Board logo

bici e vita privata
zerowarp - 09/05/2005 alle 20:59

è da pochi anni che mi sono avvicinato a questo bellissimo sport, ma non riesco mai a renderlo compatibile con la mia vita privata.... trovo sempre una fidanzata che mi picchietta sempre le pa.... sempre a dirmi che la metto prima della bici.... voi come fate??


tuborgdiesel - 09/05/2005 alle 21:01

Metti un seggiolino davanti...così le fai vedere fisicamente che lei sta davanti a tutto:)


zerowarp - 09/05/2005 alle 21:09

[quote][i]Originariamente inviato da tuborgdiesel [/i] Metti un seggiolino davanti...così le fai vedere fisicamente che lei sta davanti a tutto:) [/quote] eh eh eh eh!!! sei un genio!!! penso che lo farò


ruskita - 09/05/2005 alle 21:23

Zero, ma voi uomini non è che siate tanto diversi...! Ma è possibile che proprio non ci capiscano...??? Io però in effetti ci metto del mio... Quando mi dicono che metto sempre la bici davanti...rispondo che è proprio così!!!:cool:


gigio83 - 09/05/2005 alle 21:40

la mia ragazza mi ha "preso" con la passione della bici,lo sapeva...ma ha scelto ugualmente di "prendermi"....


Lu Sbroga - 09/05/2005 alle 23:08

La mia ragazza lo sa che sono malato e quindi ci sta, certo a volte delle discussioni ma alla fine la spunto sempre io.:^o^:Od::bll:


Vuelta Espana - 09/05/2005 alle 23:54

E' dura caro Zero...e te lo dico per esperienza personale...se chi ama il ciclismo trova qualcuno che non condivide questa passione, ha la vita (privata) davvero dura! Purtroppo è così, non si riesce ad accettare che abbiamo in testa anche un altro "amore"...eppure...io non mollo questa passione! E se lui non si adegua....non fa per me....:(:OIO


Knightlake98 - 09/05/2005 alle 23:58

bravizzima Vuelta!!!!:Old::podio::OO:


WebmasterNSFC - 10/05/2005 alle 01:05

Eheheh... la bici per me è una droga... per cui posso affermare che anche la mia ragazza è diventata tossicodipendente... ora corre pure lei!!! :IoI


EugeRambler - 10/05/2005 alle 01:09

la mia ultima ragazza mi ha mollato perchè i pomeriggi non uscivo con lei, ma con il mio amore con due ruote...che ci volete fare? troviamocene una malata come noi!


alu - 10/05/2005 alle 06:58

da quando siamo insieme lei e´ diventata una assidua telespettatrice. accetta la bici.e´ super gelosa della sua mtb. ha sempre paura che gliela tocchi.. solo quando smonto la catena sul pavimento vicino al salotto... :grr:


tondani - 10/05/2005 alle 10:50

La mia ragazza si è lamentata per anni che avevo sempre i peli fatti nelle gambe (per l'amante, come la chiama lei) e la barba sempre di tre giorni in faccia. Di praticare bici proprio non ne vuole sapere, dio, come invidio un mio amico che ha la moglie più fanatica di lui! Devo però dire che Marina si è sciroppata diverse corse dal vivo tra tappe al Giro, Parigi Roubaix e Liegi sopportando le mie intemperanze... e oramai si è resa conto che se non pedalo divento irascibile e stressato, per cui ultimamente accetta di buon grado le mie uscite (dice che alla sera si sente dalla voce se ho fatto l'uscita oppure no). Il dramma sarà quando andremo a vivere insieme! Mah! :?


eretico - 10/05/2005 alle 12:45

più appassionata di bici di me, mi ha scaricato perchè rinunciavo alle competizioni per stare con lei


Ottavio - 10/05/2005 alle 12:48

La mia fidanzata ce l'ha con me perché penso alla bicicletta nuova invece di cercare casa per noi............ops! forse ha ragione!!!!!


