/2005 alle 17:16

Galletti è morto??? :o:o Oh mio dio... condoglianze alla famiglia ma è una notizia assolutamente sconvolgente. Uno dei migliori gregari del Cipolla... e ve lo ricordate alla Due Giorni Marchigiana 2003 in maglia Saeco come le suonò a tutti in salita? Porca miseria... :OIO


Monsieur 40% - 15/06/2005 alle 17:24

Terrificante, notizia sconvolgente. Ricordo le parole di Daniele Colli nel Diario del Giro del Trentino: <>. Condoglianze sentite alla famiglia del povero Alessio. Riposa in pace.


laperla - 15/06/2005 alle 17:33

15/06/2005 Dramma in Spagna: muore Alessio Galletti Il ciclista Alessio Galletti e' morto oggi mentre partecipava alla XXIX edizione della 'Subida al Naranco', nelle Asturie, secondo quanto hanno annunciato fonti della organizzazione della corsa citate dai media. Galletti, 37 anni, nato a Pisa, del team Naturino-Sapore di Mare, ''e' rimasto senza respiro'' a 15 chilometri dalla fine, quando saliva a La Manzaneda. Il ciclista e' stato portato all'ospedale centrale delle Asturie, dove non si e' potuto fare niente per salvargli la vita. [img]http://www.cyclingteam.net/atleti/galletti.jpg[/img] Essendo amica con La Naturino, vi dico solo che la squadra é sotto shock...Valerio non ha parole... Condoglianze alla famiglia di Alessio....addio grande!!!


faxnico - 15/06/2005 alle 17:44

Un'omaggio ad un professionista esemplare, serio e di grande esperienza. Ho raccolto qualche foto, un servizio rai sull'ultima sua vittoria ed un breve riassunto della sua carriera a questo link (http://www.cyclingmania.net/web/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=8969#8969). Se qualcuno le riporta pure qui mi farebbe un favore.


laperla - 15/06/2005 alle 17:58

come da te chiesto faxnico... [img]http://img63.echo.cx/img63/6499/galletti7vm.jpg[/img] [img]http://www.photodecola.it/Figurine/GALLETTI-IMG_5973.jpg[/img] [img]http://www.cyclingnews.com/photos/2001/jan01/tdu2/gallettiafter6.jpg[/img]Dopo la vittoria nella 6^ tappa del Tour Down Under 2001 riporto anche l'articolo: Alessio Galletti (Naturino - Sapore di Mare), pisano di Cascina, 37 anni, è morto in seguito ad un'attacco cardiaco durante lo svolgimento della Subida al Naranco, in Spagna. Notizia veramente sconvolgente. Uno dei gregari più esperti e professionali in circolazione... buon amico del Cipolla col quale ha militato per diverse stagioni. Ha militato fin dal 1994 in formazioni di un certo spessore come la Lampre-Panaria, la Domina Vacanze, l'Amore e Vita, la Ros Mary ma soprattutto la Saeco, con la quale ha corso dal 1998 al 2003. La sua ultima vittoria risale alla 2 giorni marchigiana 2003 (il servizio Rai), dove sotto una tormenta di sole stracciò letteralmente tutti con un'impresa stratosferica. In precedenza aveva vinto una tappa del Tour Down Under (2001) e una al Tour de l'Ain (1998). Condoglianze sentite alla famiglia da parte di tutti gli utenti del sito.


faxnico - 15/06/2005 alle 18:00

Sapete se aveva figli? :(


Pantanì - 15/06/2005 alle 18:09

E' una notizia sconvolgente ed è terribile pensare che sia morto in un modo assurdo. L'unica cosa che possiamo dire e che è scomparso sul campo, in sella alla sua amata bici, come un eroe di battaglia. Condoglianze alla famiglia. Ciao Alessio!! :(:(:(:(:(:(:(:(


laperla - 15/06/2005 alle 18:22

aveva già un figlio, la moglie ora aspetta una bimba, é di circa 6-7 mesi...


