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Autore: Oggetto: Gioventù mai vissuta: Oksana Baiul

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 28/04/2005 alle 09:56
Questo ritratto, scritto poco più di un anno fa, lo voglio dedicare a Violetta, per la sua gioventù, quella grinta nel difendere il suo idolo Marco Pantani e per l’evidente indole a conoscere che tanto mi ricordano la presenza, le domande, le emozioni di mia figlia sua coetanea.
Lo sport di riferimento, come ho annunciato nel thread su Villeneuve, è il pattinaggio artistico su ghiaccio, ma l’ellisse di Oksana Baiul, la protagonista, è da leggere per l’intimo piacere che l’allargamento del sapere ci dona, sempre.
Di questa grande figura, nessuno, in Italia, s’è mai preso la briga di raccontare e scavare, aldilà della fredda enunciazione dei risultati: un modo, a mio giudizio, di rendere opaco lo sport…..


N.B. Il testo è riportato dal file originale e non è stato corretto, quindi mi scuso per gli eventuali "strafalcioni".


GIOVENTU’ MAI VISSUTA: OKSANA BAIUL
Nessuno conosce la ragione, se non hai che sensazioni, lontani ricordi, vaghe immagini che scorrono come fantasmi davanti ai tuoi occhi e, dentro di te, lo sconforto dell’essere troppo giovane, per ponderare e capire, troppo vecchia per giocare. Sì Oksana, tu eri nata per dipingere un gesto, una figura che si moltiplicava in innumerevoli scolpite sull’aria, da porre in istantanea successione agli sguardi. Per essere artista, che lanciava ermeneutiche facendo palpitare i cuori nell’ammirazione e nei significati. Lì c’era tutta la tua voglia di vivere e di sorridere, perché nell’altro delle tue giornate, s’erano appassiti i fiori, incendiati i boschi e, lontane, le bambole di pezza, s’eran disciolte nei morsi dei cani.
Non c’eran tracce di te terrene, solo quel dipinto sull’aria inteneriva come un universale epigone e brillava sugli orizzonti riflessi dei sogni che donavi sugl’occhi di tanti. Nessuno poteva conoscere il tuo dramma, il tratto inverso al significato del tuo sublime pattinare. Il tuo resto, stava sotto quel ghiaccio che ti vedeva pittrice e acrobata, nel freddo della sua intensità, che ti colpiva ogni giorno di più e ti gettava schiaffi taglienti.
Si Oksana, la parola felicità, che si poteva falsamente intuire sui tuoi larghi sorrisi, era come un’aurora boreale, un effetto caleidoscopico del tuo voler sotterrare sentimenti contrastanti.
Non c’era serenità, perché ti mancava tutto quello che t’immaginavi accostandoti al mondo con gli idiomi dell’arte, ma tu sembravi ugualmente la farfalla che vola sui fiori. Non ti era compagna la tranquillità, perché dentro di te cresceva un fuoco che ti ustionava, come quel ghiaccio su cui dovevi giacere nell’arco continuo del tempo ove non danzavi.
Il tuo tratto è triste Oksana. Non può curarti o gratificarti il danaro guadagnato, lui il dio di molti, non ti può cancellare i fantasmi, quei ricordi sfumati ed impercettibili. Non ti libera dalle immagini goffe che, come tentacoli, cercan ti prenderti il cuore. Hai ventisei anni, solo ventisei anni, ma sembri lontana e vissuta più di un secolo per l’immensa densità dei doni che hai dato e per la soffocante angoscia che ti porti dentro da sempre.
Sì, tu sei Okasana Sergeevna Baiul, la pattinatrice di un biennio che intenerì il mondo, confondendo le visioni nell’istintiva ammirazione che si prova di fronte alla grazia di sublimi figure poggiate sull’aria. Sì, tu sei quella che si piroettava trasformando il corpo in una corda che si librava in volo, ed un velo nero, emotivo e lacrimoso, ci giunge dalla consapevolezza che hai cercato di distruggerti per dimenticare, che non hai mai potuto vivere altre oasi, aldilà del pattinaggio.
Oksana, il vento, disse un giorno qualcuno, non sa leggere, confonde, vien spontaneo aggiungere.
La luce c’è sempre, se saprai cercarla guardandoti allo specchio mentre provi a sorridere. La vita è una matrjoska come quella che hai vissuto nell’unico tuo ricordo percettibile nei contorni: ci siamo per provare emozioni e se non siamo in grado di viverle, camminiamo, ma non viviamo. Tu le provi Oksana, ed è quello che ti deve spingere a raccogliere ogni spicchio di luce. Che il tuo triste canto continui a vivere nella luminosità della tua grazia sul ghiaccio.