pedalando - 10/05/2005 alle 13:46

Non vedo cosa ci sia di male ad avere (anche) un'altra passione. Ovvio che se la bici diventa l'unica cosa a cui si pensa e si trascura la moglie/fidanzata allora non va bene :nonono: Pero' anche il pretendere l'esclusiva cercando di negare una sana e genuina passione come e' il ciclismo mi sembra una cosa altrettanto brutta :Od: Queste donne meriterebbero un appassionato di calcio :Od: :bll:


tondani - 10/05/2005 alle 15:52

Raga, la mia idea che questo sia un bar sport di gente un pò frustrata è sempre più vera. :OIO Peccato che Stefano Benni abbia parlato tanto dei cacciatori e dei pescatori e zero di noi ciclisti. :cincin:


tuborgdiesel - 10/05/2005 alle 20:56

Caro Tondani...hai prorpio ragione...cihsssà che risate che ferebbe stefano benni a leggere questo thread!!! Anche se qualche riga dedicata ai ciclisti nel bar sport 2000 c'è...


frateroby - 10/05/2005 alle 23:36

Quando avevo 16 anni per far capire il mio amore ad una ragazza le dissi:-Pur di stare con te, perderei la telecronaca in diretta della Milano-San Remo. Mi credette ma messo alla prova, non mantenni la promessa. Il giorno dopo quando mi presentai da lei e mi disse che mi aveva perdonato, risposi che aprile avrebbe però proposto in sequenza Fiandre, Roubaix e Liegi alle quali non avrei in alcun modo rinunciato. La mia primavera non poteva andare d'accordo con l'amore, già rivolto allo sport delle due ruote.Meglio allora lasciar da parte il sentimento e propormi solo come "cacciatore di tappe". E' un anedotto che suscitava sempre le risate e le battute degli amici, ma ancora oggi quando mi capita di incontrare quella vecchia fiamma, mi rinfaccia sorridendo di averle preferito nel lontano 1978, la Classicissima di primavera.


Seb - 11/05/2005 alle 10:37

Una piccola precisazione: sul mitico Bar Sport di Stefano Benni c'e' un capitolo dedicato al ciclismo in cui si muore dalle risate!!! Il grande Pozzi (se non sbaglio) era il titolo... mitico il Giro di Germania con la tappa detta "Il Diagonalone": Lisbona-Sanpietroburgo...:D:D:D


Ottavio - 11/05/2005 alle 11:27

Seb hai ragione il racconto di Benni sul ciclismo contenuto in Bar Sport fa piangere dalle risate! Mi sembra abbia scritto di ciclismo anche nel "Bar sotto il mare" altro libro di racconti di Benni. Comunque da buon bolognese Benni mette la bicicletta un' pò dovunque.


pedalando - 11/05/2005 alle 13:29

beh se parliamo di libri segnalo il godibilissimo: [b]Bici e Baci di Aldo Settia [/b]


mario82 - 12/05/2005 alle 02:50

Il mio amore per il ciclismo è cresciuto esponenzialmente negli ultimi tre anni, dal Giro 2003. L'amore per la mia ragazza dura da più tempo, giust'appena veder vincere Pantani il Giro ed il Tour. Era l'agosto del 1998 e il ciclismo lo seguivo per il Giro e per i Mondiali, niente che potesse intaccare un rapporto tra adolescenti. Poi siam cresciuti noi, son cambiate le cose, l'università ed il lavoro ha scisso gli impegni dell'uno e dell'altra, abbinando orari non sempre conciliabili. L'amore per il ciclismo è tornato vivo e lucente. L'amore per la mia ragazza non è mai scemato. Da febbraio, da quando questo magnifico sito mi ha dato l'opportunità di scrivere di questo magnifico sport, io sono cambiato: non mi basta più. Ogni volta si cerca la gara successiva, ogni fine tappa si raggiunge quella dopo, ogni volta si cercano risultati e corridori, anche solo per parlare, per scambiare impressioni. Lei mi guarda e fa: <>. Nulla di più vero. Prima litigata dopo Tivoli, 2a tappa della Tirreno-Adriatico 2005: esco da casa e vado alla tappa, dopo la tappa mi intrattengo con i corridori nell'albergo, con vari corridori, per svariate ore. Esco da Tivoli che sono le 21. Vado a casa e mangio. Vengo sul Forum e scrivo di quanto è successo. Non la chiamo e non vado da lei, andrò domani. Litigata, contenuta. Seconda litigata dopo Roma, G.P. Liberazione 2005: esco la mattina e vado alla corsa, mi incontro con laperla e con bauschan, con TEKA, con Pirata e con Cyclingchecco, ci vediamo la corsa. Senza laperla e TEKA, di rientro, decidiamo di far vedere Roma, a mo' di ciceroni, alle due ragazze. Andiamo a mangiare ad Ariccia la sera. Torno a casa alle 5 del mattino. Non la chiamo e non vado da lei, vado domani. Poi domani c'è il Milan in semifinale. E non vado neanche domani. Litigata, contenuta con "patto di non belligeranza" (il 29 parto per la Toscana, ndr). Ora, per fortuna, le cose migliorano un pochino, anche perchè (spero) ci si dovrà abituare. Comunque, anche se magari dalle due litigate lei ha pienamente ragione, il gruppo della Milano-Sanremo può testimoniare a mio favore dell'assoluta buona fede e dell'amore che nutro nei suoi confronti. Ora, Giro d'Italia dal 21 al 29 maggio: terzo round?! No... spero proprio di no... :D :D