Guglielmo Tell - 15/06/2005 alle 18:26

:(:(:(:(:(:(:(:(:(:(:(:(


Bahamut - 15/06/2005 alle 18:26

Condoglianze a tutta la famiglia Galletti


raggio - 15/06/2005 alle 18:30

codoglianze a tutti i familiari


Popo - 15/06/2005 alle 18:34

Infinite condoglianze alla famiglia..... Si rimane senza parole di fronte a tragedie simili... ti vogliamo ricordare cosi :IoI:IoI:clap::clap:


Monsieur 40% - 15/06/2005 alle 18:39

Dal sito ufficiale della Naturino-Sapori di Mare: http://www.cyclingteam.net/news.php?id=868 [b]15-6-2005 E' morto in Spagna Alessio Galletti[/b] Durante la XXIX edizione della Subida al Naranco il nostro Alessio Galletti ha perso la vita. Il ciclista della Naturino-Sapore di Mare lascia un figlio di un anno e la moglie Consuelo, in attesa del secondo bambino. Galletti, nato a Pisa il 26 marzo 1968, si è staccato dal gruppo a 12 km dall`arrivo, sul tratto iniziale della salita che porta al Santuario della Manzaneda a causa di problemi di respirazione. Poco dopo si è accasciato a terra; inutile la corsa all`ospedale di Oviedo. Galletti è deceduto in ambulanza durante il trasporto. Le cause della morte saranno comunicate dopo l`autopsia che si effettuerà giovedì mattina. Sabato la salma dovrebbe rientrare in Italia. Il team manager Vincenzo Santoni, i diregenti, sponsor e corridori, addolorati e costernati, si stringono alla famiglia Galletti per la sua improvvisa scomparsa. [img]http://www.cyclingteam.net/intranet/pub/putimgart.php?id=868&n=2&ulev=cycling[/img]


gigio83 - 15/06/2005 alle 18:44

sono rimasto senza parole... mi associo alle condoglianze fatte alla famiglia dello sfortunato atleta


superalvi - 15/06/2005 alle 18:49

queste notizie lasciano senza parole sentite condoglianze alla famiglia e alla naturino


Pirata x sempre - 15/06/2005 alle 18:55

Grande cordoglio per l'assurda scomparsa di un grande professionista che da più di dieci anni onorava al meglio il suo mestiere,una vera tragedia che addolora,sconvogle e lascia interdetti... ....condoglianze a tutti i familiari ed a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona per un dolore che ci accomuna tutti! :( :( :(


