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Inglese: lingua universale o forma d'imperialismo?
Subsonico - 13/02/2009 alle 15:14

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [/quote] è vero che siamo in regime, ma perchè dobbiam tornare agli anni 20'? Non bastava il poderoso scatto con Macchina Cervelo? ..:D [/quote] A me sembra una forma di rispetto per chi (come me) tale lingua non la conosce. Inoltre sta uccidendo tutte le altre (io ero iscritto all'associazione esperanto fino allo scorso anno, ma ormai mi sono arreso) :OIO [/quote] Continuiamo qua. (Thread n.8000!) Cominciamo da 'chi la lingua non la conosce'. Beh, dovresti sapere che i vocabolari italiani ogni anno assorbono una caterva di termini stranieri, soprattutto inglesi, tra i quali scometto ci sono anche i 2 sopra citati. Questo per la naturale evoluzione della lingua, che si reinventa, anzi KE si reinventa (pronto a scommettere 500 euro) che tra 50 anni sullo Zingarelli tale pronome si scriverà così) e assorbe le influenze esterne. L'inglese oggi è lingua predominante, perchè? Imperialismo inglese prima e americano poi? Certo, ma non spiega tutto. L'inglese è diventato lingua predominante e sopravviverà anche a un futuro capovolgimento dei poteri per la sua semplicità grammaticale estrema. Non c'è bisogno di esperanto (una solenne minchiata, a mio modo di vedere...un Frankstein senza capo nè coda). Non esiste una lingua al mondo, con un numero piuttosto limitato di caratteri, che abbia un lessico così limitato e una grammatica verbale così semplice. Mi stupisce che gli studenti italiani non riescono ancora oggi ad assorbirla, nonostante il bombardamento mediatico che subiamo.


lemond - 13/02/2009 alle 16:08

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [/quote] [/quote] [/quote] Continuiamo qua. (Thread n.8000!) Cominciamo da 'chi la lingua non la conosce'. Beh, dovresti sapere che i vocabolari italiani ogni anno assorbono una caterva di termini stranieri, soprattutto inglesi, tra i quali scometto ci sono anche i 2 sopra citati. Questo per la naturale evoluzione della lingua, che si reinventa, anzi KE si reinventa (pronto a scommettere 500 euro) che tra 50 anni sullo Zingarelli tale pronome si scriverà così) e assorbe le influenze esterne. >Certo che la lingua è un organismo vivo, ma lo sono anche i batteri e se si può tenere sotto controllo questi e quella credo sia cosa buona. Scommessa accettata, anche se non vedo alcun pronome :D. L'inglese oggi è lingua predominante, perchè? Imperialismo inglese prima e americano poi? Certo, ma non spiega tutto. L'inglese è diventato lingua predominante e sopravviverà anche a un futuro capovolgimento dei poteri per la sua semplicità grammaticale estrema. Non c'è bisogno di esperanto (una solenne minchiata, a mio modo di vedere...un Frankstein senza capo nè coda). Non esiste una lingua al mondo, con un numero piuttosto limitato di caratteri, che abbia un lessico così limitato e una grammatica verbale così semplice. Mi stupisce che gli studenti italiani non riescono ancora oggi ad assorbirla, nonostante il bombardamento mediatico che subiamo. [/quote] Il fatto che l'inglese sia semplice non lo discuto, né tanto meno che possa essere utile e facile da apprendere, ma chi non è più in grado di imparare a memoria per vari motivi, perché deve essere vessato da chi gli vuole imporre quella lingua senza ragione. Non mi vorrai dire che non si può fare a meno di "Trehad e di prewiev" (se si scrivono così)? Quanto all'esperanto era un modo, secondo me geniale, di salvare quasi tutte le lingue dall'estinzione (con conseguenza catastrofiche per la cultura). Poi non è riuscito, ma questo è un altro discorso. Ad es. fra i sistemi di registrazione per videocassette (fra i tre presenti sul mercato) si è imposto il peggiore: VHS.


Admin - 13/02/2009 alle 16:34

[i](Riporto dall'altro thread)[/i] Caro lemond, su questo punto sono abbastanza in disaccordo con te, in quanto non penso che i protezionismi di ogni genere servano troppo, men che meno in ambito linguistico, dove da sempre nella storia dell'uomo ci sono state lingue tra cui ci si sono state commistioni, e lingue che ne hanno soppiantato altre. È vero, l'inglese sta "uccidendo" altre lingue, perché è più facilmente plasmabile forse, ma soprattutto perché da un paio di secoli è la lingua di chi comanda nel mondo (prima la Gran Bretagna, ora gli Stati Uniti). Esattamente come successe al latino, che per secoli è stato la lingua franca imposta dal potere di Roma Antica, e il cui dominio è stato poi perpetuato per molti altri secoli dal potere temporale della Chiesa. Si tratta di dinamiche inevitabili e contro cui, a mio avviso, non vale la pena di affannarsi. E poi il concetto di inglese "lingua di tutti" è un po' come lo stesso esperanto, no? Se anche si imponesse e uccidesse sul serio le altre lingue (cosa che comunque non credo avverrà, così come l'italiano non ha ucciso le lingue "volgari" e popolari, ossia i dialetti), tutti i popoli della terra riuscirebbero a comunicare direttamente tra loro. Secondo me sarebbe un grande salto in alto di civiltà per questo pianeta.