tondani - 12/05/2005 alle 08:55

Seb, ma parli di "Bar Sport" del 1970 o di "Bar Sport 2000"? SInceramente mi manca questo episodio ma se c'è adesso me li vado a rileggere. Sempre per ciclismo e vita privata: il mio sogno recondito (non ditelo in giro) è di organizzare - se mai un giorno ne avrò il potere - una bella coppa Cobram per tutti i colleghi e i sottoposti. Ma nella mia versione farei gareggiare anche il Rag. Calboni, sia pure con tutte e due le braccia ingessate. Filini no, cieco com'è farebbe cadere tutti. Con questa spero che almeno oggi possiate guardare con occhio diverso i vostri colleghi... buona giornata.:crazy::crazy:


Meg - 12/05/2005 alle 10:11

Non so se vi può interessare, ma riporto qui un articolo di qualche anno fa che ho trovato x caso su internet proprio l'altro giorno: contiene i commenti e i punti di vista di alcune mogli di ciclisti (o ex ciclisti) professionisti. Ehm, avverto che l'articolo è interamente scritto in Spagnolo, ma credo sia comunque comprensibile. [i] " MUJERES EN UN MUNDO TESTICULAR Las esposas de los ciclistas están habituadas a vivir un matrimonio poco convencional, a conocer de cerca el miedo y las ausencias. Pero son el respaldo de sus maridos en una carrera arriesgada y breve. Cuatro de ellas relatan su experiencia. En un mundo tradicionalmente macho y testicular como es el del ciclismo, la presencia femenina ha sido considerada desde antiguo bien como reposo del guerrero, bien como un elemento perturbador que traía consigo los estigmas si no del pecado, sí de lo socialmente incorrecto. Ya los viejos manuales de preparación de principios de siglo aseguraban sin empacho que "la mujer es el mayor enemigo del ciclista", una premisa que si bien hoy en día nadie se atreve a mantener abiertamente, sí sigue teniendo una vigencia latente y soterrada. Que a pesar de su evolución social el ciclismo, o mejor su entorno, sigue manteniendo un cierto tufillo machista es algo en lo que están de acuerdo cuatro jóvenes mujeres, esposas de cuatro destacados ciclistas del pelotón internacional. También coinciden en que estar casadas con un ciclista acarrea aceptar una vida que escapa de lo convencional y que, las más de las veces, implica la renuncia a una carrera profesional propia en favor de la de sus cónyuges. Daría García. Madrileña de 26 años, esposa del ganador del Giro de Italia de 1996, el ruso Pavel Tonkov. Licenciada en Derecho, Daría lo tiene claro. "Vivir con un ciclista se aleja de lo convencional. Ellos pasan poco tiempo en casa y cuando llega la temporada llevan una vida muy estricta en la que tienen que cuidarlo todo: la alimentación, las salidas nocturnas, la ingesta de alcohol, los ambientes cargados, etcétera, etcétera. Y así de domingo a domingo, sin ninguna excepción. Está claro que no llevamos una vida de pareja normal, pero tenemos que sacrificarnos porque su vida profesional es muy corta. Entonces, las mujeres estamos ahí para apoyarles y darles estabilidad. A cambio, y hablo ya de mi marido, Pavel, él está siempre pendiente de mí y de nuestro hijo. ¡Si hasta en ocasiones, después de los entrenamientos, me trae un ramo de flores! Además, en nuestro caso las cosas son más complicadas porque hemos llevado una existencia nómada, viviendo primero en Italia y ahora en España. ¿Trabajar? Yo trabajo en mi casa, que ya es bastante. No ejerzo la abogacía para poder cuidar de Pavel y de Nicolás, mi hijo de tres años. De todas formas, pienso que ésta será una situación temporal, algo que cambiará cuando crezca el pequeño y mi marido deje de ser ciclista profesional". Ana Ferrer. También vive volcada en cuidar de su