violetta - 15/06/2005 alle 19:22

la loro vita appesa ad un filo...Ciao Alessio!:(


maxspeed2 - 15/06/2005 alle 19:27

riporto un articolo sulle qualita' di alessio In ogni squadra che si rispetti ce ne è uno: l’uomo di fiducia del direttore sportivo. L’uomo esperto in grado ti tenere unito il gruppo, di stare vicino ai capitani nei momenti decisivi, di dare consigli ai corridori più giovani. Nel Team Saeco c’è Alessio Galletti, trentacinquenne toscano di Cascina, a ricoprire brillantemente questo ruolo. Lo abbiamo incontrato nel ritiro della Saeco, nell’ambiente in cui il suo ruolo risulta fondamentale per creare all’interno della squadra quel clima di intesa che deve durare per tutta la stagione. “Gallo” ci racconta di sé partendo dagli affetti più cari: “Sono sposato da sei anni con Consuelo. Non abbiamo ancora figli; a rendere la nostra casa più allegra ci pensano per ora un cane, Dolly, ed un gatto persiano che si chiama Lunedì come il giorno in cui lo regalai a mia moglie in occasione del nostro anniversario. Siamo una coppia molto affiatata che sta seriamente pensando all’idea di avere un figlio. Finora ci siamo dedicati molto ai nostri impegni, ma l’anno prossimo Consuelo passerà al part-time, pur continuando nel suo lavoro di arredatrice, in modo tale da poterci permettere di crescere al meglio il bambino che abbiamo in progetto di avere.” Anche nel tempo libero Alessio dà l’impressione di un ragazzo con la testa sulle spalle: “In casa proprio non riesco a stare: quando non sono in bici, amo passare il tempo con i miei amici. Siamo un bel gruppo affiatato: ci conosciamo da quando eravamo bambini. Non abbiamo passioni particolari, ci godiamo il tempo che trascorriamo assieme.” Un ragazzo tranquillo, dunque, che in gara fa della tranquillità una dote importante per leggerne i momenti decisivi: “Credo di essere una pedina importante per i vari capitani nelle situazioni cruciali delle corse. In più di dieci anni di carriera ho acquisito tanta esperienza: stando accanto ai grandi campioni si impara molto ed io ho avuto la fortuna di correre spalla a spalla con Fondriest, Tonkov, Cipollini, e ora con Simoni. Cerco di trasmettere la mia esperienza ai compagni più giovani, che pur ricoprendo un ruolo di punta all’interno della nostra squadra, possono sbagliare per il troppo entusiasmo dovuto alla loro giovane età.” “Anche se non avrò mai copertine sulle riviste specializzate o grandi foto sui quotidiani, ho un ruolo assai importante e ne vado orgoglioso: essere il tramite tra i direttori sportivi ed i capitani nei momenti cruciali delle gare è un compito carico di responsabilità. E’ un ruolo che mi sono costruito con il tempo. Da dilettante ho vinto qualche corsa, ma appena passato professionista ho saputo capire i miei limiti ed il ruolo che potevo ricoprire in questo sport. Nel ciclismo o sei un vincente, o uno che si mette al servizio della squadra: non credo possano esistere vie di mezzo. Vedere vincere un compagno quando so di aver fatto bene il mio lavoro mi ripaga di tutti i sacrifici che faccio in allenamento come in gara. A volte sto talmente bene che potrei giocarmi le mie carte, ma è tale l’abitudine al ruolo che risulta difficile vestire di colpo i panni del protagonista e cercare la vittoria.” A trentacinque anni per uno sportivo è tempo di bilanci, ed Alessio traccia il suo, scoprendolo positivo: “La mia carriera mi ha regalato soddisfazioni immense: a soli ventiquattro anni, al secondo anno da professionista, ho fatto la mia parte nella vittoria di Tonkov al Giro d’Italia. Algeri ebbe il coraggio di inserirmi in squadra, nonostante vi fossero corridori ben più blasonati di me, ed io riuscii a ripagarlo con un rendimento che seppi mantenere alto per tutta la durata del Giro. Come dimenticare poi le vittorie ottenute con il grande treno rosso della Saeco ai tempi di Cipollini”? “Cipollini era un capitano carismatico che sapeva caricarti al meglio per la gara, un professionista serio: allenarsi con lui era come essere in gara. Ma in albergo la sera, una volta staccata la spina, vivevamo situazioni assolutamente divertenti. Con gente simpatica come Calcaterra era una risata continua”. Ma in una carriera ormai decennale si vivono anche momenti difficili: “Di situazioni imbarazzanti ne ho vissute più di qualcuna. E’ deprimente quando in gara fai tutto a dovere e trovi comunque qualcuno più forte di te in grado di batterti. Ma la circostanza più critica, nella quale siamo stati comunque bravi a tenere unito il gruppo, credo di averla vissuta lo scorso anno al Giro d’Italia: solo una squadra affiatata come una famiglia poteva venir fuori da una situazione brutta come quella in cui nostro malgrado eravamo piombati”. La Saeco di quest’anno è una delle squadre GS1 dall’età media più bassa ed i corridori meno esperti non mancano di rivolgersi al “Gallo” per qualche consiglio prezioso: ”E’ bello vedere che mi ascoltano. Sono ragazzi in gamba: sulla carta Bucciero e Cunego hanno davanti a loro un futuro assai roseo. Damiano è già al secondo anno con noi e mi sembra che nella prima stagione abbia imparato già molto. Bucciero mi ha fatto subito un’ottima impressione, è umile e capace di far subito gruppo: a tavola si è subito seduto accanto a noi “vecchi” entrando in sintonia con noi. Con un solo aggettivo, lo definirei brillante. Infine non dimenticherei Bertagnolli, arrivato in punta di piedi lo scorso anno, ha saputo subito dimostrare il suo grande valore nell’affiancare Simoni in salita”. La corsa più bella? “La Milano Sanremo. Ne ho fatte sei: affascinante. Parlando di corse a tappe, naturalmente il Tour de France: basta arrivare a Parigi sotto l’arco di trionfo, circondato da migliaia di persone in festa, per sentirti ripagato di tremila e passa chilometri di sofferenza”. Ma non è detto che la Grand Bouche sia per Alessio solo un ricordo: la presenza della Saeco al Tour de France è stata ufficializzata e chissà che Simoni e Di Luca non abbiano bisogno dell’esperienza del “Gallo” per lasciare il segno nella corsa che lo scorso anno li escluse ingiustamente…


