Morris
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postato il 19/03/2005 alle 20:15 |
L’attesa, a volte, supera la fantasia, l’emotività è palpabile ed facile lasciarsi trasportare, dimenticando il fulcro dell’avvenimento e quel mare di psicologia che coinvolge i protagonisti: le loro armi efficaci e le loro debolezze, le sensibilità, ed i timori. Poi c’è l’atto in sé, con le sue regole non scritte e, sovente, pure dimenticate, quei passaggi peculiari che si donano all’interpretazione e allo studio, con le volontà di non fermarsi ai semplici “perché”. Sono tratti del dipinto tridimensionale, da riprendere in ogni singolo segmento, di quella armoniosa bobina che ha trovato nido nella nostra memoria.
Marco Grassi, in questi giorni, ha superato i confini dell’evento Milano-Sanremo, imprimendovi del suo: dalla illustrazione della vigilia piena degli spunti creati dalla corte del fatto regale, fino alla cronaca, resa romantica e coinvolgente con i giusti passaggi della narrazione, componente su componente, protagonista su protagonista. L’odierno frutto del suo sublime lavoro di scultura, s’è levato maestoso poco fa, portando al lettore un veritiero e suggestivo zoom sul monarca Alessandro Petacchi, tanto buono e bravo quanto trionfatore, e sui contenuti di un evento ancor pieno di effetti sui nostri idiomi di appassionati.
Marco però, non s’è fermato alla poesia estemporanea, ma s’è ricordato d’esser un giornalista divulgatore, trovando modo di pizzicare le essenze della Milano Sanremo, senza dimenticare letture e riflessioni di costruttiva critica. Lo ha fatto fra le righe con signorilità, perché si possa capire senza abbandonare la passione che accompagna, come un penate, l’artistico gesto sportivo.
Da leggere ed incorniciare nei propri ricordi. (http://www.cicloweb.it/art279.html)
Chapeau!
Morris
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