esposo, Fernando Escartín. A sus 27 años, esta mujer no oculta que todo su cosmos gira en torno a la ascética y minuciosa existencia de su marido: cenar a las 20:30 horas, no estar mucho tiempo de pie, y ese largo etcétera que antes citamos como el común denominador en la vida de estos deportistas. "Mi marido pasa unos 130 días al año fuera de casa y se sacrifica como nadie que no esté casada con un ciclista se pueda imaginar. Yo le acepto como es y no me paro a pensar en lo que gano o pierdo con esta vida. Cuando estás enamorada no comparas, sino que aceptas y compartes. Desgraciadamente no nos vemos mucho, pero no por eso concibo al ciclismo como un rival, ni deseo que Fernando deje de correr. Está mucho tiempo lejos de mí, pero eso no es un obstáculo porque, como todas las familias de los ciclistas, nos gastamos auténticas fortunas en hablar por teléfono. Luego, cuando está en casa, le gusta llevar una vida hogareña, arreglar cosas y también acompañarme al súper a hacer la compra. Y sabes, cuando estamos allí me siento orgullosa de que le miren. Al principio me daba vergüenza, pero ahora me pasa lo contrario porque comprendo que le admiran y valoran su sacrificio, y eso me gusta, aunque en la mayoría de las ocasiones a mí no me digan ni hola". Ana Otero. Casada y con un hijo de tres años, es la esposa de Ángel Casero, campeón de España en 1997 y 1998. A sus 29 años y como las demás mujeres con las que comparte estas líneas, Ana conoce sensaciones comunes como el miedo y la ausencia. "Creo que todas nosotras hemos llorado por ellos al menos una vez en nuestras vidas. No puede ser de otra forma. ¿Cómo voy a imaginar que a mi marido se le puede reventar un tubular bajando un puerto? Eso ni pensarlo, por eso yo lo pasé mal cuando Ángel se cayó en el Ventoux en el pasado Tour. Lloré porque estaba machacado por fuera y por dentro, pero también porque llevaba un año preparándose para esa carrera y todo se le fue por la borda en un momento... A mí me gusta este deporte, porque de hecho yo trabajaba como azafata en la Vuelta a España cuando conocí a Ángel, pero no por eso dejo de pensar que a veces es demasiado duro con ellos y con sus familias. Con ellos, porque entre competiciones y concentraciones está fuera de casa más de cinco meses al año, y con nosotros porque mi hijo se da cuenta de que falta su padre, duerme más intranquilo y baja al garaje a buscarle señalando su bicicleta. Angel también lo pasa mal porque sabe que se está perdiendo buena parte de la vida de su hijo, pero, en fin, lo acepta porque nadie ha dicho que ser ciclista sea una cosa fácil". Ana Kontos. Psicóloga de profesión, de 29 años, es la esposa de Dani Clavero, uno de nuestros ciclistas más internacionales, emigrante de lujo en el ciclismo italiano. Por su formación académica, ella enfoca su matrimonio con un ciclista profesional desde un punto de vista sensiblemente distinto. "Creo que el tipo de relación que llevamos hace que nosotras seamos diferentes. Al estar tanto tiempo separadas de nuestra pareja nos volvemos más independientes, más capaces de valernos por nosotras mismas. Luego, con nuestro marido, la relación se basa en generar ilusiones, creando sentimientos más maduros, de afecto y cariño, que están muy por encima de lo puramente pasional. ¿Ellos? Creo que por lo general los ciclistas son gente con mucha fuerza interior, metódicos y con gran capacidad de superación. Personas de un valor humano increíble. ¿Incultos? Bueno, ése es otro tópico sin fundamento. A Dani le gusta leer libros como los de Eduardo Mendoza, porque está claro que no se va a llevar al Giro las obras completas de Nietzsche". [/i]