cyclingchecco - 15/06/2005 alle 19:49

Ho appreso molto casualmente da un altro forum. Ora leggo qua e là in attesa di parole adeguate, che probabilmente son difficili a far uscire. Addio a un altro nostro amico, amico di tutti, in quanto grande appassionato del nostro fantastico sport :(


Donchisciotte - 15/06/2005 alle 19:53

Mi dispiace molto per Galletti. Spero che la sua famiglia non debba subire il doppio dolore già toccato a quelle di Zanette o di Signorini : quello della morte della persona cara e quello delle insinuazioni sulle cause della morte. Spero che le esperienze del passato renderanno un po’ più moderati i tanti pronti ad attribuire senza dubbi questa morte al doping, fino a questo momento per nessuna morte è stato possibile stabilire, senza ombra di dubbio, che fosse dovuta , per causa esclusiva, al doping. So che non sarà così e che già prima dei risultati degli esami autoptici ci sarà chi non avrà che certezze da brandire, il risultato sarà solo infangare la memoria di una persona e non sfiorare nemmeno i modi per mettere un freno al doping. Ma l’importante è fare sensazionalismo e scandalismo, la lotta seria, senza escandescenze e sensazionalismo, non è di questo paese. Un pensiero commosso per Galletti, ciclista non famoso, morto sulla strada.......


motocycling - 15/06/2005 alle 20:05

Ciao Alessio.:clap::clap::clap:


Alfea - 15/06/2005 alle 20:05

Ciao Gallo.. L'avevo visto domenica scorsa in Corso Italia, nel centro di Pisa mentre spingeva il passeggino con il piccolo figlio.. Questa notizia mi ha fortemente scosso e sono molto dispiaciuto, nel gruppo ben voluto da tutti, ciao Alessio.


Teo78 - 15/06/2005 alle 20:37

Mi dispiace tanto. Faccio le mie condoglianze alla famiglia. R.I.P. Alessio. :(


Meg - 15/06/2005 alle 21:05

Ho appena sentito la notizia al tg... :( Sono sconvolta!! Un'altra morte improvvisa, assolutamente inimmaginabile, un vero fulmine a ciel sereno... Mi dispiace moltissimo per lui, per sua moglie, per il figlioletto e per la bimba in arrivo. Mi unisco anch'io alle condoglianze.


marco83 - 15/06/2005 alle 21:16

Se penso poi a quella povera creatura che sta per nascere e che non conoscerà mai suo padre, mi si spezza il cuore... :(:(:(


Seb - 15/06/2005 alle 21:41

Condoglianze a tutta la famiglia di questo ragazzo, un professionista esemplare che ha saputo mettersi a disposizione dei capitani.


janjanssen - 15/06/2005 alle 22:06

....................


aranciata_bottecchia - 15/06/2005 alle 22:15

Già, non ho parole nemmeno io davanti a questi drammi.


cyclingchecco - 15/06/2005 alle 22:37

Che strana quella che qualcuno chiama "macchina meravigliosa"... Un ragazzo che fino a 15 km dal traguardo correva tranquillo in gruppo.. improvvisamente si sfila, si stacca, rimane lì per terra e a nulla serve l'intervento dei medici. E' più sottile di quanto pensiamo il confine tra la vita e l'al di là. Se ce ne ricordassimo più spesso, forse non faremmo tante cavolate e penseremmo a ciò che è davvero importante. Filosofia a parte, mancherà in gruppo un ragazzo che ha sempre o quasi corso al servizio degli altri. Avrebbe lasciato l'attività a fine stagione ma avrebbe conosciuto quel figlio che tra pochi giorni nascerà e avrebbe realizzato quei progetti sul futuro che già aveva. Un altro campione, in bici come nella vita, ci ha lasciati. Pedaleremo un po' anche per lui...