Bitossi - 13/02/2009 alle 16:52

Ehm... l'argomento mi stuzzica, perché avrei dei lontanissimi trascorsi formativi in materia. Innanzitutto vorrei sfatare il mito che l'inglese sia una lingua "semplice", almeno per noi Italiani, e per il momento tralascerei il catastrofico livello dell'insegnamento delle lingue straniere nelle nostre scuole. Non ricordo dove, e farei fatica a trovare il riferimento, ma lessi anni fa di una "scala di difficoltà" nell'apprendimento delle lingue, in cui l'inglese, per gli Italiani, si situava in prossimità del cinese (non sto scherzando...). Fra l'altro questa scala metteva giustamente in evidenza come il fattore di difficoltà non fosse reciproco: ovvero, se è difficile per un Italiano imparare bene il cinese (o l'arabo), non è detto il contrario, perlomeno allo stesso livello. Intanto l'inglese ci costringe a "pensare" in modo diverso da quello a cui siamo abituati, sia dal punto di vista temporale sia spesso nella costruzione del periodo; inoltre ci fa articolare i suoni in una maniera che per un latino (e chi c'è di più latino degli Italiani?) risulta particolarmente indigesta e innaturale. Ecco spiegato in parte il perché del nostro ridicolo modo di parlare (e soprattutto comprendere...) quella lingua, spesso anche da parte di chi lo ha studiato per anni. La moglie di un mio amico, insegnante di inglese, a volte non capisce una sola parola di un film americano o inglese in lingua originale... ma qui c'entra l'insegnamento scolastico, ed anche universitario. Lo stesso però non succedeva con il francese, quando era la lingua più studiata nelle nostre scuole. Chiaro, il francese fa parte del nostro ceppo linguistico, e lo spagnolo ancora di più (non dimentichiamo che in Francia prevalse la lingua d'oil nei confronti della lingua d'hoc, che sarebbe stata una sorta di via di mezzo tra lo spagnolo e l'italiano...). Per quel che riguarda la terminologia nella lingua di tutti i giorni, sono parzialmente d'accordo con Lemond. Si potrebbe benissimo evitare di dire parole come "trend" o altre amenità, ed anche "computer", visto che quasi tutte le lingue europee hanno mantenuto le loro parole originali al riguardo. Sudditanza culturale e di costume, sicuro. Però non posso fare a meno di notare come l'Italiano, quando era la lingua più parlata nel Mediterraneo, impose il proprio lessico in diversi campi (primariamente la musica), e tali usi permangono al giorno d'oggi. Un musicista Americano dice e scrive "pianissimo", non "very soft"... :Od: Quindi, direi che per quel che riguarda terminologie tecniche e di settore qualcosa ci può stare, vista la supremazia tecnologico/commerciale dei paesi anglosassoni in questi ultimi decenni; basta però non esagerare e non arrivare ad obbrobri come "stakeholders" invece di "azionisti", e via dicendo... :D Riguardo a "post", "thread", ecc., anche se li uso spesso pure io (per "tirarmela" da iniziato), mi associo alla proposta di tornare a "messaggio" (o "intervento"), "discussione", ecc.


Subsonico - 13/02/2009 alle 17:05

Italianizzare i termini tecnici del forum sarebbe ingiusto però verso gli utenti stranieri, che non sono pochi...


lemond - 13/02/2009 alle 18:18

Per me l'inglese è "semplice" nel senso della grammatica, poi però non riesco a scriverne una parola senza errori :D. Non tengo a mente ad es. se si deve scrivere previeuw o prewieuv :mad: Per quanto riguarda i protezionismi, in genere sono anch'io contro, ma la lingua è un caso diverso e credo che il mio amico Admin sia troppo ottimista ed a questo proprosito riporto quanto scritto da un suo quasi omonimo, sul sito www.disvastigo.it da Administrator lunedì 17 dicembre 2007 Metà delle lingue nel mondo sono minacciate di estinzione Secondo una ricerca finanziata dall'UNESCO, meta' delle lingue del mondo (circa 6000) rischiano di scomparire e cio' rappresenta una grave minaccia al patrimonio culturale del pianeta. L'"Atlante delle lingue del mondo a rischio di estinzione" afferma che le lingue molto diffuse - come l'inglese, il francese, lo spagnolo, il russo e il mandarino - stanno sempre piu' soffocando le lingue minoritarie. "La morte delle lingue avviene gia' da migliaia di anni, come fenomeno naturale della specie umana, ma si e' manifestata finora lentamente. Negli ultimi 300 anni pero' - informa la ricerca - si e' verificato un drastico aumento nella morte e la scomparsa delle lingue." Sul piano pratico di questo forum sono d'accordo con Bitossi: usiamo l'inglese quando è indispensabile, altrimenti io, che non mi sento tale, grido in questo caso: "Viva l'italiano" :);)