La vita di Oksana Sergeevna Baiul
Nata il 26 febbraio 1977 a Dnipopetrovsky, nell’Ucraina meridionale, Okasana fu abbandonata dal padre, quando aveva solo due anni. In seguito, questo perfido genitore, non ha mai cercato la figlia, anche quando costei si trovò a vivere con la mamma malata e la nonna materna, anch’ella in condizioni di salute precarie. Ambedue morirono a distanza di un paio di mesi l’un l’altra e la piccola Oksana, aveva appena compiuto tredici anni. Rimasta sola, perché il padre continuava ad ignorarla, andò a vivere presso la famiglia di Stanislav Korotek, il suo primo allenatore. Quando questi, nel 1992, emigrò in Canada, non poté portarsi presso colei che, nel frattempo, era divenuta una grande speranza del pattinaggio artistico su ghiaccio. Il divieto tassativo delle autorità ucraine, non lasciò il benché minimo spazio. Sola ed abbandonata da tutti, trovò “salvezza” nel collega più grandicello Viktor Petrenko, il quale, la segnalò alla sua allenatrice, Galina Zmievskaya. Oksana andò allora a vivere con la famiglia della sua nuova preparatrice, in quel di Odessa, sul Mar Nero.
Agonisticamente bruciò tutte le tappe, fino a divenire, a soli sedici anni, la miglior pattinatrice al mondo, ma la sua vita rimaneva un inferno e nemmeno la vicinanza delle figlie di Galina, troppo vicine a lei di età, potevano in qualche modo calmare le sue improvvise crisi di pianto e sconforto. La sua permanenza ai vertici mondiali durò due stagioni soltanto, perché in lei, l’opportunità di un precoce passaggio al professionismo, poteva significare vita nuova e, soprattutto, trovare quella luce che non aveva mai conosciuto. Ma la nuova dimensione, ed il conseguente trasferimento negli Stati Uniti, non portò i benefici sperati, e così, Oksana, sempre più vittima di crisi di sconforto e di cambi d’umore, cominciò ben presto a singhiozzare sui ritmi particolari della quotidianità misto-circense delle professioniste. Sul ghiaccio era sempre divina, ma molti appuntamenti li saltava, a causa delle sue cadute depressive, dell’alcol, nel frattempo conosciuto, e di amori occasionali vissuti tutti malissimo. Nel 1997, a vent’anni, fu vittima, senza gravissime conseguenze, di un incidente stradale causato, probabilmente, dal suo stato psicofisico e fu persino arrestata. Si riprese, ritornò a pattinare senza cancellare quelle visioni e quei fantasmi che la fecero ripiombare nelle braccia dell’alcol. Trovò la forza per una nuova speranza, regalata da una specifica raccolta di firme che le avrebbe potuto aprire le porte alle Olimpiadi del 2002. Si fece così ricoverare per quasi tre mesi, con lo scopo di seguire un programma terapeutico di uscita dall’alcol, ma lo stato della sua dipendenza fu tale da toglierle ogni velleità olimpica. Oggi vive, sembra senza alcuna ricaduta nell’alcol, fra le professioniste, alternando alle esibizioni, qualche approccio come allenatrice. In fondo ha solo ventisei anni.


La carriera agonistica della Baiul
Aveva quattro anni, quando il nonno materno, rattristato e commosso per le condizioni di vita della figlia e della nipote, rimaste sole e poverissime, regalò alla piccola Oksana, un paio di pattini usati. La bimba si affezionò morbosamente a quegli strumenti, unici fautori di gioco e di vita e sul ghiaccio cominciò ad illuminare. Vinse tutto quello che si poteva vincere in uno stato che, da granaio dell’URSS, si stava avviando alla crisi statale ed ideale del grande stato dei soviet. L’incontro con Stanislav Korotek, la spinse nell’olimpo delle ragazzine di sfera nazionale, ed al suo esordio fra le allieve, fu subito la più brava. Continuò a vincere fino ai campionati assoluti della CSI compresi. Partito Korotek, Oksana, subì un nuovo travaglio di vita, ma non si notò nulla sul ghiaccio, dove, seguita dalla nuova allenatrice Galina Zmievskaya, arrivò a trionfare, alla prima partecipazione e a soli sedici anni, ancora da compiere tra l’altro, nei Mondiali che si svolsero a Praga nel 1993. L’anno dopo, nel tempio nordico di Lillehammer, vinse l’Olimpiade, battendo la predestinata Nancy Kerrigan. Era la nuova dea del pattinaggio artistico, prendendosi quel testimone che le aveva lasciato la grandissima Katarina Witt.
Il suo repentino passaggio al professionismo, a soli 18 anni, consentì al pubblico, soprattutto americano, di vedere ancora i lampi di grazia e di acrobazie sul ghiaccio di questa autentica farfalla del freddo. Ma le sue vicissitudini private, non le han consentito continuità, anche se è ancora sulla breccia. Se riuscirà a trovare, nel futuro, quella discreta solidità di vita che viene annunciata, la vedremo ancora ai vertici. Magari, sognando, da Torino 2006.