El Diablo - 15/06/2005 alle 22:46

E' assurdo. E purtroppo questo tipo di morti nel ciclismo sono in netto aumento negli aultimi 5 anni.


gulliver - 15/06/2005 alle 23:40

ciao alessio... infinita tristezza per questa morte nel mio cuore


Vuelta Espana - 15/06/2005 alle 23:57

C'è poco da dire, restano solo lo sgomento e l'angoscia di fronte a una morte improvvisa e inspiegabile...fa male vedere succedere questo a un uomo giovane con tanto di famiglia...sentitissime condoglianze...


Knightlake98 - 16/06/2005 alle 00:21

Cordoglio per questo ragazzo. Il suo nome va ad aggiungersi a tanti altri. Da chi come Pantani e Jimenez ci ha lasciato per situazioni extra-ciclismo, a chi come Galletti (o Casartelli o altri) per situazioni di corsa. Fra le morti ricordo altri nomi (non le cause): Il portoghese Gomes, la promessa spagnola Miguel Angel Martin, e se non erro Nicola Panzeri della Scrigno. E poi Zanette... :OO:


ashbishop - 16/06/2005 alle 01:22

un ultimo omaggio a GALLETTI, bravissimo e simpaticissimo ciclista, gentile, sempre disponibile anche ad un semplice saluto...... :clap::clap::clap: :italia:


alu - 16/06/2005 alle 07:21

...................


newcastle - 16/06/2005 alle 08:42

Condoglianze sentite. Lassu ci guarderai assieme al pirata...


marc - 16/06/2005 alle 09:00

Tutti noi, senza volerlo, tendiamo a rimuovere la consapevolezza che possano accadere tragedie di questa portata, spinti dalla passione per tutti gli sport e per questo grande sport in particolare.... poi, ci ritroviamo attoniti e completamente impreparati di fronte all'assurdità di questi eventi!! Un pensiero alla famiglia!:(


gigio83 - 16/06/2005 alle 09:27

mi ricordo che nel giro del 1999(ma forse sbaglio anno),l'anno in cui Enrico Lucci faceva il t-giro,le strade del giro erano piene di striscioni ineggianti ad Alain Turicchia;in gruppo,durante le prime fasi di una tappa,stufi di cartelloni per Turicchia,tutti si misero a cantare: "Galletti ale`-ale`"....da quel giorno anche lui ebbe qualche triscione in quel giro... io voglio ricordarlo cosi`,sorridente mentre tutti i suoi compagni di fatica gli dedicano il motivetto...


ruotalibera - 16/06/2005 alle 10:40

Perchè? Perchè si ferma il cuore di un atleta di 37 anni? Di un atleta professionista sottoposto a controlli medici obbligatori, rigorosi e da ripetersi più volte nel corso della stagione. Perchè?:( Addio Gallo :^o^


Frank VDB - 16/06/2005 alle 10:58

Riposi in pace. Le illazioni che scoppieranno anche questa volta su certi mezzi di informazione non ce lo riporteranno indietro. Condoglianze alla famiglia, soprattutto ai due piccoli.


Fansclub Daniele Colli - 16/06/2005 alle 11:01

Daniele Colli e tutto il fansclub porge le più sentite condoglianze alla famiglia di Alessio. Ciao campione


ciclgian - 16/06/2005 alle 12:13

Camminiamo continuamente su uno spartiacque che divide la vita dalla morte. Basta un attimo ed è la fine. Una preghiera per Galletti ed i suoi familiari.


cyclingchecco - 16/06/2005 alle 15:15

Questa mattina, prima di muovere la prima pedalata, ho rivolto un pensiero al nostro amico scomparso. Nel mio piccolissimo, dedico i 113 km di oggi alla memoria di Alessio e a tutti coloro che prematuramente hanno lasciato un vuoto nelle loro famiglie e nel mondo del ciclismo.