ProfRoubaix - 13/02/2009 alle 22:52

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Un musicista Americano dice e scrive "pianissimo", non "very soft"... :Od: [/quote] Oppure "Condoleezza" :D


Salvatore77 - 13/02/2009 alle 22:54

[quote][i]Originariamente inviato da ProfRoubaix [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Un musicista Americano dice e scrive "pianissimo", non "very soft"... :Od: [/quote] Oppure "Condoleezza" :D [/quote] :OIO


pedalando - 02/03/2009 alle 02:10

bello questo 3D ops discussi1 :D Io sono sempre piu' convinto che l'inglese che si parla oggi nel mondo non sia esattamente la lingua parlata in Gran Bretagna. Sull'isola parlano un inglese obsoleto che capiscono solo loro mentre il resto del mondo parla una lingua che si adatta alla pronuncia ed al livello dell'interlocutore. E questo mi fa apprezzare questa lingua anche se ci tengo a conservare anche la lingua genovese. Tempo fa mi era stato spiegato che una delle ragioni dell'arretratezza dell'inglese in italia sia dovuta al doppiaggio dei film. Ad esempio nei paesi scandinavi i film non sono doppiati ma solo sottotitolati e da quelle parti puoi parlare in inglese anche con i vecchietti ai giardinetti... E se non sbaglio anche in francia hanno il nostro stesso problema. Riguardo ai termini inglesi mi rifaccio a quanto mi fu imposto dalla mia relatrice ai tempi della tesi: usiamo pure delle parole inglesi se sono di uso comune ed aiutano a capire meglio; ma senza utilizzare, MAI, le loro italianizzazioni. Ad esempio: invece di "downloadare" si puo' tranquillamente scrivere "fare il download", anche se in questo caso "scaricare" sarebbe meglio. P.S.: l'inglese non e' affatto una lingua semplice. Neanche per gli inglesi che infatti tendono ad essere piu' sgrammaticati di quanto non lo siamo noi con l'italiano. Quando chiedevamo spiegazioni su particolari utilizzi di verbi e/o articoli, l'insegnante di inglese (lingua madre, non quella di scuola) rispondeva spesso che c'erano diverse regole (dell'articolo "the" diceva esistesse un intero tomo...)


magliarossa - 30/05/2009 alle 22:25

scopro per caso questo topic, che mi interessa molto. infatti, io attualmente studio in Inghilterra, in un Dipartimento di... studi italiani! è abbastanza impressionante quanto poco portati per le lingue siano gli inglesi stessi. partendo dal presupposto che ciò che dicono dovrebbe essere inteso ovunque, non hanno corsi di lingua obbligatori nelle scuole. non solo, ma da quest'anno il governo ha deciso di operare tagli massicci ai finanziamenti ai dipartimenti di lingue nell'università - scelta più che discutibile, perché imparare una lingua straniera è anche un modo per divenire più flessibili da un punto di vista mentale. certamente esistono due diversi tipi di lingua inglese: quella che viene parlata dai madrelingua, e quella che viene parlata dagli stranieri. quest'ultima è molto facile da imparare e da capire, ma ha un grosso limite: consente di esprimere solo un numero limitato di concetti, e in modo sempre molto grossolano. questo può portare facilmente a incomprensioni (soprattutto tra persone con background culturali molto diversi), senza considerare le difficoltà pratiche nel momento in cui ci si trova a parlare di oggetti di uso quotidiano (proprio oggi mi sono trovato in imbarazzo perché non avevo idea di come si dicesse "tappi per le orecchie" - e vi assicuro che ne avevo un assoluto bisogno). l'inglse accademico è, per assurdo, più facile a livello di vocabolario dell'inglese parlato (molte parole vengono dal latino), ma le regole di formazione delle frasi e di combinazione delle parole sono molto complesse. in questo senso il tedesco è agli antipodi: difficilissimo sul piano del vocabolario, molto regolare nella costruzione delle frasi. infine, riguardo agli stranieri, direi che gli italiani parlano in inglese con un accento molto pesante, ma (almeno tra i gggiovani), non particolarmente peggio di francesi, tedeschi e spagnoli. certamente chi viene da paesi "piccoli" come l'Olanda o i paesi scandinavi è avvantaggiato, perché i mercati nazionali molto ristretti rendono svantaggiosa la traduzione di film, libri etc., come è stato giò fatto notare anche da lando.