OKSANA
I richiami sordi
le ombre che vedevi la notte
i pianti che furono tuoi
quando ti sedevi
sulla riva del fossato del cortile
con le manine sul volto
per non far vedere le lacrime
agli amici di giochi.
Il sole che non percepivi
i giochi ed i dolci
che ti eran preclusi
i singhiozzi di mamma
la sua sofferenza terribile
il volto triste di nonna
la bambola di pezza
perduta nello sconforto.
I sogni proibiti da subito
il vuoto della paura
dopo la gioia dei pattini
il ghiaccio tuo amico
nel successo e negli applausi
nelle grida che non sentivi.
Eri e sei senza aver vissuto
segno vero d’una esistenza
racchiusa in soli cinque lustri.

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Tour




Posts: 241
Registrato: Mar 2005

  postato il 28/04/2005 alle 10:42
Nei primi anni 90 la mia ragazza di allora era una superappassionata di pattinaggio artistico. E' uno sport molto bello, rovinato però dal fatto che spesso i più bravi non vincono (è così in troppi sport dove non conta il cronometro o il metro, ma il giudizio, più o meno imparziale dei giudici di gara...). Tra i pochi atleti che ricordo bene c'è Oksana Baiul. Mi dispiace molto che abbia avuto così tanti problemi nella vita.

Morris, trovo splendidi i tuoi ritratti di sportivi (e qui mi unisco a tantissimi altri tuoi fan, devo dire). Sai dare emozioni, non è facile. Grazie.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 28/04/2005 alle 18:18
Grazie!
Bèh, la tua ex non sarà mica un ex giudice di atletica leggera?

Dunque, sei di Imola? Un tempo, per un settore che potremmo definire opposto a quello sportivo, frequentavo ...le Grafiche Galeati.... e conoscevo bene un certo Gualandi (), poi ho conosciuto... Adamo Vecchi e non potrò mai dimenticare il compianto Diego Ronchini, nonchè quella simpaticissima figura felliniana di nome Italo e di cognome Mazzacurati...

Ciao Deval e grazie a te, di nuovo!

 

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Livello Tour




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Registrato: Mar 2005

  postato il 29/04/2005 alle 09:46
No, Morris, la mia ex non aveva nulla a che fare con l'atletica leggera.

Non ho conosciuto, se non di nome e di fama, i personaggi da te elencati. Mio padre conosceva bene Diego Ronchini, ma non per questioni legate al ciclismo .

Comunque anche tu se ho ben capito non sei di una località troppo distante da Imola .

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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Registrato: Oct 2003

  postato il 29/04/2005 alle 17:55
L'ex giudice di atletica a cui mi riferivo, è un'amica appassionatissima di pattinaggio artistico su ghiaccio. Tutte le volte che mi vede, mi chiede di raccontarle la storia di Ekaterina Gordeeva e di Sergei Grinkov....

Sono romagnolo Deval, abito a 44 chilometri ad est dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari....

Ciao!

 

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Livello Alfredo Binda




Posts: 1101
Registrato: May 2004

  postato il 29/04/2005 alle 23:37
Non seguo il pattinaggio su ghiaccio, ma fino a pochi mesi fa ricordavo il nome di due atlete: Katarina Witt e, appunto, Oksana Baiul!
Si poi c'erano anche Nancy Kerrigan (argento appunto a Lillehammer) e Tonya Harding...ma mi sono note più per una brutta storia che ha rovinato lo sport con un impatto mediatico che solo negli USA si poteva essere tale (e che, ahimè, si è propagato fino all'Italia).
Mi ero chiesto anche io che fine avesse fatto Oksana, ricordo che aveva 16 anni quando vinse le olimpiadi, mi aspettavo durasse più a lungo...poi è sparita!
Mi dispiace che abbia avuto sempre questi problemi, mi dispiace davvero. Certo una ragazzina di quell'età avrebbe meritato molto più affetto!

 

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"Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi", Mario Ferretti, Radiocronista Rai

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 30/04/2005 alle 01:35
Emiliano, a proposito di Tonya Harding, dopo la brutta storia con la Karrigan, la sua ellisse ha continuato a precipitare. Per guadagnarsi da vivere, ha dapprima posato nuda (forse ha fatto anche altro) per riviste da quattro soldi e poi, presa ancor più dal suo tormento, è salita sul ring, per partecipare al Celebrity Boxing, un'ennesima americanata che prevedeva incontri di pugilato fra celebrità cadute in disgrazia. Nel match che le è valso un bel gruzzoletto, Tonya è stata opposta a Paula Jones, l’ex impiegata dello stato dell’Arkansas, che fece causa a Clinton (quando era Governatore di quel territorio) per abuso sessuale, finendo per vincere quella farsa per KO alla terza ripresa.
Le ultime notizie sulla Baiul, invece, sono buone: continua ad esibirsi fra le professioniste, ma le cure l'han fatta ingrassare non poco e le speranze di vederla a Torino 2006 sono pressochè nulle. Ma almeno la sua vita, pare abbia imboccato una strada più tranquilla.

Ciao Emiliano e proficuo studio!

 

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