EugeRambler - 16/06/2005 alle 19:13

anche io oggi, pedalando come quasi tutti i giorni, ho pensato a galletti...è veramente triste qnd qlc se ne va, se poi è qlc che pratica lo sport che ami, in circostanze così assurde, lo sgomento prende il sopravvento su tutte le altre emozioni. posso solo dedicare la fatica che ho fatto oggi ad alessio e a tutti i ragazzi che per questa passione corrosiva hanno pagato un prezzo troppo alto. ciao alessio


Guglielmo Tell - 16/06/2005 alle 19:52

intanto la Naturino non ha preso il via nella Route du Sud


stress - 16/06/2005 alle 20:42

postato il 15/06/2005 alle 17:05 Sono veramente dispiaciuto e anch'io esprimo le mie condoglianze alla famiglia di Galletti. Spero che adesso non esca il solito avvoltoio che specula sulla morte di qualcuno per sparlare ed attaccare tutto e tutti. Un addio e un applauso a Galletti. Mi sbagliavo. Non c'è un solo avvoltoio ma uno stormo. Capodacqua anche oggi non si è smentito. Di nuovo Condoglianze. Un addio e un applauso a Galletti. :clap::clap::clap:


cyclingchecco - 16/06/2005 alle 20:53

Anche su un altro forum che frequento c'è chi già fa l'avvoltoio. Ecco come gli ho risposto (parlava dell'ennesima macchia in uno sport sommerso dal doping): "Macchia in uno sport sommerso dal doping??? Come al solito mi sento chiamato in causa in prima persona. C'è un ciclismo pulito, ci sono io e come me tanti altri che vanno in bici a pane e marmellata. Non è il ciclismo a essere sommerso dal doping... A limite sono i mediconzoli da strapazzo a sommergere e infangare il nostro amatissimo sport. E comunque, se vogliamo parlare di doping apri un thread a parte, qui dentro penso sia più giusto ricordare un corridore che ha... purtroppo letteralmente... dato la vita in corsa per aiutare i compagni; penso che sia giusto, per quanto ci è consentito, mostrarci vicini e porgere sentite condoglianze ai familiari. Facciamolo almeno questa volta, in segno di rispetto per una persona che non c'è più... e per tutta la categoria dei corridori... di chi ogni giorno si mette in sella e fa una fatica che i non addetti ai lavori non possono neanche immaginare." Più che altro leggevo televideo poco fa: l'autopsia ha stabilito che è deceduto per arresto cardiaco, ma ci vorranno 2-3 mesi per avere i risultati degli esami supplementari.... Premesso che se sono supplementari vorrei sapere se e da chi son stati richiesti. E comunque... cosa può cambiare?? La triste realtà rimane la morte del ragazzo, il resto non conta. O conta forse per chi pensa di dover infangare l'immagine di uno sport solo perché si chiama ciclismo... (Ma ricordate il calciatore del Camerun morto in campo lo scorso anno?? Non mi sembra si siano fatte controanalisi, processi o prelievi supplementari... e si è parlato solo della tragedia in se).


Guglielmo Tell - 16/06/2005 alle 20:56

io dico questo:doping o non doping,e' possibile che in uno sport di cosi' alto livello professionistico come il ciclismo nessun medico si sia accorto che Galletti aveva problemi cardiaci?


marco83 - 16/06/2005 alle 21:06

[quote][i]Originariamente inviato da Guglielmo Tell [/i] io dico questo:doping o non doping,e' possibile che in uno sport di cosi' alto livello professionistico come il ciclismo nessun medico si sia accorto che Galletti aveva problemi cardiaci? [/quote] Probabilmente lo sapevano eccome, ma l'interesse per la corsa e le vittorie spesso prevalica la salute dell'atleta, purtroppo... :nonono: Il fatto è che purtroppo questa poca efficienza da parte dei medici si verifica in moti sport, non solo nel ciclismo... Faccio gli esempi dei calciatori Marc-Vivièn Foe (nazionale camerunense) e Miklos Fehèr (ungherese del Benfica), morti per attacco di cuore dopo che già in precedenza gli furono riscontrati problemi cardiaci. La tristezza pervade tutto... :(:(:(


cyclingchecco - 16/06/2005 alle 21:07

Veramente se fino a 15 dall'arrivo era in gruppo, evidentemente stava bene... L'ho detto, la nostra è una macchina meravigliosa ma evidentemente anche molto fragile...


pedalando - 17/06/2005 alle 11:04

Mi aggiungo al cordoglio per la morte di uno sportivo. Secondo me il doping fa comodo a 3 categorie di persone: - quelli che barano per vincere (spesso fallendo comunque) - quelli che lo addebitano come calunnia verso chi regolarmente li batte - quelli che, facendo dei luoghi comuni la loro cultura, pretendono di giudicare tutto e tutti. Al mondo ci sono anche queste persone.


Donchisciotte - 17/06/2005 alle 14:44

Oggi Torquemada intervista un illustre cardiologo il quale gli spiega che , per la giustizia ordinaria, occorre che il doping sia l'unica ed esclusiva causa di morte per poter condannare qualcuno. Io sono anni che lo scrivo, infatti sono anni che qualsiasi inchiesta finisce con tutti assolti o con condanne irrisorie ( spesso neanche detentive) di chi patteggia perché non ne può più. Allora: il doping riguarda il 99,99% dello sport professionistico ( così chi vuole continuare a sognare può rifugiarsi in quello 0,1%), di questi alcuni ( molti ma molti meno che al petrolchimico di marghera, dove pure sono stati tutti assolti i dirigenti) muoiono. Per questi morti le autopsie scoprono sempre qualche cardiopatia congenita che può essere stata aggravata dal doping ma che non permette di dire che il doping è la causa unica, cioè con un nesso causale univoco,della morte ( così è stato per ciclisti, calciatori ecc.). Adesso su Galletti stanno tirando fuori che era coinvolto nell'inchiesta che ha portato al blitz del Giro 2004, l'inchiesta di cui si parla pochissimo sui giornali perché coinvolge qualche dirigente federale ( gestione precedente), qualche corirdore che ha animato il gran bel Giro di quest'anno e qualche compagno di squadra del ciclismo pulito della primavera di Praga ( oltre ad altri atleti di altri sport). Però si dice anche che quest'anno Galletti ha faticato ad ottenere l'idoneità medica a correre, probabilmente, anche per lui, ci sarà qualche problema cardiaco. Quindi parlare di doping nei termini in cui se ne sta parlando serve solo a sputtanarlo e a far finta di combattere il doping. Prendiamo atto che il doping riguarda il 99,99% (diciamo così) dello sport professionistico, che è un business colossale e globale per multinazionali e malavita, che non crea campioni dal nulla ( alla fine i campioni vincono e i superdopati che scrivono memoriali non vincono nulla) e cominciamo a pensare qualche modo più serio di affrontarlo che lo sputtanamento sui giornali. ma è pura utopia, tutto deve far finta di cambiare perché non cambi nulla.


kaisermax - 17/06/2005 alle 16:01

Ho le letto che il povero Galletti era affetto da qualche disturbo di cuore,tanto da tenerlo monitorato anche con l' holder. Suppongo si sia preso lui la responsabilità di correre, se un medico glielo ha permesso è un folle... Dubito che la morte sia imputabile al doping, visto che per stare nel gruppetto in una corsa in linea alla quale non chiedi nulla, spero non si debba ricorrere a particolari trucchi. Trovo inconcepibile che in una corsa di ottimo livello si debbano aspettare 40' per avere a disposizione un' ambulanza con medico e defribillatore, l' unica verità è che probabilmente sarebbe ancora vivo con soccorsi rapidi!


Pantanì - 17/06/2005 alle 16:20

Ho letto oggi sul televideo una cosa che mi ha lasciato davvero basito. Un corridore di una squadra spagnola ha dichiarato che la prima ambulanza che ha soccorso Galletti era senza defribrillatore, mentre la seconda, più attrezzata è arrivata solo dopo 40 min. quando non c'era più niente da fare. Ora io mi domando: se i soccorsi fossero stati il più tempestivi possibile si sarebbe potuto salvare la vita di questo Atleta con la A maiuscola? E come si permette che corse secondarie vengano messe in calendario quando ci sono tali carenze a livello organizzativo?


alu - 17/06/2005 alle 18:26

mah...ho letto che ha avuto x ben DUE volte difficolta´ a farsi rilasciare il benestare medico x correre. mi domando, anch´ io. come si fa, sulla scorta di tali fatti, a far correre ancora x l´ ennesima stagione,un corridore.


leo - 17/06/2005 alle 18:32

X Kaisermax Non puo essersi assunto lui la responsabilita' di correre.Per legge il medico deve rilasciare l'idoneita', e non puo farsi convincere da nessuno, nemmeno da l'atleta stesso a cambiare idea se pensa che non ci siano i requisiti per un' idoneita'


Vuelta Espana - 18/06/2005 alle 00:40

[quote][i]Originariamente inviato da Pantanì [/i] Un corridore di una squadra spagnola ha dichiarato che la prima ambulanza che ha soccorso Galletti era senza defribrillatore, mentre la seconda, più attrezzata è arrivata solo dopo 40 min. quando non c'era più niente da fare. [/quote] Ho letto sulla Gazzetta di oggi che praticamente in corsa c'erano solo due ambulanze, quella con il defibrillatore era nella parte più avanzata del gruppo, che era molto allungato tanto da coprire circa 8 km, e quando Galletti, che si trovava in fondo al plotone, si è sentito male, per evitare di far fare l'inversione all'ambulanza e farla andare contromano, hanno fatto accorrere sul luogo della tragedia la seconda ambulanza che stava nella parte finale del gruppo, e che era senza defibrillatore, in attesa che una terza ambulanza fornita di defibrillatore sopraggiungesse da un vicino ospedale, ovviamente con tutta la comodità. Lo so, non ci sono parole, è una vergogna.


BARTOLI74 - 18/06/2005 alle 14:20

[quote][i]Originariamente inviato da marco83 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Guglielmo Tell [/i] io dico questo:doping o non doping,e' possibile che in uno sport di cosi' alto livello professionistico come il ciclismo nessun medico si sia accorto che Galletti aveva problemi cardiaci? [/quote] Probabilmente lo sapevano eccome, ma l'interesse per la corsa e le vittorie spesso prevalica la salute dell'atleta, purtroppo... :nonono: Il fatto è che purtroppo questa poca efficienza da parte dei medici si verifica in moti sport, non solo nel ciclismo... Faccio gli esempi dei calciatori Marc-Vivièn Foe (nazionale camerunense) e Miklos Fehèr (ungherese del Benfica), morti per attacco di cuore dopo che già in precedenza gli furono riscontrati problemi cardiaci. La tristezza pervade tutto... :(:(:( [/quote] con galletti avevo scherzato per strada anche all'ultima granfondo citta' di lucca , io dico che oramai a 37 anni anche il fisico non era piu'a livelli eccezzionali.....poi la macchina umana e' un bel motore, ma quando il motore si inizia a truccare puo' andare anche fuori giri, nessuno si ricorda che fu' licenziato in tronco dalla saeco insieme ad un camionista sempre della stessa perche' trovato che trasportava sacche di sangue.....documentatevi se non vi ricordate


Deval - 18/06/2005 alle 14:59

Condoglianze sentite a tutti i familiari. Come sempre è difficile commentare la morte di un atleta mentre svolge la sua attività. Purtroppo (o per fortuna) nessuno di noi conosce quando arriverà il suo momento, per Alessio è arrivato mentre stava facendo quello che fa da sempre, andare in bicicletta. Difficile davvero trovare parole.